I Vicentini che contano in Italia e nel mondo
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I Vicentini che contano in Italia e nel mondo
e 0,50 DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Sei uomini di potere vicentini, un capitale di tutti Da Scaroni all'Eni a Mincato alle Poste, da Rosso alla Diesel a Calearo a Federmeccanica, da Diamanti nell'informazione a Romano nella diplomazia: sei vicentini, di grande profilo nell'economia, nella moda, nella cultura, sono quelli su cui oggi accendiamo i riflettori di VicenzaPiù arrivata al n.9 di un'impresa sempre più emozionante e incoraggiata da chi ci legge, sempre di più. Sei uomini di Potere che Vicenza ha nel suo patrimonio e che potrebbe sfruttare. Perchè la lobby più naturale sarebbe proprio quella con i propri concittadini che gestiscono di tutto, dal petrolio ai servizi postali e bancari, dalla produzione e gestione delle idee a quella della moda. Un'opportunità o un'occasione mancata di guardare fuori dai Colli Berici? Dal bello di questa provincia, che però troppo spesso si richiude su se stessa, condannandosi al provincialismo e dimenticando di avere risorse di cultura e imprenditoria tali da averle disseminate per il mondo intero? Una e l'altra, ma c'è ancora il tempo perchè Vicenza possa sfruttare, sì, sfruttare, senza ipocrisia, i suoi vicentini migliori, che poi sono anche i più potenti. Quelli che dalle stanze giuste del Potere potrebbero, lecitamente e in maniera illuminata, fare da volano per tante situazioni locali, frenate se non bloccate dalla pigrizia mentale di chi non guarda fuori dall'orto e da chi ha interesse a che tutto cambi perché nulla cambi. Signori, Vicenza gestisce il petrolio e le Poste! Ci basta così? Mah, consoliamoci, aspettando di risponderci, con le Sick Girls, eros e ironia made in ... VicenSa, leggendo le poesie 'rosse' di Daniela Sbrollini, indossando i caschi della Dainese, studiando di sera, aspettando gli alpini ad Asiago, insegnando volley e professionismo al Sol levante e basket ai giovani di qui. E, soprattutto, sperando, il 25 aprile, di essere liberi, veramente e per sempre, anche se a Vicenza mancano i giudici, per assolverci o condannarci. Giovanni Coviello Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona I Vicentini che contano in Italia e nel mondo Paolo Scaroni, Vittorio Mincato, Sergio Romano, Ilvo Diamanti, Massimo Calearo e Renzo Rosso: sei uomini illustri cha fanno sentire la voce di Vicenza nel mondo dell'economia, dell'informazione e della politica. a pagina 6 Da sinistra: la giocatrice Ivana Djerisilo e la presentatrice Emanuela Gentilin Alpini, Asiago si prepara all'invasione delle penne nere Sick Girls, eros ed ironia per le pin up del 2000 a pagina 5 a pagina 13 Vecchio tribunale, crisi di spazi e anche di giudici a pagina 4 Anno 1 nr. 9 - Sabato 22 aprile 2006 25 aprile, una festa quotidiana a pagina 17 SABATO 22 APRILE 2006 SETTIMANARIO 3 15 il Codice della strada, e il terzo l'Edilizia privata. A breve usciranno altri due quaderni: uno sul tema dell'autocertificazione, l'altro sui diritti e i servizi per le persone diversamente abili. Cambiano i plateatici, le regole dalla Soprintendenza MERCOLEDÌ 19 Comincia il check-up del Teatro Olimpico La Soprintendenza ai beni culturali di Vicenza, tramite l'assessorato allo sviluppo economico, comunica le nuove disposizioni sui materiali e sui colori dei plateatici del centro storico del capoluogo. In sintesi, gli esercenti dovranno limitarsi a usare tavolini e sedie in ferro battuto con ombrelloni dai colori tenui. Al bando pedane, cartelloni, colori sgargianti e eventuali stravaganze, in modo da salvaguardare l'armonia del contesto monumentale e storico delle vie del centro. DOMENICA 16 Pasquetta casalinga per i vicentini: la maggior parte di loro ha preferito restare in città o andare appena fuori porta, optando per gli spazi verdi vicini. Andando a fare una passeggiata in riva al lago di Fimon, o salendo a Monte Berico, o girando per i Colli Berici. Molti hanno preferito invece i parchi come il Querini o il Retrone per un pic-nic, e una vera e propria ressa c'è stata in Gogna. MARTEDÌ 18 Bilancio del difensore civico Pecori Regalo di Pasqua: centrobus e autobus gratis ogni domenica www.vicenzapiu.com [email protected] Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO [email protected] Direttore Responsabile ROBERTO BERTOLDI Decisa dal Cisa (Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio) la squadra di esperti che esaminerà le condizioni del Teatro Olimpico. Sono Lionello Puppi, Franco Barbieri, Maria Elisa Avagnina, Fernando Bandini, Guido Beltramini e Howard Burns. Un team di storici, restauratori e tecnici che sottoporrà l'opera del Palladio e del suo allievo Scamozzi a un checkup di tredici mesi al termine del quale presenteranno al Comune un'istruttoria che farà da lineaguida al restauro che avverrà nel 2008. GIOVEDÌ A Pasqua parte la nuova iniziativa dell'assessore Claudio Cicero: centrobus gratuito tutte le domeniche e i festivi fino a fine anno e idem per gli autobus di linea, le cui corse saranno scontate nei giorni feriali. Così d'ora in poi si pagherà 1 euro al posto di 1,05 in ambito urbano, e 1,60 anziché 1,65 per l'intera rete. Agevolazioni rese possibili da un finanziamento regionale di 370 mila euro. LUNEDÌ Lunedì dell'Angelo, niente esodo fuori città 17 Il difensore civico di Vicenza Massimo Pecori fa il bilancio della sua attività e in particolare dei tre "Quaderni Bussola", i vademecum realizzati in collaborazione con la cooperativa "La linea dell'arco" per orientare meglio i cittadini alla tutela dei loro diritti e doveri. "Siamo stati i primi in Italia a creare il sito internet istituzionale, premiato nel 2002 come miglior sito internet di difesa civica locale. I "Quaderni Bussola" vogliono dare spiegazioni, consigli pratici e le informazioni necessarie per facilitare e rendere maggiormente accessibile il rapporto con il Comune e la burocrazia. Il primo affronta il tema del Diritto di accesso agli atti e ai documenti del Comune, il secondo riguarda 20 Ospedali del Vicentino, il sindacato protesta contro i tagli al personale Contro la delibera regionale del 28 marzo scorso, con cui l'assessore alla sanità Flavio Tosi fissava per tutte le asl del Veneto le quote di personale consentite dal bilancio, Cgil, Cisl e Uil dalle 13 alle 14 organizzano presidi e assemblee del personale sociosanitario delle Ulss del Vicentino per sensibilizzare dipendenti e cittadini sul blocco delle assunzioni, con striscioni, manifesti e volantini. "Il blocco delle assunzioni che la delibera stabilisce per il 2006, 2007, 2008", denunciano i sindacati, "denota la chiara intenzione di tagliare la sanità pubblica a favore del privato, visto che le Ulss saranno costrette a chiudere servizi ospedalieri e territoriali". Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza [email protected] & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Redattori ANDREA GENITO [email protected] LUCA MATTEAZZI [email protected] ALESSIO MANNINO [email protected] ILARIO TONIELLO [email protected] ALESSANDRO MANFRIN [email protected] REDAZIONE DI ROMA Via Giacomo Folchi, 14 responsabile: Pasquale Di Santillo [email protected] telefono 338 4079173 REDAZIONE DI VERONA Via Nizza, 8 telefono 045 8015855; Fax 0458041460 Redazioni ROVIGO TREVISO TRENTO Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Realizzazione grafica ROSSELLA MANGHISI [email protected] Stampa CENTRO STAMPA EDITORIALE SRL via del Lavoro, 18 Grisignano di Zocco (Vi) Autorizz.Tribunale C.P. di Verona nr. 736/03 del 29/09/2003 Supplemento della Cronaca di Trento del 11 febbraio 2006 Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000 22 APRILE 2006 ATTUALITÀ 4 Quest'anno il via ai lavori per il nuovo Palazzo di Giustizia, ma secondo gli avvocati l'emergenza è un'altra Tribunale, il vero problema è la mancanza di giudici DI ALESSIO MANNINO Il nuovo tribunale si farà. Ma intanto la giustizia a Vicenza è sepolta dall'annoso problema della carenza di magistrati e cancellieri. Il popolo degli avvocati è unanime: è questa la priorità assoluta per chi lavora al Palazzo di Giustizia. Il presidente dell'Ordine dei Perry Mason nostrani, Lucio Zarantonello, traccia un quadro preoccupante della situazione: "Vicenza è il fanalino di coda nel Triveneto riguardo agli spazi della giustizia: le sedi del tribunale, della procura, del gip e del giudice di pace sono disseminate per la città, le aule non sono abbastanza grandi e l'accessibilità per i cittadini non è delle migliori. Ma il problema numero uno è la mancanza di magistrati: attualmente ce ne sono 25, mentre ce ne dovrebbero essere almeno una trentina". Ancora più esplicito l'avvocato Paolo Doria, membro del consiglio dell'Ordine: "La giustizia a Vicenza versa in condizioni gravissime. Per arrivare a un'udienza devo aspettare due anni, mentre a Venezia, per dire, ci vogliono due mesi. L'organico dei giudici è quello di 50 anni fa, quando Vicenza era una cittadina agricola. Questo comporta un carico di lavoro enorme per il civile". Il penale è infatti più "tranquillo", dato che la città del Palladio, fortunatamente, non è caratterizzata da una particolare incidenza di criminalità organizzata. E, cosa curiosa in un periodo storico segnato da forti tensioni nel mercato del lavoro, la sezione giuslavorista, rivela l'avvocato Andrea Pilati, "è una piccola oasi felice, con processi dalla lega Doria: "Vicenza è l'ultima città d'Italia nel rapporto fra popolazione e numero di magistrati: questo è il problema primario, perché pochi magistrati significa processi lunghi. Quello degli spazi è invece nettamente secondario". Almeno il nuovo tribunale razionalizzerà la dislocazione degli uffici giudiziari sparsi per il centro. "Sì" risponde Zarantonello, "ma dovrà sottostare a certe condizioni che noi non abbiamo mancato di segnalare: la viabilità, molto critica a Borgo Berga; la presenza di un parcheggio pubblico; corridoi interni vivibili e una struttura tale da agevolare la comunicazione fra gli uffici". Gli più litigiosa di un tempo, ma i giu- avvocati nei primi del Duemila avevano dici presenti a Vicenza sono di proposto la sede Aim: "e al Comune ce l'hanprim'ordine. E il nuovo tribunale no bocciata senza mai farci capire davvero La sede attuale del Tribunale in pieno centro stori darà una risposta almeno alla que- il perché" dice. "Perché l'ex Cotorossi era stione degli spazi", chiosa Michele la soluzione più agevole per rispettare i tempistica accettabile". Il civile, al contra- Dalla Negra, assessore di Forza Italia non- tempi del finanziamento statale" replica rio, è un 'problema': "La società di oggi è ché membro civilista del foro. Ribatte il col- Dalla Negra. Il finanziamento di più di 10 milioni di euro promesso dal ministro della Giustizia uscente Roberto Castelli in visita a Vicenza nel 2002 è confermato ora dall'onorevole Mauro Fabris, Udeur (centrosinistra): "Se qualcuno nel centrodestra diffonde sospetti una convenzione firmata nel nale sul Bacchiglione. Nell'ottoQuest'anno dovrebbe aprire il sulla volontà del nuovo governo bre 2005 si è concluso il bando 2004, si sono così accordati: in cantiere del nuovo tribunale, un di mandare avanti l'opera fa tercambio dell'area, il privato potrà di gara per l'appalto del nuovo complesso a cinque piani per un rorismo politico. Se Castelli i Palazzo di Giustizia, che vede totale di quasi 16 mila metri qua- costruire un nuovo quartiere con soldi li ha messi davvero, il pro19 mila metri quadrati di abita- gareggiare 13 imprese da ogni drati e un costo di 23 milioni di getto sarà realizzato". Soldi dunzioni, 14 mila di uffici e 12 mila parte d'Italia (fra cui la Vittaeuro, realizzato sul terreno delque: è questo il vero grattacapo dello che sta costruendo il l'ex fabbrica Cotorossi a Borgo di negozi, incluse delle opere per il futuro Guardasigilli, che Nuovo Teatro) tuttora al vaglio Berga, in parte del Comune in pubbliche per un valore di 8,6 dovrà trovarli sia per il nuovo triparte della Finvi, società del milioni di euro, tra cui una pista della commissione tecnica. bunale che per la drammatica A.M. gruppo Fininvest, che, grazie a ciclabile e una passerella pedoinsufficienza di personale giudiziario. Nuovo tribunale: il progetto L’ OSSERVATORIO ECONOMICO BREVILAUREE. Il Magnifico rettore dell'Università di Padova ha scritto giorni fa che le lauree brevi sono poco efficaci. Ed è stato ,ma non poteva essere diversamente,troppo buono. Ma vediamo il perché. La riforma del cosiddetto"3 + 2",che ha cambiato profondamente la struttura dei percorsi formativi dei nostri atenei,era originata principalmente dall'esigenza di rendere le lauree più facilmente e più rapidamente spendibili sul mercato del lavoro. Beh,se questo era l'obiettivo e pur riconoscendo che il periodo di sperimentazione dello strumento non è ancora concluso, forse ci si è sbagliati. Dati alla mano,infatti,nemmeno il dieci per cento degli assunti risulta essere provvisto di laurea breve. La laurea tradizionale la fa insomma ancora da padrona. Pare sia aumentato il numero dei brevilaureati , ma è indubbio che pochissimi tra questi vengano assorbiti dal mondo del lavoro. In compenso,l'introduzione delle brevilauree ha sicuramente comportato una frammentazione dell'offerta didattica ,di cui l'università non aveva certo bisogno. E,oltre a ciò,si è ridotto forse eccessivamente l'utilizzo delle vecchie lauree cosiddette"di base",quel- le toste, per cui i cinque anni e le difficoltà intrinseche dei vari piani di studio continuano a scoraggiare più di qualcuno. Ho sentito un vecchio ingegnere, il quale mi ha detto che le brevilauree sono un'autentica iattura : dopo tre anni di corso uno che studia ingegneria ha le componenti di base ma manca in tutto o anche solo in parte di quelle specialistiche e dell'esperienza connessa ad alcune applicazioni. Per altro verso,e sempre secondo il"nostro",molti giovani vengono abbagliati dal"pezzo di carta"rapido, e si chiedono per quale motivo proseguire nel biennio conclusivo e non invece cercare di planare nel complesso mondo del lavoro . Eppoi, i brevilaurei come diavolo si dovrebbero chiamare ? Forse brevingegneri ?E a che albo professionale si dovrebbero o potrebbero iscrivere ? E' vero, i vecchi,un po' come accadeva con Bartali, ritengono facilmente "tutto sbagliato e tutto da rifare". Eppure , il fatto che un Rettore sollevi il duplice problema di un'applicazione scarsa dello strumento e di una conseguente frammentazione eccessiva dell'offerta scolastica vorrà pur dire qualcosa ! Ho provato a chiedere ad un imprenditore se dava o aveva dato o avrebbe dato lavoro ad un laureato"breve"e mi ha risposto di no. Ho cercato di approfondire il motivo di un rifiuto così deciso e mi sono sentito rispondere che preferiva un' ingegnere intero ad uno solo parziale. E detto così è magari anche troppo cinico . . . purtuttavia ,qualcosa continua a non quadrare e s'impone una verifica,questa sì a breve, di tutto lo scenario relativo al diploma in parola. Io però questa verifica non la farei dal versante didattico,bensì da quello imprenditoriale , ribaltando così anche i fattori. E cioè , prima valuterei indicazioni chiare circa i profili di potenziale accesso nel mondo del lavoro in termini di competenze,funzioni ed indirizzi dello strumento che stiamo analizzandoe solo poi interverrei sul fronte didattico ; specializzando magari anziché frammentare e rendendo breve solo ciò che anche in un panorama più ampio rispetto ai confini del nostro Paese,è ritenuto tale. Il rischio altrimenti è di creare dei laureati "delle terre di mezzo",di per sé non facilmente e/o utilmente collocabili. Con ciò,non solo disperdendo ulteriormente talenti,ma anche impattando negativamente su di un mondo universitario che cerca di evolversi tra mille difficoltà. Speriamo che il nuovo Governo non disperda ulteriore tempo ed avvii in fretta una verifica non più differibile delle brevilauree . . .ne saranno grati gli studenti,gli imprenditori ed anche i Rettori. Carneale 22 APRILE 2006 