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ECOLOGIA Rosalia alpina L. Un Cerambicide raro ed emblematico di PETER DUELLI BEAT WERMELINGER La Rosalia alpina è uno dei coleotteri più belli e più grandi d’Europa ma è anche uno dei più rari perché per riprodursi necessita di condizioni particolari che scarseggiano nei boschi produttivi. Oltre alla descrizione morfologica, biologica ed ecologica della specie, in questo articolo si danno alcune indicazioni semplici ma che possono contribuire sensibilmente alla conservazione di questa specie emblematica. Salvaguardare le specie rare e minacciate mettendo i loro habitat sotto protezione è una strategia utilizzata da tempo. Questo metodo è abbastanza efficace se lo si pensa per esempio per gli anfibi nelle zone umide o per le farfalle diurne nei prati secchi. Ma per molte specie, non è l’habitat che fa difetto ma il modo in cui l’uomo lo utilizza. La Rosalia alpina è uno dei coleotteri più belli, più grandi e più rari d’Europa. Vive nelle faggete che nell’Europa centrale non sono né rare né minacciate. Ma affinché le sue larve possano svilupparsi, Rosalia alpina deve disporre per diversi anni di legno morto in piedi di faggio esposto al sole. Ma i luoghi dove cresce questa specie in Svizzera sono anche abitati da tempo da gente che utilizza in modo intensivo il bosco. Per decenni, ogni albero morto o ramo rotto sono stati raccolti. Solo da poche decine di anni, si trova di nuovo del legno secco in piedi nelle foreste svizzere. Ma gli alberi sono così fitti che il sole non arriva ad essiccare il legno. Per cui l’unico legno secco di faggio esposto al sole si trova praticamente soltanto nelle pile di legna da ardere che, in genere arrivano al forno o nel camino prima che le larve abbiano il tempo di svilupparsi interamente. Oggi, sappiamo abbastanza bene perché Rosalia alpina è minacciata per cui dovremmo riuscire ad impedire la sua estinzione. La Rosalia ci offre inoltre un’occasione molto importante di dimostrare che è possibile ottenere molto anche con pochi mezzi. La Rosalia alpina non si chiama così perché esiste soltanto nelle Alpi ma perché il primo coleottero che CHARLES DE LINNÉ ha incontrato e descritto nella sua “Systema naturae” del 1758 era una nuova specie che proviene dalle Alpi. Johann Jakob Scheuchzer aveva scoperto questo coleottero in Svizzera il 12 Luglio 1793 nel Taminatal (SG) tra Valens e Vättis. DIFFUSIONE La superficie di diffusione della Rosalia alpina va dalla Spagna e dall’Europa centrale alla Siria, al Caucaso, al sud degli Urali ed alla Bielorussia. In Europa, questa specie è soprattutto presente nelle montagne dei Pirenei, delle Alpi, degli Appennini, dei Carpazi e dei Foto 1 - Questo splendido esemplare di maschio si riposa vicino ad una ceppaia di faggio (foto WERMELINGER). 19 Sherwood N .114 S ETTEMBRE 2005 pio il domicilio o la casa di vacanza di entomologi. Gli habitat di R. alpina registrate nelle città di Basilea, Zurigo e Berna potrebbero spiegarsi con la presenza di legna da ardere da cui Rosalia è potuta venire via in tempo. Foto 2 - Vecchio tronco di faggio, in valle Verzasca, che ha visto nascere numerose generazioni di Rosalia alpina (foto DUELLI). MORFOLOGIA Quest’insetto di demensioni variabili da 14 a 38 mm, non può essere confuso con nessun altro. Il corpo e le elitre sono da grigio-blu a blu chiaro. Le elitre, bordate di chiaro, sono chiazzate di nero. La dimensione e la forma di queste chiazze scure sono variabili; quelle del centro sono generalmente riunite in una banda trasversale. La configurazione delle macchie permette di distinguere gli individui gli uni dagli altri. Anche le lunghe antenne, che portano ciuffi di peli neri tra il terzo ed il