L`Anisakis simplex è un nematode il cui ciclo biologico si - Area-c54
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L`Anisakis simplex è un nematode il cui ciclo biologico si - Area-c54
L’ALLERGIA AD ANISAKIS SIMPLEX (PARASSITA DEL PESCE) – UN RARO CASO DI ORIGINE PROFESSIONALE. Balletta A.*, Campanini N.**, Clemente M.* *Dirigente Medico Inail, **Specialista cardiologo Direzione Centrale Inail INTRODUZIONE Le malattie professionali su base immunoallergica sono tabellate alle voci 40, 41 e 42 del D.L. 336/94 e comprendono l'asma bronchiale primario estrinseco, le alveoliti allergiche estrinseche con le fibrosi da esse derivanti e le malattie cutanee irritative o da contatto. Risultano non tabellate le manifestazioni “rinite”, “congiuntivite”, “orticaria “, “angioedema”, anche perché per tali forme è meno probabile la cronicizzazione, va valutato perciò ogni singolo caso a seconda dell'agente identificato come responsabile e dello stato invalidante che ne deriva. Gli agenti che più frequentemente sono stati identificati come responsabili di allergopatie nell’ambito della medicina del lavoro sono: sali di platino, polimeri correlati alla lavorazione delle resine sintetiche, colofonia, enzimi, derivati di animali, polveri e farine vegetali, farmaci, polveri di legno, persolfati, miceti. Esistono poi sempre nuovi agenti non tabellati a bassa incidenza in ambito lavorativo e prevalenti in ambito extralavorativo, che in circostanze particolari possono incrementare l’elenco degli allergeni professionali. Nel quinquennio 1994-1998 sono state costituite 1884 rendite per malattie professionali immunoallergiche: dermatiti 76%, asma bronchiale 22%, alveoliti allergiche estrinseche 2% (fig.1). Gli agenti per l'asma nell'industria sono gli isocianati (39%), polvere di cereali (25%), polvere di legno (19%). Tra i non frequenti allergeni si inserisce l'Anisakis simplex. Fig 1 : Malattie immunoallergiche tabellate: rendite riconosciute negli anni 94-98 (settore industria) 1266 1400 1200 1000 800 600 374 36 400 200 0 DERM ATITI ASM A AAE E' capitato alla nostra osservazione perché denunciato all'Inail un raro caso di allergia professionale IgE mediata da esposizione ad Anisakis Simplex, nematode che infesta il pesce, in operaia addetta a lavorazione ittica; abbiamo ritenuto utile segnalarlo per la doppia valenza che esso riveste, e nell'ambito della Medicina del Lavoro e Medicina Legale e in quello dell'igiene alimentare. L’ANISAKIS SIMPLEX E LA PATOLOGIA NELL’UOMO L’Anisakis simplex è un nematode il cui ciclo biologico si svolge in ambiente marino, attraverso vari stadi di sviluppo (fig. 2-3) (1-3). Nell’uovo, in acqua, si sviluppa una larva in 1° stadio, che successivamente, al 2° stadio, esce dall’uovo e viene ingerita da un crostaceo planctonico, mutando in larva al 3° stadio. Quando l’ospite definitivo, un cetaceo o un pinnipede, ingerisce a sua volta il crostaceo o dei pesci che abbiano ingerito il crostaceo infestato, la larva subisce l’ultima mutazione e raggiunge lo stadio adulto. Questo parassita adulto vive nello stomaco dell’ospite e produce uova, che immesse di nuovo nell’acqua con le feci danno inizio ad un nuovo ciclo (3). Le forme larvali in 3° stadio si localizzano nel fegato, nel mesentere e nelle gonadi, ma anche nel tessuto muscolare, dove migrano di solito dopo la morte del pesce per motivi non ben specificati e sono responsabili della patologia nell'uomo. Maggiore è la percentuale di grassi del muscolo, maggiore è il numero di larve che vi migrano, sicchè i pesci più a rischio sono aringhe, merluzzi, sgombri e sardine. Sono state rilevate larve di Anisakis simplex anche nei salmonidi alimentati con pesci marini non controllati e risanati. I pesci di età maggiore sono più infestati, le larve possono sopravvivere nell’ospite per circa 3 anni (3). L’infestazione ha una alta incidenza con notevole resistenza ad agenti chimici e fisici, tanto che la CEE ha emesso direttive (CEE 91/493) che disciplinano questo aspetto della produzione e commercializzazione dei prodotti della pesca. L’infestazione umana si verifica per lo più per ingestione di pesci o molluschi crudi o poco cotti, ma anche marinati, affumicati o salati, e quindi soprattutto nei Paesi in cui si