interview - Insider Magazine
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M AGA ZINE 1 2 M AGA ZINE EDITORE Insider Srl Largo Messico, 15 - 00198 Roma +39 06 98353089 PRESIDENTE Angela Grimaldi [email protected] S G O E N M N A M I O / A F E R B B I R O A I O RAPPORTI ISTITUZIONALI Alessandro La Rocca [email protected] AMMINISTRATORE DELEGATO Raimondo Cappa [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Francesca d’Aloja [email protected] DIRETTORE EDITORIALE Mariela A. Gizzi [email protected] Cover Eventi Eroici ph Roberta e Francesco Rastrelli COORDINAMENTO REDAZIONE Donatella Codonesu [email protected] 4 PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE [email protected] [email protected] HANNO COLLABORATO Alessandra Vittoria Fanelli Alessandro Pini Alessia Cabib Antonella De Santis Enrico Tonali Fabio Colivicchi Francesco Mantica Gianni Perotti Ian Wallace Laura Mocci Luca Pezzini Luisa Espanet Maria Laura Perilli Monia Innocenti Patrick Burke Stefano De Angelis Valentina Ughi Violante De Palma Vittoria di Venosa William Mattei INTERVIEW WINE TRAVEL 14 20 28 VINCENZO SCHIOPPA MORGENSTER SVIZZERA STAMPA Printer Group Italia Srl www.printergroup.it PROGETTAZIONE E SVILUPPO APP Paolo Carrazza www.cpcagency.it ANNO 6 - NUMERO 42 Periodicità bimestrale gennaio/febbraio 2014 RESORT INTERVIEW FASHION 40 50 72 BELLEVUE PALACE Registrazione presso il Tribunale di Roma al n. 58/2009 del 25/2/2009 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti è vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: INSIDER Srl INGEGNER PERSICO, SWS GREEN POWER PER LA TUA PUBBLICITÀ [email protected] Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana GOURMET ART DESIGN 98 112 120 STREET FOOD www.insidermagazine.it GABRIELA BODIN HOST 2014 Thanks to HARRY’S BAR ROMA www.vanni.it www.caffetomeucci.it www.palombini.it www.barpompi.it www.ristoranteuclide.it www.ristorantedoney.it www.caffeportofino.it www.harrysbar.it www.aquaniene.it www.grancaffelacaffettiera.com www.mondiroma.it www.voy.it www.splendorparthenopes.com www.ilgianfornaio.com 4 5 M AGA ZINE M AGA ZINE HERO Events Ltd Eventi eroici Per Ardua - Ad Infinitum di Patrick Burke e Ian Wallace - ph Roberta e Francesco Rastrelli La libertà della strada - le Alpi Svizzere offrono l’occasione per una fuga ‘open road’ The freedom of the open road- the Swiss Alps offer the chance to escape into the open road HERO Events Ltd B isogna avere attitudini particolari per mettersi al volante di un’auto d’epoca, imbarcandosi in un’avventura a motore su strade sconnesse, lande desolate e luoghi quasi dimenticati dal resto del mondo... E altrettante attitudini particolari si devono avere per creare la macchina organizzativa che fa da quinta a queste avventure, memorabili e adrenaliniche al tempo stesso. Un’associazione spicca tra tutte e sta pianificando la riorganizzazione del settore delle auto d’epoca: i manager del team, forti di esperienza sul campo e background differenziati, possiedono l’entusiasmo e la determinazione necessari a raggiungere i propri ambiziosi traguardi. La loro mission è creare un nuovo scenario in cui gli amatori d’auto possano indulgere nella propria passione, un ambiente in cui ogni entusiasmo è bene accetto, al di là del valore della macchina, del budget a disposizione, dei limiti di tempo o delle difficoltà logistiche. Una Porsche 911 del 1970 si staglia davanti a una cascata delle Dolomiti A 1970 Porsche 911 stands out against the waterfalls of the Dolomite mountains Per Ardua - Ad Infinitum It takes a certain kind of person to take to the road in their classic car and head for far-away lands, embarking on motoring adventures on the roughest of terrains and most desolate and time forgotten places of this earth... And then it takes yet another kind of person to organise the platform that provides and sets the stage for those adventures - which are as memorable, thrilling and adrenalin-inducing as they are enjoyable. One organisation has stepped forward to go above and beyond for the classic motorist and is pioneering a reorganisation of the classic car industry. Armed with experience, diverse backgrounds of its management team, enthusiasm and a resolve to go the extra mile, their mission is to set a new stage from which to indulge your passion, a place where every enthusiasts is welcome regardless of car price, budget, time constraints and logistic constraints.... And they are here to stay. The Historic Endurance Rallying Organisation (HERO for short) is just that, a pan European one-stop shop classic motoring and 6 7 M AGA ZINE M AGA ZINE 1990 Lancia Delta Integrale 16v Questa iconica auto da rally con allestimento originale è disponibile per l’affitto giornaliero, è possibile sceglierla per molti diversi eventi HERO e CRA This iconic rally car in its original livery is available to hire on a daily basis, eligible for many different HERO and CRA events La Historic Endurance Rallying Organization (HERO) è proprio questo: una piattaforma unica e completa a livello europeo, dedicata ai motori e ai rally, creata da entusiasti di auto d’epoca e rivolta agli entusiasti di auto d’epoca. Con 25 anni di esperienza nel settore delle corse d’auto d’epoca, HERO oggi può vantare l’organizzazione di oltre 16 appuntamenti. Il calendario annuale viene pianificato con largo anticipo per offrire una vasta gamma di eventi ad ogni tipo di appassionato, tutti qualificanti per la HERO Cup. Si va da Lejog, il rally nel Regno Unito da Land’s End a John O’Groats, considerato il più impegnativo fra gli eventi di questo tipo in Europa, al Summer Trial, studiato per accogliere i principianti, dando loro il gusto dei rally d’epoca. Un aspetto chiave dell’attività di HERO è il programma fedeltà che, al costo di £120 annue, vi farà ottenere la HERO Premier Membership, una carta fedeltà personalizzata che riceverete insieme all’Offerta di Benvenuto, contenente una cravatta per gli uomini o una sciarpa di seta per le signore, una spillette per la giacca e gli adesivi per la macchina. L’iscrizione dà diritto soprattutto ad una serie di sconti per numerosi negozi e servizi (attentamente selezionati ed utilizzati dalla stessa HERO) che costituiscono il meglio sul mercato per l’uso rallying platform built by classic car enthusiasts... for classic car enthusiasts. With 25 years of running classic car events, HERO now has over 16 events under its control. A yearly event calendar of events is chosen well in advance to supply a range of event types to appeal to every level of enthusiast; all of which become qualifying rounds of the HERO Cup, the organisation’s televised annual championship. From LEJOG, the Lands’ End to John O’Groats reliability trial -considered to be the toughest event of its kind in Europe, to the Summer Trial, which is designed to be a beginner friendly event, giving participants a taste of what classic rallying is all about, there is something for everyone. To make the choice easier, HERO even colour code the events in the same manner as Ski runs, so that easy selections can be made. Another key aspect of HERO is their membership program. Now you may feel you have enough club memberships in your already thick wallet. However, you may well want to start considering the HERO Premier Membership. It costs a just £112 + VAT per year, roughly a full tank of fuel these days, but could be the best money spent since purchasing your classic car itself. When you join, you receive a Welcome Pack containing Alcuni piloti non sanno negaersi il brivido della sfida degli eventi più duri, questa Porsche del 1972 affronta un guado nel Rally on Tests For some drivers, the challenge of the rougher events is a thrill that cannot be denied, this 1972 Porsche tackles a “ford” on the Rally of Tests e la manutenzione dell’auto d’epoca: hotel, meccanici e carrozzerie di restauro, prodotti di consumo, abbonamenti e pubblicazioni, consulenze professionali, eventi, noleggio auto, ecc. La filosofia della Premier Membership è piuttosto semplice: usufruendo degli sconti una volta si sarà già coperta la spesa della carta, usandoli due volte si avrà già iniziato a risparmiare. Il grande apporto innovativo dato da Hero al settore negli ultimi 4 anni, consiste nell’HERO Assist, la divisione del gruppo interamente dedicata al supporto degli HERO Members per ogni necessità di assistenza, riparazioni meccaniche, logistica e trasporto. Se poi non si possiede un’auto d’epoca o non la si vuole testare in un rally, Hero propone una soluzione davvero accattivante: il servizio Hero Arrive and Drive consente di noleggiare per l’evento una delle vetture della flotta, a tariffe competitive. HERO infatti vanta una collezione di più di 15 iconiche auto d’epoca, totalmente restaurate e professionalmente preparate per rally e tour: dalla Riley Brooklands del 1930 alla Lancia Delta Integrale del 1990, nonchè Porsche 911, Jaguar E Type, Alfa Romeo e Range Rover Serie I. Altrettanto interessante ed utile è l’HERO Store, dove gli a tie for gentlemen members, or a silk scarf for lady members. This comes in a beautifully presented gift box alongside your personalized membership card, pins for your jacket and stickers for your car. On joining you also unlock a series of discounts in a number of independent trade and services (carefully vetted and used by HERO itself) that form the best of breed in the value chain that surrounds the use, enjoyment and maintenance of your classic car. It is immediately clear that a lot of thought has gone into the selection of Premier Membership Partners; intelligently organized and listed under categories such as hotels, mechanical and bodywork restorations, products and consumable, subscriptions and publications, event discounts, car hire…. There are even discounts with professional advisors and detailing firms if you want the engine bay of your car to sparkle every day of the year. The philosophy behind the Premier Membership is simple enough: use the discount once and you reclaim the expense, use it twice and you are already saving money. But here is the clever bit: HERO is not just about events and the membership, the management team behind it have set their goals high and successfully so, they are giving their best shot at re-organising the industry. Over the past 4 years, HERO cover story 9 M AGA ZINE Il nord dell’Inghilterra offe alcune delle migliori vie carrabili in Europa e alcune delle più estreme. L’equipaggio nella Jaguar XK140 attende tranquillamente il carro attrezzi sostando in un campo dopo aver lasciato la strada collinare The north of England offers some of the best driving roads in Europe, and some of the most challenging. The crew in the Jaguar XK140 calmly await a tow truck after leaving a hill road and coming to rest in a field Una Riley Brooklands del 1930 si avvia sulla Londra-Lisbona ed entra nel libro dei record come prima Riley ad aver coperto 2.700 miglia in 6 giorni A 1930 Riley Brooklands heads from London-Lisbon and into the record books as the furthest travelled Riley in the world- completing 2,700 Miles in 6 days entusiasti dell’auto d’epoca possono fare acquisti online. Vi si vendono migliaia di prodotti, dai fanalini di coda alle teche da esposizione su misura, dai prodotti per la cura dell’auto all’abbigliamento. È evidente l’obiettivo di HERO di rafforzare il legame con i membri del Club, comprendendone e assecondandone le necessità, con una mentalità aperta ai cambiamenti. Piattaforma democratica per definizione e ambasciatrice instancabile, la HERO si batte affinchè siano sempre maggiori le iniziative che mantengono attivo e vitale il settore dei motori. Il successo raggiunto è indiscusso: l’unica questione ancora aperta è se HERO Events Limited non debba essere ribattezzata HERO Events Un-limited! ◆ has dedicated time, efforts and resources to create a one-stopshop-platform for all enthusiasts all over the world. HERO Assist is a division of the group entirely dedicated to helping HERO Members with their mechanical assistance problems, their storage and transport logistics and if the aim is to make things easy and always find solutions, there is even the ultimate solution for those of us who either don’t have a classic car yet, haven’t quite decided on one to buy... Or simply do not wish to use their own car but still want to experience the full thrills of a classic car rally... You can hire one of HERO’s Arrive & Drive fleet of cars for a very reasonable daily rate. Fully restored and professionally prepared for rallying and tours, HERO has a collection of more than 15 iconic classic cars for hire. From a 1930 Riley Brooklands to a 1990 Lancia Delta Integrale, including Porsche 911’s, Jaguar E Type, Alfa Romeos and a Range Rover Series I - there is something for all tasted, budgets and events. If you have now secured a car but are not quite sure what you need on or off the event... Or simply to look after your car, you may want to explore the HERO Store. The place where classic car enthusiasts shop online, the Hero Store sells thousands of products ranging from a tail lights for an MGA through to custom-built display cabinets for your medals and trophies, all the way to car care products and accessories. It is immediately obvious that HERO is a platform with a mission to strengthen ties with its club members, a desire to excel and above all understand its members and their needs. It is about enthusiasts listening to enthusiasts with an open mind and being able to deliver changes needed. A democratic platform by crede and a tireless ambassador for the industry, HERO campaigns for more transparent practices, more initiatives to keep this segment of motorsport alive and vibrant. Its success is measurable and the only question that remains is whether HERO Events Limited should not be renamed HERO Events Un-Limited ◆ cover story Una macchina iconica in una iconica location. Una Bentley 4 ½ Litre del 1924 si inerpica sulle Dolomiti per affrontare il passo dello Stelvio An iconic car, in an iconic location. A 1924 Bentley 4 ½ Litre sweeps up into the Dolomites to tackle the Stelvio pass Una Austin 7 Ulster del 1930, nota come “Little George”, si fa strada in Portogallo sulla Londra-Lisbona, un atto epico di resistenza A 1930 Austin 7 Ulster - known as “Little George” makes its way into Portugal on the London-Lisbon, an epic feat of endurance Dopo una mattinata alla guida nel calore dell’estate francese, una Rolls Royce Phantom, riposata dopo la sosta pranzo, lascia il castello con rinnovata determinazione After a morning of hard driving in the heat of the French summer, a Rolls Royce Phantom leaves the lunch halt in a chateau well refreshed and with renewed determination 13 M AGA ZINE Tutti in pieno spirito di rally. Molti equipaggi tirano fuori i propri ricambi quando necessario. In tutti gli eventi HERO e CRA un team di meccanici specializzati è a portata di mano per l’eventuale assistenza All in the spirit of the rally. Many crews carry out their own repairs when needed, all HERO and CRA events have a team of specialist mechanics on hand to assist if needed La MGA coupe del 1957 di Horst Pokroppa è una visione comune lungo la LEJOG, l’evento