e tu di che gusto sei?

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e tu di che gusto sei?
Stampato su carta ecologica
Periodico di cultura, informazione,
stili di vita e progetti sui temi
dell’ecosostenibilità
www.ecoideare.it
Pag. 6
SOMMARIO
Rubriche
Editoriale - Fabio Vicamini
SostenibilMente
> Prospettive sostenibili nel mondo della ricerca - Serenella Sala
Idee
> Gli italiani lo fanno meglio... l’eco-shopping - Barbara Masseroni
> New York: guardare in alto pensando al verde - Laura Marinaro
Design
> Oggi faccio il pieno di... - Angelo Gagliano
> In cucina per nutrire il corpo e anche l’anima... - Valentina Rossari
Architettura
> Sua Altezza Milano - Fabio Vicamini
> Chiare, fresche, dolci...
ed economiche acque milanesi - Fabio Vicamini
> Il progetto biosostenibile è eco-servito - Valentina Rossari
Arte
> Vista per voi: Matrix Natura - Marina Shafik
> Philippe Pastor: L’arte che salva le foreste - Laura Marinaro
Energia
> La foto di Ecoideare - Max Peef
> Rinenergy: un team motivato verso un’ecosostenibilità
da diffondere - Barbara Masseroni
EcoNews
> Segnalati - Roberto Zani
Professionisti
> L’Eco dell’Architetto - Arch. Renato Pusterla
> L’Eco dell’Avvocato - Avv. Micaela Pozzoli - Avv. Riccardo Maino
> L’Eco Bandi - Michela Romano
Periodico realizzato da Brand Evolution srl
Direttore editoriale: Nicoletta Cova
Direttore responsabile: Fabio Vicamini
Progetto grafico e art direction: Franca Lissi
Periodico di cultura, informazione,
stili di vita e progetti sui temi
dell’ecosostenibilità
Redazione: Marcello Arosio, Biagio Duca, Angelo Gagliano, Gaia Gusso, Laura Marinaro,
Barbara Masseroni, Max Peef, Micaela Pozzoli, Renato Pusterla, Michela Romano,
Valentina Rossari, Serenella Sala, Marina Shafik, Roberto Zani.
Segreteria di redazione: Federica Tringali
Pubblicità: Luciana Francioli, Gianluca Giacoppo
Impaginazione: Giuseppe Grippa
Sito internet: www.ecoideare.it - Daniele Sala
Editrice: Brand Evolution srl - Via Sardegna, 57 - Milano
Rivista realizzata in collaborazione con: Rinenergy – associazione no-profit
Stampa: EmmeK srl - Via Parini, 6 – Fino Mornasco - Como
Registrato presso il Tribunale di Milano - Registro stampa periodica
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editoriale
E’ arrivato il tempo
di guardarsi dentro
Q
uando nasce un
nuovo prodotto
editoriale è sempre
un’emozione per chi
contribuisce a realizzarlo.
Ecoideare prende vita a
febbraio 2009 per diventare
un’emozione presente
nell’animo non solo dei
suoi creatori ma anche dei
lettori che cercheremo di
Fabio Vicamini catturare con intelligenza,
notizie utili e informazioni
su un sistema ricco di idee,
progetti e futuro: quello
dell’ecosostenibilità.
Ecoideare non vuole essere
una rivista per tanti ma un
prodotto giornalistico per
pochi ma buoni, ma sempre
in crescita. Persone che
hanno capito che qualcosa è
cambiato profondamente nel
nostro sistema e che qualcosa
deve cambiare profondamente
dentro di noi.
Dopo anni trascorsi da gran
parte della popolazione civile
occidentale all’insegna del
consumo più sfrenato, del
vorrei non posso però lo
compro, del non mi basta mai,
oggi ci si deve rendere conto
che il giocattolo inizia a dare
segni di cedimento.
L’economia basata su questa
esagerata follia consumistica
traballa, il petrolio manca
e sul banchiere sventola
bandiera bianca.
Il simbolico limone è
stato spremuto, strizzato,
schiacciato.
La scelta quindi deve partire
da un’analisi interiore
che ciascuno di noi deve
realizzare. Nel nostro
animo, tra auto superbitu
rbosuvcabriospecial, case
stracolme di ogni bendiddio
e cianfrusaglie di ogni tipo,
qui proprio qui, deve nascere
un progetto di risanamento
dall’inquinamento mediatico
e suggestivo che miliardi di
informazioni pubblicitarie
hanno generato. L’obiettivo
è un rinsavimento culturale.
Basta poco. Basta volerlo.
La nostra casa potrebbe
trasformarsi in un ambiente
sano costruita con materiali
naturali ed ecologici. Le
nostre macchine e i sistemi
di riscaldamento delle case
potrebbero rendere l’aria
molto meno appestata.
I nostri vestiti essere
composti da fibre naturali e
più salubri. I cibi possono
essere molto più sani. Il
mondo che ci circonda,
meravigliosamente bello,
potrebbe essere salvaguardato
dalla speculazione selvaggia,
dai menefreghismi, dalla
stupidità. Basta volerlo.
Si scoprirebbe così che
si possono risparmiare
molti soldi prima spesi
inutilmente, si possono
generare dei vantaggi di cui
non solo possiamo usufruirne
direttamente noi ma anche i
nostri figli e i figli dei nostri
figli. L’ecosostenibilità
ambientale è una forma
mentis che una volta
compresa non la si abbandona
più perché dà futuro, gioia,
salute e benessere: questo
è quello che andremo a
raccontare in Ecoideare.
Sarà un viaggio nelle più
disparate direzioni ma con un
unico traguardo un pianeta
salvaguardato e un benessere
individuale superiore
perché dato da una matura
comprensione del valore
umano.
Benvenuti a bordo!
Fabio Vicamini
“Io sono me più il mio ambiente e
se non preservo quest’ultimo non
preservo me stesso.”
José Ortega y Gasset
(1883-1955)
ALYSON HURT
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ecoIDEARE - febbraio 2009
SostenibilMente
Rubrica a cura di Serenella Sala, coordinatore del Gruppo di Ricerca
sullo Sviluppo Sostenibile del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente
e del Territorio dell’Università degli Studi di Milano Bicocca.
Ecoideare ospiterà una rubrica dedicata alla sostenibilità vista dalla prospettiva del Mondo della ricerca. Una
“vetrina” di progetti, casi pilota, riflessioni che mettano in relazione mondo accademico, enti, imprese e cittadini.
Prospettive sostenibili dal mondo della ricerca
N
egli ultimi mesi la
parola sostenibilità ha
letteralmente occupato
le pagine dei giornali, in contesti
molto differenti e con accezioni
e sfumature non sempre tra loro
coerenti. I concetti di sostenibilità
e di sviluppo sostenibile infatti,
sono spesso soggetti a molteplici
interpretazioni e distorsioni.
Questa rubrica nasce proprio con
la finalità di favorire una presa
di coscienza del significato e
delle implicazioni dello sviluppo
sostenibile, muovendo dalle
più consolidate definizioni di
sostenibilità.
Giornalmente si leggono notizie
relative alle criticità ambientali e
sociali conseguenti al nostro attuale
modello di sviluppo. La sostenibilità
dello sviluppo si rivela, quindi,
strategica per orientare il processo
di cambiamento che investe più
dimensioni, da quella ecologica
a quella economica e sociale.
Una delle più note definizioni
di sviluppo sostenibile è quella
fornita nel 1987 da Gro Harlem
(OVERSHOOT)
CARRING CAPACITY
SU
N
CO
N
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PT
M
TIME
Bruntland, nel cosiddetto Rapporto
Bruntland “sviluppo che risponde
alle necessità del presente, senza
compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare
le proprie esigenze”. Lo sviluppo
sostenibile, quindi, non coinvolge
solo aspetti ambientali ed ecologici
ma globalmente aspetti relativi alla
qualità della vita per le generazioni
presenti e per quelle future,
considerando quattro dimensioni:
• sostenibilità economica come
capacità di generare reddito e
lavoro per il sostentamento della
popolazione;
• sostenibilità sociale, come
capacità di garantire condizioni di
benessere umano (sicurezza, salute,
istruzione) equamente distribuite
(per classi e genere);
• sostenibilità ambientale, come
capacità di mantenere qualità e
riproducibilità delle risorse naturali;
• sostenibilità istituzionale,
come capacità di assicurare
condizioni di stabilità, democrazia,
partecipazione, giustizia.
In un’altra famosa definizione,
fornita nel 1992 durante la
Conferenza delle Nazioni Unite
tenutasi a Rio de Janeiro, “per
sviluppo sostenibile s’intende un
miglioramento di qualità della
vita, senza eccedere la capacità di
carico degli ecosistemi alla base”,
in altre parole l’umanità deve
riuscire a svilupparsi senza alterare
gli equilibri degli ecosistemi che le
garantiscono il sostentamento.
Proprio il concetto ecologico di
capacità di carico, quindi di limite
massimo di consumo di risorse oltre
il quale gli equilibri vengono alterati
è alla base della sostenibilità.
I nostri modelli di produzione e
consumo devono essere tali da
promuovere un uso efficiente delle
risorse affinchè il loro tasso di
utilizzo sia tale da permettere il loro
rinnovarsi.
Per questo motivo spesso si
parla di sviluppo sostenibile e
durevole, intendendo la necessità
di promuovere modelli di sviluppo
che possano essere sostenibili oggi
e domani.
I nostri consumi tendono ad aumentare, consumiamo sempre più energia
procapite, produciamo sempre più rifiuti, usiamo e sprechiamo sempre
più acqua. La terra ha una certa disponibilità di risorse e una certa
capacità di rinnovarle dal punto di vista quantitativo e qualitativo, ma
questa disponibilità non è infinita. Il rischio che corriamo è quello di sovra
sfruttare (overshoot) le risorse a disposizione depauperandole e influendo
sulla loro capacità di rigenerazione.
(NO BIG BANG)
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GLI ITALIANI LO
FANNO MEGLIO...
L’ECO-SHOPPING
di Barbara Masseroni
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ecoIDEARE - febbraio 2009
www.armani.it
La collezione uomo
autunno-inverno
2009/2010 presentata
da Armani al recente
Pitti Uomo è dedicata
all’emozioni naturali
ALEXIS O’TOOLE
Q
uando la natura chiama, si sa,
l’italiano risponde. E la moda lo
segue.
Come rivelato dalla ricerca EuroPNStyles,
condotta da Porter Novelli, agenzia
internazionale di pubbliche relazioni,
in partnership con il Natural Marketing
Institute, compagnia americana di
consulenza strategica e di ricerca di
mercato specializzata in salute, benessere
e sviluppo sostenibile, gli italiani sono
primi in Europa per l’acquisto di prodotti
eco-friendly. Infatti il 41% dei consumatori
nostrani, contro al 23% di quelli europei,
ha una marcata coscienza ambientale
e quindi un’evidente predisposizione
a comprare prodotti eco-sostenibili ed
ecologicamente corretti. Il prezzo non ha
importanza, perché anche se più alto, è pur
LANE BECKER
sempre indice di una qualità migliore. Non si fanno
attendere, quindi, le nuove collezioni d’abbigliamento
di alcuni rinomati stilisti, che rispondono al richiamo di
una naturale e rinnovata eco-sensibilità.
Tutto è partito dall’oramai onnipresente “I’m not
a plastic bag”, la shopping bag dall’eco-ego figlia
della stilista britannica Anya Hindmarch. Hanno poi
seguito il trend, abbracciando la causa ambientalista,
stilisti come Giorgio Armani, l’eclettica Vivianne
Westwood e Stella McCartney. Questi ultimi hanno
così aperto la strada ad una miriade di marchi, che ora
fanno a gara a chi propone il total bio look migliore.
E per chi si stesse chiedendo se vestirsi in modo
ecosostenibile significhi indossare cartoni della pizza,
bucce di mela e gonnelline di laminato di Becks, o
soltanto colori neutri, tagli sobri, materiali rustici poco
lavorati (viene generalmente indossata da persone
che la domenica vanno ad abbracciare gli alberi) si
sta sbagliando di grosso. Infatti la realtà è un’altra. La
moda ecosostenibile propone collezioni e prodotti che
vanno a soddisfare tutti i tipi di personalità: dal casual
allo chic, dallo sportivo all’hipster. Semplicemente
aggiungono un pizzico di rispetto e cura per l’ambiente,
che non fa mai male e attira l’attenzione di chi ha
sempre un occhio rivolto ai nuovi trend e stili di vita.
Per fare un esempio, Replay&Sons, noto marchio di
abbigliamento casual, propone una collezione bambino
autunno-inverno fatta di eco-pelle e pellicce multicolor
finte.
Pitti Uomo - osservatorio delle evoluzioni del
lifestyle contemporaneo, del costume e della cultura
creativa – sfodera un’edizione ispirata alla mobilità
ecosostenibile: Free Cycle - Free Mobility. Ciclisti
di tutto lo stivale riunitevi, perché il concept delle
creazioni ruota - è proprio il caso di dirlo – attorno
alla bicicletta: oggetto di culto per gli appassionati,
fenomeno di tendenza per gli hipsters e simbolo della
rivoluzione eco-sostenibile - come dimostra il Bike
sharing, il servizio di noleggio di biciclette del
Comune di Milano in collaborazione con Atm. Durante
l’edizione scorsa le biciclette sono state protagoniste di
installazioni e verranno prodotte delle limited edition
ALESSIO BRAGADINI
IDEE
brandizzate Pitti Immagine.
Seal Kay propone, invece, dei jeans eco-sostenibili in
denim organico giapponese e bottoni in cocco, lavorati
con processi ecologici.
Per la primavera-estate Adidas si lascia ispirare dal
Guerrilla Gardening e lancia la collezione Grun, ossia
scarpe e vestiti eco-solidali realizzati con materiali
riciclati ed ecologici come la canapa o il cotone bio.
Tre linee di prodotti si differenziano per i materiali
usati: per la linea Recycled sono stati utilizzati
materiali riciclati come il PET per i lacci e le fodere.
solitamente usato per le bottiglie dell’acqua, i filati per
la tomaia e persino la gomma degli pneumatici usati
per la suola; la linea Reground è fatta con materiali
biodegradabili come canapa, sughero, iuta, bambù e
legno; infine la linea Natural, composta di scarpe in
materiali naturali con zero impatto ambientale.
La modella Gisele Bündchen ha disegnato i sandali in
gomma riciclata “Ipanema”, già avvistabili ai piedi di
molti personaggi famosi.
Ma l’eco-shopping non si ferma certamente alla moda,
anche la bellezza si fa eco-sostenibile: Davines ha
creato Essential Haircare, una linea di prodotti per
capelli totalmente rispettosa nei confronti del nostro
pianeta grazie ad ingredienti naturali mediterranei.
Per sapere dove andare per i propri acquisti verdi e
quali sono i prodotti migliori, il libro “Ecoshopping,
idee, indirizzi, siti per fare acquisti senza trascurare
ambiente, salute e...portafoglio” di Rita Imwinkelried e
Nicoletta Pennati può essere di grande aiuto.
Anche il Jeans può essere ecosostenibile
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© Copiright William Warby, New York
NEW YORK:
GUARDARE IN ALTO
PENSANDO AL VERDE
di Laura Marinaro
S
Viaggio nella megalopoli che rinasce su se
stessa con un’idea ecosostenible
arà scontato, ma quando si arriva a New York e
pian piano ci si addentra nel cuore di Manhattan,
si viene subito assaliti da due immagini che
donano sensazioni contrastanti: la bellezza delle
altezze vertiginose dei grattacieli e del cemento misto
a vetro e acciaio, ma nello stesso tempo il verde, nei
parchi, sui terrazzi, davanti ad ogni casa di Chelsea e
Greenwich Village, di Harlem e ormai praticamente
dovunque. La contraddizione: questa è sempre stata
la caratteristica della Big Apple, una metropoli
che si è svuiluppata e si sta trasformando, in bilico
tra la ricerca a tutti i costi di un progresso totale e
“sbagliato” dal punto di vista ambientale, e nello
stesso tempo il bisogno di preservare questo angolo di
mondo dove più di 150 anni fa un enorme acquitrino
fu trasformato in Central Park e dove già cento anni fa
fu realizzata la metropolitana. Allora non si parlava di
ecologia e sostenibilità e si pensava soltanto ad andare
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ecoIDEARE - febbraio 2009
avanti. E così la Grande Mela poco a poco divenne
quella città unica, inarrestabile, stupefacente che tutti
amiamo ma, purtroppo, a prezzo di un progresso
che stava rischiando di distruggere l’aria, l’acqua
e l’ambiente. Cinquant’anni di declino, i primi del
Novecento, dovuti anche agli enormi flussi migratori
provenienti dall’Europa e dalla necessità di costruire
e ospitare quella gente. Poi, negli anni Novanta arrivò
Rudolph Giuliani e con lui la città iniziò a riprendersi.
L’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001
ha segnato poi un punto di rottura totale da ciò che era
riguardo a ciò che sarà, per il mondo intero, certo, ma
per New York ancora di più.
E lo si comprende quando si arriva a Ground Zero.
Al World Trade Center ero stata nel 1998 e allora in
quel luogo avevo percepito la grandezza dell’America
e del sogno, la vita pulsante di questa città. Allora vi
arrivai in auto da Philadelphia attraversando il Ponte
IDEE
E così, quando nel 2006 è stato eletto come sindaco
di New York il democratico Micheal Bloomberg,
con la sua idea di ricostruire una città ecosostenibile,
prima che i suoi abitanti entro il 2030 aumentino
di un milione, molti giornali lo hanno preso per un
visionario. Dieci gli obiettivi del suo programma,
verificati dal nuovo Sustainability Advisory Board
composto da scienziati, studiosi, accademici, urbanisti
e ambientalisti. Dalla promessa che ogni newyorkese
abiterà a dieci minuti a piedi da un parco pubblico;
alla modernizzazione dei trasporti pubblici, incluso
prolungamento della metropolitana a West Side,
dall’ ecopass, ai taxi verdi e alla realizzazione di 1.800
chilometri di piste ciclabili. Bloomberg vorrebbe che
New York abbia l’aria più pulita di qualunque grande
città d’America, e vorrebbe ridurre le emissioni che
contribuiscono al riscaldamento globale del 30%
entro il 2030. Vuole ancora rendere disponibile il 90%
di fiumi, cale e baie per il tempo libero riducendo
l’inquinamento dell’acqua e conservando gli spazi
naturali. Ci contava nel 2006 e adesso ne è ancora più
convinto, anche se il suo mandato è alla fine, perché
come alleato ha il nuovo presidente Barack Obama.
