leggi pdf - Davide Sagliocco
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A R o m a l a c u c i n a questione di etichetta è F r e e P r e s s un piatto e 4 capitali Parliamoci chiaro! Ricetta&Rivisitazione COOKING THERAPY chef IO, TE E I FORNELLI francesco apreda ciak, si mangia! Fagioli western Campione gratuito non destinato alla vendita la tigella modenese a n i c u c a l e d e r v fa si f A R o m a l a c u c i n a è F r e e P r e s s superbia “Roma Caput Mundi” L’EDITORIALE Parola d’ordine: “green”. Anche in cucina l’attenzione a tutto ciò che fa bene all’ambiente sta diventando non solo un’esigenza, ma una vera e propria tendenza e addirittura un piacere. In questo numero, sempre attraverso i sette Vizi Capitali, troverete idee, suggerimenti e curiosità per “colorare di verde” il vostro modo di fare cucina. Anche per chi vive nella Capitale numerose sono le occasioni per ricercare il gusto vero e genuino della frutta e della verdura di stagione a km 0, come in piena campagna. Per esempio seguendo le nostre semplici indicazioni per come creare un “orto urbano” proprio dietro casa. Oppure optando per una spesa senza sprechi: basta imballaggi ingombranti o confezioni troppo grandi, oggi è possibile acquistare gli alimenti “alla spina”… E noi vi mostreremo come e dove! Tra gli eventi a cui abbiamo partecipato vi proponiamo la nostra esperienza al Salone del Biologico dove abbiamo avuto il piacere di assaggiare per la prima volta il Cioccolato Crudo, una vera delizia per il palato, ma anche un concentrato di salute; e quella al Taste of Roma, dove abbiamo incontrato i più rinomati chef romani alle prese con “le forchettate di sostenibilità”: scoprite di cosa si tratta leggendo il nostro articolo a pagina 16… e gustando anche solo con gli occhi la ricetta gourmet che ci ha svelato uno degli chef! Per saperne di più, guardare i filmati e scoprire altre curiosità seguiteci sulla nostra fan page di facebook: troverete anche la video ricetta dello chef Francesco Apreda, la puntata di Vip in cucina con Emanuela Tittocchia e molto altro ancora. Per ora buona lettura e alla prossima! Daniela Un piatto e 4 Capitali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Rivisitazione senza limiti: sandwich di semolino con speck e spinaci . . . 100% italiano: la tigella modenese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La mia amata fusion. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 6 7 8 avarizia “La saggezza della parsimonia” La dispensa fai da te: marmellata di pere, noci e cannella. . . . . . . . . . Vivi come mangi: orti ubani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Questione di etichetta: parliamoci chiaro! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La spesa intelligente: quanto basta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 11 12 13 lussuria “Il piacere non ha confini” I consigli della zia Rosy: ad ogni ricetta il suo tegame . . . . . . . . . . . . 14 è nato il food print. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Cooking therapy: io, te e i fornelli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 invidia “Voglio è nel mio giardino” I sapori della Banglatown romana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Una valigia di cibo: un borgo fuori dal tempo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Kampu na buzarus. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 gola “Nulla mi sazierà” Quando la cucina è di casa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Bio: piacere che nutre. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Vip in cucina: la sciùra Tittocchia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Amo le calorie: cheesecake con amaretti e caffè . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 22 23 24 ira “Arrabbiati nel DNA” Roma da bere: verde di rabbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Ciak, si mangia!: fagioli western. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Coltelli volanti: il taglio brunoise. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 accidia “Il tempo è denaro” Sette vizi per sette panini. Accidia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Ho solo 3 minuti: hamburger bianco con erbe aromatiche e dadolata di pomodorini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Libri da gustare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 viziocapitale | 3 superbia | “Roma Caput Mundi” Un piatto e 4 capitali di Paola Rocchi Soffici e Davide Sagliocco U no dei sette piatti dichiaratamente romani, come sostiene Pellegrino Artusi (il padre della cucina italiana) o un ricetta tipica del Nord? I cosiddetti “gnocchi alla romana” sono da sempre oggetto di grandi dispute gastronomiche. L’abbondante uso del burro li identificherebbe, per esempio, come piatto della tradizione piemontese e non tanto romana, come invece vorrebbe il nome. Proviamo ad immaginare… Artusi promuoveva un codice alimentare borghese e, a questo ceto sociale, appartenevano i funzionari che, dal Piemonte, si trasferirono a Roma, diventata Capitale dello Stato italiano. Ci piace allora pensare che gli gnocchi alla romana possano essere una contaminazione tra le cucine di due capitali italiane. Ma, per rendere onore ad un’altra nostra storica capitale, Firenze, ricordiamo che sull’enciclopedia gastronomica francese gli gnocchi alla parigina –stesso procedimento di quelli alla romana– sono chiamati anche “gnocchi à la Florentine”. Questo grazie a Caterina de’Medici, ambasciatrice della cucina italiana alla Corte francese. Niente di meglio per esaltare la superbia dei Romani che dare il nome “alla romana” ad un piatto che affonda le sue radici nella storia gastronomica di ben quattro Capitali: Torino, Firenze, Parigi … e Roma! 4 | viziocapitale superbia 1 2 3 4 5 6 ingredienti x 4 250 g di semolino, 1 l di latte 160 g di Parmigiano grattugiato 40 g di groviera 180 g di burro 2 tuorli d’uovo noce moscata sale P ortate ad ebollizione il latte e aggiungete la noce moscata, una noce di burro ed un pizzico di sale. (1) Unite a pioggia il semolino e cuocete per 15 minuti a fuoco basso, mescolando con la frusta. (2) Togliete il composto dal fuoco, aggiungete i tuorli e metà del Parmigiano. Mescolate con energia. (3) Versate il composto su di un piano di lavoro inumidito e livellate con un matterello, anch’esso inumidito, in modo il vino Gustate gli gnocchi con un Pinot grigio dell’Alto Adige dal profumo delicato e dal sapore morbido. Temperatura di servizio consigliata 11-13 C°. da ottenere lo spessore di un centimetro. (4) Quando il composto si è raffreddato (servono una o due ore), tagliate dei dischetti del diametro di cm 5 con il coppapasta e posizionate i dischetti, in bell’ordine, in una teglia imburrata. (5) Distribuitevi sopra il restante burro fuso, il groviera e il restante Parmigiano. Infornate a 200° per 15-20 minuti e fate gratinare al grill prima di servire caldissimi. (6) IL CONSIGLIO Gli gnocchi alla romana possono essere preparati anche in anticipo. Conservateli in frigorifero in un contenitore chiuso ermeticamente, per un massimo di due giorni. Avendone necessità, li potete anche congelare già conditi con il formaggio e il burro in fiocchetti, anziché fuso. Ma attenzione: non fateli scongelare e passateli direttamente in forno prima di gustarli. viziocapitale | 5 superbia rivisitazione senza limiti davide sagliocco Giovane e raffinato chef romano. La sua cucina non è fatta di sole ricette, è vita, stile, tradizione. ingredienti x 4 per i sandwich l l di latte 200 g di semolino 100 g di burro 80 g di Grana Padano grattugiato 3 tuorli noce moscata sale per il condimento 400 g di spinaci surgelati 100 g di speck a fettine 100 g di Grana Padano grattugiato 200 g di formaggio tipo Galbanino 40 g di burro, sale P reparate 8 dischi di semolino, come per gli gnocchi alla romana della ricetta alla pagina precedente. Nel frattempo, lessate gli spinaci in una pentola di acqua bollente salata. Scolateli, fateli intiepidire e strizzateli. Ripassateli in una padella con una noce di burro. Tagliate il formaggio a rondelle e spezzettate lo speck. Accendete il forno a 200° e foderate una placca con un foglio di carta forno o semplicemente spennellatevi del burro fuso. Disponete la metà dei dischetti di semolino sulla placca, sovrapponetevi delle rondelle di formaggio, dello speck, degli spinaci e del Grana, a strati alternati. Completate con i restanti dischetti di semolino, come se fossero dei sandwich, spolverate ancora con il Grana e ultimate con del burro a fiocchetti. Infornate per 20 minuti, finché la superficie diventerà dorata e croccante. 