Morea News giugno 2007
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Morea News giugno 2007
ANNO XXI - GIUGNO 2007 ORGANO QUASI UFFICIALE DELL'ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE, PER GEOMETRI E PER IL TURISMO “ALFREDO MOREA” DI FABRIANO ITC News nasce il 25 dicembre dell'anno 0 (AC o DC?) in Palestina. Trova la sua prima diffusione nell'ambiente dei falegnami e per primo riporta la notizia della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Per la strana coincidenza con la vita di un famoso personaggio storico entra nel mito e diviene, nel 1990, la Bibbia dei giornalisti di tutto il mondo, ma continua a mantenere la sua tiratura limitata per evitare di attirare l'interesse di Berlusconi. Abbonato semplice: 1 euro a copia. Sostenitore: 1 euro più IVA a copia. Tifoso: 1 euro più IVA più IRPEG a copia. Ultras: 1 euro più IVA più IRPEG più ICI. I versamenti vanno effettuati sul C/C che potete trovare su ogni enciclopedia con la causale "Pro Redazione". Paura e delirio a Llorett de mar di Matteo Carovana 15 aprile ’07 ore 5:15, finalmente le classi quinte si sono riunite al parcheggio del Palaguerrieri, dove, di lì a poco, sarebbero partite per la tanto bramata gita a Barcellona; la maggior parte di loro ancora porta i segni di un sabato sera passato all’insegna del divertimento. Appena il pullman “dalle preziose gemme” è partito, quasi nessuno dava evidenti segni di vita; la quiete e la tranquillità regnavano sovrane, fino a che la prof Leoni non ebbe la geniale idea di fotografare i presenti che, data l’ora e le condizioni ancora pessime, accompagnavano gli scatti bisbigliando frasi del tipo: “Ma porco…” oppure, “Ma che…”. E così fino in Francia abbiamo praticamente vegetato. Appena arrivati ad Arles, in un albergo situato in una landa sperduta tra una natica e l’altra del mondo, ci siamo resi conto che il paese transalpino è estremamente difficile, a causa della carenza di bidet e di uova non volanti, e, secondo Biocco, la pasta è addirittura no!! Dopo una notte trascorsa invano, siamo partiti alla volta di Llo- rett de mar, località dove abbiamo soggiornato. Rifocillati in albergo, siamo andati a visitare la ridente città di Tossa de mar che, ad Gli attori del Morea hanno finalmente sfondato... La replica dello spettacolo “Nemico di classe”, svoltasi al teatro Gentile lunedì 2 aprile, è stata ripresa dalla telecamera di RAITRE, i cui giornalisti hanno, alla fine, intervistato noi giovani attori per conoscere le nostre emozioni. Possiamo affermare di essere diventati veramente famosi, se è vero, come dice Vasco Rossi, che basta poco, basta andare in televisione… infatti siamo andati in onda proprio su RAITRE che ci ha dedica- to più di dieci minuti di trasmissione. A parte tutto, ancora una volta ci siamo convinti che l’attività di laboratorio teatrale è un valido strumento di formazione culturale e, perché no, professionale per chi intende proseguire questo percorso, ma soprattutto umana, visto il legame che si è stabilito tra i componenti del gruppo, senza escludere i nostri amici disabili, in questo (segue a pag. 8) essere sinceri, ricorda molto la costiera amalfitana (non solo per la massiccia (segue a pag. 16) SOMMARIO MAXI ASSEMBLEA 2-3 STAGES E GITE SCOLASTICHE 4-8 I NOSTRI PROGETTI 9-11 ATTUALITÀ 12-13 CINEMA E MUSICA 14 SPORT 15 PAG. 2 GIUGNO 2007 MAXI A CONFRONTO Un confronto tra maxi-assemblea I.T.C.G.T.” A. Morea” e maxi-assemblea I.T.I.S.”A.Merloni”; a seguire un po’ di parole sull’autogestione 2006/07. Ogni anno la maxi-assemblea si fa strada nella cultura degli studenti del Morea. Non so con quale strana e stravagante idea venga vista, ma il risultato è solo uno: “caos”. Come tori imbufaliti, le matricole si rincorrono per i corridoi dell’istituto, dando sfogo ai loro istinti più reconditi; i corsi, una volta progettati, non vengono frequentati oppure mandati alla rovi- na più totale. Possiamo fermare questa corrida? Beh!?!.. Quest’anno volevamo una maxi frequentata, una maxi, come da compromesso tra studenti e prof., didattica, sicura e rispettosa. E così sembra che si sia compiuta; dai complimenti dei professori possiamo capire che l’autogestione continuerà ad esistere. Diversi studenti mi hanno fatto intendere che questa maxi aveva molti difetti:«troppo corta», «pochi corsi», «corsi non interessanti». Bene, sono andato alla maxi dell’I.T.I.S. e, detto sinceramente, se vi lamentate della nostra maxi, è perché non ne avete viste altre. Ora vi rappresenterò, in questo schema di confronto essenziale, le differenze: Maxi I.T.G.C.T. “A.Morea” Maxi I.T.I.S. - - di due giorni - nessun ultimo giorno di festa finale - due, tre corsi (non ne ho visti di più nel mio giro turistico) - caos totale (persone che si ammassavano nei corridoi) - scarso interesse per alcuni corsi - simpatico il corso di Pro evolution, che mi è piaciuto particolarmente di tre giorni più uno ultimo giorno di festa finale dodici corsi ben progettati ora per ora pochi casi di ribellione contro la security incontro con le star del Fabriano basket che hanno spezzato l’andamento dei corsi - scarso interesse per alcuni corsi Schema liberamente ispirato alla vista dei fatti constatati. Bene, io ho dato cibo al vostro pensiero, ma ora pensate a quale delle due avreste voluto partecipare (questo per far capire a chi commenta, che i nostri rappresentanti d’istituto hanno messo l’anima per la maxi). Ma basta sparlare dei nostri cari amici dell’I.T.I.S., parliamo di ciò che ha caratterizzato l’autogestione: - Corsi vari e per tutti i gusti, tipo: Musica – cineforum – estetista – parrucchiere - dj mixing - torneo di calcetto – Hollywood – brackdance – canto - fotografia… - L’incontro con le star del Fabriano Basket che hanno portato gioia nei cuori dei nostri studenti. - Tre giorni più uno di maxi spezzati dall’incontro con i giocatori di Basket, così da far riposare le povere menti degli studenti dal troppo divertimento - Dopo la festa dell’ultimo giorno della maxi, la scuola è rimasta chiusa grazie alla festività del martedì grasso, così da dare agli allievi dell’istituto un altro giorno di riposo, prima di ricominciare a studiare. - L’ idea della security è piaciuta a molti professori, dato che era ora che qualcuno pensasse a mantenere ordine durante la maxi (anche se sono stato un po’ scettico sul funzionamento e l’efficacia dei gorilla addestrati alla sorveglianza). Con molta soddisfazione posso dire che gli studenti si sono prodigati in modo esemplare, quindi agli amanti di questo evento affermiamo con sicurezza, che la maxi è prevista ancora per i prossimi decenni. Andrea Pesce (il vostro rappresentante d’istituto) GIUGNO 2007 PAG. 3 It’s my job to keep punk rock “élite” Di solito delle ricette migliori vengono svelati tutti gli ingredienti tranne uno, il classico ingrediente segreto che va scoperto con una adeguata nonché accurata degustazione. Io non vi dirò qual è l’ingrediente segreto della torta di nonna MARIA, ma svelerò gli ingredienti per un buffet di accordi in la minore. Necessari: due pedali, ottime distorsioni, cinque corde accuratamente scordate e un pizzico di sleppata; ed ecco a voi servito il risultato di due giorni di intenso lavoro. Ovviamente non sto parlando del corso di cucina della Maxi ’06/’07 (anche perché non c’era), bensì del corso di musica, che, contro ogni aspettativa, si è trovato un repertorio completamente inesistente. Una volta giunti in un’aula si- tuata nei meandri sperduti nella scuola, abbiamo dato vita agli strumenti, credendo che saremmo riusciti a preparare tutte le canzoni decise in precedenza, ma a causa di un sovraffollamento dell’ “aula prove” e di una reiterata carenza di chitarristi, ci sia- mo dovuti arrangiare... arrangiando una canzone tutta nostra, anche perché ci siamo ritrovati, il secondo giorno, senza nulla di pronto. Allora si è dato libero sfogo al folle che è in noi. Direi che, con solo cinque accordi, ce la siamo cavata e così, provando e riprovando, accorciando e allungando, mettendo un assolo qua e là, si è raggiunto un ottimo risultato (spero che voi siate dello stesso avviso). Purtroppo, per fare tutto ciò, abbiamo perso molto tempo; allora, per non presentarci con un pezzo solo, abbiamo ripiegato su una canzone punk già bella e pronta (Linoleum dei Nofx), semplice ma, comunque, molto energica. Anche se voi spet- tatori non lo avete dato a vedere, spero che vi siate divertiti. Matteo Carovana Una giornata con il