Intanto su gran parte della città sono state approvate
varianti urbanistiche per consentire una migliore
convivenza tra residenze e uffici. Si sono impegnati
circa 4 miliardi per il completamento di una terza
condotta per portare acqua in città, 1,6 miliardi per
YODEL ANECDOTAL
di Verrazzano e quello skyline, dominato dalle due
Torri, mi conquistò. Poi su quelle Torri salii e di là
dominai con lo sguardo una delle baie più uniche
al mondo. Al mio ritorno, lo scorso novembre, ho
percepito nello stesso luogo una ferita enorme. Per
due motivi: Ground Zero vive sui morti, ma non come
molti vorrebbero. Mi spiego. E’ giusto costruire,
come si sta iniziando a fare, altri grattacieli ancora
più belli delle Torri dove esse si ergevano, ma forse
a quei morti bisognerebbe regalare la pace del verde,
della natura e del rispetto. Ma quel giorno ho sentito
troppo caos ancora intorno a quelle anime sfortunate,
ma non dannate, che aleggiano su un progetto ancora
troppo concreto e legato all’apparire più che all’essere.
Come se gli stessi neworkesi non volessero realizzarlo
diverso da quello che era, per paura di un ritorno del
Male. Cosa sarà Ground Zero? Una domanda alla
quale io non voglio rispondere e allora continuo il
mio viaggio nella città. Alla ricerca delle mie origini,
decido di prendere un traghetto molto poco ecologico
a dire il vero, ma tanto sicuro, che mi conduce a Ellis
Island dove visito L’Immigration Museum. Basta
digitare su un computer il nome del proprio avo e....
il cuore balza in petto! Il mio bisnonno arrivò qui
nel 1901....Lui, come migliaia e migliaia di altri
emigranti hanno fatto grande questa terra, ma soltanto
negli ultimi anni si è iniziato a pensare che forse quel
progresso la stava distruggendo.
L’attore Matt Dillon e David
Filo, co-fondatore di Yahoo,
a Time Square nel Maggio
2007 presentano l’iniziativa
“Greenest city in America”, che
ha visto Yahoo regalare alla cttà
di New York dieci taxi a motore
ibrido.
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costruire un assolutamente indispensabile impianto di
filtraggio dell’acqua, e 13 miliardi per un intervento di
modernizzazione scolastica.
Tra i sogni ecologisti di Bloomberg c’ è quello di
realizzare mulini a vento nella città, in particolare sui
litorali ventosi di Brooklyn, Queens e Long Island, per
fare della Nuova Amsterdam (fu il primo nome dato alla
città), la città alimentata dal vento.
Ma non è solo la politica ambientalista del sindaco e
del Presidente a far pensare ad una città più a misura
d’uomo. Girando per le sue avenue e le streets,
infatti, sono sempre più evidenti i “Green Bus”, le
piste ciclabili, i taxi ecologici, le isole del riciclo
davanti ad ogni palazzo. Per non parlare delle nuove
architetture verdi: ad esempio il nuovo grattacielo del
New York Times progettato da Renzo Piano come una
struttura di vetro e acciaio, al centro del quale si apre
un cortile nel quale sono state piantate 16 splendide
betulle. E il più grande grattacielo ecosostenibile che
sta per essere inaugurato a Bryant Park. L’edificio
sede della Bank of America è stato progettato dagli
architetti Cook Fox come il primo al mondo con il
certificato LEED Platinum, ovvero il più alto livello
di efficienza energetica che è possibile ottenere in
ambito architettonico. E come curiosità da segnalare la
prima pubblicità ecologica appena inaugurata a Times
Square. Alimentata da 16 turbine eoliche e 64 pannelli
solari, sarà la prima insegna luminosa “sostenibile”.
Pubblicizzerà i prodotti di Ricoh Americas Corp azienda
che risparmierà da 12.000 a 15.000 dollari al mese e
di evitare l’immissione di 18 tonnellate di anidride
carbonica nell’atmosfera.
E ancora, da non perdere, le nuove rastrelliere per le
bici colorate e con nuove silhouette! Un modo per
sensibilizzare la gente all’utilizzo delle due ruote prima
che, nel 2030, tutta la città di New York avrà una nuova
veste con più di 1800 km di piste ciclabili, attrezzature,
infrastrutture, parcheggi e incentivi. Sono stati i
designers del Dipartimento dei Trasporti di NY e del
Cooper-Hewitt National Design Museum, a ridisegnare
le nuove rastrelliere funzionali nei materiali e nella
forma per accogliere 2 bici per rastrelliera.
Da questo piccolo particolare si comprende come
New York sta rinascendo dalle sue ceneri e come la
percezione è ancora quella di una megalopoli molto più
a misura d’uomo di tante nostre città. Non c’è che dire...
basta respirarla!
Wall Street: vero e proprio
“barometro” dell’economia
occidentale segna temperature rigide.
Presto si attende il vento di Obama:
cambieranno le cose?
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ecoIDEARE - febbraio 2009
Il cambiamento è nell’aria.
“N
el 21esimo secolo
sappiamo che
il futuro della
nostra economia e della nostra
sicurezza nazionale è legato
a doppio filo con una sfida:
l’energia; inoltre la dipendenza
dal petrolio straniero comprime
la nostra economia, porta
ricchezza a regimi ostili e ci lascia dipendenti da
regioni instabili. Per controllare il nostro destino,
l’America deve sviluppare nuove forme di energia e
nuovi modi di usarla. E questa è una sfida non solo per
il governo, è una sfida per tutti noi”.
Sono parole forti pronunciate dal nuovo Presidente
degli Stati Uniti d’America. La sua sfida del “change”
dunque non è solo politica, economica e sociale, ma
anche ambientale. Proprio nel Paese che ha fatto del
petrolio, della costruzione delle auto e dello spreco
dell’energia la sua immagine per decenni. E per far
cambiare davvero l’America, Barack Obama ha scelto
una squadra eccezionale: primo fra tutti, il premio
Nobel 1997 per la Fisica Steven Chu, scienziato noto
per le proprie ricerche sulle fonti di energia rinnovabile
e la lotta al riscaldamento globale, che diventerà
Ministro dell’Energia. Della sua squadra ‘verde’
faranno parte anche il capo di gabinetto del governatore
del New Jersey, Lisa Jackson, che guiderà l’Agenzia
per la protezione dell’ambiente (Epa), mentre Carol
Bronner, ex direttore dell’Epa, in qualità di ‘zar’ del
clima, coordinerà la squadra dei consiglieri della Casa
Bianca per le politiche ambientali; a capo del Consiglio
sulla qualità ambientale Nancy Sutley. Un vero e
proprio ‘green team’ supportato esternamente dall’ex
vice-Presidente Al Gore, che intende manifestare al
mondo l’inversione di tendenza delgli States nella lotta
al surriscaldamento globale, quindi alle emissioni di gas
serra e alle scelte ambientali globali. E per dimostrare
che anche nella vita privata il nuovo presidente crede
all’ecosostenibilità una curiosità: l’auto della famiglia
Obama è una For Escape Ibrid, alimentata sia con
benzina, che con elettricità. Purtroppo nelle uscite
ufficiali userà una berlina tutt’altro che ecologica ma,
non si sa mai, magari anche questo potrebbe cambiare
alla Casa Bianca.
TREY RATCLIFF
IDEE
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Il motore elettrico: un progetto nel
cuore di tante case automobilistiche
OGGI FACCIO
IL PIENO DI...
L
I continui rincari di benzina e gasolio, la maggiore
sensibilità a livello globale verso le problematiche
ambientali e la crisi economica che ha colpito fortemente il
settore auto stanno spingendo con sempre più forza le case
costruttrici ed i governi a proporre e incentivare concrete
alternative ai combustibili derivati dal petrolio.
a prima vera rivoluzione della mobilità
dall’invenzione del motore a scoppio è in atto.
È solo l’inizio, ma i primi effetti sono già
evidenti.
Sono infatti in costante aumento gli automobilisti che
si affidano a motorizzazioni ibride, ovvero vetture
dotate di doppia alimentazione o doppio propulsore,
10
ecoIDEARE - febbraio 2009
di Angelo Gagliano
che al momento sono le soluzioni più concrete per
circolare in maniera pulita, risparmiando e senza i
vincoli legati ai blocchi della circolazione. Ancora
poco diffuse, invece, le vetture puramente elettriche o
alimentate a idrogeno, soluzioni davvero ad emissioni
zero, ma che attualmente soffrono di una tecnologia
ancora da perfezionare, di una limitata autonomia e di
DESIGN
Sono tanti i modelli a motore ibrido che vengono
presentati alle fiere automobilistiche internazionali
una scarsa diffusione di centri per il rifornimento, ma
che in futuro potrebbero rivelarsi il modo più ecologico
per muoversi.
Esaminiamo ora sinteticamente le alternative offerte dal
mercato nel campo della mobilità, che approfondiremo
nei prossimi numeri.
Benzina o gasolio?
Sono ovviamente i carburanti con la rete distributiva
più diffusa e, fino a non molto tempo fa, le uniche reali
alternative. I reparti sviluppo e ricerca delle varie case
automobilistiche negli ultimi anni si sono impegnati
per ottenere motori sempre più ecologici e moderati nei
consumi. L’iniezione diretta, ora disponibile anche nei
motori a benzina, il filtro antiparticolato per i turbodiesel, i sistemi ‘stop and go’ e propulsori sempre più
piccoli, con meno cilindri ma dotati di compressori,
hanno consentito di migliorare notevolmente il
rendimento dei motori a scoppio tradizionali. I consumi
si sono ridotti e, di conseguenza, in parte anche
le emissioni inquinanti, ma per quanto si possano
perfezionare, i motori alimentati a benzina o a gasolio
sono ormai una tecnologia superata, che ha dei costi
sempre più alti non solo a livello economico, ma anche
ambientale. Sono infatti responsabili della produzione
di emissioni inquinanti come polveri sottili, ossidi di
azoto (diesel) e monossido di carbonio (benzina), senza
contare la dipendenza di questi carburanti dal petrolio,
fonte energetica ormai in via di esaurimento, soggetti
quindi fisicamente, economicamente e politicamente alle
tensioni mondiali con i paesi produttori.
rete distributiva sempre più diffusa e gli incentivi
statali, che hanno reso la modifica meccanica molto
economica hanno spinto molti automobilisti a
rivolgersi a questo tipo di carburanti. Un fenomeno
talmente diffuso che di recente ha portato molte case
automobilistiche ad offrire l’impianto gpl o metano
di serie sulle proprie vetture, dando ulteriore slancio
a questo mercato già in crescita. Ma il successo di
questa tecnologia è soprattutto nella sua semplicità
meccanica, che consente di convertire quasi tutte le
vetture a benzina in vetture ibride a gas ed è oggi la
soluzione più immediata e concreta per risparmiare
(il gas costa circa la metà rispetto alla benzina), per
diminuire le emissioni inquinanti e per circolare
quindi durante i blocchi del traffico nelle grandi città.
Gpl o metano? Il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto)
deriva dal petrolio e questo è anche il suo limite,
in quanto non è una fonte energetica rinnovabile, a
differenza del metano, che è un biogas ed e quindi
ricavabile sia da giacimenti nel sottosuolo che dalla
decomposizione di sostanze organiche; pertanto,
come scelta a lungo termine, il metano dovrebbe
essere avvantaggiato. Il Gpl però è molto più diffuso
sul territorio a livello di distributori, elemento non
trascurabile in termini di autonomia, ma il metano
d’altra parte costa meno. A livello meccanico
l’unica differenza davvero degna di nota è che il
Gpl consente di utilizzare una bombola molto più
piccola e leggera e dalla forma circolare, (che di
solito prende il posto della ruota di scorta senza
togliere spazio al bagagliaio). Il metano, invece, per
motivi di sicurezza impone l’utilizzo di una bombola
cilindrica, molto pesante, che spesso va a limitare lo
spazio del baule; esiste però la possibilità di utilizzare
bombole d’alluminio, più costose ma decisamente più
leggere. Nel caso di vetture prodotte con impianto di
serie, spesso tale problema viene risolto già in fase di
progettazione, inserendo le bombole nel sottoscocca o
attraverso altre ingegnose soluzioni.
In termini di prestazioni, in entrambi i casi si ha
un calo rispetto all’alimentazione a benzina, in
particolare per il metano, che può perdere anche
Ibride a Gas. Metano o GPL?
Si tratta di una soluzione non recentissima, ma che negli
ultimi anni si è diffusa sempre di più.
Il bassissimo costo del carburante, la facilità di
conversione dei motori tradizionali, il superamento di
pregiudizi relativi alla sicurezza di questi sistemi, una
Un esempio di motore a doppia alimentazione
11
il 10% circa, mentre col Gpl si è intorno al 2-3%.
Bisogna però sottolineare che il calo di potenza non
è dovuto al gas ma alla necessità di poter usare anche
la benzina, che non supera i 95 ottani. Entrambi i
gas infatti hanno un alto numero di ottani, superiore
a 100 (metano120-130) che consentirebbe di
utilizzare rapporti di compressione maggiori e quindi
un migliore rendimento del motore. Rinunciando
totalmente alla benzina, si otterrebbe una vettura
più performante, ma l’attuale limitata diffusione di
distributori impedisce la realizzazione di vetture non
ibride alimentate solo a gas. Il potenziale soprattutto
del metano è quindi altissimo; aumentando la rete di
distributori e adattando la rete del metano domestico,
già presente in molte abitazioni, si potrebbe fare il
pieno sotto casa e rinunciare a benzina e gasolio,
diminuendo drasticamente costi ed emissioni
inquinanti.
Ibride elettriche
Circa dieci anni fa Toyota propose sul mercato la
prima vettura (Prius) dotata di due motori, un semplice
motore a scoppio affiancato a un motore elettrico, con
lo scopo di ridurre consumi ed emissioni soprattutto
in città ma mantenendo buone prestazioni nei lunghi
tragitti.
In questi anni tale tecnologia si è evoluta e oggi sono
molte le aziende impegnate in progetti ibridi elettrici,
non più solo Toyota e Honda ma anche molte case
europee come Peugeot e Citroen, che hanno allo
studio i primi ibridi elettrici affiancati a motori diesel.
Toyota Prius, uno dei primi
modelli arrivati sul mercato
automobilistico dotati di due motori
A basse andature è solo il motore elettrico a spingere
la vettura con consumi ed emissioni azzerati. Ma
questo è possibile solo in città e per brevi tratti; dove
serve maggiore potenza subentra il motore a scoppio,
che ha il compito di ricaricare le batterie e, aiutato
dal motore elettrico, di far muovere il veicolo, per cui
alle alte andature i vantaggi del doppio motore sono
meno evidenti, ma a breve termine le ibride hanno un
notevole potenziale. Sono allo studio vetture dotate
di piccolissimi motori diesel o addirittura a metano,
necessari praticamente solo per ricaricare le batterie,
lasciando al motore elettrico il compito di muovere
l’auto; in questo caso ci si avvicinerebbe molto alla
vettura a zero emissioni e con consumi ridottissimi,
utilizzando i distributori già esistenti. Inoltre, ogni
vettura sarà dotata di pannello solare e sarà possibile
ricaricare le batterie anche con la rete elettrica
domestica.
Idrogeno
L’assenza di distributori e gli attuali alti costi di
sviluppo sono gli unici limiti di questa tecnologia, ma
essa potrebbe rivelarsi la reale soluzione al problema
mobilità. Il processo sfrutta la reazione elettrochimica
dell’idrogeno a contatto con l’aria, da cui si ottengono
elettricità, calore ed acqua. Bmw ha messo a punto un
sistema che consente di utilizzare tale reazione con i
motori a scoppio tradizionali, ottenendo a fine ciclo,
dai tubi di scarico, della semplice e innocua acqua.
Altre case come Honda, Mercedes ed Opel, sfruttando
la reazione elettrica, hanno realizzato prototipi di
vetture con motori elettrici che utilizzano l’idrogeno
per ricaricare le batterie: le cosiddette ‘fuel-cell’.
In conclusione quello che ci si presenta è un
panorama variegato e ricco di alternative anche se
riteniamo ancora troppo limitate dalla necessità di
spin gere prodotti automobilistici funzionanti con i
derivati del petrolio.
Il passaggio ci sarà ma molto lentamente. Obiettivo
aria pulita.
Il banco di prova di un motore BMW a idrogeno
12
ecoIDEARE - febbraio 2009
DESIGN
IN CUCINA PER
NUTRIRE IL CORPO
E ANCHE L’ANIMA...
di Valentina Rossari
La cucina è il luogo
nel quale di più e
inconsapevolmente
esprimiamo la nostra
personalità e le
nostre psicopatologie
quotidiane.
Un microambiente
nel quale lasciamo la
nostra traccia.
Nella cucina verde attenzione ad utilizzare
elettrodomestici di classe A+ a basso consumo
13
Cucina Lube realizzata con Pannello ecologico
Dall’ordine al caos, dal massimo lindore, alle tracce di pasti, il
microambiente cucina che ci appartiene non può più rimanere
un fatto privato come in passato. Oggi, risparmio e salute
appartengono a noi tutti e la loro ricerca viene fatta cercando
una “via di mezzo”, ovvero un compromesso nelle abitudini, a
volte pessime, che si hanno tra le pareti domestiche.
Un arredamento ecosostenibile con elettrodomestici “verdi” a massimo risparmio energetico: questi i primi due
accorgimenti per creare una cucina “salutare”. L’integrazione tra gli elettrodomestici avviene con interventi di
domotica, scienza che si occupa di studiare nuove tecnologie mirate a migliorare la qualità della vita in casa e
nell’ambiente gestito dall’uomo. Useremo detersivi e disinfettanti ecologici non nocivi ed elimineremo i rifiuti con
una seria raccolta differenziata.
I
n cucina per nutrire corpo e anima. E come nel
corpo è importante equilibrare le energie contrarie
(ad esempio nella teoria del Feng Shui lo Yin e lo
Yang, ndr), in cucina odori, spezie, colori e sapori si
combinano sprigionando energia. E’ bene, innanzitutto,
iniziare dal presupposto che la cucina deve essere
protetta dall’energia in arrivo, come quella che entra
dalla porta d’ingresso e che potrebbe risultare nociva.
L’energia si sposta compiendo moti rotatori attraverso
lo spazio o ad onda. E’ buona norma tener presente che
il calore e i vapori sprigionati durante la cottura dei
cibi non dovrebbero “inquinare” il resto dell’alloggio,
14
ecoIDEARE - febbraio 2009
né affacciarsi su altri ambienti, come ad esempio il
soggiorno. Se ciò risulta inevitabile è bene avere una
porta da tenere chiusa quando si cucina.