sesto articolo, hanno un aspetto caratteristico (Foto 3). I sessi sono facilmente riconoscibili dalle antenne e dalle mandibole: le antenne delle femmine (Foto 4) sono appena più lunghe del corpo mentre quelle dei maschi (Foto 1 e 5) sono quasi due volte più grandi. Inoltre, le loro mandibole sono più larghe e presentano una spina sulla parte esterna (Foto 6). Nonostante i suoi colori abbastanza evidenti, la Rosalia alpina si mimetizza facilmente sulla corteccia grigio chiaro dei faggi. RIPRODUZIONE Figura 1 - Stazioni in cui è stata avvistata R. alpina in Svizzera (raccolte dal centro svizzero della cartografia della fauna, CSCF, e del WSL). Le osservazioni raccolte prima del 1980 sono in blu, quelle dopo, in arancio. Balcani. Ma si trova anche in pianura. In Europa, l’attuale limite settentrionale del suo areale passa per la Francia, sud della Germania, Austria, Repubblica Ceca e Polonia. Altre specie simili esistono nelle zone tropicali dell’Asia. La Figura 1 evidenzia dove è stata osservata nel territorio elvetico. La carta mostra che questa specie termofila è presente soprattutto nelle regioni più calde, come la zona pedemontana del Giura, il Vallese, il Ticino e la valle del Reno nei Grigioni. Le ultime stazioni individuate dopo il 1980 si sovrappongono con le vecchie. Alcune nuove stazioni si trovano nel Giura occidentale di Yverdon (VD) e nella regione di Moutier, nella valle dello Dranse a sud di Martigny (VS), nello Prättigau inferiore (GR) ed a sud del Ticino. Certamente, la carta delle stazioni non riflette esattamente la presenza effettiva della specie, ma è influenzata da vari fattori come per esem- 20 Sherwood N .114 S ETTEMBRE 2005 E SVILUPPO I maschi prendono il volo quasi una settimana prima delle femmine. Collocati sulla corteccia fessurata di un tronco secco e posto in pieno sole, difendono il loro territorio contro l’arrivo di eventuali rivali. Dopo la copulazione, il maschio trattiene la femmina per qualche tempo sotto la sua sorveglianza (Foto 7). La femmina verifica se il substrato di deposizione delle uova è adeguato sondando la superficie del tronco con i suoi organi sensoriali orali e con il suo ovopositore (Foto 4). Essa deve trovare fessure o anfratti asciutti dove deporre le uova, l’uno accanto all’altro, con l’aiuto del suo piccolo ovopositore. Sceglie di preferenza una parte esposta al sole, sito più idoneo tanto alla deposizione delle uova che allo sviluppo delle larve. Al momento della deposizione, la femmina manda le antenne verso la parte posteriore del proprio corpo (Foto 8). Essa può deporre le uova anche all’interno di tronchi cavi, dove il legno è parzialmente decomposto. Le larve (Foto 9) inizialmente scavano delle gallerie sotto la corteccia e nell’alburno, poi fino al duramen. In genere preferiscono legno secco e poco decomposto, ma possono colonizzare anche porzioni di legno umido dove muffe e funghi si sono insediati nel tempo. Le larve non espellono la segatura che si forma dalla perforazione, ma la comprimono all’interno della galleria (Foto 10). Lo sviluppo completo dura tra i due e i quattro anni, in funzione dell’esposizione al sole e della qualità del legno. Prima dell’ultima stagione invernale le larve si avvicinano alla superficie della corteccia sotto la quale costruiranno, in primavera o all’inizio dell’estate, una cella di impupamento ed una galleria d’uscita che otturano nuovamente. Allo stadio di ninfa sono già visibili le lunghe antenne e le gambe (Foto 11). I giovani insetti sfarfallano generalmente tra luglio ed inizio settembre con il massimo in agosto; sulle pendici meridionali del Foto 3 - Antenna con caratteristici ciuffi di peli neri alle estremità di alcuni articoli (foto WERMELINGER). Foto 