FRIDA KAHLO tra Messico e Italia
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FRIDA KAHLO tra Messico e Italia
Quaderni di Casa America anno•VII numero•1 FRIDA KAHLO tra Messico e Italia Sommario Quaderni di Casa America anno•VII numero•1 Autorizzazione Tribunale di Genova n. 21208 Abbonamento annuale ordinario € 50, abbonamento sostenitore € 100 Fondazione Casa America - Villa Rosazza, piazza Dinegro 3 Tel. 010 2518368 - Fax 010 2544101 [email protected] www.casamerica.it Presidente: Roberto Speciale Consiglio d’amministrazione: Angelo Berlangieri, Federico Massone, Luigi Merlo, Bernardino Osio, Piera Ponta, Miguel Ruiz-Cabañas, Victor Uckmar (vicepresidente), Stefano Zara Coordinatore delle attività pro tempore: Carlotta Gualco Direttore Responsabile: Fabrizio De Ferrari Stampa: Essegraph Srl - Genova In copertina: Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943, olio su masonite, cm 76×61 Progetto grafico: Elena Menichini Hanno collaborato: Alessandro Pagano e Erika Norando Referenze fotografiche: Ufficio Turismo Ambasciata del Messico in Italia, Marco Bellingeri, Marco Cipolloni, Fabiola Guenther Quezada, Palaexpo di Roma, Fondazione Casa America Realizzazione editoriale © De Ferrari Comunicazione S.r.l. Via D'Annunzio, 2/3 - 16121 Genova Tel. 010 0986820 - 0986821 - 0986822 Fax 010 0986823 [email protected] L’editore rimane a disposizione per gli eventuali diritti sulle immagini pubblicate. I diritti d’autore verranno tutelati a norma di legge. Il Messico - Scheda geografica ed economica Ambasciata del Messico in Italia INTERVENTI DEL 17 FEBBRAIO 2014 GENOVA, PALAZZO SAN GIORGIO Roberto Speciale Miguel Ruiz-Cabañas Oscar Camacho Michele Marsonet Victor Uckmar Alessandra Repetto CONTRIBUTI SUCCESSIVI ALL'INCONTRO DEL 17 FEBBRAIO Messico-Italia: un’alleanza del futuro Mario Giro Le relazioni Italia-Messico Alessandro Busacca Carlos e gli altri: il Messico che non si arrende Francesca D’Ulisse IL MESSICO DI FRIDA KAHLO Frida Kahlo - scheda biografica Azienda Speciale Palaexpo Kahloismo: malattia infantile del feticismo Marco Bellingeri La mostra di Frida Kahlo a Roma Mario De Simoni La mostra di Frida Kahlo e Diego Rivera a Genova Luca Borzani Diego Rivera - scheda biografica Ambasciata del Messico in Italia Donne tra arte e politica in America Latina Carlotta Gualco Frida: momenti, immagini, ricordi sparsi Pino Cacucci Tres Fridas: pittura, fotografia e cinema Marco Cipolloni Fabiola Quezada alla Commenda di Prè Luciano Caprile Campagna d’informazione diritti e doveri del cittadino migrante Carmen Barile Messico grande potenza turistica Ambasciata del Messico in Italia Corsi di Lingua dell’Associazione Amici di Casa America Quaderni di Casa America 4 10 12 17 20 23 25 28 31 34 38 42 46 51 53 55 57 66 69 73 76 78 79 4 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Il Messico AMBASCIATA DEL MESSICO IN ITALIA Per maggiori informazioni contattare: Ambasciata del Messico in Italia, Via Lazzaro Spallanzani 16, 00161 Roma, Tel. +39 06 4416061 Website: http://embamex.sre.gob.mx/italia, e-mail: [email protected] Nome ufficiale: Capitale: Superficie: Popolazione: Lingua ufficiale: Moneta: Forma di governo: Capo di Governo: Stati Uniti Messicani Città del Messico 1 972 550 km2 118.2 milioni di abitanti Spagnolo Peso (MX$16,00 = €1,00) Repubblica Federale Enrique Peña Nieto Il Messico è una Repubblica democratica, rappresentativa e federale formata da 32 entità federative. La sede del governo e i poteri dell’Unione si trovano a Città del Messico, conosciuta anche come Distretto Federale. L’attuale Capo di Stato e di Governo è il Presidente Enrique Peña Nieto, insediatosi il 1º dicembre 2012, con un mandato di sei anni. Realtà economica • Nonostante il contesto di rallentata crescita economica globale, il Messico ha registrato un tasso del 3,9% nel 2011 e 2012 confermandosi un’economia emergente e dinamica. Nel 2013, la crescita è stata dell’1,2%. Per il 2014 si stima una crescita dell’economia messicana di circa il 3,5%. • È da rilevare in Messico la crescita della classe media ed il potere d'acquisto della popolazione. Il reddito pro capite è stato di 15.600 USD nel 2013. • Il Messico gode di una finanza pubblica sana, grazie all’ottemperanza della disciplina fiscale. Nel 2012 il debito pubblico rappresentava soltanto il 2,6% del PIL. • Negli ultimi anni l’accumulo costante di riserve ha portato ad un massimo storico: attualmente supera i 166 miliardi di dollari, sufficiente a coprire in sovrappiù il debito pubblico esterno (124,8 miliardi di dollari, febbraio 2013). • Si prevede che il Messico sarà una delle dieci economie più importanti nel mondo nel 2020 (Goldman Sachs, Nomura). 5 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Commercio estero ed investimenti esteri diretti (IED) • Il Messico è una nazione aperta al resto del mondo. Durante l’ultimo ventennio, il valore delle esportazioni ed importazioni è cresciuto, in rapporto al PIL, dal 38% al 60%. • Nel 2013, il commercio estero totale del Messico ha raggiunto i 761,4 miliardi di dollari, il che significa che le compravendite messicane hanno superato i 2 miliardi di dollari al giorno. • Gli Investimenti diretti esteri (IDE) nel 2013 sono stati di 35.188,4 USD, importo superiore del 178% allo stesso periodo del 2012 (12.659,4 miliardi di dollari). • Gli IDE nel 2013 corrispondevano per un 73,8% al settore manifatturiero. • Il Messico ha sottoscritto accordi di libero scambio con 44 Paesi, permettendo l’accesso a un mercato potenziale di oltre un miliardo di consumatori ed al 67% del PIL mondiale. • Le esportazioni del Messico si concentrano in campo manifatturiero (83%): 1 su 6 automobili vendute negli USA è prodotta in Messico, l’industria aerospaziale messicana è al primo posto a livello mondiale per investimenti di manifattura; il Messico è il principale produttore mondiale di smartphone ed il secondo esportatore di apparecchi TV. • Secondo l’UNCTAD, il Messico occupa il 5° posto dei Paesi più attrattivi al mondo per gli investimenti esteri diretti tra i Paesi della stessa categoria. In breve, il Messico è oggi: • 14ª economia mondiale per PIL e 2ª economia più importante in America Latina (FMI) • 16° esportatore e importatore mondiale (WTO) • 11° paese più popolato del mondo e 1° tra le nazioni ispanoparlanti • 6º produttore mondiale di petrolio e 12º esportatore (USEIA) • 1º produttore mondiale di argento • Leader mondiale nella produzione ortofrutticola (avocado, mango, papaya, pomodoro, ecc.) • 11º meta turistica mondiale (UNWTO) • 12° paese megadiverso per sua ricchezza naturale (ospita il 10-12% della biodiversità mondiale) - Il Messico diventa una piattaforma logistica mondiale, tramite Accordi di libero scambio con le principali economie del mondo: NAFTA (1994); MEUFTA (2000); Giappone (2005). Accesso preferenziale in 44 paesi. - Ubicazione geografica strategica: 3.141 km di confine con gli Stati Uniti; 11.100 km di coste (Pacifico, Atlantico e Caraibi). - Mano d’opera garantita: paese di giovani (età media 27 anni). - Industrie principali: automobilistica, aerospaziale, cemento, petrolchimica, telecomunicazioni, informatica e industria alimentare. - Il Messico è il principale esportatore di prodotti manifatturieri avanzati di alta tecnologia. 6 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Riforme strutturali Il governo del presidente Enrique Peña Nieto ha posto in essere una serie di importanti riforme strutturali per rafforzare lo sviluppo del Paese. Le principali riforme comprendono POLITICA - Corresponsabilizzazione alla guida del Paese. ENERGIA - Ricerca di ammodernamento dell’industria petrolifera confermando la proprietà nazionale degli idrocarburi. TELECOMUNICAZIONI - Rafforzamento dei diritti connessi alla libertà di espressione e di informazione. ISTRUZIONE - Potenziamento del ruolo dell'istruzione per ridurre la disuguaglianza sociale. FISCALE - Imposizione fiscale più equa per ridurre le disuguaglianze nel Paese. Potenziale di crescita e opportunità di affari • Secondo il WEF, tra le 20 nazioni più grandi, il Messico è uno dei cinque Paesi che non avrà carenza di mano d’opera nel periodo 2020-2030. Nell’attualità la popolazione economicamente attiva supera i 50 milioni, tra trent’anni saranno 69 milioni (INEGI). • Più di 100.000 studenti messicani si laureano ogni anno nelle facoltà d’Ingegneria e Tecnologia. • Grazie ad una politica macroeconomica adeguata, il Messico si colloca tra le nazioni con un minor rischio-paese tra le economie emergenti. • Il Messico supera i BRIC e tutti i paesi 7 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA dell’America Latina per la facilità di fare impresa. Per aprire un’azienda in Messico sono necessari soltanto 9 giorni. • Nel Global Competitiveness Report 20122013 (WEF), il Messico ha migliorato la sua posizione per il quarto anno consecutivo passando dal 53° al 48° posto. • Per costruire una società NON è necessario avere un socio messicano (100% capitale straniero). Potenziale turistico • Oggi, il Messico è un punto di riferimento nel panorama turistico mondiale. Nel 2012 ha recepito più di 23,73 milioni di turisti stranieri. • Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, il Messico rappresenta la principale meta turistica in America Latina ed è uno dei paesi più visitati al mondo. Inoltre ha 31 siti culturali o naturali dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Relazioni economiche Messico-Italia • L’Italia è il 3° socio commerciale del Messico tra i paesi dell’UE, mentre il Messico è il 2° socio commerciale dell’Italia in America Latina. • L’Accordo Globale Messico-UE assicura una linea preferenziale al commercio tra l’Italia ed il Messico. Durante il 2013 questo ha raggiunto la cifra storica di 6.872,2 milioni USD. • A dicembre del 2013, in Messico si registravano 1.670 società con investi- Il tempio Kukulkan (chiamato anche “el castillo”) nel complesso archeologico Maya Chichén Itzá, situato nel nord della penisola dello Yucatan Palacio de Bellas Artes, Città del Messico 8 Quaderni di Casa America MESSICO - ITALIA menti italiani nel capitale sociale. • Tra le imprese in testa alle statistiche di investimenti produttivi in Messico si trovano: Gruppo Techint-Tenaris, Enel Green Power, Barilla, Brembo e Assicurazioni Generali. È da sottolineare il recente arrivo di FIAT, Pirelli e Ferrero, icone dell’industria italiana. • Nel 2013, le Aziende leader che hanno esportato merci in Italia sono state: Pemex, Chrysler Mexico, Minera, Peñasquito, Akra, Polyester, Mexichen resinas. • L’investimento economico diretto (IED) dell’Italia dal 1999 al 2013 è stato di 195,20 milioni USD, pari allo 0,6% dell’IED totale ricevuto dal Messico. • Principali esportazioni messicane: veicoli per il trasporto di persone (20%), parti ed accessori per veicoli (5%), acidi policarbossilici (5%), piombo e concentrati (5%), greggio (12%). • Principali esportazioni italiane: laminati di acciaio inossidabile (6%), pro- dotti derivati dalla raffinazione del petrolio (5%), parti ed accessori per veicoli (5%), medicinali (3%), macchinari ad uso specializzato (3%) e aeroveicoli. • I settori con maggiore potenziale per gli investimenti italiani in Messico sono: automobilistico, aerospaziale, energie rinnovabili ed infrastrutture. INTERVENTI DEL 17 FEBBRAIO 2014 GENOVA PALAZZO SAN GIORGIO L’angelo dell’Indipendenza, Paseo de la Reforma, Città del Messico Bilancia Commerciale Messico-Italia (Milioni di dollari) Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Esportazioni messicane 482,2 588,3 518,6 651,3 1.558.8 1.302,9 1.251,4 Esportazioni italiane 5.560,5 5.221,9 3.146,7 3.996,9 4.982,7 5.462,4 5.620,8 Com. Totale Δ(%) 6.042,8 38,1 5.810,1 -3,8 3.665,3 -36,9 4.648,2 26,8 6.541.5 40,7 6.765,3 3,4 6.872,2 1,6 Fonte: Ministero dell’Economia del Messico - Aggiornato al 28 marzo 2014. In questa prima parte della Rivista vengono riportati alcuni contenuti dell’incontro “Messico-Italia. Accordi bilaterali ed iniziative istituzionali, economiche e culturali” tenutosi a Genova, presso Palazzo San Giorgio, il 17 febbraio 2014. Anche se non riportati nel volume all’incontro sono intervenuti anche Luigi Merlo, Francesco Barbaro, Davide Cabiati, Bernardino Osio, Leonardo Santi. 10 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA 11 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA RoBERto SPECIaLE PRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA I rapporti tra Italia e Messico, già così estesi e forti, non possono che essere destinati a consolidarsi. Va in questa direzione una storia ed una simpatia culturali comuni assieme alla forza di un’economia, quella messicana, in grande espansione, che chiama a sé le eccellenze italiane, indotte tra l’altro a guardare al mondo a causa dell’attuale ristrettezza del mercato interno. Politica, cultura ed economia intrecciano quindi grandemente il Messico e l’Italia. Ne ho avuto esatta percezione durante la VI Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Caraibi che si è svolta a Roma nel dicembre scorso. L’Ambasciatore del Messico è diventato anche Presidente dell’IILA (Istituto Italo-Latinoamericano), il luogo d’incontro privilegiato del nostro Ministero degli Affari esteri con tutti i Paesi dell’America Latina. In quella conferenza si è identificata per la prima volta, in modo solenne, l’America Latina come una priorità strategica del nostro Paese. L’Ambasciatore Cabañas ha voluto marcare questo significato in- vitando a colazione il Ministro degli Esteri messicano José Antonio Meade Kuribreña assieme a 7/8 italiani che si occupano a diverso titolo di America Latina e ha avuto la gentilezza di annoverare anche me tra questi. Subito dopo lui ha accettato di fare parte del Consiglio d’Amministrazione di Fondazione Casa America come Presidente dell’IILA, stabilendo così una relazione particolarmente significativa tra le nostre culture. Due episodi da allora assumono un forte valore simbolico: la visita del Presidente Enrico Letta in Messico a gennaio e la preparazione del padiglione messicano a Milano per Expo 2015. La visita e gli incontri di Letta in Messico hanno aperto la strada a molte iniziative economiche e culturali importanti. Tra queste una missione di imprese italiane a Città del Messico in aprile, la preparazione di un importante Forum sulle piccole imprese che si terrà a Roma a settembre quest’anno. E poi la grande mostra su Frida Kahlo alle Scuderie del Pueblo Bernal, “villaggio” nello stato messicano di Querétaro, che si trova nel comune di Ezequiel Montes, è noto per essere situato ai piedi della Pèña Bernel, il terzo monolite più grande al mondo Quirinale, inaugurata a marzo e che sarà riproposta da settembre a Genova, un evento di grandissima importanza, attorno al quale sarà necessario organizzare alcuni appuntamenti collaterali sui rapporti tra il Messico e l’Italia. Il padiglione del Messico a Milano per l’esposizione universale dell’anno prossimo, centrato sui temi dell’energia, dell’ambiente e dell’alimentazione, sarà un grande padiglione proprio di fronte a quello italiano. Genova ha un grande interesse per questa scadenza per tanti motivi, turistici, culturali, economici ma anche perché il Porto di Genova è un punto di riferimento per Milano e può fornire un inoltro rapido e semplificato delle merci. Fondazione Casa America è stata coinvolta in questo progetto per far conoscere queste opportunità al Continente latino-americano e alle sue rappresentanze istituzionali. In questo numero della Rivista quindi diamo conto di tali questioni e proviamo ad immaginare i temi sui quali organizzare delle iniziative nel prossimo autunno. Questa nostra pubblicazione quindi è un’anticipazione ed una preparazione di quelle scadenze sulle quali ci aspettiamo di selezionare idee, argomenti e di trovare sinergie con tutti i soggetti istituzionali interessati. 