Attualmente, nella progettazione della cucina
minimale, risulta esserci preponderanza di metallo
sui piani di lavoro, sui pezzi componibili, sulle ante,
per cui, dal punto di vista del Feng Shui, questa
eccessiva energia metallica crea uno squilibrio con le
altre energie. Nel seguire i dettami del Feng Shui, per
disporre gli spazi nella cucina bisognerebbe rifarsi
a cinque animali: serpente, tigre, fenice, drago e
tartaruga. Nella Cina classica, infatti, si pensava
DESIGN
simboleggiassero le stagioni: il serpente in realtà non
rappresenta una stagione, bensì il centro intorno al
quale ruotano le stagioni e la terra; la gamma di colori
va dal giallo al marrone. La tartaruga corrisponde
all’inverno, rappresenta l’acqua e i colori di riferimento
sono il blu o il nero. Il drago, invece, è la primavera,
rappresenta l’elemento legno e il suo colore è il verde.
La fenice è l’estate, è l’elemento fuoco e il colore
rappresentativo è il rosso. La tigre, infine, è l’autunno,
rappresenta l’elemento metallo e i colori di riferimento
sono il bianco e l’oro.
La parete dietro i fornelli corrisponde alla tartaruga,
dà sicurezza, e qui bisognerebbe posizionare la porta
di accesso alla cucina, ma mai direttamente dietro ai
fornelli, cioè alle spalle di chi cucina; infatti avere la
sensazione di essere colto di sorpresa e quindi di essere
vulnerabile, impedisce la concentrazione. Per ovviare
a ciò, è auspicabile l’uso di uno specchio che rifletta
l’ingresso alla cucina a chi sta ai fornelli, altrimenti
qualcosa che all’apertura della porta emetta un suono
( es. sonaglio). I fornelli si trovano contro la parete
della tigre, l’energia deve essere tenuta sotto controllo,
non devono stare sotto la finestra, dove invece trova
la posizione ottimale il lavello che però deve essere
protetto dall’incombenza dannosa di troppa luce
intensa. Se dovesse capitare di avere un’esposizione
ad ovest che impedisce di cucinare, senza essere
abbagliati da troppa luce solare, è il caso di inserire
protezioni davanti alla finestra, ad esempio piante,
soprammobili e naturalmente una tenda, che filtrino
l’intensità dei raggi al tramonto. Alla sinistra di chi
cucina c’è il drago ed è qui che si deve posizionare
l’elemento frigo, i mobili alti e le credenze, tenendo
presente che è bene non tener troppo vicini gli
elementi acqua e fuoco poiché generano movimenti
contrapposti: l’acqua ha l’energia che scende, il
fuoco quella che sale. Inoltre, la troppa vicinanza del
frigorifero ai fornelli causa un maggior consumo di
energia; per mantenere lo stesso rendimento si può
ovviare isolando le due superfici con materiali adatti,
quali il legno.
Per conservare le scorte alimentari si possono sempre
usare i cinque elementi; infatti la terra è un grosso
magazzino, come del resto la cucina e quindi la sua
energia è ideale per conservare. Nella Cina classica
accanto o sotto la cucina veniva creata una stanza
adibita a dispensa. L’idea della conservazione dei cibi
era un elemento altrettanto essenziale in Europa e Nord
America, ma purtroppo oggi spesso bisogna rinunciarci
per mancanza di spazio. I cibi immagazzinati in
contenitori di vetro, argilla e porcellana difficilmente
imputridiscono. Il tè e i cereali è bene conservarli in
barattoli di legno e bambù in quanto permettono il
passaggio dell’aria. Il sale e il pepe vanno conservati
in contenitori di ceramica. Acciaio, alluminio e
metallo risultano poco adatti alla conservazione di
Luce e verde davanti al piano di lavoro sono
l’ideale nella cucina ecosostenibile
Lavatrice Aqualtis-Hero di Hotpoint
Ariston con regolazione automatica di consumo
15
cibi. L’energia del metallo ha la
caratteristica di essere pesante e di
favorire la condensazione creando
dei campi di pressione internamente
al contenitore e interagendo con i
cibi, essi iniziano ad alterarsi. La
plastica, se di tipo ordinario, può
impregnare i cibi, mentre quella
di buona qualità può sostituirsi
alla ceramica. Gli ortaggi possono
essere ammucchiati sul pavimento
e dureranno più a lungo che nel
frigorifero. Esistono in commercio
dei cestini di canna da usare per
la lievitazione del pane o più
semplicemente come portapane,
oppure sacchi di cotone da
appendere su appositi appendisacco
in legno per mantenere i cereali.
Sarebbe bello cucinare nelle pentole
di rame, materiale altamente
riciclabile che non ha implicazioni
allergeniche.
Infine la cucina verde consente
un risparmio energetico
del 70 per cento grazie
all’ottimizzazione nell’uso di
calore e acqua ed all’integrazione
tra elettrodomestici. Il calore e il
vapore di cottura vengono
Green cocking di Whirpool
infatti recuperati da una piccola
serra pensile che garantisce un
microclima controllato tutto l’anno
per la crescita di piccole piante e
odori. Anche il figorifero, piccolo e
compatto, è direttamente collegato
ad un pensile per la conservazione
di frutta e verdura, mentre per la
cottura viene proposto il sistema
H2O, sorta di avveniristica pentola
a pressione abbinata ad una vasca di
lavaggio per verdure, entrambe in
grado di minimizzare e dosare
PANNELLO ECOLOGICO
Il Pannello Ecologico è
un prodotto tutto italiano,
nato grazie a un progetto
unico al mondo in grado di
armonizzare avanguardia
tecnologica e massimo
rispetto ambientale. Si tratta
di uno speciale pannello
realizzato interamente con
legno riciclato indirizzato al
settore dell’arredamento.
In questo modo nessun
albero viene abbattuto per la
produzione del legno, anzi ben
10.000 alberi ogni giorno sono
risparmiati solo arredando:
strano, ma vero!
Concepito dal Gruppo Mauro
Saviola, è stato il primo
prodotto al mondo ad ottenere
la prestigiosa certificazione
“FSC 100% recycled” - e quindi
16
ecoIDEARE - febbraio 2009
il relativo marchio che attesta
appunto l’utilizzo esclusivo di
legno postconsumo.
Sono, però, le sue nuove ed
evolute versioni a essere
destinate a farsi notare
nel mercato mondiale
dell’arredamento ecologico:
LEB e IDROLEB, ovvero i
pannelli ecologici truciolari a
più bassa emissione al mondo.
Le due evoluzioni del pannello
non hanno eguali al mondo
per i valori di emissioni che
esprimono, per le certificazioni
che hanno ottenuto, per le
garanzie di salvaguardia
ambientale che conferiscono
al mobile e a chi lo acquista.
A forza di piccoli passi la
soluzione è dietro l’angolo.
la giusta quantità d’acqua per ogni
cibo (dalla verdura alla pasta)
riducendo i tempi di cottura.
Al di sotto del lavello è inoltre
posizionata un’unità per il filtraggio
dell’acqua che, dopo un trattamento
antibatterico, viene conservata per
lavare le stoviglie e pre-riscaldata dal
calore residuo del compressore del
frigorifero, in modo da consentire un
risparmio del 30 per cento di energia
e l’utilizzo di acqua riciclata al 100
per cento per la lavastoviglie.
17
SUA ALTEZZA
Siamo andati a curiosare nel progetto più importante che
rivoluzionerà lo skyline di Milano e la zona del “fu quartiere
fieristico” e abbiamo scoperto quanta efficienza c’è dentro
18
ecoIDEARE - febbraio 2009
MILANO
ARCHITETTURA
di Fabio Vicamini
19
dell’acqua di falda tramite pompe di calore
per generare il calore e il raffrescamento degli
edifici residenziali con la scelta di utilizzare
elementi nuovi e qualificanti come l’utilizzo di
un unico terminale: il soffitto radiante.
Il secondo considera l’utilizzo dell’acqua
calda proveniente dall’inceneritore di Figino
tramite un sistema di teleriscaldamento che
stiamo concordando in questi giorni con A2A
per portare il calore alle torri e agli edifici
pubblici, calore che poi verrà anche utilizzato
d’estate per generare il condizionamento
necessario.
Infine sarà ampiamente impiegato un più
usuale sistema di pannelli fotovoltaici per la
produzione di energia per la zona residenziale.
Questo significa che non avremo
centrali termiche, non avremo centrali di
cogenerazione, non avremo produzioni di
CO2 e non avremo nessun tipo di emissione.
Sarà un quartiere che andrà ad acqua. Un
quartiere estremamente efficiente. Questo per
tutte e tre le torri e per tutta la residenza. Con
grandi risparmi sia in fatto di emissioni che di
risparmio energetico.
T
L’Arch. Marco Lanata - Direttore generale di CityLife
re grattacieli arriveranno a Milano
a sfiorare le stelle. Ecoideare ha
voluto incontrare la società, CityLife,
che si occuperà di portarli fino lassù. Da
capire c’è tantissimo e le notevoli polemiche
che un progetto come questo continua a
sollevare meritano una doppia attenzione.
Da una parte c’è chi dipinge le tre torri e
tutto il contorno come spaventosi ecomostri
e dall’altra c’è chi esulta perché finalmente
Milano ritornerà in modo moderno a
mostrarsi al Pianeta.
La nostra filosofia parte dal concetto che
se un progetto architettonico è portatore
di benessere, è studiato utilizzando tutti i
principi di sostenibilità ambientale, non
produce danni all’ambiente e utilizza
energie alternative ai derivati del petrolio
rientra a pieno titolo nel panorama
del potenzialmente “ben fatto”, poi
consideriamo l’aspetto estetico e funzionale.
E così chiediamo subito al Direttore
Generale di CityLife, Marco Lanata, quali
sono i sistemi impiantistici pensati per dare
energie, calore e raffrescamento al sistema
di edifici che verranno realizzati.
Ci sono tre elementi fondamentali che abbiamo
portato avanti nel sistema complessivo
del progetto. Il primo considera l’utilizzo
20
ecoIDEARE - febbraio 2009
Come funziona il sistema di
teleriscaldamento che avete ipotizzato con
A2A?
Il sistema è semplice. A Figino c’è un
importante inceneritore di rifiuti. Qui con il
calore generato dai forni d’incenerimento
viene prodotta acqua calda che tramite una
rete di tubazioni verrà trasferita a CityLife
per essere utilizzata nel nuovo quartiere.
D’inverno per riscaldarle. Si sta valutando con
A2A la possibilità di utilizzare gli assorbitori
per produrre il freddo, in quanto tale soluzione
risulta molto interessante sia sul punto di
vista tecnico che da quello ambientale, ma
dev’essere compatibile dal punto di vista
economico.
In che classe energetica si collocheranno gli
edifici in progettazione?
Sicuramente gli edifici residenziali saranno
tutti in classe A, le torri rientreranno
probabilmente in classe B. Considerando che
su edifici fortemente vetrati come le torri ad
uffici è difficile fare meglio.
Un bell’esempio per tanta edilizia
Milanese...
Si, tutto il progetto verrà declinato secondo
le più moderne attenzioni verso l’utilizzo di
fonti alternative e il risparmio energetico:
CityLife intende perseguire il raggiungimento
di standard qualitativi di eccellenza per il
ARCHITETTURA
comfort ambientale e per il risparmio energetico anche
nell’ottica di una valorizzazione commerciale del
prodotto.
Quali sono i sistemi utilizzati nelle torri per
raggiungere questo ottimo grado di efficienza
energetica?
Verranno perseguiti due sistemi di massimizzazione
dell’efficienza energetica: uno attivo di cui abbiamo
ampiamente parlato e uno passivo. Per quanto riguarda
le facciate vetrate delle torri ad esempio quella di
Isozaki, utilizzeremo pannelli di vetro speciali a doppia
camera. Poi per quanto riguarda i materiali ci saranno
diversi progetti relativi all’utilizzo di materiali speciali,
intonaci, coibentazioni, la riduzione degli indici di
trasmittanza delle facciate vetrate e quant’altro. Tutto
però verrà più chiaramente definito in fase di progetto
esecutivo.
Chi è il responsabile del progetto energetico?
L’ing. Alessandro Guffanti coordina il team
impiantistico di Tre Torri Contactor.
Per quando verrà pronto il quartiere?
Abbiamo un preciso impegno con l’amministrazione
Comunale che ci impone come obiettivo la fine del 2014.
Un aspetto importante è quello che riguarda lo
spazio dedicato al verde e soprattutto al verde
utilizzabile da tutta la cittadinanza.
Il progetto cosa prevede?
Il parco pubblico (completamente pedonabile come
tutta l’area nel suo insieme), avrà una dimensione di
oltre 150.000 mq. Nelle tre fasi del progetto (2004,
2005 e attuale) il parco è stato progressivamente
incrementato del 47% e in più sono stati fatti vari
interventi per migliorare l’accessibilità al verde dai
quartieri circostanti, cercando, inoltre, di migliorare
l’inserimento nella struttura viabilistica della città.
Il Prof. Vittorio Ingegnoli della Statale di Milano, poi,
CityLife offre alla città un nuovo modello di vivibilità sia per la residenza, che per il lavoro e il
tempo libero, realizzando il più grande intervento di riqualificazione ambientale e urbanistica
della storia di Milano prevedendo:
• Cinque aree residenziali
• Tre torri dedicate a funzioni business, di
cui una (Torre Libeskind) per la quale si sta
verificando la possibilità di adibirla a uso
alberghiero con soluzioni innovative dal punto di
vista ricettivo e residenziale
• Un inedito sistema di viabilità e di accesso agli
edifici totalmente interrato
• Un sistema di parcheggi in grado di servire
completamente abitanti, lavoratori e utenti della
zona e di assorbire buona parte anche delle
esigenze esterne.
• Una delle maggiori e più qualificate offerte
culturali e ricreative d’Italia
- Palazzo delle Scintille (Padiglione 3)
- Museo d’Arte contemporanea
- Nuovo Vigorelli
- Cinema e shopping di qualità
• Una serie di servizi per la vita della zona
- Nido e asilo
- Forze dell’ordine
- Poste
- Ristorazione
• Un parco pubblico di circa 150.000 mq
• L’area pedonale più grande a Milano e tra le
più grandi in Europa
21
ha fatto uno studio sul metodo di progettazione del
nostro parco ed è arrivato ad una conclusione per noi
importante. Ossia che un parco frammentato e con
molti golfi com’è previsto dal nostro progetto ha una
miglior efficienza ambientale rispetto un parco più
compatto.
A livello di trasporti cosa accadrà?
Nonostante una normativa vecchia che prevede vincoli
molto bloccati che rapportano i volumi edificati con
numeri precisi di posti auto pubblici siamo riusciti a
ridurre il numero di parcheggi dai 76.000 mq. iniziali ai
25.000 attuali incentivando così l’utilizzo dei trasporti
pubblici come la linea metropolitana 5 che arriverà a
servire la zona con una fermata apposita denominata le
Tre Torri.
Per lo smaltimento dei rifiuti e la raccolta
differenziata avete qualche iniziativa da segnalare?
Certo, stiamo pensando di utilizzare per il residenziale
un sistema di raccolta tramite tubature pneumatiche
che porteranno direttamente i rifiuti dalle case alla zona
di compattamento gestita dall’Amsa. Ci sarà quindi
un grande risparmio di movimentazione mezzi e di
personale addetto alla raccolta.
Parlando dell’aspetto del design degli edifici
ci sono state polemiche sulla scelta dei progettisti
che ha portato a sacrificare i valori italiani in favore
dell’utilizzo d’importanti star dell’architettura
internazionale come Daniel Libeskind, Zaha Hadid
e Arata Isozaki. Perchè questi nomi?
Innanzitutto un ruolo importante è stato dato a Pier
Paolo Maggiora. La nostra scelta è stata quella di far
incontrare linguaggi diversi, evitando il singolo gesto
creativo, per dare invece maggiore valore al confronto
tra culture. Infine importanti riferimenti alla cultura
italiana sono presenti nei progetti: ad esempio nella
torre di Libeskind la parte arcuata, oltre che essere un
innovativo sistema per far ombra su se stessa nell’asse
verso sud, richiama il progetto di Leonardo proposto
(e poi non realizzato) per la copertura del tiburio del
Duomo di Milano non andata. Consideriamo poi che
Libeskind è un milanese d’adozione, innamorato di
Milano dove ha vissuto per cinque anni e ha lo studio.
Madonnina Duomo
109 m
22
ecoIDEARE - febbraio 2009
Grattacielo Pirelli
127 m
Il plastico dell’intervento
visionabile presso lo
spazio CityLife di
Piazza Cordusio angolo Via
G. Casati a Milano
Ci dobbiamo preparare ad una nuova Milano?
Una Milano che sta finalmente muovendosi verso il
futuro. Appuntamento 2015.
Nuovo Grattacielo Regione
160 m
Nuova Torre Fiera
220 m
ARCHITETTURA
Dai rubinetti delle nostre case fuoriesce un liquido
di grande valore ma molti non lo conoscono fino in
fondo: questo liquido è l’acqua. Chiara, fresca, dolce,
pura, oligominerale e soprattutto molto economica.
Per Ecoideare abbiamo voluto incontrare Tiziano
Butturini neo Presidente di Amiacque una nuova
realtà che si occuperà di gestire, da come capirete,
in modo innovativo, gran parte delle acque della
Provincia di Milano e di alcune zone della Lombardia
CHIARE, FRESCHE, DOLCI...
ED ECONOMICHE
ACQUE MILANESI
di Fabio Vicamini
23
O
Tiziano Butturini
Presidente di Amiacque
La pubblicazione edita da
Amiacque e Fondazione Lida
“Milano come nel tempo l’acqua ha
trovato casa” dove sono raccolte le
immagini che raccontano i luoghi
dell’acqua di Milano: le foto che
accompagnano questo articolo sono
tratte da questo bellissimo libro.
24
ecoIDEARE - febbraio 2009
ggi quali sono gli impegni
importanti che deve portare
avanti come Presidente di
Amiacque?
Amiacque è appena nata, ma nasce già
grande perchè incorpora importanti
società operative nel settore
dell’acqua.
Si rivolge ad un gran numero di
utenze pari a circa 2.400.000 persone
nella Regione Lombardia. Con
Amiacque vogliamo sicuramente
dare migliore qualità a questo
servizio essenziale. Il compito di una
società pubblica è quello di elevare
il servizio in termini qualitativi ma
anche di fare dell’acqua il centro delle
attenzioni dal punto di vista culturale
e scientifico.
