Universo Sicilia 12_2005 - Periodico per i siciliani nel mondo
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Universo Sicilia 12_2005 - Periodico per i siciliani nel mondo
TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XVI - N. 12 DICEMBRE 2005 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814-7153840 - e-mail [email protected] LE AMMINISTRATIVE DI MESSINA Al primo turno i candidati Genovese per il Centrosinistra e Ragno per il Centrodestra non raggiungono il quorum del 50% più uno per essere eletti senza ricorrere al ballottaggio. Il Candidato del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, Nunzio Romeo si attesta sul 7,36%. Questi i risultati del primo turno Partiti Candidato Sindaco: FRANCESCANTONIO GENOVESE DS Genovese Sindaco A. Saitta Vince Messina Nuova Presenza Con Francescantonio PDCI Rif. Com. Ricostruire Messina SDI Verdi Udeur Margherita Partiti Candidato Sindaco: LUIGI RAGNO Partiti Partiti Voti 67200 Voti 10770 Fiamma Tricolore Qualche amico affezionato e che, bontà sua, segue con qualche interesse le nostre note mensili, ci ha fatto notare che c’è in quello che scriviamo una specie di invincibile malinconia: tanto per spiegarci più chiaramente, dice che noi abbiamo il gusto del pessimismo. Tutto va male, trionfano i mascalzoni, gli infedeli, quelli che gabbano la gente promettendo e non mantenendo. In Liste Aggregate 6,40% 1,01% 0,58% 2,84% 1,24% 0,71% Voti 747 Alternativa Sociale Candidato Sindaco: VINCENZO ALOSTRA Liste Aggregate 55,62% 1,52% 2,55% 8,03% 7,80% 0,50% 1,45% 1,78% 3,39% 4,34% 1,18% 1,47% 1,73% 0,64% 0,82% 2,18% 1,42% 1,81% 2,70% Riscatto Messinese Alleanza Siciliana Movimento per l’Autonomia SOS Ama Messina Candidato Sindaco: FILIPPO CLEMENTE Liste Aggregate 37,67% 4,28% 7,38% 2,50% 0,41% 3,22% 0,48% 1,74% 0,95% 2,82% 1,30% 3,18% 9,36% UDC nel cuore Ragno Sindaco A.N. UDC con D’Alia CDU Alleanza Futura Azzurri Nuova Sicilia UDC Alleanza Tricolore Area A.N. Destra Sociale Alleanza per Messina Fieramente Messinese DC Patto per la Sicilia Alleanza Rosa PRI Città per L’Uomo Candidato Sindaco: NUNZIO ROMEO Partiti Voti 67020 Liste Aggregate 0,20% 0,51% Voti 635 Liste Aggregate 0,15% 0,42% Si è svolto a Roma il XXVI Congresso Nazionale del PSDI La Socialdemocrazia ritorna sulla scena politica Italiana Forte presenza siciliana nei nuovi organi dirigenti Si è svolto a Roma, dal 9 all’11 dicembre, il ventiseiesimo congresso nazionale del PSDI, che ha visto il piccolo partito socialdemocratico compiere un ulteriore, importante passo in avanti sulla strada della ricostruzione di una presenza politica organizzata e vivace in tutte le regione italiane. Il ritorno degli eredi di Giuseppe Saragat sulla scena politica è caratterizzato da una netta scelta di campo a favore dell’Unione guidata da Romano Prodi per un’alternativa riformista al governo del Paese. Nell’ambito del centrosinistra il PSDI si batte perchè tutte le forze socialiste si riuniscano in un soggetto politico unico Il Ballottaggio a Messina Genovese dell’Unione batte Ragno della C.d.L. Al secondo turno oltre 14mila elettori in meno La città di Messina ha eletto il suo sindaco consegnando la città a Francantonio Genovese eletto con il 54,56% contro il candidato del centrodestra Luigi Ragno che ha raccolto il 45,44% dei suffragi. Il candidato della C.d.L. ha perso consensi in quasi tutti i quartieri, registrando un divario di 10 punti con il candidato del centrosinistra. La diminuita affluenza alle urne dimostra l’inconsistenza del voto raccolto dalle migliaia di liste scarsamente identificabili costruite nel solo intento di strappare voti in tutte le direzioni e più precisamente nell’area degli indecisi. È forse giunto il momento di cominciare a pensare a una seria riforma di moralizzazione del criterio L’anno dell’ottimismo estrema sintesi noi avremmo il vizio di vedere il mondo, anche il nostro specialmente, tinto di nero. Guarderemo perciò e seguiremo l’attivo, le cose buone, quello che c’è nel mondo che si chiama bene; daremo un e nuovo che si riconosca nella socialdemocrazia non solo come tradizione e metodo politico ma anche, e soprattutto, per sostenere l’attualità e la centralità di un’ideologia che è l’unica ad essere uscita viva e vincente dalla prova dei fatti del novecento. Un progetto del quale, ormai superate le divisioni del passato, deve essere parte integrante anche il partito dei Democratici di Sinistra. L’attenzione del PSDI è rivolta ai programmi: il congresso ha individuato due temi sui quali, in particolare, richiamare l’attenzione di Prodi e della sua coalizione. Da un lato una vera centralità nelle scelte di politica economica per il Mezzogiorno volto e un nome agli uomini di buona volontà, quelli di cui parla l’immortale Vangelo per cui il Creatore sorregge il mondo. Nonostante tutto noi del mondo occidentale siamo dei fortunati: dopo l’immane macello della di aggregazione del consenso. Smettiamola con la raccolta delle firme in quanto non arresta il processo di frantumazione delle liste. Occorre eliminare firme e tetto elettorale ed introdurre una sanzione pecuniaria per quelle liste che non riescono ad eleggere neppure un consigliere. Sull’esito delle elezioni di Messina questa la squadra di assessori che coadiuverà il Sindaco Genovese: Arturo Alonci; Angela Bottari; Antonio Catalioto; Mario Centorrino; Antonella Cocchiara; Alfredo Crupi; Clelia Fiore; Francesco Gallo; Gaetano Isaja; Liliana Modica; Pippo Rao; Antonio Saitta; Gaetano Santagati; Valentino Scarfone; Francesco Squadrito. V.C. seconda guerra mondiale, il più infame e pazzesco che si possa immaginare. Tanti stati da più di 60 anni non conoscono guerre, anche se non sono mancati i conflitti sociali. Si è lottato con armi lecite della protesta e non con le altre insensate che con il premere di un tasto potrebbero Pasqualino Sangiorgio Segue a pag. 2 e il suo bisogno immediato di lavoro, di infrastrutture, di investimenti pubblici e privati; dall’altro la riforma della Costituzione e delle leggi elettorali per fermare il degrado della vita politica e istituzionale negli enti locali, dove la partecipazione dei cittadini ed il ruolo democratico dei partiti politici viene mortificato da un presidenzialismo spesso effimero e di basso profilo. L’On. Giorgio Carta è stata confermato segretario nazionale. Un ruolo molto attivo nei lavori congressuali è stato svolto dalla delegazione siciliana, importante per numero e per le specifiche proposte politiche e organizzative di cui si è fatta portatrice. Tanto che, alla fine, il congresso ha premiato la Sicilia con una presenza di rilievo nella nuova dirigenza nazionale del partito. Venti, infatti, sono i componenti siciliani del consiglio nazionale, tra cui le presenze particolarmente significative di Carmelo Pancucci, Luigi Messina, Angelo Russano, Mario Entità, Matteo Bonaccorso, Nino Gennaro, Totuccio Spadaro, Silvio Aliffi, mentre sono stati eletti a far parte della nuova direzione nazionale l’adranita Vincenzo Castiglione ed il catanese Antonello Longo, sostenitori della mozione. Un PSDI moderno nella società che cambia, l’On. Enzo Coco di Messina ed il coordinatore regionale Guido D’Amico. L.A. La “Devolution” diventa legge. L’opposizione chiede il referendum La riforma federalista dello Stato ha ricevuto l’ultimo “sì”. Il 16 novembre il Senato, con 170 voti a favore, 132 contrari e 3 astenuti, ha dato il via libera alla legge che dovrebbe cambiare la nostra costituzione. Il condizionale è d’obbligo considerando che i membri dei partiti di opposizione hanno già annunciato che ricorreranno alla raccolta di firme per promuovere il referendum confermativo previsto per le leggi costituzionali. In attesa che si arrivi alla consultazione popolare (che l’opposizione vorrebbe prima delle elezioni politiche, mentre la maggioranza frena “per evitare un ingorgo istituzionale”), intanto, la Lega e Bossi, tornato a Palazzo Madama dopo la lunga convalescenza dovuta alla malattia, si godono quello che prima di tutto è un successo del Carroccio. Non a caso, appena è stato reso noto l’esito del voto, gli occhi di tutti erano rivolti al Senatur che, dalla tribuna del pubblico, dove si era accomodato insieme alla moglie e ai figli, ha alzato il pugno in segno di vittoria. E dalle poltrone di chi invece la votazione l’ha vissuta in prima linea, è arrivata puntuale la risposta del ministro per le Riforme Roberto Calderoli, che del leader della Lega è stato il “braccio armato” in questo lungo iter della nuova legge. Ed in effetti la giornata ha vissuto a lungo sulle emozioni legate al ritorno di Bossi in aula. “Beh, sì, oggi sono emozionato - ha detto il senatur, entrando a Palazzo Madama -. Non temiamo il referendum. Secondo me gli italiani voteranno la legge in tutto il Paese nello stesso modo. Non ci sarà un Paese spaccato in due”. “L’opposizione non deve avere nessuna preoccupazione per la devolution perché non è qualcosa di centralista e di pericoloso ma è qualcosa che dà più potere alle periferie, alle istituzioni più vicine ai cittadini e questa è la via se uno parla di Paese democratico - ha spiegato Bossi -. La riforma va comunque migliorata. Le costituzioni non nascono perfette e non è facile farle perfette fin dal primo momento. Mi rendo conto che c’è chi non è d’accordo. Tutto è perfettibile e dovremo lavorare molto nei prossimi anni”. Poi l’ingresso in aula per la dichiarazione di voto, contraddistinta dall’opposizione dei Verdi che, vestiti a lutto, hanno osservato un minuto di silenzio. Scop-Tach UNIVERSO SICILIA DICEMBRE 2005 Ampio consenso in Senato per il DDL sulla riconoscibilità del made in Italy Un ampio consenso si è manifestato lo scorso 22 novembre in commissione Industria del Senato attorno ai disegni di legge per la riconoscibilità e la tutela dei prodotti italiani e per l’istituzione del marchio “Made in Italy”. Il sottosegretario alle attività Produttive Roberto Cota ha espresso soddisfazione per l’andamento della discussione in commissione, che ieri ha approvato all’unanimità la proposta di procedere alla richiesta di trasferimento alla sede deliberante, e si è detto perplesso, come il senatore Franco Mugnai (An) e la senatrice Ida D’Ippolito (Fi), circa il parere circostanziato del- la Commissione europea sull’argomento. Anche a suo avviso il parere non appare condivisibile e presenta caratteri di pretestuosità. Secondo Cota è anche singolare il suo invio prima dell’approvazione da parte del Senato. Il sottosegretario ha poi sottolineato l’importanza di giungere, rapidamente, all’approvazione dei disegni di legge. Il ddl sulle norme per la riconoscibilità e la tutela dei prodotti italiani, che è stato assunto come testo base dei vari provvedimenti che disciplinano la materia, prevede l’istituzione del marchio “100 per cento Italia”, di proprietà dello Stato italiano, in modo da assicurare un livello elevato di protezione dei consumatori, promuovendo il loro diritto ad una corretta informazione in ordine ai prodotti il cui processo produttivo è realizzato interamente in Italia. Inoltre, al fine di consentire un’adeguata informazione agli utilizzatori intermedi e ai consumatori finali sul processo lavorativo dei prodotti commercializzati sul mercato italiano, viene istituito un sistema di etichettatura dei prodotti realizzati in Paesi non appartenenti all’Unione europea. Tale sistema di etichettatura deve comunque evidenziare il Paese di origine del prodotto finito, nonché dei prodotti intermedi e la loro realizzazione nel rispetto delle regole comunitarie e internazionali in materia di origine commerciale, di igiene e sicurezza dei prodotti. Per quanto riguarda la definizione “Made in Italy”, il ddl prevede che i prodotti così definiti devono essere accompagnati da una scheda informativa denominata “carta d’identità del prodotto finito” che contiene informazioni utili al consumatore per conoscere la provenienza dei semilavorati di cui il prodotto finale è composto e le lavorazioni eseguite nel processo di fabbricazione cui hanno contribuito imprese di altri Paesi. A.C. Natale: sette milioni di italiani acquistano regali nei mercatini Sette milioni di italiani adulti acquisteranno il regalo di Natale nei mercatini situati sulle strade e nelle piazze di città e paesi dove metà dello spazio è occupato da bancarelle di vendita di vestiario e calzature, ma ben il 25 per cento ai prodotti alimentari. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che questo fine settimana si apre la stagione delle fiere, sagre e dei mercatini delle feste dove cogliere le idee e i prodotti per i doni da nascondere sotto il tradizionale albero. L’acquisto nelle bancarelle a natale coinvolge il 13 per cento degli italiani e non è solo il frutto di una esigenza diffusa di risparmio, ma anche la risposta alla necessità di un contatto diretto e personale per scovare curiosità e novità ad “originalità garantita”. Se nei mercatini a farla da padrone sono abbigliamento, la biancheria, la maglieria, l’intimo e le calzature, in grande evidenza è anche l’offerta di prodotti artigianali e alimentari tipici da regalare - sottolinea la Coldiretti - spesso in gustosi cesti o da consumare nei cenoni festivi, a dimostrazione della vitalità del made in Italy alimentare evidenziata dal rapporto Censis 2005. E allora per acquisti convenienti, senza rinunciare ad una tavola ricca e gustosa, milioni di italiani trascorrono questo week end all’aria aperta curiosando tra le molte occasioni offerte dalle bancarelle dei produttori agricoli che in tutta Italia hanno aderito alle iniziative della Coldiretti “Campagna Amica”: da Taranto a Gorizia, da Torino a Roma fino ad Alessandria. A Taranto da sabato 3 a sabato 24 dicembre la campagna in Piazza Maria Immacolata angolo Via Mignogna per apprezzare e acquistare prodotti tipici dell’area jonica e presepi artistici. A Gorizia domenica 4 dicembre dalle 9 in via Contavalle prodotti delle imprese agricole e, in collaborazione con Latterie Friulane, degustazioni di formaggio Montasio. A Torino domenica 4, con replica domenica 11 dicembre, in piazza Palazzo di Città, dalle ore 9 alle 18, cinquanta produttori offriranno prodotti all’insegna di qualità e convenienza. Ad Alessandria domenica 4 dicembre, e ancora l’11 e il 18, in piazzetta della Lega, stand Coldiretti all’insegna dello slogan “A Natale acquista la Qualità”. Sabato 3 e domenica 4 dicembre a Roma nella trasteverina Piazza Trilussa nei “Mercatini verdi al femminile”, stand Coldiretti della tipicità ciociara. Quello dei mercatini è un fenomeno destinato a consolidarsi nel futuro anche grazie all’’approvazione definitiva della legge “salva cibo Made in Italy” con la quale - sottolinea la Coldiretti - proprio al fine di migliorare l’accesso ai mercati degli alimenti locali si impegnano i comuni a destinare spazi adeguati agli imprenditori agricoli che intendono vendere direttamente i prodotti e pertanto si prevede che i comuni, sulla base delle disposizioni emanate dalle Regioni, stabiliscano l’ampiezza complessiva delle aree da destinare all’esercizio di questa attività, nonché le modalità di assegnazione dei posteggi, la loro superficie e i criteri di assegnazione delle aree riservate, in misura congrua sul totale. Un vero e proprio via libera anche in Italia ai Farmers Market dopo che nel 2005, sul- la base dell’ultima indagine Agri 2000, sette consumatori su dieci hanno fatto almeno una volta acquisti direttamente dagli imprenditori agricoli giudicando conveniente la scelta nell’87 per cento dei casi anche se per la maggioranza (55%) sono la garanzia di qualità e genuinità la principale ragioni della spesa in campagna. Si tratta di un boom destinato a consolidarsi nel tempo come dimostra il fatto che prosegue la Coldiretti - il 60% dei consumatori prevede, secondo l’indagine, di aumentare i propri acquisti nelle aziende agricole nel corso del 2006. Secondo il New York Times negli Stati Uniti quest’anno almeno 250mila newyorkesi hanno acquistato direttamente dalle aziende agricole il tradizionale tacchino e il contorno di patate dolci che hanno imbandito le tavole del thanksgivingday a dimostrazione - conclude la Coldiretti - della crescita di un fenomeno nell’arco di cinque anni ha segnato un aumento del 30 per cento del numero dei farmers Market che sono passati da circa 3000 agli oltre 3700 interessando anche le grandi metropoli come New York. E. Santoianni 2 COME CAMBIANO LE TENDENZE IL POPOLO DEL CENTRODESTRA FA COSE DA PAZZI PER IL SUO LEADER!!! PER FORTUNA I PAZZI SONO ORMAI IN NETTA MINORANZA!!! Sciuscià e Giuggiolone. NATALITÀ Registrato il primo saldo positivo dal 1992 ad oggi Alla fine del 2004 – si legge nell’Annuario Istat presentato nei giorni scorsi - la popolazione italiana è pari a 58.462.375 unità con un aumento rispetto al 2003 di 574.130 residenti. L’incremento registrato si deve sia all’ormai consueto attivo del movimento migratorio (+558.189 unità) sia al movimento naturale, che torna a registrare un saldo positivo per la prima volta dal 1992 (+15.941 unità). La fecondità delle donne italiane mostra ancora un lieve incremento, attestandosi nel 2004 a 1,33 figli per donna contro l’1,29 dell’anno precedente. Si tratta del livello più alto degli ultimi 15 anni. Con l’ingresso dei nuovi 10 Paesi nell’Unione europea l’Italia non è più la penultima della lista quanto a fecondità, ma nel 2003 (ultimo dato disponibile per un confronto) è stata superata in negativo oltre che dalla Grecia, anche dalla Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Polonia e Ungheria. Ancora in diminuzione i matrimoni: sono passati da circa 260.000 del 2003 a 250.764 del 2004, il minimo storico per il nostro paese. Si riducono quelli celebrati con rito religioso che scendono a 172.600, il 68,8% del totale (erano il 75,3% nel 2000), mentre quelli con solo rito civile salgono a 78.164, il 31,2% (il 24,7% nel 2000). Il tasso di nuzialità passa da 4,5 matrimoni per mille abitanti nel 2003 a 4,3 per mille nel 2004. L’Italia si pone poco al di sotto della media europea (25 paesi) che nel 2003 è stata di circa 4,8 matrimoni ogni mille abitanti contro 4,5 per mille in Italia. U.wS. Continua dalla prima pagina - L’anno dell’ottimismo distruggere il mondo e segnare la fine della nostra civiltà. Ci ripresentiamo con un volto nuovo e più sereno, uniti dalla speranza, liberi da fanatismi e pregiudizi rispettosi degli altrui, costumi e tradizioni. Nella terra, in questo microscopico concentrato dell’umanità c’è posto per tutti, si può continuare la nobile battaglia non con la pretesa dell’eguaglianza ma con l’impegno di non abbandonare e sorreggere quelli che sono rimasti indietro perché nel mondo di infelici non c’è posto per la felicità di nessuno. Con l’animo aperto alle altrui convinzioni rispettiamo tutti, a cominciare da quelli che la pensano diversamente da noi. È nostra intenzione aprirci a tutti, immedesimarci nel pensiero degli altri, respingere le tenzioni di quei morbi perversi che sono il veleno della socie- tà. Ci accostiamo alla politica non come ad un precipizio dove riversare i mentitori e gli imbroglioni , gli uomini dalle facili promesse e dell’ancor più facile da non mantenere. Ci riconosciamo però il diritto di fare le nostre critiche a chi ci comanda, invitando i potenti ad aprirsi a ragioni che spesso ignorano. Si convincano gli amministratori che non hanno d’avanti a se nemici insofferenti e pronti a dir male di tutto e di tutti, ma componenti della più ampia famiglia che è la cosa pubblica, il bene collettivo, identificare con precisione il precedente e il fattibile: i bisogni non sono tutti dello stesso peso, spesso della povera gente di cui ci si erge a paladini e difensori, Rinaldo e Orlando con la spada che spazza tutto. P. Sangiorgio Nel 2005 il 68% degli italiani non è riuscito a risparmiare Italiani sempre più con l’acqua alla gola, preoccupati per il futuro e indebitati. E’ quanto commenta Codici in una nota, riportando una serie di ricerche ed indagini di natura economica. “Da un’indagine condotta dalla Acri-Isos - riporta la nota - risulta che nel 2005 la fetta degli italiani che non è più riuscita a risparmiare ha visto aumentate le sue proporzioni del 5% rispetto all’anno scorso. Ciò significa che il 68% degli italiani, quest’anno, non ha risparmiato, attingendo alle risorse precedentemente accumulate”. “Le abitudini consumistiche sono cambiate. Da una ricerca effettuata da AcNielsen emerge che il 29% dei cittadini sceglie dove fare la spesa in base alle promozioni, il 70% fa caso al rapporto qualità/prezzo, ma ciononostante orienta i propri consumi anche verso il mercato della contraffazione. Quest’ultimo, pertanto, è preferito, secondo un rapporto fornito dalla Camera di Commercio di Roma, da un buon 20% degli italiani. Secondo l’Istat, infine, nella quarta settimana del mese si contraggono addirittura le spese alimentari”. “Nel 1996 solo il 15% degli italiani era convinto che il miglior investimento fossero gli immobili, nel 2004 la percentuale è salita al 64%. Il mercato dei bond è quasi scomparso. Le obbligazioni sono un antico ricordo. A questo quadro bisogna aggiungere previsioni poco rassicuranti per il futuro: la Bce ha alzato i tassi, il denaro costerà di più, comprare casa o contrarre prestiti diverrà sempre più oneroso; le bollette d’acqua, già aumentate del 15% circa dal 2003, sembra dovranno aumentare ancora; per luce e gas è prevista una maggiorazione ulteriore dell’1,6% nel 2006”. ■ 3 DICEMBRE 2005 UNIVERSO SICILIA Istruzione: un italiano su dieci è analfabeta Sono passati oltre quarant’anni da quando il maestro Alberto Manzi, dagli schermi in bianco e nero delle prime televisioni italiane, insegnava a leggere e a scrivere ad un popolazione che contava ancora molti analfabeti. Sono passati oltre quarant’anni ma la scarsa scolarizzazione torna a riproporsi con prepotenza come uno dei mali della nostra società. Secondo uno studio condotto dall’Unione nazionale lotta all’analfabetismo dell’università di Castel Sant’Angelo, presentato nei giorni scorsi a Roma, gli italiani analfabeti sono poco meno di sei milioni. Si tratta dell’11,11% della popolazione dai sei anni in poi. Lo studio dell’Unla, dedicato all’analisi del sistema scuolasocietà nell’Italia di oggi, è basato su dati dell’ultimo censimento Istat, quello del 2001, dal quale emerge che gli italiani scolarizzati dagli 11 anni in poi sono in tutto 51.132.726, l’1,19% in più rispetto al censimento del 1991. Partendo da questo dato, l’istituto ha “disegnato” una “piramide educativa” che vede al vertice un 7,51% di popolazione lau- reata (4.042.259) seguito da un 25,85% (13.923.366) in possesso del diploma di scuola secondaria superiore e da un 30,12% (16.221.737) che si è fermato alla scuola media inferiore. Fino a quel 36,52% di persone con il solo titolo di scuola elementare o addirittura anche senza di quello. Una percentuale che si traduce in 19.667.600 cittadini, tra cui appunto quei sei milioni considerati letteralmente analfabeti. “A voler guardare i soli freddi numeri - rilevano i ricercatori dell’Unla - in Italia il 66% della popolazione (pari a quasi 36 milioni di abitanti), si può definire ‘ana-alfabeta’ e cioè analfabeti o appena alfabeti: in sostanza i possessori della sola licenza elementare o della sola scuola media inferiore, titoli del tutto insufficienti per una società come quella di oggi”. “Una vera e propria ‘zoppia educativa’ - l’ha definita il presidente Saverio Avveduto - che finisce con il costituire la causa principale della pericolosa debolezza del nostro sistema economico, in quanto siamo il Paese che ha il più basso livello di addetti all’in- EURISPES: Rapporto sull’infanzia “il bullismo” Il fenomeno del bullismo tende a manifestarsi nelle fasce di età dai 7-8 ai 14-18 anni, cioè negli anni della scuola elementare e media, e a volte, all’inizio delle superiori. Nel sesto Rapporto sull’infanzia presentato da Eurispes e Telefono Azzurro, i minori asseriscono, infatti, di contrapporsi alle prepotenze di un coetaneo su un altro chiedendo aiuto ad un adulto nel 27,5% dei casi, dicendo al prepotente di smetterla nel 27,7% dei casi e aiutando