12 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA MIGUEL RUIz-CaBañaS AMBASCIATORE DEL MESSICO IN ITALIA Sono veramente contento di essere qui per la quinta volta, credo che Genova sia una città magnifica, quando la visito mi richiama alla mente il senso della storia. Parlerò prima in qualità di presidente dell’IILA, per illustrarvi alcune delle principali attività dell’Istituto. Come ha detto il presidente Speciale, l’anno scorso a dicembre abbiamo organizzato la VI Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Caraibi, l’iniziativa ufficiale del Governo italiano da lungo tempo, è un invito a tutti i Paesi dell’America Latina ad un incontro di amicizia anche per sviluppare i rapporti economici, politici e culturali tra i nostri Paesi e l’Italia. Perché l’Italia è un luogo speciale, per la sua storia e per lo sviluppo dell’America Latina. Quest’anno la Conferenza - devo dirlo non solo come presidente dell’IILA, ma con tutta la mia personale convinzione – è stata un vero successo, un grandissimo successo. Perché tutti i partecipanti hanno percepito che l’Italia aveva preparato in modo ottimale tutto: il programma, i partecipanti, i relatori, ma soprattutto perché abbiamo sviluppato insieme un’agenda comune. L’Ambasciatore Scauso lo ricorda bene, egli è stato Ambasciatore d’Italia in Messico, ed è tuttora consigliere dell’IILA. Il programma che abbiamo sviluppato insieme, riflette gli interessi dei Paesi della nostra area, ed è un elemento fondamentale per il loro successo. Abbiamo lavorato per molti mesi nel consiglio dei delegati e abbiamo scritto una dichiarazione congiunta, una dichiarazione conclusiva che contiene tutto ciò che è importante in questo momento per i Paesi latinoamericani e per il nostro rapporto con l’Italia. Credo 13 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Antica città Maya di Calakmul, nello stato messicano del Campeche che questa dichiarazione, che è pubblica e si può consultare presso il sito web dell’IILA, non rifletta soltanto gli interessi dei Paesi latinoamericani con l’Italia, ma una visione del futuro. Questa dichiarazione contiene il programma di lavoro che dovrà svolgere l’IILA durante il presente anno e l’anno prossimo per sviluppare i nostri rapporti. Per la prima volta la Conferenza si è conclusa con un documento approvato con il massimo consenso, senza l’obiezione di alcun Paese. La VII Conferenza si svolgerà l’anno prossimo a Milano, al margine dell’EXPO 2015, e sono certo che grazie alla dichiarazione, ed al programma di lavoro adottato dall’IILA, si avrà un significativo incremento nei rapporti economici, politici e culturali tra l’America Latina e l’Italia. Credo che la nostra regione stia registrando una crescita significativa, faccio l’esempio della Bolivia, il Paese che è cre- sciuto di più nell’ultimo anno in America Latina. Quest’area, in generale, ha registrato una sviluppo importante e penso che le nostre economie rappresentino una serie di grandi opportunità per le aziende italiane e il sistema economico dell’Italia. Ovviamente, i nostri Paesi sono molto interessati a sviluppare questi rapporti economici. L’IILA deve focalizzarsi in progetti concreti. Per questa ragione si è deciso, e a mio parere si tratta della più importanti decisione in questi anni, di organizzare un Foro Italia-America Latina sulle piccole e medie imprese. Credo si tratti di un evento assai significativo: tre giorni, probabilmente in settembre, qui in Italia, per scambiare opinioni ed esperienze su come sviluppare piccole e medie imprese nei nostri Paesi. Ovviamente l’Italia ha una grandissima conoscenza nel settore e grandi storie di successo nel modello delle PIM, ciò rappresenta per noi un elemento molto importante. Inoltre, l’IILA avrà molte attività per tutto l’anno: dedicate ai singoli Paesi, sulla letteratura, l’economia, la politica, l’arte, e tutte quelle cose che chiamiamo cultura in senso ampio. Ogni Paese membro dell’IILA svolge attività all’interno dell’Istituto. Noi consideriamo l’IILA la nostra casa e per noi è realmente un’istituzione utile, specialmente, per quei Paesi che altrimenti non avrebbero grandi opportunità di presentarsi in altre regioni d’Italia. In questo senso l’attività che svolge la 14 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Le cascate di Agua Azul, nel cuore della regione del Chiapas Fondazione Casa America è significativa per noi, per tutti Paesi latinoamericani. Ringraziamo allora Roberto Speciale e la Fondazione per tutto ciò che stanno facendo assieme all’IILA o con i singoli Paesi dell’America Latina. Passo ora a parlare del Messico e l’Italia. Credo veramente che la storia diplomatica dei rapporti Italia – Messico sia una storia di amicizia e di mutua simpatia. L’Ambasciatore Scauso conosce molto bene questa storia, è stato un attore centrale in questi ultimi dieci anni nello sviluppo di questa amicizia. Esiste, senza dubbio, una simpatia reciproca tra il Messico e l’Italia. Simpatia culturale e politica, condividiamo gli stessi valori democratici. Ma sinceramente, a mio avviso, fino ad ora, l’Italia e il Messico non si erano guardati negli occhi e deciso di fare insieme qualcosa di diverso dal passato. Credo che ciò che mancava nella nostra relazione era una decisione al più alto livello, una decisione che solamente i capi di Governo e di Stato potevano prendere e, secondo me, la visita del presidente del Consiglio dei Ministri italiano, nel mese di gennaio, ha innalzato i rapporti a livello di leadership presidenziale, dando quello slancio alle nostre relazioni che soltanto i presidenti dei governi possono concedere. La visita è stata veramente un grande successo, durante la settimana dal 13 al 17 di gen- 15 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA naio, i media messicani si sono concentrati sull’Italia come il grande Paese che è. Il presidente Enrique Peña Nieto ha dichiarato in diverse occasioni, in pubblico e in privato, che noi messicani abbiamo l’Italia nella mente e nel cuore, e credo che lui abbia veramente un debole per l’Italia, una vera simpatia, un grande affetto (un cariño muy grande). Credo che il Presidente abbia sottolineato tre o quattro cose importanti per noi messicani: il senso della storia che condividiamo, il fare parte della grande civiltà occidentale di cui l’Italia è il Paese protagonista. Il contributo che gli italiani hanno dato alla nostra civiltà, non solo i grandi nomi del Rinascimento, ma anche gli italiani che hanno contribuito all’economia del Messico, all’architet- tura del Messico: la prima stamperia in tutto il continente americano è stata fondata da un italiano, che veniva da Brescia, nell’anno 1539 a Città del Messico. Questo è solamente un dato storico ma noi abbiamo cento esempi dei contributi italiani alla storia del Messico. È questa la simpatia che il Presidente ha sottolineato: il contributo degli italiani a ciò che noi, come popolo messicano, siamo oggi. La visita si è focalizzata su tre temi principali: economico, politico e culturale. Sul tema economico i due governi hanno deciso di sviluppare un business council, un consiglio composto da imprese dei due Paesi, dieci aziende italiane e dieci aziende messicane al più alto livello, per fare raccomandazioni specifi- Complesso archeologico Maya Chichén Itzà, situato nel nord della penisola dello Yucatan 16 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America che su come sviluppare ulteriormente i nostri rapporti economici. Il Messico è oggi il secondo socio commerciale dell’Italia tra i Paesi dell’America Latina, dopo il Brasile, e l’Italia è il terzo socio commerciale del Messico tra i Paesi dell’UE. Ma noi abbiamo la sensazione che ci sono molte opportunità di investimenti ed esportazione che dobbiamo sviluppare maggiormente. Dobbiamo anche promuovere il rapporto politico: le nostre posizioni nelle Nazioni Unite hanno molti punti in comune, siamo parte del G20, siamo parte dell’OCDE e insieme potremmo svolgere iniziative congiunte nell’ambito delle Nazioni Unite e del G20. È molto interessante il fatto che il presidente messicano e l’allora presidente italiano abbiano la stessa concezione di ciò che deve essere fatto sul tema della riforma economica, come promuovere una crescita più robusta e significativa. Il terzo aspetto della nostra relazione, che è stato molto importante durante la visita del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia, è quello della relazione culturale. Come ha detto il presidente Speciale, ci sarà una grande mostra su Frida Kahlo, probabilmente la più importante pittrice del mondo contemporaneo, a Roma dal 18 marzo al 31 agosto, poi questa mostra verrà a Genova, al Palazzo Ducale, con opere anche del “marito di Frida”, il più grande pittore messicano, Diego Rivera, quindi ci sarà una mostra di Frida e Diego Rivera. Ho partecipato anche alla cena inaugurale di una grande esposizione presso il claustro del Bramante a Roma. Questa esposizione non è sull’arte messicana, ma è una collezione messicana di Juan Antonio Pérez Simon. È un evento veramente interessante perché egli è un importante collezionista di opere d’arte occidentali. Il fatto che egli abbia portato questa collezione a Roma, è per me una testimonianza dell’interesse nello sviluppare il rapporti culturali tra i nostri due Paesi. L’anno prossimo avremo l’EXPO Milano 2015. Posso dire, senza dubbio, che il Messico farà un grandissimo sforzo per presentare un padiglione nazionale che sia degno della sua cultura. Il Messico ha una sorta di orgoglio nazionale nell’esibire sempre uno spazio che sia davvero grande, ricco di cultura e di messaggi di amicizia. Il padiglione del Messico sarà davanti al padiglione dell’Italia, quindi avremo le due bandiere tricolori una di fronte all’altra per tutto il tempo dell’Expo 2015. Ringrazio il Governo dell’Italia per questa decisione, che è stata già comunicata al presidente Peña Nieto, e sono certo che sarà un ulteriore stimolo al fine di realizzare uno spazio degno dell’EXPO Milano 2015. 17 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA oSCaR CaMaCho CONSIGLIERE ECONOMICO DI PROMÉXICO ITALIA Oggi vi propongo di accompagnarmi in un viaggio attraverso il mio Paese. Conoscerete il Messico in tutte le sue sfumature, e sono certo che vi ammalierà. Tra il Messico e l’Italia vi sono forti legami di amicizia, e interessi commerciali che si sono consolidati maggiormente nel corso degli anni. La storia del Messico è sempre stata segnata da nomi e figure italiane: Amerigo Vespucci, Gian Battista Antonelli, architetto del forte di San Juan de Ulúa, Adamo Boari che costruì il nostro Palazzo delle belle arti e l’edificio postale a Città del Messico. Oggi sempre con più frequenza sentiamo nomi di imprese italiane che investono in Messico e viceversa. Il prossimo passo è quello di promuovere maggiormente l’alleanza tra le piccole e medie aziende italiane e messicane in modo tale da rafforzare la catena globale dei valori tra i due Paesi. Ogni volta che costruiamo più cose insieme è per rafforzare la nostra catena globale di valori. La settimana scorsa in un giornale internazionale ho letto una frase che ha richiamato la mia attenzione: “Il Messico è di moda” e questa non è l’unica notizia uscita su questo argomento, è infatti una tra le decine di note positive pubblicate ultimamente che esaltano il valore del modello economico messicano. Lo stesso autore della notizia sottolineava che gli analisti mondiali prospettano un futuro da economia emergente per il Messico. Per il futuro prossimo Goldman Sachs, Nomura, Accenture, anche Moody’s confermano che il Messico sarà un Paese leader e questa è una delle ragioni per le quali stiamo orientando i nostri sforzi al fine di favorire gli investimenti esteri diretti, in particolar modo quelli ad alto contenuto tecnologico. Vi introduco al percorso esplorativo attraverso il Messico con un piccolo aneddoto. Stamattina alle sette un messicano si è alzato, e ha spento la sveglia del suo orologio Panerai disegnato in Italia, poi ha acceso la televisione per ascoltare le notizie sintonizzandosi sul canale italiano Rai International per saper cosa 18 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA succede nel mondo, per vedere Renzi, ha indossato il suo vestito di tessuto italiano prodotto nella sua città di Guanajuato e prima di uscire ha bevuto un caffè Illy, azienda fondata in Italia nel 1933 e presente in Messico, nella sua cucina dove ha estratto la cappa aspirante del marchio Elica, è uscito di casa, ha acceso il motore della sua Fiat 500 prodotta nello stabilimento di Toluca con le sue gomme fiammanti Pirelli e dopo è arrivato a destinazione finale: la camera di commercio italiana in Messico. Infine all’ora di pranzo ha mangiato un taco con una tortilla fatta con la pasta dell’impresa messicana Gruma che ha uno stabilimento a Venezia. E per finire uno squisito, delizioso cioccolatino Ferrero. Però qui in Italia un messicano, nella prima trattoria, si mangia una squisita pizza, fatta con grano messicano, perché dovete sapere che il 40% della pasta italiana è fatta con grano messicano. Cari amici, questa storia mostra oggi la vicinanza che hanno i nostri due Paesi e il successo che molte aziende hanno raggiunto facendo leva sulla grande complementarità delle nostre economie. Vorrei invitare, sulla base di questo sincretismo, tutti voi a conoscere da vicino i vantaggi del Messico come destinazione d’investimento. Però c’è una cosa molto importante che ha detto l’Ambasciatore: il Messico adesso può contare su un’economia stabile e gode di condizioni macroeconomiche favorevoli. A differenza di altri Paesi, negli ultimi dieci anni l’inflazione ha avuto un valore costante, per l’anno corrente si stima un valore di 3,5%; un altro indicatore molto positivo è quello delle riserve internazionali che hanno superato un record di 170 mila miliardi nel 2013, somma con la quale saremo in grado di coprire più di due volte il debito estero totale del Governo federale. Le aziende riconoscono i vantaggi competitivi del Messico e conseguentemente abbiamo ricevuto importanti flussi d’investimento diretti dall’estero, tanto che dal 2005 al 2013 il Messico ha superato la Cina e l’India con il record storico di 35 miliardi di dollari. Anche la democrazia è un vantaggio competitivo, in quanto vi sono 112 milioni di abitanti con una media di 26 anni e 47 milioni contribuiscono alla forza lavoro. Un altro fattore molto importante è la qualità della forza lavoro. Ogni anno si laureano più di 115 mila ingegneri, superando numericamente la Germania, il Canada il Regno Unito, il Brasile e questo praticamente è un’opportunità che il Messico offre alla manodopera specializzata. Il Messico è una porta aperta al mondo e per questo nell’ultimo anno il governo del nostro presidente ha approvato una serie di riforme strutturali che partono dall’esigenza di rilanciare la seconda economia latinoamericana, superando vecchi schemi e privilegi e rilanciando il sistema produttivo con l’introduzione di un’importante liberalizzazione. Ma le riforme 19 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA strutturali sono state affrontate con la riforma del settore dell’educazione e delle pensioni, quella del settore finanziario e fiscale, del lavoro e nell’ambito politico e quella delle comunicazioni. Però vorrei sottolineare la più importante: la riforma energetica, che attrarrà investimento e know how esteri e aprirà tante opportunità per gli imprenditori italiani. La comunità internazionale ha reagito in maniera positiva a questo cambiamento e l’agenzia del rating Moody’s ha assegnato al Messico una A3 per la prima volta nella nostra storia economica. Oltre a questi importanti cambiamenti interni è importante menzionare, come ha detto l’Ambasciatore, l’iniziativa del business council. Che cos’è? Una parola che significa tantissimo ma può significare poco se noi non facciamo uno sforzo dando sostanza per lo sviluppo tra i due Paesi. Nella parte italiana si annoverano, tra gli altri, Marco Tronchetti Provera, Ceo della Pirelli, anche come presidente dello stesso consiglio, Fulvio Conti, amministratore delegato di ENEL, Alessandro Pansa, di Finmeccanica, Paolo Scaroni, amministratore delegato della Eni e tanti altri imprenditori italiani che saranno in questo consiglio. E per quanto riguarda l’azione messicana invece presenziamo con i più importanti imprenditori della nazione. Tra gli impegni presi dalle due parti vi è quello di realizzare uno studio economico esecutivo che possa fornire una fotografia reale dello stato attuale della relazione commerciale e del flusso d’investimento tra i due Paesi, con l’obbiettivo d’incrementare il flusso economico. Il business council può essere visto come un foro di discussione costruttiva in cui i grandi imprenditori mettono in gioco le loro conoscenze ed esperienze in un alto dialogo di confronto. Personalmente credo molto in questa strategia di lavoro, come il nostro Ambasciatore, tanto che uno dei nostri principali focus della nostra stessa agenzia è quello di promuovere l’integrazione della catena produttiva dei grandi nomi italiani appoggiando l’internazionalizzazione di piccole e medie aziende già loro fornitrici dal paese di origine. Siamo arrivati alla fine di questo piccolo viaggio e, come vi avevo detto all’inizio, spero di avervi incantato con questo piccolo assaggio della mia patria, avervene trasmesso l’amore e aver stimolato la curiosità per un Paese che vi aspetta con le braccia aperte. 20 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA MIChELE MaRSoNEt PRO-RETTORE ALLE RELAZIONI INTERNAZIONALI, UNIVERSITÀ DI GENOVA Ricopro l’incarico di Pro-Rettore alle Relazioni Internazionali del’Università di Genova dal 2008, quindi da parecchi anni, e ogni volta che partecipo alle iniziative di Casa America ho la prova di quanto esse siano importanti. Ricordo che una delle prime esperienze che ho fatto in questo settore è stata proprio in compagnia di Roberto Speciale. Nel mese di marzo del 2009 siamo andati a Lima per il Forum Italia-Perù, con la presenza del presidente peruviano e di numerosi politici e imprenditori italiani. Casa America svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei rapporti culturali, ma non solo, tra Genova, la Liguria e l’America Latina in generale. Desidero fare una breve premessa: l’Università di Genova ha un forte livello d’internazionalizzazione. Non viene molto notato dai media locali, genovesi e liguri, ma sulla stampa nazionale molto spesso appare che siamo ai primi posti in Italia per presenza di studenti stranieri e per accordi di cooperazioni internazionali, e ovviamente di questo siamo molto fieri. Sono fiero io stesso perché è uno dei settori in cui l’Università di Genova sta andando meglio e continua ad andare bene. Abbiamo circa tremila studenti stranieri e il 10% degli immatricolati attualmente provengono da altri Paesi. L’America Latina in generale è sempre stata un settore strategico per la nostra università. Qui vorrei ricordare un fatto fondamentale: un grosso aiuto in tutti i sensi ci viene fornito proprio dal Ministero degli Esteri. In quanto Pro-Rettore all’internazionalizzazione del nostro Ateneo ho più a che fare con il Ministero degli Esteri che con il MIUR, nel senso che sono più spesso alla Farnesina che non nella sede del MIUR. Il Ministero degli Esteri ci dà indicazioni e consigli su cosa occorre fare per migliorare la nostra internazionalizzazione. Sono sempre consigli molto mirati e che noi ovviamente accogliamo. Non ci dice che cosa dobbiamo fare, ci fornisce appunto consigli e ci indica delle zone strategiche. 