Aprile 2012 - Insider Magazine
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Aprile 2012 - Insider Magazine
Abbazia di Sant’Andrea in Flumine ricevimenti congressi mostre Esclusiva ed elegante, a pochi km da Roma, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine da secoli domina la lussureggiante Valle del Tevere. Accogliente ed esclusivo, il complesso abbaziale è disponibile per ricevimenti, congressi e mostre. La bellissima chiesa consacrata costruita nel VI sec d.c. disponibile per la celebrazione, accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima e sacra che nasce da una semplicità architettonica che ben si coniuga alla policromia dei mosaici e degli affreschi. L’ampio giardino antistante la chiesa, circondato dalle antiche mura, risulta la scelta ideale per l’aperitivo e il taglio torta. È possibile prevedere intrattenimento musicale, fiaccolata ed allestimenti personalizzati. I sobri saloni per il ricevimento con splendida vista sulla valle, possono accogliere fino a 220 ospiti. A vostra disposizione un impeccabile servizio banqueting che saprà deliziare i palati più esigenti offrendo genuinità, tradizione ed innovazione. Anno 4 • Numero 30 • Copia omaggio • Aprile 2012 Loc. Abbadia snc - 00060 Ponzano Romano (RM) Tel. 0765.338310 - Mob. 3382614973 - www.abbaziadisantandrea.com 2 M AGA ZINE M AGA ZINE 3 Editore Insider Srl Largo Messico, 15 - 00198 Roma +39 0698353089 SOMMARIO APRILE 2 0 1 2 direttore editoriale Mariela A. Gizzi [email protected] direttore responsabile Francesca d’Aloja [email protected] AMMINISTRAZIONE Raimondo Cappa [email protected] Cover Città Arti e Scienze ph Stefano Corso redazione [email protected] Irene Cappa 6 coordinamento REDAZIONE [email protected] Donatella Codonesu progetto grafico e impaginazione [email protected] [email protected] stampa Printer Group Italia Srl 800 033 772 www.printergroup.it ANNO 4 - NUMERO 30 Periodicità mensile aprile 2012 resort resort travel 12 20 24 design hotel nella pietra amsterdam exchange israele tra passato e futuro fashion interview sport 34 50 56 gourmet biodesign design 80 101 104 all white lina sastri con jaguar verso le olimpiadi Brunello Cucinelli hanno collaborato Alessandra Vittoria Fanelli Antonella De Santis Carlotta Miceli Picardi Enrico Tonali Ester Maria Lorido Fabrizio Lodi Francesco Mantica Fulvia Battiloro Laura Mocci Loriana Nei Luca Protettì Luisa Espanet Marco Callai Monia Innocenti Renata Biserni Valentina Falcinelli Vittoria di Venosa Registrazione presso il Tribunale di Roma al n. 58/2009 del 25/2/2009 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti è vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: INSIDER Srl per la tua pubblicità +39 3358023548 - +39 0698353089 [email protected] Relazioni esterne Paolo Carrazza [email protected] pasqua nell’aria piscine naturali parquet outdoor Thanks to HARRY'S BAR ROMA www.vanni.it www.palombini.it www.ristorantedoney.it www.harrysbar.it www.grancaffelacaffettiera.com via paolo frisi, 1/a (angolo via denza) - t. 06 8070944 - www.lavolpeabbigliamento.it www.insidermagazine.it www.barpompi.it www.mondiroma.it Via Cassia, 1801 (La Storta) - Roma www.il-siciliano.net over story valencia FRA ARTE E SCIENZA ProgettatA da Santiago Calatrava, la Città delle Arti e delle Scienze è una delle opere architettoniche più importanti d’Europa, con cinque diversi edifici destinati al pubblico di Donatella Codonesu - ph Stefano Corso 10 11 M AGA ZINE cover story M AGA ZINE L L a Ciutat de les Artes y les Ciències creata nel 1996 dall’architetto valenciano è un esteso complesso architettonico costruito su quasi due chilometri di lunghezza sul vecchio letto del fiume Turia, alle porte della città, con una superficie di 350.000 metri quadri e cinque diverse strutture deputate ad altrettante funzioni. ph Donatella Codonesu Il parco riceve una media di quattro milioni di visitatori l’anno, che arrivano attratti dalle meraviglie dell’Oceanografico, dove sono ricostruiti vari ambienti naturali acquatici, o del Museo de las Ciencias Principe Felipe, allungato come un grande scheletro di dinosauro, dove vengono proposti molti percorsi interattivi ber bambini e ragazzi. Ci sono poi l’Hemisfèric (planetario), che emblematicamente ricorda un gigantesco occhio, e il Palau de las Arts Reina Sofia, una sorta di balena adagiata sull’acqua della grande vasca esterna, dove si promuove la cultura ospitando performance di teatro, musica e danza. Tre le aree tematiche su cui si articolano gli spazi: arte, scienza e natura. Nel progetto di Calatrava trovano una fusione armonica di elementi strutturali e contenuti, in cui l’essenzialità geometrica della struttura lascia trasparire la tradizione mediterranea di mare e luce. Mentre il bianco candido della struttura si staglia sul blu del cielo e si riflette sull’azzurro dei grandi stagni d’acqua che circondano le costruzioni. www.cac.es Santiago Calatrava cover story L’Agorà è una piazza coperta deputata a convention ed eventi sportivi, mentre un enorme parcheggio a due piani completa il complesso, garantendo la sistemazione di 900 automobili e 20 pullman e permettendo al tempo stesso lo sviluppo di una passeggiata superiore, il Paseo de las Esculturas (viale delle sculture), abbellita da un giardino alberato. Un luogo affascinante in cui la stilizzazione traccia linee equilibrate e forme mai scontate, disegnando prospettive che variano ad ogni passo stimolando la curiosità all’infinito ◆ Nato nel ’51 a Valencia, si laurea in architettura nella sua città e quindi ottiene un dottorato a Zurigo. È in Svizzera che inizia le proprie progettazioni, ma dalla fine degli anni ‘80 le sue opere cominciano a sorgere in tutto il mondo, mentre le sue sculture vengono esposte nei musei più prestigiosi. Fra le principali realizzazioni a sua firma, diverse stazioni ferroviarie, come quella de l’Oriente a Lisbona, di Zurigo e di Lucerna, e numerosi ponti, fra cui il Beckett e il James Joyce di Dublino, il Puente de la Mujer a Buenos Aires e il LRT di Gerusalemme. Ha anche realizzato l’allestimento scenico di Ecuba a Roma nel 2003 e quello per uno spettacolo del New York City Ballet nel 2010. In Italia ha edificato il quarto ponte sul Canal Grande a Venezia e ha attualmente in corso la costruzione della città dello Sport a Roma (Università di Tor Vergata), che si prevede ultimata nel 2020. I suoi studi si trovano a Zurigo, Parigi, Valencia e New York. È stato insignito della laurea honoris causa da molte università, fra cui la Columbia di New York e quelle di Tel Aviv, Oxford e Liége in Belgio, dove è anche cittadino onorario. www.calatrava.com 14 15 M AGA ZINE Marie-Antoinette by Roos Soetekouw - credit MB THE EXCHANGE N Amsterdam: design hotel da uno a cinque stelle, interni rivestiti da fashion designer di Alessandra Vittoria Fanelli ph Mirjam Bleeker, Heewon Kim e Dorien Oxenaar N ella capitale del design olandese le notti all’hotel The Exchange possono riservare vere sorprese. Inaugurato lo scorso dicembre l’hotel di Otto Nan e Suzanne Oxenaar, già proprietari del Lloyd Hotel & Cultural Embassy, storico e lugubre edificio un tempo luogo di transito per gli emigranti verso l’America, totalmente rinnovato in un hotel dal design contemporaneo. Ora nel The Exchange, situato nella centralissima Damrak, dove la notte non si ferma mai, la coppia ha invitato i migliori diplomati della Amfi (Amsterdam Fashion Institute) a rivestire le stanze dell’hotel con un concept in grado di sedurre l’ospite attraverso una storia che viene ‘raccontata’ dalle pareti. Lounge Design - Hotel The Exchange Frontside Hotel - ph Mirjam Bleeker Non solo! Con lo stesso concetto del Lloyd, le stanze vanno da una a cinque stelle con tariffe ovviamente differenziate, anche se ogni stanza è un incontro ‘ravvicinato’ esclusivo. L’hotel è stato recuperato accorpando tre edifici storici del XVII secolo, nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione urbana denominato ‘Red Carpet’ mirato a contrassegnare la trafficata Damrak con un taglio più moderno e alla moda. esort M AGA ZINE Nei tre edifici, oltre all’hotel The Exchange, è stato ricavato il coffe-shop Stock, aperto anche al pubblico di passaggio con l’offerta di prodotti naturali e biologici e Options!, in pratica un contemporary design store distribuito su 230 metri quadrati arredato con lo stesso mood dell’hotel, dove si può trovare quel mix di prodotti di design e artigianato locale e acquistare, oltre a prodotti tutti rigorosamente Dutch Design, set di lenzuola, cuscini, tendaggi e coperte disegnati esclusivamente per The Exchange. Realizzato dallo studio di architettura Onswerk con la collaborazione di otto fashion designer della Amfi, ogni stanza dell’hotel è un viaggio nell’arte, nella moda e nel design. Il risultato? Un hotel dove l’architettura incontra la moda. L’hotel The Exchange, così chiamato perché si trova proprio davanti all’Amsterdam Stock Exchange, dispone di 61 camere una diversa dall’altra dove può capitare di addormentarsi in una stanza ispirata a Marie Antoniette, o in una totalmente rivestita di abbagliante bianco o ancora in una camera molto dark dove i sogni possono diventare incubi. Diverse stanze sono state interpretate da Ina Matt Studio che ha curato anche alcune parti comuni dell’hotel, del coffe shop Stock e dello showroom Options! La cifra creativa di Ina Matt Studio gioca sul disegno di piccoli animali domestici (deliziosi quelli che ‘vestono’ la parete di Stock) lavorando con materiali quali pizzi, bottoni, nodi realizzando diverse camere come la Black Birds e Golden Birds che, come si evince dal nome, arredano le stanze con disegni di piccoli e stralunati animaletti. Tenera la stanza I still remember di Sofie Sleumer tratta da una favola dei fratelli Grimm che ha anche ‘vestito’ la splendida stanza Crinoline dove si dorme sotto una enorme sottogonna dotata di tiranti che abbassano le tende per creare una maggior privacy. S O LV Z I O N I INTERIORS & FLOWERS Unaware Reality by Iris Kloppenburg Ristorante DeKas- orto biologico Ristorante De Kas- salone interno soluzioni per rendere unici i vostri ambienti arredamento composizioni floreali decorazioni d’interni accessori e complementi d’arredo ristrutturazioni ● INFO www.iamsterdam.com www.exchangeamsterdam.com www.deculinairewerkeplaats.nl www.restaurantdekas.nl ● ● [email protected] Ristorante bio De culinaire werkplaats E ancora come non rimanere affascinati dalla stanza dedicata a Marie Antoniette pensata da Roos Sotekouw e abbigliata con tessuti che riprendono il periodo d’oro di Louis XVI dove, abbandonata sul letto, si trova la coperta/mantella di un delicato rosa antico simile a quella indossata dalla sfortunata principessa prima di essere portata alla ghigliottina. Più severe le stanze Iris Kloppenburg che ha ‘rivestito’ la Unware reality e l’Infusion con tessuti ruvidi contrassegnati da segni grafici che riprendono la cultura del kimono giapponese. The Exchange hotel è quanto di più innovativo e stimolante si trovi ora ad Amsterdam che, a conferma della sua vocazione di design sostenibile, invita a scoprire ristoranti alternativi come, ad esempio il De Culinaire Werkplaats gestito da Marjolein e Eric che accolgono l’ospite con sorrisi accattivanti proponendo esclusivamente organic food o l’incantevole De Kas, situato sul canale che costeggia il Frankendael Park, esclusivo nel suo genere. Circondato dal suo orto biologico curato direttamente dallo chef Gert Jan Hageman in un contesto architettonico spettacolare, il De Kas è un’enorme costruzione di vetro alta una decina di metri che di notte si riflette nel canale creando effetti altamente suggestivi. Il menu, anche in questo caso tutto bio, è di cinque portate senza scelta: prendere o lasciare! È comunque un’esperienza culinaria unica! Benvenuti quindi a The Exchange hotel in Amsterdam, capitale del design dove anche i tulipani sembrano progettati da Gerrit Rietvelt, fondatore a inizio ‘900 del movimento De Stijl, tuttora ammirato dalle nuove generazioni di architetti e designer ◆ Roma, Via Cassia 1173 - Tel. 06 31050870 - www.ifsoluzioni.com 18 19 M AGA ZINE M AGA ZINE “Per favore, non chiamatelo albergo” Benvenuti a Villa Licia, casa dolce casa di Ester Maria Lorido C C i sono luoghi incantati, che sembrano fuggiti da un quadro di un’epoca lontana, portando con sé l’atmosfera, i colori, la pace di quei tempi e - insieme - l’eleganza e la precisione del pennello ambizioso che li ha disegnati. Quando ne trovi uno, hai la sensazione che non sia stato tu a sceglierlo, ma sia stato lui a scegliere te, facendoti accedere alle sue meraviglie, permettendoti di esserne parte integrante, anzi, proprietario. Ed è allora che la magia sarà completa: chiavi in mano - del luogo, delle barche e delle auto rigorosamente d’epoca, una Porsche e una Jaguar vintage - quel luogo incantato si concederà completamente a te e diventerà la tua casa. La Maison de Charme, Villa Licia. Così è stato per me, tornata da poche ore alla realtà, dopo un sogno ad occhi aperti tra le morbide colline toscane. Come due guardiane situate alle estremità opposte, ci sono Chiusi e Chianciano Terme, ma è l’insospettabile comune di Macciano (49 anime più un nuovo acquisto: il manager Emiliano Pelizzari) a custodire questa pietra preziosa. Che già doveva avere un discreto fascino quando era ancora grezza, se il signor Sisto Rondinara la scelse come sua dimora, e se Gian Mauro - suo figlio e attuale proprietario non solo decise di non venderla, ma anche di non tradirne la natura, respingendo il progetto di un albergo - guai a chiamarla così! - e difendendo l’autenticità della sua casa. Così anche io ho potuto viverla come fosse la mia, facendo spazio al silenzio, affacciandomi alle finestre della mia camera per perdermi tra gli ulivi, spiando nella cantina dove - come accadeva in quelle di una volta - con luce soffusa si assaporano le uve migliori. Anche il manager, Emiliano, deve averla sentita sua sin dall’inizio: c’è lui ad aspettarmi in piedi, affacciato alla balconata del grande patio che dà sul viale di ingresso, come un re che sorveglia il suo regno, rafforzato dalle luci del tramonto alle spalle. E, soprattutto, è sua la bacchetta magica grazie a cui è stato possibile concentrare in una casa - seppur enorme - il meglio della Toscana, con cura del dettaglio e attenzione nella ricerca di ‘chicche’ del passato (vedi le vasche da bagno retrò, la cucitrice Singer, il grammofono nella sala da pranzo e le bottigliette in vetro di cedrata presenti in ogni camera). Senza trascurare il confort che solo il presente può dare: dall’idromassaggio sia esterno che nelle camere - alla piccola palestra attrezzata con i macchinari più moderni. A condire il tutto, nel vero 20 M AGA ZINE senso della parola, c’è il cuoco/maggiordomo Massimo, vale a dire il rispetto dei sapori della tradizione, ma sempre con un tocco di estro a pasto (si passa con nonchalance dallo spaghetto al pomodoro e basilico dell’orto al tortino di zucca su letto di gorgonzola). Da buon tuttofare, Massimo possiede anche una patente nautica ed è lui ad accompagnare gli ospiti per un picnic in barca sul lago Trasimeno (per me un buon motivo per tornare!). Un accenno, delicato e discreto come lei, merita anche la governante Cecilia, grazie a cui tutto rimane sempre perfettamente pulito e in ordine. D’altra parte, Villa Licia si guadagna in pieno le sue cinque stelle, perché ha tutte le comodità e gli agi che un albergo potrebbe offrire (ad essere sinceri, molti di più), senza averne i vincoli, a cominciare dagli orari dei pasti (Massimo è sempre a disposizione e cucina su richiesta qualunque pietanza), passando per i servizi (gli ospiti hanno anche accesso a mosquito d’epoca e a biciclette, e si possono organizzare gite personalizzate in tutta la zona), fino ad arrivare all’accoglienza, perché il manager Emiliano è pronto ad offrire prima di tutto la sua amicizia. E così capita di improvvisare con lui aperitivi a Chiusi, visite alle terme di Chianciano - che valgono un soggiorno - o ‘escursioni’ all’Outlet Village di Sinalunga. Non stupitevi, quindi, per quella strana sensazione di malinconia che vi accompagna dalla porta di Villa Licia alla vostra auto quando sarà il momento di andare via. Non siete tornati bambini. A me sono bastate meno di 24 ore per affezionarmi al posto e alle persone squisite che animano e amano la casa, da cui - sono certa - sono ricambiate ogni giorno ◆ Amiamo considerarVi non solamente clienti, ma cari ospiti o, se vorrete nostri Amici Maison de Charme Villa Licia • • • • • S.S.146, n. 153 Chianciano Terme (Siena) Tel. +39 0578 274043 +39 338 2207483 www.villalicia.it A Favignana il progetto di un hotel di design realizzato all’interno di una delle vecchie cave resort 25 A A pochi minuti di traghetto da Trapani, l’Isola di Favignana è un paradiso caratterizzato da un incredibile paesaggio marino e da una moltitudine di spazi ipogei, vecchie cave a fossa utilizzate per l’escavazione della calcarenite, un tempo una fra le più importanti attività dell’isola. Il progetto di recupero di delle più grandi di queste cave, dismessa negli anni ’80, ha permesso la realizzazione di una struttura alberghiera quattro stelle. Un lavoro che ha implicato problematiche di carattere ambientale, da un lato, e tecnico – architettonico dall’altro. Punto fondamentale è stata proprio la conservazione degli spazi e dei grandi muri di pietra calcarea, veri e propri monoliti alti anche dodici metri e spessi fino a cinque. resort M AGA ZINE Lo sviluppo planimetrico ed altimetrico segue dunque una sequenza di volumi separati l’uno dall’altro attraverso tagli verticali che lasciano filtrare la luce negli spazi interni, creando uno spazio puramente geometrico fatto di pieni, vuoti e fasci luminosi. L’area dell’hotel si estende per una superficie di tredicimila metri quadrati e si sviluppa per dodici metri al di sotto del livello del terreno circostante: alcuni volumi restano al di sopra di esso, ma la maggior parte degli edifici occupa l’area ipogea della cava, suggestivamente illuminata dall’alto. La struttura che oggi accoglie le 35 camere è suddivisa in due parti separate da una feritoia che taglia l’edificio in tutta la sua altezza. La luce naturale penetra dall’alto all’interno dei tre piani, riflettendosi morbidamente sulle pareti di pietra chiara e permettendo l’illuminazione naturale in tutti gli ambienti. Trovano posto nel complesso anche una grande hall disposta su due livelli, un ristorante, una piscina, sei vasche esterne per idromassaggio e un ampio parcheggio interno. Internet wireless e TV satellitare completano la lista dei comfort, garantendo un perfetto connubio tra minimo impatto ambientale e alta tecnologia. La grandiosa opera di recupero ambientale oggi è un’ecostruttura perfettamente integrata nell’ambiente, un luogo magico interamente dedicato al relax. Collocato nella zona a sud-est dell’isola, l’albergo dista circa un km dalla suggestiva baia di Cala Azzurra ed è vicino al centro abitato ed ai