Speciale LAC_Aggiornamenti in

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Speciale LAC_Aggiornamenti in
Speciale
LENTI A CONTATTO
2013
Dossier. Uso di lenti a contatto hydrogel trattate con TSP a lento rilascio
In collaborazione con Società Optometrica Italiana SOPTI
Tavola rotonda sul tema: “le LaC e i bambini”
Joe Ayling riferisce gli argomenti di una tavola rotonda ospitata da Johnson & Johnson Vision Care
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PROFESSIONAL
In collaborazione con Società Optometrica Italiana SOPTI
OCCHIO SECCO MARGINALE IL RUOLO DELLE LENTI A CONTATTO
Uso di lenti a contatto hydrogel
trattate con TSP a lento rilascio
Effetti sui sintomi e segni da occhio secco marginale
in portatori abituali di lenti a contatto morbide
SOMMARIO
Scopo: confrontare le misure su discomfort, sintomi
e segni da occhio secco marginale indotti dal porto
di una lente a contatto hydrogel giornaliera a cambio settimanale trattata con TSP (Tamarind Seed
Polysaccharide) a lento rilascio (Lente TSP: 0.25%
nell’acqua di idratazione) rispetto alla medesima
lente non trattata con TSP (Lente controllo) e rispetto al best-fit garantito dal porto stabile sul lungo
periodo (Lenti abituali) in un gruppo di portatori
abituali di lenti a contatto morbide.
Metodo: i due tipi di lenti a contatto sono stati
valutati, a parità di sistema di manutenzione, per
quattro settimane di porto complessive, in uno
studio randomizzato, controllato in doppio cieco.
Il comfort e i sintomi sono stati rilevati a cadenza
settimanale con il questionario CLDEQ integrato
da tre domande sulla durata del porto confortevole.
I segni sono stati valutati a cadenza bisettimanale tramite la determinazione di: integrità del film
lacrimale (BUT, quadro interferenziale), iperemia
limbare, colorazione corneale e congiuntivale con
fluoresceina e verde di lissamina, LIPCOF, LWE.
Risultati: dall’analisi dei sintomi emerge la migliore
prestazione della Lente TSP per l’indice CLDEQ Long
score e per i sintomi di 1.discomfort, 2.secchezza,
6.sensazione di corpo estraneo, 7.bruciore e pizzicore,
9.prurito, con l’intensità del sintomo di secchezza
che si riduce nella seconda parte della giornata di
porto rispetto a Lenti abituali e Lente controllo;
con la Lente TSP aumenta inoltre la durata media
giornaliera del porto confortevole. Dalla valutazione dei segni emerge una riduzione del grading per
l’impronta congiuntivale perilimbare con fluoresceina
usando la Lente TSP rispetto alla Lente controllo.
Parole chiave
Occhio secco marginale, TSP, CLDEQ, hydrogel
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| PROFESSIONAL OPTOMETRY | MARZO 2013
di Susanna Frigo, Michele Barollo, Pietro Gheller, Barbara Contiero.
Introduzione
La condizione sintomatica di occhio secco marginale associata all’uso di lenti a contatto interessa
un’elevata percentuale di portatori e rappresenta una
delle principali cause di interruzione temporanea
e definitiva del porto; nonostante l’introduzione
di nuovi materiali, l’incidenza del dropout rimane elevata, quasi equivalente al numero di nuovi
portatori1.
È noto che l’efficacia di colliri o sostituti lacrimali
per il contrasto dei sintomi da occhio secco marginale risulta limitata soprattutto dal ridotto tempo
di permanenza del principio attivo sulla superficie
oculare: il normale ricambio lacrimale con l’ammiccamento ne determina infatti la rapida rimozione
dalla sede d’azione in tempi variabili da pochi minuti
a circa un’ora, secondo le caratteristiche chimicofisiche del prodotto applicato2. Oltre a svolgere la
sua normale funzione ottica, è stato dimostrato che
la lente a contatto morbida può veicolare il lento
rilascio dell’integratore lacrimale sulla superficie
oculare, proponendosi così efficacemente per la
risoluzione del problema della limitata durata del
trattamento: anche piccole quantità incorporate di
principio attivo, rilasciate lentamente durante la
giornata di porto, possono così agire efficacemente
tramite, ad esempio, l’azione umettante indotta dal
rilascio di acido ialuronico3,4.
Disponendo di una tecnologia adeguata a produrre
il caricamento della lente a contatto ed a generare
il lento rilascio del principio attivo durante l’intero
periodo di porto5, la produzione ha orientato la
sua scelta verso uno dei più interessanti polimeri
mucomimetici in grado di contrastare efficacemente
la sintomatologia da occhio secco e cioè il TSP,
PROFESSIONAL
polisaccaride naturale estratto dal seme di Tamarindus indica. Il TSP presenta proprietà strutturali
molecolari simili alle mucine trans-membrana oculari (MUC1), contribuisce alla stabilizzazione del
film lacrimale all’interfaccia epitelio-muco-acquosa,
presenta comportamento viscoso non newtoniano
pseudoplastico in soluzione acquosa, svolge un’azione protettiva sulle strutture epiteliali di cornea e
congiuntiva6,7.
Durante il periodo di stage e nell’ambito di due
lavori di tesi per il Master in Scienze e Tecnologie
della Visione (Università degli Studi di Padova,
a.a. 2009/2010), è stato svolto uno studio per la
verifica dell’efficacia di un tipo di lente a contatto
morbida caricata con TSP a lento rilascio (Lente
TSP) rispetto al medesimo tipo di lente a contatto
non trattata con TSP (Lente controllo) 8,9. Lo studio
era mirato ad ottenere una quantificazione longitudinale precisa dei sintomi caratteristici da occhio
secco associato all’uso della Lente TSP rispetto
alla Lente controllo in portatori abituali e adattati
di lenti a contatto morbide, che già presentassero
sintomi da occhio secco marginale e in una normale
configurazione clinica di porto stabile8. Inoltre è
stata pianificata una batteria di test oggettivi, accuratamente standardizzati per sequenza e procedure
di misurazione, finalizzati alla valutazione della
risposta del film lacrimale e della superficie oculare
al porto della Lente TSP e della Lente controllo, e
per ricavare anche, se possibile, informazioni sugli
eventuali meccanismi di azione del TSP in questa
configurazione a lento rilascio9.
La condizione di porto abituale di ciascun soggetto
è stata sottoposta inizialmente all’intera sequenza
di misurazioni: a causa dei numerosi tipi di lenti
abituali morbide usate dai soggetti, non è stato
possibile però effettuare valutazioni comparative
con le misure ottenute da ciascun tipo di lente
abituale. È stato comunque condotto il confronto
tra le misure ottenute con le lenti sperimentali e
le medie rilevate per il porto abituale, intese come
rappresentative di un porto stabile, clinicamente
controllato e ottimizzato (best-fit).
Metodo
Per sfruttare al massimo le potenzialità descrittive
delle misure e per contenere l’effetto di confondimento indotto dalle aspettative sul trattamento
e dalle modalità di raccolta dei dati, si è scelto
l’utilizzo di un disegno sperimentale randomizzato
(assegnazione casuale delle lenti), longitudinale
prospettico (4 settimane di porto per ogni soggetto),
controllato (gruppi di controllo e trattamento),
con incrocio (nella seconda fase il tipo di lenti è
stato scambiato tra i due gruppi), in doppio cieco
(soggetti e sperimentatori non conoscevano il tipo
di lente in uso), con applicazione bilaterale delle
lenti (rilevazione di sintomi visivi; ripartizione tra
i due occhi dei test clinici oggettivi).
Sono state sottoposte alla sperimentazione lenti
a contatto hydrogel ad uso giornaliero e cambio
settimanale, costruite in Filcon II 1 (copolimero
HEMA, MA, VP), contenuto d’acqua 58%, non
ionico, Dk/t 28 Barrer/cm, raggio della curva base 8.60 mm, diametro totale 14.20 mm, spessore
centrale 0.11 mm (-3.00 D), percentuale di TSP in
massa nell’acqua di idratazione 0.25% (Lente TSP);
la Lente controllo si differenziava dalla Lente TSP
unicamente per l’assenza del trattamento con TSP.
Per i due tipi di lenti, è stato utilizzato il medesimo
sistema di manutenzione in soluzione unica (Safilens
Safe-Gel Hyal, poliesametilenbiguanide 0.0001%,
EDTA bisodico 0.01%, ialuronato di sodio 0.015%,
idrossietilcellulosa e taurina).
I soggetti inseriti nel campione di studio dovevano
soddisfare i criteri di inclusione prestabiliti, in particolare l’assenza di patologie oculari o sistemiche
in atto e una condizione di occhio secco di entità marginale in base al responso del questionario
Ocular Surface Disease Index - OSDI10 e del test
di Schirmer I. Il campione era costituito da 12
soggetti: 5 maschi e 7 femmine, età media 29.7
anni, intervallo da 18 a 45 anni, media su tutti gli
occhi della correzione con lente a contatto -3.50 ±
0.89 D. I soggetti sono stati suddivisi casualmente
fra le due coorti A e B: i 5 soggetti della coorte A,
2 maschi e 3 femmine, hanno utilizzato la Lente
controllo per le settimane 1 e 2 e poi la Lente TSP
per le settimane 3 e 4; viceversa per i 7 soggetti,
3 maschi e 4 femmine, della coorte B (Figura 1).
Tutti i soggetti hanno sottoscritto un consenso informato; le procedure sperimentali e il trattamento
dei dati sono state pianificate nel rispetto delle
normative etiche internazionali.
Figura 1: schema del disegno sperimentale.
PROFESSIONAL OPTOMETRY
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PROFESSIONAL
Per la valutazione del comfort e dei sintomi si è
utilizzato il questionario CLDEQ (Contact Lens
Dry Eye Questionnaire), nella versione adattata
presso l’Ohio State University College of Optometry11 del CLDEQ 2000 sviluppato originariamente
presso l’Indiana University12,13, tradotto dall’inglese
e integrato da alcune domande utili a quantificare
la durata giornaliera del porto confortevole 14:11a.
durata giornaliera del porto determinata da rimozione con o senza fastidio; 11b.durata giornaliera di
porto senza fastidi o sensazione di secchezza; 11c.
frequenza settimanale di rimozione delle lenti prima
del consueto a causa della sensazione di secchezza.