Le varie realtà coinvolte in
Amiacque e, alcune di esse, da
lei presiedute nel corso degli
ultimi anni hanno promosso tante
iniziative sul tema dell’acqua
non solo tramite comunicazioni
unidirezionali ma spesso
coinvolgendo, in vari modi e a vario
titolo, la cittadinanza a partire
ad esempio dalle scuole. E’ una
strategia comunicazionale che
proseguirà?
Si, il nostro compito non essendo
solo quello di dare un servizio ma
anche quello di generare cultura
sul bene acqua è diventato anche
quello di coinvolgere i cittadini nella
conoscenza di questo bene comune.
Ad esempio in questi giorni fino
a marzo abbiamo attivato presso
l’Acquario Civico di Milano un
laboratorio interattivo dell’acqua
molto visitato dai ragazzi, dalle scuole
e dalle famiglie che è l’anticipazione
di quello che sarà il LIDA del
percorso Milano Expo 2015. Il LIDA
sarà un Science Centre di ultima
generazione interamente dedicato
all’acqua e quello che abbbiamo
attivato all’Acquario civico in questi
giorni è un LIDA in piccolo che
coinvolge, in un percorso interattivo,
sia scientifico che ludico, tutti coloro
che vogliono un approccio all’acqua
che non sia solo epidermico ma
qualcosa di molto più profondo.
Quali sono gli obiettivi di crescita di
Amiacqua?
Amiacque vuole dare agli utenti
dei servizi in più, qualificandosi
come azienda pubblica. Abbiamo
fatto, come TASM, l’esperienza
delle Case dell’acqua nei parchi
pubblici. Queste sono un momento
di valorizzazione del bene acqua
che diventa fresca, frizzante, più
buona da bere e i cittadini possono
usufruirne gratuitamente. Vogliamo
con Amiacque entrare direttamente
in contatto con le persone e
proporre le Case dell’acqua a livello
condominiale in modo che i residenti
possano preferire l’acqua pubblica
piuttosto che quella in bottiglia.
Com’è l’acqua di Milano?
L’acqua di Milano è di ottima qualità.
I nostri controlli sono formidabili e
parlano di un’acqua oligominerale
sicura e adatta al consumo. L’utilizzo
sulle nostre tavole dell’acqua pubblica
permetterebbe alle famiglie un forte
risparmio economico, sia in costi
diretti, che di trasporto, facendo
risparmiare inoltre alla città di Milano
inquinamento dato dagli enormi
volumi di bottiglie da trasportare e
dalla grande quantità di bottiglie in
plastica e in vetro consumate.
Nella Casa dell’acqua c’è una
filtratura ulteriore o è esattamente
quella che esce dai rubinetti delle
case dei cittadini?
L’acqua è la stessa però non dovendo
percorrere lunghi tragitti, ma
provenendo direttamente dalle acque
che transitano dal contatore, non
rischia di subire il danneggiamento
dato da tubature vetuste che spesso si
trovano nelle condutture di vecchie
case e che possono danneggiare la
qualità dell’acqua.
Ci sono pericoli di inquinamenti
della falda?
I pericoli ci sono sempre, però, in caso,
interveniamo immediatamente e il pozzo
dove è avvenuto l’inquinamento viene
subito inibito, oppure l’acqua viene
filtrata e ritorna ad essere perfettamente
potabile. La situazione per cui è sempre
sotto controllo: disponiamo di ben 700
pozzi.
ARCHITETTURA
Un altro tema fondamentale è la
depurazione delle acque...
La depurazione delle acque
è fondamentale per la difesa
dell’ambiente, oltre che delle falde,
anche delle rogge e dei canali. La
depurazione è uno dei punti di forza
di Amiacque in quanto abbiamo
grandi e piccoli impianti che ci
consentono di avere un livello
ottimo di intervento e trattamento
delle acque.
Ho letto che avete dei laboratori
aperti al pubblico?
Si, abbiamo dei laboratori qui in via
Rimini 34 a Milano che sono aperti
al pubblico e che sono visitati dalle
scuole. Poi ne abbiamo altri presso
gli impianti di depurazione più
importanti.
Un cittadino se, quindi, si riunisce
in un gruppo può venire a conoscere
in dettaglio come funzionano i
metodi di controllo, verifica e
analisi delle acque.
Poi abbiamo appena inaugurato,
fino a fine marzo, presso l’Acquario
Civico di Milano, “Splash!”, un
laboratorio interattivo che racconta
il mondo dell’acqua, aperto a
chiunque voglia fare esperienza e
conoscenza.
Siete anche molto vicini al mondo
dell’arte con molte iniziative.
Di recente avete pubblicato un
bellissimo libro dal titolo “Milano
come nel tempo l’acqua ha
trovato casa” di cosa si tratta?
Il libro è stato pubblicato da
Fondazione LIDA, una delle realtà
collegate ad Amiacque. Il nostro
proposito è quello di documentare
la realtà dell’acqua nella grande
Milano: fontane e piazze in
particolare - per rappresentare
anche esteticamente - il significato
forte che ha la presenza dell’acqua
in questa Metropoli. Il tutto
è raccontato sul libro sia in
termini fotografici che in termini
storiografici.
Il libro chiude in modo significativo
con le Case dell’acqua sia con
quelle realizzate nei vari Comuni
che con i progetti di Casa dell’acqua
ideate dagli studenti dell’Accademia
di Brera, proposte che abbiamo
esposto al Pavillon del l’Eau de
Paris insieme con la nostra similare
azienda parigina che è Eau de Paris
e ci ripromettiamo di sviluppare
questo progetto nella dimensione
internazionale.
Il libro è una edizione di pregio e
può essere acquistato sul nostro sito
oppure tramite importanti librerie
come quella di Palazzo Reale.
Avete quindi molte attenzioni
verso l’arte e la creatività (due
temi che stanno particolarmente
a cuore alla nostra rivista): è una
formula che utilizzate anche per
comunicare?
Certamente: l’arte è formidabile
dal punto di vista dell’efficacia
del comunicare e l’acqua è arte
anch’essa per cui c’è un diretto
Sopra: la locandina della
mostra “Anima dell’acqua” in
corso a Palazzo Reale a Milano
Sotto a sinistra: la fontana di
Piazza San Celso a Milano
Le case dell’acqua sono a:
BUCCINASCO
Via Emilia ang. Via Vivaldi
PARCO DI ALICE
CESANO BOSCONE
Via Amerigo Vespucci
AREA EX CASCINA BROGGI
CORSICO
Via Alzaia Trento ang. Via Matteotti
AREA STELLA
MELEGNANO
Parco di Viale Lombardia
OPERA
Via S. Bernardo - BOSCO IN CITTA’
PIEVE EMANUELE
Via Leoncavallo - PARCO DELLA PACE
ROZZANO
Via Perseghetto - PARCO 2
SAN DONATO MILANESE
Via Maritano - AREA VERDE
SAN GIULIANO MILANESE
Via Trieste ang. Via Montenero
PARCO CAMPOVERDE
TREZZANO SUL NAVIGLIO
Via IV Novembre
PARCO 1° MAGGIO
VIZZOLO PREDABISSI
Piazza Puccini
PARCO PUCCINI
25
connubio. L’acqua ad esempio
nelle piazze diventa una forma
d’architettura, una forma d’arte e
quindi questo connubbio è proprio
insito nella realtà stessa delle cose.
Sopra: uno dei progetti
premiati tra le proposte degli
studenti dell’Accademia
di Brera per una possibile
interpretazione della Casa
dell’acqua.
Sotto: uno scorcio della
fontana di Piazza Primo
Maggio a Casorezzo.
Adesso a Milano c’è
un’importante mostra a Palazzo
Reale sul ruolo dell’acqua
nell’arte dal titolo: “Anima
dell’acqua” da Talete a
Caravaggio, da Segantini a Bill
Viola”: voi avete avuto un ruolo
in questa mostra?
Come Amiacque e Fondazione Lida
abbiamo sostenuto e sponsorizzato
questa mostra che è collegata
all’iniziativa che con fondazione
Lida abbiamo attivato all’Acquario
Civico di Milano.
Quali sono i motivi forti per i
quali un cittadino deve capire
che è preferibile utilizzi l’acqua
dell’acquedotto per i suoi consumi
quotidiani se vuole dare un
contributo alla salvaguardia
dell’ambiente?
Innanzitutto al di là del contributo
all’ambiente si deve capire l’aspetto
personale. L’acqua potabile della
rete è un’acqua universale ossia
adattabile mediamente a tutte le
persone. Non è specifica, come
molte acque minerali, per la cura
di patologie particolari ma è
adatta a tutti. Le acque minerali in
molti casi, invece, hanno un ruolo
curativo e possono essere più o
meno adatte a ciascuno di noi.
Oggi beviamo l’acqua minerale
in base alla pubblicità, mentre
dovremmo sforzarci di capire
qual è il loro aspetto caratteristico
e quanto ci possono fare più o
meno bene. Dopodichè sul piano
delle consapevolezze e delle
compatibilità ecologico ambientali
è evidente che il pianeta è uno e
quindi più si evitano le produzioni
di rifiuti più si favorisce l’ambiente.
Poi è chiaro che nessuno demonizza
nessuno e del resto anch’io, in
parte, consumo acqua minerale. Ma
l’uso esclusivo dell’acqua minerale,
se non in presenza di particolari
patologie, è un’emerita sciocchezza
nella situazione milanese. Se
fossimo altrove, dove c’è scarsità
d’acqua allora dovremmo fare altre
valutazioni.
Prima ha accennato al progetto
LIDA per l’Expo 2015: di cosa si
tratta?
L’Expo di Milano è dedicata
all’alimentazione. Il nostro
contributo a Milano e all’Expo
è LIDA. Un Science Centre di
grande livello scientifico che si
realizzerà anche tramite un’intesa
con le Università milanesi. Con
una previsione di ben 300.000
visite all’anno si propone per una
dimensione Internazionale. Abbiamo
previsto che al suo interno ci saranno
dei tutor che accompagneranno le
scuole e chiunque voglia andare a
visitare il LIDA. Quindi pensiamo
che Expo Milano possa avere
questa proposta d’intrattenimento
culturale e scientifico che Milano
in questo momento non offre e
che il Museo avrebbe anche la
possibilità di attirare un turismo
scolastico internazionale. Noi, per
fare questo, abbiamo costituito una
fondazione che è Fondazione LIDA
con l’obiettivo di dare a Milano
in zona Assago, vicino all’attuale
Palazzetto dello Sport, uno spazio
di 5.000 mq di superficie coperta
e 23.000 di superficie esterna più
42.000 mq di superficie depuratore e
aree verdi e viabilità completamente
dedicati all’acqua e allo sviluppo
di un progetto unico al mondo
esclusivamente dedicato a questa
risorsa preziosa.
Sulla destra: sopra l’area di
Assago dove verrà realizzato
dalla Fondazione Lida per
l’Expo 2015 lo Science Centre
completamente dedicato
all’acqua.
Sotto un disegno del progetto.
26
ecoIDEARE - febbraio 2009
ARCHITETTURA
Quest’anno era l’anno dell’acqua
con il grande evento dell’expo di
Saragozza...
Naturalmente sono andato a
visitarla. Si fa molta polemica sul
numero di visitatori, ma il problema
non è il numero bensì cosa rimane
alla città dopo un evento simile,
sia a livello di miglioramento
urbanistico e territoriale, sia a
livello di immagine internazionale.
E oggi Saragozza è molto
migliorata. Nello stesso modo,
per parte nostra, vorremmo che
a Milano dopo l’Expo rimanesse
uno Science Centre LIDA di valore
internazionale che permettesse
di migliorare l’offerta turistico
culturale della nostra città.
Di recente lei ha siglato come
Presidente di Fondazione Lida,
presso la Villa Reale di Monza,
un accordo con la Fondazione
Principe Alberto di Monaco;
quale significato e opportunità
porterà questa intesa?
La Fondazione LIDA per portare
avanti i suoi obiettivi cerca di
sviluppare delle partnership
internazionali di valore. In questo
senso abbiamo ritenuto che con
la Fondazione Principe Alberto di
Monaco che è stata costituita un
paio di anni fa sui temi ambientali
potessero attivarsi importanti
collaborazioni e sinergie anche a
livello internazionale.
La presenza del Principe Alberto
poi sicuramente permetterà di dare
ulteriore visibilità di immagine
alle varie iniziative che porteremo
avanti.
Da quanto ho capito il 2009 sarà
un anno importante per l’acqua!
Posso offrirle qualcosa da bere?
Acqua del rubinetto grazie.
Sotto: una suggestiva
immagine del laghetto di
Villa Belgiojoso di Via
Palestro a Milano
27
IL PROGETTO
BIOSOSTENIBILE
E’ ECO-SERVITO
di Valentina Rossari
Affrontare le tematiche ambientali legate al riscaldamento terrestre è
diventato un impegno sistematico anche nel settore delle costruzioni: cresce
la necessità di consegnare alle generazioni future edifici a basso consumo
energetico, pensati e costruiti con materiali che danneggino l’ambiente
il meno possibile. Il termine green building a livello internazionale indica
l’edificio progettato, costruito e condotto in modo sostenibile ed efficiente
e certificato come tale da un Ente Terzo indipendente. In Italia viene
presentato come bioedilizia, bioarchitettura e, come potete leggere nel titolo,
progettazione biosostenibile.
LA CASA PASSIVA
La casa passiva segue i dettami dell’ecosostenibilità
ed indica quella abitazione che, pur senza alcun
impianto di riscaldamento tradizionale quale caldaia
e termosifoni o altri collaterali, assicura comunque
il benessere termico con efficaci metodi alternativi. Il
termine “passiva” è riferito al fatto che l’abitazione
è soggetta ad apporti di calore di tipo passivo quali
irraggiamento solare (finestre, pannelli solari o pompe
di calore), funzionamento di elettrodomestici a basso
consumo energetico, gestiti da un impianto domotico e
la stessa presenza degli occupanti.
Inoltre le stesse caratteristiche di costruzione della
casa devono seguire delle regole fondamentali con
l’utilizzo di appositi materiali ermetici ed atossici. In
Italia vengono seguite le norme di calcolo, valutazione
e certificazione dei nuovi edifici emesse da:
CasaClima (KlimaHaus)
Le categorie CasaClima identificano il grado di
consumo energetico di un edificio secondo i parametri
della tabella che segue e che indica le necessità per
mq/anno di gasolio o di gas.
CasaClima Oro Fabbisogno energetico inferiore di 10
kWh/m2a / Casa da 1 litro
CasaClima A Fabbisogno energetico inferiore di 30
kWh/m2a / Casa da 3 litri
CasaClima B Fabbisogno energetico inferiore di 50
kWh/m2a/ Casa da 5 litri
28
ecoIDEARE - febbraio 2009
LA CASA INTELLIGENTE
Il supporto della domotica
La domotica è la scienza che studia tutte quelle
tecnologie che ci migliorano la vita sia in casa sia
all’esterno, negli ambienti nei quali è consolidata
la presenza dell’uomo. La casa “intelligente” è il
nostro ambiente domestico nel quale impianti ed
apparecchiature (apertura e chiusura porte e finestre,
accensione e spegnimento elettrodomestici, ad
esempio) sono in grado di interagire tra di loro in
modo sia parzialmente che completamente autonomo.
In quest’ultimo caso sono presenti sofisticati
sistemi informatici con programmi dinamici di
autoapprendimento.
L’AUTOMAZIONE DEGLI EDIFICI
Anche un intero edificio può essere gestito da
“programmi intelligenti” che consentono la gestione
coordinata, integrata e computerizzata dei vari impianti:
climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia,
reti di comunicazione a tutti i livelli ed impianti di
sicurezza. Con l’utilizzo di queste nuove tecnologie si
assicurano la qualità sia dell’abitare che del lavorare
unite a comfort e sicurezza garantiti da un notevole
risparmio energetico.
ARCHITETTURA
HOME SWEET HOME
FENG SHUI E BIOARREDO
L
’arredo della nostra casa
dovrà rispettare la natura
e perciò utilizzeremo
materiali e tecniche non nocivi
per la salute dell’uomo e non
inquinanti. In questo ci sarà di
aiuto seguire i dettami di una
antica arte cinese di progettazione
degli edifici e dei loro spazi, il
Feng Shui, che è stata recepita
e fatta propria dalla neonata
bioarchitettura. Feng Shui
letteralmente significa vento
ed acqua, i due elementi che
hanno plasmato la forma del
territorio. L’acqua è la quiete, il
vento il movimento, quindi sono
opposti, lo Yang e lo Yin alla base
dell’armonia universale. Gli oggetti
considerati senza vita, statici,
come un tavolo o una lampada,
emanano una propria energia,
simile a quella elettromagnetica
e differente secondo la forma
(quadrata, rettangolare, triangolare,
sferica). Il Feng Shui ci insegna,
nel nostro appartamento, come
stabilire un corretto equilibrio
per la circolazione dell’energia
indicandoci spazi ed oggetti sui
quali intervenire.
L’appartamento ideale
Il nostro appartamento ideale
dovrà avere pareti preferibilmente
in cartongesso e intonacate con
colori naturali ed atossici. Un buon
impianto di domotica, integrato
con le norme del Feng Shui, ci
permetterà di trarre il massimo
vantaggio energetico e di risparmio
nella gestione casalinga.
L’ingresso
La posizione dell’entrata deve
favorire l’ingresso delle positività
(dette Chi) e per questo la porta,
deve aprirsi verso l’interno.
Accertatevi che la porta non sia
davanti ad uno specchio, alla porta
del bagno, ad una colonna o di
fronte ad una scala.
Il corridoio
Distribuisce l’energia positiva del
Chi nell’appartamento. Le pareti
devono essere luminose e chiare.
Per l’illuminazione, indicati i
faretti nel soffitto.
La cucina
Deve essere distante dall’ingresso:
se situata vicino all’entrata
principale viene investita da un
eccesso di energia che porterebbe
i residenti a mangiare troppo.
I materiali di arredo secondo i
biodesigner dovrebbero essere
laminati e cromati, specie nelle
cucine minimali nelle quali
il metallo è fondamentale.
L’arredo cucina ed i fuochi non
devono essere collocati di fronte
all’accesso al locale. I fornelli,
o fuochi del piano cucina a gas,
non dovrebbero essere vicino al
lavandino o al frigorifero perché
i due elementi, fuoco ed acqua
non si combinano bene. Qualora
ciò fosse inevitabile, la negatività
può essere interrotta dividendo i
due elementi con un rivestimento
a pannelli. Gli elettrodomestici
saranno di tipo domotico integrati
nel circuito dei dispositivi di
sicurezza dell’edificio.
