Il Sauvignon, - Marco Felluga
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Il Sauvignon, - Marco Felluga
22 Assaggi Eccellenze italiane Il Sauvignon, l’eclettismo al potere IL SUO NOME, SAUVIGNON O SAUVIGNON BLANC CHE DIR SI VOGLIA, DERIVA DAL TERMINE FRANCESE “SAUVAGE”,“SELVAGGIO”, ed è identificato come originario di una zona dove molto spesso i vini bianchi non hanno proprio il palcoscenico che meriterebbero, il Médoc, la regione di Bordeaux, capitale indiscussa del vino nel mondo. Là, in un suolo variegato e in un clima dove il sole si sente particolarmente e l’aria viene mitigata dal grande estuario e dal mare, cnascono, non a sorpresa, vini bianchi eccellenti. Forse uno dei più rappresentativi è proprio il Sauvignon, se non il vitigno a bacca bianca più diffuso nel panorama del vigneto mondiale. In qualsiasi latitudine coltivabile garantisce standard qualitativi, resa e caratteristiche peculiari marcate della sua varietà. Ha una forte capacità di adattamento, e proprio grazie a questa sua caratteristica ne rileviamo una diffusione in tutti i continenti e in tutte le principali zone vitivinicole, compresa l’Italia con particolare ambientazione in Friuli Venezia Giulia e Alto Adige, territori dove lo sbalzo climatico diurno/notturno garantisce uno sviluppo e un fissaggio degli aromi naturali dell’uva davvero eccellente. Si usa anche nel taglio (assemblaggio di più vini da uve diverse) che compone uno dei più famosi vini dolci del ”CALICE ALSAZIA” Questo bicchiere è stato realizzato per vini bianchi secchi leggermente strutturati e con un tenore acido medio. I vini possono essere Chardonnay d’annata, Sauvignon, Vernaccia di San Gimignano e bianchi del Sud. L’imboccatura larga e la convessità del bevante permettono al vino d’entrare abbastanza stretto, per compensare il tendenziale squilibrio acido-salino del vino. ALLA SCOPERTA DEL SAUVIGNON: Cinque etichette per capirne il carattere mondo, il Sauternes. L’ambiente pedoclimatico è estremamente importante per le caratteristiche espressive di quest’uva, nobile ed eclettica, infatti spaziano da sentori erbacei decisi a fragili note di polpa fruttata bianca. La caratteristica che principalmente contraddistingue il Sauvignon Blanc sono i suoi aromi prevalentemente erbacei e vegetali, che spesso ricordano l’ortica e il peperone verde, ma anche aromi più insoliti che non ci si aspetterebbe di trovare in un vino. In realtà gli aromi del Sauvignon Blanc sono completati anche da affascinanti note di frutta, molto spesso anche da frutta esotica, come il litchi, ananas e frutto della passione, così come è piuttosto ricca anche la gamma floreale. Come sempre, la natura e la qualità degli aromi di un’uva sono regolati da diversi fattori, fra questi anche il tipo di terreno in cui si coltiva la vite, il clima, il grado di maturazione al momento del raccolto e, non da ultimo, il modo in cui viene vinificata e, ovviamente, le qualità aromatiche specifiche dell’uva stessa. La scelta dei tipi di aromi nei vini fatti con Sauvignon Blanc è quindi anche legata a ragioni produttive e mentre un tempo si favoriva l’esaltazione del carattere erbaceo e vegetale dell’uva - una caratteristica tipica del Sancerre e del Pouilly-Fumé - oggi si tende a favorire lo sviluppo dei freschi aromi di frutta. Il Sauvignon Blanc lascia il segno anche nel gusto e grazie alla sua tipica acidità - quasi una caratteristica inconfondibile unita ai suoi aromi, e quindi sapori - i vini prodotti con quest’uva sono sempre gradevoli e “intriganti”. Anche la freschezza del Sauvignon Blanc è ritenuta fra le sue tipicità, una qualità che tende a perdere già dopo pochi anni di maturazione unitamente alla freschezza e la vivacità degli aromi: per questa ragione si preferisce bere i suoi vini molto giovani. Tranne alcune rarissime eccezioni i vini prodotti con Sauvignon Blanc, fermentati e maturati in vasche d’acciaio, non sopportano tempi di maturazione superiori ai due o tre anni. Trascorso questo periodo il vino perde gran parte delle sue qualità tipiche assumendo un carattere “rotondo” e una minore vivacità aromatica. Il Sauvignon Blanc è prevalentemente fermentato e maturato in vasche d’acciaio, con lo scopo di mantenere intatte le sue qualità organolettiche, tuttavia alcuni produttori lo vinificano in botti di legno. Nonostante la fermentazione e la maturazione del Sauvignon Blanc in botte, ma più preferibilmente in barrique, faccia perdere all’uva parte della sua tipicità aggiungendo quella del legno, il vino che si ottiene ha la capacità di sostenere affinamenti più lunghi. Un Sauvignon Blanc vinificato in botte ha una vita in genere più lunga di circa due anni e riesce a dare e a sviluppare il meglio di sé dopo circa due anni dalla produzione. Per le signore è apprezzabile sapere che viene utilizzato nella vinoterapia per le sue proprietà calmanti ed è particolarmente adatto per i massaggi. 