Le domande relative a 1.discomfort, 2.secchezza,
3.visione sfuocata, 4.irritazione, 5.sensazione di
sabbia, 6.sensazione di corpo estraneo, 7.bruciore
e pizzicore, 8.fotofobia, 9.prurito prevedono di
specificare, su una scala da 1 a 5, la valutazione
soggettiva dei sintomi quantificandone la frequenza
giornaliera e le intensità nelle prime due ore, a metà
e fine porto di una giornata tipica dell’ultima settimana di utilizzo delle lenti a contatto. Il CLDEQ
contiene inoltre una domanda di autodiagnosi. Il
questionario CLDEQ integrato è stato auto-somministrato complessivamente cinque volte per ogni
soggetto, alle tre visite e ai due cambi settimanali
a casa (Figura 1).
I test clinici oggettivi, eseguiti con biomicroscopio
dotato di camera digitale e lampada a fessura CSO
SL990, erano pianificati per determinare l’integrità
e la stabilità del film lacrimale (figura interferenziale del film pre lente e dello strato lipidico, con
illuminatore Keeler Tearscope-plus 15,16,17;tempo di
arresto dello strato lipidico 18,19; BUT con fluoresceina), l’integrità dell’epitelio corneale (colorazione
secondo classificazione Oxford e CCLRU), l’iperemia limbare (CCLRU), l’entità dell’impronta/
colorazione congiuntivale perilimbare con fluoresceina (CCLRU), l’integrità dell’epitelio congiuntivale con fluoresceina e verde di lissamina, le lid
parallel conjunctival folds - LIPCOF20, la lid wiper
epitheliopathy - LWE con fluoresceina e verde di
lissamina in eversione palpebrale21,22. Per ridurre
l’invasività della sequenza, i test senza coloranti
sono stati eseguiti sull’occhio destro, quelli con coloranti sull’occhio sinistro. La batteria di test clinici
è stata somministrata tre volte per ogni soggetto,
in occasione delle tre visite di controllo (Figura 1).
L’applicazione delle lenti a contatto e le visite di
controllo si sono svolti presso Studio Optica di
Gheller Pietro, Imola (BO) nel periodo settembrenovembre 2010.
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Analisi statistica
Per gli items rilevati tramite il questionario, l’analisi
statistica è stata condotta separatamente su ciascun sintomo e su un punteggio globale calcolato
come combinazione ponderata delle 37 risposte
su comfort, sintomi e autodiagnosi. Si è utilizzato
a questo scopo il CLDEQ Long score, punteggio
che viene messo in relazione con la probabilità di
diagnosi clinica della condizione di occhio secco
associato all’uso di lenti a contatto e per il quale
viene definita una soglia di cut-off per la diagnosi
di occhio secco (CLDEQ Long score * 1.27)11. Per
l’analisi statistica, i dati dei sintomi dei due porti
settimanali consecutivi effettuati con le stesse lenti
(settimane 1-2 e 3-4) sono stati accorpati.
Le variabili misurate tramite i test clinici oggettivi
sono state analizzate separatamente e anche secondo le combinazioni suggerite in letteratura (ad
es.: staining corneale per ciascun settore standard
CCLRU, ma anche la media dei grading calcolata
sui settori orizzontali, ecc.).
I campioni di dati sperimentali posti a confronto
dall’analisi si sono ottenuti raggruppando i dati sulla
base di coorti e tipo di lenti (6 gruppi: per CLDEQ
Long score, frequenze giornaliere dei sintomi, durata
del porto confortevole e per le variabili continue
misurate con i test clinici oggettivi), i tre momenti
della giornata e il tipo di lenti (9 gruppi: per le
intensità dei sintomi rilevate nei tre momenti della
giornata di porto), i soli tre tipi di lenti (3 gruppi:
per tutte le variabili categoriche ordinali misurate
sulle scale di grading con i test clinici oggettivi).
Le variabili continue normalmente distribuite (CLDEQ Long score; variazione, misurata in ore, rispetto alla condizione abituale, della durata di porto
confortevole; tempo di arresto del film lacrimale,
misurato in secondi, valutato con Tearscope-plus;
BUT, misurato in secondi) sono state analizzate
utilizzando un modello lineare misto di ANOVA
a N vie, comprendente l’effetto individuale come
fattore casuale.
Per le misure ottenute con il questionario, definito un livello “sintomatico” (risposta * 3) per le
domande su frequenza e intensità dei sintomi e
calcolate le corrispondenti percentuali di soggetti
sintomatici, l’analisi è stata condotta utilizzando il
test delle k proporzioni (Chi-quadro, con procedura di confronto multiplo a coppie di Marascuilo).
Per le misure delle variabili categoriche ordinali
ottenute dai test clinici oggettivi (non normalmente
distribuite) la comparazione è stata condotta utilizzando il test non parametrico per il confronto
tra k campioni appaiati di Friedman.
PROFESSIONAL
Risultati
L’applicazione delle lenti sperimentali è risultata
adeguata a fornire una buona qualità della visione,
con l’acuità visiva mediamente invariata rispetto
alle Lenti abituali. Al termine del porto settimanale, su entrambi i tipi di lenti non si sono rilevate
significative formazioni di depositi.
L’analisi statistica sulle misure ottenute con il questionario ha prodotto numerosi effetti significativi
generali e alcune significatività nella comparazione
a coppie: la carenza di effetti nei confronti diretti
si può probabilmente attribuire al limitato numero
di soggetti utilizzati.
Per i sintomi, l’ANOVA sul CLDEQ Long score ha
evidenziato differenze significative per i confronti
nella coorte A tra l’utilizzo delle Lenti abituali e
della Lente TSP e soprattutto tra la Lente controllo
e la Lente TSP (p=0.013: Figura 2a): la mancanza di
effetti significativi nella coorte B si potrebbe spiegare
con l’ipotesi, per quanto abbastanza speculativa,
di un interessante effetto residuo di trascinamento
delle due settimane di porto della Lente TSP sul
successivo porto della Lente controllo. Analoghi
risultati si sono ottenuti analizzando le percentuali
di soggetti con diagnosi di occhio secco ricavate
sulla base della soglia diagnostica di 1.27 per il
CLDEQ Long score (Figura 2b).
La durata media giornaliera del porto confortevole
nella coorte A ha mostrato una diminuzione di 1.2 ore
con la Lente controllo e un interessante aumento di
2.2 ore con la Lente TSP rispetto alle Lenti abituali,
quindi oltre 3 ore di differenza tra le due lenti sperimentali (p=0.056).
L’analisi delle proporzioni di soggetti sintomatici per
le frequenze giornaliere dei sintomi, ha prodotto effetti significativi generali per 2.secchezza e 9.prurito:
dalla rappresentazione grafica dei dati del sintomo
di secchezza si ricava una sostanziale indicazione che
il risultato statistico si possa attribuire soprattutto
alla migliore prestazione della Lente TSP (Figura 3).
Figura 3: frequenze giornaliere per il sintomo di secchezza
oculare, rappresentazione delle percentuali di soggetti sintomatici
(frequenza ≥ 3 = qualche volta).
Figura 2: (a) medie stimate per il punteggio CLDEQ Long score, con
indicato il livello di discriminazione diagnostica; (b) percentuale di
soggetti con punteggio CLDEQ Long score ≥ 1.27, per i quali dunque si
può diagnosticare la condizione di occhio secco associato all’uso di lenti
a contatto. Sono cerchiate le misure ottenute con Lente TSP; con le
lettere, sono inoltre evidenziate le significatività statistiche rilevate nelle
comparazioni a coppie (lettere diverse indicano significatività per p<0.05).
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Le risposte alla domanda di autodiagnosi si distribuiscono
in modo assai simile a quelle del sintomo di 2.secchezza
(effetto generale, p<0.05). Per le percentuali di soggetti
sintomatici in base all’intensità dei sintomi nei tre momenti
della giornata, vi sono stati effetti significati generali per
1.discomfort, 2.secchezza, 6.sensazione di corpo estraneo,
7.bruciore e pizzicore: osservando la rappresentazione
grafica dei dati si trae l’indicazione di un sistematico
vantaggio della Lente TSP nel contenimento della progressione dei sintomi durante il giorno, soprattutto per
il sintomo 2.secchezza che si mantiene per tutto il giorno
attorno al 10% di soggetti sintomatici mentre invece con
Lenti abituali e Lente controllo si passa da circa il 10%
nelle prime ore di porto, al 50% di soggetti sintomatici
a fine giornata (Figura 4).
PROFESSIONAL
Figura 4: intensità del sintomo di secchezza oculare nei tre
momenti della giornata di porto, rappresentazione delle percentuali
di soggetti sintomatici (intensità ≥ 3) per i tre tipi di lenti.
L’analisi condotta sulle misure ottenute dai test
oggettivi ha prodotto un numero assai limitato di
significatività statistiche, circoscritte alle misure
della colorazione/impronta congiuntivale perilimbare da lente con fluoresceina per la media del
grading sui quattro settori (mediane dei grading:
con Lente controllo=1.30, con Lente TSP=0.95,
p=0.011) e per la media sui settori verticali (mediane dei grading: con Lente controllo=1.68, con
Lente TSP=0.88, p=0.001: Figura 5).
Lo scarso effetto sulle misure oggettive era in parte
prevedibile a causa della nota scarsa sensibilità e
specificità dei test nella condizione di marginalità
di occhio secco, ma anche per la limitata durata complessiva del porto delle lenti sperimentali;
l’indicazione alternativa, non dimostrabile però
in questo contesto, potrebbe essere di una quasi
totale assenza di variazione del quadro dei segni nel
passaggio dalle Lenti abituali alla Lente controllo e
alla Lente TSP: l’utilizzo di un campione di soggetti
più ampio potrebbe fornire ulteriori informazioni
a favore dell’una o dell’altra ipotesi.