6 | viziocapitale SANDWICH DI SEMOLINO CON SPECK E SPINACI Come rendere ancora più goloso un piatto della tradizione il vino Accompagnate i sandwich con un Rosso dei Colli di Conegliano Docg dal profumo gradevole, mediamente erbaceo e dal sapore asciutto. superbia LA TIGELLA MODENESE Da pane povero dell’Appennino a prodotto d’eccellenza rinomato in tutto il mondo di Elena Tioli L Regione di provenienza: Emilia Romagna Collocazione geografica: Modena a Crescentina è per eccellenza il pane dell’Appennino modenese, una sorta di focaccia casereccia consumata dai montanari emiliani, conosciuta, in seguito, con il nome di “Tigella”, prodotto tipico modenese rinomato e apprezzato nell’intera penisola. La confusione del nome ha origini antiche: tigella deriva dal latino tegere ossia ricoprire, e si riferisce al disco di terra refrattaria utilizzato per cuocere l’impasto crudo della Crescentina. Questi dischi, incisi con decorazioni (tra le figure più comuni una stella a sei punte), venivano alternati con l’ impasto crudo e le foglie di castagno e posizionati accanto al fuoco. Oggi, per riprodurre l’effetto di una volta, si utilizza la tigelliera: una piastra coperta e suddivisa in stampi a forma di cerchio che riporta ancora i disegni delle antiche tigelle. Una volta cotte, ancora calde, le tigelle vengono farcite di salumi o formaggi a piacere. Il ripieno tipico è il pesto alla modenese: lardo di suino battuto con aglio, rosmarino, pepe e una spolverata di Parmigiano Reggiano. MOZAO LA PRIMA TIGELLERIA TAKE-AWAY NASCE A ROMA Lei, Clara, è emiliana e ama cucinare, Lui, Riccardo, è romano ed è un gran mangiatore. All’inizio facevano le tigelle a casa per gli amici e, visto il successo che riscuotevano, ne hanno fatto un mestiere. Entrambi creativi, Clara web designer e Riccardo grafico pubblicitario, hanno unito le loro conoscenze e creato “Mozao” (significa “Ma ciao” in dialetto emiliano) la prima e unica tigelleria d’Italia su un Ape Piaggio. Uno street food di cucina emiliana a Roma, “In realtà” – ci tiene a specificare Clara– “sempre più spesso siamo promotori di iniziative ed eventi di aggregazione e convivialità che hanno come comune denominatore i sapori e le tradizioni di una volta e per questo riteniamo più adatto l’uso del termine social food.” Pesto modenese e scaglie di Parmigiano; gorgonzola, noci e fichi o ciauscolo e broccoli sono solo alcuni dei gusti di tigelle proposti ai sempre più numerosi clienti della Bruna (così hanno chiamato la loro Ape-tigelleria). Per conoscere le tappe di “Mozao” seguite il sito www.mozao.it o la fanpage su facebook…magari scoprite che fa sosta proprio dietro il vostro ufficio! viziocapitale | 7 superbia La mia amata fusion I piatti dello Chef Francesco Apreda “parlano” di viaggi attorno al mondo, ma non dimenticano la tradizione romana di Daniela Forlani e Fabio Boncagni 8 | viziocapitale superbia D a quassù lo sguardo si perde tra i tetti di Roma. Siamo all’ultimo piano dell’Hotel Hassler, in piazza Trinità dei Monti, precisamente al Ristorante Imàgo, il regno dello Chef Francesco Apreda. Qui vip e turisti di lusso vengono da ogni parte del mondo per vivere appieno il fascino della Capitale. Anche attraverso il gusto. “E’ fondamentale aprire il menù e capire che sei a Roma”, ci spiega lo Chef. “Devi leggere piatti come le puntarelle, i car- ciofi alla romana…” il tutto però in un contesto internazionale. “Non faccio una “fusion” inserendo i prodotti giapponesi, per esempio, perché vanno di moda” – ci tiene a sottolineare Apreda– “ma perché fa parte della mia esperienza: quando hai l’occasione di vivere in diverse parti del mondo, non puoi rimanere immune al fascino delle culture che incontri…che sia un alimento, una spezia, una tecnica. E nello stesso tempo ti rendi veramente conto del va- la ricetta lore della cucina italiana che è fatta di territorio, di tradizioni…di qualcosa che abbiamo dentro”. In modo spontaneo lo chef campano aggiunge accenti esotici ai piatti, prova, sperimenta e dà equilibrio a creazioni uniche nel loro genere. “La mia cucina ha un’impronta tutta sua”– conclude – “Voglio che, alla fine, chi viene a mangiare all’Imàgo capisca che lo chef Apreda ha vissuto in India, in Giappone…Che gli piace viaggiare, sperimentare e scoprire.” LA curiosità Gli edamame sono i fagioli di soia asiatici. Le umeboshi sono prugne giapponesi conservate in una sorta di salamoia. Insalata di puntarelle e caviale Calvisius, tzatziki e rape rosse alla cenere ingredienti x 6 per l’nsalata di puntarelle 500 g di puntarelle 1 di spicchio di aglio 20 ml di aceto di mele 10 ml di colatura di alici olio extravergine e sale per la salsa cacao e aceto 75 g di zucchero 50 g di cacao amaro 50 ml di aceto di mele 50 ml di aceto di lamponi per la salsa tzatziki 200 g di yogurt greco 200 g di cetrioli 20 ml aceto di mele 1 spicchio aglio olio extravergine finocchiella o aneto per le rape rosse alla cenere 300 g di rape rosse 1 kg di sale grosso 100 g di cenere da carbone per la polvere di olive 100 g di olive nere 100 g di lingotto di caviale Calvisius 60 g di caviale traditional Calvisius 3 spicchi di aglio nero 100 g di edamame, 80 g di umeboshi P er l’insalata di puntarelle: tritate l’aglio e copritelo con l’olio, lasciatelo insaporire per circa un’ora e filtratelo, ottenendo così un olio aromatizzato. A parte, lavate le puntarelle e, una volta scolate bene, conditele con l’aceto di mele, la colatura di alici, l’olio all’aglio e poco sale. Condite le puntarelle sempre cinque minuti prima di servirle in modo da insaporirle bene. Per la salsa cacao e aceto: portate a bollore zucchero ed acqua e poi aggiungete gli aceti ed il cacao, emulsionate bene e raffreddate. Per la salsa tzatziki: pelate i cetrioli, eliminate i semi interni e tagliate la polpa a brunoise, aggiungete poi lo yogurt, l’aceto di mele e la finocchiella tritata, aggiustate di sale e conservate in frigorifero. Per le rape rosse alla cenere: mescolate il sale grosso e la cenere, con metà del sale coprite il fondo di una teglia, posi- zionateci le barbabietole e coprite con il restante sale. Infornate a 95° per circa cinque ore, una volta cotte, sbucciatele, schiacciatele con l’aiuto di una forchetta e conditele con dell’olio. Per la polvere di olive nere: snocciolate le olive ed immergerle in acqua bollente per circa 5 minuti, scolatele ed asciugatele bene con della carta assorbente. Essiccatele poi a forno a 70° con valvola dell’aria aperta per circa 10 ore, cioè fino a quando risulteranno ben disidratate. Polverizzatele poi con l’aiuto di un robot da cucina (Bimby) per pochi istanti. Impiattate spennellando la salsa al cioccolato fredda su di un piatto piano, adagiatevi le puntarelle condite, le rape rosse e la salsa tzatziki. Guarnite poi con il caviale, il lingotto di caviale grattugiato, i chicchi di edamame, dei pezzetti di umeboshi, delle lamelle di aglio nero e spolverate con la polvere di olive. viziocapitale | 9 avarizia | “La saggezza della parsimonia” La dispensa fai da te MARMELLATA