Dana apre in Cina (da l`Adige, 14/09/2006)
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Dana apre in Cina (da l`Adige, 14/09/2006)
Economia l'Adige INDUSTRIA L’ESPANSIONE Investimento a Wuxi di 6 milioni, altri 4 in India. Ad Arco lo sviluppo del settore trasmissione TRENTO - Le quote in mano a Confinanzia, la società della Confesercenti che detiene il 26% di E-Lunch, «sono sul mercato». A confermarlo, per Confinanzia, è Adriano Cavosi che spiega come «ci sono più trattative in piedi. La nostra attenzione è rivolta prima di tutto ai soci storici dell’azienda e a coloro, come l’Hgv e la Cooperazione, che hanno manifestato l’intenzione di entrare». A quanto pare, uno dei soggetti interessati a rilevare la quota, in parte o tutta dipenderà dalla decisione in questo senso di Confesercenti di rimanere o uscire dall’azionariato, è il gruppo Onama, presente in regione attraverso Lunch Time, società che ope- giovedì 14 settembre 2006 Trattativa aperta da Confesercenti con il gruppo Onama E-Lunch, il 26% è sul mercato In corsa anche la Lunch Time ra appunto nel campo dei buoni pasto elettronici e cartacei. L’ingresso di Lunch Time, secondo alcuni soci, potrebbe portare a importanti sinergie nel mercato regionale. È vero, fa notare un altro azionista, che E-lunch era nata proprio come reazione alle società dei buoni pasto tradizionali che imponevano, secondo i ristoratori e gli esercenti pubblici, delle commissioni eccessivamente elevate. Il Gruppo Onama, in corsa per le quote di Confinanzia, è uno dei principali protagonisti del mercato italiano della ristorazione collettiva e dei servizi integrati. Costituito nel 1967 dai fratelli Paolo e Mario Bianchi, il gruppo è formato attualmente da 6 società, impiega 9.700 dipendenti per un fatturato 2005 di circa 488 milioni di euro. Il gruppo offre un servizio a 360 gradi che si estende a diversi settori: ristorazione con Adriano Cavosi 9 Onama spa e Sorico; buoni pasto con Ristomat e Lunch Time; distributori automatici con Go Express; servizi ambientali integrati con Palmar. E-Lunch, ricordiamo, ha ripianato da poco le perdite pari a circa 150.000 euro e deciso di ricostituire il capitale fino a 750.000 euro. Le quote originarie del capitale sono per il 26% ciascuno di Unione e Confinanzia (Confesercenti), per il 16% ciascuno da Argentea, e Risto3, per l’8% dalla società Rmh, per il 4% ciascuno dai Pubblici esercizi di Confesercenti e dai Ristoratori dell’Unione. Tra i prossimi obiettivi della società c’è il bando della Provincia per i propri dipendenti. Nuovo stabilimento Dana in Cina Prossima apertura in Russia. Al via il progetto filiera con i fornitori di FRANCESCO TERRERI ARCO - «Rappresentiamo un braccio sano del gruppo e non siamo penalizzati dalla situazione della casa madre». Così Rino Tarolli, responsabile della divisione europea Off-Highway della Dana con quartier generale ad Arco, spiega la situazione del ramo d’azienda che dirige rispetto al regime di amministrazione controllata e alla ristrutturazione in corso in Dana Usa. C’è da credergli, se non altro perché, proprio mentre la corporation annuncia la cessione ad un’altra azienda statunitense del settore assi per semirimorchi e quindi anche di una parte dell’attività svolta nel sito produttivo di Wuxi, in Cina, nello stesso luogo, sotto la supervisione di Dana Italia, è in costruzione un nuovo stabilimento per assali che occuperà 250 persone con un investimento di 6 milioni di euro. Contemporaneamente si avvicina - è prevista per marzo 2007 l’apertura del nuovo impianto da 6.000 metri quadri di Pune, vicino Mumbai, in India, dove confluiranno i 70 addetti già operanti sul posto in una sede in affitto e ne verranno occupati altri fino a 160 dipendenti. L’investimento, in questo caso, è di 4 milioni, che si sommano ai 2 milioni