Fabriano Basket di Mara Galdelli & Andrea Jachetta 16 febbraio: i rappresentanti d’istituto e tutti gli appassionati di basket della nostra scuola erano in fibrillazione per la visita al nostro istituto della squadra di pallacanestro del Fabriano Basket. Alcuni degli organizzatori dell’assemblea, oltre ad essere eccitati, erano nevrotici e isterici per la massa di studenti che, invece di attendere i giocatori in auditorium, girovagavano per i corridoi. Al loro arrivo, i giocatori ci hanno sovrastato subito con la loro altezza, riducendo psicologicamente i giganti della nostra scuola a dei semplici nanetti. L’entrata in auditorium della squadra è stata caratterizzata dalla musica che l’accompagna anche all’inizio di ogni partita e da una standing ovation di tutti gli studenti, un momento entusiasmante. Una volta sul palco è avvenuta la presentazione di ogni singolo giocatore, e in seguito il coach Cavina e il dirigente Bartocci hanno rispettivamente spiegato il difficile ruolo di un allenatore e la gestione complessa di una società sportiva, quale il Fabriano Basket. Successivamente noi studenti ci siamo suddivisi in tre gruppi, per avere l’occasione di avvicinare meglio i giocatori, che, alternandosi, si sono sottoposti alle nostre domande. Infine il team, i ragazzi e alcuni professori si sono recati in palestra per una sessione di tiri ed una esibizione di schiacciate, alla quale hanno partecipato alcuni alunni del MOREA che praticano questo sport. “Mi sono sentito osservato – ci racconta Matteo Mearelli – avevo la maggior parte della scuola che mi guardava e ho avuto la soddisfazione di riuscire a battere la giovane guardia Simone De Angelis nei tiri da tre punti.” La giornata si è conclusa con la foto a centro campo del MOREA con la squadra. Grazie a questo incontro, molti ragazzi si sono appassionati ancora di più a questo fantastico sport, soprattutto la parte femminile della scuola è rimasta incantata da alcuni elementi della squadra, come il giovane italo-argentino Federico Mallon e il fisioterapista Gabriel. Speriamo vivamente che i nostri cari giocatori possano tornare a trovarci anche l’anno prossimo. Ciao guagliò!!! PAG. 4 GIUGNO 2007 La classe 4at in stage a Rimini Rimini: città dell’animazione turistica, città del divertimento e delle vacanze, delle discoteche e delle notti lunghe. Sorge spontanea una domanda: ma che stage è mai questo??? I nostri ragazzi del turistico sono convocati qui per un durissimo orario (8.00/24) e, per una settimana, impegnati a studiare come si diventa animatori di villaggi turistici. Il programma di lavoro ambizioso e ricco: aerobica, baby-dance, balli di gruppo, tornei sportivi, teatro, cabaret e altro ancora. I ragazzi si sono misurati proprio sul luogo perché si sono improvvisati attori, organizzatori di gioco e provetti ballerini. Questo gruppo di lavoro comprendeva anche una classe quarta di un tecnico commerciale di Roma. Tra tutti i ragazzi e i professori si è stabilita un’immediata e reciproca amicizia, che ha permesso momenti di vera allegria, bravura nelle improvvisazioni, spontaneità nelle scenette organizzate per divertire, come se fossimo in un vero villaggio turistico. Gli animatori, giovani e preparati, hanno saputo coinvolgere i ragazzi, hanno trasmesso loro competenze e li hanno fatti divertire. Nella mattinata di riposo abbiamo partecipato ad una lezione all’università dell’”Economia del turismo” di Rimini e siamo stati ricevuti dal gentilissimo Preside di facoltà. Siamo tornati a casa con un’altra nuova e grande esperienza professionale ed umana, infatti la bella amicizia nata con i giovani di Roma ancora continua. Firmato: Amara Maroua, Antoneac Mirela Adriana, Di Viesti Maria, Gordes Maria Alexandra, Micheletti Sabrina, Shkodra Xhoana, Spadini Giorgia, Spitoni Sara, Paris Mara, Teodori Lucilla, Vici Camilla, Zingaretti Laura, Agostinelli Giacomo, Bucarelli Andrea, Kraiche Achraf, accompagnati dalla fantasticissima Serenella Boldrini. Oh, Venezia! Venezia... Rieccoci di nuovo qua, tornati dopo due giorni di “vacanza”; vi state chiedendo dove siamo andati? (naturalmente la risposta è SI!!)… Vi accontento subito: a Venezia. Oh Venezia,Venezia…la città degli innamorati…ma anche degli scalmanati come noi! I veneziani, infatti, hanno avuto l’ onore di ospitare le seconde classi dei geometri il 27 e 28 aprile. In questi due giorni ci siamo goduti la città fra bat- telli, gondole,monumenti e alcuni hanno anche ricevuto un ricordino dai veri abitanti di Venezia…i piccioni!!! Ma, dopo il giorno, viene la notte, dove ogni scusa è buona per far baldoria! Noi l’abbiamo vissuta tra salagiochi, risciò, e quant’altro sempre sotto la supervisione del centrocampista più forte del centro Italia, noto come prof. Bedini e della nostra insegnante di Inglese, prof. Janni. Dopo questa avventura, ora arriva lo sprint finale, che speriamo ci permetterà di ritrovarci l’anno prossimo tutti in terza per un’altra gita all’insegna del divertimento! Laura Migliorelli GIUGNO 2007 PAG. 5 “…la cabra, la cabra, la puta de la cabra, la madre que la parió, yo tenía una cabra y la puta se murió…” … E’ iniziato tutto una notte fredda e buia di febbraio al PalaGuerrierieri di Fabriano, quando un gruppo di allegre donzelle, dodici del terzo A e quattro del terzo B Turistico, erano pronte ad affrontare quel lungo viaggio, che le avrebbe portate alla scoperta di Salamanca. Dopo quattro infinite ore di pullman, sono arrivate all’aeroporto di Ciampino. Ah… prima di continuare con il nostro racconto, ci siamo dimenticate di nominare le “care” accompagnatrici dell’avventura, la prof. Micozzi Patrizia e la lettrice Lilia de León Silva… come dicevamo, giunte all’aeroporto, dopo aver fatto il chek-in, sono salite ansiose e timorose sull’aereo, dove alcune hanno subito familiarizzato con “chicos espanoles” che hanno insegnato loro una canzoncina dal tono goliardico, che i giovani spagnoli cantano spesso e che fa così: “…la cabra, la cabra, la puta de la cabra, la madre que la parió, yo tenía una cabra y la puta se murió…”. Il volo è andato alla grande, ma alla prima turbolenza, una ragazza che vuole rimanere anonima, Ylenia, ha seminato il “panico” tra i passeggeri… emettendo un grido liberatorio di paura!!! Fortunatamente tutto si è risolto con l’atterraggio all’aeroporto di Madrid. Dopo aver atteso l’arrivo delle valigie, sporche e bagnate, sono partite alla volta di Salamanca, con al volante un simpatico autista, Santiago. Arrivate in città, i loro occhi si sono illuminati alla vista del loro “facchino” personale, Javier, immediatamente bersagliato da battutine alquanto spinte… Il soggiorno è proseguito nel migliore dei modi: alle nove del mattino iniziavano le lezioni di lingua spagnola presso il “colegio don Quijote”, durante le quali hanno appreso nuove strutture morfologiche, lessicali e approfondito moltissimi aspetti culturali relativi alla vita quotidiana degli spagnoli. Nella prima metà della settimana le giornate sono proseguite con visite guidate della città, mentre negli ultimi tre giorni si sono dedicate maggiormente all’assalto dei negozi locali, per poi concludere le serate nei migliori pub della città. Il punto di ritrovo di tutti i ragazzi era l’enorme “Plaza Mayor”, dove era concentrata la maggior parte della gioventù. Non crediate, però, che sia stato tutto rose e fiori, la delusione più grande è stata l’escursione alla città di Avila, dove, dopo aver pagato una cifra piuttosto consistente, non sono riuscite a vedere niente poiché ogni luogo di interesse era “cerrado” (chiuso)… le ragazze deluse, stanche per la lunga camminata, e infreddolite (perché tra l’altro la giornata non era delle migliori), sono tornate al pullman per far rientro nelle proprie case. La tristezza collettiva è arrivata il sabato mattina, quando hanno preparato i bagagli carichi di souvenir e hanno dato un ultimo saluto alle rispettive famiglie. Il rientro è stato abbastanza tranquillo (forse perché la stanchezza ha cominciato a farsi sentire…) e tutto è andato liscio come l’olio… dopo questa bellissima esperienza… è dura tornare alla realtà di tutti i giorni!!! Le classi 3^AT e 3^BT PAG. 6 GIUGNO 2007 Let’s go… to Florence! “Ciuff Ciuff!! Il treno regionale proveniente da Ancona per Firenze delle ore 08.57 è in partenza dal binario 3”. Noi ragazzi del 3°BT, insieme al prof. Nicola Pagliuca, siamo partiti alla volta di Firenze l’8 maggio 2007. Inizialmente questa gita non sarebbe