più suggestivi accessi a mare, che è possibile raggiungere anche con escursioni giornaliere in barca. Per un soggiorno unico e difficile da dimenticare ◆ D.C. Recupero a cura di Studio Architetti Rosario Cusenza + Maria Salvo Valderice (TP) 26 M AGA ZINE ISRAELE, VIAGGIO ALLA SORGENTE DELLA STORIA Da Gerusalemme, culla delle tre religioni monoteiste, a Tel Aviv, capitale sempre più cool, passando per Masada e il Mar Morto: qui si respirano le nostre radici cristiane di Alessandra Vittoria Fanelli ph F. Capellari, Gianluigi Sosio, Amit Giron e Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, Milano Gerusalemme, Muro del Pianto N N onostante ci separino dall’Italia solo poche ore di volo e pur essendo bagnata dallo stesso mare Mediterraneo, appena si scende a Tel Aviv si intuisce che da qui è iniziato tutto. Sorprendentemente questa città, il cui nome letteralmente significa ‘la collina della primavera’, è oggi vitale, moderna, bagnata da una spiaggia finissima e dorata e da un lungomare con una pavimentazione decorata a mosaico che riprende le onde del mare. Un lungomare che abbraccia tutta la città fino al villaggio di Jaffa da una parte e al Frishman Beach dall’altra in un susseguirsi di grattacieli, imponenti hotel, ristoranti alla moda e caratteristici kebap. Tel Aviv, la città sempre giovane che ‘non dorme mai’, ha infatti cambiato volto. Grandi architetti si sono avvicendati nella capitale israeliana per costruire moderni grattacieli come il Design Museo Holon, grandiosa opera di Ron Arad alle porte della città, il nuovo Tel Aviv Museum of Art progettato da Preston Scott Cohen, le Torri Yoo realizzate da Philippe Starck Gerusalemme veduta dal Monte degli Ulivi e l’Azrieli Centre, un impressionante centro commerciale che di fatto hanno trasformato lo skyline della città. Altro punto d’orgoglio di Tel Aviv è l’elegante quartiere residenziale denominato ‘città bianca’ per i suoi edifici degli anni Venti ispirati allo stile Bauhaus caratterizzati da linee minimaliste e rigorose e recentemente dichiarate Patrimonio dell’Umanità. Particolarmente interessante è stata la trasformazione anche della vecchia e abbandonata stazione ‘HaTachana’, un edificio del primo Novecento che, dopo un lungo periodo di inattività, è ora completamente ristrutturato e adibito a centro di Art & Exhibition. Il cuore pulsante di Tel Aviv rimangono però i suoi vivaci mercati, soprattutto quello tipico del Carmel, situato all’incrocio dei viali King George e Allenby dove in un tripudio di colori, odori di spezie e musiche tradizionali, diventa un piacere acquistare prodotti locali sorseggiando succhi di frutta appositamente preparati. Oltre ovviamente a bijoux realizzati a mano con disegni esclusivi. travel Lasciata Tel Aviv, il cuore del Patrimonio Unesco si trova nella leggendaria Gerusalemme, praticamente l’ombelico del mondo e culla delle tre religioni monoteistiche. L’impatto fortemente emotivo inizia con la visita all’immenso museo Yad Vashem, il memoriale dedicato all’Olocausto che lascia smarriti nel guardare i segni e le testimonianze dei sopravissuti. Proseguendo nella storia delle religioni si incontra il Monte degli Ulivi da dove si può ammirare la cupola della Moschea di El-Aqsa e proseguire nella Valle del Cedro per visitare la Chiesa di Tutte le Nazioni situata nella Città Vecchia. Su tutto sovrasta il ‘Monte del Tempio’ quello che viene chiamato anche Cupola della Roccia e, dopo aver lasciato il quartiere cristiano con l’antica via Dolorosa e la via Crucis, entrare in quello ebraico e fermarsi in preghiera davanti al Muro del Pianto o Kotel come viene chiamato dagli ebrei. Lasciato questo luogo simbolo della religiosità, ci si addentra nell’affascinante deserto che ci porta verso la depressione del Mar Morto (siamo a 430 metri sotto di del livello del mare) per una visita in uno dei siti Patrimonio Unesco (2001) che lascia sbalorditi. Si tratta di Masada, un altopiano naturale dove si erge la fortezza costruita da Re Erode, simbolo degli ebrei per la resistenza ai conquistatori romani. Un luogo di bellezza selvaggia, custode di una delle tante storie della travagliata religione ebraica. Dopo il fascino duro e potente della fortezza si arriva, scendendo verso la depressione più profonda del pianeta, al Mar Morto, che ci appare con le sue acque color pastello affondate tra incredibili ammassi di sale. Tuffarsi e sentire la pelle respirare è un tutt’uno! Ma è il contesto intorno che lascia stupefatti: sembra infatti essere sospesi tra cielo e mare tanto è esteso il Mare di Sale e anche se ora sono Mar Morto, il mare salato Masada un interno della fortezza Nel giardino del Picchio Rosso Tel Aviv - Museum of Art C Gerusalemme Museo dell'Olocausto Yadvashem Tel Aviv - lungomare e skyline - ph Vanda Biffani Info Guide Viaggiare Volare con El Al da Roma Fiumicino e Milano Malpensa per Tel Aviv (www.elal.co.it) Dormire Tel Aviv: Park Plaza Orchid www.orchidplaza.com Mar Morto: Le Meridien Dead Sea www.www.fattal.co.il Visitare siti Unesco Tel Aviv: Quartiere Bauhaus www.tel-aviv-gov.il Gerusalemme: www.jerusalem.muni.il Masada: www.masada.org.il In Italia Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, Milano Tel 02-804905 www.goisrael.it travel promo stati costruiti diversi hotel per ospitare un turismo d’élite dedicato al benessere (da segnalare Le Meridien Dead Sea, della catena Fattal.co, dotato di una esclusiva spa) si viene sommersi dal senso di vastità dalle montagne color tamarindo che lo circoscrivono. Cultura, arte, benessere: tutto questo è Israele! Ma è Tel Aviv che è sempre più cool. Aperta, giovane, vivace è ora inserita nel circuito mondiale delle capitali di tendenza come New York, Berlino, Londra. Tanto trendy da essere il punto di partenza del tour mondiale della pop star Madonna, seguace di Kabbalah, proprio a Tel Aviv (il prossimo 31 maggio al Ramat Gan Stadium), a cui faranno seguito i concerti di Bruce Springsteen e dei Red Hot Chili Peppers! Che dire! Una Tel Aviv che non ti aspetti e un Paese carico di storia ancora da scoprire con molte impreviste sorprese. Shalom! ◆ osa c’è di più bello di cenare in un ristorante intimo e accogliente? Poter godere di un giardino rigoglioso! Arrivare quando la sera è ancora illuminata e assaporare i profumi del giardino. Una promessa di bellezza ed eleganza, di momenti felici da trascorrere al Picchio Rosso. Raffinato ed esclusivo, ha il calore di una casale di campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Come fermi in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta una storia di intimità, dove un’accogliente ospitalità si respira nei molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a conversare, la sala con il camino, la stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia, ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata scaldata dal caminetto, solo per due. Tutto intorno, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali circondano l’ospite per accompagnarlo in una cena speciale, in cui la semplicità sposa la qualità e la tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato personalmente dallo chef. Un omaggio alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche gourmet Masada - ph F. Capellari spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci, alla selezione di cereali e legumi inconsueti: “prodotti poco utilizzati, come l’amaranto e il grano saraceno, proponendo alimenti meno noti che sono una grandissima ricchezza della nostra terra, con un occhio di riguardo ai prodotti del territorio e stagionali”. Una scelta di piatti raffinati da accompagnare ad una delle 500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità e discrezione. Il PICCHIO ROSSO Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101 (dal Raccordo uscita n. 3) - Tel. +39 0630366468 Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera, chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato Si accettano tutte le carte di credito Parcheggio custodito [email protected] - www.ilpicchiorosso.it 31 M AGA ZINE Boldi in Matrimonio a Parigi). Nonostante ciò, piuttosto che oziare su un Olimpo platinato - magari plasmato dalle sue stesse mani - Tonino Boccadamo continua a dedicarsi anima e corpo all’impero che ha creato, e si ferma solo per raccontarsi in un’intervista esclusiva ad Insider Magazine. Qual è il tratto distintivo del gioiello Boccadamo? È un classico contemporaneo, spesso abbinato a cristalli Swarovski: un gioiello che difficilmente passa di moda, anche se segue le tendenze e ha una buona facilità di acquisto. Sebbene sia economico, lo trattiamo come se fosse il migliore prodotto del mondo, utilizzando materiali di alta qualità - a cominciare dall’argento - e non trascurando i dettagli. Ad esempio, abbiamo creato la cosiddetta ‘scenografia olfattiva’, che nasce dall’associazione di una fragranza profumata alla confezione regalo. “N Ha costruito dal NULLA la sua azienda, ora leader nel settore orafo-argentiero nazionale e internazionale asco a Frosinone nel 1960, sono uno degli ultimi in Italia ad essere colpito dalla poliomielite, malattia che mi costringe ad un calvario di interventi chirurgici fino all’età di 15 anni. Esco dagli ospedali con un grande desiderio di riscatto e con la voglia di conquistare il mondo”. Inizia così la storia di un successo non annunciato, costruito giorno dopo giorno, da pietra dura a pietra preziosa, grazie alla forza e alla tenacia di Tonino Boccadamo, titolare dell’omonima azienda di gioielli. Non brucia nessuna tappa (tanto meno la gavetta, nella piccola ditta da lui stesso avviata nel 1983), raggiunge traguardi importanti (come l’apertura dello stabilimento di Frosinone nel ’98), si toglie soddisfazioni personali (nel 2003 è il più giovane Commendatore della Repubblica) e persino qualche sfizio (quando debutta al cinema a fianco di Massimo promo Tonino Boccadamo: il mattino ha l’oro in bocca (e una volontà di ferro) “N L’azienda Boccadamo si è aperta con successo al mercato estero e lo ha fatto senza tradire le proprie radici. Come si fa a non ‘snaturarsi’ nel processo di internazionalizzazione? Giurando fedeltà al Made in Italy: non importiamo nulla. La chiave del successo è di rimanere sé stessi; tutto quello che è espressione della creatività del gioiello, così come l’imprinting commerciale, rispecchia la mia filosofia personale, che nasce dalla passione per il lavoro e non dal mero calcolo economico di guadagno. Non ci adattiamo alle esigenze del paese straniero, ma offriamo la stessa formula che ci ha fatto conoscere qui in Italia. E quale sarebbe? Abbiamo capito che il consumatore italiano è estremamente sensibile al rapporto qualità/prezzo, ai materiali impiegati per la produzione dei gioielli e ai servizi correlati al prodotto. Ponendo la massima attenzione su ognuno di questi aspetti, abbiamo offerto al nostro cliente un servizio che molti reputano essere il ‘punto di arrivo’ mentre per noi è semplicemente il punto di partenza. A proposito di comunicazione, Boccadamo ha scelto come testimonial donne bellissime, ma anche diverse fra loro (vedi Debora Caprioglio, Rossella Brescia ed Edelfa Chiara Masciotta). Perché riescono tutte nell’intento di rappresentare il vostro marchio? Le testimonial devono essere espressione dello stile variegato dei nostri prodotti e della necessità di esaltare la natura poliedrica della donna, che cambia nei diversi momenti della giornata. Negli ultimi anni abbiamo prediletto modelle emergenti: ad esempio Ivana Mrazova, da noi scelta quando aveva 18 anni e non era ancora conosciuta, e che quest’anno è stata la rivelazione del Festival di Sanremo. Chissà se rivedremo in qualche kermesse importante anche la testimonial che abbiamo lanciato ad inizio anno. Avete anche un rappresentante maschile, Massimiliano Rosolino, testimonial del brand Boccadamo Man. Non ci dica che gli uomini amano i gioielli quanto le donne… La linea maschile incide per un 10-15% sul mercato nazionale. I nostri risultati sono in linea con questo andamento, ma non ancora soddisfacenti. Per questo motivo, ho lanciato una linea Man in acciaio per rivolgerci ad un pubblico maschile. Una scelta, questa, che sta fruttando in termini di crescita, sulla scia del successo del marchio TooBe lanciato l’anno scorso e grazie al quale abbiamo aumentato il fatturato del 20 per cento. Con TooBe abbiamo trasformato un tubicino di gomma in un accessorio moda molto creativo che ognuno può personalizzare, realizzando così un prodotto trasversale e con una grande anima solidale. Cento ne pensa e cento ne fa, oppure si appoggia a qualche altra azienda? Siamo totalmente autonomi, supervisiono personalmente come art director tutti gli ambiti su cui opera l’azienda. Pubblichiamo la nostra rivista interna, abbiamo il laboratorio per la creazione e la produzione del packaging, ci occupiamo della programmazione dei software gestionali e curiamo i propotipi degli elementi d’arredo destinati ai nostri clienti concessionari. La presenza in azienda di macchinari all’avanguardia consente di mantenere unito l’intero ciclo produttivo, evitando così il ricorso ad aziende terziarie. La sua famiglia l’assiste in questa attività? Sì, a cominciare da mia moglie, che cura la parte della vendita al pubblico. Anche i miei figli si sono inseriti subito in azienda: Andrea, 26 anni, cura l’amministrazione dei clienti e Luca, 23 anni, si occupa della fatturazione. La compagna di quest’ultimo, Alessia, si dedica all’assistenza post vendita. Il loro bimbo ha 3 anni e si chiama come me, Tonino (e questo fa ben sperare!). E.M. L. promo Tra una collezione e l’altra, trova il tempo per coltivare qualche hobby? Mi piacciono molto i motori (n.b. ha una Ferrari rossa fiammante) e ho un gusto particolare per le escursioni con il Quad, un appuntamento fisso della Pasquetta ◆ Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245 [email protected] - www.sartoria-al-corso.roma.it TUTTI I COLORI DEL NON COLORE Jenny l bianco, si sa, per l’estate è un classico che non è mai scomparso dalla scena. Ma quest’anno è più protagonista che mai e, se possibile, molto meno “classico” del solito. Non solo l’hanno proposto in molti, ma anche chi non l’aveva mai contemplato. Il futuribile Gareth Pugh, per esempio, con un abito immacolato dai profili neri, che sulle spalle diventano tridimensionali. O ancora Marni, maestra nell’uso di stampe geometriche in colori inconsueti, che ripropone una stilizzazione di fiori bianchi sull’abito bianco effetto pizzo. Costume National presenta un tubino in lino in cui la parte superiore è fatta di bande incrociate e organza. Con il tocco di una cintura azzurro cielo. Hussein Chalayan alterna ieratici pepli, che scivolano leggeri sul corpo, a completi con gonna corta e ricami sul top di gusto folk. Molto bianco, decisamente romantico, da Louis Vuitton. Ecco l’abito da bambola in organza con grandi margherite ricamate. O il due pezzi in un sangallo rivisitato. O il piccolo tailleur con un bianco appena virato al cipria e piume applicate. O ancora il due pezzi con gonna svasata in una sfumata nuance verde pastello. Solo un profilo verde sulle baschine delle tasche, per l’elegante tuta in lino di Gabriele Colangelo. Tende al beige la maglia di cotone per l’abito con scollo vertiginoso e per il cardigan senza bottoni di Les Copains. Costume National I I Hussein Chalayan Gareth Pugh di Luisa Espanet Marni Versace Les Cpains Louis Vuitton Gabriele Colangelo Calvin Klein Alberta Ferretti Elsy kids e il bianco per il bebè è una consuetudine da sempre, per il bambino è poco contemplato, messo da parte e sopraffatto da tinte sgargianti, pastello e anche dal grande antagonista, il nero. Per quanto la moda minima si ispiri a quella degli adulti, il bianco non è al centro del mirino, ma è più presente di altri anni, soprattutto per le bambine. Lo si è visto con una certa insistenza nei romantici vestitini di Elsy Girl. Ice Iceberg, in linea con lo stile del brand “adulto”, interrompe il bianco dell’abitino con una scritta ipercolorata sull’orlo. Philippe Plein propone un inedito completo da marinaretto bianco, con l’ancora rossa stampata sul davanti. Miss Blumarine, pur sbizzarrendosi, as usual, con i colori, usa il bianco per top di pizzo da sdrammatizzare con il giubbotto jeans, gonnelline a pieghe, giacchini leggeri da indossare come una T-shirt. È bianco ecru, infine, la blusa in voile con ricami ton sur ton per la ragazzina dai 9 ai 14 di Twin set Girl Simona Barbieri ◆ Twin set Girl Simona Barbieri SS Le Petit Coco Moncler Gamme Rouge John Richmond Un inedito pizzo per l’aderentissimo bain de soleil di Alberta Ferretti. John Richmond dà al bianco la stessa aggressività del nero. Nel lungo nude-look con sottilissime frange e nel completo jeans a zampa d’elefante e striminzito chiodo con borchie. Grandi rose bianche fioriscono sugli abiti e sui top dal look spaziale di Moncler Gamme Rouge. Minimale e raffinato il candido abito grembiule con abbottonatura sul dietro di Ballantyne. Tagli sapienti e maliziosi per il tubino di Siviglia Atélier. Da Genny sia il tailleur pantalone che la sofisticata tuta sono di un bianco assoluto. Per Calvin Klein, invece, il bianco non è novità. Ma questa estate lo declina davvero in tutte le tonalità: dall’avorio al panna, al ghiaccio. Ovviamente gli accessori si adeguano. Dalle décolleté con tacco a stiletto in argento di Stuart Weitzman alle stringate traforate di Camper. Dalla borsa in rafia di Dolce & Gabbana alle Plongé e Matelassé di Miu Miu in nappa nei toni del cipria, cammeo, pomice, ghiaccio, opale e mughetto ◆ V Dirk Bikkembergs Enrico Coveri CHI HA PAURA DELL’UOMO BIANCO? Gazzarrini Calvin Klein Roberto Cavalli V estirsi di bianco per un uomo non è così facile, anche se si è sempre usato. Non tutti se lo possono permettere. Qualcuno in bianco può risultare un po’ goffo e caricaturale, ma chi lo sa portare può diventare davvero un’icona dello chic. E le proposte degli stilisti per questa estate non mancano. Moltissimi i completi. Roberto Cavalli mette dei revers crema sulla giacca dell’abito di lino ghiaccio, da indossare con nonchalance sulla camicia in denim. Per la sera, invece, stampa degli stilizzati motivi floreali tono su tono sulla giacca a un bottone, come sulla camicia. Oppure punta sulla brillantezza della seta. Stringate o mocassini che siano, le scarpe sono sempre rigorosamente bianche. Giacche striminzite, dai piccoli revers, per gli abiti immacolati di Calvin Klein, portati su camicia senza cravatta o con T-shirt, ovviamente bianca. Enrico Coveri, che ha fatto sfilare insieme la collezione maschile e quella femminile, colora di arancione i revers dell’abito bianco, in abbinamento al papillon. Solo una piccola cintura sui fianchi e un plastron azzurro sulla camicia interrompono il bianco totale del completo di Gazzarrini, d’ispirazione vagamente nipponica. Brioni il bianco lo limita alla giacca per la sera da accostare a pantaloni neri e da accessoriare con papillon e scarpe stringate di vernice nera. Moncler Gamme Bleu Moncler Gamme Bleu Ma il bianco può essere anche sportivo. Lo dice Dirk Bikkembergs con il giubbotto in pelle dallo scollo quadrato e la zip laterale da portare con morbidi pantaloni tipo jogging e sneakers. Lo ribadisce Moncler Gamme Bleu con il trench molto avvitato, con i pantaloni stretti sul fondo da bottoni, con i bermuda portati da città con giacca, camicia e cravatta. Con l’imper ultralight completo di cappuccio. Come si è detto, con il bianco la scarpa è quasi sempre bianca, che sia la sneaker, la stringata o il mocassino. Unica concessione l’écrù: ecco i desert boots di Alberto Guardiani o le morbidissime Sea Carpet in camoscio con profilo arancio di Arfango ◆ THE FIRST EVER MECHANICAL ROTATING DIAL PATENTED BY de GRISOGONO INSTANTLY DISPLAYS THE DATE, SMALL SECONDS, POWER RESERVE AND MOON PHASES ON DEMAND BOUTIQUE de GRISOGONO Alberto Guardiani HOTEL DE RUSSIE, VIA DEL BABUINO 9, ROME - TÉL. 06 320 13 09 DUBAI - GENEVA - GSTAAD - KUWAIT - LAS VEGAS - LONDON - MOSCOW - NEW YORK PARIS - PORTO CERVO - ROME - ST BARTHELEMY - ST MORITZ - TOKYO www.degrisogono.com 46 M AGA ZINE “Tutti in vespa” breve storia ad oggi Storia e curiosità della moto che ha segnato intere generazioni e un pezzo di storia italiana e che oggi, a più di sessanta anni dalla prima presentazione, conserva ancora lo stesso fascino invariato di Francesco Mantica E E ra da poco finita la Seconda Guerra Mondiale. Il signor Piaggio aveva assegnato al progettista Corradino D’Ascanio il compito di ideare un mezzo economico che desse la possibilità a chi non poteva permettersi un’automobile di spostarsi liberamente. A tempo di record venne così realizzato il prototipo MP6 che, in sede di valutazione, venne approvato con lode, con tanto di esclamazione di Enrico Piaggio che alla sua vista esultò: “Sembra una vespa!”