4 - Per mezzo del suo ovopositore, questa femmina sonda un tronco di faggio per verificare se il posto è adeguato per deporre le uova (foto WERMELINGER). Foto 5 - Il maschio possiede antenne due volte più lunghe del suo corpo (foto WERMELINGER). Foto 6 - La Rosalia alpina ha mandibole solide. Quelle del maschio sono caratterizzate da una spina per ogni lato (foto WERMELINGER). Foto 8 - Al momento della deposizione delle uova, la femmina manda indietro le sue antenne. Nella foto in realtà questa posizione è poco evidente (foto DUELLI). Foto 7 - Dopo la copulazione, il maschio sorveglia ancora la sua partner per evitare l’approccio di eventuali altri rivali (foto WERMELINGER). Foto 9 - Larva costituita da grandi cuscinetti alternati (foto WERMELINGER). 21 Sherwood N .114 S ETTEMBRE 2005 Foto 10 - Le gallerie larvali si snodano irregolarmente nel legno e sono riempite di segatura (foto WERMELINGER). Foto 12 - Il foro d’uscita misura 10 mm di lunghezza e si sviluppa parallelamente alle fibre del legno (foto DUELLI). Foto 11 - Ninfa di Rosalia. Le gambe e le antenne sono già visibili, come l’abbozzo delle ali (foto WERMELINGER). Giura si possono osservare già in giugno. E' possibile osservare sui tronchi dove si riproducono i fori ovali, tipici di numerosi Cerambicidi. La galleria d’uscita è verticale. I fori sono di 6 -11 mm di lunghezza e 4-8 mm di larghezza; il loro asse longitudinale è parallelo a quello del tronco o del ramo (Foto 12), eccetto che nelle radici e nelle escrescenze in cui questa direzione non è precisa. Spesso, numerosi individui sfarfallano in zone tra loro vicine. Gli insetti vivono sui tronchi di faggio o su altre piante o fiori (p. es. carota selvaggia) privilegiando sempre zone soleggiate. Gli adulti si alimentano del fogliame delle chiome e della linfa che scorre negli alberi; ma anche di ciliege mature. Possono volare fino ad un chilometro (GATTER 1997) e la durata della loro vita è di alcune settimane. NEMICI NATURALI Come per altri insetti, le larve e le ninfe di Rosalia sono inevitabilmente molto esposti ad attacchi di funghi entomopatogeni. Le vespe parassite (Braconidae, Ichneumonidae) localizzano e attaccano le giovani larve di R. alpina quando sono ancora vicine alla superficie. Come numerosi altri Cerambicidi, Rosalia è una preda che può far parte della dieta dei picchi (Foto 13). In particolare il picchio rosso maggiore si ciba delle ninfe che si trovano sotto la corteccia (GATTER 1997). I grandi uccelli insettivori sono così tanto golosi di questo coleottero che lo individuano sui tronchi da lontano. HABITAT Foto 13 - Come numerosi altri Cerambicidi, la Rosalia fa parte della dieta dei picchi (foto WERMELINGER). 22 Sherwood N .114 S ETTEMBRE 2005 Rosalia alpina è presente in Europa centrale, nelle faggete termofile dal piano montano a quello subalpino (tra i 500 e i 1.500 m). Qui, depone le uova quasi soltanto sul faggio (Fagus silvatica L.), ma gallerie larvali sono state anche trovate su acero montano (Acer pseudoplatanus L.). Nelle zone mediterranee (secondo BENSE 1995), si sviluppa anche sui generi: Ulmus, Carpinus, Tilia, Castanea, Fraxinus, Juglans, Quercus, Salix, Alnus e Crataegus. Preferisce in genere legno marcio di faggi malati o morti in piedi o stroncati; ceppaie, tronchi o rami grossi al suolo soprattutto quando sono situati in zone completamente esposte al sole. Rosalia alpina è attirata anche da legno di faggio abbattuto da poco (vedi paragrafo "Minacce"). In Svizzera, la maggior parte Foto 14 - Le cataste di legna da ardere di faggio possono diventare una trappola se Rosalia alpina vi deposita le uova. Negli assortimenti sottili le larve non riescono affatto a svilupparsi, senza contare che