DI PERE, NOCI E CANNELLA di Faby’s Patisserie ingredienti 700 g di pere 1 piccola mela 150 g di zucchero di canna il succo di 1 limone 80 g di noci un pizzico di cannella il consiglio lasciate la buccia alla mela: rilascia la pectina, un addensante naturale 10 | viziocapitale S bucciate e tagliate le pere a dadini, aggiungete la mela a pezzetti lasciando la buccia, cospargete con lo zucchero e il succo di limone. Lasciate macerare un’ora, mettete il tutto in una casseruola dai bordi alti e lasciate prendere il bollore a fuoco basso. Quando la frutta si sarà disfatta aggiungete la cannella e continuate la cottura finché non raggiunge la giusta consistenza. Frullate grossolanamente e aggiungere le noci tritate. Versate immediatamente il composto in vasetti sterilizzati, chiudete ermeticamente e fateli raffreddare a testa in giù in modo da creare il sottovuoto. Una volta raffreddata conservate la marmellata in luogo fresco e asciutto e gustatela dopo almeno 15 giorni. COME STERILIZZARE I VASETTI DI VETRO •Prendete una pentola dai bordi alti e foderatela con uno straccio pulito. •Sistemate i vasetti di vetro all’interno con l’apertura rivolta verso l’alto e con degli stracci tra l’uno e l’altro affinché non si tocchino. •Riempite la pentola d’acqua fino a ricoprire tutti i vasetti, accendete il fuoco e portate a ebollizione. •Una volta raggiunto il bollore abbassate il fuoco e lasciate “in cottura” per mezz’ora. Dopo 20 minuti unite anche i coperchi. •Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Quando l’acqua avrà raggiunto la temperatura ambiente, prendete vasetti e coperchi con una pinza e fateli scolare capovolti su di un canovaccio pulito. •Riempite i vasetti del composto desiderato solo quando saranno completamente asciutti. avarizia VIVI COME MANGI Elena Tioli Foodblogger profondamente convinta che il modo di vivere, di pensare e di parlare di una persona sia legato a doppio filo al suo modo di mangiare. ORTI URBANI Quando in citta’ l’erba del vicino potrebbe essere insalata A nche in città gli spazi verdi pubblici o privati che siano vanno sempre più a braccetto con l’idea di coltivare la terra. Ed ecco che, tra un palazzo, un negozio e una complanare, spuntano come funghi i così detti orti urbani: fazzoletti di terreno curati e coltivati da volontari e volenterosi cittadini. A 10 anni dalla nascita del primo orto urbano in Italia, a Brescia, la pratica degli orti urbani si è diffusa in moltissimi comuni. Neppure la Capitale è rimasta immune al fenomeno e così, giorno dopo giorno, zolla dopo zolla, ai già 150 orti romani se ne stanno sommando altri 150. E’ recente infatti il progetto del comune di Roma per semplificare ed agevolare l’assegnazione di nuovi appezzamenti al fine di creare nuove aree coltivabili. Ma non pensate che queste recenti forme di agricoltura residenziale siano semplicemente un modo low cost di mangiare sano, o la bizzarra voglia dell’uomo 3.0 di tornare alle proprie origini. In realtà gli orti urbani sono molto più di questo e spesso nel contesto in cui nascono portano non pochi benefici: combattono il degrado, diffondono un uso sostenibile del suolo cittadino, divengono luoghi di produzione consapevole, socializzazione, didattica, educazione civica e ambientale, tutelano l’ambiente e limitano la cementificazione e i danni paesaggistici e ambientali che ne derivano. Volete coltivare un orto in città? Ecco come fare Innanzitutto informatevi se nella vostra zona ci sono orti urbani, prima attraverso internet e poi, individuato il luogo, andate di persona. Sarebbe meglio trovarlo non troppo lontano da casa in quanto sia l’orto che le attività comuni richiedono attenzioni e tempo. Informatevi, poi, sulle modalità di partecipazione. Ogni orto urbano ha un proprio regolamento e una diversa procedura di partecipazione. Un esempio di eccellenza “nel campo” sono gli Orti Urbani Garbatella e Legambiente Garbatella, nel Parco di Via Rosa Raimondi Garibaldi. Per avere, invece, in affidamento un’area di proprietà di Roma Capitale è necessario riunirsi in una forma associativa senza fini di lucro e far pervenire la richiesta (con relativo progetto e relazione dettagliata dell’Orto) all’Ufficio Orti Urbani di Roma Capitale e, contemporaneamente, al Municipio di competenza territoriale. Per informazioni sulla documentazione necessaria e le tempistiche di assegnazioni: Ufficio Orti Urbani, Circonvallazione Ostiense, 191 - 00154 Roma (PT stanza 05), Tel. 06.6710.71511. viziocapitale | 11 avarizia Questione di etichetta PARLIAMOCI CHIARO! Più semplici e visibili le nuove informazioni sugli alimenti di Zaira Chabani I l 13 dicembre scorso è entrato in vigore il regolamento europeo che rende più trasparenti le informazioni contenute sulle etichette dei prodotti alimentari. Grazie alla nuova normativa le informazioni chiave sulla composizione del prodotto acquistato appariranno in modo più chiaro, semplice e leggibile, permettendo ai consumatori di fare delle scelte consapevoli al momento dell’acquisto di un alimento. Le novità più interessanti riguardano la maggiore leggibilità grazie a caratteri più grandi, l’inserimento obbligatorio delle informazioni nutrizionali e degli eventuali trattamenti subiti dal prodotto, il luogo di allevamento e di macellazione anche per le carni suine e ovi-caprine, la data di scadenza su ogni singola porzione preconfezionata, l’indicazione precisa della natura degli oli e dei grassi usati. Se la sede legale del produttore dovrà essere indicata in modo più preciso, rimane invece controversa la questione della sede dello stabilimento di produzione che per la legge italiana era obbligatoria e che ora diventa facoltativa, fatto che impedisce, secondo l’opinione di molti, di capire se un’azienda italiana ha delocalizzato la produzione all’estero. Attenzione e tutela per il consumatore che troverà gli allergeni evidenziati nella lista degli ingredienti, riportati in grassetto, in colore o sottolineati. Inoltre tutti i bar, ristoranti, mense e catene di ristorazione sono tenuti a pubblicare le informazioni relative agli allergeni permettendo in questo modo ai consumatori allergici di mangiare serenamente. Tutelati anche coloro che acquistano on-line: tutte le informazioni utili vanno specificate prima della conclusione dell’acquisto. Infine, un occhio di riguardo a bambini e donne in gravidanza o in allattamento con avvertenze particolari per le bevande contenenti caffeina. SCADENZA Riportata su ogni singola porzione preconfezionata. Per i surgelati o congelati, il giorno, il mese e l’anno della surgelazione o del congelamento sempre indicati. LEGGIBILITÀ 1,2 mm è la dimensione minima dei caratteri tipografici. Lettura facilitata anche per gli anziani (in costante crescita secondo il bilancio demografico europeo). INDICAZIONI SULL’ORIGINE Utile per evitare i falsi Made in Italy. D’obbligo indicare anche luogo di allevamento e di macellazione per tutti i tipi di carne. PRODOTTO TRATTATO ALLERGENI Specificati i trattamenti subiti dal prodotto, o dagli ingredienti. Non è possibile scrivere, per esempio, solo “latte”, se si usa latte in polvere. Derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, frutta a guscio, latticini contenenti lattosio evidenziati con più chiarezza nella lista degli ingredienti. PRESENZA DI CAFFEINA Riportata l’avvertenza: “Non raccomandato per bambini e donne in gravidanza o nel periodo di allattamento” per le energy drinks. 