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La località: Questa piccola cittadina a poco meno di 30 km da Sarajevo è stato un noto insediamento neolitico. Il centro abitato accrebbe nel medioevo, diventando la capitale del regno bosniaco di re Tvrtko I e uno dei principali centri della chiesa bosniaca, a torto associata agli eretici bogomili. Con la costruzione di un castello, sulla sommità della collina prospiciente, e con lo sviluppo del borgo, la cittadella medievale di Visoko visse l’avvicendarsi dei vari regni balcanici e del dominio ottomano. Grazie a scavi archeologici, oggi gode di grande fama essendo divenuta lo scenario del dibattito tra il team di sei archeologi e di molti volontari che stanno scavando alcune presunte piramidi (per conto della fondazione Bosnian Pyramid of the Sun Foundation) e parte della comunità scientifica ancora scettica circa l’esistenza di tali opere architettoniche in Bosnia, risalenti a migliaia di anni fa. Le piramidi sotto le colline: gli scavi e il tunnel Semir Osmanagić è un imprenditore serbo-americano, famoso per essere il fondatore della Bosnian Pyramid of the Sun Foundation. Dal 2005 la sua equipe di scavo è in attività a Visoko per disseppellire due delle sette piramidi da lui individuate sotto le colline: si tratta delle cosiddette “Piramide del Sole” e “Piramide della Luna”. Ricostruzione dell’ubicazione delle piramidi del Sole, della Luna e del Drago Le rimanenti colline-piramidi invece sono situate in zone di pericolo per la presenza di mine risalenti all’ultimo conflitto armato. Un canale sotterraneo, il tunnel Ravne, è stato liberato per ora, fino alla lunghezza di 400 metri, dalla terra che vi si era depositata. La presenza di acqua al suo interno sembra esser voluta dai costruttori; ciò è ipotizzabile vista la recente scoperta (2011) dell’esistenza di un canale sotterraneo per lo scorrimento delle acque. Al suo interno sono stati trovati muri realizzati con ciottoli e malta, segni di incisioni alfabetiche simili alla scrittura runica (le cui origini attestate risalgono al I secolo a.C.) e alcuni megaliti con altre incisioni. Il sito della piramide della Luna ha riportato alla luce una pavimentazione in blocchi di pietra squadrati e accostati. In più punti essi sono sovrapposti a formare più strati pavimentali.Di diversa composizione sembrerebbe la piramide del Sole: una formazione di blocchi di dimensioni maggiori e di una forma meno regolare rispetto a quelli della piramide precedente. Il materiale litico qui è più poroso. Problemi di datazione Le difficoltà nel datare il sito consistono nel fatto che le aree scavate sono prive di stratigrafia. Mancando le unità stratigrafiche (gli strati archeologici), gli esperti che vi lavorano non possono contare su riferimenti cronologici validi per conoscere l’epoca in cui queste strutture vennero realizzate. La squadra di operatori ed archeologi che si occupa dello scavo propende per una datazione: le piramidi risalirebbero a 12.000 anni fa, vale a dire al 10.000 a.C., epoca in cui l’Europa continentale si trovava nella fase di passaggio tra periodo paleolitico ed epipaleolitico (detto anche mesolitico). I reperti: I reperti archeologici affiorati fino ad ora sono solo alcuni massi con delle figure incise e una matrice litica simile a quelle che si usavano per lo stampo di metalli fusi. presunto stampo litico Se fosse attestato l’uso dei metalli presso questa civiltà danubiana allora saremmo davanti a tre possibilità: • • retrodatare la cronologia dell’Età dei metalli (nei Balcani è circoscrivibile al V millennio a.C. con la fase del Calcolitico o Età del Rame) • rivedere la datazione delle piramidi in attesa di nuove scoperte decisive considerare il lungo periodo di attività del sito fino alla scoperta della lavorazione del metallo. Quest’ultima considerazione però implica una problematica ulteriore e cioè quella di come sia possibile estrarre e tagliare la pietra da costruzione senza utensili di metallo. La diatriba della comunità scientifica: Molti esperti di varie nazionalità e di vari campi scientifici hanno criticato le attività di scavo di Osmanagić e della sua fondazione. Non mancano le critiche alle modalità di scavo, alla mancata scientificità della ricerca e al fatto che Osmanagić non sia un archeologo di professione. Il problema che divide le due fazioni di pensiero è il seguente: se sotto le colline si celano delle piramidi allora esse sono frutto dell’opera umana. Mancando però elementi datanti e dati archeologici certamente antropici è emersa l’ipotesi che si tratti di grandi strutture naturali che la conformazione geologica del luogo avrebbe modellato fino al giorno d’oggi; in poche parole sarebbero dei banchi rocciosi seppelliti dal terreno depositatosi nei millenni. Il 2009 e il 2010 sono stati due anni di intensa attività di scavo e di ricerca; infatti l‘esame di campioni delle strutture piramidali sono stati analizzati dal Politecnico di Torino il quale propende ad attribuire i materiali all’attività dell’uomo e quindi alla costruzione di elementi artificiali. Residui di un particolare tipo di calcestruzzo sarebbero l’elemento che potrebbe portare a favore dell’ipotesi che l’area sia stata plasmata da mani umane ma non è facile stabilire in che periodo ciò sia avvenuto. Il parco archeologico: Gli enti locali hanno realizzando il parco archeologico delle piramidi, con ingresso libero per i turisti, divenuto famoso tramite un efficiente sistema di informazione e sponsorizzazione, anche al di fuori della nazione bosniaca. I volontari delle campagne di scavo, provenienti da molte nazioni, sono divisi in due turni di scavo da 50 persone ognuno. Gli scavi potrebbero continuare oltre il 2012. Bibliografia • • • • • • • • • M. MC ADAM, J. D’ARCY, C. DELISO, P. DRAGIČEVIĆ, M. ELLIOTT, V. MARIĆ, A. MUTIĆ, Balcani occidentali, Torino, 2010. (voce Visoko) http://www.piramidasunca.ba/ba/dokumenti/Avvenire_20101204_A32_4.pdf (da Avvenire, dicembre 2010) http://podcasting.radiomontecarlo.net/rmc/index.php?id=14608 (intervista di Radio Monte Carlo a Sara Acconci) http://www.bosnian-pyramid.com/galleries/ (in inglese) http://www.piramidasunca.ba/en/ (sito in inglese della Bosnian Pyramid of the Sun Foundation) http://www.philipcoppens.com/nap_art4.html (in inglese) http://www.e-a-a.org/statement.pdf (elenco delle personalità scientifiche ed accademiche che non riconoscono le piramidi come opera dell’uomo, dicembre 2006) http://www.sbresearchgroup.eu/Italiano.htm (sito del gruppo di ricerca SB) http://icbp.ba/ (resoconto della prima conferenza scientifica internazionale sulle Piramidi di Visoko, 2008) Nota dell’autore ringrazio la collega archeologa freelance coordinatrice degli scavi, dott.ssa Sara Acconci, per i dati forniti circa la situazione degli scavi e delle scoperte a Visoko. Tutte le fotografie delle attività in corso di scavo e lo scatto dello stampo litico sono gentile concessione di Sara Acconci. Le restanti sono state prese dai siti in bibliografia.
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