più lungo di questo tipo in Europa The 1957 MGA coupe of Horst Pokroppa is a regular sight on LEJOG, the toughest event of its type in Europe I concorrenti della LEJOG abbandonano il sentiero battuto e si avventurano su vie molto più eccitanti: questa MGB GT affronta facilmente una piana nevosa The LEJOG forces competitors off the “beaten track” and onto some far more exciting roads: this MGB GT tackles a snowy moorland with ease Calendar 2014 Winter Challenge to Montecarlo 23-27th February Scottish Malts 28th April-2nd May Summer Trial 20-22nd June 1000 Mile Trial 12-19th July Throckmorton Challenge 4th October Rally of the Tests 30th October-2nd November XX LEJOG 6th-9th December 2015 Calendar Poppy Rally Icelandic Saga Classic Marathon Throckmorton Challenge Rally of the Tests LEJOG www.heroevents.eu Francesco e Roberta Rastrelli sono i fotografi ufficiali di Historic Endurance Rallying Organisation e CRA, di cui seguono i rally in tutta Europa, mettendo a frutto anni di esperienza internazionale nel settore degli eventi sportivi. Dinamismo, coinvolgimento, action e impulsività sono i tratti distintivi del loro modo di fotografare le auto, reso possibile dalla partecipazione in prima persona ai rally stessi; con passione per i dettagli e ricerca storica affrontano invece i reportage dei Musei d’Auto in tutto il mondo; infine, il gusto per le linee classiche e il senso del racconto caratterizzano i servizi customizzati per i clienti. Le loro immagini sono presenti sulle più prestigiose riviste internazionali e sul sito www.francescorastrelli.com Francesco e Roberta Rastrelli, well known events and sports photographers, follow Historic Endurance Rallying Organisation e CRA’s rallies all over Europe. Their distinguishing features are dynamism, involvement, passion and impetuosity, thanks to their direct attendance at the rallies; shooting in the worldwide Car Museums, they love details and historic researches; at last, the enjoyment of classic style and the sense of the narrative mark out the bespoke portfolios. Their photos are published on the most important international magazines and on the website www.francescorastrelli.com Si ringraziano per il supporto Special thanks to 14 15 M AGA ZINE M AGA ZINE Vincenzo Schioppa L’Ambasciatore Italiano in Sud Africa racconta di Donatella Codonesu N Ma per tornare alla qualità della vita, ed ai problemi sociali, va ricordato che il Sud Africa è una democrazia giovane, che proprio quest’anno festeggia i suoi venti anni. Purtroppo, presenta ancora retaggi del suo triste passato razzista, mentre un fenomeno nuovo, ed in preoccupante crescita, è il divario non più solo tra bianchi e neri, ma anche tra gli stessi neri (che, ricordo, sono la stragrande maggioranza della popolazione). Sono però problemi che il Governo affronta con consapevolezza e coraggio, pungolato da una stampa ed un’opinione pubblica libere e vivacissime. La Nazione, da meno di un mese orfana di Nelson Mandela, è forse anche per questo oggi più matura e pare desiderosa di dimostrare al mondo che la straordinaria lezione umana e politica di Madiba continua ad essere il fondamento della società sudafricana contemporanea. Io sono convinto che il Paese saprà dimostrarsi all’altezza di questo compito. di manodopera a costi competitivi e di un sistema politico tendenzialmente stabile. Il Governo ha elaborato un’ambiziosa strategia (il National Development Plan) che punta all’ulteriore sviluppo infrastrutturale per favorire la crescita economica, l’occupazione ed una società più inclusiva. I suoi assi portanti sono l’edilizia popolare (il nuovo Sud Africa ha costruito milioni di case e diffuso pressochè ovunque acqua e elettricità, ma i bisogni della popolazione restano immensi), il trasporto pubblico (ferroviario e su strada) e di merci (anzitutto il potenziamento della rete ferroviaria tra Johannesburg e Durban, anche in vista del grande progetto di raddoppio del grande porto commerciale e passeggeri di quest’ultima), le infrastrutture civili (modernizzazione della rete idrica nazionale e delle condotte per il trasporto delle smisurate risorse naturali del Paese), quelle energetiche Con il Ministro degli Affari Esteri del Sud Africa H. E. Maite Nkoana-Mashabane e l’Ambasciatore argentino, Agosto 2012 With the South African Minister of Foreign Affairs, H. E. Maite Nkoana-Mashabane and the Ambassador of Argentina, August 2012 ato a Napoli nel 1956, studi classici e laurea cum laude in Scienze Politiche, un MBA in commercio e marketing internazionale, specializzazioni a Ginevra e a l’Aja. Poi varie esperienze lavorative nel settore privato, all’Università e nel sostegno pubblico all’export e infine nel 1983 inizia la carriera diplomatica. Da allora Vincenzo Schioppa ha girato parecchio, finendo tra l’altro come Console in Australia e come Ambasciatore in Libia e, dal 2011, in Sud Africa, con competenza anche su Namibia, Lesotho, Mauritius e Madagascar. Accanto a questa importante carriera trova tempo di coltivare la sua grande passione: il mare. Velista e amante della pesca, è socio fondatore del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli, ora, anche e soprattutto grazie a lui, gemellato con il Royal Cape Yacht Club di Cape Town. Dove ha novembre scorso ha organizzato il primo Italian Ambassador Perennial Trophy. Come si vive in Sudafrica? È un paese difficile o accogliente? Non è facile rispondere. Certo, bisogna partire da una constatazione: il Sud Africa è senza dubbio tra i paesi più attraenti al mondo, ed addirittura per certi aspetti che riguardano bellezze geografiche e naturalistiche si può dire che sia unico. Ed offre, oltre alla geografia, anche tanta Storia. Spesso tragica, sempre appassionante. Ma è pure una società dove le disuguaglianze sociali ed economiche, nonostante gli innegabili progressi, restano forti e stridenti. Da rappresentante diplomatico, e per quanto riguarda l’esperienza professionale, non ho esitazioni a definirlo un luogo straordinario. Ma quanto alla qualità della vita, occorre distinguere: chi ha i mezzi necessari vive in maniera molto gradevole, e può profittare di un Paese - e di una natura decisamente accoglienti. Non così purtroppo i tanti che ancora non hanno beneficiato dello sviluppo economico. Vi sono notevoli differenze anche tra le diverse regioni e le principali città: gli abitanti di Johannesburg, città d’affari e di produzione, come la nostra Milano, considerano quelli di Cape Town, la sfavillante “Città Madre” affacciata sull’oceano, come un po’ pigri. Salvo poi passare al Capo gran parte delle proprie vacanze. Noi diplomatici ci spostiamo da un centro all’altro: Pretoria e Johannesburg accolgono il Governo, la finanza e l’industria, Città del Capo, da febbraio a novembre, il Parlamento. E ad esempio l’inverno nel Gauteng, la regione di Pretoria, che è un vasto altopiano, è idilliaco: sole per tutto il giorno, temperatura intorno ai venti gradi, che poi scende bruscamente di notte. Ideale per la flora, la cui varietà e bellezza è infatti una delle meraviglie del Sud Africa. Con gli alunni della scuola elementare di Diepsloot, agosto 2012 With the pupils of the primary schools of Diepsloot, August 2012 Quali opportunità offre il paese? Nel panorama africano, verso il quale si torna finalmente a guardare come grande opportunità, il Sud Africa è di gran lunga il Paese più avanzato sotto vari aspetti. Ha fiducia in sé e propone la sua esperienza di giovane e dinamica democrazia come riferimento per il riscatto e l’evoluzione sociale ed economica dell’intero Continente. Dispone delle più vaste risorse di materie prime non oil al mondo, può contare su una crescita economica che, nonostante la crisi, si attesta intorno al 2,5%, e beneficia di un ottimo sistema finanziario (la borsa di Johannesburg è tra le prime venti al mondo, di gran lunga più capitalizzata di Mosca e Milano), di un buon impianto normativo, di radicate tradizioni industriali, (soprattutto green economy, shale gas e nucleare), le ICT (broadband). È certo un piano assai ambizioso, che però è coerente con l’immagine - e la realtà - di media potenza emergente che il Sud Africa promuove con determinazione, e che è stata di fatto sancita nel 2010 con la sua inclusione nel gruppo dei BRICS. Insomma, le opportunità non mancano, anche perché oltre alle attrattive del mercato locale, già di per sé interessanti, va considerato che il Sud Africa è la porta d’ingresso a tutta l’Africa sub-sahariana, dove si sta sviluppando velocemente una forte capacità di consumo. È quindi ora che la nostra imprenditoria torni ad occupare nel Paese la posizione che le compete, e che nell’ultimo decennio ha lasciato ai interview 17 M AGA ZINE concorrenti, attratta da mercati solo apparentemente più redditizi. Rilevo peraltro che il quadro sta migliorando (nell’ultimo anno abbiamo avuto il ritorno di alcune grandi imprese nazionali, quali ENI, Enel Green Power, AnsaldoFata, Fiat/Iveco, ecc.) e mi fa piacere pensare che ciò sia dovuto anche all’azione dell’Ambasciata, assieme all’ufficio ICE ed agli altri attori del Sistema Italia, tra cui Sace. Ma molto resta da fare. E lo faremo. Un’imbarcazione alla prima edizione dell’Italian Ambassador’s Perennial Trophy A boat sailing for the first Italian Ambassador’s Perennial Trophy Il Consolato e l’Ambasciata Italiana a Cape Town The Italian Consulate and Embassy in Cape Town Quanti sono, chi sono e cosa fanno gli italiani in Sudafrica? In che zona vivono? Italia e Sud Africa sono solo geograficamente lontane. Ci avvicinano forti sentimenti di amicizia, solidarietà, voglia di crescere assieme condividendo le esperienze. E in Sud Africa è attiva una bella, dinamica, ricca e ben integrata comunità italiana, che conta oltre 32.000 passaporti, che di questa amicizia è la linfa costante e cui la Farnesina mette a disposizione un’articolata rete consolare incentrata sul Consolato Generale d’Italia a Johannesburg (nella cui giurisdizione vive la gran maggioranza dei Connazionali), cui si affiancano il Consolato a Cape Town e la Cancelleria consolare dell’Ambasciata a Pretoria. E sono davvero lieto di poter ricordare che la Farnesina ha deciso di riaprire il Consolato d’Italia a Durban, date le rilevanti opportunità economiche che la regione che si affaccia sull’Oceano indiano offre già oggi, ed offrirà ancor di più negli anni a venire. Nel loro insieme, le storie degli italiani in questo Paese sono storie di lavoro, di intraprendenza, e di successi. E credo che il Sud Africa possa ancora offrire molto a giovani che sappiano intravederne le potenzialità: certo, si tratta di lavorare sodo, ma le soddisfazioni non mancano. La Cancelleria a Pretoria The Chancellery in Pretoria Quali altre nazionalità sono presenti? Il Sud Africa è storicamente terra di immigrazione. Come gli Italiani (qui giunti principalmente in due ondate: una prima, limitata, all’’inizio del Novecento ed una ben maggiore dopo la seconda guerra mondiale), i greco/ciprioti ed i portoghesi hanno importanti comunità di lunga data. Legata all’epoca coloniale è la notevole presenza di Inglesi, mentre ancora più antica, anche se oramai assai limitata nei numeri, è la presenza olandese, francese e tedesca. Va però detto che le comunità più numerose restano quelle dei lavoratori (spesso stagionali ed a volte irregolari) provenienti da Paesi africani confinanti come Zimbabwe, Mozambico, Lesotho, Malawi. Non si può infine non ricordare la secolare presenza indiana a Durban, e la crescente immigrazione cinese. Che rapporto c’è fra le comunità internazionali? E con i locali? Fortunatamente, non si registrano casi gravi di tensioni interreligiose, e non vi sono (più) fenomeni di intolleranza violenta tra razze, e comunità, anche se gli elementi culturali tribali sono ancora forti (ricordo ad esempio che il Sud Africa ha ben undici lingue ufficiali), e se, come accennato, il razzismo ancora non ha esaurito tutti i suoi effetti nefasti. Personalmente, ritengo che ogni sforzo debba essere fatto per comprendere maggiormente la storia e la cultura africane di questo Paese, ed ‘entrare’ con maggiore intensità nella società civile nera. È questo un obiettivo cui ho fatto tendere l’azione dell’Ambasciata. anni che sono trascorsi molto velocemente, durante i quali abbiamo operato in molti campi, realizzando tante e belle iniziative di cui andar fieri. Me ne lasci elencare solo poche, a cui tengo molto. Il protagonista della prima storia è il mare, ed i valori che esso trasmette, ai quali, da napoletano, sono particolarmente legato. Così, riprendendo un’iniziativa realizzata in Australia più di venti anni fa (e che è divenuta un appuntamento sportivo e sociale fisso ed atteso), ho lanciato a novembre la prima edizione dell’Italian Ambassador’s Perennial Trophy, una regata velica di solidarietà e integrazione a favore dei giovani delle comunità svantaggiate del Capo. Un bel successo, di cui siamo orgogliosi, e del quale è stata protagonista anche la rivista Insider, con il ‘numero zero’ di Insider South Africa, edizione in inglese dedicata al pubblico sudafricano, che abbiamo diffuso in occasione della regata. Italia è tecnologia, ma anche arte del vivere. Così, grazie alla sponsorizzazione di due aziende di grande ed apprezzata tradizione tecnologica come Fata ed Ansaldo Energia (che in Sud Africa si sono aggiudicate prestigiose commesse) abbiamo dotato la Residenza a Pretoria di un magnifico forno partenopeo, che è oramai il fulcro di tante iniziative di socializzazione, divenute appuntamenti ricorrenti per i tantissimi amici sudafricani dell’Italia, tra i quali rappresentanti politici, Monarchi e capi tribali, imprenditori di successo, celebrità dell’arte, dello spettacolo e dello sport. Ed è proprio anche grazie allo sport che abbiamo poi voluto diffondere il messaggio, che ancora credo sia profondamente italiano, di tolleranza, amicizia e solidarietà. Così abbiamo realizzato numerose attività tra i ragazzi delle townships anche grazie al calcio, al rugby ed all’atletica. interview Da quanto è in carica? Che cosa ha già organizzato in questo periodo? Da poco più di due anni, provenendo dalla intensa e straordinaria esperienza di Ambasciatore in Libia. Due 18 19 interview M AGA ZINE M AGA ZINE Certo, larga parte dell’azione dell’Ambasciata, e della nostra rete, è rivolta al rafforzamento dei legami economici, oltre che poliltici. Siamo tutti impegnati in un’azione di rilancio della nostra presenza economica, come detto, che è iniziata già a pochi mesi dall’inizio del mio mandato con un’importante missione di studio dei direttori di Confindustria, e si è poi sviluppata man mano con molte altre iniziative, tra cui la creazione di un Italian Business Network a Città del Capo, che si affianca alla attiva Camera di Commercio italiana a Johannesburg. Quali sono i progetti futuri? Siamo impegnati su molti fronti. A breve scadenza, ricordo la campagna della portaerei Cavour a Cape Town dal 5 al 10 febbraio, che porterà con sé alcuni eccellenti esempi della tecnologia italiana, e sarà pure veicolo di forti messaggi sociali, data la presenza della Croce Rossa e di ONG italiane impegnate nell’assistenza chirurgica a favore dei bambini. Vi sono poi le