slide EVOLUZIONE UOMO
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EVOLUZIONE UOMO: le “predizioni rischiose” di Darwin «Luce si farà sull'origine dell'uomo e la sua storia»: questa la sola riga che Charles Darwin dedicò all’evoluzione umana a pagina 488 dell'Origine delle specie nel 1859. Malgrado fosse soltanto una breve frase, apparentemente incidentale e innocua, essa ha rappresentato quella che si dice una «predizione rischiosa»: a proposito del rapporto di parentela e di discendenza della nostra specie con le scimmie. È FALSO dire che l’uomo discende dalle scimmie Fu Charles Darwin, nel 1871, ad affermare per primo, nel suo libro "The descent of Man" (L'origine dell'uomo), che anche noi siamo esseri viventi come tutti gli altri, e che quindi siamo soggetti alle stesse leggi che governano i fenomeni naturali. L'uomo, pertanto, deve aver avuto degli antenati i quali, a loro volta, dovevano possedere delle caratteristiche simili a quelle degli animali cui egli oggi assomiglia di più, cioè le scimmie. Di qui il falso convincimento che Darwin avesse detto che l'uomo discende dalle scimmie. PURGATORIUS: il più antico primate L’uomo e le scimmie antropomorfe hanno notevoli somiglianze; infatti dal punto di vista genetico sono molto simili: più del 99% del DNA dello scimpanzé è uguale a quello dell’uomo. Gli antropologi hanno quindi pensato ad un antenato comune, attraverso lo studio dei fossili è stato possibile ripercorrere la storia evolutiva dell’uomo e risalire al più antico antenato comune. Tutti i primati hanno un’incisione a Y sui molari, attraverso lo studio di fossili di denti è stato possibile risalire al più antico primate conosciuto: il Purgatorius. Questo piccolo animale, vissuto circa 70 milioni di anni fa, era simile da uno scoiattolo con una coda lunga, viveva sugli alberi e si cibava di insetti. Da questo primo primate si originarono le antiche proscimmie. EVOLUZIONE PRIMATI Nell’era terziaria 40 milioni di anni fa , dalle proscimmie cominciarono ad evolversi scimmie con caratteri più moderni,definite perciò antropoide, cioè di aspetto simile all’uomo. Questi diedero origine in fasi successive, ai rami evolutivi che portarono alle scimmie attuali e agli ominoidei. Circa 15 milioni di anni fa cominciò a formarsi l’enorme frattura della crosta terrestre che darà origine alla Great Rift Valley. La formazione di questa fossa tettonica determinò cambiamenti nel clima che diventò più arido;la foresta che prima ricopriva tutta la parte equatoriale, lasciò il posto nella parte orientale alla savana. Gli ominoidei adattati alla vita arboricola rimasero nella foresta e da essi si sono evolute le attuali scimmie antropomorfe (gorilla e scimpanzé); gli ominidi si adattarono alla vita della savana, sviluppando i caratteri che caratterizzeranno l’evoluzione degli antenati dell’uomo. EVOLUZIONE CERVELLO NEI PRIMATI SCIMMIA ATTUALE SCIMMIA ANTROPOMORFA UOMO Procedendo lungo la scala evolutiva dei Primati si può notare come il cervello si sia progressivamente ingrandito e come sia notevolmente aumentata la superficie della corteccia celebrale, ripiegata in solchi e circonvoluzioni. Questo ampliamento, cui corrisponde un aumento dei neuroni, ha permesso di ricevere un maggior numero di informazioni dall’ambiente e di elaborarle in modo sempre più approfondito. EVOLUZIONE OMINIDI L’evoluzione degli ominidi è basata su numerosi fattori che si sono influenzati reciprocamente, contribuendo tutti , in definitiva allo sviluppo del cervello, vediamoli in sintesi: andatura bipede lo scheletro si è progressivamente modificato fino alla conquista della stazione eretta diversificazione degli arti l’arto inferiore si è modificato per sostenere il peso del corpo e, contemporaneamente, l’arto superiore, rimasto libero, è stato utilizzato per manipolare oggetti. La mano dell’uomo e delle scimmie antropomorfe presenta il pollice opponibile, che consente la presa degli oggetti. Il pollice dell’uomo è più lungo di quello del gorilla e ciò consente una maggiore mobilità (l’uomo sa prendere oggetti grandi e pesanti, ma anche oggetti piccoli utilizzando pollice e indice) sviluppo delle capacità visive : la necessità di coordinare sempre meglio i movimenti delle mani ha portato allo sviluppo delle capacità visive e parallelamente si sono sviluppati centri visivi del cervello che coordinano gli occhi. riduzione progressiva della mandibola e dei muscoli masticatori e modificazione della dentatura . dovuta al passaggio da