Morea News febbraio 2006
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Morea News febbraio 2006
ANNO XX - FEBBRAIO 2006 ORGANO QUASI UFFICIALE DELL'ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE, PER GEOMETRI E PER IL TURISMO “ALFREDO MOREA” DI FABRIANO ITC News nasce il 25 dicembre dell'anno 0 (AC o DC?) in Palestina. Trova la sua prima diffusione nell'ambiente dei falegnami e per primo riporta la notizia della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Per la strana coincidenza con la vita di un famoso personaggio storico entra nel mito e diviene, nel 1990, la Bibbia dei giornalisti di tutto il mondo, ma continua a mantenere la sua tiratura limitata per evitare di attirare l'interesse di Berlusconi. Abbonato semplice: 1 euro a copia. Sostenitore: 1 euro più IVA a copia. Tifoso: 1 euro più IVA più IRPEG a copia. Ultras: 1 euro più IVA più IRPEG più ICI. I versamenti vanno effettuati sul C/C che potete trovare su ogni enciclopedia con la causale "Pro Redazione". La parola al nostro Dirigente Accolgo con rinnovata soddisfazione la notizia che il primo numero del giornalino è andato in stampa. Tale soddisfazione nasce dalla consapevolezza della presenza di studenti e docenti che, con tenacia, determinazione e grande competenza, sistematicamente lavorano per tenere vivo il senso di appartenenza di ognuno alla realtà scolastica attraverso la ricerca e l’elaborazione di notizie, cronache ecc… Quest’anno scolastico, oramai giunto al secondo quadrimestre, è denso di iniziative e attività che la capacità e l’impegno di molti permettono di svolgere al meglio. Augurando a tutti un buon proseguimento, invio saluti di tutto cuore. Prof. Oliviero Strona “Ultimo Metrò” va in scena al Gentile PIANETA ADOLESCENZA: Chi siamo noi? di Giulia Ramadoro Non vogliamo noie di M. Chiara Montemaggiori Pag. 7 Addio, Monti... Danilo Grande successo per gli studenti del laboratorio teatrale “Morea” che hanno rappresentato la loro opera insieme con i ragazzi del Centro Sociale il 26 novembre 2005, al Teatro Gentile di Fabriano. Articolo pag 5 I “prediletti” 2005-2006 Sono stati eletti rappresentanti d’istituto per l’anno scolastico in corso: Borri David IV AG, Ramadoro Giulia III AR, Regini Ruggero V AG. A loro il compito di portare avanti le istanze degli studenti. Servizio pag 3 Il professor Monti sorride contento per la decisione presa: da settembre è in pensione, completamente libero di dedicarsi ai suoi hobbies: la fotografia, la musica, la lettura… Intervista a pag 9 FEBBRAIO 2006 PAG. 2 Passato e futuro si incontrano al “Morea” “E’ stata proprio una bella idea far incontrare nella stessa circostanza neo-diplomati e neoiscritti, come a voler simboleggiare il passaggio del testimone da chi ha appena concluso un percorso a chi si appresta ad iniziarlo”. Questo il commento di alcuni genitori presenti alla cerimonia per la consegna dei diplomi dell’esame di Stato 2004/ 05, che si è tenuta nell’Auditorium del “Morea” sabato 17 settembre. I ragazzi che hanno ricevuto il diploma hanno avuto come spettatori non solo i propri genitori, ma anche le matricole dei corsi Ragionieri, Geometri e Operatori Turistici insieme ai loro genitori. Questi ultimi erano stati invitati in Istituto, nella stessa mattinata, a conclusione della settimana di Accoglienza dei figli nelle prime classi. Dopo aver illustrato le linee generali dell’Offerta Formativa e aver sintetizzato le iniziative e i progetti che si intendono portare avanti nell’anno scolastico appena iniziato, il Dirigente Scolastico Prof. Strona ha invitato Valentina Papi, un’alunna neodiplomata, a rivolgere un saluto ai “piccoli”. I ragazzi e le ragazze delle prime classi si sono dimostrati molto attenti alle esperienze di studentessa raccontate da Valentina, che ha anche ricoperto il ruolo di rappresentante Gli studenti diplomati con 100/100 Filippo Erasti (V BG) Lucia Leprini (V AR) Massimiliano Arteconi (V BG) Michela Paparelli (V BR) Eleonora Durante (V BR) Simone Avellini (V BG) di Istituto. Si è dato poi inizio alla cerimonia di consegna dei diplomi che quest’anno sono stati consegnati anche ai primi Ragionieri e Geometri del corso serale Sirio per studenti lavoratori.La cerimonia si è conclusa, in un’atmosfera informale e festosa, con un rinfresco offerto dall’Istituto agli studenti e ai genitori intervenuti. M. Mogioni e M.Gioia Andrea Agostini (V AR) Luana Comodini (V AR) Le “spine” in visita al Museo del Balì Su un colle di cipressi sorge la villa del Balì, oggi sede del secondo Museo della Scienza più grande d’Italia; si deve il nome Balì o Balivo al vecchio proprietario della villa, che era un cavaliere. All’ingresso del museo un pendolo di Foucault indica la rotazione della terra, anche se, purtroppo, non funzionava bene, perché il motore che ne azionava il movimento era rotto. A visitare il museo eravamo noi alunni delle prime classi. In mattinata abbiamo ammiPrime classi insieme rato, in un’apposita sala, il planetario che contiene cinquanta posti, sotto una cupola di otto metri. Grazie a un telescopio riflettore collocato in un padiglione a cupola nel parco, si possono osservare in diretta i movimenti della volta celeste. Attraverso illusioni ottiche abbiamo capito i diversi meccanismi delle stelle e dei pianeti: pareva proprio di stare sotto il cielo di notte, senza luce. “Tutto l’universo - diceva la guida - è formato da miliardi di stelle che, a loro volta, formano miliardi di costellazioni di cui fanno parte i segni zodiacali”. Questi non son dodici, come tutti pensano, bensì ne esiste un tredicesimo, chiamato Ofìuco. Tutti e tredici appartengono al sistema ellittico e le date variano a seconda dell’entrata del sole in ognuno di essi. Come sappiamo, il nostro universo è formato da nove pianeti e da milioni di galassie. La guida, inoltre, ci ha detto che, se guardiamo il cielo di notte, possiamo osservare che le stelle, a volte, compongono delle figure ad esempio l’orsa maggiore, minore, la regina sul trono, l'addomesticatore di serpenti ovvero l’ofiuco. I professori ci hanno concesso venti minuti di pausa per il pranzo e noi alunni, in questo tempo limitato, ci siamo un po’ scatenati, divertendoci insieme sul prato circostante. Quando abbiamo ripreso il percorso di visita al resto del museo, ci siamo cimentati a utilizzare strumenti con i quali era possibile compiere esperimenti di fisica e di ottica. Ognuno di questi è stato interessante e molto coinvolgente. Tutti i ragazzi presenti hanno dimostrato attenzione e rispetto per le guide, che sono state costrette a ripetere per ben quattro volte, una per classe, le stesse cose. Per finire in bellezza, i due animatori ci hanno condotto in una sala dove abbiamo fatto una specie di tombola che si è rivelato un gioco piuttosto elementare, ma anche simpatico e piacevole. Alla fine della visita, i pullman ci hanno ricondotto a Fabriano dove ci attendevano i nostri genitori. Vanessa Vitaletti e Giada Farinelli FEBBRAIO 2006 PAG. 3 Ecco a voi i nuovi rappresentanti Ti senti solo? Abbandonato? Non sei soddisfatto della tua tracheotomia? Trovi soddisfazione solo nell’alcool e nell’isola dei famosi? Non temere giovane drogato….non disperare leggiadra pulzella….Da oggi avrai un posto dove andare e qualcuno con cui parlare quando hai le tue cose, che ti consiglierà e ti farà strada lungo le impervie vie scolastiche. Orsù dunque, prendete le misure ai vostri dilemmi e riferitele al cassamortaro perché stanno per fare la fine del jolly (che casca e se spegne ndf) grazie alle personificazioni dei 3 (tre) motivi per cui Pupo è alla conduzione di “Affari Tuoi” e le gomme che non si attaccano ai denti si attaccano ai denti, ovvero i 3 nuovi rappresentanti d’istituto! Essi sono i prediletti…. Anche quest’anno la folla ha deciso i nomi dei tre “poveretti” che andranno a rappresentare il Morea ed il suo fido monumento (vedi Topolino n. 2137) dopo un acceso dibattito in trincea che ha offerto l’imbarazzo della scelta per i primi 10(dieci) secondi ai circa 52482 spettatori paganti, tempo