CeSPI - NEWSLETTER ASCOD
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CeSPI _______________________________________________________________Centro Studi di Politica Internazionale CeSPI - NEWSLETTER ASCOD Club di Analisi Strategica sulla Cooperazione Decentrata n.4 Novembre-Dicembre 2001 IL TEMA DELLA NEWSLETTER DECENTRAMENTO E RICOSTRUZIONE IN ALBANIA Il crollo dei regimi comunisti ha aperto un campo di azione assolutamente inedito per la cooperazione internazionale. I paesi oggetto di questa azione sono stati definiti in via di transizione da un sistema politico ed economico comunista ad un sistema democratico e di mercato. Il caso Albanese ne rappresenta un caso paradigmatico e tra i più difficili da sostenere nel processo di cambiamento. INDICE Lo sviluppo umano in Albania..……………...1 Il processo di decentramento in Albania...….2 News Eventi e Memo……...…………………...3 Il programma del quarto seminario ASCOD ……………………………..4 Siti Utili………………….….…………………..4 Le lezioni apprese negli anni 90, con particolare riferimento al caso russo, indicano come prioritario l’impegno alla ricostruzione delle istituzioni di governo. Senza le quali risulta impossibile favorire sia la transizione ad un sano sistema di mercato sia la ridefinizione di un welfare state. Sviluppo umano in Albania Il Rapporto sullo Sviluppo Umano in Albania, pubblicato dall'UNDP nel 2000, concentra l'analisi sui problemi e le sfide, sia sociali, sia economiche, che il Paese sta affrontando. Il Paese, emerge dal rapporto, sta attraversando una fase di transizione che continua a caratterizzarsi per un alto livello di insicurezza economica e sociale. L'Albania si trova ancora in una situazione di stagnazione economica, che dipende da un lato dal crollo del sistema economico comunista e dall’altro dall’adozione di politiche macroeconomiche di stabilizzazione. L'impegno del Governo è diretto infatti a tenere sotto controllo la spesa pubblica in considerazione dell’alto deficit statale e come misura per ridurre l’inflazione. I dati del 1999 mostrano questo andamento. L'inflazione è scesa sotto lo 0,7% dal 42,7% del 1997, il deficit è rimasto alto, pur essendo diminuito dal 6,4% del PIL al 5,1 %. La particolare chiusura del regime comunista albanese si è tradotta successivamente in un profondo tracollo delle istituzioni. La situazione politica, economica e sociale è peggiorata e solo recentemente si intravedono alcuni timidi segnali di ripresa. Tra questi l’applicazione di un processo di decentramento che tuttavia mostra numerosi punti di debolezza, mentre anche il governo centrale risulta in forte difficoltà. La ricostruzione istituzionale e della governance rappresenta dunque uno spazio di azione prioritario sia per la cooperazione italiana governativa sia per la cooperazione decentrata. La popolazione è afflitta da livelli di povertà che richiedono interventi di politica sociale. Nel 1999 il tasso ufficiale di disoccupazione ha raggiunto il 18,2%. Il reddito mensile di una famiglia ammonta a 16.620 Lek (Fonte:INSTAT 1998), cioè quasi la metà del reddito considerato necessario per vivere. Per contrastare questa situazione il Governo ha lanciato un 1 CeSPI _______________________________________________________________Centro Studi di Politica Internazionale programma di promozione dell'impiego che prevede sussidi per creare nuova occupazione. Questa situazione è ulteriormente aggravata dalla mancanza di credito da destinare alle imprese e per il consumo, con evidenti ripercussioni in particolare sullo sviluppo delle piccole e medie imprese. Di conseguenza si è prodotta una proliferazione dei progetti di microcredito sostenuti dalla cooperazione internazionale, cui si aggiunge la presenza diffusa dell'economia informale. Il processo di decentramento in Albania I primi passi verso il decentramento dell’Albania postenverista risalgono al 1992, quando fu promulgata la Legge sulle funzioni e sull’organizzazione dei poteri locali (l. 7572), che creò le prime autorità locali politicamente autonome. Il sistema delineato nel 1992 prevedeva due livelli di governo locale elettivo: i municipi o comuni al primo livello, e i distretti al secondo livello, che venivano dotati di organismi rappresentativi e esecutivi. I limiti principali del sistema risiedevano nella definizione generica delle responsabilità