Conclusioni
La somministrazione del questionario ha fornito informazioni interessanti sull’efficacia del trattamento delle
lenti con TSP. Applicando la Lente TSP si è osservata
una riduzione del numero di soggetti classificabili come
affetti da occhio secco marginale, con l’autodiagnosi e il
sintomo di secchezza che hanno guidato tale tendenza;
l’intensità del sintomo di secchezza in particolare si è
assai ridotto con la Lente TSP a metà e alla fine della
giornata di porto; vi è stato un significativo aumento delle
ore di porto confortevole della Lente TSP rispetto alla
Lente controllo; interessanti, per quanto statisticamente
meno rilevanti, anche i risultati per i sintomi di corpo
estraneo, di prurito e di bruciore, in quanto indicativi
di un probabile miglior rapporto superficiale tra lente
ed epitelio corneale. Nel complesso si ricava dunque
che il rilascio, lento e protratto per tutto il periodo di
utilizzo delle lenti a contatto, di piccole quantità di
principio attivo TSP è in grado di incidere in maniera
efficace sulla sintomatologia da occhio secco marginale
durante l’uso delle lenti a contatto (riduzione dell’indice
diagnostico complessivo del CLDEQ e del punteggio
specifico per il sintomo di secchezza): il controllo dello
sviluppo dei sintomi durante la giornata e l’aumento
delle ore di porto confortevole suggeriscono inoltre
che il TSP rilasciato lentamente sia in grado di agire,
grazie alle sue proprietà mucomimetiche e quindi non
solo come umettante-lubrificante, specificatamente sui
meccanismi2 che innescano e sostengono-amplificano la
frequente sintomatologia da occhio secco nei portatori
di lenti a contatto morbide, con interessanti prospettive
applicative di recupero al porto regolare o addirittura
Figura 5: (a) colorazione/impronta congiuntivale perilimbare
da lente con fuoresceina, media dei grading sui settori superiore
e inferiore, con evidenziata la significatività statistica rilevata
nelle comparazioni a coppie (p=0.001); (b) un’immagine al
biomicroscopio usata per la quantificazione della colorazione
congiuntivale perilimbare con fluoresceina nel settore inferiore.
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PROFESSIONAL
di trattamento preventivo. L’analisi sulle determinazioni
dei segni clinici ha mostrato un effetto del trattamento
con TSP nel ridurre la colorazione con fluoresceina in
congiuntiva perilimbare, soprattutto nei settori verticali,
a confermare una minore invasività della Lente TSP nelle
zone congiuntivali di maggiore interazione con lente e
margine palpebrale. Si conferma che il trattamento con
TSP è in grado di migliorare la prestazione complessiva
di questa lente hydrogel nei portatori abituali con problematiche di occhio secco marginale associato all’uso
di lenti a contatto.
Bibliografia
1.
2.
3.
4.
5.
Ringraziamenti
Si ringraziano: l’Ing. Alessandro Filippo (Safilens s.r.l.)
per le informazioni e per la fornitura delle lenti sperimentali e del sistema di manutenzione; il Prof. Jason J.
Nichols, della Ohio State University, Columbus, OH,
USA, per aver gentilmente fornito una copia del questionario CLDEQ nelle due versioni short e long form
rielaborate dalla versione originariamente sviluppata
presso l’Indiana University; il Prof. Cosimo Signorini,
Presidente del Corso di laurea in Ottica e Optometria, per
aver consentito l’utilizzo delle risorse del laboratorio di
Optometria dell’Università di Padova; la Sig.ra Filomena
Menduni, responsabile amministrativa di Studio Optica,
per la collaborazione organizzativa nelle procedure di
assegnazione delle lenti e di comunicazione con i soggetti.
6.
7.
8.
9.
10.
Nota biografica
Il lavoro rappresenta una sintesi delle due tesi, citate in
bibliografia, prodotte per il Master in Scienze e tecnologie
della visione (a.a. 2009/2010, Università di Padova) da
Susanna Frigo e Michele Barollo, relatore prof. Pietro
Gheller.
Susanna Frigo (Autore corrispondente: susanna.frigo@
hotmail.it), ottico-optometrista, Ottica Frigo, Noventa
Vicentina: abilitazione all’esercizio della professione
di Ottico; Laurea in Ottica e Optometria e Master in
Scienze e Tecnologie della Visione, Università di Padova.
Michele Barollo ([email protected]), funzionario
tecnico (fotografia scientifica) presso Dipartimento dei
Beni Culturali dell’Università di Padova: abilitazione
all’esercizio della professione di Ottico; Laurea in Ottica
e Optometria e Master in Scienze e Tecnologie della
Visione, Università di Padova.
Pietro Gheller ([email protected]), optometrista, Studio Optica, Imola, professore a contratto presso
l’Università degli Studi di Padova; Laurea in Scienze
psicologiche, Università di Trieste.
Barbara Contiero, funzionario tecnico (servizio di biostatistica) presso il Dipartimento di Medicina animale,
produzioni e salute, Università di Padova; Laurea in
Scienze Statistiche e Demografiche, Università di Padova.
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11.
12.
13.
14.
15.
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Korb DR, Herman JP, Greiner JV, Scaffidi RC, Finnemore VM,
Exford JM, Blackie CA, Douglass T. Lid wiper epitheliopathy and
dry eye symptoms. Eye Contact Lens, 2005;31:2-8.
Korb DR, Herman JP, Blackie CA, Scaffidi RC, Greiner JV, Exford
JM, Finnemore VM. Prevalence of Lid Wiper Epitheliopathy in
Subjects With Dry Eye Sign and Symptoms. Cornea, 2010;29(4):377-83.
PROFESSIONAL
Tavola rotonda sul tema:
“le LaC e i bambini”
LE PREOCCUPAZIONI ESPRESSE DA MOLTI OTTICI-OPTOMETRISTI PROFESSIONISTI NELL’APPLICARE
LE LENTI A CONTATTO AI BAMBINI.
Joe Ayling riferisce gli argomenti discussi nell’ambito di una tavola rotonda ospitata da Johnson & Johnson Vision Care
MEMBRI DEL PANEL
Morven Campbell, responsabile servizi clinici presso Black
& Lizars
Omar Hassan, responsabile servizi professionali presso
Vision Express
Professor Bruce Evans, docente e medico indipendente
Sheen Tanna-Shah, optometrista e personal performance
coach
Ian Cameron, medico indipendente
Wendy Diddams, medico indipendente
Adrian Kite, medico indipendente
Andy Franklin, servizi professionali di Boots Opticians
Come molti genitori potranno testimoniare, l’igiene non
è un concetto che possa, nella maggior parte dei casi, far
davvero perdere il sonno ai propri bambini; le lenti a contatto
potrebbero tuttavia costituire un’eccezione degna di nota.
Molti potrebbero restare sorpresi da questa affermazione
dato che compliance ed igiene sono di gran lunga i principali
ostacoli per i professionisti nell’applicare le lenti a contatto
ai bambini. Secondo il Professor Bruce Evans, non sono
tuttavia questi i fattori di cui ci si deve preoccupare.
“Ritengo sia falso affermare che i bambini siano poco
compliant”, sostiene il Professore. “Gestendo il bambino
e il genitore in modo appropriato, avranno entrambi il
massimo potenziale”.
Il Professore è stato commentatore dell’evento “Tavola
rotonda sui bambini e sugli adolescenti” tenutosi il mese
scorso pressoThe Vision Care Institute di Johnson&Johnson
di Wokingham.
A questa tavola rotonda, presieduta dall’editor di Optician
Chris Bennet, hanno preso parte anche altri sette otticioptometristi professionisti.
“La preoccupazione che nutro è nei confronti di tutti i
portatori di lenti a contatto, riguarda ciò che fanno a casa
propria. So cosa fanno nel mio studio quando li osservo e
insegno loro come procedere, ma non so come si comportano
una volta a casa propria”, ha aggiunto il Professor Evans.
“Sono i bambini a preoccuparmi di più sotto questo aspetto?
No. Direi piuttosto gli studenti universitari. Sono loro che mi
spaventano realmente. Sono i maschi ventenni che pensano
di essere indistruttibili che temo davvero.”
“Se forniamo a un bambino insegnamenti corretti e
insegniamo a un genitore ad essere la nostra spia sul campo
e il nostro informatore, al bambino possiamo dire: ‘Se tuo
padre o tua madre mi dicono che non ti lavi le mani o
non cambi le lenti, saremo entrambi d’accordo nel fartene
interrompere l’uso’. La potenziale buona compliance da
parte dei bambini è la migliore che si possa ottenere da
chiunque”.
Preoccupazioni per l’igiene
I partecipanti a questa sessione erano tutti grandi esperti nel
campo dell’applicazione delle lenti a contatto ai bambini.
Un’indagine condotta da Johnson & Johnson ha dimostrato
che l’igiene nei bambini in generale era il motivo di maggiore
preoccupazione fra i professionisti, insieme alla loro capacità
di seguire le istruzioni per la manutenzione delle lenti a
contatto e al rischio di contrarre infezioni, come la cheratite
microbica, e sviluppare eventi avversi.
Sono stati individuati anche altri ostacoli, non ultima, la
38
| PROFESSIONAL OPTOMETRY | MARZO 2013
PROFESSIONAL
possibilità di convincere i genitori che le lenti a contatto
erano giuste per loro figlio.
L’optometrista Wendy Diddams ha affermato:
“In genere i bambini sanno di essere in grado di fare ogni
sorta di cose, ma i loro genitori li considerano assai meno
capaci. Superare la convinzione dei genitori che i loro figli
siano troppo piccoli, può essere una sfida ma, una volta
superata, la gente non smette di dire quanto tutto questo
sia stato positivo. C’è davvero questa barriera da superare”.
L’optometrista e personal performance coach Sheena
Tanna-Shah ha dichiarato che il più grande ostacolo che i
professionisti principianti possono incontrare è la mancanza
di fiducia riguardo all’adattamento delle lenti a contatto
nei bambini al di sotto dei 14 anni senza una formazione
o un’esperienza diretta. “È solo il fattore paura che gli
ottici devono ancora superare”, ha riferito. “Nel mio caso,
all’inizio, la barriera da superare ero proprio io”.
