il ribelle - Controvento Rieti
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il ribelle - Controvento Rieti
IL RIBELLE LA VOCE DELLA CONTROINFORMAZIONE A cura del Movimento Giovanile Tribù Ribelli di Rieti Pubblicazione non periodica Ciclostilata in proprio Via Carlo Sforza 80 Rieti Dicembre 2006 Libertà di parola, libertà di critica Sabato 7 ottobre 2006: Anna Politkovskaia, la giornalista russa che ha denunciato gli orrori della repressione russa in Cecenia, viene assassinata. Lei, russa, si batteva per i diritti dei Ceceni senza nascondersi dietro l’alibi dello scontro di civiltà. Raro esempio di coerenza perché chi è pronto a pagare la denuncia di soprusi con la propria vita dimostra di mettere l’etica al di sopra di ogni ragionamento. Di fronte a questo coraggio morale, noi giovani vediamo i nostrani mezzibusti televisivi e ci cascano le braccia! Di tutti gli epurati il solo Santoro è tornato in Tv (grazie ad una sentenza della Magistratura), gli altri non ancora. Abbiamo nostalgia di Luttazzi e dei Guzzanti. Forza Romano, più coraggio sulle Televisioni! SOMMARIO Libertà di parola Bagliori nella notte Guerra al Terrore Le radici ca tieni Oro blu Una piccola storia Italiana Guerre dimenticate Nella nostra isola deserta Invisibili pag. 1 pag. 2 pag. 3 pag. 4/5 pag. 6/7 pag. 8/9 pag. 10 pag. 11 pag. 12 Pillole all’amatriciana “Dilettanti allo sbaraglio”: è il giudizio del Sindaco Emili sui colleghi della Giunta Comunale di Rieti. Ci fidiamo del giudizio! A quando una pubblica Corrida? “Questa è casa mia e qui comando io!” Questo è stato il caloroso benvenuto di D’Antonio, amministratore della Eems, ai Consiglieri Comunali che chiedevano rassicurazioni sul destino della fabbrica. Ricevuto il messaggio, sono tornati a casa bastonati e contenti. NO COPYRIGHT. Le idee in Movimento non sono di nessuno e sono di tutti. Aiutaci a diffonderle! La Libertà ha un prezzo! Aiutaci a sostenerlo! La distribuzione del giornalino è gratuita con sottoscrizione volontaria. Dedotte le spese, la raccolta di questa edizione sarà consegnata all’Associazione AMNESTY INTERNATIONAL. 1 Disperazione e speranza: bagliori nella notte Camminare per la via. Guardarsi intorno. Capita spesso. Non vedere nulla di bello, nulla di interessante. La gente spensierata parla di scarpe. Intanto un’altra autobomba illumina una piazza di Baghdad. Qualcuno guarda una vetrina commentando l’eccessivo prezzo; la colpa è dell’inflazione. Gli spari squarciano la notte di Kabul. Qualcuno si lamenta di un voto ingiusto, altri del proprio lavoro. Il fuoco violenta l’ennesima favela di Caracas, spezzando le speranze di chi già non aveva più sogni. Qualcun altro sorride, ascoltando i dettagli di un’avventura amorosa. Ragazzi con un fucile in mano muoiono nelle strade di Mogadiscio. La gente ha smesso di pensare. Sorrisi e disperazione. Le due facce della medaglia. I due poli del mondo. Sale una sensazione di disprezzo. Capita spesso. Disprezzo verso l’ignoranza, verso la falsa felicità prenatalizia, verso chi si limita a guardare solo dentro casa. Un bambino assetato cammina per una via di Maputo. Tornare a casa e accendere la televisione. Sentire il telegiornale. Israele uccide 19 civili palestinesi, donne e bambini. Un errore tecnico. Il Papa rimprovera il Governo di Israele. Lo rimprovera per aver permesso il gay pride. Occhi scuri colmi di rabbia, terreno fertile per il terrorismo. Grandi economisti parlano di PIL, di crescita economica, di competitività. I contadini colombiani coltivano tutto il giorno la pianta della cocaina per pochi centesimi. Chissà che farebbero se sapessero che nel viaggio verso l’Europa il prezzo aumenta di 10.000 volte. Sale il rigetto verso una società marcia. Nausea. Fastidio perché ci si sente nulli, impotenti, diversi. Odio verso la massa indifferente. Viene voglia di scappare, di abbandonare tutto. Capita spesso. Sconvolgimento. Ritrovarsi di fronte ad un bel paesaggio. Un tramonto che si trascina dietro la pineta. Sensazione di pace. Non capita spesso. In pochi istanti ci si rende conto che qualcosa è rimasto. C’è ancora qualcosa per cui vale la pena combattere. Sono lontani i tempi in cui si poteva lottare per qualcosa di concreto, in cui si credeva di poter cambiare il mondo. L’assalto al cielo è fallito lasciandoci in eredità solo rovine. La televisione ha annullato la nostra rabbia. Eppure c’è ancora qualcosa per cui vale la pena combattere. Anche se non si ottiene nulla, l’importante è mantenere ancora viva la fiaccola della speranza che illumina il buio della notte e della mente. Un barlume di lucidità contro il menefreghismo moderno. I tempi cambiano. Capita spesso. Prima o poi qualcuno inizierà a guardarsi attorno, sempre