ATTUALITÀ 5 L'altopiano di Asiago si prepara ad accogliere la 79ma Adunata Nazionale degli Alpini Asiago, conto alla rovescia per l'invasione di 300mila penne nere DI LUCA MATTEAZZI Nelle vetrine del centro iniziano a far capolino cappelli con la penna nera e cartoline della Grande Guerra, mentre sui prati appena lasciati liberi dalla neve si sta cominciando a preparare il terreno per la grande tendopoli che tra poco più di due settimane coprirà i pascoli dell'Altopiano. Con molto entusiasmo e qualche piccola preoccupazione, ad Asiago e dintorni stanno ormai entrando nel vivo i preparativi per l'appuntamento con la 79ma Adunata nazionale degli alpini che tra il 13 e il 14 di maggio chiamerà a raccolta trecentomila persone, trasformando una cittadina di montagna di settemila abitanti nel ritrovo di un esercito di penne nere in arrivo da tutto il mondo. Un evento che sarà ricordato per anni e per il quale si è messa in moto da mesi una macchina organizzativa imponente. Gli alberghi e gli appartamenti sono al completo da un pezzo e proprio in questi giorni si sta cominciando a lavorare per trasformare in aree attrezzate a campeggio un milione di metri quadrati di pascoli e prati sparsi in tutto l'Altopiano, dalla zona di Rotzo a quella di Foza. Grande Alcuni momenti di un'Adunata sul Pasubio attenzione è stata dedicata anche alla viabilità, per evitare che l'afflusso di migliaia di persone trasfor- mi l'Altopiano in un enorme ingorgo: la circolazione attorno alla zona centrale di Asiago sarà dunque vietata, mente i collegamenti saranno assicurati da una rete di bus navetta che faranno la spola tra il centro e i grandi parcheggi individuati al Turcio, a Tresche Conca, all'Aeroporto e in molti altri punti. A garantire che tutto si svolga regolarmente ci penseranno 1200 operatori della protezione civile, 180 vigili urbani e un numero imprecisato di agenti della altre forze dell'ordine. In zona saranno inoltre allestiti un grande ospedale da campo dell'Associazione Nazionale Alpini (lo stesso che è stato in missione in Afghanistan e nelle aree colpite dallo tsunami, con tanto di sala operatoria), tre ospedali da campo più piccoli e una serie di punti di pronto soccorso con ambulanza. Notevole anche l'impegno dei commercianti, che già da tempo stanno accumulando provviste e si stanno organizzando per avere rifornimenti freschi ogni giorno (sull'Altopiano, solo per fare un esempio, arriveranno circa 400 quintali di pane ogni giorno). Molti, soprattutto bar, ristoranti e negozi di alimentari, resteranno aperti praticamente 24 ore su 24 da giovedì notte a lunedì mattina. E tanti hanno aderito all'iniziativa "Re Alpino", lanciata dall'Ascom per evitare speculazioni e rialzi ingiustificati dei prezzi: all'entrata dei negozi, degli alberghi, dei bar, dei ristoranti e degli altri punti vendita che aderiscono al progetto un simpatico adesivo con la faccia di un alpino sorridente saluterà i clienti e garantirà prezzi calmierati e servizi trasparenti. Uno sforzo enorme, ma solo dopo il 14 maggio si potrà dire con certezza se l'altopiano sarà stato in grado di assorbire senza traumi l'assalto di centinaia di migliaia di persone. "Non bisogna fare allarmismi - conclude Guido Carli, l'assessore del comunque di Asiago che ha seguito tutta l'organizzazione -. Ci saranno sicuramente dei disagi ma, sperando che non piova, l'adunata sarà una bellissima festa che porterà vantaggi a tutti". Gli alpini ritornano sui luoghi della Grande Guerra e della prima adunata, svoltasi nel 1920 Monte Ortigara, 86 anni dopo la prima volta Per gli alpini l'appuntamento di Asiago è un ritorno a casa dal significato ben preciso. Proprio sull'Altopiano, infatti, per la precisione sul Monte Ortigara, si svolse nel 1920 la prima adunata nazionale delle penne nere, e i vertici dell'Associazione Nazionale Alpini hanno voluto tornarci per la prima adunata dopo l'abolizione del servizio di leva volontario. Pochi luoghi, del resto, sono legati alla storia degli alpini come i boschi e le montagne di Asiago, che ancora oggi portano ben visibili i segni lasciati dal primo conflitto mondiale. Tra il 1915 e il 1918, infatti, e in modo particolarmente violento dall'estate del 1916 in poi, tutto l'Altopiano fu sconvolto da durissimi combattimenti, con i soldati austriaci e quelli italiani che si fronteggiarono in una estenuante guerra di trincea. Alla fine della guerra i paesi della zona erano ridotti a qualche brandello di muro, le foreste rase al suolo, i pascoli devastati da trincee, reticolati e crateri di proiettili. I nomi del Monte Ortigara, di Monte Zebio o della zona di Lemerle, alcuni dei teatri di battaglia più contesi, sono parte integrante della storia della Grande Guerra e restano legati indissolubilmente alle vicende dei tanti alpini che vi combatterono, spesso a costo della vita. Molti di loro oggi riposano nel grande ossario monumentale di Asiago davanti al quale passerà la sfilata del 14 maggio e in cui sono raccolti i resti di 54mila caduti. Luca Matteazzi Il programma dei tre giorni di manifestazioni Cori, sfilate e mostre d'arte La 79 edizione dell'adunata nazionale degli alpini si apre venerdì 12 maggio alle 9, con l'alzabandiera congiunto in tutti i comuni dell'altopiano, a cui faranno seguito una serie di incontri ufficiali, l'arrivo della bandiera di guerra degli alpini (alle 20) e uno spettacolo pirotecnico (alle 23). Sabato 13 l'adunata entra nel vivo con la celebrazione della messa a cima Ortigara (alle 10,30), il lancio di paracadutisti (alle 12), i saluti delle autorità e una serie di concerti di cori e fanfare che continuerà fino a sera. Domenica 14, infine, è il giorno della grande sfilata che per tutto il giorno attraver- serà le vie di Asiago fino all'ammainabandiera che scriverà la parola fine sulla festa. Il programma, inoltre, prevede anche un fitto calendario di cori e fanfare e una serie di manifestazioni di contorno, tra cui spiccano l'esposizione di opere di artisti del periodo della prima guerra mondiale al museo delle ex carceri (con nomi come Guttuso, Marinetti, Boccioni, Balla e Depero) e un paio di mostre dedicate alle copertine realizzate da Guido Beltrame per La Domenica del Corriere. L.M. 22 APRILE 2006 INCHIESTE 6 Scaroni, Mincato, Calearo, Romano, Diamanti e Rosso sono nomi "pesanti" a livello nazionale e non solo Vicentini eccellenti, i magnifici sei Dall'Eni alle Poste, da Repubblica al Corsera, passando per la stanza dei bottoni di Confindustria e i laboratori dove si inventano le tendenze del domani. Indagine sui vicentini che contano anche fuori dai confini della provincia, tra top manager che guidano le più grandi aziende statali, opinionisti ascoltati da chi decide le sorti del paese e creativi che hanno inventato un nuovo stile di vita. Paolo Scaroni, un vicentino fra Berlusconi e Putin DI ALESSIO MANNINO AltrocheFrancoPutìn,l'industriale di Costabissara. Il vero "russo" di Vicenza, il terzo uomo nel triangolo con Roma e Mosca è Paolo Scaroni, l'amministratore delegato dell'Eni. Il sessantenne manager vicentino è stato messo alla guida del cane a sei zampe dal governo Berlusconi nel giugno 2005, alla vigiliadellagrandimanovreinternazionalisulmercato energetico, che vede la Russia di Vladimir Pùtin primo fornitore di gas dell'Europa (come ha rivelato la crisi russo-ucraina due mesi fa). Lo sfruttamento del gasdotto della società di Stato russa Gazprom e dei giacimenti petroli- feri siberiani è uno dei business miliardari che Scaroni è chiamato a gestire. Una questione in cui si mescolano affari e politica, come prova il coinvolgimento dell'azienda che affianca l'Eni nei rapporti con Mosca e che è di proprietà di Bruno Mentasti, imprenditore dato per vicino a Berlusconi. Eppure nel curriculum di Scaroni non ci sono tracce di oro nero: laurea alla Bocconi e master alla Columbia University di New York, dopo aver lavorato in multinazionali come la McKinsey, la Chevron, la Saint Gobain, nel 1985 approda alla Techint (impianti industriali), di cui diventa vicepresidente. Nel 1992 viene arrestato dal pool Mani Pulite per aver pagato tangenti al partito socialista in cambio di appalti dall'Enel, accusa per cui verrà condannato a 1 anno e 4 mesi nel 1996 con un patteggiamento che gli evita il carcere. Se ne va in dorato esilio a Londra, da dove assume la presidenza del Vicenza Calcio per due anni, dal 1997 al 1999. Nel 2002 torna in Italia a dirigere ("ironia della sorte", commenta il FinancialTimes)propriol'Enel.Nel2005sostituisce al timone della sesta compagnia gaspetrolifera mondiale un altro vicentino, Vittorio Mincato, all'Eni per quarant'anni e poco "malleabile" ai progetti berlusconiani con la Russia. Scaroni considera carbone e nucleare due vie da battere per ridurre la dipendenza energetica italiana, un problema che lo riguarda in quanto l'Eni, nonostante la privatizzazione, rimane pur sempre una società a parte- cipazione statale al cui comando c'è ancora il governo (da cui Scaroni ha ricevuto mandato e stock options). Oggi il ricco manager (tra Eni ed Enel è riuscito a mettere assieme un gruzzoletto da 10,3 milioni) può essere orgoglioso dei bilanci della multinazionale che fu di EnricoMattei:73,7miliardidiricavieunutilerecord di 8,78 miliardi. Molto meno orgoglioso, invece, sarà stato della recente condanna che il tribunale di Rovigo gli ha inflitto per i danni all'ambiente e alla salute degli abitanti di Porto Tolle, dalla cui centrale Enel uscivano emissioni e scarichi di cui sono stati giudicati responsabili Franco Tatò, al tempo delle indagini presidente dell'Enel, e il suo successore, Scaroni. Vittorio Mincato, l'uomo dell'Eni Renzo Rosso, 50 anni di "successful living" ora guida le Poste Italiane Dopo una vita passata all'Eni, per quasi dieci anni alla scrivania che fu di Enrico Mattei e ora è del vicentino Scaroni, da un anno a questa parte è entrato dalla porta principale nella stanza dei bottoni di un altro colosso dell'economia statale. Vittorio Mincato, altro top manager vicentino, ha infatti accettato nel giugno scorso la carica di presidente delle Poste, e oggi guida un'azienda di 150 mila dipendenti nel difficile percorso verso la privatizzazione. Una sfida niente male per un uomo di poche parole nato settant'anni fa a Torrebelvicino e cresciuto nel cuore dell'industria vicentina, in quella Lanerossi in cui era entrato nel 1957 come impiegato con un diploma dell'istituto commerciale Fusinieri e da cui è uscito nel 1977 con la carica di direttore amministrativo. Da quell'anno Mincato ha lavorato per l'Eni, con un'ascesa che negli anni '90 lo porterà alla guida, nell'ordine, dell'azienda Meccanotessile Savio, di Enichem Agricoltura, dell'Enichem e infine, dal 1998, alla nomina ad amministratore delegato dell'Eni ricevuta direttamente dalle mani dell'allora ministro del tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Sotto la sua direzione, l'Ente Nazionale Idrocarburi va incontro ad una crescita senza precedenti e inanella una serie di bilanci da record che lo consacrano come uno dei giganti mondiali del settore del petrolio e del gas, mentre Mincato scala la classifica dei personaggi influenti e si guadagna sul campo due lauree ad honorem, la prima da parte del politecnico di Milano, la seconda dalla facoltà di economia di Torino. Tutto ciò non basta comunque, ad evitargli quello che in molti hanno giudicato un "siluramento" da parte del governo Berlusconi, che, nella primavera del 2005, ha deciso tra mille polemiche di sostituirlo con un altro amministratore di lungo corso delle aziende parastatali come Paolo Scaroni (come detto e guarda caso anche lui vicentino). Mincato, come al solito, ha preferito non commentare e far parlare i fatti, forte di una considerazione e di una stima costruite con pazienza nel corso degli anni. E tra tante offerte, alla fine, ha accettato, azzerando con i fatti anche i precedenti gossip di siluramento, la proposta di passare alle Poste. Sempre comunque, al vertice, come conferma anche la classifica dei paperoni di Piazza Affari che lo vede al terzo posto in Italia, con una retribuzione che nel 2005 ha superato gli 11 milioni di euro. Meglio di Marco Tronchetti Provera e Luca Cordero di Montezemolo. Luca Matteazzi Quando parlano di lui lo descrivono come l'uomo che è riuscito a vendere i jeans agli americani. Che è come dire vendere colbacchi ai russi o tabacco ai cubani. Di sicuro, il patron della Diesel Renzo Rosso è oggi uno dei vicentini (solo in parte in realtà, perché Rosso è nato a Brugine, nella Bassa Padovana) più noti ai quattro angoli del mondo: un creatore di mode che può permettersi di festeggiare il cinquantesimo compleanno insieme ai Rem e ai Duran Duran in un attico di Manhattan e poi regalare un week end alle Maldive ad una trentina di amici. E tutto senza perdere nulla della semplicità che aveva venticinque anni fa, quando ha mosso i primi passi nel mondo dell'abbigliamento come socio di un laboratorio tessile di Molvena in cui lavoravano una quindicina di dipendenti. Il segreto? Tanta passione ("La Diesel non è un modo per fare soldi, è la mia vita" è una delle sue frasi più citate) e qualche idea geniale. Come la creazione del marchio della Diesel, un pellerossa metropolitano con la pettinatura punk, in cui le atmosfere di quel far west che ha reso celebri i jeans si mescolano con le tendenze più giovani e innovative. Oppure come tante campagne pubblicitarie che in questi anni hanno portato, senza mai urlare e senza mai sconfinare nel cattivo gusto, il marchio Diesel ai vertici della moda mondiale, associandolo ad uno stile di vita fatto di libertà, indipendenza e creatività. Oggi la Diesel - quasi duemila dipendenti, quindici filiali sparse in tutti i continenti e centinaia di milioni di euro di fatturato - è una delle marche di riferimento per quanto riguarda i jeans e l'abbigliamento casual, con una gamma di prodotti che spazia dalle magliette agli occhiali da sole, dalle scarpe agli orologi. Nella quartier generale di Molvena lavorano decine di creativi e designer arrivati da tutto il mondo, in un'atmosfera informale e stimolante che ha fatto scuola anche per quanto riguarda l'organizzazione del personale. E all'orizzonte ci sono già nuovi traguardi oltre al Bassano Calcio da far decollare. Come la creazione di una linea di alberghi marchiati Diesel, che dovrebbe partire nel 2007. Perché l'importante, e in questo Renzo Rosso è un maestro, è essere sempre un passo davanti agli altri. Luca Matteazzi 22 APRILE 2006 INCHIESTE 7 Massimo Calearo, il piccolo imprenditore che ha scelto la grande industria Nel 2004 è arrivato al vertice di Federmeccanica, categoria storica dell'industria italiana, grazie all'appoggio dato al "cavallino rampante" Luca Cordero di Montezemolo nella corsa per la guida di Confindustria, preferito al suo primo candidato, Nicola Tognana, imprenditore veneto come lui. Massimo Calearo, 51 anni, tre figli, laurea in Economia e Commercio, dal 2003 a capo di Assindustria vicentina, ha puntato sul rampollo della grande industria, erede di Giovanni Agnelli alla presidenza Fiat, abbandonando così il consueto immobilismo politico delle piccole e medie imprese venete. La sua strategia è inserire Vicenza nel "salotto buono" del capitalismo italiano attraverso un'alleanza delle Pmi del Nordest con le grandi imprese. Di qui il suo totale allinea- mento alla parola d'ordine dell'era Montezemolo "fare squadra": un modo per dire "anche noi, piccoli veneti, vogliamo giocare e contare". Ma non andando allo scontro coi grandi nomi capitanati da Montezemolo, bensì mettendosi al loro servizio. Così, da titolare di un'azienda produttrice di antenne per auto con sede a Isola Vicentina, oggi è nel gotha del capitale italiano e conduce trattative di valore politico primario come quella dello scorso gennaio sul contratto dei metal- Sergio Romano, il Montanelli misconosciuto alla natìa Vicenza C'è un intellettuale italiano di prima grandezza nato a Vicenza ma che pochi vicentini conoscono: forse solo il presidente dell'Accademia Olimpica Bandini che gli conferì il premio "Il Piovene del nostro