21 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA In un primo tempo è stata la Cina, ma ora abbiamo più di 400 studenti cinesi e rapporti di cooperazione a non finire, la Cina per noi è ormai un’area aperta. I rapporti strategici sono poi con il SudEst asiatico, i paesi del Golfo e tutta l’America Latina. In questo momento si sta insistendo soprattutto sul Brasile per il programma “Scienza senza frontiere” che è partito da un paio d’anni e consentirà a molti studenti brasiliani di venire in Italia e anche a Genova con borse di studio del loro governo, ne abbiamo un numero piuttosto elevato. Ovviamente il Messico è uno dei Paesi più importanti dell’America Latina e quindi fa parte pienamente delle suddette indicazioni strategiche. Noi utilizziamo soprattutto il CINDA, un consorzio di cooperazione tra Università europee (dell’Europa del Sud in realtà) e latino-americane. Abbiamo l’onore di essere l’unica Università italiana presente in tale consorzio, in compagnia di molte università spagnole, soprattutto, e portoghesi. Genova resta l’unico Ateneo italiano. Il CINDA ci offre ottime opportunità perché genera un grande scambio di studenti, anche a livello di dottorato, ma anche di docenti. Ho visitato il Messico due volte. Città del Messico è una città fantastica, bellissima, anche se molto difficile a detta dagli stessi messicani. Ho visto la casa di Frida Kahlo, che è ora un museo, e la casa di Trotzkij che in realtà era un vero e proprio fortino. Nonostante que- sto, come tutti sappiamo, Trotzkij vi fu assassinato. Una visita quindi di grande interesse, ma quali i motivi delle mie visite? Ci sono andato per firmare, ovviamente su delega del nostro Rettore, degli accordi di cooperazione accademica. Prima con l’Università Autonoma del Messico e in un secondo momento con l’Università Anahuac di Città del Messico. L’accordo con Anahuac è importante perché consente uno scambio di studenti e di docenti a livelli elevati. Poi ho visitato - senza firmare accordi, ma spero di arrivarci - l’Università Pontificia del Messico. Il Messico ha delle caratteristiche molto particolari. Sono stato molte volte in America Latina, non solo in Perù con Roberto Speciale, ma in tanti altri Paesi (Colombia, Argentina, Panama, Cile). Dal Messico riceviamo meno studenti rispetto ad altri Paesi latino-americani. Il motivo, mi è stato detto (e accetto tale spiegazione) è che il Messico è vicino agli Stati Uniti d’America, e quindi gli studenti messicani di solito preferiscono andare negli Stati Uniti piuttosto che venire in Europa. Questa è stata la spiegazione che mi è stata fornita dai miei colleghi universitari messicani. Non so se sia vero, però ci sono degli elementi che supportano questa interpretazione. Quando si va in America Latina, in qualsiasi nazione, non è facile parlare inglese poiché tale lingua non è molto diffusa. In Messico, invece, l’in- 22 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America glese è diffuso non soltanto nelle Università, ma anche fuori. Allora si spiega il perché di questa preferenza degli studenti messicani per le università statunitensi e canadesi: dipende ovviamente dalla relativa vicinanza geografica. Ecco qualche sintetica cifra: abbiamo ben 256 studenti provenienti dall’Ecuador, 97 dal Perù, 16 dalla Colombia, una ventina dal Brasile mentre, nell’ultimo anno accademico, solamente due studenti messicani sono venuti a Genova e un genovese è andato in Messico. Credo che questa situazione offra margini di un grande miglioramento, perché ci sono gli spazi per aumentare il livello di cooperazione accademica e io sto lavorando per far sì che ciò si verifichi. Devo dire che il viaggio a Città del Messico è piuttosto pesante, anche se poi, una volta arrivati, si sta benissimo. Desidero infine menzionare il fatto che abbiamo ben nove rapporti di cooperazione tra l’Università di Genova e le Università messicane. Un paio li ho firmati io di persona, gli altri i colleghi docenti del mio Ateneo. Nove accordi di cooperazione sono tanti, consentono soprattutto scambi di docenti ma non una presenza massiccia di studenti messicani come noi vorremmo. Continueremo a batterci per realizzare questo obiettivo. Ho avuto sempre una grande impressione del Paese, bellissimo e difficile, come ho detto, un Paese in cui gli italiani sono ben accolti, e soprattutto è un luogo in cui le Università hanno veramente grande desiderio di stabilire dei rapporti costanti con gli Atenei italiani. Sono sicuro che l’iniziativa di oggi contribuirà in misura notevole al nostro lavoro. 23 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA VICtoR UCkMaR VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CASA AMERICA Innanzitutto, come vetusto vicepresidente della Fondazione Casa America, anch’io mi associo al ringraziamento vivissimo per l’Ambasciatore del Messico, che ci ha parlato non soltanto come ambasciatore, ma anche come presidente dell’IILA, e quindi dando anche maggior rilievo alla sua presenza. Il mio legame con il Messico risale al 1949, cioè quando incominciavo a fare degli studi sui principi comuni di diritto costituzionale tributario, e gli autori messicani erano all’avanguardia, in questo tipo di studio. Quindi sono stato legato al Messico per questo, non ho avuto molte occasioni di visitarlo. Ufficialmente nel ‘92 dirigevo la delegazione italiana all’International Fiscal Association, e poi qualche volta per turismo. Però il Messico l’ho sempre trovato molto legato, come diceva il prorettore, agli Stati Uniti e quindi di difficile penetrazione e naturalmente io mi sono occupato soprattutto della parte culturale e culturale-giuridica. E anzi, qui a Genova, nel ‘92, per il V Cen- tenario della Scoperta dell’America, abbiamo istituito borse di studio, volute allora dal Governo Ciampi del valore di 20.000 dollari all’anno, e abbiamo creato una rete che purtroppo poi si è interrotta perché dopo quindici anni non è stato ripetuto il finanziamento. Però abbiamo questi 70-80 allora giovani studiosi che ci hanno collegato con l’America Latina e sette venivano dal Messico. Io ho cercato di mantenere ancora questi legami, anzi di intensificarli, in questi anni, proprio nei prossimi giorni sarà pubblicata l’edizione messicana del mio Manuale di diritto tributario internazionale. Il professor Dominguez in Messico sta curando l’edizione, non la traduzione. La parte generale è comune, ma c’è una parte speciale che sarà dedicata al sistema messicano per quanto riguarda la tassazione e le esportazioni. Quindi è un volume che sarà molto utile dal punto di vista teorico, ma anche pratico. E segue i volumi già pubblicati per la Colombia, per l’Argentina e per il Brasile. 24 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America Prossimamente dopo questo dedicato al Messico, seguiranno il Perù, l’Uruguay e la Spagna, anche se non è America Latina. Quindi sul piano culturale ho una certa soddisfazione nella rete sviluppata anche attraverso la rivista Diritto e Pratica Tributaria Internazionale distribuita on-line che si è costituita. Sul piano operativo commerciale invece, siamo molto indietro. Noi italiani non approfittiamo del fatto che in America Latina ci sono 60-70 milioni di persone di origine italiana. Però è un continente trascurato dalle nostre Autorità. Abbiamo sentito che erano ventiquattro anni che mancava un presidente del Governo in Messico. In Argentina l’ultimo presidente italiano è stato Prodi. Nessuno si occupa di Perù, nessuno si occupa di Colombia. Mi rivolgo in particolare al rappresentante del Ministero degli Esteri, la Colombia è ancora in stato di black list. Anzi anche altri Paesi dell’America Latina sono in black list. Si sono salvati soltanto il Messico e il Brasile. E quindi se vogliamo rinvigorire i rapporti c’è un caldo invito a fare investimenti in Messico. In questo Continente mancano le banche italiane, strumento essenziale per poter operare. E purtroppo la situazione economica italiana non credo che dia grandi possibilità alle nostre aziende di fare investimenti capitali all’estero. Bisogna puntare sulle piccole e medie imprese. Clinton diceva: smaller is better. Però ci sono difficoltà. Io fui chiamato dal ministro Cavallo, per portare in Argentina l’esperienza che avevo recepito in Cina e in Russia, però si sono fatti molti convegni di valore accademico ma con poche presenze di imprenditori. Anche perché la joint venture funziona quando ci sono due colossi, quando ci sono medie imprese è difficile che uno dei padroni si sottometta all’altro. Le piccole imprese: credo che il Messico potrebbe essere un grande ponte per le imprese italiane, soprattutto negli Stati Uniti, specialmente per le agevolazioni tributarie che ci sono in Messico, si stanno profilando delle zone franche. E come fare? Ci possono essere benissimo degli accordi contrattuali basati sull’informazione. Ogni informazione diventa cosa facile, quindi la piccola impresa italiana può metterci il suo talento, la sua intelligenza, il suo design e quindi fare il prodotto in Messico ed esportarlo in altri Paesi dell’America Latina, ma soprattutto negli Stati Uniti. Questa potrebbe essere una via da seguire, basata sull’informazione. 25 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA aLESSaNDRa REPEtto RESPONSABILE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE - CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA Il ruolo della Camera di Commercio, e nello specifico del settore Internazionalizzazione, è quello di fornire alle imprese locali una prima informazione, un primo orientamento sui mercati esteri. Se non possiamo considerarci degli analisti economici, proprio in considerazione del rapporto con le imprese, possiamo definirci sicuramente degli “osservatori” economici. Mai come in questi ultimi due anni si presentano imprenditori nel nostro ufficio per porci la stessa domanda “Qui c’è crisi, dove posso andare?”. Proprio per tentare di dare delle risposte, cogliamo ogni possibile occasione per dare informazioni sulle opportunità di sviluppo e di business in altri Paesi, così come è stato fatto, per il Messico, in occasione della visita di Sua Eccellenza l’Ambasciatore Miguel Ruíz-Cabañas Izquierdo nella nostra città e presso la nostra Camera di Commercio nel dicembre 2012. Da quella visita ne è derivata una proficua collaborazione con ProMexico – Agenzia governativa per gli investimenti in Messico - e con il dottor Oscar Camacho in particolare, il cui risultato è stata la realizzazione di un dossier informativo sul Messico, focalizzato sugli aspetti che maggiormente interessano le imprese, e alle quali è stato distribuito. Dall’analisi effettuata si è evidenziato che il Messico è una delle cinque principali economie emergenti, la seconda economia in America Latina, è un’economia fortemente dinamica, aperta al commercio e agli investimenti esteri. Esiste un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Messico che facilita sicuramente i flussi, oltre al fatto che il Messico può contare su una posizione geografica strategica, punto fondamentale di collegamento tra Nord e Sud dell’America Latina. Considerando i flussi commerciali fra la nostra città e il Messico, abbiamo notato un trend positivo per quanto riguarda le esportazioni: Genova ha tenuto molto bene, anzi forse ha aumentato la propria quota di esporta- 26 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Quello che invece possiamo con certezza affermare, riprendendo un commento dell’AD di Eni – dottor Scaroni – partecipante alla citata missione italiana in Messico, è che questo Paese può considerarsi “una miniera quasi inesplorata”. Forse una miniera che anche le nostre imprese devono scoprire. Non a caso l’economista James O’Neill, che nel 2001 aveva coniato il termine BRICS per individuare i cinque giganti Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ha coniato un altro acronimo, proprio recentemente: MINT, che sta per Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia. Così come per i BRICS, l’acronimo si collegava ad un significato proprio del termine (i cinque Paesi considerati erano considerati come i “mattoni” dell’economia mondiale), anche con MINT valgono le stesse considerazioni: in inglese infatti MINT non vuol dire solo menta o mentina ma significa anche conio, zecca (dove si “fanno” i soldi…), e questo sicuramente può essere un incentivo a prendere in considerazione i Paesi MINT, oltre che essere, si spera, un buon auspicio per gli affari! Centro Culturale presso la città di Tijuana zioni verso il Messico, soprattutto per quanto riguarda macchinari e apparecchiature. Un po’ in calo le importazioni, ma è probabile si tratti di un “calo fisiologico”, nel senso che le importazioni dell’Italia in generale, quindi anche quelle di Genova, sono chiaramente diminuite. Abbiamo notato tra il 2012 e il 2013 un aumento di imprese di genovesi che hanno dichiarato di avere rapporti con l’estero: auspichiamo che questo maggior interesse sia dovuto proprio alla diffusione del nostro dos- sier o forse della brillante presentazione che il dottor Chamaco aveva fatto del suo Paese in occasione della presentazione nel 2012! Le imprese genovesi che operano con il Messico sono il 2,5% rispetto al dato fornito nel corso della recente missione del nostro Governo in questo Paese, dove si erano evidenziate ben 1400 imprese italiane presenti in qualche modo in Messico. Non siamo in grado di giudicare se siano tante o poche e se aumenteranno. 27 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA La funivia di Zacatecas 28 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA 29 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Messico-Italia: un’alleanza del futuro MaRIo GIRo SOTTOSEGRETARIO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI CON DELEGA PER L’AMERICA LATINA Spesso esaminato solo dall’angolo della violenza e del narcotraffico, il Messico rappresenta un’odierna success story. Dopo decenni di crescita modesta e di rapporto subordinato agli Stati Uniti, il Messico oggi è la seconda potenza economica dell’America Latina, che può far leva sulla propria solidità macroeconomica, un articolato tessuto di imprese, una fitta rete di accordi commerciali, importanti risorse energetiche e una popolazione giovane. L’immagine di migliaia di immigrati che tentano a piedi il passaggio del Rio Bravo fa parte del passato. Il saldo migratorio con gli USA è diventato nullo dal 2005. Al 14° posto nel mondo, dopo Australia e Spagna, quella messicana è una delle economie più aperte e globalizzate con una percentuale di commercio estero sul PIL superiori a Cina e Brasile. La sua rete di accordi commerciali, la più ampia al mondo, gli consente di esportare con dazi minimi. Insieme al Cile, è il Paese latinoamericano con il livello di rischio d’investimento più basso di tutto il subcon- tinente. La crescita messicana è fortemente basata sulla manifattura anche ad alta tecnologia, in concorrenza con la Cina, con un costo della manodopera equivalente. Il successo maggiore il Paese l’ha conseguito in ambito istituzionale. Dopo decenni di regime ingessato, partito unico e autarchia, l’alternanza ha cambiato il volto della politica, i partiti si sono riformati, la classe dirigente ringiovanita. Per il giovane Presidente Peña Nieto, il 2013 si è chiuso con un bilancio positivo, con la realizzazione di molte importanti riforme previste dal Patto per il Messico, siglato dal partito al potere con gli altri due partiti nazionali. In pochi mesi sono state approvate le riforme su lavoro, concorrenza, telecomunicazione, credito alle PMI e energia. Resta da vedere come seguirà la normativa di secondo livello, tuttavia tali realizzazioni appaiono ai conoscitori di cose messicane come dei piccoli miracoli in un Paese noto per il suo immobilismo. Resta aperta la partita su sicurezza, lotta al narcotraffico e corruzione. Fortezza di San Juan de Ulúa, Veracruz Consapevole della sua nuova forza, il Messico è uscito dall’isolazionismo tradizionale, per ricoprire un ruolo cruciale in America Latina. Si guarda con interesse all’Italia, al nostro modello economico di PMI, alla nostra cultura e produzione cinematografica. In Messico, la classe media sta aumentando ed il consumo è in forte espansione e la domanda di beni del made in Italy. Il rilancio dei rapporti economici nel quadro di un nuovo impulso delle relazioni bilaterali, anche in considerazione del ruolo di protagonista che il Messico avrà in questo secolo: è il principale messaggio della visita in Messico del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, tenutasi nei giorni 13 e 14 gennaio 2014. Il rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali ha costituito il tema al centro dell’incontro tra i due “Enrico”, che hanno ribadito l’esigenza di perseguire gli obiettivi della crescita e dell’occupazione. Le recenti riforme varate dal Governo messicano aprono importanti opportunità, che le imprese italiane intendono cogliere. Ci sono già circa 1.500 imprese, che hanno contribuito allo sviluppo e all’impiego in Messico, e circa 6 miliardi di USD di commercio all’anno, ma è forte l’interesse a ricevere ancor più investimenti italiani in tecnologia e a favorire lo sviluppo delle PMI. È stato dato rilievo al piano “Destinazione Italia”, per attrarre maggiori investimenti messicani in Italia, grazie alla 30 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America semplificazione amministrativa a alle privatizzazioni. Nell’ottica di diversificare i suoi partner commerciali, il Messico intende rafforzare i suoi rapporti con l’Italia. Perciò il Presidente Letta ha anche tenuto la conferenza “Italia e Messico: una partnership per la crescita e gli investimenti” presso il Club degli Industriali, di fronte ad un pubblico di qualificati imprenditori messicani. L’Expo Milano 2015 è stata un altro tema affrontato durante la visita, con la possibile partecipazione di Peña Nieto all’inaugurazione del padiglione messicano, situato di fronte al padiglione italiano. La visita di Letta si è conclusa con una serie di incontri nello Stato di Querétaro con gli imprenditori italiani presenti nella regione. Si tratta di un caso di successo: uno degli Stati federali caratterizzato da una crescita costante, buone condizioni di sicurezza e da un importante afflusso di investimenti in settori ad alto contenuto tecnologico, come l’aerospazio e la chimica. Querétaro accoglie circa 45 imprese italiane, che generano circa 1.500 posti di lavoro e che rappresenta uno dei pochi casi di successo d’internazionalizzazione di un distretto industriale di tipo italiano in Messico. A riprova della solidità dell’impegno dopo due mesi e mezzo e per puntare alle occasioni e investimenti che il Paese offre, è stata realizzata la missione di circa 70 imprese italiane che tornano 31 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Le relazioni Italia - Messico aLESSaNDRo BUSaCCa AMBASCIATORE ITALIANO IN MESSICO Chiesa della Virgen de la Asunción, Cupilco in Messico dopo il primo appuntamento del 2008 che si concentra su quattro settori: automotive, infrastrutture, rinnovabili e estrattive. Il Paese è già il terzo mercato americano per il nostro export, ma i numeri sono bassi e ci sono tutte le potenzialità per farlo crescere anche alla luce dell’aggiornamento dell’accordo di libero scambio con la UE che può aprire ulteriormente. Nella missione di sistema sono presenti anche 4 istituti bancari; una novità importante perché ad oggi in Messico e in tutta l’America Latina non ci sono più banche italiane e un loro rientro colmerebbe un vuoto e grazie a un più facile accesso al credito si favorirebbe l’estensione delle imprese italiane. Il 2014 segna un anno di svolta nelle relazioni tra Italia e Messico, a 140 anni dall’allacciamento delle relazioni diplomatiche. A quasi un quarto di secolo dall’ultima visita di un capo dell’esecutivo italiano, il nostro precedente Presidente del Consiglio Enrico Letta ha effettuato il 13-14 gennaio 2014 una visita ufficiale in Messico, caratterizzata da un articolato programma di incontri con il Presidente Peña Nieto e le istituzioni messicane, con la dinamica comunità imprenditoriale di quel Paese, con la collettività italiana. La visita ha consentito di rappresentare al più alto livello l’attenzione e il grande interesse con cui l’Italia guarda al Messico in questa fase, uno dei protagonisti del nuovo secolo nelle parole di Enrico Letta, che non a caso era accompagnato da alcuni