12 | viziocapitale TRASPARENZA SU OLI E GRASSI Proibita la definizione generica di “oli o grassi vegetali”. Va specificata la tipologia per evitare l’inganno con l’utilizzo, per esempio di olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti sulla salute. avarizia LA SPESA INTELLIGENTE Quanto basta Nel quartiere San Lorenzo, un nuovo punto vendita per acquistare gli alimenti alla spina di Tiziana Sforza C ombattere lo spreco alimentare dovuto a confezioni troppo grandi rispetto al fabbisogno dei singoli, tutelare l’ambiente eliminando packaging ingombranti e inutili, sostenere uno nuovo stile di acquisto basato su quanto effettivamente è sufficiente per il proprio fabbisogno. Tutto questo è “Quanto basta”, il nuovo punto vendita della Capitale dove il cibo si vende “alla spina”. Unico nel suo genere in Italia e mutuato da esperienze analoghe presenti a Londra e Berlino, il negozio offre una vasta gamma di alimenti che vanno dagli infusi alle spezie, dalla pasta ai biscotti, dai cereali alle bevande. Senza contare i prodotti per l’igiene della casa e della persona. Situato nel cuore di San Lorenzo, a pochi passi dalla stazione Termini, “Quanto basta” è aperto fino a tarda sera per andare incontro anche alle esigenze dei consumatori più nottambuli. Inoltre, grazie alla presenza di molti prodotti a base di farina di kamut, di riso, di cocco o di ceci (tutto gluten free), il negozio sta diventando anche un punto di riferimento per celiaci e persone intolleranti alla farina di grano. Al di là dell’approccio ecologico e della qualità dei cibi, acquistare cibi alla spina conviene alle tasche poiché si compra solo ciò che effettivamente sarà consumato, senza il rischio di lasciare scadere prodotti nella dispensa. “Preferiamo fornitori che sono anche produttori, così offriamo prodotti di qualità ad un costo più conveniente perché si eliminano quei passaggi che fanno lievitare i prezzi – ci racconta Daniele Leggieri, proprietario di Quanto Basta insieme al fratello Antonio – Privilegiamo inoltre i produttori locali per incentivare l’economia locale e ridurre le emissioni di Co2”. dove Via dei Latini, 31 – Roma www.qballaspina.it https://www.facebook.com/ LaSpesaAllaSpina viziocapitale | 13 lussuria | “Il piacere non ha confini” I consigli della zia Rosy AD OGNI RICETTA IL SUO TEGAME L’esperto consiglia la padella giusta per mantecare la pasta Pratica e funzionale può diventare anche un elegante oggetto vintage di Mariarosa Lionetti M antecare, brasare, stufare, saltare… In quanti modi sappiamo cuocere gli ingredienti di una ricetta?! Estro e fantasia non mancano a noi amanti dei fornelli, ma sappiamo anche riconoscere quale è lo strumento di cottura ideale per ogni piatto che prepariamo? Ci siamo fatti aiutare da un esperto, Angelo Agnelli, Direttore della “Pentole Baldassarre Agnelli”, leader mondiale per le forniture professionali di pentole e padelle. “Le nostre pentole sono prodotti artigianali 100% italiani che uniscono eleganza, praticità ed economicità” ci rac- conta Angelo. “Nel nostro stabilimento, alle porte di Bergamo, abbiamo anche un centro ricerche per lo studio di materiali e forme”. Alluminio, acciaio inox, rame, terracotta, addirittura oro e argento sono solo alcuni dei materiali impiegati. “Cucinare con la pentola adatta, oltre che esaltare il sapore, crea quella giusta emozione del preparare un piatto” ci spiega il Direttore della Agnelli”. La mia preferita è la padella in alluminio” - ci confida. “Permette la mantecatura della pasta per un ottimale acquisto di sapore.” Non solo performace e design caratterizzano le pento- l’esperto angelo agnelli le bergamasche apprezzate in tutto il mondo, ma anche comodità e praticità. “La pulizia delle nostre pentole è molto semplice, basta lasciarle in ammollo in acqua e poi con una spugnetta ruvida sono subito pulite” - ci spiega Agnelli “- “E la patina scura che si forma nel tempo all’interno delle pentole è una vera e propria barriera protettiva naturale che non va tolta!” raccomanda. In ultimo, ci confida una chicca per gli appassionati: “Passate la pentola di alluminio con una paglietta per conferire un aspetto vintage… Fidatevi, va molto di moda !”. Modello: Padella radiante svasata alta con manico inox (Pentole Baldassarre Agnelli) Caratteristiche: Ideale per la mantecatura di paste e la preparazione di risotti. I bordi con una curvatura morbida e arrotondata e il manico tubolare con guaina antiscivolo facilitano i movimenti e garantiscono una presa sicura per le cotture al salto. La leggerezza dell’alluminio assicura grande maneggevolezza e la perfetta distribuzione del calore su tutta la superficie evita le bruciature. Misure: diametro da 20 cm a 40 cm - spessore: 5 mm Dove acquistarla: Show room Roma: via Basento, 52e - Roma Show room Bergamo: via Madonna, 20 - Lallio (Bg) www.pentoleagnelli.it (codice prodotto 111b) Prezzo: da €17,75 a €48,14 14 | viziocapitale lussuria è NATO IL FOOD PRINT Le creazioni culinarie di dodici chef stellati giudicate secondo criteri di sostenibilità di Daniela Forlani C osa hanno in comune piatti stati analizzati i piatti green di dodici come lo “Spagolino con por- chef stellati, valutandone il ciclo di vita cini trifolati, more e dalla terra alla tavola. La proveparmigiano di uovo di nienza delle materie prime, quaglia al pino silveil metodo di coltivastre” di Angelo Trozione o allevamento; iani, il “Maritozzo la trasformazione bocca sporca ” di degli ingredienti, Danilo Ciavattini la tracciabilità e il o la “Ricciola maloro trasporto; le rinata allo yuzu emissioni di CO2 e lemongrass su legate alle fasi di guaca mole” di preparazione dei Heinz Beck? Oltre piatti (“Carbon footad essere tre raffinaprint”) o l’uso di acqua te creazioni di tre grandi (“Water footprint”) sono chef, queste ricette posgli aspetti presi in consiPiatti gourmet siedono le cosiddette derazione per la defini“Forchettate di Soste- con energia positiva zione delle “forchettate nibilità”, ovvero hanno di sostenibilità”. Restano e anima green un’anima verde. Cavalpoi la soddisfazione, il cando il tema dell’Expo 2015, “Nutrire godimento, l’energia positiva per l’apil Pianeta, Energia per la Vita” è nato in- punto, che i piatti stessi hanno il potefatti il “Food Print”: in occasione dell’ul- re di infondere in chi ha il privilegio di tima edizione di “Taste of Roma” sono assaggiarli. la ricetta sostenibile Spagolino con porcini trifolati, more e parmigiano di uovo di quaglia al pino silvestre ingredienti x 4 per la pasta 300 g di farina 00 biologica Molino Marino 200 g di farina di semola biologica Bongiovanni 40 g di olio extravergine 10 g di acqua per il condimento 160 g di porcini, 20 g di more 4 tuorli sodi di uova di quaglia una goccia di essenza di pino silvestre, uno spicchio di aglio, olio extravergine sale e pepe P er la pasta impastate tutti gli ingredienti e lasciate riposare l’impasto in frigorifero per due ore, coperto con la pellicola. Fate una sfoglia di 2 mm e tagliate gli spagolini. Tagliate finemente i porcini e saltateli in una padella con aglio e olio, aggiustate di sale e pepe. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e scolare al dente, completare la cottura insieme ai porcini aggiungendo l’essenza di pino silvestre. Frullate le more, passate al setaccio e con un pennello da cucina mettete la salsa di more ottenuta sul piatto, sistemate la pasta al centro e completate con i tuorli grattugiati e dei porcini tagliati a julienne. dove gustarla Il Convivio Troiani Vicolo dei soldati, 31 – Roma viziocapitale | 15 lussuria COOKING THERAPY IO, TE E I FORNELLI Cucinare insieme per stimolare i sensi, riaccendere la passione e ritrovare il feeling di coppia di Associazione Anatra Regina U na volta se eri annoiata e la coppia non ti soddisfaceva, andavi da uno psicoterapeuta o ti trovavi un “diversivo”. Oggi t’invitiamo, invece, a…cucinare col tuo lui! Tutti i vostri sensi e i vostri vizi si apriranno a una nuova esperienza e alla fine vorrete ricominciare daccapo. Decidete insieme una ricetta – consigliamo un primo piatto perché la pasta, si sa, accende gli italiani – e, insieme, andate al mercatino di zona a scegliere gli ingredienti: attenti ai colori, agli accostamenti e ai profumi. Tutto deve essere equilibrato. Lasciate che sia lui a “sporcarsi le mani”, fategli lavare la verdura, aiutatelo a tagliarla e accompagnate la sua mano quando… azionerà il frullatore. La vostra cucina sarà così trasformata in un nuovo, appassionante, nido d’amore! La ricetta a 4 mani Fusilli al pesto di noci e crostini in crema di zucca ingredienti x 2 20 g di noci 1 tazza di latte o 3 cucchiai di panna fresca qualche fogliolina di menta lui lei pulisce e taglia la zucca a pezzetti e la mette in forno ventilato a 180° per una ventina di minuti mentre cuoce la zucca, pesta le noci e la menta nel mortaio aggiunge alla zucca nel mixer il latte o la panna, il sale e un pizzico di peperoncino grattugia il pecorino scola i fusilli e li mette a mantecare in una padella larga con il pesto di noci 150 g di fusilli 1 fetta di pane raffermo 50 g di pecorino sale, peperoncino 16 | viziocapitale unisce un filo di olio a crudo nel mortaio, mentre lui pesta mette i fusilli a lessare in abbondante acqua salata e frulla la zucca in un mixer olio extra vergine 250 g di zucca taglia a tocchetti il pane e lo fa abbrustolire in padella con un filo di olio in ogni piatto dispone un velo di crema di zucca decora i piatti con i dadini di pane impiatta i fusilli sopra la zucca ultima i piatti con una spolverata di pecorino e della menta “Voglio è nel mio giardino” | invidia TIZIANA SFORZA Tiziana Sforza è giornalista, blogger, communication manager e corporate storyteller. Il Bangladesh a tavola Uno degli alimenti predominanti è il biriyani, piatto a base di riso, carne (di pollo, tacchino o manzo) e verdure crude (insalata, cetrioli..), spezie varie e zenzero. Altro piatto tipico è il panta ilish, a base di riso e pesce. Il pasto è spesso accompagnato dal pane. Il roti è un pane grigliato a base di aata, farina integrale di grano macinata finissima. Il poori è un pane fritto, consumato tradizionalmente a colazione farcito con spinaci (palak puri), patate (aloo puri), oppure aromatizzato con succo di tamarindo. Il chapati è un pane cotto a secco a temperatura elevata su una tawa, una padella di ferro leggermente concava. Può essere a base di farina di mais o di aata. L’idli, che ricorda un dolce, è rotondo e a base di riso fermentato del Kerala e farina di urud. Infine la chiura è una focaccia di phoa fritta e cosparsa di noci o noccioline tritate. I SAPORI DELLA BANGLATOWN ROMANA L’altra faccia di Torpignattara: uno spaccato di Asia I taliani e bengalesi la chiamano affettuosamente “Banglatown” e si trova a Torpignattara, una delle zone a più alta densità di abitanti migranti della Capitale. Non esiste luogo migliore della città per scoprire i sapori bengalesi. E, ovviamente, per acquistare gli ingredienti dei piatti della tradizione culinaria di questo paese. Ma non si può parlare di un “mercato” nel senso tradizionale del termine, quanto piuttosto di una rete diffusa di negozietti e botteghe che si snodano fra piazza della Marranella, via Eratostene, via Benedetto Bordoni, via Antonio Tempesta, via Giovanni Maggi, etc. Il concetto di “negozio” è molto importante perché proprio ai bengalesi – la quarta comunità più numerosa a Roma, dopo quella rumena, filippina e srilankese – si deve la rivitalizzazione del tessuto commerciale dell’area, che negli anni Novanta languiva in preda al degrado urbano e alla microcriminalità. Ora le botteghe bengalesi, aperte fino a tarda sera, offrono i più svariati prodotti stipati fino all’inverosimile sugli scaffali: frutta esotica (soprattutto il mango) e frutta secca, decine di tipi di riso, buste di naan e chapati (tipici pani consumati in India e Bangladesh), latte di cocco, lenticchie, fagioli e altri legumi, le immancabili spezie (cardamono, zenzero), “ghee” (un burro molto cotto e filtrato derivante dal latte di bufala), baumi (zucchine indiane), scatolette di acciar (un mix composto da limoni, peperoni, mango bolliti nell’aceto e conditi con spezie e olio di soia). viziocapitale | 17 una valigia di cibo UN BORGO FUORI DAL TEMPO Nel cuore della Maremma, terra che unisce la più tipica mediterraneità con la macchia selvaggia e l’armonia della campagna, Capalbio è un mix di colori e odori che riporta a tempi immemori, etruschi, romani, risorgimentali, e a leggende dal sapore antico di Paola Rocchi Soffici Mangiare LA SELVA (cucina di mare) Via Selva Nera, 9 Capalbio (Gr) - 0564 890381 TULLIO (cucina di terra) Via Nuova, 25 Capalbio (Grosseto)- tel 0564 896196 dormire LOCANDA ROSSA (ideale per coppie) Strada Capalbio Pescia Fiorentina, 11b Capalbio (Gr) - tel. 0564 890462 VILLAGGIO CAPALBIO (ideale per famiglie) Strada Pedemontana, 58 Capalbio (Gr) - tel. 0564 899017 18 | viziocapitale invidia S e di Robin Hood sono famose anche le gesta più piccole, un viaggio in queste terre potrebbe essere un’ottima occasione per conoscere la storia del ladro che rubava ai ricchi per dare ai poveri, in versione maremmana. Si tratta di Domenico Tiburzi, un brigante vissuto nel XIX secolo, buono e soccorrevole, divenuto ben presto eroe popolare. Ed essendo le leggende a fare i posti magici, quando vi ritroverete in zona e deciderete di percorrere il litorale di ben 12 chilometri, di godere del silenzio della campagna, di andare a cavallo tra Torre Palazzi e l’Antica Pinciana, di passeggiare sulla doppia cinta delle Mura che circondano il Borgo medioevale di Capalbio, o tra i vicoli fino al rinascimentale Palazzo Collacchioni o alla Rocca Aldobrandesca; quando vi ritroverete a girovagare al Parco artistico “Il Giardino dei Tarocchi”, popolato dalle statue di ceramica e specchi, create da Niki de Sain Phalle, o quando vi siederete al Ristorante “Tullio”, e Gaspare e Gianmaria Sassi vi accoglieranno nella loro locanda per mangiare una gustosa zuppa, tartufo, funghi, crostini toscani, lì, davanti vi riaffioreranno i ricordi di un passato, che tutt’ora emana un intensissimo aroma di storia, suggestione e magia. Le delizie di Simonetta, la massaia di Capalbio Il profumo di una torta appena sfornata ci conduce al negozio-laboratorio di Simonetta Bernardini, la Massaia di Capalbio (lo trovate in piazza Ignazio Silone). Dolci, dolcetti, torte e biscottini: un trionfo si leccornie e di tipicità locali. Dal preparato per i crostini toscani, ai ravioli ricotta e spinaci – per questi, Simonetta ha un segreto da rivelare: “appoggiateli su di uno strofinaccio pulito dopo averli scolati, prima di condirli: l’acqua in eccesso verrà assorbita e il sugo avvolgerà alla perfezione i ravioli”. E ancora lasagne, cannelloni e soprattutto i sughi - da non perdere il sugo di cinghiale - e i patè di verdure. Quello di peperoni è speciale: ci siamo fatti svelare la ricetta direttamente da Simonetta! Basta tagliare a pezzi grandi quattro peperoni rossi, quattro carote e una cipolla; cuocere il tutto in padella con olio, basilico e un bicchiere di aceto. Dopo circa mezz’ora bisogna solo aggiungere un cucchiaio di sale e uno di zucchero e cuocere per un’altra ora. L’ultima operazione: passare al mixer fino a ottenere una crema. E’ un ottimo e sfizioso antipasto da spalmare su delle bruschette! viziocapitale | 19 invidia KAMPU NA BUZARUS Gli scampi alla busara: dalla Slovenia tutto il sapore del mare di Guido Milana ingredienti x 4 1 kg di scampi freschi 300 g di pomodori maturi 2 spicchi d’aglio un rametto di prezzemolo 3 cucchiai di pangrattato 1 bicchiere di vino bianco olio extra vergine, sale e pepe LA CUCINA SLOVENA la curiosità La “busara” era un recipiente di coccio usato sulle navi per cuocere il pesce C’è un proverbio che la dice lunga sulle abitudini culinarie slovene: “L’amore passa per lo stomaco”! Del resto le delizie della cucina slovena sono numerose e si possono gustare in una delle tantissime trattorie tradizionali sparse sia sulla costa che nell’entroterra. Se siete in questa meravigliosa nazione, non dimenticatevi di fare un giro nelle rinomate osmizze, vere e proprie case contadine che aprono i loro saloni ai passanti e vengono segnalate con una frasca sulle strade principali. In questi luoghi viene servito il vino della casa, accompagnato da formaggi, insaccati e il prosciutto del Carso. Una ritualità quella delle osmizze che ha oltre duecento anni e non vede mai tramontare il suo successo. il vino Il patrimonio vinicolo della Slovenia è ricco ed apprezzato in tutto il mondo. Gustate gli scampi con un Riesling fruttato prodotto sulle colline di questa splendida regione ai confini con l’Italia. 