tempo" nel 2004 e qualche altro ben informato. E' Sergio Romano, classe 1929, grande firma di Panorama e del Corriere della Sera in cui ha ereditato la rubrica di risposte ai lettori che fu di Indro Montanelli. Chissà se il sindaco Enrico Hüllweck lo ha messo in lista per la "Penna d'oro" da regalare a personaggi, vicentini e non, che danno lustro e pubblicità a Vicenza nel mondo. Sergio Romano, a dirla tutta, è un vicentino sui generis: se ne andò da Vicenza quando aveva appena tre anni, e dopo visse sempre a Milano. Tuttavia, se è lecito dirlo, la sua figura elegante e il suo modo pacato ma incisivo di porsi (e di scrivere) fanno pensare alla compostezza tipica della borghesia vicentina d'antan ormai scomparsa. Una virtù che gli ha sicuramente giovato nella carriera diplomatica, intrapresa dopo gli anni giovanili votati al giornalismo. Nel 1954 entrò al ministero degli esteri per concorso, lo vinse e da allora girò il mondo rappresentando l'Italia, fino a diventare direttore generale degli affari culturali degli Esteri (1977-1983), rappresentante alla NATO (1983-85), e infine ambasciatore a Mosca durante i cruciali anni della perestrojka, dal 1985 al 1989, anno in cui diede le dimissioni. Negli anni '90 si dedicò alla storia, materia che aveva vissuto di persona nei quarant'anni precedenti, sfornando libri sull'Otto-Novecento italiano ed europeo. E tornò a scrivere sui giornali con la sua penna lucida e sferzante, benchè sempre equilibrata. Anche troppo secondo i suoi detrattori che lo accusano di essere un opinionista "désengangé", un commentatore disimpegnato attento a non sporcarsi le mani prendendo posizione. Lui infatti fa pare della schiera dei "terzisti", quello sparuto gruppo di intellettuali che si rifiutano di difendere a priori le ragioni di una parte politica. E per questo nel 2003 si beccò la satira di Roberto Herlitzka che lo imitava col nome di "Professor Cerchiobot" (con chiara allusione al suo terzismo-cerchiobottismo) nella trasmissione di Sabina Guzzanti "Raiot". Nel libro autobiografico "Memorie di un conservatore", attraverso il suo passato e le sue esperienze, traccia un ritratto politico-filosofico di ciò che lui è: un liberalconservatore vecchio stampo, di quella Destra che in Italia non ebbe mai un grande seguito ma che tuttavia poté contare su grandi intelligenze. Come quella di Montanelli, di cui gli manca la vena sanguigna del polemista ma di cui continua il filone di pensiero liberale, ghibellino e conservatore. Alessio Mannino meccanici (partito con un'offerta di 60 euro, giurava che non avrebbe mai concesso più di 99 euro; alla fine, usando la piazza, vinsero i sindacati, e Calearo firmò per 100 euro di aumento mensile). La sua importanza si è misurata di recente nella scelta di Vicenza, della cui Assindustria è presidente, come sede del convegno confindustriale con annesso duello elettorale fra Prodi e Berlusconi. Un indubbio successo di visibilità, rimasto però a metà: Calearo infatti ha dovuto subìre impotente l'invettiva del Cavaliere contro la dirigenza dell'associazione in prima fila alla Fiera di Vicenza, scatenando le ire di Montezemolo e Pininfarina. Forse mettendo in pericolo il suo progetto di creare il terzo gruppo editoriale italiano, che prevede la fusione di Athesis, la società cui fa capo il Giornale di Vicenza e del cui Cda fa parte, con il Gazzettino e la Stampa (che è della Fiat, cioè di Montezemolo). Ora Calearo è preso tra due fuochi: da una parte deve seguire la linea sostanzialmente filo-Prodi del vertice confindustriale; dall'altra deve tenere a bada la base imprenditoriale vicentina, all'80% schierata con Berlusconi. Per prendere un po' d'ossigeno forse vorrebbe "delocalizzarsi" un po' anche lui, seguendo quelle imprese vicentine che licenziano qui ed emigrano nell'Est europeo, dove la manodopera costa un decimo. Per Calearo, volente o nolente, "fare squadra" sarà ora una bella prova di equilibrio o ... equilibrismo. Alessio Mannino Ilvo Diamanti, il professore che spiega agli italiani cos'è il Nord Est Professore di sociologia all'università di Urbino, fondatore del centro di studi politici e sociali LaPolis, insegnante all'Ecole Doctorale di Parigi, oltre che responsabile scientifico della società di indagini statistiche Demos e firma di punta del quotidiano "La Repubblica". Basta dare un'occhiata ad alcuni degli incarichi ricoperti da Ilvo Diamanti per farsi un'idea di quanto il professore di Caldogno sia una delle voci più ascoltate quando si parla di cambiamenti della società e della politica italiana, e del perché i suoi commenti siano tra i più ricercati dai grandi quotidiani e dai salotti televisivi nazionali. Figlio di vicentini emigrati nel Triangolo Industriale, vissuto a lungo prima in Piemonte e in Liguria, poi nelle Marche, Diamanti non ha mai perso i contatti con una realtà come quella vicentina a cui si sente profondamente legato. "Io ho la testa, il mio riferimento, la mia localizzazione in Veneto, a Vicenza: mi accorgo che sebbene io viva pochissimo in Veneto, che è forse il posto in cui sto di meno, è quello che mi dà l'ancoraggio" ha dichiarato qualche tempo fa nel corso di un incontro con gli studenti. E al Veneto Diamanti ha dedicato buona parte dei propri studi. È stato tra i primi, agli inizi degli anni '90, a capire l'importanza del fenomeno Lega Nord, a cui ha dedicato due dei propri libri, "La Lega, geografia storia e sociologia di un nuovo soggetto politico" e "Il male del Nord: Lega, localismo, secessione". Sempre di Veneto Diamanti si è occupato tra il 1999 e il 2003, quando è stato direttore della Fondazione Nordest, il prestigioso istituto di ricerca che tiene sotto controllo l'economia e le dinamiche sociali del nostro territorio. Oggi Diamanti è considerato uno degli osservatori più attenti della vita politica nazionale, capace di spiegare ai segretari di partito quali sono i problemi della gente comune e di descrivere alle casalinghe di provincia i retroscena della vita parlamentare. Sperando che non gli capiti un'altra giornata come quella del 10 aprile, quando per tutto il pomeriggio ha commentato in diretta nazionale exit poll rivelatisi poi clamorosamente sballati. L.M. REGIONE 8 22 APRILE 2006 Il progetto sarà presentato pubblicamente ai cittadini Siglati nuovi piani territoriali L'assessore Marangon: "I comuni rispondono bene alla novità" Accelera, in Veneto, il ritmo delle sottoscrizioni degli Accordi tra la Regione del Veneto e gli Enti Locali per la definizione e realizzazione dei Piani di Assetto Territoriale (i PAT) e dei Piani di Assetto Territoriale Intercomunali (I PATI), due delle principali novità previste dalla nuova legge regionale urbanistica, attraverso le quali i Comuni "concertano" con la Regione la loro futura pianificazione territoriale, partendo dallo studio dell'esistente e delle peculiarità presenti, per arrivare a nuove previsioni urbanistiche valutando tutti gli aspetti che interagiscono sulla qualità della vita, della residenzialità, dell'ambiente e dello sviluppo economico di ogni singolo Ad oggi sono pervenute 300 richieste, 130 sono le procedure avviate, e 95 gli accordi siglati. territorio. A palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, l'Assessore alle Politiche per il Territorio Renzo Marangon ha sottoscritto gli Accordi per il PATI dei Comuni di Codognè, San Fior, Gaiarine, Orsago e Cordignano (Treviso); per il PATI di Mareno di Piave, Santa Lucia di Piave e Vazzola (Treviso); e per i singoli PAT dei Comuni di Capodarsego (Padova), Spinea (Venezia), Arcole e San Martino Buonalbergo (Verona). "Una novità - sottolinea l'Assessore Marangon - ben accolta dai Comuni, tanto che già 300 hanno fatto richiesta di avviare la copianificazione; 130 procedure sono in corso (70 PAT e 60 PATI); 50 PAT e 45 PATI hanno già visto la sigla dell'Accordo formale tra Regione ed Ente Locale". "Anche gli importanti Comuni trevigiani, padovani, veneziani e veronesi che hanno firmato oggi - aggiunge con soddisfazione Marangon - hanno così imboccato positivamente la strada indicata da una legge che rivoluziona l'approccio culturale alla pianificazione territoriale, che rafforza la collaborazione tra Regione ed Enti Locali, che affida a questi ultimi più responsabilità, ma anche maggiori possibilità di gestire oculatamente il proprio territorio, che avvicina i cittadini a questa materia così complessa, e che semplificherà i tempi e i modi delle risposte ai piccoli problemi urbanistici della gente comune". Gli Accordi sottoscritti oggi a Venezia, comprendono anche un preciso cronoprogramma, nel corso del quale è prevista un'ampia partecipazione dei cittadini attraverso la presentazione pubblica del lavoro e una chiara procedura di osservazioni, terminate le quali arriverà l'approvazione definitiva prima in sede comunale e poi in quella regionale. L'assessore Valdegamberi incontra i rappresentanti del Haut-Jura Parchi regionali in primo piano La regione punta sulla valorizzazione dell'identità locale come valore aggiunto per il territorio e motore di sviluppo per aree spesso considerate marginali e quindi bisognose di nuove opportunità. "I Parchi - ha sottolineato Valdegamberi - sono strumenti formidabili per dare competizione al territorio e in questo contesto saranno messe in atto particolari iniziative di promozione, "Rappresentano un valore aggiunto per il territorio e un motore di sviluppo per aree spesso considerate marginali e quindi bisognose di nuove opportunità" Entro giugno sarà proposto ai quei Comuni, il cui territorio di competenza ricade all'interno dei Parchi regionali, un'ipotesi di regolamento con il quale la Regione intende caratterizzare queste aree quale esempio di sviluppo urbanistico sostenibile, nell'ambito del quale trovino ampio uso soprattutto le fonti di energia alternativa. Lo ha annunciato l'Assessore regionale ai Parchi e Aree protette, Stefano Valdegamberi, nel corso di un incontro, tenutosi a Venezia nella sede della Giunta di Palazzo Balbi, con i rappresentanti del Parco Naturale francese del Haut-Jura, in Veneto per uno scambio di esperienze con i colleghi del Parco Altobellunese, loro partner nel progetto transnazionale Leader Plus. Valdegamberi ha poi precisato che questo progetto, per il quale sono previsti anche incentivi regionali, rientra nella politica della Regione che ritiene l'ambiente elemento vitale per lo sviluppo sociale ed economico di un territorio. Ed è in questa logica che uno degli obiettivi è proprio quello di valorizzare i Parchi, non solo come strumento di conservazione, ma soprattutto come quella dei prodotti del parco contraddistinti da un marchio specifico. La finalità è quella di puntare sull'identità locale - ha aggiunto - legando il prodotto al territorio per dare quel valore aggiunto in grado di fare la differenza in un mercato globale e avere ricadute positive anche per il tessuto socio-economico di queste aree, già di per sé rilevanti sul piano ambientale e naturalistico". Sarà predisposto il piano regionale per realizzare i segnali turistici La nuova segnaletica stradale La Giunta veneta, su proposta del VicePresidente e Assessore alle politiche dell'agricoltura e del turismo Luca Zaia, ha deliberato di predisporre il Piano regionale di segnaletica turistica stradale. Ne dà notizia lo stesso Zaia: "Il piano - ha detto risponde alla politica da me avviata di rilancio del Veneto sul piano turistico e che passa, per l'appunto, attraverso l'identificazione unitaria del prodotto turistico veneto. Per questo l'iniziativa ha una regia regionale e ha come oggetto la progettazione grafica e la strutturazione di un'idonea cartellonistica stradale (compresa la segnalazione delle vie d'accesso al Veneto), l'individuazione dei siti di interesse turistico e la loro collocazione. Ciò avverrà in armonia con il servizio di ideazione e realizzazione della campagna di comunicazione integrata per la promozione dell'immagine turistica, previsto dalla deliberazione regionale dell'agosto 2004, e con la generale attività di promozione dell'offerta turistica della Regione e delle Province". La Veneto Strade spa è stata incaricata dell'elaborazione del piano regionale che dovrà essere realizzato entro sei mesi dall'attribuzione dell'incarico; per parte loro, la Regione e le Province attueranno il Piano (realizzazione e collocazione della segnaletica). Per la concreta rea- lizzazione del Piano le risorse disponibili ammontano a complessivi 3 milioni di euro di cui 1 milione 920 mila a favore della concessionaria regionale Veneto Strade spa, 80 mila euro sempre a favore di Veneto Strade spa per l'elaborazione del Piano, poco più di 1 milione di euro a favore delle sette Province venete (a ognuna di esse spetterà il contributo di circa 144 mila euro) corrispondente al 70% della spesa ammissibile. 22 APRILE 2006 REGIONE 9 Un grande progetto transnazionale che riguarda le aree alpine Incontri nelle fattorie didattiche Il vicepresidente zaia ha illustrato il progetto Neprovalter "La cultura e l'attività rurale nell'area alpina vanno salvaguardate e valorizzate, anche come fattore essenziale per la presenza attiva dell'uomo. E' questo il significato del progetto Neprovalter - ha sottolineato il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia - che vede il Veneto protagonista di un'iniziativa transnazionale finanziata nell'ambito dei programmi comunitari Interreg, finalizzata proprio a promuovere le produzioni specifiche e le tradizioni della cultura e del lavoro contadino di queste aree difficili". "Il progetto Neprovalter - ha aggiunto Zaia - si articola in tre segmenti: uno dedicato alla produzione di carne biologica nell'area alpina; un altro dedicato alle produzioni locali; il terzo dedicato appunto alla creazione sicurezza alimentare. Dopo il primo appuntamento tenutosi nella provincia di Treviso giovedì 20 aprile, nella Fattoria Didattica "Le Colline", in località Cozzuolo di Vittorio Veneto (Via S. Mor,13), e quello di Verona che si è svolto venerdì 21 aprile, alla Fattoria Didattica "Tosetti" in via Pistoza,8 di Illasi, gli incontri proseguiranno in provincia di Vicenza mercoledì 26 aprile alla Fattoria Didattica "Le Valli", in Via Valli, 2 di San Germano dei Beri- "Sono "normali" aziende agricole o agrituristiche, attrezzate però per svolgere anche attività di insegnamento e di divulgazione nei confronti di chi voglia saperne di più sull'agricoltura e su come questo settore opera". di un Network transnazionale delle fattorie didattiche alpine. I risultati del lavoro finora svolto su quest'ultimo essenziale settore saranno presentati nella terza decade di aprile nel corso di quattro incontri in altrettante fattorie didattiche: una per ciascuna delle province venete dove insistono territori montani. Nell'occasione saranno presentati un DVD che propone, ad uso degli operatori del settore, alcuni percorsi didattici, e la nuova guida delle circa 140 Fattorie Didattiche venete iscritte all'Elenco Regionale della qualità". "Queste ulti- me - ha spiegato Zaia - sono "normali" aziende agricole o agrituristiche, attrezzate però per svolgere anche attività di insegnamento e di divulgazione nei confronti di chi voglia saperne di più sull'agricoltura e su come questo settore opera. Lo scopo è di avvicinare gli abitanti della città al mondo rurale, ma soprattutto di spiegare ai più giovani che latte, formaggi, frutta, salumi, pasta e in generale le materie prime di tutti i prodotti agroalimentari non nascono nelle fabbriche ma appunto nelle fattorie". Agli incontri di presenta- zione interverranno insegnati e dirigenti scolastici, amministratori locali, operatori delle altre Fattorie Didattiche, esponenti delle organizzazioni professionali agricoli, responsabili delle aziende Ulss per la ci. Il ciclo di incontri si concluderà con la provincia di Belluno, giovedì 27 aprile, nella Fattoria Didattica "Albero degli Alberi" di località Valle di Seren del Grappa, in via Montesort,8. Assegnati 950 mila euro per interventi di sviluppo agricolo Finanziamenti alle comunità montane "Puntiamo ad incentivare la permanenza degli