dei più autorevoli rappresentanti dell’economia italiana. E infatti questo nuovo partenariato abbraccia tutti i settori delle relazioni: politico, economicocommerciale, culturale, scientifico-tecnologico, della sicurezza. La visita, che era stata preparata da precedenti contatti a livello politico tra cui la visita in Messico del nostro Sottosegretario Giro e, da ultimo, del Ministro degli Esteri messicano Meade a Roma, ha consentito di mettere a fuoco la aree di cooperazione e un programma di incontri intesi a dare profondità e continuità al rapporto. Alla visita del Presidente del Consiglio è quindi rapidamente seguita, agli inizi di aprile, una Missione imprenditoriale focalizzata su alcuni settori strategici guidata dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, accompagnato da autorevoli rappresentanti dei nostri organismi di promozione economica e da un centinaio di imprenditori; una componente essenziale di tale missione è stata quella scientifico-tecnologico e culturale, curata dal Ministero degli Esteri, che ha dato nuovo impulso alle relazioni bilaterali anche in questi settori. Il periodo di intensa attività tra i nostri due Paesi continua poi a maggio, quando è previsto un articolato incontro di ap- 32 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA profondimento e conoscenza reciproca dedicato all’industria del comparto Difesa, e nel secondo semestre del 2014, periodo in cui dovrebbe svolgersi a livello di Ministri degli Esteri la Riunione Binazionale Italia-Messico ormai giunta alla sua quarta edizione. I rapporti fra Italia e Messico sono sempre stati buoni, anche nel passato più lontano: fra i due popoli vi è una immediata simpatia, si riconoscono in alcune loro caratteristiche comuni e nelle loro storie e culture millenarie. Questo non vuol dire che i contatti siano sempre stati intensi – il Messico non ha conosciuto le ondate di emigrazione italiana di altri paesi latino-americani – anche se sono stati più profondi di quanto comunemente si pensi, ad esempio da parte di qualificati ambienti accademici e culturali che hanno fatto da ponte attraverso i secoli fra i due Paesi. Il riconoscimento del “brand” Italia in Messico è molto forte, la disponibilità immediata, i contatti agevoli: il nostro Paese è apprezzato nelle sue manifestazioni artistiche e culturali, nel suo stile di vita, ma anche nel suo profilo di economia avanzata a vocazione manifatturiera, con una componente tecnologica di prim’ordine in molti settori, proiettata verso le esportazioni e con un ruolo fondamentale per le piccole-medie imprese, caratteristiche, queste, che condividiamo con il Messico. L’Italia vede nel Messico un grande paese, che non può più essere caratte- Donna di Amealco, Querétaro rizzato solo come una economia emergente, bensì un “player” a livello globale, fortemente impegnato ad affrontare le sfide globali in tutti i contesti multilaterali, con cui sono frequenti le convergenze. Una economia aperta sia verso l’estero - trattati di libero scambio e apertura agli IDE – sia, sempre più, al proprio interno: recenti riforme strutturali a valenza costituzionale in molti settori, fra cui quello energetico e delle 33 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA telecomunicazioni. Il Messico non è più solo mercato di sbocco dei nostri prodotti, ma anche vero e proprio partner economico, con cui – in una epoca di integrazione dei mercati e catene globali del valore – sono possibili collaborazioni articolate e diversificate, proiettate in particolare, ma non solo, verso tutta l’area NAFTA. L’importanza della visita dell’ex Presidente del Consiglio in Messico si è riflessa anche nel settore culturale-scientifico. La ricchezza del patrimonio artistico, archeologico ed etno-antropologico messicano, le problematiche connesse alla sua gestione e tutela e l’affinità avvertita nei confronti dell’Italia sono tutti fattori che rendono il Messico un interlocutore prezioso sullo scacchiere culturale latinoamericano. Accanto a progetti di collaborazione nell’ambito delle grandi mostre (in cantiere una mostra di Michelangelo nei prestigiosi spazi del Teatro di Bellas Artes che faccia da volano a più feconde sinergie tra musei italiani e messicani) e a proposte di coproduzione cinematografica che, del pari, promuovano la diffusione delle rispettive cinematografie nazionali, si sta lavorando all’avvio di un proficuo dialogo tra l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, centro di eccellenza nella tutela del nostro patrimonio artistico, e l’Instituto Nacional de Antropologia e Historia (INAH), che con ottimi risultati si sforza di restaurare e tutelare l’in- gente patrimonio archeologico e monumentale disseminato nel territorio messicano, che con quello italiano condivide numerose problematiche. Anche in ambito scientifico e tecnologico, si è ribadita la necessita di una stretta sinergia. In occasione della firma della Dichiarazione d’intenti congiunta tra AMEXCID (Agencia Mexicana de Cooperación Internacional) e la Farnesina, si é annunciata l’imminente pubblicazione del bando per la presentazione di progetti di ricerca congiunti tra i due Paesi (mobilità dei ricercatori e progetti di grande rilevanza), a testimonianza di una forte volontà di cooperazione in settori di ricerca prioritari (scienze di base, scienze biomediche, ambiente ed energia, agricoltura, ricerca aerospaziale e tecnologie applicate ai beni culturali) e nei quali maggiormente si manifestano le eccellenze di entrambi i Paesi. In conclusione, le relazioni tra Italia e Messico sono entrate in una nuova fase della loro storia, ricca di potenzialità ancora inesplorate. All’intensificarsi dei contatti a livello politico ed istituzionale, si accompagna una crescente attenzione delle rispettive società civili, ambienti d’affari e mondo della cultura. Forse il simbolo più significativo di questa nuova fase potrebbe essere il padiglione messicano che verrà costruito in occasione dell’EXPO 2015 di Milano: il lotto selezionato è infatti tra i più grandi disponibili e si ubica giusto davanti a quello del padiglione italiano. 34 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Carlos e gli altri: il Messico che non si arrende FRaNCESCa D’ULISSE DIPARTIMENTO ESTERI PD Descrivere un Paese è sempre una semplificazione. Descrivere un paese latinoamericano è sempre una semplificazione e spesso si cade pure negli stereotipi. Descrivere il Messico di oggi nella sua bellezza, complessità, dannazione e resurrezione è ancora qualcosa di più complesso a cui ci si arrischia solo premettendo che si coglierà una parte del tutto ma lo si farà con il rispetto e l’attenzione che si ha verso le cose che stanno a cuore. Questo preambolo per dire che racconterò una storia, il Messico che potrebbe essere. Una storia che ci riguarda da vicino. Qualcosa di più e meglio delle tante cronache giornalistiche che presentano il paese degli Aztechi come il luogo dell’eldorado per gli affari e i profitti o, al contrario, come il paese dei narcos e dei loro metodi brutali di controllo del territorio. Un terzo Messico, che non si rassegna ai due stereotipi precedenti ma che costruisce, dal basso, in una prospettiva di pace e di giustizia, un paese degno. Racconterò la storia di Carlos Cruz perché ogni volta che lo incontro durante una delle sue “fughe in Italia” mi convinco che quel meraviglioso Paese uscirà dal suo contraddittorio pantano del presente se i pochissimi come lui saranno la maggioranza. Se il suo percorso di vita e di lavoro, la sua missione laica, diventerà senso comune per i tanti che come lui hanno ceduto alle lusinghe e al denaro facile della criminalità ma che, con coraggio, hanno mollato tutto e si sono reinventati una nuova vita. Era un pandillero, un capo delle bande giovanili della capitale. Girava con una pistola per “proteggere” il suo barrio, il suo quartiere, dalle bande rivali. Spacciava, riscuoteva il pizzo, rapinava banche e rubava armi. Ora presiede l’Associazione Cauce ciudadano, canale cittadino, e aiuta i ragazzi a vedere che un’altra vita è possibile e che il proprio destino non è solo quello di essere carne da macello della criminalità organizzata. Parliamo di bambini di dodici/tredici anni ingaggiati per commettere reati o di adole- 35 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA scenti che si sono inventati una vita da sicario per guadagnare e fare per qualche anno la bella vita. Carlos mi racconta che sono 75mila i ragazzi coinvolti in almeno il 92% dei reati codificati dalla Convenzione di Palermo. Sono giovani senza speranza, a cui nessuno ha dato mai un’opportunità o ha fatto vedere che si può essere “altro”. Sono giovani ai margini, che gli stessi genitori, sopraffatti dalla miseria e dalla disperazione, spingono verso la criminalità. La loro vita dura qualche anno e a nessuno importa. Secondo le informazioni di Cauce, lavorano per lo più per il cartello di Sinaloa, per la famiglia Michoacana e per gli Zetas (i soci messicani della nostra ‘ndrangheta). Perché sono così tanti i giovani che si uniscono alla criminalità? Ci sono varie ragioni: alcuni sono sequestrati e costretti a delinquere, in altri casi le famiglie sono minacciate. Più di tutto, però, pesa il tema della sopravvivenza: “Uccidere una persona rende 600 dollari. Se in un mese commetti 10 omicidi porti ai tuoi 6mila dollari. Tanti soldi”. Cauce deve competere con questi salari da capogiro. Una parte del suo compito consiste proprio nel far capire la delicatezza della mission: se deludi le aspettative di un giovane che hai convinto a mollare un “lavoro” tanto lucroso quel giovane diventerà un uomo ancor più spietato di come lo avevi conosciuto. “Ecco perché molti programmi di recupero falliscono”, mi spiega Carlos. “Non bastano tre/sei mesi e qualche conferenza o colloquio con lo psicologo per cambiare il punto di vista di un omicida o di un trafficante”, continua. “Ci vuole tanto lavoro, devi prima entrare in empatia con lui, devi rafforzare e recuperare il tessuto sociale nell’ambito comunitario e educativo, devi coinvolgere la sua famiglia. Occorrono professionalità addestrate per fare questo”. Non ci si improvvisa con i ragazzi perché se ne accorgono subito e se perdi la loro fiducia è finita. “Servono tempo e soldi” – continua Carlos – politiche pubbliche di medio termine, finanziate ad hoc”. A ben vedere, il vero motivo per cui tanti giovani entrano nella criminalità è proprio l’assenza dello Stato. Quello stesso Stato che non solo non li protegge ma non gli dà alternative concrete, gettandoli nelle braccia dei cartelli. Serve un investimento per il futuro del Paese. “Tutte le riforme del mondo fatte in un paese bagnato dal sangue servono a poco” mi dice Carlos. Secondo le sue informazioni, il primo anno del neo Presidente Peña Nieto è stato il più violento degli ultimi 7: sono stati registrati poco meno di 20mila omicidi legati alla criminalità, con 767 bambini vittime. L’emergenza continua e non bastano neppure gli arresti eccellenti operati in questi ultimi mesi, quelli che hanno fatto guadagnare le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo e hanno fatto gridare al risorgere della tigre az- 36 Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA teca (tra tutti, quello di Joaquín “El Chapo” Guzmán, drug lord del Cartello di Sinaloa). Si tratta di indubbi successi delle forze dell’ordine e della intelligence del Paese (oltre che delle DEA). Passi in avanti importanti ma si deve fare molto di più. Ed è qui che entra in gioco l’Italia migliore. Carlos e gli amici di Libera lo hanno chiesto a tutti gli interlocutori con cui si sono incontrati durante la visita in Italia. Con 4 familiari di desaparecidos messicani sono stati da papa Francesco (21 marzo), hanno ricevuto attestati di stima e di solidarietà. Hanno partecipato alla marcia di Latina (22 marzo “XIX giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”), fatto incontri istituzionali. “Dovete sostenere in ogni occasione possibile l’introduzione in Messico di una norma per la gestione sociale dei beni confiscati”. Tutto qui? Mi spiega che sarebbe un passo gigantesco e supererebbe la normativa in vigore in quel paese che è assolutamente inadeguata (la Ley de extensión del dominio). Chi meglio dell’Italia può e deve lavorare per questo obiettivo? Se una certezza deve guidarci è che quel che accade in Messico ci riguarda molto più di quanto si creda. La lotta alle mafie da tempo non può più essere solo “cosa nostra” perché è ormai nelle loro mani ogni attività transnazionale delittuosa e potenzialmente lucrosa, dal narcotraffico alla tratta di esseri umani, dal gioco d’azzardo allo sfruttamento della prostituzione, dall’immigrazione clandestina al traffico di organi, dai delitti del ciclo alimentare al traffico internazionale di armi e di armi chimiche. Il denaro che deriva da queste attività criminali è investito indifferentemente nel nord e nel sud del pianeta: dai grandi appalti che riguardano le infrastrutture dei paesi in via di sviluppo alle attività economiche di copertura dei paesi a capitalismo maturo. Questo stesso denaro, poi, compra governi e pacchetti azionari che cambiano la geografia dei patti di sindacato delle grandi multinazionali, oltre a gestire porzioni di territorio nei vari stati falliti (“failed states”) del pianeta. L’Italia può fare molto grazie alla legislazione antimafia di cui si è dotata: possiamo e dobbiamo condividere esperienze, know-how, intelligence e buone pratiche legislative, attivando meccanismi globali di prevenzione e di ostacolo, di cooperazione e di protezione. Tra gli assi strategici della relazione tra Italia e Messico, va messa allora al primo posto la lotta alle mafie transnazionali. Se c’è una morale che si può trarre da questa storia è che senza legalità, progresso e sviluppo economico sono solo apparenza. http://cauceciudadano.org.mx/ IL MESSICO DI FRIDA KAHLO 38 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America 39 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA MESSICO - ITALIA Frida Kahlo - scheda biografica azIENDa SPECIaLE PaLaEXPo Francisco. Conosce il chirurgo Leo Eloesser, che sarà, fino alla morte della pittrice, il suo più importante consigliere medico. 1934 Frida scopre che Rivera ha una relazione con Cristina, sua sorella; la pittrice interrompe la propria attività artistica. Frida abortisce per la prima volta. 1907 Magdalena Carmen Frieda Kahlo Calderón nasce il 6 luglio nel villaggio di Coyoacán, Città del Messico, figlia del fotografo di origine tedesca Guillermo Kahlo e della sua seconda moglie, Matilde Calderón. Modificherà il nome in ‘Frida’, senza la‘e’, dopo il suo matrimonio con Diego Rivera. 1910 Inizia la rivoluzione messicana, che scuoterà il Paese fino al 1917. 1914 Frida soffre dei primi problemi di salute, le cui cause restano poco chiare; si sospetta che abbia la poliomielite. Più tardi il dottor Eloesser, suo medico di fiducia, indicherà in una malformazione congenita della colonna vertebrale (spina bifida) l’origine di tutti i problemi che affliggono Frida. 1922 Frida frequenta a Città del Messico la Escuela Nacional Preparatoria, dove osserva Diego Rivera mentre lavora al suo dipinto mu- rale Creaci (La Creazione). Ha una relazione sentimentale con Alejandro Gomez Arias. 1923 Frida stringe amicizia con la fotografa Tina Modotti. 1931 Prima esposizione di un’opera di Frida Kahlo alla Sixth Annual Exhibition of the San Francisco Society of Women Artists. A maggio la pittrice fa ritorno in Messico. Conosce il fotografo Nickolas Muray, di New York, con il quale inizia una relazione sentimentale che durerà dieci anni. 1925 Il 17 settembre Frida è coinvolta in un incidente mentre viaggia su un autobus: un’asta di metallo le trapassa il corpo da una parte all’altra. Durante la lunga convalescenza inizia a dipingere. 1932 Frida parte per Detroit assieme a Rivera, che ha ricevuto un incarico per dipingere un murale all’Institute of Arts. 1928 Frida entra nel Partito comunista e conosce Diego Rivera. A Detroit Frida ha un secondo aborto, spontaneo, e trascorre alcuni giorni presso l’ospedale Henry Ford. 1929 Il 21 agosto, a Coyoacán, Frida Kahlo e Diego Rivera si sposano. Poco prima del matrimonio Frida ha venduto il suo primo quadro, il ritratto di due donne, Salvadora e Hermina. 1933 La coppia prosegue il suo viaggio dirigendosi a NewYork, dove Rivera ha ricevuto l’incarico di dipingere un murale nel Rockfeller Center. 1930 Frida accompagna Diego Rivera negli Stati Uniti quando l’artista inizia a dipingere murales a San A dicembre, dopo il clamoroso fallimento di questo incarico, i due fanno ritorno in Messico. 1935 Frida si separa da Rivera e si trasferisce in un appartamento a Città del Messico. Ha una relazione sentimentale con Ignacio Aguirre. Frida parte da sola per New York e dopo il suo ritorno si riconcilia con Rivera. I due decidono di comune accordo che in futuro vivranno vite separate. Frida ha una relazione sentimentale con lo scultore Isamu Noguchi. 1937 Grazie alla mediazione di Rivera, Lev Trotzkij e sua moglie Natalia ottengono asilo politico in Messico. La coppia si stabilisce nella casa dei genitori di Frida, a Coyoacán. La pittrice ha una breve relazione sentimentale con Trotzkij. 1938 Mentre soggiorna in Messico, il poeta francese André Breton riconosce nell’opera di Frida Kahlo un’originale impronta surrealista e scrive l’Introduzione al catalogo della prima esposizione personale dell’artista, che si tiene 40 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America presso la Julien Lexy Gallery di New York. Alcuni suoi quadri sono venduti all’attore statunitense Edward G. Robinson. 1939 Frida si reca a Parigi per partecipare alla mostra Mexique, organizzata da Breton presso la Galleria Renou et Colle. Un suo quadro è acquistato dal Louvre. Dopo il ritorno di Frida dall’Europa, la coppia Rivera si separa per la seconda volta e a novembre divorzia. Frida torna a vivere nella casa dei suoi genitori. 1940 Frida Kahlo prende parte a numerose esposizioni, tra Città del Messico, San Francisco e New York. Dopo l’assassinio di Lev Trotzkij, Frida parte per San Francisco, anche per motivi di salute. Si ferma in seguito a New York, dove ha una relazione sentimentale con il mercante d’arte Heinz Berggruen. 1940 L’8 dicembre, a San Francisco, Frida Kahlo e Diego Rivera si sposano per la seconda volta. 1941 Di ritorno in Messico, Rivera si trasferisce da Frida, nella Casa Blu a Coyoacán. 41 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA 1942 Frida diventa insegnante presso La Esmeralda, l’Accademia statale di belle arti; qui raccoglie attorno a sé un gruppo di fedeli seguaci, che si autodefiniscono Los Fridos. 