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Via@ Tourism Review Publication details, including instructions for authors: Viatourismreview.com To cite this article: SHIOJI, Y, 2014, ”Chi conserva l’immagine della “Vecchia Inghilterra”? Turismo e fenomeni migratori nella campagna inglese”, Via@, 2014-2(6), http://viatourismreview.com/it/2014/12/varia2014-art2/ To link to this article: http://viatourismreview.com/it/2014/12/varia2014-art2/ Languages: Article in Italian This article can be downloaded in English (original language) and French Via@ Tourism Review makes every effort to ensure the accuracy of all the information (the “Content”) contained in the publications on our platform. Any opinions and views expressed in this publication are the opinions and views of the authors, and are not the views of or endorsed by Via@ Tourism Review. The accuracy of the Content should not be relied upon and should be independently verified with primary sources of information. 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Turismo e fenomeni migratori nella campagna inglese Yuko Shioji Professor (Cultural anthropology), Hannan University, Faculty of International Tourism, Department of International Tourism Riassunto Via@ 2014-2 (6) L’immagine idealizzata della “Vecchia Inghilterra” ha attratto turisti e immigrati nella campagna inglese sin dal XIX secolo. Questo fenomeno ha avuto un grande impatto sulla comunità locale. Il presente paper illustra un caso di studio riguardante una cittadina di campagna situata nei Cotswolds e descrive le comunità locali e la loro reazione di fronte ai fenomeni turistici e migratori, oltre ad evidenziare il ruolo fondamentale svolto dagli immigrati nel mantenere intatta l’immagine del luogo che li ha attratti sul territorio. Il paper analizza anche il lavoro svolto dalla comunità locale per preservare l’eredità dei propri antenati. Parole chiave : migrazione, campagna inglese, “Vecchia Inghilterra”, Cotswolds, immigrati Introduzione L’immagine idealizzata della “Vecchia Inghilterra”, fatta di edifici storici, suggestivi paesaggi rurali e tranquilla vita di provincia ha da tempo attratto consistenti flussi turistici. A partire dalla fine del XIX secolo, la campagna inglese è diventata la protagonista di guide, depliant turistici e reportage di mass media, oltre che delle politiche turistiche della British Tourist Authority e, oggi, di Visit Britain. Urry sostiene che la gente protegga e visiti la campagna in quanto il suo paesaggio e le sue tradizioni sono i simboli della “Vecchia Inghilterra” (Urry 1990: 96-99). Questo immaginario ha attirato non solo turisti, ma anche immigrati, che si sono trasferiti in queste zone da altre aree della Gran Bretagna: alcuni visitatori, infatti, rimangono così profondamente colpiti da questi luoghi da decidere di trasferirvisi definitivamente. La presente ricerca, basata sul lavoro di antropologia partecipativa svolto sul campo dal -1- Via@ Tourism Review 1996 al 20101, prende in esame come caso di studio una cittadina rurale dell’area dei Cotswolds per dimostrare l’impatto dell’immaginario sui residenti e analizzare il feedback fornito in merito dalla comunità per il periodo compreso tra il 1990 e il 2010. Via@ 2014-2 (6) Nell’ambito del dibattito riguardante gli studi antropologici sul turismo si è osservato come i turisti e lo sviluppo delle attività ricreative producano in molti casi un impatto negativo sulle comunità ospitanti nel caso in cui esse appartengano a minoranze etniche, politiche, economiche o persino culturali. Le conseguenze negative sono ravvisabili nella forma di fenomeni quali la commercializzazione delle proprie tradizioni e terre, trattate alla stregua di vere e proprie commodity turistiche (Smith 1989; Boissevain (a cura di) 1996). Per contro, si è anche puntualizzato come in tali contesti sociali il turismo abbia contribuito allo sviluppo di nuove tradizioni o dato nuova linfa a usanze ormai quasi scomparse (McDonald 1987; Boissevain (a cura di) 1996; Yamashita 1999). Negli studi turistici è stata posta un’enfasi eccessiva sul presupposto che contrappone “ospiti” e “ospitanti” come appartenenti a due mondi distinti: il nord ricco e il sud povero, maggioranze e minoranze, forte e debole2. Tuttavia, nella campagna inglese vivono individui “ospiti” che si sono trasferiti nelle società ospitanti e sono ora parte integrante della comunità locale. Come fa notare Fees, il concetto di un “luogo mitico” introdotto dagli immigrati, solitamente pensionati benestanti appartenenti alla classe borghese, può influenzare le politiche e le relazioni sociali di una cittadina di campagna (Fees 1996). L’immaginario dell’immigrato è simile a quello del turista, ma l’impatto prodotto sulla comunità locale può essere più incisivo, a causa del trasferimento definitivo dei nuovi arrivati. In questo studio si discuteranno le reazioni dei locali di fronte al turismo e ai fenomeni migratori, al fine di individuare soggetti e fattori che contribuiscono alla conservazione dell’immaginario della “Vecchia Inghilterra”. La campagna inglese e il turismo La campagna inglese come luogo ideale La campagna inglese è da tempo un luogo idealizzato. A partire dalla Rivoluzione Industriale, la Gran Bretagna, divenuta una sorta di “fabbrica internazionale”, conobbe una rapida urbanizzazione, con conseguente notevole incremento della densità abitativa nelle città. Lo sviluppo industriale comportò inoltre la perdita di Il lavoro sul campo a Chipping Campden, una cittadina dei Cotswolds, è stato effettuato in diverse fasi dal 1996 al 2010. Il lavoro partecipativo di lungo termine sul campo si è svolto in due periodi: il primo, di 18 mesi, dall’aprile 1996 all’ottobre 1997, e il secondo, di 12 mesi, dall’aprile 2009 al marzo 2010. In entrambi i periodi ho vissuto in città per capire in che modo i residenti cercano di bilanciare la conservazione del patrimonio con lo sviluppo del turismo, e secondo quali modalità le associazioni della cittadina lavorano e si relazionano con la comunità. Tra le due ricerche di lungo periodo (ossia nell’intervallo di tempo compreso tra il 1997e il 2009), ho inoltre svolto studi sul campo di breve termine nella stessa località, quasi ogni anno. Vorrei ringraziare tutte le persone di Chipping Campden che hanno supportato la mia ricerca durante questi 15 anni di lavoro. 