la vittima ad uscire dalla situazione nel 23,7% dei casi. Il 3,9% ammette di unirsi al bullo dominante facendo a sua volta il prepotente, lo 0,9% dice di trovare divertente ciò che il bullo fa e dice. I luoghi più indicati sono stati la scuola (32,3%) e la strada o la piazza (27,3%). Oltre un terzo di loro (37,7%) pensa che i bulli si vogliono sentire più grandi e più forti. Il 26,6% ritiene che si vogliono far notare, mentre il 16,9% afferma che i bulli sono dei sadici che agiscono per il gusto di infierire su chi è più debole. Una cosa interessante: tra maschi e femmine è pressochè ugualmente diffusa l’opinione che una persona sia prepotente solo per scherzo (9,2% i maschi e il 7,3% le femmine). G.M. L’inno finalmente diventa ufficiale Primo giro di boa superato per il ddl che stabilisce che “Fratelli d’Italia”, testo di Goffredo Mameli e musica di Michele Novaro diventa, dopo 60 anni di precarietà, diventi l’inno ufficiale della Repubblica italiana. La commissione Affari Costituzionali del Senato ha infatti dato il primo via libera il 17 novembre al ddl che andrà in Aula nelle prossime settimane mettendo fine ad una situazione di precarietà durata circa 60 anni. L’inno nazionale, infatti, venne ignorato a lungo dalle leggi della Repubblica. Fu infatti l’inno del Piave, a venire usato come inno nazionale dopo l’armistizio del 1943, e si dovette attendere il consiglio dei ministri del 12 ottobre 1946 per consacrare come inno nazionale provvisorio l’opera dei genovesi Goffredo Mameli (autore del testo) e Michele Novaro (che ha scritto la musica). Il relatore del provvedimento, Luciano Falcer di Forza Italia ha espresso la sua soddisfazione per l’approvazione del ddl da parte della commissione ed ha spiegato che il testo passa ora all’esame dell’aula di Palazzo Madama ed è previsto un dpr nel quale sarà allegato lo spartito musicale originale dell’Inno Fratelli d’Italia che stabilisce anche le modalità di esecuzione dell’inno nelle cerimonie ufficiali. V.G. dustria con titolo universitario”. Disaggregando per regione i dati nazionali, emerge che nove regioni, tutte del Centro-Sud, sono oltre il limite di “allarme” dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico al quale aderiscono i trenta Paesi più industrializzati del mondo. E proprio tra i big del pianeta, l’Italia recita il ruolo della Cenerentola, relegata al terzultimo posto, davanti soltanto a Portogallo e Messico. “Tutto quello che non so, l’ho imparato a scuola”. Sergio Zavoli, tra gli intervenuti alla presentazione dello studio dell’Ulna, ha citato Leo Longanesi per commentare i dati sull’analfabetismo in Italia. “Siamo i più lenti a capire che la nuova comunicazione non si fonda più solo sui dati ma sul loro significato - ha detto l’ex direttore della Rai -; che l’informazione non è più solo la notizia ma il suo approfondimento; che il sapere di oggi non è più apprendere cognizioni ma approfondirne il senso”. Zavoli ha rilevato che “in un tempo in cui la relazione non è più il contenuto ma la velocità del conte- nuto” emerge la lentezza degli italiani nell’afferrare l’esigenza di approfondire. “Credo sia il tempo di realizzare una forte sinergia tra scuola e televisione, nel senso non solo di informare ma di dover comunicare - ha aggiunto -. E c’è differenza tra le due cose: informare è far passare dei materiali, mentre comunicare è far passare dei valori. Oggi quello che fa e dice la scuola o la tv sembra non avere più la natura per durare”. Severo anche il giudizio di Tullio De Mauro, linguista ed ex ministro dell’Istruzione. “La scuola dell’obbligo non ha fruttato - ha detto -. Non solo. E’ proprio questa grande massa di analfabeti o appena alfabetizzati a pesare anche sul funzionamento della scuola ordinaria stessa”. “L’obiettivo - ha spiegato l’ex ministro - dev’essere dunque quello di approcciare questa massa di persone adulte che per varie vicende culturali, economiche, familiari non sono riuscite ad arrivare ad un buon livello di scolarità formale o sono regredite fino alla soglia dell’analfabetismo”. M.E. SICILIA Lombardo, Musumeci sarà il candidato del terzo polo “Nello scenario della realizzazione del terzo polo noi candideremo Nello Musumeci alla presidenza della Regione”. Lo afferma il leader dell’Mpa, Raffaele Lombardo, che fa dipendere la candidatura dell’europarlamentare che ha lasciato An per fondare Alleanza siciliana, presentatasi con l’Mpa a Messina, proprio alla formazione del polo autonomista. Per il presidente della Provincia di Catania “il voto di Messina potenzia la crescita del movimento autonomo e autonomista, sganciato da centrodestra e centrosinistra, e che adesso punta alle elezioni nazionali e poi alle regionali”. Così Lombardo, invita tutti i par- titi moderati che “sussurrano di terzo polo a costituirlo subito, non dopo le elezioni”. Proprio Messina ha reso ancora più Lombardo l’uomo decisivo per la definizione degli equilibri: “Adesso diventiamo l’ago della bilancia”, dice a chiare lettere, con tutta l’intenzione di far pesare la sua posizione. Del resto, fa notare il suo staff, dopo la decisione della Cdl e di Salvatore Cuffaro di celebrare le regionali dopo le politiche, quindi a giugno, il tempo sembra giocare a favore del fondatore dell’Mpa che avrà la possibilità di osservare anche i movimenti in ambito nazionale. T.R. Come cambia la costituzione italiana Scompare il bicameralismo perfetto, la Camera dei deputati sarà l’organo politico, il Senato federale rappresenterà gli interessi territoriali. Non ci saranno più i senatori a vita sostituiti dai ‘deputati a vita’. E ancora: cambierà il ruolo del Capo dello Stato “garante dell’unità federale della Repubblica” e il Primo ministro (non si chiamerà più presidente del Consiglio) diventerà più forte, un super-premier. Introdotte sfiducia costruttiva e norma antiribaltone. E poi, entrano in costituzione devolution, federalismo fiscale, sussidiarietà e interesse nazionale. Sono queste le novità più importanti della II parte della Costituzione così come riscritta dalla Casa delle libertà. Ecco nel dettaglio i punti ‘chiave’: - CAMERA DEI DEPUTATI: La Camera sarà l’organo politico e sarà costituito da 518 deputati (oggi sono 630), di cui 18 eletti nelle circoscrizioni estere. In più, ci saranno anche i deputati a vita, nominati dal Capo dello Stato, e potranno essere al massimo tre. Di diritto gli ex Presidenti della Repubblica. L’età minima per essere eletti scende a 21 anni (adesso è 25). La Camera è eletta per cinque anni. Le Commissioni d’inchiesta istituite dalla Camera avranno gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria; la loro presidenza sarà assegnata all’opposizione. - SENATO FEDERALE: I senatori saranno 252 (oggi sono 315), eletti in ciascuna Regione contestualmente all’elezione dei rispettivi consigli regionali. A questo numero si sommeranno i 42 delegati delle Regioni, che partecipano ai lavori del Senato federale senza diritto di voto: due rappresentanti per ogni regione più due per le Province autonome di Trento e Bolzano. Sarà eleggibile chi ha 25 anni (oggi la soglia è di 40 anni). Con la proroga dei Consigli regionali e delle province autonome sono prorogati anche i senatori in carica. - CAPO DELLO STATO: Il presidente della Repubblica non è più il rappresentante dell’unità nazionale, ma “rappresenta la Nazione ed è garante della Costituzione e dell’unità federale della Repubblica”. Sarà eletto dall’Assemblea della Repubblica, presieduta dal Presidente della Camera dei deputati e composta da tutti i parlamentari, i governatori e i delegati regionali. Può diventare presidente della Repubblica chi ha compiuto 40 anni (non più 50 come oggi). Il Capo dello Stato è eletto a scrutinio segreto con la maggioranza dei due terzi dei componenti l’Assemblea della Repubblica. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei componenti. Dopo il quinto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. Il Capo dello Stato indice le elezioni della Camera e quelle dei senatori. Nomina i presidenti delle Autorità indipendenti, il presidente del Cnel e il vicepresidente del Csm nell’ambito dei componenti eletti dalle Camere. - PREMIERATO: Nella nuova costituzione non c’è più il presidente del Consiglio, ma il Primo ministro. Avrà più poteri: nominerà e revocherà i ministri (adesso spetta al Capo dello Stato, su proposta del premier), determinerà (e non più “dirigerà”) la politica generale del Governo e dirigerà l’attività dei ministri. Il Primo ministro non dovrà più ottenere la fiducia dalla Camera, ma dovrà soltanto illustrare il suo programma sul quale la Camera dei deputati esprimerà un voto. Inoltre, il Primo Ministro potrà porre la questione di fiducia e chiedere che la Camera si esprima “con priorità su ogni altra proposta, con voto conforme alle proposte del governo”. In caso di bocciatura il premier deve dimettersi. Il Primo ministro viene eletto mediante collegamento con i candidati ovvero con una o più liste di candidati, norma che consente l’adattamento sia al sistema maggioritario che a quello proporzionale. - NORMA ANTI-RIBALTONE E SFIDUCIA COSTRUTTIVA: In qualsiasi momento la Camera potrà obbligare il Primo ministro alle dimissioni, con l’approvazione di una mozione di sfiducia firmata almeno da un quinto dei componenti (nella costituzione vigente è un decimo). Nel caso di approvazione, il Primo ministro si dimette e il Presidente della Repubblica decreta lo scioglimento della Camera. Il Primo Ministro si dimette anche se la mozione di sfiducia è stata respinta con il voto determinante di deputati non appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni. Garante di questa maggioranza sarà il presidente della Repubblica che richiederà le dimissioni del Primo ministro anche nel caso in cui per il voto favorevole ad una questione di fiducia posta dal Primo ministro sia stata determinante una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne. Entra in Costituzione anche la mozione di sfiducia costruttiva: i deputati appartenenti alla maggioranza uscita dalle urne, infatti, possono presentare una mozione di sfiducia con la designazione di un nuovo Primo Ministro. In tal caso il premier in carica si dimette e il Capo dello Stato nomina il Primo ministro designato nella mozione. - DEVOLUTION: Le Regioni avranno potestà legislativa esclusiva su alcune materie come assistenza e organizzazione sanitaria; organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione; polizia amministrativa regionale e locale. Tornano, invece, (rispetto alla riforma del Titolo V varata nella scorsa legislatura dal centrosinistra) ad essere di competenza dello Stato la tutela della salute, le grandi reti strategiche di trasporto e di navigazione di interesse nazionale, l’ordinamento della comunicazione, l’ordinamento delle professioni intellettuali, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell’energia, l’ordinamento di Roma; la promozione internazionale del made in Italy. - INTERESSE NAZIONALE E CLAUSOLA SUPREMAZIA: L’interesse nazionale prevede che il governo, qualora ritenga che una legge regionale pregiudichi l’interesse nazionale della Repubblica, invita la Regione a rimuovere le disposizioni pregiudizievoli. Se entro 15 giorni il Consiglio regionale non rimuove la causa del pregiudizio, il governo entro altri 15 giorni sottopone la questione al parlamento in seduta comune che con maggioranza assoluta può annullare la legge. Il Presidente della Repubblica entro i successivi 10 giorni, emana il decreto di annullamento. La clausola di supremazia, invece, prevede che lo Stato può sostituirsi alle Regioni, alle città metropolitane, alle Province e ai Comuni, nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumita’ e la sicurezza pubblica ovvero quando lo richiedano la tutela dell’unita’ giuridica o economica o i livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali. - ITER LEGISLATIVO: La Camera esamina i disegni di legge riguardanti le materie che il nuovo articolo 117 affida alla legislazione esclusiva dello Stato. Dopo l’approvazione il