La camera da letto
Il letto, collocato all’angolo a
destra opposto all’ingresso della
stanza, non fruisce di luce solare
diretta, perché troppa energia
disturba il sonno. E’ bene evitare
che lo spigolo di un mobile sia
puntato verso il letto in quanto le
punte generano onde d’energia
nocive al dormiente. Sono invece
indicate le forme morbide e
arrotondate. La camera da letto
non deve mai essere prevista sopra
una cucina o una caldaia: inoltre,
attenzione, fili e prese elettriche
devono essere distanti dal letto, e
in particolare non dietro la testiera.
Lo stesso vale per televisore,
radiosveglia e telefono cellulare:
lontano dal letto!
La camera dei bambini
Il letto dei bambini non va mai
messo sotto la finestra né vicino
alla porta. La stanza deve avere
un buon spazio libero. Gli arredi
saranno in legno naturale (quello
lavorato contiene formaldeide
in quantità che possono risultare
nocive per i piccoli). I colori
delle pareti varieranno dal verde
chiaro al rosa e all’azzurro, tinte
assolutamente delicate.
Lo studio
Qui si seguono regole di assoluto
buon senso generale: abbondante
luce naturale dalle finestre e
scrivania illuminata da luce diretta.
Per le pareti buone le tonalità del
giallo, dell’arancio e dell’azzurro.
Il bagno
Qui l’energia del Chi si diffonde:
è il luogo della purificazione
e l’ambiente deve essere ben
illuminato con lampadari e
appliques. Le pareti dovranno
essere dipinte con tonalità
che ricordano l’acqua, tutte le
sfumature del blu, dell’azzurro
e del verde. La porta del bagno
deve essere sempre tenuta chiusa e
nascosta da una pianta se è visibile
dall’ingresso dell’appartamento.
29
vista per voi:
MATRIX NATURA
di Marina Shafik
Quando le opere
nascono e vengono
costruite
con la natura
L’arte è l’espressione più intima e più intensa di tutte le forme di comunicazione.
E’ un linguaggio eterno e che ci parla dell’uomo a partire dal suo microcosmo
interiore, considerato in tutte le sue più sottili psicologie, fino ad arrivare
all’Universo inteso nella sua concezione più vasta sia materiale che immateriale.
La nostra rivista che intende proporre un approccio alla vita che consideri la
profondità dell’essere umano, e il rispetto dei valori dell’ambiente, si propone di
condurvi di numero in numero a vistare quelle mostre che portino a compimento
questo significativo confronto all’interno del percorso artistico.
D
al latino matrix deriva il termine matrice che va
inteso come principio e origine. Gli artisti provenienti
da tutto il mondo che hanno preso parte alla
diciottesima edizione della rassegna annuale Miniartextil,
curata da Luciano Caramel, si sono infatti rivolti alla natura
come essenza e forza generatrice, in un dialogo non solo
estetico ma anche etico con l’ambiente naturale. L’iniziativa
li ha portati a confrontarsi, in particolar modo attraverso
l’utilizzo di tecniche proprie della tessitura, sul tema così
attuale e delicato della salvaguardia e protezione del nostro
pianeta.
La Giuria della mostra internazionale d’arte tessile
contemporanea ha selezionato 54 opere di piccole dimensioni,
i cosiddetti minitessili, nucleo fondante della mostra, tra le
456 adesioni pervenute da artisti di 51 Paesi. La rassegna ha
avuto luogo dal 27 settembre al 16 novembre nella chiesa di
San Francesco a Como, culla della produzione tessile, e verrà
< Traudel Lindauer, Just for now
Mirjana Spadijer, La graine de mirage >
30
ecoIDEARE - febbraio 2009
ARTE
31
Nobuko Ueda, Fiber as life
ospitata in diverse città e sedi espositive europee. La
prossima tappa sarà la Francia, infatti dal 12 febbraio
al 6 marzo queste splendide opere, nate nella natura
e costruite con la natura, potranno essere ammirate
presso l’Hotel de Ville di Montrouge.
Non solo piccole opere concettuali, ma anche sculture
e installazioni si sono offerte allo sguardo dei visitatori
rivelando linguaggi e mondi ricchi di forza espressiva
e di intensa sintesi poetica. Un esempio ci viene fornito
dall’artista scozzese Fiona Kirkwood che crea la sua
installazione utilizzando come elemento base centinaia
di semi appartenenti alla Trichilea, pianta molto diffusa
nella sua terra d’elezione; il Sud Africa.
Biruté Sarapiene, Leafy
L’artista sceglie quindi di iniziare dal seme, dall’origine
non solo della natura, ma anche della vita stessa. Fra
le altre installazioni spicca la magica Città dei profumi
di Medhat Shafik, dove “le essenze nella loro pluralità
cromatica e olfattiva tracimano e fluttuano nell’aria
in una sorta di democrazia dei profumi, metafora di
un’anelata armonia globale”.
Tra i minitessili, di grande rilievo è L’opera Leafy,
realizzata in carta e juta da Biruté Strapiene, che
vince il Premio Antonio Ratti 2008 distinguendosi per
la poetica leggerezza con cui evoca la melanconica
metamorfosi nella fertilità della natura. Inoltre la Giuria
attribuisce il Premio Arte&Arte all’artista Valerie Buess
che con il suo minitessile Perfect as it is mostra la
perfezione strutturale e formale della natura i cui semi
evocano e vengono presentati come preziosi gioielli.
Tra gli interventi più significativi è senza dubbio da
segnalare l’installazione di Giuliano Mauri, la cui
cattedrale vegetale si innalza dall’abside della Chiesa
di San Francesco come imponente omaggio alla Natura.
Una rassegna quindi che si distingue non solo per la
bellezza e l’elevata qualità delle opere presenti, ma
anche per l’impegno etico e il forte e attuale messaggio
che vuole comunicare, ovvero la salvaguardia
dell’ambiente e quindi dell’uomo per non dimenticare
mai le nostre origini e in modo da rapportarsi in
maniera più equilibrata e consapevole con noi stessi,
con gli altri e ovviamente con la Natura.
1 - Peppe Perone, Senza titolo
2 - Luciana Costa Gianello, L’istinto del fuoco
3 - Fiona Kirkwood, Inceptions, foto con l’artista
4 - Medhat Shafik, La città dei profumi
5 - Marialuisa Sponga, Hùmus
6 - Maria Barbara De Marco, Hùmus
< Giuliano Mauri, Ombre
32
ecoIDEARE - febbraio 2009
ARTE
1
2
3
4
5
6
33
PHILIPPE PASTOR
L’arte che salva le foreste
di Laura Marinaro
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ecoIDEARE - febbraio 2009
ARTE
Dopo la mostra di sculture a Milano, si
prepara ad un anno di esposizioni ed
eventi per l’ambiente in tutto il mondo
“N
Sopra: Philippe Pastor
Le installazioni di Philippe Pastor sono
spesso uutilizzate per realizzare eventi
dove vengono coinvolte le scuole.
on ci rendiamo conto che distruggiamo
tutto. Il mare, il cielo e la terra. Oggi, il
disordine è all’ordine del giorno. Ogni
mattina, vado nella foresta e osservo questa nostra
natura, bruciata, ferita, violentata dall’uomo. Il tempo
a disposizione è poco, più o meno 30 anni, prima di
arrivare al punto di non ritorno”.
Con queste parole pronunciate davanti alle Nazioni
Unite lo scorso 8 maggio 2008, Philippe Pastor, artista
monegasco di 48 anni, impegnato nel sociale con
“l’Art & Enviroment Association”, testimonia il suo
impegno per l’ambiente. All’ecosostenibilità Pastor
ha dedicato una mostra organizzata al Palazzo delle
Stelline di Milano, a dicembre scorso, dal titolo “Alberi
Bruciati”. Protagoniste proprio una serie di sculture,
emblematiche della distruzione della foresta e del suo
impegno a favore del programma delle Nazioni Unite
per l’ambiente.
Le sculture in mostra fanno eco alle sue pitture su carta.
Sono realizzate con tronchi d’albero bruciati nella
foresta della Garde Freinet (nel massiccio dei Maures,
nel sud della Francia) devastata dal 2003 da incendi, sia
dolosi, che provocati dalla negligenza dell’uomo. Nella
scultura l’artista restituisce a questi alberi centenari
vita e dignità. Nell’ambito dell’UNEP (programma
delle Nazioni Unite per l’Ambiente), gli Alberi Bruciati
girano il mondo in occasione di mostre destinate a
sensibilizzare il pubblico, attraverso il linguaggio
universale dell’arte, sui danni causati dagli incendi
delle foreste e sulla necessità di preservare le risorse
ambientali.
Perfettamente in linea col messaggio di Pastor anche
la campagna “Piantiamo per il Pianeta”, per ripiantare
un miliardo di alberi a livello mondiale e combattere
i cambiamenti climatici, di Wangari Maathai, premio
Nobel per la pace e fondatrice del Green Belt
Movement, di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco e
degli esperti in campo agro-forestale.
Con le sue sculture, Pastor va oltre la semplice presa di
coscienza dei problemi ambientali e propone non solo
una riflessione su tutte violenze che l’uomo fa subire
alla natura, ma anche su quelle che egli fa subire a se
stesso. Questi tronchi neri calcinati sono il riflesso di
una società malata dove gli individui bruciano la loro
vita e si autodistruggono.
Philippe Pastor ha creato l’associazione “Art et
Environnement “ che, attraverso eventi culturali, vuole
sensibilizzare il pubblico sulla necessità di proteggere
il nostro pianeta. Una parte dei profitti dalla vendita
35
dei Alberi Bruciati è quindi restituita all’associazione per
consentirle di finanziare progetti di rimboschimento e
di partecipare a progetti educativi in materia ambientale
(ad esempio la giornata “100 alberi per il pianeta” a
Gassin con Derbez-Vivaio). E impegnato nel progetto
pilota Huruma con il patrocinio del PNUE, 20 mila alberi
finanziati dall’associazione sono stati piantati nelle foreste
di Karura e di Ngong, Nairobi in Kenya, contributo
per la nascita di 110 mila alberi. Questo lo slogan della
campagna: Un euro vale un albero piantato!
Non solo scultura. Dopo avere presentato la serie dei
Taureaux in giugno 2007 alla 52esima Edizione della
Biennale di Venezia, serie in cui l’artista decifrava i codici
dell’apparire, l’opera di Philippe Pastor si fa sempre più
impegnata utilizzando il linguaggio dell’art brut. L’ultima
serie di tavole dal titolo “Il cielo guarda la Terra” è una
visione della rovina quasi programmata della natura.
L’artista è afflitto dalle tragedie che colpiscono ogni
giorno il pianeta e dallo stato del mondo. Il messaggio è
cupo, i colori vivaci. “Non sono negativo e non soffro,
- dice - sono soltanto sensibile a tutto quello che accade
attorno”.
I suoi quadri, realizzati su compensato marino, sono
fuori dai canoni classici e dopo essere stati ospitati a
Londra stanno per sbarcare nella Open Gallery di New
York. Pigmenti puri combinati con altri materiali come
terra, sabbia, rete metallica, schegge di legno, cartone
e metallo arrugginito, rappresentano la terra soffocata
dall’inquinamento mentre una rete metallica ci ricorda i
limiti imposti dalla nostra società.
36
ecoIDEARE - febbraio 2009
La foto di
Non c’è progetto nè ideologia che non
debba essere eco-sostenibile. Potrebbe
sembrare un controsenso ma, invece, dietro
questo concetto c’è una durissima legge:
quella dell’equilibrio.
Che sia ecologico, energetico,
architettonico o sociale, ma che sia un
equilibrio al quale si possa dare il senso
compiuto di stabile, che non abbia parti
dissonanti, differenze sconvolgenti...Anche
in ambito sociale una comunità umana ha
il suo equilibrio tra parti giovani e vecchie,
tra parti ricche e povere. Ma tutto e sempre
deve avere un equilibrio. Solo alla rottura
di questo equilibrio si possono valutare gli
sconvolgenti squilibri, ciò che è sfuggito
di mano, quello che non siamo riusciti a
controllare perchè abbiamo “forzato la
mano”, perchè non abbiamo ascoltato
quella legge. Solo in quel momento ci
rendiamo conto del danno fatto. Potrebbe
essere sia troppo tardi, anche se gli altri
ci dicono che il limite si è raggiunto,
noi abbiamo la percezione spesso che in
effetti tutto sia sempre più fragile sempre
più precario, sempre meno in equilibrio.
Rendiamoci conto che tutto dipende solo
da noi.
Max Peef
37
RINENERGY.
UN TEAM MOTIVATO VERSO
UN’ECOSOSTENIBILITÀ DA
DIFFONDERE.
L’ eco-sostenibilità è un tema complesso che coinvolge ricerca,
innovazione e azioni che riguardano l’atteggiamento verso la nostra
vita, quella delle future generazioni e del nostro pianeta.
E’ questo il pensiero alla base del lavoro di Rinenergy, che da anni si
batte per promuovere la sostenibilità ambientale e un radicale
miglioramento dello stile di vita.
Qui di seguito vi descriviamo chi siamo, quali sono i
nostri progetti e quali ambizioni abbiamo.
Se siete interessati ad approfondire o a collaborare
con noi non esitate a contattarci. Sarà un piacere poter
contare anche solo su una persona in più per portare
avanti il nostro discorso sull’eco-sostenibilità.
Rinenergy è un’associazione no profit volta a ideare e
realizzare progetti a favore delle tematiche energetiche
e delle fonti rinnovabili. Grazie a una fitta rete di
collaborazioni, l’associazione è uno strumento
attraverso il quale diffondere le conoscenze riguardanti
l’eco-sostenibilità e promuoverne i valori.
ECOIDEARE, IL PERIODICO
DI CULTURA E INFORMAZIONE
SUI PROGETTI E LE ATTIVITÀ
ECOSOSTENIBILI.
Rinenergy è da tempo impegnata nello sviluppo di
alcuni progetti quali Ecoideare, Saving Art, Ecchotel
System, le attività formative e convegnistiche.
Per la realizzazione dei progetti si avvale dell’apporto
di BrandEvolution, società di comunicazione che ha
maturato una lunga esperienza nel settore costruendo
strategie e svolgendo attività su importanti progetti
nazionali e locali.
Questo ha permesso di creare un polo specialistico
interessante in cui capacità propositiva, attenzione al
sociale e capacità operativa trovano un comune denominatore.
E
coideare è la rivista diretta a coloro che amano
l’ambiente e si tengono informati su tutte le
novità e i progetti riguardanti ecologia, fonti
rinnovabili e consumo critico. Verrà distribuita tramite
un circuito di punti vendita che propongono prodotti e
servizi legati alla sostenibilità e tramite altri importanti
canali istituzionali e non quali: Comuni, Ordini degli
Architetti, Associazioni industriali, Associazioni
commercianti, Artigiani e Aziende. Si propone ai
lettori come mezzo innovativo nell’ambito di una
comunicazione mediatica spesso di parte, uniformata e
poco propositiva nel settore ambientale.
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ecoIDEARE - febbraio 2009
ENERGIA
SAVING ART
Saving Art nasce dall’idea di arte come linguaggio
universale e fondamentale mezzo di libera
espressione – attraverso cui diffondere messaggi e
valori legati all’ecosostenibilità e alla
salvaguardia dall’ambiente (tramite il coinvolgimento
di artisti e Comuni) con l’obiettivo di creare un
museo d’arte diffusa ambientale che abbia Milano
come centro propulsore, attirando così l’attenzione di
media ed entourage culturali;
ecchotel
system
Ecchotel System è un educational itinerante volto
a informare manager e proprietari alberghieri sulle
tematiche di risparmio energetico e sostenibilità
alberghiera, fornendo i presupposti per diventare
Hotel Sostenibile. Sensibilizza, inoltre, i cittadini
sull’importanza di un turismo che rispetti l’ambiente;
Rinenergy Academy
Rinenergy Academy fornisce supporti e contenuti ai
centri di formazione professionale, specifici moduli
didattici rivolti a energy manager e certificatori
energetici, corsi tematici legati a specifiche esigenze
aziendali e corsi di Formazione Verde per il settore
Turistico Alberghiero;
Rinenergy Congress
Rinenergy Congress vede l’associazione impegnata
da anni nell’organizzazione di congressi e convegni
nazionali che rappresentano un appuntamento al
quale convergono esperti appartenenti ai mondi
dell’economia, delle istituzioni, del commercio,
dell’industria e della ricerca, ma tutti operanti nel
contesto dello sviluppo delle energie rinnovabili.
Rinenergy Network Convegni
Il Network Convegni “Oltre le Fonti Rinnovabili”,
attraverso una serie di eventi rivolti al mondo
dell’edilizia e organizzati all’interno delle principali
Fiere di settore, intende informare i professionisti sui
risultati delle ultime ricerche, sul corretto approccio
agli incentivi fiscali concessi, sui nuovi materiali e
sistemi produttivi per permettere un’applicazione
concreta dell’eco-sostenibilità.
Il gruppo dà, inoltre, la possibilità a Enti e aziende di
usufruire di alcuni servizi:
- la consulenza per lo sviluppo di propri progetti e
iniziative nell’ambito del marketing e della
comunicazione;
- una molteplicità di iniziative e progetti, per inserirsi
o collaborare, al fine di implementare la propria
attività;
- la disponibilità dei media del gruppo (editoria e web)
come strumenti indispensabili per
raggiungere specifici target e comunicare con essi;
- la consulenza nell’ambito della finanza agevolata,
nonché un supporto in previsione di bandi e gare;
- l’utilizzo di un database per la diffusione di
un’informazione mirata o dei database aziendali per
un affinamento della modalità di comunicazione.
Rinenergy Congress
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EcoNews
In diretta dal futuro
Nasce la prima casa domotica controllata dagli impulsi
cerebrali: l’ultima barriera del futuribile è diventata
realtà. Nei laboratori della Fondazione Santa Lucia
un gruppo di ricercatori, (diretto da Fabio Babiloni
dell’Università La Sapienza di Roma e da Maria Grazia
Marciano dell’Università di Roma Tor Vergata) hanno
creato un ambiente totalmente domotico che funziona
grazie alla sinergia fra una cuffia munita di elettrodi,
in grado di captare le onde cerebrali, e un computer che
legge l’impulso e invia il comando di azionamento del
dispositivo desiderato, dalla televisione allo stereo, agli
elettrodomestici oppure le luci e le tapparelle.
In futuro, la cuffia verrà abolita e sostituita da
piccolissimi elettrodi senza fili incollati sul cuoio
cappelluto. L’obiettivo dello sviluppo dell’ambiente
domotico è mettere a punto tecnologie, incluse
le interfacce fra cervello e computer, in grado di
sostituirsi ai nervi periferici e ai muscoli creando così
efficaci ausili per gli affetti da malattie traumatiche o
neurovegetative.
