Il processo di socializzazione tra habitus ed
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Il processo di socializzazione tra habitus ed
Il processo di socializzazione: classi sociali, habitus e diseguaglianze Orazio Giancola Università di Roma “Sapienza”, Facoltà di Sociologia Il concetto di socializzazione.1 Socializzazione primaria = l’insieme dei processi volti ad assicurare all’individuo la formazione delle competenze sociali di base. Avviene durante i primi anni di vita fino al raggiungimento dell’età scolare. Competenze sociali di base: acquisizione di un livello minimo di competenza comunicativa, ossia la capacità di usare il linguaggio per scambiare informazioni con gli altri membri sviluppo della capacità di entrare in rapporto con gli altri, scambiando affettività, prestazioni, risorse che consentono lo sviluppo di legami sociali e di forme di cooperazione indispensabili all’esistenza stessa della società Il concetto di socializzazione.2 Socializzazione secondaria = l’insieme dei processi di formazione delle competenze specifiche richieste dall’esercizio dei vari ruoli sociali. Si svolge dall’età scolare, per tutto il corso della vita Competenze sociali specifiche = sono quelle che consentono agli individui di svolgere ruoli particolari e comportano la capacità di usare linguaggi e di disporre di conoscenze condivise soltanto da coloro che sono coinvolti nell’esercizio di tali ruoli Il concetto di socializzazione.3 Agenti di socializzazione famiglia socializzazione primaria, sviluppo dell’identità scuola inizio socializzazione secondaria, rapporti e norme impersonali e oggettivi lavoro formazione professionale gruppo dei pari rapporti simmetrici, assenza di autorità e di subordinazione media formazione di atteggiamenti, opinioni e comportamenti relativi alle più diverse sfere di attività, che possono rafforzare o indebolire l’efficacia dell’azione degli altri agenti di socializzazione Il concetto di socializzazione.4 CHE COS’E’ LA SOCIALIZZAZIONE • La socializzazione è il processo attraverso cui apprendiamo le competenze e gli atteggiamenti connessi ai nostri ruoli sociali. • La socializzazione consente la continuità sociale: è attraverso di essa che i valori, gli ideali e i modelli di comportamento di ogni data società vengono trasmessi intergenerazionalmente. • La socializzazione, comunque, non è un processo univoco. Attraverso resistenza, ribellione e sfida è possibile trasformare il processo di socializzazione. Il concetto di socializzazione.5 La socializzazione è un processo continuo e tutt’altro che lineare. Non solo non vi è coerenza tra i vari agenti che concorrono alla socializzazione di un individuo, ma l’azione di ognuno di essi può non essere, e in genere non è, internamente coerente. In questo quadro l’individuo è agente attivo della propria socializzazione: • sceglie nell’ampia gamma di opportunità di socializzazione • deve farsi carico di gestire l’inevitabile conflitto che, in una società altamente differenziata, si produce tra le varie agenzie di socializzazione. Alcune teorie sociologiche in educazione Teorie funzionaliste (Durkheim, Parsons) Teorie conflittualiste (Marx, Weber, Collins) Teorie della riproduzione sociale e culturale (Bourdieu, Bernstein) Teorie interazioniste e fenomenologiche (Mead, Berger e Luckmann) Pierre Bourdieu (1930-2002) Influenzato contemporaneamente dal marxismo e dallo strutturalismo, Bourdieu si è dedicato in particolare alla sociologia dei processi culturali, elaborando il concetto originale di "violenza simbolica", connessa secondo lui con tutti i processi educativi (acquisizione di capitali culturali, politici e sociali). Inoltre, Bourdieu ha sviluppato il concetto di "habitus", che permette di spiegare la maniera attraverso cui un essere sociale interiorizza la cultura dominante riproducendola. L’individuo è condizionato in un doppio senso: dal campo … • L’individuo è sempre necessariamente inserito in uno spazio sociale istituzionalizzato dove vigono delle “regole del gioco” e una distribuzione diseguale delle risorse necessarie per partecipare al gioco. • Questo fa si che si trovi sempre in posizione più o meno dominante o dominata dello spazio sociale e che il suo interesse sia di conservare o migliorare la propria posizione (appropriandosi delle risorse necessarie o cambiando le regole del gioco e i principi specifici di legittimità). … e dall’habitus • L’individuo poi è condizionato in quanto ha incorporato delle norme e dei valori, delle disposizioni che gli fanno piacere il mondo in un modo specifico, che determina i suoi stili di vita, le sue antipatie e simpatie, che gli fanno provare interesse a giocare il gioco. • L'habitus è anche definibile come "ordine sociale incorporato". L'habitus si ripercuote pertanto sulle pratiche degli agenti sociali, le quali ne disegnano le "traiettorie" sociali, i percorsi che gli individui scelgono di seguire tra i vari possibili . • L’habitus è quindi una