manifestazioni che si snoderanno lungo tutto il 2014 con Cape Town Capitale Mondiale del Design, evento nel quale l’Italia avrà un ruolo di rilievo, vista la sua posizione leader nel design. Continueremo a promuovere l’immagine dell’Italia in questo Paese con una più incisiva azione culturale, ed un focus specifico sull’italiano anche come lingua d’affari. Ed in prospettiva, mi auguro, nella seconda metà dell’anno, dopo le elezioni presidenziali in Sud Africa, si potranno realizzare missioni politiche ad alto livello, di cui vi è bisogno per l’ulteriore rafforzamento ed espansione dei rapporti - a tutto campo - tra i nostri due Paesi. Il Sud Africa è, e tanto più vogliamo che sia per il futuro, un partner strategico in Africa e per l’Africa. Anche per questo, la Ministro degli Esteri Bonino, che ben conosce l’Africa e le sue potenzialità, ha voluto rafforzarvi la nostra presenza istituzionale. Decisione della quale siamo ben fieri, e che comporta la necessità di fare sempre di più, e sempre meglio. Ed anche di comunicarlo meglio: Insider South Africa fa appunto parte di una nuova strategia di comunicazione. Insomma, ci siamo rimboccati le maniche, e ce la mettiamo tutta. Ne vale la pena ◆ “Qualità senza compromessi” Morgenster, gemma del Western Cape di Alessia Cabib - ph Alain Proust L’area palustre di ffronte alla sala degustazione e le Helderberg mountains Wetland area in front of the tasting room and the Helderberg mountains G iulio Bertrand, originario del nord Italia e residente in Sud Africa, ha investito molta passione nella fattoria Morgenster nel Somerset West (poco fuori da Cape Town) divenendo uno degli importanti produttori vinicoli del Capo e il maggior produttore di olio in Sud Africa. Quando parla, la sua voce calma riflette il panorama e il tempo che scorre lentamente tra le fronde delle vecchie querce. Quando arrivò nel 1975 l’economia era chiusa, ma molto è cambiato da allora e secondo la sua opinione il Sud Africa è oggi uno dei paesi più interessanti nel panorama economico mondiale. Essendo imprenditore tessile in Italia, Bertrand aprì “Where there is quality, there is no compromise” Morgenster, one of the gems of the Western Cape Giulio Bertrand, originally from the north of Italy, now in South Africa, has invested a lot of passion in his farm Morgenster in Somerset West just outside Cape Town and has become one of the important wine producers of the Cape and the leading olive oil producer in South Africa. due stabilimenti tessili nell’Eastern Cape e finì per tornare in Sud Africa quattro volte all’anno. Affascinato dalla bellezza del paese, nel 1990 si decise a cercare una proprietà nel Western Cape per sfuggire all’inverno italiano, ‘quei mesi freddi in cui sull’autostrada fra Milano e Biella trovi sempre la nebbia’. Dopo qualche anno di ricerche Bertrand si imbattè in Morgenster, una fattoria risalente al 1711, una tipica abitazione olandese del Capo, con la struttura originaria a forma di H, descritta in molti testi di architettura come una delle più belle e meglio conservate di quell’epoca. Il suo nome in olandese significa ‘stella del mattino’. Originariamente era stata parte As he speaks to me, his calm voice reflects the surroundings and the time that slowly flows between the ancient oak trees. When he arrived in the country in 1975 it had a closed economy. Much has changed since then, and in his opinion South Africa is one of the most interesting countries in the worldwide economic panorama. Being a textile entrepreneur in Italy, Bertrand opened two textile factories in the Eastern Cape which resulted in his travelling to South Africa four times a year. Fascinated by the beauty of the country, he decided in 1990 to look for a property in the Western Cape to escape the Italian winter - “those cold months where on the auto route between Milan and Biella, you always find the fog.” After a few years of research Bertrand came across Morgenster, a farm dating back to 1711 and featuring a Cape Dutch house in the original H-shaped structure, described in many architectural books as being one of the most beautiful and best conserved of that period. 22 23 M AGA ZINE M AGA ZINE Panorama Osservare gli uccelli palustri nell’area davanti alla sala degustazione Watch the birdlife in the wetland area infront of the tasting room di Vergelegen, la fattoria di Willem Adriaan van der Stel fra il 1700 e il 1708, quando fu uno dei governatori designati dalla Compagnia delle Indie Olandesi per gestire la colonia del Capo di Buona Speranza, stazione di sosta per le navi sulla rotta del ricco commercio delle spezie da e per l’India. Dopo l’acquisto di Morgenster il primo passo di Bertrand fu di preservare il bell’edificio storico e restaurare la casa padronale. Il primo progetto prevedeva l’attento recupero nell’atrio di vari strati di pittura murale che si rivelarono risalenti a cinque diversi periodi decorativi. Morgenster means “Morning Star” in Dutch. It was originally part of Vergelegen, a farm owned by Willem Adriaan van der Stel during his period as governor (1700-1708). He was one of the series of governors appointed by the Dutch East India Company to manage the Cape of Good Hope colony as a refreshment station for its ships to and from India in the rich spice trade. Bertrand’s first step on buying Morgenster was to preserve the beautiful historic buildings and restore the manor house. One project was the careful uncovering in the entrance hall of layers of wall painting to display five different decorative periods. 25 M AGA ZINE Il motivo a conchiglia e la ‘stella del mattino’ della facciata The scallop design and ‘morning start’ from the front gable Tavolo da refettorio del sedicesimo secolo, proveniente da un monastero del sud della Francia 16th century refractory table (fruit wood) from a monastary in south of France Poi scoprì che il territorio della fattoria aveva ottimi potenziali per la produzione di vino e olivi di straordinaria qualità, così iniziò da zero invitando Pierre Lurton, Managing Director dello Château Cheval Blanc - un nome che è sinonimo di Bordeaux - a seguire l’impianto dei vigneti e costruire una cantina. Lurton è ancor oggi il consulente della squadra di viticoltori locali: ‘L’idea era quella di produrre un vino di stile francese che fosse elegante e invecchiasse bene - racconta Bertrand - Il Sud Africa è sempre stato produttore di buoni vini ma non esisteva la cultura di incrementarne il valore attraverso il processo di invecchiamento’. Ma il fiore all’occhiello di Morgenster è la produzione dell’olio extra vergine di oliva, come spiega Bertrand: ‘la prima volta che misi piede in Sud Africa l’olio extra vergine di oliva di buona qualità non veniva prodotto localmente e i consumatori non erano abituati ad usarlo. Così importammo diciassette diversi tipi di olivi dall’Italia e iniziammo la produzione, poi dovemmo sollecitare l’attenzione del consumatore e quindi la domanda”. Il disegno a conchiglia e la ‘stella del mattino’ dello stemma The scallop design and ‘morning start’ from the front gable Then he found that the farm’s terroir had the potential to produce wine and olives of extraordinary quality. He started planning from scratch and invited Pierre Lurton, MD of Château Cheval Blanc, a name synonymous with Bordeaux wines, to come to Morgenster and help establish vineyards and build a cellar. Lurton is still the consultant to the local winemaking team. “The idea was to produce a French-style wine that was elegant and could age nicely”, says Bertrand. “South Africa has always been a producer of good wines but there was no culture of enhancing their value through the aging process.” But the real feather in the cap of Morgenster is the production of extra virgin olive oil. Bertrand explains: “When I first arrived in South Africa good quality extra virgin olive oil was not being produced locally, consumers were not used to it at all. We imported 17 different types of olive trees from Italy and started production; then we had to stimulate consumer awareness and demand.” Giulio Bertrand and Pierre Lurton 27 M AGA ZINE Olive da olio nella tramoggia Oil olives in the hopper La raccolta manuale delle olive da tavola Hand harvesting of table olives Reti utilizzate per la raccolta delle olive Nets used to gather the olives Negli anni 2010-2013 le Flos Olei Guide ai migliori oli di oliva del mondo premiarono l’olio Morgenster con 97/100 punti, uno dei soli sette oli del mondo ad ottenere questo punteggio per quattro anni consecutivi. La stella del mattino, simbolo della proprietà, campeggia sul frontone della casa padronale e sulle confezioni di tutti i vini e i prodotti oleari della fattoria. ‘Qualunque cosa si voglia sostiene Bertrand - che sia olio, vino o altro, si può fare, ma bisogna avere un approccio professionale. E se i tuoi hobby diventano le tue passioni, il successo è garantito’. Un ottimo consiglio da un uomo che ha vinto la prestigiosa Giraglia Race e la Mediterranean Championship nel 1961 con il suo yatch Arianna, sotto la bandiera dello Yacht Club Italiano, e che ha veleggiato nella Cape to Rio regata nel 1996 with Bertie Reed ◆ The Flos Olei Guides to the World’s best olive oils over years 2010-2013 awarded Morgenster’s oil 97/100 points, one of only seven olive oils in the world to achieve this score for four consecutive years. The morning star, symbol of the property, is on the front gable of the manor house and on the packaging of all the wines and olive products that are produced on the farm. “Whatever you want to do” maintains Bertrand, “oil, wine or something else, you can do it. You must have a professional approach though. And if your hobbies become your passions, then success is guaranteed.” Words of advice from a man who won the prestigious Giraglia Race and the Mediterranean Championship in 1961 on his yacht Arianna under Yacht Club Italiano burgees, and who sailed on the Cape to Rio race in 1996 with Bertie Reed ◆ Le olive vengon o raccolte nelle cassette per il trasporto Olives being crated for transportation to the olive cellar Olio d’oliva aapena spremuto Fresh olive oil La cantina con le botti per la maturazione Barrel maturation cellar 29 M AGA ZINE CONFEDERAZIONE ELVETICA DESTINAZIONE UNESCO il filo rosso che lega i siti Patrimonio Unesco di Bellinzona, San Gallo e Berna riserva molte sorprese S i dice Svizzera e il pensiero va subito agli orologi, al cioccolato, al formaggio Emmental e a Guglielmo Tell! Invece la Confederazione Elvetica con i suoi 26 Cantoni che compongono lo Stato Federale svizzero, è anche un Paese con tredici siti Patrimonio Unesco che svelano al viaggiatore curioso la sua ricca eredità culturale. Situata al centro dell’Europa, la Svizzera è facilmente raggiungibile dall’Italia attraverso il Canton Ticino, punto di passaggio obbligato tra la Lombardia e il Passo del Gottardo, dove incontriamo il primo sito Unesco e precisamente i tre castelli di Castelgrande, Montebello e Sasso Corbaro, patrimonio Unesco dal 2000, tre possenti architetture medievali che svettano sotto gli antichi bastioni di Bellinzona. Bellinzona, veduta dei tre Castelli di Castelgrande Montebello e Sasso Corbaro di Alessandra Vittoria Fanelli Il più imponente è senza dubbio quello di Castelgrande che i testi fanno risalire a insediamenti preistorici ma che, in pratica, è parte del complesso risalente al periodo medievale. Su Castelgrande svettano la snella torre Bianca e la quadrangolare torre Nera e fanno da cornice al Museo Archeologico ricavato nell’ala sud della fortezza. Quest’ultima, restaurata negli anni ’80-’90 dall’architetto ticinese Aurelio Galfetti, ora ‘dialoga’ in modo armonioso con l’antica fortezza. Affascinanti anche il castello di Montebello, più raccolto con diverse corti interne e mura merlate e il più lontano Sasso Corbaro che svetta su uno sperone a 230 metri d’altezza e deve la sua figura geometrica di mastio possente ai lavori di consolidamento nel XV secolo voluti dai duchi di Milano, i famosi Sforza. Da non tralasciare una visita a Villa dei Cedri, che da dimora di origine ottocentesca è stata riconvertita a Museo Civico dall’architetto milanese Nelusco Mario Antoniazzi, il quale ha preservato le forme sobrie neoclassiche. A Villa dei Cedri è in corso un’interessante mostra dedicata all’artista ticinese Mario Comensoli (fino al 23 febbraio 2014). Altro interessante luogo da visitare è il Teatro Sociale, edificato tra il 1846 e 1847, unico teatro di forma all’italiana del XIX secolo. L’edificio a pianta a ferro di cavallo ricorda, infatti, il piccolo teatro dedicato a Giuseppe Verdi nella sua città natale di Busseto. Del ricco cartellone teatrale in lingua italiana segnaliamo ‘Gli Innamorati’ di Goldoni che si tiene prossimamente dal 13 al 15 febbraio 2014. Nel Museo in Erba, dedicato ai bambini è prevista in primavera una mostra su Arcimboldo. Bellinzona, Teatro Sociale esterno Bellinzona, notturno Castelgrande 30 31 M AGA ZINE M AGA ZINE St. Gallen - Area abbaziale St.Gallen - bow window con decoro travel Proseguendo il nostro viaggio per i siti Unesco, ci spostiamo nella città di San Gallo situata nella parte nord orientale della Svizzera quasi al confine dalla Germania, con la quale condivide il lago di Costanza. Famosa ai più per il settore tessile conosciuto come ‘pizzo di Sangallo’, tessuto pregiato che, si racconta, sia stato utilizzato anche per realizzare il vestito indossato da Michelle Obama nel corso del primo mandato di Obama a Presidente Usa. Anche a San Gallo, capitale del cantone omonimo, due sono i siti Patrimonio Unesco che l’hanno resa famosa: la magnifica Cattedrale barocca e l’area abbaziale che si estende su un singolare complesso storico e la rinomata Biblioteca ospitata nella celebre sala rococò, la cosiddetta ‘farmacia dell’anima’ dove si entra con le pianelle per non intaccare il pavimento originale dell’epoca. In questo luogo quasi sacro sono custoditi oltre 150.000 volumi e 2000 manoscritti originali del Medioevo. Dichiarati patrimonio dell’Umanità nel 1983 i due edifici dialogano con la Chiesa di San Lorenzo del XV secolo, con la Karltor (torre di Carlo, in omaggio al cardinale di Milano Carlo Borromeo) che fa da ponte con i vicoli sinuosi della città storica contraddistinta da edifici con facciate decorate e arricchite da bow-window, che confermano la ricchezza dei mercanti del tessuto sangallo di allora. Fuori dal complesso monastero si sviluppa una città più vivace che coniuga epoche e stili diversi. Ecco ad esempio l’ingresso avveniristico di Pfalzkeller progettato dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava che si ‘appoggia’ sulle antiche mura e il famoso distretto finanziario realizzato per la banca Raiffeisen dall’artista sangallese, ma di fama mondiale, Pipilotti Rist e dallo spagnolo Carlos Martinez. I due artisti, in pratica, hanno realizzato una Stadtlounge, un salotto all’aperto rivestito con una resina sintetica rosso fuoco: un’opera permanente in situ dedicata ai suoi concittadini. Conosciuta anche per la sua ospitalità e le sue qualità gastronomiche per un soggiorno ideale segnaliamo l’hotel Einstein St.Gallen un quattro stelle elegantemente arredato dotato di un piano ‘rosa’ dedicato