ot- timo, temperatura al suolo 37°f. Molte sono state le idee esposte da ambo le parti, poi apprezzate o meno dagli elettori che si sono dimostrati un pubblico caloroso che sa anche fischiare, quando ce n’è bisogno (e ce n’è tanto bisogno). Ora, per tutti quelli che fossero stati assenti negli ultimi 2 mesi per motivi vari ed eventuali di cui a noi non importa assolutamente nulla, riportiamo qui di seguito i nomi dei tre(che sono in 3 almeno lo sapevate?) prediletti: Borri David 4°A/Gvoti 97; Regini Ruggero 5°A/Gvoti 92; Ramadoro Giulia 3 A/Rvoti14… Siamo quasi alla fine, ma per chi non è mai sazio c’è anche la consulta (di cui un giorno qualcuno ci spiegherà l’utilità) composta da Marino Tiziano 5°A/G e Carmenati Luca 3°A/G, che ad ogni plenilunio si riuniranno sulla spiaggia di Paperopoli con altri milioni di “consultieri” della regione (Marche) per macellare insieme le idee di ognuno e scambiarsi vitali e segretissime informazioni come la marca del caffè delle macchinette automatiche, se esiste vita nel cesto dei panni sporchi e a chi tocca usare il trasfonditore del continuum. E ora che siete stati sufficientemente informati andate...andate e riproducetevi in massa, e i vostri figli diffonderanno il verbo, e i figli dei vostri figli il complemento oggetto, e i figli dei vostri nipoti apriranno fabbriche e imprenderanno, e i nipoti dei figli dei nonni di Luca il figlio di Ada quella che s’è sposata co cosolì come se chiama che staceva a Rucce che poi è annato a Catobagli e si è ammogliato con Umberto apriranno aziende agricole adibite a fattorie e agricoleggeranno e così via.Una volta che tutto sarà stato inventato e la natura sarà stata domata, la vita potrà continuare perché alla fine tanto va la gatta a seminare il vento che a gennaio riempe il granaio di aghi rotti nel paniere di chi nulla stringe ma che pensa, ergo non sente bene perché chi non risica fa per tre. Giorgio Ninno Matteo Carovana La settimana bianca nella tradizione del Morea La nostra “allegra brigata” al completo Il tempo passa, ma le tradizioni per il 17 dicembre 2005 alle ore 6 e restano, come la settimana bianca 30 è avvenuta con mezz’ora di riche, almeno da quando frequento tardo, poiché molti studenti fabriaquesta scuola, si è svolta ogni anno, nesi, a differenza dei pendolari, non anche se in località diverse. Anno sono abituati a queste alzatacce, nuovo, studenti nuovi, che vanno a perciò sono arrivati più tardi del sostituire i veterani del quinto anno, previsto. Viaggio lungo, ammettiai quali hanno contribuito alla cre- molo, e soprattutto più noioso delscita di questo istituto; non mi sor- lo scorso anno, infatti si è svolto su prende affatto, peraltro, che anche due pullman separati, anziché su nuovi ragazzi per la prima volta si uno a due piani; due soste previste siano uniti alla nostra allegra bri- dal diario di bordo, sempre le stesgata in partenza verso la meta scii- se negli autogrill dell’anno precestica. Sicuramente non hanno avu- dente, probabilmente perché offrito problemi ad ambientarsi nemme- vano più confort rispetto agli altri no quelli più restii a fare amicizie, disseminati lungo il percorso autoinfatti alla fine, dopo una “settima- stradale. Stesse fermate, stesso temna di fuoco” credo che si siano ri- po, infatti abbiamo impiegato circa creduti. La partenza programmata otto ore; per chi si annoiava, duran- te il tragitto, la cura era sempre la stessa: partite a carte (poker e bestia, soprattutto) e musica a volontà. Quest’anno la novità è stata il megafono, che il celeberrimo Bianchetti ha provveduto a portare con sé, per chi avesse voluto comunicare con maggiore chiarezza con i professori. In fondo, però, dormire si è rivelato ancora il miglior modo per trascorrere tante ore in pullman. Arrivo alla meta: hotel Marilleva 1400, si ripete la stessa “solfa”, tutti tremendamente scossi dal viaggio fanno fatica a scaricare le valigie e portarle nei rispettivi alloggi. Sicuramente avvantaggiati quelli che hanno ricevuto per primi le chiavi, infatti gli unici due ascensori (abnormemente lenti, ci tengo a precisarlo) venivano subito prenotati e per i poveracci che seguivano toccavano due fatidiche scelte: aspetto l’ascensore, sperando che per cena ci sia dentro o farmi le “migliaia” di scale che mi separano dal quarto piano. I deboli di cuore hanno scelto la prima. Il resto del lavoro consisteva nell’ottenere la card per i pagamenti in albergo, dove non si accettavano monete, e per lo ski-pass, ma rispetto al viaggio erano ben poca cosa. Ore 20,00: cena, il ristorante non è cambiato di una virgola e i piatti erano sempre gli stessi. Ore 20,30 più o meno: si va nel- le camere, da dove proveniva una musica assordante, emessa dalle casse, che alcuni studenti si sono con cura preoccupati di portarsi dietro; la stessa musica, volenti o nolenti, sarebbe diventata la colonna sonora della settimana.Nella mattinata la colazione precedeva l’ingresso sulle piste dove avveniva l’incontro con i maestri di sci e snow; le piste erano sicuramente molto divertenti per tutti noi. Breve pausa per il pranzo, circa a mezzogiorno e mezzo e poi si riprendeva il via con un vento gelido che ci accoglieva sugli impianti di risalita: qualche ruzzolone qua e là, persino qualche ferito lieve e si tornava all’hotel. La giornata non finiva alle ore 17 , ma continuava con piscina, sauna, lampade, palestra e animazione, ce n’era proprio per tutti i gusti! Dopo cena bisognava vederci, tutti abbigliati da discoteca, pronti a divertirci, completamente dimentichi della stanchezza accumulata durante la giornata. Potete immaginare gli zombi che circolavano la mattina per i corridoi del piano a noi dedicato! Insomma una settimana appassionante per tutti, immagino, ma per chi non lo sarebbe? In fondo sei giorni in montagna con gli amici non possono essere paragonati a sei giorni trascorsi a scuola! Eh, già, ma che fatica, che fatica la bella vita!!! Fabio Pellegrini PAG. 4 FEBBRAIO 2006 A ruota libera: corsi convegni e tempo libero siglio Regionale, dove i ragazzi hanvisto il mio no “giocato ai parlamentari” sedenimpegno, do sugli scranni abitualmente occuaccompapati dagli ammignato a nistratori regioquello del nali. personale di Nel pomerigsegreteria, gio ci siamo reATA e tecnicati al centro co. operativo della L’incoProtezione Civignita della le della Regione neve e la Marche, dove in specificità pochi minuti è dell’argostata montata mento hanuna tenda da no limitato … la tenda è ormai montata. campo. la partecipaSono stati zione ad un centinaio di persone, che ne che coinvolge l’ambiente profesm o v i m e n t a t i tuttavia ha visto la presenza di tecni- sionale. Gli studenti del Morea al corso Scuola Sicura grossi container, ci da tutte e cinque le Province della Regione Marche, con la partecipazioDi fatto le varie attività avrebbe- con un “mega muletto”… *** ne di Enti Locali (Comuni, Parchi, ro dovuto essere relazionate dagli stuAdesso ci ho preso gusto e non Comunità Montane e Collegi dei Ge- smetto più… forse è meglio fermarsi, denti che si sono offerti, di fare i ometri), a dimostrazione dell’interes- però prima voglio raccontarvi una “giornalisti”, avendo preso parte alse verso il “rilievo satellitare”. l’evento; se è vero, com’è vero, che cosa. Un pomeriggio di gennaio staI relatori di prima qualità prove- vo in una cittadina emiliana con mia hanno più volte chiesto ed ottenuto nienti da tre Università (Ancona, Pe- figlia in un locale in cui un famoso di allontanarsi dall’aula durante l’orarugia e Urbino), hanno illustrato le ri- cantante incontrava i suoi fans. rio di lezione per “scrivere”, “corregspettive relazioni, mentre il D.S. prof. gere” e/o “montare” l’articolo. Ma al Ad un certo punto mi si è avviciO. Strona faceva gli onori di casa ed nata una ragazza che mi ha chiesto: momento di andare in stampa nessuil sottoscritto descriveva le caratteri- “Scusi, lei è di Fabriano?” “Sì” rina traccia dello scritto…… stiche della stazione fissa del Morea. spondo incuriosito. Lei prosegue “InAllora relaziono sulle diverse atVeniva presentato, con l’occasio- segna al Morea?” Rispondo “Sì, al tività che ho seguito in questo perioazionato con grande soddisfazione, un corso di formazione GPS d’al- Corso Geometri”. Replica “Io fredo, mettetevi comodi perché non to contenuto professionale per tecni- quento la terza classe del corso Turisono poche… e sì che mi hanno de- ne da Hasim. Al Centro, dove abbiamo assistici Pubblici e privati del territorio, di- stico”. finito “tuttologo”, ma come dico semretto in particolare ai diplomati del pre… se qualcuno fa tanto… qual- to al monitoraggio dei fiumi marchiQuant’è piccolo il mondo! giani, ci ha raggiunto la notizia di una Morea, che così possono mantenere cun altro non fa nulla!!! Ma che ci faceva un insegnante il rapporto formativo con l’Istituto, (serioso!) al raduno di un cantante Non vi preoccupate scelgo le più scossa di terremoto di una certa intra l’altro già attivo con il corso FSE pop-rock?