con più forza combatterà l’impotenza, la schiavitù delle menti, spezzerà le catene dell’ignoranza. Allora la gente aprirà gli occhi, capirà. Finalmente qualcosa cambierà. Non si può vivere senza questa speranza. La speranza di un futuro diverso. È solo questo per cui vale ancora la pena di combattere. La speranza. Gabriele Bizzoca 2 Guerra al Terrore Anche quest’anno la guerra al terrore è stata usata come strumento per continuare a violare i diritti umani in tutto il mondo. La non volontà di tutelare i diritti dei cittadini da parte dei governi ha avuto come unico risultato la mancanza di sicurezza e il proliferare di violazioni e abusi. I governi, nel tentativo di rendere legali le violazioni dei diritti umani, hanno continuato con la retorica secondo cui tali diritti sono un ostacolo alla sicurezza, e non un requisito essenziale. Si è arrivati al punto che nel Regno Unito qualcuno ha presentato alla Camera dei Lords un progetto di legge che avrebbe reso ammissibili prove estorte con la tortura. Anche negli U.S.A. il governo Bush è stato fortemente contestato per le torture commesse sui prigionieri sospettati di terrorismo. Inoltre, grazie anche all’opinione pubblica, è stata smascherata la prassi della “rendition” secondo la quale i paesi “occidentali” lasciano il lavoro sporco, quello di torturare i prigionieri, a paesi come l’Arabia Saudita, lo Yemen, l’Egitto e la Siria noti per l’utilizzo sistematico della tortura nelle carceri. Alcuni giornalisti hanno rilevato l’esistenza di “buchi neri” ossia prigioni segrete gestite dagli stessi U.S.A., probabilmente dalla C.I.A., in Afghanistan, Iraq, Giordania, Pakistan, Thailandia, Uzbekistan nelle quali si sospetta ci siano dei prigionieri “scomparsi”. Una sola cosa è chiara in tutto ciò, che le politiche repressive e le violazioni in nome della guerra preventiva al terrore hanno fallito: secondo il Dipartimento di Stato degli U.S.A. nel 2005 ci sono stati 11.000 attentati terroristici che hanno causato oltre 14.600 vittime, di cui 8.300 in Iraq. Inoltre la lotta al terrorismo ha legittimato molti governi a reprimere minoranze politiche e attivisti di diritti umani come in Uzbekistan dove nel maggio 2006 le forze governative hanno aperto il fuoco sulla folla che protestava contro il governo del presidente Karimov uccidendo centinaia di civili . In alcuni paesi asiatici come la Cina la repressione ha raggiunto anche i media come Internet dove aziende come Yahoo, Google e Microsoft hanno dovuto adattare i loro prodotti per impedire alla popolazione di accedere, attraverso i loro portali, a siti non graditi alle autorità. Purtroppo la “guerra al terrore” ha creato un mondo dove l’individuo viene discriminato, accusato e condannato più sulla base di quello che rappresenta che su fatti realmente compiuti. Nonostante tutto la situazione dei diritti umani nel mondo è leggermente migliorata ma la strada è lunga e più si è in compagnia più la si percorre meglio. David Dehghan Tarz 3 Atto D’amore Per Rieti Woody Guthrie, il cantore dei diseredati e dei braccianti americani, scriveva Questa terra è la mia terra. Solo chi è innamorato della bellezza riesce ad amare la propria terra e, contemporaneamente, rispettare quella altrui. Nascemmo reatini (e su queste radici siamo ben radicati) e siamo diventati cittadini del mondo. Fieri delle nostre due anime, presentiamo il testo di una canzone dei Sud Sound System che esprime al meglio questa sintesi di radici, ali e desiderio di notti stellate. LE RADICI CA TIENI (Album: Lontano) LE RADICI CHE HAI Se nu te scierri mai delle radici ca tieni rispetti puru quiddre delli paisi lontani! Se nu te scierri mai de du ede ca ieni dai chiu valore alla cultura ca tieni! Simu salentini, dellu munnu cittadini, radicati alli messapi cu li greci e bizantini, uniti intra stu stile osce cu li giamaicani: dimme mo de du ede ca sta bieni! Se non ti dimentichi mai delle radici che hai rispetti pure quelle dei paesi lontani! Se non ti dimentichi mai da dove vieni dai più valore alla cultura che hai! Siamo salentini, del mondo cittadini, radicati ai messapi con i greci e bizantini uniti in questo stile oggi ai giamaicani: dimmi adesso da dove è che stai venendo! Egnu dellu salentu e quannu mpunnu parlu dialettu e nu mbede filu no ca l’italianu nu lu sacciu ca se me mintu cu riflettu parlu lu jamaicanu strittu perche l’importante e cu sai nu pocu de tuttu anche se de tuttu a fiate me ne futtu ma se na cosa me interessa su capace puru me fissu, se ete quiddhru ca oiu fazzu me mintu ddhrai e fazzu cè pozzu perche addrhu bessere ieu ca decidu te mie stessu ca la vera cultura è cu sai vivere cu biessi testu ma sempre sensibile puru ca la vita ete dura è meiu sai