20 | viziocapitale P ulite, lavate e sgusciate gli scampi, lasciandone 4 interi. Mettete sul fuoco una padella capiente e versateci 3 o 4 cucchiai di olio e, prima che diventi troppo caldo, unitevi il pangrattato. Attendete che si tosti senza farlo brunire troppo e aggiungete l’aglio e il prezzemolo tritato finemente. A questo punto gettate gli scampi nel soffritto e bagnateli con mezzo bicchiere di vino. Attendete che il vino evapori, coprite e lasciate cuocere a fiamma media per circa dieci minuti. Aggiungete il sale e una spolverata di pepe nero. A questo punto unite anche i pomodori, precedentemente privati dei semi e tagliati a cubetti e mescolate il tutto accuratamente. Coprite, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per una ventina di minuti. A questo punto sfumate ancora con mezzo bicchiere di vino e proseguite la cottura per pochi minuti fino ad ottenere un sugo denso e profumato. Private dell’aglio e servite gli scampi molto caldi. “Nulla mi sazierà” | gola QUANDO LA CUCINA è DI CASA Il primo “Home Restaurant” della Capitale all’insegna dei sapori autentici e della tradizione il consiglio per gustare al meglio la ricetta, servite gli spaghetti su un piatto scaldato per bene di Elena Invernici A mbiente familiare, cucina sana e genuina, rispetto per le tradizioni. Ecco la formula segreta del Primo Home Restaurant della Capitale. “Da Mik e Dani” si riscopre il piacere di stare a tavola tra le mura domestiche. Michele è un giornalista, Daniela un’ imprenditrice nel settore turistico, entrambi romani doc e con una grande passione per la cucina. Amano mettersi ai fornelli per gli altri, deliziando amici e parenti con le loro specialità. Visto che il loro appartamento, a due passi da Porta Pia, ha ampi spazi hanno deciso di aprire le porte di casa e accogliere turisti, ma anche romani, che desiderano riscoprire i sapori autentici della cucina romanesca. Quella fatta in casa, appunto. Hanno, insomma, ricreato un ristorate dentro casa che gestiscono con il prezioso aiuto di nonna Rosa – esperta nel tirare a mano le fettuccine– dove non solo la cucina, ma anche l’atmosfera e i ritmi sono famigliari. Amatriciana, Gricia, Carbonara, Cacio e Pepe, Abbacchio alla scottadito, Baccalà alla romana, Coniglio alla cacciatora con i capperi, sono solo alcuni dei piatti che la famiglia Ruschioni ama cucinare per i propri ospiti, cercando di riportare in vita le ricette di una volta che, ormai, non si trovano più neanche nelle trattorie romane. E, su richiesta, anche favolose grigliate di carne – Michele è “mastro barbeque” – da fare invidia alle migliori steakhouse della città. Il tutto con prodotti di qualità, rigorosamente freschi e di stagione. la ricetta Spaghetti con alici e pecorino ingredienti x 4 40 alici fresche 200 g di pecorino romano grattugiato 500 g di pomodorini pachino 4 cucchiai di pangrattato olio extravergine peperoncino 1 spicchio d’aglio, sale P CASA RUSCHIONI Via Messina, 31 – Roma Prezzo menú completo: €25,00 cad. Necessaria la prenotazione tel. 338.8526556 - 328.9551503 www.homerestaurantroma.it ulite e tagliate a metà le alici. Preparate un soffritto con olio, aglio, peperoncino e pomodorini; quando l’aglio si indora e l’olio è bello bollente, aggiungete le alici e fatele cuocere per un minuto, massimo due. In un padellino a parte tostate per 5 minuti del pangrattato, lessate gli spaghetti in abbondante acqua salta, scolateli al dente, un minuto prima del tempo di cottura, e saltateli per un minuto nella padella dove avete preparato il soffritto. Aggiungete il pangrattato, abbondante pecorino e mantecate con l’acqua di cottura fino ad ottenere l’amalgama giusto. Servite bollente. viziocapitale | 21 gola Bacche Goji e Nocciole Piemonte IGP (Cacao 63%) Le bacche Goji apportano beta-carotene, ferro, vitamina C; le nocciole crude forniscono acido oleico e altri antiossidanti, arrotondando il gusto. Fondente 90% Con pochi ingredienti per lasciare spazio alle note aromatiche del cacao Criollo crudo ed alle sue proprietà nutrizionali, ha note acidule ma anche aromatiche di frutti tropicali. Granella Nocciola Piemonte IGP (Cacao 63%) Le nocciole crude conferiscono un effetto ‘torrone’ ed il loro delicato aroma si sposa perfettamente alle note aromatiche del cacao Criollo. Fondente 80% Più dolce del 90% e più cremoso grazie al burro di cocco crudo, rinforza il sistema immunitario grazie alla presenza dell’acido laurico (antimicrobico e antibatterico). Bacche Goji e Saraceno (Cacao 63%) La morbidezza delle bacche si unisce alla croccantezza dei semi crudi di Saraceno, cereale indicato per la protezione dei vasi capillari e sanguigni. BIO PIACERE CHE NUTRE Il Cioccolato Crudo Artigianale Gourmet vince il premio novità dell’anno al Salone del Biologico di Elena Tioli L a nuova frontiera dei palati golosi? Il Cioccolato Crudo! Un mix di dolcezza e nutrimenti che si prepara a conquistare il mercato del cioccolato. In Italia, pioniere di questo nuovo modo di concepire il cioccolato è Daniele Dell’Orco, antropologo e ricercatore, fondatore dell’azienda “Cacao Crudo” che ha vinto il premio novità dell’anno, per il settore alimentazione, al Salone del Biologico “Sana 2014” presentando il “Cioccolato crudo artigianale Gourmet”. “Il cioccolato crudo nasce da un progetto ambizioso che ha alla base una ricerca sulla qualità degli ingredienti nel rispetto della bio- 22 | viziocapitale diversità” spiega Daniele Dell’Orco. “Il cacao che impieghiamo è originario della Foresta Amazzonica e non viene più coltivato perché ha una bassa resa produttiva in quanto fruttifica una sola volta all’anno”, spiega l’antropologo. Il cioccolato targato Cacao Crudo è anche gluten free, vegan, certificato bio, senza lattosio, olio di palma, leticina di soia, additivi e aromi artificiali e persino senza zucchero (sostituito dal nettare del fiore di cocco). Insomma, una vera e propria gemma grezza dell’alimentazione.” Quando un alimento è così ricco di nutrienti come il cacao e soprattutto è buono anche crudo, è un vero peccato impoverirlo a livello nutrizionale per causa di lavorazioni a caldo evitabili” ci racconta Daniele Delll’Orco. “Lavorando il cacao a freddo riusciamo a mantenere intatte le sfumature organolettiche e soprattutto importanti nutrienti come il magnesio ed altri minerali, gli eccezionali livelli di antiossidanti e preziosi enzimi o amminoacidi” conclude l’esperto. E se l’amato e odiato cioccolato complice della seduzione in cucina, divenisse anche amico fidato antiossidante, antimicrobico, antibatterico e chi più ne ha più ne metta? Chi potrebbe più tirarsi indietro di fronte al cibo degli Dei? gola VIP IN CUCINA Giorgio Scognamiglio In arte Giò di Giorgio, napoletano doc, giornalista, regista televisivo, è l’ideatore di Inciucio.it, portale specializzato in notizie di cronaca rosa e gossip. la sciùra Tittocchia Continua il nostro viaggio alla scoperta dei vizi e delle capacità culinarie dei nostri amici Vip Spaghètt o’ pummarola della sciùra Tittocchia ingredienti x 4 320 g di spaghetti 1 spicchio di aglio 10 pomodorini pachino 160 g di tonno in scatola origano basilico peperoncino fresco 1/2 bicchiere di vino bianco olio extravergine sale M amma toscana, papà