rischiano di finire bruciate (foto WERMELINGER). Foto 15 - Nel corso di una sperimentazione, tronchi con caratteristiche diverse sono stati messi a disposizione delle femmine di Rosalia alpina alla ricerca di luoghi per deporre le uova (foto DUELLI). si conta a dozzine e molte generazioni si succedono durante gli anni fino a provocare la decomposizione dell’albero. MINACCE Foto 16 - Grazie alla sua bellezza, la Rosalia alpina ha avuto l’onore di decorare i francobolli di numerosi paesi (raccolta DUELLI). delle stazioni si situa sotto di 1.000 m, qui l’insetto è stato osservato soprattutto durante i pomeriggi pieni di sole su legno o su alberi morti a terra e non scortecciati (dati del centro svizzero di cartografia della fauna CSCF, Neuchâtel). A Sud delle Alpi R. alpina è stato individuata, soprattutto, su grandi e vetusti alberi mantenuti in zone pascolive per produrre ombra. Queste piante isolate, soprattutto faggi, con rami o parti di tronco morto (Foto 2), esposti alle forze della natura e ad un’irradiazione solare intensa, risultano habitat molto favorevoli alla specie. Costituiscono un biotopo adeguato anche le superfici percorse da incendi. In alcuni substrati particolarmente idonei alla deposizione delle uova, R. alpina In passato Rosalia alpina era molto diffusa. Ma oltre alle numerose catture di cui è stata oggetto in quanto “più bel coleottero d'Europa”, l’estinzione di Rosalia in molti posti, come per esempio in vaste aree della Germania, è soprattutto dovuta alla riduzione e all'arretramento di una certa tipologia di boschi di faggio caratterizzati da abbondanza di legno vecchio e morto in piedi e da una densità tale che permetta a questo legno di essere raggiunto dalla radiazione solare (foreste vergini). Per lungo tempo infatti nelle foreste produttive, i faggi morti, crollati o danneggiati erano immediatamente esboscati per diverse ragioni: la vendita del legno rendeva comunque, il legno a terra poteva essere raccolto gratuitamente da tutti e la tradizione voleva che la foresta fosse considerata “pulita”. Così Rosalia alpina è diventata una specie minacciata nella maggior parte dei paesi europei. Fino a poco tempo fa, molte faggete sono state sostituite da rimboschimenti di abete rosso economicamente più vantaggiosi. Esistono ancora faggete semi-naturali nelle zone più isolate e lontane. E' per tale ragione che Rosalia esiste soprattutto nelle Alpi. In mancanza di alternative, questo insetto si adatta a vivere anche nel legname accatastato in conservazione: un biotopo secco, spesso esposto al sole e dunque attraente. Ma questo legno diventa una trappola per l’insetto (Foto 14) se si tratta di assortimenti, destinati all’estrazione della cellulosa o ad essere bruciati in stufa in tempi brevi o comunque prima del volo della nuova generazione (vedi paragrafo Raccomandazioni). Lo stesso discorso vale per gli assortimenti troppo piccoli o per il legno al suolo che si decompone troppo rapidamente. RICERCA Le condizioni dell’habitat necessario a R. alpina sono state oggetto di diverse osservazioni e relazioni, a volte 23 Sherwood N .114 S ETTEMBRE 2005 contradittorie e superate, ma esianche rappresentati nella lega delle stono pochi studi scientifici recenti specie emblematiche. Oggi, anche su questo argomento. Per favoriRosalia alpina ne fa certamente parte re in modo corretto questa specie in Europa. A dimostrazione di ciò minacciata, è necessario conoscere è interessante notare che questa i criteri secondo i quali la femmina specie compare già sui francobolli sceglie il luogo di deposizione delle di dodici paesi (Foto 16). La posta uova. Occorre anche per impedirle svizzera le ha dedicato un francodi farsi intrappolare in assortimenti