Mycoplasma Pneumoniae: non solo polmonite atipica primaria
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Mycoplasma Pneumoniae: non solo polmonite atipica primaria
Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology Anno III numero 1 - gennaio 2010 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali Home page Numeri precedenti Norme editoriali | Stampa l'articolo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Motore di ricerca ◀ Indietro pagina 12 Avanti ► Mycoplasma Pneumoniae: non solo polmonite atipica primaria. Esperienza personale e revisione della letteratura Mycoplasma pneumoniae, not only primary atypical pneumonia. Personal experience and literature review Salvatore Leonardi, Andrea Domenico Praticò, Rossella Pecoraro, Laura Schiavone, Filippo Greco1, Mario La Rosa Broncopneumoallergologia Pediatrica, Dipartimento di Pediatria Università degli Studi di Catania 1 Clinica Pediatrica, Dipartimento di Pediatria Università degli Studi di Catania Abstract Mycoplasma pneumoniae is one of the main etiological agents of communityacquired pneumonia in pediatric age. Although the respiratory tract is the main site of infection, any organs or systems can be attacked by Mycoplasma pneumoniae, even without pulmonary involvement. In the present review we report 13 children admitted to the Pediatric Department of the of University of Catania, Italy, in which Mycoplasma pneumoniae infection manifested with a beginning clinical picture of predominantly extrapulmonary location. Six patients presented central nervous system and peripheral nervous system involvement, one child, aged 2-years, had anicteric hepatitis, one, a 5-year-old child, presented with arthritis and other three patients with vasculitis. Moreover two patients with infection of the lower airways showed severe respiratory distress which was followed by the lung abscess. The clinical diagnosis was confirmed by the presence of anti-Mycoplasma pneumoniae antibodies in serum. Our experience seems to show that, even in severe cases, an early diagnosis and early treatment usually lead to recovery with restitutio ad integrum of the infected organs. Riassunto Il Mycoplasma Pneumoniae è uno dei principali agenti eziologici delle polmoniti acquisite in comunità in età infantile, ma è stato dimostrato che questo microrganismo può dar luogo anche a patologie extrapolmonari. Di seguito vengono descritti 13 pazienti nei quali l'infezione da Mycoplasma Pneumoniae si è manifestata con un quadro clinico d’esordio a prevalente localizzazione extrapolmonare. La diagnosi clinica è stata confermata dalla presenza di anticorpi anti Mycoplasma Pneumoniae nel siero di tutti i pazienti. Sei di essi hanno presentato una compromissione del sistema nervoso centrale, un bambino di due anni un’epatite anitterica, un bambino di cinque anni un’artrite e altri tre pazienti una vasculite. Inoltre due pazienti con infezione delle basse vie aeree hanno manifestato una grave insufficienza respiratoria secondaria alla formazione di un ascesso polmonare. La nostra esperienza sottolinea l’importanza eziologica di questo germe nel determinare quadri patologici anche a carico di organi a sede extrapolmonare, ed inoltre dimostra come nei casi più gravi una diagnosi precoce ed un trattamento tempestivo determinino generalmente la guarigione con restitutio ad integrum degli organi colpiti dall’infezione. Keywords: mycoplasma pneumoniae, complicanze extrapolmonari, encefalite, stroke, vasculite Introduzione Il Mycoplasma Pneumoniae (MP) è il più comune agente patogeno responsabile di circa il 40%-50% di tutte le Polmoniti Acquisite in Comunità in età compresa tra 5 e 20 anni. Il decorso clinico è spesso lieve ed autolimitante, ma in letteratura sono documentati numerosi casi di complicanze sia a livello polmonare che extrapolmonare [1] (tab.1). Ciò sembra essere dovuto alla straordinaria capacità di questo microrganismo di provocare lesioni tramite differenti meccanismi patogenetici. A tal riguardo il MP presenta delle caratteristiche strutturali che lo differenziano dagli altri batteri in quanto, essendo un microrganismo intracellulare, danneggia le cellule ospiti penetrando al loro interno. Inoltre sulla superficie del