Visitando Milano
Cohousing – L’esperienza di Urban Village Bovisa 1
Co-housing: letteralmente significa la condivisione di
tutte quelle attività legate alla vita famigliare. Nello
specifico, significa vivere in complessi residenziali
nei quali i nuclei familiari, ciascuno con il suo
appartamento, condividono servizi e spazi comuni: sala
per riunioni, cucina, lavanderie, sale giochi per bambini
ed anche zona orto-giardino. Parte dello spazio può
anche essere dedicato a botteghe e studi professionali
realizzando, a tutti gli effetti, non solo co-housing ma
anche co-working! Totalmente realizzato in bioedilizia
e secondo i dettami del co-housing è il fabbricato
residenziale di 33 alloggi, corredato da parcheggio
interrato, che sta nascendo dalla ristrutturazione e
dall’ampliamento di un vecchio opificio della Milano
della prima metà del 900, in zona Bovisa. Sull’ampia
corte centrale si affacciano la piscina scoperta, il
solarium con docce e bar e i servizi in condivisione
condominiale quali lavanderia, micronido, orto, sala
hobby e palestra. La novità sta nel fatto che l’intero
progetto e la tipologia dei servizi offerti sono stati
modulati interpellando i futuri proprietari, sulla scorta
dei loro suggerimenti e delle loro necessità.
40
ecoIDEARE - febbraio 2009
Centro Direzionale in Via Santander
Quest’opera, su progetto dello studio dell’Architetto
Mario Cucinella di Bologna e con il termine dei
lavori fissato entro il prossimo anno, si fregia della
certificazione energetica degli edifici della regione
Lombardia (CENAD) di classe A, il grado più alto:
il complesso di uffici è distribuito su una piastra di
tre piani a forma di L che, sospesa da terra, poggia di
sette basamenti di forma irregolare delimitanti una
corte a giardino. Sono previsti anche 2 piani interrati
adibiti a parcheggio e archivio dati. L’ardita struttura,
basata sull’utilizzo delle nuove tecnologie indirizzate al
risparmio energetico, ha il tetto è interamente coperto
da pannelli fotovoltaici mentre i locali del Centro
fruiscono di climatizzazione interna garantita da pompe
di calore e da altre fonti rinnovabili.
Il Palazzo di Guna farmaceutici in Via Palmanova
L’intervento ha previsto la riqualificazione integrale
di un edificio industriale risalente agli anni ’50, dove
oggi si producono medicinali omeopatici. Lo stabile
è costituito da 5 piani fuori terra più uno interrato,
a pianta rettangolare con i due corpi scala situati
alle estremità opposte. La componente innovativa
dell’intervento consiste nel trasformare un anonimo
edificio industriale in un oggetto architettonico capace
di “informare” con l’immagine il nuovo utilizzo e
l’approccio ecosostenibile dei prodotti di Guna.
La struttura della facciata
L’elemento più espressivo dell’intero intervento
risulta la facciata vetrata principale, prospiciente via
Palmanova: una struttura ventilata opaca distanziata
di 20 cm dalla muratura esistente, permette di
creare un’intercapedine di ventilazione naturale per
evitare alterazioni dei prodotti omeopatici sensibili a
sbalzi di temperatura e luce. Le specchiature vetrate
sono serigrafate a smalto, con montanti e traversi
in alluminio. Gli altri prospetti sono ricoperti da
pannelli di lamiera stirata con una finitura realizzata in
verniciatura tinta rame accostati a vetri color bronzo.
L’involucro dell’edificio progettato da Polis
engineering, ingegnerizzato e realizzato da Sipam, ha
vinto il premio nazionale “Aluminium in renovation
2007” per le innovazioni e l’immagine adottate.
Il giardino sensoriale
Il percorso esterno di accesso all’edificio avviene
attraverso un giardino progettato e realizzato
dall’artista-artigiano di origine macedone Dashimir
Arifi. Il suo intento è stato quello di catturare i sensi
del visitatore e distrarlo dal traffico del viale antistante.
Dall’ingresso su strada, il visitatore percorre una
passerella caratterizzata da trasparenze, dalla quale
fuoriescono vapori d’acqua profumata oltre alle diverse
note prodotte da gocce d’acqua che cadono su piatti di
rame di diverso raggio. La percezione visiva è data da
ulteriori giochi d’acqua e installazioni verdi.
Articolo tratto da www.edilportale.com
Nuovo Flagship Store Gorlini /Silvelox
Il 7 febbraio a Milano, in via Santa Sofia 27,
si è inaugurato il nuovo flag store di Gorlini e
Silvelox, una maison per le esclusive porte e
finestre firmate dalle due aziende italiane.
Gorlini emerge per l’alta professionalità del
servizio ai clienti e l’ottima qualità dei suoi
prodotti, attestata dalle numerose certificazioni
ottenute (IQNet, ISO9001, Edilegno, SQS e
Protos Soa). Le proposte di Gorlini, azienda
leader del settore con i suoi 60 anni di presenza
sul mercato nazionale, si basano su soluzioni
di chiusure esterne in legno, legno/alluminio,
pvc e serramenti misti per case passive, che
rappresentano ciò che di meglio oggi il mercato
“finestra” può offrire.
Tutte le materie prime utilizzate dall’azienda,
infatti, provengono da foreste certificate:
particolare fondamentale che garantisce pregio,
cura e attenzione al singolo dettaglio.
Il concept dello showroom è esclusivo,
disegnato da Buratti+Battiston Architects, e
incarna alla perfezione lo spirito e la filosofia
dei due marchi: elegante e accogliente vi si
sposano l’armonia del design e le più moderne
tecnologie per il “mondo delle chiusure”.
Al suo interno si potranno ammirare anche le
diverse collezioni di porte interne Silvelox,
con i modelli Wayl e Shift disegnati da Oscar e
Gabriele Buratti.
Una rappresentazione della gamma completa
di porte per interni, suddivise per collezioni,
sia per rispondere alle molteplici esigenze/
tendenze dell’abitare contemporaneo, sia per
portare l’attenzione verso la porta come
“protagonista” del progetto di arredo.
GORLINI - Tel. 0331 593000 - www.gorlini.it
GUNA FARMACEUTICI - Tel. 02 280181 - www.guna.it
41
Segnalati a cura di www.design-valley.it
Design-valley è uno studio di design che promuove il design ecosostenibile.
In questa pagina il suo compito sarà quello di segnalare i progetti con valori di tipo
ambientale più interessanti, curiosi e particolari che vedono la luce a livello mondiale.
A cura di Gianluca Giacoppo.
L’uomo: fonte di energia
I
n Giappone è in fase
di sperimentazione
uno speciale “tappeto”
piezoelettrico che ogni volta
che sarà calpestato da una
persona di almeno 60 Kg
sarà possibile generare 0.5 W. Questa tecnologia
permetterebbe di produrre energia elettrica per
l’illuminazione pubblica semplicemente camminando.
Adattabilità
in movimento
C
olim (Colour of
Life in Motion) è
un nuovo concept di
mobilità intelligente:
un camper-roulotte
flessibile, pensato per
un massimo di quattro persone, dove l’abitacolo può
essere scollegato dalla parte abitabile, per meglio
adattarsi alle diverse esigenze dei fruitori.
La macchina
camaleontica
A
rriva BMW GINA
(Geometry and
Functions In “N”
Adaptions, ossia Geometria
e Funzioni in un numero
N di Interpretazioni) è la
macchina le cui linee si
tendono come in una tenda
da campeggio, permettendo
nuove forme e nuove
personalizzazioni da parte
dei fruitori.
Nel buio, una scarpa
D
urante il Metropolis Magazine’s 2007
Next Generation Design Competition,
un progetto si è fatto particolarmente
notare: le BrightWalk di Alberto Villarreal.
Scarpe, queste, che incorporano trasduttori
piezoelettrici e polimeri elettroluminescenti,
generando luce quando si cammina o si corre.
Per non perdere di vista la propria strada
S
i chiama Light Lane e per ora si tratta solo di
un concept proposto da Alex Tee e Evan Gant
di Altitude. Il suo scopo è consentire a tutti gli
amanti della bicicletta come mezzo di svago o di
‘pendolarismo’, di avere una pista ciclabile ben
visibile sempre con sé, evitando tutti i pericoli legati
all’utilizzo della bici in città.
42
ecoIDEARE - febbraio 2009
PROFESSIONISTI
Il Professionista:
l’Eco dell’architetto
a cura dell’Arch. Renato Pusterla
L
avora dai primi anni
ottanta in provincia di
Como come architetto
impegnato nell’ambiente e con
interesse rivolto agli aspetti
ecosostenibili del progettare
e costruire. Renato Pusterla
sarà da questo numero uno dei
consulenti più autorevoli di
Ecoideare.
Ecco il suo primo contributo. “Quando si parla di
ecosostenibilità, spesso ancora oggi, e soprattutto nella
zona dove io opero, si pensa a costi altissimi, sia quelli di
ristrutturazione, che di costruzione ed adeguamento degli
edifici, sia residenziali che civili. Da qui il timore e la
diffidenza ad intraprendere una nuova strada nell’ambito
delle costruzioni (e non solo) sia da parte dell’utente
privato, che degli operatori immobiliari, costruttori
ed impiantisti. Ad avere una maggiore sensibilità in
questo ambito e a poterla tradurre in pratica, sono stati
e sono ad oggi un numero ristretto di tecnici della
progettazione, architetti ingegneri e termotecnici, che
grazie a committenti illuminati hanno potuto sperimentare
e proporre queste nuove strade. Significativi sono gli
interventi realizzati a Como in via Pessina (nella foto),
a fianco del palazzo Terragni, agli inizi del 2000 ed
a Brunate in località Carescione (“casa ecologica”
degli anni 90). Anche il Comune di Como, nel 2007, è
intervenuto dotando gli uffici Comunali di Viale Lecco e
la Biblioteca di impianti a pannelli solari ad integrazione
del riscaldamento e raffrescamento.
Con l’adozione poi da parte della Regione Lombardia
della Legge Nazionale 311/07, che prevede nuovi
parametri nell’isolamento degli edifici al fine di un
significativo risparmio energetico, e con gli incentivi
della finanziaria 2007, recupero del 55% sul costo di
interventi per la riduzione dei consumi energetici, si è
avuto un oggettivo riscontro di maggiori interventi che
hanno migliorato le prestazioni energetiche degli edifici
esistenti (sostituzione di serramenti, caldaie, rivestimenti
a cappotto ed isolamento dei tetti) e nuovi progetti con
caratteristiche tecniche che permettono un significativo
risparmio energetico .
Si sta però parlando solo di risparmio energetico, minori
consumi e minor inquinamento, mentre poca attenzione
viene posta sugli altri aspetti della ecosostenibiltà, come
l’ uso di materiali non nocivi alla salute, rinnovabili in
natura, non erosivi del territorio e con ridotti consumi per
la loro produzione, in una valutazione piu’ globale ed
etica che consideri anche l’impatto sull’ambiente.
L’uso di materiali di questo tipo, nonostante nel territorio
Comasco e nel Ticino vi sia una presenza significativa di
punti vendita di tali prodotti, è ancora poco diffuso perché
ritenuti troppo costosi e senza un oggettivo beneficio in
termini di risparmio energetico. Esiste poca conoscenza
degli altri aspetti dell’architettura biologica che
comportano, oltre al risparmio energetico, un alto confort
abitativo ed un piu’ elevato benessere per gli utenti.
Nella mia esperienza professionale mi sono trovato più
volte a proporre progetti con un soddisfacente grado di
ecosostenibilità che però spesso non venivano accettati
dalla committenza sia per i maggiori costi rispetto alla
tipologia tradizionale che per una mancata conoscenza
delle effettive qualità dei prodotto biocompatibili,
oltrechè, purtroppo, per una scarsa cultura dei
meccanismi di salvaguardia dell’ecosistema.
Questa forma di resistenza culturale mi stupisce ancora,
in quanto è sufficiente varcare il vicino confine svizzero
per trovare una più significativa sensibilità a questi
ulteriori aspetti della ecosostenibiltà dove vi sono
numerosi esempi di edifici di tipo passivo, realizzati con
materiali ecocompatibili ad alto confort abitativo e di
basso impatto ambientale.
Il lavoro che mi ripropongo, con le prossime edizioni,
sarà teso a divulgare, approfondire e chiarire qualità
e tipologie dei prodotti ecosostenibili, analizzando
le caratteristiche tecniche e le proprietà dei differenti
materiali. Verrano date indicazioni su dove poterli
reperire, e sull’ offerta commerciale del settore.
Verrà inoltre fatta un’ analisi sul territorio Comasco
evidenziando gli interventi degni di interesse, le iniziative
di sensibilizzazione, e i consigli tecnici sul corretto
utilizzo delle fonti energetiche.
Per ulteriori informazioni:
Via Sardegna, 57 - 20146 Milano
Tel. 0236642800 - Fax 0236642803
[email protected] - www.rinenergy.it
43
Il Professionista:
l’Eco dell’Avvocato
a cura dell’Avv. Micaela Pozzoli e Avv. Riccardo Maino
L’Ambiente finalmente è di Legge
F
I temi dell’ecologia dal punto di vista normativo.
Dalla Legge Costituzionale al cosiddetto Codice dell’Ambiente:
tematiche fino a poco tempo fa trascurate dal legislatore che hanno
trovato soluzioni a numerose questioni. A parlarcene una delle
professioniste della legge e dell’ecosostenibilità.
ino a qualche anno fa “Ambiente” era un
termine vago in ambito giuridico, spesso
relegata a non più di un capitolo nelle
trattazioni generali di diritto civile, amministrativo
e penale. All’interno della stessa Costituzione la
tematica ambientale era affrontata solo indirettamente
da pochi articoli, quali per esempio l’art. 9, in termini
di tutela del paesaggio, e l’art. 32, concernente
il diritto alla salute; solo recentemente la Legge
Costituzionale n. 3 del 2001 ha introdotto in modo
più mirato nell’art. 117, comma II, “la tutela
dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”.
Questo riconoscimento a livello costituzionale
giunge al termine di un percorso che vede ormai il
diritto ambientale essersi affermato come disciplina
autonoma e necessaria per lo sviluppo sociale, anche
nelle sue articolazioni pratiche e concrete dal punto di
vista industriale e commerciale. Come spesso accade,
anche in questo settore, prima sorge il fenomeno
sociale e soltanto successivamente, a volte con
“colpevole” ritardo, il riconoscimento giuridico.
Nel settore del diritto ambientale l’ecosostenibilità
può essere intesa, in prima approssimazione, come
disciplina che regola l’attività umana in forza di
parametri e strumenti finalizzati a salvaguardare ed
orientare il progresso sostenibile. In quest’ottica
si inseriscono le normative convenzionali,
transnazionali, quelle della Comunità Europea,
alle quali devono uniformarsi le leggi nazionali
ed i relativi regolamenti, nonché, ancora più
specificamente, le leggi regionali, fino ad arrivare
alle norme regolamentari comunali. A questo
proposito basti penare alla recentissima modifica
del cosiddetto “Codice dell’Ambiente” vale a
dire il Decreto Legislativo del 3.04.2006 n. 152,
attuata con Decreto Legislativo del 16.1.2008 n.4,
allo scopo tra l’altro di meglio adeguare il diritto
nazionale a quello comunitario ed internazionale.
Parlare di sostenibilità anche in termini giuridici
significa affrontare due aspetti, il primo relativo
all’attività svolta – architettura, industria, commercio
o quant’altro-, il secondo relativo al luogo geografico
nel quale l’attività si sviluppa, al fine di individuare
la normativa applicabile nello specifico, sino a livello
comunale. Su questi due aspetti, così genericamente
inquadrati, i prossimi interventi saranno più specifici,
alla luce di novità legislative rilevanti ed anche al fine
di poter esaminare le problematiche concrete che i
lettori vorranno eventualmente segnalare.
Per ulteriori informazioni:
Via Sardegna, 57 - 20146 Milano
Tel. 0236642800 - Fax 0236642803
[email protected] - www.rinenergy.it
44
ecoIDEARE - febbraio 2009
PROFESSIONISTI
Il Professionista:
l’Eco Bandi
a cura di Michela Romano
Rinenergy, per i suoi associati, tramite i suoi professionisti consociati, offre consulenza in vari ambiti: finanza
agevolata, fund raising, legale, fisco, comunicazione, formazione e traduzioni. I destinatari dei nostri servizi
sono imprese, enti pubblici, associazioni, amministrazioani locali, cooperative sociali, professionisti. Per
accedere a questi servizi legati all’ambito dell’ecosostenibilità e della tutela ambientale è facile: basta aderire
all’associazione e accedere alle opportunità proposte sul sito www.rinenergy.it o tramite la consulenza
canalizzata che l’associazione mette a disposizione in questo specifico ambito.
AGGIORNAMENTO COSTANTE - Finanza
agevolata significa la serie di provvedimenti stabiliti
dalla legge e basati su progetti d’investimento, che
coprono le necessità finanziarie ad essi correlati
(con evidente vantaggio per l’azienda), per esempio,
acquisti di macchinari, immobili, attrezzature ed
innovazione.
La nostro lavoro di informazione e monitoraggio di
tutte le leggi europee, nazionali, regionali, provinciali
e comunali permette alle microimprese e alle PMI
di avere aggiornamento e assistenza costanti sulle
possibilità di accesso alle offerte:
- Comunicazioni tempestive sull’apertura di
Bandi Europei, Nazionali, Regionali, Provinciali e
Comunali;
- Analisi dei bisogni aziendali;
- Individuazione delle soluzioni più adatte agli
investimenti aziendali;
- Stesura e presentazione del progetto presso gli Enti
erogatori;
- Monitoraggio e rendicontazione del progetto.
Pacchetto anticrisi Regione Lombardia
La Regione Lombardia mette a disposizione 4 miliardi
per garanzie di accesso al credito e per finanziamenti.
Garanzie accesso al credito
- 20 milioni di euro immessi nel sistema delle
garanzie di 2° grado (Federfidi e Artigiancredit);
- 30 milioni di euro immessi sul fondo di garanzia
Jeremie a favore di tutti i settori economici (industria,
artigianato, commercio, servizi, cooperazione,
agricoltura);
- 4 milioni di euro per il settore commercio come
fondo di garanzia o abbattimento tassi;
Finanziamenti
- Fondo di rotazione per l’imprenditorialità (FRIM):
130 milioni di euro per sostenere investimenti di
sviluppo aziendale delle Micro e PMI tramite la
concessione di prestiti agevolati (cofinanziamento
a medio termine, locazione finanziaria e prestiti
partecipativi);
- Made in Lombardy: 400 milioni di euro più 35
milioni di garanzie regionali per la concessione di
linee di credito per progetti di sviluppo aziendale;
- Fondo agevolazioni artigianato: 48 milioni di
euro per l’avvio di nuove imprese, investimenti ed
innovazione nel settore artigiano.
