Aspetti biomeccanici delle metatarsalgie e
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Il podologo 149 progetto:il podologo 149 medicina Francesco Albo Ortopedico e traumatologo II Facoltà di Medicina e Chirurgia de “La Sapienza” di Roma Maria Giovanna Greco Podologo Aip 20-02-2008 12:33 Pagina 24 Il testo che segue è la prosecuzione dell’articolo pubblicato nella rivista numero 148 (Novembre-Dicembre 2007). Lo studio, nel suo insieme, vuole fornire elementi di orientamento, sia in sede diagnostica che terapeutica, sul malfunzionamento alla base del sintomo doloroso e sul distretto articolare dell’arto inferiore in cui tale alterazione risiede Rossella Fiorillo Aspetti biomeccanici delle metatarsalgie e management conservativo-chirurgico Terapista della riabilitazione iò che differenzia biomeccanicamente questi quadri clinici è che una brevità del gastrocnemio, spesso clinicamente difficile da diagnosticare, causa in un ampio lasso di tempo le alterazioni da sovraccarico nella fase di supporto. Un equinismo clinicamente evidente, e non compensato, causa invece una metatarsalgia della fase propulsiva, mancando per definizione, le due fasi del passo che la precedono. Il meccanismo di compensazione di un equinismo, quando presente, consiste in un eccesso di pronazione dell’articolazione sotto-astragalica (lo stesso che si pone in essere quando si cammina in salita e la caviglia necessita di una dorsiflessione esagerata per condurre il passo in maniera fisiologica) con conseguente destabilizzazione dell’elica podalica. Ciò conferma che un equinismo può alterare la funzione di sostegno dell’alluce causando una metatarsalgia secondaria a insufficienza del primo raggio. Un eccesso di flessione plantare del primo metatarsale è l’origine del piede cavo anteriore asimmetrico o mediale (Figura 6); il primo raggio è soggetto ad un’iperpressione localizzata con la tendenza progressiva alla deformità in griffe dell’alluce. In questi casi vengono posti in essere dei meccanismi di compenso meccanico del retropiede (inversione compensatoria del calcagno - Figure 7 A-D e Figure 8 A e B). C Figure 6. Quadro clinico di I metatarsale plantarflesso. È evidente l’ipercheratosi localizzata a livello della I testa metatarsale. Figura 6 Figura 7-A. Quadro clinico di piede cavo anteriore asimmetrico. L’avampiede è flesso plantarmente e giace ad una distanza di circa 3 cm dal piano d’appoggio del calcagno. Figura 7-B. L’aspetto plantoscopico mostra l’assenza di istmo sul versante laterale del piede e segni di sovraccarico iniziale (con ipercheratosi della fase di stance) al di sotto delle teste del I e V metatarsale. Figura 7-C. Il retropiede nel caso in esame è atteggiato in inversione come meccanismo compensatorio ad una flessione plantare rigida del I metatarsale. Figura 7-D. Tale inversione non risulta completamente strutturata; ponendo la paziente con l’avampiede al di fuori del piano di carico si ottiene la completa correzione del varismo calcaneare. Questo fenomeno si può interpretare come una residua capacità di compensazione a livello dell’articolazione sottoastragalica. L’evoluzione che nel tempo questo piede potrà avere è incerta: 1) strutturazione del cavo-varismo con tutte le sequele ad esso correlato,o 2) tendenza all’eccesso di pronazione compensatoria con possibile evoluzione verso una destabilizzazione dell’alluce e conseguenti metatarsalgie della terza fase del passo (fase della propulsione). Figura 7-B Figura 7-C Figura 7-A Figura 7-D 24 149genfeb08 ilPodologoinmedicina Il podologo 149 progetto:il podologo 149 20-02-2008 12:34 Pagina 25 medicina Figura 8-A Figura 8 A-B. Ulcera localizzata al di sotto della I testa metatarsale in paziente con neuropatia diabetica e avampiede cavo asimmetrico. Figura 8-B In caso di cavismo anteriore globale il sovraccarico funzionale, durante la fase di stance del