2 Alcuni lavori recenti relativizzano questo punto di vista discutendo la possibilità di un turismo comunitario o dello sviluppo della comunità unitamente alle attività turistiche, scenari che richiedono l’attivazione di una partnership con la comunità locale (Hall e Richards (a cura di) 2003; Singh, Timothy e Dowling (a cura di) 2003; Moscardo (a cura di) 2008; World Tourism Organization 2009). 1 -2- Via@ Tourism Review numerosi edifici storici e la distruzione dell’ambiente naturale. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in soli 15 anni, in Gran Bretagna andarono perduti 200.000 ettari di terreni agricoli e aree boschive. I rapidi cambiamenti sociali interni furono inoltre accompagnati, durante lo stesso secolo, da notevoli trasformazioni avvenute al di fuori del paese, a seguito dell’espansione dell’Impero Britannico. E’ in questo periodo che le persone iniziarono a sviluppare un senso di appartenenza nei confronti della campagna inglese. Molte descrizioni letterarie della campagna tendono ad enfatizzare la Vecchia Inghilterra ed i valori e il paesaggio rurali. Quest’ultimo, in particolare, divenne un motivo ricorrente nelle opere d’arte, quale soggetto simbolico della pittura di paesaggio dell’epoca (Pevsner 1956: 167). Come fa notare Williams, l’idea dell’Inghilterra percepita come “casa” si consolidò nell’immaginario delle persone che si erano trasferite nelle colonie dell’Impero Britannico per motivi di lavoro (Williams 1973: 281). Molte immagini di questa “casa” venivano associate all’idea dell’Inghilterra rurale. La ricompensa per un duro lavoro nelle colonie, al servizio dell’Impero, consisteva nel “ritorno alla campagna inglese, ormai circondata da città e industrie” (Williams 1973: 282). In breve, dopo l’era coloniale, la campagna divenne il luogo ideale dove ritirarsi (Williams 1973: 282). Via@ 2014-2 (6) The Country Life, pubblicato per oltre un secolo dal suo lancio, avvenuto negli anni ’90 del XIX secolo, includeva regolarmente articoli e annunci pubblicitari su case situate in piccole cittadine e villaggi rurali. I cambiamenti succedutisi rapidamente durante il XIX secolo, sia nel paese che nel resto del mondo, trasformarono quindi la campagna inglese in un territorio idealizzato capace di suscitare un forte senso di appartenenza, e, in seguito, più realisticamente e per tutto il XX secolo, nel luogo ideale dove trasferirsi. Il turismo e l’immagine turistica della campagna inglese Nel XX secolo, la campagna divenne uno dei simboli dell’identità nazionale inglese. Durante la recessione degli anni ’30, ad esempio, i programmi radiofonici educativi della BBC idealizzavano la vita tradizionale delle zone rurali inglesi, mentre serie come English Heritage (Longman) e English Life (Batsford) venivano pubblicate una dopo l’altra (Wiener 1981: 73). In quel periodo, le guide turistiche e i diari di viaggio descrivevano la campagna inglese secondo precisi canoni estetici, ad uso e consumo delle classi medie che risiedevano in città e sognavano la bellezza del paesaggio inglese (Potts 1989: 172-173). I progressi nel settore dei trasporti e il boom delle attività di leisure del paese trasformarono le aree rurali in un’invitante destinazione turistica facilmente accessibile, cosa che attirò verso questi territori un numero sempre maggiore di visitatori. Con la fine della seconda guerra mondiale e la diffusione delle autovetture, le abitudini di viaggio delle persone cambiarono radicalmente, e la campagna divenne una meta ideale per praticare sport e fare passeggiate. Tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90, una nuova forma di fruizione delle aree rurali che limita l’impatto del turismo sull’ambiente venne indicata dalla Countryside Commission (Countryside Commission 1987; 1991ab; 1992). Attualmente, la campagna inglese è custode di un ricco patrimonio naturale e culturale, grazie ad una lunga tradizione di politiche di conservazione. E’ un’area che vanta una grande consapevolezza in materia di protezione dell’ambiente. Vi sono molte zone che puntano ad una rivitalizzazione turistica del territorio tramite la -3- Via@ Tourism Review valorizzazione di queste risorse naturali e culturali. In tale ambito, gli edifici storici non sono solo aperti al pubblico, ma vengono utilizzati anche per offrire possibilità di alloggio ai visitatori. Ad esempio, il 45% di tutte le strutture ricettive del Gloucestershire, dove è situata gran parte dei Cotswolds, è costituito da edifici storici (BTA/ETB 1996: 15). L’Ente Nazionale Britannico per il Turismo (British Tourist Authority-BTA) ha promosso i concetti di “campagna”, “patrimonio” e “cultura” come i principali tratti distintivi della Gran Bretagna. Due terzi dei visitatori stranieri ha motivato la propria visita nel paese indicando queste caratteristiche (Shioji 1997; 2003: 96-98). Via@ 2014-2 (6) A partire dalla seconda metà del XX secolo, l’immagine della campagna inglese è stata utilizzata a fini di promozione turistica da autorità governative nazionali e regionali, oltre che dall’industria del turismo. Possiamo vedere queste immagini campeggiare nei depliant di promozione turistica nazionale, regionale e locale (Shioji 2003: 98-122). Ad esempio, nei depliant nazionali del periodo 1992-1997 le immagini della sezione dedicata all’Inghilterra evidenziano il ruolo svolto dal suo paesaggio, un luogo dove gli edifici storici sono circondati dalla natura: campi verdi, laghi, mare. Edifici storici come residenze di campagna, fortezze e cattedrali sono descritti come “magnifici”, “stupendi” e “grandiosi”, mentre ai fabbricati in legno, cottage in pietra e castelli diroccati vengono riservati aggettivi come “pittoresco”, “romantico” e “poetico”. Piccoli cottage indipendenti, case in pietra e legno sono una presenza costante nelle sezioni dei depliant dedicate all’Inghilterra, e vengono idealizzati come residenze “simbolo” dell’area. Il termine “campagna” si utilizza molto spesso per introdurre la sezione “Inghilterra”. Le zone rurali sono descritte come “pittoresche”, “mozzafiato”, “bellissime”, “incantevoli”, “verdi” e “ondulate”. In queste immagini, tuttavia, non compaiono i trattori utilizzati per coltivare i campi, i camion che trasportano i cereali e i contadini al lavoro nel fango. I depliant turistici non descrivono la vita reale nelle campagne, dove i suoni e gli odori dell’agricoltura e dell’allevamento degli animali sono una realtà costante. L’“Inghilterra Centrale”, in particolare, viene indicata come l’”Inghilterra essenziale”, un luogo che racchiude cultura, storia, le idealizzate residenze storiche inglesi, e l’immagine stilizzata della campagna locale. Queste immagini vengono regolarmente presentate nelle pubblicazioni specializzate promosse dalle amministrazioni regionali e locali allo scopo di dare nuovo impulso all’economia delle aree rurali tramite il turismo. Una comunità nella campagna inglese Chipping Campden nei Cotswolds I Cotswolds sono un’area collinare situata nel sud-ovest dell’Inghilterra che include principalmente il Gloucestershire e altre quattro contee, per un totale di circa 145 piccole cittadine e villaggi ed una popolazione complessiva pari ad approssimativamente 80.000 abitanti. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, i movimenti ambientalisti iniziarono la loro attività in tutto il paese. Queste associazioni, unitamente all’opera di vari benefattori, resero possibile la ristrutturazione di vecchie residenze e la conservazione del paesaggio urbano e naturale dei Cotswolds. La zona è stata dichiarata Area of Outstanding Natural Beauty (AONB), un riconoscimento attribuito dal governo del Regno Unito ai -4- Via@ Tourism Review territori rurali di particolare valore paesaggistico. Le risorse naturali e culturali dei Cotswolds attraggono ogni anno circa 3.000.000 di visitatori. Il presente studio analizza la realtà di Chipping Campden, cittadina di 2000 abitanti situata nella parte settentrionale dell’area. Via@ 2014-2 (6) In epoca medievale, Chipping Campden era città di mercato e, dal V al X secolo, centro politico dell’area. Il fiorente commercio della lana consentì ai ricchi mercanti di finanziare la costruzione della chiesa di St. James, di alcuni ricoveri e dell’area del mercato. In seguito, esclusa dalla Rivoluzione Industriale, la cittadina si trasformò in una remota località di campagna disseminata di case diroccate, progressivamente abbandonate dai proprietari che emigravano in città a seguito della crisi agricola verificatasi negli anni ’70 del XIX secolo. Il rinascimento culturale, sociale ed economico di Chipping Campden iniziò nel 1902, quando l’architetto C.R. Ashbee e la sua Guild of Handicraft (Associazione per l’Artigianato) vi si trasferirono da Londra, perseguendo l’ideale dell’Arts and Crafts Movement (il Movimento delle Arti e dei Mestieri). Da Ashbee in poi, il numero degli immigrati benestanti aumentò progressivamente. Non solo artisti appartenenti alla classe della borghesia, ma anche lavoratori che avevano prestato servizio nelle colonie e uomini d’affari di successo decidevano di abbandonare la città per trascorrere qui gli anni della propria pensione (Figura 1.1, 1.2). Figura 1.1 : Chipping Campden circondata da colline ondulate Fonte: Y. Shioji. -5- Via@ Tourism Review Via@ 2014-2 (6) Figura 1.2 : Una grande residenza in pietra risalente al XVII secolo, con annesso bellissimo giardino Fonte: Y. Shioji. Chipping Campden è oggi al secondo posto nel paese per numero di edifici tutelati, è inclusa in un’area protetta e il suo territorio è stato riconosciuto come AONB. Il patrimonio culturale della cittadina vanta inoltre attrattive come la Morris dance (una danza popolare inglese), la festività del May Day (Calendimaggio) e i Giochi Olimpici dei Cotswolds (una manifestazione sportiva le cui origini risalgono al XVII secolo). Occorre inoltre ricordare come non sia solo il patrimonio tangibile, fatto di edifici storici e paesaggi, ad attirare i visitatori, ma anche i valori intangibili della comunità locale, tramandati di generazione in generazione. Il turismo a Chipping Campden e la reazione della comunità locale Il turismo è la principale attività economica di Chipping Campden. Nel periodo di alta stagione, che va da giugno a settembre, il centro di informazione turistica situato nel centro della cittadina accoglie oltre 250 visitatori al giorno. Chipping Campden è a 20 minuti d’auto dalla città natale di Shakespeare, Stratford-upon-Avon, mentre l’area dei Cotswolds dove il paese è situato si trova nelle vicinanze di Oxford e Bath: si tratta quindi di una delle soste più popolari degli itinerari turistici proposti dal territorio (Figura 2.1, 2.2). -6- Via@ Tourism Review Via@ 2014-2 (6) Figura 2.1: Un bus scoperto (open-top) in estate Fonte: Y. Shioji. Figura 2.2 : I turisti si aggirano tra i negozi e le sale da tè di High Street Fonte: Y. Shioji. La cittadina dispone di un numero adeguato di strutture turistiche come hotel, bed and breakfast, ristoranti, sale da tè e negozi di antiquariato su High Street, dove sono situati anche i servizi per i locali, come un ufficio postale, banche, negozi alimentari (fornaio, macellaio, fruttivendolo), farmacia e supermercato/cooperativa. Più del 40% degli edifici di High Street è destinato ad uso abitativo (Shioji 2003: 69). Chipping Campden ha due scuole elementari e una scuola superiore unificata. Vi sono poi tre chiese, rispettivamente di religione anglicana, battista e cattolica. Si tratta quindi di una comunità vitale, oltre che di una famosa destinazione turistica: questo causa complesse problematiche che contrappongono la città al mondo esterno, come ad esempio la questione riferita alla necessità dell’individuazione di una modalità di promozione turistica che consenta anche di tutelare la vita quotidiana dei residenti. -7- Via@ Tourism Review L’impatto “esterno” sulla comunità non riguarda solo il turismo, ma anche l’interesse delle persone a trasferirsi in queste zone, alla ricerca della Vecchia Inghilterra, tendenza che è ugualmente causa di conflitti tra la popolazione locale e gli immigrati. Questi fenomeni saranno discussi nelle sezioni successive. Via@ 2014-2 (6) La maggioranza dei residenti, il cui sostentamento non dipende direttamente dalle attività turistiche, non è generalmente incline a promuovere l’arrivo dei visitatori in paese: basti pensare a come i club locali e il Women’s Institute si siano opposti alla presenza del centro di informazione turistica all’interno del municipio comunale nel 1997. Queste associazioni sostengono che mentre le attività dei club e del Women’s Institute svolte all’interno dell’edificio sono destinate ai residenti, il centro per i