Oltre a queste misure la Regione mette a disposizione:
- innovazione: fondo per la promozione di espressioni
di interesse pubblici e privati a sostegno della ricerca
e innovazione tecnologica per 40 milioni di euro;
- internazionalizzazione: avvio di un bando per
promuovere l’internazionalizzazione delle imprese
tramite il sostegno a microprogetti regionali e
settoriali e macroprogetti di interesse sovra regionale
per 6 milioni di euro;
- servizi e commercio: bando per i distretti del
commercio per 22 milioni di euro.
Per ulteriori informazioni:
Via Sardegna, 57 - 20146 Milano
Tel. 0236642800 - Fax 0236642803
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45
N°1 - Febbraio 2009
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Periodico di cultura, informazione,
stili di vita e progetti sui temi
dell’ecosostenibilità
Pag. 4
editoriale
Una rivista doppiamente utile
E
coideare nasce con doppia
copertina e doppio senso
di lettura in quanto
vuole tracciare due percorsi di
ecosostenibilità.
Il primo collegato alle tematiche
generali, ai progetti, alle
idee, all’ambito culturale
dell’ecosostenibilità nel senso più
esteso del temine: comportamenti,
stili di vita, soluzioni a nuovi
e vecchi problemi. Indagini,
ricerche, proposte su nuovi progetti
architettonici o di design, arte
o energia. Il secondo percorso
vuole invece portare l’attenzione
del lettore su tutte quelle attività
commerciali, associazioni, aziende,
società di servizi, istituzioni, che
propongono soluzioni concrete,
prodotti o servizi utili per mettere
in pratica efficacemente un
atteggiamento, uno stile di vita e
un modo di essere quotidianamente
ecosostenibile.
Buona lettura, quindi, qualunque
percorso della rivista decidiate di
intraprendere.
Pag. 6
Fabio Vicamini
Pag. 9
SOMMARIO
Rubriche
Idee
> La Biopizza con il gusto di Ecoideare - Barbara Masseroni
Design
> Naturalmente arredo con qualità - Fabio Vicamini
Architettura
> Cassano Pavimenti - Roberto Zani
Arte
> I colori di AreaOdeon - Raffaella Regina
> Harlem Studio Fellowship - Francesca Montrasio
Energia
> Ceriani Luce... e luce sia - Roberto Zani
> Biblioteca della sostenibilità - Gaia Gusso
> Albergo sostenibile - Biagio Duca
4
6
9
Pag. 10
10
11
12
14
15
Pag. 12
1
2
ecoIDEARE - febbraio 2009
Unione Commercianti
C
Marco Galbiati
Presidente Assomobili
ogliamo volentieri l’oppotunità
di poter dare un contributo,
speriamo il più possibile utile,
ai lettori di Ecoideare. L’Associazione
che rappresento, Assomobili, aderisce
all’Unione del Commercio di Milano
che esprime 45.000 imprese (per
più di 300.000 addetti) ed oltre 150
associazioni.
Il mondo della distribuzione e dei
servizi è sempre più attento ai temi
della compatibilità ambientale e
dello sviluppo sostenibile. Nel
settore dell’arredamento, dove il
mercato è molto sensibile ai prodotti
con caratteristiche ecocompatibili,
questo processo è stato avviato
da tempo, anche se certamente
scontiamo un ritardo rispetto ad
altri Paesi come quelli scandinavi
o, ad esempio, l’Austria. Perché
l’Italia ha puntato molto su design,
eleganza e ricercatezza. Ma già nella
fase produttiva, ancor prima che si
formasse quella che si definisce la
coscienza ambientale, si è curata la
realizzazione di prodotti, ad esempio le
camere da letto, che non contenessero
elementi di tossicità per le persone.
E si fabbricano e distribuiscono
prodotti naturali in legno senza,
però, creare depauperazione, danni
ambientali. Ci sono aziende, con
le quali la distribuzione di qualità
costantemente collabora, che hanno
nella cura dell’ambiente un punto
fermo metodologico controllando le
fonti di approvvigionamento della
materia prima ed i processi produttivi;
preoccupandosi della riforestazione,
utilizzando percentuali di legname di
qualità, ma riciclato.
La cultura dell’abitare naturale si
afferma in modo pratico. Con idee
e prodotti perché il segreto per
vivere bene in casa è innanzitutto nei
materiali come, ad esempio, il legno
naturale assemblato a incastri per
ridurre al minimo l’uso di collanti
(che non devono comunque contenere
agenti tossici). E il legno è anche il
migliore materiale fonoassorbente e
termoisolante. Un buon isolamento – lo
sappiamo – può ridurre notevolmente
il consumo energetico per il
riscaldamento e il condizionamento.
In questo sviluppo la distribuzione
ha un ruolo essenziale perché può
consigliare e indirizzare il consumatore,
renderlo più avveduto e consapevole
delle sue scelte in un giusto rapporto fra
qualità e prezzo.
Marco Galbiati
Presidente Assomobili
3
LA BIOPIZZA CON
IL GUSTO DI ECOIDEARE
di Barbara Masseroni
“E
cobontà che fa
Eco”: questo è lo
slogan dell’iniziativa
lanciata da Ecoideare per
aiutare a legare la salute e
l’ecosostenibilità anche alla
tavola. E’ semplice: chi sceglierà,
nelle pizzerie aderenti al
progetto, la pizza ecostostenibile,
avrà in regalo anche la nuova
rivista dell’ecosostenibilità.
Mangiare bene, ormai, non è
più soltanto una questione di
linea, grassi o calorie. In gioco
è la salute, la qualità della vita,
la consapevolezza di che cosa
effettivamente abbiamo nel
piatto.
Trovare cibi non contaminati da
conservanti o sostanze chimiche
è sempre più difficile, e quindi
diventa necessario saperlo e sapere
anche dove andare a gustare un
piatto o una pizza in particolare
che non abbia sullo stomaco lo
stesso effetto dell’uragano Katrina.
Due sono i piatti del menu di
Ecoideare: la pizza “Bio” e quella
“A km 0”.
Cosa è una Bio pizza?
Innanzitutto la farina è di grano,
anche integrale, coltivato senza
concimi chimici, l’acqua (solo
per zona di cui parliamo e previa
verifica della nostra rivista, ndr)
è rigorosamente di falda, il latte
della mozzarella esclusivamente
italiano e senza conservanti e infine
i pomodori, di prima scelta, senza
alcun additivo chimico.
E quella “a chilometro zero”?
Questo tipo di prodotto nasce con
l’intenzione di creare un piatto
con alimenti prodotti sul territorio
provinciale e regionale, che devono
percorrere solo una breve distanza
prima di giungere sulla tavola del
4
ecoIDEARE - febbraio 2009
locale. Il tutto con un unico scopo:
quello di contribuire alla riduzione
dell’emissioni di gas ad effetto
serra su scala mondiale e diminuire
i consumi di petrolio. Si parla,
quindi, di pomodori, olio e farina
tutti provenienti dai mercati dietro
l’angolo, nonchè di mucche che
parlano in dialetto lombardo.
L’iniziativa porterà sicuramente
beneficio e promozione al territorio
e ai suoi prodotti, con vantaggi
su tutto il sistema economico
locale. Un’occasione, che se
sfruttata, permette al proprietario
della pizzeria di poter conoscere
le aziende locali che producono
ogni ingrediente, che potranno
essere acquistati direttamente,
nella maggior parte delle volte,
risparmiando.
Scegliendo dunque le pizze
dell’Ecomenu non solo si mangerà
un prodotto più buono e leggero,
ma si riceverà anche una copia
di Ecoideare, la rivista che tratta
tutti i temi legati al concetto di
eco-sostenibilità e che promuove
un netto miglioramento della
qualità della vita, la rivista che
state leggendo in questo momento.
Per chi vuole sostenere il proprio
corpo e il proprio territorio, con un
occhio di riguardo alla sostenibilità
ambientale. Passaparola.
Informazioni tel. 02/36642800
IDEE
5
Naturalmente
arredo con qualità.
di Fabio Vicamini
Appena entrati a Trezzano sul Naviglio, uscendo dalla Tangenziale Ovest o
provenendo da Milano sulla Nuova Vigevanese, ci si trova di fronte un grande
e bell’edificio completamente rivestito in marmo e con grandi vetrine.
Sul tetto simili a torri che incorniciano l’immobile svettano le insegne di una
delle attività di un’importante realtà imprenditoriale: Lops arredi di qualità.
Questa struttura che fa capo al Gruppo Lops è un moderno e innovativo
Salone d’arredo comprendente un bar, ristorante, pizzeria, griglieria con
Fabbrica della Birra. Abbiamo incontrato Luigi Lops Presidente del Gruppo.
Il Salone d’Arredo Lops con il bar, ristorante, pizzeria, griglieria Birre&Sapori con Fabbrica della Birra:
un vero punto d’attrazione per chi vuole fare acquisti per la casa o passare una serata dedicata al gusto
6
ecoIDEARE - febbraio 2009
DESIGN
C
aro Luigi, hai un Salone d’Arredo e nello stesso
edificio, “Birre & Sapori”, un bar-ristorante,
dedicato al gusto. Il tutto di una qualità più
unica che rara, mi racconti da dove sei partito per
raggiungere questo traguardo?
Non parlarmi di traguardo: per me questo è solo un
gradino in più verso l’alto... certo che se penso al 1969,
quando avevo 22 anni, e lasciai Corato, un piccolo ma
splendido paese vicino a Bari, sento che di strada ne ho
percorsa. Allora ero già sposato con la mia amata Claudia
e avevo già tre figli: Giuseppe di sette anni, Eugenia di
quattro e Mariella di due, ai quali si è aggiunto Nicola, che
è nato a Milano nel 1973.
Un uomo precoce...
Direi dinamico: per me i traguardi sono arrivati uno dopo
l’altro e non finiscono mai.
Com’è nata la tua passione per i mobili?
Quando me ne andai dalla Puglia volevo un lavoro
più sicuro e quando arrivai a Milano presi in affitto un
appartamento da arredare e mi recai con mia moglie in un
centro di arredi assortiti. C’erano proposte di varia qualità:
prezzi bassi, medi e alti. Da persona inesperta e poco
preparata mi sembravano più belli quelli più economici.
Nonostante il venditore cercasse di farmi comprendere
le differenze con quelli più costosi, rimasi sulla mia
posizione e, convinto che alla fine i mobili fossero tutti
uguali, comprai quelli più economici.
Scommetto che te ne sei pentito...
Al primo trasloco, pochi anni dopo il loro acquisto, solo
pochi di essi si salvarono.
Il falegname non riusciva neanche a rimontarli, talmente
erano di qualità scadente. Ero furente, ma ricordai lo
sforzo del venditore per farmi comprendere le
differenze dei materiali,
delle verniciature, dei
modi di assemblaggio.
Ricomprai l’arredo
facendo questa volta
scelte di giusta qualità
stando comunque molto
attento al risparmio
e dopo due
traslochi
e un uso intenso, ancora oggi, devo sinceramente dire che
la mia casa è arredata con quei mobili.
Questa esperienza ti ha cambiato?
Si, ho imparato il valore della qualità e l’ho sempre
utilizzato in tutto quello che ho fatto, cercando di
trasmetterlo a tutte le persone che mi circondano.
Prezzo migliore, qualità senza compromessi, servizio
senza pecche: sono diventati i miei principi di vita che mi
hanno portato al successo.
...una vera e propria filosofia!
Chi arriva a Trezzano sul Naviglio, proprio in entrata,
arrivando dalla Tangenziale o dalla Nuova Vigevanese,
può riconoscere al primo sguardo la qualità che propongo:
tre edifici completamente rivestiti in marmo sono stati
realizzati dalla mia società immobiliare. Ho scelto il
marmo proprio perchè sia un “vestito” che duri per
sempre. Il Salone d’Arredo, poi, è un vero gioiello.
Pensa che i cristalli delle vetrine li ho fatti realizzare
appositamente: sono spessi cinque centimetri.
Sono uno specchio del vostro modo di lavorare?
Si, sento di aver trasferito i miei valori ai miei figli. Con
loro sono molto esigente, ma quando guardo il Salone
di Arredo Lops, con i suoi 7 mila metri quadrati con spazi
dedicati ai mobili di qualità, oggettistica e complementi
di arredo provenienti da tutto il mondo e il locale Birre &
Sapori con bar, ristorante, pizzeria, griglieria e Fabbrica
della Birra, sento di avere una famiglia speciale che mi è
vicina e ha capito quanto abbia bisogno del loro massimo
impegno per dare alla clientela la qualità che dura tutta la
vita e che ti rende felice.
Luigi ma a te cosa rende felice?
Il rapporto umano con i miei clienti, l’amore dei miei figli
e di mia moglie senza la quale non saprei vivere...
...E la qualità, senza compromessi.
Luigi Lops
7
Cameretta Moretti
A sinistra Nico Lops, amministratore delegato del Salone d’Arredo, viene
intervistato da una giornalista di Play TV - canale tematico di SKY
...E TU DI CHE LOPS SEI?
LOPSNATURA una risposta per vivere nel benessere.
Di arredi naturali si
sente parlare spesso, di
elettrodomestici classe A
idem, di mobili che sono stati
realizzati per il benessere fisico
e psicologico pure, ma molto
spesso non riusciamo a trovare
quella consulenza necessaria
per una loro individuazione
precisa e per una loro corretta
collocazione all’interno delle
nostre case.
“Nelle nostre case – dice Nico
Lops, amministratore delegato
del Salone d’Arredo, - passiamo
gran parte della nostra vita
e non sappiamo che spesso
sono la fonte principale dei
nostri malanni in quanto sono
tante le sostanze tossiche che
introduciamo nei nostri ambienti
quotidiani tramite mobili
scadenti e di bassa qualità. Per
questo motivo abbiamo deciso di
dedicare una proposta specifica
composta da aziende che
hanno massima attenzione per
l’arredo di qualità che risponde
ai principi dell’ecosostenibilità
e del vivere secondo principi
naturali”.
Una scelta coraggiosa in un
settore e in una zona dove
spesso si vende arredamenti un
tanto al metro?
Nella zona esistono tanti centri
commerciali dedicati all’arredo
e tutti si contendono i clienti
a suon di ribassi e prezzi
stracciati.
8
ecoIDEARE - febbraio 2009
Noi abbiamo una grande
attenzione per coloro che
vogliono risparmiare e per
questo abbiamo attivato uno
spazio apposito, Lops Economy,
ed importanti iniziative di
finanziamento che permettono
di acquistare gli arredi pagandoli
in 7 anni ma da sempre abbiamo
preferito scegliere una proposta
commerciale che è composta
da arredi di qualità senza
compromessi. Le persone
devono capire che la qualità non
tradisce e un arredo di qualità
rende la vita quotidiana migliore.
Cos’è LOPS NATURA?
E’ una proposta commerciale
specifica composta di arredi
di qualità per una fascia di
clientela che ha uno stile di
vita rispettoso della natura e
dell’ambiente.
E’ un modo di vivere che
diventerà sempre più importante
seguire non solo perchè si deve
capire che le risorse ambientali
e naturali non sono infinite
e vanno tutelate per le future
generazioni ma è ormai
appurato che l’uomo a contatto
con ambienti naturali vive
meglio e più a lungo. Abbiamo
voluto dedicare un percorso
di scelte di arredo all’interno
del nostro Salone per dare una
risposta competente a chi ha
capito questi valori.
Sono sicuro che nei prossimi
anni ci saranno sempre più
persone che adotteranno questa
filosofia per arredare la propria
casa.
...e tu che stile di vita hai?
Io, per gusti personali ho
un preferenza per lo stile
Metropolitano e prediligo
l’essenzialità minimalista e
la tecnologia ma, in ogni caso
sono molto attento alla qualità
dei materiali e ai consumi: gli
elettrodomestici di classe A
oltre a farci risparmiare tanta
corrente alla lunga ci fanno
risparmiare un sacco di soldi.
Quando si decide di spendere
poco bisognerebbe fare
attentamente i calcoli anche con
i consumi.
ARCHITETTURA
Le coccole del legno
di Roberto Zani
Quando si deve scegliere un pavimento per una casa
le possibilità sono illimitate ma se vogliamo avere
la certezza di realizzare spazi caldi, accoglienti e
predisposti al benessere sicuramente la scelta deve
ricadere su un pavimento in legno.
V
ersatilità, comfort, eleganza sono solo alcune
delle parole che raccontano correttamente
cosa significa scegliere un pavimento in legno.
L’importante è scegliere con attenzione. La Cassano
Parquet di Daniele Cassano è una ditta artigianale
specializzata nella consulenza, nella vendita e posa di
pavimenti in legno che offre una grande competenza
e padronanza del settore. Posa di pavimenti in legno
tradizionali, prefiniti, a disegno a mano, con la
tecnologia al laser, o inchiodati, finitura con vernice
all’acqua o ad olio eco-compatibili, costituiscono per
Cassano Parquet le sfaccettatura di un’attività che
fa della capacità artigianale e dell’esperienza i suoi
principali valori.
Da quando è nata la Cassano Parquet ha potuto
collaborare con numerosi studi tecnici professionali e
ha realizzato un gran quantità di pose pavimenti sempre
con la massima cura professionale e sempre con la
passione di svolgere il proprio lavoro con una grande
attenzione artigianale.
“Il legno – racconta Daniele Cassano – ci riporta
immediatamente a contatto con la natura e con una
sensazione di piacevolezza e relax ed è per questo
motivo che il legno è particolarmente adatto per
realizzare camere, camerette e soggiorni. Bisogna
però accertarsi, prima dell’acquisto, se il legno scelto
proviene da piantagioni ecologiche oppure è stato
ricavato da foreste primarie con il rischio in questo
caso di generare, tramite la deforestazione, gravi danni
ambientali”.
Cassano Parquet
Mobile: 348 2244891 - 3930712220
www.ilmioparquet.it e-mail:[email protected]
9
FRANCESCO PONZONI
10
ecoIDEARE - febbraio 2009
mostrandoci che, con uno sguardo diverso, anche gli
elementi più semplici e comuni possono acquisire una
valenza artistica.
“Canneto di luce”, tra una nota e l’altra, ci fa riflettere
sul significato della parola uso, sulla capacità di vedere
oltre la cortina di consumo e di eccessi in cui spesso
ci perdiamo, scoprendo in ciò che per noi, di primo
acchito, è semplice plastica, qualcosa di nuovo, di
potenzialmente utile e perché no, affascinante.