batterio sono state riscontrate glicoproteine di membrana con caratteristiche antigeniche che possono cross-reagire con analoghe strutture presenti nelle membrane delle cellule dell'ospite. Questo spiega la possibile insorgenza di reazioni autoimmunitarie, che rappresentano il principale meccanismo patogenetico responsabile delle manifestazioni extrapolmonari. Un ruolo determinante, a tal proposito, assumono gli autoanticorpi diretti contro gli antigeni di superficie dei globuli rossi o emoagglutinine “a frigore”. La loro presenza può avere pertanto un valore diagnostico nel sospetto di infezione da MP e spiega come questo microrganismo possa essere responsabile anche di anemia emolitica. Tuttavia i numerosi studi relativi all’infezione da MP dimostrano che i meccanismi patogenetici ritenuti responsabili delle manifestazioni extrapolmonari sono oltre modo complessi. Tra questi l’attivazione del sistema immunitario assume un ruolo determinante in quanto il danno vascolare ed i fenomeni tromboembolici che ne conseguono sembrano essere responsabili del danno ischemico a carico degli organi ed apparati coinvolti. L’ampio range di manifestazioni cliniche che ne deriva può rappresentare il quadro clinico d’esordio predominante anche in assenza di sintomi respiratori [2, 3, 4]. La casistica da noi descritta si riferisce a tredici bambini in età scolare ricoverati presso il nostro Dipartimento nei quali l’infezione da MP si è manifestata con una particolare espressività clinica e la cui diagnosi è stata confermata dalla presenza degli anticorpi specifici per il MP nel siero. Pazienti e metodi Descriviamo 13 soggetti (7 maschi, 6 femmine) di età compresa tra 2 e 13 anni con diagnosi di infezione da MP. L’infezione è stata confermata dall’elevato titolo di anticorpi specifici presente nel siero di tutti i pazienti. I criteri diagnostici che abbiamo utilizzato sono stati: 1. ricerca di anticorpi anti Mycoplasma su siero; 2. ricerca di anticorpi anti Mycoplasma su liquor; 3. ricerca del DNA batterico su siero e liquor; 4. ricerca delle emoagglutinine “a frigore”. Il titolo anticorpale è stato misurato attraverso l’impiego di metodiche sierologiche quali il test rapido di agglutinazione ed il test immunoenzimatico, utilizzando kits commerciali (Mycoplasma Pneumoniae Euroimmun Immunofluorescence IgG-IgM) con antigeni specifici per il MP. Sono stati considerati positivi i valori anticorpali ≥ 1:160. La titolazione degli anticorpi nel liquor è stata ottenuta mediante tecnica d’immunofluorescenza indiretta (IFA). La ricerca delle emoagglutinine a “frigore” è stata utilizzata come ulteriore indagine sierologica ed è stata considerata positiva con un titolo superiore a 1:64. Al momento del ricovero tutti i pazienti sono stati sottoposti ad un iter diagnostico che prevedeva l’esecuzione di esami di laboratorio e strumentali, tra cui: emocromo, glicemia, studio della funzionalità epatica e renale, indici di flogosi (VES, PCR), titolo antistreptolisinico, elettrolitemia, immunoglobuline, fattori del complemento C3 e C4, assetto emocoagulativo (PT, PTT, fibrinogeno, antitrombina III), profilo infettivologico (TORCH, anticorpi anti Epstein Barr Virus, anti Borrelia Burgdorferi, anti Chlamydia Pneumoniae, anti Rickettsiae), dosaggio degli anticorpi anti nucleo (ANA), anti mitocondrio (AMA), anti muscolo liscio (ASMA), anti cardiolipina, lupus anti coagulante. Una tomografia computerizzata (TC) ad alta risoluzione è stata eseguita nei soggetti in cui l’evoluzione della polmonite non risultava favorevole. I pazienti che hanno manifestato sintomi a carico del sistema nervoso centrale o periferico sono stati sottoposti ad uno studio neuroradiologico mediante TC e/o Risonanza Magnetica (RM) e a rachicentesi con esame citologico del liquor, ricerca di antigeni batterici, degli anticorpi contro i principali virus e del DNA virale tramite Polymerase chain reaction (PCR). In seguito al riscontro dell’elevato titolo di anticorpi anti-Mycoplasma tutti i pazienti sono stati trattati con claritromicina, al dosaggio di 15 mg/kg/die per due settimane e sottoposti a follow-up della durata di circa tre mesi. Risultati Nella tabella 2 sono riportate le principali manifestazioni cliniche d’esordio