struttura, strutturata e strutturante Classi Sociali • Le classi sociali sono raggruppamenti a base economicooccupazionale , culturale e “relazionale” • Allo stesso tempo gli attori appartenenti alla stessa classe sociale condividono stile di vita, culture professionali, agire di consumo,e di conseguenze anche status sociale, prestigio, reputazione … in una parola condividono un “ethos” • La collocazione di classe orienta soprattutto l’agire di consumo e le sue “distinzioni” • Per Bourdieu il campo sociale comprende classi dotate di un diverso capitale che combina ricchezza economica e ricchezza culturale. Schematicamente “ricchi e colti”, “poveri e incolti”, “poveri e colti”, “ricchi e incolti” . Differenziazione dei capitali • Capitale economico: livello di reddito e livello professionale • Capitale culturale: cultura trasmessa dalla famiglia, livello e tipo di istruzione, • Capitale sociale: quantità e qualità delle relazioni sociali Il capitale culturale • …. non è costituito semplicemente dal titolo di studio, ma riguarda l'insieme dei beni simbolici trasmessi dalle varie agenzie educative (anzitutto la famiglia, ma anche la scuola, la cultura libera). Esso determina il livello culturale globale dell'individuo e, allo stesso tempo, le sue possibilità di successo nella competizione sociale. Esso è costituito dalle risorse che hanno un significato per le attitudini dell'individuo, cioè "dall’insieme delle buone maniere, dello stile di vita, del buon gusto oltre che dalle informazioni e conoscenze e delinea pertanto un habitus, che finisce con l’essere un prodotto dell’appartenenza a un determinato gruppo o classe sociale". • Per questo il capitale culturale è anche capitale sociale, ossia un insieme di opportunità che la rete sociale rende disponibile a ogni individuo in termini di relazioni e frequentazioni, per cui egli può, più agevolmente e largamente, acquisire e consolidare conoscenze, informazioni e rapporti sociali (Besozzi, 2007, pp. 173-174). Esiti della socializzazione • Per Bourdieu la socializzazione, in ultima istanza, produce negli individui degli habitus: competenze ad agire, apprese socialmente e messe in atto in maniera irriflessa (ad esempio linguaggio, modi di relazione, modi di fare, modi di pensare …). • La famiglia d’origine è responsabile poi anche della trasmissione di sistemi di valori impliciti ed espliciti, che Bourdieu definisce ethos di classe. • Capitale culturale ed ethos di classe definiscono, quindi, l’eredità culturale che ogni individuo ha a disposizione nel proprio corso di vita • L’individuo può ristrutturare la socializzazione ricevuta (modifica delle “traiettorie”sociali) ,anche se non può azzerarla Come si spiegano le diseguaglianze educative? 1 Capitale culturale ed ethos di classe definiscono l’eredità culturale che ogni allievo porta con sé al suo ingresso nella scuola, dove si confrontano non solo i diversi habitus, ossia i modi d'essere e le abilità di ciascuno, ma anche la ricchezza e/o l'adeguatezza dell'eredità culturale personale. Gli alunni che provengono da famiglie e privilegiate, conseguono maggiori successi formativi: - perché dotati di un patrimonio di conoscenze, abilità e valori che agevolano il percorso formativo; - perché possono contare sull’appoggio materiale e morale dei genitori e in particolare sul loro interesse e coinvolgimento nel processo di istruzione; - perché possono disporre di adeguate risorse finanziarie per l’acquisto di beni (materiale didattico e sussidi) e servizi (es.: lezioni private, trasporto, biblioteca, ecc..) - Perché nei “modi di essere” (ad esempio, parlando una lingua standard e priva di accenti, curando l'aspetto, usando le” buone maniere”) rappresentano per i docenti il perfetto esemplare del “bravo studente”, comunque da valutare positivamente. (Brint, 1999, pp. 198-199) Come si spiegano le diseguaglianze educative? 2 A parere di Bourdieu, la famiglia d’origine trasmette “senza che vi sia un impegno metodico” (Bourdieu, 1971) un’eredità culturale in grado di incidere sull’esperienza scolastica del figlio. Fra gli elementi essenziali di tale eredità c’è un più o meno ampio capitale informativo esprimibile nella consapevolezza dei costi connessi all’istruzione, del valore delle scelte d’indirizzo rispetto alle carriere future, del significato del binomio sanzioni/ricompense vigente nella scuola. Un diverso capitale linguistico, dipendente dal linguaggio usato nell’ambiente familiare e connesso alla capacità di capire e padroneggiare il sistema linguistico della scuola La famiglia d’origine è responsabile poi anche della trasmissione di sistemi di valori impliciti ed espliciti, che Bourdieu definisce ethos di classe. Questi, trovando espressione tanto nell’atteggiamento verso la scuola assunto dagli studenti, quanto nelle aspirazioni dei genitori e degli stessi figli, vanno ad incidere sulle scelte riguardanti l’educazione.
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