Senato federale può proporre modifiche entro trenta giorni sulle quali sarà comunque la Camera a decidere in via definitiva. All’Assemblea di Palazzo Madama spetterà l’esame e la parola definitiva, invece, sui provvedimenti riguardanti le materie concorrenti. Le questioni di competenza tra le due Camere sono risolte dai Presidenti delle Camere o da un comitato paritetico, composto da quattro deputati e da quattro senatori, designati dai rispettivi presidenti. La decisione dei Presidenti o del comitato non è sindacabile in alcuna sede. Per alcune materie comunque resta il procedimento bicamerale. In caso di disaccordo tra le due Camere, il testo sarà proposto da una Commissione, composta da trenta deputati e da trenta senatori, convocata dai Presidenti delle Camere, e sottoposto al voto finale delle Assemblee. Scop-Tach UNIVERSO SICILIA DICEMBRE 2005 4 Vino, “non sappiamo In provincia è bello. È Rieti la città dove si vive meglio cosa beviamo” RICERCA In provincia si vive meglio che nelle metropoli e i cittadini di Rieti sono i più felici d’Italia: secondo uno studio dell’associazione di psicologi Ipsa, condotto su 1.500 italiani che vivono in provincia, la cittadina laziale è la più felice e vivibile d’Italia, quella insomma dove la qualità della vita è migliore. Non solo. La ricerca rivela che gli italiani che vivono in provincia sono generalmente più felici di quelli delle città e delle grandi aree metropolitane. A Rieti il primato dei consensi si concretizza con un indice di 145, un risultato decisamente più alto della media che, secondo gli psicologi dell’Ipsa, è di 112, mentre chi vive in città non raggiunge la media di 79. I fattori che determinano questa classifica dei consensi tengono conto di alcune peculiarità indispensabili per raggiungere la felicità: qualità della vita, condizioni ambientali, cibo, servizi, occupazione del tempo libero e svaghi, lavoro, traffico e parcheggi, inquinamento acustico, collegamenti stradali con paesi e province limitrofe e, infine, la possibilità di godere di forti e intensi rapporti interpersonali e affettivi. Le province che hanno conquistato i primi 10 posti della speciale classifica sono quasi tutte del Centro Nord, con le sole eccezioni di Lecce e Salerno. Rieti è amata dai suoi cittadini soprattutto per la tranquillità della vita e la sicurezza, cui si accompagna la ricca offerta culturale e agroalimentare del territorio, senza dimenticare le feste e le sagre di lunga tradizione, oltre alla vicinanza a luoghi turistici come il Terminillo e i monti Lucretili. Segue, al secondo posto, Imperia con 135, apprezzata soprattutto per il suo clima ‘californiano’, la vicinanza a Sanremo e alla Francia e la possibilità di raggiungere le vicine zone alpine, nonché per l’indotto turistico garantito dai gioielli turistici, dalla storica tradizione culinaria. Al terzo posto Sondrio, con un quoziente di 130, amata soprattutto per la pace e tranquillità, la sicurezza, la qualità dell’aria, le infrastrutture sociali per le famiglie quali asili nido all’avanguardia in Europa. Al quarto posto Lecce, il cui indice di felicità elaborato dagli psicologi è di 125, provincia in cui i cittadini apprezzano la qualità del cibo e le bellezze artistiche tipiche del periodo Barocco, come la Chiesa di Sant’Oronzo. Quinta classificata (con 120) è Treviso, dove alla buona cucina si associano le tante attrattive e i molti svaghi, soprattutto legati al mondo dello sport,campo nel quale la città vanta ben tre squadre nei massimi campionati di pallavolo, basket e calcio. Segue a poca distanza (118) la provincia di Perugia, particolarmente apprezzata per le sue bellezze artistiche e architettoniche, per il verde, per i paesi che fanno parte del comprensorio (da Assisi a Santa Maria degli Angeli, fino a Spello e Spoleto). Al settimo posto, la provincia di Salerno (con 110), con la sua invidiabile Costiera Amalfitana e lo splendido parco del Cilento, senza dimenticare il tradizionale Limoncello. Le province emiliane e toscane, da sempre considerate modelli di vivibilità felice, si trovano relegate in posizioni meno nobili soprattutto a causa dell’eccessivo costo degli affitti delle abitazioni e della vita in generale. All’ottavo posto troviamo Piacenza (107), apprezzata per le undici strade dei vini e dei sapori che partono proprio da Piacenza fino a Rimini. Chiudono la top ten delle province, rispettivamente con 103 e 100, le province di Siena - grazie al famosissimo Palio, i formaggi tipici e le bellezze artistiche - e Pesaro Urbino, che vanta un elevatissimo numero di caratteristici borghi, rocche e castelli. Secondo Massimo Cicogna, presidente dell’Ipsa, “le piccole province sono le vere città. Il concetto di civis è infatti legato alla fruizione di tutti quanti i servizi in un agglomerato e il godimento dei servizi significa godimento reale. Ovviamente, nelle megalopoli che straripano non c’è questo oggettivo godimento di tutti i servizi come, invece, oramai avviene in tutte le piccole città. Si sono superati, attraverso l’etere, molti problemi che prima erano legati alla fisicità dei rapporti tra le persone - prosegue Cicogna - alla fisicità della fruizione dei servizi. Quindi ci sono alcune province, collocate strategicamente dal punto di vista geofisico, dove la qualità della vita è indubbiamente migliore, dove esiste un forte legame con le tradizioni, con i costumi e quindi con un’identità che è fondamentale in un’epoca in cui regna l’anomia totale, in cui il soggetto si perde e non si ritrova mai, perché è un numero all’interno di un grande show, da una parte un mega-show mediatico dall’altra uno show fatto di consumismo alla ‘centro commerciale’ o cose di questo genere”. Soddisfazione per l’esito della ricerca è stata espressa da Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti e dell’Unione delle Province Italiane: “Il risultato - dice - forse sorprende chi non conosce il profondo lavoro e la dedizione che, insieme ai cittadini, la provincia di Rieti ha messo nel difendere alcuni valori di riferimento del territorio senza, al contempo, dimenticare un costante rinnovamento dell’offerta turistica, territoriale e culturale”. P.P. Nel 1985 molte persone morirono o diventarono cieche per aver bevuto vino addizionato da criminali con alcol metilico allo scopo di elevarne il grado alcolico. L’immagine, le esportazioni e i consumi di vino italiano subirono un tracollo pauroso e l’anno dopo fu emanata in fretta e furia la legge n. 462/1986 contro le sofisticazioni alimentari, subito ribattezzata la legge del “dopo metanolo”. L’articolo 8/ter imponeva di dichiarare sulle etichette dei vini da tavola il nome delle uve usate per la vinificazione e la zona di produzione delle uve stesse. “A distanza di quasi vent’anni ancora si attende il decreto del ministero dell’Agricoltura che doveva disciplinare nei dettagli questo obbligo, utile per la trasparenza delle cessioni e dei ‘giri’ delle partite di vino che viaggiano da un posto all’altro e che vengono aggiustate, manipolate, eccetera -, denuncia re. In Germania “Parmesan” è uno dei formaggi più noti; il 50% degli intervistati conosce il “Parmesan”, che segue il Camember (79%), il Gouda (78%), la Mozzarella (65%) e l’Emmental (57%), mentre solo il 4% conosce il termine “Parmigiano -Reggiano”. Inoltre il “Parmesan” viene identificato dal 14% degli intervistati come un prodotto Dop ed è secondo al formaggio svizzero Appenzeller (15% di citazioni). Pochissimi tra gli intervistati hanno dichiarato di conoscere entrambi i termini “Parmesan” e “Parmigiano-Reggiano” e la percezione del termine “Parmesan” è forte ed si basa sull’unicità del prodotto italiano. Quindi per i consumatori tedeschi il termine “Parmesan” indica un formaggio proveniente dall’Italia ed è confuso con il nostro “ParmigianoReggiano”. Analoghi i risultati in Francia, dove il 68% delle persone intervistate pensa che “Parmesan” e “Parmigiano-Reggiano” siano formaggi diversi, ma la maggioranza degli intervistati non ha saputo citare in modo condiviso una differenza tra i due termini. Ciò a dimostrazione che c’è confusione per chi conosce tutti e due i nomi. “Questa ricerca - dichiara il presidente del Consorzio, Andrea Bonati - ha sottolineato che, alla luce della percezione ampiamente diffusa nei principali paesi europei, l’utilizzo del termine “Parmesan” per la vendita di formaggi diversi dal Parmigiano-Reggiano è assolutamente improprio ed è un abuso che genera confusione e inganno presso i consumatori. In particolare, in Germania, l’unico paese europeo che si ostina a sostenere la liceità dell’uso di questo termine per la produzio- l’associazione - perché la stessa Unione europea, che ormai scrive tutte le norme sui vini, con il Regolamento n. 753/2002 ha imposto di riportare in etichetta l’indicazione di provenienza del vino da tavola, se si tratta di vino estero imbottigliato in Italia, in modo che il consumatore ne possa conoscere l’origine”. Queste sono le menzioni previste in etichetta. Se il vino proviene da un Paese comunitario o extracomunitario deve indicare lo Stato di origine con un’apposita menzione (per esempio, “vino cileno” o “prodotto in Francia” oppure semplicemente “Francia”). S.G. Fratelli d’Italia, fratelli del mondo, buone feste Ovunque voi siate, qual che sia la vostra terra, lingue, costumi, tradizioni, fede e credenza religiosa. Il senso di questa nostra festa che vuole essere di tutti, sotto tutti i cieli e latitudini non può non avere che un solo significato: per tutti di tutte le età e di stile di vita, feste non vuol dire più, o lo è sempre meno, un rito carnevalesco di smisurate mangiate, perché ormai questi miti sono spariti e avanzano gli Parmigiano: per gli europei è “parmesan” Per i consumatori europei le denominazioni “Parmesan” e “Parmigiano-Reggiano” indicano lo stesso formaggio e, inoltre, il termine “Parmesan” viene associato spontaneamente al nostro Paese. E’ questo emerge dalla ricerca sulla percezione del termine “Parmesan” presso il consumatore europeo, presentata nei giorni scorsi a Reggio Emilia, commissionata dal Consorzio del Formaggio ParmigianoReggiano all’istituto francese Tns Sofres (la ricerca era già stata presentata a Bruxelles ai responsabili della Commissione Europea all’inizio di ottobre). Uno dei dati più interessanti dell’indagine riguarda la risposta alla domanda “Quali sono le parole o le espressioni che vi vengono in mente se vi diciamo Parmesan?”