passo, potrà dare origine a ipercheratosi localizzate al di sotto di più teste metatarsali e, spesso combinate in maniera variabile, a ipercheratosi della fase propulsiva, quando la sintomatologia dolorosa raggiunge livelli tali di influenzare l’andatura (esempio: supinazione antalgica). Il piede cavo anteriore si può comportare biomeccanicamente come un equinismo di caviglia; a questo tipo di piede, infatti, viene richiesto un certo grado di flessione dorsale della tibio-peroneoastragalica soltanto per riportare l’avampiede sullo stesso piano del retro piede (Figura 7A). L’ulteriore dorsiflessione necessaria all’oscillazione della caviglia durante la fase di supporto del passo può essere insufficiente e condizionare l’insorgenza di due quadri clinici: 1) una tendenza alla rigidità con evidente sovraccarico funzionale; 2) una pronazione compensatoria del retropiede. Se si verifica la prima condizione spesso si osserva un piede che si comporta biomeccanicamente come un equinismo di caviglia non compensato e si associa alla comparsa di ipercheratosi della seconda fase oscillatoria. Nei piedi che presentano processi infiammatori delle articolazioni metatarso-falangee, come in caso di artrite reumatoide o altre malattie croniche, il primo fenomeno che si osserva è l’interessamento flogistico articolare ed il cedimento della capsula plantare. La conseguenza è un’instabilità con aumento dell’inclinazione delle teste metatarsali affette. Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, in questi casi si assiste spesso alla sola comparsa di ipercheratosi della seconda fase di oscillazione perché la fase propulsiva del passo viene evitata a causa del dolore evocato durante il carico plantigrado (andatura apropulsiva Figure 9 A-C e Figure 10 A-E). Figura 9-A Figura 9-B Figura 9 A-C. Esiti iatrogeni con gravissimo accorciamento di tutto il I raggio. Contrariamente a quanto si possa immaginare in un caso così eclatante di insufficienza funzionale dell’alluce, le ipercheratosi plantari che la paziente in esame presenta, non sono correlate alla fase propulsiva del passo, ma posseggono i segni distintivi delle metatarsalgie della fase di stance. Ciò significa che il deficit funzionale è talmente importante ed il sovraccarico della fase plantigrada così doloroso da sopprimere completamente la fase di propulsione del passo (deambulazione apropulsiva). Questo è lo stesso fenomeno che frequentemente si osserva in caso di malattie infiammatorie croniche localizzate alle articolazioni metatarsoFigura 9-C falangee minori. 25 ilPodologoinmedicina 149genfeb08 Il podologo 149 progetto:il podologo 149 20-02-2008 12:34 Pagina 26 medicina Figura 10 A-C. Alluce valgo recidivo dopo intervento di Keller-Brandes (asportazione della base della falange prossimale) associato a lussazione della II articolazione metatarsofalangea. I sesamoidi sono risaliti a testimoniare la Figura 10-A destabilizzazione chirurgica dell’alluce. Contrariamente a quanto si possa pensare anche in questo caso la metatarsalgia assume i caratteri di sovraccarico della fase di stance del passo per deambulazione apropulsiva di significato antalgico. Figura 10 D-E. Intervento chirurgico di elevazione accorciamento dei metatarsali centrali con contemporanea ricostruzione della lunghezza e della stabilità del I raggio mediante artrodesi con innesto osseo autologo prelevato da cresta iliaca. Rinnovamento nel post-operatorio della fase propulsiva del passo. Figura 11 A-B. L’osteotomia tipo Gautier modificata si utilizza frequentemente nel trattamento delle metatarsalgie della fase di stance del passo associate ad un eccesso di flessione plantare di uno o più metatarsali. La sottrazione di un cuneo osseo dorsale, consente un’elevazione dell’epifisi distale del metatarsale modificando nel contempo il centro di rotazione dell’articolazione metatarso-falangea. Figura 