La musica futurista
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La musica futurista La musica futurista nasce per opera di artisti stanchi della musica insegnata nei conservatori. Francesco Pratella è il primo musicista che tenta di rinnovare radicalmente il linguaggio musicale tradizionale. Le sue concezioni musicali appaiono in due manifesti: il "Manifesto dei Musicisti futuristi" e "La musica futurista-Manifesto tecnico" (1911). Insieme al rifiuto del passatismo e al desiderio di assoluta liberta`("Disertate i conservatori, i licei e le accademie, e determinatene la chiusura; si vorrà certamente provvedere alle necessità dell'esperienza, col dare agli studi musicali un carattere di liberta` assoluta") Pratella propone nei suoi componimenti frequenti riferimenti a motivi musicali popolari italiani. Altro musicista futurista è il pittore Luigi Russolo, che nel 1913 inaspettatamente scrisse e inviò "L'arte dei Rumori" sotto forma di lettera a Pratella. Secondo Russolo la musica deve essere fatta prevalentemente di rumori. Per riprodurre questo genere di rumori egli si inventa l'Intonarumori (1913), apparecchio che simula ululati, stropiccii, gorgoglii, sibili e ronzii, e il Rumorarmonio (1922), uno strumento per amplificare gli effetti dell'intonarumori. Questi strumenti venivano utilizzati in spettacoli dal vivo, seguiti puntualmente da reazioni violente del pubblico, secondo il clima tipico delle serate futuriste. Intonarumori Russolo sarà l'unico che continuerà ad aggiornare e a sviluppare la musica futurista, continuando la sua attività di inventore. Dai compositori stranieri contemporanei venne considerato l'unico grande musicista futurista, ma la sua opera non avrà successori immediati. Tuttavia la musica concreta degli anni 60, deve molto alla sperimentazione futurista e ai rumori degli spettacoli radiofonici di Marinetti. Ascolto: • Luigi Russolo Risveglio di una città (frammento con intonarumori) di Luigi Russolo
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