. Era la nascita della moto più famosa di tutti i tempi. Si chiamava Vespa 98 e non aveva il cavalletto, per cui bisognava appoggiarla su un fianco quando era ferma. Il successo della nuova moto, presentata per la prima volta in occasione della fiera di Milano nell’aprile del 1946, fu rapido ed entusiasmante. Negli anni successivi vennero varati numerosi modelli, alcuni anche particolarmente fantasiosi: dalla “Vespa modello risciò”, che si ispirava ad uno dei tipici mezzi di trasporto cinesi e prevedeva che la moto trasportasse una carrozzina, alla “Vespa siluro”, capace, con la sua sagoma a forma di missile, di superare i 170 chilometri orari. Dalla “Vespa sidecar” alla “Vespa T.A.P.” del 1956, colorata in mimetico, provvista di lanciagranate e destinata come ovvio all’uso militare. La Vespa di oggi, una moto moderna in tutto e per tutto, mantiene ancora molti punti di contatto con la progenitrice: questa moto rimane infatti uno degli esempi di design industriale più riuscito al mondo. La sua linea, pur variando nel particolare, rimane inconfondibile nell’insieme: qualsiasi sia il modello, qualsiasi sia l’anno di produzione, le sue caratteristiche fondamentali rimangono impresse a tal punto che l’oggetto Vespa è identificabile in modo univoco. Parlare di Vespa é però, soprattutto, un modo per ricordare l’Italia del dopoguerra: il mitico mezzo della Piaggio è entrato nella storia soprattutto per essere stato il veicolo utilitario di molte famiglie italiane prima dell’avvento delle automobili. La Vespa rappresenta un pezzo di passato, in qualità di mezzo della prima motorizzazione “di massa” in Italia, e nello stesso tempo una parte di futuro. Perché ancora oggi, a più di sessant’anni di distanza, è capace di appassionare e di stupire, mantenendo invariato il fascino delle nobili origini ◆ Roma, Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini) Tel. 06 45200395 - [email protected] 48 M AGA ZINE Motordays 2012: record di pubblico e moto da sogno Nella quarta edizione alla Fiera di Roma sono state presentate le più importanti novità previste per l’anno in corso e una moto d’epoca d’eccezione: la G80 CS, modello presente anche nella collezione di Steve McQueen di Francesco Mantica 1941 Matchless G3L War Departmen S S 1942 Matchless G3L i è chiusa con un grande successo la quarta edizione di Motodays alla Fiera di Roma. Centinaia di migliaia di amanti delle due ruote hanno vissuto appieno l’evento fieristico di riferimento sulle moto nel centro-sud, che ha visto quest’anno, ancora una volta, una crescita notevole del numero di visitatori, da 108.000 a 128.400: un segnale importante per tutto il settore delle due ruote. Nei cinque padiglioni, i visitatori hanno potuto non solo ammirare le novità di mercato delle maggiori Case Costruttrici, ma anche provare le moto direttamente: oltre le aspettative sono andate le aree esterne, letteralmente prese d’assalto dagli appassionati, che dopo le registrazioni ai desk hanno avuto la possibilità di provare tutte le novità scooter e moto nelle aree demo apposite (Honda, Suzuki e MasterbikeMX Motosprint), sulla pista (Piaggio e Sym) e attraverso gli Open Door (KTM, Husqvarna, Harley, Honda, Yamaha e Aprilia) che portavano i visitatori all’esterno del quartiere fieristico per un’esperienza su due ruote di 30 minuti. Tra le aree tematiche di maggior successo di questa edizione 1954 Matchless G9 1962 Matchless G50 1953 Matchless G80 la grande novità “Villaggio dell’Alternativa - Dekra” con un’attrezzata area prova per i veicoli elettrici, “Kromature” dedicata al custom con il Bike Show, “Days on the Road” dedicato agli USA per il turismo, per l’epoca, “Market One to One” per l’usato e “Motodays Vintage”, dedicata alle moto inglesi fino agli anni Settanta. Proprio nell’esposizione di Motodays Vintage dedicata alle moto British del passato è stato dato spazio allo storico marchio Matchless. Il modello scelto per presenziare alla Fiera è stato la G80 CS: nacque già prima della guerra, fu una moto molto popolare e rimase in listino per decenni. La G80 CS ebbe un grande successo in America, dove venne richiesto, tra gli altri, un particolare modello, dotato di impianto elettrico e silenziatore. Di questi ne furono realizzati pochi esemplari, meno di cento, e uno di essi era quello che si trovava nella collezione del famoso attore Steve McQueen. La moto esposta a Motodays fu venduta in America, poi reimportata in Inghilterra per arrivare, infine, in Italia ◆ 50 M AGA ZINE hi tech di Fabrizio Lodi Tutte le rivoluzioni del New Ipad Non si chiama iPad 3, né iPad HD, ma semplicemente New iPad, ovvero l’iPad di terza generazione. Il nuovo tablet, in vendita da pochi giorni anche in Italia, presenta moltissime le novità, analizziamole... Si tratta appunto di un tablet, disponibile sia bianco sia nero, ad altissima definizione che avrà un supporto 4G compatibile con le reti At&T e Verizon e una dettatura locale con il pulsante sul display. La fotocamera ha una definizione di 5 megapixel, è presente un tasto home e anche un retina display ad alta risoluzione, con 2048×1536 pixel. Questo vuol dire il doppio di quello precedente, sia in larghezza che in altezza, con un numero totale di pixel quadruplicato. Ma non è finita qui. Il nuovo iPad vanta un chip A5x, molto più potente di quello montato sull’iPad2. E infine sono stati anche migliorati iPhoto, iMovie, Garage Band, iWork, Pages, Keynote e Numbers, che come prima ho citato si avvarranno del supporto per il Display Retina. Riguardo le applicazioni disponibili per il nuovo iPad ce ne sono già oltre 200.000, disponibili su App Store. Le versioni invece sono identiche a quelle del vecchio iPad ovvero andranno da quelle da 16 GB a quelle da 32 GB a quelle da 64 GB, e costano rispettivamente 499 dollari, 599 dollari e 699 dollari; mentre per la versione 4G i prezzi saranno di 629, 729 e 829 dollari. Da definire ancora, al momento in cui siamo andati in stampa, i costi in euro. Ciò comporta naturalmente, come sempre accade, un prezzo a ribasso per la vecchia tavoletta. Insomma come al solito Apple ridefinisce gli standard del settore, gli altri non potranno fare altro che adeguarsi... ELUGA Elegante e facile: Panasonic lancia il suo guanto di sfida Elegant design, user friendly e gateway (elegante, facile da usare e porta di connessione): sono i tre concetti che creano l’acronimo Eluga, ovvero il nome dello smartphone Panasonic. Il colosso giapponese gioca le sue carte con un terminale molto caratterizzato, a suo modo estremo e in controtendenza, che arriverà in Italia ad aprile a un prezzo che dovrebbe mantenersi intorno ai 450 euro, senza comunque superare i 500. L’eleganza c’è, se non altro per il fatto che ha uno spessore di 7,8 millimetri e un peso di soli 103 grammi. Una sensazione di leggerezza che gli smartphone più popolari non danno. E poi Android 2.3, lo schermo 4,3 pollici Oled qHD, l’Nfc (per i pagamenti sicuri), il processore Omap4 dual core, la fotocamera da 8 megapixel. Il tutto prodotto per ora in due colori: silver e nero. L’Eluga è resistente all’acqua e inattaccabile dalla polvere, ha la microsim e batteria non removibile, come l’iPhone, con 30 ore di stand-by. Ciò che lascia perplessi è la scelta di dotare il dispositivo di soli 8 giga di memoria interna e la mancanza di una camera frontale per le videochiamate su voIP. Tenendo presente che non ci sono alloggiamenti per microSD, la capacità di immagazzinare video e foto risulta assai penalizzata. Le fotografie e i video si spostano dallo smartphone alla tv, ovviamente Panasonic, con il dito, facendo un semplice swipe. Come se il grande schermo digitale fosse un’estensione del piccolo schermo del cellulare. È un movimento intuitivo e naturale. Lo stesso succede con le pagine web ◆ 53 M AGA ZINE Per la strada una creatura, il tenerla al sicuro, appartiene alla nostra stessa natura. Il maschio, invece, spesso ama e punisce”. E quando un rapporto si conclude? “Mi tengo le fotografie migliori del ballo che ho ballato: non può togliermele nessuno. Talvolta ritirarle fuori dai cassetti della memoria è terapeutico”. G G iacca di pelle, pantaloni verde scuro e un’allegra, interminabile sciarpa rossa, che la folata di vento improvviso fa volare. Lei ne segue divertita le evoluzioni, abbandonata sulla poltroncina del caffè all’aperto, poco distante dal Colosseo. Sembra non voler perdere nemmeno un raggio del sole di primavera che inonda la piazzetta e che le accende capelli e occhi dello stesso riflesso dorato, mentre gioca con l’orecchino di filigrana e coralli. Mani nervose, affusolate; viso di una bellezza moderna e intatta, con il disegno deciso delle sopracciglia e della labbra a regalare luce allo sguardo e al sorriso. Donna affascinante, Lina Sastri. Splendida attrice di teatro, cinema e televisione. Nonché regista e cantante, vincitrice di due Nastri d’Argento e tre David di Donatello, insignita nel giugno del 2011 del titolo di Commendatore al merito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Interessante nelle dicotomie che raccontano una femminilità complessa nella sua forma più psicologicamente intrigante: naturale e sofisticata, intellettuale e gitana. Dal 17 al 22 aprile sarà in scena al San Ferdinando di Napoli con ‘La casa di Ninetta’, un dipinto autobiografico dedicato alla madre Anna, in cui le stanze dell’antica abitazione nei quartieri spagnoli, ad un passo da via Toledo e dal mare, si Poi? “Torna il desiderio di vivere un incontro, ‘l’incontro’. E lì occorre la mano che sappia farti abbandonare. Certo, non è facile trovarla. Con gli anni, si diventa guardinghi e non si scende a patti, specialmente con la propria dignità”. riempiono di personaggi familiari, mentre suoni e chiacchiere viaggiano di rimbalzo di balcone in balcone. Tornerà poi a Roma per presentare all’Eliseo dal 15 al 27 maggio ‘Per la strada’, il recital di canzoni napoletane non classiche, che si snodano lungo un vicolo immaginario, animato da un mimo e tre danzatrici. Spettacolo suggestivo, nel quale filo drammaturgico e danza legano la musica, scrivendo un unico spartito. Lina è la voce con il graffio dolente e le aperture inattese di una Napoli che si narra come dimensione di sentimenti forti e di speranza. Di una terra sofferente e meravigliosa con i suoi sapori e i suoi odori, con le sue infinite contraddizioni, intenta ad osservarsi, più che a compiacersi, per spiegare meglio tutto quanto davvero le appartiene. Senza perdersi nei percorsi delle proprie strade, ma appropriandosene completamente per restituirli con intensità a chi guarda e ascolta. Mi piace che anche la mia intervista si svolga mmiez ’a via, sotto i terrazzini delle vecchie case di una città diversa, con un’altra storia e con altre storie. A cosa non si deve mai rinunciare nel tempo, Lina? “Ai pochi valori sacrosanti e indispensabili. All’infanzia nel cuore: il saper restare bambini nell’emozione del darsi e dello scoprire. Nell’essere totalmente disarmati, pur avendo a disposizione le armi per vincere. Pur conoscendole a memoria e avendo la capacità di usarle”. Qual è il peggior nemico? “Quello che non immagini. Il nemico identificato lo neutralizzi, ne stai lontano. Non fa paura perché hai modo di controllarlo”. Chi non sopporti? “Chi agisce in malafede. Lo avverto ‘a pelle’, immediatamente. Attendo conferme, per non sentirmi prevenuta, ma sbaglio raramente”. Com’è l’uomo che ti attrae? “Semplicemente buono. Detesto l’ottusità degli egoisti, che diventa prevaricazione vissuta con naturalezza. Un uomo non mi conquista dicendomi: ‘Sei bella’, ma volendomi bene. Con generosità, complicità… E dopo, magari, mi ritrovo ad osservare in un certo modo una nuca, un profilo o un movimento e a trovarli speciali”. Pensi che un compagno non altrettanto celebre o, comunque, meno realizzato riuscirebbe a starti accanto? “I problemi potrebbero arrivare soltanto dall’esterno. Io non me ne porrei nessuno. Certamente non lo farei sentire inadeguato.” Dove hai provato un attimo di inspiegabile imbarazzo? “Sulla scalinata del Festival di Sanremo, nel 1992. Venivo dalla rappresentazione della Medea di Porta Medina e partecipavo con il brano ‘Femmene ’e mare’. Ero stressatissima. Ogni gradino mi sembrava un muro insormontabile, malgrado fosse in discesa”. In che modo reagisci alle difficoltà? “Non le racconto, nella mia debolezza di essere libera”. Un ricordo indelebile? “La leggerezza con cui la mia mamma affrontava la vita. Le melodie e la poesia gioiosa che entravano insieme a lei in ogni camera: inconsapevoli lezioni di serenità, da rileggere quotidianamente con tenerezza e gratitudine. Sono i doni preziosi che ha lasciato a noi figli. Forza, fantasia… A me hanno ispirato un libro, successivamente divenuto il testo della rappresentazione diretta da Emanuela Giordano; a mio fratello l’idea di un locale accogliente, un ristorante, che portasse il suo nome”. interview Sei protettiva? “Mi è accaduto di esserlo, dandomi fino in fondo, mettendomi in gioco. Però siamo diverse, inutile negarlo. Il saper curare Di cosa non fai a meno, nel corso della tua giornata? “Della mia fede in Dio” ◆ Long Range 23: design e tecnologia sulle onde del mare Mochi Craft propone una imbarcazione in cui ricerca per il design e sofisticata tecnologia si fondono in un mix unico di potenza e bellezza di Francesco Mantica L’ L’ idea è semplice, ma allo stesso tempo difficile da realizzare: riscoprire il passato e reinterpretarlo attraverso la passione per il mare, coniugando il fascino straordinario di imbarcazioni senza tempo alla sapiente ricerca tecnologica. Per Mochi Craft, leader nella costruzione di motor yacht e lobster di lusso di recente acquisita dal gruppo Ferretti, più che una sfida è una filosofia, da cui scaturiscono yacht dalla personalità unica, dal design sofisticato e dalle tecnologie rivoluzionarie. Emblema di questo stile è sicuramente il Long Range 23, con cui Mochi Craft ha reinterpretato in modo unico il concetto di Expedition Boat e realizzato uno yacht all’avanguardia capace di garantire prestazioni e affidabilità in ogni condizione di mare. Grazie alla preziosa consulenza di AYT - Advanced Yacht Technology del Gruppo Ferretti, uno dei centri di ricerca e progettazione navale più avanzati al mondo - e del Centro Stile, un competente team di architetti e designer alla continua ricerca di soluzioni estetiche, funzionali e innovative, sono state così realizzate numerose innovazioni che fanno del Long Range una imbarcazione unica. Ne sono esempio l’esclusiva carena trans-planante, che presenta una efficienza idrodinamica superiore alle altre carene; oppure il particolare design, che grazie a tunnel longitudinali che proteggono le eliche e ad una base orizzontale che ingloba il bulbo prodiero, rende l’imbarcazione adatta ad appoggiare sui fondali sabbiosi consentendo la sosta anche in zone soggette a maree. Il massimo contatto con il mare significa anche la massima governabilità, assicurata, tra le altre cose, dall’esclusivo sistema Ferretti SteerCommand, che sostituisce la tradizionale timoneria idraulica permettendo livelli di manovrabilità e governabilità finora sconosciuti. Ma non basta: il Long Range 23 è anche uno yacht altamente ecologico, progettato per focalizzarsi sul rispetto dell’ambiente e tutelare quel delicato equilibrio che costituisce la magia stessa del mare. Questo grazie al rivoluzionario sistema di propulsione ibrido “Zero Emission Mode”, il primo sistema ad emissioni zero applicato ad uno yacht sopra i 20 metri che permette di navigare in 5 modalità differenti facilmente controllabili tramite un display touch-screen, che variano dal funzionamento diesel tradizionale alle modalità ad emissioni zero. Questo permetterà finalmente di navigare in aree incontaminate nel totale rispetto della natura ◆ I campionati Match Play al Golf Club Parco di Roma Sul difficile percorso romano si sono svolti a metà marzo i campionati italiani dedicati ai dilettanti. Vincitori Paolo Ferraris e Stefania Avanzo dopo gare molto combattute È È stato il golf club Parco di Roma ad ospitare quest’anno i Campionati Nazionali Match Play, cui hanno preso parte 108 concorrenti, il massimo consentito dal regolamento, a testimonianza del grande successo ottenuto dalla manifestazione. Quest’anno il primo classificato è stato un ragazzo che ha festeggiato nel migliore dei modi il suo diciannovesimo compleanno: Paolo Ferraris. Il torinese portacolori del Royal Park I Roveri è stato la rivelazione di un torneo combattuto e caratterizzato da green duri e difficili e da un campo con un alto livello di difficoltà, condizionato per di più da un vento fortissimo. Ferraris ha avuto la meglio su due dei maggiori favoriti, Bolognesi e Paratore, in semifinale, mentre nelle ultime 36 buche ha sconfitto Francesco La Porta, azzurro di grande esperienza, molte volte impegnato in gare con professionisti. Sul fronte golf femminile, invece, la vittoria è andata a Stefania Avanzo (Villa Condulmer), che in finale ha battuto Ludovica Farina. I campionati nazionali Match Play sono dedicati ai dilettanti e, lo ricordiamo, consistono in una gara in cui vengono contate il numero di buche vinte da un giocatore. Al termine di ogni buca, vince