abitanti" La Giunta regionale, su proposta del Vicepresidente e Assessore alle politiche dell'agricoltura e del turismo Luca Zaia, ha deliberato di ripartire 950 mila euro di fondi, inseriti nel bilancio regionale 2006, a favore delle Comunità Montane per iniziative destinate al consolidamento e sviluppo dell'agricoltura di montagna. "Con questo provvedimento - spiega Zaia - intendo consolidare e sviluppare l'agricoltura nei territori montani e attenuare gli squilibri sociali, strutturali ed economici tra la montagna ed il restante territorio regionale oltre che tra zone diverse della montagna stessa". "Uno degli scopi - ha aggiunto Zaia - è quello di incentivare la permanenza degli abitanti e di coloro che in particolare esercitano l'attività agricola in zone del nostro territorio in cui, con la loro presenza, tra le altre, garantiscono manutenzione e controllo dell'ambiente". "Particolare attenzione - ha detto il VicePresidente - è stata posta nella ripartizione del finanziamento utilizzando quale criterio il grado di svantaggio di ciascuna Comunità Montana. Così sarà assegnata una somma minima di 10 mila euro per le Comunità con un basso indice di svantaggio, in modo da garantire un importo minimo necessario per attivare una significativa azione nel ter- "Particolare attenzione - ha detto il VicePresidente - è stata posta nella ripartizione del finanziamento, utilizzando come criterio il grado di svantaggio di ciascuna Comunità Montana. ritorio di competenza". Alla Comunità Montana Belluno - Ponte nelle Alpi sono stati assegnati 15.061,65 euro; alla Valbelluna 42.541,20 euro; all'Agordina 82.339,18 euro; all'Al- pago 47.563,33 euro; alla Comunità Montana Cadore - Lonaronese - Zoldano 11.555,64 euro; alla Cadore Centrale 28.706,66 euro; alla Comelico Sappada 44.436,34 euro; alla Feltrina 115.977,95 euro; alla Valle del Boite 29.180,45 euro; alla Grappa 15.345,92 euro; alla Prealpi Trevigiane 85.939,95 euro; alla Lessinia 81.865,40 euro; alla Comunità Montana del Baldo 27.569,58 euro; all'Agno Chiampo 51.164,10 euro; all'Alto Astico e Posina 62.629,71 euro; alla Comunità Montana Dall'Astico al Brenta 10 mila euro; Dall'Astico al Brenta 26.622,02 euro; Leogra Timonchio 46.047,21 euro; alla Sette Comuni 125.453,71 euro Il vicepresidente Zaia incontra il Ministro Alemanno Aviaria, nuove risorse al Veneto "Possiamo attivare in tempi rapidi le risorse destinate al comparto in crisi" "Abbiamo chiesto ed ottenuto dal Ministro di poter decidere autonomamente i tempi e i modi per andare in soccorso degli allevatori veneti messi a dura prova dal panico da aviaria scatenatosi tra la gente a causa di una, talvolta, poco accorta campagna mediatica" - ha dichiarato il Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, al termine del confronto avvenuto a Roma con il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Gianni Alemanno, nell'ambito del Comitato tec- nico Stato-Regioni. "È un risultato importante per la Regione Veneto - ha detto Zaia - perché noi, a differenza di altre realtà, abbiamo già in essere provvedimenti legislativi notificati alla Comunità Europea e dunque, agendo autonomamente, possiamo attivare, in tempi molto più rapidi, le risorse da destinare a questo comparto in crisi". "Il riparto delle risorse previste dalla legge 81 sarà deciso in base al numero di capi allevati e al PLV (Prodotto Lordo Vendibile) avicolo regionale - ha aggiunto il Vicepresidente - ma quel che contava era riuscire ad affrettare i tempi per andare in aiuto degli allevatori. Il Veneto aveva tutte le carte in regola per poterlo fare e l'autorizzazione, portata a casa da Roma, a procedere in modo autonomo con la ripartizione, è un'ottima notizia che va ad aggiungersi a tutte le iniziative a supporto, non solo degli allevatori, ma anche di tutti gli altri soggetti della filiera da noi promosse in questi mesi". 15 APRILE 2006 ECONOMIA 10 La rassegna si è svolta dal 6 al 10 aprile a Verona Al Vinitaly 144 mila visitatori Aumentati del 10 per cento i buyer dall'estero Un Vinitaly mondiale ha chiuso cinque giorni di contatti e contratti con buyer in aumento del 10% sul 2005; gli esteri hanno rappresentato il 23% sul totale delle presenze, che hanno raggiunto le 144 mila unità (143 mila lo scorso anno). Un risultato che fa raggiungere a Veronafiere, organizzatrice di Vinitaly, l'obiettivo che si era posta nei confronti della rassegna, divenuta fiera della domanda e sistema integrato di promozione del vino sui mercati internazionali; i prossimi appuntamenti saranno a maggio Vinitaly Russia, in ottobre Vinitaly Usa, a novembre Vinitaly Japan e Vinitaly Cina. Positivo il commento raccolto girando negli 80 mila metri quadrati netti di superficie espositiva, tra i 4.200 espositori provenienti da 30 Paesi. Secondo analisi operative, per quanto riguarda il sistema della viabilità e dei parcheggi, sensibile è stato il miglioramento rispetto alle edizioni di qualche anno fa, tenuto conto anche del rilevante afflusso di visitatori ed espositori. L'assetto definitivo di Verona Sud, l'area sulla quale sorge il quartiere fieristico, nel contesto della definizione del PAT (piano di assetto del territorio, già piano regolatore generale), prevede lo sviluppo della nuova viabilità. Soddisfazione tra gli espositori per l'edizione 2006 di Vinitaly. Per Lamberto Vallarino Gancia "quest'anno sono stati presenti a Vinitaly molti più operatori, soprattutto dell'export, e meno consumatori finali e ciò ha permesso di avere contatti di maggiore qualità". Oltre ai clienti italiani Vallarino Gancia ha registrato Conclusa con un nuovo successo la 40^ edizione della manifestazione enologica più importante del mondo. Apprezzamento da espositori e operatori per la qualità dell'organizzazione e dei contatti. la presenza di operatori provenienti da tutti i Paesi, in particolare Usa, Paesi Baltici, Giappone, Francia, Svizzera, Indonesia, confermando quindi la sensazione di ripresa che si è respirata nel corso di tutta la manifestazione. "Solo nel Regno Unito - ha puntualizzato Vallarino Gancia - si sente la competizione dei Paesi del Nuovo mondo e per superarli dobbiamo lavorare su qualità, territorio e indicazione geografica, che sono un patrimonio che dobbiamo far capire, ma sempre con un occhio di attenzione al prezzo". Per Renzo Cotarella, direttore della cantina Antinori, "c'è una rinnovata fiducia nel mondo del vino e ora si guarda al futuro con positività. È stato un gran buon Vinitaly - ha affermato - al quale era presente tutta la filiera e in particolare buyer e ristoratori qualificati e appassionati". Apprezzamento per i risultati ottenuti dall'organizzazione sono venuti da Gianni Zonin: "Abbiamo assistito a una ulteriore crescita della manifestazione sia in qualità che in quantità per quanto riguarda le presenze - ha affermato -, grazie allo sforzo sostenuto da Veronafiere per portare Vinitaly ad essere la prima manifestazione di settore al mondo". "Il miglior Vinitaly degli ultimi 30 anni, con ottimi contatti e un'orga- nizzazione molto buona" è l'opinione di Angelo Gaja, mentre Sandro Boscaini dell'Azienda Masi conferma la presenza di buyer esteri in numero maggiore rispetto al passato, "pure da Paesi quali Caraibi, America Centrale e Latina e dall'A- perché si è dimostrata una manife- in particolare da Germania, Svizzesia 'minore' (Corea e Vietnam), che stazione vivace. In crescita l'interes- ra, Canada, Russia, Cina. Molto sono comunque mercati importan- se degli operatori, con molta soddi- apprezzate le novità, perché la gente ti; grande presenza pure di giappo- sfazione per il nostro reparto esteri, è curiosa e aperta al nuovo". nesi, indiani e di operatori del Nord America, con l'Italia che sta dando segnali positivi. Quest'anno, comunque - ha concluso Boscaini - si è E' quanto emerge da un'indagine realizzata tra le 600 azienassistito a un Vinide iscritte al "Buyer Club" del sito www.vinitaly.com. Intetaly del realismo, ressanti sbocchi anche in Giappone, Russia e Cina, tappe dove chi propone del Vinitaly Tour a maggio e novembre buona qualità al giusto prezzo, unita a prodotti legati al territorio, Sono gli Stati Uniti il mercato di riferi- Russia e Vinitaly China. ha in mano la carta mento per l'export delle aziende presen- Per quanto riguarda le tipologie di bevangiusta per competi a Vinitaly. Lo rivela un'indagine effet- da proposte alla manifestazione, il 61.3% tere serenamente tuata sulle 600 aziende iscritte al "Buyer delle imprese del "Buyer Club" via Interanche con il Nuovo Club" del sito www.vinitaly.com, dalla net hanno promosso in stragrande magMondo". quale emerge che per il 20.4% degli inter- gioranza, a buyer e consumatori, il vino "Piena soddisfaziovistati gli Usa rappresentano la piazza pri- rosso, che precede il bianco (23.2%) e lo ne per questo Vinivilegiata per l'export, seguiti dalla Ger- spumante (6.8%). taly" è stata espresmania (17.3%) e dalla Gran Bretagna Tra le denominazioni a farla da padrone sa da Etile Carpené (11%). Di particolare interesse vengono sono le Doc (Denominazione di origine Malvolti, "anche ritenuti anche Giappone (9%), Russia controllata) con il 50.5% dei vini presen(5.3%) e Cina (4.8%), stati nei quali a tati, mentre al secondo posto, con il 27%, novembre (il 21 a Tokyo), a maggio (il 25 si collocano le bottiglie Igt (Indicazione e 26 a Mosca e il 27 a San Pietroburgo) e geografica territoriale) e al terzo (17.5%) ancora a novembre (dal 23 al 25 a Shan- le Docg (Denominazione di origine conghai) si svolgono Vinitaly Japan, Vinitaly trollata e garantita). Il vino italiano conquista gli Usa Nuova autostrada Nogara-Chioggia Costerà 1 miliardo e 93 milioni e sarà pronta nel 2013 Approvata dalla Regione la nuova autostrada che collegherà la Pianura Padana all'Adriatico. Verrà creata una sorta di A4 più a sud, partendo da Cremona e arrivando al mare. Si tratterà di un asse che raccoglierà tutto il traffico che va da ovest ad est che attualmente grava sulla Brescia Padova e al tempo stesso costituirebbe una rete scorrimento veloce per le zone a sud della Lombardia che si sono in questi anni sviluppate. Parte così l'iter autorizzativo per il project financing, presentato nel 2004 dalla Confederazione autostradale presieduta da Aleardo Merlin. La finanza di progetto è già stata utilizzata nel Veneto dalle società autostrade interessate sia per il passante di Mestre (finanza di progetto promossa dalla Padova-Venezia, Autostrade S.p.A. e Autovie Venete) sia per la Pedemontana veneta le cui società autostradali promotrici sono Brescia-Padova, società Autostrade e Autovie. Il costo complessivo del- l'opera è di un miliardo e 93 milioni, che saranno recuperati con una concessione di 40 anni, il costo al chilometro del pedaggio è previsto in 0,087335 euro, circa il 15% inferiore a quello della tratta Cremona- Mantova. Per chi risiede nella zona c'è una novità: si viaggerà gratis per un raggio di 15 chilometri e verranno inoltre applicati forti sconti nei cinque anni successivi. I caselli verranno eliminati dato che il pagamento avverrà attraverso l'innovativo sistema dell'esazione dinamica; si potranno così registrare notevoli effetti positivi per l'inserimento dell'opera nel territorio e per il traffico. Per 82 chilometri ci saranno tre corsie, (una è quella di emergenza) in ogni senso di marcia, fino ad Adria e alla Romea commerciale. I Comuni veronesi interessa- ti saranno Casaleone, Cerea, Gazzo Veronese, Legnago, Nogara, Sanguinetto, Sorgà, Castagnaro e Villa Bartolomea: quindi si passa all'area polesana. L'autostrada dovrebbe essere pronta per il 2013 ed ora l'iter prevede che il proponente debba predisporre la valutazione di Impatto ambientale per accedere alla legge Obiettivo (quella che regola le grandi opere). "Sentiremo tutti gli enti locali interessati e convocheremo la Provincie, perché facciano da capofila nella fase del confronto" ha commentato l'assessore regionale Renato Chisso. "Sono soddisfatto, perché dei 100 milioni inseriti in bilancio, la metà è stata destinata a Verona" ha detto Tiziano Zigiotto, presidente della Commissione Urbanistica regionale. "Le grandi opere venete stanno partendo e mi auguro che la popolazione locale accolga l'opera con serenità. Non ci saranno solo disagi di cantiere, ne verranno invece benefici per tutti". 15 APRILE 2006 AZIENDE 11 Ad un anno dalla crisi, procede lo spostamento della produzione nello stabilimento di Almisano. La speranza, però, è di evitare i licenziamenti Fiamm, Montecchio chiude ma senza drammi DI LUCA MATTEAZZI Il trasferimento della produzione da Montecchio Maggiore ad Almisano è già cominciato, ma lo spauracchio di decine di licenziamenti sembra un po' più lontano. A quasi un anno dall'esplosione di un caso che ha destato scalpore in tutto il Veneto, la riorganizzazione della Fiamm, una delle industrie simbolo del vicentino, sta procedendo secondo i tempi previsti, e senza la drammaticità che ha accompagnato la fine della primavera 2005. Era la fine del mese di maggio dell'anno scorso quando l'azienda annunciò a sorpresa l'intenzione di chiudere sia lo storico stabilimento di Montecchio Maggiore, sia quello di Almisano, lasciando a casa qualcosa come 420 dipendenti. Oltre a gettare nello sconforto centinaia di famiglie, la decisione, dettata dalla necessità di reggere la concorrenza a basso costo in arrivo dall'Europa dell'Est e dall'Estremo Oriente, fu una brutta botta per tutto il sistema produttivo della provincia, che rischiava di perdere quello che per decenni era stato uno dei propri fiori all'occhiello. Nata nei primi anni quaranta come ditta produttrice di accumulatori elettrici per autocarri, la Fiamm è infatti diventata col passare degli anni un punto di riferimento a livello mondiale per quanto riguarda le batterie e i segnalatori acustici per autoveicoli. Sua, ad esempio, la tromba che appariva in primo piano in tante scene di un film indimenticabile come "Il sorpasso". Ancora oggi l'azienda è il numero uno al mondo per quando riguarda i meccanismi acustici per le auto, con una produzione di milioni di pezzi ogni anno che va ad equipaggiare tutte le principali case automobilistiche italiane ed europee. Undici gli stabilimenti attivi in sei differenti nazioni, per un totale di circa tremila dipendenti e un fatturato che nel 2004 ha sfiorato i cinquecento milioni di euro. Un colosso che dopo qualche scricchiolio è entrato in crisi l'anno scorso, quando la proprietà ha deciso di spostare la Alcune delle numerose manifestazioni degli operai della Fiamm produzione dal vicentino alla Repubblica Ceca e in Cina, nel tentativo di ridurre il costo del lavoro. Immediata è scattata la protesta dei sindacati e dopo un mese di scioperi e di confronto molto duro, in cui sono intervenuti anche il vescovo e la Provincia, lavoratori e azienda sono giunti ad un accordo: la fabbrica di Montecchio Maggiore sarebbe stata chiusa, mentre quella di Almisano avrebbe continuato a lavorare e avrebbe assorbito anche una parte dei lavoratori di Montecchio, facendo emigrare all'estero solo le produzioni a basso valore aggiunto. Il numero di esuberi si è così ridotto a 130 (dai 440 inizialmente previsti) e per tutti è stata prevista una "via di fuga" verso la pensione o verso un nuovo lavoro. È proprio questo disegno che adesso sta entrando nel vivo. Due linee produttive sono già state spostate da Montecchio ad Almisano, le altre le seguiranno nel giro di un paio di mesi. Ed entro giugno il trasloco dovrebbe essere completato. Resta da definire dove verranno sistemati i laboratori e gli uffici tecnici, c'è qualche ritardo nel trasferimento delle produzioni più semplici da Almisano alla Repubblica Ceca, ma nel complesso il progetto concordato un anno fa è rispettato e anche il reinserimento dei lavoratori "di troppo" procede come previsto. Se ci sono delle incognite, caso mai, sono legate al cambio di proprietà dell'azien- da, che a dicembre è passata dalle mani della famiglia Dolcetta a quella della Palladio Finanziaria. "Questo mantiene un po' di preoccupazione, perché le cose sono ancora in movimento - spiega un