1943 Si tengono mostre dell’artista a Città del Messico, Philadelphia e New York. Bravo, fotografa e amica della pittrice, si tiene la prima esposizione personale messicana di Frida Kahlo. La pittrice partecipa all’inaugurazione sdraiata su un letto. In agosto, a causa di un’infezione, subisce l’amputazione della gamba destra fin sotto al ginocchio. 1954 Nonostante abbia sofferto di polmonite, Frida prende parte a una manifestazione contro l’intervento degli Stati Uniti in Guatemala. Il 13 luglio muore, si presume a seguito di un’embolia polmonare. La causa esatta della morte non è stata appurata. L’urna contenente le ceneri di Frida viene conservata nella Casa Blu, nel 1955 ceduta da Rivera allo Stato messicano. Le condizioni di salute peggiorano e Frida svolge nella sua casa le lezioni per gli studenti della Esmeralda. 1946 Per alcuni mesi deve indossare un corsetto di ferro. Inizia a scrivere un diario, dove raccoglie disegni e testi poetici molto personali riguardanti la propria vita sentimentale. A settembre, per il quadro Moisés, Frida riceve dal ministro dell’Educazione il Premio nazionale per l’arte e la scienza e ottiene un sussidio statale. Subisce numerose operazioni alla colonna vertebrale. Negli anni seguenti soffrirà sempre più spesso di depressione. 1953 Presso la Galería de Arte Contemporáneo di Lola Alvarez Bancarella di artigianato, Guanajuato 42 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America Kahloismo: malattia infantile del feticismo MaRCo BELLINGERI UNIVERSITÀ DI TORINO Frida Kahlo e León Trotzkij Trotzkij, Diego Rivera, Natalya Trotzkij, Reba Hansen, André Breton, Frida Kahlo. Coyoacán, Mexico. ©Laure van Heijenoort Maria Cristina Secci nella prefazione alla sua recente opera: Con la imágen en el espejo. El autoretrato literario de Frida Khalo, un’imprescindibile rivisitazione del “diario” scritto e illustrato dall’artista dal 1942 fino al 1954, anno della sua morte, ha inventato un neologismo assai efficace: il kahloismo, “...una especie de religión global formada por devotos de la diosa Frida”, anche chiamati da Margo Glantz fridomaníacos, in altre parole il risultato di un vero e proprio processo di feticizzazione, inteso letteralmente, come esaltazione idolatrica di un personaggio realmente esistito. Questo processo può oggi essere studiato diacronicamente e i suoi inizi sembrano risalire ai primi anni ottanta. Da parte mia, mi sono spesso chiesto perché, pur piacendomi molto e conoscendolo benissimo, non sono mai riuscito ad amare veramente il mitico quartiere di Coyoacán. Coyoacán è, fra tante altre cose, il Vaticano del kahloismo, con un preciso itinerario di devozione che conduce fino alla sua basilica: la Casa Azúl, santuario della divinità e centro, oggi più che mai, del culto alle sue reliquie. Poco o nulla importa ai devoti di altri luoghi che segnarono anch’essi il Messico contemporaneo: per esempio, la casa-fortezza dell’Indio Fernández, quella di Salvador Novo, quella di Jorge Ibargüengoitia, la chiamata Casa de Alvarado, dove trascorse i suoi ultimi anni Octavio Paz, oggi Fonoteca Nacional, e 43 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA perché no la fortezza-casa “privata” dell’ex presidente Miguel De la Madrid, una volta residenza blindata dell’ancien régime. Potrebbe, e forse dovrebbe, fare eccezione almeno una frettolosa visita al Museo Casa de León Trotzkij nella calle Viena. In realtà, il cosiddetto kahloismo è solamente una delle manifestazioni di un complesso intreccio feticista e commerciale che ha portato le quotazioni delle opere, anche minori di Frida a livelli di Pollock e Warhol. Quella che Carlos Monsiváis chiamava fridomanía, in quanto moda, è solo uno degli aspetti, nemmeno fra più interessanti o deteriori del kahloismo: basti pensare oggi alle scarpe Converse, in disegno “fridiano”, un diretto e forse ben meditato richiamo feticistico a fini strettamente commerciali. Ricordiamo qui che i piedi mutilati furono, come afferma Glatz, sineddote dell’artista in un famoso autoritratto del 1938, dal titolo “Lo que el agua me lo dió”. Graciela Iturbide recentemente ha riproposto l’operazione, fotografando le proprie estremità nella stessa vasca utilizzata dall’artista, parte di un’opera di gran pregio e assolutamente feticista, che aveva per titolo: “El baño de Frida”. Celebrava così l’apertura di un sacello fino ad allora inviolato del santuario fridiano e che ha rivelato ai devoti un nuovo deposito di inquietanti reliquie, fra vesti, grembiuli macchiati, grandi contenitori di Demerol - lo stesso oppiaceo di cui poi abusò Michael Jackson- e persino enteroclismi. D’altra parte, si è dibattuto e si dibatte ancor oggi sul particolare surrealismo di Frida. E non potrebbe essere che così, visto che André Breton ne volle fare, forse suo malgrado e per il pubblico newyorchese, una reificazione di un surrealismo puro, riconoscendo ingenuamente la supremazia di una manifestazione sull’essenza occulta e onirica della realtà. Ben presto si sarebbe pentito di questa affermazione, abbandonando sola Frida a Parigi nel 1939, dopo averle promesso Converse Frida Kahlo 44 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Graciela Iturbide, El bano de Frida Frida Kahlo, Quel che vidi in acqua una personale nella sua ormai inesistente galleria. Quel particolare: “hijo de la .....”, appartenente a un gruppo de “...hijos de perra lunáticos y trastornados que son los surrealistas”, come ebbe a scrivere in una lettera al suo eterno amico-amante Nickolas Murray, citata da Margo Glantz, non poteva che fuggire, lasciando il posto a un ben più disposto Marcel Duchamp. Il che non poté impedire che l’artista fosse inopportunamente avvisata dallo stesso Breton che un “...bastardo e hijo de perra”, un socio del gallerista Pierre Collé, considerasse troppo scandalosi due dei suoi quadri, di cui lei stessa aveva dovuto pagare il restauro. In più, quei dipinti sarebbero dovuti essere esposti in una mostra che riuniva ritratti ottocenteschi, fotografie di Alvarez Bravo e artigianato contemporaneo, una “pura basura” secondo Frida. In altre parole la supposta quintessenza del surrealismo si vedeva ridotta a elemento di un mexican curius che i messicani ormai ben conoscevano dagli anni venti cui essi stessi avevano partecipato nella ricerca affannosa di una nuova identità nazionale. In realtà supponiamo che Breton si fosse reso conto del pericolo che correva fin dal suo arrivo a Coyoacán nella primavera del 1938. Credo sia ormai chiaro che del Messico, quello vero, non gli importasse molto: era un esotismo simbolico, e magari qualche sua manifestazione, ovviamente da lui stesso scoperta, ciò che poteva essere étonnante. In fondo vi si era recato nella necessità di usufruire di una borsa ministeriale e soprattutto per vedere Trotzkij; dunque nulla più che uno spazio metaforico, 45 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA d’altra parte già percorso, ma in forma iniziatica, da Atonin Artaud nel 1936. Quando Breton giunse alla Casa Azúl si era ormai consumato e concluso il ben noto affaire tra Frida e Trotzkij, un’avventura che oggi sappiamo non episodica ma protrattasi, in maniera non poi così segreta, fra la primavera e l’estate dell’anno precedente. Il provato rivoluzionario cinquantottenne, avrebbe poi confessato di non aver potuto resistere all’ambiguo fascino di Frida e di quella strana magione che a volte gli sembrava una prigione medioevale, nonostante riuscisse, con le debite precauzioni, a realizzare viaggi ed escursioni. Bisogna comunque chiarire che non vi fu allora nessun melodrammatico epilogo ed entrambi rimasero amici, come lo dimostra la dedica di un autoritratto, regalo di compleanno del novembre del 1937. Il legame, che intendiamo affettuoso, non si esaurì nemmeno quando, per motivi politici e non sentimentali, Trotzkij e sua moglie abbandonarono la Casa Azul per trasferirsi nel vicino fortino di calle Viena, dove si compì, il 21 agosto 1940, la tragedia annunciata del suo assassinio. Fu invece probabilmente per Frida un passaggio obbligato, per affermare la sua posteriore e definitiva conversione allo stalinismo, rinnegare la vecchia amicizia. Non pare dunque ci sia ormai molto da chiarire sullo strano, e in fondo romantico, incontro fra Frida e Trotzkij. Molto invece si potrebbe ancora approfondire sul contradditorio rapporto tra Frida e Breton e non solo sui due supposti surrealismi in tensione. Frida non volle o non riuscì a sedurre Breton e invece pare lo fece con la sua compagna Jacqueline Lamba, vera icona e protagonista del surrealismo europeo che così entrò a fra far parte della almeno mezza dozzina di donne illustri da lei sedotte. È stato affermato giustamente che in fondo la classificazione di Frida come surrealista ebbe la stessa valenza autoritaria di una definizione maschilista di “donna”. Si potrebbe dunque pensare che al rifiuto di Frida di essere definita autoritariamente una surrealista spontanea, e pertanto primitiva, si sommasse un distanziamento più intimo: quello dettato da due percorsi feticisti contrapposti. Il primo fu dolorosamente perseguito al fine di raggiungere un’impossibile multipla alterità estetica e di genere, che faceva di Frida stessa, del suo corpo o di parti di esso, la sua vera opera d’arte totale. Per l’omofobico Breton la donnafeticcio surrealista era, e deve rimanere un’immagine che riproducesse per quanto possibile la realtà surreale della femme-enfant proposta fin dal 1927. Più in la della sua infantile manifestazione di khaloismo, l’intreccio fra surrealismo e feticismo rimane ancor oggi intrigante e non del tutto marginale per una lettura più attenta della vita-opera dell’artista. 46 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA York (1933), Mosè o Nucleo Solare (1945), L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xolotl (1949). Opere capaci di svelare un mondo sorprendente, particolare e vivo, forse unico nella storia della pittura, un territorio pittorico vigoroso, contrassegnato da vaste riserve di intuizione e di generosità. Numerose sono poi le nature morte, interpretate da Frida come autoritratti impliciti e al tempo stesso allegorici, attraverso rappresentazioni simboliche della sessualità e del desiderio, raggiunte attraverso la trasfigurazione delle forme dei vari frutti dipinti. La mostra su Frida Kahlo a Roma 20 marzo - 31 agosto 2014 MaRIo DE SIMoNI DIRETTORE GENERALE AZIENDA SPECIALE PALAEXPO DI ROMA Nell’ambito dell’ambizioso progetto congiunto fra Scuderie del Quirinale di Roma e Palazzo Ducale di Genova, progetto dedicato alla grande artista messicana Frida Kahlo, la mostra romana, con oltre 160 opere fra dipinti, disegni, fotografie, ripercorre e documenta l’intera carriera artistica di Frida, ponendola anche in connessione con artisti e movimenti coevi. La mostra è a cura di Helga PrignitzPoda, autrice del catalogo ragionato della Kahlo, ed è stata resa possibile dall’intensa e appassionata collaborazione delle maggiori istituzioni messicane1, oltre che dalla generosità di molti prestatori privati. Fra le opere esposte, oltre quaranta sono i lavori a olio, fra cui molti straordinari autoritratti, forse la vera “cifra” dell’arte di Frida, il tipo di opera che racchiude i più riposti significati psicologici ma anche un complesso universo simbolico: tra questi, il celeberrimo Autoritratto con collana di spine (1940), mai esposto prima d’ora in Italia e imma- 47 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA gine della mostra, l’Autoritratto con vestito di velluto (1926), dipinto a soli 19 anni, il suo primo autoritratto eseguito per l’amato Alejandro Gòmez Arias, l’Autoritratto come Tehuana (o Diego nei Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943, olio su masonite, cm 76×61 Autoritratto con vestito di velluto, 1926 olio su tela, cm 79,7×59,9 miei pensieri (1943), in cui indossa l’amato vestito Tehuana, ricordando come Tehuantepec sia il nome di una città e di una regione del Messico in cui vige tradizionalmente una forma di matriarcato. Fra gli altri capolavori assoluti presenti in mostra, alcune delle opere allegoriche più intense. Come l’Autoritratto al confine fra il Messico e gli Stati Uniti (1932), Il mio vestito è appeso là a New Autoritratto con collana di spine e colibrì, 1940, olio su lamina metallica, cm 63,5×49,5 48 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Allestimento della mostra su Frida Kahlo presso le Scuderie del Quirinale a Roma. Chiude la mostra (impossibile qui descriverla per intero in tutta la sua ricchezza) l’ultimo dipinto a olio realizzato da Frida, l’Autoritratto dentro a un girasole (1954), a lungo ritenuto disperso e fortunosamente ritrovato fra rifiuti destinati a discarica. Oltre ai molti disegni (fra cui la serie Le emozioni, commovente e lancinante esercizio di autorappresentazione nato dall’amicizia con la psicologa Olga Campos), sono esposte circa 40 fra le più note fotografie aventi per soggetto Frida Kahlo, che fu ritratta dai più noti fotografi dell’epoca. In particolare, i famosissimi scatti di Nickolas Muray, ma anche quelli del geniale colombiano Leo Matiz (nato nel Paese che ispirò il Macondo di García Márquez) e la bellissima foto opera di un’altra delle grandi donne dell’arte del ‘900, quella Dora Maar amante e ispiratrice di Picasso. I suoi dipinti non sono soltanto lo specchio della sua vicenda biografica, se- Autoritratto con scimmie, 1943, olio su tela, cm 81,5×63 49 50 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America gnata dalle ingiurie fisiche e psichiche subite nel terribile incidente in cui fu coinvolta all’età di 17 anni. La sua arte si fonde con la storia e lo spirito del mondo a lei contemporaneo, riflettendo le trasformazioni sociali e culturali che portarono alla Rivoluzione messicana e che ad essa seguirono. Attraverso lo spirito rivoluzionario reinterpretò il passato indigeno e le tradizioni folkloriche, codici identitari generatori di un’inedita fusione tra l’espressione del sé, il linguaggio, l’immaginario, i colori e i simboli della cultura popolare messicana. Allo stesso tempo Frida è espressione dell’avanguardia artistica e dell’esuberanza culturale del suo tempo e lo studio della sua opera permette di capire l’intreccio di tutti i movimenti culturali internazionali che attraversarono il Messico in quel tempo: dal Pauperismo rivoluzionario allo Stridentismo, dal Surrealismo a quello che decenni più tardi prese il nome di Realismo magico. Accompagna l’esposizione un articolato programma di eventi collaterali, costruito intorno a una serie di conferenze tenute dai più accreditati studiosi internazionali (alcuni vengono espressamente dal Messico, come il Presidente del Colegio de México Javier Garciadiego) e a una serie di film che raccontano la storia di grandi donne. La mostra, così ricca e complessa, tenta quindi di portare Frida oltre il mito: a partire dalla sua incredibile vita, dalla sua dimensione di icona assoluta del XX se- 51 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA La mostra su Frida Kahlo e Diego Rivera a Genova 20 settembre 2014 - 8 febbraio 2015 LUCa BoRzaNI PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE GENOVA PALAZZO DUCALE PER LA CULTURA Autoritratto con treccia, 1941 olio su masonite, cm 51×38,5 colo, ne fa affiorare anche i possibili intrecci con altri artisti, attraverso pochi, misurati confronti con opere di Severini, De Chirico, Mense, Penrose, oltre che di Diego Rivera. Restituendo così a Frida, nel luogo italiano che in questi anni ha raccontato la grande arte classica, il suo posto nella storia dell’arte. Nota: 1 Embajada de México en Italia; Agencia Mexicana de Cooperaciòn internacional para el Desarrollo de la Secretarìa de Relaciones exteriores (AMEXCID/SRE); Consejo Nacional para la Cultura y las Artes (CONACULTA); Instituto Nacional de Bellas Artes (INBA); Gobierno del Estado de Tlaxcala Instituto Cultural Tlaxcalteca Museo de Arte de Tlaxcala; Banamex. Banco Nacional de México. Il 3 febbraio a Roma, con la presenza dell’Ambasciatore del Messico, il sindaco Doria e il sindaco Marino abbiamo presentato la collaborazione tra Palazzo Ducale e le Scuderie del Quirinale per la realizzazione di due grandi mostre su Frida Kahlo a Genova e a Roma. Due mostre e non solo un riallestimento della stessa mostra. Se l’ esposizione romana è incentrata sulla pittrice e il suo essere una vera icona della pittura del ‘900, quella genovese ricostruirà il rapporto tra Frida Kahlo e Diego Rivera. Rapporto complesso fatto di incontri, abbandoni, divorzi e matrimoni. E difficile come può essere quello “tra un elefante e un uccellino”. Per altro la stessa Frika Kahlo scrisse: “ho avuto due disgrazie nella vita: “l’incidente in tram” (che l’ha praticamente segnata per tutta l’esistenza deturpandole il corpo) “e l’incontro con Diego Rivera”. Credo sia un’ esperienza unica nel nostro Paese. Mi pare che non ci sia mai stata una mostra che genera due mo- stre, favorendo un arricchimento del racconto, aumentando e diversificando il numero delle opere esposte. Per Palazzo Ducale è un’altra importante sperimentazione gestionale in continuità con l’esperienza pubblico-privata costruita in questi anni. Un modo concreto per misurarsi con la crisi, la riduzione delle risorse investite nell’attività culturale senza pesare sulle risorse pubbliche. E anche questo, nel tempo della crisi, mi pare un elemento culturalmente e politicamente significativo. Quali saranno i contenuti della mostra? Ovviamente la personalità umana ed artistica di Frida, la sua dimensione internazionale, l’ essere una delle poche e rare artiste del ‘900. È, appunto, un’icona dei percorsi della femminilità, della dimensione interiore, un’ interlocutrice apprezzata del surrealista Breton. Diego Rivera rappresenta, quasi all’opposto, l’aspirazione a una cultura che diventa movimento collettivo, con una missione educatrice e civile. È quasi come se fossero due figure in qualche 52 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America misura contrapposte. Una che fonda la sua dimensione artistica sulla autoriflessione, sui fantasmi che attraversano la mente e l’anima, sul dolore, l’altra, invece, che appare come un manifesto dell’arte intesa come denuncia, rottura politica, momento della crescita rivoluzionaria delle masse. Al di là delle vicende personali e culturali dei due artisti, la mostra è in realtà anche l’occasione per conoscere l’arte messicana nel momento in cui assume consapevolmente la necessità di affrancarsi dai modelli europei e statunitensi. Questa tensione all’ indipendenza culturale