amare puru quannu te pare ca ete impossibile. Vengo dal Salento e quando tocca a me parlo dialetto e non è che l’italiano non lo conosco perché se mi metto a pensare parlo giamaicano stretto perché l’importante è sapere un poco di tutto anche se di tutto a volte me ne fotto ma se una cosa mi interessa sono capace anche di fissarmi, se è quello che voglio fare mi metto lì e faccio quel che posso perché devo essere io che decido di me stesso perché la vera cultura è saper vivere essere tosto ma sempre sensibile anche se la vita è dura è meglio saper amare anche quando ti sembra che è impossibile. Me la difendu, la tegnu stritta cullu core la cultura mia rappresenta quiddru ca é statau e ca ha benire. Intra stu munnu, a du nu tene chiui valore ci parla diversu o de diversu ede culure, te ne leanu tuttu puru la voglia de amare, cussi ca tanta gente a pacciu modu stae a regire! Te ne leanu tuttu puru le ricchie pe sentire ci chiange e chiede aiutu pe li torti ca stae a subire. Te ne leanu puru la terra de sutta li piedi, se cattanu tuttu quiddru a cui tie nci tieni Me dispiace pe tuttu quiddru ca ne sta gliati ma stamu ancora quai, de quai nu ne limu mai sciuti! Me la difendo, la tengo stretta al cuore, la cultura mia rappresenta quel che è stato e quel che deve venire. In questo mondo, dove non ha più valore chi parla diversamente o è diverso di colore, ti tolgono tutto anche la voglia di amare, così che tante gente reagisce in modo pazzesco! Ti tolgono tutto, anche le orecchie per sentire chi piange e chiede aiuto per i torti che sta subendo. Ti tolgono anche la terra da sotto i piedi si comprano tutto quello a cui tu tieni. Mi dispiace per tutto quello che ci state togliendo ma stiamo ancora qui, da qui non ce ne siamo mai andati! E riu della terra a du nce sempre lu sule a du la gente cerca umbra ca la po defrescare. Stae scrittu sulle petre quiddru ca aggiu capire su parole antiche percé l’uomu nu po cangiare! Memoria ede cultura e bede quistu ca ole: Arrivo dalla terra dove c’è sempre il sole, dove la gente cerca ombra per rinfrescarsi. Sta scritto sulle pietre quel che devo capire sono parole antiche perché l’uomo non può cambiare! Memoria è cultura, ed è questo che vuole: 4 recorda ce ha successu cussì pueti capire, lu boia denta vittima puru dopu menz’ura ma la vittima denta boia se nu tene cultura! ricorda quel che è successo così puoi capire, il boia diventa vittima anche dopo mezzora ma la vittima diventa boia se non ha cultura! Su ste radici nui stamu ben radicati, ni fannu amare populi mai canusciuti, ni scosta de ci medita l’odiu e la guerra ma de sti criminali la mente mia nu se scerra! Su queste radici noi stiamo ben radicati, questo ci fa amare popoli mai conosciuti, ci scosta da chi medita l’odio e la guerra ma di questi criminali la mia mente non si dimentica! Quannu poi difendila! E’ la terra toa, amala e difendila! Ntorna moi, difendila! Quannu poi difendila! E’ la terra toa, amala e difendila! De cine? De ci ole cu specula e corrompe, difendila! De ci ole sfrutta l’ignoranza, difendila! De ci ole svende l’arte noscia, difendila! De ci nu bole crisca ancora, difendila! Pe ci nu tene chiù speranza, pe ci ha rimastu senza forza, difendila! Pe ci nu pote ma nci crite, difendila! Pe ci nu te pote secutare, difendila! Quando puoi difendila! E’ la terra tua, amala e difendila! Di nuovo, difendila! Quando puoi difendila! E’ la terra tua, amala e difendila! Da chi? Da chi vuole speculare e corrompere, difendila! Da chi vuole sfruttare l’ignoranza, difendila! Da chi vuole svendere la nostra arte, difendila! Da chi non vuole che cresca ancora, difendila! Per chi non ha più speranza, per chi è rimasto senza forza, difendila! Per chi non può ma ci crede, difendila! Per chi non ti può seguire, difendila! Egnu de lu salentu e quannu mpunnu parlu dialettu e nu bete pecce ca l’Italianu nullu sacciu ca se buenu me recordu do parole de woolof africanu chep gen è lu risu cullu pisce ca se mangia culle manu e “mu nu mu cu bbai” vuol dire nun ne pozzu fare a menu Vengo dal Salento e quando tocca a me parlo dialetto e non è che l’italiano non lo conosco perché se mi ricordo bene due parole di woolof africano chep gen è il riso col pesce che si mangia con le mani e “mu nu mu cu bbai” vuol dire non ne posso fare a meno e ”man gi dem man gi dem” vuol dire sciamu, moi sciamu e ”man gi dem man gi dem” vuol dire andiamo, ora andiamo a du ete ca uei basta ca rispettu purtamu dove vuoi, basta che portiamo rispetto e ca ne facimu rispettare pe quiddhri ca simu e che ci facciamo rispettare per quel che siamo ca la cultura vera è cu sai itere perché la cultura vera è saper vedere la realtà pe quiddhra ca ete, la realtà per quel che è, sia