dovuta essere una delle meglio organizzate, in quanto eravamo solo una parte della classe e soprattutto perché il soggiorno sarebbe durato solo due giorni!! Nonostante tutto, grazie allo spiccato umorismo del prof. e alla nostra voglia di divertirci, siamo riusciti a rendere la gita entusiasmante! Dopo cinque lunghe ore di treno siamo arrivati nella città fiorentina. Depositati i bagagli in hotel (e qui vi risparmiamo i dettagli!) ci siamo incontrati con Domenique, colei che ci avrebbe fatto innamorare di Firenze. Visitati ed ammirati i più bei monumenti del centro storico della città, ci siamo dedicati allo shopping!! Tutti soddisfatti (a parte una nostra compagna che non ha trovato le “Converse” bianche n. 37…) ci siamo ritirati in hotel. La serata è trascorsa alla grande, tra battute e Irish Coffee, facendoci fortunatamente dimenticare una cena indescrivibile!!! Dopo un risveglio devastante, ci siamo diretti al Museo del Bargello e dell’Opera del Duomo. Purtroppo non vi possiamo raccontare niente di più, per non farla troppo lunga... Il nostro viaggio si è concluso con il rientro a Fabriano alle ore 21.45. Azzurra Maggiori Maruska Manuelli Tre giornate tra storia, arte e paesaggi ameni Giovedì 19 aprile, ore 5.08, partenza per una tre giorni in compagnia degli alunni delle classi 2°,3°,4° A ragioneria per visitare, verificare, meravigliarsi di posti, di luoghi studiati sui libri. L’Abbazia di Montecassino, la città di Pompei, le famose isole e la costiera Amalfitana ci aspettano. Siamo saliti fino a quota 520 m attraverso paurosi tornanti a picco sulla pianura. Bianca e maestosa ci attende l’Abbazia di Montecassino, distrutta diverse volte, ma sempre ricostruita. La visione evoca subito i misteri descritti da Umberto Eco ne “Il nome della Rosa”. A Pompei, accompagnati da una guida dal linguaggio moderno e comprensibilissimo, ci aggiriamo tra cardi e decumani, anfiteatro e palestre, case dei ricchi e strade piene di negozi: tintorie, bar, mc-donald, fast foods. Ammiriamo il rosso, il nero e l’oro pompeiani. Attraversiamo più volte sulle strisce pedonali!!!???....cercando di non cadere, fino a visitare la parte più fallica??!! di Pompei… Finalmente mettiamo piede nella meta più ambita degli studenti: l’albergo. Albergo bello, nel centro di Castellamare di Stabia, piscina, discoteca, ristorante sontuosamente arredato, cibo ottimo, notti tranquille…. Zaino in spalla, costume e infradito, traghetto veloce: Capri. Siamo inebriati dai profumi dei gelsomini, dei pitosfori e di mille altri fiori di cui l’isola è ricca. Vegetazione lussureggiante, palme, ficus, euphorbie, ginestre, rocce dolomitiche a picco sul mare. Acqua splendida, tur- chese, azzurra e c’è chi ha osato bagnarsi ai piedi dei famosi “faraglioni”. Abbiamo visitato Anacapri, in alto, ai piedi del monte Solaro. Viuzze affascinanti, negozi pieni di profumi, dolcezze e liquori a base di limoni. Il giallo dei limoni è il colore che ci cattura per tutto il periodo. Finalmente attraversiamo la famosa “Piazzetta di Capri”, ma nessuno osa sorbire un caffè seduto ai vari locali, lì affacciati. Belle gigantografie dei personaggi illustri, che hanno vissuto alcuni momenti delle loro vite a Ca- pri, campeggiano lungo le vie. Capri era già stata l’isola preferita da alcuni imperatori romani, che lì vissero a lungo. Ultima tappa: Amalfi, (anch’essa città della carta), con la Costiera Amalfitana ammirata dalla barca. La tre giorni è stata animata dal “GRUPPO ALCOLICO” che, in verità, non regge nemmeno l’acqua minerale gassata. Il viaggio di ritorno è stato delizioso e romantico, rapiti dalla visione del film:”C’è posta per te” con Meg Ryan e Tom Hunks. By Serenella GIUGNO 2007 PAG. 7 “A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti” di Ambra Traballoni & Fabio Pellegrini Dopo lunghe ed estenuanti trattative con il buon Oliviero Strona, la classe 4^AG è riuscita ad ottenere una gita. Il viaggio d’istruzione era previsto per il 7 e 8 maggio a Firenze, capitale italiana della cultura. Tre ragazze e sette ragazzi, al contrario del “Decameron” di Boccaccio, siamo saliti sul treno per sfuggire alla noiosa vita scolastica. Partiti all’insolita ora delle 8.57, il viaggio per il capoluogo toscano dura fino alle 13 e qualche minuto. Diretti ad incontrare la guida turistica, ci riposiamo qualche minuto in piazza del duomo, davanti al Battistero, chiamato così dai fiorentini poiché era l’unico luogo dove era possibile battezzarsi. La guida ci raggiunge poco dopo, spiegando a noi tutti e anche a chi non voleva saper- Giornale a scopo didattico a diffusione interna all'Istituto Tecnico Statale Commerciale, per Geometri e Turismo "Alfredo Morea" Charkaoui, Chiara Cofani, Mara Galdelli, Matteo Micheletti, Elisabetta Migliaccio Tessitore, Laura Migliorelli, Martina Paparelli, Fabio Pellegrini, Andrea Pesce, Sara Silvestrini. Responsabili Prof.ssa Regina Merloni Prof.ssa Lucia Sentinelli VIGNETTISTA: Hajar Charkaoui Stampa: Arti Grafiche "Gentile" Fabriano COMITATO DI REDAZIONE: Eleonora Bartolucci, Francesca Carletti, Matteo Carovana, Hajar COLLABORATORI: Prof. Serenella Boldrini, Prof. Alberto Rossolini, Classi IIIAT, IIIABT, IVAT, Silvia Ciccolini, Giulia Fantini, Alice Fiorentini, Andrea Jachetta, Azzurra Maggiori, Maruska Manuelli, Laura Torbidoni. lo, l’importanza del duomo e del battistero stesso con diffusi accenni alla storia fiorentina, in particolare, riguardo all’importanza della famiglia Medici, signori fiorentini dal 1434 al 1700 pur con varie interruzioni. Analizziamo poi il Duomo chiamato S. Maria del Fiore, con particolare attenzione al maestoso campanile di Giotto. La facciata esterna della chiesa è in stile gotico, ci spiega la guida, ed è molto ornata, cosa che poi non verrà ripetuta all’interno della stessa tranne che nella cupola del Brunelleschi. Con passo svelto, ma poco felpato, ci siamo diretti verso la basilica di S. Croce, con pit- stop rapido di fronte alla casa di Dante Alighieri. La basilica di Santa Croce ospita le tombe dei più grandi protagonisti della storia italiana, ma anche della letteratura e scienza come ad esempio: Dante, Foscolo, Machiavelli, Galileo, Alfieri e Michelangelo. Successivamente ci siamo recati in Piazza della Signoria per ammirare il noto Biancone, che altri non è che la statua del dio Nettuno, le statue di Ercole e Caco, la copia del David di Michelangelo, ma soprattutto la statua del SEOXSEO (36): ovvero la statua del Perseo che, secondo la mitologia greca, taglia la testa al leggendario mostro Medusa. Abbandonati alla nostra sorte dalla guida che peli sulla lingua non aveva (difatti era una persona molto diretta), ci siamo dati all’auto gestione della gita, dapprima visitando il fiume Arno, quello della famosa inondazione, poi inevitabilmente il ponte Vecchio e tutte le sue oreficerie. La serata fiorentina prosegue di libero svago per i nostri dieci amici. Il brusco risveglio mattutino, dopo una notte passata in bianco, ha scosso tutta la compagnia. Assonnati e poco vogliosi di movimento, abbiamo visitato Palazzo Pitti e la sua Galleria Palatina, infinitamente lunga e piena di affreschi e quadri, ci costringeva ad una mattinata in piedi o passata a camminare. Immediatamente dopo la galleria, l’accompagnatrice Miss Regina Merloni (voglio il 7 solo per questo), che fremeva dalla voglia di vedere il giardino di Boboli, è stata accontentata. Pieno di vialetti e anfratti, il giardino di Boboli è stato descritto da “esperti del luogo” (alias Burattini) come similare ai giardini fabrianesi (specifichiamo: quelli nuovi) “due o tre prati e qualche pianta”! Dopo cotale visita, strisciando poichè le gambe non reggevano più, ci siamo affrettati a “intrenarci” di nuovo per la via del ritorno. PAG. 8 GIUGNO 2007 DIVERTIMENTO SENZA FINE di Chiara Cofani & Martina Paparelli Anche se svegliati con difficoltà dai nostri genitori, ci siamo ritrovati quasi tutti puntuali (persino Chiara Carnevali), davanti al Palaguerrieri alle 6.30, dove ci aspettava “un bellissimo pullman dotato di ogni confort”…beh questo è quello che diceva l’agenzia viaggi! Anche se è durato poche ore, il viaggio è sembrato un’eternità, dato che l’autista andava peggio di una lumaca. Finalmente arrivati alla meta tanto attesa, cioè Bologna, e finalmente finite le due ore di visita con la guida che ci ha mostrato il Palazzo Comunale, la fontana del Nettuno con le sue prosperose statue e le torri pendenti, abbiamo incominciato a sentirci