e la diagnosi finale di ciascun paziente. Dei tredici pazienti esaminati, sette erano maschi (53, 8%) e sei erano femmine (46, 2%). Il più piccolo aveva l’età di due anni e quello più grande di tredici anni, con un’età media di 6, 8 anni. Due dei tredici pazienti (15, 3%) presentavano un ascesso polmonare, due (15, 3%) una vasculite, uno (7, 6%) un esantema, uno (7, 6%) un’epatite, uno (7, 6%) un’artrite, due (15, 3%) un’emorragia cerebrale, uno un’encefalite (7, 6%), e tre (23, 1%) la sindrome di Guillain-Barrè. Al momento del ricovero solo in alcuni pazienti era presente una sintomatologia respiratoria: nove su tredici (69, 2%) avevano presentato tosse, due (15, 3%) faringodinia, due (15, 3%) dispnea ed in uno di questi (7, 6%) era presente anche wheezing. Undici pazienti su tredici (84, 6%) presentavano temperatura febbrile. Sei pazienti (46, 1%) hanno presentato una compromissione del sistema nervoso centrale o periferico ma solo un paziente è risultato affetto da encefalite, mentre due bambini (15, 3%) hanno presentato un’emorragia cerebrale, uno a circa tre giorni dall’infezione respiratoria e l’altro dopo 2-3 settimane. Tre dei nostri pazienti (23, 1%) hanno presentato la sindrome di Guillain-Barré (GBS), uno di essi con un importante interessamento polmonare all’esordio della malattia e l’altro con una coinfezione da CMV, in cui la sintomatologia atipica si è presentata dopo due mesi dall’infezione respiratoria. La vasculite si è manifestata in due pazienti (15, 3%) che hanno mostrato un andamento clinico favorevole dopo trattamento senza presentare recidive. Uno dei due pazienti ha eseguito una biopsia cutanea che ha messo in evidenza la presenza di una vasculite leucocitoclastica con infiltrato di neutrofili ed edema endoteliale. Un’altra paziente (7, 6%) ha presentato lesioni eritemato-papulose dopo tre giorni dalla comparsa di febbre, faringodinia, dolori articolari e linfoadenomegalia generalizzata (figura 1a e 1b). I pazienti affetti da encefalite e vasculite hanno mostrato anche lesioni oculari: il paziente con vasculite ha presentato essudati retinici perivascolari bilaterali insieme alla comparsa delle lesioni cutanee; mentre una dilatazione artero-venosa è stata riscontrata nel paziente affetto da encefalite. Un paziente (7, 6%) ha mostrato, durante il decorso dell’infezione polmonare, un’epatosplenomegalia associata a linfoadenopatia diffusa laterocervicale, sottoangolomandibolare, inguinale e mesenterica. Infine un paziente (7, 6%) ha mostrato un interessamento dell’apparato osteoarticolare e nessuno ha manifestato complicanze cardiache, ematologiche e renali. Gli anticorpi anti-Mycoplasma (IgM) sono risultati ad alto titolo in tutti i pazienti (100%) mentre solo un paziente (7, 6%) ha mostrato una positività per le emoagglutinine “a frigore”. La PCR e la VES sono risultate positive in sette pazienti su tredici (53, 8%). Solo quattro pazienti (30, 8%) hanno presentato leucocitosi ed in due di essi (15, 3%) era presente anche neutrofilia. Una lieve ipertransaminasemia è stata riscontrata in tre pazienti (23, 1%) che hanno presentato complicanze cutanee, epatiche e neurologiche. Due bambini (15, 3%) hanno presentato una positività del titolo anticorpale anti Cytomegalovirus. Per quanto riguarda gli esami strumentali, l’Rx del torace è stata eseguita in cinque pazienti su tredici e nei due pazienti con ascesso polmonare è stata eseguita anche una TC torace (figura 2 e 3). I due pazienti (15, 3%) con emorragia cerebrale sono stati sottoposti a RM encefalo che nel primo caso ha mostrato edema cerebrale diffuso associato a lesione ischemica del talamo sinistro e dei nuclei lenticolare e caudato, nel secondo caso un coinvolgimento dei lobi parietale e temporale di sinistra (figura 4). L’esecuzione dell’angio-RM ha mostrato in entrambi i casi una riduzione del flusso a livello dell'arteria cerebrale media sinistra. La ricerca del titolo anticorpale anti Mycoplasma nel liquor è risultata positiva in quattro dei sei pazienti che hanno presentato manifestazioni neurologiche. In particolare, in uno dei due pazienti affetti da emorragia cerebrale si è mostrato un graduale incremento degli anticorpi anti Mycoplasma cui ha fatto seguito il decesso