Breve storia della Stele di Rosetta del prof. R. Falciani
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BREVE STORIA DELLA STELE DI ROSETTA Dopo la pace di Campoformio la popolarità di Napoleone Bonaparte raggiunse in Francia livelli elevatissimi ed il Direttorio rivoluzionario, preoccupato, decise di affidare a Napoleone l’impresa di invadere l’Inghilterra in modo da tenerlo lontano dal potere a Parigi. Conoscendo bene le difficoltà di una simile impresa Napoleone decise invece di andare a colpire i traffici commerciali inglesi dall’Oriente invadendo l’Egitto per poi tagliare tutte le direttrici dei traffici inglesi dalle colonie orientali ed asiatiche. Partì da Tolone il 19/05/1798 con una flotta di 328 navi, un esercito di 38000 uomini, ma portando anche 175 “savants”, cioè specialisti di diverse discipline che avrebbero dovuto seguire la spedizione per scoprire vari aspetti della natura e della cultura di queste terre. Dopo aver conquistato Malta (11/06/1798) sbarcò vicino ad Alessandria d’Egitto e sbaragliò l’esercito dei Mamelucchi (20/07/1798), conquistando di fatto il potere in Egitto. Aveva però lasciato la flotta nella baia di Abukir (vicino ad Alessandria), dove fu sorpresa il 01/08/1798 dalle navi, veloci, ben armate e con abilissimi marinai, dell’ammiraglio inglese Horatio Nelson, che distrusse tutta la flotta francese. Rimasto “a piedi”, Napoleone decise, oltre che riorganizzare la struttura dello stato egiziano, di utilizzare il lavoro dei suoi “savants” andando alla scoperta dei reperti della civilizzazione egizia lungo il Nilo. Nella cittadina di El Rashid (Rosetta), a pochi Km da Alessandria, nel delta del Nilo, nella distruzione del forte che presidiava il locale porto sul Nilo (15/07/1799), un sergente francese vide che una grossa pietra, messa come spigolo delle mura del forte ottomano, presentava una superficie con scritture scolpite. Un ufficiale francese riconobbe immediatamente l’importanza dell’oggetto perché sulla stele (con dimensioni massime in altezza di 114.5 cm , larghezza 72 cm, spessore 28 cm, e pesante 760 Kg) erano presenti iscrizioni in geroglifici nella parte alta, demotico (la lingua del popolo) nella parte mediana e greco antico nella parte bassa. Testo geroglifico Testo demotico Testo greco Porzione del testo geroglifico della stele di Rosetta Dal testo greco (anche se dalla stele ne mancava una parte) si riusciva a decifrare facilmente che si trattava di un decreto emesso a Menfi in onore del faraone Tolomeo V Epifane nel 196 a.C., in cui venivano riconosciute varie benemerenze del faraone per cui il clero decideva di erigere templi e statue del faraone da porre accanto a quelle degli dei venerati dal popolo. Il faraone concedeva ai sacerdoti residenti nei templi l’esenzione fiscale e molte altre prebende. Il 03/03/1799 la spedizione scientifica dei “savants” francesi giunse alle cateratte di Assuan, che segnavano il limite del regno egizio e l’inizio della Nubia, cioè la parte quasi inesplorata dell’Africa con cui però gli egizi scambiavano prodotti e merci. Sull’isola di PHILAE trovarono il tempio dedicato a Iside (la dea della maternità e della fertilità), con un obelisco, che presentava iscrizioni in geroglifico e in greco antico. Nel 1801 la spedizione francese si arrese definitivamente agli inglesi, che sequestrarono anche la stele di Rosetta, che fu trasportata al British Museum nel 1802, dove si trova tuttora. Nel 1817 una spedizione archeologica, finanziata dagli inglesi e guidata da G.B. Bolzoni, giunse alle cateratte di Assuan e Bolzoni, su ordine del console inglese in Egitto, asportò l’obelisco di PHILAE (che era stato acquistato nel frattempo dal ricco inglese W.J. Bankes) dal tempio di Iside per trasportarlo nei giardini della villa di Bankes a Kingston Lacy, nel Dorset, dove si trova tuttora. Nel 1977 il tempio di Iside è stato smontato e trasportato sulla vicina isola di AGILKIA a causa della creazione del lago Nasser (diga di Assuan), che ha sommerso l’isola di PHILAE. Lo studio dei geroglifici della stele di Rosetta iniziò subito dopo la sua scoperta sia da parte francese (avevano copiato tutte le iscrizioni prima di consegnare la stele agli inglesi), fra cui J.F. Champollion, sia da parte inglese, fra cui Thomas Young (famoso per la sua esperienza della diffrazione ed interferenza della luce su due fenditure). Per molti anni non si riuscì a trovare una logica che facesse corrispondere i caratteri geroglifici con le parole dei testi demotico e greco; nel 1814 Young suggeriva di individuare nei cartigli (insieme di caratteri geroglifici contornati da una fune ed evidenziata da una sbarretta verticale sulla parte destra del cartiglio) la possibilità di creare la corrispondenza cercata fra i geroglifici ed i caratteri greci. Infatti nei cartigli dovevano essere riportati nomi importanti, dei, faraoni e simili. Ci fu uno scambio di idee fra Young e Champollion per corrispondenza fino a quando, nel 1822, Champollion notò sulle copie delle iscrizioni sull’obelisco di PHILAE che i due cartigli corrispondevano ai nomi di Tolomeo e Cleopatra. Era stata trovata la chiave per iniziare a decifrare il testo geroglifico della stele di Rosetta. L’anno successivo, 1823, Champollion fu in grado di produrre la tabella di corrispondenza dei caratteri geroglifici con le lettere del nostro alfabeto, come riportato nella figura sopraesposta (a destra). Vogliamo far notare, con soddisfazione, come i nostri scienziati e tecnici europei all’ESA, abbiano avuto la sensibilità di utilizzare i termini derivanti da imprese culturali della nostra tradizione classica, ROSETTA, PHILAE, AGILKIA, per indicare steps fondamentali nello sviluppo di questa missione spaziale di grande importanza scientifica. Bisogna ringraziarli profondamente, ricordando a noi stessi che la cultura è un bene universale che tocca ogni sapere e disciplina della conoscenza umana.
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