12 A-B. Sezione mini-invasiva del tendine del gemello mediale in corrispondenza del ginocchio. Questo gesto chirurgico si effettua in caso di metatarsalgia da accertata brevità del gastrocnemio. (Bordeaux - Policlinique Tondu Operatori: P. Barouk e F. Albo - Foto cortesemente concesse dal Dr. Louis Samuel Barouk). Figura 13. Allungamento percutaneo del tendine d’Achille. (Roma - Concordia Hospital for Special Surgery - Operatore: F. Albo). Figura 12-A Figura 10-B Figura 10-C Figura 10-D Figura 10-E Le metatarsalgie della seconda fase oscillatoria si possono trattare conservativamente effettuando esercizi di stretching dell’apparato flessore plantare del collo piede (utili soprattutto in caso di accertata brevità del gastrocnemio), rialzando il calcagno in modo da porre in equilibrio l’avampiede rispetto al retropiede e scaricando selettivamente le teste metatarsali sovraccariche. Varie tecniche chirurgiche possono essere indirizzate al sintomo di base una volta riconosciutane l’origine biomeccanica. In particolare, in caso di sovraccarichi localizzati, si possono effettuare osteotomie in dorsiflessione/elevazione dei metatarsi eccessivamente plantarflessi (Figure 4 A-F e Figura 11 A e B) e/o osteotomie di abbassamento o stabilizzazione dei metatarsali adiacenti eccessivamente dorsiflessi. È ciò che avviene in natura quando si verificano le cosiddette fratture da stress dei metatarsali: un meccanismo di compensazione autonoma di un metatarsale sbilanciato rispetto agli altri lungo il piano sagittale. Figura 11-A Figura 11-B In caso di equinismo di caviglia si dovrà porre una diagnosi differenziale tra contrattura isolata del gastrocnemio (equinismo funzionale), contrattura dell’intero tricipite surale (equinismo clinicamente evidente) e alterazioni ossee irriducibili (equinismo osteoarticolare); il trattamento dovrà essere mirato alla sezione del tendine del gastrocnemio nel primo caso (Figure 12 A e B), all’allungamento del tendine d’achille nel secondo (Figura 13) o alla correzione della deformità ossea di base nel terzo caso. In caso di piede cavo anteriore mediale o globale, il trattamento andrà indirizzato, rispettivamente, alla correzione dell’equinismo del I raggio o dell’intero avampiede. Figura 12-B Figura 13 26 149genfeb08 ilPodologoinmedicina Il podologo 149 progetto:il podologo 149 20-02-2008 12:34 Pagina 27 medicina Metatarsalgie della terza oscillazione Durante la terza fase oscillatoria soltanto l’avampiede prende contatto con il suolo; la lunghezza metatarsale assoluta o relativa è un fattore importante nel produrre un sovraccarico durante questa fase. La valutazione clinica evidenzia delle ipercheratosi di maggiori dimensioni, usualmente localizzate su più di una testa metatarsale, che si prolungano in senso planto-distale rispetto ad esse, presentano spesso un contorno rotondo a causa della componente rotatoria corrispondente alla biomeccanica di questa fase del passo (Figura 14). La presenza di ipercheratosi plantari della terza fase oscillatoria, può essere dovuta non solo ad un eccesso di lunghezza di uno o più metatarsali, ma anche ad un accorciamento relativo sia anatomico che funzionale di uno o più metatarsali adiacenti a quelli in sovraccarico. Particolarmente importante è il mantenimento della capacità propulsiva del primo raggio e del fenomeno definito come “windlass mechanism”; la capacità del piede di contrarsi e del retropiede di supinare come conseguenza della flessione dorsale della I metatarsofalangea. Alterazioni della funzione del I raggio possono nel tempo produrre una deformità in adduzione-flessione dorsale del I metatarsale cui consegue una deformità in valgismo dell’alluce; la metatarsalgia da soFigura 14 vraccarico dei metatarsali centrali sarà causata dalla destabilizzazione e perdita di forza dell’alluce. Perciò la definizione generica di metatarsalgia da