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sommario:sommario 13.09.10 09:01 Pagina 1 TRIBUNA MEDICA TICINESE TMT Mensile organo ufficiale Ordine dei medici del Cantone Ticino Corrispondenza OMCT, Via Cantonale, Stabile Qi – CH-6805 Mezzovico [email protected] Tel. +41 91 930 63 00 - fax +41 91 930 63 01 Direttore responsabile Dr. Med. Vincenzo Liguori 6915 Pambio-Noranco Tel. +41 91 993 21 10 - fax +41 91 993 21 32 [email protected] Comitato redazionale scientifico Sezione scientifica TMT Agnese Bonetti Pissarello, Segretaria Istituto cantonale di patologia, 6601 Locarno Tel. +41 91 816 07 16/11 [email protected] Responsabile Prof. Dr. Med. Luca Mazzucchelli [email protected] Dr. Med. Ignazio Cassis Dr. Med. Fabio Cattaneo Prof. Dr. Med. Augusto Gallino Dr. Med. Mauro Capoferri Fotocomposizione-stampa e spedizione Tipografia Poncioni SA, Via Mezzana 26 - CH-6616 Losone ([email protected]) Tel. +41 91 785 11 00 - fax +41 91 785 11 01 Pubblicità Axel Springer Schweiz AG Fachmedien Yvette Guggenheim Postfach 3374, CH-8021 Zürich ([email protected]) Tel. +41 43 444 51 04 - fax +41 43 444 51 01 Abbonamento annuale Fr. 144.– (11 numeri) Medici Assistenti Fr. 48.– SOMMARIO TACCUINO SEZIONE SCIENTIFICA Il ragionamento clinico (“Clinical Reasoning”) e l’ICF in fisioterapia: che cosa sono? L. Scascighini, G. Capra, B. Erdmann, M. Barbero Lesioni lichenoidi del cavo orale, S. Leoni Parvex Carcinoide dell’appendice, emicolectomia sì o no? N. Mancinelli, V. Cvitkusic, A. Pelloni Sistemi terapeutici transdermici (TTS): struttura e aspetti pratici per il loro utilizzo, R. Bertoli, G. Poretti Cavadini, E. Bernasconi Il controllo glicemico: glucometri e neonati, M. Balerna Patologia in pillole, S. Crippa, G. Brancatelli, I. Andreoli-Roth, L. Bronz 289 295 299 303 307 309 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT Date da ricordare Offerte e domande d’impiego Persone Formazione post-graduata del Servizio di Medicina Interna Formazione del Reparto di Medicina Interna dell’OBV Corso di aggiornamento regionale Corsi di formazione interna, Reparto di Medicina, Ospedale Regionale di Locarno Traumatologia: evidenza ed esperienza Comunicato stampa RASSEGNA DELLA STAMPA 75 SETTEMBRE 2010 313 313 315 315 316 317 317 318 319 321 TRIBUNA MEDICA TICINESE taccuino:taccuino 13.09.10 08:58 Pagina 287 TACCUINO Valore del punto 2011: un’estate rovente L’esperienza, oppure il fiuto, oppure un sesto senso, o forse semplicemente la profonda conoscenza dei nostri partner e della congiuntura attuale già da qualche tempo ci avevano fatto presagire la mossa di Santésuisse, che puntualmente è arrivata nella forma di raccomandata consegnata a mano giovedì 24 giugno 2010 alla nostra sede dove, debitamente accompagnata da un testimone, si è presentata la segretaria di Santésuisse in Ticino. Piccola e inutile sceneggiata che con modalità più o meno simili si è verificata pure nelle sedi degli ordini nostri confratelli dei cantoni Giura e Vaud. In quest’ultimo la procedura è stata ancor più farsesca dato che i rappresentanti locali di Santésuisse, dopo un preavviso telefonico e una consegna non andata a buon fine negli uffici della Società di Medicina, hanno pure fatto un tentativo presso lo studio medico del presidente di quest’ultima… Il contenuto della raccomandata è di per sé molto semplice: Santésuisse comunica che, a seguito della raccomandazione emanata dall’Ufficio di controllo il 18 giugno 2010, nella quale si consiglia di rivedere al ribasso di 2 cts il valore del punto nel Cantone Ticino, VD e JU a decorrere dal 1° gennaio 2011, intende entrare in trattativa con l’Ordine dei Medici affinché si possa dar seguito a questo invito. Ricordo che l’Ufficio di controllo è un organo nazionale previsto da uno degli allegati dell’ACAT, paritetico (KKA e SAS) e che deve decidere all’unanimità; ma nel quale i delegati confederati della Conferenza delle società mediche cantonali (KKA/CMC), questa volta non hanno sicuramente tutelato gli interessi dei medici ticinesi. A questo punto vale la pena di illustrare brevemente i fatti che hanno preceduto la raccomandata. Da alcuni mesi i rappresentanti della KKA/CMC – organo istituzionale delegato dalla FMH a rappresentare il corpo medico svizzero in questo particolare tipo di trattative – erano in discussione con Santésuisse per determinare se i dati relativi all’evoluzione dei costi e del fatturato degli studi medici giustificassero una revisione (verso l’alto o verso il basso) del valore del punto. Di fatto, i dati sui quali si fonda l’Ufficio di controllo sono quelli forniti dalla stessa Santésuisse. Purtroppo, tale banca dati ha, da sempre, fatto sollevare dubbi di incongruenza sia per rapporto alla loro affidabilità che per quanto attiene i parametri di misurazione, creando così un’incertezza nell’analisi che si è andata vieppiù accentuando con la “perdita di potere” dell’associazione mantello degli assicuratori nei confronti dei propri maggiori componenti e, da ultimo, con il rifiuto di ASSURA (risalente a fine 2008) di continuare a far confluire i propri dati nel datenpool globale. Questo con le conseguenze che lascio immaginare a chi mi legge per i cantoni, come il Ticino e quelli della Svizzera romanda, nei quali questo assicuratore “specializzato nei buoni rischi” ha una forte penetrazione di mercato (in Ticino parliamo del 5-7% degli assicurati). In questo quadro, ovviamente, la visione dell’evoluzione dei costi LAMal (sia nella sua forma globale che per rapporto ai singoli gruppi di fornitori di prestazioni) risulta chiaramente approssimativa e condiziona pesantemente i risultati finali sia nella loro integralità che pro capite. Fatto i confronti, si nota, secondo noi, come l’inclusione dei “dati ASSURA” ridurrebbe di molto la portata dell’incremento dei costi relativi alle prestazioni mediche per i periodi 2007-2008 e 2008-2009 e, di conseguenza e già solo per questo motivo, come il ritocco al ribasso del valore del punto TARMED nel nostro Cantone sia da ritenere ingiustificato! Coscienti da tempo della disomogeneità di questi e di altri dati, ci stiamo battendo su vari fronti per comprovare la loro inaffidabilità, tanto più che sulla base del contratto mantello CPC (LeiKoV) essi servono per la determinazione delle raccomandazioni relative al valore del punto. Inoltre, supportati in ciò dalle richieste di diversi enti, chiediamo ormai da anni di disporre di un osservatorio unico che gestisca i dati e produca le statistiche e che, a rigor di logica, dovrebbe essere sotto la responsabilità dell’Ufficio federale della Salute pubblica. Malgrado ciò però, le nostre richieste rimangono, per ora, inascoltate e, peggio ancora, nel corso delle riunioni della KKS/CMC, le ragioni del nostro Cantone (corredate da studi e documentazioni realizzate dal nostro Ordine) sono rimaste inascoltate, così come quelle di altri. In effetti, nel corso di queste riunioni, abbiamo dimostrato come il valore del punto, derivante dai dati in uso, sia falsato dall’”effetto ASSURA” e, di conseguenza, debba essere rivisto. Su queste basi contestate si è giunti, lo scorso 18 giugno, all’emanazione da parte dell’Ufficio di controllo delle raccomandazioni per il valore del punto valide a decorrere dal 1° gennaio 2011. Nel documento si consiglia di aumentare di 2 cts il valore del punto del cantone Lucerna; di diminuirlo di 2 cts nei cantoni Ticino, Giura e Vaud; e di lasciarlo invariato negli altri cantoni. Desidero ancora sottolineare la mia delusione nei confronti dell’agire della KKA/CMC che, per suo mandato, dovrebbe rappresentare e, qualora ve ne fosse la necessità, difendere – le posizioni di tutti i cantoni (e sottolineo tutti) nel corso delle trattative con Santésuisse. Proprio in virtù di questo sentimento di “abbandono e sconforto”, come Presidente dell’OMCT ho espresso personalmente la nostra posizione ai presidenti della KKA/CMC e ai nostri rappresentanti nell’Ufficio di controllo, U. Stoffel e M.H. Gauchat e P. Wiedersheim. Ai colleghi ho fatto presente come la loro doppia funzione, alla co-presidenza della KKA/CMC e in seno all’Ufficio di controllo abbia portato a una situazione confusa, che non solo non ha permesso di seguire in modo corretto i flussi di informazione, dai quali il contatto diretto con i presidenti degli Ordini cantonali non deve essere escluso; ma anche porrà in condizione “disagevole” gli Ordini cantonali al momento della necessaria discussione con santésuisse ed eventualmente il Consiglio di Stato (che, lo ricordo, porta la competenza decisionale in materia di definizione del valore del punto in caso di mancato accordo tra le parti). 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 287 taccuino:taccuino 13.09.10 08:58 Pagina 288 TACCUINO In effetti, ci si potrebbe trovare a dover spiegare per quale motivo si contesti sul piano cantonale una “raccomandazione” emanata da un ente paritetico che include i rappresentanti di SAS e della KKA/CMC. Inoltre, abbiamo più volte sottolineato come l’aver accettato il mancato rispetto del termine “febbraio” per la consegna dei dati da parte di SAS e per l’emanazione della raccomandazione per l’anno successivo (termine perentoriamente fissato nel contratto mantello CPC) sia stato non solo un vizio di forma dal punto di vista legale ma anche un errore strategico che ha limitato il tempo a disposizione degli Ordini per costituire la loro linea di condotta. Ora però non è il momento di dare spazio alle emozioni, ma quello di preparare la nostra strategia di difesa in modo freddo e lucido. Abbiamo perciò immediatamente indetto una riunione di crisi dell’UP e della Commissione trattative nelle quali sono state tracciate le linee del nostro procedere che abbiamo poi sottoposto per approvazione a un Consiglio Direttivo straordinario del 14 luglio. La commissione trattative dell’Ordine, designata a suo tempo dal Consiglio Direttivo dell’Ordine e composta dal Dr. Guido Robotti – in veste di capo delegazione – dai Dottori Franco Denti e Fiorenzo Caranzano e dall’avv. Pierpaolo Caldelari (la stessa del 2006) e a cui si è aggiunta la nostra SGA, ha poi dato seguito alla richiesta di abboccamento di Santésuisse Ticino fissando per il 10 agosto e il 7 settembre i primi due “round” della fase di trattativa. È importante far presente che, malgrado il periodo estivo e in tempi ristretti, ho potuto beneficiare al meglio l’aiuto dei colleghi e dei nostri consulenti. I tempi sono molto ristretti, con tre scenari principali. Il primo è l’accordo con SAS sul valore del punto per il 2011. Il secondo la continuazione delle trattative, oltre il 31 dicembre 2010; in tal caso il Consiglio di Stato potrebbe prolungare transitoriamente il valore. Il terzo è di entrare nella cosiddetta procedura governativa di fissazione della tariffa (art. 47 cpv. 1 LAMal), con coinvolgimento del Sorvegliante dei prezzi. Nel corso del primo incontro con la delegazione della controparte, abbiamo richiesto una serie di chiarificazioni in merito al datenpool utilizzato e su indicatori precisi, direttamente legati alla particolarità del nostro cantone: la demografia – è nota la piramide dell’età con fascia percentualmente più elevata di persone che superano i 65 anni e di provenienza non solo locale ma anche esogena; l’influsso dell’assenza dei dati ASSURA; la problematica relativa ai flussi dall’ambulatorio ospedaliero agli studi medici; la ponderazione del rincaro. Sono questi in effetti i principali indicatori che necessitano di un’attenta valutazione prima di essere presi in considerazione per la determinazione della raccomandazione relativa la valore del punto. Vi aggiorneremo nelle sedi opportune (e sicuramente all’assemblea autunnale). Parallelamente, hanno avuto luogo due riunioni di coordinamento della Conferenza delle società Mediche cantonali (KKA/CMC) e del Mantelgruppe nel costo delle quali si è nuo- 288 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 vamente evidenziata la mancanza di una strategia unitaria a livello nazionale. In particolare, fa difetto completamente una “critica dell’esercizio” da parte dei nostri rappresentanti in seno all’Ufficio di controllo, cosa che in fondo sarebbe stata non solo dimostrazione di maturità nell’esercizio della carica, ma anche una dovuta autovalutazione del proprio operato, sia alla luce dei risultati sia delle critiche raccolte che, e va da sé, essi avrebbero comunque potuto confutare sulla base di chiare motivazioni. In ogni caso, al momento il nostro Ordine è quello “con le idee più chiare” sia dal punto di vista procedurale che da quello della strategia delle trattative e degli obiettivi da raggiungere. È poi sorprendente come, alla legittima domanda rivolta da noi Ordini toccati dalla recente disdetta, volta a sapere se l’Ufficio di controllo avesse l’intenzione, come previsto dal contratto mantello CPC, di diramare una nuova raccomandazione relativa al valore del punto a decorrere da luglio 2011, sia stato risposto sottolineando l’impossibilità di procedere a causa dell’instabilità dei dati! A questo punto non penso si possa tacciarmi di malignità se mi permetto di far mia la famosa frase di Andreotti secondo la quale “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”: in effetti, perché i dati odierni non sono sufficientemente attendibili mentre lo erano quelli di primavera? Perché queste carenze, di dati in base ai quali si adottano decisioni con conseguenze milionarie e che dovrebbero essere recepite come un’opportunità irrinunciabile per almeno iniziare una discussione seria e coordinata a livello globale, non vengono colte al volo? Chiaramente il tutto sembra essere fortemente influenzato da riflessioni di opportunità politica e, soprattutto dalla ventilata possibilità di rivedere il contratto mantello CPC. Ma il tutto cade sotto il timore dell’intervento di Mister Prezzi che si era espresso in termini positivi su questo contratto ma che potrebbe cambiare opinione sulla sua eventuale revisione. Di positivo rimane, meglio tardi che mai, la dichiarata intenzione dei nostri membri dell’Ufficio di controllo di sollevare con Santésuisse la questione della sfiducia nei confronti dei dati che vengono forniti e sui quali contrattualmente lo stesso ufficio emana le proprie raccomandazioni. Sia come sia, poiché ormai siamo di fronte al fatto compiuto e, come spesso, precursori dei tempi a livello nazionale, continueremo soli sulla nostra strada, andando fino in fondo e sfruttando appieno tutte le strade a disposizione. Naturalmente vi terrò al corrente sia sulla linea di condotta adottata che sull’evolversi della situazione. Ecco quindi come un’estate resa calda e resa sonnolenta dall’arrivo anticipato della canicola si è improvvisamente trasformata in un periodo di gelida riflessione e di esercizio di freddo autocontrollo allo scopo di affinare al meglio le nostre armi. Franco Denti, Presidente OMCT fisioterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:03 Pagina 289 SEZIONE SCIENTIFICA IL RAGIONAMENTO CLINICO (“CLINICAL REASONING”) E L’ICF IN FISIOTERAPIA: CHE COSA SONO? L. Scascighini, G. Capra, B. Erdmann, M. Barbero Il sistema sanitario svizzero è mutato sull’arco degli ultimi decenni in maniera considerevole portando con se molteplici interrogativi e nuove sfide. La fisioterapia è di conseguenza confrontata con nuove aspettative da parte del medico curante come pure del paziente. L’obiettivo di quest’articolo è quello di offrire al lettore una visione aggiornata della presa a carico fisioterapica, evidenziando il processo di ragionamento clinico (“clinical reasoning”) inteso come competenza analitico-interpretativa nella valutazione e nel trattamento del paziente1,2 e la “Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (“International Classification of Functioning, Disabilities and Health”), sviluppata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità3, come aspetti cardinali della pratica fisioterapica. Per entrare in materia, presentiamo un caso concreto che ci permette di illustrare e discutere i punti salienti dell’intervento fisioterapico mettendo in risalto i nuovi elementi professionalizzanti principali occorsi negli ultimi anni. “(…) Sono le 8.00 di mattina, nella sala d’attesa si presenta una signora con in mano la prescrizione del suo medico curante, sulla quale viene menzio- nata la diagnosi medica di St. dopo decompressione sotto-acromiale avvenuta una settimana prima. L’obiettivo è quello di recuperare la funzione articolare e alleviare la sintomatologia. La paziente non è mai stata in fisioterapia e la sua conoscenza in merito alla fisioterapia è scarsa, cioè non sa che cosa aspettarsi. Il fisioterapista, dopo essersi presentato, svolge una valutazione anamnestica ed una valutazione clinico-funzionale con la finalità di inquadrare la situazione clinica e proporre un piano di trattamento che permetta di raggiungere nel modo più mirato gli obiettivi negoziati con la paziente. In seguito, il fisioterapista esegue un primo trattamento e istruisce la paziente per quanto riguardano i primi movimenti da eseguire per favorire un recupero ed un ripristino della funzionalità durante le attività della vita quotidiana. Dopo alcuni giorni la paziente si ripresenta in studio, mostrando al fisioterapista gli esercizi che ha eseguito a domicilio. (…)“ Prendendo spunto da questo caso clinico, si evincono diverse tematiche legate alla presa a carico fisioterapica, che avviene secondo la seguente sequenza: valutazione, trattamento e rivalutazione. La circolarità di questo processo permette al fisioterapista di adattare continuamente il trattamento secondo il decorso e le esigenze del paziente. La Conferenza mondiale della fisioterapia (WCPT) definisce la disciplina della fisioterapia come ”un servizio per individui o gruppi di individui con l’obiettivo di mantenere, recuperare e sviluppare le capacità funzionali durante tutto l’arco della vita”4. Le dimensioni principali della pratica fisioterapica sono sostanzialmente quattro, ossia: (1) la conoscenza, intesa come un costrutto multidimensionale ed orientato al paziente; (2) il ragionamento clinico, quale processo collaborativo e riflessivo; (3) il movimento, centrato sulla funzionalità del- 75 SETTEMBRE 2010 la persona; (4) le virtù professionali riferite alla dedizione e cura del paziente (“commitment”)5. Dal caso esposto emerge con chiarezza l’importanza di un recupero funzionale dopo un intervento chirurgico. Il ritorno all’attività e l’acquisizione di un livello d’autonomia personale rappresentano generalmente gli obiettivi primari della riabilitazione. In alcuni casi, tali obiettivi risultano essere più difficilmente o non raggiungibili in seguito ad una patologia soggiacente e alla disponibilità di risorse individuali e sociali. Per individuare e determinare il livello di funzionalità in seguito ad un intervento chirurgico o altri trattamenti medicali, nella fisioterapia (unitamente all’area della riabilitazione muscolo-scheletrica, neurologica e internistica) si fa riferimento allo strumento di classificazione riconosciuto internazionalmente denominato