messicana, ma potremmo dire dell’America Latina nel suo complesso, coincide anche con uno straordinario periodo storico del Messico. Siamo in un punto culminante del ventennio rivoluzionario, in una stagione di radicalizzazione della riforma agraria e della democratizzazione dello stato. Nell’età dei totalitarismi il Messico è al centro di un originale percorso di partecipazione popolare. Ed è un luogo di accoglienza dei fuoriusciti dell’antico continente. Non solo Trotzkij. Perché vedete: prima il professor Marsonet citava la casa di Trotzkij. Il governo della Spagna repubblicana in esilio è in Messico. Larga parte di coloro che sono sopravvissuti alla Guerra Civile Spagnola, e che non sono stati i soppressi in Germania o in Unione 53 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Diego Rivera - scheda biografica aMBaSCIata DEL MESSICo IN ItaLIa Ritratto di Diego Rivera Sovietica, si trovano in Messico. Ci misureremo ancora una volta con la complessità e la centralità del ‘900. Un ‘900 diverso da quello che noi conosciamo, e che nel contesto in cui ci muoviamo oggi, di globalizzazione e di intrecci delle culture, può forse rappresentare delle radici importanti per una conoscenza reciproca meno stereotipata. Quindi una mostra d’arte ma non solo e un percorso comune Genova-Roma-Messico. Diego María de la Concepción Juan Nepomuceno Estanislao de la Rivera y Barrientos Acosta y Rodríguez nasce l’8 dicembre 1886 nella città di Guanajuato, Messico. Nel 1892 la famiglia Rivera si trasferisce a Città del Messico. Fin dall’infanzia, il piccolo Diego mostra attitudine per il disegno e prende lezioni serali presso la Scuola Nazionale delle Belle Arti, ora Accademia di San Carlo. Studia anche insieme a quelli che sarebbero poi diventati famosi pittori messicani, fra cui spiccano Saturnino Herrán, Roberto Montenegro, Ángel Zárraga ed Adolfo Best Maugard, solo per citarne alcuni. In seguito, Diego Rivera si reca a Veracruz e ottiene l’appoggio dell’allora governatore Teodoro A. Dehesa per viaggiare a Madrid. Nel 1909, visita svariati musei europei, e dopo essere stato a Parigi va in Nord Europa, fermandosi a Brugge e Gante e conosce la pittrice russa Angelina Beloff da cui avrà un figlio, che muore l’anno dopo. Poco dopo, decide di ritornare in Messico per presentare la sua prima mostra individuale, e conosce Guadalupe Marín con cui si sposa. Il Gran Circuito Artistico della Società di Pittori e Scultori Messicani inizia i preparativi per il progetto del murale collettivo nell’Anfiteatro della Scuola Nazionale Superiore, progetto a cura del “Dott. Atl”. Questo è il riferimento iniziale del suo primo murale intitolato “La Creazione” che Diego Rivera realizzerà 12 anni più tardi in quello stesso spazio dove conoscerà poi Frida Kahlo. Dopo il divorzio dalla prima moglie, Diego Rivera e Frida Kahlo si sposano il 21 agosto 1929. Nel 1930 Diego viene invitato dallo scultore americano Ralph 54 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America Stackpole a dipingere le facciate del Stock Exchange Luncheon Club di San Francisco, California. A questo progetto ne seguono altri a Detroit commissionati dalla famiglia Ford per la realizzazione di un’opera incentrata sull’uomo e la macchina nel locale Istituto d’Arte. Anche la famiglia Rockefeller richiede a Rivera un murale, nell’omonima torre a New York, che però viene distrutto in quanto non piace al committente. Perciò, Diego cede alle insistenze di Frida ed i due fanno rientro in Messico nel 1933, stabilendosi nelle case gemelle di San Angel, disegnate appositamente per loro dall’architetto Juan O’Gorman. Dal 1934 al 1938 Rivera lavora parallelamente ai progetti dei murali nel Palazzo Nazionale e nell’hotel Reforma, dedicandosi anche alla pittura da cavalletto. In quel periodo partecipa attivamente al movimento comunista e dà asilo politico a Leon Trotzkij. In quegli anni la coppia ha molti problemi ed i due si separano in varie occasioni, fino a divorziare nel novembre 1939. A principio degli anni ’40 Rivera è invitato a realizzare il murale Pan-American Unity formato da cinque pannelli, che si trova nell’auditorium del City College di San Francisco, California. Lì, l’8 dicembre 1940, si sposa per la seconda volta con Frida Kahlo. Dipinge nuovi murali per il corridoio al primo piano del Palazzo Nazionale, intitolati “Messico Preispanico e Coloniale”. Realizza anche opere da cavalletto, soprattutto ritratti di personaggi della società messicana ed inizia la costruzione del Anahuacalli, museo che ospiterà la sua collezione di opere preispaniche. Nel 1947 realizza “Sogno di un pomeriggio domenicale all’Alameda Centrale” nella hall dell’Hotel del Prado, murale ora esposto nel Museo Murale Diego Rivera. Nel 1949 l’Istituto Nazionale delle Belle Arti organizza la mostra “Diego Rivera, 50 anni di lavoro artistico”, durante la quale si possono vedere per la prima volta opere di tutte le fasi del pittore. Intorno al 1951 Rivera inizia la sua ultima opera monumentale nel Cárcamo di Río Lerma intitolata “L’acqua nell’evoluzione della specie”. L’anno successivo Rivera realizza una decorazione in altorilievo della facciata superiore dello Stadio Olimpico della Città Universitaria e del murale “Storia del Teatro del Messico” nonché della facciata principale del Teatro de los Insurgentes. Il 13 luglio 1954 Frida Kahlo muore e da quel momento Diego non sarà più lo stesso. Affetto da cancro, sposa nel 1955 Emma Hurtado e si reca in Unione Sovietica per sottoporsi ad una innovativa cura contro la malattia. Al suo rientro, l’8 dicembre, suo 70mo compleanno, viene organizzato per lui un riconoscimento pubblico nella zona antistante al Museo Anahuacalli. Il 24 novembre 1957, all’età di 81 anni, Diego Rivera muore nel suo studio di San Angel. 55 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Donne tra arte e politica in America Latina CaRLotta GUaLCo DIRETTORE DEL CENTRO IN EUROPA E COORDINATORE DELLE ATTIVITÀ DI FONDAZIONE CASA AMERICA Nel marzo 2013 Fondazione Casa America ha organizzato assieme all’Ambasciata del Messico in Italia e alla Fondazione Genova Palazzo Ducale per la Cultura una piccola ma importante mostra su Tina Modotti, fotografa italiana di fama internazionale che ha vissuto in Messico negli Anni Venti, in un ambiente culturale straordinario, quello del Messico dopo la Rivoluzione, che ha influenzato la storia dell’arte e della cultura mondiali. I nomi Diego Rivera, David Alvaro Siqueiros, José Clemente Orozco, tra gli altri, richiamano immediatamente quella realtà. Nel 2014 torniamo ad occuparci di un’altra artista femminile dalla vita complessa e intensa. Si tratta di Frida Kahlo, nata in Messico a Coyoacán nel 1907 e protagonista dello stesso “periodo magico” in cui ha vissuto la Modotti. La sua mostra è esposta a Roma alle Scuderie del Quirinale e a settembre arriverà a Genova, a Palazzo Ducale, per rimanere esposta sino a febbraio 2015. Due artiste donne un po’ dimenticate in passato ma rivalutate in questi ultimi anni per la loro importanza. L’insegnamento viene dall’America Latina, e non è un caso, perché in questi anni le donne latinoamericane hanno acquisito ruoli di grande importanza (Cristina Kirchner in Argentina, Dilma Rousseff in Brasile, Michelle Bachelet in Cile, Laura Chincilla Miranda in Co- 56 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America 57 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Frida: momenti, immagini, ricordi sparsi PINo CaCUCCI SCRITTORE E TRADUTTORE Missione di Santiago de Jalpan, Queretaro, Sierra Gorda sta Rica). Anche in Italia negli ultimi mesi si è visto qualche cambiamento, non solo nella composizione del nuovo Governo, ma in alcuni nomi delle liste elettorali e nelle nomine nelle aziende pubbliche. L’Italia è sicuramente in ritardo, ma la questione si pone per tutta l’Europa. L’America Latina può essere uno stimolo a fare di più. Non solo, ovviamente, come modello in materia di parità di genere, ma anche come un partner economico sempre più importante e come una realtà socio-politica che, dopo essersi lasciata alle spalle, con poche eccezioni, un passato di totalitarismi e instabilità democratiche, è in grado ora di porsi come un interessante laboratorio politico e istituzionale. Se consideriamo la grande importanza dell’immigrazione italiana in America Latina e l’influenza della nostra cultura in tutto il continente, dettata non soltanto dal numero ma dalla capacità di integrazione e di vitalità dei migranti italiani in termini di apporto produttivo, culturale, politico, capiamo bene come l’Italia potrebbe avere un ruolo privilegiato, rispetto ad altri Paesi europei, nel rapporto con il continente latinoamericano. “Assassinata dalla vita”, diceva di se stessa nei momenti di livore contro un destino che si era accanito su di lei con perversa crudeltà. Frida amava la vita con una passione così intensa, che la Pelona, la “cagna spelacchiata”, la Morte Irridente della mexicanidad, aveva rinunciato a prenderla quando fu il momento, scacciata forse da quell’urlo di dolore disperatamente vivo che era echeggiato per interi isolati, sull’immensa plaza dello Zócalo, sui palazzi dei Conquistadores, fino ai teschi di pietra del Templo Mayor, risvegliando la selva di spettri che popolano le viscere della distrutta Tenochtitlán e convivono tuttora con gli incalcolabili abitanti della megalopoli più grande del mondo. Quel 17 settembre 1925, la Pelona guardò negli occhi la diciottenne Frida, poi il suo corpo nudo e insanguinato, tra i rottami dell’autobus schiantato dal tram, quel giovane corpo trafitto da una sbarra che entrava in un fianco e usciva dal ventre, e si preparò a coprirla con il suo manto nero. La spina dorsale spezzata tre volte, due costole, la spalla e la gamba sinistra frantumate, una devastazione eccessiva e indecente... Eppure, con l’ostinazione di cui soltanto lei era capace, Frida afferrò la vita e se la tenne dentro, ritrovando di lì a poco tempo persino la forza per ridere in faccia alla Pelona, con quelle sue carcajadas, gli scrosci di risate che erompevano dal petto e la illuminavano come un fuoco d’artificio messicano, contagiando d’allegria chi andava a trovarla immobilizzata a letto, e riservando le lacrime per le eterne notti di solitudine, quando l’alba non arrivava mai e il buio le sembrava un insulto alla terra più assolata del mondo. La Pelona si rassegnò ma le restò accanto ogni giorno, alitandole sul viso, ricordandole la sua presenza a ogni aborto spontaneo, attonita e ammirata per l’energia di quella piccola donna irriducibile che subiva l’ennesima crudeltà: non poter avere il figlio tanto desiderato, proprio lei, che da giovanissima, vedendo Diego Rivera dipingere gli affreschi nella sua scuola, aveva detto tra sé: “Vedrai, panzón, adesso non ti accorgi 58 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA neanche di me, ma un giorno mi farai fare un bambino”... Frida possedeva una bellezza irripetibile, che forse nessuna foto è riuscita a rendere, e che soltanto gli autoritratti possono trasmettere, una bellezza che si concentrava negli occhi, così profondi da dare un senso di vertigine e smarrimento, lo sguardo capace di incantare, accarezzare, infondere una tenerezza da vuoto allo stomaco, ma quello stesso sguardo “d’immediatezza perforante” sapeva anche sferzare e annientare quando si imbatteva nell’ipocrisia e nell’arroganza umana. La sensualità di Frida era leggendaria in mille testimonianze di uomini e donne, una sensualità impulsiva e mai studiata, fatta di puro istinto e immune da pose e finzioni calcolate, ma ad affascinare chi la frequentava era anche la sua ironia solare, propria di un carattere temprato che non conosce la meschinità, ironia che poteva essere caustica, a volte spietata come la natura messicana: meravigliosa quanto aspra, struggente, unica, e capace di far molto male a chi non la rispetta. Da quel giorno in cui Frida aveva conosciuto Diego, mormorando la strampalata promessa che suonava più come una sfida irriverente, e il giorno del loro matrimonio, non erano trascorsi soltanto diversi anni: nel mezzo, a spartire le acque della gioia da quelle del dolore, c’era l’Incidente, lo strazio del suo corpo armonioso, le operazioni fallite, i gessi e i busti, la miracolosa ripresa voluta e ottenuta con “rabbioso amore” per la vita. Vita a cui Frida non si avvinghiava perché impaurita dalla Morte, dalla Pelona che prendeva in giro con le parole e soprattutto con il pennello sulla tela, tutt’altro: figlia prediletta del suo Messico, Frida possedeva quel misto di fatalismo e prorompente energia che contraddistinguono la sua terra, punto d’incontro degli opposti del mondo, dove l’eccesso convive con l’armonia e i contrasti sono così estremi da lasciare attoniti. Frida non “voleva vivere”, bensì “viveva” a dispetto della sorte, con la quotidiana coscienza di consumarsi in fretta come una fiammata che arde più splendente della brace lenta. Diego e Frida: l’Elefante e la Colomba. Diego Rivera aveva vent’anni più di lei, era straordinariamente brutto e apparentemente sgraziato, enorme in assoluto e ancor più quando le stava a fianco: una coppia che sembrava il simbolo dei forti contrasti della loro terra. Diego aveva alle spalle una fetta di vita in Europa, dove era approdato nello stesso 1907 in cui Frida nasceva, l’amicizia con Picasso, Apollinaire, Gertrude Stein, una prima moglie russa che lo adorava e che lui abbandonò a Parigi, una seconda moglie, Lupe Marín, di selvaggia bellezza e furibonda come solo una messicana tradita sa essere... Il presente di Diego, quando si sposarono, era di gloria e fama eccelse: il più stimato e ve- 59 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA nerato pittore muralista in un Paese che amava l’arte almeno quanto le rivoluzioni. L’impegno politico, per Diego Rivera, nutriva la sua arte e si nutriva di arte: lui e gli altri grandi muralisti, come Orozco e Siqueiros, dipingevano affreschi perché l’opera restasse a disposizione di tutti, in edifici pubblici, scuole, università, nel patio o sulla scalinata di un palazzo di governo dove chiunque sarebbe potuto passare, mentre la tela, una volta venduta, diventava proprietà privata di pochi. Diego, profondo conoscitore di Giotto e Michelangelo, ne aveva perfezionato le tecniche di preparazione del muro da affrescare, e soltanto grazie a ciò, ancor oggi i colori da lui stesi restano identici a distanza di tanti decenni. Diego era uno straordinario narratore: i suoi murales sono un viaggio nella storia e nella geografia umana del Messico, il racconto struggente, appassionato, dolente, che freme di indignazione per le violenze subite ma senza indulgere al vittimismo, dove la bellezza scaturisce dal rapporto con le radici ancestrali e con le genti più umili e genuine, ma soprattutto fiere della propria identità, e non ci si limita a guardare le sue opere, si viene coinvolti con forza vibrante nei suoi luminosi racconti corali. Frida, apparentemente, sembra rivolgersi nella direzione opposta. Frida trasforma il dolore in arte, dipinge se stessa e il minuscolo - ma profondo e insondabile come un abisso - universo che la cir- conda da vicino; mentre Diego rappresenta l’universalità del mondo visibile, Frida dipinge pensieri che si materializzano, stati d’animo che si trasformano in forme e colori: lui è l’interprete di un popolo e della sua lunga e travagliata storia, lei è l’immediatezza dell’esperienza vissuta e immaginata, dove vivere e immaginare si fondono, si compenetrano, si tormentano a vicenda. L’autoritratto è la sua autobiografia, predilige l’intensità alla vastità, concentra in piccole tele, finemente tratteggiate con minuscoli pennelli di zibellino, la forza della vita che travolge la sofferenza, assorbe in se stessa l’identità della propria terra e trasmette nei mille dettagli dei suoi quadri l’essenza più intima della mexicanidad, filosofia di Vita e di Morte, l’una che irride all’altra con al centro Frida che inganna entrambe. “La sola cosa che so è che dipingo perché ne ho bisogno e dipingo tutto quello che mi passa per la testa, senza prendere in considerazione nient’altro”. Amava definirsi la gran ocultadora, forse perché occultava con l’allegria contagiosa l’inguaribile malinconia che la pervadeva, ma nei dipinti non si occulta e non inganna: è “tutto quello che le passa per la testa”, senza maschere, lasciando ogni tanto prevalere l’ironia come antidoto efficace all’autocommiserazione. Frida dipingeva da tempo quando sposò Diego, e forse usò come pretesto i suoi quadri per attirare il “rospo” - così chiamava affettuosamente Diego - nella sua 60 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Casa Azul di Coyoacán. Lui ne era rimasto sinceramente colpito, tanto che più tardi avrebbe scritto: “Comunicavano una vitale sensualità a cui si aggiungeva uno spirito d’osservazione spietato, ma sensibile... era chiaro che quella ragazza era una vera artista”. Provò a esprimerglielo, e lei lo bloccò subito, inflessibile: “Non sono in cerca di complimenti. Voglio le critiche di un uomo serio”. Il 21 agosto 1929 Frida e Diego si sposarono. Poco prima di condurre la figlia all’altare, Guillermo Kahlo, che all’inizio aveva osteggiato il matrimonio con quel pittore famoso anche come dissoluto e donnaiolo, lo prese da parte e gli disse: “E va bene, Diego, è giunto il momento di avvisarti: Frida è una ragazza intelligente e incantevole, ma... si porta dentro un demone. Un demone nascosto...” “Lo so”, rispose candidamente Diego. Tra loro due non c’era competizione ma reciproca ammirazione, e Diego mostrava con orgoglio la lettera di Picasso che scriveva di lei: “Né tu né io saremo mai capaci di dipingere una testa come quelle di Frida Kahlo”. La loro casa a Città del Messico divenne ben presto il punto di passaggio obbligato e la sede di inenarrabili nottate di baldoria sfrenata e appassionate discussioni per artisti, scrittori, poeti, “ribelli & sognatori” che erano o sarebbero diventati i protagonisti della cultura mondiale in quel turbinoso e avvincente periodo storico, Eisenstein, Breton, Neruda, per citare alcuni “stranieri” fra i molti talenti messicani dell’epoca, e poi, quando l’arte di Frida cominciò a farsi notare in Europa e negli Stati Uniti, avrebbe suscitato l’entusiastica ammirazione di Kandinskij, Miró, Duchamp, Tanguy, mentre i più grandi fotografi sembravano ammaliati dal suo sguardo e dalle espressioni del suo viso da volerla immortalare in più occasioni, come Weston, Cunningham, Álvarez Bravo... L’amore tra i due e le soddisfazioni che ricevevano in due continenti, non significavano affatto serenità... Frida desiderava un figlio con tutta se stessa, e