la stessa il giocatore che ha effettuato meno colpi, considerando anche l’handicap. Chi alla fine conclude il giro con più buche vinte è così il vincitore. Il Golf Club Parco di Roma, con il suo par 72, è un campo di 18 buche che si snoda tra colline e declivi della campagna romana ed è considerato uno dei più difficili d’Italia. Proprio per questo motivo i vincitori dei campionati Match Play possono essere soddisfatti del risultato ottenuto, che li lancia verso possibili traguardi futuri ancora più esaltanti, per loro e - si spera - per l’intero movimento golfistico italiano, che negli ultimi anni è cresciuto enormemente portando a casa notevoli successi ◆ F.M. L Mario Paonessa, Francesco Fossi, Luca Agamennoni, Andrea Palmisano Verso le Olimpiadi Memorial d’Aloja: 26° edizione a Piediluco L di Marco Callai Già con la testa a Londra, sono anche Andrea Palmisano (Can. Aniene) e Francesco Fossi (Fiamme Gialle): entrambi nel quattro senza a Bled (Mondiali) e Plovdiv (bronzo agli Europei), le loro strade sembrano dividersi perché Palmisano, laurea magistrale in Giurisprudenza, resta un punto di riferimento nella vogata di punta mentre Fossi, laureando in Scienze Politiche, passa alla coppia. Tra i Pesi Leggeri, proverà a mettersi in mostra Livio La Padula (Fiamme Oro), laurea in Scienze Politiche, dopo un lungo inverno trascorso in raduno a Piediluco con il gruppo olimpico. Nei prossimi mesi, i cinque finalisti interverranno nei circoli di Torino, Padova, Napoli e Milano dove incontreranno i soci e racconteranno la loro carriera sportiva ed universitaria svelando anche i segreti dei propri successi. Nel mese di settembre una successiva selezione ad opera di Jaguar designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi” della Jaguar Excellence Academy: una borsa di studio che consentirà di arricchire la propria formazione con un Master in management sportivo o un corso di public speaking o self management oltre ad un corso d’inglese nella città d’appartenenza e trenta giorni in Inghilterra con il British Council ◆ Sara Bertolasi www.canottaggio.org Laura Schiavone Livio La Padula a stagione internazionale del canottaggio è alle porte. Da venerdì 13 a domenica 15 aprile scatta la 26° edizione del Memorial d’Aloja: a Piediluco sarà un test importante per venti squadre nazionali a poco più di tre mesi dai Giochi Olimpici, un’occasione per i Commissari Tecnici dell’Italia per verificare lo stato della preparazione. Ci saranno anche i cinque finalisti della Jaguar Excellence Academy, progetto alla ricerca dell’eccellenza nello sport, realizzato grazie all’impegno della nota casa automobilistica specializzata nelle auto sportive e di lusso. Laura Schiavone, laureata in Ingegneria Civile e protagonista domenica 1 aprile presso il Circolo Canottieri Lazio nel primo dei cinque eventi griffati JEA, gareggia alla ricerca di un posto per Londra 2012 in una barca di coppia (doppio o quattro). In allenamento tra Varese e Piediluco, l’atleta campana della Canottieri Irno vuole trovare la forma migliore insieme alle sue compagne di squadra. Stesso discorso per Sara Bertolasi, varesina tesserata per la Canottieri Lario e laureata in Scienze della Comunicazione: dopo la storica qualificazione olimpica, ottenuta assieme a Claudia Wurzel, avrà la chance al Memorial d’Aloja e nelle successive tappe del Coppa del Mondo per migliorare ulteriormente il proprio valore. 60 61 M AGA ZINE M AGA ZINE PREMIO PARIOLI: galoppo NEL SEGNO DELLA STORIA Domenica 29 aprile a Capannelle verranno ospitati i Premi Parioli e Regina Elena. Una coppia di corse nata nel 1907 per festeggiare la prima pietra del secondo ippodromo romano, che sorgeva a Ponte Milvio, in riva al Tevere di Enrico Tonali Al Rep (n. 7), il purosangue italiano ultimo vincitore del Premio Parioli a Capannelle, arriva secondo in una corsa a Hong Kong, sua nuova patria - ph HKJC L’Unione Nazionale Proprietari Cavalli Purosangue organizza la XVI edizione Gran Galà del galoppo - cavalli da Oscar 2011 In occasione dell’incontro, lunedì 16 aprile alle 18,30 sulla Terrazza Derby dell’Ippodromo Capannelle, verranno consegnati il Premio Speciale alla Carriera, doveroso omaggio a chi ha speso una vita nel mondo dell’equitazione, e il Premio Mauro Sbarigia, in memoria dello storico giornalista ippico. G G “L’ippica non sarà mai un inutile orpello, bensì un rapporto dialettico con un animale superbo, un fenomeno culturale, un piacere conviviale, quasi un rituale di culto” Mario Masini Presidente UNPCPS My Sweet Baby (al centro, con Carlo Fiocchi fantino) va a vincere il Premio Regina Elena 2009 a Capannelle - ph Stefano Grasso emelli si nasce e loro videro la luce 105 anni fa, alla fine di marzo 1907 (il 24 o il 25) per celebrare un altro lieto evento, la prima pietra di un imponente e sfortunato ippodromo romano, quello dei Parioli. I Premi Regina Elena e Parioli - che domenica 29 aprile daranno inizio alla primavera capitolina del grande galoppo a Capannelle - furono ideati per ricordare nel tempo (e ci sono riusciti) l’inizio dei lavori del moderno impianto ippico a due passi da Ponte Milvio, in riva al Tevere (la pista era così vicina al fiume che qualche fantino disarcionato dal suo cavallo finì in acqua). Per la sua breve attività - quindici anni, dal 1911 al 1926 - l’ippodromo dei Parioli viene spesso confuso con una pista vicina, Villa Glori, dedicata al trotto e più giovane, ed anche questa finita sotto il più implacabile dei giustizieri, il piccone demolitore. Il nuovo Campo Corse Parioli - che sorgeva nella vasta piana che poi fu occupata dagli alloggi per gli atleti dei Giochi Olimpici di Roma 1960, il Villaggio Olimpico - venne proposto dalla Società Parioli con lo scopo di avvicinare alla città le gare di cavalli disputate fino ad allora nelle lontane Capannelle. L’ideazione della pista ebbe come viatico un fatto tragico, l’assassinio di re Umberto I di Savoia la notte (le 22.30) del 29 luglio 1900 a Monza. Quel pomeriggio intorno a Milano faceva un gran caldo così che il sovrano aveva lasciato a Palazzo Reale la cotta di maglia protettiva che solitamente indossava dopo i due precedenti attentati. Uno dei tre colpi di pistola sparatigli a Monza dall’anarchico Bresci gli trapassò perciò facilmente il cuore. La scomparsa del grande appassionato di galoppo - fu Sua Maestà a volere il Derby determinò poco dopo (anche per lo scarso interesse dell’erede Vittorio Emanale III verso i cavalli e l’avvento delle prime auto, un anno prima del regicidio era stata fondata la Fiat) la fine della spettacolare sfilata di carrozze, con Cima Da Conegliano, in sella Federico Regoli, vince il Derby 1923 all’Ippodromo dei Parioli. Sullo sfondo la collina di Villa Glori Prenotazioni presso la segreteria organizzativa: Andrea Benetti Cell. 347 2103991 Lorenza Masini Cell. 331 3411890 la folla assiepata lungo l’Appia, che tornavano da Capannelle verso Roma al termine delle corse. Con il palco reale spesso vuoto, l’ippodromo nato nel 1883 cominciò a farsi lontano, obsoleto e poco frequentato. Contemporaneamente sotto la spinta del Jockey Club Italiano e dell’ippico conte Felice Scheibler, il sindaco Nathan stabilì - con il Piano Regolatore 1909 - che, poco prima di arrivare a Ponte Milvio, la pianura tra Villa Glori, la Flaminia e il Tevere fosse destinata ad attrezzature di gioco e divertimento, tra cui un secondo ippodromo. Un Eldorado dello sport romano, ai confini tra il Flaminio e l’emergente quartiere residenziale dei Parioli che stava sfrattando osterie e vigne - ci si produsse il primo Merlot del Centro Sud - dai Monti Parioli. Nacque così il Campo Corse Parioli che riattizzò l’ippica romana richiamando scuderie e pubblico, ed al quale furono destinati i due Premi sul miglio per cavalli di 3 anni - Parioli (open) e Regina Elena (femmine) - con la cui nascita si festeggiarono nel 1907 i primi lavori della nuova pista a mano sinistra, all’inglese. Nell’attesa che l’impianto fosse completato, le due “poules” si disputarono, dal 1907 al 1909, alle Capannelle. Il nuovo ippodromo venne inaugurato il 19 gennaio 1911 dal re Vittorio Emanuele III accompagnato dalla regina Elena, la bella principessa del Montenegro che Umberto I aveva fatto sposare a suo figlio (nato dal matrimonio fra consanguinei, i cugini Umberto e Margherita) per “rinforzare” la dinastia savoiarda. Le tribune del Parioli erano in cemento armato (uno dei primi esempi di questa nuova tecnica costruttiva, usata anche per il vicino Ponte del Risorgimento a Belle Arti) e ressero, come abitazioni di fortuna, fino al 1959 quando furono fatte saltare per far posto all’attuale Villaggio Olimpico. Il mese prossimo, il 20 maggio, tre settimane dopo Parioli e Regina Elena, si disputerà a Capannelle il 129° Derby, anche questa una corsa che lo scomparso Ippodromo dei Parioli riuscì ad acquisire, organizzandola per 8 volte con notevole successo di pubblico ◆ RomaCavalli, Salone dell’Equitazione e dell’Ippica alla Nuova Fiera di Roma: 12 - 15 aprile RomaCavalli ritorna nei padiglioni della Nuova Fiera di Roma (sull’Autostrada per Fiumicino) con una 3.a edizione ancor più ricca, intrigante e mediterranea. Quattro giornate - da giovedì 12 a domenica 15 aprile - dedicate alla passione equestre, in compagnia di oltre 2.000 cavalli. Tanti gli appuntamenti nazionali, internazionali ed eventi di qualità che arricchiscono il nutrito calendario di questo “Salone dell’Equitazione e dell’Ippica di Roma”, con una particolare attenzione all’area del Mediterraneo che vanta consolidate tradizioni equestri. A RomaCavalli ritorna pure - dopo il successo della prima edizione 2010 - Terre & Cavalli, un salone nel salone, nato per essere palcoscenico unico e specializzato dei territori e delle diverse realtà che li animano. Terre & Cavalli è uno spazio interamente dedicato alla promozione dei territori e degli itinerari turistici collegati al mondo del cavallo, con percorsi specifici riservati alle ippovie e agli itinerari dell’equiturismo. 62 M AGA ZINE C.O.N.I. Audi Polo Gold Cup Circuit F.I.S.E. on the Beach a Forte dei Marmi di Luca Protettì C.I. Casale San Nicola Società Sportiva Dilettantistica a R.L. N sport N atale con chi vuoi, Pasqua con il Polo “on the beach”. Dal 5 al 9 aprile l’Audi Polo Gold Cup Circuit torna per il secondo anno consecutivo sulle spiagge di Forte dei Marmi con la seconda tappa del confermato circuito polistico che ha aperto i battenti a febbraio sulle nevi di Cortina ed avrà il suo epilogo sull’erba di Roma dal 19 al 23 giugno. Cinque giorni di grande spettacolo e agonismo che avranno come palcoscenico lo storico Bagno Costanza dove per l’occasione è stato attrezzato il campo di gara, ricavato a ridosso della battigia. Quattro le squadre in campo che si sfideranno con la formula del girone all’italiana per conquistare l’accesso alla finale: Audi Polo Team, Ruinart Polo Team, Cortina Polo Style Team e U.S. Polo Assn. Team. Il romano Luca D’Orazio, capitano del team Audi, rimette in gioco il trofeo conquistato lo scorso anno nell’edizione del debutto del polo “on the beach” a Forte dei Marmi. Il giocatore capitolino, inoltre, ha già firmato la tappa di Cortina con la maglia del team Ruinart-Montecarlo e nel torneo toscano sarà affiancato dalla milanese Stefania Annunziata, unica donna del torneo, e dagli argentini Juan José Storni e Juan Ruiz Guinazu. Pubblico numeroso e ospiti eccellenti animeranno anche quest’anno le giornate del Polo Village, la grande terrazza vista mare, affacciata sul campo da gioco, che sarà il ritrovo glamour della tappa primaverile del circuito ◆ Luca D’Orazio 27 Aprile - 01 Maggio Concorso Naz. A 5* 12-13 Maggio DRESSAGE Campionati Regionali Concorsi Ippici - Stage di Salto Ostacoli e Dressage con tecnici di eccellenza Scuola Pony-Cavalli e Pony Games a partire dai 4 anni con Istruttori Federali qualificati 2 campi coperti illuminati Via del Casale di San Nicola, 232 - 00123 Roma • Tel. 06 30892884 - Tel. e Fax 06 30892990 www.casalesannicola.com - [email protected] [email protected] - Tel. 348 6577889 Club House con piscina Valentina Trup pa Nome: Valentina Truppa Il suo motto? Tentare sempre, anche alle prossime Olimpiadi Disciplina: dressage gruppo sportivo Carabinieri di Ester Maria Lorido Debutto in gare nazionali: 11 anni Nata il: 18/03/1986 Luogo di Nascita: Milano la margherita del Dressage P Debutto in gare internazionali: 14 anni P La rosa dei talenti er il secondo appuntamento con La rosa dei talenti, la nostra rubrica dedicata alle amazzoni di spicco dell’equitazione italiana, abbiamo optato per l’eleganza e per la precisione, pescando dal cilindro - non a caso simbolo della sua disciplina - la più grande campionessa del Dressage nazionale: il carabiniere scelto Valentina Truppa. Basti sapere che, grazie alla terza posizione nel ranking mondiale, sarà l’unica rappresentante italiana della gara di addestramento alle prossime Olimpiadi di Londra. Domanda di rito: se Valentina fosse un fiore, quale sarebbe? Una margherita. In cosa si distingue il cavallo da dressage da quelli utilizzati in altre discipline? La differenza è data dal tempo di addestramento. Per far esprimere un cavallo alle massime capacità, ci vuole molto più tempo rispetto al salto ostacoli, dove si trovano esemplari che gareggiano nei Gran Premi anche a 8-9 anni. Nel dressage, invece, raggiungono questi livelli intorno ai 10-11 anni. Come si riconosce un futuro campione? Nei puledri si valutano i movimenti e le andature. Andando avanti, ci si basa sulla facilità di apprendimento e sul comportamento del cavallo in gara: tutte qualità che si scoprono strada facendo. E una futura campionessa (parlando di amazzoni)? Quali sono le qualità che ti hanno portato al successo? Anche nel caso delle amazzoni e dei cavalieri, ci vuole molto più tempo per diventare professionisti rispetto ad altre discipline, ma il presupposto è che ci sia un pò di talento alla base, come in tutti gli sport del resto. Hai mai avuto voglia di dedicarti ad un’altra disciplina equestre oppure ad un altro sport? Sinceramente no, sono nata nel mondo del dressage perché già mio padre ne faceva parte. A scuola ho approcciato altre attività, ad esempio la pallavolo, ma l’equitazione ti dona qualcosa che nessuno sport sarà mai in grado di dare, per il rapporto unico che si viene a creare con il cavallo. Valentina con Chablis Hai 26 anni, facciamo un po’ di gossip. Chiuse le porte della scuderia, apri quelle del cuore? Sì, ho un fidanzato da più di 4 anni, non è nel mondo dei cavalli ma mi segue in questo lavoro/sport/avventura. Un grazie a chi lo dici? Ai miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto e a tutte le persone che hanno creduto in me. Vogliamo sapere in esclusiva il tuo motto per le prossime Olimpiadi. Non ci ho ancora pensato, perché mancano ancora tante gare. Tentare sempre? Tentar non nuoce? Intanto non ho nulla da perdere, è la mia prima Olimpiade. La ‘Rosa’ si chiude così: hai la possibilità di inviare un messaggio ad un’altra amazzone. Chi sceglieresti e cosa le diresti? Isabell Werth: spero un giorno di fare solo la metà dei risultati che ha ottenuto lei nella sua carriera, sarebbe più che sufficiente ◆ Percorsi d’arte e di memoria: la galleria TRIPHE’, salotto esclusivo a CORTONA ODE ALL’OZIO LUSSUOSO di Carlotta Miceli Picardi Maria Laura Perilli Come opera in tal senso? “Sostenendo giovani artisti italiani e stranieri preparati. Investendo su di loro, in un percorso di reale mecenatismo, che certamente paga a livello di soddisfazioni e prestigio. Ne è uno splendido esempio Roberta Coni, entrata all’ultima Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi”. N N el cuore dell’antica Coryto, città etrusca e romana ai margini della val di Chiana, passata nel 1412 sotto la dominazione fiorentina, troviamo un luogo che è momento di vera gratificazione spirituale ed estetica. Ciò accade in un contesto esclusivo: la ex chiesa di San Carlo Borromeo, la cui sacralità viene reinterpretata in una nuova, costante attivazione di emozione e riflessione. La galleria Triphé diventa stazione al centro del crocevia tra le varie attività creative nella loro espressione più libera e completa, a sostegno dell’assoluta autonomia del linguaggio artistico. Si fa tregua rigeneratrice dal consueto, utile ad attivare i meccanismi intellettuali di curiosità ed approfondimento. Lo spazio stesso è modulato in tal senso, creando occasioni di cammino e di sosta. Suggestiva, l’atmosfera, di un’opulenza raffinata, percepita ancor più di quanto sia dichiarata. L’austerità ed il rigore degli esterni in pietra, contrastano con la ricercatezza degli arredi interni. I tessuti traducono cromaticamente il mosto di pregiate uve scure opposto, a tratti, ad una lattea morbidezza degli intonaci. Improvvise lame di luce, precipitano a tagliare le pareti da riquadri trasparenti del soffitto. Nella navata, i dipinti del maestro Michelino Iorizzo, in esposizione permanente, si snodano come un nastro forte e irrinunciabile sul contenuto prezioso di una straordinaria scatola. A Maria Laura Perilli, ventinove anni, laureata in Conservazione dei beni Culturali e Ambientali, che ne è titolare, chiedo di illustrarmi l’impostazione del lavoro della galleria. Maria Laura, quali obiettivi si pone? “Il mio è un progetto ad ampio respiro, nell intento di creare le condizioni affinché voci pittoriche ancora inascoltate, abbiano una cassa di risonanza nazionale ed internazionale. Punto ad ampliare le occasioni di scambio con i paesi emergenti. Davvero interessanti, in tal senso, i recenti contatti con l’accademia cinese di Hubei. Cerco inoltre di promuovere un discorso meritocratico che premi, oltre alla genialità dell’artista studio, capacità e voglia di ricerca”. L’incontro tra maestri e talenti emergenti, inteso come opportunità di crescita e di confronto, sollecita talvolta collaborazioni inattese? “È probabile, se l’artista giovane non si compiace troppo di sé e del proprio isolamento, spesso vissuto come fisiologico. Se si accosta senza prevenzione e diffidenza a chi ha già conquistato una sua fama. La galleria ha invitato nomi affermati, da Pier Augusto Breccia a Sandro Trotti, da Tonino Caputo a Mirko Pagliacci e John Ratner: ognuno ha consentito di decifrare i propri codici, di accostarsi a diverse simbologie. Ognuno ha messo a disposizione competenze e attitudini con umiltà e generosità”. In termini di opportunità, cosa significa la galleria, per un artista? “La possibilità di essere rappresentato, in un rapporto di tutela e valorizzazione, certamente proficuo, se prescinde dalla conflittualità. Offre, inoltre, la chiave d’accesso al mercato delle fiere e costituisce una garanzia per il potenziale acquirente, se mira ad un investimento sicuro”. Le proposte della Triphé, per quanto riguarda la stagione 2012, infine? “Alle fotografie di Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto, seguiranno le sculture ecocompatibili di Alessio Deli, realizzate con l’assembramento di materiali di riciclo. Quindi le opere di Davide Puma, anche