un’alimentazione esclusivamente erbivora a quella onnivora aumento volume scatola cranica: dovuto alla riduzione delle proporzioni facciali e al contemporaneo aumento della massa celebrale sviluppo delle capacità celebrali : è l’effetto della combinazione di tutti i fattori visti precedentemente ALBERO GENEALOGICO HOMO SAPIENS AUSTRALOPITECHI Gli australopitechi (Australopithecus = scimmia australe) sono vissuti fra 3,7 e 1,2 milioni di anni fa in varie zone dell’Africa orientale e meridionale sono chiamati così perché i primi ritrovamenti di fossili vennero effettuati nell’Africa Australe. Gli australopitechi presentano i seguenti caratteri: adattamento dello scheletro all’andatura bipede capacità cranica piccola (400 – 550 cm3) accentuato prognatismo (mascella in avanti) dentatura primitiva con adattamenti a un’alimentazione quasi esclusivamente erbivora Il 30 novembre 1974, ad Afar, in Etiopia, Yves Coppens, Donald Johanson, Maurice Taïeb e Tom Gray rinvennero i resti di un esemplare di femmina adulta, che venne chiamata Lucy, dell'età apparente di 25 anni, vissuta almeno 3,2 milioni di anni fa. Zone dell’Africa Australe dove sono stati ritrovati resti fossili di Australopitechi IL GENERE HOMO Mentre in Africa orientale e meridionale vivevano ancora gli Australopitechi, cominciarono a diffondersi nelle stesse zone , ominidi più evoluti e più intelligenti, e per questo avvantaggiati dalla lotta per la sopravvivenza nello stesso ambiente: in essi i paleontologi hanno riconosciuto i caratteri che sicuramente appartengono al genere umano, classificandoli con il termine Homo. Non è ancora chiaro se il primo di essi , Homo habilis, si sia evoluto dagli Australopitechi: secondo Johanson, lo scopritore di Lucy, Homo habilis è un discendente di Australopithecus afarensis, mentre Leakey sostiene che i due rami evolutivi sono separati e paralleli. Homo habilis L’Homo habilis si è diffuso , a partire da 2,2 milioni di anni fa, per un periodo di 600700 mila anni. I caratteri nuovi che lo contraddistinguono sono: la capacità cranica aumenta sensibilmente (600-800cm 3) si riducono le arcate sopracciliari e la sporgenza della mandibola a dentatura è tipica di un onnivoro L’elemento nuovo , e molto importante, che accomuna i fossili di habilis, è il ritrovamento , negli stessi strati di sedimenti , di ciottoli lavorati, ciò vuol dire che: questi individui erano capaci di fabbricare i primi semplici strumenti in pietra, (chiamati chopper) da cui l’appellativo Homo habilis. Homo erectus Intorno a 1,6 milioni di anni a cominciò a diffondersi in Africa,e poi in Asia e in Europa, una nuova specie Homo erectus caratterizzata da: capacità cranica aumentata (900cm3) con sviluppo nel cervello dell’area che presiede al linguaggio più alto e più robusto di Homo habilis cominciò ad utilizzare il fuoco. L’uso controllato del fuoco è stato uno dei fattori determinanti della successiva evoluzione dell’uomo (cuocere il cibo e costruire utensili appuntiti) Da Homo erectus a homo sapiens Fin da 400.000 anni fa cominciarono a comparire, in Africa e in Europa, individui che per le loro nuove caratteristiche vennero definiti Homo sapiens arcaici: capacità cranica superiore a 1100m3 fronte più ampia cranio più arrotondato mento accentuato riduzione della sporgenza della mandibola L’evoluzione di questi Homo sapiens arcaici portò in Europa all’uomo di Neandertal, in Africa all’Homo sapiens. Homo sapiens arcaico Uomo di Neandertal L’uomo di Neandertal ha dominato l’Europa tra 100.000 e 35.000 anni fa. In questo periodo (in piena glaciazione) l’Europa del Nord era coperta dai ghiacci. I Neandertaliani : erano alti 1,55 – 1,65 m avevano cranio largo e sporgente nella parte posteriore con volume cerebrale superiore al nostro (1500 cm3) avevano arcate dentarie sporgenti in avanti, si pensa usassero i denti anche come strumento di lavoro (tagliare e lavorare le pellicce) sapevano lavorare le pelli erano abili cacciatori seppellivano i morti ciò ha permesso di ritrovare resti perfettamente conservati Intorno a 35.000 anni fa l’uomo di Neandertal scomparve Homo sapiens moderno Intorno a 130.000 anni fa in Africa iniziarono a comparire individui con caratteristiche più moderne rispetto all’Homo sapiens arcaico: sviluppo della corteccia celebrale (cervello 1350 cm3) testa tondeggiante mascelle meno robuste arcate sopracciliari poco sporgenti Dall’Africa l’homo sapiens si diffuse in tutto il mondo
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