classe terza - L`AUSTRALOPITECO
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classe terza - L`AUSTRALOPITECO
L’AUSTRALOPITECO Circa 10 milioni di anni fa, a causa del movimento delle placche della crosta terrestre e dello scontro di esse lungo una linea che va dall’Etiopia fino al Sud Africa, si formò una profonda spaccatura chiamata oggi “Rift Valley”. La foresta pluviale che ricopriva la zona scomparve a causa di innumerevoli terremoti ed eruzioni vulcaniche che provocarono un innalzamento della temperatura. Fece la sua comparsa la Savana che a differenza della foresta pluviale era caratterizzata da un ambiente arido con alte erbe e pochi alberi. Alcuni primati che abitavano quella zona seguirono lo spostamento verso nord della foresta pluviale (quelli che non scendevano mai dagli alberi) mentre altri rimasero nella savana adattandosi al territorio. Dall’evoluzioni di alcuni di questi ultimi primati comparvero i primi ominidi, chiamati Australopitechi (tra 5 e 3 milioni di anni fa), essi erano capaci di camminare sui soli arti posteriori e proprio per la loro posizione eretta sono considerati come un passaggio fondamentale dell’evoluzione. Gli australopitechi usavano le mani per manipolare e trasformare gli oggetti: Lucy è l'australopiteco più antico ritrovato in Etiopia nel 1974, risale a 3,5 milioni di anni fa. Erano di corporatura molto esile, alti circa 1,20 m e pesavano circa 30 kg, il loro cervello era di circa 500 grammi. Essi riuscirono a sopravvivere grazie ad una intelligenza superiore. Avevano una alimentazione prevalentemente vegetale (semi, bacche, frutti…) integrata con insetti e piccoli animali. Più che cacciatori erano prede di grandi felini e pare che non abitassero le caverne, ma che le usavano occasionalmente per ripararsi dal freddo, dai temporali e dai predatori. L’HOMO HABILIS Prese il posto dell’Australopiteco circa 2,5 milioni di anni fa nella Rift Valley. Caratteristiche: - Altezza 1,30 m - Peso 30-40 kg - Cervello 700 grammi Viveva nella Savana in prossimità degli specchi d’acqua dove si costruiva dei ripari con le pietre. Era onnivoro, ma la carne stava diventando un piatto molto gradito. In quanto sprovvisto di dentatura robusta e di unghie affilate, si accorse che una pietra particolare riusciva a frantumare le ossa e con un’altra più affilata riusciva a tagliare la pelle degli animali, in questo modo riusciva a mangiare la carne. Scoperto ciò, imparò a fabbricare gli strumenti che utilizzava e a scheggiare i sassi in modo da renderli più taglienti, così dimostrò un capacità intellettuale oltre che una manuale. Gli strumenti in pietra servirono anche per la lavorazione del legno e delle ossa con i quali ricavarono punteruoli, armi da difesa e coltelli che li consentirono di procurarsi abbastanza carne, ricca di proteine, così da favorire lo sviluppo cerebrale. Per riuscire a sopravvivere e a cercare il cibo, aveva bisogno di organizzarsi e per fare ciò doveva riuscire in qualche modo a comunicare. Non aveva una vera e propria lingua ma un misto di gesti e versi. Questo linguaggio, unitamente ai rapporti sociali, al consumo di carne e allo sviluppo della tecnologia diede origine ad una nuova evoluzione. L’HOMO ERECTUS Ebbe origine circa 2 milioni di anni fa sempre nella Rift Valley Caratteristiche: - Altezza fino a 2 metri - Peso anche più di 70 kg - Cervello tra 1000 e 1200 grammi Fu un abile cacciatore e a differenza dell’homo habilis non si nutriva delle carcasse degli animali, ma delle carni degli animali che lui stesso cacciava (elefanti, ippopotami, antilopi). Questa caccia fu possibile grazie a una maggiore capacità di lavorare la pietra e altri materiali. Riuscì infatti a costruire armi molto efficaci che, unitamente alle tecniche di caccia, gli consentirono di abbattere prede anche molo più grandi di lui. Oltre ai chopper, alle pietre taglienti e ai punteruoli, faceva uso anche di altri strumenti come l’amigdala (pietra a forma di mandorla) detta anche pietra bifacciale perché lavorata su entrambi i lati. Veniva usata come arma da lancio e strumento di lavoro. Queste migliori condizioni di vita, tuttavia, crearono dei problemi, fecero si che la durata della vita aumentò e il numero delle nascite cresceva richiedendo una maggiore disponibilità di cibo. Questo fabbisogno spinse l’homo erectus e seguire le grandi mandrie di animali durante i loro spostamenti verso zone più ricche di acqua e pascoli, in questo modo oltrepassarono i confini della Rift Vlley e raggiunsero nuovi territori mai abitati prima da un ominide. Questa migrazione iniziò circa 1,5 milioni di anni fa e avanzò verso nord fino a raggiungere il mar Mediterraneo. Alcuni colonizzarono il nord Africa, altri passando per il Medio Oriente raggiunsero prima l’Estremo Oriente e successivamente l’Europa. Durante questi spostamenti l’Homo Erectus dimostrò una grande capacità di adattamento. Possiamo attribuire all’Homo Erectus anche la scoperta del fuoco. L’HOMO SAPIENS Comparve circa 300 mila anni fa.