Cap. X - Teorie della subcultura
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Cap. X - Teorie della subcultura
Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza III Cap. di SOCIOLOGIA DELLA DROGA (Bertolazzi) Patrimonio intellettuale e materiale costituito da: Le oggettivazioni, i supporti, i veicoli materiali e corporei degli stessi (Gallino, 1988, 188) Valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli segni, modelli di comportamento I mezzi materiali per la produzione e riproduzione sociale dell’uomo Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza subcultura subcultura subcul tura subcultura La droga è una subcultura o una controcultura? Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza SUBCULTURA • “Sottoinsieme di elementi culturali sia immateriali che materiali […] elaborato o utilizzato tipicamente da un dato settore o segmento o strato di una data società. … • Mentre ne condivide alcuni tratti essenziali, tale sottoinsieme di elementi culturali si caratterizza entro il maggior insieme della cultura dominante […] per esserne una variante differenziata o specializzata” (Gallino, 1988, 686) CONTROCULTURA • “Quando una sottocultura incorpora nella quasi totalità elementi che si presentano o sono percepiti come radicalmente opposti alla cultura dominante” (ibid.) Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Anni ’50 in Italia • Controcultura ispirata dai partiti di opposizione (PCI) cultura dominante, “egemone” dei partiti di governo (“borghese”). Anni ’60 in America • subcultura delinquenziale totalmente contraria a quella dominante. Contestazione ‘68 (Berkley, hippies Vietnam) • movimenti totalmente alternativi ai valori e ai miti della società dominante. • Movimenti di rifiuto radicale di tutte le istituzioni, norme, valori della società (establishment) -> anarchismo (simbolo: droga) Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza LE PREMESSE /1 DALLE ORGANIZZAZIONI DIFFERENZIALI ALLE SUBCULTURE Thrasher, The gang: a study of 1.313 gangs in Chicago (1927) • • • • • • • • Processi organizzativi delle bande giovanili Disposizione del territorio favorisce il loro incontro Omogeneità tra loro e con l’etnia Comportamento collettivo (muoversi come una squadra sul territorio, pianificare colpi) Spirito di gruppo, solidarietà tra loro, morale loro, attaccamento al territorio Modello organizzativo primitivo, medievale e feudale Povertà , emigrazione, emarginazione, disorganizzazione sociale possono spiegarlo Favoriti dai giochi dell’infanzia e da letture fantastiche Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza SCUOLA di CHICAGO • disorganizzazione sociale SUTHERLAND – CRESSEY, White Collar Criminality (1940): • associazione differenziata • non relazione diretta tra variazione della povertà e la variazione dei tassi di criminalità. • Quello che genera la devianza non sono i fattori esterni al soggetto (povertà, bisogno di soldi, di successo) ma piuttosto l'associazione differenziata a gruppi che favoriscono la trasgressione della legge e dove il soggetto impara il know how del comportamento deviante. • Disorganizzazione sociale Organizzazione sociale differenziata Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza 1. il comportamento criminale è appreso; 2. in interazione con gli altri attraverso un processo comunicativo; 3. che occorre all'interno di gruppi personalizzati; 4. si imparano non soltanto le tecniche criminose ma anche i motivi, gli atteggiamenti e le razionalizzazioni; 5. il soggetto valuta se vale alla pena o meno seguire la norma e la legge, chi è favorevole e chi è contrario; 6. la criminalità è la conseguenza di una valutazione in cui risulta che i motivi per trasgredire alla legge sono più vantaggiosi che i motivi per conformarsi ad essa; 7. l'associazione orientata a favore o contro la legge varia in frequenza, durata, priorità e intensità; 8. il processo di apprendimento della devianza include tutti i passi precedenti; 9. bisogni e valori non spiegano il comportamento criminale visto che anche il non-deviante è spinto dagli stessi bisogni e valori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Contributi di Merton, teoria interazionista e Associazione differenziale di Sutherland Origine dell’azione sociale è di natura “psicogenetica”. Sostiene che i soggetti deprivati (basso livello socioculturale) non hanno interiorizzato i fini della classe media (autoemarginazione per distanza dalle mete): elaborano una propria subcultura. In seguito ha precisato: riguarderebbe solo alcuni tipi di devianza (subculture giovanili, ladri professionisti). Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Le sottoculture delinquenti sono un prodotto del CONFLITTO tra cultura della classe operaia e cultura della classe medio-borghese; FRUSTRAZIONE generato da un conflitto tra la cultura familiare e quella ufficiale ricevuta a scuola (quest'ultima di tipo borghese); I ragazzi vorrebbero raggiungere i valori e le mete della classe media, ma sono MAL EQUIPAGGIATI; Si genera un processo di FORMAZIONE REATTIVA: avvertono, sul piano comportamentale i valori della classe media mentre formano una sottocultura che rappresenta la negazione dei valori borghesi. FORMAZIONE REATTIVA: il meccanismo psicologico che conduce i ragazzi a risolvere i loro problemi di status (accettazione, rilevanza, relazionalità) all'interno della gang (meccanismo di adattamento, soddisfazione al bisogno di accettazione, sicurezza, autoaffermazione). Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza PARAMETRI CULTURALI DELLA CLASSE MEDIA AMERICANA PARAMETRI CULTURALI DELLE CLASSI SUBALTERNE Responsabilità Individuale (fiducia in se stessi e nelle proprie risorse) Reciprocità (obbligo di dividere le proprie risorse con altri cui si è legati) Perizia (coltivare capacità specifiche) Irrequietezza (ricerca continua di nuove sensazioni e opportunità) Differimento della Gratificazione (industriosità e risparmio economico in vista del futuro) Soddisfazione immediata dei desideri (non dilazione della gratificazione) Razionalità (progettazione consapevole ed efficiente) Impulsività (scarso controllo od esercizio razionale) Ambizione (alto livello di aspirazioni) Buone maniere (cortesia, pazienza, autocontrollo) Linguaggio osceno (atteggiamento di sfida e di rottura delle convenzioni) Competizione non violenta (controllo della forza fisica) Uso della forza (soluzione immediata e personale delle controversie e dei conflitti) Impiego del tempo in modo costruttivo (pratica che esaltano doti di razionalità previsionale e strategica, impegno e abnegazione) Impiego del tempo in modo Auto-distruttivo (l’esaltazione di pratiche che alterano la coscienza e che oscurano la ragione) Rispetto per la proprietà (cura delle cose proprie e degli altri) Distruttività (non curanza e scarso rispetto delle cose) Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Questo quadro interpretativo è importante perché, seppure Cohen non ne parli esplicitamente e il consumo di droghe all’epoca non fosse un fenomeno centrale dello studio, fornisce un’interpretazione interessante ed ancora attuale. in particolare, sull’atteggiamento borghese riguardo il tempo libero, descrive una serie di dispositivi che la classe media offre ai giovani, che esaltano le doti della razionalità previsionale e strategica e che valorizzano impegno e abnegazione (come la pratica di uno sport, di hobby, del gioco degli scacchi, del collezionismo…). Provando ad immaginare un ideale opposto corrispondente nella sottocultura, invertendo cioè i valori borghesi, avremo l’esaltazione di pratiche che alterano la coscienza e che oscurano la ragione. DOPO L’ULTIMA MATRIOSCA. SOTTOCULTURE GIOVANILI, CONSUMO DI SOSTANZE, PRATICHE SOCIALI. Luca Mori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Ha il merito di essere il primo ad elaborare il concetto di “subcultura” Però in una visione prevalentemente negativa: subcultura come “devianza”, capovolge i valori della cultura normale (= controcultura). I caratteri distintivi della subcultura della classe operaia sono ricavati dalla contrapposizione con la “middle class” che rappresenterebbe la “cultura media” (normale). Non distingue tra conflitto psicologico inconscio e conflitto culturale Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Analizzano le bande delinquenti (minoranze etniche) secondo la teoria di Merton. Ipotizzano che le classi subalterne interiorizzino le mete culturali comuni, ma, non avendo a disposizione i mezzi legittimi per raggiungerle, ricorrano a mezzi illegali. In particolare essi rilevano che le sottoculture devianti assumono una delle seguenti FORME: Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Tipo di adattamento sottoculturale Mete culturali Mezzi legittimi Mezzi illegittimi Sottocultura criminale + — + Sottocultura rinunciataria (astensionista retreatism) — — — Sottocultura conflittuale +/- +/- +/- Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza 1. 