dei veri e propri bolognesi. Mentre alcuni di noi sentivano un forte buco allo stomaco, dei coraggiosi eroi hanno voluto sfidare i 500 scalini della torre degli Asinelli; raggiunto l’obiettivo hanno ripreso le forze e sono ritornati giù…anzi no! per colpa di un “eroe senza testa”, si sono dovuti fermare su quelle ripide scale, per aspettare il super Tiberini che doveva recuperare il suo super giacchetto aggrappato alle sbarre in cima alla torre.Gli altri si sono recati in fretta e in furia, sgomitando, al primo McDonald e ordinando tutto ciò che possedeva più di 2000kcal, poi sono stati raggiunti dagli eroi. Nel pomeriggio ci siamo tuffati di nuovo in quella bellissima e grande città piena di negozi, che tanto attendevamo di ammirare. Ma la parte più bella doveva ancora venire, giunti davanti l’hotel a Cervia siamo rimasti scioccati per la maestosa bellezza di quell’edificio… che, se qualcuno non l’avesse capito, faceva veramente schifo, ma, con il nostro entusiasmo siamo riusciti a trasformare quella baracca in castello dei divertimenti aiutati in gran parte dal nostro compagno Visconti. L’indomani mattina, svegliati ed affamati, ci siamo recati di sotto con l’acquolina in bocca, ma abbiamo trovato solamente delle misere fette di pane scongelate e delle scatolette di marmellata di soli 0.2g. Il giorno è stato dedicato alla visita di Sant’Apollinare in Classe, dei monumenti della cultura artistica bizantina e della tomba di Dante a Ravenna. Ma ci aspettava una serata piena di emozioni, dato che dovevamo andare in discoteca. Arrivati lì con il pullman che lo stesso locale ha messo a nostra disposizione, abbiamo incominciato a scatenarci in una danza folle che ha coinvolto anche le prof. Merloni e Carmenati, difficile da dimenticare! La notte per noi era ancora giovane e, con il disappunto delle prof., abbiamo continuato a ridere, correre sui corridoi e sbattere le porte, vero prof. Merloni? Per concludere, possiamo dire che Mirabilandia è una vera “figata” e “toh!” a tutti quelli che non hanno voluto partecipare! Un finale tra gli applausi del pubblico (segue dalla prima) caso Maria Teresa, una ragazza dolcissima che ha collaborato con noi per tutto il tempo della preparazione del lavoro. Penso che l’emozione, che si prova alla fine di uno spettacolo, costato anche tanto sacrificio, oltre all’inevitabile divertimento, quando il pubblico applaude calorosamente, non sia descrivibile a pa- role, ma si possa solo capire provandola sulla propria pelle. Per finire, un affettuoso e doveroso ringraziamento al Teatro Pirata (Francesco, Grazia e Silvano), al Dirigente Scolastico Prof. Oliviero Strona, alla prof.ssa Merloni, che hanno reso possibile il progetto, ma non vogliamo dimenticare il tecnico di laboratorio Luciano Maccari, che ci ha assistito costantemente per tutta l’attività fin dagli esordi. Gli attori… GIUGNO 2007 PAG. 9 Una classe senza limiti... la terza Z cio Tessitore, Giulia Lazzari e Sara Silvestrini la deridevano, ma che a loro volta sono state chiamate “sfigate”, perché pensavano solo a cose futili. In questa classe non manca proprio nessuno, tipo Marianna Rizzo che non è stata molto attenta a prendere certe precauzioni e fra poco si ritroverà immersa nei pan- ni della 3°Z, perché sempre impegnata con i suoi beniamini della 3°A. Ma chi è proprio fuori dalle regole è Irma Schiavone, un tipo tutta uomini e moto che, dopo aver scritto il suo nome sul muro dell’aula, ha avuto la faccia di chiedere scusa alla prof.. Maria Teresa, sferita a Rovigo; Giacomo si è sposato con la sua compagna di classe Chiara ed è proprietario di una ferramenta; Chiara è a sua volta proprietaria di un sexy shop, ma si aspettava molto di più dal leader della 3°Z; Federico si è sposato con una donna molto ricca; Elisa è uscita dal tunnel della dro- nolini. Sicuramente Caterina Spedaletti non ha fatto proprio lo stesso, tenendosi distante da tutti, mostrando i suoi guantoni rossi da kick-boxing, per non parlare di Andrea Ricci che, pur mostrandosi un vero razzista, ha finito per sposare e avere figli da una donna di colore. Chi veramente manca è la prof. Martina Paparelli che, acidella che non c’è male, non è riuscita a mettere in riga i suoi “cari” alun- giudicata diversa ed evitata da tutti, in fin dei conti era l’unica sana, che, grazie alla sua bontà, ha salvato l’intera classe, facendo così continuare la vita di ognuno. Dopo vent’anni: Elisabetta è stata rinchiusa in una clinica psichiatrica; Irma è diventata un famoso avvocato; Giulia ha realizzato il suo sogno di diventare proprietaria di un centro benessere; Sara, più volte divorziata, si è tra- ga, ma per tirare avanti spaccia ancora; Caterina, laureata con il massimo dei voti, ha adottato una bambina e gira il mondo con un caravan; Andrea è partito per la guerra e mai ritornato; Marianna ha avuto cinque figli; Maria Teresa è diventata un’attrice che gira il mondo; la prof. Martina è andata in pensione anticipata e se la spassa con un mulatto venticinquenne ai Caraibi. di Chiara Cofani & Martina Paparelli Sicuramente vi aspetterete un articolo petulante che descrive quei 45 minuti durante i quali certi ragazzi fuori di testa hanno affrontato sopra un palcoscenico, più precisamente quello del teatro Gentile un’impegnativa rappresentazione. Invece vi sbagliate di grosso: siamo noi che dettiamo le regole, non è più il solito giornalista con i suoi “bla bla”… ora anche gli attori scrivono e noi siamo l’eccezione che conferma la regola. Sicuramente siamo di parte, ma possiamo dire che è stata un’esperienza unica…anche perché…nessuno di noi voleva provare i pantaloni a vita alta! Infatti, lo spettacolo, per nostra sfortuna, era tratto da un libro intitolato “Nemico di Classe” ambientato negli anni ’80. Lo spettacolo racconta della 3°Z, una classe “un po’ fuori dalle righe”, basta solo vedere i suoi comportamenti iniziando da Giacomo Agostinelli un vero e proprio leader che, con il suo carattere prepotente è riuscito a organizzare un’autogestione con i fiocchi aiutato dall’unico coraggioso, Federico Tiz, che, con il suo concetto di libertà, ha intrattenuto la classe per pochi istanti, seguito da Elisa Puma, che ha fatto riflettere sulle bellezze della natura ormai perdute. Poco dopo l’attenzione si è rivolta su Chiara Cofani che, innamorata persa di Giacomo, lo continuava a salutare non accorgendosi che le compagne Elisabetta Migliac- PAG. 10 GIUGNO 2007 SU LA GUARDIA di Elisabetta Migliaccio Tessitore “Su la guardia” è un progetto teatrale, che la fondazione Exodus di Jesi di don Mazzi ha proposto a circa 4500 studenti delle classi terze e quarte superiori della provin- cia di Ancona. Questo spettacolo parlava della timidezza che è vissuta come un difetto, a differenza della prepotenza che spinge ognuno di noi ad affrontare indirettamente un continuo duello con gli altri. Con la rappresentazione questi giovani ci hanno voluto dire che l’aggressività personale, la maggior parte delle volte,si manifesta perché ci si vuol difendere, pensando che la difesa sia il miglior attacco. Il titolo è un messaggio di provocazione ed è un invito a tenere la guardia abbassata, lasciando che gli altri ci aiutino, quando abbiamo qualche problema, anziché rifugiarsi nel- SOLIDARIETÀ AL MOREA Grazie all’entusiasmo sempre giovane della prof.ssa Carla Cherubini, quest’anno il nostro Istituto ha pensato ad una iniziativa di solidarietà bella ed importante: l’adozione a distanza e il sostegno economico a bambini del Guatemala. Don Victorio Sandoval Oscar, un sacerdote guatemalteco che opera nella nostra diocesi, è venuto a trovarci per presentare la sua iniziativa, NINOS DE MAIS, una onlus da lui fondata che vuole aiutare in modo particolare una cittadina del Guatemala, Santa Cruz Naranjo. E’ un paese di circa 13.000 abitanti, con deficienze igieniche e mancanza di scuole e insegnanti. L’aiuto che possiamo dare dall’Italia consiste prima di tutto nell’adozione a distanza di bambini per assicurare loro il necessario per vivere e avere il materiale necessario per la scuola (quaderni, penne, libri di testo ecc.). Il contributo mensile è di 25 euro. Fino ad oggi solo il IIIAG e il IIIBT hanno accolto e inviato una somma per assicurare un semestre di adozione. (L’impegno è per almeno un anno). A loro va tutta la nostra ammirazione. Le necessità di Santa Cruz sono tante, manca un ambulatorio medico, mancano la scuola e i maestri che possano insegnare, mancano le strutture sanitarie