eccesso di lunghezza, sebbene utile dal punto di vista mnemonico, maschera l’evidente complessità dei meccanismi di compenso posti in essere durante questa fase deambulatoria e dei numerosi fattori biomeccanici che possono interagire influenzando l’insorgenza del sintomo. Un eccesso di pronazione dell’articolazione sottoastragalica, fenomeno che più frequentemente si osserva nella pratica associato a varie alterazioni strutturali e funzionali del piede e delle componenti sovrasegmentarie (Tabella 1), può produrre i suoi effetti sulle articolazioni metatarso-falangee attraverso vari meccanismi patogenetici. Figura 14. Ipercheratosi plantare della fase propulsiva. Tabella 1 - Cause di eccesso di pronazione: 1. Varismo avampodalico compensato (Calcagno in neutra/Avampiede inclinato medialmente - Eversione di compensazione del calcagno sotto carico). 2. Valgismo avampodalico mobile (Calcagno in neutra/Avampiede inclinato lateralmente - Supinazione della mediotarsica - Instabilità avampodalica). 3. Varismo di retropiede compensato (Calcagno varo/Avampiede inclinato medialmente Eccesso di pronazione sottoastragalica compensatoria) 4. Equinismo di caviglia compensato (Deficit anatomico o funzionale di dorsiflessione alla caviglia - pronazione compensatoria alla sottoastragalica) 5. Ipermobilità della colonna mediale (Instabilità del complesso cuneo-metatarsale - pronazione sottoastragalica da dorsiflessione del I raggio) 6. Brevità del I metatarsale 7. Eterometria degli arti inferiori compensata dalla pronazione unilaterale del piede dell’arto ipermetrico 8. Obesità 9. Ginocchio valgo 10. Ginocchio varo/tibia vara 11. Metatarso addotto 12. Rotazione interna/intratorsione dell’arto inferiore 13. Disfunzione del tibiale posteriore 14. Lassità legamentosa congenita (familiare, sindrome di Ehler-Danlos, sindrome di Marfan) 27 ilPodologoinmedicina 149genfeb08 Il podologo 149 progetto:il podologo 149 20-02-2008 12:34 Pagina 28 medicina Figura 15. Aspetto podoscopico di hallux limitus. Il I metatarsale è dorsi flesso, il carico si concentra principalmente sulla parte mediale della falange prossimale dell’alluce e sulle teste metatarsali centrali. Ciò può essere causa nel tempo di una metatarsalgia da sovraccarico durante la fase propulsiva del passo. Figure 16 A-B. Il movimento di dorsiflessione dell’alluce è condizionato oltre i 20-25° dal contemporaneo movimento in flessione plantare del primo metatarsale. Un eccesso di pronazione può agire modificando l'inclinazione del tendine del muscolo peroniero lungo con riduzione della flessione plantare del primo metatarso e conseguente alterazione della meccanica della prima metatarsofalangea. Questo fenomeno conduce ad un deficit di dorsiflessione noto con il termine di Hallux limitus Figura 16-A funzionale. Figure 17 A-E. Deformità severa dell’alluce associata a metatarsalgia dei raggi centrali dovuta a lussazione della seconda e terza articolazione metatarsofalangea. Dopo intervento di ricostruzione dell’avampiede in accorciamento si ottiene la correzione della deformità e la scomparsa dell’ipercheratosi. Figura 17-A Per sindrome pronatoria si definisce un disturbo biomeccanico caratterizzato da un eccesso di pronazione del piede durante la fase di supporto (di stance) del passo tale da interferire con il corretto svolgimento della fase propulsiva. Ciò si concretizza con lo stacco dal suolo in una condizione di supinazione incompleta dell’articolazione sottoastragalica. Com’è noto il piede si comporta come un’elica che alterna fasi di rilasciamento a fasi di contrazione; il rilasciamento si ottiene quando l’articolazione sottoastragalica è in posizione di pronazione, diversamente la sua supinazione corrisponde all’avvolgimento dell’elica podalica e alla conseguente stabilizzazione delle strutture avampodaliche. Tra le altre cause di metatarsalgia della terza fase