bollo da 50 centesimi nel 2002. Nel di legname per riscaldamento offren2001, fu l’insetto dell’anno in Austria. E' anche una delle 149 specie della dogli biotopi più attraenti. Secondo “rete smeraldo” del WWF Svizzera le ricerche di WULF GATTER (GATTER 1997) nella Foresta Nera (D), le uova (www.wwf.ch/smeraldo). depositate da Rosalia in cataste di legno arrivano soltanto raramente EGIME allo sfarfallamento di un insetto adulDI PROTEZIONE to. In compenso, le parti di tronchi Rosalia alpina è protetta in Svizzera ben areate e in pieno sole sono ed in Europa a diversi livelli: tanto attraenti quanto adeguate per • L’OCSE l'ha integrata alle specie il Cerambicide. Anche le ceppaie Foto 17 - Le ceppaie alte lasciate nel protette in tutta l’Europa firmando la alte lasciate dopo un taglio sono popolamento dopo un taglio, oltre a proteg- Convenzione di Berna. un posto propizio alla riproduzione. gere contro la caduta di pietre, favoriscono • L’UE l'ha classificata fra le speI vecchi alberi in piedi accolgono le la sopravvivenza dell’insetto (foto DUELLI). cie prioritarie di un interesse pubuova anche a 25 m d’altezza (GATTER blico nella direttiva 92/94/CEE del Consiglio Europeo. 1997). • In Svizzera, R. alpina è una specie protetta ai sensi Nel corso delle estati 2001 e 2002, l’Istituto Federale dell’Ordinanza sulla protezione della natura e del paedi Ricerca (WSL) ha messo insieme un “bouffè di tronchi” da presentare a Rosalia in tre stazioni dove saggio. si sapeva essere presente: Val Verzasca, Prättigau e • R. alpina è iscritta nelle Liste Rosse internazionali della Jura. In ognuna delle stazioni è stata offerta una scelUICN. ta di tronchi morti di faggio di vario tipo e dimensioni (Foto15). Questa scelta comprendeva dieci tronchi di Raccomandazioni faggio allineati su due file e due tronchi di frassino ad Sulla base delle conoscenza acquisite in occasione ogni estremità. Gli insetti potevano scegliere tra tronchi delle ricerche sopraccitate, si propone di promuovere la lunghi (2 m) o corti (1 m), coricati o verticali, spessi (> 25 Rosalia alpina nelle regioni in cui la sua presenza è certa cm) o sottili (< 20 cm). Fra i tronchi spessi, lunghi ed in o supposta. A questo proposito, uno o più tronchi di piedi, avevano anche l’alternativa di scegliere tra faggi faggio di circa 2 m di lunghezza e non meno di 25 cm cresciuti su un suolo acido o calcareo. di diametro sarà posto in pieno sole, a lato di cataste A fine 2004 si è potuto constatare questi risultati: sui di legna da ardere di faggio. Qui, le femmine potranno tronchi in piedi, lunghi e spessi i maschi hanno difeso il deporre almeno una parte delle loro uova e le larve non loro territorio con più ardore, un maggior numero di femsaranno bruciate con il legno. Il tronco dovrebbe poi essere depositato prima dello sfarfallamento, cioè prima mine ha depositato le loro uova (VÖGELI 2001) e, condella terza estate, in un luogo lontano dalle cataste di formemente alle attese, è sfarfallato il maggior numero legna da ardere. I faggi decomposti o morti recentemendi insetti (11 di 13). E' presupponibile pensare che altri Cerambicidi appariranno nelle estati 2005 o 2006. te costituiranno in futuro un habitat adeguato soprattutto se messi in una zona di confine del bosco esposta al sole o su una superficie di crollo non completamente OSALIA UNA SPECIE ripulita. In genere, si raccomanda di lasciare sul posto EMBLEMATICA i vecchi faggi danneggiati o morti soprattutto nelle Una specie emblematica è una specie che desta l’interadure assolate (Foto 2). I tronchi di faggio e la legna resse del pubblico perché è bella, attraente e minacciata da ardere destinati alla vendita dovrebbero essere evadi estinzione; si chiama