ca è facile sia ca è difficile: sia che sia facile sia che sia difficile: la cultura vera è cu sai capire la cultura vera è saper capire ci tene veramente besegnu e ci ete lu chiu debole. chi ha veramente bisogno e chi è il più debole. Me la difendu, stritta e forte cullu core: quista e’ la poesia ca crea sta terra cull’amore. Quiddra ca muti, tenenu modu te sentire grazie a ci la porta in giru, oci a quai la po saggiare. Me la difendo, stretta e forte al cuore: questa è la poesia che crea questa terra con l’amore. Quella che molti hanno modo di sentire grazie a chi la porta in giro, oggi qui la può assaggiare. E riu della terra a du nce sempre lu sule e alla gente ca ria nci pensa sempre lu mare! A quai stae scrittu sulle petre ce aggiu capire cercu cu te le spiegu, perché nu ta scerrare! E arrivo dalla terra dove c’è sempre il sole e alla gente che arriva ci pensa sempre il mare! Qui sta scritto sulle pietre quel che devo capire cerco di spiegartelo, perché non devi dimenticarlo! Quannu poi difendila! E’ la terra toa, amala e difendila! Ntorna moi, difendila! Quannu poi difendila! E’ la terra toa, amala e difendila! Quando puoi difendila! E’ la terra tua, amala e difendila! Di nuovo, difendila! Quando puoi difendila! E’ la terra tua, amala e difendila! 5 L’ORO BLU L’acqua come il petrolio? Immaginate che sia estate. Caldo, molto caldo. State sudando e cercate qualcosa per rinfrescarvi. Aprite il rubinetto, lasciate scorrere l’acqua finché non diventi fresca e ne bevete un bel bicchiere. Quale miglior cosa potreste fare? Beh, pensate che oggi molte persone non possono farlo. È per questo che oggi l’acqua potabile sta diventando un problema mondiale. Nel 2020 saranno addirittura tre miliardi di persone che non avranno accesso a fonti di acqua potabile. Le principali cause di tutto ciò sono l’inquinamento, l’aumento della popolazione terrestre e i cambiamenti climatici. Come al solito, quando c’è un problema sociale molto vasto, nessuno cerca una soluzione perché nessuno la vuole trovare. Considerate che nel 2020 la popolazione terrestre ammonterà a 8 miliardi di persone e quindi più di 1/3 sarà senza acqua. Chi controllerà le fonti d’acqua avrà in mano un potere inimmaginabile. Controllare l’acqua significa controllare la vita umana perché senza acqua non si può vivere. Oggi si fanno le guerre, violentando la parola “democrazia”, per il petrolio e domani? Questa gente senza scrupoli avida di denaro e quindi di potere credete che si fermerà qui? Domani si combatterà per l’acqua. Fin adesso si è sempre parlato di “oro nero” ma ora si comincia a parlare di “oro blu”. Come al solito quando ci sono interessi economici così grandi entrano in gioco le multinazionali. Le più grandi del settore sono la Vivendi e la Ondeo, entrambi francesi. Hanno un fatturato di oltre 70 miliardi di euro e hanno una posizione di tutto rispetto sulla scena internazionale. La Ondeo è presente in circa 20 paesi e gestisce il servizio idrico in 14 grandi città come Manila, Budapest e Indianapolis. Queste aziende hanno proliferato in quei paesi dove si è preferito privatizzare il servizio idrico, come la Francia o l’Inghilterra, dove il costo dell’acqua è aumentato mediamente del 50% con picchi massimi del 154% nella città di Parigi. Questa gestione privatistica ha creato anche casi paradossali come quello di Manila dove il costo è diminuito per i ricchi e aumentato per i poveri. Di fronte ad un così alto aumento di prezzo chiunque immagina un miglioramento del servizio. Purtroppo non è così. Queste aziende hanno pensato solo ai propri interessi di guadagno a scapito dei consumatori e quindi delle persone. Come succede per il petrolio, anche per l’acqua non si pensa ai problemi di chi consuma ma solo ai guadagni di chi produce infatti si comincia a parlare addirittura di petrolizzazione dell’acqua. Ciò succede perché l’acqua non è considerato un bene necessario per la vita ma un bene di mercato. Certo, il mercato è il miglior meccanismo di regolazione del prezzo basandosi sulla domanda e sull’offerta dei beni, ma l’acqua non è un bene di cui si può fare a meno, non lo si può sostituire con un altro, magari di prezzo inferiore. L’acqua è un bene primario, necessario per la vita, ed è per questo che non può essere visto come un bene di consumo su cui avere esorbitanti guadagni. Le multinazionali si sono gettate a capofitto nel problema della mancanza di acqua potabile. 