Contemporaneamente il medico di medicina generale
indipendente, Adrian Kite, ha riferito che il padre
optometrista, che aveva conseguito l’abilitazione negli
Anni Sessanta, non aveva mai applicato lenti a contatto
in generale, tanto meno ai bambini. “La mia impressione
è che non sia mai stato realmente trattato questo aspetto
nella fase iniziale della sua formazione professionale”, ha
dichiarato il medico. “Guardiamo allo sviluppo che le lenti
a contatto hanno avuto da allora, è davvero fenomenale
vedere quanto siano cambiate. Quindi sì, è vero, è stato
quasi come avviare una nuova prassi professionale in termini
di business delle lenti a contatto”. Le barriere che limitano
l’applicazione delle lenti a contatto sembrano amplificarsi
quando ci si trova di fronte a dei bambini; ciò significa che
a molti di loro non viene nemmeno prospettata questa
possibile opzione correttiva.
Una semplice formazione aiuterebbe, ha suggerito
l’optometrista Ian Cameron, che ha anche dichiarato: “La
penetrazione delle lenti a contatto nel mercato generale
non è realmente quella che dovrebbe essere, quindi, se
si comincia con una penetrazione non molto buona del
mercato e vi si aggiunge questo timore che accada il peggio
si tratta di lenti a contatto da applicare ad un bambino,
allora ci troviamo in seri guai. L’altro elemento riguarda il
rapporto con i bambini, non proprio eccezionale per gli
optometristi in genere”.
“Se esaminiamo la nostra formazione ci rendiamo subito
conto di come non ci sia stato insegnato molto bene ad avere
a che fare con i bambini, a differenza degli ortottisti i quali,
in linea di massima, sono molto bravi. Ciò è dovuto in parte
al loro tipo di personalità ma anche alla loro formazione
professionale oltre al fatto che nell’ambito di una situazione
clinica professionale si confrontano regolarmente con altri
che hanno un buon rapporto con i bambini e dicono ‘Bene,
allora è così che lo faccio poi’.
Morven Campbell, responsabile dei servizi clinici presso gli
studi optometrici indipendenti scozzesi Black & Lizars, ha
dichiarato che è necessario avere fiducia sia nella gestione dei
bambini sia nella conoscenza generale delle lenti a contatto.
“Una delle maggiori difficoltà reali che le persone si trovano
ad affrontare è il momento in cui si solleva la questione
dell’applicazione delle lenti a contatto nei bambini e il
fatto se si debba trattare tale argomento con i bambini,
con il genitore o con entrambi”, ha aggiunto la Campbell.
L’optometrista Andy Franklin, membro del team servizi
professionali di Boots Opticians, ha affermato: ”La strategia
ideale è quella di coinvolgere nella decisione ed ottenere
l’approvazione da entrambi. Indipendentemente che si
riesca o meno, è comunque un’operazione che richiede una
certa abilità professionale. Siamo di fronte a due aspetti che
le persone trovano piuttosto difficili da affrontare (le lenti
a contatto e i bambini). Il fattore principale che permette
di superare questa difficoltà è l’esperienza e la capacità di
capire che non c’è da avere paura, che si è realmente in
grado di farcela e che alla gente piace”.
Omar Hassan, responsabile dei servizi professionali di
Vision Express, ha dichiarato che quando scelgono prodotti
per la correzione visiva per i propri figli, l’ultima cosa che
viene in mente ai genitori è il costo.
“Ritengo che i genitori siano assai più accorti riguardo al
costo quando devono acquistare le lenti a contatto per se
stessi ma non quando si tratta dei propri bambini. Di solito
hanno la percezione che le lenti a contatto rappresentino
un tipo di soluzione, per così dire, rischiosa e vorrebbero
quindi che andasse tutto per il meglio. Una volta superate
le barriere sulle lenti a contatto, il costo è realmente l’ultima
cosa di cui parlano”, dichiara.
Introduzione alle lenti
Secondo gli esperti che hanno partecipato alla tavola
rotonda, rivelatisi tutti concordi su questo punto, a parte
le preoccupazioni del professionista e dei genitori, i bambini,
come portatori, richiedono un’introduzione delicata alle
lenti a contatto.
“A volte vale la pena semplicemente ‘gettare il seme’ in
modo da offrire tutte le possibili opzioni disponibili sin dalla
PROFESSIONAL OPTOMETRY
| MARZO 2013 | 39
PROFESSIONAL
più tenera età, proprio come si farebbe con un adulto”, ha
aggiunto la Diddams. L’optometrista ha quindi suggerito
di offrire una mattinata di prova in modo che i bambini
possano apprezzare direttamente i benefici delle lenti a
contatto anziché sentirne solo parlare. “L’esperienza di
poter uscire all’aperto una mattina ed essere in grado di
vedere senza occhiali, a volte, può far cambiare idea al
bambino e far sì che si renda conto del perché il proprio
genitore desidera che porti le lenti a contatto”, ha aggiunto
la Diddams. È stato detto che i genitori sono il motore
trainante della scelta della correzione visiva dei loro figli,
fino a quando questi ultimi avranno l’età necessaria per
acquisire consapevolezza della propria immagine. Si è detto
a tale proposito che è più probabile che siano i teenager a
fare pressione sui genitori per mettere le lenti a contatto.
In effetti, insieme all’autostima e allo sport, l’immagine
che si ha di sé è stata individuata come uno dei principali
incentivi che stimolano i bambini all’uso delle lenti a contatto.
Ciononostante, secondo il Professor Evans, l’insorgenza
dei comportamenti da bullo può verificarsi prima di questa
acquisizione di autoconsapevolezza.
Sport e raggi UV
Tutti gli esperti hanno concordato sul fatto che ulteriori
benefici derivanti dall’applicazione delle lenti a contatto
ai bambini comprendevano pratica sportiva e protezione
dai raggi UV.
“Se si chiede alle persone quando fanno più sport,
rispondono: ‘A vent’anni’, In realtà sappiamo che ciò avviene
nel corso dei primi 10 anni di vita e gli occhiali non sono la
miglior opportunità compensativa”, aggiunge il Professor
Evans. “Nel caso di bambini particolarmente sportivi vale
assolutamente la pena farvi menzione ma anche se i bambini
non sono degli sportivi assidui scommetto che ci sono altre
cose che faranno all’aperto”. Ad Hassan è stato chiesto se
Vision Express abbia attivamente inserito la salute visiva
nell’educazione del portatore verso le lenti a contatto. “La
dedizione specifica ai bambini - afferma Hassan - è una delle
aree, oltre alla messa in evidenza dei benefici, sulle quali gli
optometristi dovrebbero concentrarsi maggiormente”. Ha
tuttavia messo in guardia circa l’omissione della marca nel
comunicare questi benefici. “L’elemento essenziale sarebbe
determinare quali sono i problemi con il genitore e con il
bambino e pianificare di conseguenza un modo di procedere
uniforme” ha aggiunto. Parlando di protezione ai raggi UV,
la Diddams ha dichiarato: “Se i genitori sono già dell’idea
di applicare le lenti a contatto si può in tal caso rafforzare
questa loro scelta ribadendo che ‘in aggiunta si avrà il
vantaggio della protezione contro i raggi UV’. si tratta di
un rischio quello dei raggi uv non ancora ben compreso dai
genitori ed è molto difficile insegnare loro a credere che i
figli dovrebbero portare gli occhiali da sole”. Il Professor
40
| PROFESSIONAL OPTOMETRY | MARZO 2013
Evans ha aggiunto che la ragione principale per la quale
applicava le lenti a contatto ai bambini era il controllo
della miopia con l’utilizzo di lenti a contatto multifocali.
“Questo ha trasformato il mio ruolo che, da quello ‘di chi
corregge’ è diventato quello di ‘chi cura’”, afferma. “Non
mi ha mai soddisfatto l’affermazione degli optometristi: ‘Si
tratta di miopia, aspetteremo che si assesti’. Da parte mia
preferirei di gran lunga provare a tenerla sotto controllo
anche solo in misura modesta. Credo che questo approccio
rivoluzioni la correzione visiva nei bambini da parte degli
optometristi. L’evidenza è che il controllo della miopia
che si ottiene con le lenti a contatto è nettamente migliore
rispetto agli occhiali”.
Il Professor Evans ha aggiunto che l’età alla quale si
riteneva un bambino abbastanza grande per portare le
lenti a contatto, era quella in cui manifestava un errore
refrattivo. A questo proposito, Cameron ha ribadito che
nel suo studio professionale erano state applicate le lenti a
contatto a bambini molti piccoli ma che nella maggior parte
degli studi si inizierebbe alla soglia dei 12-16 anni. Anche
le segnalazioni di ametropi che rifiutano le lenti a contatto
sino alla scuola superiore non sono state considerate rare
dai partecipanti della tavola rotonda. Queste segnalazioni
vengono fatte nonostante non manchino di certo ragioni
cliniche e commerciali per applicare le lenti a contatto
ai bambini. Inoltre, le barriere che possono sorgere sono
assolutamente superabili. Più tardi nella giornata, a
Pinewood, il gruppo ha suggerito che i produttori dovrebbero
realizzare e lanciare una lente a contatto più piccola dedicata
ai bambini. Giungendo alle conclusioni tratte da questa
tavola rotonda, si può affermare che per questo esiste
certamente un mercato ma non bisogna dimenticare che
molti professionisti avranno ancora bisogno di imparare a
camminare prima di poter correre.
Secondo Franklin, “È come un grande transatlantico: impiega
un po’ di tempo per cambiare direzione”.
Prima Pubblicazione Optician 07/12/12
Speciale
LENTI A CONTATTO
Ascon Contactlinsen Deutschland
Geometria inversa
dopo chirurgia corneale
KA4-REVERSE è la lente a contatto Ascon a geometria inversa, per l’adattamento dopo cheratoplastica o chirurgia rifrattiva, proposta da Ascon.
L’adattamento delle lenti a contatto dopo chirurgia
corneale richiede il ricorso a tecniche applicative
d’avanguardia e a geometrie innovative.
L’intervento chirurgico modifica la naturale forma
della cornea generando superfici irregolari, astigmatismi elevati e, in rari casi, la distorsione o l’eccentricità dell’innesto. La superficie corneale a sua
volta da prolata diventa oblata (più curva nella zona
periferica) per cui le tradizionali geometrie di lenti
a contatto difficilmente si allineeranno alla nuova
forma corneale, causando instabilità, riduzione della
capacità visiva e producendo complicanze fisiologiche.