e delle funzioni degli enti locali, nella loro limitata autonomia amministrativa e quasi nulla autonomia fiscale e nella mancata garanzia dei diritti di proprietà degli enti locali. Il processo di decentramento conobbe un nuovo impulso dopo l’adesione dell’Albania nel 1998 alla Carta europea per l’autogoverno locale del Consiglio d’Europa, ma soprattutto dopo l’approvazione della nuova costituzione nel novembre del 1998, che inserì il decentramento nei principi fondamentali della repubblica, e introdusse alcune modifiche quali la scomparsa dei distretti come unità di governo locale e la riduzione del mandato per gli organi elettivi da quattro a tre anni. In seguito fu formata una commissione intergovernativa sul decentramento dotata di un braccio tecnico, il gruppo di esperti per il decentramento, che redasse la Strategia nazionale per il decentramento e l’autonomia locale, approvata nel novembre del 1999. Il documento affianca a un visione di insieme la descrizione di un piano di attuazione articolato in scadenze precise, e attribuisce particolare importanza all’autonomia fiscale e alla regolamentazione dei diritti di proprietà degli enti locali. Il rapporto enfatizza la relazione tra il lento sviluppo economico del Paese e i problemi sociali dovuti alla diffusione della criminalità e alla mancanza di sicurezza sociale. Si sottolinea che la debolezza dello Stato, la diffusione della corruzione e la difficoltà delle istituzioni ad esercitare un controllo sociale, richiamando i cittadini al rispetto delle regole del gioco, sono le cause principali dei problemi sociali ed economici del Paese. Un esempio fra tutti è il tema dell'indipendenza del sistema giudiziario che è una questione in via di soluzione. Per ciò che riguarda la questione della riabilitazione e ricostruzione sia delle infrastrutture sia del tessuto sociale in Albania, i settori di intervento segnalati sono quello Sanitario e quello dell'Educazione. La carenza delle infrastrutture sanitarie e la mancanza di strutture sanitarie di base costituiscono un problema molto grave in un Paese in cui l'80% delle morti sono causate da malattie cardiovascolari e respiratorie. Inoltre, il sistema sanitario si trova a dover fronteggiare esigenze dovute alla diffusione di malattie a trasmissione sessuale e a patologie provocate dall'uso di droghe. Tuttavia, nel complesso, gli indicatori generali sulla salute in Albania sono poco al di sotto della media europea. Il 31 luglio 2000 fu approvata la Legge sull’organizzazione e il funzionamento del governo locale (l. n° 8652) che assegna a municipi e comuni maggiori responsabilità sulla gestione delle risorse e sullo sviluppo economico locale e li dota di una significativa autonomia fiscale. La legge da inoltre attuazione alla costituzione del 1998, riducendo il mandato degli organi elettorali da quattro a tre anni e istituendo le regioni sul territorio delle prefetture. La legge viene applicata per la prima volta con le elezioni amministrative dell’ottobre 2000, mentre il processo è continuato nel 2001 con l’approvazione delle leggi sulla pubblica proprietà e sul trasferimento della pubblica proprietà. Il rapporto sottolinea che il settore dell'Educazione mostra fragilità e carenze che acuiscono il problema dell'insicurezza sociale. I dati sono espliciti in tal senso. Le risorse dello Stato destinate all'istruzione pubblica sono state negli ultimi dieci anni pari al 910% della spesa pubblica annua. Il 75% dei finanziamenti sono andati ai salari e appena il 9% agli investimenti. La mancanza di investimenti è parzialmente compensata dall'aiuto esterno che è rivolto alla riabilitazione delle infrastrutture, alla formazione degli insegnanti e all'elaborazione dei curricula. Esistono, poi, disparità tra le aree rurali e quelle urbane che mostrano disomogeneità nella disponibilità delle risorse finanziarie, nelle performance e nella qualità delle risorse umane. Le differenze tra aree rurali e urbane sono anche un fattore rilevante per i movimenti di popolazione all'interno del Paese. Questo fenomeno, accanto a quello dell'emigrazione, costituisce, secondo il Rapporto, uno degli aspetti più delicati e gravi della transizione albanese. Alcuni possibili punti critici del processo sono: il ruolo preponderante delle consulenze internazionali (USAID e Urban Institute) e i rischi di scarsa ownership del processo da parte delle comunità locali; lo squilibrio tra decentramento dei servizi e risorse a disposizione dei poteri locali; l’assenza di un livello intermedio politicamente rilevante (la regione ha poteri limitati). 