FRANCESCO PONZONI
osa significano ri-utilizzo e sostenibilità in
ambito artistico? Cosa significa dar vita e senso
a qualcosa che nell’immaginario comune è
semplice scarto? Cosa vuol dire oggi, creare un’opera
d’arte urbana, in una città in continuo sviluppo, in
perenne evoluzione e movimento? Quelli che una volta
erano marmo e bronzo sono oggi re-interpretazioni di
ciò che la nostra comunità considera rifiuti, perché?
Una delle risposte possibili è quella data da
AreaOdeon, associazione culturale attiva nel
territorio di Monza e Brianza da più di tre anni, per
cui uno dei concetti basilari è invertire e rovesciare
l’interpretazione dei canoni precostituiti, portando
l’arte contemporanea a contatto con i cittadini e
viceversa.
Da qui nascono installazioni come “Canneto di luce”,
un’opera d’arte urbana interattiva, che interpreta il
movimento, e l’attività circostante in un dinamico
scambio di musica e colore.
Inaugurata lo scorso dicembre a Monza, in Piazza
Castello, nuovo polo cittadino e ingresso alla Stazione
Ferroviaria, “Canneto di luce” parla ai passanti
raccontando una sua versione del frenetico viavai
cittadino, trasformando il rumore in melodia e la
melodia in luce, grazie ad un sistema elettronico
semplice e sofisticato al tempo stesso, che capta i
“volumi” della piazza e li “equalizza” in colore.
Ciò che caratterizza l’installazione, non è però solo
questo suo aspetto dinamico e interattivo, ma il
materiale stesso in cui è realizzata. Quindici tubi
corrugati di diversi colori, comunemente utilizzati in
interventi infrastrutturali, prendono vita grazie ad un
sistema d’illuminazione a LED. Come un moderno
organo, sensibile ai consumi energetici, la struttura si
staglia per sei metri in verticale nel cielo di Monza,
di Raffaella Regina
TOMMASO GIUNCHI
C
I colori di
AreaOdeon
ARTE
HARLEM STUDIO FELLOWSHIP
Interazioni creative nella Grande Mela
L’idea di una residenza per
giovani artisti a New York
nasce per offrire una possibilità
di confronto con la “capitale”
dell’arte contemporanea,
affinché sia di stimolo per
ogni forma di creatività. Lo
spazio della casa-studio,
unendo attività artistica e vita
quotidiana, favorisce la crescita
e il confronto collettivo. La
convivenza prolungata di tre
artisti si affianca a figure della
sfera estetica come storici
dell’arte, scrittori, musicisti e
collezionisti, promuovendo un
dialogo che mette in discussione
ed alimenta le risorse di ognuno
e non si limita al privato nello
studio, ma coinvolge la vita di
quartiere. La scelta di Harlem
non é casuale. Il quartiere ha
mantenuto un’integrità che dà
sapore alla vita urbana. Sui
gradini delle case brownstone
si ritrovano gruppi di persone
a parlare e ad ascoltare musica
in libertà: è un luogo ancora
radicato al proprio passato.
Qui la storia ha messo radici e
si lascia leggere nelle facciate
delle case e nei volti degli
abitanti anche se oggi si assiste
ad una fase di trasformazione
con l’ingresso di una nuova
classe sociale che investendo
nell’edilizia cambierà il tenore
di vita del quartiere. Harlem è
in un momento di transito, un
luogo di grande interesse che
si lascia vivere ed attraversare
per andare oltre i propri confini,
per la metropoli animata da
canti gospel e dai musei. In tutto
questo l’artista trova infiniti
spunti che schiudono ampi
orizzonti di ricerca.
L’Harlem Studio ha ospitato una
ventina di artisti provenienti da
tutto il mondo, attivi in diverse
discipline: pittura, disegno,
fotografia, scultura, video,
installazioni sonore elaborate
al computer, fino a valicare
i confini tra i generi come
nel caso delle germinazioni
site specific di Leone Contini
Bonacossi il cui proposito é
quello di accostare naturale
ed artificiale, realtà distanti
che, affiancate, spiazzano il
pensiero e deliziano lo sguardo.
La creatività espressa durante
il soggiorno non resta “chiusa
in casa”, ma trova il coraggio
di uscire e di stabilire un
contatto con gli abitanti del
quartiere. Susy Blu opera in
questi termini. La sua fotografia
assume un valore relazionale: il
progetto “On the block” tende
a fotografare le abitazioni di
tutti i residenti lungo la 121st
Street. È un lavoro complesso
perché richiede mesi di relazioni
interpersonali con il vicinato
al fine di conquistarne la
fiducia e permettere di scattare
spezzoni di vita privata letta
attraverso dettagli d’interni.
L’esperienza vissuta ad Harlem
non si esaurisce nel distretto
di New York, ma va oltre. Nel
caso di Susy Blu si conta una
partecipazione alla Biennale
di New Orleans e l’invito
per una residenza in Corea a
Seoul: un altro link stabilito
dall’Harlem Studio che apre
nuove avvincenti relazioni di
scambio con altre residenze
internazionali.
La nostra attenzione ai giovani
é costante e si riflette anche in
Italia: Reuven Israel, scultore
israeliano che ha partecipato
al progetto newyorkese, ha da
poco inaugurato una personale
intitolata Range of sorrow
nella nostra sede milanese.
Gli sforzi proseguono anche
in ambito editoriale: a breve
verrà presentato il primo
volume di una collana dedicata
al nostro progetto, pubblicato
in coedizione con Silvana
Editoriale.
© Copiright Susy Blu
© Copiright Susy Blu
Opere di:
1 -Reuven Israel
2 - Susy Blu
3 - Leone Contini
© Copiright Sebastiano Pessina
Harlem Studio Fellowship by
Monza 20052 - via Carlo Alberto 40
+39 039 321770 +39 039 2301879
Milano 20121 - via Brera 5
+39 02 878448 +39 02 875522
New York 10027 - 128 West 121st Street
+1 646 5429986 +1 646 3067827
www.montrasioarte.com
www.harlemstudiony.org
11
CERIANI Luce...
e luce sia
di Roberto Zani
Un’azienda storica che ha fatto della qualità del prodotto
illuminotecnico un principio fondamentale del proprio lavoro
con una particolare attenzione per il risparmio energetico
L
Emiliano Ceriani
12
avorano con importanti studi di
architettura di Milano, Varese,
Busto Arsizio, Legnano e anche
Santa Margherita Ligure nonché col
Principato di Monaco e molti altri.
I loro lavori vengono pubblicati spesso su
riviste come AD, RiAbita, Brava Casa.
Alcuni esempi di lavori realizzati? Il
progetto di illuminazione del Padiglione
17 della Fiera di Milano Rho Palazzo
Congressi, Marylinch Bank nel Principato
di Monaco oppure gli uffici Luxottica a
Milano o il Complesso Ex Colonia Burgo e
annessa Piazza a Moneglia.
Queste solo alcune delle perle dello staff
Ceriani, dei veri e propri professionisti
della Luce.
Emiliano Ceriani, classe 1961, titolare
dell’attività che ha preso il nome dal
fondatore, fin da piccolo è stato attirato
dalla passione paterna e quando ha
preso le redini dell’azienda di famiglia,
l’ha trasformata in nome del design e
ecoIDEARE - febbraio 2009
dell’attenzione verso le atmosfere che si
possono creare con un’attenta collocazione
dei corpi illuminanti.
Ceriani Luce dispone di due show-room: il
primo, a Settimo Milanese, vicino all’uscita
della tangenziale ovest e il secondo a
Rescaldina sulla Provinciale Saronnese.
In entrambi gli spazi si riesce a proporre
il massimo di quanto esista nel settore
illuminotecnico: le lampade più prestigiose
del design italiano ed internazionale sono
esposte con intelligenza e attenzione verso
le esigenze del cliente e verso i valori
dell’ecosostenibilità. Tre architetti offrono
un servizio di consulenza e progettazione
illuminotecnica ai clienti che scelgono di
acquistare le lampade presso gli showroom Ceriani, cercando sempre di generare
tramite la luce atmosfere positive e
stimolanti.
“La luce – ha spiegato Emiliano Ceriani –
influenza fortemente i nostri stati d’animo
ed una cattiva illuminazione ci danneggia
ENERGIA
causando problemi fisici e psicologici. L’eccessiva
o la scarsa illuminazione o comunque la poca
attenzione al fatto che si deve dare la possibilità
a chi usufruisce di un ambiente di utilizzare la
giusta quantità e tipologia di luce di cui ha bisogno
fisiologicamente, può creare gravi danni oltre che
alla vista anche agli stati emotivi causando stress”.
Oggi la ricerca deve lavorare su due fronti: da una
parte garantire luce di qualità e dall’altra deve
essere capace di offrire bassi consumi. Nei prossimi
anni vedremo nel settore molte novità tanto che
presto si dovrebbe arrivare ad una progressiva
eliminazione delle lampade ad incandescenza,
con una affermazione crescente delle lampade a
fluorescenza e della tecnologia che sembra stia già
diventando la luce del futuro, ossia quella a led.
“Le migliori aziende del design illuminotecnico
stanno investendo molte risorse nella progettazione
e realizzazione di corpi illuminanti a basso
consumo, ricercando soluzioni che permetteranno
di risparmiare energia elettrica e di dare alle nostre
case prodotti di qualità uniti a bassi consumi. Tutte
aziende che noi trattiamo e che proponiamo alla
nostra clientela”.
Ceriani Luce tramite la consulenza diretta o
affiancando i professionisti del progetto ha come
obiettivo quello di dare un’assistenza impeccabile
e di generare ambienti illuminati correttamente
in un’ottica di ecosostenibilità. “Bisogna però
fare molta attenzione ai prodotti elettrici che ci
circondano – ha concluso – A volte mettiamo un
grande impegno nel trovare questo equilibrio tra
effetti scenografici di luce, consumi contenuti e
design dei corpi illuminanti e poi i clienti non si
rendono conto che nella stessa abitazione si fanno
grandi sprechi utilizzando elettrodomestici poco
efficienti o addirittura difettosi”.
Sopra la sede di Settimo
Milanese in Via Gramsci, 86
uscita tangenziale Ovest
direzione Settimo.
A lato la sede di Rescaldina
via Provinciale Saronnese
6/8.
In entrambe le location
uno staff di architetti è a
disposizione per un servizio
di consulenza e progettazione
illuminotecnica.
13
Biblioteca della sostenibilità
Questa rubrica nasce con l’intento di dare alcuni consigli di lettura per poter
approfondire le tematiche della sostenibilità.
In ogni numero della rivista saranno presentati dei libri o delle pubblicazioni che
riteniamo utili sia per stimolare la curiosità sugli argomenti trattati negli articoli, sia per
fornire gli strumenti base per poter comprendere i concetti dello sviluppo sostenibile.
L’IMPRONTA ECOLOGICA
COME RIDURRE L’IMPATTO
DELL’UOMO SULLA TERRA
LA CITTÀ RINNOVABILE
GUIDA COMPLETA AD UNA
RIVOLUZIONE URBANA
di Mathis Wackernagel, William E. Rees di Peter Droege
Edizioni Ambiente
Edizioni Ambiente
L
’Impronta
Ecologica è
diventato negli
anni un vero e
proprio classico
negli studi sulla
sostenibilità.
Ribaltando
l’approccio
consueto, che
misura il “carico umano” che può
essere sopportato da un determinato
habitat, il libro propone invece una
serie di strumenti con cui calcolare
quanta terra e quanta acqua sono
necessarie per soddisfare i bisogni
di una comunità e per smaltire
i rifiuti che produce. Scritto
con un linguaggio accessibile
e divertente, il volume illustra
anche le soluzioni concrete con cui
conciliare i nostri livelli di consumo
delle risorse naturali con la tutela
dell’ecosistema terrestre, per far
comprendere con immediatezza
quali sono gli impatti reali dei
diversi stili di vita. A dodici anni
dalla prima uscita in lingua inglese,
il testo di Wackernagel e Rees viene
“attualizzato” dagli interventi di
Gianfranco Bologna, che ne è il
curatore sin dalla prima edizione
italiana, di Gabriele Bollini e
dello stesso Mathis Wackernagel,
ed è arricchito dai nuovi dati
sull’impronta ecologica delle
nazioni tratti dal rapporto Living
Planet 2008.
14
ecoIDEARE - febbraio 2009
L’ISOLAMENTO ECOEFFICIENTE
GUIDA ALL’USO DEI MATERIALI
NATURALI
Alessandro Fassi, Laura Maina
EdizioniAmbiente
N
onostante
la crescita
inarrestabile
dei prezzi di
idrocarburi e
uranio e dei
rischi a cui
sono esposte
a causa dei
cambiamenti
climatici, la maggior parte delle
città continua a essere pensata e
costruita come se queste due realtà
non esistessero.
Scritto da uno dei massimi esperti
mondiali di design urbano, il
volume fornisce le coordinate con
cui attuare la transizione dalla “città
fossile” alla “città rinnovabile”. La
sfida è difficile, la posta in gioco
altissima: la partita può essere vinta
solo con strumenti concettuali e
operativi radicalmente diversi da
quelli che hanno fino a oggi guidato
e ispirato architetti e pianificatori,
amministratori e cittadini.
Energia da fonti rinnovabili
integrate, gestione delle acque
metropolitane e verde urbano, reti
energetiche intelligenti, mobilità
sostenibile, misure economiche e
giuridiche: le tessere del mosaico
sono queste, pronte per essere
utilizzate per disegnare una città
nuova e, soprattutto, rinnovabile.
M
igliorare
l’efficienza
energetica degli
edifici è un
compito non più
rinviabile a fronte
degli impegni
assunti dal nostro
paese nel contesto
del Protocollo
di Kyoto. Isolare bene l’involucro
edilizio è senza dubbio la prima
misura da attuare, praticabile sia sul
nuovo edificato sia sull’esistente, e
quindi con la potenzialità di incidere
effettivamente sulle prestazioni
energetiche di un parco immobiliare
che da questo punto di vista risulta
decisamente scarso. Partendo dalla
classificazione dei vari materiali
isolanti, dallo studio del loro
comportamento prestazionale
e, soprattutto, dall’analisi del
loro ciclo di vita, L’isolamento
ecoefficiente mette in evidenza le
qualità dei materiali bioecologici,
caratterizzati da un minor impatto
sull’ambiente e sulla salute.
Su questi il testo si concentra
per mezzo di schede tecniche
approfondite, per favorirne la
conoscenza, il corretto utilizzo e la
facile reperibilità.
Il carattere pratico del libro lo
rende uno strumento prezioso per
professionisti, studenti e per tutti
coloro che operano nel settore
dell’edilizia.
Albergo sostenibile
di Biagio Duca
Ecchotel:
quando l’ospitalità
diventa sostenibile
Con il primo numero di Ecoideare nasce anche Albergo Sostenibile, la
rubrica che vuole essere la voce del mondo dell’Ospitalità Sostenibile.
N
ei numeri successivi la rubrica presenterà:
Personaggi, Aziende, News e Soluzioni utili
per una gestione migliore della Struttura, con
l’obiettivo di “concretizzare” la sostenibilità in fatti. E
sui fatti si baserà il nostro pensiero.
Il Turismo nei prossimi anni sarà uno dei settori
trainanti dell’economia mondiale, collocandosi al centro
di un sistema complesso costituito da altre attività come
l’energia, i trasporti, l’agricoltura.
Pertanto, non si potrà fare a meno di avere come priorità
il rispetto dell’Ambiente.
Oggi di Turismo Sostenibile se ne parla tanto, infatti
è un tema di grande attualità, mentre della sostenibilità
alberghiera, assai meno.
Per gli attori dell’Ospitalità, questa tematica deve
necessariamente essere tradotta in soluzioni reali,
diversamente il tema non avrebbe nessuna importanza.
Infatti sono gli albergatori coloro che muovono le fila
del settore prendendo in custodia e gestendo il cliente.
Mi piace paragonare l’attività di una struttura ricettiva
a quella di un teatro: ogni giorno tutto lo staff indossa
una propria divisa e svolge un ruolo assegnatogli: chi
da prima donna (management) e chi con ruoli meno
“visibili” magari dietro le quinte (camerieri ai piani,
manutentori, etc), ma comunque necessari e importanti.
Ma perché una struttura ricettiva deve essere
sostenibile? E poi, conviene?
Iniziamo a rispondere.
Cresce, continuamente, il numero di persone che
desiderano trascorrere vacanze in strutture ricettive
gestite in maniera ecologica.
Da sempre l’Ambiente è stato percepito come un
ostacolo e un costo imposto dalla normativa per la tutela
ambientale.
Al contrario, adesso attuare pratiche che migliorino le
prestazioni gestionali e tutelano l’ambiente, come la
riduzione dei consumi energetici e idrici, la riduzione
dei rifiuti e del rischio di incidenti, rappresentano una
gestione corretta della struttura con importanti ritorni
economici.
Inoltre, comunicando l’impegno di pratiche
“sostenibili”, ne beneficerà la propria immagine nei
confronti degli ospiti e dei Tour Operators.
Rispetto dell’Ambiente uguale nuovo business
Non bisogna dimenticare quindi, che grazie
all’Ambiente, gli Operatori Turistici e Alberghieri
ne traggono beneficio e sostentamento e che sono
dipendenti dell’Ambiente. Qualcuno andrebbe in
località sciistiche dove non nevica, dove il mare è
inquinato o dove i rifiuti sono l’unico spettacolo da
ammirare? Certamente no.
Le strutture ricettive sono anche “palcoscenici”
importanti dove veicolare importanti comunicazioni e
dove è più facile assimilarle.
Non potendo imporre al cliente comportamenti virtuosi
sul piano ambientale e sullo spreco, sarebbero utili
azioni di informazione e sensibilizzazione mettendo a
disposizione strumenti ed opzioni più eco-compatibili,
in grado di assicurare sempre la stessa qualità del
servizio e senza ridurre spazi di libertà all’ospite.
Al prossimo numero di Ecoideare.
15
ECOIDEARE E’ DISTRIBUITA PRESSO:
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di Ecoideare è sufficiente
acquistare almeno 20 copie
della rivista a 2,5 Euro
ciascuna, e il vostro nome
verrà segnalato in questa
sezione e sul sito
www.ecoideare.it
Parteciperete così al nostro
importante progetto di
diffusione dei temi
dell’ecosostenibilità e della
protezione ambientale.
Progettare ecosostenibile deve
diventare un’abitudine di tutti.
Per maggiori informazioni
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