La figura del contattologo, ai fini del completo recupero funzionale del sistema visivo, appare quindi
di indubbio valore e richiede al tempo stesso conoscenze contattologiche, esperienza professionale e
l’utilizzo di un’adeguata strumentazione.
La lente a contatto Ascon KA4-Reverse risulta essere, nell’adattamento dopo trapianto corneale o
chirurgia rifrattiva, la geometria più efficace per
Oculus - Topografia corneale post cheratoplastica
raggiungere gli obiettivi voluti e soddisfare le esigenze del portatore. È una lente a contatto rigida
gas permeabile a geometria inversa indicata per
l’adattamento dopo chirurgia corneale.
La sua geometria posteriore, caratterizzata da un’ampia zona centrale piatta e da una zona periferica
più curva, è simile alla nuova forma corneale post
chirurgica.
Le sue caratteristiche principali sono:
•
Geometria della superficie posteriore tetracurva
•
Raggi r1 e/o r2 più curvi rispetto al raggio centrale r 0
•
Parametri individuali dal centro fino al bordo
•
Indicata per l’adattamento post LASIK (correzione della miopia)
•
Ideale dopo cheratoplastica
•
Correzioni sferiche e astigmatiche
Con la KA4 - Reverse è inoltre possibile, in presenza
di superfici corneali piatte, effettuare l’adattamento
secondo la tecnica “contour modificata” che permette
di evitare un appoggio troppo stretto al centro o
un sollevamento eccessivo del bordo.
Immagine fluoresceinica KA4-Reverse post cheratoplastica:
Rb 7.30 mm Pt -3.00D - 10.20 mm
Speciale
LENTI A CONTATTO
Geometria posteriore KA4-Reverse r1 = r0- 0,40mm
Oculus - Profilo 3D post lasik
Descrizione
La KA4 - Reverse è una lente a contatto tetracurva
realizzata con il primo raggio periferico r1 più curvo
rispetto al raggio centrale r 0 e la sua inversione risulta
essere di 0,40 mm. Il diametro totale varia da 10,20
mm a 10,80 mm e consente di coprire completamente
il lembo trapiantato garantendo un’ottima stabilità e
un posizionamento centrato della lente. Il bordo presenta un bevel asferico la cui larghezza è di 0,35 mm.
Esami preliminari
•
Anamnesi
•
Refrazione soggettiva
•
Controllo lampada a fessura con/senza fluoresceina
•
Topografia corneale
•
Scelta della prima lac con l’utilizzo del Set di prova.
Caratteristiche di adattamento
Con questa geometria è possibile, riducendo il diametro
della zona ottica interna e mantenendo costante il raggio
base, aumentare la profondità sagittale della lente.
Per selezionare la prima lente a contatto di prova è
necessario che il raggio base sia parallelo al raggio
corneale medio in modo che la periferia della lente
si avvicini al profilo corneale più curvo. Il programma
Expert, integrato nel Topografo Oculus, consente di
simulare l’immagine fluoresceinica ideale e determinare correttamente i parametri definitivi della lente
a contatto. Per ottimizzare la relazione cornea lente, è consigliabile procedere secondo la tecnica di
adattamento “contur modificata” che vi permette
di selezionare individualmente i raggi periferici così
da ottenere un posizionamento della lente stabile e
centrato, condizione indispensabile nei casi di cornee
chirurgicamente modificate che presentano una forma
oblata. Il caratteristico profilo della superficie posteriore
della lente a contatto può infatti, in questi casi, ridurre
il regolare movimento. È dunque necessario definire
con la massima precisione i parametri della zona inversa per evitare che la lente si blocchi dopo poche
ore d’uso causando complicanze d’origine meccanica,
alterazione del film lacrimale con accumulo di detriti
sotto la lente e risultati visivi scadenti.
Valutazione dopo 30 minuti
Osservare, in lampada a fessura, il posizionamento statico
e dinamico della lac con e senza fluoresceina. Stabilire in
sovrarefrazione il potere definitivo e l’acuità visiva. Valutare ed eventualmente correggere l’astigmatismo residuo
applicando una lente a contatto KA4-Reverse VPT (torica
esterna). Verificare la stabilità della lente dopo circa tre
ore. Ispezionare la cornea senza lente. Determinare i parametri definitivi: potere, raggio centrale, diametro totale,
ampiezze e progressione dei raggi periferici, materiale.
Indicazioni
•
Superfici corneali più curve verso la periferia
•
Correzione della miopia dopo LASIK
•
Cheratoplastica con periferia oblata.
Controindicazioni
•
Disfunzione lacrimale
•
Secchezza oculare
•
Malattie del segmento anteriore
•
Allergie oculari
Avvertenze
La lente deve mostrare un movimento apprezzabile
all’ammiccamento senza bloccarsi sull’occhio! Visite
oculistiche e controlli post adattamento devono essere
eseguiti con scadenze regolari. Per ulteriori informazioni contattare Ascon Contactlinsen Deutschland: tel
0825.74582 oppure e-mail: [email protected]
Speciale
LENTI A CONTATTO
Bausch+Lomb
Portatori di lenti alla ricerca
di una visione migliore
Lenti a contatto per astigmatismo: una chiara
esigenza non ancora completamente soddisfatta. Puoi diventare un punto di riferimento per
il tuo cliente.
Se il tuo cliente ha la necessità di una nuova prescrizione di lenti o di una modifica della prescrizione
esistente, tu puoi diventare il suo punto di riferimento.
Ma vengono davvero prese in seria considerazione
tutte le opzioni in grado di aumentare la soddisfazione
del cliente – incluse, se possibile, lenti a contatto
specifiche? Una recente pubblicazione ha analizzato
un database di 11.624 prescrizioni di occhiali al fine
di calcolare la percentuale dei casi di astigmatismo
di vario grado, riscontrando che i pazienti affetti da
0,75D e da 1,00D di astigmatismo o più, in almeno
un occhio rappresentavano, rispettivamente, il 47,4%
e il 31,8%1. Ciò significa che una grande quantità di
astigmatici potrebbe rivolgersi a te per acquistare
lenti a contatto per astigmatismo. Tuttavia, circa
quattro astigmatici su dieci che non hanno mai portato lenti a contatto, non le hanno mai provate a
seguito di informazioni ricevute dalla famiglia o da
amici, oppure lette sul giornale , in cui si affermava
che le lenti a contatto non sarebbero indicate per
le persone astigmatiche. Ancora più sorprendente
è il fatto che tre su dieci non le hanno provate su
indicazione del proprio medico2.
Si consideri poi il fatto che, in totale, il 43% dei
pazienti astigmatici portatori di occhiali e il 38% di
quelli portatori di lenti a contatto ha riferito di non
essere completamente soddisfatti né delle lenti né
degli occhiali portati abitualmente, come dimostra un
punteggio pari o inferiore a 7 valutato su una scala
da 1 (molto insoddisfatto) a 10 (molto soddisfatto)3.
Tali risultati evidenziano esigenze non ancora soddisfatte che, nel caso dei pazienti astigmatici portatori di occhiali, potrebbero potenzialmente essere
indirizzate verso l’impiego di lenti a contatto per
astigmatismo opportunamente utilizzate. In maniera analoga, l’insoddisfazione tra i portatori di
lenti a contatto astigmatici potrebbe riflettere la
necessità di lenti selezionate ed utilizzate in modo più appropriato. Che cosa cercano i contattologi
in una lente torica per soddisfare le esigenze dei
portatori astigmatici? Secondo uno studio rivolto ai
contattologi che raccomandano lenti a contatto per
astigmatismo morbide, e mirato ad identificare gli
attributi più importanti del prodotto, i benefici delle
lenti toriche evidenziati ai primi 3 posti si riferivano
alla visione, e l’attributo di maggiore importanza
è risultato essere “permette una visione chiara e
nitida per tutto il giorno4.”
Speciale
LENTI A CONTATTO
Nuovi portatori di lenti
Portatori di lenti alla ricerca
di una visione migliore
Allo stesso modo, quando ai portatori astigmatici è
stato chiesto quali fossero gli attributi del prodotto
maggiormente ricercati al momento della scelta delle
lenti a contatto per astigmatismo, i primi 5 elementi
indicati sono stati i benefici visivi, e il vantaggio di
maggiore importanza è stato “permette una visione
costantemente chiara in ogni circostanza5.”
L’opportunità di soddisfare le richieste dei pazienti
astigmatici è alla nostra portata; tuttavia i contattologi hanno una reale possibilità ed opportunità
di raccomandare e prescrivere in modo proattivo
una soluzione più soddisfacente per i loro pazienti
astigmatici. La buona notizia è che ottici e pazienti
concordano sull’importanza dei benefici visivi quale
fattore primario, quando si tratta di scegliere le
lenti per astigmatismo morbide.
Bibliografia
1. Young G, Sulley A, Hunt C. Prevalence of astigmatism in relation to soft contact lens fitting.
Eye Contact Lens. 2011 Jan;37(1):20-5.
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Portatori di lenti astigmatici
Needs, Symptoms, Incidence, Global Eye Health
Trends (NSIGHT) Study. Market Probe Europe.
December 2009.
ECP Toric Needs Study: US. Millward Brown.
December 2010.
Consumer Toric Needs Study: US. Millward Brown.
Dicembre 2010. ©2012 Bausch+Lomb Incorporated.
®/™ indicano i marchi registrati di Bausch+Lomb
Incorporated o sue affiliate. Tutti gli altri nomi/prodotti sono marchi registrati dai rispettivi proprietari.
PNS06162 SL6881 HL5446-1
Speciale
LENTI A CONTATTO
Ciba Vision
Monografia di prodotto:
Opti-Free® Puremoist®
Il comfort è la chiave di successo per l’utilizzo delle lenti
a contatto. La soluzione unica
Opti-Free PureMoist ® MPDS
con HydraGlyde ® Moisture
Matrix conferisce alle attuali
lenti a contatto morbide un
comfort più duraturo, poiché
favorisce una bagnabilità fino
a 16 ore. I portatori di lenti
a contatto beneficiano del
comfort dall’inserimento alla
rimozione.