lui presente alla Biennale di Venezia. Appuntamenti davvero interessanti, da maggio a settembre, periodo in cui Cortona esprime al massimo il proprio splendore” ◆ Cortona, ex chiesa di S. Carlo Borromeo una m ela al giorno Aprile “dolce” stArnutire Allergie stagionali, consigli per il disuso eggende metropolitane e credenze popolari hanno un fascino indiscutibile, ma possiedono anche una carica potenzialmente nociva quando toccano la sfera della salute. Per il mese di aprile, la nostra rubrica di Medicina, Una mela al giorno, si propone di disincantare un mondo in cui la fantasia ha generato una lunga serie di falsi miti: quello delle allergie stagionali. Ad esempio, sbaglia chi crede che si tratti di un problema di nicchia: ne soffrono in sei milioni - vale a dire il 10 percento della popolazione - donne e giovani, ma anche bambini (uno su tre è sensibile ai pollini). È in errore anche chi pensa che questi “simpatici” enti volatili colpiscano più in campagna: non solo viaggiano con il vento, ma chi nasce e vive in natura è più immune rispetto ai cittadini. Come se non bastasse, c’è il problema inquinamento: stando ad una ricerca dell’Università di Monaco, l’aumento della produzione di pollini avviene soprattutto nelle città, in quanto la maggiore permanenza dell’ozono modifica il ciclo vitale delle piante. Fortuna, però, che i pollini si vedono solo in primavera, qualcuno potrebbe pensare. Ebbene no, perché - oltre alle graminacee, la cui fioritura va da aprile a settembre - a disseminarli sono anche cipressi, noccioli e betulle, a partire da febbraio, come confermano i calendari pollinici, che ne indicano i periodi di maggiore concentrazione in base all’area geografica. Attenzione a ciò che si respira, ma anche a ciò che si mangia, perché in agguato ci sono le cosiddette allergie crociate. Alcune persone allergiche ai pollini, sviluppano intolleranze anche a verdure e frutti chimicamente simili: così, chi teme le graminacee, deve evitare banane, cetrioli, zucchini e meloni. L’ACAAI (American College of Allergy, Asthma and Immunology) consiglia anche di evitare apparecchi ionizzanti, di cambiare i filtri dell’aria condizionata e lavare spesso tende e sopracoperte tra le cui maglie si depositano i pollini. Sillogismo errato è ritenere che il tempo - come fa per le ferite - possa curare anche le allergie stagionali. Neanche fosse una tassa, il problema si ripresenterà puntualmente e a risentirne sarà la qualità della vita. Meglio individuare l’allergene responsabile dei sintomi tramite semplici esami: il Prick test (che consiste nel vedere l’effetto che scatena sulla pelle il contatto con piccole quantità dei più comuni allergeni) e il Rast (che scova eventuali anticorpi contro i pollini tramite un prelievo di sangue). Ma se al primo sternuto prendo il vaccino? Sarà troppo tardi. Il vaccino è utile se assunto preventivamente: sia esso sublinguale o la classica iniezione, andrebbe fatto almeno a distanza di una stagione e protratto come prassi per alcuni anni. Per chi non è stato previdente, rimane valida la terapia farmacologica a base di antistaminici, cortisonici per via topica o colliri ◆ E.M.L. L promo L L Il calore del lontano West e vacanze sono per molti un solo un desiderio lontano, ma la possibilità di evadere con la fantasia è un sogno alla portata di tutti. Pochi minuti di macchina ed ecco arrivati nel Far West: una distesa verde con un bosco naturale e graziosi laghetti. Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci si arriva per un aperitivo al tramonto, si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati dall’atmosfera da film e dalla bellezza sorprendente di questo parco appena fuori dal caos della città. Un cancello segna il confine verso l’ovest, con un toro a grandezza naturale che accoglie gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei film di cow boy: la banca e la prigione (che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt, cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi originali che accompagnano in questo viaggio che parte dalla buona tavola. Il menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta selezione italiana e straniera da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e coscette di pollo. Una cucina robusta e saporita che non dimentica antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude in dolcezza, con crostatine e dolci caldi dello Chef, scaldati dalla stufa al centro dalla sala o ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui godere della vista incantevole del parco. wild west - Steak House Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207222 Aperto tutti i giorni dalle 19, sabato e domenica anche a pranzo Chiuso il lunedì www.wildweststeakhouse.it Risvegli nel parco A Via Cassia, 2019 - Tel. 0630884600/9 Via A. G. Bragaglia, 100 (zona Olgiata) - Tel. 0630888390/3 www.supercose.it promo PUNTI VENDITA SUPERCOSE prire le finestre al mattino e ritrovarsi nel verde della campagna romana. Non bisogna avere per forza una casa fuori Roma per vivere un risveglio nella natura: il Veio Resident permette di scappare dalla città pur rimanendovi a un passo. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un trasloco o una ristrutturazione, o per chi si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena fuori porta o chi decide che, pur non volendosi allontanare completamente dalla propria rete di amicizie, impegni e abitudini, preferisce svegliarsi nella natura, tra animali, laghetti incontaminati e il fruscio degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore inglese. Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme, fax, parcheggio, lavanderia, servizio di recapito posta... e un giardinetto privato davanti all’ingresso, dove godere di una dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città, collegati anche mediante una navetta che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile. resort veio residence resort Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207264 - +39 0630361782, Fax +39 0630363148 [email protected] www.veioresidence.com 72 M AGA ZINE PREPARIAMO LA NOSTRA PELLE PER L’ESTATE Una superficie cutanea preparata ad affrontare i raggi solari ne previene il danno, mantiene l’idratazione ed offre una abbronzatura più omogenea e brillante la grande compliance che il protocollo al mandelico offre. Le formulazioni fino ad oggi usate hanno visto questo alfaidrossiacido associato ad altri alfa-idrossiacidi come il citrico, a chelanti transdermici, ad antiossidanti ed hanno riscontrato effetti positivi nel ringiovanimento dell’epidermide o nel trattamento del fotoaging e delle discromie. Attualmente la tendenza, visto anche l’avvicinarsi della stagione estiva, è quella di preparare la cute ad affrontare l’esposizione solare mitigandone i danni sfruttando la possibilità di un “look” abbronzato senza stressare il derma e danneggiare le strutture che lo compongono. Quindi la proposta per prepararsi all’estate è quella di sottoporsi a dei soft peeling all’acido mandelico in sinergia, potenziati dalla contemporanea veicolazione di un “pool” di sostanze stimolanti, precursori ed antiossidanti formulate in idonei gel elettroconduttivi tramite apposite apparecchiature ionizzanti. Queste nuove formulazioni stanno offrendo risultati molto soddisfacenti sia per il medico sia per i Pazienti trattati, che ne hanno apprezzato l’efficacia e la totale assenza di postumi o effetti collaterali ◆ Dott. Roberto Pelliccia Medicina Estetica - Roma promo L L e esigenze dei nostri pazienti per quanto riguarda la compliance verso i trattamenti estetici sta evolvendo. In base alla mia esperienza, la preferenza va verso trattamenti che siano altamente efficaci e che abbiano un impatto minimo o “invisibile” sull’ aspetto estetico nell’immediato e durante tutto il post trattamento. Esigenza che nasce dalla sempre minore disponibilità di tempo da poter dedicare a sé stessi, sia per l’impossibilità di decurtare giornate di ferie sia perchè non sempre è possibile dedicarle ad esigenze personali. Questo vale anche per le tecnologie, grazie a cui si producono sempre più apparecchiature che possano sostituirsi a tecniche invasive, con metodiche di veicolazione di principi attivi, laser a basso impatto, frazionati, luci pulsate ed anche associazioni peeling, più progressive ma aggressive ed invasive il meno possibile. In questa ottica l’acido mandelico, ormai in uso da anni in combinazioni sinergiche con un pool di sostanze, ha trovato una conferma su quanto di valido aveva già mostrato e fatto apprezzare sia da parte dei medici estetici e dermatologi in Italia e all’estero, sia da parte dei Pazienti che richiedono questo tipo di trattamento peeling proprio per l’immediatezza del risultato estetico, per l’assenza di effetti collaterali e per what’s on what’s 74 M AGA ZINE A Santa Lucia 1. Carlo Pasini, Men at Work 2. Federico Comelli Ferrari, Grattacielo Pirelli, serie Milano, 2011, 3. Ryan Heshka, Invisible Wave Courtesy Antonio Colombo Arte Contemporanea 3. Teatro Quirino - fino al 22 aprile Testo inedito dello storico autore napoletano Raffaele Viviani, che racconta una storia ambientata al Borgo Marinari, sotto Castel dell’Ovo. Fra cocottes, nobiltà decaduta, ubriaconi e poeti in bolletta, gli abitanti del Quartiere di Santa Lucia, arrostiti dal sole, “nzuarati” dal mare, fermi nel tempo come lo scoglio, vivono vendendo ostriche e spighe di grano arrostite, ma non la loro dignità. Musiche, canzoni, versi e le magiche atmosfere di una vecchia Napoli. Regia di Geppy Glejieses, con Geppy Gleijeses Lello Arena e Marianella Bargilli. www.teatroquirino.it UTO UGHI 1. 2. ARTE ACCESSIBILE MILANO 2012 dal 12 al 15 aprile presso Spazio Eventiquattro e Pwc Experience a Milano, si apre la quarta edizione di AAM Arte Accessibile Milano 2012. manifestazione internazionale d’Arte Contemporanea ideata e diretta da Tiziana Manca, realizzata grazie ad Arte Ipse Dixit con la collaborazione di PricewaterhouseCoopers, Eventiquattro e Aston Martin M M utando l’approccio tradizionale Arte Accessibile Milano 2012 si concretizza e si colloca come una fiera d’avanguardia che desidera avere un rapporto continuativo con i suoi espositori e il suo pubblico, ponendo l’accento sull’aspetto sociale, sulla gente e il suo rapporto con l’arte. Obbiettivo è quello di colmare il divario che allontana l’arte contemporanea dal suo fruitore. La quarta edizione di AAM significa quattro giorni nonstop all’insegna di una ‘contaminazione’ artistica capillare e sempre più orientata verso le esigenze del mercato esterno, distribuita lungo i 3.800 mq degli spazi all’interno del palazzo disegnato da Renzo Piano e oggi sede del Sole 24 Ore e di PricewaterhouseCoopers, per una manifestazione di alto livello che racchiude l’essenza di una progettualità moderna e dinamica. L’edizione 2012 di AAM si apre con forte ‘segno’ espressivo: si tratta del’installazione site-specific di 400 metri quadrati realizzata dal fotografo Federico Comelli Ferrari e interamente sponsorizzata da Océ e Bananaprint.it dal titolo ‘Metacittà virtuale’ che copre le facciate esterne di PricewarterhouseCoopers; una vera e propria ricognizione fisica e mentale, un lavoro in post-produzione che permette all’artista di sezionare e ricucire un frastagliato e composito collage di segni e forme geometriche che restituiscono l’architettura finale della città. Accademia di Santa Cecilia - 27 aprile Due gli appuntamenti previsti in questa stagione con il grande violinista italiano, al fianco del pianista Giovanni Bellucci. Il primo, ‘In Russia’, lo vede impegnato su autori come Čajkovskij, Prokoviev, Stravinskij. Il 4 maggio ritorna invece sulel note del grande patrimonio francese: Leclair, Franck, Debussy, Saint-Saens, Ravel. www.santacecilia.it LA LUCE E L’OMBRA DI CARAVAGGIO NEL CONTEMPORANEO Altre importante novità di quest’anno è la forte presenza di progetti curatoriali mono o bi-artista: 24 stand dedicati alle personali o collettive di artisti emergenti sostenuti da gallerie e da curatori esterni all’organizzazione che parteciperanno alla prima edizione del premio ‘Best Curator Price Award 2012’ e la seconda edizione del ‘Best Artist Price Awards 2012’, che assegnerà al vincitore un premio del valore di 1.500 Euro. Infine da non perdere è il convegno nazionale di due giorni “Lo Stato dell’Arte Accessibile”, curato da Fortunato D’Amico e pensato come un osservatorio in cui alcuni fra i più importanti protagonisti dell’arte contemporanea, tra direttori dei musei, responsabili di fondazioni culturali, critici e amministratori pubblici preposti alla promozione del patrimonio artistico, si confronteranno e relazioneranno sull’attuale stato dell’arte accessibile in Italia. AAM si candida così a essere veicolo seducente in grado di attrarre chiunque desideri sentirsi libero di osservare e ‘vivere’ l’arte senza alcun limite spaziale e mentale ◆ A.V.F. Giuseppe Mastromatteo, Indepensense, Stampa Lambda su carta fotografica a colori, tiratura in 8 esemplari per formato, 2011 courtesy Fabbrica Eos, Milano Palazzo Venezia - fino al 25 aprile In mostra un ciclo di 15 imponenti lavori e 23 opere in piccolo formato di Moreno Bondi: tutti dipinti ad olio su lino, al cui interno l’artista inserisce preziose sculture in marmo, personalmente realizzate. La rappresentazione della luce trae spunto dalla conoscenza approfondita della pittura di Caravaggio, elaborata in maniera attuale. www.morenobondi.it OMAR GALLIANI Omar, Roma, Amor Museo Carlo Bilotti - fino al 6 Maggio Il titolo della mostra gioca sull’anagramma unendo il nome dell’artista alla città esplicitando il sentimento che lo lega ad essa, l’amor. Si tratta infatti di una mostra-omaggio centrata su un disegno realizzato interamente a matita sopra una grande tavola di pioppo. Il soggetto è una “Lei” che guarda Roma dal Pincio. La figura è di spalle, osserva una notte romana piena di bagliori, nel cui cielo balenano tra le stelle ‘ossari’ e ‘fiori’: vittorie e sconfitte, sacrifici innocenti o colpevoli, da Giulio Cesare a Pasolini, da Fred Buscaglione a Papa Wojtyla. In mostra anche 25 disegni preparatori dell’opera e una selezione di disegni del ciclo ‘Notturno’. www.museocarlobilotti.it roma what’s on what’s RUGGERO SAVINIO. PERCORSI DELLA FIGURA Galleria Nazionale d’arte Moderna - fino al 27 maggio Forse per legame familiare con Alberto Savinio e Giorgio de Chirico, lo scrittore Ruggero Savinio (Torino, 1934) è da sempre anche pittore di figura così la Galleria Nazionale d’Arte moderna ha deciso di presentare un centinaio di opere tra dipinti e disegni, testimonianze dei suoi “temi” poetici (L’età dell’oro, le Conversazioni, le Stanze, ecc.) e delle sue ricerche capaci di esprimere, con materia e tecnica, immagini che emergono dalle profondità di un mondo intellettuale popolato da presenze dense. www.gnam.beniculturali.it ARTE PROGRAMMATA E CINETICA. DA MUNARI A COLOMBO E …. Galleria Nazionale d’arte Moderna - fino al 27 maggio Il modo in cui lo spettatore percepisce la forma in movimento è alla base dell’arte programmata e cinetica che, come movimento culturale, è frutto del desiderio di vari artisti di condividere e di confrontarsi su interessi e ricerche comuni nel campo della percezione visiva per una fruizione orientata in senso educativo. La mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna illustra la storia dei gruppi e delle personalità che nella seconda metà degli anni Cinquanta nascono in Italia: T, ENNE e MID, che basano le loro esperienze sull’attività di Munari, Mari, Alviani, sulle ricerche programmatiche del gruppo Uno di Roma, dello Sperimentale P, dell’Operativo R, del GRAV in Francia, del Gruppo Zero in Germania, e delle indagini che in altri paesi portano a risultati cinevisuali. www.gnam.beniculturali.it roma ARTURO GHERGO Palazzo delle Esposizioni - fino all’8 luglio Il Palazzo delle Esposizioni celebra uno dei migliori fotografi “di studio” italiani attivi a Roma tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Raffinato ritrattista, Ghergo fu padrone di un linguaggio capace di rendere il glamour che caratterizzava le fotografie di moda e di cinema statunitensi, riuscendo a proporre canoni estetici nuovi in campo femminile. Nel suo studio di Via Condotti, Ghergo si dedicava esclusivamente al ritratto nel formato 18x24 cm. Il controllo maniacale della luce, le pose studiate, i raffinati ritocchi manuali gli permisero di creare “icone” di una bellezza algida, irraggiungibile. Richiesto e conteso da personaggi pubblici della politica e dell’alta borghesia, fotografò Marella Caracciolo, non ancora signora Agnelli, Consuelo Crespi, Mary Colonna, Josè del Drago, Irene Galitzine e soprattutto gente del cinema da Alida Valli a Valentina Cortese, nomi come Amedeo Nazzari, Sophia Loren, Silvana Pampanini, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, fino a Vittorio Gassman... lasciandoci immagini di una bellezza sublimata e immaginifica che era “nella mente di Ghergo, prima che nella fisionomia dell’effigiato”. www.palazzoesposizioni.it MIRò! POESIA E LUCE Chiostro del Bramante - Fino al 10 giugno Torna a Roma, dopo un lungo periodo di assenza, il grande artista catalano Joan Mirò. Dal 16 marzo al 10 giugno 2012, negli spazi del chiostro del Bramante, potremo ammirare ottanta opere di quello che fu uno degli esponenti più importanti del Surrealismo europeo, nelle cui tele le figure sospese e i colori decisi divengono l’essenza di un linguaggio personalissimo capace di rendere visibile quello spazio tra realtà e sogno. Le opere esposte, tra cui dipinti, terrecotte e bronzi, documentano l’attività di una vita con particolare riguardo agli anni dal 1956 al 1983, trascorsi a Mallorca. In mostra, la ricostruzione dello studio e la presenza degli strumenti originali offrono inoltre al visitatore la possibilità di immaginare l’artista al lavoro nei suoi luoghi e di seguirne il processo creativo. www.mostramiro.it di Laura Mocci what’s on what’s Strafalciopoli PEAU D’ÂME milano V.D.V. SERGIO CAVALLERIN WOW Spazio Fumetto - fino al 29 aprile WOW Spazio Fumetto, il Museo del Fumetto di Milano apre i suoi spazi all’arte contemporanea con una personale di Sergio Cavallerin dal titolo ‘God Save Anime’ Sergio Cavallerin “God Save Anime”, curata da Igor Zanti, che presenta un nucleo di opere ispirato al mondo dei fumetti italiani, dei comics americani e dei manga giapponesi. I lavori di Sergio Cavallerin accompagnano il pubblico in un percorso di riflessione, ironico e impertinente, sul tema delle icone e dei modelli di riferimento proposti dalla cultura contemporanea alle nuove generazioni. Lo stesso titolo è un gioco di parole tra “gli anime”, termine giapponese che indica i film d’animazione ed i cartoni animati, e “le anime” cioè appunto lo spirito di quei giovani che dai fumetti traggono sogni e ispirazioni. www.museowow.it ALESSANDRO ROMA Brand New Gallery - fino al 24 maggio ‘Il Sole mi costringe ad abbandonare il giardino’ è il sottotitolo della personale