(=sapiente, cioè sa fare alcune cose), il più antico esemplare è l’uomo di Neanderthal (vissuto 200 mila anni fa). Era di corporatura robusta e aveva un cervello di dimensioni simili al nostro. Era molto abile nel lavorare la pietra, le ossa e il corno tanto da progettare oggetti che venivano poi fabbricati. Era padrone delle tecniche per accendere il fuoco (sfregando due legni o battendo due pietre vicino ad un mucchietto di foglie) e la carne era il suo cibo principale. Attraverso l’analisi del suo cranio gli scienziati hanno potuto stabilire che l’homo sapiens era in possesso di un cervello e di organi vocali in grado di produrre un linguaggio più complesso rispetto all’homo erectus, coltivava anche un qualche tipo di credenza religiosa basata sull’idea di una vita dopo la morte. Ciò è testimoniato dalla scoperta dei dolmen (tombe formate da lastre di pietre messe in posizione verticale e orizzontale) e dall’abitudine di seppellire i defunti in luoghi appartati con un corredo funebre fatto di piccoli oggetti. L’UOMO DI CRO-MAGNON O HOMO SAPIENS SAPIENS Comparso circa 150 mila anni fa, è il nostro più diretto antenato. Era molto simile a noi sia nell’aspetto fisico che nell’intelligenza, colonizzò l’intero pianeta adattandosi al meglio alle condizioni di vita che trovava nei luoghi in cui andava a stanziarsi (erano nomadi). Si vestiva con le pelli degli animali, aveva una grande manualità che gli permise di migliorare le tecniche di lavorazione della pietra e di costruire nuove armi come l’arco, la fiocina e la lancia. Era onnivoro ma il suo cibo principale restava sempre la carne. DALLA RACCOLTA SPONTANEA DEI FRUTTI ALL’AGRICOLTURA Per nutrirsi gli uomini iniziarono dapprima a raccogliere i frutti, le piante e quant’altro la natura produceva da sé, poi passarono alla caccia e alla pesca. Ciò condusse ad una divisione dei compiti: gli uomini si dedicarono alla caccia e le donne ai raccolti dei frutti, delle piante etc. Questa divisione determinò lo sviluppo di conoscenze diverse ed importanti: Uomo imparò a distinguere gli animali, seguirne le tracce e studiarne le abitudini. Costruirono e perfezionarono le armi per la caccia ed impararono ad addomesticare alcuni animali per iniziare attività come l’allevamento e la pastorizia. Donna: studiò le piante e le erbe con le loro proprietà nutritive e forse anche medicamentose, osservarono come e dove crescevano e acquisirono le conoscenze che portarono alla nascita dell’agricoltura. L’ARTE PREISTORICA Gli uomini della preistoria ci hanno lasciato numerose testimonianze della loro arte, in particolare pitture o incisioni su parti di grotte o su rocce (arte rupestre). Erano rappresentati cervi, bisonti e scene di caccia (Spagna e Francia) oppure grandi mammiferi, uccelli, pesci, imbarcazioni e uomini che calzano una specie di sci (Brasile, Africa, Russia, Siberia e Svezia). Queste figure venivano dipinte a scopo magico e religioso, a volte per simboleggiare il potere altre per invocare divinità naturali affinché fossero d’aiuto nella caccia. Piccole statue erano dedicate alle divinità femminili: sono chiamate dagli studiosi Veneri (da Venere, dea della bellezza e dell’amore)e raffiguravano la Madre Terra (divinità femminile che rappresentava la nascita, la vita e la fecondità sia degli esseri viventi che del suolo). Oltre ai dipinti bisogna ricordare anche la costruzione di edifici sacri, templi e recinti che risalgono alla fine del Neolitico. Le costruzioni più famose sono gli Stonehenge. In tutto il mondo preistorico furono costruite delle tombe (dolmen) per la sepolture dei defunti. L’ITALIA PREISTORICA L’evoluzione culturale nelle popolazioni italiche In Italia i primi uomini furono presenti nell’era Paleolitica, infatti sono stati ritrovati graffiti e oggetti fatti dall’uomo in varie parti della nostra penisola. Tra il V e il III millennio a.C., gli animali vennero addomesticati e furono introdotte forme elementari di agricoltura. L’uomo abbandonò il nomadismo ed iniziò a coltivare i campi, ad allevare gli animali, imparò ad utilizzare le pietre levigate e a fabbricare utensili di terracotta. Emilia: Civiltà delle Terramare Verso la metà del II millennio a.C., nella zona tra Modena e Piacenza, si diffuse la civiltà delle terramare. Venne