rappresentante delle Rappresentanze sindacali unitarie -. La nuova proprietà ha approvato il piano industriale, ma non è difficile immaginare che vorrà rivedere qualcosa. Comunque, anche se lentamente, tutto sta andando secondo l'accordo". Intanto, la ripresa del mercato dell'auto fa registrare alcuni segnali incoraggianti per il futuro: negli ultimi mesi le richieste sono aumentate e la produzione del 2006 potrebbe anche superare i 9,7 milioni di pezzi venduti nel 2005. "Il lavoro non manca, i presupposti per ripartire ci sono. Speriamo bene", conclude il sindacalista. Sessant'anni di accumulatori e batterie prima dello spettro della crisi La Fiamm è una delle principali imprese del vicentino. Creata nel 1942 per la produzione di accumulatori, con il passare degli anni l'azienda si è dedicata al settore delle batterie e dei segnalatori acustici per automezzi in cui è uno dei leader mondiali. Il gruppo può infatti contare su una decina di stabilimenti, sparsi in sei differenti nazioni: in Italia, dove accanto alla sede centrale di Montecchio, ci sono le fabbriche di Almisano, Veronella e Avezzano; negli Stati Uniti, con le fabbriche di Cadillac e Waynesboro, e poi in Bra- sile (a San Paolo), in Cina, in India e in Repubblica Ceca. In totale i dipendenti sono circa 3000 mila, e il fatturato del 2004 è arrivato a sfiorare il 500 milioni di euro, attestandosi a quota 497, in crescita rispetto all'anno precedente. Le perdite e l'indebitamento accumulati negli anni precedenti, però, pesano sui conti dell'azienda, che si trova anche ad affrontare la concorrenza a prezzi stracciati in arrivo dall'Estremo Oriente. Il 2005 è così un momento di profonda crisi, culminato con l'an- nuncio della chiusura delle fabbriche vicentine e la conseguente battaglia sindacale. Dopo le preoccupazioni dell'estate, però, i dati di fine anno sono incoraggianti: nel primo semestre del 2005 la Fiamm è tornata ad avere un utile operativo per la prima volta dopo tre anni di bilanci in rosso, chiudendo la revisione di metà anno con un margine operativo lordo di circa 14 milioni di euro e un risultato operativo netto di circa un milione di euro. L.M. DONNE 12 22 APRILE 2006 La giovane segretaria dei Ds ha già scritto due libri. E nel tempo libero non si perde un film di Dario Argento Daniela Sbrollini, una politica con la passione della poesia DI LUCA MATTEAZZI Passa dagli incontri con i big della politica nazionale alla scrittura di poesie in cui svela i propri sentimenti più nascosti. Con un unico filo conduttore, quello della passione che, spiega, "deve essere alla base di tutto quello cha fai: anche della politica, che va vissuta con la pancia, fino a starci male fisicamente". Il nome di Daniela Sbrollini, pugliese di nascita ma vicentina d'adozione, è salito alla ribalta nel 2001 quando, non ancora trentenne, è diventata una delle poche donne a guidare una federazione provinciale del più grande partito della sinistra italiana. "È stata una scommessa mia e del mio partito- racconta adesso, a qualche anno di distanza -, che in un momento di grande incertezza ha fatto una scelta forse un po' incosciente, ma coraggiosa e rivolta al futuro". Catapultata al centro della mischia, Daniela Sbrollini ha imparato sul campo a destreggiarsi tra interrogazioni e campagne elettorali, ben 11 negli ultimi cinque anni. Consigliere provinciale dal 2002, con un occhio di riguardo per i temi ambien- tali, da qualche anno è anche all'interno della segreteria nazionale dei Ds, dove siede allo stesso tavolo con Fassino, Bersani e D'Alema, e coltiva il sogno nel cassetto di vedere la sinistra vincente a Vicenza e una donna alla guida del paese. Intanto, cerca di portare un po' di novità in un ambiente ancora in gran parte maschile come quello della politica, partendo magari dalle piccole cose. "Una delle mie conquiste è stata quella di spostare le riunioni della segreteria provinciale a prima di cena - rivendica con una punta di orgoglio -. Sembra niente, ma vuol dire tornare a casa alle dieci invece che all'una di notte, e permette di avere una vita un po' più normale, anche se per una donna resta comunque più difficile conciliare l'attività politica con la vita privata". Al di là delle riunioni di partito, Daniela Sbrollini ha comunque molto da raccontare. A cominciare da una carriera letteraria partita quasi di nascosto, con una raccolta di poesie spedita all'insaputa di tutti a Repubblica e che adesso le sta regalando grosse soddisfazioni. Il primo libro, "Pensieri Leggeri", ha ricevuto un premio nella selezione dei poeti contemporanei, il secondo, "Fuoco all'anima", è arrivato alla terza ristampa, il terzo è in cantiere e dovrebbe essere pronto entro l'anno. "I miei poeti preferiti? Ungaretti è stato il primo amore, e poi Neruda. Ma mi piacciono molto anche Alda Merini e Fernando Bandini, che secondo me è una persona straordinaria: mi piace per la passione che ha, perché quando gli stai vicino ti contamina, perché si accende sempre per tutto quello che fa". Lei, oltre che per la poesia, si accende anche per i viaggi ("Anche se ne faccio molti di meno di quello che vorrei"), e per il cinema, con una predilezione per i grandi film in bianco e nero degli anni 30 e 40, per Truffaut e per il cinema orientale alla "Lanterne Rosse". E, sorpresa, per Dario Argento: "Qualcuno mi prenderà in giro -confessa -, ma sono una fan di Dario Argento, soprattutto dei primi film: "Profondo Rosso" l'ho visto quindici volte, e ce l'ho in tutte le versioni immaginabili". Determinata ed estroversa ("ma sono troppo ingenua, mi fido sempre ciecamente" si rimprovera), rimpiange di aver lasciato a metà il corso di laurea in giurisprudenza e confessa una sola debolezza. Anzi, due: la prima per la piccola nipote di tre anni, "l'unica persona che riesce a farmi fare tutto quello che vuole", la seconda per i colori bianconeri: "Sono una juventina sfegatata: ho la bandiera appesa la balcone, la mascotte sul divano di casa e la mattina faccio colazione con la tazza della Juve. Così comincio bene la giornata". GIOVANI 13 22 APRILE 2006 L'originale gruppo di giovani artiste che fanno spettacoli erotico-musicali si raccontano per la prima volta Sick Girls, vicentine scatenate alla conquista del mondo DI ALESSIO MANNINO Nate nel 2005 un po' per gioco dall'iniziativa di un gruppo di amiche di Vicenza e Bassano del Grappa, le Sick Girls sono modelle e ballerine che fra retrò novecentesco e stile rock alternativo (tatuaggi, piercing e anticonformismo) si offrono al mondo dei media, della pubblicità e dei locali per spettacoli e servizi fotografici all'insegna dell'eccentricità, della stravaganza e di un erotismo non scontato. L'intervista che potete leggere qui sotto, rilasciataci da Giulia Rouge, la "responsabile comunicazioni esterne" del team femminile, è perciò rigorosamente vietata alla signorine che comprano griffato e all'ultima moda. Domanda obbligatoria, per cominciare: chi sono le Sick Girls? Le ragazze della porta accanto che hanno deciso di cambiare le regole del gioco! Le Sickgirls sono le pin up del 2000. Perché Sick, "malate"? E' così che si etichetta tutto ciò che non si capisce o non si vuol capire solitamente...!! Piuttosto di assumere farmaci per apparire "normali", piuttosto di seguire la mandria per stare nei binari preferiamo enfatizzare "la nostra malattia". Preferiamo farne una bandiera! Com'è nata l'idea? L'idea nasce un anno fa dopo aver posato per una serie di cartoline che ritraevano delle crocerossine e ragazze smarrite. Abbiamo in seguito deciso di mantenere il nome di Sickgirl. Che tipo di spettacoli fate? Spettacoli burlesque! Che cos'è il burlesque? Un tipo di spettacolo che nasce dai vaudeville show di fine Ottocentoprimi Novecento. Arrivò il momento il cui gli sketch diventarono un po' più piccanti, le barzellette un po' più sporche, le allusioni sessuali più frequenti e le ballerine più discinte, più ammiccanti. uno spettacolo nel quale lo spogliarello è il numero più atteso. Al punto che, negli anni Quaranta e Cinquanta, alcune star del Burlesque, come Lily St Cyr, Sally Rand e Tempest Storm, diventarono autentiche dive. Le Sickgirls propongono uno spettacolo burlesque adatto sia al palco di un teatro che al palco di un festival o di un piccolo club. Dai classici numeri proposti negli anni 50 a nuovi sketch in chiave punkrock: il "neo-burlesque" appunto. Un ballo tra erotismo e ironia, gag, musical performances e così via. La musica è l'elemento che più vi caratterizza: che tipo di musica si ascolta nei vostri spettacoli? Direi che la musica è sicuramente un fattore essenziale per le Sickgirls, nei nostri spettacoli la musica è solitamente retrò: rock'n'roll, early jazz, blues, punk, etc. Quante ragazze siete? Tante ... e ogni settimana contiamo nuove reclute! (Secondo i nostri calcoli attualmente saranno tra le 10 e le 20 ragazze, ndr) Cosa bisogna fare (o come bisogna essere) per diventare una di voi? Diventare una Sickgirl è semplice: basta fare domanda. Dove? Sul nostro sito, www.sickgirl.it. Non abbiamo uno standard, l'importante è l'attitudine. Come primo passo comunque bisogna fare un photoset, cioè farsi fotografare. Il photoset deve essere a contenuto erotico, vestite o svestite poco importa. Ci sono altre esperienze simili alla vostra in Italia? Penso che le Sickgirls siano l'unico gruppo al mondo che presenta la pin up del 2000 in chiave "maccaronica". La nostra visione di pin up infatti si avvicina molto alla mentalità di Sergio Leone e dei cosiddetti "spaghetti western", ma dando prova ancora una volta che gli Italiani possono essere originali e stilosi (con stile, ndr). Ci hanno infatti soprannomi- nate le spaghetty pin up! Vi piacerebbe avere un locale tutto vostro, una specie di lap dance bar in versione alternativa? Un locale nostro magari! (ride). Il paragone immediato è con le Suicide Girls (www.suicidegirl.com): la differenza sta solo nel fatto che voi siete da questa parte dell'oceano? Bah, giudicate voi: loro sono una "spa", una società per azioni, noi siamo una "diy" (do it yourself). Noi siamo a budget zero, loro miliardarie. Comunque la leggenda narra che siano partite come noi… C'è qualcosa di propriamente "vicentino" nelle Sick Girls? Il quartier generale a Vicenza, e non dimentichiamo che le primissime Sickgirls sono vicentine! Potreste essere un "prodotto tipico" da esportare, che ne pensi? Siamo un prodotto tipico da esportare! Quale significato date alla parola "provocazione"? Una ragazza può ancora provocare, oggi? Per noi è importante scherzarci sopra. La provocazione è un fatto soggettivo. Come sono state le reazioni del pubblico vicentino? Come al solito Vicenza è coperta da una nube di sonnolenza. Abbiamo avuto più successo fuori Vicenza. Ma del resto si sa: Vicenza è quel che è... Cosa significa, per voi, "divertirsi"? Annoiare la noia. I giovani di Vicenza sanno divertirsi, secondo voi? Chiedilo a loro no? Probabilmente intendeva dire "no", oppure l'intervista non la divertiva più. immagini © 2004-2006 NegativeOutlook www.negativeoutlook.org La società in crisi per gli impianti: il PalaLaghetto è rinnovato ma insufficiente mentre il Palasport sarà ristrutturato ma non omologabile per la serie A DI NICOLA CIATTI Il Vicenza Basket Giovane, VBG, negli ultimi anni e specialmente dopo la triste cessione a Udine del titolo di A2 maschile appena conquistato da Vicenza, è diventata il punto di riferimento del basket cittadino, per lo meno al maschile. Il motore di questa grande macchina organizzativa è Enrico Marin, attuale direttore generale della società: "a battezzare il VBG, nel 1991, siamo stati io, mio fratello Umberto e Diego Canova, con l'idea di dare vita ad un ambizioso progetto riguardante il settore giovanile. La nostra intenzione era quella di avviare i ragazzi al basket e, grazie anche alla nostra esperienza accumulata negli anni precedenti con l'allora Primigi, penso che i buoni risultati siano evidenti. Dopo aver iniziato a far crescere i giovani, siamo arrivati a coprire tutte le categorie e a cominciare a proporre una prima squadra interessante che milita in C1 (anche per "difendere" i diritti sportivi sui giovani per le normative federali al riguardo, n.d.r.), ma continuo a ricordare che siamo partiti dalla categoria più bassa fino a risalire un po' alla volta". Ora che avete una base interessante di praticanti, quali sono i vostri obiettivi futuri? "Appena avremo la certezza della permanenza in C1 si potrà programmare con calma un futuro roseo per la prima squadra, che faccia da traino ai tantissimi giovani che si avvicinano a questa disciplina. Il nostro desiderio è quello di offrire ai nostri ragazzi la massima qualità possibile quando escono dal settore giovanile. Con la crescita della qualità dei nostri giovani cercheremo di proporre una prima squadra adeguatamente competitiva. La speranza è che crescano a tal punto da metterci nella condizione di non aver scelta se non pensare di investire seriamente nella prima squadra. A livello giovanile il Veneto è una delle regioni più organizzate e ne sono prova gli ottimi risultati conseguiti dalle rappresentative di categoria. A livello maschile, tra l'altro, da due anni a questa parte non abbiamo avversari nei campionati nazionali. Per questo si è deciso di inve- Vicenza Basket Giovane: volano regionale per la pallacanestro giovanile La squadra di punta del Vicenza Basket Giovane stire principalmente sulle squadre maschili rispetto a quelle femminili, che comunque curiamo in modo adeguato. Certo, se dal nostro vivaio uscisse qualche ragazza interessante le verrà data la possibilità di misurarsi con campionati di livello: quest'anno ad esempio abbiamo ceduto due ragazze al Parma". La nota dolente arriva però dalla situazione logistica. "Attualmente giochiamo le nostre partite interne al PalaLaghetto, una strutture all'altezza della situazione, ma magari potessimo anche allenarci con tutte le squadre e non solo con quella di C1 presso questo impianto, che è però condiviso con altre otto associazioni, oltre che con l'attività scolastica. Per la preparazione ai match delle altre squadre, dobbiamo invece arrangiarci con palestre periferiche. Per noi non è un problema irrisolvibile, visto che riusciamo a garantire alle squadre allenamenti adeguati, quello che è evidente è però che alla città mancano strutture adeguate all'attività sportiva professionale. Nel nostro caso la città potrebbe offrire strutture al massimo per una Serie B". Anche il palasport di Via Goldoni, infatti, in via di ristrutturazione avrà il campo da gioco allargato per renderlo omologabile per categorie superiori ma, paradossalmente, non vi si potrà giocare dall'A2 in su per insufficienza di capienza: la minima obbligatoria è di 2.500 posti, quella che avrà il palasport comunale messo a nuovo è di 1923 posti. Stranezze dei progetti: si allarga il palasport per il basket, perdendo posti sui lati lunghi, lo si accorcia di conseguenza (rischiando di perdere definitivamente anche il volley di A1, almeno a livello internazionale) per recuperarli sui lati corti, ma il basket potrà giocarvi al massimo fino alla B1, come al PalaLaghetto. E il volley per disputare semifinali e finali scudetto avrà bisogno di una deroga per i 77 posti mancanti ... L'interno del PalaLaghetto Riprende Marin: "E' impensabile ipotizzare una Serie A di basket a Vicenza, come accaduto, in maniera fugace, a fine anni '80 e, poi, all'inizio degli anni 90, con il titolo poi ceduto appena conquistato, per problemi economici, ad Udine. Qui non abbiamo impianti adeguati. Il problema maggiore, per una società che aspira a diventare grande come la nostra, è quello di proiettarsi verso il futuro dal punto di vista organizzativo ed economico. Il Comune non è in grado di supportare economicamente un'associazione sportiva, ma sarebbe auspicabile che, coi contatti di cui dispone, potesse intrecciare rapporti con l'imprenditoria locale e darci di conseguenza un ulteriore aiuto, in molte città accade. Solo in questo modo anche il VBG, potrebbe pensare veramente in grande". Pubblico e privato insieme? E' un auspicio o un'utopia? 