alle signore con adiacente Spa (aperta anche ai residenti) e un importante Centro Congressi e terminare la visita cenando allo Zum Goldenen Schäftli, uno dei più antichi locali (è stato fondato nel 1484) per un assaggio di Bratwurst, (wurstel) o del Leberli (fegato) e dei tipici biscotti Biber, sorseggiando birra, naturalmente. St.Gallen - Cattedrale Patrimonio Unesco St.Gallen - Roter Platz 32 33 M AGA ZINE M AGA ZINE travel Berna centro storico Unesco Infine, ecco la raffinata Berna, sede del Governo Svizzero, il cui centro storico medievale tuttora immutato, è stato dichiarato Patrimonio Unesco dal 1983. Circondata dal fiume Aare e sovrastata dalla catena montuosa delle Alpi, la città deve la sua maggiore attrattiva alla compattezza del centro, formato da oltre sei chilometri di arcate caratterizzate da case medievali con facciate in pietra arenaria ben conservate, da 25 fontane rinascimentali, da una grandiosa Cattedrale (Münster) puro esempio di tardo gotico, e dalla torre dell’Orologio (Zytglogge) eretta nel XIII secolo, che tuttora incanta i visitatori con il suo magnifico ‘carillon’ che segna per quattro minuti ogni ora piena. Berna fiume Aare Info In Italia Svizzera Turismo: www.myswitzerland.com In Svizzera www.unesco-destinazione-svizzera.ch. Dormire Berna Bellevue Palace www.bellevue-palace.ch San Gallo Einstein www.einstein.ch Bellinzona Hotel & Spa Internazionale www.hotel-internazionale.ch Pranzare Berna Restaurant Rosengarten, www.rosengarten.ch San Gallo Zum Goldenen Schäft, www.zumgoldenschaefli.ch Bellinzona Cantinin del Gatt www.cantinindelgatt.ch Visitare Berna Città vecchia, torre dell’Orologio, Cattedrale, Museo Paul Klee San Gallo Cattedrale, Biblioteca, Stadlounge, PlatzTor Bellinzona I tre Castelli, Teatro Sociale, Villa dei Cedri Swiss Unesco Destination The following cities are part of the UNESCO World Heritage site in Switzerland Fondata nell’anno Mille, Berna è ancora oggi una delle testimonianze più grandiose dell’urbanistica medievale in Europa, ma questa dinamica capitale, lasciati i suoi antichi vicoli e portici, offre nuove e moderne architetture. Una su tutte: il magnifico Zentrum Paul Klee, una struttura a tre onde progettata dal pluripremiato architetto Renzo Piano, che lo ha realizzato come un’isola verde da cui emergono tre colline di vetro e acciaio, nelle quali sono ospitate ben 4000 opere del celebre artista che trascorse metà della sua vita in Berna. Un esempio di grande architettura che da sola vale il viaggio. Il tour Unesco può partire indistintamente da una di queste tre città utilizzando i comodi e puntuali treni svizzeri utilizzando lo Swiss Travel System, il sistema integrato dei trasporti pubblici in Svizzera, che attraversano catene montuose, città importanti quali Zurigo, Lucerna, e ovviamente Ginevra, immense vallate e prendere poi, per i più intrepidi che non soffrono di vertigini, la ferrovia retica Albula/Bernina che percorre uno dei più spettacolari tragitti al mondo, anch’esso Patrimonio dell’Umanità. Enjoy Unesco! ◆ Berna, Torre Orologio Zytglogge Bellinzona The castles of Bellinzona are among the finest examples of medieval fortification in the Alps. The configuration today, the fortifications, which has its distant origins in a prehistoric settlement on the hill of Castelgrande, are mainly the result of intensive and complex building activity undertaken by the Dukes of Milan in the fifteenth century. Comeback at the time the construction of a powerful defensive system that barred the Ticino Valley in its entire width to stop the advance of the confederates. Even today, these fortifications, declared a World Heritage Site by Unesco in 2000, with their crenellated walls, towers and gates protect these jewels. St.Gallen St. Gallen is the capital of the canton of the same name, situated on the north-eastern Switzerland, in a valley between two hilly stretches. The city is the economic center of eastern Switzerland. The textile industry of St. Gallen dates from the fifteenth century and became famous for the production of fabrics, but especially for lace. travel Berna, Zentrum Paul Kleee St. Gallen already enjoyed a certain reputation as a cultural and educational center thanks to the library of the local abbey. Even today, the library itself is a cultural treasure included in the list of Unesco World Heritage Site, and for the eighteenth-century architecture of the building, both for the medieval manuscripts that contain some of which date back to the ninth century. Bern The old town of Bern, a Unesco World Heritage Site, is surrounded dall'Aare and enjoys the view of the overwhelming mountain panorama. The romantic capital owes its attractiveness to the compact appearance of the city. Six km of arcades, Renaissance fountains, the Cathedral, sandstone facades were preserved well and a roofscape unique characterize the image of the city of Bern, founded in 1191, one of the most impressive testimonies of medieval Europe ◆ www.unesco-destinazione-svizzera.ch 37 M AGA ZINE VILLA DEI VESCOVI ph Mauro Ranzani V illa dei Vescovi domina con la sua incontrastata bellezza il paesaggio rurale dei Colli Euganei, a Luvigliano. La Villa è una splendida testimonianza di grande architettura civile italiana, un monumento di eccezionale importanza all’interno del vasto panorama delle ville venete per la sua capacità di introdurre il gusto per la classicità romana nell’entroterra della Serenissima. La struttura sorge su un terrazzamento in sommità del colle, per dominare la rigogliosa campagna coltivata che la circonda da ogni lato. Una prima costruzione fu presumibilmente eretta ai piedi del monte Solone sul finire del Quattrocento, per volere del vescovo Jacopo Zeno, su progetto di Bartolomeo Bon, come luogo di riposo e soggiorno estivo per i vescovi padovani. Il nucleo architettonico originario venne in seguito ampliato: nel 1501 per volontà del vescovo Pietro Barozzi, quindi, tra il 1535 e il 1543, per volere del cardinale Francesco Pisani. La direzione dei lavori e la riorganizzazione dell’intero fondo agricolo furono affidate dal cardinale all’amministratore della mensa vescovile Alvise Cornaro, il quale si servì dell’aiuto dell’architetto veronese Giovanni Maria Falconetto. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1535, i lavori furono condotti da Andrea Da Valle; è quindi ipotizzabile che la villa sia stata ideata dal primo ma materialmente realizzata dal secondo architetto. Vi intervenì probabilmente anche il famoso pittore e architetto Giulio Romano, a si devono forse la divisione degli ambienti interni e l’ideazione del bugnato che caratterizza il piano terreno della Villa. Mentre la realizzazione degli stucchi, sempre su disegno del Da Valle, fu intrapresa nel 1542, gli affreschi, terminati nel 1543, vennero affidati al pittore fiammingo Lambert Sustris, che si occupò dell’ideazione complessiva dell’impianto decorativo e dell’esecuzione della maggior parte delle pitture. In questo ritiro, Francesco Pisani riunì un cenacolo intellettuale frequentato da importanti letterati e umanisti del tempo. Solo più tardi, tra il 1562-65, vennero realizzati, sempre su disegno di Andrea Da Valle, la recinzione e i portali d’ingresso. Nella seconda metà del Settecento fu modificata la distribuzione degli spazi interni del piano nobile: fu chiusa la corte interna e create quattro stanze laterali e un salone centrale, secondo la classica planimetria delle più tarde ville venete. 38 M AGA ZINE 23-25 maggio 2014 La costruzione rimase proprietà dei vescovi patavini fino al 1962, quando Vittorio e Giuliana Olcese la comperarono e restaurarono, ripristinando le strutture edilizie originarie e liberando dagli intonaci più tardi gli affreschi, scoperti nel 1966 e successivamente restaurati. Nel 2005, per espressa volontà di Vittorio Olcese, la famiglia ha donato l’intero complesso al Fondo Ambiente Italiano, che ha promosso il restauro degli affreschi che, dal restauro Olcese degli anni sessanta, e assai manomessi tra il Cinquecento e il Novecento, necessitavano di un nuovo restauro. La villa è aperta al pubblico dal 23 giugno 2011 ◆ VILLA DEI VESCOVI, Luvigliano Di Torreglia (Padova) www.fondoambiente.it, www.villadeivescovi.it - mostra mercato CON LA COLLABORAZIONE DI: Villa Castelbarco - Via per Concesa 4 - Vaprio D’Adda (Mi) INFO t. +39 049 93 01 038 - [email protected] - www.bucolicacountry.com 40 41 M AGA ZINE M AGA ZINE I PRIMI CENTO ANNI DEL BELLEVUE PALACE A Berna, capitale pulsante della Svizzera, il resort per gli appassionati di design e lifestyle ha festeggiato il centenario di Alessandra Vittoria Fanelli P er tutto il 2013 il Bellevue Palace, l’unico cinque stelle lusso di Berna, ha festeggiato il centenario con una serie di eventi che ancora continuano in questi primi mesi dell’anno. Costruito nel 1903, lo storico hotel nel suo secolo di attività ha ospitato tantissimi illustri personaggi della politica, dello spettacolo e della cultura: dalla Regina Elisabetta a Winston Churchill e Nelson Mandela, da Charlie Chaplin a Bruce Springsteen fino alla nostra illustre concittadina Sophia Loren, solo per citare i più famosi. Entrato nell’esclusiva catena di The Leading Hotels of the World, l’Hotel è situato nel centro della città di Berna, capitale mondiale dell’Unesco (vedi anche il servizio nella rubrica Travel) e dispone di 128 camere (di cui 24 suite) totalmente rinnovate e arredate con mobili d’epoca. L’architettura dello storico palazzo e la vista panoramica delle Alpi Bernesi e del fiume Aare sono stati, negli anni passati, anche location per l'adattamento televisivo del romanzo di spionaggio di John le Carré ‘Tutti gli uomini di Smiley’ con Alec Guinness. La lobby, spettacolare, dà il benvenuto ai suoi ospiti e la splendida cupola floreale Art Nouveau (lo stile derivato dal movimento artistico-filosofico nato a cavallo tra il XIX e XX secolo che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate, noto anche come Liberty) contribuisce tuttora all’immutabile fascino dell’hotel. 42 43 M AGA ZINE M AGA ZINE Anche il ristorante La Terrasse, situato di fianco alla lobby, e La Terrace Bellevue, da cui si gode il meraviglioso panorama bernese, sono dei piccoli gioielli gourmand che vantano 16 punti di Gault Millau e offrono particolari abbinamenti di sapori culinari internazionali e locali. Al ristorante La Terrasse vengono serviti la colazione, il pranzo e la cena, illuminata dalle candele; la serata può poi terminare al Bellevue Bar che chiude alle ore 24 per l’ultimo cool drink o un veloce snack per chi rientra dall’Opera situata lì vicino. Inoltre, sempre nell’ambito della totale ristrutturazione, l’hotel ha pensato agli accaniti fumatori, ricavando un’esclusiva sala ‘fumoir’ dove si possono gustare anche i Cohiba, una delle marche più conosciute di sigari cubani, nata sotto il governo di Fidel Castro. Recentemente l’hotel ha ristrutturato il quinto piano demolendo alcune camere per ricavare il Bellevue Gym: una sala fitness dotata di tutte le più moderne attrezzature sportive (Technogym inclusa) e una sauna finlandese dalle pareti rivestite in un caldo legno di cedro. La sala Gym e la sauna sono aperte fino alle 22. Altro fiore all’occhiello di Bellevue Palace hotel sono le sue dieci imponenti e decorate sale, ognuna con un proprio fascino particolare, in grado di ospitare oltre 400 persone, per banchetti, convegni e meeting. esort Il Bellevue Palace Hotel, chiuso per l’intero anno 2012 per una totale ristrutturazione che ha coinvolto tutti gli spazi, è stato riaperto all’inizio del 2013 inaugurando così i festeggiamenti del centenario. Ora tutte le camere sono state attrezzate dalle più moderne infrastrutture richieste a un hotel internazionale: internet e wi-fi access, aria condizionata, bagni dotati di Jacuzzi. Inoltre un innovativo sistema d’illuminazione on/off accende e spegne la luce negli armadi quando si aprono e si chiudono le ante. 44 45 M AGA ZINE M AGA ZINE Salon du Palais La più spettacolare è senz’alcun dubbio il Salon du Palais, dalla suggestiva atmosfera floreale dove si svolgono gli esclusivi banchetti internazionali per le personalità politiche della vicina sede del Governo Federale. I saloni dispongono anche di un’entrata indipendente che non intralcia le normali attività dell’hotel. Sotto la volta della cupola della lobby, dove gli ospiti s’intrattengono prima di passare a La Terrasse Restaurant, un pianista si accomoda ogni sera all’elegante piano a coda per suonare e diffondere nel salone motivi di rilassante musica lounge o hit parade a richiesta. E se nel guestbook dell’hotel Bellevue Palace la nostra firma non sarà famosa ai posteri, noi possiamo dire: c’eravamo! Benvenuti al Bellevue Palace e godiamo, dalla sua privilegiata posizione, la discreta ed efficiente ospitalità certificata dai suoi cento anni di attività ◆ Hotel Bellevue Palace Timeless elegance in this 5-star hotel in the social heart of Bern Welcome to the Bellevue Palace the luxury hotel steeped in tradition in the heart of Bern. With its distinctive charm, magnificent historical rooms and attractive location in the old town, the 5 star hotel Bellevue Palace is the ideal venue for splendid gatherings and meetings, dazzling parties, and an exceptional holiday experience. For every guest staying at, or visiting, the Swiss Confederation’s official state guesthouse, it is certainly a grand stage. With our location immediately adjacent to the Bundeshaus, the seat of the federal government, we guarantee our guests genuine Bernese hospitality, statesman-like discretion and inspiring prospects. Enjoy unforgettable moments and discover the pearl of luxury hotels in Bern. We guarantee you, the Bellevue Palace, is one of the hotels, you will never forget! La belle vie a Bellevue Palace! ◆ resort www.bellevue-palace.ch Ristorante 46 47 M AGA ZINE M AGA ZINE Mercati 2013 e strategie d’investimento per il 2014 di William Mattei I n questo primo numero del 2014 andremo ad analizzare i risultati dell’anno appena trascorso sul mercato azionario globale ed obbligazionario, anche al fine di trarre qualche conclusione su ciò che è stato e sulle strategie di investimento e diversificazione da seguire per i prossimi mesi. È d’obbligo una premessa, come ben sapete, cioè che la fluttuazione dei cambi condiziona i risultati quando si detengono posizioni di investimento in valute diverse. Per evitare confusioni riporterò tutti i risultati già convertiti in euro, in modo che per un risparmiatore europeo sia più agevole verificare e confrontare i risultati dei suoi investimenti già al netto della fluttuazione dei cambi. Cominciamo dall’azionario: tra le aree appartenenti ai paesi sviluppati abbiamo il Nord America che chiude il 2013 con un + 22,08%, segue l’area EMU a poco distante con +20% mentre il pacifico dimezza il risultato con un +10% circa. A livello globale l’indice azionario mondiale dei sviluppati archivia il economy 2013 con un +18,74% e questo è l’indice con cui generalmente si usa e confrontare i risultati globali dei propri investimenti azionari. Passiamo ora all’azionario paesi emergenti i cui risultati del 2013 sono sicuramente da dimenticare: l’indice azionario globale paesi emergenti