ICF (“International Classification of Functioning, Disabilities and Health”)3. Questo modello costituisce uno dei paradigmi di riferimento in ambito socio-sanitario e rappresenta dunque un elemento centrale della presa a carico del paziente. Il modello ICF si propone, come obiettivo primario, quello di permettere alle diverse discipline coinvolte nella gestione di pazienti con problemi di salute di utilizzare un linguaggio comune ed unificato per facilitare la comunicazione attorno alla tematica della salute e dell’assistenza sanitaria. Inoltre questa classificazione trova un’applicazione concreta nella quantificazione, nell’analisi dell’utilizzo e allocazione di risorse umane. La capacità di funzionare in un ambiente e il livello di capacità di realizzare attività funzionali vengono considerati come basi centrali nella riabilitazione6. Facendo nuovamente riferimento al caso della paziente operata alla spalla, appare evidente che un intervento chirurgico comporta una limitazione delle attività, in parte dovuta ai tempi di guarigione, al protocollo post-opera- TRIBUNA MEDICA TICINESE 289 fisioterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:03 Pagina 290 SEZIONE SCIENTIFICA torio ma anche all’incapacità funzionale. Ad es. per la paziente in questione risulterà presumibilmente difficoltoso svolgere attività legate alla vita quotidiana (AVQ), quali la cura della propria persona e lo svolgimento ad esempio delle faccende domestiche. Il movimento e la capacità funzionale vanno messi in relazione per l’appunto al modello dell’ICF, il quale postula un’interazione mutuale tra la menomazione (“impairment”) strutturale e/o funzionale, il livello di attività e di partecipazione, considerando aspetti contestuali, ovvero fattori personali (attitudini, comportamenti, caratteristiche socio-demografiche) e fattori ambientali. Il funzionamento e la disabilità di una persona vengono ritenuti risultato di molteplici interazioni tra le condizioni di salute di una persona ed i fattori contestuali3. A differenza della precedente classificazione (“International classification of impairments, disabilities and handicap”, ICIDH), l’ICF analizza le tematiche della salute e della disabilità da un punto di vista innovativo; le conseguenze di una malattia vengono considerate differentemente, si dà più importanza alle “componenti della salute”, intese come “fattori fondamentali e costitutivi della salute e del benessere”7. Nella pratica clinica l’ICF permette di delineare le componenti funzionali, anche grazie all’utilizzo congiunto della classificazione delle diagnosi ICD-10 ( “International classification of diseases-10”)8. Il termine “Funzionamento” fa riferimento a tutte le funzioni del corpo, alle attività (l’esecuzione di un compito, una mansione da parte di una persona) ed alla partecipazione, intesa come il coinvolgimento di una persona nelle situazioni di vita quotidiana, ad esempio andare a lavorare, occuparsi della famiglia, gestire il tempo libero. In presenza di una medesima patologia ogni paziente può presentare livelli di funzionamento diversi, così come differenti condizioni di salute possono a lo- 290 TRIBUNA MEDICA TICINESE ro volta essere associate a livelli di funzionamento simili. Questa considerazione mette in evidenza il fatto che l’ICF non ricopre l’obiettivo di sondare o classificare l’eziologia di una determinata malattia, bensì quello di fornire una visione d’insieme da un punto di vista qualitativo e quantitativo della funzionalità, dell’attività e della partecipazione dell’individuo7. Per “Disabilità” si intende una limitazione o perdita della capacità di compiere delle attività e di partecipare attivamente all’interno del contesto socioculturale, in seguito a menomazioni strutturali e funzionali corporee7. Essa è caratterizzata da un andamento progressivo o regressivo, transitorio o permanente, reversibile o irreversibile. Nel caso della Signora summenzionata, si può ipotizzare che le disabilità rilevate nella fase di valutazione, abbiano un carattere transitorio e reversibile. Tale stato di salute è fortemente condizionato dalla riuscita dell’intervento riabilitativo nella sua totalità. La condizione di salute unitamente alla partecipazione ed al coinvolgimento alla vita sociale può venire influenzata positivamente o negativamente da una molteplicità di fattori, tra i quali i fattori ambientali (attitudini sociali, barriere architettoniche, strutture legali e sociali, clima e territorio) ed i fattori personali (sesso, età, pensieri e credenze legati al futuro, sentimenti/emozioni, strategie di “coping”, percezione individuale di salute e di malattia, formazione, modelli di comportamento, aspetti culturali ed esperienze pregresse). Rundell et al. afferma che il modello ICF possa contribuire favorevolmente ad una pratica riflessiva nei fisioterapisti in quanto l’implementazione di esso comporta una maggiore considerazione degli aspetti contestuali, con un approccio globale e olistico del paziente9. La fisioterapia è un lavoro durante il quale i professionisti assumono svariati ruoli; accompagnano, guidano, insegnano e consigliano i pazienti nel pro- 75 SETTEMBRE 2010 cesso della riabilitazione di disfunzioni motorie. In questo processo l'anamnesi e il ragionamento clinico formano un’unità inscindibile con l'intervento terapeutico. Il lavoro con pazienti con problemi muscolo-scheletrici, sportivi, neurologici, oncolologici, cardiocircolatori o nell’ambito della prevenzione e promozione della salute, richiede da parte dei fisioterapisti un’analisi scrupolosa di tutti gli aspetti che potenzialmente contribuiscono al benessere ed alla salute del paziente. Sebbene i fisioterapisti spesso vengono percepiti dall’opinione pubblica e da altri operatori sanitari come professionisti con competenze legate ad aspetti fisici, un orientamento ed una considerazione di elementi legati alla sfera sociale e psicologica in accordo con il modello bio-psico-sociale è assolutamente imprescindibile10,11. La presa a carico da parte di un fisioterapista di un paziente prevede inizialmente un’osservazione accurata ed un’attenzione particolare ai segnali mostrati dal paziente attraverso comportamenti, atteggiamenti, messaggi verbali o non verbali. Queste informazioni preliminari vengono considerate nel loro insieme per sviluppare in seguito delle ipotesi, delle interpretazioni riguardanti una possibilità d’intervento. La generazione di ipotesi di lavoro si basa sulla combinazione di interpretazioni di dati raccolti durante l’anamnesi e l’esame clinico, specifici al caso, e sulla loro sintesi. Tutti i fisioterapisti sviluppano una sorta di “routine” nel loro modo di esaminare il paziente. Attraverso la formazione professionale e l’esperienza clinica, imparano ad identificare e suddividere in categorie le informazioni che ricevono con l’obiettivo di sintetizzare quelle più rilevanti per decidere e gestire la forma d’intervento adeguata alla situazione. Le ipotesi iniziali vengono verificate attraverso domande e/o test di conferma/smentita specifici per ogni pa- fisioterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:03 Pagina 291 SEZIONE SCIENTIFICA ziente, analogamente al processo diagnostico medico. Grazie ad un ragionamento clinico, orientato alla formulazione d’ipotesi, il fisioterapista è messo nella condizione di acquisire una visione d’insieme approfondita della problematica del paziente. Nel caso in cui non si riesca ad individuare le cause del problema e i fattori concomitanti del paziente, le ipotesi iniziali vengono riconsiderate, lasciando spazio a nuove ipotesi e a nuove interpretazioni. La generazione di ipotesi ed i vari test valutativi vengono reiterati finché il fisioterapista dispone di sufficienti informazioni per impostare un piano di trattamento pertinente ed adeguato alla situazione clinica. Nel nostro caso, si tratterà in primo luogo di definire le limitazioni funzionali, le limitazioni in termini d’attività (i gesti che sono difficoltosi e/o dolorosi per la paziente) e di comprendere quali sono le ripercussioni in termini di partecipazione. Le conoscenze e riflessioni sui processi pato-biologici e lo stadio di guarigione dei tessuti (tempo passato dall'intervento) determineranno le precauzioni da prendere nell'impostazione del trattamento. L'esperienza soggettiva della paziente e il suo vissuto rispetto alla malattia determineranno anch’essi la scelta dei provvedimenti. Il processo di ragionamento clinico continua durante tutta la fase di terapia con il paziente. Un riesame o nuovo accertamento può da una parte confermare le ipotesi iniziali ed essere di conferma per capire che il trattamento intrapreso è corretto; d’altro canto può segnalare la necessità di modificare le ipotesi considerate fino a tale momento attraverso la raccolta di ulteriori informazioni e chiarimenti legati al problema. Tanto importanti quanto i ragionamenti del fisioterapista sono i pensieri dei pazienti rispetto ai loro problemi e le rispettive spiegazioni della causa di un sintomo. I pazienti sviluppano delle proprie interpretazioni sulla natura del loro disagio, le quali possono modificarsi in base alle loro esperienze personali e da ciò che medico, familiari e amici esprimono in proposito. In alcuni studi scientifici è stato riscontrato che l’attribuzione soggettiva di un paziente riguardante il proprio problema clinico influisce significativamente sulla capacità di tolleranza del dolore, sulla sua disabilità così come sul risultato finale del trattamento12,13. Credenze e sentimenti negativi possono dimostrarsi contro-produttivi per un recupero e causare una mancanza di coinvolgimento da parte del paziente nel processo di guarigione, associata a bassa auto-efficacia (“self-efficacy”). Se la nostra paziente ha sentito da una conoscente che muovere la spalla dopo un intervento alla spalla è doloroso, sarà poco motivata ad eseguire esercizi di mobilizzazione a casa e assumerà probabilmente un ruolo più passivo. Contrariamente, i pazienti che sono stati coinvolti nel processo decisionale, si mostrano solitamente maggiormente responsabili nella gestione e svolgimento del trattamento, raggiungendo di conseguenza risultati migliori14. Ne consegue un aspetto fondamentale nella gestione del paziente, ossia che l’autoefficacia ed il sentimento di responsabilità riguardo alla propria terapia possono venire incrementati tramite un percorso di ragionamento, collaborazione e cooperazione tra medico, fisioterapista e paziente. Attraverso un processo di valutazione della comprensione del paziente, dei sentimenti che prova in rapporto al proprio dolore, ai propri problemi e mediante un’adeguata spiegazione, rassicurazione e coinvolgimento nel prendere decisioni, paziente e terapista sviluppano insieme un piano d’azione comune. La responsabilità viene condivisa tra terapista e paziente; ciò dà la possibilità al paziente di percepirsi protagonista attivo nella gestione e risultato dell’intervento. Se al paziente viene data la possibilità di raccontare la 75 SETTEMBRE 2010 propria storia invece di rispondere semplicemente a delle domande, il fisioterapista può prendere nota di tutte le caratteristiche personali correlate (ad es. ciò che per una persona può essere ritenuto fattore di stress per un’altra può non esserlo) e prendere consapevolezza della varietà di interazioni tra salute, cognizione, comportamento, movimento e dolore. E’ importante quindi che il fisioterapista mantenga una riflessione continua sulle sue ipotesi di lavoro e sugli effetti dell’intervento con la finalità di convalidare i propri schemi clinici (“clinical patterns”). Il modus operandi descritto diventa essenziale in situazioni critiche o nel momento in cui si deve valutare il rischio potenziale di una certa misura terapeutica, come nell’esempio del “clinical assessment” dell’insufficienza vertebro-basilare15. In uno studio qualitativo condotto su fisioterapisti specializzati in ambito muscolo-scheletrico con l’obiettivo di investigare i processi di ragionamento clinico nelle presentazioni cliniche più comuni di dolore e determinare come questo ragionamento influisca sulla scelta del trattamento, emerge che i fisioterapisti in questo studio adottano un approccio olistico, multidimensionale sia nei confronti dell’interpretazione dei sintomi riferiti dal paziente che nella formulazione della prognosi e nella scelta dei provvedimenti riabilitativi16. In un editoriale di una rivista scientifica rinomata in ambito riabilitativo, viene dichiarato che il riconoscimento dell’eterogeneità delle situazioni cliniche, dei molteplici fattori modulanti, delle diverse cause, ha infervorato la ricerca scientifica ad identificare e classificare gruppi di pazienti con affinità nella presentazione clinica17. Inoltre, nello stesso editoriale, si accenna al fatto che l’evidenza scientifica possa perdere di consistenza nel caso il ragionamento clinico venga a mancare17. Queste constatazioni mettono ulteriormente in risalto l’importanza di un TRIBUNA MEDICA TICINESE 291 fisioterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:03 Pagina 292 SEZIONE SCIENTIFICA processo di ragionamento clinico realizzato dai i fisioterapisti, sebbene una diagnosi medica costituisca una parte integrale della presa a carico fisioterapica. Il processo di ragionamento clinico in fisioterapia è complesso. Devono venire prese decisioni sulle possibili cause del problema, sulle strategie di trattamento ottimali e sull'integrazione attiva del paziente nel processo. Una solida base di conoscenze biomediche, umanistiche, sociali, lo influenza in modo importante. Le conoscenze richieste non sono da ritenersi solo teoriche, ma anche personali e disciplinari. Queste ultime due forme di conoscenza sono decisive nei processi di “clinical decision making”18. Un ulteriore elemento aggiuntosi di recente nei processi decisionali clinici del fisioterapista è certamente l’Evidence Based Practice (EBP), movimento che a partire dagli anni ottanta ha rivoluzionato la medicina. Tre sono gli elementi considerati essenziali nella pratica basata sulle evidenze: aspettative del paziente, esperienza clinica e conoscenze dei migliori interventi disponibili19. L’efficacia del trattamento riabilitativo è ormai un elemento dal quale non può prescindere il fisioterapista. Molti sono stati gli sforzi da parte di associazioni professionali, Università e Scuole Universitarie Professionali per sensibilizzare i fisioterapisti nei confronti della ricerca clinica. La disponibilità di numerosi lavori che indicano l’efficacia dell’intervento riabilitativo nei confronti delle disabilità motorie e delle sindromi dolorose ha sicuramente concorso a consolidare ed affermare il ruolo del fisioterapista nei sistemi sanitari di tutto il mondo. Un importante testimone dell’integrazione nella professione della pratica basata sulle evidenze è il database PEDro (Physiotherapy Evidence Database). Il progetto lanciato nell’ottobre del 1999 aveva come obiettivo quello di supportare l’approccio basato sulle evidenze sia nella pratica che nella didattica. Il database ad accesso gratuito, promosso inizialmente da un grup- Fig. 1: Numero cumulativo di studi randomizzati, controllati e revisioni sistematiche nella fisioterapia per anno in PEDro (dati personali non pubblicati). 292 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 po di fisioterapisti dell’Università di Sidney, contiene oggi circa 16500 lavori tra studi clinici randomizzati, revisioni della letteratura e linee guida20. Tutti i lavori inclusi sono classificati considerando la loro rilevanza per la pratica del fisioterapista ed evidenziando anche la loro qualità metodologica. Una semplice analisi degli studi contenuti in PEDro evidenzia come a partire dagli anni ottanta ci sia stato effettivamente un’importante aumento degli studi clinici in ambito fisioterapico e come questi siano svolti in diversi ambiti della medicina (Fig. 1). La collaborazione interdisciplinare, tassello fondamentale nella gestione del paziente, contribuisce in modo significativo al raggiungimento dell’obiettivo terapeutico prefissato. De facto, una condivisione dell’obiettivo tra medico curante, fisioterapista e paziente, rappresenta il punto di partenza di una presa a carico riabilitativa. Questa cooperazione viene favorita e rafforzata da una formazione e un aggiornamento inter-professionale, momenti d’incontro privilegiati per instaurare un dialogo con l’obiettivo di creare un’atmosfera di rispetto e fiducia reciproca, di accettazione e di maggiore consapevolezza dei ruoli e delle competenze specifiche delle diverse discipline coinvolte nella gestione e nel trattamento della persona in cura21. Bibliografia 1 Jones M. Clinical reasoning and pain. Man Ther 1995; 9: 17-24. 2 Edwards I, Jones M, Carr J et al. Clinical Reasoning Strategies in Physical Therapy. Phys Ther 2004; 84(4): 312-330. 3 Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), Edizioni Erickson, 2002. 4 WCPT. Description of physical therapy. London, World confederation of Physical therapy:1999. 5 Jensen GM, Gwyer J, Shepard KF et al. Expert Practice in Physical Therapy. Phys Ther 2000; 80(1): 28-43. fisioterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:03 Pagina 293 SEZIONE SCIENTIFICA 6 Stucki G, Cieza A. The International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) Core Sets for rheumatoid arthritis: a way to specify functioning. Ann Rheum Dis 2004; 63(suppl): 40-45. 7 Buono S, Zagara T. ICF- Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. Life span and disability; 2003, 6(1):121-41. 8 Classificazione Internazionale delle malattie e dei problemi correlati (ICD-10). 10 Versione Organizzazione Mondiale della Sanità, 2007. 9 Rundell SD, Davenport TE, Wagner T. Physical therapist management of acute and chronic low back pain using the World Health Organization’s International classification of functioning, disability and health. Phys Ther 2009; 89(1): 82-90. 10 Jones M, Edwards I, Gifford L. Conceptual models for implementing biopsychosocial theory in clinical practice. Manual Therapy 2002; 7(1): 2-9. 11 Gifford L. Pain, the tissue and the nervous system: a conceptual model. Physiother 1998; 84(1):27-36. 12 Flor H, Turk DC. Cognitive and learning aspects. In: McMahon S., Koltzenburg M (eds) Wall and Melzack’s textbook of pain. 5a edizione. Elsevier, Philadelphia, 2006: 241258. 13 Jones M, Jensen G, Edwards I. Clinical reasoning in physiotherapy. In: Higgs J, Jones M, Loftus S, Christensen (eds), Clinical reasoning in the Health professions. Butterworth-Heinemann, 2008: 245-256. 14 Schüffel W, Brucks U, et al., Eds. Handbuch der Salutogenese – Theorie und Praxis. Wiesbaden: Ullstein Medical; 1998. 15 Sweeney A, Doody C. The clinical reasoning of musculoskeletal physiotherapists in relation to the assessment of vertebrobasilar insufficiency: A qualitative study. Man Ther 2010; 15: 394-399. 16 Smart K, Doody C. The clinical reasoning of pain by experienced musculoskeletal physiotherapists. Man Ther 2007; 12: 40-49. 