Habitus
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L’habitus e Pierre Bourdieu Paolo Jedlowski (2002) Il mondo in questione. Introduzione alla storia del pensiero sociologico Carocci pp. 293-298 Perché hanno luogo le disuguaglianze di opportunità in ambito educativo? scelte degli indirizzi formativi e classe sociale di provenienza Schizzerotto Barone p. 100 voti di maturità di figli borghesi e operai Schizzerotto Barone p. 95 transizione all’università di figli di borghesi e operai Schizzerotto Barone p. 95 scelte degli indirizzi formativi e classe sociale di provenienza Schizzerotto Barone p. 101 perché studenti con buoni voti provenienti da classi sociali basse non scelgono percorsi di studio prestigiosi? teoria della selezione differenziale (neo-marxismo) Effetti della classe di origine sono: 1) effetto primario abilità cognitive e motivazione allo studio trasmessi dalla famiglia condiziona la riuscita nello studio 2) effetto secondario risorse economiche e di potere della famiglia condiziona la capacità di sostenere i costi dello studio (diretti e indiretti) (Bourdieu e Passeron 1964, 1970) (Boudon 1973) (Mare 1980, 1981) teoria della deprivazione culturale (neo-marxismo) gli studenti delle classi inferiori sono stati socializzati ricevendo un diverso: a. capitale culturale – Pierre Bourdieu b. codice linguistico – Basil Bernstein Pierre Bourdieu (1930-2002) Le pratiche non guardare alle azioni come se fossero singole, guardare a condotte, a ciò che è uniforme nel tempo, si standardizza, si consolida le pratiche si creano con l’interiorizzazione di strutture sociali, e costituiscono a loro volta l’esteriorizzazione di ciò che si è interiorizzato Bourdieu (1972) Per una teoria della pratica. Il campo • • • • • economico artistico sportivo giornalistico pedagogico Ogni campo ha il suo tipo di capitale Habitus • versante sociale della “personalità”, del “carattere”: mi aspetto che faccia questo o quello, che veda le cose in questo o quel modo, so che cosa preferisce, a che cosa si sente portato, che cosa giudica alla sua portata • struttura la percezione che il soggetto ha del mondo • corrisponde a un insieme di pratiche ricorrenti • la permanenza in determinati campi genera particolari tipi di habitus Habitus Bourdieu cita degli altri autori, per illustrarlo: • Hume: “appena conosciamo l’impossibilità di soddisfare il desiderio, ecco che il desiderio scompare” • Marx: “Comunque io sia, se non ho soldi per viaggiare, non ne ho bisogno – non ho un bisogno reale di viaggiare– il bisogno non è suscettibile di essere soddisfatto. Comunque io sia, se ho la vocazione a studiare ma me ne mancano i soldi, non ho la vocazione di studiare, cioè non ho una vocazione effettiva, vera.” Bourdieu: “fare di necessità virtù, rifiutare il rifiutato e amare l’inevitabile”. Gli habitus sono “definizioni diverse dell’impossibile, del possibile, del probabile e del certo – rendono certe pratiche, per alcuni, naturali o ragionevoli, per altri, impensabili o scandalose”. Bourdieu (1972) Esquisse d’une théorie de la pratique, 259-261) Habitus e socializzaione “Le necessità economiche e sociali, necessità esterne, pesano attraverso la famiglia (divieti, preoccupazioni, lezioni morali, conflitti, gusti) e così facendo producono le strutture dell’abito, le quali, a loro volta, influenzano il modo in cui vediamo le cose e valutiamo le esperienze.” “Le pratiche si espongono sempre a ricevere sanzioni negative, quando l’ambiente in cui emergono è troppo lontano da quello in cui sono adeguate.” “In questo senso, i conflitti generazionali non oppongono classi di età separate, ma habitus separati.” Bourdieu (1972) Esquisse d’une théorie de la pratique, 260) Habitus Definizione di Bourdieu: “Un sistema di disposizioni durevoli e trasponibili che, integrando tutte le esperienze passate, funziona in ogni momento come matrice di percezioni, valutazioni e azioni, e rende possibile compiere compiti infinitamente differenziati, grazie al trasferimento analogico di schemi, di risolvere problemi simili, che si autocorregge grazie ai risultati ottenuti.” Bourdieu (1972) Esquisse d’une théorie de la pratique, 261-2) Habitus • gli habitus dei membri di un gruppo, o di una classe sociale, si accordano oggettivamente, senza bisogno di interazione diretta, come orologi che segnano tutti la stessa ora. Bourdieu (1972) Esquisse d’une théorie de la pratique) Esercitazione in gruppo: individuate per una di queste pratiche (a scelta) l’habitus corrispondente. Quindi illustratelo bene, nei suoi