segnala un -9,08%, appesantito dal quasi -20% registrato dai paesi dell’America Latina; contengono le perdite a circa -4% i paesi dell’Est Europa, mentre l’indice BRIC (Brasile, Russia, India e Cina ) si attesta a -10,39%. Una prima sintesi vede penalizzare quegli investitori che hanno puntato molto nello scorso anno sui paesi emergenti a discapito di quelli sviluppati. Analizzando alcuni singoli paesi troviamo per i paesi sviluppati: Usa +24%, Germania +22%, Irlanda + 33% e Italia +11,82%, mentre sul fronte emergenti tra i paesi più rappresentativi abbiamo Tailandia con -20%, Cina -4%, Brasile -22%, Turchia -31% e Russia -6%. Prima di passare ai singoli settori, l’orientamento per il 2014 sull’azionario geografico dovrebbe portare ad incrementare le posizioni sui Paesi emergenti, mantenendo comunque la componente strategica su quelli sviluppati. Un asset allocation globale potrebbe orientarsi ad un 70% Paesi Sviluppati con preferenza per Europa e 30% Paesi emergenti con sovrappeso sulla Cina, anche alla luce delle nuove riforme che vedono una maggiore apertura al libero mercato; favorite anche posizioni su India, Est Europa e Sud Africa, penalizzata dalla forte discesa dei metalli preziosi a cui sono legate molte aziende sudafricane quotate. Guardando all’azionario sotto il profilo settoriale, balzano in evidenza le ottime performance nel 2013 per farmaceutici +28%, biotecnologie +68%, tecnologia +20%; seguono industriali +19%, finanziari +11%, mentre negativi il mondo materie prime (-6,90%) con punte di -20% circa sui metalli preziosi; leggermente positive le utilities +3,5% e gli energetici +2,3%. Per il 2014, anche a livello settoriale potrebbe verificarsi una rotazione che vedrebbe recuperare i settori più penalizzati nello scorso anno, per cui in chiave tattica sarebbero da preferire investimenti specializzati su energie rinnovabili e progressivo inserimento in portafoglio del settore gold ed agribusiness. Sul fronte obbligazionario i rendimenti sono scesi vertiginosamente anche in Europa, ed in Italia la riduzione dello spread governativo determina una notevole riduzione dei rendimenti anche sull’emissioni obbligazionarie bancarie e corporate. Con i tassi attuali molto bassi a livello globale, l’orientamento porta a sovrappesare l’equity rispetto al bond e ad inserire in portafoglio componenti obbligazionarie a tasso variabile, combinando basso rischio e strumenti obbligazionari di tipo high yield Europa. Come sempre vale quell’insostituibile regola: non mettere mai le uova nello stesso paniere. Una regola semplice che consente di diversificare il rischio ma che, per goliardia o superficialità, molto spesso tanti risparmiatori dimenticano, per poi ricordarsene quando la ‘frittata è fatta’. Buon 2014 a tutti Voi lettori di Insider Magazine ◆ 50 interview M AGA ZINE Southern Wind Shipyard Gli yacht semi-artigianali dell’Ingegner Persico: eccellenza qualitativa dal 1991 N el 1990 Willy Persico decide di costruire la sua barca a Cape Town, lasciando ad un amico di vecchia data, l’architetto Antonio Minniti, l’onere di disegnare gli interni. L’anno successivo fonda la sua azienda, che da allora non ha mai smesso di crescere. Insider lo ha incontrato per farsi raccontare la storia dei suoi ventitre anni di successi. Signor Persico, che cosa ha portato lei e la Southern Wind Shipyard in Sud Africa? La Southern Wind Shipyard è nata per caso, come molte delle cose migliori... Ho sempre amato il mare in tutti i modi possibili; dopo anni di crociere e regate come proprietario di diversi Swan e SanGermani, nel 1990 ho deciso di costruire la mia imbarcazione, scegliendo Ron Holland Ingegner Guglielmo Persico - ph G. Malgarini Ingegner Persico’s Southern Wind Shipyard Semi Custom sailing yachts of qualitative excellence since 1991 In 1990 Willy Persico decided to construct his own boat in Cape Town, letting his long-standing friend architect Antonio Minniti design the interiors. The year after, he founded his own company that has never stopped growing since then. Insider met him to hear the story of his twenty three years of lasting success. 51 M AGA ZINE Almagores - ph Peter Shreiber come architetto navale e il mio amico di sempre, Antonio Minniti, come interior designer. Durante uno dei tanti viaggi di affari, Ron Holland mi aveva suggerito di visitare Cenmarine, una piccola ditta di Cape Town specializzata nella costruzione di yacht personalizzati di ottima manifattura. Ho immediatamente deciso di far costruire da loro la mia barca, un’Aga Jari di 72 piedi, insieme a quella di un amico, un’innovativo 72 piedi progettato da Farr Yacht Design e destinato ad un grande successo. Pochi mesi dopo, mentre la barca era in corso di costruzione, il proprietario della ditta fu costretto a chiudere per problemi personali. E io ho deciso di cogliere l’opportunità acquistando un’area industriale da convertire in cantiere navale, selezionando i migliori artigiani e fondando una nuova realtà: la Southern Wind Shipyard. Mr Persico, what brought you and Southern Wind Shipyard to South Africa ? Southern Wind Shipyard was born by chance, as it happens for some of the best things... I have always loved the sea in all possible ways. After years of cruising and racing as an owner of different Swans and SanGermani I decided in 1990 to have my own boat built. I chose Ron Holland as a naval architect and long lasting friend Antonio Minniti for the interior design. In one of many business trips, I was advised by Ron Holland to visit Cenmarine, a small yard in Cape Town which specialized in building custom yachts of very good craftsmanship. I swiftly decided to have my boat built by them, the 72 feet Aga Jari and also a friend’s boat, an innovative 72 feet projected by Farr Yacht Design, which was destined to have great success. 52 53 M AGA ZINE M AGA ZINE Feelin' Good - ph Rob Kamhoot Quali sono i momenti più importanti della sua avventura sudafricana dal suo inizio, nel 1991? Nei primi nove anni di vita, oltre all’Aga Jari, il cantiere ha varato dieci Farr 72: costruendo più di una barca all’anno ho avuto tempo di condurre ricerche, selezionare personale specializzato e addestrare la squadra direttiva, che doveva diventare una risorsa fondamentale per l’azienda. Avendo guadagnato notorietà, il livello qualitativo delle nostre barche ha iniziato ad attrarre molti proprietari che volevano barche più grandi. Così è nato lo splendido progetto del cruiser d’altura di 95 piedi, in collaborazione con Nauta Yacht Design di Milano: una barca ideale per le lunghe traversate a vela. La costruzione di grandi yacht ha inevitabilmente comportato A few months later, as the boat was being built, the yard’s owner was forced to shut down the yard due to personal problems. I decided to seize the opportunity and bought an industrial area to be converted in a shipyard, selected the best craftsmen and founded a new reality: Southern Wind Shipyard. What elements do you like to remember about your South African adventure since it began in 1991 ? In its first nine years of life, besides Aga Jari, the shipyard launched ten Farr 72s. Building more than a boat per year, I had the time to conduct research, to select specialized personnel, as well as training a management group that was to become a fundamental asset for the company. Having gained fame, la crescita del cantiere: sono stati creati nuovi capannoni e nuove infrastrutture, implementando le tecnologie di costruzione. Tutto ciò ha determinato, nel 2000, il passaggio alla costruzione di barche in sandwich di carbonio e resina epossidica. Con una media di tre imbarcazioni all’anno, la Southern Wind ha ad oggi prodotto 44 yacht, di cui 16 nella fascia dei 100 piedi, misura che vede l’azienda leader nel mercato. the quality level of the boats attracted many boat owners who also wanted larger boats. Hence, in collaboration with Nauta Yacht Design from Milan, the splendid 95’ blue water cruiser project was born, an ideal boat for owners who intend to sail around the world. Building such maxi yachts entailed the inevitable growth of the shipyard, new sheds and facilities were created, state of the art construction technologies were implemented and in 2000 this ultimately lead to have the boats built by epoxy resin infused Carbon fiber sandwich construction. With a production rate of 3 boats launched every year, to date Southern Wind has built 44 yachts, of which 16 in the 100 foot range, size for which the yard is leading the market. interview Le imbarcazioni SWS sono rinomate per l’eccellenza qualitativa: che cosa c’è di tanto speciale nel costruire barche in Sud Africa? E che cosa nello sviluppo parallelo fra Cape Town e Genova? 54 Capannoni / Premises - ph Guido Grugnola SWS yachts are renowned for their qualitative excellence, what’s so special about boat building in South Africa ? And what about this parallel development between Cape TownGenoa ? The shipyard employs about 250 people, mostly locals that have now been with us for 15-20 years. Their experience allows to achieve qualitative excellence in every phase of construction. In its first few years of activity Southern Wind had the good fortune to grow in efficiency and improve its products thanks to South African government incentives in product exportation and a favorable exchange rate. This advantage ended in 1994, when exportation incentives were abolished. This led the company to focus even more on products of qualitative excellence. Still today the more accessible labor costs make the yard more competitive than most of the leading European countries; a slight advantage that is all invested in quality and not in savings. Fado - L’uscita dal cantiere Fado - Transport out from the yard - ph Francesca Van Der Royen Almagores - ph Peter Shrieber L’azienda da lavoro a circa 250 persone, per lo più locali che orami sono con noi da 15-20 anni. La loro esperienza ci permette di raggiungere un’eccellente qualità in ogni fase di produzione. Nei primi cinque anni di attività la Southern Wind ha avuto la fortuna di crescere in efficienza e migliorare i propri prodotti grazie agli incentivi del governo sudafricano per l’esportazione ed al tasso di cambio favorevole. Questi vantaggi sono terminati nel 1994, quando gli incentivi sono stati aboliti, portando l’azienda a focalizzarsi maggiormente sull’eccellenza qualitativa dei prodotti. Ancor oggi i costi più accessibili della mano d’opera rendono il cantiere competitivo rispetto alla maggior parte di quelli europei: un leggero vantaggio che viene reinvestito in qualità. Comunque la necessità di essere presenti nell’area attiva del mercato richiede un appoggio in territorio europeo, cosa possibile grazie alla Pegaso Srl. Basata a Genova, uno degli hub più importanti interview M AGA ZINE 57 M AGA ZINE del mediterraneo con la sua lunga tradizione navale, Pegaso gestisce e sviluppa le relazioni con i clienti a partire dalla prima fase di disegno fino ai servizi post-vendita. La laminazione in cantiere Yard Lamination - ph Guido Grugnola Quale delle vostre imbarcazioni vi rappresenta meglio? Negli ultimi dieci anni Southern Wind si è affermata con il modello dei 100 piedi: ben 15 sono stati costruiti in appena sei anni e sull’onda di questo successo durante l’ultimo biennio abbiamo proposto al mercato un nuovo progetto di 102 piedi. Due di queste barche sono già in navigazione e due ancora in costruzione. Le ragioni dietro alla loro ottima riuscita sono correlate alla capacità che questi yacht hanno di soddisfare sia il comfort (grazie ai volumi interiori) sia i requisiti di navigazione e performance durante la traversata. Le caratteristiche medio-leggere rendono i nostri yacht facilmente portabili con venti moderati e competitivi nelle regate più impegnative. La nostra sfida più recente, SW115, è un progetto nato lo scorso anno in risposta alla crescente richiesta di barche di questa misura da parte dei clienti. Come sono le relazioni con la clientela? La scelta di un’imbarcazione Southern Wind comporta sempre un nuovo incontro: il cantiere espone la propria filosofia e i progetti, mentre il cliente esprime i propri desideri. Questo produce modelli unici, che sono chiaramente frutto di un sentimento condiviso: vivere il mare nel miglior modo possibile. La concezione e la realizzazione di una barca è un processo che crea un forte legame fra persone ed è un aspetto che io vivo intensamente. Spendendo lunghe ad analizzare i diversi aspetti e prendere decisioni, si stabilisce con ciascun cliente una relazione di mutua fiducia che è alla base del nostro lavoro quotidiano. Questa fiducia è un valore importante e facciamo il possibile per mantenerla salda, seguendo i clienti da vicino per tutta la vita della barca e da tutti i punti di vista: consulenza amministrativa/fiscale, reclutamento dell’equipaggio e assistenza tecnica a 360°. Grandi risorse, sia umane che economiche, sono destinate a sviluppare tali servizi e il risultato è che il cliente si sente parte di una famiglia allargata ◆ La laminazione in cantiere Yard Lamination - ph Guido Grugnola interview La laminazione in cantiere Yard Lamination - ph Guido Grugnola However, the necessity to be present where the yacht market is the most active requires a presence in Europe. This is done thanks to Pegaso Srl, based in Genoa, which is one the most important hub in the Mediterranean with a vast yachting tradition. Pegaso manages and develops relationships with clients from the first design phase to after sales services. Which ones of your boats represent Southern Wind the most ? In the last ten years Southern Wind had its greatest success with the 100 feet model. 