. Hanno infatti risposto prontamente “Italia” ben il 96% dei tedeschi, il 92% dei francesi, il 90% degli inglesi, l’89% degli svedesi, l’85% dei Belgi, l’80% degli spagnoli ed il 51% degli estoni. La ricerca si è poi concentrata sulla Germania e sulla Francia. Anche in questo caso le risposte sono state chia- l’Unione nazionale consumatori -. Non solo, ma nella nuova legge sul riordinamento delle classificazioni dei vini del 1994 non è stata ammessa la denominazione ‘vino da tavola di...’, seguita dal Comune in cui sono state raccolte le uve; in mancanza dell’indicazione della zona di produzione, che è sempre un’informazione utile per il consumatore, il produttore o l’imbottigliatore non hanno più la possibilità di dichiarare in etichetta le uve da cui è stato ricavato il vino e soprattutto l’annata di produzione, che per il consumatore è utilissima, in particolare sui vini bianchi”. “La vicenda è molto strana - prosegue ne e la commercializzazione di formaggi che non hanno nulla a che vedere con il nostro Parmigiano-Reggiano, la percezione del termine “Parmesan” da parte del consumatore porta a confonderlo con il nostro “Parmigiano-Reggiano”. La posizione del governo tedesco ha spinto la Commissione Europea ad aprire una procedura di infrazione nei confronti di questo Paese, e attendiamo la sentenza entro la fine del 2006 con l’augurio che aiuti a fare chiarezza a favore dei consumatori europei”. Sicofante altri, non di quelli che muoiono di fame per il troppo ma quelli che soffrono per il poco o il niente. Il nostro pensiero va a quei concittadini che alla fine dei due secoli scappano dalla patria ingrata in cerca di un pezzo di pane portatori di un sacco che non conteneva quasi nulla e in molti casi prima di tutto alcuni indirizzi di familiari che non erano in grado di scrivere con la loro penna: armati di nulla, solo della fede della disperazione, spesso male accolti, perseguitati come ladri e fannulloni vittime designate di feroci accuse, condannati senza prove a pene terribili. Viene da fare il paragone con l’immigrazione di oggi regolata da leggi che non sempre sono intramutate a quell’umanità che imploravano i nostri emigranti. Vediamo che c’è in questo un enorme progresso e bisogna proseguire in questa strada, praticare il costume del rispetto, di quella carità cristiana che impronta il meglio di noi. Con il 2006 ci affacciamo ad un altro anno gravito di enormi problemi, superabili se ci sarà quella volontà buona che è spirito del cristianesimo e di tutte le religioni che si ispirano a quell’amore, a quella tolleranza che sono premesse e sostanza, sempre e ovunque del vivere civile. Ai potenti del mondo, ringraziandoli fin da ora, raccomandiamo di guardarci indietro per porre avanti quegli obiettivi che hanno realizzato i nostri fratelli che incontriamo nei posti più disparati e lontani del mondo, ricchi del loro passato, nostalgici di quella patria che in questo periodo numerosi li accoglie per una rapida puntata perché il loro cuore e la mente è diviso tra la nostalgia e la malinconia, incontriamo i figli degli emigrati che scoprono la patria che hanno, si può dire per commissione non per esperienza. Cittadini del mondo come sono e aspiriamo ad essere tutti. P. Sangiorgio Il modo giusto per sostenere ”UNIVERSO SICILIA” Abbonarsi! 5 DICEMBRE 2005 UNIVERSO SICILIA Quest’angolino del giornale continuerà ad occuparsi delle nostre cose viste da vicino, quelle che ci interessano direttamente, che costituiscono il tessuto della vita quotidiana. Il relatore, come dire, il tessitore del nostro destino si guarderà allo specchio, vedrà nel suo volto riflesso quello degli altri, ed anche quello che gli altri non vedono, quali tanti difetti o difettucci che con poco potrebbero trasformare la nostra vita non presumendo di raggiungere felicità paradisiache ma nemmeno essere afflitti da infelicità che spesso hanno radici nella nostra inerzia. Bisognerà non stancarsi nel ripetere che il mondo è cambiato, da un capo all’altro, non ci sono lontani o vicini ma cerchi concentrici costituiti da moltitudini diverse e sconosciute, ma affini nei desideri e nelle speranze, nell’amore e nell’odio. Essere buoni costa spesso meno del contrario, una onesta critica senza astio e livore è un piccolo regalo che si può fare al prossimo. Ricordare che nel mondo ci sono i piccoli, i tristi gli indigenti, che mancano di tutto, gli ignoranti, i vecchi che ormai sono il partito più grosso dell’umanità e il più bisognoso come lo potrà essere ognuno con i nuovi traguardi della vita. Mi accorgo di avviarmi a diventare savio, ad essere una persona seria, cosa che ho sempre dichiarato di rifiutare. Voglio essere un ex ragazzo che comincia muovere i primi passi in quella immensa trappola che è il mondo. Sarò felice se potrò prendere in castagna qualcuno di quei personaggi che si credono importanti solo per posto che occupano. Non invito nessuno all’indisciplina ma confesso che comincio a provare la gioia dei rompiscatole, di dare qualche solenne bastonata a certe statue radicali che stanno li dove, per dirla col Dante: “Si vuole quel che si puote”, gonfi per il potere conseguito e piovuto non dal cielo ma dal suo contrario. Con questo chiudo per ora il mio personale mea culpa e dico ai miei concittadini arrivederci all’anno nuovo. Piro Cotto CARO DIARIO… Nonni e nipoti L’Istituto di Statistica continua a rilevare che la popolazione italiana nel suo complesso invecchia sempre più: i bimbi stentano sempre più a nascere e i vecchi non ne vogliono proprio sapere di varcare alfine la leopardiana detestata soglia. Anzi, si può agevolmente constatare che un crescente numero di persone in età anche molto avanzata conserva pressoché inalterate, talvolta addirittura migliorate, vuoi l’abilità fisica vuoi le facoltà cognitive. Viene così a crearsi un vero e proprio sovvertimento sociale, dacché tutti i vecchietti, che in tempi ormai molto lontani, reietti dal contesto sociale,fisicamente si sarebbero autoconfinati in casa senza svolgere attività alcuna, e psicologicamente, ormai insensibili alle sollecitazioni esterne e senza più aspirazioni, si sarebbero rifugiati nel mondo dei ricordi; ridotti ad occasionali ed acritici dispensatori di pillole di una saggezza che già da gran tempo i giovani hanno smesso di apprezzare e di tenere comunque in conto. La saggezza è quella virtù che conferisce a chi la possiede la capacità di essere equilibrato nel comportamento, moderato nei desideri, prudente nel valutare persone ed eventi; derivando il tutto dalla esperienza che ciascuno ha accumulato nel corso della vita e che, ovviamente, risulta tanto più ricca quanto più numerosi sono gli anni trascorsi. Ma oggi ad un nonno la semplice saggezza, ancorché espressa da un corpo giovanile, vigoroso e dinamico, non è più sufficiente. Per soddisfare le pressanti richieste dei nipoti ci vuole ben altro: una condizione di perfezione intellettuale, infusa di conoscenza e dottrina, che senza mezzi termini potremmo definire sapienza. Anche la scienza, ovviamente, si è resa conto di un siffato sovvertimento.Da qui la pubblicazione di una ingente quantità di studi in proposito. Di essi, uno in particolare ha attratto la mia attenzione per la paradossalità del suo titolo: Il paradosso della vecchiaia. Ne è autore uno degli psiconuerologi più famosi al mondo, il professore Elkhonon Goldberg, il quale probabilmente, dal chiuso del suo laboratorio di ricerca, non si era ancora accorto di quanto i Tempi più rapidi per l’indennità di disoccupazione Per abbreviare i tempi di concessione dell’indennità ordinaria di disoccupazione, l’Inps ha predisposto un modello di dichiarazione sostitutiva , da presentare insieme alla domanda di indennità, nel quale il lavoratore interessato può autocertificare i dati relativi all’ultimo rapporto di lavoro. Queste informazioni, indispensabili per la liquidazione dell’indennità, erano fino ad oggi comunicate all’Inps esclusivamente dal datore di lavoro, tramite un apposito modello (Ds.22), con allungamento dei tempi di liquidazione. L’autocertificazione consente invece all’Inps di disporre di tutti i dati necessari alla liquidazione immediata della prestazione. In alternativa all’autocertificazione, è possibile continuare a presentare ancora il mod. Ds.22. In sostanza, d’ora in poi il lavoratore, per ottenere l’indennità ordinaria di disoccupazione, dovrà iscriversi nelle La contraffazione dei prodotti: un fenomeno molto diffuso che vede l’Italia coinvolta sia come paese produttore, sia come importatore e consumatore di prodotti falsificati. E’ stato questo il tema del convegno “Qualità vs contraffazione”, organizzato dalla Camera di commercio di Roma e dalla guardia di finanza, che si è svolto a Roma. Nel corso dell’incontro è stata presentata una ricerca condotta dalla Doxa sul tema della contraffazione in Italia e nel Lazio e realizzata attraverso interviste telefoniche rivolte ad un campione di consumatori e di aziende nazionali. Il sondaggio ha evidenziato come ben l’86% dei cittadini italiani abbiano sentito parlare di merci contraffatte (che diventano il 90% nel Lazio); di questi, il 45% ritiene che si liste dei disoccupati presso il Centro per l’impiego e presentare domanda di indennità all’Inps entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. La domanda va consegnata direttamente all’Istituto di previdenza o al Centro per l’impiego competente per residenza oppure tramite gli Enti di Patronato o inviata per posta. Insieme alla domanda devono essere presentati il certificato di iscrizione nelle liste dei disoccupati, la richiesta di detrazioni Irpef e il nuovo modello di autocertificazione o il mod. Ds 22 compilato dal datore di lavoro. L’indennità di disoccupazione decorre dall’ottavo giorno dal licenziamento se la domanda viene presentata entro i primi 7 giorni; dal quinto giorno successivo alla presentazione della domanda negli altri casi. L’indennità in pagamento nel periodo dal 1° aprile 2005 fino al 31 dicembre 2006 è calcolata nel seguente modo: ai lavoratori con età inferiore a 50 anni spetta il 50% della retribuzione per i primi 6 mesi ed il 30% per il settimo mese; ai lavoratori con 50 anni o più di età, spetta il 50% della retribuzione per i primi 6 mesi, il 40% per i tre mesi successivi e il 30% per il decimo mese. L’indennità di disoccupazione spetta ai lavoratori licenziati che possono far valere almeno due anni di assicurazione contro la disoccupazione e almeno 52 contributi settimanali nel biennio precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro. Non viene riconosciuta nei confronti di chi si dimette volontariamente, con la sola eccezione delle lavoratrici in maternità. L’indennità viene concessa anche a chi si è dimesso per giusta causa (ad es., mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, modifica delle mansioni, mobbing, ecc.). A.T. moderni nonni sono cambiati. Ed è perciò che ha accolto la cosa come un paradosso: qualcosa che sorprende perché inatteso, inopinato, quasi insensato. Sveglia professore! – direbbero i miei tre nipoti (Martina col suo pragmatismo tutto femminile, l’irruente Silvio ed il metodico Luigi) – i nostri nonni sono vispi e vegeti, ci aiutano a comprendere tante cose, ci indirizzano e ci confortano. E tutto ciò non ci sorprende affatto. Non sono paradossi! Mentre così vado tra me almanaccando, squilla il telefono. Mia moglie, come al solito, si precipita a rispondere, ed essendo l’apparecchio disposto in viva voce posso udire la conversazione: “Ciao nonna, sto venendo da voi per fare i compiti” dice Luigi “ “Vieni gioia, ne hai molti?” “Sì, ma col nonno che ci vuole! ”. A questo punto non sento più nulla. Il mio pensiero corre al professore di cui sopra, il quale ha confezionato un programma di allenamento mentale atto, a suo dire, ad arricchire il nostro cervello di nuovi neuroni e relative interconnessioni, cioè a farci ringiovanire mentalmente. A noi nonni non serve. A renderci vitali, vivaci, sapienti e felici sono i nostri nipoti, con il loro affetto e con la loro stima. Ogni giorno ci sorprendono e ci stupiscono. Loro lo stimolo più efficace che ci costringe a non mollare. Con loro abbiamo instaurato un sodalizio che ci gratifica immensamente. Ma non posso proseguire. Mi devo preparare dialetticamente per affrontare e risolvere, come si conviene ad un nonno moderno, i vari quesiti che tra poco mio nipote mi porrà. Silvio De Grandi Schegge A proposito di... VUOTO... Chi di noi, vedendo in televisione qualche servizio sugli astronauti e le loro missioni, non si sarà calato nei panni di queste persone speciali, sempre gioiose e leggere come le piume? Da lassù la Terra appare linda e splendente. Che spettacolo! E se, mentre armeggiamo fuori della navicella, il cordone si spezza e niente riescono a fare i compagni d’avventura per trattenerci? Potremmo anche trasformarci in satelliti e, finché dura l’ossigeno, mantenerci in piena coscienza. Prima di “assopirci”, potremmo per-fino orbitare una o due volte attorno al nostro pianeta. La domanda è: quali pensieri ci accompagnerebbero prima di diventare polvere? E già, il classico tornare polvere a questo punto vacillerebbe un po’, poiché solo qualche granellino di noi, se gli va bene, riuscirebbe a riadagiarsi sulla Terra. Una tale fine non sarebbe da preferire ad una banalissima dipartita mentre, boccheggianti e inebetiti, ce ne stiamo sul divano di casa con Pupo & Company? Che nobile uscita di scena, invece, con quella meravigliosa Terra sotto (o sopra?) di noi! Essa, pur se priva ormai della sua forza d’attrazione, sembrerebbe volerci rassicurare che, nonostante tutto, ci tiene sempre per figli suoi. Io ci metterei la firma per concludere in questo