2 CeSPI _______________________________________________________________Centro Studi di Politica Internazionale cooperazione sono state individuate nel superamento della logica dell’emergenza, o comunque nell’avere un approccio progettuale anche all’emergenza (Loris Defilippi di Medici senza frontiere), nell’associare alla cooperazione iniziative di diplomazia popolare (Giulio Marcon di ICS), e nel pensare per la regione a percorsi economici alternativi legati alle risorse e ai saperi locali (Tonino Perna dell’università di Messina). Michele Nardelli dell’Osservatorio ha concluso i lavori ribadendo la “modernità” della vicenda balcanica, in antitesi alla lettura “primordiale” dello scontro etnico, e la necessità di una prospettiva di adesione all’UE per i Balcani certa, sostenibile e dal basso, come richiesto nell’appello promosso dall’Osservatorio. NEWS EVENTI Si terrà a Napoli, il 25 gennaio 2002 un Convegno internazionale dal titolo, "L’Europa allargata: sviluppo, coesione e ridistribuzione". L'evento, patrocinato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e dal Parlamento Europeo, è organizzato da CeSPI, CER e IAI con il contributo della Regione Campania. MEMO “Le città per la cooperazione decentrata allo sviluppo umano: esperienze e opportunità per il Sud Est Europa” - Venezia Cooperazione non governativa e decentrata nei Balcani Più ufficiale ma non meno stimolante l’appuntamento di Venezia, dove le potenzialità dello sviluppo umano promosso attraverso la cooperazione tra comunità locali sono state illustrate dai diversi punti di vista degli attori a livello locale, dei rappresentanti del governo e delle organizzazioni internazionali. Se il ministro albanese dell’economia, della cooperazione e del commercio Meksi ha insistito sulla necessità che le patnership tra enti locali di diversi paesi siano effettivamente paritari, il ministro degli affari sociali della Serbia Markovic ha individuato nella realtà del decentramento italiano un buon modello per il proprio paese. Due eventi diversi hanno recentemente offerto occasione di riflettere sulla cooperazione italiana verso i Balcani: il convegno-seminario “Dieci anni di cooperazione con il sud est Europa: bilancio, critiche, prospettive”, organizzato a Trento il 24 novembre dall’Osservatorio sui Balcani di Rovereto, e il seminario internazionale “Le città per la cooperazione decentrata allo sviluppo umano: esperienze e opportunità per il Sud Est Europa”, organizzato il 7 dicembre a Venezia dal comune di Venezia con il patrocinio di ANCI, UNDP/UNOPS e regione Veneto. “Dieci anni di cooperazione con il sud est Europa: bilancio, critiche, prospettive” - Trento Per il ministro Serafini, responsabile per il coordinamento della cooperazione decentrata presso la DGCS del MAE, il ruolo del ministero rispetto alla cooperazione attuata dagli enti locali è di creare spazi politici e istituzionali per le attività di cooperazione, attraverso i programmi quadro. Come il programma Città-città di cooperazione decentrata con la Serbia, di cui Antonio Luzi, responsabile UNOPS, ha descritto meccanismi e risorse mobilitate: a fine ottobre 2001 risultano coinvolti 27 enti locali, per un miliardo di lire di impegno finanziario, raddoppiate attraverso il contributo dell’UNOPS. Nel primo caso, l’Osservatorio sui Balcani, che si propone esplicitamente come foro di riflessione critica per il mondo non governativo, ha presentato un bilancio severo di dieci anni di cooperazione nei Balcani, ma ha anche individuato delle prospettive future. Secondo l’Osservatorio, alla impressionante mobilitazione di persone e risorse con cui la società civile italiana ha risposto alla vicenda balcanica, sono corrisposti molti limiti di intervento, dal legame troppo stretto con le emergenze, alla inadeguata formazione e conoscenza del contesto da parte degli operatori, alla progressiva perdita di autonomia di molte ONG rispetto ai finanziamenti governativi e internazionali. Bruce Jenks dell’UNDP ha individuato nello sviluppo del governo locale e nei processi di decentramento la