15 Of these boats were built in just six years; on the wake of this success, in the last two years we have proposed a new 102 project to the market. Two of these boats are already sailing and two are in construction. The reasons behind this success are linked to the capacity of these yachts to satisfy both comfort requirements (that depend on interior volumes) also during long “blue water” navigations and performance requirements. Mediumlight displacements make our yachts fun in light winds and competitive on the most challenging regattas. Our most recent challenge is the SW115, a project which started last year to answer to the growing requests of owners who are looking for boats of this size. What is your relationship with clients like ? The choice of a Southern Wind is always a new encounter: the shipyard exposes its philosophy and projects while the clients express their desires. This produces unique models, that are clearly the offspring of a shared feeling: to enjoy the sea in the best possible way. The conception and realization of a boat is an activity that creates a strong link between people and this is an aspect I live intensely. Long hours are spent analyzing different aspects and taking decisions with each of them establishes a relationship of mutual trust which is at the base of our day to day work. Such a trust is greatly valued and we do the greatest efforts to maintain strong, following clients closely throughout the boat’s life and its management: administrative/fiscal consultancy, crew recruiting, as well as 360° technical assistance. Great resources are allocated to these services, both human and financial. The result of this for the client is to feel part of an enlarged family! ◆ 58 59 M AGA ZINE M AGA ZINE 2014, Grande Vela Nuove regole per la prossima America’s Cup, prime qualifiche per Rio 2016, Volvo Ocean Race al via: un anno CON IL vento in poppa di Fabio Colivicchi © LUNA ROSSA/StudioBorlenghi/Borlenghi-Butto Giulia Conti e Francesca Clapcich, classe 49er FX Marco Gallo, classe Laser I n arrivo nuove regole per la prossima America’s Cup, dopo lo show di San Francisco 2013 (e Luna Rossa aspetta allenandosi a Cagliari). Tanti eventi internazionali in Italia. Nuovi navigatori crescono. Boom vela olimpica: prime qualifiche per Rio 2016. E parte la Volvo Ocean Race, il giro del mondo in equipaggio. Pronti a salpare? La vela non si ferma più, si conferma uno sport in salute e in crescita tumultuosa, tra nuove tecnologie in mare e a terra, novità infinite, nuovi personaggi e nuovi eventi, dalle classi giovanili a quelle olimpiche fino all’oceano, passando per la vela d’altura. Eccovi la guida definitiva per non perdere neanche un bordo dello spettacolo del mare. L’AMERICA’S CUP CHE VERRà Dopo la rivoluzione della 34ma Coppa a San Francisco 2013 (i catamarani giganti AC72, le vele rigide, i foil sulle derive che fanno volare gli scafi), c’è attesa nel mondo velico per l’annuncio delle nuove regole in vista dell’edizione numero 35. Il defender Oracle USA e il primo sfidante australiano presenteranno in primavera il nuovo Protocollo. Sapremo così con quali barche si correrà il trofeo più antico dello sport (i cat saranno confermati ma forse ridotti a 60-65 piedi), in quali date (la sfida finale sarà nel 2017, ma prima ci sarà un circuito con tappe in molti paesi tra cui l’Italia), con quali regole (i rumors danno per certo il ritorno al principio di nazionalità dei componenti dei team, che non saranno più delle multinazionali). Se l’obiettivo riduzione dei costi sarà effettivo, potremmo vedere molte sfide (ce ne sono pronte già dalla Cina e dalla Russia nonchè da Inghilterra, Francia, Svezia, Corea, Nuova Zelanda e naturalmente Italia). Luna Rossa, anzi, è già al lavoro e da marzo sarà operativa la nuova base del team a Cagliari. anche per le Olimpiadi Giovanili di Nanchino (Cina), poi manderà in scena le classi olimpiche con la tappa Eurolymp, quindi l’incredibile Meeting Internazionale Optimist, che già detiene il Guinness dei primati con quasi 2000 (duemila!) giovanissimi tra 9 e 14 anni da mezzo mondo. Occhi su Cervia per il Mondiale 470 Juniores, e Torbole per l’Europeo Laser Juniores; da vedere anche il Mondiale Vaurien a Grosseto e il Mondiale Melges 20 ancora a Riva del Garda. Per l’altura, Sanremo ospita a giugno il Mondiale dello yacht monotipo X-35. sport ITALIA, CENTRO DELLA VELA MONDIALE Nel panorama di una vela che cresce, l’Italia è tra i paesi considerati più avanzati in questo sport. Il fatto che il presidente della federvela mondiale sia il genovese Carlo Croce ne è forse una diretta conseguenza. Velisti azzurri primeggiano in molte categorie di classi, e la qualità organizzativa dei nostri club è ben riconosciuta. Così anche il 2014 vedrà tanti eventi internazionali in acque italiane. Subito in evidenza lo stadio della vela del Garda: Riva del Garda ospiterà il Mondiale della classe emergente giovanile Byte CII, singolo scelto 60 M AGA ZINE Flavia Tartaglini, classe RSX © Sander van der Borch / Delta Lloyd Regatta sport FORZA AZZURRI Ma il 2014 è soprattutto l’anno delle prime verità per il gran circo della vela olimpica. A lavoro senza sosta subito dopo Londra 2012, atleti e atlete vivranno un anno di appuntamenti decisivi. Le varie tappe di Coppa del Mondo e d’Europa (Miami a gennaio, Palma a marzo, Riva e Hyeres ad aprile le più importanti), saranno altrettante selezioni per il megaevento di settembre: a Santander, nel nord della Spagna, si svolgeranno i Mondiali di tutte le classi olimpiche della vela, che oltre ai titoli assegneranno anche il primo 50% dei postinazione per le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Un passaggio chiave, al quale tutte le nazioni si stanno preparando da mesi. La squadra azzurra, guidata dal Direttore Tecnico Michele Marchesini e da Alessandra Sensini (Direttore Giovanile), si è allenata senza sosta nei centri federali di Campione del Garda, Cagliari, Loano, Formia. Abbiamo campioni già pronti (Giulia Conti e Francesca Clapcich nella classe FX; Flavia Tartaglini e Laura Linares nel windsurf; Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri nel Nacra 17), e altri equipaggi scalpitanti o neocostituiti con vecchie glorie e giovani emergenti (sul cat misto N17 troviamo il veterano Gabrio Zandonà (4° a Londra 2012 nel 470) con la giovane speranza Giulia Zappacosta, e il pluricampione iridato della vela d’altura Lorenzo Bressani, con l’olimpionica ex 470 Giovanna Micol). Tutti pronti a sfidare il mondo, tra onde e raffiche, per inseguire il sogno olimpico. Meritano di essere seguiti attentamente. MARE APERTO, MON AMOUR L’Italia insegue la Francia anche nella vela di grande altomare e oceanica. Il successo della squadra azzurra alla Mini Transat dello scorso ottobre ha fatto crescere la febbre e nel 2014 tra Talamone, Genova, Roma e la Sicilia) si svolgerà un intenso circuito dei Mini 650, straordinari velieri oceanici di appena 6 metri e mezzo. Gli aspiranti navigatori, emuli di Giovanni Soldini (per inciso, anche lui nel 2014 prosegue la sua caccia Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri, classe Nacra 17 ai record con il 70 piedi Maserati) possono contare anche sulle classiche offshore come la Roma per Due (quest’anno anche in solitario: Roma per Uno), la Rolex Giraglia, la Palermo-Montecarlo, la Cinquecento in Adriatico. AROUND THE WORLD Il 2014 è l’anno della Volvo Ocean Race, il giro del mondo in equipaggio. La seconda regata per importanza nel mondo della vela dopo la Coppa America. L’edizione 2014-2015 è attesissima per la clamorosa novità dei monotipi VO65: tutti i team corrono con barche uguali. La differenza la faranno gli uomini, i marinai, in una corsa intorno al mondo di 40 mila miglia, che tocca tutti i continenti, gli oceani e i mari. Il via da Alicante in Spagna il 4 ottobre. Se questi sono gli appuntamenti clou della vela, non c’è da stupirsi che il numero di appassionati sia in crescita. E con esso decine e decine di appuntamenti locali, regate, raduni (sempre molto ricchi quelli di vele d’epoca), crociere in flotta. Cresce anche il modello vacanza con vela in charter. Ma non è ancora abbastanza: l’Italia, nel cuore del Mediterraneo, deve scoprire che la vela può essere anche un settore trainante dell’economia ◆ 62 63 M AGA ZINE M AGA ZINE Jet Capsule, è tempo di miniyacht Nasce una generazione di imbarcazioni compatte, esteticamente al top, per un uso limitato ma polivalente. Lazzarini design presenta un modello a forma di capsula, originale e curato in ogni dettaglio T utto ebbe inizio quando, qualche anno fa, un gruppo di lavoro tutto italiano di giovani designer e ingegneri, slegati da ogni convenzione, diede vita a un’imbarcazione fuori dai canoni estetici tradizionali della nautica. L’idea era molto semplice: progettare un’imbarcazione di design ma di dimensioni notevolmente ridotte, che potesse essere utilizzata non solo come mini yacht ma, all’occorrenza, anche come mezzo speciale da utilizzare per compiti di passaggio, pattuglia, ambulanza. Nasceva così, nel 2012, l’innovativa Jet Capsule. Questo “yacht utilitario”, lungo 7,5 metri e largo 3,5 metri, si propone come un prodotto “full custom”; ciascun cliente può, infatti, ordinarlo in base alle proprie esigenze e desideri. Questo studio progettuale prevede molti adattamenti, potendosi il jet capsule trasformare in una piccola ‘party boat’ con tanto di DJ set e impianti sonori, un piccolo servizio di catering da offrire agli yacht più grandi, una stazione-casa solare in grado di ospitare tre ambienti, bagno e cucina e addirittura una versione militare. yacht La Capsula, la cui spinta è garantita da un sistema a idrogetto di ultima generazione, può essere equipaggiata con uno o due motori, diesel o benzina mentre, per quanto riguarda la potenza, il cliente può scegliere la performance: da 315 fino a 740 Cv per la versione più potente. Di notte l’interno e l’esterno della Jet Capsule sono disegnati in modo da creare un effetto ‘spaziale’ di luci. Il prezzo per una Jet Capsule limited parte da 150.000 € fino a toccare 250.000 € per la versione Private Jet, che comprende una doppia motorizzazione e portelloni automatici per la chiusura ermetica posteriore. Presentato durante l’ultimo Salone Nautico di Monaco del 2013, il Jet Capsule rappresenta una delle poche reali novità del settore e farà sicuramente parlare di sé nei prossimi anni ◆ F.M. 64 65 M AGA ZINE M AGA ZINE Formula E Auto elettriche, eco-dinamiche, etiche di Gianni Perotti I l nuovo futuro è arrivato. Se andate dal Concessionario a scegliere l’auto non chiedetegli la cilindrata. È una domanda obsoleta, anzi indiscreta, come chiedere l’età di una bella donna. Il nuovo modo di pensare l’auto parla di connettività, di infotrattenimento, di ecodinamismo. La motorizzazione è la cosa meno convenzionale e meno quantificabile. I motori vanno a metano, benzina, elettrico, gpl, gasolio, spesso abbinati tra loro. Le chiamano con un termine infelice: ibryd, ma sono i nuovi purosangue. BMW i3 È la prima BMW ibrida, anzi diversamente-ibrida. I motori, se vi interessa l’argomento, sono sia elettrici che termici. La grossa novità è che il piccolo motore a benzina non fa muovere le ruote ma, quando è necessario, alimenta le batterie portando l’autonomia da meno 100 km a più 400 km. Si chiama i3 e questo porta il prezzo un po in sù: 36.500 €. motors AUDI A3 sportback G-tronic È la prima auto a metano del Marchio dei quattro anelli. Esce a fine gennaio 2014 ma si anticipano meraviglie: 4 € per fare 100 km in modalità metano, emissioni CO2 sotto i 100 g/km, autonomia da 400 Km (solo metano) a 1200 Km (con modalità benzina). Il motore 1,4 TFSi modificato spinge fino 190 Km/h con accelerazioni da 0-100 km in 11 secondi. Un’auto nobile a basso consumo. 66 67 M AGA ZINE M AGA ZINE L’ARTE DEL FUMO LENTO! di Luca Pezzini Mercedes E 200 NGT 7 marce e doppia alimentazione Una vera ammiraglia di quasi 5 metri di lunghezza che fa il pieno di metano con soli 20 € per una autonomia di 300 Km (1300 nella modalità metano + benzina) capace di superare i 220 Km/h. Il metano abbinato al sofisticato confort Mercedes e all’economia di esercizio viaggia in zona premium. Un sistema elettronico passa da una alimentazione all’altra secondo le necessità. Costa 58.200 €. Chevrolet VOLT berlina 5 porte È in vendita già da 2 anni ed è stata la prima auto elettrica extended range il che la colloca tra una elettrica pura e una ibrida. In America questa modalità va alla grande: Leonardo Di Caprio vuol sponsorizzare questa tecnologia per correre in Formula 1. Il prezzo della Volt è elevato (47.700 €) ma si tratta di una berlina di 4,5 metri di lunghezza che offre ben 4 modalità di guida: solo elettrico, sport, montagna, economy. Si ricarica in 6 ore nel box con una normale presa elettrica ◆ motors L unedì 24 febbraio al ristorante del V-Lounge al Lido di Ostia (Roma) si terrà l’edizione invernale del “Simposio del Sigaro”, la one-night stagionale organizzata dalla Confraternita di SigariAvana.it ([email protected]) e da CigarForum. Durante la cena a base di pesce si potrà assaporare il frascati delle Cantine Conte Zandotti, riconosciuto come uno dei migliori, quindi il dopocena prevede l’accensione di un sigaro eccezionale da degustare assieme ad uno dei migliori whisky single malt Glen Grant. Stiamo parlando del Punch Super Robusto exclusivo AsiaPacifico, introvabile alle nostre latitudini, realizzato come edizione regionale nel 2006 e, vista l’ottima riuscita, nel 2007. Il sigaro si presenta con una capa (la foglia esterna che lo avvolge) colorado scuro e, visto il formato, una fortaleza (potenza) in crescendo… è uno di quei manufatti cubani che riesce a generare piacevoli sensazioni dal primo all’ultimo “puff”. Punch è un marchio storico pre-rivoluzione, la casa è stata fondata nel 1840 e viene distribuito in tutto il mondo. Il tabacco utilizzato per il confezionamento proviene da Vuelta Abajo, la zona di Cuba dove vengono selezionati e prodotti i migliori tabacchi da sigaro del mondo. In particolare il Super Robusto che verrà fumato proviene da una delle 400 scatole da 50 pezzi prodotte sette anni fa e quindi solo cinquanta appassionati avranno la fortuna di poterlo degustare confrontando con gli altri aromi e sapori ◆ 68 M AGA ZINE CES 2014: IL FUTURO PARTE DA LAS VEGAS S tampanti in 3D, auto che si guidano da sole, schermi da 8 milioni di pixel e tecnologia indossabile: all’International CES 2014 di Las Vegas sono state presentate le più importanti novità e tendenze del settore. Della “tecnologia indossabile”, vale a dire computer indossabili come occhiali o orologi, si è già detto e parlato tanto che ormai non costituiscono più nemmeno una novità. Qualche nuovo modello è stato presentato, ma niente che costituisca più di una semplice evoluzione di ciò che è già esistente sul mercato. Lo stesso dicasi per i prodotti di largo consumo come tablet, pc e smartphone, mentre per le televisioni la ricerca si volge sempre di più verso una maggiore qualità grafica a prezzi accessibili, con apparecchi “super HD”. Sono stati i prodotti di nicchia a offrire invece le più importanti novità. Le stampanti, ad esempio. L’ultima frontiera è adesso la stampa in 3D. Tecnici e creativi potranno disegnare, modificare e concludere modelli 3D e poi “mandarli in stampa”, creando dei veri e propri oggetti come tazze, porta telefonini e addirittura in alcuni casi, elementi commestibili al gusto di cioccolato, vaniglia, menta, ciliegia e limone. Un’altra novità altrettanto importante è stata l’auto che si guida da sola, un progetto presentato da Audi, che ha introdotto all’interno di una A7 un sistema computerizzato, grande come un iPad, in grado di avviare un vero e proprio pilota automatico che sveglia il pilota che si addormenta e dialoga con i semafori, mantenendolo nell’onda verde. Il pilota automatico è capace di gestire autonomamente sterzo, cambio, acceleratore e freni e si rivela particolarmente utile nelle situazioni di traffico e di guida a bassa velocità. Non mancano, infine, le novità legate a salute e fitness, con braccialetti, orologi, e fasce in grado di leggere i segnali del corpo e mostrarli su un dispositivo elettronico, suggerendoci in contemporanea dei consigli per migliorare il nostro stile di vita. Da segnalare in questo senso Smart Toothbrush, lo “spazzolino intelligente” che ci avverte se abbiamo lavato male i denti ◆ F.M. 70 71 M AGA ZINE M AGA ZINE Mountain Bike: BMC presenta la nuova collezione Le nuove mountain bike di BMC s caratterizzano per comfort e design e sono progettate per rendere accessibili le strade più dure anche a ciclisti non esperti di Francesco Mantica L TE01 a grande tradizione BMC sui campi di gara della Coppa del Mondo di