modo la mia vicenda terrena (altra espressione da riconsiderare...). Dimentichiamo ora questo scenario quasi idilliaco ed immaginiamo che l’incidente avvenga non a poche centinaia di chilometri dalla Terra, ma nel corso di un viaggio interplanetario ai confini del Si-stema Solare. Da lì il Pianeta Azzurro, ammesso che ancora riuscia-mo a scorgerlo, apparirebbe come un punticino immerso nel buio e nel gelo, ed il Sole assumerebbe la parvenza di una pallina da ping pong splendente sì, ma orfano ormai di quei raggi che tanto abbiamo amato e tanto ci sono stati cari. La domanda adesso è: morire nel vuoto assoluto sarebbe come morire con Madre Terra nelle pupille, che ci riscalda l’anima? “Che discorsi lugubri in tempo di letizia!”, mi pare di sentire con tono di rimprovero dal mio solito interlocutore. Buon Natale e Felice Anno Nuovo. Così va meglio? Contraffazione: il 20% acquista “taroccato” tratti di prodotti abbastanza diffusi e il 39% che lo siano molto (nel Lazio la percentuale sale all’88% complessivo). Inoltre, il 20% del campione ha affermato di aver acquistato, spesso o qualche volta, prodotti che forse erano contraffatti (il 25% nel Lazio). Secondo gli intervistati i prodotti dove la contraffazione è maggiore sono i capi d’abbigliamento (48%), gli accessori per l’abbigliamento (14%), alimentari e bevande (11%), Cd, Dvd e Vhs (10%). La ricerca condotta dalla Doxa sul tema della contraffazione ha evidenziato come per il 59% della popolazione il fenomeno, negli ultimi 2-3 anni, è molto aumentato. Riguardo all’ultimo acquisto di prodotti non originali, ben otto persone su dieci hanno affermato di essere state consapevoli che quel prodotto era probabilmente contraffatto e che si erano resi conto della differenza tra l’originale e l’imitazione per via del prezzo (46%), dell’etichetta e della confezione (25%), per la qualità e le finiture (15%). Nonostante questa consapevolezza, di Carmelo Ambra gli intervistati hanno dichiarato di avere deci- so di comprare prodotti contraffatti in ragione del risparmio (86%) e per desiderio di “punire” i venditori che applicano prezzi troppo elevati sui prodotti (6%). Rispetto alla media nazionale, nel Lazio l’acquisto di prodotti o accessori di abbigliamento contraffatti è inferiore, mentre è più alto quello di Cd, Dvd e Vhs. Tra la gente il prodotto non originale viene associato principalmente ai venditori ambulanti (87%); seguono, in questa classica, i venditori con banchi nei mercati (66%), i normali negozi (22%) e i supermercati e centri commerciali (17%). “Meglio che nel passato, comunque sono ancora troppi gli italiani che acquistano prodotti contraffatti”. È quanto dichiara Adolfo Urso, vice ministro alle Attività Produttive con delega al Commercio Estero commentando l’inchiesta Doxa sulla pirateria. “Credo che gli italiani abbiano fatto in questi anni un salto di qualità notevole” prosegue Urso “perché non dobbiamo dimenticare che fino a qualche tempo fa eravamo noi tra i primi paesi contraffattori. Adesso la cultura del “bello e ben fatto”, ovvero di ciò che è realmente Made in italy, si è fatta strada. Proprio per questo non dobbiamo abbassare la guardia ma insistere affinché le recenti norme introdotte dall’esecutivo, su spinta di Alleanza Nazionale, vengano pienamente e puntualmente applicate. Mi riferisco in particolare alle sanzioni aumentate per chi commercializza i prodotti contraffatti e, per la prima volta, introdotte anche per chi li acquista”. “Il messaggio” conclude Urso “che come governo stiamo veicolando è uno solo: chi compra merce pirata uccide il lavoro italiano, il nostro made in italy”. M.F. UNIVERSO SICILIA DICEMBRE 2005 Aumenta in Italia l’uso di farmaci. Li adopera il 37% della popolazione Nel 2005 il 73,4% della popolazione residente in Italia ha valutato buono il proprio stato di salute, con differenze di genere a svantaggio delle donne (70,1% contro 76,8% degli uomini), ma rispetto all’indagine del 2003 emerge un decremento di due punti percentuali per entrambi i sessi. La presenza di patologie croniche - si legge nell’Annuario statistico dell’Istat - costituisce un importante indicatore per comprendere lo stato di salute della popolazione. Ebbene, il 36,7% dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche e il 19,3% ne dichiara due o più. Quelle maggiormente riferite sono l’artrosi/artrite (18,3%), l’ipertensione (13,8%) e le malattie allergiche (9%). Aumenta il consumo di farmaci, che riguarda il 37,3% della popolazione (34,9% nel 2003). Tra gli anziani la percentuale sale all’83,6%, ma a fare uso di medicine è anche un giovane su sei al di sotto dei 20 anni. Consumano inoltre farmaci più le donne che gli uomini (42,1% contro 32,3%). Per quanto riguarda gli stili alimentari, il modello italiano rimane ben lontano da quello veloce, consumato fuori casa. Ancora nel 2005, almeno tre persone su quattro dichiarano di pranzare a casa e il pranzo si conferma il pasto principale per oltre il 70% della popolazione over tre anni. Cresce inoltre ormai da cinque anni la buona abitudine a fare una colazione “‘adeguata”‘ (non limitata a caffè o thé, ma che include alimenti più sostanziosi) che interessa il 78,5% delle persone. Questo comportamento è più diffuso al Centro (82,3%) e al Nord (80,5%) mentre è meno consolidato nel Mezzogiorno (74%). Diminuiscono invece gli “‘amanti della sigaretta”‘: nel 2005 sono il 22% delle persone over 14 anni contro il 23,9% del 2003. Sebbene la flessione riguardi in particolare gli uomini adulti (specie anziani) sono sempre i maschi a fumare di più (28,3%) rispetto al gentil sesso (16,2%). Si infoltisce naturalmente la schiera degli “‘ex fumatori”‘che arrivano al 22,4% della popolazione oltre i 14 anni. R.S. Salute, le arrabbiature fanno male solo ai maschi Essere sempre arrabbiati fa male agli uomini. Non alle donne. Nel caso degli individui di sesso maschile, infatti, l’ostilità permanente nei confronti degli altri è un fattore che influenza negativamente la salute cardiovascolare, mentre, secondo quanto afferma una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Heart, non ha alcun impatto su arterie e coronarie delle donne. Donald C. Haas del Mount Sinai School of Medicine di New York e il suo team hanno studiato oltre 3.000 adulti in Nova Scotia, in Canada, selezionati a caso. Hanno preso in considerazione tutti i fattori di rischio conosciuti per le malattie cardiache, tra cui non solo l’età, il fumo, l’esercizio fisico, i livelli di colesterolo, il peso, il diabete e la familiarità, ma anche la tipologia del carattere, in particolare i livelli di ostilità. Durante il periodo di monitoraggio, quasi metà dei soggetti ha sperimentato episodi di malattia. Ma l’impatto dell’ostilità nei due sessi è risultato differente. Dopo aver tenuto conto degli altri fattori, gli uomini con punteggi di ostilità alti sono risultati due volte più a rischio di problemi di natura cardiaca rispetto a quelli con punteggi bassi. Fra le donne, invece, non è stata trovata alcuna differenza. B.C. Telefoni, il “12” va in pensione, ma i sostituti sono troppo cari Il servizio di informazione telefonica 12 è andato in pensione. “Peccato, perché i nuovi numeri da comporre per avere lo stesso servizio costano di più, almeno quattro volte tanto rispetto all’utilizzo del 12 automatico, cioè senza operatore - afferma Altroconsumo -. Se poi guardiamo all’andamento del prezzo del servizio nel tempo, nel 2000 il 12 costava 762 lire (ovvero 39 centesimi). Oggi, per una chiamata di tre minuti, costerà oltre dodici volte di più”. Altroconsumo ha confrontato il vecchio 12 e il superstite 412 (sempre di Telecom) con i costi dei nuovi numeri di servizi di informazione telefonica offerti da Telecom (il numero 12.54), da Seat (12.40) e da Il Numero (il tanto pubblicizzato 892.892). La conclusione è che il vecchio 12 con risponditore automatico, era di gran lunga il più economico. Considerando una semplice telefonata da meno di due minuti, tutti gli altri servizi sono più cari (quello che costa meno è il 12.40 di Seat). Anche il nuovo servizio di Telecom Italia costa il 46% in più. In sostanza, se la ricerca dovesse essere più difficoltosa e la telefonata durare tre minuti, si spenderà oltre 5 euro per avere un semplice numero telefonico. “Abbiamo chiesto all’antitrust - afferma Altroconsumo - di verificare se ci sono stati accordi contrari al libero gioco della concorrenza. Considerato che il prezzo del 12.54 di Telecom Italia è sensibilmente più caro del vecchio 12 e che non sono presenti sul mercato offerte concorrenziali ‘accessibili’ in termini di prezzo, abbiamo chiesto al ministero delle Comunicazioni di riapplicare al servizio di consultazione degli elenchi abbonati gli obblighi di fornitura del servizio universale”. A.G. Associazione Regionale Sicilgrano - Catania 95124 - CATANIA Piazza S. Maria di Gesù n. 3 Uffici zonali sono aperti a: — Maniace — Bronte — Grammichele — Raddusa — Castel di Iudica — San Cono Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate presso le sedi comunali dell’A.I.C. Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano. 6 occupazione L’Italia cresce più dell’Europa Nell’ultimo anno l’Europa è stata messa a dura prova dalla stagnazione economica, dai conflitti internazionali e dalle vicende legate al processo di allargamento. Malgrado ciò è continuata, seppur a velocità meno sostenuta, la marcia verso “nuovi e migliori posti di lavoro”. In questo cammino, dieci anni fa, l’Italia era salita sull’ultimo vagone, colpa di un distacco iniziale e di particolarità quasi ataviche del nostro sistema (divari territoriali, di genere, nei livelli di istruzione della forza lavoro). Ora, però, mostra una marcia in più rispetto alla media degli altri Paesi Ue. E’ il quadro che emerge dal Rapporto Isfol 2005, presentato nei giorni scorsi. L’Italia ha segnato lo scorso anno un +0,8% di crescita occupazionale, rispetto al +0,5% della media Ue; ha registrato il più significativo miglioramento della disoccupazione femminile proprio nel Meridione (-2,1%), insieme a una generale riduzione dei differenziali di genere. Inoltre, insieme a Gran Bretagna, Grecia, Spagna e Finlandia, ha registrato la diminuzione più veloce della disoc- cupazione strutturale. Traguardi confortanti, se si pensa alla più contenuta crescita economica dello stesso periodo (+1,2% per il Pil, rispetto al +2% della Ue25). Allo steso tempo, però, rallenta il tasso di partecipazione (62,4% nel secondo trimestre 2005), dopo la crescita degli ultimi anni. Così come diminuisce la partecipazione giovanile. Secondo l’Isfol resta forte il dibattito sulla qualità o, per meglio dire, sulla stabilità dei nuovi posti. Sia l’occupazione a tempo parziale, che le tipologie lavorative a termine sono diminuite rispetto all’anno precedente, pur continuando a interessare di più donne e giovani. Certo è che, rispetto al lavoro a termine, negli ultimi dieci anni si è dimezzata la quota di quanti, dopo una breve esperienza di lavoro temporaneo, tornavano in una condizione di ricerca o di inattività: dal 26 al 13%. È cresciuta, d’altro canto, anche la quota delle permanenze nel lavoro a termine. Quest’ultimo trend di crescita ha trovato uno spartiacque nel biennio 2000-2001. Probabilmente per l’effetto congiunto del credito d’imposta, che ha incentivato le assunzioni tramite lavoro stan- dard, e la conclusione del ciclo 1996-2000, che era stato particolarmente favorevole. Continua anche la diffusione del part time. Negli ultimi dieci anni è raddoppiato il numero di lavoratori: oltre due milioni e 800 mila, circa il 13% degli occupati. Tale percentuale resta comunque molto inferiore a quella delle regioni del Centro e Nord Europa. Rispetto alle fasce di età più giovani, in particolare per i 31enni (su cui si focalizza l’indagine Isfol), è facile riscontrare due situazioni tipo: soggetti con un curriculum lavorativo significativo, nel caso abbiano iniziato a lavorare molto presto, soggetti con un considerevole curriculum formativo, nel caso abbiano investito più a lungo su istruzione e formazione. A