Comfort, sicurezza e praticità
sono tre dei più importanti fattori di successo per i portatori
di lenti a contatto. Di fatto, una
recente indagine condotta sul
web, ha indagato sulle ragioni
di abbandono dell’uso delle lenti
a contatto da parte dei portatori in 27 paesi. Lo studio ha
evidenziato che il discomfort
e un’inadeguata applicazione sono le principali cause di abbandono
dell’utilizzo delle lenti a contatto2.
Mantenere la superficie umettata è un fattore chiave
nell’assicurare il comfort poiché questo è correlato
alla bagnabilità delle lenti a contatto. La diminuzione
della bagnabilità può essere un problema con le
lenti a contatto in silicone idrogel, poiché per loro
natura sono idrofobe, ovvero “odiano” o respingono
l’acqua. [...]
La soluzione unica Opti-Free® PureMoist® con HydraGlyde ® Moisture Matrix, è stata sviluppata appo-
sitamente per le lenti a contatto di
oggi. La sua formula unica e avanzata,
mantiene la bagnabilità avvolgendo le
lenti, mentre provvede a una pulizia
profonda e a una eccezionale disinfezione.
La soluzione unica Opti-Free ® PureMoist® è stata clinicamente testata su
oltre 450 portatori di lenti a contatto e
gli studi scientifici sono stati condotti
per dimostrare le proprietà uniche di
HydraGlyde ® Moisture Matrix.
Bagnabilità e idratazione superiore
con la soluzione unica Opti-Free®
PureMoist®
[...] L’HydraGlyde Moisture Matrix® (brevettato da Alcon), è un avanzato polimero di superficie attivo, progettato
appositamente per mantenere la lente
a contatto costantemente umettata.
Le avanzate proprietà di bagnabilità
e idratazione della soluzione unica
Opti-Free ® PureMoist ® derivano da
HydraGlyde ® Moisture Matrix (EOBO-41™, Fig. 1).
Come mostrato nelle figure 1 e 2, questa nuova
tecnologia di polimeri di superficie attivi è composta da 2 parti: una parte (BO) che ha un’affinità
per il materiale in silicone mentre l’altra (EO) è attratta dall’acqua. La tecnologia idrogel rallenta la
migrazione dei gruppi siliconici verso l’interfaccia
lente-aria, fornendo un continuo ambiente umettato
che avvolge la lente. Questo favorisce 16 ore di
idratazione, consentendo alla palpebra di scivolare
sulla superficie umettata della lente. [...]
Speciale
LENTI A CONTATTO
Pulizia superiore e un’ineguagliabile disinfezione
Nuovi materiali presentano nuove sfide nella
manutenzione delle lenti a contatto
I lipidi e le proteine, presenti nel film lacrimale, si
legano alle lenti a contatto. L’esperienza ha mostrato
che le lenti a contatto in silicone idrogel hanno una
maggiore propensione ad attrarre depositi lipidici.
Questi depositi sulla lente possono influire sia sul
comfort che sulla riduzione dell’acuità visiva. Inoltre,
i depositi lipidici possono essere causa comune di
complicanze oculari6. La soluzione unica Opti-Free ®
PureMoist ® incorpora il duplice sistema di pulizia di
Opti-Free® composto da citrato e Tetronic ® 1304**
con la matrice Hydra- Glyde® Moisture. La capacità
di pulizia della soluzione unica Opti-Free® PureMoist ®
è complementata dal duplice sistema biocompatibile
di disinfezione che è efficace contro batteri, funghi
e Acanthamoeba. Le notevoli prestazioni del sistema
utilizzato in Opti-Free® PureMoist ® MPDS sono date
dalla sinergia tra i disinfettanti Polyquad® e Aldox ®
con EDTA, una combinazione utilizzata con successo
da oltre 60 milioni di portatori di lenti a contatto.
Minimizzare l’esposizione agli organismi
La soluzione unica Opti-Free® PureMoist® si è dimostrata efficace contro un’ampia gamma di microrganismi,
compresi batteri gram-positivi e gram-negativi, lieviti,
muffe e Acanthamoeba spp. L’attività del duplice
sistema di disinfezione Polyquad ® e Aldox® con EDTA
contro batteri e funghi è stata valutata in uno studio
microbiologico (conforme agli standard ISO)1,8. [...]
Fig. 1
Alto livello di biocompatibilità
Un eccessivo staining corneale può essere la causa
di una combinazione tra alcune soluzioni per la manutenzione e le lenti a contatto. Il duplice sistema
di disinfezione Polyquad® e Aldox ® con EDTA che si
trova nella soluzione unica Opti-Free® PureMoist ®
ha un elevato livello di biocompatibilità. Da questo,
risulta che il grado di Staining Corneale rilevato con la
soluzione unica Opti-Free® PureMoist® è irrilevante. [...]
Bibliografia
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Data on fi le, Alcon Research, Ltd
Rumpakis JMB. New data on contact lens dropouts: an
international pers-pective. Rev Optom 2010; 147(1): 37-42
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presented at: ARVO, May, 2010; Fort Lauderdale, FL
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of a Novel Multi-Purpose Solution. Invest Ophthalmol
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wear: static or increasing problem? Eye Contact Lens
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10. Joslin et al, Epidemiological characteristics of a Chicago area Acanthamoeba keratitis outbreak. Am J
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11. Radford CF, Minassian DC, Dart JKG. Acanthamoeba
keratitis in England and Wales: incidence, outcome,
and risk factors. Br J Ophthalmol 2002; 86(5): 536-542
12. Napier L, Garofalo R, Lemp J, Ketelson HA, Lally
J. Clinical evaluation of an investigational multipurpose disinfection solution. Poster presented at:
CLAO; September 2010; Las Vegas, NV
•
* Trademarks are the property of their respective
owners.
•
** TETRONIC® is a registered trademark of BASF.
•
*** PUREVISION Lenses
Speciale
LENTI A CONTATTO
CooperVision
Tanti portatori, tanti stili di vita,
una sola Proclear® 1 day multifocal
Visione ottimale a tutte le distanze, facilità di
utilizzo, ampia parametria, facilità di adattamento in tutte le fasi della presbiopia, praticità
delle lac 1 day e autorizzazione FDA, i benefici
della nuova 1 day multifocale di CooperVision.
Più di un milione di persone, nel mondo, sono
presbiti e sempre più persone hanno uno stile di
vita dinamico e mettere gli occhiali per leggere il
messaggio sull’Iphone o il menú di un ristorante
non a tutti fa piacere. Mettere “quell’occhiale” è
sinonimo di “senilità”. Ecco perchè CooperVision,
esperta nella produzione di lenti a contatto multifocali ha pensato a Proclear ® 1 day multifocal,
la prima lente a contatto 1 day, a base di fosforicolina, pensata per i presbiti di oggi.
A chi proporre Proclear ® 1 day multifocal
Proclear ® 1 day multifocal è la soluzione ottimale per chi utiliza lenti 1 day e comincia ad
avere difficoltà di visione da vicino e non vuole
rinunciare alla praticità delle 1 day, sia per chi
desidera utilizzare lac saltuariamente e per chi
le utilizza tutti i giorni.
Facile selezione delle lenti, adattamento e
ampia parametria
La facilità di selezione della lente di prova,
attraverso un pratico fitting set, una guida applicativa ed un regolo semplici ed immediati,
unitamente alla geometria con un unico profilo
rende Proclear® 1 day multifocal una soluzio-
Speciale
LENTI A CONTATTO
ne ideale da offrire ai clienti presbiti che ogni
ottico-optometrista incontra nella sua pratica
quotidiana.
va ad arricchire il già ampio portafoglio di lenti a
contatto multifocali di CooperVision, per rispondere
ancora meglio ad un maggior numero di presbiti.
Proclear ® 1 day multifocal è disponibile con un’ampia parametria: da +6.00 -10.00D con addizione
fino a +2.50, in confezione
da 30 lenti.
Per creare attenzione all’interno del punto vendita
CooperVision ha predisposto una serie di supporti
per il consumatore di immediata visibilità.
Comfort e visione ottimale
Il materiale con cui sono
prodotte le lenti Proclear ® 1
day multifocal è l’unico che
ha ottenuto la seguente dichiarazione da parte dell’FDA
“può offrire maggior comfort
a portatori che manifestano
secchezza o leggero discomfort durante il porto delle lenti “. Dichiarazione importante,
specialmente per coloro che
manifestano secchezza oculare
legata all’età. Inoltre, Proclear ®
1 day multifocal offrono una
naturale biocompatibilità, infatti la fosforilcolina (PC)
con cui sono realizzate le lenti, imita
alcune sostanze
che compongono
la membrana cellulare compresa la
membrana cellulare
dell’occhio umano.
Proclear ® 1 day multifocal
Per ulteriori informazioni sulla gamma di lenti
multifocali CooperVision, Proclear ® 1 day multifocal e sulla disponiblità dei materiali per il punto
vendita, rivolgetevi al vostro venditore di zona o
visitate il sito www.coopervision.it
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LENTI A CONTATTO
Johnson&Johnson
1-DAY ACUVUE® TruEye®:
la salute dell’occhio nudo
“Preservare la mia salute oculare nel tempo
è per me fondamentale”; “vorrei una lente a
contatto che non mi dia problemi di alcun tipo,
così da poterla portare negli anni”, “se penso
alla salute oculare penso all’assenza di sintomi
e complicanze, nel tempo”; sono affermazioni importanti dei portatori che, probabilmente,
qualsiasi contattologo ha avuto modo di sentire
durante lo svolgimento della propria professione.
Sono affermazioni che portano ad un messaggio preciso: il portatore vuole essere libero di
portare una lente a contatto nel tempo, senza
compromessi per la salute degli occhi.
Questo messaggio è colto da 1-Day Acuvue ®
TruEye ®, che risponde a questo bisogno in modo unico grazie all’esclusiva capacità di bilanciare al meglio le innovative proprietà che la
caratterizzano, quali tecnologia Hydraclear 1 al
servizio di salute e comfort, materiale di ultima
generazione, filtri di protezione dai raggi UV di
classe 1 e il ricambio frequente (Fig. 1).
Figura 1: caratteristiche di 1-Day Acuvue ® TruEye
HYDRACLEAR 1: è una tecnologia brevettata, unica
ed innovativa inserita all’interno della lente per
garantire ai tuoi portatori SALUTE e COMFORT
come ad occhio nudo.