richiesta principale dei governi alla sua organizzazione, mentre Mohand Cherifi, coordinatore della World Alliance of Cities Against Poverty ha presentato una serie di requisiti necessari affinché il decentramento sia un processo efficace, tra cui l’effettivo trasferimento di risorse da parte del potere centrale e la presenza di reali meccanismi democratici. Nelle conclusioni, il direttore della DGCS Giandomenico Magliano ha affermato che dopo l’ingresso della Jugoslavia nel Patto di stabilità quella con i Balcani non è più cooperazione allo sviluppo, ma partenariato, e che il fattore più importante per la cooperazione decentrata è la convergenza tra diversi attori. Gli studi di caso presentati, sull’intervento non governativo nella municipalità kosovara di Pec/Peja (di Silvia Pandini) e sul ruolo delle ONG in Macedonia (di Luisa Chiodi), hanno portato esempi concreti di come la presenza delle ONG sia generalmente di breve periodo, e soggetta all’esposizione mediatica dell’area di intervento, mentre Claudio Bazzocchi (ICS), partendo da un’analisi critica dell’amministrazione europea di Mostar (EUAM), ha anche parlato di cooperazione decentrata, identificandone nella “fantasia sociale” il valore aggiunto fondamentale. Le possibili direttrici attorno a cui riorientare in futuro la 3 CeSPI _______________________________________________________________Centro Studi di Politica Internazionale SITI UTILI IL PROGRAMMA DEL QUARTO WORKSHOP ASCOD SU DECENTRAMENTO E RICOSTRUZIONE IN ALBANIA Tra i siti più interessanti per informarsi sulla realtà socio economica del Paese segnaliamo: Bologna – c/o Regione Emilia Romagna (da confermare) www.balkanweb.com è un portale di informazioni che copre diversi paesi balcanici ma si concentra soprattutto sull’Albania, con aggiornamenti quotidiani da Tirana sulla vita politica, rassegne stampa dei principali quotidiani albanesi, indicazioni per viaggiare in Albania e un indicatore ragionato della tensione politica in Albania, Kosovo, Macedonia, Serbia, Montenegro e Grecia. 25 Gennaio 2002 Ore 10.30 - Il processo di decentramento e il ruolo della cooperazione decentrata italiana Artan Hoxa – Centro Studi Contemporanei di Tirana www.al.undp.org Sito dell'UNDP che ha sede a Tirana. Contiene informazioni e documentazione in inglese sul Paese e la situazione socio economica e politica con particolare riguardo all'aiuto allo sviluppo internazionale. Il sito mette a disposizione il Rapporto sullo sviluppo umano del 2000 e l’Early Warning System report, un sistema di monitoraggio dei fattori di conflitto politico e sociale. Ore 11.00 - Riflessioni sullo stato e le prospettive delle iniziative di cooperazione decentrata italiana in Albania CeSPI Ore 11.20 – Riflessioni sui rapporti istituzionali con il Governo e gli Enti Locali albanesi Regione Emilia Romagna www.stabilitypact.org Sito con informazioni relative alle Conferenze, ai progetti e ai partners del Patto di Stabilità. Sono indicati i progetti e i Tavoli cui partecipa l'Albania. Contiene anche la documentazione sulla Conferenza Regionale tenutasi quest'anno a Bucarest. Ore 12.00 - Discussione www.soros.al Sito della Fondazione Soros per l'open society che ha sede a Tirana. Vi sono contenute informazioni relative ai progetti e ai programmi cui la Fondazione Soros partecipa in partenariato con le istituzioni albanesi, ovvero con ONG internazionali, o con donatori bilaterali e multilaterali. Ore 13.00 - Pranzo Ore 14.30- Riflessioni sul ruolo delle ONG nel decentramento albanese ICS www.crisisweb.org Il sito dell’International Crisis Group consente di accedere liberamente alle analisi e ai rapporti, molto documentati e puntuali, che l’importante think tank ha dedicato all’Albania. Ore 15.00- Discussione Ore 16.30- Conclusioni www.seerecon.org/Albania/Albania.htm Sito della Commissione Europea e della Banca Mondiale per la Ricostruzione economica e lo Sviluppo nel Sud Est Europa. Vi sono contenute informazioni sul Paese e i documenti ufficiali del FMI, della BM, della EBRD e del Governo albanese riguardanti lo sviluppo economico del Paese. E’ disponibile una rassegna stampa sui fatti più significativi dal 1990 al 2001. A cura di: Alessandro Rotta, Silvia Aprile e Andrea Stocchiero CeSPI [email protected]; [email protected] 4
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