loro, il Rapporto dedica un focus specifico. Da questo emerge che tre su quattro sono occupati, che di questi più della metà ha un contratto a tempo indeterminato; che il reddito non supera i mille euro per metà del campione. Si conferma anche l’importanza degli investimenti in formazione, seppure in forma ambivalente. G.N. TFR, approvato decreto: entrerà in vigore nel 2008 E’ soddisfatto ma non felice il ministro del Welfare Maroni, nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma della previdenza complementare. Il testo varato il 24 novembre è quello presentato e difeso dal ministro Maroni, le divergenze su alcuni punti sono state quindi appianate, l’attuazione del decreto partirà dal 2008 anziché dal 2006. “Gli attori principali della riforma della previdenza complementare sono i fondi negoziali – ha spiegato il ministro - gestiti dalle parti sociali. Con lo slittamento al 2008 anche le compagnie assicurative hanno due anni di tempo per diventare attori protagonisti”. Poi il ministro spiega che da subito riprenderà i contatti con l’Ania, sospesi oramai da mesi, per “garantire la piena collaborazio- ne del governo ad accogliere le loro richieste”. Anche il ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini, si è detto soddisfatto dell’approvazione della riforma del Tfr, e ha rivendicato il merito dello slittamento al 2008. Stessa soddisfazione ha espresso il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sottolineando però di non aver partecipato al voto. F.N. grandi navi veloci Quotidiana la linea Civitavecchia-Palermo E’ partita il 19 novembre scorso la “Victory”, che Grandi Navi Veloci del Gruppo Grimaldi di Genova ha deciso di inserire sulla linea Civitavecchia-Palermo, portando così da quadrisettimanale a giornaliera la linea che collega la Capitale al Capoluogo siciliano. Il raddoppio del servizio, attivo dall’ottobre del 2003, è “la risposta -si legge in una nota- alle molteplici richieste del traffico merci che apprezza i vantaggi e i risparmi del trasporto intermodale rispetto al trasporto su gomma, penalizzato dal pesante traffico stradale e dai costi elevati, nonché causa di numerosi incidenti e di forte inquinamento e dei relativi, onerosi, costi sociali”. La Civitavecchia-Palermo è “un’autostrada del mare” che può assorbire parte del traffico pesante che congestiona gli assi viari a sud della Capitale: a regime potrebbe togliere ogni settimana dalla strada 2.000 tir e far risparmiare 750.000 litri di gasolio. La “Victory”, 28.000 tonnellate di stazza lorda, è lunga 187 metri e larga 27, può imbarcare 1.200 persone e mezzi per 1.800 metri lineari, viaggiando a una velocità di crociera di 23 nodi. Partirà da Roma ogni martedì, giovedì e sabato e da Palermo ogni lunedì, mercoledì e venerdì, alternandosi con “Excellent/Excelsior”. Il raddoppio arriva a poco più di un mese dall’inaugurazione delle linee settimanali Civitavecchia-Tunisi e Palermo-Tunisi. G.S. 7 DICEMBRE 2005 UNIVERSO SICILIA Tempi più rapidi Tennis, per l’Italia un 2005 da record per l’indennità di disoccupazione Per abbreviare i tempi di concessione dell’indennità ordinaria di disoccupazione, l’Inps ha predisposto un modello di dichiarazione sostitutiva , da presentare insieme alla domanda di indennità, nel quale il lavoratore interessato può autocertificare i dati relativi all’ultimo rapporto di lavoro. Queste informazioni, indispensabili per la liquidazione dell’indennità, erano fino ad oggi comunicate all’Inps esclusivamente dal datore di lavoro, tramite un apposito modello (Ds.22), con allungamento dei tempi di liquidazione. L’autocertificazione consente invece all’Inps di disporre di tutti i dati necessari alla liquidazione immediata della prestazione. In alternativa all’autocertificazione, è possibile continuare a presentare ancora il mod. Ds.22. In sostanza, d’ora in poi il lavoratore, per ottenere l’indennità ordinaria di disoccupazione, dovrà iscriversi nelle liste dei disoccupati presso il Centro per l’impiego e presentare domanda di indennità all’Inps entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. La domanda va consegnata direttamente all’Istituto di previdenza o al Centro per l’impiego competente per residenza oppure tramite gli Enti di Patronato o inviata per posta. Insieme alla domanda devono essere presentati il certificato di iscrizione nelle liste dei disoccupati, la richiesta di detrazioni Irpef e il nuovo modello di autocertificazione o il mod. Ds 22 compilato dal datore di lavoro. L’indennità di disoccupazione decorre dall’ottavo giorno dal licenziamento se la domanda viene presentata entro i primi 7 giorni; dal quinto giorno successivo alla presentazione della domanda negli altri casi. L’indennità in pagamento nel periodo dal 1° aprile 2005 fino al 31 dicembre 2006 è calcolata nel seguente modo: ai lavoratori con età inferiore a 50 anni spetta il 50% della retribuzione per i primi 6 mesi ed il 30% per il settimo mese; ai lavoratori con 50 anni o più di età, spetta il 50% della retribuzione per i primi 6 mesi, il 40% per i tre mesi successivi e il 30% per il decimo mese. L’indennità di disoccupazione spetta ai lavoratori licenziati che possono far valere almeno due anni di assicurazione contro la disoccupazione e almeno 52 contributi settimanali nel biennio precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro. Non viene riconosciuta nei confronti di chi si dimette volontariamente, con la sola eccezione delle lavoratrici in maternità. L’indennità viene concessa anche a chi si è dimesso per giusta causa (ad es., mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, modifica delle mansioni, mobbing, ecc.). C.N. moda e lusso Nel 2005 +34,4% in borsa per aziende del settore Il settore del lusso mostra segnali positivi per l’inizio del 2006, lasciando intendere che il trend positivo registrato quest’anno possa continuare anche nel breve medio periodo. “Il settore della moda e del lusso sta terminando un anno estremamente positivo segnato da una forte crescita dei fatturati e della profittabilità per molte delle imprese che operano nel settore”, afferma Paola Durante, Head of corporate broking in Italia, sottolineando come le principali società italiane del lusso quotate abbiano registrato una performance borsistica del +34,4% nell’ultimo anno, sovraperformando l’Indice Mibtel. “Per il successo nel lungo periodo, però, sarà critica la capacità delle società operanti nel mercato del lusso di avere un’adeguata esposizione nei confronti dei mercati emergenti, Cina e India in testa, per sfruttare le opportunità di crescita che presentano”, spiega Maurizio Tamagnini, Head of Merrill Lynch in Italia. ■ Benedetto XVI: “gli esseri umani trascendono la natura” Il tennis non ha mai avuto una stagione ben definita. Si gioca sempre, da gennaio a dicembre, in Italia e all’estero, all’aperto e al chiuso, senza pausa perché l’anno che verrà è dietro l’angolo, pronto a cancellare tutto quello che a fatica un atleta ha costruito nei dodici mesi precedenti. Il 2005 infatti se ne sta per andare in archivio consegnandoci le istantanee di Filippo Volandri, primo italiano nei top 30 dai tempi di Renzo Furlan (era l’agosto del 1996), di Davide Sanguinetti, eroico a Flushing Meadows nell’uscire dal campo a testa alta negli ottavi contro David Nalbandian (lo spezzino è prossimo alle 34 primavere), di Francesca Schiavone, arrivata con un fine stagione esaltante ad un palmo dalle top ten (e non potrà che migliorare avendo in scadenza, da ora agli Internazionali d’Italia, appena tre risultati positivi: i quarti a Doha, il terzo turno all’Open d’Australia e a Miami) e di Silvia Farina, la più grande tennista italiana dell’era moderna, che ha deciso di ritirarsi dopo aver trascorso 17 dei suoi 34 splendidi anni in giro per il mondo a rappresentare il Belpaese. Ma di spunti positivi il 2005 azzurro ne ha forniti talmente tanti da poter essere considerato tra i migliori anni di sempre. Nel corso del- carovita OTE, più disagi per anziani da aumento prezzi,tariffe Energia, casa, medicine e servizi sanitari: l’aumento di prezzi e tariffe tra 2005 e 2006 mette a dura prova la tenuta economica delle famiglie anziane. Il 12,3% del reddito mensile medio (l’8,7% nell’anno in corso) verrà “bruciato” dal carovita, proprio nei settori di spesa legati alle esigenze vitali: curarsi, riscaldarsi, procurarsi e gestire un tetto in testa. A sollevare l’attenzione su quella che si prospetta come una vera e propria ‘ecatombe sociale’ è il Dipartimento economico dell’Osservatorio della terza età, diretto dall’ex ragioniere dello Stato professor Andrea Monorchio, che mette in risalto i numeri del disagio. I 10.964.000 pensionati, che ricevono un assegno mensile medio netto di 837 euro (10.891 euro all’anno) nel 2005 avranno sborsato circa 980 euro in più, a cui si aggiungeranno i 360 euro previsti per l’anno prossimo, secondo i dati tendenziali. Alla fine del periodo in esa- Il 21 novembre Benedetto XVI si è recato in visita alla Casina di Pio IV nei Giardini Vaticani, dove hanno sede la Pontificia Accademia delle Scienze e la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Ricordando che quest’ultima celebra la XI Sessione Plenaria sul tema: “Il concetto di persona nelle scienze sociali”, il Santo Padre ha affermato che “gli esseri umani sono parte della natura e, tuttavia, come liberi soggetti che hanno valori morali e spirituali, essi trascendono la natura”. “Intesa correttamente ha proseguito il Pontefice - questa realtà offre una profonda risposta alle domande che si pongono oggi relative alla con- me - sostiene l’Ote - il caro vita avrà bruciato oltre un mese e mezzo di reddito, ovvero circa 1.341 euro, costringendo i nonni a tirare ancora di più la cinghia. Una impresa, questa, certamente non facile visto che la gran parte dell’assegno pensionistico è già destinato ad un paniere di tre sole voci: affitto-energia, cibo e cure mediche, cioè le esigenze primarie e vitali per la terza età e non certo per svaghi e viaggi, che restano un miraggio per la maggior parte della categoria. L’Ote ha calcolato che gli aumenti hanno “prelevato” e “preleveranno” dalle famiglie anziane, che in Italia sono circa 4,2 milioni, qualcosa come 5,6 miliardi di euro in più, pur tenendo conto che l’indicizzazione delle pensioni assicura parzialmente e con molto ritardo il recupero della perdita del potere d’acquisto; il tutto - conclude - senza che nessuno abbia previsto misure sociali specifiche. Autore dizione dell’essere umano. È un tema che deve continuare ad essere parte del dialogo con la scienza”. Benedetto XVI ha sottolineato che “secondo il disegno di Dio, le persone non possono essere separate dalla dimensione fisica, psicologica e spirituale della natura umana. Anche se le culture cambiano nel tempo, sopprimere o ignorare la natura che esse asseriscono di ‘coltivare’ può avere serie conseguenze. Ugualmente, gli individui potranno trovare la loro autentica realizzazione quando accettano gli elementi genuini della natura che li costituisce come persone”. N.N. l’anno sono stati 14 gli italiani capaci di raggiungere una posizione fra le prime 100 del mondo (6 uomini e 8 donne) e attualmente ne abbiamo 12 (4 uomini e 8 donne). Per numero di presenze siamo la sesta nazione al mondo, ex aequo con l’Argentina, su un totale di 45 paesi capaci di esprimere almeno un giocatore o una giocatrice di vertice. Ai tempi di Panatta, ai tempi delle sue vittorie a Roma, a Pari- gi e in Davis, siamo stati anche la quarta potenza, ma 30 anni fa erano meno le nazioni “produttrici di campioni”. Soltanto una volta avevamo avuto lo stesso numero di giocatori contemporaneamente nell’elite mondiale (era accaduto nel 1991), e non va dimenticato che Potito Starace ha chiuso la stagione appena fuori dai cento: sarebbe bastato un soffio, e il 2005 sarebbe diventato l’anno del record assoluto anziché soltanto eguagliato. Dunque siamo ai nostri massimi storici, per lo meno da quando esistono le classifiche computerizzate (l’Atp le fornisce dal 1973, la Wta dal 1975). Ma il vanto maggiore, come