6 Problema che spesso e volentieri è causato dalla politica dei stessi governi come ad esempio in Cina dove sono presenti il 40 % delle risorse idriche mondiali ma 1/3 dei fiumi è inquinato e nella metà delle città l’acqua non è potabile. Ciò a causa della politica che sta attuando il governo di Pechino. Come tutti sanno la Cina è in pieno boom economico a tal punto che sta diventando una delle più grandi potenze economiche mondiali. Questo perché il governo ha messo al primo posto la politica industriale e il suo sviluppo. Bello, importante, giusto direbbero in molti ma purtroppo si sono dimenticati di un dettaglio fondamentale: l’inquinamento. Il governo cinese ha messo completamente da parte la tutela dell’ambiente. Come al solito chi ne approfitta? Le nostre “care” multinazionali. Non potendo bere l’acqua di rubinetto i cinesi sono costretti a comprare l’acqua imbottigliata e i maggiori produttori sono proprio la Nestle, la Danone e la Coca Cola. L’acqua è un problema mondiale che riguarda tutti, e che inizia a riguardarci molto da vicino. Anche in Italia infatti si è parlato molto di privatizzare l’acqua con svariate promesse di miglioramenti dei servizi, promesse di creare società in parte pubbliche e in parte private per scongiurare l’ipotesi che imprenditori avidi di guadagni controllino l’acqua. Tutte balle. Si è visto cosa succede a privatizzare l’acqua. Si crea una società in parte pubblica e in parte privata e quindi si crea qualche “poltrona” in più da occupare, si fa in modo che a rappresentare la parte pubblica siano persone che stanno al gioco dei privati e il gioco è fatto: gli imprenditori fanno sempre e comunque il comodo loro. Da tutti questi fatti emerge una cosa chiara: l’acqua DEVE essere necessariamente pubblica specialmente in paesi come il nostro dove problemi molto grandi non ce ne sono (fortunatamente non moriamo di sete anzi sprechiamo molta acqua). L’acqua è vita. 2/3 del pianeta Terra e il 70% del corpo umano sono fatti di acqua. Ogni essere vivente deve poter accedere all’acqua e non solo pochi. Ma soprattutto deve poterlo fare liberamente senza nessun controllo, guadagno o restrizione da parte di qualcuno. L’acqua è un diritto dell’umanità non possiamo farcelo “rubare” dai soliti noti che si mascherano da salvatori e da eroi solo per fare i propri interessi. In molti dicono che la soluzione a questo problema è una soluzione politica da parte dei governi ma i governi e la politica la fanno le persone. Noi, gente comune, dobbiamo risolvere il problema facendo valere i nostri diritti. Svegliamoci, non facciamo finta di niente. Il problema dell’acqua esiste ed è gravissimo. Se non si trova una soluzione potremmo ritrovarci in mezzo ad una guerra per l’acqua e magari, nel 2020, ritrovarci in quei 3 miliardi di persone che non hanno accesso all’acqua. Francesco Cenami 7 Una piccola storia tutta Italiana Alla voce massoneria, il dizionario riporta: “associazione di persone legate da reciproci interessi”; questa definizione può essere considerata vera ma largamente approssimativa e alquanto riduttiva. La massoneria nasce intorno al ‘700 in Inghilterra, quando un gruppo di persone dell’alta società decidono di riunirsi in un associazione segreta di tipo iniziatico. Tutto bene fin qui, ma con il tempo il gruppo si ampia e iniziano a nascere ramificazioni in tutti i paesi industrializzati, fino a raccogliere tutti i principali esponenti dell’occidente, fino a contenere tutto il potere necessario per diventare la chiave del mondo. Specificatamente in Italia, grande importanza acquisisce la Loggia Propaganda 2 (P2). Nata agli inizi del ‘900, si sviluppa enormemente dopo la seconda guerra mondiale, quando viene sfruttata dai Servizi Segreti americani per inserire uomini sotto copertura nella società italiana allo scopo di prevenire la minaccia comunista che avrebbe danneggiato gli interessi nordamericani in Italia. A partire da questo momento, la Loggia P2 cresce in modo esponenziale, anche grazie al contributo di Licio Gelli, un piccolo imprenditore dal passato dichiaratamente fascista (volontario Franchista in Spagna e agente di collegamento con i nazisti in Jugoslavia), il quale riunisce nella P2 tutte le piccole logge deviate ed in breve tempo ne diventa Gran Maestro Venerabile. Inizia così, uno dei capitoli più bui della storia d’Italia. Centinaia di esponenti di spicco della politica, della magistratura, della finanza, senza contare i generali dei carabinieri, dell’esercito, ammiragli della marina e dirigenti dei Servizi Segreti, entrano in contatto e vengono iniziati. E’ il 1981 quando la P2 viene scoperta e scoppia lo scandalo. Immediatamente il Parlamento scioglie l’organizzazione, arrivano le prime condanne (con i relativi NON arresti, o con le dovute scarcerazioni immediate), ma soprattutto vengono alla luce i primi documenti, per la verità troppo pochi (basti pensare che si calcola che gli iscritti fossero tra i 2500 e i 3000, mentre nella lista ritrovata ne risultano