2. 3. Sottocultura criminale: tipo de aggregazione che accentua l'attività illecita finalizzata al guadagno economico (il racket, le organizzazioni di stampo mafioso); si sviluppa laddove esiste una struttura di opportunità illegittime fortemente organizzata Sottocultura conflittuale: enfatizza la lotta, anche violenta fra le bande giovanili per un'affermazione di status; è tipica dello slum disorganizzato (quartiere degradato di transizione, multirazziale) dove non è presente né una vera struttura di opportunità legittime né illegittime e praticamente assente una cultura dominante Sottocultura rinunciataria: accentua l'uso e lo spaccio di droga (drogati, vagabondi, alcolizzati cronici; è presente un po’ ovunque come segno di disagio sociale di alcuni cittadini. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Ricerca del piacere proibito Doppio fallimento: fini e mezzi Rinuncia e ripiegamento su se stessi Forma di adattamento individualistico Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Tra gli anni Sessanta e Settanta, a Londra e nel sud-est della GB: Scontri tra bande di giovani (mod, rocker, teddy-boy, skinnhead, parka, crombie, ecc.), stigmatizzati e criminalizzati da mass-media. S. Cohen e colleghi del CCCS di Birmingham studiano il comportamento e gli stili di vita dei giovani di queste bande e rintracciano in essi una certa coerenza tra comportamenti, abbigliamento, consumi culturali, gusti musicali, stili di vita. Utilizzando i contributo di vari studiosi europei (Lacan, Barthes, Levi Strauss, Gramsci, Althusser), definiscono questi stili di vita subculture giovanili In questo modo ridefiniscono il concetto di subcultura, legandolo a quello di linguaggio, struttura simbolica. Non ha più un’accezione negativa. La subcultura costituisce una sorta di humus culturale che aiuta nella costruzione dell’identità individuale Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Concetto di omologia: ogni SUBCULTURA era caratterizzata da abbigliamento, atteggiamenti, gesti, gergo, gusti musicali, propri e coerenti La caratteristica di queste sottoculture è che utilizzavano gli stessi strumenti di consumo della cultura egemonica borghese, se ne riappropriano, ma in modo personale. Queste subculture giovanili, adottano soluzioni stilistiche orientate verso l’alto e verso il basso, nel tentativo di resistere all’omologazione dei consumi di massa. La dimensione ideologica si esprime in una forma di resistenza e di denuncia, utilizzando una struttura linguistica simbolica. DOPO L’ULTIMA MATRIOSCA. SOTTOCULTURE GIOVANILI, CONSUMO DI SOSTANZE, PRATICHE SOCIALI. Luca Mori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza La classe operaia, struttura comunitaria, era connotata da una cultura centrata sui concetti di famiglia, rete, di ambienti di vita significativi, di lavoro ed economia locale, di quartiere, di impegno nella vita, di ritualità e tradizione… Nel dopoguerra viene scossa, frammentata, sbriciolata dal progresso tecnologico che porta all’automazione della produzione, alla riorganizzazione del lavoro, alla ristrutturazione urbanistica. Ne consegue una radicale individualizzazione sociale della classe operaia, sul piano lavorativo e familiare. PHIL COHEN, connette il discorso delle sottoculture di Albert Cohen con il ruolo ideologico della cultura dei consumi di massa, ovvero le conseguenze che il monopolio culturale di una classe egemone ha sui consumi delle giovani generazioni e sulla genesi di una realtà sotto-culturale. DOPO L’ULTIMA MATRIOSCA. SOTTOCULTURE GIOVANILI, CONSUMO DI SOSTANZE, PRATICHE SOCIALI. Luca Mori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza L’osservazione delle le omologie, ovvero la corrispondenza logica interna tra vari elementi come: musica che ascoltano, locali che frequentano, linguaggio che parlano, droghe che usano, atteggiamento, psicologia, disposizione coscienziale, specifici di una precisa sottocultura stilistica, sono elementi che permettono allo studioso di definire i valori di fondo di una sottocultura, la direzione presa, la soluzione “immaginaria”. In questo quadro anche le sostanze scelte fungono da strumenti per costruire questa disposizione specifica. Questo approccio è interessante perché vede l’uso di sostanze come uno dei tasselli che compongono “il mosaico” di una certa sottocultura stilistica e l’interpreta come una forma di resistenza al dominio borghese, non come una forma rinunciataria.. DOPO L’ULTIMA MATRIOSCA. SOTTOCULTURE GIOVANILI, CONSUMO DI SOSTANZE, PRATICHE SOCIALI. Luca Mori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza S. Cohen studia violenza tra bande giovanili. MM non veritieri: fatti non corrispondono alle descrizioni. Bande giovanili = gruppi informali di quartiere, senza organizzazione sistematica, non dediti alla violenza. Panico morale Definizione di un gruppo o di una persona come una minaccia per gli interessi e i valori sociali Presentazione da parte dei media in forme altamente stereotipizzate Erezione di “barriere morali” da parte dei benpensanti, prelati, politici, ecc. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Subcultura tipica delle classi popolari, lavoratrici, che manifestano la loro insoddisfazione per la loro subordinazione e frustrazione (= resistente) Attività subculturale = azione politica simbolica Lo “stile” della cultura giovanile da interpretare come un “testo”, un universo simbolico produttore di significati Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza R. BARTHES, semiologo francese riprende il Concetto di BRICOLAGE di C. Lévi Strauss Secondo tale concetto spostando degli accessori della cultura di massa, o ricollocandoli in contesti diversi, le sottoculture si riappropriano di tali oggetti in modo da dare un altro senso al consumo, attribuendogli una valenza di resistenza a quello ufficiale (es. Teddy boys) In alcune sottoculture (es.“YE-YE” in Italia) questa appropriazione riguardava i farmaci: si usavano a scopo ricreazionale moltissimi anfetaminici e ipnotici, mischiati all’alcool usati per le serate nelle discoteche più glamur. L’appropriazione di farmaci da parte delle sottoculture si evidenzia come fenomeno di ricerca ed esplorazione degli stati di coscienza DOPO L’ULTIMA MATRIOSCA. SOTTOCULTURE GIOVANILI, CONSUMO DI SOSTANZE, PRATICHE SOCIALI. Luca Mori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Stile: Barthes (testo - analisi semiotica) Resistenza: Althusser (attività culturale che ha il potere di creare e ricreare fino ad ottenere un’autonomia relativa) c. Bricolage e Omologia: C. Lévi Strauss (valori, significati e ordine interno continuamente creati per mezzo di subculture) d. Egemonia: Gramsci (cultura x creare consenso; subcultura come soggetto di negoziazione con altri) a. b. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Grande merito di avere affrancato il concetto di subcultura da quello di devianza (americana) Di aver collegato il concetto di subcultura a quello di cultura (= produzione culturale) Visione troppo politicizzata, di classe (operaia) Troppi approcci teorici (rischio di sincretismo) Eccessiva attenzione agli aspetti simbolici dei segni è importante osservare che: In realtà i confini delle sottoculture sono sfumati e porosi, non netti e impermeabili. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Nel post-moderno si delinea un concetto chiave di subcultura come “stile di vita”, che va a sostituire quello di resistenza, «in cui le sottoculture sono mondi che l'individuo attraversa riflessivamente, coscienziosamente, consapevolmente con l'intento di plasmare e modificare continuamente la propria identità personale e l'assunzione di sostanze è una pratica trasversale ». Non c’è più una unica cultura coerente e dominante a cui opporsi o fare resistenza DOPO L’ULTIMA MATRIOSCA. SOTTOCULTURE GIOVANILI, CONSUMO DI SOSTANZE, PRATICHE SOCIALI. Luca Mori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Emerge il MOVIMENTO TECHNO, figlio della dimensione underground e overground, rielaborazione di molteplici stili sottoculturali, anche molto contrastanti tra loro. I rigidi confini della scuola di Birmingham sono stati oltrepassati da una visione trasversale che include anche una modalità di consumo di sostanze nuovo. Con il MOVIMENTO TECHNO si fanno strada: 1) 2) 3) NUOVO STILE DI CONSUMO NUOVO ATTEGGIAMENTO verso le sostanze = POLIASSUNZIONE e CONSUMO RICREAZIONALE (es. associare eroina e ketamina in un rave, o extasy e cocaina ad un concerto reggae…) NUOVE DROGHE DOPO L’ULTIMA MATRIOSCA. SOTTOCULTURE GIOVANILI, CONSUMO DI SOSTANZE, PRATICHE SOCIALI. Luca Mori. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Secondo S. THORNTON, saggista e sociologa della cultura, le sottocultura bisogna vederle come capitali simbolici, o sottoculturali, ovvero disposizioni, atteggiamenti, stili, definiti dai confini dell’appartenenza culturale, non da un’appartenenza di classe. Secondo M. MAFFESOLI, sociologo francese, è il declino delle differenze di classe in termini tradizionali, in relazione alla costituzione dell’identità individuale, che caratterizza l’era post moderna. ci troviamo difronte a una forma di socialità che si omologa a pratiche di consumo. In questa dimensione di relazione, le tribù, i network, sono integrativi e distinti al tempo stesso. L’individuo è libero di fluttuare tra appartenenze plurali, fluide, saltuarie e libero di muoversi tra segni e concezioni dell’identità diversi. In sintesi: pluralità di stili di vita, forme di socialità instabili e mutevoli, nate e tenute in piedi per bisogni e tornaconto personali, determinano e caratterizzano di fluidità e sincretismo le sottoculture contemporanee. David Donfrancesco “TIPI DI RAVE A CONFRONTO: UN UNIVERSO FRASTAGLIATO” Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza cosa è un RAVE ? E’ Difficile dare una definizione unica ed esauriente sono dei party della durata di una notte, o più giorni, al massimo una settimana (in questo caso si parla di Teknival) sono feste spesso sponsorizzate attraverso il web, tramite i social network, dove è possibile contare migliaia di sostenitori, i quali, a loro volta, invitano altre persone a prendere parte a tali feste illegali, attraverso un passaparola virtuale, fatto di espressioni e gerghi specifici, accessibili solo a coloro che conoscono l’ambiente. Coloro che prendono parte a questa tipologia di incontri sono soprattutto i giovani, i quali a ritmo incessante di musica elettronica, consumano sostanze di ogni genere, da quelle legali, come l’alcol e il tabacco, a quelle illegali come la Ketamina, l’ecstasy, l’LSD, la marijuana, il popper, etc. (policonsumo). Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza SUBCULTURA “stile di vita” /4 - Storia dei RAVE/1 1) Nascono negli USA, si svolgono all’interno dei circuiti dei club, al chiuso, in luoghi con dimensioni circoscritte, in grado di accogliere un numero limitato di persone. 2) Dagli Stati Uniti il fenomeno RAVE si diffonde in Inghilterra, con una connotazione ideologica caratteristica, per poi espandersi in tutta Europa. (Negli altri paesi europei in cui poi si diffonderà sarà un fenomeno ludico/ricreativo con una forte valenza trasgressiva) 3) I rave richiamano migliaia di giovani : iniziano le prime occupazioni temporanee in una serie di luoghi periferici: prefabbricati dismessi, magazzini in disuso, terreni abbandonati, finalizzati allo svolgimento di feste organizzate clandestinamente. La scelta diffusa di utilizzare edifici industriali può essere letta come una scelta ideologica di opposizione/decontestualizzazione. 4) Inghilterra, nasce una controcultura giovanile rave: di ispirazione hippie anni ‘60, che si intreccia con la storia locale inglese e la cultura RAVE, originando i “TRAVELLERS”, tribù con stile di vita nomade, che aspirano ad un modello di socialità comunitaria. 5) RAVER e TRAVELLER si fondono, si uniscono in diversi gruppi, viaggiando sui propri furgoni, allestiti come case ambulanti e carichi di attrezzatura per organizzare RAVE. Il nomadismo, assunto come stile di vita, diventa “nomadismo psichico” alla ricerca di nuove possibilità nellaCap. costruzione dei rapporti umani e in relazione al potere. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza SUBCULTURA “stile di vita”/5 - Storia dei RAVE/2 6) Emerge il movimento FREE FESTIVAL: espressione di controculture di tutti i tipi! I RAVE ispirano la ricerca musicale, la contaminazione tra più stili, come espressione di creatività e contestazione. Si diffonde la pratica caratteristica dell’occupazione di spazi temporanea, nella logica del no-profit. ricerca della rottura di schemi, convenzioni e abitudini; sperimentazione di nuove forme di libertà e socialità; proposta di musica e divertimento gratuiti. 