rimaneva incinta, sì, ma per abortire entro pochi mesi: il suo corpo martoriato la tradiva quando lei cominciava a illudersi di aver burlato non solo la morte ma anche le leggi della vita. Intanto Diego, “rospo” o “elefante” poco importava, seguiva l’istinto più forte di qualsiasi freno coniugale, sociale o naturale: più diventava brutto, grasso e goffo, e più donne conquistava. Non si trattava solo di gloria e fama: Diego possedeva un tale carisma, capacità seduttive così suadenti e convincenti, un carattere affascinante sotto tanti punti di vista, che conquistare i favori di una donna rappresentava per lui un impegno quasi quotidiano... E non si risparmiava in nessuna situazione, non perdeva nessuna occasione. Frida ne soffriva, e non certo in silenzio, ma in una frase confidata “ridendo dolorosamente” a Bertram Wolfe, riassu- 61 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA meva così il suo stato d’animo: “Non posso amarlo per quello che non è”. E a sua volta amava altri e altre, creando la leggenda della sua bisessualità, leggenda oggi, ma allora realtà vissuta con naturalezza. Però le sue non erano avventure, tanto che in alcuni casi scatenò passioni durature che lei preferì interrompere perché, alla fine, Diego veniva prima di ogni altro e prima di ogni cosa al mondo, come accadde con Isamu Noguchi, che la amò - rischiando in un paio di occasioni di prendersi una revolverata da Diego - e avrebbe continuato ad amarla per anni, anche da lontano. O Nick Muray, che traspose tutto il suo amore in alcuni dei più intensi ritratti fotografici di Frida. Frida aveva cinque sorelle, ma soltanto con una, Cristina, c’era un’intesa totale, una complicità intima e profonda. Cristina, donna di rara grazia e dal carattere generoso e vitale, aveva potuto realizzare il sogno della maternità ma era stata poi lasciata dal marito, tornando ad abitare nella grande Casa Azul di Coyoacán. Cristina, probabilmente, non pensò mai di tradire Frida, e se cedette a Diego fu per vari motivi, primo fra tutti la capacità diabolica di Diego nel farsi consolare suscitando la tenerezza femminile: Frida aveva avuto un aborto, lui era disperato, si sentiva solo, e... impiegò l’intera gamma delle sue arti seduttive con Cristina, facendone anche la modella di alcuni murales - del resto, è difficile trovare tra le molte figure femminili delle sue opere un’originale che non fosse stata sua amante - conscio per sua stessa ammissione del disastro che stava innescando, perché “più amavo una donna e più la volevo ferire, e Frida fu soltanto la vittima più ovvia di questa mia disgustosa caratteristica”. Quando Frida scoprì Cristina e Diego insieme, provò una “nuova” forma di dolore nella già variegata gamma delle sofferenze patite: proprio Cristina, tra tante donne al mondo, tra tante bellezze messicane disponibili, proprio la sorella inseparabile... Frida si trasferì in un piccolo appartamento sull’avenida Insurgentes, il “viale più lungo del mondo”, avviando una lunga serie di separazioni e ricongiungimenti, culminati nel divorzio e successivo ri-matrimonio: perché fino all’ultimo, lei e Diego avrebbero continuato a frequentarsi persino nei periodi di più acuto e devastante contrasto. Il rapporto con Cristina sarebbe tornato quasi come prima, a distanza di un certo tempo, anche se, da alcuni suoi quadri, si nota chiaramente che quella ferita non si rimarginava: nel dipinto “Memoria”, del 1937, Frida si ritrae con il cuore strappato dal petto, e poi anche in “Ricordo di una ferita aperta”, dell’anno successivo, usa le crudeli ferite inferte al corpo come simbolo di un lancinante dolore morale. Frida nacque nel 1907, ma per tutta la 62 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA vita sostenne che il suo anno di nascita era il 1910: non lo faceva per ridursi l’età, bensì per sancire che lei nasceva mentre la Revolución scoppiava e travolgeva il vecchio mondo: la prima rivoluzione del secolo e anche l’unica a essere capeggiata da eroi romantici votati alla sconfitta che dichiaravano palesemente di non aspirare al potere, la rivoluzione che più d’ogni altra vedeva coinvolti i protagonisti della cultura accanto agli indios senza terra, agli ultimi degli ultimi... E a combattere in prima fila, c’erano le donne messicane, le leggendarie soldaderas a cui Frida si ispirava anche nel vestiario di ragazzina scapestrata - pantaloni, stivaletti e giubba di cuoio - quando, alle soglie dell’adolescenza, faceva parte di una banda di maschi che, considerando poi i destini futuri di ciascuno, più che una pandilla di teppisti era un cenacolo di intellettuali precoci. La sua fu una rivendicazione, un’identificazione totale con quella data fatidica che aveva mutato il corso della storia non solo messicana. Politicamente, la Revolución fu una dolorosa serie di fallimenti e tradimenti, perché i “gattopardi” di sempre furono lesti a fingere cambiamenti di potere affinché nulla cambiasse davvero. Ma la rivoluzione messicana ottenne ben altri successi, più profondi di quanto il miope mondo esterno potesse notare: fu una ventata di rinnovamento culturale sconvolgente, nulla rimase come prima nell’interpretazione dell’esistente, nell’arte, nella letteratura, nei rapporti tra uomini e donne, e se tra i primi produsse personaggi come Diego Rivera, tra le seconde diede vita a memorabili e folgoranti astri di eterna luminosità come Frida Kahlo, rivelò una complessa e multiforme nazione a se stessa, riscattando i valori delle radici indigene accanto a quelli della modernità nella sua accezione più positiva, recuperando tutto ciò che si era dimenticato e permettendo a donne come Frida - che era unica ma simile a tantissime altrettanto appassionate e agenti - di esprimere il “mondo nuovo che si portavano nel cuore” e diventare ciò che sarebbero diventate. Come ha scritto Carlos Fuentes, “nel 1910 il popolo messicano insorse e dilagò su tutto il territorio nazionale, la rivoluzione diede voce a un paese isolato, riconquistò per se stesso i doni invisibili della lingua, del colore, della musica, dell’arte popolare”. Di tutto questo Frida era figlia, e per tutto questo ci teneva ad affermare che la sua vera nascita era avvenuta nel 1910. L’adesione al comunismo rispondeva a un ideale romantico, non certo a una struttura di partito. Diego era addirittura “segretario generale” del Partito comunista messicano, e quando si vide accusato di “prendere denaro e ottenere meriti dal governo borghese”, perché le sue opere murali venivano ovviamente pagate con denaro pubblico - confondendo ancora una volta le risorse della 63 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA collettività con le elargizioni del potere politico - mise in scena una grottesca pantomima per ridicolizzare la miserabile meschinità dei suoi detrattori: si autoprocessò e si autoespulse, come a voler dimostrare le nullità che erano i burocrati sedicenti comunisti. Frida lasciò anche lei il partito, a cui aveva aderito per pura formalità, ed entrambi rimasero comunisti nel cuore e nei comportamenti. Poi, quando Trotzkij arrivò in Messico, unico paese che gli diede asilo incondizionato, al pari di innumerevoli perseguitati politici di mezzo mondo, Diego fu il principale promotore di quell’impresa, convinse il presidente Lázaro Cárdenas e organizzò viaggio e accoglienza, e il vecchio León, venne ospitato nella grande Casa Azul... Malgrado i sessant’anni di vita bruciata senza risparmio, Trotzkij conservava intatta la voglia di affascinare e il desiderio di conquistare. A Frida non sembrò patetico, al contrario: attratta forse più dalla storia che il fondatore e comandante supremo dell’Armata Rossa si lasciava alle spalle, gli permise di sedurla e avvincerla con l’ardore degli ideali traditi - dallo stalinismo - ma non perduti, con l’irruenza dei suoi discorsi interminabili, e addirittura con la tenerezza delle sue lettere d’amore che le faceva scivolare nei libri... e che ogni tanto la stupivano, tra il divertito e l’intrigato, per certe frasi decisamente “spinte”, degne di un adolescente in piena tempesta ormonale ma che, scritte da lui, superavano il confine tra erotismo e pornografia. Per Frida, “el Viejo León” la lusingava e inorgogliva, mettendola al centro dei suoi interessi, ma rappresentava anche il modo più sottile per una rivalsa intima e tutta sua, una rappresaglia per il rapporto tra Diego e Cristina: quale vendetta migliore che farsi amare dall’attuale idolo politico di Diego... e per giunta, usando proprio la casa di Cristina, dove si incontravano salvando le apparenze - anche se quella singolare relazione era ormai nota a tutti, Frida non voleva ferire apertamente l’amato Diego - e dove ci avrebbero lasciato per sempre nel dubbio su quali rapporti i due avessero realmente. Frida, dal corpo torturato, con la morfina a lenire il dolore fisico e la fiaschetta del brandy sempre a portata di mano, con le energie ormai ridotte a pura forza di volontà, con le lunghe degenze a letto e sulla poltrona, Frida continuava a dipingere e far impazzire di amore le persone a cui si concedeva: cosa c’era in lei, da infondere nel cuore degli uomini amati - anche solo per un breve tempo – un’insopportabile sensazione di vuoto quando decideva di lasciarli? Trotzkij, sessantenne, leggenda vivente di rivoluzionario e infaticabile agitatore malgrado l’esilio, sentendosi dire da Frida che tra loro poteva esserci soltanto amicizia e ideali in comune, ma non amore, sembrò smarrirsi e perdere il senso dei propri giorni, al punto che le 64 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA scrisse una lettera di nove pagine scongiurandola di non lasciarlo. Sembrava l’implorazione di un ragazzo al primo amore infranto. Trotzkij, qualche anno più tardi, scamperà miracolosamente a un attentato di sicari stalinisti, per poi soccombere infine sotto i colpi dell’agente infiltrato Ramón Mercader. Oggi, nella Casa Azul di Coyoacán, rimasta intatta come era nei giorni in cui lei vi viveva, osservando la miriade di ricordi legati alla lotta, agli ideali politici indissolubilmente legati e mescolati a quelli culturali, sociali, artistici, la scritta “Viva Stalin” accanto agli eroi della Revolución, da Emiliano Zapata a Pancho Villa, e sapendo come lei sapeva che Stalin aveva fatto assassinare Trotzkij, è facile, per il visitatore “straniero”, pensare a un’incongruenza, a una contraddizione. Ma non è così. Occorrerebbe innanzi tutti conoscere la mexicanidad, quell’armoniosamente caotico miscuglio di sentimenti che uniscono le infinite differenze delle popolazioni messicane, e conoscere Frida, cioè una donna appassionata che conservò per tutta la sua vita un ideale allo stato puro, un comunismo romantico, un anarchismo istintivo che puntava su quanto di pulito e sincero poteva esserci nei simboli, cosciente che gli uomini sono immancabilmente riusciti a trasformare i sogni in incubi, e persino quel “Viva Stalin” si può immaginare come acuta provocazione in anni che vedevano il “simbolo Stalin” usato come lo spauracchio dei benpensanti, e se fosse viva dedicherebbe un autoritratto a Marcos come allora lo dedicò a Trotzkij, e noi, gli stranieri, continueremmo a non capire: eppure, non c’era contraddizione in Diego quando dipingeva murales a spese dello stato o accettava un incarico dal Rockefeller Center di New York e intanto protestava in prima persona contro la politica imperialista degli Stati Uniti, e Frida lo capiva e appoggiava, perché le opere di Diego Rivera sarebbero rimaste immortali e visibili a tutti, non al chiuso dei musei o delle collezioni private, ma in luoghi pubblici, e mentre i governanti passano e scompaiono, i poteri cambiano o crollano rovinosamente, le sue opere sono sempre lì, a narrarci i crimini e le conquiste, le ingiustizie e le esaltanti rivolte, il cammino travagliato di un’umanità dolente, gioiosa, disperata, sporadicamente felice... Neanche Frida si sentiva in contraddizione accettando - pur raramente - di dipingere un quadro su commissione, o su semplice richiesta, di qualche “ricco borghese statunitense”, ma lo faceva se sentiva un particolare coinvolgimento: come quando ritrasse “Il suicidio di Dorothy Hale”, che volava da un grattacielo avvolta da nubi ovattate, quasi fossero un sollievo alle sue sofferenze interiori, e sul selciato rimaneva il suo corpo abbandonato, e il viso di una bellezza viva, finalmente serena, dallo sguardo fisso su chi guarda il quadro, 65 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Ricami artigianali di San Cristobál de Las Casas, Chiapas gli occhi aperti sul mondo per l’eternità. Clare Boothe, un’amica di Dorothy che voleva un “quadro in omaggio alla poverina”, quando lo vide ebbe un attacco isterico: stava per distruggerlo a forbiciate, poi se ne sarebbe disfatta dichiarando pubblicamente che lei non aveva mai “commissionato” un simile obbrobrio. Essendo una persona che del Messico non poteva capire nulla, tanto meno capì nulla di quel dipinto carico di dolore condiviso, di comprensione per chi aveva deciso di porre termine alla sofferenza divenuta insopportabile - e spettava a Dorothy decidere oltre quale limite cessare di tollerarla - quindi molto di più che un omaggio: una manifestazione di profondo affetto da parte di una donna straordinariamente sensibile, così tanto da poter comprendere cosa avesse provato Dorothy prima e durante e addirittura dopo quel volo dal grattacielo... la quiete e la serenità a cui anche lei, Frida, pensava spesso, chiedendosi ogni giorno quale fosse il limite oltre il quale valesse la pena abbandonarsi tra le braccia della Pelona. Perché Frida era così: “una bomba avvolta in un nastro di seta”, come la definì André Breton. Ribelle in ogni gesto e sovversiva in ogni pensiero, convulsivamente bella di una bellezza a molti incomprensibile, Frida dalla voce profonda e la risata dirompente, Frida dagli occhi perforanti, eternamente vivi, che non si sono mai chiusi, che sono rimasti fissi su di noi che la guardiamo negli autoritratti, perché, come ha “dipinto” sul Diario poco prima di quel 13 luglio 1954, “Continuerò a scriverti con i miei occhi. Sempre”. [Tratto dal libro “Viva la vida!” di Pino Cacucci per gentile concessione dell’editore Giangiacomo Feltrinelli]. 66 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America Tres Fridas: pittura, fotografia e cinema MaRCo CIPoLLoNI UNIVERSITÀ DI GENOVA La fotografia e il cinema hanno documentato e raccontato con modi e tempi diversi la vita e la pittura di Frida Kahlo, mostrandocela con i suoi vestiti, nelle sue case e tra le sue cose. Comparativamente, le foto hanno avuto più presenza e più peso, influenzandola e orientando il suo lavoro artistico più a lungo e con maggiore profondità. Da questo punto di vista, Frida non è stata solo la figlia preferita di un fotografo, ma una figlia adottiva dell’arte e della tecnica fotografiche, da lei trasformate in potenti strumenti di indagine fisica e psicologica. Il fotoritocco è alla base della sua pennellata e la posa fotografica e il dettaglio sono tra i canoni compositivi più costanti non solo del suo modo di dipingere, ma anche del suo teatro interiore e del suo sguardo sul mondo. Il corpus delle foto che la rappresentano è molto vario e ricco: Frida bambina, ritratti di famiglia, nudi di Frida, scatti dei suoi oggetti, dei suoi animali, dei suoi viaggi, dei suoi quadri, delle sue case, dei suoi amici, delle sue 67 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA degenze, della sua partecipazione ad atti della vita politica e artistica, foto ritoccate in vario modo, foto diagnostiche e addirittura radiografie. Persino uno dei suoi capolavori (il celebre e fotografatissimo Las dos Fridas) non solo ha la logica di un fotomontaggio, ma trova puntuale corrispondenza in un fotomontaggio (del padre), di analogo soggetto e titolo. Frida Kahlo allo specchio Con il cinema è diverso. Gli spezzoni filmati in cui Frida compare non sono molti e documentano solo alcuni passaggi della sua vita: se prescindiamo dalle sequenze con Trotzkij, in realtà focalizzate sul grande rivoluzionario russo, Frida finisce nel mirino delle macchine da presa soprattutto durante i suoi viaggi. Per buona parte degli anni Trenta la vediamo nei panni dell’esotica signora Rivera e poi, sempre più, come icona folk e logo riconoscibile della propria arte: una figura inseparabile dai propri quadri e dai propri strumenti di lavoro (tavolozze, pennelli e cavalletti adattati alle sue particolari esigenze), ma anche dai propri vestiti e corsetti, indossati ed esibiti come fossero un vero costume di scena, dentro e fuori dal sacrario kitsch delle sue case di Città del Messico. Quando è ormai diventata una pittrice di successo, i filmati ci restituiscono parentesi luminose e solo in apparenza serene di una solitudine inquieta, occhi di ciclone e frammenti di naufragio, alla deriva perchÈ scampati al progressivo ensimismamiento di una donna inquieta, sempre più sofferente e tormentata, nel corpo e nell’anima. Questa galleria di fotogrammi conforma un corpus cinematografico lacunoso e quasi sempre rubricato nel segno dell’eccentrico e periferico: sullo schermo Frida è rapidamente passata da decoro esotico del personaggio Diego a cornice kitsch della propria opera. Essendo il cinema una questione di superfici in movimento, non sorprende che abbia faticato più della fotografia ad andare oltre il personaggio e ad inoltrarsi negli abissi interiori di una figura dalla mobilità limitata e che, per giunta, passava gran parte del proprio tempo utile dipingendo a cavalletto. Questa difficoltà del linguaggio cinematografico assume un’evidenza strutturale e strutturante in quasi tutti i documentari, ma ha influenzato e ispirato anche molte scelte, sia compositive che di sceneggiatura, dei film a soggetto sulla sua vita e la sua opera, pieni di specchi e di tableaux vivants e movimenti di macchina che provano ad animare, con carrelli e zoom, dettagli di foto e dipinti, o mirano a riprodurre e manipolare, con effetti proiettivi e di sovraimpressione, frammenti del found footage. Foto e quadri, per esempio, hanno sicuramente ispirato il trucco e condizionato le scelte di recitazione sia di Ofelia Medina, che ha interpretato Frida nel 1984 per Paul Leduc, in Frida: naturaleza viva, sia di Salma Hayek, che nel 2002 ha fortemente voluto il ruolo di Frida nell’omonimo e popolarissimo film di Julie Taymor. A questo incantesimo dell’icona di Frida hanno potuto sottrarsi solo Andrea Ferrari, che presta solo la voce alla pittrice nel documentario La cinta que envuelve una bomba, realizzato da Delgado nel 2003, e, in modo diverso, varie Friduchas del cinema di animazione: per esempio quella del corto Niòa Frida, di Carlos Ojeda, 2007, realizzato, attorno all’idea della metamorfosi del dolore in colore, per l’omonimo spettacolo di teatro danza della compagnia spagnola Karlik; 68 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America oppure, dentro il film della Taymor, la Frida dell’incubo in stop motion realizzato dai Quay Brothers, o ancor più quella dell’invasione di Gringolandia, visualizzata dal film attraverso effetti di fotomontaggio che includono spezzoni in bianco e nero e giocano col mito cinematografico dei cinerotocalchi e di King Kong. L’interpretazione di Ofelia Medina, corpo di Frida in un film senza dialoghi, rende omaggio al muto; quella di Salma Hayek, combinando in modo tecnologicamente creativo risorse visive e dialoghi, attualizza Frida riempiendo lo schermo di risonanze (“Llorona” interpretato da Chavela Vargas, che di Frida fu frequentatrice ed intima amica); la voce di Andrea Ferrari, trasformando Frida in proiezione sonora delle sue lettere e in eco delle sue dichiarazioni, restituisce al repertorio fotocinefotografico l’intera superficie dello schermo. Le tre interpretazioni, insieme ai fantasmi, ai mostri e agli esorcismi messi in campo dal cinema di animazione, ci illustrano il complesso sistema circolatorio che rende consanguinee non solo le celebri dos Fridas, ma addirittura tre diverse Frida: quella dipinta, quella fotografata e quella filmata. Si tratta, come abbiamo detto, di tre donne in parte diverse, ma unite, proprio come accade in molti degli autoritratti che punteggiano la produzione matura di Frida, dall’ombra sempre più lunga di una dolorosa consapevolezza. Ritratti di autoritratti e rifrazioni di una pulsione analitica a tratti incontrollabile, perchè al tempo stesso feroce, disperata e crudele, le Fridas del cinema sono, ancor più dei loro pittorici modelli, dei sofisticati e iperconsapevoli antenati degli odierni “selfies”, nel senso che moltiplicano proiettivamente il trauma narcisistico di un rapporto quotidianamente operativo, di confidenza maniacale, di abitudine compulsiva e di grande familiarità sia con l’immagine del proprio corpo che con lo sguardo tecnologico, artificiale, indagatore e straniante dell’occhio meccanico che tale immagine scompone, decostruisce e cattura: l’io policentrico e dislocato della grande artista si guarda e dallo schermo ci guarda sapendosi guardato, ma anche temendo di non essere abbastanza visibile, visto e ascoltato. 