Recensione - Preamplificatore Burson Audio HA-160D

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Recensione - Preamplificatore Burson Audio HA-160D
THE PEOPLE'S REVIEW, di Orazio Massafra.
Per prima cosa voglio dirvi che è stato un vero piacere essere uno dei fortunati partecipanti della
versione europea del “The People's Review”.Voglio ringraziare il team Burson nonché quello di
Audez'e, insieme ai signori di 6moons.com., per questa splendida opportunità.
Per me la musica è molto importante, è una cura per la mia anima: amo principalmente il Jazz ed il
Blues ma durante la giornata ascolto vari generi musicali a seconda dell'ispirazione del momento.
Per questa recensione ho scelto i CD e i brani che mi sembravano più significativi per mettere in
luce le qualità del combo e, ovviamente, per nutrire il mio cuore.
Ecco la lista: Dire Straits – On Every Street; Diana Krall – Live From Paris; Peter Cincotti – On
The Moon; Tsuyoshi Yamamoto – Autumn in Seattle; Hans Zimmer e Lisa Gerrard – Colonna
Sonora de “Il Gladiatore” (amo questo CD che mi fa rivivere le scene del film e mi fa gridare
“Hispanico! Hispanico!...” nella mia stanza di ascolto!).
Ok, torniamo al duo Burson/Audez'e: posso anticiparvi, in breve, che si tratta di un'accoppiata
vincente, di alto livello, che suona in modo coinvolgente e tale da farti dimenticare per un attimo
i piccoli inconvenienti della vita.
Più in dettaglio, ho provato la sezione DAC in dotazione all' HA160D in confronto con quella
dell'Arcam Diva CD 92, un CD-player di tutto rispetto, equipaggiato con un convertitore digitale
RingDAC della dCS, del valore di circa 2000 euro.
Ebbene, in comparazione diretta tra i due apparecchi nel mio impianto principale, il Burson non
solo suona allo stesso livello qualitativo del mio Arcam, per quanto riguarda risposta in frequenza,
scena sonora e dinamica, ma lo supera di poco nella risoluzione degli impulsi microdinamici e
nella chiarezza dei dettagli.
In seguito, ho voluto testare la performance del Burson come preamplificatore-dac confrontandolo
con il KRK Ergo, una scheda audio firewire con funzioni di preampli -dac e il plus di un sistema di
correzione ambientale fino ai 450 Hz. Ho collegato ciascuna macchina ad un diverso ingresso
analogico del mio integrato valvolare Copland CTA 401: ebbene, sia io che mia moglie – che è
dotata di orecchio fine- abbiamo notato che l' HA160D ha un basso ben esteso in profondità e
persino un po' più frenato e a fuoco di quello del KRK, sebbene il primo non abbia il sistema di
correzione delle risonanze ambientali!Inoltre,abbiamo notato che le voci sono più chiare e aperte:si
tratta di piccole differenze,non del tipo dal giorno alla notte,ma questo è un risultato degno di nota!
Le alte frequenze sono ben rappresentate, non affaticanti o aspre. La scena sonora è ben estesa oltre
la distanza tra i miei diffusori e c'è la giusta profondità di scena, mentre ciascuno strumento ha un
suo proprio spazio e aria intorno.
Riassumendo, la più grande qualità fra tutte è data dalla capacità del Burson di lasciarti concentrare
solo sulla musica, facendoti dimenticare di lui e degli altri apparecchi hi-fi del tuo impianto.
Infine, nell'uso come amplificatore per cuffia in unione al mio notebook per l' ascolto dei files
rippati in wave o delle mie stazioni radio on-line preferite (una fra tutte, JAZZRADIO.COM), posso
affermare che è davvero potente, pilotando le mie Beyerdynamic DT 990 (250 Ohm, home edition
2005) con facilità.
Il Burson mette in mostra un suono ricco e corposo, con un pizzico di calore sulle medie e la giusta
chiarezza sulle alte, non diventando mai spigoloso o chirurgico (nonostante le DT 990 siano un po'
sbilanciate sugli acuti).
In poche parole, suona in modo così entusiasmante e non affaticante da non farti rimpiangere i tuoi
costosi diffusori. Non so se ho voglia di restituirlo, poichè temo che ne sentirò la mancanza.
Per quanto riguarda l' Audez'e LCD-3 ,mi è capitata una cosa strana. Appena arrivata, l'ho collegata
al Burson: il suono era piacevole ma non mi ha impressionato. La prima caratteristica notata era una
minor estensione sugli acuti rispetto alle mie Beyer (vedi prima).
Poi, con il passare dei giorni e dei CD, non ho più pensato alle basse, alle medie o alle alte
frequenze, trovando naturale e soddisfacente il modo di suonare della LCD-3.
Dopo aver ascoltato per oltre un'ora la LCD-3, sono tornato alla mia DT 990: ebbene – mia grande
sorpresa - sembrava rotta! Un suono sottile, povero sulle basse, freddo sulle medie ed eccessivo
sulle alte! Cosa è successo? Probabilmente mi sono “assuefatto” al suono accattivante delle
Audez'e, che non è esattamente lineare (basse e medie sono leggermente prevalenti rispetto alle
alte), ma suona come le ammalianti sirene dell'Odissea (Audez'e,scusate il gioco di parole con la
pronuncia del fonema!): quando te la togli dalla testa, avverti una sensazione come di…astinenza!
Questa non è una cuffia per ingegneri del suono ma per amanti della musica, per audiofili che non
cercano la massima linearità di responso ma che accettano una interpretazione della realtà, così
come la pittura Impressionista è diversa dall' arte fotografica. Ok, ma come suona?
La Audez'e LCD-3 suona con molta dinamica e con abbondanza di dettagli. Ha un basso corposo e
sempre a fuoco, unito ad un medio chiaro e trasparente, con un tocco di calore.
Le voci e gli strumenti come il sax e la chitarra sono suadenti e ben definiti. Le alte sono ben
rappresentate ma, ripeto, solo un po' attenuate rispetto alle altre frequenze. Non si tratta di una
cuffia che suona in modo scuro ma che richiede un'ora di acclimatazione e poi sei fregato!
La Audez'e non procura fatica d'ascolto, il peso è ben distribuito sula testa ed i cuscinetti in pelle
pregiata sono confortevoli e morbidi.
Dannazione, è ora di restituirla e so che ci metterò del tempo per riabituarmi alla mia cuffia.
Un saluto da Orazio,per ora è tutto!
Cordiali Saluti,
Orazio Massafra