oscillatoria si può ritrovare inoltre, la supinazione antalgica avampodalica come in caso di alluce rigido - hallux limitus (Figura 15), o l’equinismo di grado severo della caviglia, evidenziato clinicamente dalla perdita della fase di contatto del tallone al suolo e della fase plantigrada del passo. Il risultato complessivo della sindrome da iperpronazione consiste nel mascherare o eliminare completamente l’azione del peroniero lungo; la perdita della funzione di flessione plantare Figura 15 del primo metatarsale all’inizio della terza fase oscillatoria può alterare la dinamica dell’articolazione metatarso-falangea dell’alluce (alluce rigido, hallux limitus) e/o produrre il sovraccarico dei raggi laterali (Figure 16 A-B). L’altra opportunità è che l’eccesso di pronazione produca la destabilizzazione del I metatarsale alla cuneo-metatarsale con conseguente deformità in valgismo dell’alluce (ciò si verifica più frequentemente in caso di lassità capsulo-legamentosa e di instabilità dell’articolazione cuneo-metatarsale). Il sovraccarico correlato all’alluce valgo produce tipicamente ipercheratosi della terza fase oscillatoria al di sotto dei raggi centrali; una volta che le articolazioni metatarso-falangee dei raggi coinvolti, dopo il processo infiammatorio precedentemente descritto si lussano, si possono produrre, all’interno delle ampie ipercheratosi della fase propulsiva, piccole lesioni tipiche della seconda fase oscillatoria (Figure 17 A-E). Un primo metatarsale corto non condurrà ad una metatarsalgia della terza oscillazione finché il peroniero lungo sarà in Figura 16-B grado di fletterlo plantarmente in modo da compensare il deficit. Questa azione necessita di una posizione in inversione dell’articolazione sottoastragalica; nel caso in cui persista un certo grado di pronazione durante la fase di stacco del passo, come in una sindrome pronatoria conclamata, l’azione del peroniero lungo verrebbe inibita conducendo ad un sovraccarico dei metatarsali minori durante la seconda e terza fase oscillatoria. Figura 17-B Figura 17-C Figura 17-D Figura 17-E 28 149genfeb08 ilPodologoinmedicina Il podologo 149 progetto:il podologo 149 20-02-2008 12:34 Pagina 29 medicina Le metatarsalgie della fase propulsiva del passo si possono trattare conservativamente utilizzando ortesi con correttivi che pongano in neutra l’articolazione sottoastragalica, portino in massima pronazione l’articolazione medio-tarsica (in modo da stabilizzarla), e scarichino selettivamente le teste metatarsali interessate (in questo caso soprattutto le centrali). Si utilizzeranno dei rialzi in caso di deformità rigide in equinismo della caviglia e si fabbricheranno ortesi specifiche in caso di deformità più complesse: alluce rigido, alluce valgo, etc. Varie tecniche chirurgiche possono essere indirizzate al sintomo di base una volta riconosciutane l’origine biomeccanica. In particolare, in caso di sovraccarichi localizzati, si possono effettuare osteotomie di accorciamento di metatarsali eccessivamente lunghi (Figure 18 A-C); la correzione delle brevità congenite dei metatarsi (brachimetatarsie) può essere effettuata in soggetti di giovane età at- Figura 18-A Figura 18-B Figura 18 A-C. Intervento di Weil. L'osteotomia viene condotta obliquamente lungo la testa ed il collo metatarsale e ne consente l’accorciamento. Figura 18-C traverso l’allungamento del metatarsale in questione o più semplicemente, in soggetti di età più avanzata, attraverso l’accorciamento dei metatarsali adiacenti (Figure. 