e quelle igieniche, pubbliche e private. L’invito è ancora valido per tutte le classi e per tutti gli alunni. Se sappiamo dare continuità a questa iniziativa, credo che potremo presto vedere anche i risultati e capire quanto sia importante privarsi di un caffè al giorno per dare il necessario a bambini che hanno tutto il diritto di vivere una vita degna di essere chiamata umana. Don Victorio e i suoi amici ci aspettano in Guatemala per vedere e fare amicizia con questi bambini. Don Alberto l’alcool o nella droga, come spesso avviene. Tutti i ragazzi, che hanno realizzato lo spettacolo, hanno avuto problemi di questo genere e le loro testimonianze facevano accapponare la pelle, soprattutto quando parlavano della sofferenza che hanno provocato ai propri familiari; tutto questo mi ha fatto riflettere tantissimo… Un altro appuntamento con questi ragazzi è avvenuto il 27 aprile ad Ancona a cui hanno partecipato delle rappresentanze di studenti delle scuole della provincia di Ancona, tra cui anche la 3AR. Stando alle loro testimonianze si sono divertiti, anche se affermano che è stato più emozionante e costruttivo lo spettacolo e il dibattito che si sono tenuti precedentemente nella sala Ubaldi di Fabriano. Un’altra esperienza che la nostra scuola ha organizzato per sensibilizzare gli studenti al problema della tossicodipendenza, è stata la visita alla comunità di don Gelmini ad Amelia. In questa comunità ha suscitato particolare interesse la presenza di uno zoo, con animali di ogni specie tra cui anche un canguro, dove gli ospiti della comunità prestano il loro servizio, che rappresenta una delle tante attività che loro svolgono. GIUGNO 2007 PAG. 11 I PROGETTI DEL IVAG MINUTO PER MINUTO di Sara Silvestrini Quest’anno i ragazzi della IV^AG sono stati molto impegnati, anzi, che dico, iperimpegnati con vari progetti multidisciplinari. Alcuni li definiscono: “i più impegnati” altri “gli sgobboni”, infatti sì! Non si fermano mai… Già dall’anno scorso abbiamo visto questa clas- se all’opera e quest’anno la rivediamo con altri progetti, come ANMIL, API e UNIFABRIANO e per concludere il corso di topografia e fotogrammetria… In cosa consistono? Beh, presto detto! Il progetto ANMIL ha reso questa classe la prima, nel nostro territorio, a entrare in un cantiere, precisamente in quello della nuova piscina di Fabriano, per vedere come deve essere tutelata la sicurezza…Certo la sicurezza, al momento, era tutto ok! wow! I nostri ragazzi si sono stupiti! Ma dopo 5 minuti che erano andati via l’ingegnere, i due signori dell’ASL (che periodicamente fa dei controlli) e tutte quelle persone che la facevano rispettare, i nostri mitici ragazzi hanno trovato i lavoratori senza caschi né protezioni…ahahah!!! Comunque avete capito che questo progetto è stato fatto perché, prima o poi, i nostri ragazzi, partendo da quelli del primo al quinto geometri passati, presenti e futuri, che proseguiranno nel loro campo, dovranno far rispettare le leggi come la 626 e la 494… E uno è fatto!!! Il progetto API, che la IV^AG porta avanti con la II^AG, è sul risparmio energetico. Quindi hanno partecipato a un concorso: si è trattato di calcolare i consumi energetici nel nostro istituto, per mettere in atto un sistema che consenta di risparmiare energia. Dall’analisi è emerso che consumiamo molta corrente vista l’innumerevole quantità di computer, quindi, per favore, quando non serve, spegniamoli e non lasciamoli in standby!!! A questo punto hanno iniziato a pensare alle fonti rinnovabili che li potessero aiutare per realizzare il progetto dentro il budget prestabilito di 25˙000 euro che se, e solo se, vincessero il concorso, potrebbero realizzare realmente…in bocca al lupo raga!!! Allora che c’entra il progetto UNIFABRIANO??? Questo progetto è denominato “I giovani talenti” ed è servito a progettare un impianto fotovoltaico per accedere al “conto energia”, vale a dire a dei fondi erogati dallo Stato per promuovere l’uso delle fonti rinnovabili. Dai, un ultimo sforzo, siamo arrivati alla fine con il corso del prof. Anderlini Fabio. Sono stati realizzati 3 progetti: il primo per la costruzione di un marciapiede che parte dal semaforo vicino ai vigili del fuoco e arriva allo stop di lato alla scuola; il secondo è quello desiderato dalla professoressa Boldrini cioè quello di un campetto di atletica leggera vicino a quelli di calcio e basket; il terzo e non il meno importante è di dare la “quota” alla stazione GPS (cioè a quel triangolino bianco posizionato sopra il nostro tetto!)… Il IV^AG merita sicuramente un ringraziamento insieme con il II^AG e i professori Anderlini, Rosati e Tognoli che hanno lavorato tanto alla formazione dei ragazzi e a favore del nostro istituto. Ravazzini batte Pagliuca 10 a 1 Dopo il noto professore Nicola Pagliuca (ultimo acquisto del nostro Istituto), anche se solo per tre settimane, un altro giovane, anzi giovanissimo “ruba cuori” si è aggirato nei nostri corridoi nel mese di marzo. Stiamo parlando del bel professore Claudio Ravazzini! Dieci ragazze su undici hanno risposto Ravazzini al test “l’uno…o l’altro?”. Ma noi, il bel professore, l’abbiamo intervistato… Nome? Claudio Cognome? Ravazzini Età? 24 anni (25 l’8 maggio) Sesso? Vedi m’po’ te… Fidanzata o… fidanzato? Sa in questo periodo…(ride) libero! Quale professore sta sostituendo? Tomassini Cosa insegna? Disegno tecnico… o almeno ci si prova! Come si trova in questo Istituto? Con quali classi?! No, scherzo, abbastanza bene con tutte, mi dispiace molto di non poter portare il quinto geometri in gita Cosa pensa del nostro preside? Risponda sinceramente …diciamo molto attento alle richieste degli alunni! E’ “favrianese”? Si! Favorevole o contrario… Ai dico: Favorevole Alla guerra in Afghanistan: Contrario Al bullismo nelle scuole: Contrario Alla corruzione in parlamento: Contrario. Alla liberalizzazione delle droghe leggere: … E di quelle pesanti: No, queste no! Vasco, Ligabue o…la “giovane” Milva? Vasco! Acqua santa o fuoco e fiamme? Fuoco e fiamme! Ti sembro uno da acqua santa io??? Com’è andata la laurea? Abbastanza bene…110 e lode! E come ha festeggiato? …non mi ricordo!!! Un voto a questa intervista? Ottimo, anche se abbiamo avuto poco tempo. Noi abbiamo finito, grazie per la sua attenzione. Fatemi correre in quinto se no si scannano! Francesca Carletti & Sara Silvestrini PAG. 12 GIUGNO 2007 IO, GIOVANE E LA FAMIGLIA di Giulia Fantini Uno dei più importanti valori morali, la famiglia, ha subito nel corso del XX secolo profonde trasformazioni. Agli inizi del Novecento si parlava di famiglia patriarcale, dove i ruoli erano esplicitamente distinti:il capofamiglia era l’uomo, che pensava a lavorare e a mantenere la famiglia economicamente, mentre la donna si preoccupava delle faccende di casa e della crescita e dell’educazione dei figli. I rapporti con tutta la parentela erano ben saldi e fortemente uniti dalla morale cristiana. A partire dagli anni Cinquanta la famiglia tradizionale ha cominciato a conoscere notevoli mutamenti, dovuti soprattutto ai cambiamenti della società e all’emancipazione femminile. Proprio la donna, negli ultimi decenni con il riconoscimento dei diritti fondamentali si è sempre più inserita nella società, ma al di fuori dell’ambito familiare. Infatti partecipa all’attività lavorativa, alla vita politica, insomma alla vita sociale. Oggi giorno l’istituzione familiare è argomento di vivaci discussioni. Ne parla l’uomo di strada, ne parlano gli esperti di diritto, ne parlano i religiosi Eccoci. Siamo tutti così toccati moralmente dai problemi delle persone del mondo che hanno meno di noi e ci diciamo che noi non possiamo farci nulla perché siamo distanti, e non ci accorgiamo che potremmo comunque fare molto per chi non è poi così lontano, che vediamo ogni giorno, e invece di avvicinarci, passiamo loro davanti senza neanche guardarli: i disabili, coloro che non hanno scelto di essere così, ma la vita lo ha imposto loro e non possono fare niente per cambiare. Eppure sono persone come noi: respirano, mangiano, hanno dei bisogni come tutte le persone normali, ma soprattutto sentono, avvertono se intorno hanno chi li ama o no. Cercano il nostro sguardo, mentre passiamo per la strada, e noi lo neghiamo perché non riusciamo a vedere al di là di noi stessi… Una persona con dei problemi fisici, spastica, handicappata, down, vorrebbe essere come noi, ma noi spesso ci mostriamo insensibili… Evitiamo qualsiasi tipo di contatto con