nonostante la terapia attuata; mentre negli altri casi si è assistito ad un decremento del titolo anticorpale con un progressivo miglioramento della sintomatologia neurologica. Tra i bambini che hanno presentato una positività del titolo anticorpale anti Cytomegalovirus nel siero solo uno ha mostrato una positività della PCR per CMV nel liquor e nella saliva. Tutti i pazienti (100%) hanno praticato terapia antibiotica con macrolide con un progressivo miglioramento delle condizioni cliniche generali, radiologiche e di laboratorio in 11 di loro (84, 6%). I pazienti che hanno presentato le manifestazioni neurologiche hanno praticato terapia con macrolide, cortisone ed immunoglobuline e.v. Quattro di questi hanno mostrato un graduale miglioramento della sintomatologia neurologica, un altro è deceduto dopo una settimana ed un solo paziente ha continuato a presentare disturbi sensoriali. Discussione Il MP è tra i più comuni patogeni responsabili delle Polmoniti Acquisite in Comunità (CAP) e può essere causa del 50% di tutte le pneumopatie in età pediatrica. Le cellule bersaglio del MP sono tipicamente quelle dell’apparato respiratorio ed in oltre il 50% dei pazienti l’infezione può interessare anche il tratto respiratorio superiore manifestandosi con faringite, tracheobronchite e in rari casi può coinvolgere l’orecchio e determinare un’otite media acuta o una miringite bollosa o danneggiare le cellule ciliate portando ad una progressiva perdita dell’udito [1, 5, 6]. Il decorso clinico è auto-limitante e generalmente favorevole. Il recupero in seguito a tali complicanze è graduale e le alterazioni evidenziate alla radiografia del torace spesso presentano una risoluzione più lenta rispetto al quadro clinico [7]. A tal proposito solo 2 dei nostri bambini hanno presentato un ascesso polmonare come complicanza polmonare atipica, con graduale risoluzione del quadro clinico, mentre quello radiologico si è risolto a distanza di settimane dopo l’inizio della somministrazione di claritromicina. I dati della letteratura riportano che circa il 25% dei pazienti ospedalizzati può presentare complicanze extrapolmonari anche in assenza di sintomi respiratori [1, 8, 9]. Si suppone che tali complicanze siano la conseguenza di un danno diretto da parte del microrganismo o della risposta immunologica da esso innescata [2]. Manifestazioni cutanee Tra le manifestazioni extrapolmonari le lesioni cutanee si verificano nel 25% dei pazienti affetti con un decorso di solito autolimitante. Esse comprendono: eritema nodoso, maculopapulare, vescicolare, orticarioide e multiforme, la necrolisi epidermica tossica e la pitiriasi rosea [9-12]; inoltre in recenti studi il MP è stato riconosciuto come la causa infettiva più comune della sindrome di Stevens-Johnson (SJS) in cui solitamente il classico rash ed il coinvolgimento della mucosa orale accompagnano i segni ed i sintomi dell’infezione respiratoria primitiva [13]. L'eritema multiforme riconosce come causa scatenante un’infezione, soprattutto da Herpes Simplex Virus (HSV) e da MP così come dimostrano Lam e coll. [14] che identificarono un’eziologia infettiva nell’84, 2% dei pazienti da loro esaminati, e tra questi il MP era il maggior responsabile (42, 1% dei casi). La vasculite è un evento raramente osservato come manifestazione dell'infezione da MP ed attualmente sono stati riportati solo 5 casi nella letteratura [11, 15-18]. Tutti i casi riportati, compreso il nostro, hanno mostrato un andamento clinico positivo dopo trattamento e nessuno ha presentato una recidiva. Il nostro paziente risulta il più giovane riportato nella letteratura in assenza di sintomi respiratori, ed il primo in cui viene descritto anche un contemporaneo coinvolgimento retinico. Manifestazioni oculari Le manifestazioni oculari sono rare nei bambini, sebbene si possono osservare nei quadri clinici più complessi che comprendono: congiuntivite, uveite anteriore, paralisi del nervo ottico e dell'abducente, retinite, irite, ed edema periorbitario, con o senza alterazioni permanenti della vista [1, 9]. Salzaman et al. [19] nel 1992 hanno descritto un paziente di 15 anni che all'esame oftalmologico presentava un edema ottico bilaterale ed un’irite acuta in corso di