visitatori si rivolge ai turisti, e come tale non è consono alle finalità del municipio. Nonostante la giunta comunale avesse accordato il permesso di aprire il centro per i primi due anni a seguito del riconoscimento dei vantaggi apportati dal turismo alla città, in seguito si è deciso di assegnare la priorità alle esigenze dei residenti. La maggior parte degli abitanti percepisce, più o meno, il ruolo fondamentale delle attività di leisure nella loro vita quotidiana, particolarmente ravvisabile nel contributo al sostentamento di una varietà di negozi e servizi presenti in paese. I residenti possono facilmente intuire la perdita di vitalità e la chiusura dei negozi che si verificherebbero nel caso in cui i turisti non arrivassero più in città. Tuttavia, la comunità locale ha ancora un’opinione negativa del turismo, in quanto non riesce a comprenderne i benefici diretti. Sono pochi i residenti che non si sentono infastiditi dalle macchine fotografiche puntate costantemente sulle loro case e sui loro giardini. Nonostante ciò, il mondo idealizzato della “Vecchia Inghilterra” creato da osservatori esterni continua ad attirare turisti. L’immagine della campagna inglese precedentemente menzionata viene utilizzata concretamente a Chipping Campden. Gli hotel e i negozi situati in edifici storici usufruiscono dell’immagine turistica della città antica. La principale industria turistica locale è composta da 5 hotel di High Street, che beneficiano dell’afflusso dei visitatori e di clienti nei ristoranti del paese. Questi hotel tendono ad enfatizzare l’età degli edifici e la loro lunga storia come strutture ricettive, mostrando le travi in legno del soffitto, preparando caminetti a legna, arredando gli interni con mobili antichi e sistemando letti a baldacchino nelle stanze degli ospiti. I negozi di antiquariato di High Street sono un esempio tipico della valorizzazione degli edifici antichi. La maggior parte dei pezzi di antiquariato venduta nei negozi non viene prodotta localmente, ma arriva a Chipping Campden da tutto il resto del paese. Non sono solo gli hotel e i negozi ad usufruire dell’immagine turistica del territorio, ma anche una fondazione che ha come scopo la conservazione del patrimonio culturale della cittadina. Il Court Barn Museum, aperto e gestito dalla Guild of Handicraft Trust nel 2007, segnala ai visitatori i negozi e le botteghe dove poter acquistare prodotti di artigianato locale. Il museo espone testimonianze storiche ed opere d’arte dell’Arts and Crafts Movement e collabora con le botteghe e le gallerie d’arte locali, oltre che con il centro di informazione turistica. Una di queste botteghe è l’Old Silk Mill, risalente al XVII secolo, che C. R. Ashbee e i membri della sua associazione utilizzavano come laboratorio all’inizio del XX secolo. Nell’Old Silk Mill è ancora attiva un’argenteria, dove i visitatori possono osservare gli artigiani al lavoro e acquistare gli oggetti. Nella bacheca sono esposti gli accessori originali ispirati ai progetti di Ashbee, che rappresentano i principali edifici storici della città, come ad esempio il mercato. -8- Via@ Tourism Review Via@ 2014-2 (6) Il gruppo di promozione turistica locale è composto dai proprietari delle strutture ricettive del paese e dintorni e da membri della Camera di Commercio, come i negozianti di High Street. Sono stati soprattutto i gestori dei bed and breakfast situati nel territorio ad avviare e dirigere l’attività del centro di informazione turistica della cittadina dal 1995 in poi. Tra i loro meriti figura l’aver organizzato la sistemazione degli ospiti tramite un sistema di prenotazioni anticipate effettuate presso il centro. Tuttavia, con l’aumento della popolarità del web come modalità privilegiata per la ricerca e la prenotazione degli alloggi, i proprietari delle strutture ricettive hanno progressivamente abbandonato la gestione del centro di informazione turistica, che recentemente si avvale del supporto di alcuni volontari locali, pensionati non necessariamente legati al mondo del turismo. Queste persone sembrano divertirsi nell’aiutare ad organizzare le attività e parlare con i visitatori. Nel 2010 troviamo un residente, ex-direttore di banca in pensione, tra i principali organizzatori e manager del centro di informazione turistica, impegnato anche come musicista folk e leader del gruppo di Morris dance locale. Si tratta quindi di una persona che dispone di una buona rete di contatti. E’ felice di richiamare turisti nel territorio e fornire loro informazioni sulle attrattive della città, come i festival di rievocazione storica e la Morris dance. Vi sono inoltre alcuni residenti attivi in prima linea nel raccontare ai visitatori la storia della città. Sono membri del Cotswold Volunteer Warden e organizzano tour guidati e passeggiate nelle campagne. I turisti vengono accompagnati, in gruppi di circa 10 partecipanti, in un tour guidato di Chipping Campden durante il quale ricevono informazioni sugli edifici storici, quali ad esempio l’epoca e le finalità della loro costruzione e degli interventi di restauro, e sui vecchi e nuovi proprietari delle costruzioni. Le guide sono membri della comunità locale, solitamente essi stessi residenti in edifici storici, amanti dell’atmosfera dei tempi andati e dell’ambiente naturale della cittadina, e desiderosi di far conoscere ai turisti il patrimonio del territorio e riflettere sulla necessità della sua conservazione. Il loro scopo è quello di educare e guidare i visitatori in modo appropriato: ecco perché insistono sull’importanza della presenza di un centro di informazione turistica. I cambiamenti sociali e culturali indotti dagli immigrati Chipping Campden era una cittadina di campagna come tante in Inghilterra, la cui economia era essenzialmente legata all’agricoltura e all’allevamento. Tuttavia, dagli ultimi anni del XIX secolo, il numero dei turisti è andato progressivamente aumentando. La meccanizzazione dell’agricoltura e la conseguente riduzione del livello di occupazione del XX secolo hanno spinto i giovani ad emigrare altrove. Contemporaneamente, il numero degli immigrati è aumentato enormemente a partire dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, quando il prezzo delle abitazioni urbane è lievitato, a fronte della diminuzione del valore delle residenze di campagna. Queste ultime sono divenute così