già spesi per rilevare la società. E dalla «testa di ponte» nell’est europeo, lo stabilimento ungherese di Györ aperto in febbraio e operativo con 67 dipendenti, anch’essi destinati a crescere, il passo successivo - «entro un anno, un anno e mezzo» dice Tarolli - è l’apertura in Russia. Proprio lo sviluppo di Dana Italia e della divisione europea del gruppo, che occupa 1.910 addetti e per la quale si prevede un fat- G in Breve Atipici, domande per contributi TRENTO - A fine mese sca- de il termine per presentare la domanda relativa al contributo pubblico per sostenere gli atipici nella costruzione della loro pensione. Si tratta dell’opportunità concessa dalla Provincia, attraverso l’Agenzia per l’assistenza, di vedersi versare per 33 mesi i contributi pensionistici nei periodi di non lavoro. Giuseppe Parolari interroga Dellai per sapere se non sia il caso di realizzare da subito una campagna informativa su radio, tv e giornali locali. Trentino Holiday si rafforza TRENTO - La giunta dell’Unione albergatori ha deciso di capitalizzare per 100.000 euro la controllata Trentino Holidays. Man vuole la Scania TRENTO - La società tede- sca Man ha confermato le voci su una possibile offerta per il rilevamento del concorrente svedese Scania che in Trentino controlla Italscania. turato 2006 di 767 milioni di dollari, il 20% in più dell’anno scorso, è una delle principali motivazioni che ha portato al progetto comune con la Provincia per la promozione della filiera trentina della produzione di assali e altri componenti di veicoli pesanti e fuoristrada. L’iniziativa è stata illustrata ieri presso lo stabilimento di Arco dallo stesso Tarolli insieme all’assessore provinciale all’industria Marco Benedetti e al dirigente del servizio Paolo Spagni, e presentata in un primo incontro con le aziende fornitrici. «All’origine dell’iniziativa c’è il cambiamento delle nostre priorità in un contesto in rapido mutamento» spiega Tarolli. «Presidio del mercato globale con particolare attenzione a quelli emergenti, innovazione di prodotto, struttura dei costi competitiva e co- PUBBLICO E PRIVATO. Spagni e Benedetti (Provincia) e Tarolli (Dana) PRODOTTI 110 MILIONI DI VALORE AGGIUNTO Rete di aziende con 1.200 addetti ARCO - La filiera Dana conta in Trentino 1.200 addetti e produce 110,7 milioni di euro di valore aggiunto, il 3,7% del totale provinciale dell’industria. La Dana ha 500 occupati ad Arco e 400 a Rovereto (lo stabilimento di Gardolo fa capo ad un’altra divisione del gruppo). Tra le oltre 20 aziende fornitrici, che contano in tutto 290 addetti, le maggiori sono la Mariani di Tiarno di Sopra, con 140 dipendenti e un fatturato 2006 previsto di 38 milioni, e la Sata (ex Dana) di Borgo Valsugana, con 105 addetti e 28 milioni di ricavi. Il progetto della Provincia prevede di considerare nella filiera le aziende che ricavano dalla Dana almeno il 15% del fatturato per due anni oppure che sviluppano software per l’ottimizzazione del prodotto. Il meccanismo previsto è la cessione da parte di Dana ai fornitori di macchinari utilizzati e già «assorbiti» e delle relative competenze. «Non solo non chiediamo che i fornitori lavorino solo per noi - aggiunge Tarolli ma avremo dei vantaggi competitivi dal fatto che diventino centri di eccellenza». Il progetto ha già attirato l’attenzione di due imprese extraprovinciali che potrebbero investire in Trentino. Nella riunione di ieri è stato sollevato il problema dei tempi. L’assessore Benedetti ha detto che si può partire subito con le domande, ma per gli aggiustamenti da fare al regolamento della legge 6, ora in seconda commissione consiliare, agli indirizzi di Agenzia per lo sviluppo e al bilancio dell’Agenzia del lavoro ci vorranno da qualche settimana a due mesi. progettazione col cliente del veicolo di cui produciamo