umbro, origini torinesi, ma lei dice di sentirsi meridionale - o meglio - “terrona dentro” e, anche per questo, sceglie un piatto partenopeo, il piatto napoletano per eccellenza (ovviamente dopo la pizza): spaghètt o’ pummarola. Lei è Emanuela Tittocchia e quella che vi racconteremo in questa nuova puntata di Vip in cucina è la sua personalissima rivisitazione dei classici spaghetti al pomodoro. “Intanto mettiamo l’acqua sul fuoco e l’aglio a soffriggere…” Emanuela si definisce una “pessima cuoca” ma le basi non le mancano: “Una volta soffritto l’aglio facciamo ripassare i pomodorini in padella”. E intanto che si aspetta ci facciamo raccontare qualcosa della sua nuova avventura: “Ho iniziato a fare l’attrice per il mio grande amore per Totò. Potrei anche parlarvi in napoletano”, afferma sorridente Emanuela, la Carmen Rigoni di Centovetrine o l’Ombretta Maltesi di Un posto al sole precisando: “Ancora la gente mi riconosce per strada per quei personaggi”. Tra una chiacchiera e l’altra Emanuela (da buona “quasi” meridionale) aggiunge tonno e peperoncino ai pomodorini e intanto continua: “Adesso sto collaborando con Video News, curo e conduco dei servizi per la rubrica ‘Dai set delle fiction’ in onda su Mattino 5 e Pomeriggio 5”. “Mi piace intervistare i miei ex colleghi” - ci confida la Tittocchia “conoscendo già tutti i segreti del mestiere so su cosa puntare” e così giunge il momento di puntare sugli spaghetti. Una volta scolati - “al dente mi raccomando!” - e mescolati per bene al sugo non resta che aggiungere due foglie di basilico - “profumatissimo” - ed ecco che la ricetta più semplice del mondo rimane come sempre la più buona! I n una padella soffriggete l’aglio nell’olio e unite i pomodorini tagliati a metà. Lasciate rosolare qualche minuto, aggiungete un pizzico di sale, il tonno, l’origano, il peperoncino e , infine, sfumate con il vino bianco. Nel frattempo lessate gli spaghetti in abbondate acqua salata, scolateli al dente e conditeli con il sugo ottenuto. Ultimate con qualche foglia di basilico fresco. Con il Qr code l’intero video dell’incontro con Emanuela viziocapitale | 23 gola ingredienti x 6 per il fondo 200 g di amaretti 90 g di burro per la crema al caffè 250 g di mascarpone, 50 g di caffè espresso 50 g di zucchero semolato, 10 g di caffè liofilizzato 4 g di gelatina in fogli 250 g di panna fresca Amo le calorie CHEESCAKE CON AMARETTI E Caffè di Faby’s Patisserie per la glassa 6 g di gelatina in fogli 85 g di zucchero semolato 35 g di cacao amaro 45 g di panna fresca P reparate la glassa mescolando lo zucchero, l’acqua, il cacao setacciato e la panna. Portate ad ebollizione e bollite per 1 minuto. Aggiungete la gelatina ammollata in acqua e strizzata e fate riposare in frigo una notte coperta da pellicola. Preparate il fondo: mettete in un tritatutto gli amaretti, polverizzateli finemente e poi colatevi sopra il burro fuso (una volta intiepidito). Versate il composto di amaretti sul fondo di una tortiera, facendo attenzione a riempirlo bene e mantenendo lo stesso spessore su tutta la base. Riponete in frigo a rassodare. Preparate la crema al caffè: sciogliere nel caffè caldo quello liofilizzato, aggiungete lo zucchero e la gelatina ammollata in acqua e LA curiosità strizzata. In un’altra ciotola Le origini del cheesecake lavorate il mascarpone (a risalgono all’Antica Grecia: gli atleti dei Giochi temperatura ambiente) Olimpici erano soliti e aggiungete la crema al mangiare un dolce a base caffè fino ad ottenere un di dischi di pasta, miele e formaggio di capra. composto omogeneo, infine la panna semi-montata fino ad avere un composto omogeneo. Versate la crema sul fondo di lo spumante amaretti livellandola bene. Fate rasIl calice perfetto per questa cheescake sarà uno spumante extra dry. sodare qualche ora in frigo, poi coprite Il Bisol “Vigneti del Fol” Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G., con la glassa e rimettere in frigo almeda servire in un calice di cristallo alla temperatura di 8°C, è ideale per no 2 ore. Decorate a piacere con qual- il fuori pasto. che amaretto. 24 | viziocapitale “Arrabbiati nel DNA” | ira Roma da bere verde di rabbia di Gaia Giffoni JAPANESE ICE TEA ingredienti 8 cubetti di ghiaccio 1 parte di Vodka 1 parte di Gin 1 parte di Rum Bianco 1 parte di Midori 1/2 parte di Sweet Sour Sprite al top lime o limone per decorare P reparatelo in uno shaker: mettete 3 cubetti di ghiaccio ed aggiungete la vodka, il gin, il rum, il midori e lo sweet sour. Shakerate energicamente per 10 secondi e versate il contenuto in un bicchiere a stelo. Riempite con Sprite e guarnite con una fetta di limone e del sale sul bordo. dove gustarlO L’Altro Bar Via Teulada, 85/87 – Roma da sapere Il Japanese ice tea è un long drink che risulta fresco e leggero e che per un attimo fa dimenticare il fatto che sia alcolico… Andateci piano però… Non lo è affatto! Si prepara con il Midori, un liquore giapponese di colore verde, molto dolce e dal sapore di melone che viene spesso abbinato ad altri ingredienti per la creazione di numerosi cocktail. viziocapitale | 25 ira CIAK, SI MANGIA! FAGIOLI WESTERN Non solo un genere cinematografico nostrano, ma soprattutto una ricetta semplice e gustosa di Elena Tioli D i cosa si tratta? Ma ovviamente dei fantastici fagioli “alla Bud”, quelli che i cow boy mangiavano direttamente dalla padella; quelli serviti nelle peggiori bettole del vecchio West; quelli che dal 1970, ossia dalla prima scena del film “Lo chiamavano Trinità...”, hanno accompagnato e rinfrancato - tra una scazzottata e l’altra - i mitici Bud Spencer e Terence Hill. Ebbene sì, è proprio alla celebre coppia tutta italiana (ma camuffata americana) che si ispira questa ricetta. Cucinarla è roba da ragazzi: in una padella mettete l’olio e fate soffriggere la cipolla tagliata a pezzetti, quando imbiondisce aggiungete a vostra discrezio- ne salsicce oppure pancetta a cubetti; una volta rosolato il tutto versate i fagioli e la passata di pomodoro; regolate di sale e pepe, coprite e lasciate cuocere a fuoco basso, infine togliete il coperchio, alzate la fiamma e fate evaporare il liquido in eccesso. Per verificare la giusta consistenza della pietanza si consiglia di riguardare uno dei ben diciotto film che i due attori hanno girato insieme. Raggiunta la consistenza ottimale servite quindi i fagioli - rigorosamente in padella, accompagnate con vino rosso e tozzo di pane e attendete. Se la padella vi ritornerà linda come se non fosse stata utilizzata significa che la ricetta vi è riuscita. Infatti, non ci sono fagioli alla Bud senza scarpetta finale (e due cazzotti per digerire!). IL CONSIGLIO Il paese ligure di Masone ha dedicato alla famosa coppia (e al loro piatto prediletto) il Bud & Terence Film Festival. Una kermesse che prevede la proiezione integrale dei film della coppia, l’esposizione delle locandine originali e, ultimo ma non ultimo… birra, salsicce e fagioli per tutti! 