così specie-faro o specie-ammiraglia (dall’inglese “flagship species”). Nella protezione cuati o depositati all’ombra prima dell’estate, periodo di della fauna e della flora, funge da polena nella messa in sfarfallamento dell’insetto. E' opportuno lasciare alcune opera di misure politiche. Queste specie sono generalceppaie o tronchi di faggio di qualità inferiore nelle aree colpite da abbattimenti dovuti a tempeste. mente animali conosciuti e simpatici, come il panda, la Al momento dei tagli, sarebbe utile lasciare in piedi alcuni tigre, l’aquila o le balene. In Svizzera, sono belle piante vecchi faggi e ceppaie alte (Foto 17). Inoltre, tronchi posminacciate, come la scarpetta di Venere, o animali, come il martin pescatore e la raganella verde. Queste sono essere appoggiati e fissati contro gli alberi in piedi piante o animali possono essere utilizzati per perorare la esposti al sole. Il legno al suolo e le piccole pezzature salvaguardia di zone minacciate di scomparsa. Gli insetnon sono adeguati allo sviluppo della Rosalia alpina. ti, in particolare le farfalle diurne, come il macaone, sono R R 24 Sherwood N .114 S ETTEMBRE 2005 Bibliografia BENSE U., 1995 - Longhorn beetles. Illustrated key to the Cerambycidae and Vesperidae of Europe. Margraf Verlag, Weikersheim, p. 512. GATTER W., 1997 - Förderungsmöglichkeiten für den Alpenbock. Allg. Forst. Z. Waldwirtsch. Umweltvorsorge 213: 1305-1306. GERBER J.C., 1998 - Rosalia alpina (Coleoptera - Cerambycidae): recherches et observations dans la région de Moutier (Jura plissé, Suisse). Université de Neuchâtel, Ecofoc – Formation continue en ecologie et en sciences de l’environnement, p. 32. VÖGELI P., 2001 - Habitatanforderungen des Alpenbocks (Rosalia alpina) in der Schweiz. Diplomarbeit ETHZ, Abt. UMNW. p. 87. WOLF M., 2001 - Schön, selten und mit totem Holz zufrieden: Der Alpenbock Rosalia alpina. Bündnerwald 54: 41-49. I N F O . A RT I C O L O Autori: Peter Duelli, WSL Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve ed il Paesaggio. Birmensdorf (Svizzera). E-mail [email protected] Beat Wermelinger, WSL Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve ed il Paesaggio. Birmensdorf (Svizzera). E-mail [email protected] Parole Chiave: Ecologia, Rosalia alpina L., habitat, legno morto, WSL, Svizzera. Abstract: Rosalia alpina L.. A rare and emblematic Cerambicide. Rosalia alpina is a large, rare and beautiful beetle, protected throughout Europe and threatened by intense forest management. It has become a flagship species for nature protection in beech forests. In lack of dead, large sized beech trunks in managed forests the females are induced to oviposit on beech firewood. The larvae need 3 to 4 years for their development, so most of them end up in an oven or chimney before they can emerge as adult beetles. Choice experiments in Switzerland have shown that the females prefer thick, long, standing beech trunks for oviposition. We therefore recommend to place such a dead trunk besides beech firewood piles in areas where Rosalia had been seen to save at least part of their offspring. Ringraziamenti: Si ringrazia l’Istituto Federale di Ricerca WSL di Birmensdorf (Svizzera) per averci gentilmente concesso la pubblicazione dell’articolo originalmente presente nella serie “Merkblatt fuer die Praxis” codice (N. 39, 2005). Per maggiori informazioni sulle attività editoriali e di ricerca del WSL, contattare, Istituto Federale di ricerca WSL, CH-8903 Birmensdorf Svizzera. Tel. 0041.1.7392111, fax 0041.1.7392215. Sito Internet http://www.wsl.ch . Per ordinare le pubblicazioni scrivere alla e-mail [email protected] 25 Sherwood N .114 S ETTEMBRE 2005
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