infezione da MP, manifestazioni che si sono inserite in un quadro clinico caratterizzato da una iniziale sintomatologia gastroenterica seguita da eritema multiforme ed artrite. L'uveite non era mai stata riportata prima tra le complicanze dell'infezione, probabilmente perché i casi osservati sono stati definiti come forme post virali e perché non sempre il riscontro di una congiuntivite viene seguito dall'approfondimento diagnostico con lampada a fessura. Milla e coll. [20] nel 1998 hanno descritto 22 casi di patologie oculari associate a MP, di cui 11 erano affetti da papillite ed edema del nervo ottico, talvolta accompagnati da irite e paralisi dell'oculomotore. Nella nostra casistica il bambino con encefalite ha mostrato una dilatazione dei vasi artero-venosi all’esame del fondo oculare e l’altro con vasculite ha presentato essudati retinici in concomitanza alla comparsa delle lesioni cutanee. Manifestazioni cardiache Le complicanze cardiache associate all’infezione da MP sono poco frequenti; solo l’1-8, 5% dei soggetti affetti presenta una compromissione cardiaca e pochi casi sono stati descritti in soggetti con meno di 16 anni [1, 9]. Sono stati riportati casi di miocardite, pericardite [21], difetti di conduzione ed aritmie [22, 23]. Raramente l’infezione può determinare l’insorgenza di un infarto miocardico acuto [24]. Manifestazioni neurologiche Le manifestazioni neurologiche si riscontrano in circa il 7% dei pazienti ricoverati in ospedale in seguito ad un’infezione da MP: i sintomi respiratori possono essere molto lievi o assenti (20-80% dei casi) [1]. A tal proposito i due pazienti con emorragia cerebrale hanno presentato una forma para-infettiva ed una forma peri-infettiva. Infatti nel primo caso la sintomatologia neurologia si è presentata dopo circa tre giorni dall'infezione respiratoria, mentre nel secondo caso è comparsa dopo due o tre settimane. In letteratura sono stati descritti solo nove pazienti con ischemia cerebrale [25-33]. In particolare è stato evidenziato un coinvolgimento dell’arteria cerebrale media, posteriore e piccoli infarti territoriali con interessamento dei gangli della base, del lobo temporale, o del talamo. I pazienti di solito in seguito all’evento ischemico si presentano clinicamente con emiparesi o anche con paralisi di Bell [3, 34]. Il MP è considerato uno dei principali agenti eziologici responsabile del 5-10% di tutte le encefaliti infettive in età pediatrica, soprattutto nei bambini di età compresa tra 5 e 10 anni, anche se non mancano casi di encefaliti in età più precoce [35, 36]. La meningite asettica, la cerebellite, l’encefalomielite disseminata e la sindrome di Guillain-Barrè sono le manifestazioni neurologiche più diffuse [3, 9, 37-40], mentre pochi sono i casi di mielite acuta trasversa, paralisi isolata del nervo abducente [41, 42] e miastenia gravis [43]. Alcuni articoli recenti suggeriscono che il MP è anche coinvolto nella patogenesi della sindrome di Tourette. Müller e coll. [44] hanno confrontato 29 pazienti affetti dalla suddetta sindrome con 29 pazienti del gruppo di controllo. Un titolo elevato di anticorpi anti Mycoplasma Pneumoniae è stato riscontrato in 17 pazienti con la sindrome di Tourette e in un solo paziente del gruppo di controllo. L'evoluzione delle complicanze neurologiche è fatale in circa il 10% dei casi, e in media, il 25% dei soggetti presenta sequele croniche e debilitanti con deficit psicomotori e convulsioni ricorrenti. Nei casi di encefalite, il rischio di morte o di gravi sequele neurologiche aumenta di circa sette volte [3]. A tal proposito, tra i sei pazienti con compromissione del SNC, quattro non hanno manifestato sequele neurologiche, con completa risoluzione del quadro clinico dopo trattamento con claritromicina, cortisone ed immunoglobuline e.v.; uno è deceduto ed un altro ha continuato a presentare deficit sensoriali nonostante la terapia attuata. In un solo caso di sindrome di Guillain-Barrè si è riscontrato la coinfezione tra MP e CMV. La paziente due mesi prima del ricovero ha presentato un quadro di bronchite causato dal MP e documentato da un aumento del titolo anticorpale. Molto probabilmente la persistenza del batterio nel tratto respiratorio avrebbe provocato