69 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Fabiola Quezada alla Commenda di Prè LUCIaNo CaPRILE CRITICO D’ARTE Mostra “Fabiola Quezada – Il corpo e l’anima” La mostra “Fabiola Quezada - il corpo e l’anima” si terrà a Genova, al museoteatro della commenda di Prè (Piazza della commenda) e verrà inaugurata venerdì 18 luglio alle ore 18. rimarrà esposta fino al 31 agosto 2014. Per maggiori informazioni: museoteatro della commenda di Prè Piazza della commenda - 16126 Genova Tel. 010 2514760 / 010 2512435 / 010 5573681 (biglietteria) fax 010 2543908 Nelle composizioni di Fabiola Quezada la memoria artistica della sua terra assume un ruolo importante. Intanto emerge un’attenzione particolare per la figura umana che era una peculiarità dei muralisti messicani; di conseguenza si ritrova in lei il recupero di certe fisionomie che sono prerogativa di un mondo fissato in un’area fisica e mentale senza tempo. La mostra intitolata “Il corpo e l’anima”, che sarà ospitata alla Commenda di Prè nel mese di agosto, è la testimonianza di come questa artista trapiantata da molti anni in Europa viva compiutamente il senso di quel ricordo da coniugare alle nuove realtà con cui è venuta a contatto dopo aver lasciato la terra natale. E proprio per mantenere questo rapporto non solo affettivo ma anche visivo e mentale Fabiola ritorna frequentemente là dove ha lasciato le radici culturali. 70 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA 71 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Fabiola Quezada nasce a Temascalapa vicino a Città del Messico. Nel 1991 ottiene la laurea in amministrazione industriale al politecnico di Città del Messico, contemporaneamente studia pittura con l’artista messicano José Sirahuen e partecipa alle prime mostre collettive. Nel 1992 il lavoro e la vita familiare la portano a stabilirsi in Europa. Dal 1999 studia all’accademia di belle arti di Brera a Milano, dove approfondisce il tema del corpo nella pittura e nella fotografia e dove si diploma in Pittura nel 2003. Vince il premio Lissone 2004. Le sue opere fanno parte di collezioni d’arte pubbliche e private in Italia e in Svizzera. Vive e lavora tra la Svizzera, l’Italia e il Messico. L’approccio muralista è riscontrabile nell’immagine dei corpi che invade la scena con una potenza espressiva accentuata dalla sottolineatura di particolari anatomici che nella descrizione d’insieme tendono a trascurare il volto poiché quest’ultimo assume un forte valore espressivo quando si trasforma in ritratto o quando sembra emergere dalla figura per imporre un significato di accusa o di disperazione. Nei dipinti la carne significa strazio e dolore: le parti anatomiche portate alla ribalta si fanno macchia narrativa, si impastano con altre macchie per cogliere talora un moto di astrazione che pare annullare ogni impulso descrittivo. La metamorfosi dei corpi coinvolge dunque i sentimenti diventandone una palpabile allegoria. Anche la natura sembra intervenire e rispondere a tali sollecitazioni emotive diventando lo specchio emblematico di una simile situazione narrativa: i fiori raffigurati da Fabiola Quezada assorbono le emozioni degli umani. D’altronde non aveva forse affermato Cézanne che le mele ricorrenti nelle sue “nature morte” si atteggiavano come le modelle che posavano per lui? Pertanto i carnosi petali Multizone-west, 2012, tecnica mista su tela, 40x40 cm Viento, 2007, olio su tela, 50x50 cm di una rosa o l’abbacinante corona di un girasole della nostra autrice suggeriscono, attraverso un particolare ingrandito, l’atmosfera del momento in cui sono stati concepiti condividendo l’emozione narrativa di chi li ha scelti come emblema di un evento esistenziale. Così la ricerca dell’anima si trasferisce dagli individui alla natura declinata da un’intuizione, favorita da un respiro di appartenenza a un destino comune. In questo contesto Fabiola Quezada riesce a governare i 72 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America gesti e i sentimenti con suadente armonia comportandosi ora con chirurgica attenzione nel sezionare, separare e riannodare le storie dei corpi o nel gestire i movimenti dei petali; ora consegnando alla nostra suggestione il risultato di una siffatta operazione di scarnificazione e di dolore. E la Commenda di Prè, luogo emblematico di antiche partenze e di antiche sofferenze, accoglie il corpo e l’anima dei suoi interpreti per accendere una riflessione che ci compete. 73 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Campagna d’Informazione sui Diritti e Doveri del Cittadino migrante a cura di CaRMEN BaRILE Premessa Da diversi anni Centro in Europa e Fondazione Casa America, presieduti da Roberto Speciale e diretti da Carlotta Gualco, realizzano progetti dedicati all’integrazione dei cittadini migranti, nell’ambito della scuola1, dell’inclusione finanziaria2, della sostenibilità ambientale3 e della sicurezza4 sul presupposto che questi cittadini possano inserirsi al meglio nelle nostre società condividendone diritti e responsabilità. Gran flor, 2009, acrilico su tela, 200x200 cm La “Campagna d’Informazione sui Diritti e Doveri del Cittadino migrante” Il Centro in Europa in collaborazione con Fondazione Casa America hanno realizzato l’iniziativa “Campagna d’Informazione sui Diritti e Doveri del Cittadino migrante”, un’azione di natura trasversale che ha coinvolto ambiti primari d’integrazione quali la salute, l’ambiente e la cultura. Obiettivo del progetto, finanziato dalla Fondazione Carige, è stato quello di proporsi quale azione pilota, da testarsi nel territorio genovese e se del caso estendersi nell’ambito ligure o di altre regioni. Si è basato sul dialogo con i cittadini migranti, sollecitati a proporre essi stessi le modalità di una loro migliore integrazione nella nostra società. Salute L’obiettivo fondamentale di questo progetto è stato quello di migliorare la fruizione dell’assistenza sanitaria da parte della popolazione straniera residente a Genova. Per i cittadini stranieri è anche essenziale conoscere i propri diritti in materia di assistenza sanitaria, anche alla luce delle più recenti normative, come l’Accordo “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”, sancito 74 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America dalla Conferenza Stato-Regioni il 20 dicembre 2012. Il confronto diretto con i cittadini immigrati ha attestato la conoscenza dei servizi offerti dalla sanità italiana, il livello di accessibilità dei servizi stessi, i diritti e le garanzie che ne derivano soprattutto nell’ambito della realtà locale. Si è cercato di analizzare e verificare quale fosse la conoscenza effettiva dei presidi e dei servizi sanitari offerti a livello locale ai cittadini stranieri, quali fossero i rischi e le patologie diffuse sul territorio e quale potesse esserne la prevenzione e la cura. Questa azione iniziale, svolta in forma dialogica, è stata utile al fine di individuare proposte di miglioramento dei servizi e di aiuto diretto ai cittadini immigrati. Fra tali proposte, la previsione di ulteriori strumenti informativi, quali brochure sintetiche ed immediate, l’organizzazione di incontri di in/formazione, la realizzazione di video illustrativi finalizzati ad una “alfabetizzazione medica”, educando anche alla prevenzione personale. Partner del progetto: Assessorato regionale alla Sanità e ASL3 Genova, Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche dell’Università di Genova, mediatori linguistici e culturali. Cultura Nel lungo percorso che conduce il cittadino immigrato verso un processo di piena integrazione non può mancare l’aspetto culturale. L’obiettivo del progetto in questione è stato quello di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, artistico e storico presente nella realtà genovese. Realtà nella quale, per diverse ragioni, i cittadini immigrati non riescono spesso a sentirsi partecipi. Dopo vari incontri preliminari con i migranti in cui sono stati esposti gli obiettivi del nostro progetto e sono state avanzate le prime proposte di miglioramento sulla fruizione dei beni culturali della città è stato realizzato un momento di dialogo tra i cittadini migranti ed alcuni rappresentanti dell’offerta culturale genovese, nel quale è stato illustrato lo scenario culturale, monumentale, storico- artistico di riferimento ed è stato diffuso del materiale illustrativo. In seguito sono state effettuate delle sperimentazioni di tour guidati in giro per la città, attuate attraverso una politica tariffaria di agevolazione sugli ingressi. Non è stato proposto il solito “giro turistico”, ma si è voluto scommettere, grazie alla collaborazione di enti locali, Comune e Regione sul vantaggio di rendere più accessibile la fruizione di questi beni incentivandone la partecipazione dei cittadini: divulgare e promuovere il patrimonio locale attraverso un passaparola naturale crea acculturazione, interesse e partecipazione diretta. Partner del progetto: Direzione Cultura del Comune di Genova, Regione Liguria. 75 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA bana. Il tema di base è stato incentivare l’educazione al riciclo dei materiali attraverso una corretta gestione della raccolta differenziata. L’azione si è indirizzata nello specifico ai cittadini dell’UE, avendo già ottenuto precedentemente esiti positivi da un progetto analogo rivolto ai cittadini degli altri Paesi del mondo presenti a Genova. La partecipazione dei cittadini europei, delle istituzioni locali, della Regione è stata utile al fine di promuovere il nuovo piano regionale sulla gestione dei rifiuti e a sensibilizzare ulteriormente i cittadini alle dinamiche ambientali ed ecologiche. Attraverso un incontro di natura conviviale sono state condivise informazioni e confronti con le realtà di altri Paesi. È stata esposta una mostra fotografica promossa dall’Agenzia Europea per l’Ambiente sul tema del riciclo. L’esperienza si è conclusa dopo una visita guidata presso il centro di trattamento dei rifiuti di via Sardorella a Bolzaneto e alla Fabbrica del Riciclo. Autostrada del Sol, Guerrero ambiente Questo terzo progetto ha avuto come oggetto l’ambiente e soprattutto la tutela delle condizioni di sostenibilità ambientale, al fine di assicurare migliori condizioni di vita nella dimensione ur- Partner del progetto: Amiu Note: 1 Progetto “Nuovi cittadini, nuovi lavoratori”, edizione 2010 e 2011 rivolto agli studenti stranieri della scuola superiore 2 Progetto “Edubank” (2012) 3 Progetto “Insieme per la sostenibilità ambientale” (2013) 4 Seminari di cultura latinoamericana destinati alle Forze dell’Ordine (2013) 76 Quaderni di Casa America Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA 77 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Messico grande potenza turistica aMBaSCIata DEL MESSICo IN ItaLIa alcuni dati: Nome ufficiale: Stati Uniti Messicani Capitale: Città del Messico Superficie: 1 972 550 km2 Popolazione: 118,2 milioni di abitanti Lingua ufficiale: Spagnolo Moneta: Peso (MX$16,87 = €1,00) Forma di governo: Repubblica Federale Capo di Stato e di Governo: Enrique Peña Nieto (1° dicembre 2012) Il Messico è una grande potenza turistica, riceve circa 22 milioni di visitatori stranieri all’anno. Si trova tra le 10 più importanti mete turistiche al mondo e questo non è cambiato negli ultimi anni. Ciò si deve al fatto che il Messico ha un’offerta turistica unica perché combina storia, arte e bellezze naturali con un’infrastruttura di ottima qualità ed eccellente accoglienza. Il Messico ha grandi attrazioni come i siti archeologici di diverse culture tra le più conosciute la teotihuacana, l’azteca e la maya. Noi messicani siamo consci della nostra storia che viene valorizzata attra- Vista di Acapulco, Guerrero Pueblo mágico, Cuetzalan verso grandi musei che riescono a trasmettere perfettamente la sua grandezza. Inoltre, si può conoscere il periodo coloniale attraverso i “Pueblos Mágicos” (Paesi Magici) che, per la loro bellezza e mistero, sono molto apprezzati dal turismo europeo e mondiale. Un “Pueblo Mágico” è un posto con particolari attributi simbolici, leggende, storia, in una parola: MAGIA in tutte le sue manifestazioni socio-culturali. Il programma “Pueblos Mágicos”, sviluppato dal Ministero del Turismo messicano insieme alle autorità locali, ha come obbiettivo promuovere diversi siti che da sempre fanno parte dell’immaginario collettivo del Messico e, al contempo, rappresentano nuove e diverse alternative di viaggio per i visitatori messicani e stranieri. Tra i più noti degli oltre ottanta “Pueblos Mágicos” si trovano: San Cristobal de las Casas, Taxco, Patzcuaro, Tepoztlán, Bernal e Real de Catorce. Inoltre, il turismo di sole e spiaggia in Messico non ha pari al mondo. Conta su un’ottima infrastruttura, sia sulla costa del Pacifico, che ai Caraibi, per fare solo alcuni nomi, Los Cabos, Puerto Vallarta, Ixtapa, e sui Caraibi: Cancun, Playa del Carmen e la “Riviera Maya”. Da non dimenticare l’ottima cucina messicana che, per la sua ricchezza di ingredienti e per la cultura insita in essa, è stata dichiarata patrimonio intangibile dell’umanità dall’UNESCO. Last but not least, grazie ad una grande tradizione nel servizio turistico, la popolazione accoglie con stima e piacere gli stranieri, in tal senso il Messico non ha paragoni. Come sicuramente possono testimoniare gli oltre 150,000 turisti italiani che visitano il paese ogni anno. 78 Quaderni di Casa America FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Corsi di lingua dell’Associazione Amici di Casa America L’Associazione Amici di Casa America organizza corsi di spagnolo, portoghese e inglese tenuti da docenti madrelingua laureati che utilizzano il metodo comunicativo. I corsi collettivi suddivisi in vari livelli sono offerti a gruppi di massimo 12 persone e hanno inizio nel mese di ottobre e febbraio e terminano a giugno di ogni anno prevedendo moduli di 30 o 60 ore. LINGUa SPaGNoLa (4 livelli: principiante – intermedio – avanzato – conversazione e cultura) LINGUa PoRtoGhESE (3 livelli: principiante – intermedio – avanzato) LINGUa INGLESE (livello principiante) Inoltre l’Associazione organizza corsi di italiano per stranieri suddivisi in moduli mensili e ripetibili della durata di 12 ore ciascuno. Sono previsti anche: Corsi individuali di spagnolo, portoghese e inglese Corsi presso le aziende e le scuole di spagnolo, portoghese e inglese Corsi di preparazione ai diplomi D.E.L.E. Servizio traduzioni e interpretariato (italiano – spagnolo – portoghese) Accesso riservato ai soci alla biblioteca e alla videoteca con servizio prestito Per tutte le informazioni potete rivolgervi alla segreteria della Associazione Amici di Casa America, aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 presso Villa Rosazza, sede della Fondazione Casa America o telefonando allo 010 2518972 - 010 2518368. [email protected] - www.casamerica.it Quaderni di Casa America 79 FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA Abbonarsi alla rivista Quaderni di Casa America Caro lettore, Le chiediamo di sottoscrivere uno o più abbonamenti alla rivista Quaderni di Casa America. Ogni contributo ci è indispensabile per dare continuità alla nostra pubblicazione. La Fondazione Casa America pubblica dal 2008 la collana Quaderni di Casa America dedicata a singoli paesi o temi di riflessione che uniscono l’Italia all’America Latina. tIPoLoGIE DI aBBoNaMENto - Abbonamento annuale 50 euro - Abbonamento annuale sostenitore 100 euro MoDaLItà: - Pagamento diretto presso la sede della Fondazione Villa Rosazza – Piazza Dinegro 3 - Bonifico bancario sul conto corrente 15190.80 intestato a Fondazione Casa America IBAN It40o0617501402000001519080 presso Banca Carige. In caso di bonifico, si prega di comunicare via mail [email protected] o telefono 010 2518368 nome e cognome dell’abbonato e indirizzo presso il quale si vuole ricevere la pubblicazione INSERzIoNI PUBBLICItaRIE Per informazioni si prega di contattare Fondazione Casa America, Villa Rosazza, piazza Dinegro 3 Tel. 010 2518368 Fax 010 2544101 [email protected] FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI MAGGIO 2014
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