… Accompagnava la figlia significative, le altre alle prossime tensità in Umbria, osservata in diretta sui sismografi. “tecnico direttore di cantiere”. puntate. (scherzo!) e si è appiattito il “fondo schiena” Dopo l’esperienza del corso, gli Certo alcune relazioni, forse, sono contro il pavimento in cemento, non studenti hanno osservato la “nostra” apparse fuori portata, ma l’importan- essendo più abituato a concerti e raCorso Scuola Sicura prova d’evacuazione, segnalandone te era gettare il seme ed attendere che duni. Protezione Civile parecchie mancanze. la curiosità e le capacità dei nostri stuTuttavia ho vissuto un pomeriggio Speriamo che questo sparuto denti facciano il resto. Nel mese di ottobre con un grupdiverso, scoprendo oltre all’emozioDevo ringraziare in maniera par- ne di ragazzine e “mature signore” po di studenti abbiamo frequentato gruppo possa costituire l’embrione ticolare: il corso Scuola Sicura organizzato dal del gruppo di protezione civile interl’umanità, la semplicità, la sensibilità – La prof. Cartoni, che con le ra- e l’attenzione di una persona famosa CSA di Ancona e dalla Protezione no del Morea. A tutti è stato rilasciato un attegazze del “Turistico” ha accolto gli verso i più sfortunati. Civile presso l’ITIS “Merloni” di Fastato di partecipazione, utilizzabile ospiti curando la “reception”; briano. – I colleghi che hanno partecipaLe lezioni sono state seguite dai come credito scolastico. *** Un personale ringraziamento a to, mostrando interesse per il lavoro Infine voglio lanciare una proponostri con particolare attenzione ed svolto; sta: non sarebbe il caso che i docenti assiduità nonostante i problemi di tra- tutti gli studenti partecipanti per la serietà, la correttezza, l’impegno dimo– Gli studenti del Corso Geome- insieme agli studenti raccontassero sporto. tri, Sirio e FSE che hanno partecipato sulle pagine del Moreanews le loro Gli argomenti: organizzazione strato nell’occasione. al convegno, nella speranza che pos- esperienze, didattiche e non? della protezione civile, elementi di Convegno di presentazione sano cogliere lo spirito d’innovazioSenza invadere uno spazio che è pronto soccorso, gestione del panidegli studenti, (ma chi l’ha detto?), co, prevenzione incendi e prova pra- della stazione condividendone una parte. tica di spegnimento di un incendio fissa e presentazione corso Penso che così si potrebbe ridare con estintore. nuova linfa ad un’attività che fatica La prova pratica con l’uso dell’at- di formazione ad andare avanti e sopravvive soprattrezzatura propria dei vigili del fuo- sul GPS. Il 27 gennatutto sull’impegno di colleghe “stoico (giaccone, guanti, estintore) ha coche”, mentre vede le “furbate“ di qualstituito un momento di grande parte- io il nostro Istiche studente, che pur di non stare in cipazione tra gli studenti, molto più tuto ha ospitato classe inventa… l’articolo fantasma. pronti degli insegnanti e delle colla- il convegno di presentazione Scusate se vi ho tediato, speriamo boratrici scolastiche. che la redazione non tagli o censuri L’ultimo giorno del corso abbia- della nuova staquesto mio primo articolo. mo assistito, da osservatori, alla pro- zione permaDimenticavo…ai tempi della va d’evacuazione dell’ITIS segnalan- nente GNSS (Global Naviscuola non ero un grande scrittore, … done le mancanze. e si vede, dirà Regina!!! Il corso si è concluso il 15 dicem- gation Satellite I “Consiglieri del Morea” in riunione alla sala consiliare della Regione Marche Prof. Fabio Anderlini bre con una visita alla sala del Con- System), che ha Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sulle attività svolte in Istituto in questi mesi. FEBBRAIO 2006 PAG. 5 Grande successo per gli “attori” del Morea A tener alto il nome della scuola ci hanno pensato i ragazzi del laboratorio teatrale che hanno calcato la scena, udite udite, del a e Fernando Sara, Caterin Te a t r o Gentile!!(è gradito l’applauso). Quindi, tutti al Gentile!L’affluenza di spettatori è stata proporzionale alla bravura degli attori e al numero di fratelli, nonni, zii, cugini… ovviamente il botteghino ha registrato il pienone! Beh, veramente qualche posticino vuoto c’era, forse più di uno, ma è stata colpa dei parenti malati che non sono potuti venire! Lo spettacolo, andato in scena ben due volte, in prima serata venerdì e poi sabato mattina riservato alle scuole, è la conclusione di un laboratorio, durato un anno, tenuto da noi ragazzi del Morea con gli ospiti del centro Sociale “A. Moro”. L’idea di questo “particolare incontro” nasce dall’esigenza di aprire sempre più le finestre di una casa, che si vorrebbe chiusa, promuovendo nuove occasioni di integrazione e socializzazione per i soggetti portatori di handicap e contribuendo a far maturare la consapevolezza che la diversità non è emarginazione, ma ricchezza. Liberamente ispirato al romanzo “Ambaraba” di G. Culicchia, “L’ultimo melia e Federico, Giu trò” mette in scena la solitudine e la paura che ognuno ha dell’altro e del diverso, nel tempo sospeso dell’attesa in un posto chiuso qual è la fermata di una metropolitana. Ognuno di noi rappresentava un individuo chiuso in se stesso che non si fidava dell’altro. Personaggi, quindi, come autoritratti della solitudine. Tutto potrebbe continuare così fino all’arrivo del metrò, ma il metrò non Giacomo arriva perché è prevista un’esercitazione antiterrorismo che costringe tutti a rimanere chiusi a lungo nella fermata. Così ha inizio la presa di coscienza che solo la solidarietà, la paura condivisa possono rompere il muro di silenzio che ci impedisce di vedere in ogni persona un amico, un fratello. La regia è stata curata dal Teatro Pirata di Jesi, cioè da Francesco, Silvano e Grazia, che con grande maeSara stria hanno saputo unire realtà diverse, facendo crescere gli attori non solo tecnicamente, ma anche moralmente. I ragazzi di questa scuola che hanno partecipato al laboratorio possono testimoniare personalmente la straordinarietà di questa esperienza; non ci sono parole per descrivere l’emozione che si prova quando si supera quel muro di quella che la sociètà ci abitua a considerare “diversità”. Tutti noi ci siamo impegnati al massimo,formando una vera e propria squadra. Ecco i nostri nomi: Andrea, Caterina, Chiara, Elisa, Elisabetta, Federico, Giacomo, Giulia, Irma, Marianna, Martina, Sara, Teodora. Il nostro grazie ai ragazzi del Centro Sociale: Bruno, Dario, Eloisa, Fabio, Fernando,Francesca, Francesco, Maria Teresa, Paola, Sergio, perché ci hanno impartito una grande lezione di vita, facendoci conoscere momenti di gioia, quella vera che nasce dalle piccole cose condivise, un sorriso, una carezza, un abbraccio, una stretta di mano, così importanti per chi le sa apprezzare. Arrivederci al prossimo spettacolo! Teodora Gavioli Martina La scena finale Gli studenti fanno e vanno a teatro! Il nostro istituto quest’anno ha aderito all’interessante iniziativa “Poltronissima studente” lanciata dal Teatro Gentile di Fabriano, vale a dire sono stati acquistati dalla scuola quattro abbonamenti per la stagione di prosa 2005/2006 a