22 APRILE 2006 SPORT 15 La giapponese del volley, Miyuki Takahashi, vista dalla giapponese della tv, Naoko Okada DI NAOKO OKADA * Servizio esclusivo Il tema ormai non è più molto singolare. L'interesse mediatico verso l'Italia l'ha aperto il calciatore Nakata, portandosi dietro sponsor e giornalisti a frotte, ma oramai vi sarete accorti che noi giapponesi siamo tantissimi nel vostro Paese: quasi ogni ristorante italiano famoso ormai ha un aiuto cuoco mio connazionale, che impara per un anno e se ne ritorna in Patria, per aprire un suo ristorante Italiano. Ma in un anno cosa si impara? Vengono a godersi un po' d'atmosfera italiana, solo per poter dire che hanno fatto un addestramento in Italia e fare un ritorno trionfale al proprio paese? Questo almeno era il mio pensiero circa i tanti ragazzi che arrivano dal Giappone, dove ormai è quasi una moda andare all'estero ad imparare "qualcosa". Lo era prima di venire a Vicenza, dove nella squadra di pallavolo di A1, la Minetti Infoplus, gioca da un anno una ragazza giapponese, Miyuki "Shin" Takahashi, che ho seguito durante il play off per conto di una televisione giapponese, la Tbs (Tokyo Broadkasting System, quella che ha i diritti esclusivi dei prossimi mondiali di volley in Giappone). La aspettiamo davanti alla PalaCia: arriva Shin con la sua macchina, trova subito la nostra telecamera e sembra essere un po' turbata. "Buongiorno". Completamente struccata, con il ciuffo ribelle, sembra pure assonnata. Eppure in Giappone lei è una star, è popolare soprattutto fra le donne proprio per questa sua spontaneità, a differenza delle tante altre sue colleghe che magari appaiono sulla TV o sulla stampa super truccate con un comportamento un po' da "civetta". In Giappone nel mondo dello sport è tuttora abbastanza comune l'educazione spartana. Gli allenamenti durano ore e ore, così ripetendo la stessa mossa migliaia di volte il corpo impara automaticamente. Quello che conta di più è la forza di volontà. L'allenatore urla in continuazione e ci sono anche regole molto severe: in alcuni team professionali è vietato persino fidanzarsi (il motivo è perché le ragazze di distraggono!). Ma le rispettano tutte le ragazze sul serio? Qui l'allenatrice Manuela Benelli è sorridente, calma, sintetica. Ma è proprio questa in realtà la vera severità, secondo Shin. "Qui dipende tutto da te, se scendi in campo Shin Takahashi a spasso per la città in forma con la massima concentrazione o distratta. Non ti strilla nessuno. Anche se ti sbagli in campo l'allenatrice magari non ti dice nulla, ma dalla prossima volta non ti chiama e finisce lì. Devi saper gestire tu le tue condizioni." Individualismo. Autocontrollo. La vera professionalità. Queste sono le qualità che Shin ha acquisito nella Minetti. "Le compagne di squadra sono ragazze di primo livello che provengono da tutto il mondo. Sul campo ognuno deve fare il proprio lavoro, ti inveiscono pure contro se commetti errori, qui non stiamo scherzando". Qualche rimpianto per aver lasciato Giappone, dove sei una star? "Sono andata pure alle Olimpiadi di Atene ed ormai in Giappone ho un mio seguito e certe posizioni acquisite. Sicuramente per giocare tranquilla e coccolata mi faciliterebbe di più stare in Giappone, per lo meno dal punto di vista materiale. Però volevo cambiare, altrimenti non sarei cresciuta più di tanto in quell'ambiente". Ti senti cambiata, ora? "Non so ancora, perché ogni giorno mi sto sforzando al massimo, quando ci sei dentro ancora non riesci a vederti obiettivamente. Forse quando sarò uscita me ne renderò conto di qualcosa cambiata in me …" Vieni da un paese dove è considerata una virtù non alzare la voce e non esprimersi con chiarezza, invece qui sei tu che spunti fuori all' improvviso davanti agli italiani, forse sono loro che si sentono imbarazzati, devi esprimerti per forza per ottenere ogni minima cosa necessa- ria. "Sì, da quando sono qui ho imparato ad esprimermi ed insistere. I primi tempi non riuscivo neanche ad arrabbiarmi in italiano e mi irritavo, così urlavo in giapponese in campo e tutti cominciavano a ridere…" Non nasconde la sua difficoltà linguistica e la gestisce con l'atteggiamento tipico di tanti giapponesi all'estero: quello di quando non capiscono e intanto sorridono e fanno finta di aver capito per non offendere l'altro. Pensi di stare meglio in Italia? "Non è questione di stare meglio o peggio, è solo questione di due culture diverse. Non credo che portando il modo di fare italiano in Giappone funzionerebbe, ma nemmeno il viceversa". Sotto la sua patina educata, controllata, c'è un fuoco, che esplode nelle sue schiacciate. Lavora solo su di se per migliorarsi. Lei sa esattamente cosa vuole e deve fare. Vicenza, l'intera città, è un museo architettonico, un luogo dall'atmosfera magica con la gente sempre sorridente e generosa: la città e la società le hanno offerto l'occasione di arricchire tantissimo il suo bagaglio culturale e professionale. Ma quando vai in macchina, per favore, Shin vai un po' piano … *corrispondente in Italia della Tbs Tv E’ in edicola E’ una iniziativa di La comunicazione del Nord Est 100.000 copie settimanali Per la tua pubblicità chiama 045.8015855 - Fax 045.8041460 22 APRILE 2006 SPORT 16 Primo Piano sulle Federazioni Coni, quarta puntata Tante racchette e buone lame roteano a Vicenza DI ANDREA GENITO Prosegue il nostro viaggio all'interno delle 48 Federazioni affiliate al Coni Provinciale di Vicenza con la quarta puntata, dopo che la prima, la seconda e la terza, precedute da una visione complessiva sull'Ente presieduto da Umberto Nicolai, sono uscite sul n. 3, sul n. 5 e sul. n. 6. In questo numero, è il turno del FIT (Federtennis) e della FIS (scherma) Se a livello nazionale, si fatica a trovare gli eredi degli oramai lontanissimi Panatta e Barazzutti, a Vicenza il tennis ha ripreso a marciare spedito. I quaranta circoli, per un totale di oltre 4000 tesserati, sono infatti in continua crescita nel numero di iscritti, nonostante la concorrenza del calcio a 5, che ha sottratto spesso i campi da gioco agli appassionati. "Molte società hanno preferito riconvertire i campi, vista la maggiore redditività di questo sport- sottolinea Gianfranco Sanna, medico e da 6 anni Presidente Provinciale FIT-. Altri lo hanno fatto in parte, per finanziare comunque il tennis, creando nuove strutture. Per fortuna i campi ci sono (scivoloni nella politica di gestione a parte dell'assessorato allo sport cittadino criticato per lo sgambetto subito da un club storico vicentino col circolo consegnato per pochi euro nelle mani di Padova, n.d.r.) e soddisfano le nostre esigenze. Vicenza è una provincia molto considerata, tanto da essere da cinque anni dei cosiddetti Piani Integrati di Area, una sorta di laboratorio per futuri campioncini a cui aderiscono 10 circoli. I migliori risultati li abbiamo colti con i maestri Fioravanzo e Moretti, che hanno portato i loro allievi Under 12 tra i primi otto in Italia. Economicamente ci dobbiamo però arrangiare con piccoli sponsor, tra cui una banca che ci ha finanziato un modesto corredo tecnico. Più interessante è la convenzione con dei c o m mercialisti di Genova, che ci forniscono aggiornamento e supporto fiscale, visto che restiamo una realtà dilettantistica Onlus. Come Federazione provinciale affianchiamo l'organizzazione di 2 Tornei Internazionali (da 10.000 $ di montepremi), 3 Tornei Open, tra cui quello storico di Valdagno e varie competizioni di quarta categoria, tra cui spicca quella di Costabissara, con oltre 100 iscritti ogni anno. Inoltre stiamo studiando l'istituzione di alcuni corsi per qualificare i maestri federali. Un buon posto nel ranking nazionale, se lo stanno meritando anche A P P U N T A M E N T I CALCIO Dopo il derby col Verona, il Vicenza gioca ancora in trasferta in casa della Triestina, in un altro incontro decisivo per la corsa alla salvezza. In serie D, partita fondamentale in chiave salvezza anche per il Montecchio, impegnato contro la Manzanese, terzultima e affamata di punti. Partite di domenica 23 aprile Serie D MONTECCHIO MAGGIORE MANZANESE Eccellenza CARRARO CAVAZZALE - ARZIGNANO MORENO; LONIGO - BELFIORESE; Promozione CORNEDO - PRIX BOVOLONE; CALCIO A 5 Mentre in serie A1 il Samia Arzignano si prepara ad incontrare nei quarti di finale la vincente della sfida tra Cesena e Lazio (la prima partita è in programma il 29 aprile), in A2 l'Unichimica Cornedo deve cercare di ribaltare la sconfitta subita prima di Pasqua in casa della Marca Trevigiana. Prima partita di playoff, invece, per il Castelli Montecchio (serie B). Gara Playoff serie A2 Sabato 22 aprile, al PalaDegasperi di Cornedo, ore 16, UNICHIMICA CORNEDO - MARCA TREVIGIANA Gara Playoff serie B Sabato 22 aprile: CASTELLI MONTECCHIO - VALPRINT BASKET Nei playoff per lo scudetto femminile il Famila Schio ha giocato giovedì sera contro La Spezia, mentre il Centro Sport Palladio ha giocato, sempre gio- a Vicenza si possono fare "stoccate" in tutte le discipline: sciabola, fioretto e spada. "Fortunatamente abbiamo il supporto delle rispettive Amministrazioni e dalle scuole, insomma non ci sentiamo uno sport di serie B - spiega Luca Benetti, Presidente del Circolo valdagnese - altrimenti sarebbe difficile andare avanti, visto che tecnici e dirigenti sono tutti volontari. Gli unici rimborsi spese ci arrivano dalla Federazione nazionale, solo però se i nostri atleti ci fanno accumulare un numero di punti sufficiente nelle varie manifestazioni agonistiche. Vicenza è una sede importante, utilizzata per le fasi Regionali e per le selezioni nazionali. Ma di rilievo sono anche il Trofeo Spada d'Oro di Valdagno e il Trofeo Pavesi, a Vicenza". S P O R T I V I vedì, contro Viterbo per il secondo incontro dei Playout. Per tutte e due l'eventuale gara tre dipende dall'andamento dell'incontro di giovedì. In serie C1 Maschile, il Vicenza Basket Giovane incontra l'Iseo Serrature per l'ultima partita di campionato. Serie C1 maschile Sabato 22 aprile, ore 21, Palalaghetto: VICENZA BASKET GIOVANE ISEO SERRATURE Serie C2 Maschile Domenica 23 aprile - MODERN ARZIGNANO - ROVIGO SERIE D maschile Domenica 23 aprile - EUROGOMMA MONTECCHIO MAGGIORE - COLOGNA; TRASTEVERINA VICENZA - BORGO MI. VOLLEY i Circoli schermistici berici, 3 in Provincia (Valdagno, Bassano e Vicenza). Quasi un centinaio, i tesserati, con le punte costituite da Elisabetta Roberti, seconda nazionale nella categoria Master, e Andrea Corti, 25° nel settore Allievi. "L'interesse aumenta notevolmente in occasione delle Olimpiadi - sottolinea il Presidente FIS, Roberto Pana- dato che da sempre l'Italia raccoglie medaglie in queste competizioni ed è indubbiamente la migliore scuola al mondo, assieme alla Francia. Purtroppo, però, alla straordinaria visibilità di quelle settimane, segue un lungo oblio, nonostante che le competizioni continuino ad esserci lo stesso". Discreta la situazione impiantistica con palestre dedicate in tutte e tre le realtà dove si pratica scherma, ma solo Partite in trasferta sia per la Minetti Vicenza, impegnata nella seconda gara di coppa di Lega, sia per la Novello Vicenza. La Palladiogorup.it Vicenza potrebbe invece festeggiare dopo la partita casalinga contro Mirandola la salvezza matematica. Serie B1 maschile Sabato 22 aprile, Palacia - PALLA- DIOGROUP.IT VICENZA - MIRANDOLA. Serie B1 femminile Sabato 22 aprile CAODURO CAVAZZALE - SAN DONA' A cura di L.M CULTURA 17 22 APRILE 2006 L'ex partigiano Vescovi dice no alle strumentalizzazioni politiche della Liberazione 25 Aprile: lo festeggiamo ogni giorno ma ce lo dimentichiamo DI ALESSIO MANNINO "Più importante delle cerimonie è il sentimento interiore verso una data che è simbolo delle radici ideali della nostra Repubblica". E' questo il modo giusto di guardare al 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo, secondo l'ottantacinquenne Cavaliere Giulio Vescovi, plurimedagliato ex partigiano, presidente dell'Associazione Volontari della Libertà e vicepresidente dell'Istituto Storico della Resistenza di Vicenza. Lui che ha parlato alcune volte come oratore ufficiale è dell'idea che più che le commemorazioni di piazza, ciò che veramente conta per mantenere attuale la memoria di quel giorno del 1945 è ricordarne il significato dentro di sè: "quello che veramente importa è la coscienza del valore di questa ricorrenza". Valore per nulla superato per Vescovi e che "sta tutto nella Costituzione del '48, in cui ci sono gli ideali per cui noi par- Giulio Vescovi, presidente dell'Associazione volontari della libertà tigiani combattemmo. Ossia l'unità nazionale, la libertà dall'invasore straniero (e qui la Resistenza fu il coronamento del Risorgimento) e la solidarietà, la giustizia sociale. Ideali, si badi bene, universali: perché nella Seconda Guerra Mondiale i confini da salvaguardare non erano, come nella Prima, solo geografici. Erano confini di coscienza". Unità e solidarietà nazionale sono state parole citate dal presidente del consiglio comunale Sante Sarracco nel suo discorso per il 25 aprile dell'anno scorso, in cui invece mai parlò di "Resistenza". Sarracco, ex Msi e ora esponente di An, non fu certamente scelto a caso come sostituto del sindaco Hullweck - quest'anno assente per la seconda volta - come rappresen- tante del Comune di Vicenza (due medaglie d'oro, la prima città in Veneto a organizzare la lotta antitedesca). Alleanza Nazionale, infatti, ha riconosciuto i fondamenti resistenziali della Repubblica, ma nel contempo, in un'ottica che alcuni definiscono "revisionista", cerca di giungere a una "pacificazione" fra gli italiani che militarono nei due campi opposti, fascismo e antifascismo. Proprio attraverso una visione "unitaria" e "solidale" di quel periodo. "La pacificazione c'è già, c'è sempre stata" ribatte Vescovi: "la Costituzione sancisce libertà e diritti uguali per tutti, anche per gli allora reduci di Salò. Che infatti poterono organizzarsi nel Movimento Sociale Italiano". Il problema politico del 25 aprile sta tutto qui: nella possibile strumentalizzazione di una data che dovrebbe unire tutti gli Italiani. E invece l'anno passato proprio Vicenza diede prova del contrario, con la selva di fischi di disobbedienti e noglobal che coprirono la voce "ufficiale" di Sarracco. "E' la solita storia degli opposti estremismi che tentano di usare la Storia. Ma la Storia è stata scritta e ha dato il suo verdetto di condanna del nazifascismo. E se oggi possiamo scendere in piazza a festeggiare, è proprio grazie alla sconfitta di quei regimi". Negli anni immediatamente successivi alla guerra Piazza dei Signori si riempiva, toccando la carne viva di ricordi recenti e dolorosi. Poi, ricorda Vescovi, "il logoramento del tempo, il revisionismo storico incalzante, la mancanza di educazione civica nelle scuole o addirittura l'assenza di una sufficiente istruzione su quei fatti storici, tutto ciò ha portato a una minore partecipazione alla festa. Ma sono i valori alla base della convivenza di tutti i giorni a rimanere essenziali". Ve lo dice Giulio Vescovi, il "bandenfuhrer" (capobanda, come lo definivano i nazisti occupanti) delle Fiamme Verdi partigiane dell'Altopiano di Asiago: il 25 aprile è tutti i giorni. Anche se, per chi non ha dovuto rischiare la vita per la libertà - "come i giovani che ora hanno la pancia piena e a cui non manca niente", dice con un filo di amarezza Vescovi - è un po' difficile capire questa verità. SCUOLE 18 22 APRILE 2006 Scuole serali, una realtà che cresce tra corsi d'italiano per stranieri, inglese e internet per adulti Chini sui banchi ecco l'altro popolo della notte DI ILARIO TONIELLO Le scuole serali, realtà notturne e nascoste, vivono una seconda giovinezza. Nate da una importante vittoria sindacale negli anni '70, "all'inizio - racconta Giovanni Colpo, ex dirigente scolastico dell'istituto comprensivo 9 - erano come ispirate alle gesta di Alberto Manzi, il maestro dello storico programma televisivo Non è mai troppo tardi, e si concentravano sulla lotta all'analfabetismo. I programmi prevedevano lezioni per imparare a leggere e a scrivere e