di Alessandro Roma, primo artista italiano ospitato ad esporre nell’intero spazio della galleria. Il giardino è un luogo magico, di concezione antichissima, che porta con sé una metamorfosi perenne nella costruzione e nel significato, in cui l’uomo crea un punto d’incontro e di perfetta armonia con la natura. Questo genere di approccio è la chiave per comprendere le opere dell’artista che suggeriscono allo spettatore una catarsi e una predisposizione mentale attraverso cui calarsi nelle forme, un collage di ricordi e di suggestioni che prendono vita sulla superficie scultorea e pittorica dei lavori dell’artista, in un continuo equilibrio tra figurazione e astrazione. www.brandnew-gallery.com LA CASA DI NINETTA Napoli - Teatro San Ferdinando, 17-22 aprile Dopo un alunga tournée di successo nei teatri italiani, Lina Sastri porta per la prima volta a Napoli il toccante monologo “La casa di Ninetta” ripreso dall’omonimo Libro edito Marsilio. Un racconto di ispirazione autobiografica che prende spunto dagli ultimi anni di vita della madre dell’artista. Lo spettacolo è in concorso al Premio Le Maschere del Teatro. napoli Books Wannabee Gallery - fino al 13 aprile La personale della giovanissima artista Anna Madia, nata a Torino ma residente a Troyes (Francia) a cura di Vera Agosti, in mostra nella luminosa Wannabee Gallery, situata nell’alternativa zona di Ventura/Lambiate: sono ritratti di modelle dal vero, spesso amiche francesi o conoscenti, che l’artista ha ripreso cogliendo l’anima dell’universo muliebre. Infatti il Peu d’âme del titolo, ovvero pelle d’anima tratta dalla fiaba popolare francese Pelle d’Asino (Peau d’âne) resa celebre dalla versioni che ne fu fatta da Charles Perrault, sottolinea il legame letterario e folkloristico della favola con il preciso intento di cogliere gli aspetti introspettivi dell’animo femminile. Il risultato? Una serie di ritratti intensi a tratti evanescenti e fortemente espressivi. www.wannebee.it Dalle improbabili cronache di piccole testate, un esilarante affresco satirico sull’inesplorato mondo del giornalismo di periferia: un mondo abitato da pochi cronisti stressati, affaticati, frustrati e che si odiano cordialmente. In questo inferno sbocciano spettacolari idiozie e nonsense affascinanti: «Finalmente una tragedia che è finita nel migliore dei modi», «Il maniaco va in giro nudo, ma con il coltello in tasca» e altre amenità. Un libro che si muove con allegro disincanto, comica rassegnazione e totale irriverenza. Lasciate ogni speranza o voi che entrate nella redazione sbagliata. Autore: Gianluigi Gasparri, Editore: La Lepre Edizioni www.lalepreedizioni.com Prevenire i tumori mangiando con gusto. A tavola con Diana Coordinato dal dottor Franco Berrino dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Diana è il progetto che dal 1995 studia le relazioni tra alimentazione e tumore al seno. Il testo è basato sui risultati dello studio e spiega come, modificando la propria dieta, sia possibile ridurre i fattori di rischio del tumore, ma anche alleviare gli effetti collaterali delle terapie aumentandone l’efficacia. Perché la prima cura è uno stile alimentare sano, che aiuta anche a prevenire osteoporosi, diabete, ipertensione, anemia, alti tassi di colesterolo e trigliceridi. Nel libro tante ricette facili e appetitose contro gli errori dell’alimentazione moderna. Autore: Anna Villarini e Giovanni Allegro Editore: Wellness Paperback La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta In uscita su App Store la prima App di Camilleri, storia da sfogliare virtualmete ed ascoltare, narrata dalla voce dell’autore. Oltre ai testi dei racconti di questa raccolta, contiene numerosi contenuti inediti e un video introduttivo di Camilleri stesso. Le pagine su schermo riproducono le peculiarità della carta vergata dei libri Sellerio è possibile ingrandire i caratteri, sfogliare le pagine e inserire un segnalibro. Ogni racconto è completato da un glossario ipertestuale vigatese-italiano e accompagnato da una clip in cui Camilleri commenta il testo, svelandone la genesi e suggerendo chiavi di lettura. L’App consente un accesso diretto ai Social Network per condividere con gli «amici» l’esperienza di lettura. Autore: Andrea Camilleri Editore: e-book ed. Sellerio Celestina ai Parioli ogni settimana offre grandi serate di degustazioni per i propri ospiti. Sono sempre a tema, serate particolari per proporre ai clienti percorsi enogastronomici che valorizzano le eccellenze regionali, accompagnati da una selezione di vini o birre artigianali. Questi eventi offrono anche un momento d’incontro tra i proprietari della nuova gestione e gli ospiti che hanno così modo di conoscerli meglio. L’accoglienza è molto curata poiché nella filosofia del Ristorante è parte integrante dell’ospitalità. Ogni giorno, oltre ai piatti tipici della tradizione romana, lo chef propone piatti che tengono conto dei prodotti di stagione, espressione del territorio, avendo i nuovi proprietari una particolare sensibilità per un’alimentazione sana e il più possibile a Km0. L’ospite, avrà la piacevole sorpresa di essere coccolato anche nel conto. Ma la sorpresa più grande è quella di non doversi più preoccupare del parcheggio, in quanto il Ristorante Celestina ai Parioli offre ai suoi ospiti il posto auto gratuito. Celestina ai Parioli vi aspetta per condividere insieme tutte le sue iniziative. Celestina vi aspetta! Viale Parioli, 184 tel. 068078242 - 068079505 www.ristorantecelestinaaiparioli.com parcheggio privato gratuito 80 81 M AGA ZINE M AGA ZINE Novità in centro storico: Giò Sapore e semplicità, qualità a portata di mano. Incontriamo Giovanni Russo, entusiasta patron di questo nuovo indirizzo nel cuore di Roma di Antonella De Santis Da 14 anni a oggi cosa è cambiato? È cambiato il modo di mangiare, c’è più consapevolezza, sempre più persone ricercano la qualità nel cibo e nel vino, si informano, vogliono conoscere i prodotti e come vengono lavorati. La gente ha voglia di sapori veri e porzioni normali. Si inizia a capire che la materia prima di qualità ha un costo, così come la lavorazione di qualità. Faccio un esempio: abbiamo fatto una cena di crudi, abbattere il pesce per giorni a meno 40 gradi è stato un gran lavoro. Ha richiesto tempo e perizia. Ora i crudi di pesce si trovano praticamente ovunque e a prezzi bassissimi: siamo sicuri che vengano sempre trattati con attenzione? Ci parli di Giò Intanto il nome: facile, familiare, un po’ il mio, scelto insieme a mio fratello Fulvio, sempre presente al mio fianco. Volevamo un ristorante accogliente o, se preferisce, una trattoria moderna, fresca e curata, con un servizio attento. La proposta è italiana, stagionale, con una materia prima importante, rispettata nella lavorazione e presentata nel modo migliore. Vogliamo far mangiare un grandissimo prodotto a un prezzo equo. Come sono stati i primi mesi? Abbiamo oliato gli ingranaggi, dato un’identità al locale come allo staff, che ora è solido e ci rappresenta in pieno. Anche il sito e la comunicazione sono partiti. Siamo aperti dal mattino fino al dopocena, passando per pranzo, aperitivo e cena: abbiamo lavorato passo passo concentrandoci sulle varie fasi e facendole crescere. Ora siamo a regime su tutto. Da bere? C’è una carta di vini e distillati importante e molto personale, con etichette selezionate assecondando le mie passioni. Ci sono bollicine, vini per lo più italiani, ma non solo. Sono un bevitore atipico, bianchista, mi piacciono i vini con personalità, i triple A, naturali e non standardizzati. Vini che non sono ancora del tutto capiti. Per esempio abbiamo un moscato biologico pazzesco, di Bera, che offro spesso a fine pasto, in questo momento, poi, mi piace un Franciacorta, il Mosnel. Vivo di grandi innamoramenti, ora è il momento di chardonnay e sauvignon, la carta dei vini segue la mia passione. Cosa propone Giò? Non ambisco stelle o premi, voglio che Giò sia un buon ristorante, in cui le persone sono contente del cibo, del servizio, del prezzo. Ci stiamo assestando e c’è grande sintonia con lo chef, Luciano Zaza, lui è l’autorità in cucina. Facciamo cucina italiana di qualità: dalla colazione del mattino al dopocena, realizziamo in casa lieviti, dolci, ciambelle, crostate, muffin, plum cake, vari tipi di pane, da quelli per i toast a quelli del ristorante. A pranzo la proposta è più snella, con insalate e un estratto del menu della cena. Quale è la linea di cucina? La proposta è legata alla tradizione italiana, con qualche ispirazione pugliese, viste le mie origini. La cucina pugliese si è molto evoluta negli ultimi anni, ma è ancora poco conosciuta, così come la materia prima che non è facile da far capire, come la cozza nera tarantina che proponiamo gratinata. Ovviamente ci sono dei rimandi alla cucina romana, come l’amatriciana, magari col pacchero di Afeltra e il guanciale di patanegra, o la cacio e pepe arricchita con zucchine croccanti. promo Chi è Giovanni Russo? Vengo da una famiglia di appassionati gourmet: con mio padre ho frequentato i grandi ristoranti di tutto il mondo, Ducasse, Beck e via dicendo. Così, 14 anni fa, la passione è diventata lavoro, passando in diverse avventure nel mondo della ristorazione, sempre puntando alla qualità: dalla pizzeria a taglio alla caffetteria, dalla ristorazione in grandi alberghi fino a questo progetto più raccolto e che sento molto mio. Quale è il piatto che ha avuto più riscontro? L’antipasto ‘La delizia di Giò’, di mare o di terra. Un trittico di tre assaggi che variano spesso: panzanella con alici del Cantabrico o con astice, cozza gratinata o carpaccio spigola. Oppure sformatino melanzane, cariofo alla giudia, polpette di carne o melanzane: sapori vivaci per il gusto terra, più delicati per quello di mare. Tutto il menu varia secondo stagione e mercato: a marzo c’è stato tanto carciofo, triglia, anche insieme, nel millefoglie di triglia e carciofo romanesco, oppure nella pasta fresca carciofi e calamari. Perfetti per i primi caldi i tagliolini di seppia o la tartare di manzo irlandese con pane croccante, per chi ama piatti più robusti abbiamo vitello cotto al latte con purea di patate o un succulento stinco di maiale. E i clienti come rispondono? Bene. Mi seguono molto anche se non ci sono io ai tavoli. Sono sempre presente nel locale, mi interesso, c’è un grande confronto che ci permette sempre di migliorare. La cosa che più mi fa piacere è vedere un cliente soddisfatto: della qualità, del conto, di come è stato servito. Ci sono poi clienti fidelizzati che hanno mangiato delle cose fuori menu e me le chiedono espressamente: tartufo, ostriche, un grandissimo salmone affumicato, caviale. Prodotti importanti, che si gustano in un ambiente tranquillo e non impostato. Mi piace rispondere a questi desideri organizzando cene speciali per loro. Tra sei mesi cosa succederà? Bisogna crescere ancora di più sotto l’aspetto della qualità del servizio, della struttura, che vorrei ancora più calda. Faremo piccoli cambiamenti, le sedie, una libreria, disegneremo nuove luci. Quanto conta essere un bravo imprenditore? Il ristoratore deve essere imprenditore, PR, non so se deve saper cucinare, per quello c’è lo chef, io sono fortunato, perché mio padre mi ha regalato un gran palato. Giò fuori Giò Stiamo lavorando molto con catering esterni, ma solo quando riusciamo ad assicurare una qualità e un servizio al livello di quello del ristorante, quindi facendo attenzione a mantenere un numero di persone adatto al nostro staff ◆ Giò ristorante caffè Via dei Filippini 4/7 Info: 06 68301747 [email protected] - www.gioristorante.it B B elle quelle mattine di inizio primavera, in cui ci si riunisce intorno a un tavolo per festeggiare insieme la Pasqua, con la tradizionale colazione che ricorda un po’ il breakfast anglosassone. Non so voi, ma a casa mia a Pasqua si fa così: innanzitutto la tavola, una tovaglia bianca appena stirata, un bel vaso di fiori, ancor meglio con dei rametti di mandorlo fiorito, con quei teneri petali che sembrano farfalle sospese. Poi un cesto di uova sode colorate, che un tempo coloravamo noi bambini la sera del sabato santo, durante lunghe sessioni con pennarelli alla mano, ignari di ogni ragionevole rischio di tossicità. Poi sono arrivati consapevolezza e coloranti naturali, bolliture separate a suon di rape rosse, spinaci e foglie di carciofi. Il cesto di uova sode c’è sempre, oggi arricchito di ovetti di zucchero e cioccolato, pulcini e fiorellini, piccole sorprese e ogni sciocchezza che rallegri la tavola. Poi ci cioccolato aveva fatto la sua comparsa in Europa e pare sia nell’uovo. Almeno fino a che qualcuno non ha capito che stato il Re Sole ad avere l’idea di rivestire le uova, appunto, le sorprese nell’uovo si possono personalizzare, basta un di cioccolato. pasticcere un po’ scaltro... Giunti a noi, cerchiamo di capirci un po’ di più. Intanto... è Sapete quando è nata la tradizione delle uova con la possibile farlo a casa? Teoricamente si, non è un processo sorpresa? Intanto loro, le uova: simbolo di vita, sacralità, complicato, bisogna solo saper temperare il cioccolato. mistero, fertilità, incarnazione dell’universo e della rinascita Ovvero lavorarlo a una precisa temperatura fino a ottenere ben prima del Cristianesimo, si usava regalarle in primavera, un prodotto fluido, brillante, che una volta rassodato abbia spesso decorate, sin dai tempi dei persiani. Uova di gallina, un aspetto uniforme, lucido, croccante. La temperatura ma anche uova artificiali preziosamente elaborate. Dalla di temperaggio varia secondo cioccolato: fondente 31°, rinascita della natura in primavera a quella di Cristo a Pasqua latte 29°, bianco 28°, superate queste l’aspetto finale sarà il passo è breve. Eccoci dunque al dono delle uova nella biancastro e poco allettante. nostra tradizione. Ma perché Tra i vari metodi quello nelle uova di Pasqua si cela CURIOSITà tradizionale dice di lavorare una sorpresa? Iniziò un orafo, Sapete cosa sono in informatica gli Easter egg? Sono su un piano di marmo i due Peter Carl Fabergé, che nel contenuti nascosti all’interno dei programmi, in genere terzi di un cioccolato fuso 1883 creò il primo di una giocosi e innocui, di natura diversa rispetto alle normali a bagnomaria a 45°; a 27° lunga serie di uova che porta il funzioni del software, frammenti di videogiochi unire il resto di cioccolato suo nome, un uovo di platino all’interno di prodotti Office, per esempio. Uno specie di per arrivare a 31°. Inutile dire smaltato bianco che conteneva firma ludica del progettista, che di certo vuole strappare della necessità di un buon un altro uovo, dentro il quale un sorriso durante il lavoro. termometro da pasticcere! una riproduzione della corona A questo punto si riveste lo imperiale ed un pulcino d’oro, stampo e una volta ottenute dono dello zar Alessandro per due mezze uova le si unisce saldando i bordi, non prima di la zarina Maria. Da lì in poi le uova di Pasqua non furono aver messo dentro una sorpresa. Semplice no? ◆ più le stesse: bisognava avere la sorpresa! Nel frattempo il sono, in ordine sparso: pizza cresciuta (personalmente non so scegliere se la preferisco con il cioccolato o con il salame, quindi alterno l’uno all’altro in quella festosa confusione di sapori del giorno di Pasqua), pizza di formaggio, salame (in genere corallina), cioccolato a tocchettoni, colomba in varie versioni, caffè, succhi di frutta, vin santo. Recentemente, hanno trovato posto anche casatiello, pastiera, fiadoni. Non dimentico nulla? Ah si, le uova di cioccolato! Beh, per me sono l’incarnazione della festa: con quegli incarti luccicanti e rumorosi, il vano tentativo di sciogliere il nodo del laccetto e l’intervento provvidenziale di una lama. Una volta nudo l’uovo è come una rivelazione, la superficie liscia e brillante, il profumo suadente, la sua perfetta armonia. Poi c’è qualcosa in più... la sorpresa. Alzi la mano chi non è rimasto almeno una volta deluso dal portachiavi, ciondolo o anello che ha trovato Uovo d’autore Pittori, musicisti cantanti, chef e designer interpretano 60 uova di struzzo che diventano oggetti d’arte per la collezione di Marella Ferrara, tra gli altri Carmen Consoli con il Mandolovo, rimando al mandolino e ai ricordi legati al padre, il N’Uovo Spartito diNicola Piovani, il Giovane Struzzo di Franco Battiato o il Cavaliere Inesistente di calviniana memoria del puparo Fiorenzo Napoli. “Uova d’autore” fino al 29 maggio MF Museum & Fashion, Museo Biscari Via Museo Biscari, 16 Catania 84 M AGA ZINE pasqua è nell’aria Se credete che sia più facile andare da un buon artigiano, vogliamo segnalare alcuni indirizzi preziosi. Gay-Odin Famosissimo per Foresta, meraviglioso tronchetto di cioccolata a sfoglie, Gay-Odin propone per pasqua uova e animali di cioccolato: gallina, gallo, pecora, oltre a diversi tipi di uova. www.gayodin.it Napoli Via Vetriera 12, tel. 081.417843 Milano Via S. Giovanni sul Muro 19, tel. 02.39663509 Roma Via Antonio Stoppani 9, tel. 06.80693023 Guido Gobino Una collezione straordinaria di uova di Pasqua con decorazioni artistiche, in più lo Smart Egg con doppia sorpresa: quella tecnologica nell’uovo e quella da scoprire fotografando il QR code stampato su una cartolina da collezione; e l’Uovo Truly Design, ispirato al murales realizzato da Truly Design, con confezione in serie limitata e numerata, stampata artigianalmente in serigrafia, e autografata sia dallo studio Truly Design, sia da Guido Gobino. www.guidogobino.it Torino Via Cagliari 15/b, tel. 011.2476245 - Fabbrica Torino Via Lagrange 1, tel. 011.5660707 Milano Corso Giuseppe Garibaldi 39, tel. 02.89096601 Moriondo e Gariglio Cioccolateria artigiana di tradizione torinese che dalla fine dell’ottocento si è spostata a Roma. Una bottega dal sapore antico, con scaffali in legno scuro e pareti rosse per un prodotto di grandissima qualità. Roma Via del Pie’ di Marmo 21, tel. 06.6990856 S.A.I.D. - La fabbrica del Cioccolato il Regno del Tiramisù Laboratorio, negozio, caffè, ristorante. Uno dei migliori esempi di recupero architettonico: la vecchia fabbrica di cioccolato, datata 1923, è ancora riconoscibile negli ambienti vintage di grande stile, nei mobili e negli oggetti restituiti a nuova vita. Oggi si viene qui per comprare il cioccolato artigianale, ma anche per una pausa pranzo, il tè, l’aperitivo, la cena. Da vedere. www.said.it Roma Via Tiburtina 135, tel. 06.4469204 Via della Croce, 82 - Tel. 06 69941752 Piazza di Spagna Via Albalonga, 7B-9-11 - Tel. 06 7000418 San Giovanni Via Cassia, 8B-8C - Tel. 06 3333488 Ponte Milvio www.barpompi.it Ph James Taylor Merenda a Casa BartheL C’ C’ Accanto al salone del gusto fiorentino un evento collaterale racconta il food lifestyle “fuoridiTaste” di Fulvia Battiloro - ph Mediasail è un luogo a Firenze dove, in occasione della kermesse che Pitti Immagine dedica nel mese di marzo alle eccellenze del gusto e dei foodies, non si può prescindere dal fare un salto. Si trova nel centro storico, in via dei Serragli 234/r, e si chiama Riccardo Barthel. Il richiamo è