prezzi di promozione. I nostri studenti, perciò, su richiesta, di volta in volta hanno avuto e avranno ancora (mancano quattro spettacoli alla fine della stagione) l’opportunità di conoscere opere e attori che appartengono sia all’ambito classico che a quello contemporaneo. Tutto ciò è stato possibile grazie alla disponibilità del nostro Dirigente Scolastico, che mostra di tenere in grande considerazione l’elevata valenza educativa sia del fare teatro, promuovendone l’attività a scuola, che dell’assistere a spettacoli teatrali dove si fanno vivere fatti e personaggi, ma soprattutto si comunicano emozioni. D’altra parte il Morea ha ormai una tradizione, possiamo ben dire decennale, di laboratori teatrali, che ogni anno coinvolgono i nostri studenti con grandi soddisfazioni nei risultati finali, in particolar modo in occasione dell’ultima molto applaudita rappresentazione proprio al Teatro Gentile. A conferma di ciò, annunciamo in anteprima che lo spettacolo “L’ultimo metrò” verrà replicato il 13 maggio a Serra S. Quirico per partecipare alla rassegna nazionale del teatro per ragazzi, mentre il 14 sempre di maggio la nostra compagnia sarà a Jesi. Certamente, per tornare alla stagione di prosa, alcuni spettacoli sono stati più interessanti e divertenti per i nostri ragazzi, soprattutto quando sono andati in scena personaggi noti come Antonio Albanese o Paola Cortellesi, che hanno confermato la loro bravura nel portare avanti da soli uno spettacolo di circa due ore; tuttavia è da sottolineare e apprezzare il fatto che gli abbonamenti sono stati sempre utilizzati dai nostri studenti anche quando si trattava di opere difficili e, diciamolo pure, pesanti come l’”Anfitrione” di Plauto o “Così è se vi pare” di Pirandello. Anzi un apprezzamento particolare va a qualcuno o meglio qualcuna che ha partecipato anche all’incontro con gli attori, a mezzogiorno della domenica, nel foyer del teatro (vero, Teodora?), dove gli spettacoli vengono presentati dagli stessi interpreti e registi. Abbonamenti al teatro Gentile Se siete stanchi di passare le vostre serate in pace sulla poltrona a guardare le repliche di Art Attack in compagnia del signor Joint, niente paura perché, grazie al clima mite e alla florida economia del Paese, potrete spesso godervi ciò che avete sempre sognato (soprattutto dopo una bella cena a base di peperoni, ripieni di fegatelli, ripieni di coppa fatta col burro), ma non avete mai avuto il coraggio di chiedere: una serata al teatro! Grazie al nostro preside e a chissà quale diavoleria, quest’anno abbiamo a disposizione ben 4 abbonamenti alla stagione di prosa del Gentile, che, come sempre, vanta grandi nomi come Antonio Albanese e Paola Cortellesi. Ognuno potrà utilizzarli prenotandosi con un po’ di anticipo, a differenza degli anni scorsi, quando, chi voleva, poteva avere il suo abbonamento dei sogni a sue spese. Giorgio Ninno FEBBRAIO 2006 PAG. 6 Università o mondo del lavoro? Università o mondo del l a - poter arrivare ad una risposta certa. Fortunatamente la nostra scuola ci sta voro? E se università, quale facoltà tra le tante potrà darci opportunità per il mondo del lavoro e per la piena soddisfazione personale? Queste sono le domande che più frequentemente i ragazzi della mia età, io compresa, ci poniamo, spesso senza dando un aiuto attraverso le varie attività di orientamento, tra cui l’incontro con gli esperti dell’Informagiovani, un agenzia, situata a Fabriano, che offre gratuitamente informazioni sulle possibilità di studio e di lavoro attuali, aperta indistintamente a tutti, ma rivolta principalmente ai giova- Piccoli lavoratori crescono Lavoro o divertimento: questo è il problema! Da qualche anno l’Assindustria di Ancona in collaborazione con la Camera di Commercio di Ancona, la Provincia di Ancona, l’Ufficio Scolastico Regionale e con alcune industrie della zona hanno promosso un progetto di orientamento per studenti delle scuole medie di I e II grado della Provincia, chiamato progetto Cicogna. Gli obiettivi principali di questa esperienza sono aggiornare l’immagine e aumentare la conoscenza del “sistema impresa” presso giovani, famiglie, istituzioni scolastiche e del “sistema scuola” presso imprenditori e collaboratori. È necessario, inoltre, orientare lo studente verso percorsi scolastici/ professionali coerenti con i bisogni del tessuto economico locale e diffondere la cultura d’impresa. Per l’attuazione di questo progetto è fondamentale un coordinamento costante tra i vari soggetti istituzionali. Per gli studenti del 3°- 4° anno delle scuole superiori sono previsti stages estivi della durata di 4 settimane, il premio ipotizzato è di 260 euro. In questi ultimi anni c’è stato un incremento notevole della disponibilità offerta agli alunni per questi stages. Queste le cifre: anno studenti 2001 13 2002 39 2003 58 2004 66 Il progetto Cicogna viene premia- to il 30 ottobre 2002 come miglior progetto nazionale sull’orientamento. La giuria era composta da MIUR, Università LUISS, Confindustria. In questa scuola hanno avuto la possibilità di fare questa esperienza i due alunni più meritevoli rispettivamente delle classi III ragioneria e geometri (attuali IV): Teodora Gavioli, Matteo Micheletti, Gianluca Mattioli e Hasim Imeri. Il docente referente del progetto Cicogna di questo istituto è stata la prof. Luisa Covanti. Le testimonianze degli studenti sono tutte positive. Al termine di questa esperienza, tutti gli alunni, che hanno aderito a questo progetto, hanno preso parte ad una conferenza, tenutasi nella sede provinciale dell’Assindustria ad Ancona, in cui dopo vari interventi dei promotori di questo progetto, hanno finalmente ritirato il tanto guadagnato ed atteso premio in denaro. Dopo il duro lavoro eseguito, un lungo mese di divertimento estivo sottratto alla gioventù e la grande pazienza messa a prova dalla conferenza, un ulteriore “rimborsospese” è stato conferito agli studenti-lavoratori con un lauto rinfresco. Peccato che parenti e genitori hanno provveduto a ritirarlo anche da parte nostra mentre eravamo impegnati in una foto di gruppo. Teodora Gavioli e Matteo Micheletti ni. E’ appunto presso l’Informagiovani che ci siamo recati noi delle classi quarte del nostro istituto. La cosa più sorprendente è stata che, invece di parlare solo ed esclusivamente del nostro futuro, ci siamo ritrovati a discutere del nostro “sogno nel cassetto”, quello che ognuno di noi accarezza a volte fin dalla più tenera età. Molti di noi, in verità, coltivano una grande aspirazione, ma la custodiscono gelosamente come un tesoro, abbandonandola nel momento in cui vengono a contatto con la realtà della vita. Purtroppo più si diventa adulti e più si abbandonano quei sogni che ci sembrano banali o irraggiungibili, ma che, allo stesso tempo fanno parte di noi. E’ lecito, a pensarci bene, porsi la domanda se possiamo scegliere cosa fare da adulti, senza considerare ciò che ci piace, appassiona o per cui siamo portati. Tramite test e schemi ideati con la nostra partecipazione, abbiamo valutato le opportunità che offre oggi il mondo del lavoro e delle professioni mettendole a confronto con le nostre aspirazioni, i nostri desideri e le nostre capacità. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento straordinario di mestieri grazie allo sviluppo della società, delle tecnologie e delle comunicazioni. E in questo mondo dove ognuno che ha tanto vorrebbe sempre di più, non è facile sapere ciò che è più giusto fare o come comportarsi. Per fortuna le ragazze dell’Informagiovani ci hanno dato un’ “infarinata” su ciò che ci si prospetta e su come possiamo informarci adeguatamente per compiere la scelta più giusta. Melania Bini Missione giovani Nella settimana tra l’8 e il 16 ottobre ’05, nell’ora di religione, oltre al prof. Don Alberto Rossolini, hanno partecipato alla lezione anche dei seminaristi, per parlarci della loro vita nella sede scolastica che frequentano, ma specialmente abbiamo discusso molto sulla religione cattolica e sulla sua origine. Questi giovani, venuti dal Seminario Regionale di Ancona, hanno ricevuto la chiamata del Signore e hanno capito il compito che il Signore ha affidato loro; infatti nella maggior parte diventeranno sacerdoti. Sono stati invitati dal nostro vescovo Don Giancarlo per gui- dare noi giovani a riflettere sul problema della fede, argomento che spesso trascuriamo o affrontiamo con superficialità. Alcuni ragazzi durante gli incontri avvenuti a scuola hanno partecipato attivamente al dibattito, ma molti di noi non hanno ascoltato, comportandosi male nei confronti di persone che hanno lavorato tanto per organizzare tutto questo. Quei pochi che hanno partecipato con molto interesse sono rimasti soddisfatti e hanno capito l’importanza di aiutare il prossimo, anche senza diventare preti. Questa missione è iniziata nella nostra città con una festa di benvenuto (sabato 8), ed è proseguita con un concerto rock nel chiostro di San Venanzio (domenica 9). Lunedì, martedì e mercoledì sono stati 3 giorni di ricerca ed ascolto per i giovani. Giovedì, venerdì e sabato sono state 3 giornate di proposta, incontro e condivisione. Inoltre il sabato sera al Teatro Gentile è stato messo in scena il coinvolgente musical “Jesus Christ Superstar”. I ragazzi che hanno partecipato a questa attività si sono resi conto che per incontrare Dio non c’è bisogno di fare miracoli ma bastano le semplice cose che facciamo ogni giorno. Lo scopo di questa missione era quello di condividere delle scelte e di proporre un nuovo modo di vedere la vita. Sono riusciti a cambiare qualcosa dentro di noi? Sara Silvestrini FEBBRAIO 2006 PAG. 7 Non vogliamo NOIE...! Luca: “Oh, come te butta? ’I visto? Me so comprato l’ultimo modello de scarpe della Nike, è ‘na figata? Oh quella che sfigata, ma che porta il vestito da sora! E beh… ah, li vista l’ultima puntata dei Simpson?” Paolo: “Si, me sò spaccato dalle risate! Ma piuttosto, sabato allora Coco?!” Luca: “Magari, ma i sordi do li trovo?” Paolo: “Dai li freghi a tu madre, come sempre!” Luca: “Sci, sci, va be’. Oh, guarda chi c’è, che grande che è quello, Dio mio, se fa ’na canna dietro ’n’altra, è proprio un fico!” Massimo: “Ciao raga, oh…. avete sentito il Tg…che macello che sta a succede in Francia, per non parlà de quella matta della Moratti?!” Luca e Paolo: “Ma levate sfigato, che ce frega a noi della Francia e della Moratti, tra “2” anni c’avemo il DIPLOMA !” Massimo: “C’avete ragione, ma dopo il diploma che pensate de fa?” Luca e Paolo: “C’è tempo!... oh, chi l’ha vinto il fantacalcio sta settimana, Stefano?”... Tranquilli raga, non ho bevuto e non sono sotto effetto di stupefacenti, è solo che non riesco a capire come la maggior di noi giovani possa ignorare tutti i problemi e tutte le ingiustizie di questo mondo pensando solo a divertirsi, alla sbornia del sabato sera, alla serata in discoteca, ad andare vestito sempre alla moda, a spendere i soldi per qualsiasi sfizio…. Nel mondo ci sono bambini che muoiono di fame, bambini sfruttati (anche sessualmente); i “padroni” della società pensano solo ai loro interessi; la natura ci si sta scatenando contro come per ribellarsi (giustamente!); molte nostre famiglie arrivano alla fine del mese senza alcuna moneta in tasca; siamo vittime della società; la scuola sta diventando una “fabbrica” e noi ne usciremo tutti uguali come dei cloni; i media hanno il solo scopo di “addormentarci” per non farci pensare e reagire contro questa società che ci ha tolto “il ben dell’intelletto”. Ci stanno sottraendo quanto è naturale in un giovane di venti anni, il diritto di pensare e sognare un futuro, e noi siamo qui a litigare per una maxi-assemblea, per allungare la ricreazione e per la settimana bianca! Perché invece non ci svegliamo e cominciamo a dedicarci, non dico tanto, ma anche mezz’ora al giorno, alla realtà che ci circonda! Riflettete sulle parole dei politici, dei giornalisti, leggete giorna- li, guardate le immagini al telegiornale, ascoltate canzoni di Guccini, di De André, di Lucio Battisti se siete veri amanti della musica…. Non capisco se questo modo di ignorare il nostro mondo nasca dalla paura di affrontare la realtà, dal menefreghismo o dalle persone che vi sono più vicine, che fanno di tutto per non farvi rendere conto di come siamo messi, ma in ogni modo dobbiamo sapere che non si può sempre aspettare che siano gli altri a compiere il primo passo. Maria Chiara Montemaggiori Brevi di cronaca Chi siamo noi? In V AG è arrivata la cicogna! Infatti il 16 gennaio è nata la piccola Marzia, una bellissima bimba di kg. 3,575! Congratulazioni alla mamma studentessa Caterina Sparvoli e a papà Marco Marani, nostro ex alunno della V BG. Immaginiamo di darci un nome. Immaginiamo di poter plasmare a nostro piacimento un’immagine, un carattere. Immaginiamo la persona che vorremmo essere, che è totalmente diversa da quello che siamo. Ma forse, ad uno sguardo più attento, siamo lì, dentro quel corpo perfetto, dietro a quel carattere speciale, in quell’ illusione di puro desiderio. Eccoci, così piccoli a confronto, eppure, siamo veri. Chi siamo noi? O per lo meno, chi crediamo di essere? Una professoressa in classe, un giorno avanzò questo discorso: diceva che terminare la frase “Io sono…” con il nome proprio di persona, non è corretto, perché non si è un nome. Un nome non è altro che un concetto d’identificazione, quindi a questo punto, sarebbe più corretto dire “Io mi chiamo…”. Ma allora, che cosa si è? Io credo lo si possa trovare dietro un’analisi accurata di quello che vorremmo essere, nascosto da qualche parte in un’immagine idilliaca.Siamo il difetto, il punto debole, il tallone d’Achille? Allora forse si è l’insieme delle cose che si sanno fare o il lavoro che si esercita? Come si riesce a trovare se stessi? Non crediate che abbia le risposte alle domande che ora vi sono sorte in testa, perché ognuno ha il suo modo di trovarle. Ognuno nasconde in sé la capacità di riuscirci, di sapere se è sulla strada giusta, o su quella sbagliata, si è sempre in tempo per cambiare e per decidere di voler crescere.Siamo forse il risultato genetico delle antiche esperienze e tradizioni che hanno avuto i nostri antenati prima di noi? O siamo solo noi stessi che, attraverso le nostre scelte e comportamenti con gli altri, scopriamo di poterci arricchire sempre di più, per arrivare a formare il nostro Io, nascosto da qualche parte in quell’immagine perfetta di quello che vorremmo diventare… C’è chi crede fermamente di aver trovato se stesso, la sua strada: chiedetelo ad un uomo di fede. C’è chi è profondamente confuso e si nasconde dietro un mondo semplice ed ovvio, chiedetelo ad un filosofo. C’è invece chi spera di aver scelto la strada giusta, ma non ne è mai profondamente convinto, chiedetelo a chi di porte sbattute in faccia dalla vita, ne ha viste tante. E… C’è chi non ci pensa, perché è più facile, perché non serve o perché gli piace il detto: “Se pensi, fai solo casini”. Chiedetelo ad un ragazzo. Chi siamo noi? Ragazzi con le idee confuse, che si trovano davanti a scelte e decisioni che non si sanno affrontare, siamo in quella parte transitoria che non sembra finire mai, siamo la conseguenza dei nostri errori, delle nostre esperienze. Siamo nascosti dietro alle nostre speranze, noi adolescenti. Giulia Ramadoro *** Il 19 dicembre 2005 presso l’università degli studi di Ancona alla facoltà di ingegneria - edil architettura si è laureata Federica Farinelli con il massimo del punteggio, 110 e lode, battendo sul tempo tutti gli altri geometri usciti dal Morea. Speciali auguri dalla redazione del giornalino che l’ha vista operare al suo interno, anche come responsabile, negli anni trascorsi nella nostra scuola. Giornale a scopo didattico a diffusione interna all'Istituto Tecnico Statale Commerciale, per Geometri e Turismo "Alfredo Morea" Ragni, Giulia Ramadoro, Ruggero Regini, Sara Silvestrini. Stampa: Arti Grafiche "Gentile" Fabriano COLLABORATORI: Prof. Oliviero Strona, Prof. Fabio Anderlini, Prof.ssa Serenella Boldrini, Prof. Mauro Gioia, Prof.ssa Maria Mogioni, Melania Bini, Giada Farinelli, Maria Chiara Montemaggiori, Fabio Pellegrini, Vanessa Vitaletti. COMITATO DI REDAZIONE: Matteo Carovana, Teodora Gavioli, Matteo Micheletti, Giorgio Ninno, Stefano VIGNETTISTE: Silvia Grassi e Martina Lattanzi. Responsabili Prof.ssa Regina Merloni Prof.ssa Lucia Sentinelli FEBBRAIO 2006 PAG. 8 A Londra, cinque giorni dopo... Ormai la scuola era finita e le vacanze erano iniziate, ma il telegiornale con le sue notizie di cronaca nera turbava l’atmosfera estiva… “Attentato a Sharm El Sheik”; “Londra: esplosi autobus e fermate della metropolitana”. Tutti seguivamo i notiziari, alcuni pensavano che in Italia non sarebbe mai successo, quindi, la cosa non li interessava molto; altri invece continuavano a chiedersi: “E se succedesse a noi?”