aspetti cognitivi, nei campi a cui corrisponde, nelle altre pratiche a cui si accompagna. • Nella scuola fascista c’era la pratica di picchiare i bambini con la bacchetta • In Italia c’è la pratica di pagare la tredicesima e in alcuni casi la quattordicesima ai dipendenti • Nelle aziende c’è la pratica illegale di richiedere alle neo-assunte di firmare una lettera di dimissioni in bianco, da usare in caso di gravidanza • Vorremmo diffondere la pratica di non valutare nel I°quadrimestre gli studenti stranieri appena arriva ti in Italia, che stanno ancora imparando la lingua. Campi, habitus e azioni Gli agenti non agiscono sulla base di criteri esplicitamente razionali, ma piuttosto sulla base di logiche pratiche implicite, a partire da sensazioni su come si gioca il gioco (per “sensazioni” leggi “habitus”, per “gioco” leggi “campo”) Habitus e scuola • Bourdieu: i giovani provenienti da classi meno privilegiate hanno l’habitus di non voler continuare gli studi, e di non scegliere le facoltà più prestigiose. • Effetto sulla società – la società riproduce se stessa, le classi sociali si perpetuano per via famigliare, senza mobilità. La scuola quindi non è luogo in cui le carte si rimescolano, e dove i destini sociali si decidono sulla base del merito – come invece si vorrebbe (o si dice) che sia. Capitale economico, culturale, sociale Capitale culturale Capitale sociale • educazione familiare • istruzione ricevuta • credenziali educative • le relazioni di cui si dispone • la capacità di suscitare fiducia • la capacità di mobilitare altri (es. il loro aiuto) • è informale, tacito, poco istituzionalizzato, non molto razionalizzabile Capitale culturale il capitale culturale si acquisisce tramite un apprendimento totale, precoce, impercettibile, che ha luogo in famiglia a partire dai primi giorni di vita gusti – abbigliamento, arredamento, cucina Capitale sociale “Il capitale sociale è la somma delle risorse, attuali o virtuali, che un individuo o un gruppo accumulano in virtù del possesso di una rete durevole di relazioni di conoscenze e riconoscimenti reciproci più o meno istituzionalizzate” Capitale simbolico ESEMPI: dimensione non economica • onore • credito • prestigio • attenzione dono • sospende (o pretende di sospendere, dissimula) l’interesse e il calcolo • non si può restituire subito – offensivo, passa al livello economico solo apparentemente non economica – c’è sempre convertibilità dal capitale materiale a quello simbolico e viceversa dote matrimoniale (studi sulla società cabila) • esibizione della forza materiale e simbolica delle famiglie potenti Bourdieu (1972) Esquisse d’une théorie de la pratique • Tutti i ragazzi a scuola agiscono secondo la socializzazione che hanno ricevuto – ma alcuni habitus (quelli delle classi privilegiate) sono apprezzati dagli insegnanti, altri meno. • Gli studenti percepiscono la loro (differente) riuscita scolastica come effetto dello studio, o delle capacità ‘naturali’, quindi come legittime, ma esse sono dovute piuttosto all’influenza della famiglia. • La scuola esercita violenza simbolica in quanto riproduce la struttura sociale di classe, trasformando degli habitus (stili di linguaggio, comportamenti) e quindi un capitale simbolico o economico, in capitale culturale (voti, titoli di studio). Così facendo non fa che certificare differenze precedenti, che legittima e naturalizza. Violenza simbolica Bourdieu chiama “violenza simbolica” la capacità (interessata!) di assicurarsi che l’ordine sociale sia o ignorato, o posto come naturale – giustificando e legittimando in questo modo le strutture sociali esistenti. La chiama “violenza” perché non è percepita. Tesina Habitus e conflitto generazionale. Tu figlio e la tua famiglia, oppure tu insegnante e i tuoi studenti. Un esempio di habitus differente. Racconta una storia che conosci, e poi apprezzane le conseguenze sociali – in una società che cambia o che, invece, si riproduce sempre identica. Portate in classe i romanzi di Vittorini! (la prossima volta) Tesina. Possibile seminario. I contenuti trasmessi a scuola -come sono cambiati nel tempo. Organizza un’intervista con un genitore o con un nonno, o con altre persone che hanno frequentato la scuola in un tempo lontano. Quali materie studiavano a scuola? In che cosa sono cambiati i contenuti della scuola primaria e secondaria di primo grado, da allora? Con un registratore, registra le parole dei tuoi soggetti. Trascrivi e interpreta solo i passaggi più interessanti.
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