hanno tali abitudini alimentari: Giappone, Spagna, Olanda, Paesi sulle coste del Mare del Nord e dell’Atlantico(4). Le larve sono anche piuttosto resistenti ai vari trattamenti (3), per cui sono stati segnalati casi insorti dopo ingestione di pesce cotto (5), e anche il congelamento(6), nonostante sia consigliato dalle norme CEE e sia efficace in molti casi, non sempre riesce ad uccidere tutte le larve presenti (6-11). Anche con l’uccisione delle larve, gli antigeni di Anisakis Simplex sono straordinariamente resistenti al congelamento e alla cottura (6), e l’esposizione ad essi è in grado di condurre a reazioni di ipersensibilità che vanno dall’orticaria allo shock anafilattico. Le proteine antigeniche (peptidi di p.m. tra 30 e 50 kd) in causa non sono ancora state ben isolate e caratterizzate (12). I parassiti, comunque introdotti nell’organismo, inducono un aumento delle IgE, con reazioni IgE mediate come orticaria, angioedema, anafilassi, asma (2,5,13-25). Nel paziente è rilevabile sia un aumento delle IgE totali che un aumento delle IgE specifiche verso l’Anisakis, con prick test e RAST positivi. Il reperto di una positività delle IgE specifiche anche in una certa percentuale di soggetti asintomatici e in soggetti con orticaria, angioedema o anafilassi, non scatenate da alimenti parassitati, ha portato a ipotizzare che potrebbe esservi una iniziale sensibilizzazione ad Anisakis simplex, asintomatica, con comparsa di sintomatologia solo dopo nuova esposizione agli allergeni (12). E’ stata segnalata anche una reattività crociata tra Anisakis e allergeni di un artropode detto Blatella Germanica (12,26). L’ingestione di pesce, per quanto sia la via attraverso la quale più frequentemente l’uomo viene a contatto con la larva e i suoi antigeni e si ammala, non è l’unica modalità possibile: sono segnalati infatti in letteratura casi in cui è dimostrata una sensibilizzazione all’Anisakis Simplex, con i quadri clinici di cui parleremo più avanti, in seguito ad inalazione di particelle di pesce (27-28) o a manipolazione (29) di pesce o farine di pesce infestate. Sono questi chiaramente i casi che più ci interessano, potendosi questa eventualità presentare in lavoratori addetti alla pesca, alla lavorazione e alla rivendita di pesce fresco o congelato (29) che manipolano pesce spesso infestato e sono esposti perciò ad un rischio di sensibilizzazione forse sottostimato e misconosciuto. Pochissimi sono infatti ancora gli studi sull’anisakiosi come malattia professionale. Rodriguez et al. (28) hanno segnalato i casi di due addetti alla lavorazione ittica con asma professionale accertata anche con tests di provocazione bronchiale. Armentia et al. (27) hanno segnalato due casi di asma in addetti alla manipolazione di pesce e farina di pesce. Purello et al. (29) hanno studiato un gruppo di pescatori e pescivendoli, rilevando aumentati livelli di IgE totali e specifiche. Nei rari casi di asma segnalati la diagnosi si è basata sui tests cutanei, sui dosaggi delle IgE totali e specifiche, e nei casi citati da Armentia et al. su tests di provocazione bronchiale con Anisakis simplex (27); tale ultima metodica ha un margine di rischio e non è perciò proponibile in ambito medico legale. Parte dei pazienti presentavano una sintomatologia addominale (1,3,14,16, 30-32) dovuta alla presenza di larve in 3° stadio nello stomaco, (con dolori acuti in regione epigastrica, vomito, diarrea), o nell’intestino, con quadri simil-occlusivi (34)o simil-appendicolari, dolore, nausea, vomito, diarrea, febbre, sangue occulto nelle feci. A livello dello stomaco i parassiti possono essere visualizzati e rimossi tramite endoscopia digestiva (33), con rapida risoluzione del quadro clinico, l’infestazione può viceversa persistere in forma cronica. All’esame istologico si rileva un’infiltrazione eosinofila della mucosa gastroenterica, con ascessi microscopici e cellule giganti; il quadro radiologico è aspecifico (4). CASO CLINICO Si è presentata alla nostra osservazione un’operaia di 49 anni, coniugata con prole. Anamnesi lavorativa: da 30 anni lavora presso una fabbrica di pesce congelato di varie specie proveniente dall’Argentina, Somalia, Giappone, Norvegia. Le mansioni consistono nel tranciare, pulire, squamare, segare