17 Jull G, Moore A. The primacy of clinical reasoning and clinical practical skills. Man Ther 2009; 14: 353-354. 18 Higgs J, Refshauge K, Ellis E. Portrait of the physiotherapy profession. J Interprof Care 2001; 15(1):79-89. 19 Sackett D, RichardsonW, et al. Evidence-based medicine – how to practice and to teach EBM. Edinburgh: Churchill Livingstone; 1998. 20 Moseley AM, Herbert RD, Sherrington C, et al. Evidente for physiotherapy practice: a survery o the Physiotherapy Evidente Database (PEDro). Aust J Physiother 2002; 48(1):43-9. 21 Petri L. Concept Analysis of Interdisciplinary Collaboration. Nursing Forum 2010; 45(2): 73-82. Autori: 1 Luca Scascighini, Docente-professionista SUPSI 1 Gianpiero Capra, Docente-professionista SUPSI 1 Brigitte Erdmann, Docente-professionista SUPSI 1 Marco Barbero, Docente-ricercatore SUPSI Affiliazione: 1 Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, Dipartimento sanità Corso di Laurea in Fisioterapia Corrispondenza: Luca Scascighini, MPtSc, BSc Galleria 2 CH-6928 Manno T +41 (0)58 666 64 96 F +41 (0)58 666 64 01 [email protected] www.dsan.supsi.ch “Il sottoscritto, Luca Scascighini e tutti i co-autori, certificano che tutti i legami, economici, personali o professionali con altre persone o organizzazioni che pongono in essere un conflitto di interesse, che potrebbero essere ragionevolmente percepiti come forieri di un conflitto di interesse, o che potrebbero potenzialmente influenzare questo lavoro descritto nel manoscritto sono stati completamente e apertamente dichiarati nello spazio sottostante. Questi legami includono affiliazioni e coinvolgimenti economici entro i trascorsi 3 anni e nel prossimo futuro con qualsiasi organizzazione o entità che ha interessi economici o conflitti economici con l’argomento o il materiale discusso nel manoscritto.“ Dichiariamo che non esistono conflitti d’interesse. Parole chiave: ragionamento clinico in fisioterapia, riabilitazione, evidence based practice, ICF 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 293 Lesioni:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:05 Pagina 295 SEZIONE SCIENTIFICA LESIONI LICHENOIDI DEL CAVO ORALE S. Leoni Parvex Le lesioni lichenoidi del cavo orale sono un gruppo eterogeneo di mucositi (Tabella 1) caratterizzate da un medesimo aspetto clinico di formazioni reticolari o arborescenti biancastre, simili ai licheni che crescono sulle rocce e sulla corteccia degli alberi (Figura 1). Lichen Planus Il lichen planus (LP) è una malattia mucocutanea autoimmune a decorso cronico dell’adulto con una prevalenza dell’1% circa. In un quarto dei casi il LP orale si associa a lesioni della mucosa genitale e nel 15% vi è coinvolgimento cutaneo concomitante. Nel cavo orale le sedi più frequenti sono la guancia, le gengive (gengivite desquamativa) e il dorso della lingua. Le lesioni sono tipicamente simmetriche e bilaterali. Clinicamente, si distinguono sei varianti raggruppate in cosiddette forme “bianche” e forme “rosse”. Le forme bianche sono il LP a reticolo, il LP papulare e il LP a placca (determinato da confluenza di papule e reticoli). Le forme rosse sono il LP eritematoso/erosivo, il LP atrofico e il LP bolloso (molto raro). Le varie forme possono coesistere e dare aspetti misti, che rendono difficile la diagnosi (Figure 2-6). La forma più frequente è quella a reticolo, caratterizzata da strie bianche (dette strie di Wickham), formate da numerose piccole papule confluenti, non asportabili. Generalmente le forme bianche sono asintomatiche mentre le forme rosse possono essere dolorose. La diagnosi di LP si basa su criteri clinici e istopatologici. La prima definizione clinico-patologica emessa dalla WHO nel 19781 si è rivelata poco riproducibile per cui, nel 2003, Van der Meij2 ha formulato un nuovo assetto di criteri, Fig. 3: Lichen planus a placca Fig. 4: Lichen planus eritematoso/erosivo della gengiva Fig. 5: Lichen planus, forma mista, a placca ed erosiva, sul dorso della lingua Lichen planus Lesione orale lichenoide da farmaci Lesione orale lichenoide da materiale dentale Lupus eritematoso Graft versus host disease Displasia lichenoide Tab. 1: Lesioni lichenoidi del cavo orale Fig. 2: Lichen planus a reticolo 75 SETTEMBRE 2010 Fig. 6: Lichen planus, forma mista, reticolare e erosiva del labbro inferiore TRIBUNA MEDICA TICINESE 295 Lesioni:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:05 Pagina 296 SEZIONE SCIENTIFICA più restrittivo, rispetto alla versione precedente della WHO (vedi Tabella 2). Secondo questa nuova definizione, le forme rosse (erosiva, atrofica, bollosa) come pure la forma bianca a placca, sono accettate solo se associate a lesioni reticolari tipiche. Inoltre nei criteri istopatologici, la presenza di displasia epiteliale esclude un LP. Le lesioni che non soddisfano questi criteri diagnostici vengono definite “lesioni lichenoidi orali”. Applicando questa nuova definizione clinico-patologica, un recente studio3 ha mostrato una concordanza tra diagnosi clinica e diagnosi istopatologica del 95% (rispetto ad una concordanza del 50% con i criteri WHO del 1978). All’istologia due alterazioni “maggiori” caratterizzano il LP: il danno allo strato basale dell’epitelio (con vacuolizzazione e apoptosi dei cheratinociti) e l’infiltrato linfocitico a banda/lichenoide (Figura 7 A-C). Le alterazioni “minori” sono l’acantosi “a denti di sega”, l’offuscamento da parte dei linfociti della giunzione epitelio-stromale e l’ipercheratosi. Se entrambi i criteri maggiori sono soddisfatti il reperto istopatologico è suggestivo per LP, altrimenti viene formulata una diagnosi descrittiva di infiammazione lichenoide, con le rispettive diagnosi differenziali. In caso di presentazione tipica con lesioni reticolari, bilaterali, ad andamento ciclico, eventualmente associate a lesioni cutaneo-genitali, la diagnosi di Fig. 7 A-C: 296 Criteri clinici • Presenza di lesioni bilaterali, più o meno simmetriche • Presenza di lesioni a reticolo con linee biancastre lievemente rilevate • Lesioni erosive, atrofiche, bollose o a placca sono riconosciute come un sottotipo di LP solo in presenza di lesioni reticolari nella mucosa orale • Quando lesioni sembrano clinicamente un LP ma non soddisfano i criteri sopra menzionati, si usa il termine “clinicamente compatibile con” Criteri istopatologici • Infiltrato a banda del tessuto connettivo sottoepiteliale costituito prevalentemente da linfociti • Vacuolizzazione dello strato basale • Assenza di displasia • Quando i criteri istopatologici sono poco evidenti o solo parzialmente soddisfatti si usa il termine “istopatologicamente compatibile con” Diagnosi conclusiva di lichen planus (LP) oppure lesione lichenoide orale (LOL) • È indispensabile la correlazione clinico-patologica Lichen planus: criteri clinici e istologici sono entrambi soddisfatti Lesione orale lichenoide: 1) Clinicamente tipico per LP ma istologicamente solo “compatibile con” LP 2) Istologicamente tipico per LP ma clinicamente solo “compatibile con” LP 3) Clinicamente e istologicamente solo “compatibile con” LP Tab. 2: Criteri diagnostici WHO modificati secondo Van der Meij, 2003 (ref n. 2) per le diagnosi di lichen planus (LP) e lesione orale lichenoide (LOL) LP può essere puramente clinica. Per contro, se il quadro clinico è atipico (ad esempio in caso di forma rossa o mista), è utile praticare una biopsia. Va sottolineato che se la biopsia proviene da un’erosione l’aspetto istologico è poco contributivo per la diagnosi, in quanto non è possibile valutare il danno epiteliale. L’immunofluorescenza diretta è poco specifica, in quanto rivela depositi di fibrina e immunoglobuline del tipo IgG nella membrana basale e nei corpi apoptotici, alterazioni queste che possono essere riscontrate in varie mucositi. Essa è utile soltanto nel caso si sospetti una malattia bollosa in diagnosi differenziale. La diagnosi differenziale clinica delle forme bianche comprende le altre malattie lichenoidi del cavo orale (vedi Tabella 1); per le forme rosse vanno considerate le malattie bollose/ulcerose del cavo orale (stomatite aftosa ricorrente, Lichen planus. A: Infiltrato a banda linfocitico. Be C: danno dello strato basale con vacuolizzazione e apoptosi di cheratinociti nonché esocitosi di linfociti TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 Lesioni:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:05 Pagina 297 SEZIONE SCIENTIFICA eritema multiforme, pemfigoide cicatriziale e pemfigo volgare). La patogenesi del LP è riconducibile ad una reazione immunitaria mediata da linfociti T citotossici (CD8) che inducono apoptosi delle cellule basali dell’epitelio via secrezione di TNF-alfa e attivazione della Caspasi. Sembra esserci una correlazione statisticamente significativa tra epatite virale C e LP. Non è stata invece riscontrata alcuna relazione con tabagismo ed etilismo. L’associazione con malattie sistemiche quali ipertensione e diabete, precedentemente ipotizzata, è probabilmente del tutto casuale vista la frequenza di queste malattie. L’evoluzione è cronica con esacerbazioni e remissioni. Il potenziale di trasformazione maligna è ancora oggetto di controversia ma sembrerebbe delinearsi una benché lieve tendenza a sviluppare un carcinoma squamocellulare, riportata in un recente studio attorno all’1%4, specialmente in lesioni ulcerate della lingua e di lunga evoluzione (più di 6 anni). Tuttavia non vi è attualmente alcuna prova conclusiva per affermare che il LP è una potenziale precancerosi, in quanto gli studi finora riportati si basavano su criteri clinici e istopatologici imprecisi ed è possibile che una parte dei casi diagnosticati come LP fossero in realtà già delle displasie di aspetto lichenoide che sono poi progredite in carcinoma squamocellulare. Studi prospettici basati sulla nuova definizione clinicopatologica del LP di Van der Meij, permetteranno di stabilire se veramente il LP rappresenta una precancerosi. Allo stato attuale, le linee guida dell’ultima edizione (2005) della WHO sui tumori della sfera testa e collo5 raccomandano di considerare lichen planus e lesioni lichenoidi del cavo orale a rischio di trasformazione maligna. Pazienti affetti da LP vanno quindi sottoposti a controlli regolari e, nel caso di lesioni di lunga evoluzione con ulcera persistente o indurimento, sottoposti a biopsia. Il trattamento è puramente sintomati- co con corticosteroidi topici (clobetazolo) o per via sistemica, inibitori delle calcineurine e retinoidi sintetici. Forme reticolari asintomatiche non necessitano di terapia. Lesione orale lichenoide da farmaci Si tratta di una reazione di ipersensibilità mediata da linfociti T citotossici. Medicamenti incriminati sono antiipertensivi (soprattutto beta-bloccanti e inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina), diuretici, ipoglicemici, antimalarici, penicillamine e antiinfiammatori non steroidei. La presentazione clinica si distingue dal LP per l’unilateralità delle lesioni e la loro sede atipica nonché per l’insorgenza legata all’assunzione di farmaci. Benché l’aspetto istologico sia molto simile a quello del LP, vi sono sottili differenze che possono orientare la diagnosi istopatologica, quali l’estensione profonda e la sede perivascolare dell’infiltrato flogistico nonché il carattere polimorfo della flogosi (che, oltre i linfociti, comprende plasmacellule, granulociti eosinofili e neutrofili). La diagnosi si basa comunque sulla correlazione clinicopatologica. La soppressione del farmaco incriminato porta a guarigione, anche se a volte con una certa latenza. Lesione orale lichenoide da materiale dentale Si tratta di una reazione di ipersensibilità a materiali contenenti in particolar modo metalli. Maggiormente coinvolte sono otturazioni in amalgama con mercurio, ma anche con zinco, stagno e rame. Benché meno frequenti, sono pure state riportate reazioni a materiale dentale non metallico6. Come per le lesioni lichenoidi da farmaci, le alterazioni sono unilaterali, in sedi atipiche per un LP e poste in corrispondenza di materiali da ricostruzione dentale (Figura 8). L’aspetto istologico è identico a quello descritto per le lesioni da farmaci. Test epicutanei per i diversi allergeni del mercurio possono essere utili. 75 SETTEMBRE 2010 Fig. 8: Lesione lichenoide a reticolo ed erosiva in corrispondenza di amalgama Tuttavia è da notare che la cute può reagire a sostanze che sono invece tollerate a livello del cavo orale. La diagnosi è anche qui clinico-patologica. La terapia consiste nella sostituzione del materiale odontoiatrico con oro, composito, porcellana o acrilici. Lupus eritematoso orale Il lupus eritematoso, sia nella sua forma sistemica che in quella discoide, si associa a lesioni lichenoidi o erosive orali con una prevalenza fino al 20%. A differenza del LP anche il palato può essere coinvolto, inoltre le strie bianche sono meno demarcate rispetto al LP (Figura 9). Spesso vi sono sintomi sistemici associati, quali astenia, febbre, mialgie/artralgie nonché fotosensibilità. L’aspetto istologico si differenzia dal LP per un infiltrato più profondo e perivascolare (piuttosto che a banda), per l’ispessimento della membrana basale e per la presenza di tappi cheratosici negli sbocchi piliferi. L’immunofluorescenza diretta mostra Fig. 9: Gengivite eritematosa/erosiva in Lupus eritematoso TRIBUNA MEDICA TICINESE 297 Lesioni:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:05 Pagina 298 SEZIONE SCIENTIFICA depositi granulari di immunoglobuline del tipo IgM, IgG e di complemento lungo la membrana basale. La diagnosi va comunque corroborata da analisi sierologiche. Lesione orale lichenoide in Graft versus host disease Si osserva in casi di trapianto autologo di midollo osseo. Le lesioni hanno sede atipica e possono coinvolgere in particolar modo il palato (Figura 10). L’istologia mostra maggiore apoptosi rispetto alle altre lesioni lichenoidi e al LP, come pure aspetti di “satellitosi” (cheratinociti apoptotici circondati da una corona di linfociti). Displasia lichenoide Anch’essa si distingue dal LP per l’asimmetria e la sede atipica delle lesioni che possono interessare il pavimento boccale, la lingua ed il palato molle (Figura 11A). Inoltre il quadro clinico mostra fattori di rischio quali etilismo e tabagismo e vi è una prevalenza maschile (mentre il LP ha una lieve prevalenza femminile). L’istologia è caratterizzata da epitelio ipercellulato con perdita della polarità, atipie nucleari, frequenti figure mitotiche e discheratosi (Figura 11B). Conclusioni Nelle lesioni lichenoidi del cavo orale l’aspetto clinico come pure quello istopatologico non sono specifici e non permettono, presi singolarmente, di porre una diagnosi conclusiva. Quest’ultima si deve quindi fondare sull’integrazione dei dati clinici e istomorfologici. S. Leoni Parvex, Istituto Cantonale di Patologia, Locarno Bibliografia 1 WHO Collaborating Centre for Oral Precancerous Lesions. Definition of leukoplakia and related lesions: an aid to studies on oral precancer. Oral Surg Oral Med Oral pathol 1978; 46:518-39. A 2 Van der Meij EH, Van der Waal I. Lack of clinicopathologic correlation in the diagnosis of oral lichen planus based on the presently available diagnostic criteria and suggestions for modifications. J Oral Pathol Med 2003; 32:507-12. 3 Rad M et al. Correlation between clinical and histopathologic diagnosis of oral lichen planus based on modified WHO diagnostic criteria. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral radiol Endod 2009;107:796-800. Fig. 10: Lesione lichenoide a reticolo in GVHD B Fig. 11A: Displasia con aspetto lichenoide a plac-ca B: Epitelio ipercellulato con nuclei atipici, ipercromici e perdita della polarità cellulare fino in superficie, corrispondente a displasia importante. 4 Bermejo-Fenoll A, Sanchez-Siles M, Camacho-Alonso F, Lopez-Jornet P, Salazar-Sanchez N. Premalignant nature of lichen planus. A retrospective study of 550 oral lichen planus patients from south-eastern Spain. Oral oncology 2009;45: 54-56. 5 Pathology and Genetic of Head and Neck Tumors, WHO Classification of Tumors, 2005. 6 Cobos-Fuentes MJ et al. Oral lichenoid lesions related to contact with dental materials: A literature review. Med Oral Patol Oral Cir Bucal 2009;Oct1;14(10):514-20. 7 Farthing PM, Speight PM. Problems and pitfalls in oral mucosal pathology. Current Diagnostic Pathology 2006;12:66-74 8 Carrozzo M, Thorpe R. Oral lichen planus: a review. Minerva Stomatol 2009 Oct;58(10): 519-37. 