la riattivazione, attraverso meccanismi immunologici aspecifici, del CMV e la sua diretta localizzazione a livello del SNC, dimostrata dal riscontro del DNA dell'agente patogeno nel liquor. In letteratura sono già stati riportati altri casi di coinfezione tra MP ed altri patogeni, come Herpes Simplex Virus, soprattutto nei casi di encefalite [35, 45, 46]. Manifestazioni ematologiche Tra le manifestazioni ematologiche, le più significative sono: l’anemia emolitica [47], la coagulazione intravascolare disseminata (CID), la porpora trombotica trombocitopenica e la sindrome di Reynaud [1]. La letteratura riporta rari casi di linfoistiocitosi emofagocitica [48] ed un solo caso di pancitopenia [49]. Il meccanismo attraverso il quale il MP causa queste complicanze è secondario alla cross-reazione con le agglutinine a frigore. La patologia è autolimitante ed il trattamento antibiotico non sembra migliorare l'evoluzione clinica. L'uso dei corticosteroidi e della plasmaferesi è di dubbio valore, e comunque dovrebbero essere considerati solo per i casi refrattari [50]. Manifestazioni gastrointestinali Le manifestazioni gastrointestinali sono state descritte in circa il 25% dei casi e comprendono: nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, perdita di appetito ed epatomegalia. L’epatite e la pancreatite sono poco frequenti e generalmente si presentano in associazione all’infezione respiratoria [1]. I parametri di laboratorio mostrano un aumento delle transaminasi, del PT e del PTT, mentre risulta normale il valore della bilirubina (l'iperbilirubinemia di solito è dovuta all'anemia emolitica indotta dalle agglutinine a frigore). L'incremento del tempo di coagulazione è spesso associato alla diminuzione dei fattori coagulativi (II, VIII o X), e ciò potrebbe predisporre il paziente a fenomeni emorragici. I casi di epatite colestatica sono generalmente secondari al trattamento farmacologico con azitromicina [51]. In letteratura sono stati descritti alcuni casi di infarto splenico con transitorio aumento di anticorpi antifosfolipidi in associazione ad un’infezione da MP [52]. Inoltre diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che il batterio è responsabile delle esacerbazioni della malattia di Crohn e di altre malattie croniche infiammatorie intestinali [1, 53]. Manifestazioni renali e urogenitali Tra le manifestazioni renali, la glomerulonefrite associata al MP è rara e pochi sono i casi descritti nei bambini. La lesione più frequente è la glomerulonefrite membranoprofilerativa ma sono stati riportati anche casi di nefrite acuta interstiziale con o senza sindrome nefrosica e casi di ematuria isolata [54]. All’esame emocromocitometrico di questi pazienti si riscontra la persistenza di anticorpi IgG ed IgM anti Mycoplasma Pneumoniae ed un valore ridotto di C3 [55]. La letteratura descrive un solo caso di glomerulonefrite associata al deposito di immunocomplessi a cui ha fatto seguito una insufficienza renale. Vista la rarità di tale condizione mancano in atto linee guida per stabilire un trattamento appropriato [56]. Il primo caso di priapismo in età pediatrica associato all’infezione da MP è stato descritto nel 1996 in un bambino di 12 anni. Il principale meccanismo patogenetico responsabile è ricondotto alla stato di ipercoagulabilità indotto dalle emoagglutinine a frigore che precipitano nel microcircolo dell’apparato genitale dove la temperatura è in genere di due o tre gradi più bassa rispetto a quella corporea [57]. Manifestazioni muscolari e osteo-articolari I dolori muscolari, le artralgie e le poliartropatie sono descritte in circa il 14% dei casi e solitamente gli attacchi acuti si risolvono entro poche settimane, ma possono persistere fino a 6 mesi e solo pochi bambini sviluppano una poliartropatia cronica [1, 9]. Recentemente il MP è stato considerato tra gli agenti patogeni responsabili di artrite in età pediatrica. Nel 1970 [58] l’infezione da MP è stata associata ad un quadro clinico simile a quello dell’artrite idiopatica giovanile [59]. Dieci anni dopo, Davis e coll. descrissero il caso di un paziente con poliartralgia e poliartrite in associazione alla polmonite atipica [60]. Più recentemente l’infezione da Mycoplasma (compreso il