•
SALUTE: Hydraclear 1 incorpora un elevato
volume di PVP nella lente rendendo la lente ultra liscia ed altamente bagnabile così
da attrarre e stabilizzare il film lacrimale
e mantenere la naturale condizione degli
occhi. Una caratteristica, che se ben evidenziata nella presentazione al portatore, non
può che essere percepita come sostanziale
e imprescindibile valore aggiunto nel momento della scelta.
•
COMFORT ECCEZIONALE: Hydraclear 1 incorpora il componente umettante nel materiale
della lente e non lo rilascia garantendo un
comfort eccezionale da mattina a sera. Poter
contare sul comfort durante tutta la giornata, generalmente ricca di impegni lavorativi e
personali, risulta essere un aspetto strategico
nel processo di fidelizzazione del portatore,
sia nei confronti del prodotto, sia rispetto
al professionista contattologo che diventerà
un punto di riferimento costante nel tempo.
SILICONE IDROGEL: Il 100% del consumo d’ossigeno, sull’intera superficie della cornea, non è in
alcun modo alterato dalla presenza della lente a
contatto, qualunque sia il potere di correzione.
I portatori che lamentano pesantezza e occhi
stanchi dopo un porto prolungato nel corso della giornata, grazie al SI potranno constatare di
avere occhi più bianchi e luminosi paragonabile
all’occhio nudo. La percezione di una lente a con-
Speciale
LENTI A CONTATTO
tatto che non incide minimamente sulla condizione
naturale dell’occhio, è per il contattologo una leva
vincente. Tutti quanti vorremmo utilizzare prodotti
per la nostra salute che non cambino la nostra
naturale fisiologia, e 1-DAY ACUVUE ® TruEye ®,
è il primo mezzo di correzione visiva a tagliare
questo traguardo.
PROTEZIONE UV DI CLASSE 1: 1-DAY ACUVUE® TruEye®
è l’unica lente a contatto giornaliera in silicone idrogel con protezione dai raggi UV di classe I (> 96%
UV-A, 99% UV-B). Indossare lenti a contatto dotate
di filtro UV, unitamente al cappello e agli occhiali
da sole, rappresenta una risposta ottimale per preservargli occhi dall’azione dannosa dei raggi solari.
RICAMBIO GIORNALIERO: La praticità di una lente a contatto a ricambio giornaliero e facile da
manipolare, sia all’inserimento che alla rimozione,
risponde a un duplice obiettivo: evitare l’abbandono del prodotto a causa di una manutenzione
o gestione della lente a contatto complicata, e
la sicurezza di utilizzare ogni giorno una lente a
contatto nuova a garanzia di igiene e freschezza.
1-DAY ACUVUE ® TruEye ® è come l’occhio nudo.
Dodici mesi di studio clinico* condotto da un Istituto di ricerca indipendente hanno dimostrato che
indossare 1-DAY ACUVUE ® TruEye ® è come non
indossare alcuna lente a contatto secondo i parametri riportati nella Tabella 1.
Tabella 1: Risultati dello studio clinico indipendente
svolto presso l’Università di Manchester
*Studio pubblicato in Peer Review: prima volta
in assoluto che in Peer Review viene pubblicato
uno studio comparativo tra LaC e l’occhio nudo.
Offrire al pubblico un prodotto che rassicura su
benessere visivo nel tempo in modo così trasversale, permette al contattologo di rispondere
al meglio al bisogno ed alle aspettative dei propri
portatori.
Per le sue caratteristiche, 1-DAY ACUVUE® TruEye®
è l’unica lente a contatto che incontra perfettamente queste necessità garantendo:
•
Facilità di gestione del portatore
•
Nessuna necessità di refit.
•
Fedeltà al punto vendita
Cosa è la peer review?
È una certificazione di uno studio/di una ricerca
da parte di 6/8 revisori indipendenti all’azienda che ha commissionato la ricerca ed estranei all’autore della ricerca stessa.
Lo studio viene mandato in forma anonima e
viene certificato (e quindi pubblicato) solo se:
•
Lo studio è stato condot to secondo
metodologie impeccabili;
•
I risultati sono certificati, dimostrati ed
attendibili;
•
Tutti i revisori sono d’accordo all’unanimità.
Bibliografia
•
Hayes V et al CLAE, 2003,26:85-93;
•
Suchecki JK, Ehlers WH, Donshik PC CLAO J
2000; 26 (4) 204-13;
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Solomon O. Freeman M, Boshnik E et al CLAO
J 1996; 22:250-7;
•
Hamano H Watanaba K, Hamano T et al. CLAO
J 1994; 20 (2) 103-8;
•
Porazinski AD, Donshik PC CLAO J 1999 25
(3): 142-7; 6) Jones L et al OVS 1999; 76 (12s)
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Distinguersi...
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Fronteggiare gli attuali problemi del mercato con
uno stratagemma che garantisce di combattere
la concorrenza sempre più agguerrita attraverso
una strategia commerciale definitiva!
La Kontakt Lens V.A.O., società operante nel settore
della contattologia da oltre 25 anni, sempre attenta
alle esigenze ed ai problemi che questo mercato
si trova ad affrontare, è lieta di presentare uno
stratagemma che possa garantire, a coloro che sono
stufi di combattere la concorrenza sempre
più agguerrita, una strategia commerciale definitiva!
Parliamo di PRODOTTI PERSONALIZZATI!
Chiunque abbia un’attività commerciale, si è trovato
almeno una volta nella vita a fronteggiare un cliente
irritato per aver trovato lo stesso prodotto ad un
prezzo inferiore in un altro negozio. Di fronte ad
un simile problema, le soluzioni sono molteplici, ma
pur sempre atte a cercare di recuperare la fiducia
persa del cliente. Ora provate ad immaginare di poter,
una volta per tutte risolvere il problema alla base,
affinché non ci siano più i presupposti per cui il
problema si possa verificare.
La Kontakt Lens V.A.O. offre la possibilità di una
personalizzazione completa di tutta la gamma dei
prodotti di contattologia (tutti i tipi di lenti a contatto e tutti i tipi di soluzione) affinché non ci potrà
essere mai più un termine di paragone tra Voi ed
i vostri concorrenti.
La nostra idea di personalizzazione, non si limita
ad una semplice etichettatura di una confezione di
lenti a contatto ma, su vostra specifica richiesta,
abbiamo la possibilità di creare un packaging ad
hoc per Voi.
Ad esempio, potremmo realizzare un pack di:
lenti giornaliere in confezioni da 10 o più lenti;
lenti toriche in confezioni singole o più;
confezioni di lenti singole a ricambio mensile.
Anche nei materiali di ultima generazione quali Siliconi Hydrogel con il vostro marchio.
Avrete in questo modo:
• una esclusiva assoluta;
• renderete accessibile ai vostri clienti un prodotto
che oggi è visto ancora come “troppo caro”;
• assesterete un duro colpo alla concorrenza, proponendo prodotti innovativi e qualitativamente superiori.
Ma c’è dell’altro…
L’importanza di distinguersi dalla massa con un prodotto a marchio proprio, non è solo un escamotage
per combattere la concorrenza, è soprattutto un
plus per guadagnare in immagine nei confronti di
tutti coloro che lavorano con “i prodotti di massa”.
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Crazy Lens, per uno sguardo da effetti speciali!
Le lenti a contatto Only One “CrazyLens”, rappresentano la più recente evoluzione in fatto di effetti
speciali.
Disponibili in pratiche confezioni da due lenti, con
oltre 40 differenti design, donano al portatore uno
sguardo decisamente... particolare!
Il motivo di riproporre un prodotto che in passato
era legato solo a due periodi dell’anno (carnevale
ed Halloween) nasce dalla vasta gamma di effetti
speciali; lenti fluorescenti, cartoons e tante altre,
indurranno i ragazzi ad indossarle in più occasioni e con solo pochi euro, potranno sfoggiare uno
sguardo decisamente unico.
Ecco che estetica e gioco si inseriscono in una nuova
nicchia di mercato con una proposta che amplia la
possibilità di creare un look particolare attraverso
un prezzo assolutamente imbattibile!
Insomma: Only One “CrazyLens” è il prodotto destinato a ‘spopolare’ permettendo interpretazioni
assolutamente uniche a un pubblico che si prospetta
sempre più creativo!
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Sauflon Pharmaceuticals
Storia di un successo
lungo oltre 25 anni
Sauflon, un’azienda dinamica in constante sviluppo
di nuovi prodotti, all’insegna della tecnologia e
della professionalità.
Sauflon Pharmaceuticals è leader nella contattologia
con un ruolo che ha consolidato nel tempo. Cuore
e cervello di tutta l’organizzazione sono gli uffici
di Twickenham, in Inghilterra, dove Sauflon è stata
fondata nel lontano 1985.
È una storia, quella di Sauflon, che inizia oltre 25
anni fa con la produzione e la vendita delle sue
prime soluzioni per la manutenzione delle lenti a
contatto.
Una storia che parte da Ashford, nello storico stabilimento del Kent dove Sauflon ha consolidato
negli anni la posizione che la vede oggi, nel Regno
Unito, leader assoluto del mercato delle soluzioni
e la prima azienda internazionale nella produzione
di soluzioni a marchio privato.
28 anni al fianco dell’ottico optometrista, in un cammino fatto di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie
e nuove formulazioni. A tal proposito basti ricordare
che, solo nel segmento delle soluzioni uniche, Sauflon può offrire 5 prodotti con diverse formulazioni,
in grado di fornire al portatore di lenti a contatto
un’ampia risposta alle sue esigenze, in linea con lo
standard di vita e i materiali di nuova generazione
delle odierne lenti a contatto.
5 linee di imbottigliamento ad alta velocità, con
strutture modulari, garantiscono una produzione
di 5 milioni di litri l’anno di soluzioni, caratterizzata
da 18 differenti formulazioni ed una diversificata
offerta di formati. Un magazzino con una superficie di oltre 4.500mq permette lo stoccaggio dei
prodotti finiti.
Fin dalle sue origini Sauflon ha creduto fortemente nella ricerca e nello sviluppo per dare sostegno
ad un azienda che voleva assolutamente diventare
leader mondiale nella propria attività.