il pesce utilizzando una sega circolare elettrica, ed infine confezionare il prodotto. Durante l'impiego della sega elettrica, piccoli detriti di pesce schizzano facilmente intorno alla postazione di lavoro. Anamnesi familiare: negativa per patologia allergica. Anamnesi fisiologica: abitudini di vita regolari, viene segnalata uno scarsissimo uso di pesce nella alimentazione ed in particolare non viene riferita assunzione di pesce crudo. Anamnesi patologica: Due anni fa circa, mentre puliva dei merluzzi, avvertiva parestesie alle gambe e progressivo edema del viso. Dopo alcuni giorni la sintomatologia si ripresentava, sempre in occasione di lavoro. Un terzo episodio la portava a ricerche specifiche, che mostravano positività delle IgE specifiche per Anisakis simplex. Persistevano edema del volto, comparivano eruzioni orticarioidi e crisi d’asma. Ricoveratasi in ambiente specialistico, si rilevavano aumento delle IgE totali, IgE specifiche debolmente positive per Blatella Germanica, mediamente positive per gamberi, nettamente positive per Anisakis simplex. Veniva dimessa con diagnosi di Orticaria cronica e allergia ad Anisakis. Nonostante la terapia antiistaminica, si sono presentate più volte nel tempo crisi asmatiche, eruzioni orticarioidi, dolori addominali con pirosi. Da alcuni mesi è stata adibita ad altra mansione, con regressione della sintomatologia. Esame obiettivo: al momento della visita, avvenuta dopo l’allontanamento dal contatto diretto con il pesce, non mostrava alterazioni di rilievo, se non una modesta iperfonesi dei campi polmonari ed un modesto prolungamento della fase espiratoria. Accertamenti strumentali: le prove di funzionalità respiratoria hanno mostrato normali valori di FEV1 e FVC, un incremento delle resistenze periferiche totali ed una consistente diminuzione del PEF, alterazioni modeste in periodo intercritico. Non sono stati effettuati test di broncostimolazione specifica o aspecifica per evitare i possibili rischi connessi, non giustificabili in ambito medico legale. I dosaggi delle IgE totali e delle IgE specifiche in ELISA, per una batteria di vari allergeni, hanno dato i risultati sopra citati; è stata perciò esclusa sensibilizzazione a comuni allergeni. L’assicurata ha rifiutato di sottoporsi a gastroscopia, il mancato approfondimento diagnostico non consente quindi di attribuire con certezza la sintomatologia gastrica all’esposizione ad Anisakis. Conclusioni L’approfondimento anamnestico, l’analisi del caso clinico e l’esame della letteratura esistente hanno consentito di concludere che vi sia stata un’esposizione ad Anisakis simplex nell’ambiente di lavoro, date le caratteristiche di svolgimento del lavoro stesso (lungo periodo durante il quale è stata svolta la stessa mansione, mancato uso di mascherina, uso di sega circolare con diffusione di minuti frammenti di pesce), con possibile ingestione o inalazione di piccole particelle di pesce infestato. Le manifestazioni cliniche di orticaria-angioedema, lievi episodi di asma bronchiale e verosimilmente la sintomatologia gastrica erano correlabili alla suddetta esposizione con meccanismo patogenetico riferibile a reazioni immuno-allergiche IgE-mediate. Fig. 2 Anisakis Simplex Fig 3 Anisakis Simplex :Schematizzazione del Ciclo biologico BIBLIOGRAFIA 1. Esteve C, Resano A, Diaz-Tejeiro P, Fernandez-Benitez M. Eosinophilic gastritis due to Anisakis: a case report. Allergol Immunopathol (Madr). 2000 Jan-Feb;28(1):21-3. English; Spanish. PMID: 10757855; UI: 20221223 2. Fraj Lazaro J, Remacha Tomey B, Colas Sanz C, Ortega Fernandez de Retana A, Lezaun Alfonso A. Anisakis, anisakiasis and IgE-mediated immunity to Anisakis simplex. J Investig Allergol Clin Immunol. 1998 Jan-Feb;8(1):61-3. PMID: 9555622; UI: 98216462 3. Manfredi M.T., Genchi C. Anisakis visto dal parassitologo Not. Allergol., 17:37, 1998 4. Gomez B, Tabar AI, Tunon T, Larrinaga B, Alvarez MJ, Garcia BE, Olaguibel JM. Eosinophilic gastroenteritis and Anisakis. Allergy. 1998 Dec;53(12):1148-54. PMID: 9930590; UI: 99127780 5. Moreno- Ancillo A., Caballero M.T., Cabanas R., Contreras J., Martin Barroso Allergic reactions to anisakis simples parasitizing seafood. Ann. 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