economicamente accessibili e molto ambite dagli abitanti delle città. Si è pertanto assistito ad un invecchiamento della popolazione di Chipping Campden, composta oggi per il 37% da anziani che occupano il 23% di tutte le residenze del territorio. Gli immigrati che si sono trasferiti qui hanno realizzato il sogno inglese di “trascorrere gli anni della propria pensione in campagna”. La maggior parte dei nuovi residenti da me intervistati aveva già visitato come turista i Cotswolds o Chipping Campden. Alcuni di loro conoscevano i Cotswolds in quanto vi si erano recati spesso -9- Via@ Tourism Review durante l’infanzia, e avevano in seguito sviluppato un sentimento di nostalgia nei confronti di questi luoghi. Altri sono invece certamente rimasti colpiti dalla bellezza del territorio, tanto da decidere di trasferirvisi dopo averli visitati. I rapporti tra i “Campdonian”, nati e cresciuti a Chipping Campden, e i benestanti immigrati provenienti dalle città si sono però rivelati conflittuali e problematici, come sarà discusso in dettaglio nella sezione successiva. Entrambi i termini, “immigrati” e “Campdonian”, sono utilizzati dai residenti stessi per indicare la propria origine e condizione all’interno della comunità. La maggior parte dei Campdonian appartiene alla classe lavoratrice e trae il proprio sostentamento dall’impiego nelle industrie locali. Al contrario, gli immigrati sono in molti casi borghesi benestanti provenienti dalle città. Via@ 2014-2 (6) L’afflusso di immigrati ha comportato una serie di cambiamenti sociali e culturali nella cittadina. Si è assistito innanzi tutto ad un aumento del valore delle abitazioni, che è stato allineato allo status economico dei potenziali acquirenti. Di conseguenza, i prezzi delle case sono divenuti inaccessibili per i giovani Campdonian. Questo fenomeno ha modificato la struttura sociale del paese. Secondo l’analisi da me svolta alla fine degli anni ’90, basata sui dati del censimento e sulle indicazioni di alcuni residenti che conoscevano sia Campdonian che immigrati, questi ultimi, all’epoca della ricerca, vivevano in High Street, accanto agli edifici storici, o nell’area dei cottage indipendenti, vale a dire nel centro culturale e paesaggistico del territorio. Al contrario, i Campdonian risiedevano nelle aree periferiche, in case popolari o condomini situati nelle strade secondarie o nei sobborghi costruiti nel XX secolo (Shioji 2003). A più di 10 anni dalla mia ricerca, alcuni anziani Campdonian sono deceduti, mentre i giovani si sono trasferiti a vivere e lavorare in centri e città di maggiori dimensioni, con conseguente, costante diminuzione del numero dei “nativi”. Figura 3 : Un cottage indipendente: la residenza preferita di immigrati e turisti! Fonte: Y. Shioji. - 10 - Via@ Tourism Review In secondo luogo, gli immigrati hanno cominciato ad esercitare una sorta di controllo culturale, sociale e politico sul territorio. Con un passato nel business o nella libera professione, i nuovi arrivati disponevano di una buona esperienza nelle attività di dibattito ed organizzazione, capacità che hanno utilizzato negli anni ’80 per istituire associazioni di conservazione e fondazioni aventi l’obiettivo di preservare la bellezza della “loro” Chipping Campden. Divenuti anche assessori comunali, gli immigrati hanno poi iniziato ad orientare la politica della città sulla base dei propri punti di vista. Via@ 2014-2 (6) La Campden Society (CS), ad esempio, è la più grande organizzazione no-profit del territorio. Originariamente istituita nel 1924, è stata in seguito riformata nel 1970 dagli immigrati. Il movimento ha ricevuto originariamente impulso dal fenomeno dell’immigrazione correlato all’immagine letteraria della Vecchia Inghilterra. Dopo la riforma, gli obiettivi della CS sono stati rivolti alla conservazione della bellezza e del patrimonio storico di Chipping Campden, attuabile grazie ad un’oculata gestione degli edifici. L’associazione è composta da circa 350 membri, per la maggior parte immigrati pensionati, di età superiore ai 60 anni. Le attività della CS includono conferenze e itinerari di studio ai quali i membri possono partecipare; un ruolo di particolare importanza è svolto dal sottocomitato di pianificazione, che ha il compito di esaminare le domande dei progetti edilizi riguardanti la città inviate mensilmente dal governo locale e di sottoporre a quest’ultimo pareri riguardanti la ricostruzione, l’ampliamento, la nuova costruzione e il restauro degli edifici del territorio. In questo senso, la CS ha il ruolo di un organo consultivo per il governo locale, e i pareri espressi sono considerati come la voce dei “residenti di Campden“, indipendentemente dalle decisioni prese dalla giunta comunale. I pareri della CS hanno acquisito gradualmente sempre più importanza nell’ambito delle discussioni riguardanti la gestione della piccola cittadina di campagna. In particolare, gli immigrati hanno iniziato a dedicarsi alla politica nel ruolo di consiglieri, e già negli anni ’80 occupavano più della metà dei seggi della giunta. I consiglieri “immigrati” supportano i pareri della CS, che è a sua volta espressione del punto di vista dei nuovi arrivati: ecco perché le opinioni dell’associazione in materia di pianificazione del territorio sono così influenti nell’ambito della giunta comunale. In questo scenario, tra i Campdonian si è diffusa la convinzione dell’esistenza di un governo “straniero” sulla pianificazione territoriale di Chipping Campden, mentre la CS suscitava il risentimento della comunità locale in qualità di organismo espressione degli interessi degli immigrati detentori del controllo sulla città. Gli immigrati hanno quindi contribuito a mantenere il paesaggio della Vecchia Inghilterra che li aveva attratti sul territorio. Sebbene Chipping Campden sia situata in un’area “marginale” dal punto vista politico ed economico rispetto alle città, l’immaginario mitico risalente al periodo di Ashbee e della Guild of Handicraft ha attirato un certo numero di immigrati provenienti dal “centro” del paese, che hanno successivamente acquisito il controllo della cittadina attraverso associazioni e fondazioni (Fees 1996: 129-138). In generale, i Campdonian non aderiscono a queste organizzazioni sociali. La maggior parte dei locali da me intervistati ha spiegato che “i Campdonian non entrano a far parte