le nozioni base di matematica". Le Serali hanno vissuto un momento di crisi verso gli anni '80 quando, grazie alla scuola dell'obbligo e a un maggior benessere nelle famiglie italiane, sono venuti a mancare gli analfabeti. Ma sono riuscite a sopravvivere alla loro stessa funzione reinventandosi. "Si cominciò a parlare di alfabetizzazione funzionale - spiega il professor Colpo I corsi per la scuola media che troviamo ancora oggi conservano pochi elementi dei programmi rivolti 'di giorno' ai ragazzi. Sono invece centrati sull'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e sulle lingue straniere, soprattutto inglese e francese. Mentre i corsi paragonabili alla scuola elementare sono frequentati soprattutto dagli stranieri. Anche qui il programma è stato adattato alle esigenze dei nuovi alunni concentrando gli sforzi sull'apprendimento della lingua italiana". Quindi lo spazio educativo serale è ora rivolto a una varietà di alunni: stranieri che imparano l'italiano, anziani che vogliono utilizzare i computer o si impratichiscono con l'inglese, i tanti giovani adulti che hanno cominciato a lavorare subito dopo la scuola dell'obbligo e che ora vogliono raggiungere la Maturità. Una realtà ormai lontana da quella di metà degli anni '70 e delle "150 ore", quelle che i sindacati erano riusciti a concordare con i datori di Le scuole superiori serali Istituto Classi Alunni totali Rossi 9 223 Fusinieri 5 135 Da Schio 4 123 alunni Montagna 3 101 iscritti Canova 3 66 alunni As 2005-2006, dati Csa (Centro servizi amministrativi) Le prime serali erano ispirate al programma Rai "Non è mai troppo tardi" lavoro per poter tornare sui banchi di scuola. Al momento, grazie all'ultimo intervento ministeriale del 1997, ci sono i Ctp, i Centri territoriali permanenti. serali. In città li organizzano l'Its Rossi e Fusinieri, i Professionali Da Schio e Montagna e l'Istituto per Geometri Canova. I corsi mirano al consegui- I corsi più seguiti dagli adulti sono quelli di inglese e informatica In città sono due: uno a Vicenza est nell'istituto comprensivo 4 (Barolini), l'altro a Vicenza Ovest nell'istituto comprensivo 9 (con sede nella scuola media Ambrosoli). Pure gli studi per le medie superiori si sono evoluti. Molti istituti superiori hanno corsi mento della maturità, concentrando i programmi del quarto e del quinto anno. Oltre ai corsi classici sono attivati tanti altri su argomenti specifici. Ai Ctp pos- sono iscriversi tutti i cittadini italiani e stranieri che abbiano già compiuto quindici anni. Gli stranieri devono essere in regola con il permesso di soggiorno. I corsi di alfabetizzazione e di licenza media sono statali e quindi gratuiti e comprendono un contributo per l'assicurazione, i materiali e l'uso degli strumenti. Gli altri corsi (i più gettonati sono quelli di italiano base, informatica e lingua inglese) prevedono una quota di iscrizione variabile a seconda della durata e del tipo di corso ma in genere si tratta di poche decine di euro. Per rispondere alle nuove esigenze sono nati dei corsi che uniscono pratica e teoria. "Gli ultimi percorsi formativi in corso di attivazione anticipa Giovanni Colpo sono dei corsi che mescolano l'istruzione media superiore di base con quella degli istituti professionali per portare ad una qualifica operativa e paragonabile allo studio di due-tre anni delle superiori". Da semplici corsi dove si imparava a scrivere nome e cognome alle lezioni di spagnolo, arabo, inglese e a quelle in cui arzilli vecchietti pigiano i tasti dei computer. Cosa penserebbe in queste aule il Maestro Manzi? Sicuramente la stessa cosa: non è mai troppo tardi. TEMPO LIBERO 19 22 APRILE 2006 Grazie al passaparola il film che documenta la vita nella Grande Certosa di Grenoble è il caso del momento Preghiere nel silenzio, i monaci conquistano il grande schermo esperienza. P. Groening, dopo diciannove anni di attesa, ha avuto il permesso dai Frati Certosini della Grande Chartreuse sulle Alpi francesi vicino a Grenoble - la Casa Madre dell'Ordine - di passare con loro sei mesi, filmandone la vita. Rigidissime le regole che gli sono state imposte: niente attrezzature (se non un'unica camera, a mano), niente luci artificiali, niente suoni aggiunti (solo le musiche e i canti liturgici) niente interviste o 'interpretazioni' da parte dei monaci, nessun commento parlato o scritto, a parte poche citazioni da testi religiosi. Il risultato è un documento raro e prezioso di uno stile di vita immensamente lontano dal nostro. Povertà essenziale, ordine, silenzio, meditazione, fede assoluta. DI Giuliano Corà IL GRANDE SILENZIO (P. Groening, Germania/Svizzera, 2005) Uscito in poche copie, questo film è divenuto, solo per effetto del passaparola, una specie di blockbuster, tanto da obbligare la produzione a stamparne in fretta un'altra cinquantina. Migliaia di persone sono andate a vedere un film in cui non succede niente, non ci sono dialoghi né colonna sonora, non ci sono belle donne da ammirare, e nemmeno una storia. Più che documentario - mai come in questo caso il termine sarebbe inadatto quanto avvilente - lo si potrebbe definire documento, ed ancor meglio testimonianza, meditazione, Non è importante 'quale' Dio preghino i certosini, ma l'intensità con cui si immergono nel Divino, la certezza con cui lo percepiscono in ogni gesto quotidiano. Questo è il senso dell'arrestarsi, a volte, della macchina su particolari apparentemente insignificanti: non inutili preziosismi estetici, ma testimonianze della 'divinità' dei momenti e del tempo. Liberati dai legami della contingenza, i Certosini trovano l'essenzialità. In questo e in molto altro ancora il pubblico ha trovato la ragione per vedere questo film. A questo, anche, è dovuto il silenzio religioso che scende sulla sala durante la proiezione. Un film di profondo valore morale e culturale, una rara occasione che ci è data, un'esperienza spirituale da non perdere. Vino, birra e liquori vanno presi a piccole dosi. Attenzione alle controindicazioni Bevande alcoliche: sì, ma in quantità controllata DI LARA SIMONE In alimentazione, come in farmacologia, è la quantità che rende "buono o cattivo" un cibo. Per il vino l'intervallo fra dose accettabile e dose pericolosa è però abbastanza ristretto e condizionato da molteplici variabili come il sesso, l'età, le modalità ed i ritmi di assunzione rispetto ai pasti, che ne condizionano la velocità di assorbimento. La dose quotidiana di alcol, che una persona in buona salute può concedersi senza incorrere in gravi danni, non può essere stabilita da rigide norme, poiché le variabili individuali sono davvero tante: quella che è considerata una dose mode- rata per un individuo può essere eccessiva, invece, per un altro. Un consumo moderato può essere indicato entro il limite di due-tre Unità Alcoliche al giorno per l'uomo, non più di una-due per la donna e non più di una per gli anziani. Una unità alcolica corrisponde a circa 12 grammi di etanolo, quantità contenuta in un bicchiere piccolo (130 ml) di vino di media gradazione o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalco- lico. Ovviamente queste sono le dosi di alcol "consentite" durante i pasti a soggetti adulti, in assenza di problemi epatici, in buona salute fisica e mentale. Deve essere evitata del tutto l'assunzione di alcol durante l'infanzia, l'adolescenza, la gravidanza e l'allattamento. Oltre questo limite gli effetti negativi cominciano a prevalere su quelli positivi (riduzione del rischio cardiovascolare e possibili effetti antiossidanti). Gli effetti negativi sono, per le assunzioni occasionali, i ben noti effetti sul siste- ma nervoso e sull'organismo in generale, che possono compromettere l'attenzione, l'autocritica e la coordinazione motoria (sono noti a tutti gli esiti della guida in tali condizioni). L'abuso cronico di alcol è invece responsabile di una serie di danni a vari organi ed apparati in particolare al sistema nervoso, sia periferico (nervi) che centrale (cervello), all'apparato digerente ed al sistema cardiovascolare; può inoltre contribuire all'aumento dei trigliceridi nel sangue e all'aumento del peso corporeo. Conviene sempre farsi consigliare dal proprio medico, ovviamente, nel caso si assumano farmaci, per alcuni dei quali il consumo di alcol dovrà essere ridotto o evitato. Arriva in libreria la raccolta completa dei versi di una poetessa ancora troppo poco conosciuta Le visioni poetiche di Elizabeth Bishop DI Giovanni Magalotti Elizabeth Bishop, Miracolo a colazione, Adelphi, 296 pp., Euro 27 La poetessa americana Elizabeth Bishop (1911-1979) è certamente poco conosciuta in Italia, nonostante la critica specializzata l'abbia spesso accostata ad autrici di alto livello come Emily Dickinson ed Anne Sexton, e nonostante Iosif Brodskij, autore delle Fondamenta degli Incurabili, abbia parlato di lei come della "Callas della poesia del '900". Adelphi colma ora questa lacuna pubblicando Miracolo a colazione, la raccolta completa, se si eccettuano alcune prove giovanili, dell'opera poetica della Bishop, tradotta da Damiano Abeni, Riccardo Duranti e Ottavio Fatica, con una nota di quest'ultimo. In vita, Elizabeth Bishop fu anima ondivaga e itinerante, schiva e appartata, e i suoi versi paiono riflettere questa condizione di perenne inadeguatezza: il suo mondo poetico nasce da fatti casuali, contingenze biografiche, taccuini di viaggio. Eppure colpisce la freschezza delle sue composizioni, una spontaneità fatta di parole domestiche, spoglie. Una naturalezza che solo in apparenza con- trasta con la cura estrema nella scelta dei termini più appropriati. La spiccata vocazione per la luce e il colore si traduce, poi, nella preferenza accordata a visioni quasi surreali in cui l'ordine e il disordine viaggiano insieme fino all'epifania decisiva. Come dimostra la poesia Insonnia: La luna nello specchio del comò guarda milioni di miglia lontano (e forse, con orgoglio, a se stessa, ma non sorride, non sorride mai) via lontano lontano oltre il sonno, o forse è una che dorme di giorno. Se l'Universo volesse abbandonarla, lei gli direbbe di andare all'inferno, e troverebbe una distesa d'acqua o uno specchio sul quale indugiare. Tu dunque metti gli affanni in un sacco di ragnatele e gettalo nel pozzo nel mondo alla rovescia dove la sinistra è sempre la destra, dove le ombre in realtà sono corpi, dove restiamo tutta notte svegli, dove il cielo ha tanto poco spessore quanto è profondo il mare e tu mi ami d'amore. “CONNETTORE A SECCO AL-FER” (BREVETTATO) Il “connettore a secco AL-FER” nasce in tempi recentissimi per migliorare, sotto tutti gli aspetti di praticità, semplicità ed economia. Destinato a sostituire così la maggior parte dei metodi utilizzati negli ultimi 20 anni. Il “connettore a secco AL-FER” è composto da un unico perno metallico ottenuto da una barra ø16 opportunamente lavorata con filettatura per legno nella parte da fissare sulla travatura. Nella porzione corrispondente all’assito la barra rimane liscia, mentre torna con lavorazione a testa esagonale dotata di scanalature nella parte da annegare nel calcestruzzo. Il “connettore a secco AL-FER” è costituito da un unico perno opportunamente sagomato per il miglioramento dell’aggancio meccanico al legno e al calcestruzzo. I VANTAGGI: 1. 2. Completo recupero statico della parte in legno. Possibilità di migliorare l’isolamento termoacustico, inserendo un pannello di materiale isolante tra i tralicci. 3. Produttività massima. 4. Tutto il pre-esistente non viene assolutamente danneggiato. 5. Costo altamente competitivo. 6. Durante la posa non vengono adoperati liquidi (il getto o boiacca sono tenuti separati da un telo impermeabile). 7. Migliora l’intersezione di tutte le sue parti (legno/muratura). 8. Acquista maggior resistenza al fuoco. 9. Nessuna necessità di smaltimento in discariche speciali. 10. E’ possibile la completa riconversione in origine. 11. Massima semplicità di applicazione (no mano d’opera specializzata). 37033 Montorio (Verona) - Via dei Castagni, 7 - Tel. e Fax 045 8840780 Consultateci al sito: http//www.al-fer.it - e-mail: [email protected] 21 Vivi l’Area Metropolitana 22 APRILE 2006 L’esposizione prosegue a Brescia fino al 4 maggio "Grazie Giulio" Personale di Giulio Turcato La Galleria PaciArte contemporanea di via C.Cattaneo 20/b, Brescia ospita, fino al 4 maggio, la mostra Personale dedicata a Giulio Turcato dal titolo "Grazie Giulio". L'evento è un fatto concreto della Galleria per rendere omaggio a uno degli artisti culturalmente più poliedrici del secolo scorso, incontestabile fautore d'innovazione artistica nel suo modo unico di comunicare attraverso l'unione tra colore e materia. Al di là delle tappe fondamentali della vita di questo grande artista, ciò che ha stabilito che Turcato lasciasse una traccia indelebile sulla strada dell'arte moderna e contemporanea è stato il suo individualismo, il nomadismo interiore che lo ha portato a stabilirne un'unicità di linguaggio dove vige imperante la sua formacolore. Impegnato da sempre socialpoliticamente, appassionato di scienze(dalla biologia, all'entomologia, all'astronomia), viaggiatore, ricercatore, personaggio fortemente ironico ed in continua evoluzione, Giulio Turcato respira gli eventi del suo tempo per trasportarli all'immortalità sulla tela, con l'unicità di un linguaggio nuovo dove saggiamente dosa mescolanza tra materiali inediti per la pittura(quasi ispirati ad una rievocazione dadaista)ed esplorazione nell'uso di nuovi soggetti. Nel '50 le creazioni derivano da esperienze vissute socialpoliticamente (serie dei "Comizi", delle"Rovine" e delle "Libertà")dove nello stile ricorda ancora il post cubismo e la tavolozza di Matisse. Nel '60 è lampante la sua esal- tazione nel seguire le imprese spaziali ('57 Laika, bastardino russo, primo essere vivente lanciato nello spazio; nel'61 Yuri Gagarin primo essere umano in orbita, e nel '69 Armstrong sbarca sulla luna…) che faranno dell'arte di Turcato strumento di sfogo nel sognare l'universo. Lui che farà della sua tela luogo di conquista interplanetaria, trasportando pezzi di altri pianeti all'interno della sua realtà usando strumenti inconsueti per la pittura e tuttavia efficacissimi per il suo scopo, come la gommapiuma e le sabbie, l'unione del catrame all'olio, le polveri d'argento. "Superfici lunari" , "reticoli" ed "arcipelaghi" nacquero così, dal suo sbirciare fuori dai finestrini durante i viaggi in aereo, da studi di astronomia, dai racconti e da immagini dei tg. Turcato non si stancherà mai di elaborare nuova vita all'espressione attraverso la "forma-colore", studio che lo accompagnerà nel lungo viaggio che dall'influenza di Balla lo guiderà all'astrattismo, attraversando con la sua polimatericità il colorismo. Gli effetti cangianti e fluorescenti lo porteranno sempre più in là, "oltre" ad ogni gruppo, al di là d'ogni stile, nel superamento anche dell'informale. Con Giulio Turcato tutto diventa "pretesto", occasione per inventare nuove forme e colori che possano ridefinire l'immaginario, la sua stessa vita è un'altalenante concentrazione/distrazione dove le passeggiate senza meta né appuntamenti lo trascinano a nuove fonti d'ispirazione. "Ciò che egli chiede per poter dipingere è un'emozione, un'emozione che esorbiti dal limite del quadro, un'impulso surrealista senza bisogno d'inconscio, capace non di dramma romantico ma di forma e colore…" Così lo raccontava Lionello Venturi, ora, ad undici anni dalla sua morte (Roma 1995) la Galleria PaciArte vive la stessa ispirazione nel scegliere di dar vita a questa mostra: l'Emozione. Farsi trasportare "oltre" dall'emozione, per arrivare con le opere di Turcato fino alla luna. Orario: dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20; domenica 15.30-19.30 (possono variare, verificare sempre via telefono). L'ingresso è libero. TRENTO Inaugurazione il 22 aprile alle 16 a palazzo Geremia Arte, devozione e antincendio a Trento In mostra dal 22 aprile al 7 maggio "Santa Barbara e San Floriano … pregate per noi. Arte, devozione e antincendio in Trentino" questo è il titolo della mostra