loro, non vogliamo il peso di un disabile sulle spalle, ci rovinerebbe la vita… Ma ci sono persone che questo peso lo sostengono e non si rovinano la vita. Non lo hanno deciso loro, è stato il destino, ma ora non possono proprio tirarsi indietro. I genitori dei disabili non hanno chiesto di avere un figlio così, con dei problemi, eppure esiste, e loro hanno tutti i giorni il dovere di prendersi cura di lui… C’è chi scappa, chi abbandona addirittura suo figlio da piccolo, sapen- e ne parliamo noi giovani. La famiglia è l’istituto, la società più piccola che esista, ma anche la più importante. Purtroppo, molte persone, affrontano il matrimonio in modo sbagliato, intendendo la famiglia non come dovrebbe essere. Molte persone arrivano al matrimonio impreparate, convinte che l’esperienza, derivata dagli anni, possa loro permettere di superare i vari problemi che via via si presenteranno. Molte persone si trovano a sposarsi per motivi indipendenti dalla loro volontà, altre si sposano solo per motivi d’interesse, pensando che si possa condividere la vita con una persona che non si ama, che non si stima, ma che è in grado di permettere un alto tenore di vita. Questo ed altre cause portano poi al fallimento del matrimonio, o al formarsi di famiglie senza amore, senza stima reciproca. Oggi si parla di divorzio, di limitazione delle nascite. Io sono favorevole al divorzio. Non vorrei essere fraintesa, sono favorevole al divorzio perché comprendo che, a volte, è necessario, che bisogna dare la possibilità ad una persona di rifarsi una vita. Quando un nucleo familiare si scioglie, non sempre la colpa è di entrambi, ed allora non si può condannare una persona a restare sola tutta la vita perché il coniuge ha sbagliato. Da credente considero la famiglia qualcosa di sacro, ma, nonostante ciò, quando l’amore, la stima, la collaborazione vengono a mancare, io mi domando perché due persone devono restare insieme. Molti dicono che se i genitori si separano, i figli soffrono. Non sono del tutto d’accordo con questa affermazione, poiché credo che quei figli che vedono i loro genitori discutere tutto il giorno, che vedono condurre una vita indipendente l’uno dall’altro, che vedono i loro genitori avere relazioni extra-familiari, risentano di questa situazione. Forse sbaglio, sono giovane, senza esperienza, vissuta sempre in una famiglia in cui regna la tranquillità, in cui il pericolo della separazione non si è mai mostrato e forse non posso capire a fondo questo problema, però penso che il divorzio sia a volte necessario, anche se comporta numerosi pericoli. Il divorzio potrebbe contribuire, in effetti, a formare la concezione sbagliata secondo cui il valore della famiglia non è poi tanto importante. Se si dovesse sbagliare, c’è sempre il divorzio. lo non so se mi sposerò, ma se dovesse giungere il giorno in cui mi vorrò sposare, vi giungerò preparata, dopo aver valutato tutti i problemi. Sì, anch’io commetterò errori, nessuno è infallibile, ma farò il possibile perché questi siano pochi. Vi sono istituzioni che preparano al matrimonio, alla vita in comune, all’importanza della famiglia, alle responsabilità verso i figli, ma pochi sono coloro che le frequentano, convinti di poter fare da soli. Bisognerebbe svegliare nella mente umana quella parte di coscienza che, a volte, resta assopita, bisognerebbe far capire alle persone che la vita è una cosa importante, che la famiglia è qualcosa di meraviglioso, ma che richiede tanti sacrifici, tante rinunce e pure in cambio dà doni impagabili. Se si riuscirà a far capire ciò, il divorzio non farà più paura, sarà solo il mezzo che potrà permettere ad una persona di rifar- UN FILM PER IMPARARE do che non avrà mai un futuro, fregandosene di tutto quello che sarà di lui, “tanto non avrà mai una vita normale…”. E forse è vero che loro non avranno mai una vita normale, ma ci sono persone che non si tirano indietro e crescono i propri figli anche se hanno dei problemi, con tanto amore, forse di più che se fossero sani e liberi. Sono persone, genitori da ammirare, che non si sono fermati all’apparenza di un figlio che non sarà mai come gli altri, e lo crescono, gli danno la forza di lottare e vivere! Perché la loro vita non è sprecata; è comunque inevitabilmente diversa… Hanno sempre bisogno di qualcuno che stia loro vicino, perché da soli non possono vivere, dipendono in qualche modo da qualcuno. Purtroppo la maggior parte dei disabili non ha la capacità di vivere da sola, hanno bisogno continuamente di aiuto. E oltre ai genitori che si prendono cura di loro, ci sono molte altre persone disposte a dar loro una mano. La scuola cerca di sensibilizzare i ragazzi, anche con la visione di film, come nel mio caso, quando ho assistito alla proiezione di “Mai più come prima”, in cui tra i personaggi c’era un ragazzo disabile che non voleva la pietà della gente, voleva la loro amicizia, essere trattato normalmente e divertirsi come tutti i ragazzi della sua età. I suoi genitori lo trattenevano, a volte si vergognavano di lui, avevano paura di lasciarlo da solo e lui continuava a cercare la sua indipendenza. Certi genitori di disabili tendono a proteggere i loro figli in modo sbagliato, tenendoli in casa, avendo paura di si una vita se, per disgrazia, si accorgerà di essersi sbagliata. L’altro grave problema riguarda la tendenza a fare sempre meno figli, problema grave, problema urgente. Viene spontaneo dire: se si mette al mondo un figlio, bisogna accettarne le conseguenze. D’accordo, ma spesso il bambino giunge indesiderato non per paura dei sacrifici, ma perché si comprende che non potrà essere allevato o per difficoltà finanziarie o per età avanzata, o per altri gravi motivi. Anche la limitazione delle nascite presenta dei pericoli, si rischia di allontanarci da quello che è il fine primo del matrimonio, la procreazione. Pure per questo problema penso che bisogna prima cercare di far capire ciò che ho detto riguardo al divorzio ed allora anche la limitazione delle nascite non rappresenterà un grave problema, non servirà per permettere ad una persona di sfuggire alle proprie responsabilità. La famiglia vuole dire tante cose: amore, bambini, collaborazione. A volte i bambini mancano, ma l’istituzione familiare può essere ugualmente bella, e poi ci sono tanti bambini abbandonati, vittime innocenti di famiglie mal formate, vittime che ancora esistono. Io vorrei dire a tutti i giovani e non giovani che la soluzione a questa crisi è in noi. Siamo noi che dobbiamo riscoprire l’importanza di questo valore, del ruolo della famiglia nella società, che un tempo era fondamentale per la crescita. Bisogna coinvolgere le coppie del terzo millennio a far sì che la famiglia sia il punto di partenza per lo sviluppo e l’evoluzione della società futura. ciò che potrebbe fare la gente nei loro confronti, come evitarli, e allora ci starebbero male. “Se è il corpo quello che conta, allora io valgo a metà…”. Questa frase detta da lui, ragazzo spastico, nel film colpisce molto. Anche se il loro corpo non permette di fare ciò che vorrebbero, hanno un loro cervello, capiscono ciò che è la realtà e, quando un compagno di scuola non vuole star loro vicino, non vuole condividere nulla con loro, lo capiscono e stanno male. I ragazzi non vogliono avere a che fare con i disabili e si trovano a disagio in loro presenza o li prendono in giro. Si sentono notizie sui giornali di persone che picchiano i down, ma com’è possibile? Quello che importa oggi ai ragazzi è non avere problemi e stare vicino ad un disabile, ne può dare molti. Ma non capiamo che basterebbe un gesto, una parola, per farli sentire parte di noi, per renderli felici! E’ tanto chiedere così poco?! Si spera che molti ragazzi capiscano tutto questo, e aiutino volentieri le persone che possono averne bisogno. Intanto io auguro a tutte le persone del mondo di avere il coraggio di andare avanti, di crescere un figlio disabile in modo dignitoso, insegnandogli le stesse cose che si insegnerebbero a un bambino normale, di non avere pena per loro, ma rispetto, che è la cosa più importante. Impariamo ad ammirare i disabili, perché anche con tutti i problemi, hanno la forza e la volontà di VIVERE! Alice Fiorentini GIUGNO 2007 PAG. 13 EUTANASIA: la vita è un diritto o un obbligo? di Laura Torbidoni Ci sono realtà ad alcuni sconosciute che altri, invece, conoscono fin troppo bene, situazioni di forte disagio e sofferenze che portano a scelte estreme, forse