della CS”. Fra le ragioni di questo rifiuto, vengono addotte motivazioni come “l’associazione è composta da forestieri”, “siamo troppo impegnati per avere il tempo di partecipare ai dibattiti” e “preferiamo supportare associazioni di beneficienza più “importanti”, che aiutano le persone anziane della città.” Alcuni residenti hanno aderito a gruppi di importanza più - 11 - Via@ Tourism Review marginale, come il club di cricket e il Women’s Institute locali. La maggior parte dei Campdonian non è interessata alle politiche di conservazione, ma ad una vita moderna e comoda. I conflitti tra Campdonian ed immigrati Il rapporto tra i Campdonian e gli immigrati è conflittuale e problematico. Ciò è dovuto al gap economico che li divide, ma anche a differenti stili di vita e valori. Il conflitto divenne particolarmente evidente soprattutto negli anni ’80 e ’90, in concomitanza con la rapida crescita del numero degli immigrati. Nel 1988, ad esempio, i nuovi arrivati avviarono una protesta nei confronti degli autocarri pesanti, che a loro parere rovinavano il paesaggio transitando nel centro della città. Accogliendo le richieste dei nuovi residenti, la giunta comunale suggerì un piano che imponeva restrizioni di peso per l’ingresso degli autoveicoli in paese, cosa che fece esplodere la rabbia dei Campdonian nei confronti degli immigrati. A seguito della richiesta della giunta comunale, il consiglio di contea elaborò la bozza di una proposta di restrizioni riguardanti il traffico stradale. Quando la giunta interpellò sulla questione le aziende locali che utilizzavano gli autocarri per svolgere le proprie attività di impresa, un rappresentante di una società fornitrice di prodotti caseari dichiarò quanto segue: “Questa proposta è tipica dei vecchi yuppie che stanno distruggendo la città. Via@ 2014-2 (6) Il motivo per cui si trasferiscono tutti a Campden è che le famiglie che hanno vissuto qui per centinaia di anni hanno reso bellissimo questo posto. Ma ora, a causa degli immigrati, il commercio improvvisamente non è più importante. Stanno trasformando Campden in un “vecchio” paradiso. Cosa stanno cercando di fare a questo paese? I cittadini stanno arrivando qui a frotte, e ci si aspetta che noi ci adattiamo al loro stile di vita. Stiamo semplicemente cercando di guadagnarci da vivere.” (Evesham Journal 1988. 6. 2:1). I “vecchi yuppies”, i “cittadini” e i “nuovi arrivati” descritti dal rappresentante non sono altro che gli immigrati borghesi che hanno lasciato le loro città dopo essere andati in pensione. Mentre gli immigrati sono pensionati e benestanti, la comunità dei Campdonian è composta principalmente da una numericamente esigua classe lavoratrice che con il proprio impiego provvede al mantenimento della famiglia. Quando i nuovi residenti tentano di modificare lo stile di vita dei Campdonian in base ai loro valori, la rabbia dei nativi esplode nel modo precedentemente descritto. I conflitti non sono emersi durante il periodo della mia ricerca, svolta alla fine degli anni ’90; tuttavia, alcuni residenti mi hanno spiegato le differenze di mentalità ed attitudini che delineano uno scenario potenzialmente problematico. Un nuovo cambiamento per la comunità Intorno all’anno 2000, alcuni Campdonian hanno iniziato a partecipare a varie organizzazioni sociali istituite e presiedute dagli immigrati, come la società storica e un’associazione di assistenza agli anziani. In questa sezione sarà discusso il recente cambiamento avvenuto nell’ambito della società storica. - 12 - Via@ Tourism Review La società storica La società storica locale è la Campden and District Historical and Archaeological Society, abbreviata in CADHAS. La CADHAS venne istituita nel 1984 su proposta degli immigrati. In quel periodo, i nuovi residenti, fra i quali figuravano storici ed intellettuali, ad inclusione del proponente, un perito in pensione, formarono una commissione e stabilirono le regole della società. Alla prima riunione parteciparono 60 persone; nella commissione, tuttavia, erano presenti ben pochi Campdonian. Nel 1987, il numero dei membri della società era ormai salito a 150, mentre le finalità dell’istituzione si ampliavano, estendendosi ad attività-svolte ancora oggi- come conferenze, mostre, ricerche, itinerari di studio e pubblicazioni. Nei primi cinque anni, la CADHAS pubblicò libri su personaggi locali e artisti impegnati nell’Arts and Crafts Movement. In seguito, negli anni ’90, si dedicò a pubblicazioni come “Memories of a Campdonian” (Memorie di un Campdonian), scritto da un anziano Campdonian che ripercorreva la propria vita, ricordando inoltre le persone e gli avvenimenti della cittadina. La CADHAS si è dimostrata particolarmente attiva nell’effettuare ricerche sulla storia locale, allestendo mostre, organizzando presentazioni e conferenze per il pubblico, e realizzando pubblicazioni. In base ai dati raccolti durante la mia ricerca, svolta a metà degli anni ’90, sebbene il numero dei membri della società avesse ormai superato le 200 unità, erano ben pochi i Campdonian che ne facevano parte. Solo alcuni locali, come ad esempio l’autore del libro sopra citato, venivano invece regolarmente invitati agli eventi e considerati veri e propri testimoni della storia della cittadina. Via@ 2014-2 (6) Gli Archivi della Comunità nel 2001: i volontari sono Campdonian La CADHAS, tuttavia, cominciò a cambiare gradualmente a partire dal 2000, quando gli archivi e le fotografie di proprietà della società, conservati nell’abitazione di uno dei membri, furono spostati nella biblioteca comunale, ed inseriti in un computer sotto forma di dati digitali. Il progetto, denominato “The Community Archives Plan” (il Piano degli Archivi della Comunità) rese le informazioni accessibili al pubblico. Per poter meglio conservare e consultare questi archivi, nel 2001 la CADHAS affittò una sala all’interno di un edificio del centro cittadino, iniziativa che aprì nuove opportunità di ricerca storica ad altri membri della società: in passato, infatti, questa attività era riservata ad un numero ristretto di soci. Era l’inizio di un grande cambiamento. Alcuni Campdonian di età superiore ai 60 anni, che non avevano mai mostrato interesse alle attività della CADHAS, iniziarono ad incontrarsi nelle sale dell’archivio. Si trattava di persone appena andate in pensione, desiderose di partecipare come