. Ma la paura attentato in Italia era poco diffusa, me ne sono accorta solo nel mio viaggio a Londra. Dopo una lunga indecisione, sono partita per la capitale inglese solo cinque giorni dopo gli attentati. Non era la prima volta che effettuavo un viaggio studio all’estero, ma la bella sensazione di libertà prima della partenza, che ave- vo sempre avuto, questa volta era sostituita da tristezza; non avevo paura del pericolo attentati, ma ero consapevole che stavo andando in una città distrutta e addolorata. Sono partita dall’aeroporto di Falconara con altri ragazzi: eravamo tutti felici ed eccitati, ma celavamo una sensazione di disagio. Abbiamo fatto scalo a Milano dove abbiamo incontrato altri ragazzi e abbiamo capito che avevano tutti il nostro stato d’animo. Siamo arrivati a Londra che ormai era notte e la città vuota sembrava senza vita. Dovevo restare lì quindici giorni e l’idea non mi esaltava come le altre volte. Il giorno dopo è iniziata la mia vita in college. Alloggiavo ad Uxbridge, nella periferia di Londra, in uno dei più grandi college della cintura londinese, infatti eravamo 400 italiani, 200 spagnoli, 200 cinesi e in più c’erano i regolari studenti inglesi. La mia giornata si svolgeva come quella di un qualsiasi altro studente inglese:si faceva colazione, poi si andava a lezione fino all’ora di pranzo. Dopo pranzo si organizzavano gite per visitare città come Oxford, Cambridge… ma ovviamente la Farnesina (unità di crisi per italiana all’estero) non ci ha permesso di visitare il centro di Londra. Dovevamo muoverci sempre con autobus privati e non eravamo autorizzati a prendere qualsiasi mezzo pubblico. Gli attentati avevano colpito nell’animo le persone, si leggeva la paura nei loro occhi. La vita continuava come sempre, ma si notava la differenza. Erano diffidenti dell’altro, si scrutavano per cercare qualche indizio che li identificasse come attentatori. Un giorno eravamo tut- ti pronti sul pullman per partire verso Brighton, la radio era sintonizzata su un notiziario, ad un certo momento i nostri accompagnatori inglesi si sono bloccati, leggevamo il dolore nei loro occhi. Quando ho capito cosa era successo, ho provato dolore anche io per persone che nemmeno avevo mai visto. C’era stato un altro attentato... per fortuna più tardi si è scoperto che era stato un brutto scherzo fatto con fumogeni in metropolitana. Ma al momento avevo il sangue gelato. A parte l’ambiente un po’ pesante, dovuto agli attentati, è stata una bella esperienza che consiglio a tutti. È stupendo visitare luoghi mai visti e conoscere mentalità e abitudini diverse dalle tue. Si fanno pure un sacco di amicizie sparse per l’Italia, anche se è un po’ triste non poterle più rivedere a causa della lontananza. Teodora Gavioli Foreign exchange program Avete mai provato la sensazione di essere su un aereo da soli, senza catene, senza limiti, senza pensieri per la testa, diretti il più lontano possibile dalla monotona quotidianità? Vi consiglio proprio di provare. Quest’estate, carica di armi e bagagli ho vissuto la mia prima esperienza all’estero da sola negli Stati Uniti. Sono stata ospitata da una famiglia per un mese e allo stesso modo una ragazza di quella stessa è venuta per un mese a casa mia. Ho provato per la prima volta che cosa significhi davvero essere liberi. Il Rotary Club mi ha offerto quest’occasione su un piatto d’argento. All’inizio ovviamente ero un po’ insicura se accettare o no, ma alla fine, mi sentivo proprio un’idiota a rinunciare! Come il Rotary Club, ci sono anche altre associazioni senza scopo di lucro che organizzano questo genere di scambi interculturali. La permanenza si adegua alla volontà del viaggiatore: 3 settimane, 1 mese, 6 mesi, 9 mesi, 1 anno; ed il costo è a questo proporzionato, ma mai troppo eccessivo rispetto a quello a cui si va incontro. Ho avuto modo di conoscere persone totalmente diverse da me, dalla mia cultura, dal mio modo di pensare, dal mio modo di vedere le cose. Ho visto altri orizzonti, vissuto esperienze che rimarranno dentro di me come piacevoli ricordi, per non dire che è stata un’ottima occasione per migliorare la lingua. Capisco che necessiti molta forza di volontà e spirito d’intraprendenza per affrontare un viaggio da soli ignari di qualsiasi cosa possa accadere, anche perché non si sa mai dove e con che genere di persone si avrà a che fare. Ma è soltanto un momento. Se avete la possibilità di partire, io non posso fare altro che consigliarvelo. Giulia Ramadoro Gli allievi del corso FSE “Tecnico Direzione Cantieri Edili” in visita alla Fatma s.p.a. A fine novembre dello scorso anno presso l’I.T.C.G.T. “Morea” di Fabriano è partito un corso FSE (Fondo Sociale Europeo) in “Tecnico direzione dei cantieri edili”, con la collaborazione del collegio dei geometri e il collegio dei costruttori della provincia di Ancona. Diciotto sono stati gli allievi ammessi al corso, tutti in possesso o di maturità tecnica oppure di laurea in ingegneria o architettura. Mercoledì 1 febbraio, il Prof. Castellani ha orga- nizzato una visita guidata presso una delle cave in località Gola della Rossa, accompagnati dal Direttore Tecnico della Fatma S.p.a. Sig. Trillini. I ragazzi hanno così potuto conoscere di persona le fasi di produzione e tutte le modalità di organizzazione di un grosso cantiere specializzato nell’estrazione di inerti con riguardo anche all’impatto ambientale. L’istituzione di questo corso ha infatti l’obiettivo di dare una formazione specifica ad una figura professionale, tecnico di cantiere, che ha avuto negli ultimi anni una forte innovazione e questa visita, ma altre sono in programma , mira proprio a coniu- gare, rendendo sempre più stretto, il rapporto tra formazione e lavoro. Prof.ssa Rosa Screnci FEBBRAIO 2006 PAG. 9 Come sta, zio Monti? Intervista al prof. Danilo Monti, ex docente del Morea 1) Che materia insegnava? - Scienze della natura e della materia 2) Si considerava bravo? - Non spetta a me dirlo. Penso dovrebbero dirlo i miei alunni! 3) Era un insegnante del tipo: “oggi spiego, domani interrogo” o uno del tipo “oggi c’ho da fa non fate casino, domani vi faccio vedere una cassetta”? - Tra l’uno e l’altro. Non sono mai stato un tipo programmato. Dopo 30 anni di insegnamento uno sa quello che deve fare: laboratorio, classe, svago… dipende molto dalla giornata, e soprattutto dalla classe. 4) Per quanti anni ha insegnato? - 30 effettivi 5) Vorrebbe dire qualcosa a quelli che sono stati i suoi alunni? - L’ultimo anno ho avuto tre classi BUONE, la 2A/R OTTIMA! Cosa che non è stata per tutti gli anni. Quello che voglio dire ai ragazzi è che devono studiare per stessi, non per il professore o per prendere 100 all’esame, perché così non conta niente 6) È orgoglioso dei suoi anni di insegnamento? - Ho insegnato per 3 anni al liceo scientifico, dal ’75 di preciso. I ragazzi erano molto bravi, ma, se posso dirlo, anche antipatici. Vabbè, non si può chiedere tutto. Poi sono venuto a ragioneria dove il livello di rendimento era più basso, però i ragazzi molto più simpatici, solari. Per 27 anni in questa scuola ho avuto alunni molto educati e simpatici, i casi di maleducazione sono stati rarissimi. Purtroppo però poi il rendimento ha cominciato a calare ogni anno, perché la scuola, sempre se mi è lecito dirlo, si sta trasformando in un’area di parcheggio. Si inizia sempre con tanto entusiasmo e poi… comunque sono molto contento del mio lavoro. 