298 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 Caso clinico:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:12 Pagina 299 SEZIONE SCIENTIFICA - Il caso clinico in 1000 parole CARCINOIDE DELL’APPENDICE, EMICOLECTOMIA SI O NO? N. Mancinelli*, V. Cvitkusic, A. Pelloni* Caso clinico Vi presentiamo un paziente di 37 anni che ha consultato il nostro pronto soccorso a causa di dolori addominali improvvisi, ai due quadranti del fianco destro, da poche ore. I dolori sono accompagnati da brividi, ma senza febbre. Il paziente non ha antecedenti medico-chirurgici di rilievo ed è in ottimo stato di salute. Al suo arrivo abbiamo costato un dolore alla palpazione della fossa iliaca destra, con lieve peritonismo ed un segno di Blumberg positivo. Gli esami ematologici sono normali, eccetto la PCR a 40,2 mg/l. La diagnosi differenziale di dolori in fossa iliaca destra in un uomo è relativamente più semplice che in una donna. Alcuni elementi come il sesso del paziente (uomo), la durata del dolore (<24 ore) e il peritonismo al Mc Burney (difesa e rilascio) evocano come prima diagnosi un’appendicite acuta, mentre altri elementi mancano (leucocitosi, migrazione del dolore). Alfine d’escludere altre patologie (DD: colica renale, diverticolite,…) richiediamo una TAC dell’addome. Questa evidenzia l’appendice in fossa iliaca destra, con un diametro superiore al centimetro, i bordi ispessiti ed una minima infiltrazione del grasso mesenterico (Figure 1a e 1b). Di fronte a questo referto si propone un’esplorazione chirurgica. Si sottopone il paziente ad un’appendicectomia aperta (McBurney). L’appendice ha un aspetto macroscopico infiammato e leggermente flemmonoso. Il decorso post-operatorio è blando, senza complicanze. All’esame isto-patologico, pervenuto dopo la dimissione del paziente, si evidenzia una neoplasia neuroendocrina ben differenziata (carcinoide) con un diametro di 7 mm, che si situa alla base dell’appendice ed è escissa in tessuto sano. Purtroppo si denota anche un’infiltrazione della muscolatura, ma soprattutto la presenza di cel- Fig. 1a: lule tumorali in alcuni vasi linfatici e sanguini, e un’infiltrazione di guaine nervose. I marcatori per la cromogranina A e il NSE sono positivi. CEA, p53 e CK 20 risultano negativi. L’indice mitotico è < 5%. Dopo discussione con il paziente, si completa la valutazione con una TAC toraco-addominale e il dosaggio della Cromogranina e del NSE nel sangue. Tutti i successivi esami risultano normali. A causa dell’infiltrazione linfatica e peri-neurale si propone un emicolectomia destra laparoscopica. Durante l’intervento si asporta il peritoneo pericecale, tutto il grasso ed il moncone del mesentere dell’appendice precedente- TAC addome che evidenzia ispessimento dell’appendice 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 299 Caso clinico:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:12 Pagina 300 SEZIONE SCIENTIFICA - Il caso clinico in 1000 parole mia è curativa per i tumori con un diametro inferiore a 1 cm, in assenza di segni di malignità, con dei margini liberi. Per i tumori più piccoli di un cm che si situano alla base dell’appendice o che non hanno i margini di resezione liberi è consigliata una resezione del polo ciecale (resezione isolata del cieco o resezione ileo-ciecale). In caso di un diametro superiore ai 2 cm si consiglia di completare l’appendicectomia con una resezione oncologica, soprattutto se vi sono segni di malignità. Infine per i tumori con un diametro tra 1-2 centimetri la decisione di procedere ad una emi-colectomia destra dipende dalla presenza di: - invasione del meso-appendice; - invasione dei vasi linfatici; - invasione delle guaine nervose; - linfonodi positivi nel meso-appendice; - indice mitotico >2%; - variante istologica “goblet-cell”. Fig. 1b: TAC addome con lieve infiltrazione del grasso peri-cecale. mente asportata. L’intervento è eseguito in laparoscopia, con un decorso blando e privo di complicanze. All’esame del resecato non si riscontrano residui tumorali. Commento e discussione I tumori carcinoidi dell’appendice rappresentano solo l’8% di tutti i tumori neuroendocrini dell’apparato gastro-intestinale e il 32%-57% dei quelli appendicolari. Questo tumore si diagnostica con una frequenza di un caso ogni 300 appendicectomie e ha una prevalenza di 4.5-8.4 casi ogni 100'000 autopsie. La diagnosi pre-operatoria è possibile solo in alcuni casi isolati, secondo alcuni dati della letteratura in meno del 10% dei carcinoidi appendicolari. In un recente lavoro si analizzano 23 casi di carcinoide dell’appendice. In nessun ca- 300 TRIBUNA MEDICA TICINESE so la diagnosi era stata effettuata o era possibile prima dell’intervento sulla base dei documenti radiologici a disposizione. Il fatto è spiegato dal diametro contenuto dei carcinoidi diagnosticati (diametro medio 6.1 mm, range 1.5-15 mm). Oltre a condizionare le possibilità di diagnosi pre-operatoria, il diametro del tumore primario appendicolare è predittivo del potenziale metastatico. La localizzazione secondaria è rara nei tumori più piccoli di un centimetro, mentre il 30% dei casi ha linfonodi positivi o metastasi quando il diametro supera i due centimetri. In una serie della Mayo Clinic il 21% dei tumori tra 2-3 centimetri e il 44% di quelli con più di tre centimetri avevano delle metastasi. Sulla base dei dati della letteratura la sola appendicecto- 75 SETTEMBRE 2010 Nel caso clinico in questione la decisione di effettuare un’emi-colectomia destra, nonostante il tumore avesse un diametro contenuto, è stata presa durante il tumor board multi-disciplinare, a causa dell’infiltrazione linfatica e di quella delle guaine nervose. Il successivo esame istologico del resecato colico non ha più evidenziato residui tumorali della zona di resezione di appendicectomia, né infiltrazione vascolare, linfatica o neurale. Nel caso in cui il primo referto fosse stato privo di infiltrazione linfatica e neurale era da discutere una resezione del polo cecale a causa della posizione nella base dell’appendice del tumore. In conclusione la diagnosi di carcinoide appendicolare è rara e difficilmente realizzabile in pre-operatorio. Nella grande maggioranza dei casi l’appendicectomia è sufficiente, poiché il diametro tumorale è uguale o inferiore a un centimetro. A diagnosi fatta il successivo iter terapeutico dipende dalla localizzazione, dal diametro Caso clinico:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:12 Pagina 301 SEZIONE SCIENTIFICA - Il caso clinico in 1000 parole e dall’aggressività del tumore. In alcuni casi purtroppo è necessario completare l’appendicectomia con un’emi-colectomia destra. Ninja Mancinelli* Candidata medico Dott. med. Angelo Pelloni* Chirurgia FMH, Spec. chirurgia viscerale Dott. med. Velimir Cvitkusic Medicina generale FMH, Medicina d’urgenza ospedaliera SSMUS Servizio di Chirurgia* e Pronto soccorso Clinica Santa Chiara Via Franscini 4, 6601 Locarno Bibliografia 1 Janice L. Pasieka: ”Carcinoid tumors.” Surg Clin N Am 2009;89:1123-37 2 Kloppel G; Perren A; Heitz PU: “The gastroenteropancreatic neuroendocrine cell system and its tumors: the WHO classification.” Ann N Y Acad Sci, 2004:-. 3 Coursey CA, Nelson RC et al: “Carcinoid tumors of the appendix: are these tumors identifiable prospectively on preoperative CT?” Am Surg 2010;76:273-5 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 301 flash farmacoterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:13 Pagina 303 SEZIONE SCIENTIFICA - Flash di farmacoterapia Flash di farmacoterapia è una rubrica della TMT gestita sotto la responsabilità del Servizio di consulenza sui farmaci e Centro regionale di farmacovigilanza del Canton Ticino. L’informazione è indipendente dall’industria e mirata a migliorare le conoscenze sull’utilizzo di farmaci nella pratica quotidiana. SISTEMI TERAPEUTICI TRANSDERMICI (TTS): STRUTTURA E ASPETTI PRATICI PER IL LORO UTILIZZO R. Bertoli, G. Poretti Cavadini, E. Bernasconi Introduzione I sistemi terapeutici transdermici (TTS), detti comunemente cerotti transdermici, sono preparazioni farmaceutiche flessibili di varie dimensioni, contenenti uno o più principi attivi, da applicare sulla pelle integra per rilasciare il o i principi attivi nella circolazione sistemica, dopo aver attraversato la barriera cutanea. La via transdermica permette una somministrazione sistemica, controllata e prolungata di principi attivi con uno scarso assorbimento nel tratto gastrointestinale (es. fentanile), che subiscono un importante “first-pass effect” determinato dal metabolismo epatico o intestinale (es. estradiolo) o che presentano un’emivita breve (es. scopolamina). È implicito che solo i principi attivi in grado di attraversare la barriera cutanea possono essere utilizzati in questo tipo di formulazione galenica. Struttura dei sistemi transdermici I TTS sono costituiti da più strati. La copertura esterna è formata da uno strato impermeabile che svolge la funzione di sostegno e di protezione, impedendo la dispersione del principio attivo all'esterno. Uno strato adesivo consente il posizionamento del cerotto e lo mantiene in posizione durante l'applicazione. Lo strato contenente il o i principi attivi e gli eccipienti (stabilizzanti, solubilizzanti, sostanze destinate a modificare la velocità di rilascio…) funge da deposito per il farmaco. Si distinguono due tipi fondamentali di sistemi transdermici: il tipo a serbatoio e il tipo a matrice. Il tipo a serbatoio è costituito da un serbatoio contenente una soluzione o una sospensione del principio attivo, delimitato da una membrana polimerica semipermeabile. Si tratta di un sistema a liberazione controllata, in cui la membrana semipermeabile determina il rilascio e la diffusione della sostanza attiva dal deposito alla pelle ad una velocità costante. Il tipo a matrice (monostrato o multistrato) è costituito da una massa o matrice polimerica nella quale è disperso il principio attivo. La composizione e la struttura della matrice regolano la diffusione del principio attivo alla pelle, e, in assenza di un’apposita membrana che ne controlli la liberazione, è la pelle stessa a limitare l’assorbimento transcutaneo. Raccomandazioni d’utilizzo Come e dove applicare il TTS? Il TTS va applicato sulla pelle integra, pulita e asciutta. Per incollarlo scegliere una parte di pelle glabra (se necessario tagliare i peli con una forbice e non con il rasoio per evitare eventuali infiammazioni) e tenere premuto il TTS per 30 secondi. Per fissarlo me- TTS disponibili in Svizzera (Kompendium aprile 2010) Nome della specialità Principio attivo Tipo Climara® Deponit® Durogesic® Matrix Estalis® (-sequi) Estradot® Estragest TTS® Estramon® Evra® Exelon® Patch Fentanyl-Cimex® TTS Fentanyl Mepha® Fentanyl Sandoz® Mat Fentanyl Spirig® Kentera® Minitran® Neupro® Nicotinell® Patch Nicorette® TTS Nitroderm® TTS Nitro-Dur® TTS Sequidot® Systen® / (-conti/-sequi) Transtec® Estradiolo Nitroglicerina Fentanile Estradiolo + Noretisterone Estradiolo Estradiolo + Noretisterone Estradiolo Etinilestradiolo +Norelgestromina Rivastigmina Fentanile Fentanile Fentanile Fentanile Ossibutina Nitroglicerina Rotigotina Nicotina Nicotina Nitroglicerina Nitroglicerina Estradiolo + Noretisterone Estradiolo (+ Noretiserone) Buprenorfina Matrice Matrice Matrice Matrice Matrice Serbatoio Matrice Matrice Matrice Matrice Matrice Matrice Matrice Matrice Matrice Matrice Serbatoio Matrice Serbatoio Matrice Matrice Matrice Matrice Può essere tagliato? Si Si Si* Si* Si* No Si* Si* Si* Si* Si* Si* Si* Si* Si* Si* No Si* No Si* Si* Si* Si Modificato da: Systèmes thérapeutiques transdermiques disponibiles en Suisse, PATCHS: structure et aspects pratiques, http://pharmacie.hug-ge.ch/infomedic/utilismedic.html (accesso aprile 2010) *Di principio si può tagliare, la ditta produttrice tuttavia lo sconsiglia per mancanza di dati (Teilbarkeit und Sondengängigkeit von Arzneimittel, Teilbarkeit von TTS, Pharmanuel 2008, p 205). 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 303 flash farmacoterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:13 Pagina 304 SEZIONE SCIENTIFICA - Flash di farmacoterapia glio si può usare del cerotto adesivo (es. Micropore®, Opsite®, ecc.). Bisogna sempre alternare il sito d’applicazione per evitare irritazioni locali. In un sistema terapeutico transdermico, la cinetica di liberazione è legata alla struttura del TTS ed è invece indipendente dalla posizione in cui viene applicato. Si sceglie generalmente una parte del corpo non soggetta a pieghe cutanee. Per alcuni tipi ci sono delle zone del corpo controindicate, in questi casi vanno osservate le raccomandazioni del fabbricante (esempio: non applicare mai sul seno i TTS a base di estrogeni). questa modalità di applicazione deve essere riservata solo a rari casi in cui non vi siano alternative terapeutiche. Si possono tagliare i TTS? I TTS a serbatoio sono costituiti da un compartimento nel quale il principio attivo si trova sciolto o in sospensione, e diffonde attraverso una membrana fino alla pelle. Il taglio del dispositivo ne danneggerebbe la membrana di controllo e la sostanza colerebbe fuori dal serbatoio. Per quanto concerne invece i TTS a matrice, questi, di principio, possono essere tagliati2. Si può aumentare la dose di principio attivo se sostituisco il TTS tutti i giorni? No, è inutile poiché il principio attivo viene rilasciato ad una velocità pressoché costante. Se si vuole aumentare la dose somministrata, nel rispetto della dose massima raccomandata, bisogna aumentare la superficie di contatto tra il TTS e la pelle (vuol dire scegliere un TTS di dimensioni più grandi con il dosaggio desiderato o applicare due TTS simultaneamente in due siti differenti). In caso si tagli in due il TTS, l’altra metà può essere conservata? È possibile conservare la parte restante a condizione che vi si lasci la copertura protettiva e che venga conservata nell’imballaggio originale. Da notare che quando si usa solo la metà o un quarto del TTS è preferibile affrancarlo anche con un cerotto (Micropore®, Opsite®, ecc.) per garantirne la corretta adesione alla pelle. Come somministrare una dose inferiore se il TTS non può essere tagliato? In certi casi particolari è possibile piegare il TTS (lasciando la metà della superficie di rilascio verso l’alto) e fissarlo con un cerotto. Il dosaggio esatto non è tuttavia garantito e la dose somministrata può variare tra un’applicazione e l’altra. Pertanto 304 TRIBUNA MEDICA TICINESE Cosa fare se il TTS si stacca? Il TTS va rimpiazzato con uno nuovo, annotando data e ora per calcolare un nuovo ciclo di somministrazione. Bisogna togliere i TTS se si fa la doccia o il bagno? No, i TTS sono concepiti per resistere all’acqua. I pazienti possono anche nuotare. Evitare tuttavia di insaponare o usare una lozione sul punto d’applicazione. Si può incollare un TTS più volte sullo stesso punto? No, per evitare irritazioni della pelle si consiglia di aspettare almeno una settimana prima di utilizzare nuovamente lo stesso sito di applicazione. Perché nel Kompendium viene sconsigliato di dividere i TTS di Durogesic® e generici? Nel caso del Durogesic® e i relativi generici il fabbricante sconsiglia di tagliarlo per mancanza di dati e per ragioni di sicurezza (dosi esatte, contatto diretto con il principio attivo al momento della manipolazione del cerotto e rischio di sovradosaggio di fentanile). Da un punto di vista galenico i TTS di Durogesic® e generici disponibili in Svizzera possono essere 75 SETTEMBRE 2010 tagliati poiché si tratta di sistemi a matrice. Usare tuttavia prudenza poiché ogni manipolazione della struttura di un TTS può influire sulla sua cinetica. TTS e calore L’assorbimento del principio attivo può essere accelerato quando l’irrorazione sanguigna della pelle è aumentata, per esempio in caso di esposizione del sito d’applicazione ad una fonte di calore (esposizione solare intensa, solarium, sauna, borsa dell’acqua calda) o in caso di febbre. Il calore può aumentare anche la velocità di liberazione del principio attivo. Ciò implica che i TTS non andrebbero applicati su parti del corpo esposte al sole. L’azione del calore sui TTS è associata anche ad effetti avversi severi, ad esempio nel caso di quelli contenenti oppiacei5. Come riportato in letteratura6, il rischio di overdose con i TTS di fentanile è alto, e in caso di febbre il paziente va attentamente monitorato per riconoscere tempestivamente eventuali sintomi d’intossicazione e ridurne di conseguenza il dosaggio. Recenti avvertenze da parte delle autorità sanitarie sul corretto uso di Exelon® L’autorità sanitaria canadese in aprile 20103 e quella svizzera (Swissmedic)4 a maggio 2010 hanno segnalato importanti reazioni avverse legate ad errori medicamentosi o all’uso scorretto dei cerotti Exelon®. Sono stati infatti riportati casi di overdose di rivastigmina accompagnati da sintomi come nausea, vomito, diarrea, ipertensione e allucinazioni. L’autorità sanitaria canadese riporta anche rari casi con esito letale. Principalmente si trattava dell’applicazione di un nuovo TTS dimenticando di togliere quello vecchio o dell’applicazioni di più cerotti contemporaneamente. flash farmacoterapia:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:13 Pagina 305 SEZIONE SCIENTIFICA - Flash di farmacoterapia In conclusione è di fondamentale importanza che i pazienti vengano debitamente istruiti dal personale sanitario sul corretto uso dei cerotti transdermici. R. Bertoli1, G. Poretti Cavadini2, E. Bernasconi1,3 1 Servizio di consulenza sui farmaci e Centro regionale di farmacovigilanza, Ospedale Regionale di Lugano, Lugano 2 Servizio Farmacia Ospedaliera EOFARM, Ospedale Regionale di Lugano, Lugano 3 Dipartimento di medicina, Ospedale Regionale di Lugano, Lugano Bibliografia 1 Systèmes thérapeutiques transdermiques disponibiles en Suisse, PATCHS: structure et aspects pratiques, http://pharmacie.hugge.ch/infomedic/utilismedic.html (accesso aprile 2010) 2 Lee HA et al, Giving partial doses of transdermal patches, Am J Health-Syst Pharm, 1997, 54: 1759-1760. 3 Important Warnings from the Manufacturer Novartis on Drug Product Exelon, www.hcsc.gc.ca/dhp-mps/medeff/advisoriesavis/prof/_2001/exelon_hpc-cps-eng.php 4 HPC: Exelon Patch (Rivastigmin) – unsachgemässe Anwendung mit Risiko der Überdosierung www.swissmedic.ch/marktueberwachung/00091/00092/01273/index.ht ml?lang=de 5 Dispositifs transdermiques et chaleur, Deutsche Apotheker Zeitung 10/2007/p1027 6 La revue Prescrire no312/2009/p747; Fentanyl en patchs: surdoses évitables 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 305 flash glicemico:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:14 Pagina 307 SEZIONE SCIENTIFICA - Flash di medicina di laboratorio IL CONTROLLO GLICEMICO: GLUCOMETRI E NEONATI M. Balerna Introduzione Per ragioni evidenti, il corretto approccio al controllo – e all’autocontrollo – glicemico continua a suscitare grande attenzione da parte dei clinici. Infatti, anche i glucometri dotati di raffinate tecnologie e notevoli performances – e che per molti anni erano stati ritenuti validi (accurati e precisi) – hanno dimostrato dei limiti messi già a nudo anche su questa Rivista1. Ricordiamo qui solo che glucometri che usano certi sistemi enzimatici possono dare origine a risultati incorretti (ad es.: le iper-glicemie inesistenti misurate in caso di alimentazione parenterale o di terapie particolari [emodialisi peritoneale], che hanno portato a terapie insuliniche fatali). Per questa ed altre ragioni, EOLAB ha introdotto in tutti gli Ospedali EOC un tipo di glucometri ad auto-calibrazione e detezione automatica dei controlli, provvisti di un sistema enzimatico ad alta specificità di substrato (glucosio deidrogenasi con FAD/FADH2 come coenzima [FAD-GDH]). Dalla loro introduzione nel 2007, questi strumenti sono stati assoggettati a monitoraggio continuo tramite controlli di qualità "esterni” ed “interni”, con risultati che possono essere definiti buoni/molto buoni per entrambi i tipi di controlli. Glucometri e neonatologia: un ulteriore approccio Nonostante questo importante passo di "aggiustamento enzimatico”, si è evidenziato nel frattempo un nuovo, e diverso, problema: quello delle glicemie misurate con i glucometri in neonati nelle prime 24 ore di vita. Si tratta, a non dubitarne, di misure di grande rilevanza clinica, e neonatologi, pediatri ed endocrinologi si aspettano ovviamente valori veramente attendibili per non incorrere in gravi complicanze. Ora, anche i glucometri basati sul sistema enzimatico “corretto” di cui sopra (nel nostro caso i “Contour II” della Bayer, chiamato anche “glucometro grigio-blù”), hanno mostrato dei limiti di sensibilità e di “valore predittivo positivo” (PPV) che è utile conoscere. Il problema – costatato anche in altri Istituti svizzeri – non è più, stavolta, di tipo biochimico, ma sembra essere legato alle caratteristiche ‘fisiche’ del sistema. Questi strumenti lavorano infatti con delle striscette (“strips”) che, nel caso dei Contour II, sono delle cosiddette “strisce da 5 secondi”. Misure effettuate in vari Istituti hanno dimostrato che per i bébé nelle prime 24 ore di vita, questo tipo di apparecchi dà dei risultati che pos- 75 SETTEMBRE 2010 sono essere poco affidabili se confrontati con quelli ottenuti con le usuali tecniche di laboratorio (es. i grossi analizzatori automatici). La ditta stessa, in una sua “informazione urgente” del 31.8.2008 ha consigliato l’uso dei suoi glucometri Contour II solo per i piccoli pazienti che abbiano più di un giorno di vita.2 Uno strumento analogo, il “Contour I” della Bayer, lavora invece con “striscette da 15 secondi” (il Contour I è detto anche “glucometro tutto blù”). In Neonatologia, esso è risultato più