23 Assaggi Russiz Superiore COLLIO SAUVIGNON RISERVA 2013 – IL CARATTERE È un Sauvignon atipico, di grande eleganza, di struttura e nervosa mineralità. Il mosto ottenuto, per un ottavo fermenta in carati di rovere e per il rimanente in acciaio inossidabile, dopo un riposo di circa otto mesi sui lieviti e uno nel vetro è posto in vendita. Ha note vegetali intense, piene, prorompenti, affiancate da una sfumatura visiva dorata di estrema pulizia tipiche della zona di Capriva ricca di marne e arenarie. Escono poi erbe officinali, salvia e timo in predominanza, con la parte polposa, piena e croccante della pesca gialla matura e dell’albicocca. L’acidità la fa da padrona al sorso, poi il tenore alcolico e la struttura la placano e accompagnano la sensazione di pienezza, che con l’arrivo della sapidità coincidono in un esaltante equilibrio. Peter Dipoli VOGLAR SAUVIGNON DELL’ALTO ADIGE 2011 – LA SOSTANZA Il suo nome nasce dal termine “fogolar” espressione dialettale sinonimo del “focolare domestico”.Su un impianto nato originariamente a Schiava, la visione di innestare Sauvignon Blanc viene nel 1988 e si termina l’inserimento nel 1991, il tutto suffragato da studi che portarono alla conclusione che la natura calcarea di Voglar, la sua quota sul livello del mare e la giacitura agevolano una maturazione ottima senza perdita di acidità e parte minerale. Il vino si presenta al nostro naso complesso nei profumi di frutta tropicale, indicativi del vitigno di origine, le parti vegetali e immature sono ridotte a sfumatura impercettibile e la sorsata ha nerbo, esprime acidità e ottima struttura, auspicio di discreto invecchiamento in vetro. Ottima e da sottolineare la coerenza visiva, col colore dorato in relazione all’olfatto e alla masticabilità del suo corpo. Venica COLLIO SAUVIGNON RONCO DELLE MELE 2013 – IL PORTAMENTO Era il mese di febbraio del 1930 quando Daniele Venica acquista una cascina con vigneti a Dolegna. Oggi, dopo più di ottant’anni, la famiglia Venica è ancora a seguire quei vigneti, in una zona fra le più talentuose del Collio. Raggruppate in cinque unità non distanti dalla cantina, le vigne hanno come conduzione un canone di rigore assoluto, dalla varietà piantata alla scelta dei siti. I bianchi crescono, non nelle conche chiuse più calde destinate ai rossi, ma su terreni freddi, magri e pervasi da brezze termiche che garantiscono grande escursione termica. Il vino che ne deriva è paglierino alla vista, varietale con una sfumatura garbata di fumé, ricordi di uva spina, dolce e matura, mango rinfrescante e polposo e in chiusura una verticalità spiccata offerta dall’anice. Il corpo è lineare, non invadente, medio di muscolarità, ha una morbidezza alcolica che ben accompagna il naso ricco e fruttato, minerale e lungo nel finale con l’inequivocabile pulizia dell’affinamento in acciaio. Vie Di Romans ISONZO DEL FRIULI SAUVIGNON PIERE 2012 – LA TRADIZIONE La famiglia Gallo protrae il suo impegno nel mondo del vino da oltre un secolo, nel 1978 Gianfranco ha preso le redini della cantina e attraverso scelte rischiose e audaci, ma concrete e visionarie, è stato capace di contraddistinguere la sua azienda in questi ultimi venti anni. Il rigore della vinificazione con contatto pellicolare a circa otto gradi di temperatura e i diciotto giorni di fermentazione senza malolattica e con otto mesi sui lieviti fini, danno corpo e profilo all’olfatto ricco, armonico e tradizionale del vino dove la dolcezza isontina la fa da padrona, frutta, matura, dolce e tropicale soprattutto. La beva diventa piacevolmente ritmica col sale tartarico smussato da dieci mesi di stazionamento in vetro, struttura di corpo, ricca di picchi e ritmica nell’espressione si trasforma in finale e ricordo piacevole che strizza l’occhio anche all’affinamento prolungato. Sanct Valentin ALTO ADIGE SAUVIGNON 2013 – LA FINEZZA È uno dei grandi Sauvignon italiani e su questo sono d’accordo tutti i critici, la sua estrema finezza riesce a catturare l’intenditore e a conquistare il neofita. Il vigneto di età media intorno ai 20 anni a San Michele Appiano e in località Appiano Monte ai piedi della Mendola, a circa 600 metri sul livello del mare, ricco di ghiaie e calcare, conferisce un habitat unico e peculiare per i grappoli che vengono raccolti da fine settembre a inizio ottobre. Il novanta per cento del mosto vinifica in acciaio, e rimane sui lieviti fino all’aprile successivo, il restante è vinificato e affinato direttamente in legno. Ha un frutto seducente, ricco, vellutato, morbido e maturo quasi percepibile nella fibra, anche se il colore quasi verdolino e un olfatto di ortica e fiori di sambuco farebbe presagire una corposità meno fitta. È minerale, quasi croccante come il ribes che troviamo alla chiusura dell’olfatto, la freschezza è padrona del sapore pieno, lo gestisce e rende il sorso di grandissima e inconfondibile eleganza stilistica.
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