Cross Country si traduce da sempre in benefici sui modelli per ogni tipo di ciclista. Ne sono un esempio i due ultimi modelli della casa, le Mountainbike TE01 29 e TE02 29 SLX, ma anche altri come Impec e Alpen Challenge. TE01 29 e TE02 29 SLX sono due Mountainbike di alto livello ma che si adattano alle esigenze di qualunque tipo di ciclista. Il telaio in carbonio di questi modelli, sviluppati secondo il concetto BWC - Big Wheel Concept - per compensare la maggior dimensione delle ruote da 29, si basa su un carro corto per dare velocità in accelerazione, avantreno ribassato per dare stabilità e giusto bilanciamento in salita. Si esaltano così le caratteristiche delle ruote da 29, dando aderenza sullo sconnesso e sicurezza di guida in velocità. In questo modo vengono resi accessibili tutti i tipi di percorsi, inclusi quelli molto tecnici, con prestazioni esaltanti. Disponibili nei colori ‘team red’ e ‘flame’, sono disponibili rispettivamente ai prezzi di 2.999 e 1.999 €. IMPEC TE02 La IMPEC è invece una bicicletta di gamma top, creata grazie ad una tecnologia unica al mondo: è la somma di high tech, design, prestazioni ed emozioni pure. Il telaio è costituito da tubi specifici la cui struttura in carbonio viene intrecciata con assoluta precisione da un robot. Con il sistema LSW (load specific wave) ogni tubo ed ogni zona vengono realizzati a seconda della loro funzione e delle sollecitazioni a cui sono sottoposte. Con la tecnologia SNC (shell node concept) si garantisce in più la massima rigidità e stabilità dei punti di connessione del telaio. Disponibile in edizione standard e nei colori rosso BMC, bianco e grigio e, per i ciclisti più appassionati, in edizione Lamborghini al prezzo di 25.000 €. ALPEN CHALLENGE è invece una bicicletta pensata per la mobilità urbana. Si tratta di un modello ispirata alla bici che da secoli utilizzano i postini svizzeri, con telaio super leggero in alluminio e trasmissione a cinghia per una scorrevolezza e silenziosità sorprendente. Le luci sono integrate nel telaio nella versione più competitiva o nel parafango per chi sceglie un look più cittadino che prevede anche il porta pacchi. L’ideale per chi deve fare tanta strada in città, in sicurezza e comodità. Disponibile in versione bianca, nera e alluminio ad un prezzo a partire da 700,00 € ◆ ALPEN CHALLENGE GREEN POWER Jo No Fui di Luisa Espanet Versace Versace Philosophy by Alberta Ferretti D ietro la scelta del verde non ci sono né motivazioni ambientaliste né ecologiche, se non inconsce. C’è la riscoperta di un colore con tali e tante sfumature da renderlo utilizzabile per mille occasioni. E così dopo l’inverno ecco la primavera all’insegna del verde. Nell’abbigliamento lo si vede in tessuti molto diversi. Si va dalla tela plastificata del trench doppiopetto di Alexis Mabille alla seta dell’importante abito lungo di Jo No Fui, allo chiffon effetto foglie della gonna di Miu Miu. Verde nell’abito da sera anche da Aigner che lo accosta a un turchese con effetto degradé. Delicatissimo tono del verde per la gonna a palloncino di Ellery, come per lo chemisier con giochi di arricciature di Burberry Aigner Stella Jean Ermanno Scervino fashion Antonio Marras Alexis Mabille Ellery Burberry Prorsum Prorsum o per il completo con pantaloni morbidi e giacca spolverino di Philosophy by Alberta Ferretti. È verde militare, di taglio decisamente maschile, la giacca di Antonio Marras da abbinare alla gonna con balze in seta a stampe floreali. Ricami argentei impreziosiscono il miniabito verde di John Richmond. La pelliccia si colora di verde da Ermanno Scervino, da Miu Miu e da Versace, che in tonalità smeraldo propone anche il soprabito doppiopetto. Fantasie in diverse tonalità di verde per l’abito sari di Missoni e i pantaloni e le giacche di Stella Jean. 76 accessories M AGA ZINE Serapian Marc by Marc Jacobs Fratelli Rossetti Ballin Cambiaghi Santoni Il verde è anche sulle borse. Eccolo da Serapian, da Cambiaghi, da Santoni. È sulle scarpe: dalle stringate sportive in vernice dei Fratelli Rossetti al sandalo con tacco di Ballin. E perfino sugli orologi Marc by Marc Jacobs ◆ La stanza diversa Via Felice Giordano, 2a • 00197 Roma • +39 06 87652072 • +39 339 3882506 • [email protected] • [email protected] fashion Roberto Cavalli C he il blu sia uno dei colori preferiti per l’uomo, soprattutto in primavera, non è una novità. Quest’anno lo ritroviamo, proposto dagli stilisti in varie sfumature per capi diversi. Da Trussardi per la nappa del completo, da Marni più scuro per l’imper-mantella plurizippato, da John Varvatos per l’aderente giubbotto di camoscio, da Calvin Klein per la giacca destrutturata, da Roberto Cavalli per il completo rigoroso. Giorgio Armani propone l’azzurro per l’abito tre pezzi, per il pull con motivo jacquard e per il blazer in tessuto cangiante dell’Emporio. Giorgio Armani Giorgio Armani cinquanta sfumature di azzurro Diesel Black Gold John Varvatos Trussardi Marni Santoni Fratelli Rossetti Hogan Ermanno Scervino Emporio Armani Ermanno Scervino punta sulla variante denim, come Diesel, che movimenta il giubbotto con flash d’argento. Disegni cravatta sul denim per la camicia di Bagutta. Ovviamente anche l’accessorio si colora di azzurro in tutte le sue tonalità. Sono quasi turchese le stringate di Hogan. Sono azzurro carta da zucchero i mocassini in camoscio di Santoni. Bianco e blu, effetto paglia, per quelli con nappine dei Fratelli Rossetti ◆ 83 Superga Vestirsi d i d isegni Twin-Set Simona Barbieri Roberto Cavalli Junior Miss Grant M AGA ZINE kids Pretty Ballerinas Missoni Q uesta primavera per i bambini sono previste stampe, ricami, applicazioni, sempre all’insegna del colore. I temi? Svariatissimi. Si va dal ricamo floreale sulle maglie alle farfalle applicate sulle ballerine, ovviamente per le femmine. Dalle intramontabili stampe rubate al mondo dei campus e del baseball ai distintivi genere college inglese per i giubbotti dei maschi. E poi disegni a non finire per le T-shirt. Tra i soggetti preferiti i personaggi dei fumetti e dei cartoons e il mondo animale. Pois multicolori per le basket unisex ◆ 84 golf M AGA ZINE Abu Dhabi Golf Championship 2014 il golf fra le dune I migliori golfisti italiani impegnati nella prima delle tre gare denominate Desert Swing. La sfida: reinventarsi come “golfisti del deserto” di Francesco Mantica Abu Dhabi P er diventare campioni di golf non basta essere degli assi sul green. Anche la qualità sulle sabbie del deserto, in epoca moderna, vuole la sua parte. L’Abu Dhabi HSBC Golf Championship - torneo dell’European Tour e prima delle tre tappe denominate ‘Desert Swing’ che si svolgono ad Abu Dhabi, in Qatar e a Dubai - è una di quelle sfide dove la qualità e la destrezza nel colpire la pallina contano quasi come la capacità di reinventarsi su un terreno diverso. Da giovedì 16 a domenica 19 gennaio moltissimi campioni di golf si sono dunque confrontati disputato sul percorso Abu Dhabi Matteo Manassero dell’Abu Dhabi Golf Club. Tra questi, non sono mancati i migliori golfisti italiani, che tutto sommato non hanno sfigurato. Edoardo Molinari ha terminato il torneo in 28esima posizione di classifica, una buona prestazione. Sul suo score ci sono sette bogey e quindici birdie e un vero grande errore nell’ultimo giro che ha pesantemente rovinato un parziale che gli avrebbe consentito di ambire alla top 10 senza troppi problemi. Matteo Manassero ha concluso il torneo al 31esimo posto di classifica, score di 284 colpi. Per Matteo, giocatore molto tecnico, il lungo percorso dell’Abu Dhabi Golf Club, non era ottimale, ma nonostante questo l’Abu Dhabi HSBC Championship è stato un torneo positivo, che ha accresciuto ancor di più la sua esperienza. Non hanno concluso invece le quattro giornate di gara Marco Crespi e Andrea Pavan perché eliminati al taglio. Il torneo è stato infine vinto dallo spagnolo Pablo Larrazabal. Il 31enne pro di Barcellona ha colto il terzo titolo nel circuito, dove non vinceva dal 2011, superando di un colpo in un acceso finale il nordirlandese Rory McIlroy e lo statunitense Phil Mickelson ◆ 85 M AGA ZINE 87 M AGA ZINE Il discesista azzurro Kristian Ghedina in tenuta da polo a Cortina fEBBRaiO, È tEmpO dEL fascinOsO tORnEO di paLLa E stEcca suLLa nEvE dOLOmitica. natO nEL 1989, daL 2002 È insERitO nEi pROgRammi dEi migLiORi giOcatORi dEL mOndO: unO spEttacOLO impERdiBiLE di spORt E mOndanitÀ di enrico tonali - ph Polo Gold Cup/Diego Bandion G lamour bianco da non perdere quello di Cortina e il polo sulla neve a febbraio. Un appuntamento che si rinnova da un quarto di secolo senza esaurire vivacità e attrazione, con l’effettuazione della tradizionale prima tappa della Polo Gold Cup, il circuito conosciuto in tutto il mondo anche per il suo inserimento da anni nel Guinness di primati sportivi. L’originale formula di disputare ogni stagione almeno tre tornei su altrettante superfici di gioco - neve, sabbia, erba - è stata concepita dagli organizzatori Maurizio Zuliani e Claudio Giorgiutti che, nel 2002, diedero al Cortina Winter Polo una nuova vitalità e soprattutto vi immisero energie fresche. Nel 2014 una new-entry di prestigio mondiale, Mercedes Benz, la casa automobilistica che da Stoccarda diffonde auto di classe nei Cinque Continenti. Il torneo dolomitico di polo sulla neve è nato nel 1989, seguendo il successo che da cinque anni stava riscuotendo quello di St. Moritz, ideato dai giocatori svizzeri Reto Gaudenzi e Gianni Berry. La manifestazione di Cortina venne inizialmente organizzata dai tre appassionati romani Italo Focacci, Fabrizio Bogianckino, Corrado Pantanella assieme all’albergatore ampezzano Renato Manaigo (scomparso nel 1999, ora gli è dedicato il Fair Play Trophy del torneo). Il primo campo di gara fu il laghetto gelato di Landro (fra Cortina e Dobbiaco, a 8 km da Misurina) sotto il Monte sport cortinA WintEr Polo Cristallo, con quattro squadre che si esibirono davanti a un pubblico sbalordito di vedere i cavalli volare in equilibrio sulla neve e gli uomini in sella a smazzare una palla rossa. I team che giocarono nel 1989 erano Les Copains, Brattas, Scuola Militare di Equitazione e il Cortina Polo Club che si aggiudicò quella prima edizione. Squadre inglesi, olandesi e belghe si unirono nelle edizioni successive alle italiane. Nel 1991 si abbandonò Landro per il più scenografico Lago di Misurina anfiteatro naturale fra picchi che bucano il cielo come le Tre Cime di Lavaredo. L’anno scorso la location è stata ancora una volta spostata, presso il Centro Sci di Fondo di Fiames sotto un’altra cima dolomitica spettacolare, il Pomagagnon, che con la sua vicinanza sembra voler assistere pure lui alle partite. Un campo ottimo, dalle dimensioni giuste per un gioco veloce e di realizzo. Ma soprattutto a soli 4 km dal centro di Cortina, lungo la Statale di Alemagna che collega l’Ampezzano alla Val Pusteria. Pertanto ancora più facile da raggiungere dagli spettatori - l’ingresso è gratuito - che infatti nel 2013 hanno toccato cifre record. Il torneo - che dagli Anni Duemila ha assunto una connotazione internazionale d’alto livello - si tiene nella terza settimana di febbraio, location segnata in neretto sulle agende di molti giocatori dei cinque Continenti, che almeno una volta nella loro carriera sportiva vogliono partecipare a questa kermesse. Quest’anno il Cortina Winter Polo Mercedes Benz partirà il 16 febbraio e si concluderà il 22, punteggiata al solito ogni giorno da avvenimenti mondani, e il rettangolo di gioco (in neve battuta su fondo di ghiaccio) sarà affiancato dagli accoglienti Polo Bar - con lo stellato Polo Restaurant firmato da El Toulà - e il red-carpet lungo gli stand di sponsor e marche griffate. Sarà una settimana all’insegna dello sport-on-ice e dell’esclusività grazie anche alla conferma delle tradizionali e tante proposte di eventi collaterali, cocktail, party e cene di gala rendono imperdibile quella che a Cortina ormai viene indicata come la “Settimana del Polo” ◆ 88 89 M AGA ZINE M AGA ZINE Una discesa vincente nel torneo 2013 CORTINA WINTER POLO MERCEDES-BENZ FIAMES - FEBRUARY 16/22 2014 Una marcatura durante il Cortina Winter Polo Cortina Winter Polo Mercedes-Benz: February 16-22. The most important event in the Pearl of the Dolomites Winter Season (25th edition) will once again be held at the Cross Country Skiing Centre, in Fiames. As always this sports event will be extreme competitive with players and captains from abroad with five teams taking part in this 14/16 goal official tournament on snow, and also a not-to-be missed event for those with a glamorous and very social lifestyle. Admission is free of charge but the welcoming Polo Village is reserved to those who have received an invitation. Here, on the sunny slopes next to the sponsors’ tents and the Polo Bar, guests have a privileged view of the playing field. There is also a Polo Restaurant where, thanks to El Toulà’s cuisine, the excellence of Cortina d’Ampezzo’s food and wine takes the centre stage. It will be a week characterised by exclusiveness thanks also to the many traditional side events organised. Cocktail parties, receptions and gala dinners make Cortina’s “polo week” an event that cannot be missed. Only four kilometres north of Cortina, on the Alemagna road linking the valley to the Val Pusteria, Fiames is a location well-known to those who have a passion for cross-country skiing and was used for the first time in 2013 when the ice at the Misurina Lake where this event was traditionally held was not at its best. The location is ideal since in the summer months it successful hosted a number of show jumping competition ◆ www.pologoldcupcircuit.com 90 M AGA ZINE L’ACIDO MANDELICO PROPRIETà E UTILIZZO L’ Acido Mandelico è un alfa-idrossi acido (AHA) estratto dalla mandorla amara. Alle sue spalle ha una storia lunga che riporta notizie di un suo utilizzo lungo il corso degli anni passati, sfruttato nella medicina come antibiotico e riconosciuto solo in anni recenti come ingrediente per la cura della pelle. In particolare quest’acido rappresenta un’appropriata base per una vasta gamma di problemi della pelle e non solo: riesce a curare l’acne e le rughe e con più precisione è efficace anche nella cura di acne in soggetti di età adulta. Uno dei principali vantaggi legati a questa tipologia di acido è dovuto al suo più alto grado di sicurezza su qualsiasi tipo di pelle, infatti può essere tranquillamente applicato anche su carnagioni scure, mentre anche solo il 5-10% di altri acidi può innescare un’iperpigmentazione nella pelle più scura. Come detto l’acido mandelico produce ottimi risultati nel trattamento d’acne: può migliorare la pustolosa infiammatoria, comedonica e l’acne papulare; per di più ha dimostrato di essere efficace persino di fronte ai casi in cui altri tipi di medicinali o persino antibiotici non sono stati in grado di agire. Numerosi studi hanno dimostrato che oltre alla cura dell’acne, l’acido mandelico offre altri significativi vantaggi per la pelle danneggiata. Tra gli effetti e i benefici dell’acido mandelico rientrano per esempio l’Iperpigmentazione: in genere un utilizzo costante e graduale di acido mandelico porta ad ottenere notevoli miglioramenti per quanto riguarda