volontari all’inserimento delle informazioni d’archivio e delle fotografie nel computer. Con il passare del tempo, le sale dell’archivio si animarono della presenza di un numero sempre maggiore di Campdonian intenzionati a fornire il proprio contributo alla ricerca di dati riguardanti nascita, matrimoni e decessi dei loro antenati. Nel 2002, la CADHAS ottenne un finanziamento triennale di 25.000 sterline dall’Heritage Lottery Fund, circostanza che consentì di includere il lavoro svolto nelle sale dell’archivio fra le attività ordinarie della società. Ci sono quattro Campdonian di età superiore ai 60 anni impegnati nelle attività svolte nelle sale d’archivio sin dalla loro apertura, fra i quali troviamo il Sig. G., che, essendo nato e vissuto a Campden, conosce gli anziani residenti e gli avvenimenti storici della cittadina. Il Sig G. ha rivelato di aver scoperto il proprio interesse nella storia del paese solo dopo aver iniziato ad identificare le fotografie risalenti alla fine del XIX - 13 - Via@ Tourism Review secolo. La sua attività lo ha portato ad incontrare gli anziani di Chipping Campden, per identificare e prendere in prestito alcune vecchie fotografie. Grazie a questo lavoro di volontariato, i Campdonian che non erano a conoscenza dell’esistenza degli archivi della comunità hanno cominciato ad interessarsi alla CADHAS. Via@ 2014-2 (6) La Sig.ra V. ha poco più di 60 anni. Lavorava come infermiera ed era sposata con un medico greco. Dopo aver vissuto in Grecia per più di 10 anni, è rientrata in patria a causa della malattia del marito e si è stabilita con la famiglia in una grande città vicino a Campden, dove è rimasta per 10 anni dopo la morte del coniuge. Una volta cresciuti i figli, diversi anni fa, la Sig.ra V. ha poi acquistato una piccola casa a Campden. La Sig.ra fa parte della categoria degli “U-turn Campdonian”, ossia dei Campdonian rientrati a Chipping Campden per trascorrervi gli anni della pensione, dopo una vita trascorsa in città o all’estero. Si tratta di una categoria numericamente molto ristretta rispetto a quella degli altri immigrati. La Sig.ra V. è contenta di essere tornata nella sua città natale, dove risiedono anche sua sorella e altri parenti. Attualmente svolge anche attività di volontariato insieme al Sig. G., per aiutare le persone anziane della cittadina. In questo ambito, la Sig.ra V. lavora insieme ad altri Campdonian ultrasessantenni, suoi ex-compagni di scuola. Insieme, conversano e discutono spesso su argomenti come la pensione e la vita da pensionati. La Sig.ra V. si interessa di storia ed è entrata a far parte della CADHAS come volontaria su consiglio di altri Campdonian. La Sig.ra E. ha quasi 70 anni ed è l’attuale presidente della CADHAS. Ha lasciato Campden all’età di 18 anni e ha lavorato all’estero. Nel 2001, dopo il divorzio, è rientrata in paese. Anche la Sig.ra E. è quindi una U-turn Campdonian, che ha deciso di entrare a far parte della CADHAS per svolgere delle ricerche sulla storia della sua famiglia. Si è appassionata alla storia della città dopo aver scoperto l’esistenza di un antenato da parte di padre che viveva a Campden già a metà del XVI secolo. E’ rimasta sorpresa nel constatare la scarsa partecipazione dei Campdonian alle attività della CADHAS, e ritiene che la comunità locale dovrebbe essere maggiormente coinvolta nel lavoro della società. La madre della Sig.ra E., di 96 anni, vive in paese ed è molto interessata alla registrazione d’archivio degli avvenimenti locali: si tratta di uno dei pochi anziani Campdonian che partecipano attivamente alle attività della società. Nel 2009 ha preso parte come relatrice ad una riunione informale della CADHAS, raccontando ai presenti la vita dei tempi andati. Ha inoltre scritto un saggio per la newsletter della società. Dopo essere rientrata nella sua città natale, la Sig.ra E. ha potuto incontrare nuovamente i vecchi amici coetanei e riallacciare la propria rete di contatti, grazie alle relazioni sociali della madre e all’attività presso la CADHAS. La Sig.ra E. ha poi chiesto ad alcuni Campdonian suoi coetanei di effettuare ricerche storiche sul territorio, cosa che ha suscitato l’interesse dei locali nei confronti delle attività della CADHAS e ha permesso alla società di instaurare un legame concreto con la comunità locale. La CADHAS riceve inoltre molte richieste da persone che risiedono fuori città e sono alla ricerca delle proprie origini familiari. Con la trasformazione delle sale d’archivio in una specie di “sportello” preposto all’evasione di queste richieste, la rete di contatti della società si è ampliata oltre i confini di Chipping Campden. I volontari hanno apprezzato moltissimo l’attività di ricerca, che li ha portati a scoprire legami inaspettati con luoghi lontani mentre cercavano di riconoscere i parenti in vecchie fotografie. - 14 - Via@ Tourism Review Tuttavia, la Sig.ra E. ha spiegato che inizialmente il comitato esecutivo della CADHAS non approvava l’attività di ricerca nelle sale dell’archivio. La società è un’organizzazione elitaria composta in gran parte da nuovi residenti intellettuali orgogliosi delle proprie ricerche e conferenze e pertanto poco inclini ad accettare di buon grado il lavoro svolto dai volontari Campdonian, che non sono degli storici. Quando la Sig.ra E. venne proposta per il ruolo di presidente della CADHAS, diversi anni fa, i vertici della società, ad inclusione del presidente in carica, erano contrari alla sua candidatura, in quanto la signora “non era una storica”. La Sig.ra ha quindi deciso di frequentare un corso di storia all’università, e nel 2009 è divenuta presidente della CADHAS. La mostra fotografica del 2010: punti di contatto tra immigrati e Campdonian Via@ 2014-2 (6) Nel gennaio 2010 nel municipio di Chipping Campden si è svolta la mostra fotografica (durata due giorni) dedicata alla “Campden di ieri e di oggi” (“Old and New Campden”), organizzata dalla CADHAS. Le fotografie sono state scattate tra il 1896 e il 1938 da un fotografo vissuto all’epoca nella cittadina. Le foto costituiscono un’importante testimonianza della storia della città e sono state presentate parallelamente alle immagini della Chipping Campden di oggi. Si è inoltre provveduto all’allestimento delle sezioni per gli slide show, all’installazione di computer con fotografie e ad un accompagnamento musicale. All’inaugurazione della mostra, il presidente, la Sig.ra E., ha presentato uno slideshow informale durante il quale sono state mostrate fotografie non identificate di proprietà della CADHAS, che ritraggono persone e paesaggi locali a partire dall’inizio del XX secolo. 