affidabile (accurato e preciso) del Contour II. Una possibile ragione di questa migliore performance analitica sembra sia da ascrivere all’ematocrito e/o all’iperviscosità elevati del sangue in un certo numero di neonati3. Questi fattori potrebbero rallentare l’afflusso del campione (sangue venoso, arterioso o capillare) alla zona di detezione/reazione elettrochimica del glucometro. Aumentando da 5 a 15 secondi il tempo di flusso il problema sembra risolto in modo soddisfacente. In una sua serie di controllo, l'Ospedale Universitario di Ginevra ha potuto dar conferma delle migliori performances analitiche – sia in termini di sensibilità che di PPV – del sistema Contour I se confrontato TRIBUNA MEDICA TICINESE 307 flash glicemico:LA CORONOGRAFIA copia.qxd 13.09.10 09:14 Pagina 308 SEZIONE SCIENTIFICA - Flash di medicina di laboratorio con misure di riferimento (gasometria)4. Come il Contour II, anche il Contour I non è influenzato da problemi di pO2 o di bilirubina. Tenuto conto di questi risultati, EOLAB ha consigliato ai Reparti di Neonatologia dell'EOC di introdurre le misure di glicemia in POCT con il sistema Contour I. Una regola pratica: non dimenticare i “gold standards” Per tutti i parametri biochimici misurati in tutti i laboratori (da quello magari 'minimo' di una praxis medica fino ai più performanti laboratori “per analisi speciali” degli Ospedali Universitari) esistono dei cosiddetti “gold standards”. Si tratta di metodi di riferimento sia dal punto di vista tecnologico, metodologico e/o biochimico che sono oltretutto tracciabili su standards internazionali, ad es. dell'OMS. È normale che non tutti i laboratori possono impiegare la maggior parte di questi “metodi di riferimento” (molto costosi o allora molto esigenti dal punto di vista dell’uso/della manutenzione). È però buona cosa che il clinico sappia che, solitamente, esiste sempre un sistema di misura che gli permetterà di controllare le misure effettuate con la tecnologia/i metodi di cui fa uso nella sua pratica giornaliera (ad es. misure con tecniche "point-of-care" [POCT]), e che vi sono esperti che lo possono aiutare in questo contesto. Per tornare al caso delle glicemie nelle prime 24 ore di vita e pur tenendo conto delle varie situazioni che possono presentarsi, è utile che il clinico e il personale infermieristico sappiano che: 1 nelle prime 24h di vita va consigliato al clinico o all'infermiere di effettuare le misure della glicemia con una tecnologia almeno “silver standard” (misure effettuate con un gasometro di buona/eccellente qualità o allora coi grossi sistemi analitici in dotazione ai Laboratori degli Ospedali); 308 TRIBUNA MEDICA TICINESE 2 le misure effettuate dopo le prime 24 ore di vita con un glucometro Bayer "a 15 secondi", sono più affidabili di quelle ottenute con lo strumento della stessa ditta "a strisce di 5 secondi". Dott. FAMH Marco Balerna, EOLAB Bibliografia 1 R.A. Chanda e M. Balerna. I diversi tipi di glucometri. Tribuna medica ticinese, settembre 2006, p. 261-262. 2 http://www.swissmedic.ch/recalllists_dl/00695 /Vk_20080701_09-f1_correction.pdf 3 G. Bergqvist and R. Zetterstrom. Submaximal blood flow and blood viscosity in newborn in-fants. Acta Pediatrica, 64/2: 253256 (2008). 4 Ringrazio il dr. Riccardo Pfister (Resp. Unité de Neonatologie, HUG Ginevra) per le preziose informazioni fornitemi inizio 2009 e il dr. Piero Balice per la collaborazione con i Primari delle Neonatologie dell'EOC. 75 SETTEMBRE 2010 Patologia 52:Patologia 4.qxd 13.09.10 09:15 Pagina 309 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole PATOLOGIA IN PILLOLE Nr. 52 S. Crippa, G. Brancatelli, I. Andreoli-Roth, L. Bronz Storia clinica Donna di 46 anni, alla nona gravidanza con 7 +2 sett. d’amenorrea. In anamnesi sei parti spontanei e due aborti spontanei. All’ecografia transvaginale non si evidenzia il sacco gestazionale mentre l’utero appare di dimensioni molto aumentate con abbondante materiale disomogeneo di aspetto vescicoloso in cavità (Figura 1). I valori sierici di ß-HCG si attestano a 225 000 UI/l. Nel sospetto di mola vescicolare si procede ad aspirazione e raschiamento della cavità uterina sotto controllo ecografico; il materiale viene inviato all’esame istologico che mostra villi coriali diffusamente idropici con marcata iperplasia del trofoblasto in assenza di residui embrionali (Figura 2A e 2B). Fig. 1 Fig. 2A Fig. 2B Indica la diagnosi corretta: a b c d e 75 SETTEMBRE 2010 mola parziale mola completa Trisomia 21 corioncarcinoma aborto con idrope dei villi TRIBUNA MEDICA TICINESE 309 Patologia 52:Patologia 4.qxd 13.09.10 09:15 Pagina 310 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole Diagnosi Mola completa Commento La mola vescicolare comprende due entità, la mola parziale e la mola completa, che sono distinguibili sulla base dell’aspetto macroscopico, dell’esame istologico e del profilo cromosomico. La mola completa non presenta tessuti embrionali o fetali ed è caratterizzata da villi diffusamente idropici, con diffusa iperplasia del trofoblasto e marcate atipie del trofoblasto intermedio; usualmente presenta cariotipo 46,XX. La mola parziale può presentare residui embrionali o fetali ed è caratterizzata da villi di varie dimensioni, focalmente idropici, con focale iperplasia del trofoblasto, solo lievi atipie del trofoblasto intermedio e frequenti inclusioni trofoblastiche; inoltre è usualmente associata a un cariotipo triploide a seguito della fecondazione di un uovo normale da parte di due spermatozoi e ciò giustifica la co-presenza, nei feti associati a mola parziale, di malformazioni congenite da trisomia come sindattilia e “labbro leporino”. Un tempo i casi di mola completa venivano diagnosticati nel secondo trimestre di gravidanza sulla base di tipici sintomi e segni clinici come: eccessiva dimensione dell’utero, anemia, tossiemia, iperemesi, ipertiroidismo ed insufficienza respiratoria. Oggi la diagnosi viene effettuata quasi sempre nel primo trimestre grazie a dosaggi accurati di hCG e all’esame ecografico precoce; ciò ha modificato radicalmente la presentazione clinica e gli aspetti patologici di questa entità. In particolare l’eccessiva dimensione dell’utero viene riscontrata solo nel 28% dei casi contro il 51% del passato, l’anemia nel 5% contro il 54%, la tossiemia nell’1% contro il 27%, e l’iperemesi nell’8% contro il 26% mentre eccezionali sono i casi di ipertiroidismo o insufficienza respiratoria. I pazienti con mola parziale si presentano usualmente con segni e sintomi 310 TRIBUNA MEDICA TICINESE clinici di aborto ritenuto o misconosciuto, quali sanguinamenti vaginali con utero di normali dimensioni; questi sintomi non si sono modificati nelle casistiche studiate negli ultimi anni. Esame ecografico L’alterazione ecografica più suggestiva di mola completa è l’aspetto vescicoloso dei villi, dovuto all’edema marcato, il quale è più manifesto nel secondo che nel primo trimestre. Questo quadro può essere integrato con i valori di hCG che, quando elevati al momento dell’ecografia, permettono di sospettare fortemente una mola completa piuttosto che semplicemente un aborto ritenuto. La conferma diagnostica è sempre e comunque istologica. Anche la mola parziale può essere sospettata all’ecografia quando si osservano focali alterazioni cistiche nella placenta e un rapporto dimensionale alterato del sacco uterino, verosimilmente correlato ad una trisomia. Dosaggio di hCG L’hCG è prodotto dalle cellule trofoblastiche ed i suoi livelli aumentano di fronte a significativa iperplasia trofoblastica. Livelli sierici di hCG maggiori di 100.000 mIU/ml prima dell’evacuazione sono presenti in circa il 40-45% dei casi di mola completa e solo in rari casi di mola parziale. Diagnosi anatomo-patologica La valutazione istologica di materiale abortivo sempre più precoce ha aumentato la difficoltà per il patologo nel distinguere una mola completa iniziale da una mola parziale o anche da un aborto idropico non-molare. Per questo il referto istologico è spesso di compatibilità ma il patologo può aiutarsi con indagini di citometria di flusso per determinare la ploidia o con immunoistochimica per p57 o PHLDA2 (Pleckstrin homology-like domain, family A, member 2). L’associazione della ploidia e dell’espressione immunoistochimica di questi due marcatori è in 75 SETTEMBRE 2010 grado di distinguere con accuratezza la maggior parte dei casi di mola completa, mola parziale e aborto non-molare. Le pazienti che ricevono una diagnosi di mola dovrebbero essere seguite per le possibili complicanze come anemia, tossiemia e ipertiroidismo. In ogni caso dovranno essere sottoposte ad evacuazione; il metodo ottimale è rappresentato dall’aspirazione/raschiamento poiché, rispetto al trattamento medico con ossitocina e/o prostaglandine, garantisce maggiori risultati in riferimento a potenziali sanguinamenti, infezioni o ritenzione di tessuto molare. Se la paziente non desidera altre gravidanze può essere sottoposta ad isterectomia al fine di eliminare il rischio di mola invasiva benché ciò non elimini la possibilità di malattia metastatica. Monitoraggi periodici di hCG sono indispensabili al fine di verificare che non si sviluppi una cosiddetta neoplasia trofoblastica persistente. Quest’ultima può svilupparsi sia in una mola completa che in una mola parziale e può essere legata o meno alla presenza di metastasi. Si parla di neoplasia non metastatica quando il tessuto molare o corioncarcinoma infiltra la parete uterina in assenza di evidenza di malattia oltre l’utero; al contrario si parla di neoplasia metastatica quando sono presenti localizzazioni extrauterine. I criteri di definizione di una neoplasia persistente dopo mola, recentemente definiti da International Federation of Gynecology and Obstetrics, includono uno dei seguenti: - livelli di hCG che non rientrano nei limiti dopo evacuazione; - evidenza di metastasi; - diagnosi istologica di corioncarcinoma Negli Stati Uniti l’incidenza di neoplasia persistente riportate dopo mola completa varia da 18% a 29% e non appare influenzata dalla precocità di diagnosi e trattamento della mola. Secondo dati riportati da alcuni centri Patologia 52:Patologia 4.qxd 13.09.10 09:15 Pagina 311 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole americani di riferimento, dopo evacuazione della mola completa, il 15% delle pazienti mostrerà segni di invasione uterina locale mentre il 4% delle pazienti mostrerà metastasi. La chemioterapia per queste pazienti rimane il trattamento curativo, il quale potrà portare a guarigione tra l’80% e il 100% delle pazienti a seconda dell’estensione della malattia. Nel casi di mola completa è possibile stabilire gruppi di pazienti ad alto rischio di neoplasia persistente sulla base di elevati livelli di hCG prima dell’evacuazione (>100.000 mIU/ml) e di dimensioni uterine significativamente aumentate. I casi riportati di neoplasia persistente dopo mola parziale sono ovviamente molto meno numerosi corrispondendo a circa l’1-5% delle pazienti, le quali non hanno mostrato segni o sintomi clinici particolari per poter essere classificate ad alto rischio. Ma come e per quanto tempo devono essere dosati i livelli di hCG? Non esiste una risposta univoca a questa domanda tuttavia appare ragionevole, dopo evacuazione per mola parziale o completa, il dosaggio settimanale di hCG fino all’indosabilità (<5 mIU/ml) per tre settimane, e seguenti dosaggi mensili che attestino l’indosabilità per sei mesi. A tal fine è importante comunicare alla paziente la necessità di evitare nuove gravidanze in questo periodo che potrebbero interferire con i livelli di hCG impedendone un monitoraggio attendibile. Dopo l’evacuazione, sono inoltre raccomandati metodi contraccettivi, di barriera meccanica oppure ad assunzione orale. Si ricordi inoltre che le pazienti potranno avere in futuro nuove e normali gravidanze benché il rischio assoluto di mola sarà di circa 1% dopo una mola e di circa 15-18% dopo due mole. Decorso della paziente dopo il raschiamento Nel periodo post-operatorio i valori sierici delle ß-HCG, dopo un’iniziale decisa diminuzione fino a 1053 UI/l, sono risaliti lievemente per poi stabilizzarsi intorno a 1500 UI/l. Si è proceduto pertanto a somministrazione di Methotrexate in seguito alla quale i valori sierici sono scesi ulteriormente fino a 544 UI/l, benché le ß-HCG non siano mai state indosabili. Dopo discussione con la paziente, nel sospetto clinico di persistenza di tessuto molare a livello uterino, benché questo non fosse visibile all’ecografia transvaginale, si è deciso di procedere ad isterectomia. Non si effettua stadiazione sistemica. L’esame istologico dell’utero ha mostrato gli esiti del raschiamento in corrispondenza della cavità uterina senza evidenziare residui di tessuto trofoblastico in cavità. I campioni multipli seriati del miometrio hanno evidenziato un focolaio di 0,4 cm di tessuto trofoblastico all’interno di un vaso di piccolo-medio calibro (Figure 3A e B). Il reperto corrisponde pertanto ad una mola invasiva. S. Crippa Istituto Cantonale di Patologia, Locarno G. Brancatelli Servizio Ginecologia e Ostetricia Ospedale S. Giovanni, Bellinzona I. Andreoli-Roth FMH Ginecologia e Ostetricia, Bellinzona L. Bronz Servizio Ginecologia e Ostetricia, Ospedale S Giovanni, Bellinzona Bibliografia Berkowitz RS, Goldstein DP. Clinical practice. Molar pregnancy. N Engl J Med. 2009 Apr 16; 360(16):1639-45. Review Dopo l’isterectomia si è assistito a rapida negativizzazione dei valori sierici di ß-HCG nell’arco di circa tre settimane dall’intervento. Sono previsti regolari dosaggi ormonali sino a raggiungere 6 mesi di indosabilità delle ß-HCG. A Fig. 3: B A: tessuto trofoblastico nel lume di un vaso della parte uterina. B: debole espressione di ß-HCG 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 311 attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 313 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT DATE DA RICORDARE 20.01.2011 Corso di aggiornamento OMCT – Angiologia Manno – Sala Aragonite – 14.00-17.15 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] 16.02.2011 Corso di aggiornamento OMCT – Infeziologia Manno – Sala Aragonite – 14.00-17.15 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] 17.03.2011 Corso di aggiornamento OMCT – Pneumologia e ORL Manno – Sala Aragonite – 14.00-17.15 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] 20.04.2011 Corso di aggiornamento OMCT – Casistica Manno – Sala Aragonite – 14.00- 17.15 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] Consultare anche www.aggiornati.ch 6.10.2010 Oncolunches 2010 – Melanoma maligno avanzato, novità Relatore: De. Med. Vito Spataro, IOSI Bellinzona – IOSI – 12.00-13.00 Info: Signora Milva Borghi-Perri, tel. 091 811 86 67 [email protected] 6-9.10.2010 8° Corso di aggiornamento per il medico di base Giubiasco – Mercato Coperto Info: Signora Marchetti Renata, tel. 091 811 80 23 14.10.2010 Festa 75° Tribuna Medica Ticinese Lugano – Hotel Splendid Royal – 16.55 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 14.10.2010 Traumatologia: evidenza ed esperienza – Il trauma del bacino Lugano – Ospedale Civico – Aula Magna – 14.30-18.00 Info: Servizio Chirurgia: tel. 091 811 61 17 20.10.2010 Corso di aggiornamento OMCT - Endocrinologia Manno – Sala Aragonite – 14.00-17.15 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] 21.10.2010 Interstiziopatie polmonari Lugano – Ospedale Civico – 13.30-18.00 Info: [email protected] 27.10.2010 Assemblea ordinaria generale autunnale OMCT Manno – sala Aragonite – 20.00 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] 3.11.2010 Oncolunches 2010 – Verso l’individualizzazione del trattamento nei linfomi Relatore: Prof. Dr. med. Franco Cavalli, IOSI Bellinzona – IOSI – 12.00-13.00 Info: Signora Milva Borghi-Perri, tel. 091 811 86 67 [email protected] 11.11.2010 1.12.2010 15.12.2010 Corso di aggiornamento OMCT – Gastroenterologia Manno – Sala Aragonite – 14.00-17.15 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] Oncolunches 2010 – Acqua si o acqua no? Pensieri e considerazioni sull’idratazione Relatore: Dr. med. Hans Neuenschwander, cure palliative, IOSI Bellinzona – IOSI – 12.00-13.00 Info: Signora Milva Borghi-Perri, tel. 091 811 86 67 [email protected] Corso di aggiornamento OMCT – Storia della medicina (in onore di TMT) Manno – Sala Aragonite – 14.00-17.15 Info: Segretariato OMCT, tel. 091 930 63 00 [email protected] OFFERTE E DOMANDE D’IMPIEGO ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO (27), diplomata, cerca impiego, possibilmente nel luganese, all’80% circa. Esperienza in medicina generale, ginecologia e ostetricia, geriatria ed ematologia. Sò eseguire tutte le mansioni di base del mestiere: Rx, laboratorio, prelievi, medicazioni, ECG, fatturazione TARMED (Medwin), gestione pazienti, assistenza per piccola chirurgia, dattilografia, uso PC ecc… Disponibile ad imparare cose nuove. Capacità di lavorare sia indipendentemente che in Team. Interessati chiamare allo 076 410 07 05. ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO diplomata nel 2010 con buoni risultati, cerca posto di lavoro nel Locarnese a partire da marzo 2011. Interessati prego contattarmi per e-mail: [email protected] APPRENDISTA ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO (19), cerco posto di lavoro. Vorrei iniziare la scuola a settembre 2010, ho frequentato il primo anno di SSPSS a Canobbio e ora desidero entrare nel mondo del lavoro. Interessati contattare il 076 597 44 22 oppure scrivere a [email protected] Ragazza 15enne di Locarno, cerca impiego quale APPRENDISTA ASSISSTENTE DI STUDIO MEDICO con formazione triennale. Se possibile per l’anno 2010-2013 oppure anche 2011-2014. Disposta anche a spostarsi fuori comune. Per interessati telefonare al 079 373 31 77 oppure scrivere a [email protected] APPRENDISTA ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO, cerco posto di lavoro in quanto a settembre 2010 vorrei cominciare la scuola medico tecnica a Locarno. Ho fatto varie esperienze come stagista presso studi medici,studi veterinari e case per anziani. Interessati contattare Debora Zocco, Via San Giorgio 17, 6834 Morbio Superiore, Natel Nr. 079 734 10 52, e-mail [email protected] / [email protected] ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO vallesana, diplomata, con esperienza nel settore della medicina generalistica, ginecologia-ostetricia e medicina di primo soccorso. Cerca impiego in Ticino al 50-100%, di lingua madre francese con conoscenze di tedesco e motivata ad imparare l’italiano. Trasferimento in Ticino previsto per l’autunno-inverno 2010. Interessati chiamare il nr. 079 769 30 07 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 313 attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 314 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO (37), diplomata nel 2007 con ottimi risultati, cerca impiego all’80% nel Luganese. Esperienze acquisite in ambito dermatologico, ospedaliero (formazione), orl, ginecologico. Ottime le relazioni con le persone, affidabile, con buona attitudine al lavoro dinamicoe professionale. Disponibile da subito. Interessati scrivere a cifra 96, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO (48) con pluriennale esperienza cerca posto di lavoro nel Luganese all’80% da gennaio 2011 o data da convenire. Conoscenze Rx, ECG, EEG, Labor, segretariato, fatturazione (Tarmed in ambiente WinMed e Vitodata). Interessati scrivere a cifra 95, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico APPRENDISTA ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO, nata nel 1994 e con ottime conoscenze del tedesco, cerca per subito o data da convenire un posto di lavoro nella regione del Mendrisiotto o Luganese. Gli interessati possono telefonare al 079 346 03 76 o inviare una mail a [email protected] STUDIO MEDICO di medicina generale a Lugano cerca assistente di studio medico diplomata, a partire da gennaio 2011 o data da convenire per 2 mattine alla settimana. Interessati inviare CV con foto a cifra 97, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico STUDIO MEDICO di ginecologia e ostetricia a Lugano cerca assistente di studio medico al 50-60%. Offriamo un lavoro indipendente in ambiente dinamico e sereno. Inviare richieste e CV a: [email protected] STUDIO MEDICO a Mendrisio cerca assistente di studio medico al 60% da subito, requisiti richiesti: capace a lavorare in un team dinamico, conoscenze TARMED, amministrazione, accettazione e elasticità negli orari. Per ulteriori informazioni telefonare al 091 640 51 51 e chiedere di Helene STUDIO MEDICO di medicina generale nel Locarnese, cerca assistente di studio medico diplomata a tempo parziale. Le persone interessate possono contattare lo 079 270 90 68 ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO con pluriennale esperienza, cerca impiego al 40-50% in zona Luganese. Buon’attitudine al lavoro indipendente e in team. Buon contatto con i pazienti. Disponibile da ottobre 2010. Interessati scrivere a cifra 31, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico STUDIO MEDICO nel Mendrisiotto ricerca una gradevole e dinamica Assistente Amministrativa per la gestione dell’agenda di Studio e le pratiche amministrative. Formazione amministrativo contabile, pratica di Tarmed. La conoscenza della lingua tedesca costituisce titolo preferenziale. Le persone interessarte possono contattare lo 091 695 67 57 oppure inviare il cv a [email protected] ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO diplomata nel 2004 cerca posto di lavoro al 100%, preferibilmente zona Bellinzonese, per data da convenire. Buona attitudine al lavoro indipendente e in team, ottime conoscenze PC, laboratorio e fatturazione Tarmed. Interessati scrivere a cifra 90, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico STUDIO MEDICO specialistico chirurgia a Lugano cerca, entro fine anno o data da convenire, assistente di studio medico diplomata, al 60/100%, richiesta affidabilità e lavoro indipendente, conoscenza delle lingue, buon contatto con i pazienti. Tarmed e fatturazione. Interessate inviare CV completo con referenze e foto a cifra 91, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO diplomata con esperienza pluriennale, con attestato di maestria di tirocinio, dinamica e con spirito di adattamento cerca impiego nella misura del 100% nel Sottoceneri. Interessati chiamare lo 076 391 87 53 oppure 091 646 47 33 ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO cerca impiego da subito o data da convenire al 20-40%, anche per sostituzioni. Interessati telefonare allo 076 508 28 00 SEGRETARIA/AIUTO MEDICO con 7 anni di esperienza in diversi studi medici e 3 anni in ospedale, cerca lavoro. Mansioni svolte: stesura rapporti, fatturazione WINMED E TARMED, lavori amministrativi, laboratorio, ECG, RX, piccoli interventi. Interessati contattare 079 656 90 56 SEGRETARIA di studio medico, con esperienza di oltre 15 anni in ambito di ginecologia, reumatologia, ORL, dermatologia e medicina generale, cerca collocazione in studio medico, dal 10% al 40% nelle zone di Locarno, Muralto, Minusio ed Ascona. Interessati telefonare allo 091 751 26 36 IMPIEGATA di commercio (38), attualmente impiegata presso uno studio oftalmologico nel sopraceneri, disponibile dal mese di settembre 2010, cerca impiego dal 20% al 60% nel Luganese. Buone conoscenze orali di tedesco e francese, puntuale, precisa e responsabile. Interessati chiamare il 076 515 84 16 STUDIO MEDICO specialistico a Lugano, cerca, per data da convenire, assistente di studio medico, al 30—40%. Indispensabile capacità al lavoro indipendente, richieste: buona conoscenza del tedesco; esperienza in laboratorio; fatturazione Tarmed tramite programma dedicato. Le interessate possono inviare la propria candidatura accompagnata da curriculum alla cifra 99, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico oppure inviare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] VARIE AFFITTASI nuovo appartamento per studio medico a Losone, in Via Locarno 47, al 1° piano, 4 ½ locali, 130 mq. Interessati contattare il Sig. Cioffi Giuseppe, tel. 078 707 15 00 CEDESI STUDIO MEDICO ginecologia ostetricia nel Sottoceneri. Disponibile dal 01.01.2011 o per data da convenire. Per informazioni: [email protected] Studio medico a Locarno, centrale, offre da subito 2 locali di consultazione a collega generalista o specialista desideroso di installarsi senza investimento, attività a tempo pieno o parziale. Interessati scrivere a cifra 94, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico AFFITTASI in Centro di medicina multidisciplinare integrata a Noranco locali per studio medico, con posteggi e agevolazioni varie, disponibile da gennaio 2011. Informazioni su appuntamento allo 091 994 67 40 (Sig. Galli) Studio Medico in centro Lugano offre la possibilità ad un/una dietologo/a di condividere i propri locali. Interessati scrivere a cifra 93, Segretariato OMCT, 6805 Mezzovico AFFITTASI in centro a Locarno studio medico in fase di ristrutturazione. 120 mq, climatizzato, posteggio a disposizione. Info al nr. 091 751 16 19 orari d’ufficio 314 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 315 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT PERSONE In questa rubrica si dà spazio a notizie, profili, nomine, onorificenze, inizio e cessazione di attività, nonché a volti noti e meno noti di medici attivi nella Svizzera italiana. Gli interessati alla pubblicazione sono invitati a scrivere alla Redazione di TMT. APERTURE NUOVI STUDI / TRASFERIMENTI Sementina Il Dr. med. Gerardi Alessandro, specialista FMH medico generico-medicina manuale (SAMM), annuncia l’apertura dello studio medico in Via Chicherio 2, 6514 Sementina. Tel. 076 322 00 01 Mendrisio Il Dr. med. Michele Ghielmetti, specialista FMH Medicina generale e medicina manuale (SAMM), annuncia l’apertura dello studio medico in Via G. Rizzi 1, 6850 Mendrisio. Tel. 091 640 95 89 Giubiasco Il dr. med. Mattia Maggi, specialista FMH in medicina interna, annuncia di aver rilevato lo studio del dr. med. Peter Muehlemann in Via Linoleum, 2, Giubiasco. Tel. 091 857 46 66 NOMINE Mendrisio Il dr. med. Olivier Giannini, specialista FMH in medicina interna e nefrologia, è stato nominato vice-primario di medicina interna all’Ospedale Regionale Beata Vergine di Mendrisio in sostituzione del dr. med. Claudio Ceregetti che continuerà la collaborazione con l’ospedale in qualità di medico aggiunto responsabile del servizio di nefrologia e dialisi. FORMAZIONE POST-GRADUATA DEL SERVIZIO DI MEDICINA INTERNA - 2° parte Clinical problem solving, colloquio di pneumologia, medicina di laboratorio, etica nella medicina 5 novembre 2010 GIORNATA DI VACCINAZIONE CONTRO L’INFLUENZA www.grippe.admin.ch giovedì, 12h30-13h45 c/o aula magna (OCL), aula 2 (OCL), sala ovest (OIL) 7.10.10 aula magna Colloquio di pneumologia 12.30-13.30 Dr M. Pons 14.10.10 aula magna Infettivologia / HIV/AIDS PD Dr. E. Bernasconi MUTAZIONI OMCT 21.10.10 aula 2 Formazione medicina di laboratorio 12.15-13.45 M. Niosi 28.10.10 aula magna Ematologia / Anemie Dr. S. Regazzoni 11.11.10 aula magna Colloquio di pneumologia 12.30-13.30 Dr M. Pons 18.11.10 aula 2 Formazione medicina di laboratorio 12.15-13.45 M. Niosi 25.11.10 aula magna Neurologia/Malattie cerebrovascolari Dr. C. Staedler 2 o 9.12.10 aula magna Colloquio di pneumologia 12.30-13.30 Dr M. Pons 16.12.10 aula magna Nuovi membri – – – – – – – – – – – – Malacco Matteo, Pambio Noranco Marelli Giuseppe, Lugano Rollero Maurizio, Bissone Croce Rocco, Lugano Zamprogno Emanuela, Bellinzona Leoni Parvex Sandra, Arosio Ferrari Nicola, Ascona Gurtner-de La Fuente Vanina, Lugano Tomissich Ferruccio, Gravesano Lurati Massimo Carlo, Locarno Costa Alberto, Montagnola Dell’Orto-Spadacini Rosita, Manno Epatologia / Epatiti – Dr. F. Bihl Per informazioni: [email protected] Effettivo membri OMCT al 15.09.2010: 1107 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 315 attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 316 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT FORMAZIONE DEL REPARTO DI MEDICINA INTERNA DELL’OBV - 2010/2011 Sede e orario: Ospedale Beata Vergine; Auditorio -1 dalle 12:30 alle 13:30 Gruppo Ospedaliero Ars Medica Lugano Informazioni: Dr B. Balestra, Primario medicina OBV, tel. 091/811.32.27 2010 Martedì 5 ottobre: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Giovedì 28 ottobre: 12.30 - 13.30 Casi di gastroenterologia Dr.ssa med. H. Schaufelberger Martedì 9 novembre: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Giovedì 18 novembre: Sindrome coronarica acuta: state of the art 2010 12.30 - 13.30 Dr med. F. Bomio Il Gruppo Ospedaliero Ars Medica si compone di due strutture ospedaliere: l’Ars Medica Clinic di Gravesano e la Clinica Sant’Anna di Sorengo, presenti nell’elenco degli istituti autorizzati ad esercitare a carico dell’assicurazione malattia di base. Dispongono di 150 letti suddivisi tra i mandati di prestazione di Ortopedia e Chirurgia dell’apparato locomotore (Gravesano), Medicina e Oncologia medica, Ginecologia-Ostetricia e Neonatologia nonché Chirurgia (Sorengo). Esse gestiscono anche due Pronto Soccorso di categoria B in ambito ortopedico e ostetrico. Annualmente trattano oltre 9’000 pazienti stazionari ed effettuano più di 45’000 accertamenti radiologici. I Radiologi svolgono la loro attività professionale in ambedue le Cliniche. Per rafforzare il nostro team stiamo cercando per il 1° novembre 2010 o in data da concordare Capo Clinica di Radiologia Martedì 7 dicembre: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Giovedì 16 dicembre: Indicazione agli esami radiologici 12.30 - 13.30 Dr.ssa med. P. Rodoni-Cassis 2011 Martedì 11 gennaio: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Martedì 1. febbraio: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Martedì 1. marzo: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Martedì 5 aprile: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Martedì 3 maggio: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Martedì 7 giugno: 12.30 - 13.30 Discussione di casi clinici Dr med. B. Balestra e Colleghi Le due cliniche dispongono di due apparecchi di RM, due apparecchi di TAC, tre ecografi, una mammografia digitale, due sale RX convenzionali, una sala multifunzionale, e una sala multifunzionale compreso arco a C per angiografia. Le due cliniche hanno inoltre un sistema RIS/PACS collegato e completamente integrato. Ca. il 90% degli esami radiologici sono ambulanti e un’ottima collaborazione con i medici invianti interni ed esterni e con le istituzioni è indispensabile. Suo profilo • Medico Radiologo FMH oppure titolo equivalente • Lei ha una formazione completa di Radiologia diagnostica e vanta un’ampia e comprovata esperienza nella Radiologia muscolo-scheletrica compreso RM, e nella Mammografia • Lei è flessibile e “giocatore di squadra” e abituato a svolgere un sostenuto carico di lavoro • Lei ha uno spirito innovativo e la disponibilità a partecipare a progetti interdisciplinari • Ottima padronanza della lingua italiana Noi offriamo Un posto di lavoro di elevata responsabilità personale in una struttura privata in pieno sviluppo. La possibilità di svolgere il lavoro in un ambito interdisciplinare di alta professionalità, nel rispetto degli obiettivi fissati dalla LAMal. Buone condizioni di retribuzione in una regione di altissima qualità di vita. Per ulteriori informazioni può rivolgersi al primario Dr. med. Gert Kampmann – Tel.: 0041 91 985 1355 negli orari d’ufficio e-mail: [email protected] Le offerte corredate da CV, foto e titoli di studio sono da inoltrare a: Direzione Clinica Sant’Anna, Concorso Medico Radiologo, Via Sant’Anna 1, 6924 Sorengo 316 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 317 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT CORSO DI AGGIORNAMENTO REGIONALE TICINESE ORGANIZZATO DALL’OMCT – Semestre invernale 2010/2011 Endocrinologia Data: Ore: Luogo: Mercoledì, 20 ottobre 2010 14.00 Sala Aragonite di Manno Luogo: Ala Est, Aula 2A, 2° piano. Orario: 12.00-13.00 29.09.2010 Pneumopatie interstiziali 12.00-13.00 PD Dr G. Domenighetti 06.10.2010 - 8° corso di aggiornamento per il medico di 09.10.2010 base (Giubiasco) PROGRAMMA Moderatori: Corsi di formazione interna metà agosto 2010-dicembre 2010 Reparto di medicina, Ospedale Regionale di Locarno Dott. Piero Balice e Dott. Fabio Ramelli 13.10.2010 Malattie infiammatorie dell’intestino 12.00-13.00 Dr F. Ravetta 14.00 - 14.05 Introduzione 14.05 - 14.45 Obesità e diabete di tipo 2 nel bambino e nell’adolescente Dott. Piero Balice 14.45 - 15.25 Asse surrenale: aspetti diagnostici e terapeutici Dott. Sebastiano Franscella 15.25 - 15.55 Pausa 15.55 - 16.35 Morbo di Basedow: – pro trattamento tireostatico Dott. Fabio Cattaneo – pro trattamento radio metabolico PD Dott. Luca Giovanella 16.35 - 17.15 Iperparatiroidismo primitivo Dott. Fabio Ramelli 17.15 Discussione Accreditamenti per aggiornamento continuo: – medicina interna: 3 credits – Label Q SGAM: 3 credits – pediatria: 3 credits – infeziologia: 3 credits – chirurgia: 3 credits SI RINGRAZIANO LE SEGUENTI DITTE: Axon Lab Doetsch Grether AG V. Micioni, Giubiasco C. Herby, Basel G. Vasquez, Montagnola GFP Mediconsul G. Solari, Massagno Leo Pharmaceuticals Products R. Kaiser, Vacallo Mundipharma Medical Company L. Gentile, Comano Permamed AG E. Spinelli, Giubiasco Robapharm AG T. Günther, Castel San Pietro 20.10.2010 L’anemia 12.00-13.00 Dr I. Salvadè 27.10.2010 Il pace-maker 12.00-13.00 Dr G. Fiori 28.10.2010 Il politrauma (1a parte) (con i chirurghi) 18.00-19.00 Dr.ssa M. Guigli, Dr M. Giuliani, Dr B. Conti Rossini 03.11.2010 La meningite 12.00-13.00 PD Dr G. Mombelli 10.11.2010 Il politrauma (2a parte) (con i chirurghi) 18.00-19.00 Dr.ssa M. Guigli, Dr M. Giuliani, Dr B. Conti Rossini 18.11.2010 I nuovi anticoagulanti orali (con i chirurghi) 18.00-19.00 PD Dr H. Stricker aula 2b 25.11.2010 La stipsi 18.00-19.00 Dr F. Ravetta aula 2b 01.12.2010 Epatite C cronica 12.00-13.00 Dr.ssa R. Monotti 15.12.2010 Monitoraggio emodinamico 12.00-13.00 Dr M. Llamas I corsi sono riconosciuti (1 h) per la formazione postgraduata e continua dalle SSMI e SSMG. Info: Ospedale Regionale di Locarno - La Carità - Pia Gafner, tel. 091 / 811 47 16 - [email protected] che hanno dato un generoso contributo per l’organizzazione dei nostri corsi di aggiornamento professionale. A nome di tutti i medici partecipanti, il Consiglio Direttivo dell’OMCT esprime loro i più vivi ringraziamenti. CONSIGLIO DIRETTIVO OMCT 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 317 attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 318 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT Traumatologia: evidenza ed esperienza Il trauma del bacino Giovedì, 14 ottobre 2010 dalle ore 14.30 alle 17.30 L’EOC l’ospedale multisito del Ticino la cui missione comprende l’assistenza ospedaliera di base e specializzata, la formazione e la ricerca scientifica cerca Medici capiclinica Medici assistenti per gli ospedali di Lugano, Bellinzona, Mendrisio, Locarno, Novaggio, Faido e Acquarossa Si offre: – ambiente di lavoro moderno e dinamico – istituti riconosciuti per il perfezionamento FMH Per ulteriori informazioni www.eoc.ch Aula Magna, Ospedale Regionale di Lugano sede Civico Programma 14.30 Benvenuto Dr. med. Christian Candrian Dr. med. Charles Freuler, Dr. med. Michele Arigoni 14.35 “Anatomia applicata del bacino” Dr. med. Enrique Testa 14.50 “Trattamento in urgenza delle fratture del bacino” Dr. med. Gianmarco Colombo 15.05 “La presa a carico delle lesioni urologiche associate” Dr. med. Fernando Jermini 15:20 “Fratture dell’anello pelvico” Dr. med. Christian Candrian 15:35 Domande e discussione 15:45 Pausa, caffè 16:15 “Fratture dell’acetabolo” Dr. med. Charles Freuler 16:30 “Fratture del bacino: le complicanze a lungo termine” Dr. med. Michele Arigoni 16:45 “Fisioterapia: aspetti particolari della presa a carico riabilitativa della frattura del bacino” Franco Luca Falciola, Antonella Giovannacci 17:00 “Casistica dell’ORL (Ticino) degli ultimi 2 anni e confronto con la letteratura” Dr.ssa med. Rebecca Kraus Dr. med. Christian Candrian 17:15 “Riassunto della giornata” Dr. med. Christian Candrian 17:30 Aperitivo Programma giornata 75esimo OMCT 16.55 - 17.10 Saluto e introduzione Dr. med. N. Broggini – Dr. med. V. Liguori 17.10 - 17.30 La svolta della comunicazione tra medico e paziente – Prof. P. Schulz 17.30 - 17.50 Tra informazione e confusione: nuove sfide per la medicina Prof. Dr. med. L. Mazzucchelli 17.50 - 18.20 La comunicazione nel mondo attuale Dir. dott. F. De Bortoli 18.20 - 18.40 Visione futura della comunicazione Dir. D. Balestra 18.40 - 19.00 La manipolazione nella comunicazione Prof. M. Foa 19.00 - 19.30 Tavola rotonda – Dir. G.C. Dillena 19.30 - 20.00 Aperitivo 20.00 318 Cena di Gala • Saluto On. Pesenti • Saluto Dr. med. F. Denti • Presentazione Numero Speciale di TMT Dr. med. A. Pellanda TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 Informazioni e iscrizioni: Elsa Cortesi, Segretariato di Chirurgia, tel. 091 811 61 22 – [email protected] attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 319 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT Comunicato stampa Conseguenze a lungo termine di carenze nutrizionali intrauterine Le carenze nutrizionali intrauterine possono avere un influsso maggiore sui rischi cardio-vascolari futuri di quanto lo possano avere i fattori genetici. È indispensabile pertanto che siano prese tutte le misure efficaci possibili per ridurre il rischio di un deficit di nutrimento intrauterino. Ne fanno parte uno screening più esteso del diabete gestazionale ed il trattamento mirato dell’anemia dovuta alla mancanza di ferro. In occasione di un simposio satellite del congresso della Società Svizzera Ginecologia Ostetricia il Prof. Dr. Ernst Beinder (USZ Zurigo) ed il Prof. Dr. Daniel Surbek (Università di Berna) hanno emesso le loro raccomandazioni concrete. L’ostetrico deve preoccuparsi delle malattie che possono insorgere anche a distanza di decenni, come il diabete, la sindrome metabolica oppure le malattie