i componenti». In questo nuovo quadro «manterremo in casa alcuni processi chiave, puntando a fare di Arco la sede dell’incubazione di nuove tecnologie». A novembre, ad esempio, presso la sede altogardesana partirà lo sviluppo di una nuova piattaforma per il settore trasmissioni. Ma l’altro elemento cruciale è, appunto, la filiera, cioè «una rete di fornitori locali che accetti le nuove responsabilità e punti a creare centri di eccellenza». Per l’assessore Benedetti si tratta di «un progetto pilota che fa da battistrada verso l’obiettivo di unire nel segno dell’innovazione le forze delle piccole imprese a quelle di grandi dimensioni». I contenuti sono stati precisati da Spagni. «Il progetto è un atto di programmazione, approvato dalla giunta provinciale il 30 giugno». Il «particolare regime di incentivi» destinato alla filiera comprende un aumento dei contributi previsti dalla legge 6 pari a 7,5 punti percentuali, che però, ha precisato Spagni, «è parzialmente in de minimis», quindi limitato dalla normativa europea. Il «cuore» degli incentivi è invece «l’estensione degli aiuti a fattispecie normalmente non agevolate»: la formazione, l’acquisto di macchinari usati, la possibilità di sdoppiare le domande nello stesso anno, l’intervento del fondo impianti tecnologici di Agenzia per lo Sviluppo, che prevede la cessione di macchinari in leasing alle imprese, anche fuori dai Bic e dentro le aziende di filiera. Per garantire «l’interesse pubblico» all’occupazione, tutti gli interventi devono prevedere un accordo su livelli e condizioni occupazionali tra aziende e sindacati. La fotografia del gruppo Usa e di Dana Italia DANA CORPORATION La capogruppo Dana Corporation di Toledo (Usa), è in amministrazione controllata in regime di capitolo 11 dal marzo di quest’anno. La crisi deriva dall’eccessiva dipendenza dei ricavi dall’industria auto Usa in difficoltà. A gennaio verrà presentato il piano di ristrutturazione che va realizzato entro il marzo 2008. GRUPPO E DIVISIONE Il gruppo Dana fattura 9 miliardi di dollari. Di essi, 1,2 miliardi fanno capo al comparto Off-highway. La divisione Europa, che comprende gli stabilimenti di Arco, Rovereto, Como, Brugge in Belgio, Györ in Ungheria e Pune in India, ha un volume d’affari di 767 milioni, di cui il 92% esportato, con l’obiettivo di 800 milioni nel 2007. Il cash flow è di 40 milioni l’anno. Produce 215 mila assali (+15% sul 2005) e 35 mila trasmissioni. DANA ITALIA Dana Italia, con sede ad Arco, comprende sia le sedi italiane della divisione Off-highway che quelle di altre divisioni, come Gardolo. Il fatturato 2005 è stato di 494 milioni di euro, con un risultato operativo di 40,1 milioni. Incontro di Unicredit private. La «lezione» di Taddei Convegno Issan a Riva dal 21 al 23 di questo mese con esperti nazionali Passaggio generazionale per un’impresa su due TRENTO – Comincia a Trento il «giro d’Italia» di Unicredit Private Banking alla scoperta della «convivenza generazionale», un eufemismo per descrivere il delicato passaggio di consegne tra padri e figli. Per Aldo Bonomi però anche «l’isola felice del Trentino scricchiola un po’». Non c’entrano le generazioni, ma i meccanismi della globalizzazione: «La dimensione monoterritoriale non esiste più» chiarisce Bonomi che definisce comunque strategica la «piattaforma alpina». Anche se nodi come logistica, acqua energia ed internazionalizzazione saranno da sciogliere. Dario Prunotto, direttore generale di Unicredit Private Banking, ricorda che quasi la metà delle aziende attive del Belpaese con più di dieci dipendenti sta attraversando il momento della trasmissione della leadership e solo il 33% degli imprenditori ritiene che il passaggio sarà «indolore». Più del 67% si aspetta dei problemi. Risultato: quasi la metà delle aziende non riescono a sopravvivere