15 Campdonian di età superiore ai 70 anni, fra i quali anche la madre della Sig.ra E., si sono recati nel luogo dell’incontro. Hanno rivelato i nomi delle persone e il periodo in cui sono state scattate le fotografie di paesaggi e festival, dimostrando così l’intenzione a far sì che nella storia locale rimanga una traccia tangibile dei Campdonian, che stanno diventando una minoranza in paese. La maggior parte di loro non appartiene alla CADHAS. La mostra fotografica è stata visitata complessivamente da 450 persone. Molti dei visitatori, che non fanno parte della società storica, hanno guardato con nostalgia le vecchie foto. Inoltre, durante la mostra nuovi arrivati e residenti “storici” si sono ritrovati a commentare assieme le immagini e le slide (figura 4.1, 4.2), cosa che non era mai accaduta in passato per un’attività della CADHAS. Dato il grande successo riscosso dall’evento, la società ha in progetto l’allestimento di un evento simile per il futuro. - 15 - Via@ Tourism Review Via@ 2014-2 (6) Figure 4.1 : Mostra fotografica (2010): punti di contatto tra Campdonian e immigrati Fonte: Y. Shioji. Figura 4.2: Exposition de photos (2010): lieu de rencontre entre « autochtones » et nouveaux résidents Fonte: Y. Shioji. Il lavoro di ricerca della società ha quindi attirato l’attenzione della comunità dei nativi a partire dal 2000: è in questo periodo che molti individui nati a Campden, dopo aver vissuto e lavorato in altre località, sono rientrati nella città natale per trascorrervi gli anni della pensione. Queste persone hanno una mentalità più aperta, e la loro percezione del paesaggio è simile a quella degli immigrati, con i quali presentano quindi dei punti di contatto. Successivamente all’ingresso nella società dei pensionati locali di età superiore ai 60 anni, anche la generazione dei loro genitori ne ha seguito l’esempio, mettendo a disposizione della CADHAS la propria conoscenza - 16 - Via@ Tourism Review del passato. Oggi, questi Campdonian hanno la volontà di conservare e tramandare il passato locale entrando a far parte della società storica istituita dagli immigrati. Conclusione L’immagine della “Vecchia Inghilterra” ha attirato in una piccola cittadina di campagna un flusso di nuovi arrivati, nella forma di turisti ed immigrati. Questo fenomeno ha implicato conseguenze sociali, culturali, politiche ed economiche. I turisti contribuiscono indirettamente alla vitalità del paese, visitando il territorio e usufruendo dell’immagine della “Vecchia Inghilterra”. Vi sono residenti locali che guidano ed accolgono i turisti attraverso il centro di informazione turistica, organizzando tour guidati in città e fornendo strutture per i visitatori. Via@ 2014-2 (6) Il turismo può in alcuni casi far sì che le persone decidano di trasferirsi nei luoghi che hanno visitato. In effetti, gli immigrati si sono dimostrati particolarmente influenti quando si è trattato di trasformare un mondo immaginario in realtà. I nuovi arrivati contribuiscono alla conservazione degli edifici storici e dei cottage trasferendosi a vivere in queste residenze, elementi caratteristici di un paesaggio urbano che viene controllato dagli immigrati stessi tramite una società di conservazione e la giunta comunale. I nuovi residenti svolgono anche attività di volontariato nel centro di informazione turistica e nei tour guidati come warden (letteralmente guardiani, custodi) locali. I Campdonian hanno accettato l’arrivo degli immigrati in paese, cosa che implica costanti cambiamenti all’interno della comunità locale. Il gap che divide immigrati e Campdonian in termini di classe sociale, potere economico, stile di vita e valori non può essere colmato: questa circostanza delinea uno scenario di potenziale conflittualità all’interno della comunità. I Campdonian hanno per lo più ignorato le società e le fondazioni istituite e presiedute dai nuovi arrivati. Tuttavia, intorno all’anno 2000, la generazione che aveva vissuto al di fuori del paese o all’estero, è tornata a Chipping Campden per trascorrervi gli anni della pensione. Queste persone comprendono il punto di vista degli immigrati, con i quali hanno cominciato a comunicare, partecipando alle società dei nuovi residenti e prendendo parte alle attività delle società stesse per conservare il paesaggio idealizzato della “Vecchia Inghilterra”. Tuttavia, il loro scopo principale è quello di consentire ai Campdonian di lasciare una traccia nella storia locale, dato che i “nativi” stanno ormai divenendo una minoranza in città. Contrariamente a quanto viene evidenziato nella maggior parte delle ricerche antropologiche sul turismo, in questo caso di studio le persone della comunità ospitante non sempre sono le più deboli. Vi sono immigrati che hanno punti di vista simili a quelli dei turisti: è questa la mentalità che sta guidando la strategia di conservazione del paesaggio della “Vecchia Inghilterra” nella cittadina. A confronto con gli immigrati visti come outsider, i Campdonian non sono sempre i più deboli, ma possono avere la stessa influenza dei nuovi arrivati partecipando alle loro attività. Non stanno prendendo parte ai progetti più importanti per conservare l’immaginario della “Vecchia Inghilterra”, ma cercano, senza suscitare clamore, di rafforzare le fondamenta della “Vecchia Inghilterra” dei loro antenati. - 17 - Via@ Tourism Review Via@ 2014-2 (6) Riferimenti Boissevain, J. (ed.), 1992, Rivitalizing European Rituals, London: Routledge. Boissevain, J., 1996, Coping with tourists: European Reactions to Mass Tourism, Oxford: Berghahn Books. British Tourist Authority and English Tourist Board (BTA/ETB), 1996, English Heritage Monitor, London. Countryside Commission, 1987, Policies for Enjoying the Countryside. Countryside Commission, 1991a, Visitors to the Countryside. Countryside Commission, 1991b, Area of Outstanding Natural Beauty: Policy Statement 1991. Countryside Commission, 1992, Enjoying the countryside: Policies for People. Fees C., 1996, “Tourism and the Politics of Authenticity in a North Cotswold Town.” In T. 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