cardio-circolatorie con la loro mortalità crescente? Sì, perché si possono prendere delle misure efficaci. Anzi, è addirittura un dovere perché questi fattori di rischio per la morte improvvisa dovuta ad arresto cardiaco – in particolar modo per arresto cardiaco prematuro – sono in aumento. Tra il 2000 ed il 2010 nei paesi occidentali industrializzati l’incidenza del diabete è cresciuta del 24%. Uno studio sugli indiani Pima1 ha mostrato che un peso ridotto alla nascita incrementa drasticamente l’incidenza tardiva del diabete mellito del tipo 2. Il deficit nutritivo durante la gravidanza aumenta anche indirettamente il rischio di malattie cardio-circolatorie. Bambini che sono nati nell’inverno di fame durante la guerra o subito dopo hanno sviluppato, nel corso della loro vita, malattie cardiovascolari tre volte di più (8,8% verso 3%) rispetto ai loro coetanei le cui mamme non hanno sofferto di nessuna carenza2. In caso di stress materno la barriera emato-placentare per 11beta-idrossisteroide-deidrogenasi II impedisce per la maggior parte il passaggio del cortisolo nella circolazione fetale. Col tempo però sale anche il livello di cortisolo fetale. In caso insufficienza placentare scende la formazione dell’idrossisteroide-deidrogenasi, così che il feto è sottoposto doppiamente allo stress con la conseguenza di una reazione allo stress modificata dopo la nascita. Questo si verifica comunque anche nei bambini nati a ter- mine anche dopo somministrazione iatrogena di steroidi (per la maturazione dei polmoni). Che questo stress intrauterino influenzi quale “programmazione fetale” anche la vita futura viene attribuito ad una modifica epigenetica, cioè una regolazione modificata dell’espressione genetica. Un outcom fetale infelice spesso si può evitare con uno screening del diabete gestazionale e la relativa terapia. Un diabete gestazionale non trattato comporta un ritardo nello sviluppo tre volte più frequente che nei casi trattati. Una ulteriore causa di parto prematuro, ritardo nello sviluppo e peso ridotto alla nascita, può essere la carenza di ferro nel sangue, sottolinea il Prof. Dr. Daniel Surbek, Università di Berna. Per la diagnostica sono determinanti il livello di ferritina (correggere in caso di un elevato valore della PCR!) e l’emogramma (globuli rossi con il volume medio degli eritrociti) rispettivamente l’emoglobina (Hb). Nel caso di un’anemia provata si dovrebbe pure escludere una carenza di vitamina B12 ed acido folico nonché le patologie dell’emoglobina (anemia drepanocitica o falciforme e talassemia). Nel caso di un valore della ferritina inferiore a 30 µg/l ed un valore della PCR nella norma, si può affermare con una certezza del 90% che il deposito di ferro è vuoto. Sempre secondo il Prof. Dr. Surbek se questo è il caso già nel primo trimestre, anche senza il manifestarsi di un’anemia, la donna necessiterà più tardi di una integrazione. Via orale o endovenosa? Nelle donne con anemia durante la gravidanza il valore della Hb cresce quasi con il doppio della velocità se il ferro (polimaltosio complesso) viene somministrato endovena anziché per bocca. Con una terapia orale il livello della ferritina muta solo di poco, invece con una somministrazione per via endovenosa cambia notevolmente3. L’offerta dei preparati di ferro per via endovenosa, nel frattempo, è stata ampliata con il Carbossimaltosio ferrico, il quale viene ben tollerato: effetti collaterali si sono verificati nel 10,6% delle pazienti sotto ricostituzione con Carbossimaltosio ferrico, tutti poco marcati, nel 22% sotto terapia orale4. In caso di anemia postparto il Carbossimaltosio ferrico evidenziava un aumento più rapido dell’Hb e veniva tollerato meglio che i preparati di ferro per via orale5. Nel primo trimestre c’è una chiara controindicazione per i preparati endovenosi; a partire dal secondo trimestre il Carbossimaltosio ferrico è ammesso. 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 319 attività :attività 13.09.10 09:26 Pagina 320 ATTIVITÀ E COMUNICAZIONI DELL’OMCT Il Prof. Surbek conclude: il Carbossimaltosio ferrico è la prima scelta nel trattamento endovenoso postparto e probabilmente anche nel secondo e terzo trimestre della gravidanza, per i quali è stato ammesso. Società Svizzera Ginecologia ed Ostetricia La referente ha partecipato al simposio satellite della Vifor SA su invito della ditta. Tabella: Tab. indicazioni per la somministrazione di ferro (lettera degli esperti no. 22 della SSGO). EPO=Eritropoietina ricombinata Anemia postparto Orale endovenosa Hb 95-120 g/l Hb< 95 g/l Hb< 80 g/l: in supplemento EPO Gravidanza < 110 g/l (1./3. trimestre) < 105 g/l (2. trimestre) Ferritin < 15 µg/l 1) 2) 3) 4) 5) 320 dal 2.trimestre con Hb < 90 g/l in caso di valori superiori: • cattiva compliance • intolleranza con Ferro per bocca • cattivo assorbimento • aumento insufficiente Hb con ferro orale • necessità di un rapido aumento del livello di Hb (p.e. rischio di emorragia postparto) Metzger, BE Coustan DR, Diabetes Care 1998; 21:1 Roseboom TJ, Heart 2000;84:595-8 AI R, et al. Obstet Gynecol 2005:106: 1225-40 Seid MH et al. Am Obstet Gynecol 2008;199:435 e1-7 Van Wyck DB et al, Obstet Gynecol 2007;110:267-78 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 stampa:stampa 13.09.10 15:18 Pagina 321 RASSEGNA DELLA STAMPA SANITÀ – La cassa malati Helsana “piccona” la figura del medico di famiglia “Ti diamo lo sconto sui premi solo se vai da questo medico” Per mantenere lo sconto del 10% sui premi la cassa invita i suoi assicurati a scegliere un nominativo “nella lista dei medici”. Solo che in questa lista figura un unico indirizzo a Lugano Ecco un’altra picconata contro i medici di famiglia. Arriva dritta dritta dal grande gruppo assicurativo Helsana. Raccontiamo la storia: poco tempo fa Helsana, introducendo un sistema già in auge presso altre casse, ha proposto una bella riduzione dei premi di cassa malati (10%) a quei clienti che, prima di rivolgersi a medici specialisti, effettuavano un primo consulto con un medico di famiglia, liberamente scelto dall'assicurato. Una strategia, quella di consultare prima il medico di famiglia, assolutamente condivisibile e che si inserisce sia nella ricerca del contenimento del costi (tanto caro alle casse malati e di conseguenza a tutti noi), sia per favorire un corretto rapporto tra paziente e medico. E sono stati in molti ad approfittare dello sconto del 10%, anche e soprattutto le famiglie che hanno così potuto diminuire il forte carico che le bollette delle assicurazioni hanno sul loro bilancio familiare. Da alcuni giorni però queste persone (si calcola che in Ticino potrebbero essere circa 2 o 3 mila) hanno ricevuto a casa una lettera di Helsana, in cui informa che “il suo medico di famiglia purtroppo non rientra più nella lista dei medici di Helsana”. Da qui una nuova proposta, anzi due: “BeneFit PLUS, con un medico di famiglia o uno studio medico associato” da scegliere in una lista che viene allegata, oppure “BeneFit PLUS con la consulenza sanitaria di telemedicina Medgate”. A parte il fatto che cambiare il proprio medico risulta sempre antipatico, la sorpresa arriva quando si va a consultare “la lista dei medici”: una lista composta da un solo nome, il centro SanaCare HMO-Praxis in via Ferruccio Pelli a Lugano, finanziato della stessa Helsana. Occorre dire che Helsana non obbliga nessuno a fare questo cambiamento. Chi vuole mantenere il proprio medico dovrà “solo” pagare il premio pieno. Helsana dimostra di voler applicare immediatamente in Ticino il concetto di “managed care”, attualmente in discussione alle camere federali, facendo emergere lampante la grossa preoccupazione di chi si oppone a questo sistema: la mancanza di una scelta effettiva, all'intemo di una lista che comprenda un ragionevole numero di medici dl famiglia. Tre osservazioni finali: 1) in tutta questa vicenda i medici sono stati tenuti all'oscuro. Nessuna informazione da parte della cassa malati. 2) II sistema dell’”assicurazione medico di famiglia” e quindi lo sconto del 10% viene fatto cadere (con inizio gennaio 2011) in un periodo estivo e la risposta degli assicurati deve essere inviata entro il 20 agosto. Sicuramente non il momento migliore. Chi non risponde verrà trasferito automaticamente all'assicurazione obbligatoria. 3) Immaginiamoci che tutti decidano di sottoscrivere il nuovo contratto “Benefit Plus” andando al centro HMO di Lugano: agli attuali pazienti si sommerebbero 2 o 3 mila persone. Una bella coda dal 1° gennaio 2011... (“Giornale del Popolo” 23.07.2010) Helsana, gli assicurati e il medico di famiglia Faccio parte di coloro che negli scorsi giorni, quali assicurati presso Helsana, hanno ricevuto una lettera che comunicava un cambiamento nella propria assicurazione malattia. Il fatto del cambiamento non mi ha dato fastidio più di quel tanto, ma il modo sì. Secondo me i responsabili di Helsana pensano che gli assicurati siano tutti degli imbecilli da spennare a piacimento. La scarsa chiarezza nello scritto dimostra come i vertici della più importante cassa malati della Svizzera non pensino al bene dei propri clienti, bensi al proprio tornaconto. E allora veniamo a questa benedetta lettera. In sostanza sono due i punti da mettere bene in risalto. Tanto per cominciare la fretta che Helsana mette ai clienti di firmare al più presto il cambiamento, scegliendo un'altra opzione, e di rinviarlo con la busta risposta affrancata. Una fretta che sa di fregatura. Va detto che viene data la possibilità di rivolgere domande direttamente tramite un numero verde. La prima parte dello scritto invece è un concentrato di ipocrisia. Questo il testo: “Lei ha stipulato presso di noi un'assicurazione medico di famiglia e pertanto per tutte le questioni sulla salute contatta sempre prima il suo medico di famiglia coordinatore. Così ogni mese risparmia il 10% sui premi. Dal 1. gennaio 2011 il suo medico purtroppo non rientrerà più nella lista dei medici di Helsana per l’assicurazione medico di famiglia”. A questo punto cosa può pensare un assicurato? Per prima cosa mi sono chiesto come mai il mio medico di famiglia non sia più nella lista della maggiore assicurazione malattia del Paese. Mi sono chiesto cosa fare. Le alternative sono un primo colloquio via telefono con un medico Helsana (telmed) oppure, altra possibilità, Scegliere un altro medico dalla lista allegata. Ed ecco la fregatura. La lista di medici che Helsana propone è composta da ben uno studio medico sito a Lugano. Se questo non è prendere in giro chi paga regolarmente i premi, poco ci manca. Non sarebbe stato più onesto dire che per Helsana cadeva l’opzione medico di famiglia? Ora noi assicurati abbiamo due possibilità per far capire a queste persone che non siamo carne da macello. La soluzione più semplice è 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 321 stampa:stampa 13.09.10 15:18 Pagina 322 RASSEGNA DELLA STAMPA cambiare cassa. Per me troppo semplice. Ma vi è una seconda possibilità. Semplicemente accettare la proposta di Helsana, fare quindi capo all’unico studio medico disponibile e ammalarci tutti lo stesso giorno, così da far capire chi sbaglia e chi ha ragione. Riccardo Valsangiacomo, Morbio Inferiore (“Corriere del Ticino” 04.08.2010) CASSA MALATI – Il 10%di sconto sui premi interessa un migliaio di assicurati Helsana: “Continuiamo a offire modelli assicurativi con medico di famiglia Dall’Ufficio stampa di Helsana riceviamo e pubblichiamo Helsana ed il medico di famiglia Helsana, la più grande Cassa Malati della Svizzera, ha inviato in questi giorni di luglio ai propri assicurati ticinesi, che hanno scelto la formula “Medico di famiglia”, chiamata anche “BeneFit PLUS” (per gli uomini del marketing i termini in inglese sono d’obbligo... fanno sempre buona impressione) una lettera affrancata come posta normale. Nella missiva si informa l’assicurato che il loro medico di famiglia “purtroppo” (sic!) non rientra più nella lista dei medici Helsana. Gli assicurati che vorranno mantenere lo sconto del 10 per cento sui premi sono invitati a scegliere da una lista di medici allegata alla lettera. Piccolo particolare; la lista contiene un solo indirizzo per tutto il Ticino, quello dello studio medico della Sanacare HMO, situato nel centro di Lugano. Alternative? Chi non vuole pagare di più, può sempre optare per “Medgate” (altro termine in dialetto ticinese), cioè consultazione tramite call center, in altre parole “state male, dite cosa avete e verrete richiamati al più presto...”. Chi non dovesse rispondere entro il 10 di agosto (in Ticino, come è noto, in agosto nessuno va in vacanza...) vorrà dire che rinuncia alla formula “medico di famiglia” e dal primo gennaio 2011 vedrà annullato lo sconto, il suo premio aumentare, e solo così potrà continuare a rivolgersi al proprio medico di fiducia. Quando hanno letto questa lettera i miei pazienti non volevano credere ai propri occhi. Noi medici curanti non ne sapevamo nulla, l’Ordine dei Medici neppure, ed i responsabili di Helsana Ticino sembra si siano limitati a rispondere che questa era una decisione presa a Zurigo. Qualche paziente ha scritto una lettera ai giornali, qualche altro alla FMH ed a Zurigo, e non è mancata la proposta di organizzare alcuni bus che raccolgano gli anziani pazienti delle valli di montagna del Ticino, li portino a Lugano per mettersi ordinatamente in fila, il primo di gennaio 2011 alle otto, davanti allo studio Sanacare di Lugano per essere visitati. Quale insegnamento pensate si possa trarre da questa storia? Personalmente non so che esito avrà questa vicenda e forse, a questo punto, non mi interessa più di quel tanto. So solo che mi sento profondamente offeso ed umiliato come cittadino di questo Paese e come medico di famiglia. Dr. med Vincenzo Liguori, 6915 Pambio-Noranco (“BMS” 16.08.2010) 322 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 L'articolo del 23 luglio contiene dati incorretti e trasmette un'immagine errata della nostra azienda. Pertanto Helsana è costretta ad eseguire una rettifica. Tale rettifica avrebbe potuto essere evitata se prima della pubblicazione del suddetto articolo la redazione avesse interpellato (come è usuale fare) l'Ufficio stampa di Helsana per una presa di posizione. Già il titolo “Helsana fa sparire il medico di famiglia” è un'assurdità. Helsana, infatti, continua ad offrire diversi modelli d'assicurazione con medico di famiglia quali l'assicurazione medico di famiglia e l'assicurazione HMO, BeneFit PLUS e il modello con liste BeneFit. Il Giornale del Popolo sostiene che in Ticino approssimativamente 3.000 persone abbiano ricevuto una lettera di Helsana in merito al cambiamento della loro assicurazione medico di famiglia. In realtà sono solo 1.000 gli assicurati che hanno ricevuto tale lettera da Helsana. Il cambiamento concerne i medici di famiglia attuali degli assicurati che dal 1° gennaio 2011 non rientreranno più nella lista dei medici del prodotto da loro scelto. Per questo motivo, Helsana offre agli assicurati interessati la possibilità di passare a tempo debito alla nuova assicurazione medico di famiglia BeneFit PLUS. Il Giornale del Popolo critica l'esiguo numero di medici di famiglia rientranti nella lista di BeneFit PLUS. Helsana è altrettanto dispiaciuta di tale fatto e desidera una presenza maggiore di medici in Ticino disposti ad aderire a una rete di medici. Helsana si impegna ormai da tempo all'ampliamento dell'offerta di reti di medici in Ticino e continuerà a farlo anche in futuro. Oltre al centro SanaCare HMO, i 1.000 assicurati interessati con BeneFit PLUS hanno la possibilità di scegliere quale loro fornitore di prestazioni coordinante anche la consulenza sanitaria di telemedicina. I clienti contattati da Helsana hanno tempo fino al 20 agosto per decidere quale offerta scegliere. Ovviamente, tenendo conto che tale termine coincide per molti interessati con il periodo di vacanze estive, Helsana accetterà anche le risposte inoltrate successivamente a tale data. Da anni Helsana punta sui modelli d'assicurazione con medico di famiglia. Va fatta una distinzione tra i modelli con liste unilaterali (questi i modelli dei 1.000 clienti interessati in Ticino) e i veri e propri modelli di managed care. I medici nel modello con liste non sono vincolati né in termini di corresponsabilità per la coordinazione dei trattamenti né in termini di provvedimenti atti alla promozione della qualità. Inoltre essi non stampa:stampa 13.09.10 15:18 Pagina 323 RASSEGNA DELLA STAMPA sono tenuti ad assumersi alcuna corresponsabilità finanziaria. Questi strumenti però sono importanti se l'assicuratore e i medici intendono garantire un approvvigionamento sanitario orientato alla qualità dei trattamenti e alla stabilizzazione dei costi. Poiché i modelli con liste unilaterali non sono sostenibili, Helsana ha deciso di distanziarsene. Helsana promuove invece i veri modelli di managed care quali il prodotto BeneFit PLUS. Tali modelli poggiano su una collaborazione su base contrattuale con le reti di medici, gli studi medici associati e il fornitore del servizio di consulenza sanitaria di telemedicina Medgate. Ai suoi partner Helsana pone esigenze elevate in termini di provvedimenti volti alla promozione della qualità, di corresponsabilità nei confronti dei costi delle prestazioni e di collaborazione. Attraverso una coordinazione mirata dei trattamenti e all'assistenza interdisciplinare, è possibile evitare trattamenti multipli e frenare l'aumento dei costi sanitari. La sostanza e i titoli I titoli, cari signori di Helsana, sono evocativi. Per questo vi sono occhielli e sommari che servono a mettere a fuoco con ragionevole precisione i concetti allusi nel titolo principale: e la titolazione complessiva del nostro servizio del 23.7.2010 non lasciava adito a nessun fraintendimento. Avete spedito “solo” mille lettere agli assicurati in Ticino? Prendiamo nota; noi avevamo azzardato, tra parentesi e con formula ipotetica, una stima diversa. Unicissima imprecisione. Quanto alla sostanza, la vostra risposta non fa che confermare quanto da noi scritto venerdì, ossia che farete sparire dal 1. gennaio 2011 la “vecchia” assicurazione “medico di famiglia con sconto del 10%”, introducendone una con sconto, ma dove l’assicurato potrà rivolgersi ad un solo centro in tutto il Ticino, cancellando tutti gli attuali medici ai quali il paziente poteva sinora rivolgersi e puntando in modo deciso a favorire una polizza con la quale l’assicurato deve rivolgersi telefonicamente ad un centro per avere informazioni sui passi da compiere prima di andare dal medico. Helsana è libera di promuovere le forme di assicurazione che meglio crede. Ma in questo caso dimostra di non aver tenuto in considerazione la realtà ticinese, che per ora non conosce centri HMO (se non quello di Helsana stessa, attivo a Lugano) così come ne esistono invece in altri Cantoni. Perché, è bene saperlo, ormai la grande cassa malati ha completamente centralizzato ogni sua decisione, facendo diventare i collaboratori delle sue agenzie ticinesi dei semplici esecutori di strategie decise a Zurigo. Gianmaria