alla generazione del fondatore. La sopravvivenza delle impre- se è uno di grandi problemi dell’economia nazionale e pesa soprattutto sulle imprese più piccole. La riflessione sul tema continuerà nei prossimi mesi (si concluderà, dopo 9 incontri nel marzo del 2007 a Milano) e il contributo che l’istituto fornirà saranno i risultati di un sondaggio condotto su 150 imprenditori, 20 dei quali scelti in Trentino. Il quotidiano economico Il Sole 24 Ore pubblicherà poi un volume interamente dedicato alla ricerca. Nel corso dei lavori raccontano la loro esperienza Rocco Cristofolini (35enne amministratore della Unionporfidi e presidente dei giovani industriali del Trentino), Matteo Lunelli (32 anni, vice presidente di Cantine Ferrari spa e amministratore delegato di Surgiva) e Matteo Taddei, il 34enne presidente e amministratore delegato di Silvelox spa che fattura 37 milioni di euro e conta 230 dipendenti. Taddei, subentrato ufficialmente lo scorso anno al padre, spiega che la gestione gli era già stata affidata nel 1999: «Il segreto sta nel diventare indispensabili. Con pazienza». M. E. La sfida dell’impresa sociale Il settore alla prova della nuova normativa di GIOVANNI PEDROTTI TRENTO - Riva del Garda ospiterà il quarto workshop nazionale sull’impresa sociale promosso da Issan, Istituto di studi sullo sviluppo delle aziende non profit dell’università di Trento e da Iris Network (associazione italiana degli istituti di ricerca sull’impresa sociale), in collaborazione con la Provincia e Banca Intesa. La manifestazione durerà tre giorni, da giovedì 21 a sabato 23 settembre e chiamerà a raccolta i maggiori esperti di non profit italiani, che potranno confrontarsi con diversi rappresentanti ministeriali riguardo i cambiamenti che nel prossimo futuro interesseranno il settore non profit del nostro paese. Principale oggetto della discussione sarà costituito dalla recente riforma legislativa destinata al settore (in particolar modo il decreto 155 del marzo 2006), che introducendo la figura dell’impresa sociale anche a livello giuridico (al contrario di quanto succedeva in precedenza), dovrà delimitarne competenze, limi- Il preside Carlo Borzaga ti, privilegi ed obblighi. Il workshop «Impresa sociale anno zero», che si terrà la prossima settimana presso il centro congressi di Riva, si propone quindi di far luce sulle prospettive dell’impresa sociale in Italia, anche in relazione a possibili politiche governative di supporto. Tra gli ospiti governativi che prenderanno parte ai lavori, Cristina De Luca e Cecilia Donaggio per il ministero della solidarietà sociale, Andrea Vecchia per il ministero dello sviluppo economico e Vincenzo Busa per il ministero dell’economia e delle finanze. Ad essi si affianche- ranno, poi, Giorgio Vittadini della Compagnia delle Opere, Aldo Bonomi, e numerosi docenti universitari, come Lorenzo Sacconi, Franco Panizza, assessore all’artigianato della provincia autonoma e diversi soggetti impegnati nel campo dell’impresa sociale e del non profit. Tutto questo è stato reso noto ieri mattina, durante la presentazione alla quale hanno preso parte Carlo Borzaga, presidente di Issan e preside uscente della facoltà di Economia e lo stesso assessore Panizza. Attualmente in Trentino non esistono, almeno dal punto di vista giuridico, delle vere e proprie imprese sociali, anche perché i tempi di attuazione pratica del decreto legislativo richiedono tempi di recepimento abbastanza lunghi (in primis per l’iscrizione agli albi della Camera di commercio). Per quanto riguarda, invece, le cooperative sociali, in Italia ne esistono circa 7mila, che occupano quasi 230 mila lavoratori e producono ogni anno un fatturato di 5 miliardi di euro, servendo circa 2 milioni e mezzo di utenti.
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