MP) è stata descritta come la più comune causa di artrite erosiva cronica in un gruppo di pazienti con deficit primario di immunoglobuline [61]. Un solo caso di rabdomiolisi è stato descritto in letteratura [62]. Inoltre Haier e coll. [63] hanno dimostrato l’esistenza di un'associazione tra il MP e l’artrite reumatoide. Quindici dei 28 pazienti da loro esaminati presentavano una PCR positiva per le diverse specie di Mycoplasma, di cui cinque appartenevano alla specie del MP. Nella nostra casistica un solo bambino ha presentato dolori articolari con risoluzione della sintomatologia dopo circa una settimana dall’inizio della terapia con claritromicina. Diagnosi e terapia La diagnosi dei quadri clinici a localizzazione extrapolmonare dell’infezione da MP è spesso difficile anche perché i dati di laboratorio sono generalmente aspecifici [64]. Il rilievo di un movimento sierologico specifico di classe IgM e IgG in combinazione ad una PCR positiva eseguita sull’espettorato rappresenta il criterio diagnostico d’elezione [65]. Nella tabella 3 sono riportati i principali esami utilizzati per la diagnosi d’infezione da MP ed i relativi valori di sensibilità e specificità. Tra i test sierologici vengono di solito impiegati il test rapido di agglutinazione, il test immunoenzimatico (EIA), l’immunofluorescenza indiretta (IFA) o la reazione di fissazione del complemento (FC) con una sensibilità e specificità che variano per ogni singolo test. In particolare il test rapido di agglutinazione rileva sia gli anticorpi di classe IgM che di classe IgG con una sensibilità del 50%-66% ed una specificità del 100%. La reazione di fissazione del complemento presenta, invece, una sensibilità del 80% ed una specificità pari al 90% rilevando prevalentemente gli anticorpi specifici di classe IgM “precoci” (ed in misura minore IgG) e limitando, in questo modo, il suo valore diagnostico solo all’infezione primaria. Al contrario l’EIA risulta più sensibile e specifico, in quanto rileva sia le IgM che le IgG risultando positivo anche in caso di reinfezioni. Con tutti i metodi, però, la ricerca degli anticorpi specifici può risultare negativa nei primi 7-10 giorni di malattia e per tale motivo è utile, in ogni caso, l’esame comparativo di due campioni, prelevati a 2 settimane di distanza l’uno dall’altro. In tutti i casi è importante tenere in considerazione la cinetica della risposta anticorpale: i livelli di IgM si innalzano circa 7 giorni dopo la comparsa dei sintomi, raggiungono un picco dopo 4-6 settimane e diminuiscono lentamente raggiungendo livelli non dosabili 12-26 settimane dopo l’inizio di malattia e possono persistere da 2 a 12 mesi dopo l’infezione. Gli anticorpi IgG invece aumentano dopo poche settimane e possono anche persistere per diversi mesi, mentre le IgA sembrano essere il migliore indicatore di infezione recente [1, 66]. L’infezione da MP si accompagna anche ad un tipico movimento sierologico aspecifico rappresentato dalle agglutinine “a frigore”. La loro ricerca ottenuta mediante prelievo capillare rappresenta l’espressione di una risposta autoanticorpale, evidenziando anticorpi IgM verso antigeni di superficie eritrocitaria. Mettendo a contatto a 4° C il siero del paziente con eritrociti di gruppo 0, si valuta dopo qualche minuto se compare emoagglutinazione. La sensibilità e la specificità del test non sono tuttavia elevate. Le emoagglutinine infatti sono presenti solo nel 60% dei casi, compaiono 2-3 settimane dopo l’inizio dell’infezione e possono persistere per 2-3 mesi. Quando presenti a titolo significativo (≥ 1:64) costituiscono un utile elemento di sospetto, ma possono comparire anche in presenza di altre infezioni batteriche e virali o in altre affezioni quali malattie autoimmuni, emolinfopatie ed epatopatie. Anche la terapia antibiotica può influenzare i livelli delle agglutinine, determinandone un abbassamento del titolo [7, 67, 68]. La ricerca degli antigeni specifici per il MP nell’escreato e nelle secrezioni nasofaringee può essere effettuata mediante immunofluorescenza indiretta o metodo immunoenzimatico. L’identificazione del mycoplasma nei campioni biologici viene anche ottenuta con l’impiego di sonde a DNA e con la reazione a catena della polimerasi (PCR). La PCR sembra essere il miglior metodo di rilevazione anche se tutt’oggi è ancora poco impiegata, dal momento che non esistono kits commerciali approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) [69, 70]. La disponibilità di terreni colturali acellulari atti allo sviluppo dei mycoplasmi umani permette anche l’isolamento del microrganismo dai campioni biologici. Tuttavia tale metodica è poco sensibile, costosa e richiede lunghi tempi d’esecuzione [69]. Per le complicanze neurologiche e renali la prova diretta che il MP possa essere responsabile dell’encefalite e della glomerulonefrite in età infantile è difficile da ottenere poiché tale microrganismo raramente è rilevato nel liquido cefalorachidiano e nel tessuto renale rispettivamente [71, 54]. Il trattamento di prima scelta nell’infezione respiratoria da MP in età pediatrica si basa sulla somministrazione di macrolidi. I più utilizzati sono claritromicina e azitromicina [1, 8, 9]. Ci sono pochi dati sulle concentrazioni di claritromicina nel liquido cerebrospinale di pazienti con manifestazioni a carico del sistema nervoso centrale. D'altra parte, recentemente, è stato dimostrato che diverse citochine presenti nel liquor sono responsabili delle complicanze neurologiche di tali pazienti [72]. A questo proposito, un recente studio, ha anche rilevato che i macrolidi hanno un’azione inibente nei confronti di queste citochine infiammatorie in aggiunta alla loro attività antimicrobica e ciò giustificherebbe il loro impiego per il trattamento delle complicanze neurologiche [73]. Nel caso di miastenia associata al Mycoplasma la durata del trattamento con claritromicina deve essere molto breve, perché, anche se raramente, può indurre una cronicizzazione della malattia [74]. Per i casi di mielite acuta trasversa o di encefalomielite disseminata, la terapia con immunoglobuline e.v o plasmaferesi è utilizzata da sola o in combinazione al corticosteroide (metilprednisolone). Tuttavia, alcuni pazienti presentano un miglioramento del quadro clinico senza alcun trattamento [3]. Nei casi in cui sono presenti complicanze renali, il trattamento con metilprednisolone e plasmaferesi è stato associato ad una buona prognosi. In caso di glomerulonefrite l’uso di una terapia immunosoppressiva appropriata è secondaria alla presenza di un quadro istopatologico grave [54]. Conclusioni In conclusione l'infezione da MP può rappresentare la causa di quadri clinici atipici e pertanto la sua reale incidenza è certamente sottostimata. La descrizione dei nostri casi dimostra quanto sia importante la ricerca dell’infezione anche in pazienti in cui la patologia polmonare primitiva è assente, al fine di formulare una diagnosi precoce ed un trattamento mirato tempestivo. Nella tab. 4 riportiamo l’incidenza delle complicanze polmonari ed extrapolmonari riportate in letteratura e nella nostra casistica. Si evince che il numero dei soggetti con manifestazioni neurologiche riscontrato nella nostra casistica è nettamente superiore ai casi con la stessa condizione riportati in letteratura. Questo conferma che una costante ricerca del Mycoplasma andrebbe riservata ai soggetti che all’esordio si presentano con una sintomatologia del sistema nervoso centrale. Tabella 1 - Manifestazioni polmonari ed extrapolmonari da MP [1, 75-82] Tabella 2 - Caratteristiche cliniche dei pazienti e diagnosi finale Tabella 3 - Sensibilità e specificità dei principali esami utilizzati per la diagnosi di infezione da MP [1] Tabella 4 - Manifestazioni extrapolmonari in pazienti con infezione da Mycoplasma Pneumoniae: confronto tra i casi in letteratura e la nostra casistica [1, 77-78] (Tot. 13 casi) Fig .3 - TAC Torace: cavità aerea, settata, con minute bolle aeree contigue (3a), circondata da uno strato di parenchima polmonare atelettasico (3b) Fig. 1 - Rash eritemato-maculare nella regione metatarso-falangea (1a) e in regione glutea (1b) Fig. 2 - Rx Torace: area ovalare radiotrasparente in regione ilare-parailare destra Fig. 4 - RMN Encefalo, sequenza DWI: ampia area ischemica a livello del talamo con interessamento parziale dei nuclei lenticolare e caudato con edema peri-lesionale Bibliografia 1. 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