26 | viziocapitale ira 1 2 3 4 COLTELLI volanti Il taglio brunoise Il taglio brunoise consente di ridurre le verdure in dimensioni contenute e regolari. Ciò favorisce una cottura rapida che mantiene intatte tutte le proprietà nutritive degli ortaggi e li rende particolarmente croccanti. La brunoise di sedano, cipolla e carota è perfetta per il soffritto base del ragù alla bolognese: potete anche conservarla comodamente in freezer (in appositi sacchetti gelo) e adoperarla all’occorrenza, soffriggendo direttamente in padella le verdure, senza farle prima scongelare. M unitevi di un coltello ben affilato non seghettato e di un tagliere. Posizionate un panno umido sopra un piano di lavoro e adagiatevi il tagliere in modo da renderlo stabile. Prima di tagliare assicuratevi di posizionare le unghie sul tagliere con le nocche sporgenti in modo da essere in grado di appoggiarvi il coltello che lavorerà leggermente in obliquo verso l’interno. Togliete le parti esterne della verdura scelta in modo da ottenere una forma più regolare e tagliatela a tocchetti di 4-5 cm di lunghezza (1). A questo punto eseguite un taglio lon- massimiliano zagaria Coreografo e showman nonché eclettico chef emergente: sul palcoscenico e tra i fornelli mette sempre al primo posto cuore e professionalità gitudinale, in modo da realizzare delle fettine dello spessore di 2 mm (2). Prendete 2-3 fettine e allineatele il più possibile. Per il lato più lungo, effettuate dei tagli dello spessore di 2 mm ottenendo in questo modo una julienne (3). Ora tagliate dal lato più corto dei cubetti di 2 mm x 2mm (4). viziocapitale | 27 accidia | “Il tempo è denaro” Sette Vizi per Sette Panini: ACCIDIA Prosegue con il vizio dell’Accidia la serie di panini gourmet firmati “Mastrogusto” di Eugenio Bernardini S office e morbido tanto da sciogliersi in bocca, questo panino è un gioco di sapori e di contrasti. Lo stracchino, formaggio lombardo a pasta molle conferisce un sapore fresco e acidulo; il ciauscolo, insaccato spalmabile tipico del Piceno, dona un tocco di sapidità ed infine la crema di zucca bilancia il gusto con la sua dolcezza. la birra Il gusto prevalentemente dolce degli ingredienti verrà esaltato dall’abbinamento con una tedesca Weisse, birra di frumento leggermente asprigna e molto dissetante! 28 | viziocapitale ingredientI 1 panino arabo 80 g di stracchino 80 g di ciauscolo 80 g di crema di zucca al naturale pepe nero A prite il panino e farcitelo spalmando uno strato di stracchino, uno di crema di zucca ed infine uno di ciauscolo. Ultimate con una spolverata di pepe, chiudete il panino e scaldatelo in forno per un paio di minuti. Dove gustarlo Mastrogusto Via dei Gracchi, 193 - Roma tel. 06.64520038 - aperto dal lunedì al sabato, 9.00 - 20.30 accidia ho solo 3 minuti HAMBURGER BIANCO con erbe aromatiche e dadolata di pomodorini di Associazione Anatra Regina ingredienti x 4 4 hamburger di carne bianca erbe aromatiche (maggiorana, menta, origano, salvia) un pizzico di cumino di curry e di semi di finocchietto 2 cucchiai di pan grattato non troppo fine 2 pomodori 4 peperoncini verdi dolci olio extravergine o una noce di burro sale P reparate un battuto con le erbe aromatiche e aggiungetevi il cumino, il curry, i semi di finocchietto leggermente pestati, il pan grattato, una presa di sale e amalgamate il tutto. Schiacciate l’hamburger in questo composto da entrambi i lati, poi cuocetelo in padella con un filo di olio o una noce di burro. Accompagnate con una dadolata di pomodorini conditi con olio, sale e i peperoncini tagliati sottile. il vino Ben si abbina ad un vino fresco ed equilibrato come il Vermentino Bolgheri doc. Il vino si caratterizza per il colore giallo paglierino e le note minerali, agrumate e con sentori floreali. Ecco come preparare in casa dei gustosi hamburger ripieni in pochi secondi… Basta avere lo strumento giusto! Vi consigliamo la “hamburger press”. Usarla è semplice: basta inserire una strato di carne macinata nello stampo; posizionarvi sopra gli ingredienti scelti per il ripieno: formaggio, verdure, erbe aromatiche, salumi..; ricoprire con un altro strato di carne e pressare con l’apposito coperchio. caratteristiche: Hamburger press realizzata in materiale plastico di elevata resistenza - diametro cm 13 costo: €22,00 dove acquistarla: Peroni, Piazza dell´Unitá 29 00192 Roma - Tel: 06.3210852 Online: www.peronisnc.it viziocapitale | 29 accidia recensioni libri da gustare di Zaira Chabani Direttore responsabile: Daniela Forlani Segreteria di redazione: Benedetta Falconio L’Italia in 16 vini Jerusalem Una bottiglia di Barolo DOCG Bussia da ac- Jerusalem è un itinerario gastronomico del- compagnare con una pasta al tartufo nero, la Città Santa dove le ricette di cucina isra- oppure un Vinsanto da sorseggiare mentre si eliana e palestinese, corredate da splendide sgranocchiano dei crostini al paté di fegatini; immagini dei piatti e della Città, si alternano e perché non provare l’abbinamento di un agli indirizzi dei posti dove mangiare con calice di Lambrusco rosé di Modena Spun- soddisfazione i migliori piatti della tradizio- tante DOC con una tartare di tonno fresco e ne gerosolimitana. Spezie, verdure e legumi zucchine novelle ? Ecco che per la prima volta sono protagonisti di ricette esotiche come viene ribaltata la classica struttura dei libri di l’hummus o i cavolfiori al forno con insalata ricette: anziché proporre il vino più indicato di nocciole. Carne di pollo ed agnello per le da abbinare a un piatto, in questo originale polpette e dolci profumati come la torta di libro il vero protagonista è il vino. Per ogni semolino con cocco e marmellata di arance. etichetta selezionata vengono suggerite le Gli autori, Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi, ricette più gustose e indicate per valorizzarla sono due famosi chef che vivono a Londra. al meglio. Ne risulta un viaggio alla scoperta Nati entrambi nel 1968, uno di origini italia- d’Italia attraverso 16 realtà vinicole territoria- ne e tedesche e l’altro palestinese, da bambini li: cantine, tenute, aziende agricole che sono vivevano l’uno nella zona occidentale di Rmat l’eccellenza del Made in Italy. Per gli amanti Denya e l’altro nel quartiere musulmano della dell’enologia sarà un’occasione approfondire Città Vecchia. Quando, adulti, si sono cono- caratteristiche e modi di impiego dei vari tipi sciuti a Londra, hanno subito condiviso non di vino; mentre per chi è più inesperto è un tanto i ricordi relativi alle divisioni religiose imperdibile vademecum per bere e mangiare e politiche della loro città, quanto e sopra- bene. Il libro è a cura di Monica Cesari Sar- tutto quelli infantili legati ai sapori dei piatti toni, affermata giornalista gastronomica e Vi- cucinati dalle loro madri e all’abbondanza di nodalproduttore.it, portale e commerce che colori e profumi dei cibi esposti nei mercati di seleziona produttori di eccellenza e consegna Gerusalemme. Foto: Fabio Boncagni, Cacao Crudo, Comune di Capalbio, Luca Esposito, Faby’s Patisserie, Hassler Roma, Greta Lo Tufo, Morellini Editore, Mozao, Mario Palumbo, Pentole Baldassarre Agnelli, Peroni Snc, Quanto Basta alla spina, Michele Ruschioni, Davide Sagliocco, Tiziana Sforza, Taste of Roma, Elena Tioli. Grafica e impaginazione: Dalistudio Tipografia: Graffietti Stampati S.n.c. - S.S. Umbro Casentinese Km 4,500 - 01027 Montefiascone (Viterbo). Hanno collaborato: Associazione Anatra Regina, Eugenio Bernardini, Fabio Boncagni, Zaira Chabani, Faby’s Patisserie, Alessandra Foroncelli Nicolao, Gaia Giffoni, Elena Invernici, Mariarosa Lionetti, Mario Palumbo, Paola Rocchi Soffici, Davide Sagliocco, Giorgio Scognamiglio Tiziana Sforza, Elena Tioli, Massimiliano Zagaria. Numero Registrazione: 264 del 22/11/2013 Finito di stampare: marzo 2015 vini direttamente dalle cantine di origine. Autore: Monica Cesari Sartoni Editore: Morellini Pagine: 72 Prezzo di copertina: € 15,00 30 | viziocapitale Autori: Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi Editore: Bompiani Pagine: 320 Prezzo di copertina: € 35,00 [email protected] ira viziocapitale | 31 A R o m a l a c u c i n a è F r e e P r e s s Lo trovate da: Mastrogusto via dei Gracchi, 193 - Roma Cuochepercaso via Fabio Massimo, 107 - Roma New Paco’s Gym via Morandi, 12 - Villanova di Guidonia (Rm) Ines Bar Via della Farnesina, 225 - Roma Associazione culturale “La Piccola Sartoria” via del Pavone, 47/b - Campagnano di Roma Supermercato Elite via della Farnesina, 251/259 - Roma Per ricevere l’espositore di Vizio Capitale o per richiedere un’inserzione pubblicitaria contattare: W COMMUNICATION – via Torino, 46 – Pavona di Albano Laziale tel. 06.93.10.951 – cell. 3476632372
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