chiamata così perché la terra che veniva utilizzata era grassa, perché composta da materiali organici come i resti di cibo e le carcasse degli animali, mescolati con il terreno. I Terramaricoli abitavano in villaggi di capanne costruite su piattaforme di legno, rialzate dal suolo mediante pali. A una certa distanza vi era la città dei morti, cioè la necropoli, dove venivano raccolte in urne, le ceneri dei defunti una volta che venivano cremati (cremazione). Essi coltivavano cereali e lenticchie, pascolavano le greggi e fabbricavano armi e utensili in bronzo. Italia Centro-Meridionale: la Civiltà Appenninica Contemporaneamente, si sviluppò anche la civiltà appenninica, così chiamata perché viveva nell’Appennino centro-meridionale. Questa era una popolazione composta da pastori ma non faceva anche dei saccheggi nelle pianure vicine. Gli Appenninici vivevano in capanne o in grotte naturali e al contrario del popolo dei Terramaricoli, non cremavano i corpi dei defunti, ma li seppellivano (tumulazione). Erano molto abili nella produzione di oggetti d’argilla. Con la Civiltà Villanoviano si diffonde la Metallurgia Verso la fine del II millennio a.C., comparve la civiltà villanoviana. Questo nome deriva dal nome del villaggio di Villanova, presso Bologna, dove sono stati trovati tanti reperti archeologici relativi alla lavorazione del bronzo e del ferro. Anch’essi praticavano come i Terramaricoli la cremazione. Popoli dell'Italia Pre-romana Agli inizi del I millennio a.C. l’Italia era abitata da diversi popoli, quali: * Liguri e Veneti nel nord Italia; * Piceni, Umbri, Sabini e Latini nell’Italia centrale; * Sanniti, Aurunci, Apuli, Lucani e Itali nel sud Italia; * Siculi, Sicani e Sardi nelle isole. Le colonie greche in Italia Nell’VIII secolo a.C. fecero la comparsa due popoli destinati ad avere una importanza decisiva per la storia di Roma: i Greci e i Fenici. La colonizzazione greca, interessò l’Italia meridionale e la Sicilia orientale. Le colonie greche più importanti furono quelle di Paestum, Napoli, Cuma, Reggio, Agrigento, Siracusa, Catania, Naxos, Messina. Le popolazioni locali appresero l’uso della moneta, della scrittura e come erano organizzate le città stato. Le colonie fenice in Sicilia Occidentale ed in Sardegna Mentre si sviluppava la colonizzazione greca nell’Italia meridionale, iniziò anche la colonizzazione fenicia. Coloni fenici provenienti da Cartagine sbarcarono nella Sicilia nord-occidentale, dove crearono le colonie di Solunte, Mozia e Palermo. In seguito i fenici giunsero in Sardegna, dando vita alle città di Cagliari, Nora, Sulcis e Tharros. In Sardegna però questi stanziamenti cartaginesi entrarono in urto con la locale civiltà nuragica, così chiamata dalle torri di pietra, i nuraghi, costruite probabilmente a scopo di difesa dagli abitanti dell’isola. Queste popolazioni si basavano sull’agricoltura e l’allevamento, ma lavoravano anche i metalli. Con il termine “preistoria” si indica convenzionalmente il periodo che precede l’invenzione della scrittura (avvenuta attorno al 3000 a.C. per opera dei Sumeri), da cui si vuole far iniziare la “storia”. Tra i 7 e i 5 milioni di anni fa comparvero i primi esseri viventi di tipo “umano” (gli ominidi), di cui possiamo ricostruire l’aspetto e le caratteristiche fisiche grazie alla scienza che studia appunto le antiche forme umane (la paleoantropologia). A quattro milioni di anni fa risalgono gli Australopitechi, gli ominidi in grado di camminare in posizione quasi eretta, appartenenti alla specie detta ‘sapiens’ e alla sottospecie ‘sapiens sapiens’, comparsa circa 40 000 anni fa. A partire dalla comparsa dei primi ominidi capaci di forgiare strumenti in pietra ha inizio “l’età della pietra”. Quest’età viene solitamente divisa in tre fasi di durata estremamente diversa. Durante al prima, il Paleolitico (età della pietra antica, durata fino al 10 000 a.C. circa, l’umanità sopravvisse allo stato nomade. Nel Mesolitico (età della pietra di mezzo) vennero addomesticati i primi animali e si formarono i primi insediamenti sedentari. Nel neolitico (età della pietra nuova) ebbe luogo una vera e propria rivoluzione tecnologica, economica e sociale con l’introduzione dell’agricoltura (nel Vicino Oriente, in Cina e in Messico ciò avvenne attorno all’800 a.C.; in Europa attorno al 4 000 a.C.). L’interesse maggiore dello studio della preistoria consiste nella possibilità di seguire la vicenda del rapporto tra specie umana e ambiente. Conoscere i periodo della preistoria può risultare di fondamentale importanza per il nostro futuro. CLASSE 3^
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