discutibili, ma che meritano comunque tutta la nostra attenzione. Sono scelte difficili da prendere, soprattutto quando si tratta di dover fare una legge che disciplini la materia in questione : l’eutanasia. È stata la lettera al Presidente Napolitano di Piergiorgio Welby ad accendere il dibattito; in quella lettera raccontò: “la giornata inizia con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mouth; trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri assimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute pulmocare”. Termini medici a noi incomprensibili, ma che sicuramente ci danno l’idea che di vita ce n’era davvero poca. A Piergiorgio Welby è stato staccato il respiratore artificiale dal medico anestesista Mario Riccio il 20 dicembre 2006. La domanda che ci si pone è se sia giusto prolungare ad oltranza la vita delle persone, ritardando solamente il momento della morte. Welby era affetto da distrofia muscolare, da trent’anni non camminava, da venti non poteva più scrivere, da dieci gli era possibile mangiare solo grazie ad un alimentatore; in totale stato vegetativo, dunque e perfettamente consapevole della ODE ALLA VITA Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi chi non cambia la marca chi non rischia e cambia colore dei vestiti chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e al sentimento Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta la musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che non conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi ricordando sempre che essere VIVO richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. Pablo Neruda sua situazione. È giusto far sopportare un tale calvario o è necessario che una legge permetta loro di poter scegliere della propria vita? Il 67% degli italiani sostiene di essere favorevole all’eutanasia e il 4% dei rianimatori interpellati ha che continuare a rimandare la morte, perdendo giorno dopo giorno la dignità umana. La Chiesa è contraria, comprensibilmente, ma l’Italia è uno stato laico e non tutti gli Italiani sono cattolici. Sulla base di questa affermazione si può facilmente dedurre dichiarato di praticarla illegalmente. Le opinioni espresse dal mondo politico e religioso sono tante e discordanti così come innumerevoli sono i problemi etici. La Chiesa è ovviamente contraria all’eutanasia in quanto la vita è sacra, è un dono di Dio e solo lui può riprendersela; con questa pratica si infrange il naturale desiderio di vivere. Alcuni uomini di Chiesa, sempre contrari all’eutanasia, si sono espressi tuttavia contro l’accanimento terapeutico: è il caso di Paolo VI che a suo tempo affermò: “In tanti casi non sarebbe una tortura inutile imporre la rianimazione vegetativa, nell’ultima fase di una malattia incurabile? Il dovere del medico consiste piuttosto nell’adoperarsi a calmare la sofferenza, invece di prolungare più a lungo possibile, con qualunque mezzo e a qualunque condizione, una vita che va naturalmente verso la sua conclusione”. In Italia lo stato giuridico di chi pratica l’eutanasia è pari a quello di chi commette un omicidio volontario, ma con attenuanti; per quanto riguarda il suicidio assistito il reato equivale ad istigazione al suicidio punibile dai 5 ai 12 anni di carcere. L’argomento è quindi molto complesso, soprattutto per un medico che riceve richieste di aiuto contrarie al giuramento di Ippocrate (V sec. A.C.) : “non somministrerò mai ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale né suggerirò un tale consiglio”. Ma non si possono ignorare richieste di tal genere, richieste di uomini e di donne che non hanno più una vita degna di questo nome e che preferiscono morire piuttosto che lo stato deve dare la possibilità ai suoi cittadini di poter compiere delle scelte sulla propria vita. Sarà poi discrezione dei singoli individui decidere sulla base della propria coscienza, dei propri ideali e credenze. Tuttavia c’è da porsi il problema che il paziente potrebbe non essere in grado di esprimere la sua volontà e la decisione potrebbe essere presa dai suoi familiari; cosa succederebbe se ciò che viene deciso per lui non è conforme alla sua volontà? E se alcune persone approfittassero dell’eutanasia solo per potersi liberare di quel “peso” che tutti i giorni devono accudire, come si fa con un bambino non ancora autosufficiente? Sarebbe come celare dietro la maschera che l’eutanasia offre l’occasione di commettere impunemente un vero e proprio omicidio. Di qui l’esigenza del cosiddetto testamento biologico con cui la persona, capace di intendere e di volere, nel pieno delle sue facoltà, dichiari ciò che vorrebbe fosse fatto nel caso in cui sia impossibilitato ad esprimere le sue volontà. Il potere di decidere sulla vita deve essere solo del malato e nessun altro può intervenire in merito. Se scegliere di morire sia giusto eticamente non si può dire, in quanto la visione delle cose cambia da persona a persona, sulla base di ciò che ciascuno ritiene più opportuno. La vita è un diritto sempre e in ogni caso, purchè non si trasformi in un obbligo imposto da uno stato che non prende decisioni in merito, costringendo a vivere il malato nella consapevolezza di non avere più speranza di guarigione. PAG. 14 GIUGNO 2007 Spider-man 3, un film che delude Detta semplice, il film non è dei migliori tra quelli della famosa casa di fumetti MARVEL. La complessità del film si intuisce subito dai titoli introduttivi molto “pieni”, mi verrebbe da dire, di effetti speciali. La trama logica dura fino a circa mezz’ora, per poi far sopraggiungere almeno tre linee narrative che, in ordine, si diramano da quello che era un filo del film interessante. Il fuggitivo Sand Man cerca la cura per la sua figliola ammalata e , dopo aver acquisito dei super poteri , si dà alla pazza criminalità. Harry Osborn invece si diverte a volare sull’aliante della “Oscorp Industries” nel vano tentativo di vendicare il suo malvagio padre. Spiderman si trova sull’orlo del tracollo, abbandonato dalla sua dolce metà e, soppiantato nel lavoro, cede alla massa informe che ha preso il controllo della sua mente, massa informe che altri non è che Venom, il famosissimo cattivo della saga a fumetti. Intrecci poco saggi e poco elaborati fanno del film,che doveva essere a mio avviso “ UN SEQUEL DI ALTRI TEMPi”,una vera e propria bufala,che cerca di ammassare in un terzo film tutto l’eroismo che Spiderman “DEVE”, secondo i registi, dimostrare, mentre già nel primo e secondo si era apprezzata l’umanità in un super eroe diverso ma soprattutto in un super eroe adolescente. Poco spazio in due ore e venti minuti di film per il perso- naggio noire che è Dark Spiderman,toglie tutto il fascino di un personaggio che “TRASCINA”, nel vero senso della parola tutto il pubblico, che si chiede in continua- zione la prossima mossa dell’eroe cattivo e senza risentimenti,cosi come NESSUNO era stato abituato a vedere nel primo e nel secondo episodio. Peter Parker/Spider-Man Tobey Maguire Anno: 2007 Mary Jane Watson Kirsten Dunst Nazione: Stati Uniti d’America Harry Osborn James Franco Gwen Stacy Bryce Dallas Howard Distribuzione: Columbia Tristar Durata: 156' Flint Marko/Sandman Thomas Haden Church Eddie Brock/Venom Topher Grace Data uscita in Italia: 01 maggio 2007 Genere: avventura Regia: Sam Raimi Sceneggiatura: Ivan Raimi Alvin Sargent Sam Raimi Fotografia: Bill Pope Musiche: Christopher Young Montaggio: Bob Murawski VOTO DELLA CRITCA: 3/5 VOTO PERSONALE: 2 IL MONDO STA CAMBIANDO!!! di Andrea Pesce Il mondo sta cambiando !!! Oppure è rimasto sempre come da divine molecole creato? Non credo!!! Oggi ogni persona che si rispetti in società ascolta musica. Ma quale tipo di musica? Di certo musica composta da computer e remixaggi di altre strofe create da cantautori che hanno fatto la storia della nostra Italia. Le famose Garage-Band (piccoli gruppi musicali ispirati alla realizzazione di musica punk o trash, si riunivano genericamente in dei sudici garage, così da prendere que- Vasco: “Voglio le Marche!” sto aggettivo piuttosto cittadino), che si formarono per imitare i più grandi musicisti, oramai sono scomparse , sostituite da singole persone che, grazie ad un PC ben dotato, possono creare canzoni di successo (se così possono essere chiamate) ripetendo ottave in successione. Diventa anche tu famoso; basta un click ed avrai soldi con una massa di ammiratori zombie (corpi vuoti senza alcun pensiero, dato che il cervello se lo