7) Lo organizza quest’anno il corso di fotografia? - Se mi chiamate, io sono pronto, è sempre un piacere. 8) È consapevole di aver lasciato un vuoto in tutti noi? - Questo mi fa molto piacere, significa che qualcosa ho contribuito a dare. 9) Le manca insegnare? - I primi tempi uno assapora “il dolce far niente”, forse mi mancherà in futuro, magari avrò qualche rimpianto. 10) Però sembra che non sia tanto capace a stare lontano da noi, viene spesso a trovarci! - Avevo promesso di tornare a salutare, mi sembra giusto mantenerlo, le ultime classi poi, mi hanno dato molta soddisfazione! Bene, con quest’intervista professore avremmo finito, quindi, mi rimane solo da augurarle da parte di tutto l’istituto buona quiescenza! - Buone feste anche a voi ragazzi, e per quelli che vanno, buona settimana bianca! Giulia Ramadoro Il più giovane acquisto del Morea... Dopo un’intervista ad un ex professore non ne poteva mancare una al nuovo acquisto della scuola. E che acquisto!!! Questo è il modesto modo con cui noi studenti gli vogliamo dare il benvenuto. L’avrete sicuramente notato tutti in giro per i corridoi, è quel professore che vuole sembrare uno di noi studenti. Gli è concesso perché è giovane. Leggete l’intervista e capirete sicuramente a chi mi riferisco. 1. Nome? Nicola. 2. Cognome? “’o sai”. 3. Sesso? (ride) non basta mai. 4. Vasco o Ligabue? Vasco. 5. Avellino o Napoli? Tutte e due. 6. Meglio un uovo oggi o una gallina domani? Un uovo oggi. 7. C’è una sua foto, sente che la sua bellezza è stata ben rappresentata? Non è certo una foto che rappresenta la bellezza. 8. Che cosa rappresenta la bellezza? Viene rappresentata dalla possibilità di poter parlare con una persona, quindi non sto parlando della bellezza esteriore ma di quella interiore e c’è bisogno di tempo e dialogo per capirla. 9. Come si trova in quest’istituto? “Tanto ve’ (cerca di imitare un accento fabrianese, apprezziamo l’impegno). 10. Dipende dal fatto che è al suo primo incarico di insegnamento o dagli studenti e dall’istituto? Non lo so di preciso perché non ho avuto altre importanti esperienze di insegnamento, ma, se devo contare quella dell’anno scorso ad Aversa, qui mi trovo meglio. 11. È “favrianese”? No. 12. È di ruolo? No. 13. Sta continuando la stirpe di qualche altro professore? Nessuno, anzi, inizio una nuova stirpe. 14. Preferirebbe insegnare al serale o al mattino? Tutte e due. 15. Momentaneamente insegna in quale corso? Sono docente di economia aziendale al Serale. 16. Com’è il suo rapporto con gli altri insegnanti? Ottimo. 17. Come si trova con le sue classi di studenti? (pensa) bene. 18. Avrebbe preferito insegnare in un altro istituto? No, solo in questo. 19. Cosa ne pensa del preside (sinceramente)? È una bravissima persona, si è comportato molto bene con me, mi ha accolto come un figlio (sarà stato sincero??). 20. Notiamo alcuni capelli bianchi, sinto- mo di vecchiaia o stress da ragazzo? Beh, credo sia stress, visto che ho solo 28 anni, no?!? E poi meglio bianchi che non averli proprio. 21. È colpa di noi studenti? No, non è colpa vostra. 22. Desidera dire qualcosa ai nostri lettori? Ai ragazzi del quinto: ci divertiremo in gita a Barcellona. Ai ragazzi del primo anno dico: studiate e comportatevi bene. 23. L’intervista è finita, voto generale? Otto e mezzo. Solo per chi non ha capito chi è l’intervistato: Nicola Pagliuca. Teodora Gavioli FEBBRAIO 2006 PAG. 10 “Il ritratto di Dorian Gray” secondo Giulia Una recensione con l’utopica speranza di suscitare interesse verso il romanzo di Oscar Wilde La bruttezza, uno dei sette peccati mortali. È la bruttezza, in realtà, che rende questo romanzo molto interessante: la bruttezza di ciò che nel romanzo è estetica e nei personaggi dello stesso è l’anima, la corruzione, l’ipocrisia, la vanità, l’illusione del sentimento che ancor oggi chiamiamo amore. Essere giovani per sempre? Per sempre ingenui, immacolati, affascinanti?! A chi non piacerebbe; essere per sempre, come nelle fiabe, il bel giovane e unico “Principe Azzurro”? Ah sì, facile a dirlo, ma anche a costo di scendere a patti col Diavolo? Il ritratto di Dorian Gray, da ingenuo a infame, da vacuo a traboccante di peccati scaturiti da una mancanza di coscienza. Dorian Gray amato e odiato, stimato e allontanato. Chi a causa sua muore, come Alan, Sybil, Basil e questo per paura, amore rifiutato, consiglio allontanato. Chi a causa sua perde il lavoro, la moglie, il denaro, la considerazione. Chi a causa sua arriva alla corruzione, al cinismo, all’ipocrisia, alla superbia. Lord Henry, è lui il Diavolo, è lui il corrotto o è lui la persona più giusta del mondo? Un uomo dalle mille teorie, dalle mille filosofie, ricercato nei pareri e nelle compagnie; Lord Henry, figura di contorno nella situazione, trascina Dorian Gray nel vero mondo dell’epoca e lo lascia lì, con l’acqua alla gola per l’intera durata del suo autoriconoscimento come vile corrotto dalla droga che è la sua vacua bellezza. Che cos’è la bellezza? Apparenza, e all’apparenza appartiene la buona parte d’un giudizio. Come rispose Hatty a Dorian quand’egli ammise d’esser malvagio? Disse che i malvagi portano addosso i segni delle loro infamie, di conseguenza possono essere solo brutti e vecchi. Questo romanzo lascia riflettere sull’umana ipocrisia. Come ci giudichiamo? Accumuli di pregi e difetti, senz’anima oltretutto, come la penserebbe Lord Henry. Infatti, secondo lui, solo l’arte ha un’anima, l’uomo no. Ma come si riscopre poi nel libro, un’anima c’è e, come nel caso di Dorian Gray, può prendere anche forma e porta i segni delle nostre esperienze. Nel libro si parla anche di religione, e lascia il lettore a riflettere anche su questo: Lord Henry esclama che: “La religione è un surrogato moderno della fede” ed in questo Dorian Gray si ritrova però nella sua forma umana: un surrogato umano del mondo, scettico alle forme dell’anima. Ed è così che su di lui questo principio si avvera: morendo da putrido essere per sua stessa mano con la quale, da scettico, voleva uccidere ciò che rimaneva della sua ormai decomposta anima. Giulia Ramadoro They are the pulls of the maggots Maschere, tute da operai e atmosfere selvagge per una denuncia sociale C’è chi perde la testa, e c’è chi in testa invece si mette le maschere, questi sono 9 simpatici ragazzotti di Des Moines (Iowa) che si fanno chiamare SlipKnot, ovviamente i primi sono i maggotts o meglio i loro fans. Come tanti ragazzi, anche i componenti della band erano annoiati e soprattutto delusi dal nulla che offriva la loro città; allora si sono rimboccati le maniche e, imbracciati strumenti e bacchette, hanno deciso di fare della musica, dell’ottima musica, ma non normale, loro hanno deciso di cantare il mondo che ci gira intorno con tutto quello che di piu’ brutto succede, quello di cui la gente non vuole sapere e che ignora completamente: emarginazione sociale e indifferenza. Proprio per questo, nella loro musica sono presenti oltre a profondi e superdistorti riff di chitarre e basso (che richiamano alla memoria i giri punk hard core), anche 2 percussionisti oltre al batterista; entrambi suonano su 5 timpani e un fusto della birra, rendendo le atmosfere delle loro canzoni ancora più selvagge e violente, poi c’è il dj che crea una sensazione di svarione metropolitano. Anche le inquietanti maschere e le tute da operai che indossano ai concerti servono per poter esprimere meglio quello che pensano. Infatti chi li capisce perde la testa per loro, invece chi non li capisce dice che sono solo dei folli mascherati che suonano a caso (e vi assicuro che chi l’ha detto ha fatto una brutta fine n.d.f.). Un altro obiettivo di questi artisti è quello di combattere la musica di “plastica” ovvero quella musica che serve solo a fare soldi e non ad esprimere emozioni (ed è proprio quella che annebbia la mente delle nuove generazioni n.d.f.). Proprio per questo