che da sabato 22 aprile a domenica 7 maggio verrà allestita a Trento nei locali di Torre Mirana a Palazzo Thun (via Belenzani 3). La mostra sarà aperta tutti i giorni sia festivi che feriali (dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 19.30), sarà accessibile anche ai disabili, avrà TREVISO In mostra fino al 14 maggio nella Casa dei Carraresi La storia della Cina in mostra a Treviso L'esposizione La Via della Seta continua a registrare un numero crescente di prenotazioni: per questo motivo il presidente di Fondazione Cassamarca, on. Avv. De Poli, insieme al curatore della mostra, Adriano Màdaro, ha deciso di posticipare la data di chiusura a domenica 14 maggio inclusa. L'esposizione di reperti inediti, finora mai usciti dai caveaux dei musei cinesi, sapientemente selezionati dalle collezioni del Museo Storico nazionale della Cina, e dei Musei disseminati lungo i percorsi della Via della Seta; la promozione del progetto da parte di Fondazione Cassamarca, la partnership con l'Accademia Cinese di Cultura Internazionale, la collaborazione della Fondazione Italia-Cina, l'alto patronato del Presidente della Repubblica: tutto ciò ha contribuito a rendere La Via della Seta un evento di portata internazionale, "il più importante evento in Europa nella campo della collaborazione culturale", parafrasando il Prof. Lu Tongliu, presidente dell'Accademia. Puntare tutto sulla dimensione scientifco-culturale, dare al progetto un significato più ampio, inquadrandolo in un'ottica di visite guidate e ingresso gratuito per tutti. L'idea della mostra nasce dalla volontà di indagare la storia dell'antincendio e della fede ad essa collegata privilegiando l'aspetto artistico attraverso opere in grado di evidenziare il culto riservato in terra trentina sia a san Floriano che a santa Barbara. In mostra verranno esposte dozzine di preziose testimonianze d'arte e di storia: statue, quadri, libri, documenti d'archivio e foto d'epoca provenienti da collezioni pubbliche e private, laiche ed eccle- collaborazione tra i popoli, ha premiato: oltre ai visitatori tradizionali, questa prima tappa del ciclo espositivo, ha suscitato - e continua a suscitare - l'interesse di studiosi ed esperti di fama internazionale che ne hanno gratificato intenti e realizzazione. Ad ulteriore riconferma della risonanza internazionale dell'evento: la successione delle Dinastie legate a La Via della Seta, raccontata attraverso l'esposizione di oltre 200 preziosissimi pezzi, sta richiamando visitatori da tutta Italia e dalle principali capitali europee. E' già in corso la preparazione della seconda tappa dell'ampio progetto che porterà a Treviso, fino al 2012, l'intera storia della Cina Imperiale: "Il tesoro dei Mongoli", che sarà inaugurata nel 2007 e sarà dedicata alle Dinastie Liao, Jin e Yuan, con una sezione riservata alla Dinastia Song, travolta dagli eserciti di Kubilai Khan all'epoca di Marco Polo. L'evento nella Casa dei Carraresi è riuscito a far interagire felicemente la città di Treviso con la cultura cinese. L'interesse suscitato dalla mostra ha fatto registrare un incremento sensibile del turismo. siastiche di tutta la provincia. Tali opere, volutamente così diversificate, sono state scelte con l'intento di esplorare, o piuttosto di saggiare attraverso esempi, l'ambito nel quale ci si muove e di fornire un'idea della sua ampiezza cronologica, spaziale e tipologica. Voluta dalla Federazione dei Corpi dei Vigili del Fuoco Volontari della Provincia di Trento la mostra è curata dal professor Pietro Marsilli e dall'architetto Andrea Brugnara. DI PAGINA ELENA BURRI 22 APRILE 2006 22 VICENZAPIÙ ATTUALITÀ Bottoli:una comunicazione per arrivare ai cittadini L'avvocato Vittorio Bottoli, riconfermato recentemente difensore civico regionale fino al 2010, ha spiegato l'importanza di questa istituzione, al servizio dei cittadini, affinché gli interessi e i diritti degli stessi siano tutelati e garantiti. "L'attività del difensore civico regionale è caratterizzata principalmente dall'ascolto delle istanze dei cittadini, che lamentano lesioni subite per comportamenti da parte della Pubblica Amministrazione. Quando l'istanza è degna di accoglimento il difensore civico si adopera affinché il caso venga risolto al meglio". Ma per promuovere la conoscenza dei profili di questo organo e l'adeguata informazione sull'attività che le è propria, è importante che vi sia una corretta comunicazione? "Si. Lo stesso legislatore che ha costituito la difesa civica con la legge dell'88 ha stabilito la necessità o meglio il dovere del difensore civico di fare, con i fondi messi a disposizione dal consiglio regionale, una opportuna comunicazione". In effetti la stessa si propone due fondamentali obbiettivi. Da un lato, rendere edotti i cittadini dell'esistenza e della possibi- lità di investire, per la tutela dei propri diritti presunti lesi, un'autorità diversa da quella giurisdizionale ordinaria, caratterizzata dalla gratuità e tempestività. Dall'altro lato, la comunicazione deve rivolgersi alla Pubblica Amministrazione facendone emergere l'attività di collaborazione e di mediazione, pur denunciandone talvolta le disfunzioni e gli abusi di determinati comportamenti. "Questa comunicazione ha bisogno di espletarsi attraverso dibattiti, conferenze e convegni che, in cinque anni di esperienza,- ha commentato Bottoli- abbiamo ravvisato essere molto ben seguiti e molto ben accetti da parte dei cittadini, ai quali si spiega l'importanza di essere considerati titolari dei diritti e quindi sovrani". All'opera della comunicazione si accompagna inoltre la promozione della cultura della difesa civica. Il cittadino non solo deve essere portato a conoscenza dell'esistenza di questo strumento ma attraverso dibattiti e continui contatti, sviluppare una nuova forma di cultura che non è niente altro che la cultura dei diritti della garanzia e tutela degli stessi. Peraltro l'importanza della comuni- cazione si ravvisa nel fatto che nel secondo dopo guerra abbiamo assistito a due fenomeni epocali: da una parte "l'internazionalizzazione" dei diritti umani (dichiarazione dei diritti dell'ONU), dall'altra la "moltiplicazione" degli stessi. Non si parla più del diritto dell'uomo in senso astratto ma di "nuovi diritti" della donna, del fanciullo, dell'anziano del disabile; quelli che Norbeto Bobbio ha definito come "la nuova era dei diritti" e il Cassese, noto costituzionalista, "una galassia in rapida e continua espansione". "Non a caso -ricorda Bottoli- la nostra regione insieme al FriuliVenezia Giulia ha dimostrato molta sensibilità istituendo la figura del pubblico tutore dei minori, una particolare forma di tutela e garanzia nei confronti di classi più deboli. Promuovere queste forme di cultura conclude Bottoli- è fondamentale e quindi è opportuno che i politici si rendano conto che la rappresentanza per cui vengono richiesti fondi importanti non è per avere una maggiore visibilità ma è assolutamente essenziale per sensibilizzare i cittadini". INTERVIENE NEI CONFRONTI DI DIFENSORE CIVICO Un servizio gratuito e veloce che garantisce i diritti dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione. Il Difensore Civico è stato istituito dal consiglio Regionale del Veneto Chiama il numero verde 800 294 000 UFFICIO DEL DIFENSORE CIVICO CHI E' IL DIFENSORE CIVICO Il Difensore Civico tutela i diritti dei cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione E' un organo di tutela dei cittadini istituito dalla Regione Veneto; E' indipendente e non è soggetto ad alcun controllo E' nominato dal Consiglio Regionale ogni 5 anni e può essere riconfermato per una sola volta E' tenuto a presentare una relazione annuale al Consiglio Regionale ed al Parlamento Regione e sue Aziende Aziende sanitarie Comuni, Province, Comunità Montane e loro Consorzi, laddove non sia presente un Difensore civico locale Altri Enti Pubblici operanti nel territorio regionale Amministrazioni statali periferiche (per es.: prefetture, ufficio del registro, motorizzazione civile, ecc.) IN QUALI MATERIE INTERVIENE Sanità ed igiene Previdenza e Assistenza Territorio e Ambiente Tasse, Tributi, canoni, sanzioni amm.ve Istituti di partecipazione e procedimento amministrativo Attività produttive Istruzione e formazione professionale COSA FA IL DIFENSORE CIVICO Interviene in caso di disfunzioni o abusi della Pubbliche Amministrazioni Può chiedere l'esibizione di qualsiasi atto o documento anche se segreto Promuove la costituzione di tavoli di confronto e di accordo (conferenze di servizi) Indirizza il cittadino verso le più idonee strutture e lo consiglia sulle iniziative o i rimedi da adottare Promuove la risoluzione conciliativa (mediazione) delle controversie Svolge compiti di sollecitazione nei confronti dei responsabili dei procedi menti Può chiedere l'attivazione di procedimenti disciplinari a carico di funzionari inadempienti Svolge attività di impulso e di proposta nei confronti delle Pubbliche Ammi nistrazioni 22 APRILE 2006 APPUNTAMENTI 23 A Vicenza Comincia la tradizionale rassegna primaverile di musica classica. Ma il calendario della settimana offre anche grande jazz a Thiene e Paolo Portoghesi in Basilica Brahms e Mozart, va in scena il Suono dell'Olimpico MUSICA Sabato 22 aprile Ore 21, Teatro Olimpico. Con una serata dedicata a Brahms prende il via la rassegna "IL SUONO DELL'OLIMPICO", la serie di concerti di primavera organizzata dall'Orchestra del Teatro Olimpico in collaborazione con il Comune. Il programma del primo appuntamento si apre con un omaggio al compositore milanese G. Zuini, seguito da due brani di Johannes Brahms: il Concerto per pianoforte n. 1 in Re minore e la Sinfonia n.2 in Re maggiore detta Pastorale. A dirigere l'orchestra ci sarà il maestro Francesco Di Mauro, mentre al pianoforte solista suonerà Brigitte Engerer. Biglietti 20 e 15 Euro. Info: Botteghino del Teatro Olimpico Tel. 0444/222801. Ore 21, all'Auditorium di Thiene. Per la rassegna ALMA JAZZ FEST, concerto del giovanissimo sassofonista FRANCESCO CAFISO, uno degli interpreti più VICENZAPIU’ VIVA Vicenza Più Viva: finalmente la buona notizia È la rubrica che mancava in città: una pagina dove ogni settimana i vicentini potranno annunciare la gioia di un figlio, la celebrazione di un matrimonio, il conseguimento della laurea. Perciò forza genitori, sposini e neo-laureati: chiamando al numero 0444 923362 o inviando un'e-mail all'indirizzo [email protected] potrete dare a Vicenza una buona notizia… in Più. Tanti auguri I compleanni di questa settimana Benvenuti Lo spazio dedicato ai nuovi vicentini Benvenuto Luca Luca Paveglio è nato il 23 marzo coreografie con 132 personaggi tra comparse e solisti, organizzato dal Cento Idea Danza. Nella parte di Simba adulto c'è Samuel Peron, il ballerino vicentino diventato un volto televisivo dopo la partecipazione alla trasmissione di Raiuno "Ballando con le stelle". Ingresso 12 euro (6 il ridotto). Ore 20,45, Teatro Busnelli di Dueville. S.M.S. STARIA MEJO SENSA…. È questo il titolo dello spettacolo cabarettistico portato sul palcoscenico dai SEVEN GNOMS, una esilarante carrellata sui mezzi d comunicazione vecchi e nuovi, dal pony express ai videotelefonini. Ingresso 7 euro, ridotto 5. Domenica 23 aprile Ore 21, Auditorium di Thiene. Si conclude la rassegna ALMA JAZZ FEST con il doppio concerto del MAX FERRAUTO QUARTET, e della LYDIAN SOUND ORCHESTRA diretta da RICCARDO BRAZZALE. Ingresso intero Euro 10,00 Ridotto Euro 8,00. Info: 0445/804745. MANIFESTAZIONI Mamma Gabriella e papà Stefano sono felici di presentare il piccolo Luca che ha deciso di allietare il mondo con la sua presenza dal 23 marzo! Confetti rossi I neo “dottori” della città 22 aprile Tanti auguri Mario Festeggiamo insieme i 75 anni di zio Mario Gallio. Tanti auguri, gli amici e i parenti Tanti auguri Diego Il 22 aprile Diego Crestani compie 5 anni. Auguri affettuosi da mamma Dulce, papà Emmanuele e nonni Rita e Gino apprezzati sulla scena del jazz italiano, che per l'occasione sarà accompagnato al pianoforte da Riccardo Arrighini. Ingresso intero Euro 10,00 Ridotto Euro 8,00. Info: 0445/804745. Ore 20,30, all'Auditorium di Marano Vicentino Serata di musica e poesie dedicata alla memoria storica. Il programma prevede la presentazione della canzone "A Silva" e del relativo video del cantautore LUCA BASSANESE, la presentazione del Cd multimediale di Sandro Pupillo, dell'Istituto Storico della Resistenza, e la lettura di poesie di Carlo Pessotto. Ingresso libero. Info: 0445/622897. Auguri a Elena Fortuna, neo laureata in Scienze dell'educazione Sabato 22 e domenica 23 aprile SAGRA DELL'ASPARAGO DI MAROLA - Per due giorni, nel piazzale della chiesa si Marola, sono in programma serate danzanti e uno stand gastronomico con specialità a base di asparagi. Ore 22, alla Gabbia Music Club di Pove del Grappa. Concerto per gli amanti del metallo pesante, con l'esibizione dei SADUS, il gruppo guidato dal bassista dei Testament e dei Death. Suonano anche i GORY BLISTER e i DARKANE. Info: 329/7435240 - 333/4388483. Mercoledì 26 aprile Ore 21 Teatro Olimpico Il secondo appuntamento della rassegna "IL SUONO DELL'OLIMPICO" prevede una serata interamente mozartiana, in cui l'Orchestra del Teatro Olimpico proporrà l'ultimo concerto scritto dal musicista salisburghese, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in Si bemolle maggiore, e la Sinfonia n. 40 K 550 in Sol minore, considerata uno dei capolavori assoluti di Mozart. Direttore dell'Orchestra sarà Jesus Medina, con la pianista Cristina Ortiz nel ruolo di solista. TEATRO Sabato 22 aprile Ore 20,45, Teatro Arena di Sandrigo. Ritorna in scena il musical "IL RE LEONE", due ore di danze, musiche e Domenica 22 SAGRA DEI NANI A Vicenza, Nella Valletta del Silenzio, torna il tradizionale appuntamento con la Sagra dei Nani. Una giornata in allegria con un programma fatto di passeggiate ecologiche tra i viottoli di San Bastian, musica per i bambini e il cabaret dei Seven Gnoms e dell'Anonima Magnagati per i più grandi. MOSTRE PAOLO PORTOGHESI È aperta dal 21 aprile in Basilica Palladiana la retrospettiva dedicata ad uno dei più grandi architetti italiani e intitolata "Storia e Natura, omaggio a Palladio". In cinque sezioni, viene proposta una carrellata a 360 gradi sull'attività del maestro romano, con riferimenti anche alla sua attività di storico, teorico e animatore culturale. Biglietto 7 euro, ridotto 5. A cura di Luca Matteazzi È divertente diventare campioni Camp estivi di perfezionamento nella pallavolo – Estate 2006 Nella prima e seconda settimana di luglio il Vicenza Volley organizza i suoi campi estivi, sessioni di allenamento dedicati ai ragazzi dai 6 ai 14 anni. La costa Sorrentina e i monti della Valsugana si trasformeranno nei laboratori dove i futuri campioni potranno divertirsi ad affinare la propria tecnica. Due settimane intense con gli stessi allenatori che hanno portato ai massimi livelli il settore giovanile del gruppo sportivo vicentino. Due settimane di divertimento, grazie all’animazione e ai giochi che rendono la permanenza piacevole e appassionante. Borgo Valsugana (Trento) dal 2 all’8 luglio Vicenza Volley è un gruppo sportivo che schiera 14 squadre dirette, tra cui la Minetti Infoplus Vicenza, regina della A1 femminile, e la Sant’Agnello di Sorrento Palladiogroup.it Vicenza, forza (Napoli) emergente della B1 maschile, e dal 9 al 15 luglio affilia 25 società in tutta Italia, i Vicenza VolleyCenter, sparsi da Palermo a Pordenone. Il settore giovanile è famoso per il ricco vivaio, trampolino di lancio per molte atlete (come Monica De Gennaro, Isabella Zilio, Valentina Fiorin, Paola Paggi, ecc.) che ora giocano in A1, A2 e in nazionale. Le giovanili del Vicenza Volley hanno conseguito grandi vittorie, come 1 scudetto assoluto under 19, 1 scudetto di lega di A under 17, 2 scudetti di beach volley 4x4 under 17 e tanti titoli e finali provinciali e regionali. Per maggiori informazioni chiamate il numero 0444 922 766 o inviate una e-mail a [email protected] www.vicenzavolley.it
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