forte sin da quando si entra nella Stazione Leopolda, il gotha del cibo di qualità, dove Barthel firma tutta l’area dei Taste Tools, cioè degli accessori di food & kitchen design. Ogni arredo è studiato per esaltare le caratteristiche di ciascun prodotto, dai tessuti italiani in cotone e misto/lino di Tablecloths, all’estetica dei cristalli Zalto, allo stile tra il fusion e il pop delle collezioni di Mario Luca Giusti. Vecchi mobili, banconi, credenze, scaffali e seggiole, realizzati in legno o ferro, molti recuperati nei più caratteristici mercati d’Europa, rappresentano la cifra artistica e artigianale della Riccardo Barthel e della sua originale vocazione al restauro, sviluppatasi nel tempo nella più ampia progettazione e realizzazione di arredi per interi ambienti. Usciti dalla Leopolda per recarsi all’evento fuori salone organizzato dai Barthel e arrivati al negozio, dalle vetrine viene subito incontro la più piacevole delle emozioni, quella di trovarsi di colpo a casa. Entrando, l’odore di lavanda e di legno avvolge in una sensazione di benessere. Visitando poi la bottega durante questa sensoriale settimana del gusto, lo stupore si amplifica a dismisura. Quest’anno, a Taste 7, Riccardo Barthel ha preparato una sorpresa per i visitatori allestendo un nuovo spazio espositivo interamente dedicato alla cucina. Durante “Merenda a Casa Barthel”, con torte al cioccolato appena sfornate, sono stati svelati tutti i dettagli di un ambiente apparentemente classico ma assolutamente contemporaneo nel gusto e nella funzionalità, ricco di dettagli molto curati dovuti alla realizzazione artigianale, con una particolare attenzione all’ambiente grazie ad elettrodomestici di alta qualità, dall’abbattitore di temperatura Irinox al bio tritarifiuti e compattatore Texa all’erogatore di acqua a 100° Quooker. Tra le più sofisticate tecnologie proposte per l’uso domestico. Sì perché l’attenzione all’ambiente è principio indiscusso di famiglia, la cui filosofia “no waste” porta in primo piano il recupero di oggetti e materiali, per rivitalizzarne il ciclo di vita e adattarli a nuovi scopi. Nell’ottica ‘zero sprechi’ nasce l’idea di realizzare in cortile il mercato alimentare a km zero Ortobello® sempre in occasione di “fuoridiTaste”. Un’altra chicca Barthel assolutamente imperdibile ◆ 88 89 M AGA ZINE Vigneto_favignana Prima vendemmia a Favignana wine M AGA ZINE L Grazie al Progetto Insulae di Firriato, la viticultura eroica del mare diventa la nuova sfida dell’importante azienda siciliana di Monia Innocenti - ph © Firriato - Foto di Giulio Mariottini L a Sicilia è una terra di sorprese: è un continuo scoprire, evolversi, cambiare, cercare. È una terra fertile da ogni punto di vista, nonostante quell’immagine arida che a volte viene in mente quando si pensa alle sue terre. Il mare, le spiagge, le persone, la cucina, le montagne, le città, l’Etna, la neve, il caldo soffocante, la cioccolata, i paesini, le granite, le arance. Il vino. Questa regione ha una tradizione vinicola imponente ma non si accontenta: i produttori non si arrendono, non si fermano neanche di fronte a condizioni proibitive e creano sempre nuovi progetti che danno vita a prodotti straordinari. È il caso di Firriato, nota azienda agricola che, puntando su un territorio unico ed irripetibile, ha sviluppato il Progetto Insulae nell’isola di Favignana. Ad un secolo dalla sua scomparsa, Firriato ha riportato la vite sulla maggiore delle Egadi e a settembre scorso ha concluso la prima vendemmia, raccogliendo i frutti di quattro anni di lavoro nei cinque ettari di vigneti, nel versante centro-sud dell’isola. Il Progetto Insulae è iniziato con l’acquisizione della Tenuta di Calamoni e tutte le fasi della programmazione sono state concepite per raccogliere una materia prima di assoluto valore enologico per la produzione di vini di nicchia, di alta qualità e di immagine. I vigneti sono localizzati a pochi metri dalla scogliera di Calamoni dove i suoli sabbiosi di natura calcarea sono molto fertili e caratterizzati da una pietra di origine marina ricca di carbonato di calcio e fossili. Le viti, collocate tra rocce affioranti di tufo e sabbia rossa, sono state installate in due aree attigue ed allevate ad alberello, un sistema tradizionale della viticultura delle isole minori della Sicilia e adatto a sopportare le condizioni ambientali marine e la forza del vento. Nel vigneto, inoltre, sono stati realizzati impianti di irrigazione per i giorni più caldi. Nella tenute sono state impiantate varietà autoctone a bacca rossa e bacca bianca: Nero d’Avola Perricone, Grillo, Catarratto e Zibibbo. I vigneti, che distano pochi metri dalla scogliera, godono di una ventilazione marina costante che, facilitando il gioco delle escursioni termiche tra giorno e notte, garantisce il raggiungimento ottimale della maturazione dei grappoli e l’accumulo di sostanze aromatiche nelle bucce. Inoltre il “Favonio”, il vento di ponente che caratterizza il clima mite e asciutto dell’isola, difende naturalmente le piante e le uve dagli attacchi di muffa e dai parassiti. “Il mare - spiega Vinzia Di Gaetano, amministratore delegato Firriato - ha un’importanza fondamentale nel forgiare le proprietà organolettiche delle uve donando un bagaglio di componenti saline e minerali di sicuro pregio. Da Favignana - conclude - ci aspettiamo vini di grande qualità e personalità. Siamo sicuri di ottenere prodotti autentici fortemente legati al territorio, con sentori fruttati, freschi, sapidi, con quest’ultima caratteristica che sarà più esaltata dando ai vini di Favignana una unicità irripetibile”. E noi le crediamo ◆ Vinzia Firriato Etna Tenuta di Cavanera DOPO 100 ANNI, TORNA LA VENDEMMIA A FAVIGNANA Giardininterrazza Parco Pensile dell’Auditorium Parco della Musica, 18 - 20 maggio 2012 L’ ’ L Auditorium Parco della Musica ospita per il secondo anno consecutivo Giardininterrazza, manifestazione dedicata a terrazzi, balconi e giardini. Dopo i 15.000 visitatori del 2011, da quest’anno la manifestazione è parte integrante del Festival del Verde e del Paesaggio insieme ad altre iniziative ed eventi speciali. Mostra-mercato che vede il coinvolgimento di selezionati vivai (anche piante rare), artigiani, designer e aziende di arredamento da esterni, Giardininterrazza include il percorso delle Follie d’Autore, sette opere realizzate da altrettanti affermati paesaggisti, e gli allestimenti dei Balconi, lavori realizzati da neo-laureati in architettura. Nella sezione Nuovi Paesaggi, saranno inoltre presenti progettisti che offriranno consulenze e soluzioni creative per giardini e terrazze, ma anche semplicemente un balcone o solo un davanzale. L’Auditorium Parco della Musica integra il suo ampio programma artistico e culturale con questo appuntamento, dal 18 al 20 maggio, ospitandolo nella cornice superiore del Parco Pensile, l’area poco esplorata al di sopra della cavea, che regala uno sguardo inedito sulla capitale. Lungo il chilometro di passeggiata i musicisti dell’Accademia Filarmonica Romana e le loro jam session intratterranno il pubblico, che potrà inoltre godere dei video documentari sul tema del paesaggio, e di installazioni d’arte rese possibili grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma. Per i più appassionati corsi organizzati da scuole di giardinaggio ◆ www.giardininterrazza.com 92 M AGA ZINE Legno ed ecologia, riscoperta dei valori, comunicazione Quattro passi all’aperto Intervista all’artigiano/designer Francesco Amoroso di Valentina Falcinelli Qual è stato il tuo percorso formativo? Ho lavorato e lavoro tutt’ora nella falegnameria di famiglia. Ho approfondito studi nel mondo dell’arredo di interni. Crescendo ho cominciato a sperimentare, ad azzardare lavori con dettagli e forme nuove commissionati dai clienti più fiduciosi. I risultati positivi accrescevano in me la passione per il mio lavoro e l’amore per il legno e le sue forme naturali. Le collaborazioni con architetti in gamba, le numerose fiere del settore che ho visitato e soprattutto la mia curiosità hanno contribuito a farmi arrivare a oggi con un bagaglio interessante di opere private realizzate. Inoltre, mi hanno dato la possibilità di inventare sempre cose nuove con attenzione ai cambiamenti. Quali materiali prediligi e perché? Sicuramente il legno. Quando realizzo un bel mobile immagino di allungare la vita all’albero a cui è stata tolta quella naturale. Il legno fa parte di noi, ci accompagna in ogni cosa per tutta la vita, addirittura fino alla fine. Il vetro subito dopo, materia “leggera” e trasparente. Qual è il progetto a cui sei legato di più e perché? Qubb è il mio progetto più ambizioso. Legno ed ecologia, riscoperta dei valori, comunicazione, tutto in un piccolo dono. A volte mi chiedono a cosa serve e ho quasi voglia di non rispondere più a questa domanda. L’insensibilità e la mancanza di comunicazione sta distruggendo il nostro pianeta. Qubb nasce dall’esigenza di riutilizzare il legno, con Impatto Zero è diventato più importante, il resto è possibilità di lasciare un messaggio a una persona cara, senza passare per mezzi impersonali come mail o sms. Chi regala Qubb, regala un’emozione. Vorresti vedere una tua creazione in casa di...? Posso dirne due? Obama e mia mamma, che oltre a dimostrarmi interesse è una signora qualunque. Sarebbe magnifico. C Un oggetto entra nella storia del design quando...? Non penso ci sia un solo motivo. Per me il design deve essere alla portata di tutti. Chiunque deve avere la possibilità di godere di una cosa bella e funzionale. Ci sono troppe differenze sociali al mondo che quando ci penso mi viene da piangere nel pensare che c’è chi ha in abbondanza e chi non ha niente, chi muore per obesità e chi muore senza cibo. Non volevo uscire dal seminato, è solo per dire che l’innovazione deve essere per tutti e non per pochi eletti. L’oggetto di design più bello? Quello più utile? Quello più inutile? Quello che vorresti portasse la tua firma? Più bello Ferrari Testarossa del 1985 ma potrei dire Vespa o Citroen DS special del 1970; più utile la penna Bic e il Water; più inutile sono la maggior parte di lampade che esistono al mondo. La mia firma? Vorrei fosse legata al tavolo Ripples di Horm di Toyo Ito del 2004. Hai un blog o un sito personale? www.mondoqubo.it ◆ promo Da cosa nasce la tua passione per il design? Penso di averla avuta dalla nascita. Fin da piccolo ero affascinato dalle forme particolari della natura e degli oggetti. Sono stato fortunato ad averla scoperta. on la Pasqua si entra ufficialmente nella bella stagione, e la voglia di uscire dalla città per trascorrere qualche ora all’aria aperta si fa sempre più forte. Bastano pochi minuti di macchina dopo l’ufficio per giungere a destinazione, e godere, magari, delle ultime ore di luce immersi nella natura. Basta dare uno sguardo al parco: otto ettari rigogliosi in ogni stagione dove lo sguardo trova finalmente un panorama libero dai palazzi della città. In un tale scenario è impossibile non trovare immediatamente il buonumore, confortati da sapori veri, con un menu che è un inno alla grande tradizione della cucina italiana, dove emergono con forza i sapori di una materia prima scelta con cura ed elaborata con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta alla griglia, senza tralasciare una bella scelta di dolci, un goloso carosello che non poteva certo dimenticare la pizza cotta nel forno a legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento musicale. Il corvo allegro infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista sul parco, anche uno spazio disco pub, perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi, e quelle serali dei più grandi: basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e di vacanza. Il corvo allegro Seven Hills Village Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751 (dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana Domenica aperto anche a pranzo [email protected] - www. ilcorvoallegro.it Floral design L’arte di comporre sculture con fiori e piante: una lunghissima tradizione che oggi approda allo stile contemporaneo L L a storia della composizione floreale comincia nel rinascimento, quando si sviluppa l’interesse per la natura e la sua estetica (fino ad allora fiori e piante erano considerati essenzialmente per le proprietà officinali). Le prime tracce di estetica floreale si ritrovano nelle pitture fiamminghe e nelle nature morte di Caravaggio, ma sarà con Rococò e Liberty che il fiore diventa protagonista della casa e dell’architettura, anche grazie alle influenze orientali. È infatti l’arte giapponese dell’Ikebana a costruire programmaticamente una filosofia e un’estetica compositiva, che ancora oggi incontra il gusto moderno per la sua raffinata stilizzazione. Avvolta dal fascino della leggenda, l’ origine dell’ ikebana è legata alla favola di due monaci Buddhisti che camminando in una foresta videro degli steli di fiori abbandonati sul selciato. Mossi da compassione verso la sofferenza di una tanto delicata bellezza, li raccolsero e li deposero in una ciotola d’acqua. Era così nata la prima composizione floreale. Come per qualsiasi opera d’arte tridimensionale, quella floreale ha a che fare con l’occupazione dello spazio, l’armonia delle forme e l’equilibrio dei colori. Accanto ai principi estetici, esistono poi ovviamente regole tecniche che permettono di utilizzare la delicata materia prima in questione e di conservarla più a lungo. Oggi sul mercato sono reperibili infinite tipologie di fiori in innumerevoli varianti di colore; la creatività può quindi svilupparsi all’infinito. La regola base del floral design contemporaneo parte dalla selezione di uno specifico elemento naturale per poi assecondarne la personalità enfatizzandone le caratteristiche. Spesso la semplicità è la chiave più efficace, a patto di mantenere equilibrio di forme e volumi. Importante in questo senso la ‘valenza’, cioè l’importanza visiva del fiore, data da peso, robustezza e foma di foglie e bocciolo. Fattori che determinano il risalto di un elemento rispetto ad un altro, insieme ovviamente ai cromatismi. Un’arte dell’effimero, ma di grande importanza, dal momento che atmosfere e suggestioni evocate dagli arredi floreali segnano il carattere di eventi e cerimonie, rendono più accoliente la casa e caratterizzano anche la più semplice delle tavole apparecchiate. D.C. N N Anziché rivolgervi a fioristi esperti, potete cimentarvi nell’arte della composizione floreale seguendo appositi corsi. Diversi anche quelli online, con tanto di tutorial in video, come ad esempio quello di Guido Cerini, fiorista esperto di floral design da oltre 30 anni: www.composizionefloreali.it piante del sogno IL NARCISO elle Metamorfosi, Ovidio narra di un bellissimo giovane che innamoratosi della propria immagine riflessa, si strugge per essa fino a morirne. Tal fu il destin del vaneggiante e vago vaneggiator dela sua vana imago, scrive Giambattista Marino. Ma poiché in quel crudele destino, come in tutti i racconti mitologici, c’è lo zampino degli dei, il corpo senza vita del fanciullo si trasforma in un fiore, giallo al centro e tutt’intorno bianchi petali profumati: il narciso. In virtù della leggenda, questo bel fiore di primavera che germoglia nei luoghi umidi e nelle prode ombrose, diventa simbolo di egoismo, di amore per se medesimi e di stupidità. Povero Narciso, vittima di se stesso per l’eternità! La sua cattiva fama tanto lo precede che, verso la fine dell’Ottocento, la scienza ha denominato narcisismo una patologia dell’anima che si manifesta come ripiegamento sull’Io della libido sottratta ai suoi investimenti oggettuali. Il Narciso del mito era maschio ma il disturbo narcisistico non risparmia neppure le femmine. Dunque, donna o uomo che siate, se nel vostro sogno dovesse comparire questo fiore, state in guardia, potreste fare brutti incontri e innamorarsi di un Narciso non è una bella esperienza! Oppure guardatevi allo specchio: il narciso del sogno potreste essere proprio voi ◆ Renata Biserni Psicoterapeuta-Psicodrammatista [email protected] 97 M AGA ZINE BOUGIE D’AUTORE Il fuoco è la fonte di illuminazione ‘artificiale’ più antica e suggestiva, la candela ne conserva il magico e intramontabile fascino portando nelle case di oggi luce ed atmosfere d’altri tempi di Donatella Codonesu Decalogo di istruzioni per l’uso L L a nascita della candela sembra risalga alla Grecia del IV-V secolo a.C., è facile immaginare come questa fonte luminosa cambiò la storia dell’umanità e quindi divenne presto anche simbolo di fede e di salvezza per il Cristianesimo. Oggi la cereria più antica del mondo si trova a Parigi, dove fu fondata nel 1643 dal commerciante Cire Trudon. La manifattura, che nel diciassettesimo secolo, sotto Luigi XIV, divenne una vera e propria industria con il nome di “Manufacture Royale de Cire”, utilizza da allora gli stessi tipi di materiali naturali a garanzia di una luce calda e pulita. I contenitori in vetro provengono da sempre dalle manifatture artigianali di Vinci, in Italia. La cera naturale è l’ingrediente fondamentale, debitamente lavata, filtrata e purificata dalle impurità e unita allo stoppino di puro cotone. La limpidezza della materia prima correttamente lavorata garantisce infatti la luminosità della candela ed il suo sciogliersi regolare. 1 2 La storia di quest’azienda segue quella della Francia, sopravvivendo alla Rivoluzione (il motto reale che sigillava i prodotti venne nascosto) ed arrivando all’Esposizione Universale del 1889, quando vinse una medaglia d’oro. Oggi i suoi prodotti sono diffusi anche all’estero, sono tutte candele naturali profumate, che racchiudono un segreto: la cera contiene esclusivamente elementi naturali ed è miscelabile con qualunque profumazione. “Le api lavorano per Dio e per il re” è lo storico motto della Maison Trudon, ma la cera si può ottenere anche da altri materiali portati al punto di fusione e oggi normalmente le candele in commercio sono fatte di paraffina, sostanza stabile e quindi a basso impatto ambientale, che deriva dalla raffinazione del petrolio. Lo stoppino è invece sempre di cotone, ma grazie a tecniche complesse viene trattato e tessuto in mille modi differenti, adatti alle specifiche forme e colori, perché ciascuna candela bruci senza né fumo né colature. 