dicevamo, è forse proprio l’aver avuto nel corso di tutto il 2005 quattordici tennisti che si sono affacciati tra i primi 100. A.R. CENSIS, in Italia “segnali confortanti di ripresa” È stato presentato il 2 dicembre il trentanovesimo rapporto a cura del Censis (Centro studi investimenti sociali). Il Rapporto di quest’anno si concentra sul sensibile cambiamento di clima socioeconomico in corso nel nostro paese. Una considerazione su tutte fa ben sperare: “Il clima – si legge nell’introduzione alla relazione del Censis sullo stato del nostro paese sembra cambiato, nel sistema socioeconomico circola una vibrazione reattiva, quasi un insolito vigore. Anche se forse non bastano per parlare di una inversione di ciclo, non mancano sintomi di conferma a tale segnalazione”. A sostegno di questa tesi, il rapporto elenca tre segnali confortanti di ripresa. In primo luogo, sembra che gli italiani abbiamo ripreso “a stare dentro le cose”, afferma il Censis: nell’ultimo anno è cresciuta la partecipazione politica e aumentati diffusamente gli investimenti finanziari. Un secondo punto di conforto alla tesi del Censi è la “continutà”: piccole imprese del “made in Italy” si moltiplicano, si continua a puntare alla ricerca di una qualità di vita miglior e prosegue la corsa al policentrismo dei poteri. È nella seconda parte del rapporto che vengono spiegati e interpretati i segnali della ripartenza economica. “Schegge di vitalità economica” sono – secondo il Censis – rappresentate da due dati: il 49% dell’intero valore aggiunto di tutti i settori produttivi è prodotto dall’insieme dei settori per i quali si è registrata una crescita del valore aggiunto, mentre i settori che registrano un calo della produzione o dell’occupazione realizzano il 25% del valore aggiunto nazionale e impiegano il 13,2% del totale degli occupati. Esiste poi una spinta che arriva dal terziario con crescita del 4,5% dei servizi, che sale al 18,1% nelle aziende da 10 a 49 addetti e al 35,9% nel terziario all’impresa. I consumi “volano verso l’immateriale”: aumenta il denaro investito dalle famiglie in viaggi, avvenimenti culturali e comunicazione. E a dare una mano all’economia italiana ci sono le eccellenze scientifiche e la crescente professionalità: per quanto riguarda la ricerca il nostro paese è al dodicesimo posto in Europa per investimenti ma al settimo mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche e per numero di citazioni da parte dei colleghi scienziati di tutto il mondo. Così come cresce la professionalità degli italiani: il numero dei laureati sale in una anno del 30, 9%. Altro elemento ben messo in luce dall’annuale rapporto del Censis è la crescente disparità tra i nuovi “paperoni” d’Italia e la maggioranza della popolazione costretta a stringere la cinghia. Il 10% delle famiglie più ricche possiede in Italia quasi la metà (45,1%) dell’intero ammontare della ricchezza netta. A dimostrazione di questo un indicatore rappresentativo è rappresentato dalle auto di lusso. Nei primi 8 mesi del 2005, le immatricolazioni di auto di lusso sono cresciute del 12,6%, arricchendo il parco macchine dei ricchi di circa 6.000 nuove vetture dagli 80 mila euro in su; un affronto ai magri risultati del comparto, che ha segnato un calo delle vendite del 3,1%. Solo il 20,3% dei nuovi ricchi è però laureato. Chi non è tra i paperoni, invece, affronta la vita con preoccupazione. Tra i fattori di pessimismo negli italiani spicca l’incertezza individuale: il 57% degli intervistati del Censis afferma di non riuscire a influenzare quello che gli succede intorno, contro un dato europeo del 47%. Ma l’indebolimento soggettivo sarebbe in parte sostituito dall’espandersi dei rapporti di rete, visto la crescita delle Ong (200 contro le 170 del ’99) e gli oltre 2.700 progetti avviati da esse in Italia e all’estero. A questi si aggiungono le 21.021 organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, 14,9% in più rispetto al 2001. ■ UNIVERSO SICILIA DICEMBRE 2005 CULTURA Premio “Mondello” anche ad Arbore e al nobel Penzias Il premio Mondello Città di Palermo è stato assegnato, per la sezione opera di autore italiano a Giuseppe Conte (La casa delle onde, Longanesi), Maurizio Cucchi (Il male è nelle cose, Mondadori) e Raffaele Nigro (Malvarosa, Rizzoli); per l’opera di Autore straniero a Magda Szabò (La porta, Einaudi); per la sezione Poesia ad Attilio Lolini (Notizie dalla necropoli, Einaudi); per l’opera prima a Pier Carlo Rizzi (L’eredità dello zio Giulio, Garzanti), per l’opera di traduzione a Claudio Groff (Peter Handke, Le imma- gini perdute, Garzanti). Il Premio per la Comunicazione va a Renzo Arbore. Il premio speciale del presidente della giuria viene conferito al Nobel per la fisica Arno Penzias per il suo lavoro dedicato al rapporto tra nuove tecnologie e nuovo umanesimo. Il premio, giunto alla trentunesima edizione, è stato promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo in collaborazione con la Fondazione Andrea Biondo e la Fondazione Banco di Sicilia. ■ TV Regione Sicilia autorizza riprese nuova serie“Montalbano” Via libera della Regione alle riprese della settima serie del “Commissario Montalbano” in Sicilia. L’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, guidato da Francesco Cascio, ha infatti concesso l’autorizzazione, per l’utilizzo del demanio marittimo, per le riprese cinematografiche della celebre serie televisiva tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e interpretata da Luca Zingaretti. Le aree date in concessione temporanea, alla società Palomar di Roma, sono quelli di Punta Secca nel Comune di Santa Croce Camerina e Sampieri, nel comune di Scicli, entrambi in provincia di Ragusa. A vigilare sul rispetto delle prescrizioni impartite e sul rispetto dei vincoli di natura ambientale esistenti nei luoghi interessati dalle riprese cinematografiche sarà la Capitaneria di Porto di Pozzallo. ■ Ragusa, “l’isola del cinema” tra i banchi di scuola Torna “L’isola del cinema”, la rassegna cinematografica e teatrale che si svolge fino al 17 dicembre a Ragusa Ibla. Quest’anno c’è una novità in più in quanto l’iniziativa abbraccia alcuni istituti scolastici superiori di Ragusa, portando il cinema e i suoi protagonisti direttamente tra gli studenti. Un appuntamento che, presieduto dal professor Arturo Mingardi e con le scelte artistiche dei critici Alessandro De Simone e Marco Spagnoli, si conferma come uno tra gli appuntamenti siciliani di grande qualità. Il film che apre il festival è “Serenity” di Joss Whedon. Una pellicola sorprendente proiettata in inglese senza sottotitoli per proporre al pubblico una provocazione: Ibla è, infatti, una città universitaria multiculturale. Non mancano altre sorprese con film che raccontano tre amori molto differenti tra loro: dall’intenso “Appuntamento a Wicker Park” all’intrigante “Mysterious Skin” preceduto da un pezzo rarissimo, in anteprima mondiale, un’intervista esclusiva di dieci minuti al regista di culto Gregg Araki che racconta il suo cinema. Spazio anche per la cultura scritta con la presentazione del romanzo/diario “La dama e il gattopardo”, un lavoro che già pare in forma di sceneggiatura e che richiama anche il castello di Donnafugata. Tra gli ospiti sono annunciati Giorgio Pasotti, Nicoletta Romanoff, il regista Maurizio Sciarra e il musicista siciliano Paolo Buonvino, autore delle musiche dei film di Gabriele Muccino, di “Romanzo Criminale” e “Manuale d’amore” che riceverà il premio di questa edizione. A.A. Auguri di Buon Natale e un sereno Anno nuovo dalla redazione di UNIVERSO SICILIA 8 Ronaldinho alza al cielo il pallone d’oro 2005 E’ Ronaldinho, fantasista brasiliano del Barcellona, il Pallone d’Oro 2005: il miglior giocatore europeo, secondo la giuria nominata dal magazine France Futbol, è stato incoronato nella cerimonia che si è svolta lo scorso 28 novembre a Parigi. Il nazionale brasiliano, 25 anni, ha sbarazzato la concorrenza di campioni come Steven Gerrard (Liverpool) e Frank Lampard (Chelsea), diventando il terzo giocatore brasiliano ad aver conquistato il trofeo. L’edizione precedente era stata vinta da Andriy Shevchenko, ucraino del Milan. Viste le grandi prestazioni del brasiliano negli ultimi 12 mesi, la vittoria non sorprende gli appassionati né gli addetti ai lavori. Se il suo gol della vittoria allo scadere contro il Milan nella Champions League del 2004/05 non fosse sembrato abbastanza, la sua rete impossibile contro il Chelsea agli ottavi non ha solo confermato il suo genio, ma ha semplicemente sfidato la fisica. Tuttavia, Ronaldinho incarna lo spirito dello sport più che della scienza, giocando sempre con il sorriso e conquistando il favore di tutti gli appassionati. La vittoria della Champions League avrebbe sicuramente perfezionato la sua annata. La rivincita, però, è arrivata con la conquista del campionato, che a Barcellona mancava da ben sei anni. Nel 2004, il fantasista è stato votato Giocatore dell’Anno Fifa dopo i suoi grandi numeri con il Barça e un trasferimento da 30 milioni di euro dal Paris Saint-Germain nell’estate 2003. Questa stagione lo ha incoronato definitivamente: una stagione in cui, a ogni incontro, il campione è sembrato voler inventare un nuovo numero. Oltre alla vittoria del Pallone d’Oro, Ronaldihno ha da poco festeggiato anche i 50 gol in maglia blaugrana, segnando il calcio di rigore del 4-1 contro il Real Racing Club Santander. In totale, il brasiliano ha segnato 15 volte dal dischetto e otto su calcio di punizione, mentre nelle competizioni europee ha messo a segno 13 reti. Forse, il suo principale tifoso al Camp Nou è il tecnico Frank Rikjaard, che ha prontamente affermato la superiorità del suo pupillo. “Ronaldinho è unico - ha commentato -. È per lui che molti vengono a vedere le nostre partite. Si tratta di un giocatore speciale nell’intero panorama calcistico, quindi il Pallone d’Oro è assolutamente meritato”. Dietro a Ronaldinho e alla coppia inglese (che hanno ottenuto rispettivamente 225, 148 e 142 punti nelle votazioni) il francese dell’Arsenal Thierry Henry (41 punti). Quinto Andriy Shevchenko (33 punti), vincitore della scorsa edizione, e poi il primo degli italiani, Paolo Maldini, che è sesto con 23 punti. Nella top-ten altri tre giocatori che militano nel campionato italiano: Adriano dell’Inter, Zlatan Ibrahimovic (Juventus) e Kakà (Milan). Nei primi dieci anche Samuel Etòo (Barcellona) e John Terry (Chelsea) a pari merito. Ronaldinho è il terzo brasiliano del Barcellona a vincere il premio di France Football dopo Ronaldo (1997) e Rivaldo (1999), e il quinto Pallone d’Oro del club catalano insieme a Luis Suarez (1960), Johan Cruyff (1974) e Hristo Stoitchkov (1994). P.D. UNIVERSO SICILIA Editore: AIC - INPAL Sede: Via Dante, 130 - 90100 Palermo Direttore responsabile: Vincenzo Castiglione Vice Direttore: Giuseppe Miraglia Hanno collaborato: Carmelo Ambra - Giuseppe Miraglia Antonello Longo - Elisabetta Santoianni - Silvio De Grandi Alfredo Torrisi Chiuso in redazione il 20 Dicembre 2005 Amministratore: Alfredo Torrisi Piazza S. Maria di Gesù n. 3 - 95124 - CATANIA La viticoltura siciliana ha da sempre assunto una importanza non secondaria nell’intera economia isolana. Le migliaia di aziende vitivinicole hanno bisogno una puntuale e competente assistenza per conseguire risultati in termini di qualità e tipicità dei prodotti. L’Associazione dei produttori vitivinicoli con i suoi punti di riferimento organizzativo è a disposizione dei produttori per una utile assistenza a favore dei produttori. Per ricevere utili informazioni potete scrivere c/o AIC Catania Piazza Santa Maria di Gesù, 3 95124 CATANIA. Questo periodico viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela. Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba 95033 Biancavilla (CT) - Via Imperia, 15 - Tel. 095.985167 - Fax 095.985414 Segreteria editoriale: 95124 Catania - Piazza S. Maria di Gesù, 3 - Tel. 095.311547 - Fax 095.7153840 Abbonamento e sottoscrizioni volontarie di sostegno: Versamento C.C.P. 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