Pusterla (“Giornale del Popolo” 23.07.2010) Helsana, nel mirino dei Medici per la libertà Indice puntato contro la decisione di limitare la scelta del dottore di famiglia “Il comportamento di Helsana ci fa ben intravvedere il concetto di managed care che gli assicuratori malattia vogliono imporre al popolo” – La posizione della cassa La decisione della Helsana di limitare la libera scelta degli assicurati nell'ambito del modello del medico di famiglia ha suscitato la dura reazione dell'associazione 300 medici per la libertà. In un annuncio a pagamento che appare oggi sulla stampa, i medici per la Iibertà affermano che “la marcia delle casse malati verso il totale controllo del sistema sanitario svizzero e, quindi, della salute dei cittadini, continua inarrestabile”. Secondo l'associazione, l'”ultimo, inquietante segnale” è appunto la decisione della Helsana. L'assicuratore ha scritto ai circa mille assicurati ticinesi che hanno questo modello assicurativo (in cambio di uno sconto del 10% sul premio, l'affiliato si impegna a non rivolgersi a medici specialisti prima di consultare il suo medico di famiglia), annunciando un nuovo sistema dal 1. gennaio prossimo: con uno sconto maggiorato (20% del premio) l'assicurato può optare per il modello “BeneFit Plus medico di famiglia”, che prevede un solo medico disponibile per tutto il Ticino (“per di più (...) impiegato in una HMO legata ad Helsana stessa” osservano i medici per la libertà). La scelta dovrebbe essere fatta entro il 20 agosto prossimo. Secondo i medici per la libertà, “ci stiamo avvicinando a velocità vertiginosa a quel sistema applicato da decenni negli Stati Uniti che, avendo concesso un potere pressoché assoluto agli assicuratori privati, ha avuto conseguenze catastrofiche”. “Il comportamento di Helsana – si legge nella presa di posizione dell'associazione – ci fa ben intravvedere il concetto di managed care che gli assicuratori malattia vogliono imporre al popolo svizzero”. La Helsana, dal canto suo, confermando il cambiamento di sistema, aveva fatto sapere che i mille assicurati con il modello del medico di famiglia hanno la possibilità di scegliere anche il sistema di telemedicina. La cassa non adotta più per contro il modello “con liste unilaterali” (l'assicurato sceglie il suo medico di famglia) e preferisce “i veri e propri modelli di managed care”: nel primo, i medici non hanno corresponsabilità finanziarie, nel secondo sì. L'obiettivo della Helsana è “evitare trattamenti (sanitari) multipli e frenare l'aumento dei costi sanitari”. F. P. (“Corriere del Ticino” 10.08.2010) 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 323 stampa:stampa 13.09.10 15:18 Pagina 324 RASSEGNA DELLA STAMPA Morosi, si cerca di evitare il salasso In16.000 non pagano i premi – Richiesta di mantenere il modello ticinese Nei primi otto mesi dell’anno, il numero degli assicurati sospesi perché non versano le quote alle casse malati è aumentato di oltre mille unità – Se Berna confermerà la sua linea, la fattura per il Cantone sarà salatissima Il numero degli assicurati insolventi è aumentato ancora nel corso dei primi otto mesi del 2010. Al termine del 2009 i sospesi dalle casse erano quasi quindicimila; a fine luglio erano 16.108, una cifra tendenzialmente inferiore alle previsioni fatte l'anno scorso dalla SUPSI (18.000 entro fine 2010), ma che comunque conferma un fenomeno in costante espansione. In pratica, il numero degli insolventi cresce di oltre cento unità al mese. In Svizzera, stando alle stime più recenti, gli assicurati in mora al termine del 2009 si aggiravano attorno ai 150.000, per un ammontare di premi non pagati di 762 milioni. In Ticino, sempre stando alle proiezioni della SUPSI, lo scoperto (compresi gli altri costi accumulati nel frattempo) dovrebbe aver superato i duecento milioni: al termine del 2009 infatti era stato stimato un importo di 175 milioni, destinato a lievitare a 245 entro la fine di quest'anno. In marzo, le Camere hanno adottato una revisione della LAMal, in base alla quale, dal 2012, le casse non potranno più sospendere automaticamente il pagamento delle prestazioni. In cambio i Cantoni si faranno carico dell'85% dei premi non pagati e dei costi sanitari, mentre il resto dovrà essere coperto dagli assicuratori. Mandato alla SUPSI Per il Ticino, che attualmente spende circa 6 milioni all'anno per i morosi, si prospetterebbe una fattura salatissima, oscillante fra i 12 ed i 15 milioni all'anno. “Abbiamo dato mandato alla SUPSI di fare una stima più accurata di questi costi. Le cifre aggiornate saranno comunicate in autunno, nell'ambito del Preventivo 2011 del Cantone”, spiega il capo dell'Ufficio dei contributi Siro Realini. Il Ticino sta comunque tentando di attenuare il prevedibile salasso. “In vista dell'Ordinanza d'applicazione il DSS ha chiesto al Consiglio federale un'interpretazione della legge che va nel senso di riproporre il modello ticinese”. Quest'ultimo costituisce un unicum a livello svizzero ed è in vigore dal 2007. Inizialmente rinnovato di anno in anno, alla fine del 2009 è stato prolungato a tempo indeterminato, in attesa che Berna sciogliesse il nodo e varasse regole valide per tutti i Cantoni. Cosa che, come detto, è puntualmente avvenuta nel mese di marzo, con la revisione della Legge sull'assicurazione malattia. 324 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 II male minore Secondo il modello ticinese, il Cantone si fa carico dei premi degli insolventi minorenni e delle cure urgenti di quelli adulti. A seconda dei casi, in particolare quando le cure sono di una certa durata o costo, lo Stato può decidere di rimborsare alle casse i premi arretrati. Il Governo lo ha riproposto, per due motivi: perché protegge i minorenni dalle inadempienze dei genitori e perché permette di tutelare la salute individuale attraverso la garanzia delle cure urgenti. Il Parlamento dal canto suo ha confermato questa impostazione in assenza di alternative, ma ha comunque fatto notare che questa non costituisce una soluzione. L'anno scorso, gli assicurati che hanno beneficiato di cure di prima necessità sono stati duemila, a fronte di costi per quasi tre milioni di franchi, più altri tre per costi pregressi. “Non dobbiamo lasciare nulla di intentato”, aggiunge Realini, “anche perché nel 2012, oltre a questo possibile forte rincaro, bisogna mettere in conto maggiori costi per un'ottantina di milioni di franchi a seguito del nuovo sistema di finanziamento ospedaliero”. Assicurati iperindebitati Lo studio della SUPSI aveva evidenziato che il grosso degli insolventi ha grossi problemi socioeconomici. Il valore medio, dei debiti suggellati dagli atti di carenza beni è di oltre centomila franchi pro capite. Per questo il Parlamento ha dato una chiara indicazione al Consiglio di Stato, affinché migliori la presa a carico dei casi sociali maggiorenni da parte dell'assistenza e dei servizi cantonali, regionali e comunali. Da parte sua, in occasione dell'ultimo dibattito parlamentare sul tema, la direttrice del DSS Patrizia Pesenti aveva detto che qualora la soluzione federale si fosse fatta attendere, si sarebbe potuto valutare un approfondimento dal profilo giuridico del prelievo dei premi algi.ga. la fonte. (“Corriere del Ticino” 11.08.2010) GRAN CONSIGLIO Sì convinto al sistema basato sul reddito disponibile I sussidi di cassa malati aggiustano meglio la mira L’obiettivo del nuovo sistema in vigore dal 1° gennaio 2012 è quello di destinare gli aiuti a chi ne ha veramente bisogno. Oggi sono 77mila le persone che ne beneficiano Mirare meglio dove, come e a chi destinare gli aiuti statali per pagare la cassa malati. L'obiettivo della riforma del sistema cantonale di riduzione dei premi dell'assicurazione contro le malattie è stato condiviso e apprezzato da tutti ieri in Parlamento e il “plenum” ha dato il suo nullaosta con 64 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti. Un stampa:stampa 13.09.10 15:18 Pagina 325 RASSEGNA DELLA STAMPA passo decisamente importante, visto che oggi circa un terzo dei cittadini beneficia dei sussidi malattia. Dal reddito imponibile a quello disponibile Tra le principali novità della riforma che entrerà in vigore il 1° gennaio 2012 quella del nuovo sistema di calcolo. Farà riferimento al reddito disponibile semplificato, anziché quello imponibile. “Questo cambio permetterà di andare più incontro alle famiglie monoparentali e ai redditi bassi” ha osservato Saverio Lurati intervenuto per il gruppo PS. “È la soluzione migliore possibile per consentire di fare i calcoli in modo semplice e pragmatico” ha aggiunto Norman Gobbi per la Lega. Non del tutto convinti della bontà della scelta Gianni Guidicetti (per il PPD) e Edo Bobbià (per il PLR). Il primo ha spiegato come in realtà si tratta comunque di basarsi su di un “reddito imponibile semplificato”, perché il calcolo viene effettuato a partire dalla dichiarazione fiscale. Per questo motivo, il deputato PPD ha presentato due emendamenti per “correggere alcuni aspetti penalizzanti”: integrare nel calcolo del reddito di riferimento anche l'assicurazione perdita di salario in caso di malattia e levare il plafonamento a 4'000 franchi delle spese professionali. Entrambe le proposte sono state bocciate. Bobbià dal canto suo ha contestato il modello scelto per il passaggio da un sistema di calcolo all'altro: “è sembrato prioritario non scontentare nessuno, piuttosto che individuare meglio chi davvero ha la necessità”. Per questo “il sostegno del PLR, pur non venendo meno, è assai poco convinto”. Al minimo l’assicurato pagherà il 21,5% Gli assicurati saranno chiamati in ogni caso a pagare parte del premio. A differenza di quanto accade oggi, l'importo verrà calcolato in base a una percentuale. Il Parlamento ha scelto di dare ragione alla proposta della Commissione della Gestione, invece di quella del Governo. Nel suo messaggio, il Consiglio di Stato aveva indicato la partecipazione massima statale al 76%, ottenendo così un risparmio di 4,7 milioni annui. La Commissione ha invece corretto verso l'alto il coefficente, al 78,5%. “La riforma doveva essere a costo zero e così sarà: al 76% di efficace non c'è un bel niente – ha annotato il relatore Manuele Bertoli (PS) –. Anzi, si tratta di una scelta politica di risparmio che cozza contro l'iniziativa popolare che chiede di non operare tagli. Se il Governo confermerà la sua adesione alla Legge (rivista con la nuova percentuale), allora la ritireremo. Altrimenti si andrà all'inutile ma inevitabile scontro”. A favore della modifica commissionale si è espresso tra gli altri Eros Mellini per l'UDC, sostenendo come “solo così la riforma è effettivamente neutra, come era stato chiesto sin dall'inizio”. Dal contribuente all’unità Con il nuovo sistema il beneficiario della prestazione non sarà più il contribuente fiscale ma l’”unità di riferimento”, che comprenderà tutte le persone di un'economia domestica. “Un cambio molto importante perché terrà meglio conto delle specificità della famiglia: dai figli agli studi alle coppie di conviventi” ha detto Bertoli. Niente è perfetto Seppur con tutte le lodi del caso, il plenum ha confermato la necessità di verificare il nuovo sistema a due anni dalla sua introduzione. Richiesta ben accolta dal Governo. Chiara Scapozza e Nicola Mazzi (“Giornale del Popolo” 25.06.2010) Suicidio assistito, Widmer-Schlump intende rivedere il progetto Una maggioranza dei partiti non giudicano favorevolmente un cambiamento delle norme attuali BERNA La ministra di Giustizia e Polizia Eveline WidmerSchlumpf intende rivedere il progetto di legge riguardante l'aiuto al suicidio. Le proposte formulate dal Consiglio federale e inviate in consultazione – si va da una regolamentazione severa di questo settore fino alla limitazione delle attività di organizzazioni come Exit e Dignitas – hanno raccolto dure critiche delle quali non si può non tener conto. La responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia Eveline Widmer-Schlumpf ha dichiarato in un'intervista rilasciata al settimanale “Sonntagszeitung” di voler tenere nel debito conto del desiderio espresso da una maggioranza degli ambienti sentiti secondo i quali l'aiuto al suicidio non deve più essere limitato alle persone affette da una malattia fisica incurabile il cui esito mortale è ormai prossimo. Alcuni ambienti hanno infatti rimproverato all'esecutivo di aver escluso dall'aiuto al suicidio le persone affette da malattie croniche. Questa critica era stata espressa anche da un organo super partes come la Commissione nazionale di etica, la quale auspica nondimeno regole più severe per regolamentare questo delicato settore. La commissione non vuole tuttavia il divieto delle organizzazioni di aiuto al suicidio. In procedura di consultazione è stata criticata anche la proposta governativa di ottenere il parere di due medici indipendenti. La maggioranza dei partiti – UDC, PLR, PS e Verdi – giudica in ogni caso inutile rivedere l'attuale diritto in vigore. Le basi legali attuali vietano l'assistenza o I'incitamento al suicidio se alla base vi è un motivo egoista. L'idea di mettere fuori gioco le organizzazioni di aiuto al suicidio che oggi operano nel nostro Paese attirando un pubblico abbastanza numeroso dall'estero verso la Svizzera per por fine ai loro giorni grazie alla “dolce morte”, è stata sostenuta dalle Chiese, dagli ambienti ad esse vicini, nonché dal Partito evangelico. Il Partito popolare democratico chiede dal canto suo una regolamentazione severa nei 75 SETTEMBRE 2010 TRIBUNA MEDICA TICINESE 325 stampa:stampa 13.09.10 15:18 Pagina 326 RASSEGNA DELLA STAMPA confronti di queste organizzazioni in modo da riuscire ad evitare un “turismo della morte” proveniente dall'estero. (“Corriere del Ticino” 09.08.2010) SALUTE Lanciata una campagna in collaborazione col Cardiocentro Compie vent’anni il Club per “vivere con cuore” Il sodalizio di Lugano e dintorni non si rivolge solo ai cardiopatici ma a tutta la popolazione. Mantenere il cuore in forma è importante per aggiungere anni alla vita e vita agli anni “Partecipare alle attività del Club del cuore aggiunge vita agli anni e anni alla vita!” dichiara con entusiasmo Bruno Hübner, presidente del sodalizio di Lugano e dintorni che riunisce oltre 200 persone tra soci e simpatizzanti e che si appresta a festeggiare i 20 anni d'esistenza. Per l'occasione il Club ha sviluppato il progetto “Vivi con cuore”, in collaborazione con il Cardiocentro Ticino, il sostegno della Fondazione svizzera di cardiologia, il DSS e la Città di Lugano. “È un'innovativa ed efficace campagna di sensibilizzazione e di prevenzione per stimolare e rinforzare una migliore qualità della vita” ha spiegato il suo ideatore, Stefano Pescia, nel corso della presentazione ieri a Lugano. Fino al 25 ottobre al Parco Ciani saranno posati otto manifesti informativi (con testi preparati da specialisti del Cardiocentro) e dal 6 al 27 settembre analoghe locandine saranno esposte nei 50 bus della rete dei trasporti pubblici di Lugano. I 20 anni del Club saranno poi sottolineati sabato 25 settembre, in occasione della Giornata mondiale del cuore, con un speciale programma di intrattenimento (ne riferiremo a tempo debito) in piazza Manzoni dalle 9.30 aIle 16.30. Poco dopo, sempre all'insegna dello sport e del “buon cuore” prenderà avvio la StraLugano. “È una campagna di prevenzione importante non solo per i cardiopatici ma anche per tutta la popolazione” rileva la municipale di Lugano Nicoletta Mariolini. Alla manifestazione del 25 parteciperanno anche “Ticino Cuore” i Samaritani di Cassarate-Castagnola (rappresentati ieri dalla loro presidente Ingrid Mülly), i fisioterapisti della L.U.de.S, l'Associazione non fumatori e l'Atleticum Sport Markets. Fra tanto entusiasmo un solo rammarico, espresso sempre dal presidente Hübner: “Nessuna cassa malati ci ha sostenuto, non ci è pervenuta nemmeno una risposta ai nostri inviti”. In amicizia e allegria il Club propone diverse attività di movimento adatte a chi vuole continuare con la riabilitazione cardio-vascolare o per chi desidera effettuare della prevenzione, sotto controllo di personale specializzato. Le malattie cardiovascolari, ha ricordato iI dr. Vincenzo Liguori, medico sociale responsabile, sono la prima causa di 326 TRIBUNA MEDICA TICINESE 75 SETTEMBRE 2010 morte nei paesi occidentali. Nel nostro Cantone la centrale 144 di Ticino Soccorso nel 2005 ha registrato 319 chiamate per arresto cardiaco, di cui 214 hanno richiesto manovre di rianimazione. Ben si comprende quindi l'importanza della prevenzione e della riabilitazione cardiaca portata avanti dal Club del Cuore, associazione riconosciuta dalla Fondazione svizzera di cardiologia, rappresentata ieri dal dr. Franco Muggli, membro del Consiglio di fondazione. (“Giornale del Popolo” 28.08.2010) Sury e Cereghetti tra i vertici Avvicendamenti alla Santa Chiara Ventata di rinnovamenti nel CdA della Clinica Santa Chiara, struttura sanitaria che, parallelamente alla sua importante presenza sul territorio, vive anche di avvicendamenti ai vertici. Di questi giorni, la nomina del dr. med. Adrian Sury quale direttore sanitario, mentre Bruno Cereghetti, già direttore dell'Istituto assicurazioni sociali, è stato designato consulente del CdA. Due figure di primo piano che andranno a potenziare la funzionalità della Clinica sia dal profilo strettamente medico sia da quello gestionale, nell'ottica delle nuove direttive cantonali e federali in ambito sanitario, che verranno attuate entro il 2012. In particolare una struttura pronta ad affrontare i cambiamenti tariffali con l'introduzione del nuovo sistema SwissDRG (Swiss Diagnosis Related Groups), pronta nell'organizzazione relativa al previsto finanziamento da parte del Cantone e pronta alle trattative con Santé Suisse. Rinnovamenti complessi che andranno affrontati con adeguate revisioni. Il CdA della clinica, presieduto dalla Carla Speziali, ha avviato già nei primi mesi dell'anno, con la nomina del nuovo direttore amministrativo Guido Bernasconi e di un nuovo membro (il dr. med. Stefano Balestra), un processo evolutivo mirato all'ottimizzazione dei servizi per il paziente, il quale può far capo a una Clinica che continua a profilarsi quale impianto sanitario altamente qualificato e attrezzato; in particolare nei servizi di chirurgia, medicina interna, ortopedia, ginecologia e ostetricia, ORL, urologia, come pure in oncologia, in collaborazione con l'IOSI. Un pronto soccorso operativo giorno e notte completa il quadro di un'infrastruttura che quest'anno compie il 75°; pronto soccorso che fa capo sistematicamente agli specialisti operanti nella struttura e in grado di assorbire le patologie da medio gravi a gravi, inclusa la traumatologia degli arti inferiori e superiori. Intanto, in città persistono voci su una situazione di disagio all'interno della clinica. In merito i vertici dell'Istituto hanno anticipato che la settimana prossima, durante un incontro con la stampa, forniranno chiarimenti sulla situazione societaria. (“Giornale del Popolo” 03.07.2010)
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