19 A-C). È ciò che avviene in natura quando si verificano le cosiddette fratture da compressione di Freiberg delle teste metatar- Figura 19-A Figura 19-B Figura 19 A-C. Severa deformità avampodalica causata da un eccesso di adduzione dei metatarsali. Si associa una brachimetatarsia del terzo raggio con conseguente sindrome dolorosa da eccesso di lunghezza del secondo e del quarto metatarso. Una correzione della deformità dell'alluce associata ad un accorciamento del secondo e quarto raggio consentono di ripristinare una formula metatarsale corretta, con correzione della deformità e risoluzione della metatarsalgia. Figura 19-C sali: un meccanismo di compensazione autonoma di un metatarsale sbilanciato rispetto agli altri per lunghezza. Gli interventi sulle deformità in valgismo della I metatarso-falangea responsabili di una metatarsalgia dovranno essere mirati alla correzione dell’adduzione metatarsale ripristinando il “windlass mechanism” (Figure 20 A-D). Figura 20-A Figura 20-B Figura 20-C Figura 20 A-D. Risoluzione chirurgica di una metatarsalgia associata a deformità a colpo di vento delle dita. Figura 20-D 29 ilPodologoinmedicina 149genfeb08 Il podologo 149 progetto:il podologo 149 20-02-2008 12:34 Pagina 30 medicina Figura 21 A-E. Caso di metatarsalgia resistente al trattamento conservativo in esito ad alluce valgo e deformità del secondo dito in sovradduzione. Risultato clinico e radiografico dopo intervento chirurgico correttivo. Figura 21-A Figura 21-B Figura 21-D Figura 21-C Figura 21-E Figura 22 A-E. Eccesso di valgismo del retropiede non correggibile ponendo la paziente in punta di piedi. L'esame clinico e lo studio RMN dimostrano la rottura cronica del tendine del muscolo tibiale posteriore; questa evenienza rappresenta una causa importante di eccesso di pronazione in età avanzata. Figura 22-A Figura 22-C Figura 22-B Figura 22-E Figura 22-D 30 149genfeb08 ilPodologoinmedicina Il podologo 149 progetto:il podologo 149 20-02-2008 12:34 Pagina 31 medicina Figura 23 A-D. Piede iperpronato bilateralmente. Trattamento chirurgico mediante posizionamento di un’endortesi endosenotarsica. Figura 23-A Figura 23-B Figura 23-C Figura 24-A Figura 24 A-D. Metatarsalgia conseguente a una deformità iatrogena in varo dell’alluce. Risoluzione della sintomatologia e dell'ipercheratosi plantare dopo intervento di artrodesi della prima articolazione metatarso-falangea. Figura 23-D Figura 24-B Figura 24-C Figura 24-D Sarà importante abbassare la testa metatarsale in caso di sua brevità congenita o comunque evitare di dorsifletterla (le Figure 16 A-B spiegano cosa accade in caso di dorsiflessione del I metatarsale e la comparsa di un hallux limitus funzionale - l’elevazione altera la cinematica del I raggio producendo un rotolamento anBibliografia ziché uno scivolamento che causa a sua volta un fenomeno - Root M. et al., La funzionalità del piede normale e pacompressivo sulla parte dorsale dell’articolazione e un aumento tologico: Biomeccanica Clinica, Vol.II, Edizioni Piccin. degli sforzi in tensione sulla capsula plantare). - Lorimer, Donald L, Neale’s disorders of the foot, SevGli interventi sull’alluce rigido saranno mirati all’abbassando e enth Edition: Chuechill Livingston Elsevier, 2006. all’accorciamento del I metatarsale in modo da correggere il - Barouk L.S.et al, Reconstruction de l’avant pied; pattern funzionale di elevato metatarsale. Springer Verlag, 2006. In caso di equinismo clinicamente evidente della caviglia non - Valtin B., Chirurgie de l’avant-pied, 2 Edition, Elsevier, compensato si potrà ricorrere all’allungamento del tendine d’a2005. chille o alla correzione della deformità ossea alla base della - Kirtley C., Clinical Gait Analysis. Teory and practice. deformità. Churchill Livingston Elsevier, 2006. Il management chirurgico dei fattori responsabili della prona- Maceira E., Chirurgie des avant-pieds iatrogéniques zione del piede è l’ultimo aspetto ad essere preso in considesévèrement déformés, Journées de Printemps, Torazione, nonostante sia, probabilmente, tra i più determinanti louse, 2006. per un risultato duraturo (Figure 22 A-E e Figure 23 A-D). I 31 ilPodologoinmedicina 149genfeb08
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