Sepher Yetzirah Il Libro della Formazione
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Sepher Yetzirah Il Libro della Formazione
Sepher Yetzirah Il Libro della Formazione Il vostro acquisto aiuta a sponsorizzare una nuova traduzione Sepher Yetzirah Il Libro della Formazione Attribuito ad Abrahamo Traduzione di Paolo Miniussi Revisione e commenti di Fabrizio Lanza Edizione italiano ed ebraico – 07/2004 E-mail: [email protected] WWW: http://www.everburninglight.org/it/ Casa editrice: Providence University Inc Prima edizione: febbraio 2008 Copyright © 2008 di Providence University Tutti i diritti di copia, traduzione, riproduzione ed adattamento sono riservati per tutti i Paesi. Stampato negli Stati Uniti d’America nel mese di febbraio 2008. Sepher Yetzirah, Il Libro della Formazione v Indice dei contenuti Indice dei contenuti v Introduzione vi Capitolo I 1 LE DIECI SEPHIROTH Capitolo II 1 4 LE VENTIDUE LETTERE Capitolo III 4 6 LA LEGGE DEL TRE Capitolo IV 6 8 LA LEGGE DEL SETTE Capitolo V 8 11 LE LEGGE DEL DODICI Capitolo VI 11 14 LE TRE LEGGI Il testo originale 14 16 vi Sepher Yetzirah, Il Libro della Formazione Introduzione Il Sepher Yetzirah è conosciuto con diversi nomi, tra i quali il Libro della Formazione, il Libro della Creazione, il Libro di Abrahamo. Il suo autore e il periodo in cui è stato scritto sono sempre stati oggetto di grande contesa. Secondo la tradizione, è stato scritto da Abrahamo in persona, e quindi risale a circa 2.000 anni A.C.; a testimonianza dell’antichità del testo, basti dire che si trovano dei riferimenti ad un certo “Libro di Abrahamo” anche nel Corano (Sure 87:19 e 53:37). Attraverso l’analisi delle chiare indicazioni astronomiche, possiamo constatare che una tale congiuntura, con particolare riferimento alla processione degli equinozi, non poteva che capitare 2.000 anni A.C., ulteriormente convalidando la nostra tesi. Tuttavia, come capita per molti altri libri, le fonti in nostro possesso non si spingono prima del Medioevo. Ci sono sei fonti diverse del Sepher Yetzirah: • il codice di Genizah (940 D.C.), • il codice di Sadia Gaon (950 D.C.), • due codici del 15mo secolo conservati nel Jewish Theological Seminary che si credono provenire dalla Spagna, • il codice di Luria, che si ritiene il più attendibile, • un codice di origini sconosciute pubblicato da Lewin-Epstein Ltd. Bisogna dire che i testi Kabbalistici sono spesso stati tramandati segretissimamente, e in maniera esclusivamente orale. Non c’è quindi da sorprendersi se un manoscritto, o una stampa, emergono solamente molto tempo dopo. Il Sepher Yetzirah è il primo manuale mistico della Kabbalah, ed è alla base dell’alfabeto ebraico. I suoi capitoli spiegano il significato delle 22 lettere, ed ascrivono loro diversi attributi. Il primo capitolo costituisce la fonte scritta più antica in cui è nominata la stella a sei punte, nota col nome di “Stella di Davide”, e simbolo della nazione d’Israele (è formata da due triangoli, uno con la punta verso l’alto, l’altro con la punta verso il basso, che si sovrappongono). I nomi delle Sephiroth sono basati sugli elementi (lo Spirito dell’Elohim Vivente, l’Aria, l’Acqua, il Fuoco), le quattro “Teste Celesti del Messia” e le sei direzioni. Il Sepher Yetzirah si distingue, come altri testi Kabbalistici, per la sua profondità, semplicità di parole e oscurità del linguaggio allo stesso tempo. Tra i Kabbalisti è considerato come “un libro di potere”, per la potenza di quanto nasconde dietro le righe. Sepher Yetzirah, Il Libro della Formazione vii Come ultima cosa, è da sottolineare l’uso del nome divino YHVH, Jehovah ()יהוה, o Tetragrammaton. Nel Sepher Yetzirah, esso è di sole tre lettere, YHV, Hehova ()יהו, introducendo una divisione tripartitica dell’universo. Anche i Greci gnostici utilizzavano un nome di tre lettere per chiamare Dio, ovvero IAO, o IEU. E’ una cosa comune nell’antichità più remota. In seguito, in ogni lingua, troviamo la definizione di Dio con quattro lettere. Secondo la tradizione ebraica dopo la caduta della Torre di Babele, si formano 72 popoli, ciascuno con una lingua diversa, ma tutti chiamano Dio con quattro lettere (ad es. Dieu in francese, Idio in italiano, Gott in tedesco, Good in inglese, etc.). Il significato tuttavia non cambia molto nelle varie lingue: significa infatti sempre “il bene”. Appena 2.000 anni dopo la scrittura del Sepher Yetzirah troviamo il primo testo che chiama Dio con le quattro lettere: si tratta dello Zohar, il secondo testo Kabbalistico conosciuto. Si dice che con la venuta del Messia, che riporterà il Regno di Dio sulla terra, al nome di Dio verrà aggiunta una quinta lettera, ad indicare la restaurazione. I Kabbalisti cristiani indicano questo in Gesù, ovvero YHSVH, Jehshuah ()יהשוה. Ad ogni modo il percorso evolutivo del nome di Dio nel corso dei millenni, ci testimonia l’evoluzione della manifestazione di Dio. Anche Dio, come noi, impara, cambia, si manifesta, in una parola “evolve”. Questo procedimento è ben descritto nello Zohar, che spiega come Dio, dopo aver fatto i primi tentativi non perfettamente riusciti di creare dei mondi (i Regni di Edom), è infine arrivato a creare il nostro mondo. Ecco spiegato perché Dio si è rivelato in epoche diverse con un nome via via più esteso, manifestato, rivelato. Monfalcone, 16 luglio 2004 Fabrizio Lanza
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