Leonardo Bistolfi
Transcript
Leonardo Bistolfi
PERSONAGGI Leonardo Bistolfi Un grande fra neoclassico e novecentismo «Or sembra che Persefone in suo velo / chiuda l’arte tua nuova, e solitaria / l’adduca in sogno verso la tenaria / notte ove sol biancheggia l’asfodélo».Così nel 1905 il sublime e raffinato D’Annunzio ammirava l’arte di Leonardo Bistolfi, discusso e controverso, ma certamente grande scultore casalese. L’artista era nato nella nostra città il 15 marzo 1859. Non apparteneva a famiglia abbiente, tanto che per i suoi studi presso l’Accademia di Brera a Milano potè usufruire di una borsa di studio del Comune, i cui necessari fondi erano stati lasciati per testamento al Municipio da alcuni casalesi amanti dell’arte. Nel 1880 aveva poi frequentato l’Accademia Albertina di Torino ove ebbe come maestro Odoardo Tabacchi, l’autore del monumento casalese a Giovanni Lanza. Prima sua opera fu «L’angelo della morte» per la tomba della famiglia Braida nel cimitero di Torino, e dimostrò subito una sensibilità e un valore espressivo non comuni. Tuttavia nel 1881 il gruppo «Le lavandaie» non fu accettato alla Mostra della Società Promotrice Piemontese; l’opera venne considerata troppo realistica e brutale. Persistendo in questo realismo, siglato però da un pregevole virtuosismo accademico, il Bistolfi seguì subito il nuovo stile Liberty, diventandone uno dei principali esponenti. Nacquero così importanti opere quali «La pioggia», «I contadini», «Le oche», «Il sogno», «Frate», «Al sole», «Il terzetto», «L’aratore», ed anche «Il contadinello» ora al Museo Civico (bozzetto e bronzo). Opere di trionfale ispirazione letteraria sono «Ardens larva», «Bacio», «Crepuscolo» nei quali si rileva una realtà plastica sentimentale ed umana non certo legata alla caducità di una moda. Successivamente il Bistolfi si lanciò nella concezione monumentale che si esprime specialmente nelle statue bronzee a Carducci (Bologna), a Lombroso (Verona), a Garibaldi (Savona e Sanremo), a Segantini (St. Moritz). Specialmente si impegnò nei numerosi monumenti funerari che impreziosiscono tombe importanti nei cimiteri di Genova, Torino, Cuneo, Asti, Casale e di numerosi piccoli centri: in tutti, con immagini di realismo drammatico, ha rappresentato sempre con plasticità e maestria il sentimento struggente, il concetto trascedentale ed allegorico della morte. Ne ricordiamo alcuni: «La Sfinge», «Olocausto», «Crocifisso», «Resurrezione», «Il funerale», «Voci dalla tomba», «La bellezza della morte», «Le spose della morte», «Cristo in cammino», «Gli spiriti della giovinezza piangenti sulla tomba di un giovane poeta», «Il dolore confortato dalle memorie», «Il sacrificio». In riconoscimento della sua personalità artistica Bistolfi fu nominato senatore il 25 marzo 1923. A Casale annoveriamo fra le opere bistolfiane il monumento all’Ottavi, «Cristo sulle acque» nel Cimitero e specialmente il Monumento ai Caduti nei Giardini Pubblici. Quest’ultima opera, con la bellissima «Primavera» ed il «Fante crociato», è stata molto ammirata ed apprezzata perché, nella sua grandiosità, apparve a tutti modellata senza incertezze specialmente nella rappresentazione dell’aspetto dell’umile soldato «non eroe» che uscendo dal fango della trincea stringe al petto la baionetta che diventa croce, infagottato nel cappotto che’ diventa sudario. Leonardo Bistolfi tuttavia non fu sempre 26
Documenti analoghi
leonardo bistolfi - Storia e Memoria di Bologna
poi Lei avrà verificato: tutte le opere sono celebrate come belle quando compaiono al
sole; ma rientran nell'ombra del silenzio subito dopo. Per aver retto il giudizio
bisogna proiettar le opere lo...