3 4 5 6 7 8 9 10 far bruciare la candela finchè la superficie è interamente sciolta per conservare l’aroma non tenerla accesa per oltre 3 ore e, dopo averne consumato un terzo, solo per 1 o 2 ore farla solidificare prima di riaccenderla non cosumarla interamente se appare fumo nero pulire lo stoppino e lasciarlo fuori per massimo 6mm non lasciarla incustodita o vicino a materiali infiammabili proteggere la superficie di appoggio evitare di esporre la fiamma a correnti d’aria non lasciare residui di fiammifero o altro all’interno della candela non soffiare nè usare acqua per spegnerla Anche in Italia esistono cererie storiche, relativamente più recenti, come la trentina Giovannelli di Fontanedo, nata nel 1744, o come la Graziani di Lorenzana (Pisa), del 1805: ad entrambe è stato conferito uno speciale riconoscimento in occasione delle manifestazioni per i 150 anni dell’Unitá d’Italia. Nel cuore di Roma, a Trastevere, si trova invece la Cereria di Giorgio, che ‘solo’ dal 1908 produce candele liturgiche per le numerose chiese romane e che oggi propone oltre 5000 articoli diversi, realizzati nel rispetto ambientale con paraffine selezionale e colori senza piombo. Un modo diverso per arredare con ‘oggetti di luce’ che aggiungono fascino ad ogni angolo della casa ◆ www.ciretrudon.com www.graziani.net www.cereriagiovanelli.it www.cereriadigiorgio.it LUCE DI STAGIONE Ecco un modo per personalizzare con un tocco marino la lanterna St. John Bays: aggiungendo sabbia e conchiglie all’interno! Ma il portacandela è adatto a tutte le stagioni, basta arricchirlo con fantasia o lasciarlo al naturale. www.rivieramaison.com ELEGANZA HOME MADE Alcuni suggerimenti per ravvivare il proprio giardino o terrazza con lanterne e portacandele dalla natura e l’ispirazione differente, ma sempre all’insegna del bon ton Sono realizzate e dipinte a mano le lanterne Sahara del marchio SIA home fashion, disponibili con due diametri diversi (21 e 12 cm). www.sia-homefashion.com ROMANTICISMO NOTTURNO Disposte una accanto all’altra, le lanterne Niki di Abhika, in vetro e metallo cromato, regalano a quest’elegante ambientazione un tocco di romanticismo in più. Lo specchio d’acqua rimanda sapientemente i riflessi delle candele accese. www.abhika.it SCELTA NATURALE Un candido intreccio di bambù laccato dà vita alle lanterne della collezione Bamboo del brand Atipico. Si possono scegliere in sei varianti di colore e in quattro differenti tipi di intreccio e dimensione. Nella foto, il modello Mekong. www.atipiconline.it GUSTO ORIENTALE Leziose e orientaleggianti le lanterne in metallo del marchio Novità, qui presentate in due misure diverse e nelle versioni rosaturchese e azzurro-turchese. www.novita-import.it LAVORAZIONE IN FERRO Spicca accanto ai due vasi la ricercata lanterna Carla di SIA home fashion, fatta a mano in ferro nel colore marrone. Il portacandela è in vetro. www.sia-homefashion.com BRIO E COLORE Vivaci nello stile e nella colorazione le lanterne in ceramica dell’azienda Villa D’Este Home. Sono l’ideale per ravvivare il look delle tavole estive all’aperto e per illuminare angoli di terrazze e giardini. www.villadestehome.it SEMPLICITÀ SENZA TEMPO Com’è tipico del suo DNA, il marchio Ikea propone un portacandela dalla linea essenziale e sobria. La lanterna Mörkt, con base in metallo e di color argento, è adatta sia per gli interni che per gli esterni. www.ikea.it L.N. PUNTI LUCE CHIC Alte e slanciate le due creazioni di Maisons du Monde. Oltre a portare la luce in giardino, rappresentano anche due raffinati elementi decorativi. www.maisonsdumonde.com 100 M AGA ZINE www.biodesignpools.com una piscina naturale e biosostenibile I promo I l biolago è un bacino ornamentale d’acqua dolce in cui è possibile bagnarsi ed allo stesso tempo essere parte di un ecosistema naturale integrato perfettamente con il paesaggio circostante. Questo tipo di piscina naturale è caratterizzato dall’assenza di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua e dall’utilizzazione, invece, di un sistema naturale di filtrazione (fitodepurazione). Per questo, nella creazione di un biolago, non è applicabile la normativa che di solito vige per le piscine e che prevede una quantità minima di cloro, che in questo caso comprometterebbe le piante e l’ecosistema naturale che si viene a creare. Le uniche normative da rispettare riguardano la conformità degli impianti e la redazione di una DIA, prima di iniziare i lavori, come per una normale piscina. Per rendere più attraente l’ambiente naturale che si viene a creare, è possibile inserire intorno al perimetro del biolago o sott’acqua degli apparecchi illuminanti, chiaramente resistenti all’acqua ed all’umidità, che valorizzino la vegetazione. Andando a creare un ecosistema bilanciato, dopo poco tempo il fondo e le pareti del biolago risulteranno ricoperte da microscopici organismi, che le renderanno un poco scivolose oppure potranno crearsi alcuni tipo di alga a filamento lungo; è possibile eliminarle togliendole manualmente oppure tramite l’utilizzo di prodotti atossici. Oltre che per il proprio personale piacere di bagnarsi in esso, la realizzazione di un biolago può essere legata a differenti motivazioni. Può essere ad esempio utilizzato per itticoltura, per bonificare una determinata area o per ritenzione idrica. Specialmente quest’ultima motivazione trova riscontro nel fatto che negli ultimi anni sul nostro territorio le precipitazioni piovane sono diminuite fortemente, ed è da riconoscere a questa particolare piscina naturale la capacità di creare nell’area circostante un microclima capace di mitigare inverni rigidi ed estati torride ◆ www.cafelab.it rivenditore autorizzato strutture in legno, strutture in alluminio, tende da sole, tende tecniche e arredamento da giardino Via di Santa Cornelia, 5/a - Zona Industriale Formello (RM) - Tel. 06 90400430 - Fax 06 90405016 [email protected] - www.sun-solutions.net 103 M AGA ZINE Biopiscine: ecosistemi balneabili Acqua dolce e pulita naturalmente, senza l’uso di prodotti chimici, in cui immergersi assaporando il piacere di trovarsi in un’oasi per la flora, la fauna e l’uomo di Loriana Nei BACINI D’ACQUA VIVENTI Sopra, ammiriamo un “mare” di splendide ninfee; sotto, due giardini acquatici ricchi di piante e sfumature. Due luoghi di benessere interiore e sviluppo floristico, in cui l’acqua è resa pulita mediante la fitodepurazione. I progetti di biopiscine fotografati sono stati realizzati da Blu Due Piscine. www.bludue.it INTEGRATA ALL’AMBIENTE CIRCOSTANTE Il mare all’orizzonte è il degno coronamento di questo splendido scorcio mediterraneo. Ma è l’incantevole piscina Biodesign in primo piano la vera protagonista di questo quadro naturale. Dal punto di vista tecnico, il rivoluzionario brevetto Biodesign si spiega così: il processo costruttivo prevede un rivestimento in granulato di pietra naturale plasmato a mano su un sistema di reti strutturali, il tutto posato sopra uno strato impermeabilizzante molto elastico. Risultato: una grande solidità strutturale e un’impermeabilizzazione incredibilmente elastica. Rocce, sabbia, alberi e acqua: ogni elemento si fonde in maniera spontanea. www.biodesignpools.com LA NATURA IN SCENA In un biolago le piante acquatiche sostituiscono l’uso del cloro e convivono con i microrganismi. Affinché l’oasi naturale funzioni nella maniera ottimale, una parte dello specchio d’acqua deve essere riservata all’uomo per la balneazione e un’altra zona alle piante e ai microrganismi che garantiscono la purificazione dell’acqua. Nella foto sopra, un progetto a opera di Vera Luciani a Pavia; nell’immagine a lato, una realizzazione di Vera Luciani nella frazione di Ponte a Poppi, in provincia di Arezzo. www.lucianigiardini.it ACQUA LIMPIDA E PURA Nella sede di Piscine&Natura, a Bergamo, è stata realizzata una biopiscina con funzione sperimentale e dimostrativa, con lo scopo di permettere agli interessati di provare la sensazione di benessere che deriva dal nuotare in un’acqua naturale, non trattata chimicamente, completamente circondati da piante acquatiche. Nella foto, osserviamo il dettaglio di un bellissimo fiore di loto presente nella piscina. www.piscinenatura.it 106 M AGA ZINE Le carezze del legno Camminare scalzi intorno alla piscina o nel proprio spazio outdoor, avvertendo una sensazione di piacevolezza e calore ineguagliabili. Perché il legno è una garanzia, anche nei pressi dell’acqua di Loriana Nei LEGNO DA VIVERE Nell’ambito di un intervento di ristrutturazione all’insegna dell’equilibrio e del rispetto della natura, l’architetto Raffaella Zizzari ha scelto per la pavimentazione intorno alla vasca il decking teak di Alberani Parketti, accogliente e affidabile, caratterizzato da listoni lunghi e stretti. www.alberani.it IL FASCINO DEL DECKING FACILE DA MONTARE È pratico e inalterabile nel tempo il Quadrotto in carpino termotrattato di Legnoluce, che si può assemblare e rimuovere con un semplice click. Il materiale è proposto in una tinta calda ottenuta senza l’ausilio di chimica o di vernici. www.legnoluce.it Ideale per la pavimentazione di bordi piscine, terrazze, camminamenti, balconi, patii, logge e rivestimenti esterni, il decking presentato da Parchettificio Garbelotto risulta elegante e resistente. Nella foto vediamo la versione realizzata con tavole di Ipè Lapacho. SOLUZIONI PER OGNI NECESSITÀ Un’altra proposta di decking firmata da Parchettificio Garbelotto, questa volta costituita da tavole in Termo Teak. Il prodotto è disponibile in due versioni: a listone tradizionale oppure in tavole precomposte a quadro o accoppiate con supporto in resina ad incastro, per una posa a scacchiera o a correre. www.garbelotto.it www.binacci.it BINACCI. ARIA DI PRIMAVERA. LEGNO FUORI DALL’ORDINARIO Ravaioli Legnami punta sul legno Kebony, reso più resistente e stabile rispetto a molti legni tropicali attraverso una lavorazione brevettata, naturale, e a zero impatto ambientale. Il legno Kebony proviene solo da foreste certificate e a rapidissima riproduzione. INNOVAZIONE GARANTITA A riprova della qualità del legno Kebony, qui impiegato per il rivestimento di un solarium intorno a una sinuosa piscina, l’azienda Ravaioli Legnami offre una garanzia del produttore di 20 anni contro la marcescenza. www.ravaiolilegnami.com DESIGN MINIMALE Listotech® rappresenta una novità nel panorama dei rivestimenti per esterni. Si tratta di un sistema di moduli lineari precompressi, uno stone decking di nuova generazione, nato per arredare e decorare con armonia le aree en plein air, e che assicura una durata illimitata nel tempo, anche in assenza di manutenzione. www.listotech.it Binacci è bello tutto l’anno, ma a Primavera diventa davvero irresistibile. Tutti i migliori marchi dell’arredamento Made in Italy a condizioni d’acquisto super vantaggiose, uniche in Europa, e una qualità del servizio pre e post vendita che non ha eguali. Fate un salto da Binacci e scoprite quanto è bella Roma in questa stagione. Via Tiburtina 440 Via C. Colombo 440/F CENTROCUCINE Via Anagnina147 111 M AGA ZINE LE GRANDI STAR DEL DESIGN DANNO LUCE AI SALONI Come ogni anno Milano, con il ‘suo’ Salone Internazionale del Mobile che si svolge dal 17 al 22 aprile, diventerà la capitale del design e del glamour M di Vittoria di Venosa M entre iSaloni, l’evento fieristico che con la sua più ampia offerta merceologica ha già registrato il tutto esaurito di espositori occupando i padiglioni di Fiera Milano a Rho, in città si impazzirà per il FuoriSalone che di fatto si è impossessato delle diverse zone ‘calde’ della Milano Design Week che, dalla più conosciuta Tortona District alla centralissima Brera Design District, cuore pulsante della città fino all’alternativo circuito Lambrate/Ventura situato nella zona Nord Est, vibrerà con proposte di creatività, qualità, sperimentazione e contenuti. Al via dell’edizione 2012 tutto il comparto del settore design si è sbizzarrito a creare nuove espressioni di forma per vivere in armonia la nuova convivialità dell’abitare tra culto e benessere. Infatti quest’anno si svolge anche EuroCucina, con proposte di cucine funzionali e oggetti per la cultura della tavola, e il Salone Internazionale del Bagno con una vasta offerta di accessori e mobili per il bagno, sanitari, vasche da bagno e idromassaggio. Parola d’ordine: rispetto per l’ambiente e impiego di materiali naturali quali marmi, onici, ardesie e pietre naturali. Unica trasgressione l’utilizzo dell’affascinante Corian, materiale composito tralucente inventato da DuPont, che fa ‘attraversare’ la luce e impiegato dalle più importanti aziende di design per il bagno e la cucina come, ad esempio, la nuova collezione di vasche Medea realizzata da Antoniolupi (design Nevio Tellatin) dalle linee minimali e leggere e geometria pulita, ritenuta la vasca più sottile al mondo. Sempre nel settore bagno ecco la nuovissima collezione di ceramica e mobili da bagno Citterio per Pozzi-Ginori, nata da un progetto di Antonio Citterio con Sergio Brioschi, ideato da Sanitec, gruppo leader europeo di soluzioni bagno di cui Rossana HD23 Pozzi-Ginori fa parte. Un progetto trasversale che si fonda sull’idea di realizzare un bagno raffinato e funzionale. Con Babele di Glass, una collezione di vasche e hammam domestici con getti nebulizzanti disegnata Lucidi Pevere, due giovani emergenti designer, il cui risultato è la contaminazione tra creatività e innovazione. Nell’ambito di Eurocucina le maggiori novità sono presentate da Dada, divisione Molteni&C, che ha rinnovato la Hi-Line 6 di Ferruccio Laviani dalla rigorosa geometria con tanti ripiani per contenere o esporre tutto in perfetto ordine così come la cucina HD 23 di Rossana, disegnata da Massimo Castagna, si evolve con volumetrie di grande capienza. Novità assoluta è rappresentata da LaCucinaAlessi byValcucine firmata dall’architetto olandese Wiel Arets che abbina alla qualità artigianale espressa da Valcucine la creatività di Alessi, due realtà italiane che hanno fanno dell’eccellenza il loro costante impegno. Concepita espressamente per il mondo del contract il designer ha ideato un monoblocco in Corian Glacier White caratterizzato dalla totale assenza di giunzioni a vista. Dopo bagno e cucina entriamo nel cuore della casa con arredi sempre più glamour proposti da aziende che hanno ‘inventato’ il made in Italy quali Driade, Moroso, Flexform, Zanotta, B&B, Cassina, tanto per citarne alcune. Antoniolupi Medea Vasca in Corian design Pozzi Ginori Collezione Citterio HARRY&CAMILA: CREATORI DI SEGNI E DI SOGNI Kristalia BCN Garden Moroso - Fjord by Patricia Urquiola Da Moroso, che nel frattempo ha festeggiato i suoi primi sessanta anni di attività, ecco le accoglienti poltroncine Fjord di Patricia Urquiola dal taglio allungato e modellato secondo organiche linee curve. Driade poi gioca con i suoi designer che interpretano sedute surreali ispirate al mondo delle favole come l’ultima creazione 36 h di Fabio Novembre ispirata ai suoi fantastici animali sognati nell’infanzia. Più essenziale, invece, il divano componibile Fenix di Ludovica+Roberto Palomba, sempre di Driade dall’esile struttura metallica e purezza di linee. Calia - divano Hip Hop Da Calia lo spazio è percorso dal nuovo divano Hip Hop dove la parola d’ordine è modularità. Non più monolite immutabile ma elemento d’arredo che si trasforma e cambia configurazione a seconda delle esigenze di ognuno. Da Flexform la novità 2012 è rappresentata da una nuova collezione di letti coordinata da Antonio Citterio chiamata Magnum 95 che corrisponde al concept del divano-icona che porta lo stesso nome. La Milano Design Week, la settimana più creativa dell’anno, vi attende per essere protagonisti dei nuovi trend del design ◆ C ph Rainer Hosch C amila, nata in Cile, cresciuta e laureatasi in Messico in Fashion Design e Harry, nato in Olanda e laureatosi in Industrial Design presso la Design Academy di Eindhoven, nel 1994 si incontrano a Milano quando entrambi frequentano un Master presso quella fucina di creatività che è la Domus Academy: un colpo di fulmine per la città che li ha accolti che si trasforma in un doppio legame affettivo e professionale. Prima di fondare la propria società, Harry collabora con Stefano Giovannoni, architetto e designer acclamato (suoi lavori sono esposti al Centre Pompidou di Parigi e al MoMa di New York) e Camila si dedica prevalentemente alla ricerca sulla moda e sul tessile ma è solo nel 1998 che danno vita a Harry&Camila, un progetto nato dalla necessità di interscambio tra la loro vita professionale con la vita personale e viceversa. INSIDER magazine ha incontrato Harry all’ultimo Macef (Salone Internazionale della Casa svoltosi a gennaio) per una breve intervista durante la quale ci ha illustrato le basi della loro progettualità, che sono il risultato di due mondi e due culture diverse: lo spirito libero olandese di Harry e la sensualità latina di Camila. Chi è la mente creativa e chi poi la sviluppa? Principalmente è Camila che, essendo dotata di molta fantasia, è un vulcano continuo di idee che poi io cerco di tradurle in progetto. Driade - 36 h by Fabio Novembre design Flexform letto Magnum by Antonio Citterio Dr.Bubbles on the rocks LOUIS XIV Quando vi siete presentati al Salone del Mobile di Milano come Studio Harry&Camila? Abbiamo fondato il nostro studio nel 1998 e debuttato come Harry&Camila nel 2009 ad un evento del FuoriSalone con una mostra personale in via Solferino, sempre a Milano. Nel frattempo iniziavamo a collaborare con alcune più importanti aziende del design italiano come Alessi, FontanaArte, Casamania, Living Divani, Kristalia, assumendo parallelamente la direzione artistica di TVS, uno dei principali Dedon, divano outdoor indoor Zofa players a livello internazionale nella produzione di articoli da cottura in alluminio rivestiti con materiale antiaderente. Nel 2002 vi trasferite a Barcellona pur lavorando molto con le aziende italiane. Qual è stato il principale motivo? Nel frattempo avevamo avuto una bimba che desideravamo crescesse in ambito mediterraneo. Ma ci spostammo anche per poter sviluppare la nostra attività sui mercati di lingua spagnola, quindi non solo la Spagna ma tutta l’America Latina. Ci parli di quello che considerate il vostro best product. Noi riteniamo lo sgabello BNC progettato nel 2007 per Kristalia il nostro miglior progetto. Si tratta di uno sgabello basculante che ha richiesto un significativo investimento da parte dell’azienda che all’inizio sembrava titubante ma che alla luce del successo di vendita e dei diversi premi ottenuti, è ancora oggi in produzione. Sappiamo che avete partecipato a molti saloni di design e concorsi ricevendo diversi premi. Quali? Tra i diversi premi ricevuti ci piace ricordare, oltre al Good Design Awards di Chicago Athenaeum ricevuto per BNC, anche quello assegnatoci per la Pi Air, una chaise longue sinuosa progettata per Living Divani e per Zofa, una collezione di sedute indoor/outdoor per l’azienda di mobili per esterni Dedon. Quali sono i vostri sogni nel cassetto? Veramente uno ci sarebbe e dovrebbe svilupparsi da un prodotto di successo realizzato per Rosenthal-Studio Line. Si tratta della collezione di vasi Flux, realizzati sia in porcellana sia in rame e in argento. È proprio la forma del vaso che ci ha sempre affascinato e ci piace pensare che con la stessa forma, moltiplicata all’infinito si potrebbe progettare un edificio. I nostri progetti infatti si sviluppano in modo del tutto naturale e sono il risultato di una ricerca costante di sensazioni così come il nostro obiettivo principale è lo scambio culturale e creativo di idee applicate al design: un modo di caricare i nostri oggetti che siano più vicini alla sensibilità umana ◆ A.V.F.
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