poco più di 900). Nella lista “ufficiale” troviamo 208 appartenenti alle forze armate, 67 politici che diventano 130 se si contano anche i segretari dei partiti e i dirigenti ministeriali, 49 banchieri, 27 giornalisti, 10 dirigenti RAI, 18 magistrati, e poi dirigenti editoriali, provveditori agli studi, presidenti di società pubbliche e private e così via. Vengono fuori i primi nomi eccellenti, tra i quali Maurizio Costanzo, Fabrizio Trecca, Amilcare Fanfani, Arnaldo Forlani, Francesco Cossiga, Antonio Amato, Vittorio Emanuele III ed un giovane imprenditore dal nome ancora anonimo e dal futuro glorioso: Silvio Berlusconi. Molto chiacchierati, ma non certificati, i rapporti con Giulio Andreotti e Giovanni Leone (Presidente della Repubblica costretto alle dimissioni per una tangente). Vengono alla luce i procedimenti, attraverso i quali progettano (e realizzano) i modi più efficaci e rapidi per accaparrarsi ogni posto di potere e che per lo più prevedono la selezione di uomini da posizionare in punti chiave dello Stato con lo scopo di assicurarsi ognuno la propria zona di potere. Insomma, è una rete di potere vera e propria. Tra i documenti sequestrati salta all’occhio il cosiddetto “Piano di Rinascita Democratica” in cui troviamo gli obiettivi, che variano da stampa a politica passando per Magistratura e forze dell’ordine; La cosa più interessante è dare uno sguardo al programma dell’associazione: tra le emergenze veniva riportata: • la manipolazione della pubblica opinione attraverso l’acquisizione di quotidiani e 8 settimanali (sempre attraverso la tattica del posizionamento di 2 o 3 uomini strategici nelle sedi dei giornali); • l’istigazione alla dissoluzione dei sindacati CISL e UIL in favore di una futura aggregazione di sindacati autonomi; • la selezione di uomini da inserire nella magistratura e nel governo per manipolare ogni ambito della società; • la dissoluzione della RAI in nome della libertà di antenna e la creazione della TV via cavo per controllare ed indirizzare l’opinione pubblica media. • L’inserimento di poche persone selezionate in ciascun partito politico, o, ancor meglio, attraverso la spinta alla creazione di nuovi partiti in centro destra e in centro sinistra. Se tutto questo può sembrare ormai passato (dopotutto si tratta di quasi trent’anni fa), è interessante seguire la dinamica politica italiana che nel 1994 vede nascere un partito di centro destra fondato proprio da quell’anonimo imprenditore che tredici anni prima compariva nella lista: Forza Italia che, dopo una breve parentesi un po’ confusa, nel 2001 si ritrova al governo fino al 2006. A dir poco inquietante è guardare con attenzione le riforme attuate o proposte durante la sua legislatura. - Spinta per far rientrare in Italia Vittorio Emanuele III; - Creazione del digitale terrestre; - Riforma costituzionale del lavoro; - Riforma della scuola abbandonando il sistema egualitario in quanto provoca (secondo loro) delusione e apatia nei giovani e il conseguente ricorso alla droga; Spostamento del potere dal Parlamento al governo e nuovo ordinamento del governo con maggiori poteri al Primo Ministro; - Riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio Superiore della Magistratura per la separazione delle carriere dei magistrati; - Incentivazione alla creazione di sindacati autonomi - Riforma tributaria ATTENZIONE: Questa potrebbe sembrare la lista delle riforme del governo Berlusconi, già attuate o promesse nell’ultima campagna elettorale: in realtà sono solo alcuni dei punti del programma della Loggia massonica P 2. È inevitabile constatarne la perfetta congruenza. Si scoprirono poi implicazioni dirette o indirette della P2 in molti tra gli eventi più deplorevoli del dopoguerra Italiano, tra i quali sarebbero da citare: • le stragi del treno Italicus, di Bologna, di Ustica, di Piazza Fontana, del rapido 904; • gli omicidi Calvi, Pecorelli e Semerari; • il colpo di stato in Argentina e i tentativi in Italia di colpo di stato Borghese e della Rosa dei Venti; • il falso rapimento Sindona, implicazioni nei depistagli durante il rapimento Moro, rapimenti Bulgari, Ortolani, Amedeo, Danesi e Amati; • traffici vari di armi e droga; riciclaggio di narcodollari; • stretti rapporti con la banda della Magliana, con la mafia, con la ‘ndrangheta, con la camorra, con i servizi segreti internazionali (tra i quali la CIA) e italiani (SIFAR, SISDE e SISMI); • crack Sindona, Banco Ambrosiano e Finabank, caso Rizzoli-Corriere della Sera, caso ENI-PETRONIM, scandalo dei Petroli; • cospirazioni politiche di Viezzer, di Giudice e di Musumeci; • falsificazione documenti di La Bruna e chissà quanto altro (dato che Licio Gelli recentemente ha dichiarato che la