sono giocato all’ ultima botta di cocaina)!!! Vorresti essere così ?... Detto sinceramente i molti soldi allettano, come la moltitudine di fans, ma preferisco di gran lunga a chi si scopre musicista dal giorno alla notte, chi grazie al sudore , calli sulle dita ed interi pomeriggi “sprecati” alla realizzazione di can- zoni originali, sogna di essere acclamato dai successori di Ozy Osborn. E’ ora che il mondo musicale cambi (come tutto il resto)… Ritornino i veri musicisti a cambiare il pianeta!!! (W gli Slipknot) di Eleonora Bartolucci La rock-star italiana più seguita dai giovani, aveva pronunciato proprio, queste parole in un’intervista, rilasciata a “Speciale tg1”, dove aveva manifestato il desiderio di poter fare delle prove per il suo prossimo tour proprio a Fabriano, città che era già stata protagonista, nel 2003, di un precedente concerto e delle emozioni che il Blasco ci fa condividere quando canta le sue canzoni più belle… Quest’anno non verrà a Fabriano, ma nel nostro capoluogo, Ancona. I biglietti sono già andati tutti venduti, anche se il concerto ci sarà a luglio. Infatti è proprio il concerto di Vasco che ha lasciato tutti senza parole perché a distanza di 10 giorni dall’apertura delle prevendite c’è stato subito il tutto esaurito. Molti sono stati i delusi che in questi giorni sono andati alle prevendite e si sono sentiti dire: “I biglietti sono terminati!”… Allora via, notte e giorno su internet per cercare di rimediarne uno. Molti ragazzi si sono fatti prendere dal panico, dalla paura di non essere presenti in quell’occasione speciale. In conclusione, possiamo dire che non c’è rimasto altro che cominciare a fare il conto alla rovescia, ripassare tutte le canzoni e sperare solo che, arrivato il giorno del concerto, non ci prenda il mal di gola… Altrimenti resteremo SENZA PAROLE… GIUGNO 2007 PAG. 15 That’s amore for sports... di Mara Galdelli & Serenella That’s amore for football… Quattro salti in palestra: palla al centro campo, le squadre si fronteggiano per decidere chi batte la palla… “Petto o coscia?” ops… Scusate “Testa o croce?” Scherzi a parte, con molta serietà e professionalità i nostri ragazzi hanno partecipato ai Campionati Sportivi Studenteschi con notevoli risultati. Per la prima volta abbiamo avuto una rappresentativa maschile Juniores d’atletica leggera alla fase invernale Indoor, svoltasi in Ancona nel nuovo palazzetto Indoor. Le difficili prove di Corsa Campestre della fase co- munale hanno visto cimentarsi molti coraggiosi alunni, pronti ad affrontare percorsi lunghi e accidentati. Ecco i partecipanti in ordine d’arrivo: - per le allieve (1° e 2° classe): Buratti, Domi e Cicconcelli. - per gli allievi: Regini, Franco e Signorelli. - per le juniores (3°,4° e 5° classe): Pedica, Palazzi e Caporali. - per gli juniores: Altarocca, Ruiu e Lampa. Gli alunni che si sono posizionati 1°, 2° e 3° hanno partecipato alla fase Comunale. - per le allieve: Buratti Erica - per gli juniores: si sono classificati 3° come gruppo (Barocci, Ramos, Mearelli e Petti) Si sono svolte anche le fasi comunali e provinciali dei giochi di squadra sia femminili che maschili (pallavolo e calcio A4/A5). - per la pallavolo allieve: si sono classificate 2° alla fase Comunale. (Moretti, Poeta, Latini, Galdelli, Cimarra, Ciccolini e Cicconcelli) - per la pallavolo allievi: si sono classificati 1° alla fase comunali e 2° alla fase provinciale. (Marani, Marcucci, Sepe, Florentin e Coicchia) - per la pallavolo juniores femminile: si sono classificate 2° alla fase comunale. (Palazzi, Bianchi, Setaro, Maldoni e Belardinelli) - per la pallavolo juniores maschile: si sono classificati 3° alla fase comunale. (Patrignani, Ricci, Pellegrini, Jachetta e Marini tutti componenti del 4AG) - per il calcio A5 allievi: si sono classificati 1° comunali e 2° provinciali (Regini, Signorelli, Sepe, Paolini, Martinelli, Cola, Adorisio, Tritarelli e Costarelli) - per il calcio A4 juniores femminile: si sono classificate 1° alla fase comunale, 1° alla semifinale Provinciale a Jesi e 3° alle provinciali di Ancona. (Bianchi, Palazzi, Merravi, Belardinelli, Maldoni e Sacchè) - per il calcio A4 juniores maschile: si sono classificati 3° comunali (Alessandrini, Altarocca, Lampa, Lucernoni, Cofani, Agostinelli e Mattioli) Abbiamo avuto dei partecipanti anche alle gare d’atletica leggera di Furio sempre in sfida! Come ogni anno il prof Furio Bedini è stato sfidato da una classe del corso geometri per una partita a calcetto; il 10 maggio è stato il 1AG a tentare la fortuna contro il campione del Morea che proprio in quella data ha compiuto gli anni (non dichiarabili!). Il 2°BG naturalmente non poteva mancare a questo evento quindi alla terza ora ci siamo recati al campetto della scuola per accogliere il nostro prof; appena uscito dallo spogliatoio (con tanto di divisa da vero professionista), è stato accolto da vero macho. Guidati dalla più accanita fan di Bedini, la prof Leoni, c’ La squadra “…ed ora fa parte delle colonne dell’istituto…” “era il miglior attaccante del centro Italia…” è stata una vera e propria standing ovation con tanto di canzoncina di auguri per caricarlo ancor di più. ……………………….. PHIPHIPHI. Ecco il fischio che dà inizio a questo imperdibile match. “La palla è a Bedini, ecco ora passa ad un suo compagno, ritorna a Furio che con un abile mossa schiva un suo avversario…… Eccolo, è lui, è davanti alla porta…… Tira…….. (momento di suspence)………. Ed è GOOOOOOOOOOOO OAAAA AAAA ALL LLLLL…. Portiere spiazzato, pubblico in delirio e l’eugubino vince ancora! Con questa schiacciante vittoria di 15 a 7, Furio Bedini conferma la sua fama di centrocampista più forte del centro Italia; logicamente la sua scalata al successo non è finita qui, ma continuerà ad anno nuovo e con sfidanti nuovi. Ce la faranno i prossimi a batterlo? Questo ancora non lo sappiamo, ma la cosa certa è che noi saremo lì a fare tifo per lui. Laura Migliorelli & Silvia Ciccolini 2°BG “…ma il condor colpisce ancora, portando a casa 17 gol, contro i 5 degli avversari!” Fabriano. - per le allieve: Bartolucci Eleonora classificata 3° ai 100 m Buratti Erika classificata 2° ai 1000 m Pedica Michela classificata 3° ai 1000 m Porcarelli Jessica classificata 2° al salto in alto Galdelli Mara classificata 1° al lancio del peso - per gli allievi: Regini Francesco classificato 1° ai 300 m, Marani Lorenzo classificato 2° al lancio del disco - per le juniores: Spedaletti Caterina classificata 2° ai 110 m ad ostacoli, Bianchi classificata 3° ai 100 m - per gli juniores: Trottini Marco classificato 3° ai 100 m Si sono classificati alla fase provinciale tutti quegli studenti che si sono piazzati al 1° e 2° posto. - per gli/le allievi: Galdelli Mara classificata 5°, Buratti Erika classificata 5°, Marani Lorenzo classificato 13°, Regini Francesco classificato 6° - per gli juniores: Trottini Marco classificato 5°. PAG. 16 GIUGNO 2007 Reportage da Barcellona presenza di provenienti dal mezzogiorno italiano). E così i giorni sono trascorsi in fretta tra le opere d’arte del suolo iberico, tra cui quelle più rappresentative di Gaudì, tipo la Sagrada familia e il parco Guell, opere architettoniche di elevatissima caratura che fanno venire la pelle d’oca, anche il camp Nou (stadio del Barça) non è da meno, viste le sue imponenti dimensioni, che lo fanno sembrare un moderno colosseo, e la storia che ha vissuto. Se i giorni passavano in fretta, le notti volavano inesorabili, tra luci psichedeliche e fiumi di sangria, sì, perché la notte a Llorett de mar ti costringe a uno stato di paura e delirio difficile da spiegare, con una concentrazione di vibrazioni estremamente positive dove anche la persona più timida perde ogni sorta di freno inibitore, almeno esteriormente… anche i professori se la so fatta pià, beh, seguendoci quasi discretamente nei locali più disparati. Ancora prima che ce ne rendessimo conto, eravamo già in viag- La Redazione del “MoreaNews” augura un “in bocca al lupo” a tutti i maturandi, in particolare a Matteo Carovana e Matteo Micheletti che hanno collaborato per il giornalino fin dal primo anno. “Ad maiora”, ragazzi!!! gio per Sanremo, dove abbiamo passato gli ultimi momenti della fatidica gita. Appena arrivati a Fabriano, visto che era sabato sera, molti sono usciti direttamente tentando di riprovare quella paura e quel delirio che hanno reso questa esperienza indimenticabile. Matteo Carovana
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