7) Inghilterra, viene applicato un provvedimento legislativo repressivo contro i Rave: colpirà specificatamente TRAVELLER, RAVER, SQUATTER; susciterà, grande impopolarità, con il risultato di unire diverse controculture e definire maggiormente e ulteriormente lo sviluppo del fenomeno illegale. Questo provvedimento CREA le condizioni per l'espatrio del fenomeno rave in tutta Europa. 8) Arrivo in Italia dei RAVE attraverso le tribù inglesi; evoluzione inversa rispetto al contesto inglese: la TECHNO entra prima nei locali più all'avanguardia, solo dopo esploderà un'ondata dei RAVE, sperimentata alle soglie della legalità, e solo alla fine si connoterà nell’illegalità. 9) la musica techno entra nei CENTRI SOCIALI: riparte la ricerca musicale e la diffusione del fenomeno Rave. 10) i RAVE in Italia diventano illegali: si cercano nuovi spazi da occupare per contenere migliaia di giovani, le tribù di esuli creano zone attive a Roma: la FINTEK = ex industria di manufatti e costruzioni edili di Castel Romano, occupata permanentemente, diventa il luogo di riferimento. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza LA MUSICA è la musica TECHNO ciò che rende assolutamente innovativo e moderno il circuito illegale dei RAVE. Provandola a spiegare in chiave socio-antropologico la TECHNO è un genere musicale che ha generato una nuova modalità e condizione di ricezione sonora: durante i RAVE si crea un rituale festivo totalizzante che dura tra le 18 e le 72 ore, in cui il raver non è un “acquirente”, un “fan” di un artista o Dj, e neppure un osservatore o spettatore. La musica circonda l’ascoltatore e riesce ad eliminare il divario comunicativo tra emittente e destinatario. Durante il RAVE tutti i partecipanti sono attori e si trovano sullo stesso livello. Alcuni dei molti sottogeneri: GARAGE, DEEP, DJANGLE, DRUM'N BASS, HARD CORE, GABBER HOUSE, TRANCE, GOA … Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza La Tekno è più veloce della Techno: Va dai 170 ai 200 bpm ed è caratterizzata da un basso pulsante e ripetitivo (kick drum). La storia della Tekno ha inizio assieme allo sviluppo dei Teknival nei primi anni ’90, nello stesso periodo i DJ con tali riferimenti culturali iniziarono a produrre questo genere musicale. La tekno, o tek, è prodotta con drum machine, sintetizzatori, tastiere MIDI, campionatori e sequencer nonché con programmi di elaborazione come Ableton Live o Cubase. Negli ultimi anni c'è stata una tendenza ad utilizzare computer portatili per la performance dal vivo, perché le capacità dell'hardware e del software stanno migliorando molto velocemente. 2 correnti musicali principali: 1) la corrente di musica COMMERCIALE 2) la corrente di musica dei RAVE illegali: destinata club, più tradizionale, melodica, senza rumori, più popolare, trae origine dalle correnti techno vicino alla house, garage e alla deep. hard core, drum'n'bass, goa, trance. Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza Tentativi di classificazione… 1) 2) 3) distinguendo i rave legali da quelli illegali emergono 3 tipi di RAVE: RAVE legali = circuiti on, sono le feste nelle discoteche, nei club, nei luoghi aperti autorizzati, di solito a pagamento RAVE tra on e off, feste nei CENTRI SOCIALI, P.A.Z., e STREET PARADE, T.A.Z., ovvero realtà ibrida dal punto di vista organizzativo RAVE illegali = circuiti off, raduni gratuiti a base di musica techno organizzati in modo illegale all'aperto, ad es. in una radura boschiva, in spiaggia o in zone industriali abbandonate, in capannoni, ex fabbriche... da gruppi informali, tribe/tribù, senza richiesta di autorizzazioni. distinguendo i RAVE secondo il tipo di musica si distinguono 2 macro tipologie: 1) TECHNO commerciale, circuiti on 2) TECHNO non commerciale, circuiti off Queste distinzioni, tipologie, caratterizzazioni tuttavia non sono mondi chiusi e distanti. La frequentazione è trasversale (ad esempio il “discotecaro” partecipa anche ai rave). Le modalità di accesso ai circuiti non sono fisse (ad esempio l’entrata si paga, con le dovute differenze, sia nel club privato, on, che nel centro sociale, on-off). Le sostanze più diffuse: MDMA, popper, hashish , marijuana, speed, hashish, marijuana, allucinogeni, ketamina, eroina Cap. X - Teorie Subcultura - © Vettorato G.– Psicosociologia della tossicodipendenza
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