Nel 2004 la lungimiranza del suo fondatore, Alan Wells,
ha portato Sauflon
ad investire risorse
per diversificare il
proprio business, è
da questo progetto è
nata la seconda linea
di prodotti Sauflon:
le lenti a contatto.
Lo stabilimento di
Fareham, nello Hampshire, è la pietra miliare della
nuova avventura. È lì che ancora oggi avviene lo
sviluppo di innovative tecnologie e materiali mirati
al nuovo posizionamento di Sauflon nei mercati
internazionali come produttore di lenti a contatto.
Questo stabilimento, ancora oggi, ricopre il ruolo di
centro pilota per i nuovi progetti e per la produzione
di lenti toriche e multifocali.Per sostenere il rapido
e crescente posizionamento nel mercato, nel 2007
nasce in Ungheria, nei dintorni di Budapest, il nuovo
imponente stabilimento Sauflon per la produzione
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LENTI A CONTATTO
di lenti a contatto. Un investimento di oltre 42
milioni di dollari per un progetto all’avanguardia, sia
dal punto di vista produttivo che logistico.
Grazie all’utilizzo di sofisticati robot sostenuti da
un forte know-how, è stato possibile realizzare uno
stabilimento altamente sofisticato dove le particolari
linee di produzione, cosiddette a modulo, garantiscono una produzione continua di lenti a contatto
di elevata qualità e finitura. Ad oggi sono ben 14
le linee di produzione attive con una capacità di
25 milioni di lenti l’anno ciascuna.
L’orgoglio di Sauflon oggi è quello di poter offrire
ai mercati soluzioni e lenti a contatto con standard
qualitativi che non sono secondi a nessuno. Nel
corso degli anni, infatti, Sauflon ha investito nei suoi
moderni stabilimenti di produzione e trasferito nei
propri prodotti l’impegno forte e costante di ricerca
e sviluppo di nuove tecnologie, prestando particolare attenzione ai materiali di nuova generazione.
In soli 8 anni Sauflon ha sviluppato nuovi, rivoluzionari prodotti dimostrando una costante attenzione all’evoluzione delle esigenze del mercato. 9
diverse tipologie di lenti a contatto, suddivise nei
tre principali segmenti di materiale Methafilcon,
Biomimetico e Silicone Hydrogel
(disponibili in diverse modalità di
sostituzione e in tre diverse tipologie di correzione visiva: miopia,
astigmatismo, presbiopia) e due
innovative soluzioni uniche (Synergi e Hy-Care).
Tutto questo in appena 8 anni!
Grazie alla determinazione dimostrata proprio nel
voler essere azienda protagonista nello scenario
internazionale della contattologia, e grazie all’entusiasmo e dedizione del proprio staff R&D nel realizzare costantemente prodotti innovativi, Sauflon
si è rivelata in questi ultimi anni un’azienda capace di stupire in positivo e di anticipare gli scenari:
l’introduzione di lenti a contatto uniche al mondo
(Clariti™ 1 day toric e Clariti™ 1 day multifocal), le
ha anche permesso di ottenere per due anni di seguito il prestigioso premio “Optician Award” come
Prodotto dell’Anno 2011 e 2012.
Fin dal 1985, Sauflon ha mantenuto una politica la servizio esclusivo degli ottici, un impegno
al quale Sauflon non è mai venuta meno. Come
recita il suo slogan “Solo per gli ottici”, Sauflon
intende continuare a perseguire “rotte” commerciali volte a rivoluzionare il mercato e premiare
la scelta di professionalità degli ottici. L’impegno
che Sauflon ha preso con il mondo dell’ottica è
quello di proseguire verso una crescita professionale, tecnica e commerciale volta a soddisfare al
meglio le esigenze dei professionisti del settore.
Per maggiori informazioni sui prodotti e servizi di
Sauflon, contattate il nostro servizio clienti allo
06/97747996, fax 06/97747985, o tramite e-mail
all’indirizzo ordini@sauflon.it. Saremo felici di poter
rispondere a tutti i vostri quesiti.
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LENTI A CONTATTO
Vita Research
Soluzione Regard:
l’importanza del comfort
Il drop-out tra gli utilizzatori di lenti a contatto è
un fenomeno che, ad oggi, non vede arrestare la
sua crescita. L’interruzione d’uso di questo importante ausilio correttivo ad opera dei portatori è, purtroppo, un fenomeno non trascurabile che impatta in modo importante sul mercato delle LAC, stimato in circa
125 milioni di utilizzatori nel mondo con un tasso di
abbandono annuo compreso tra il 5 e il 34% (1, 2, 3, 5).
Per questo motivo gli ottici optometristi sono sempre
alla ricerca di soluzioni che possano arginare il problema o che permettano di ridurre al minimo il fenomeno legato all’abbandono di utilizzo delle lenti a contatto. I motivi per cui l’utilizzatore sia portato a non
avvalersi più di questo sistema correttivo sono stati ampliamente indagati e il denominatore comune a
tutti gli studi condotti sul tema sembra essere la riduzione dello stato di comfort e della visione(3, 4, 6, 7).
Queste due grandezze sono estremamente variabili
durante il periodo di porto delle lenti ma, escludendo
tutti quei fattori dipendenti dalle condizioni ambientali, esse subiscono un fisiologico decremento verso la
fine della giornata. Le cause della riduzione del comfort nei portatori di lenti a contatto sono complesse
e possono essere legate alle caratteristiche delle lenti
e alla bagnabilità della loro superficie anteriore. Una
riduzione di quest’ultimo parametro porta anche ad
una maggior instabilità nella qualità della visione. Per
migliorare la bagnabilità delle lenti a contatto morbide, molte aziende produttrici hanno ripensato le loro
soluzioni uniche al fine di ridurre la tensione superficiale e incrementare la viscosità della soluzione. Alcuni fabbricanti hanno aggiunto dei componenti (idrossipropilmetilcellulosa ed acido ialuronico) che, grazie
alle loro proprietà chimico fisiche, possano garantire
un’idratazione maggiore e limitare l’insorgenza di secchezza e irritazione oculare.
Determinante per il mantenimento di una visione stabile è che le lenti si mantengano anche ben pulite durante tutto il periodo d’uso. Una superficie della lente
a contatto ben bagnata è anche meno predisposta alla deposizione di residui proteici i quali, una volta formatisi, renderebbero la superficie irregolare impedendo
alle lacrime di distribuirsi uniformemente. Una siffatta
situazione funge da innesco per la creazione di ulteriori zone di secchezza andando ulteriormente ad alimentare la percezione di fastidio della LAC. In letteratura
molte volte è stato trattato il tema dell’efficacia nella
disinfezione delle soluzioni uniche e dei possibili effetti
tossici di queste ma poco risalto è stato dato a quelle
che sono le caratteristiche che una soluzione dovrebbe
avere per consentire ai portatori un prolungato periodo di comfort e una stabilità della visione. Su questo
tema l’ottico optometrista Giancarlo Montani, docente
al Corso di Laurea di Ottica e Optometria dell’Università del Salento, ha presentato un lavoro all’ultimo congresso BCLA a Birmingham (UK) in cui ha testato tre
diverse soluzioni uniche su lenti in silicone idrogel(8).
Obiettivo
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare, per
tutti i pazienti, l’acuità visiva ad alto e basso contrasto (HCVA, LCVA), il tempo di rottura del film lacrimale pre-lente (PLNIBUT, TelescopeTM) e il comfort (con
una scala di valutazione numerica divisa in 10 step:
‘0’ non tollerabile – ‘10’ comfort eccellente). Le misurazioni sono state effettuate a 2 e 7 ore dall’applicazione il primo, il settimo, il quindicesimo e il trentesimo giorno di utilizzo.
Materiali e metodi
Lo studio, durato quattro settimane (in aperto, randomizzato e in gruppi paralleli) è stato condotto su
Speciale
LENTI A CONTATTO
90 portatori di lenti morbide in silicone idrogel (Senofilcon A, Acuvue® Oasys® Johnson & Johnson Vision
Care), 60 dei quali erano già utilizzatori. Per la manutenzione tutti eseguivano la procedura di sfregamento e risciacquo (rub e rinse). Di questi 30 utilizzavano
una soluzione a base di OxyChlorite® (Regard®, Vita
Research), 30 una soluzione con Alexidine e Polyquaternium-1 (Complete® Revitalens, Abbott Medical Optics), 30 una soluzione con Poliaminopropilbiguanide
+ Polyquaternium (Biotrue®, B+L) (Tab. 1).
6ROX]LRQHXQLFD
5HJDUGŠ
&RPSOHWHŠ 5HYLWDOHQV
%LRWUXHŠ
0ROHFRODHDWWLYDH
2[\&KORULWHŠ
$OH[LGLQHH3RO\TXDWHUQLXP
3ROLDPLQRSURSLOELJXDQLGH3RO\TXDWHUQLXP
)DEEULFDQWH
9LWD5HVHDUFK
$EERWW0HGLFDO2SWLFV
%DXVFK/RPE
Tabella 1. Soluzioni uniche testate
Risultati
Al termine del periodo di studio si è potuto osservare
come i risultati migliori, in termini di performance della
lente, si siano avuti per le soluzioni a base di OxyChlorite® e Poliaminopropilbiguanide + Polyquaternium.
Conclusioni
La probabile spiegazione per la miglior performance delle
soluzioni uniche Regard e Biotrue, secondo il Professor
Montani, potrebbe risiedere nel fatto che esse abbiano, nella propria composizione, degli agenti lubrificanti
che aiutano la superficie della lente a mantenersi stabilmente bagnata per un tempo più lungo. La soluzione Regard di Vita Research è quella che ha mostrato
buone prestazioni per tutti i test effettuati (Fig. 1).
Figura 1. Performance delle tre diverse soluzioni uniche
Essa, inoltre, grazie alla sua peculiare formulazione fa
si che non vengano rilasciati conservanti sulla superficie della lente i quali, a loro volta, potrebbero gradatamente venire assorbiti dall’epitelio corneale evitando, in questo modo, che un loro progressivo accumulo
sulla superficie oculare contribuisca, a lungo termine,
a fenomeni di ipersensibilizzazione.
Bibliografia
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Responses of contact lens wearers to a dry eye
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