parte più consistente di documenti non fu mai ritrovata perché portata in Brasile e bruciata). Nonostante le condanne degli anni ’80, gli esponenti della Loggia circolano e agiscono ancora e il Gran Maestro Licio Gelli non ha mai trascorso un solo giorno in carcere, anzi, dall’alto della sua Venerabile persona, ogni giorno incontra politici e imprenditori, viene invitato a cerimonie e pranzi dell’alta società italiana e internazionale, e rilascia interviste nelle quali si vanta del suo passato. Non c’è nulla di passato in tutto questo, ogni giorno nascono nuove Logge e la massoneria continua a vivere accanto e sopra di noi, senza che nessuno la fermi o almeno la ostacoli. Queste sono le Lobby, sono i poteri forti e occulti italiani che strisciano nascosti dal velo della democrazia. Checco 9 LE GUERRE DIMENTICATE Quante e quali sono le guerre dimenticate? Perché a fronte di milioni di vittime i mass media mostrano indifferenza dando poco rilievo a tali tematiche? Il valore della vita non dovrebbe avere lo stesso peso a prescindere dall’area geopolitica in cui in conflitti avvengono? I conflitti oggi in corso sono costati la vita, finora, a più di cinque milioni e mezzo di persone. Se ai conflitti attuali aggiungiamo le guerre conclusesi negli ultimi cinque anni (Sierra Leone, Liberia, Sud Sudan, Congo Brazzaville, Eritrea-Etiopia, ) il bilancio delle vittime sale a sette milioni e settecentomila morti. La maggior parte delle guerre sono dimenticate perchè i nostri governanti non hanno interessi economici che li spingano ad intervenire. In Iraq invece l'intervento c'è stato, con la pretesa di voler portare la 'democrazia', per salvaguardare il mercato del petrolio. Il silenzio mediatico in aree di crisi è un argomento spinoso e scomodo, che, in una realtà dominata dall’egemonia dei media che garantiscono il diritto di “esistenza”, condanna alcune realtà alla totale invisibilità. Per ricordare, solo per ricordare Guerre Congo R.D.-Kinshasa Sudan Ruanda Somalia Afghanistan Burundi Liberia Filippine Cecenia Aceh (Indonesia) Kashmir Etiopia/Eritrea Sri - Lanka Iraq Uganda Irlanda del Nord Nepal Colombia Rep. Centrafricana Nigeria Israele - Palestina Haiti Morti 2.500.000 2.150.000 1.000.000 500.000 400.000 300.000 250.000 150.000 140.000 90.000 70.000 70.000 64.000 12.000 10.000 3.300 1.800 1.200 N.D. N.D. N.D. N.D. di cui Civili 2.150.000 2.000.000 1.000.000 480.000 N.D. N.D. N.D. N.D. 100.000 82.000 55.000 N.D. N.D. 10.715 9.000 N.D. 1.800 1.150 N.D. N.D. N.D. N.D. 10 …NELLA NOSTRA ISOLA DESERTA… Autore: BandaBardò Titolo: Fuori Orario Si tratta di una raccolta delle canzoni più cantate e ascoltate della mitica band fiorentina che ormai da anni riunisce ascoltatori di ogni parte d’Italia per cantare e ballare insieme. Ogni brano sembra possedere una propria individualità fatta di amore e spensieratezza, ma è proprio la ricerca di questa tranquillità a riportare alla luce qualche pezzo di malinconia e solitudine proprio di ogni uomo. E’ la straordinaria capacità di riuscire a mettere insieme sfondi così diversi in un unico lavoro senza lasciare mai la sensazione di ascoltare mondi opposti, a rendere speciale questo gruppo. Quasi incredibile è il risultato, che porta l’immaginazione a toccare sfondi indefiniti, mentre la ricchissima possibilità di interpretazione del testo porta ogni singolo individuo a sfiorare i propri desideri e ad immaginare atmosfere sempre diverse accomunate da un'unica voglia di allegria. E’ l’innata voglia di festa propria dell’uomo che riesce, comunque, a ritagliarsi il suo spazio personale di pensieri e riflessioni, a trapelare da questo come dagli altri album. Dimostrano ancora una volta di non badare al guadagno con questo doppio cd a prezzo stracciato comprendente anche qualche inedito. Autore: Paul Greengrass Titolo: Bloody Sunday Il cinema ha, tra i suoi innumerevoli compiti, quello di ricordarci dei passaggi nodali della Storia. È il caso del film di Greengrass che passa da un film che si potrebbe definire romantico come La teoria del volo a una cronaca dura e realistica. Irlanda del Nord, 30 gennaio 1972. Tredici persone muoiono e 14 vengono ferite dalle pallottole dell’esercito britannico che reprime in questo modo una manifestazione pacifica contro una legge che prevede la detenzione preventiva. La giornata verrà ricordata e celebrata come la “Domenica di Sangue”. Il film descrive in dettaglio gli eventi di quel giorno festivo seguendo quattro personaggi: Ivan Cooper, un cattolico che lotta per i diritti civili; Gerry Donaghy, un cattolico che ama una protestante; il generale MacLellan che guida le truppe britanniche e un soldato che si trova nell’occhio del ciclone. Un film di guerra sulla