hanno fondato la Maggot Record che vuole aiutare i giovani gruppi ad emergere per poter finalmente dare voce a chi non se lo puo’ permettere. Spero di essere stato abbastanza chiaro e poco noioso,per maggiori informazioni www.slipknot1.com, stay (sic). Matteo Carovana Line-up: 0Sid Wilson: dj 1Joey Jordison: batteria 2Paul Grey: basso 3Chris Fehn: percussioni e cori 4James Root: chitarra 5“Clown” Shawn Crahan: percussioni e cori 6“133” Graig Jones: sampler media 7Mick Thompson: chitarra 8Corey Taylor: voce FEBBRAIO 2006 PAG. 11 Leopardi: forse non tutti sanno che... Il padre, conte Monaldo, aveva investito gran parte dei suoi capitali per l’acquisto di libri, approfittando del fatto che i monasteri li avevano messi in vendita a privati, per impedirne il saccheggio da parte delle armate francesi. Egli era convinto che, attraverso la sua biblioteca avrebbe potuto contribuire alla diffusione della cultura a Recanati, per lo meno rendendola accessibile ai nobili; in realtà chi se ne giovò soprattutto fu Giacomo, che in sette anni lesse e studiò tutti i volumi. Per chi ha qualche dubbio in merito, ci sono le sue note personali nelle varie pagine. Tra i dodicimila volumi presenti compare anche una Bibbia poliglotta da cui, per comparazione con il latino, Giacomo imparò il greco e l’ebraico all’età di otto, dieci anni. Si capisce chiaramente che stiamo parlando di un genio. E g l i potè leggere anche un’edizione economica dell’Enciclopedia di Diderot e altri libri degli illuministi, a quel tempo proibiti, in quanto il padre, da gonfaloniere di Recanati, aveva ottenuto il permesso per i figli. Tutto sommato, quindi, Monaldo non appare più il padre dalla mentalità chiusa autoritario come spesso viene dipinto nei manuali di letteratura, ma una persona amante della cultura che ha saputo trasmettere al figlio la passione per il sapere e in tal modo gli ha permesso di oltrepassare i confini angusti del suo “natio borgo selvaggio”. D’altra parte la madre, tutta dedita all’amministrazione dei vigneti e degli oliveti di famiglia, in verità si tratta di proprietà ridotte, non aveva mai dato a Giacomo nemmeno una carezza. Il giovane Leopardi metteva il suo tavolo nei pressi di una finestra dalla quale poteva dominare la piazza, su cui si affacciavano le botteghe artigiane e la casa di Teresa Fattorini, la fanciulla che ha ispirato il nostro poeta, ma che, essendo un’umile popolana, non poteva essere amata da un nobile come lui. La novità nella sua poesia sta nel fatto che abbandona la classicità con i suoi miti di dei ed eroi, per dare spazio alla gente del popolo: l’artigiano, lo zappatore, la vecchierella, la fanciulletta, il garzoncello che appartengono alla realtà. Nel 1919 fallì il tentativo del ventunenne Giacomo di scappare di casa per recarsi a Roma: lo sapete perché? Perseguitato da una “sfiga cosmica”, il suo passaporto venne recapitato nelle mani del padre, che scoprì le sue intenzioni e gli impedì, per il momento, di coronare il suo sogno di conoscere la capitale. Queste informazioni derivano dagli appunti degli studenti delle quinte classi in visita a Recanati, dove hanno avuto la fortuna di incontrare una guida veramente in gamba, che ha saputo catturare l’attenzione di tutti, anche dei più refrattari. Tra le affermazioni più interessanti c’è stata quella che Leopardi non può essere considerato un pessimista, perché non è stato mai abbandonato dal- le speranze, per lo meno fino al suo ultimo soggiorno a Napoli. Gazzetta sportiva by Serenella I campionati sportivi studenteschi fra le scuole di Fabriano sono cominciati alla grande per le squadre del Morea. Un primo posto nel calcio a 5 sia con la squadra maschile sia con quella femminile. Entrambe hanno stravinto a Jesi nella fase distrettuale. Questo è stato solo l’inizio di una promettente carriera calcistica, poiché nella finale provinciale ad Osimo contro il Corridoni-Campana il 25/01/06 la squadra femminile (Palazzi Eleonora IV AT, Bianchi Federica IV AR, Mazzoli Vanessa IV AT, Belardinelli Martina IV AR, Maldoni Serena IV AR, Lacchè Giulia IV AT, Lattanzi Martina IV AR, Schiavone Irma III AG) ha conquistato il secondo posto;il 1/02/06 a Senigallia la squadra maschile (Cucchi Lorenzo V AT, Mezzanotte Federico V AT, Baroni Valentino V BR, Alessandrini Danilo IV AG, Altarocca Gabriele IV AG, Cofani Gianluca IV AG, Lucernoni Gianmarco IV AG, Lampa Paolo IV AG) ha vinto in maniera schiacciante per 7 a 2 sulla squadra del liceo classico “Perticari” di Senigallia, conquistando il titolo di campioni provinciali. La squadra di pallacanestro juniores maschi ha ottenuto il secondo posto. I ragazzi (Guerci Marco VAT, Ragni Stefano VAG, Jachetta Andrea IIIAG, Tiberini Luca IIBG, Carnevali Francesco IVAG, Imeri Hasim IVAG) hanno giocato in maniera eccellente, senza risparmiarsi un attimo. Complimenti! La Corsa Campestre Comunale, disputata il 19/12/05, ha visto la vittoria di Buttà Marco IIIAR nella categoria juniores e un secondo posto per Aghetoni Mirco IIAR nella categoria allievi. La squadra maschile juniores ha partecipato alla finale provinciale di Campestre ad Osimo il 18/01/06 su un percorso ideale per una gara di questo tipo. La squadra di calcio a undici, finita in parità 1-1, ha visto la vittoria dell’ITIS ai rigori per 12 a 11. La squadra allievi di pallacanestro ha vinto con grande distacco sulla squadra dell’ITIS (81-69). I ragazzi hanno giocato con grande competenza, serietà, collaborazione e distensione sotto la guida del capitano Mearelli Matteo I AG e sono stati in netto vantaggio, evidenziando la superiorità del gioco. Numerose e favolose le “bombe” di Mearelli, Taruschio, Mazzolini. Arrivederci al prossimo appuntamento! La squadra femminile di calcio a cinque simpaticamente ritratta da una di loro, Martina Lattanzi. FEBBRAIO 2006 PAG. 12 UN FILO INVISIBILE Incontro della comunità scolastica per celebrare il Natale Venerdì 16 dicembre c’erano tutti nell’auditorium e (lo dico da prof.) c’era anche una bella partecipazione, silenzio, curiosità e gioia (… niente di personale!). C’è un filo invisibile che passa attraverso i cuori delle persone e, quando ci passa, non guarda se è uomo o donna, bello o brutto, di Fabriano o di Sasso, italiano o “straniero”. Quel filo, se vede un cuore che batte, ci passa attraverso e lascia dentro un profumo di pace, amicizia, rispetto e di sostegno reciproco. E’ stato un bel lavoro a tante mani e tutto è cresciuto in pochi giorni: il Preside che pensa di fare il saluto di Natale prima della partenza della settimana bianca; due parole a Mogioni e Gioia; se ne parla (2 secondi!) con Don Alberto, Tobaldi, Merloni e Panniello e poi Massimo e Luciano; ecco spun- tare 40 alunni e, via! In tre giorni erano pronti 6 pezzi musicali, 10 poesie in 5 lingue, un racconto, tante immagini e un programma “quasi svizzero” dell’incontro. Dimenticavo: ad un tratto, come un funghetto, spunta fuori Nicholas; ricordate? Quello che finisce di declamare la sua poesia mangiando letteralmente il gelato (il microfono a forma di gelato!). Sembra che quel filo ci sia stato ed era proprio invisibile, fatto del piacere di trovarsi insieme a pensare e fare un programma che non è matematica o diritto, ma una miscela dal profumo di pace, amicizia, rispetto e sostegno reciproco: per celebrare il Natale. Prof. Mauro Gioia Progetto solidarietà: “Aiutiamo un bambino a sorridere” Le prof.sse Carla Cherubini e Tiziana Ratini con la IV AR Martina e Teodora Serena e Federica La prof.ssa Carla Cherubini, con la spontanea collaborazione della IV A/R e di qualche collega, ha realizzato il progetto di solidarietà: “Aiutiamo un bambino a sorridere”. Il ricavato della vendita di oggetti provenienti dalla Colombia tramite un’operatrice volontaria fabrianese, sarà destinato a sostenere il funzionamento di una scuola basica per bambini poveri a Cartago. Nel nostro Istituto sono stati raccolti circa 1.300 euro. Grazie per la generosità mostrata dalle varie componenti scolastiche.
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