Debito Tassara, altri tre anni a Zaleski
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Debito Tassara, altri tre anni a Zaleski
EconomiaWeb.it 1 Ottobre 2013 Debito Tassara, altri tre anni a Zaleski Nuova moratoria sull'esposizione bancaria da oltre 2 miliardi. Accettate le condizioni poste dagli istituti. Intesa aspetta 1,2 miliardi. Altri tre anni di tempo per liquidare la Carlo Tassara. E’ quanto prevede la proposta di intesa (term sheet) approvata dalla finanziaria di Romain Zaleski al termine di un negoziato che ha visto Unicredit, una delle banche creditrici, puntare i piedi per imporre un cambio di governance alla holding, indebitata per 2,25 miliardi con il sistema bancario italiano e con un patrimonio, ad oggi, negativo. Il consiglio d’amministrazione della Tassara ha approvato «all’unanimità il term-sheet da sottoporre agli organi deliberativi delle banche per la modifica degli accordi esistenti e per l’effettuazione della manovra finanziaria e patrimoniale di risanamento» del debito «secondo un piano industriale e finanziario (2013 – 2016) in continuità aziendale». La bozza d’intesa e il piano di risanamento, già «discussi con gli esponenti delle maggiori Banche creditrici» (cioè Intesa, esposta per 1,2 miliardi e Unicredit, fuori di 500 milioni), non dovrebbero incontrare ostacoli nell’ottenere il via libera anche da parte di tutte le altre banche esposte verso Zaleski (Ubi, Bpm, Mps, Carige, Banco Popolare). Gli avvocati al lavoro sono Ugo Molinari per la Carlo Tassara, Antonio Pedersoli per Intesa Sanpaolo e Franco Bonelli per la famiglia Zaleski. PROROGA AL 31 DICEMBRE 2016 DEGLI ACCORDI. Il term sheet prevede la proroga al 31 dicembre 2016 degli accordi esistenti, cioè della moratoria sul debito (stand still), e l’introduzione di un cda di 9 membri con la presenza di 6 membri indipendenti, maggiormente autonomo da una proprietà che ha spesso frenato sulla liquidazione degli asset, avviata cinque anni fa. Per permettere al bilancio della Tassara di reggere all’andamento del suo portafoglio titoli, in gran parte rappresentato da azioni dei suoi stessi creditori, le banche trasformeranno 650 milioni di finanziamenti in patrimonio attraverso la conversione in strumenti partecipativi e si impegnano a sottoscriverne di ulteriori qualora, nel corso del piano, il patrimonio si riducesse al di sotto del limite legale. GLI ANNI DI MORATORIA CONCESSI A ZALESKI SALDONO A 8. Non solo: se all’esito del processo di liquidazione i soldi non bastassero a rimborsare il debito, i crediti residui saranno trasformati in ulteriori strumenti partecipativi, la cui ‘soddisfazione’ sarà legata ai proventi derivanti da quelle piccole attività industriali della Val Camonica, come la Metalcam, che Zaleski ha ottenuto che non siano destinate alla vendita. L’accordo attuale, prolungando l’orizzonte di vita della Tassara al 2016, porta a otto gli anni di moratoria sul debito concessi dal sistema bancario italiano a una holding che impiega una trentina di dipendenti e che ha goduto di prestiti per diversi miliardi. Una situazione che non ha mancato di sollevare polemiche, in un periodo di stretta creditizia, per le ingenti perdite che il sistema bancario rischia di incassare (Intesa ha appena spostato a incaglio 800 milioni) e per gli scopi a cui questi crediti sono stati destinati: la speculazione in Borsa e l’acquisto di partecipazioni bancarie. Polemiche che hanno avuto anche ripercussioni interne alle banche. Ormai, non è più un mistero, che il divorzio tra Intesa e il suo consigliere delegato, Enrico Cucchiani, sia stato propiziato anche dalla diversità di vedute in merito a vicende come questa. Rassegna Stampa
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