lotta per la pace. autore: Subcomandante Marcos e Paco Ignazio Taibo II Titolo: Morti scomodi Prendete il subcomandante Marcos, leader dell’esercito zapatista , che dal Chiapas contatta Paco Ignacio Taibo II e gli propone di scrivere un romanzo giallo a quattro mani. Prendete due detective dalla parte dei “fottuti di sempre”, con i loro difetti fisici, le loro difficoltà di linguaggio, le loro diverse esperienze. Prendete il cattivo di turno, che questa volta ha come nome Morales, ma che in realtà diventa paradigma del male, del malvagio, della sopraffazione. Questi sono i concetti che animano “Morti scomodi”, l’affascinante esperimento che può dirsi pienamente riuscito. Morales è un nome dietro il quale si celano i torturatori, i corrotti, i violenti, gli assassini, in una parola, il male. È questa parola che viene investigata, sviscerata, condannata. Ed è contro questa parola che il subcomandante Marcos rivolge i suoi strali: lo scrittore diventa politico e accusa senza mezzi termini il presidente del Messico Fox e un’intera classe politica, senza risparmiare l’amministrazione Bush. Un libro sicuramente 11 interessante, arricchito dall’agile e viva traduzione di Pino Cacucci. Senza dimenticare che tutti i diritti d’autore di “Morti scomodi” sono destinati alla realizzazione di progetti in Chiapas. 12 INVISIBILI Minori migranti detenuti all’arrivo in Italia protezione in ogni circostanza e gli standard internazionali richiedono che i minori non accompagnati non siano mai detenuti. La ricerca svolta da Amnesty International descrive un quadro allarmante. Quando si parla di Amnesty International la mente va a paesi lontani dove la violazione dei diritti umani è sistematica. Ma ultimamente Amnesty International ha lanciato una campagna che riguarda da vicino l’Italia e le sue leggi. La campagna si intitola INVISIBILI e riguarda bambini e adolescenti fermati al momento dello sbarco lungo le coste siciliane e detenuti nei Cpt (Centri di Permanenza Temporanea). Arrivano in Italia attraversando il Mediterraneo su piccole barche insicure, insieme a più ampi gruppi di adulti, in fuga dalla violenza e povertà. Sono sia bambini che viaggiano tra le braccia dei genitori richiedenti asilo politico, sia adolescenti soli provenienti dall’Africa o dal Medio Oriente. Perché Invisibili? Dopo il loro arrivo in Italia, sono rinchiusi nei centri di detenzione per migranti, in spregio delle norme internazionali, per le quali la detenzione dei minori è una misura eccezionale da applicare solo in casi estremi. Le leggi italiane li trascurano e le statistiche non li contano rendendoli Invisibili. Le informazioni raccolte da Amnesty International e dalle altre organizzazioni umanitarie parlano di oltre 900 casi che riguardano la presenza di minori nei centri di detenzione per stranieri e si ritiene che sia venuta alla luce solo una piccola parte del fenomeno. Amnesty International riconosce la potestà degli Stati di controllare l’ingresso, la residenza e l’allontanamento dei cittadini stranieri dal proprio territorio; tuttavia questo diritto deve essere esercitato nel rispetto dei diritti fondamentali di migranti e richiedenti asilo soprattutto quando parliamo di categorie vulnerabili, tra cui i minori. La minore età, infatti, implica una particolare condizione, alla quale spetta una speciale Rispetto alla detenzione dei minori e richiedenti asilo, si è preoccupati per le denunce che riguardano: • la dubbia legittimità della detenzione dei minori applicata senza chiare basi legali in un lasso di tempo ingiustificato e senza modalità d’appello, • la detenzione illegale e il trattamento inadeguato verso i minori non accompagnati includendo le perquisizioni corporali e il sequestro di beni personali all’arrivo, • la ricorrente mancanza di separazione tra minori e adulti estranei al nucleo familiare, • la scarsa informazione sui diritti dei minori in Italia fornita ai minori stessi e alle famiglie, • il trattamento inadeguato sui minori all’arrivo e durante il trasferimento verso i centri di detenzione e le condizioni di vita inadeguate nelle strutture in cui viene detenuto il minore. E’ davvero giunto il momento che il governo italiano ponga rimedio alle violazioni dei diritti umani che si verificano contro i minori immigrati. L’Italia deve dimostrare le sue buone intenzioni abolendo tale Invisibilità consentendo alle Organizzazioni umanitarie non governative di entrare nei centri di detenzione. Deve inoltre porre fine alla detenzione dei minori e adottare leggi organiche per l’asilo e garantire la necessaria protezione di questi bambini che già soffrono per la fame e la miseria. Simone Rossi 12
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