una pigmentazione anomala della pelle. I miglioramenti sono stati registrati in particolare per casi di: melasma, iperpigmentazione post-infiammatoria e lentiggini. L’uso dell’acido è molto utile dal momento che aumenta l’efficacia dei trattamenti della pelle anche nel caso in cui siano affiancati altri prodotti. Rughe e linee sottili: la trama della pelle migliora visibilmente pochi giorni dopo o al più dopo poche settimane, dall’inizio del trattamento a base di acido mandelico; il risultato raggiunto dura nel tempo, continuando per un periodo che va da alcuni mesi sino a raggiungere persino un limite di alcuni anni. Antibiotico: l’acido mandelico si differenzia dagli altri acidi alfa-idrossi poiché è l’unico a godere anche di una sua naturale azione antibiotico. Rinnovamento cutaneo: oltre ad avere un’azione antibatterica, l’acido opera sulla pelle rompendo il legame tra le cellule morte e danneggiate ancora presenti sulla pelle e portando oltre a ciò ad un aumento del tasso di ricrescita cellulare. Questa rappresenta una delle più importanti azioni dell’acido dato che elimina le cellule danneggiate della pelle, causa della formazione di rughe e di altri problemi legati alla salute della pelle. In conclusione il risultato ottenuto è riassunto da una pelle più flessibile, liscia e dal tono più uniforme. La struttura molecolare dell’acido mandelico è più grande rispetto quella dell’acido glicolico, il che lo rende ancora più tollerabile da parte della pelle. Nonostante la sua minore irritazione, l’acido mandelico è in realtà più forte di quello glicolico. Le qualità antibatteriche dell’acido aiutano a combattere ed eliminare i batteri che portano alla formazione di acne e grazie alle sue proprietà esfolianti il problema della congestione è tenuto a debita distanza. Durante il trattamento dell’acne, la chiave per il raggiungimento di risultati ottimali consiste nell’uso di prodotti e creme a base di acidi alfaidrossi in generale, dato che sono tutti accomunati dalla loro proprietà esfoliante degli strati superficiali delle pelle ed allo stesso tempo sono noti per quanto riguarda la stimolazione del rinnovamento cellulare negli strati che si trovano alla base di essa senza provocare ulteriormente danni come un eccessivo peeling superficiale. Non è assolutamente vero che un prodotto più forte porti a risultati più rapidi: un peeling eccessivo può non essere così gradevole e può persino portare a danni causando la congestione sulla superficie della pelle e per finire potrebbe aggravare in questo modo l’acne. È meglio eseguire un trattamento meno aggressivo applicando l’acido spesso ed in piccole dosi, piuttosto che mettere a rischio la propria pelle tentando una cura con un prodotto super forte ed in conseguenza dannoso. L’uso regolare di acido mandelico migliora le condizioni della pelle poiché essa può nel frattempo beneficiare dell’azione antibiotica caratteristica dell’acido. Il primo segno evidente del trattamento sarà relativo alla pelle che risulterà più ruvida e secca, ma questa è una prassi normale dovuta alla pelle morta che si raccoglie in superficie. Diversi tipi di pelle reagiscono in modi diversi: è importante regolare l’intensità e la frequenza di utilizzo dei prodotti in base alle proprie esigenze, facendo sempre attenzione ad un’eccessiva desquamazione. Per fare un esempio per alcune persone un utilizzo di acido mandelico con una concentrazione del 10% per 2-3 volte alla settimana è sufficiente, per altri invece è necessaria un’applicazione giornaliera con il 15% della concentrazione acida. Specialmente nel caso in cui non si è abituati ad usare prodotti con acidi alfa-idrossi, inseguito alle prime applicazioni si potrebbero avvertire lievi bruciori e/o arrossamenti. Nel caso in cui osserviate proprio questi piccoli problemi, procedete con un’applicazione del prodotto in maniera graduale, iniziando solo con una tipologia di prodotto e applicandolo non quotidianamente, ma a giorni alterni. Così come tutti i prodotti a base di alfa-idrossi acidi, anche quelli basati sull’acido mandelico necessitano di un aiuto per la protezione della pelle da parte di una crema solare ◆ www.wdresearch.com 92 M AGA ZINE 93 Ciak: uno chef per Hollywood M AGA ZINE Paolo Celli e le ricette delle star di Alessandro Pini “M Chef Paolo Celli a questo è un bambino!”, esclamò la “divina” Wanda Osiris quando, nel 1953, entrando nella cucina dell’albergo ristorante “Stella d’oro” di Torino, vide ai fornelli un adolescente di dodici anni: Paolo Celli. E fu proprio lei che insieme con Macario, Carlo Croccolo e la loro compagnia frequentava il suddetto locale - a insistere con il proprietario per conoscere l’autore delle leccornie che le venivano servite e che - entrando di propria iniziativa in cucina - prese in braccio lo stupito bambino, ignaro di chi fosse quella signora e di cosa stesse accadendo. Da allora, la vita di Paolo Celli, lucchese purosangue, è stata un susseguirsi di avventure, colpi di scena, grandi incontri, in un vortice inesauribile di eventi, a volte del tutto casuali, che lo hanno portato per oltre mezzo secolo in giro per il mondo a cucinare per i più famosi e illustri personaggi del mondo cinematografico, della canzone e del jet-set nazionale e internazionale. E il binomio “cucinecinema” era proprio nel suo DNA, visto che già dall’età di 7 anni vendeva bibite e gelati nel cinema “Paradiso” di Montecarlo (LU), per pagarsi il biglietto e poter vedere il film, sognando di diventare un grande attore… Nel 1955 è a Roma, presso la pizzeria San Marco, in Via Tacito, dove cucina e incontra vari personaggi dello spettacolo, allora agli esordi: Gianni Boncompagni, Sandra Milo, una diciottenne Claudia Cardinale, Enrico Maria Salerno e la giovanissima Raffaella Carrà, impegnata nelle riprese del film “Il Colonnello Von Ryan”, con Frank Sinatra. Inizia anche le prime esperienze cinematografiche, come comparsa nei kolossal “Ben Hur” e “I dieci Comandamenti” e come protagonista di fotoromanzi, senza tralasciare una promettente carriera di indossatore, chiamato dai famosi sarti romani Litrico e Brioni. Dalla metà degli anni ‘60 lavora presso il ristorante “Fiammetta”, dove conosce uno dei segretari della mitica Brigitte Bardot, che gli propone di andare a cucinare per la stagione sciistica a Gstaadt, in Svizzera, presso lo chalet del Conte Gunther Sachs, allora fidanzato con BB. E qui il ricordo di Paolo va a una mattina quando la Bardot si accorse che in una gabbia, nel cortile, c’erano alcuni animali, tra i quali due conigli bianchi e chiese con curiosità al cuoco perché stessero lì. Fu sufficiente che Paolo ingenuamente rispondesse che sarebbero stati il pranzo del giorno dopo per alcuni ospiti, perché la giovane e conturbante B.B. gli saltasse letteralmente al collo, implorandolo di non uccidere gli indifesi animali. A nulla valsero le spiegazioni: Paolo, pur di assecondarla (!) fu costretto a nascondere i due conigli in un cassetto del suo comò, svuotato in tutta fretta. Immaginarsi le ire della Signora Sachs, quando non vide più i conigli e l’umiliazione di Paolo, che - mentendo - disse che forse una volpe li aveva portati via, venne severamente ripreso, ma ricevette in premio un bacio sulla guancia da B.B. Tra gli innumerevoli ospiti della villa, uno dei collaboratori di Aristotele Onassis gli propone di andare a cucinare per il plurimiliardario sul suo yacht “Cristina”, in Costa Azzurra. A bordo conosce Maria Callas, Gianni Agnelli, i Rothschild e altri e successivamente, su invito del regista americano Conrad Rooks, si trasferisce presso la residenza di Carla Boni a Lacco Ameno (Ischia), dove sono di casa “calibri” quali Sean Connery, Anthony Queen, Raquel Welch, Omar Sharif, Sinatra, rissa in Via Veneto, ‘60 - ph Rino Barillari Anthony Hopkins, i quali vengono letteralmente conquistati dalle ghiottonerie del cuoco toscano, che prosegue anche la propria carriera cinematografica in molti film western. Nel 1968 viene chiamato quale cuoco per la troupe del regista Joseph Losey, a Roma per girare un film, nel quale figurano Richard Burton, Liz Taylor, Alain Delon e Romy Schneider. Anche in questa occasione la furbizia di Paolo venne in aiuto a Richard Burton, che, a causa della pressione alta, doveva evitare a tutti i costi di mangiare salato: con un ingegnoso e concordato stratagemma, Celli avrebbe salato solo la parte inferiore delle bistecche, che sarebbero, così, sfuggite alla severa ”ispezione” della Signora Taylor, la quale puntualmente passava il suo dito sulla carne, per sentire se fosse stato aggiunto sale! Ma anche la Principessa Sissi (Romy Schneider) ricevette le “attenzioni” di Paolo, come quando, andatolo a salutare in cucina come d’abitudine, lo trovò che beveva da un fiasco uno strano liquido e gli domandò di cosa si trattasse. Alla replica del cuoco che trattavasi di “vino miracoloso” mandatogli da suo fratello a Montecarlo, la Schneider, curiosa, volle assaggiarlo. Essendo in realtà vino rosso mescolato con gassosa, immaginarsi la reazione dell’intestino della bell’attrice, che d’un colpo si “liberò”… credendo al miracolo! E da allora, ogni giorno, dopo mangiato, la Schneider si presentava puntualmente per prendere la “medicina”! Terminate le riprese del film e giunti ai saluti, Romy chiese a Paolo se poteva farle avere in Austria una cassa del prezioso nettare. Di fronte a tale richiesta, Paolo sentì la necessità di rivelarle la verità: era solo vino e gassosa! La Schneider, colpita da tanta sincerità, lo salutò con un bacio e gli fece pervenire dal suo Paese natìo un’anitra in terracotta con una sua foto, con la seguente dedica: “A Paolo, il miglior Chef del mondo”. E proprio in quell’anno arriva la svolta: Paolo varca l’oceano e vola a Mount Pleasant negli States, dove incontra - tra gli altri - la sorella di Francis Ford Coppola, che lo presenta al fratello, appassionato di cucina italiana. Ed è proprio Coppola a portarselo con sé quando, per girare “Il Padrino”, deve recarsi a Hollywood. Qui Paolo entra in un “frullatore di conoscenze” e si ritrova a cucinare per veri e propri “mostri sacri”, quali Marlon Brando, Al Pacino, Tony Curtis, Kirk Douglas, Yul Brinner, Robert De Niro, Dean Martin, Elizabeth Taylor e Richard Burton - ph Rino Barillari Claudia Cardinale - ph Rino Barillari Brigitte Bardot e Gunter Sachs Von Opel in Via Condotti - ph Rino Barillari Louis Armstrong, Sylvester Stallone, Peter Ustinov, Rod Steiger, Charlton Heston e Gregory Peck, i quali lo chiamano presso le loro favolose residenze in occasioni importanti per preparare i piatti tipici della cucina italiana “povera”. Lo soprannominano “l’Angelo custode”: è il trionfo assoluto! Nel 1972 apre a Roma il ristorante “Il Ciak”, a Trastevere, che rapidamente diviene il punto d’incontro obbligato del jetset cinematografico italiano e internazionale e dove la sera sono “di casa” Fellini, Sordi, Mastroianni, De Sica, il Principe dè Curtis (Totò), la Pampanini, la Mangano, Lucia Bosè e tanti, tanti altri. Ma la passione per il cinema è ancora forte: interpreta Giuseppe Verdi nella serie televisiva omonima per la TV svizzera, Lech Walesa in una co-produzione italopolacca e Giuseppe Garibaldi, il personaggio cui rimarrà legato per tutta la vita. Non contento di tutto ciò, vince anche il Campionato Mondiale dei Cuochi a Hong Kong, portando l’Italia al vertice della gastronoma mondiale. Fino al 2000, appena il “Ciak” glielo consente, va e torna dagli USA, dove la sua fama è ormai consolidata tra i “grandi”. Cucina spesso a casa di Sinatra, dove incontra le sue due mogli Ava Gardner e Mia Farrow, casa frequentata da “alcuni” suoi amici: loro si chiamano John Wayne, Charles Bronson, Paul Newman, Peter O’Toole e Liza Minnelli! E qui, nei “big parties”, la preferenza va sempre alla cucina italiana, che riesce a stregare i palati di Kevin Costner, Henry Fonda, Burt Lancaster, Andy Garcia, Lee Van Cleef, Michael Caine, Ernest Borgnine, Stanley Kubrick, George Lucas, Kim Basinger e non solo. Inutile dire che questa interminabile serie di attori, registi e cantanti, quando si trova a Roma per lavoro o per diletto, corre a cercare Paolo. Nel 2009 lascia la conduzione del “Ciak”, ma non certo gli impegni gastronomici, che lo vedono anche ambasciatore della cucina italiana nel mondo, come accaduto nel marzo 2012, quando persino le gelide steppe della Siberia hanno assistito alle sue “gesta”: a Krasnoyarsk, Paolo viene invitato dalla direzione della catena di ristoranti russi “Mama Roma” a partecipare al Festival della Cucina Italiana, per insegnare a dodici Chef i segreti dei principali piatti della tradizione italiana, riscuotendo enorme successo mediatico. Paolo è l’unico cuoco vivente che può vantarsi di avere cucinato per Gesù, Mosè e il Faraone, Ulisse e la Maga Circe, Antonio e Cleopatra, Nerone, Attila, Robin Hood, il Conte Dracula, Zorro, la Principessa Sissi, Sandokan, il Dottor Zivago, Tarzan, James Bond, Hitler e Mussolini, il Padrino e continuando fino alla Pantera Rosa, Rambo, Robocop e il Signore degli Anelli. Insomma, un curriculum da brivido! Anche oggi, con alle spalle un’esperienza umana e professionale unica al mondo, Paolo Celli continua a stupire per la sua grande umanità e semplicità, per il suo sorriso ingenuo e viene chiamato per incontri televisivi e grandi eventi gastronomici in qualità di esperto, seguendo sempre il sogno di quel “bambino” che - lasciato il suo paese - voleva conquistare il mondo ◆ 96 97 M AGA ZINE M AGA ZINE Cioccolato... dolce amaro A CURA DEL CIRCOLO DEI BUONGUSTAI DI FABIO CAMPOLI DOLCE MELCIOK Ingredienti per 6 persone 6 dl di latte fresco 500 g di melanzane nere ovali 500 g di pan di Spagna 150 g di cioccolato fondente 4 tuorli d’uovo 100 g di zucchero 35 g di maizena 1/2 bicchierino di rum L a data ufficiale della “scoperta del cacao” è il 30 luglio 1502, quando gli Aztechi, offrirono a Cristoforo Colombo, nel suo ultimo viaggio sull’isola di Guanja una tazza di xocolatl. Ma la pianta di cacao ha origini molto più antiche, condite di numerose leggende che attribuiscono a questo frutto origini divine e grandi proprietà. Secondo precise ricerche botaniche si presume che fosse presente già più di 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell’Orinoco e i primi ad intuire le virtù nutrizionali di questa pianta furono i Maya, che cominciarono a coltivarla intorno al 1000 a.C. Di questo alimento si è fatto svariato uso: prima i Maya e poi gli Aztechi lo hanno usato come moneta di scambio, di conto e come unità di misura; gli è stato attribuito valore mistico e religioso, era infatti associato alla dea della fertilità e impiegato nelle liturgie e offerto insieme all’incenso come sacrificio. Come alimento veniva invece consumato come bevanda, chiamata Xocoatl, spesso aromatizzata con vaniglia o peperoncino. Una bevanda a base di cacao completamente diversa nel gusto al cioccolato dei giorni nostri, dall’aspetto schiumoso, amara e scarsamente gustosa con l’effetto di alleviare la sensazione di fatica, stimolare le forze fisiche e mentali. Grazie al navigatore Cortèz il cioccolato arriva in Europa, precisamente in Spagna, che intuì subito il valore economico dell’importazione. Per tutto il ‘500 la lavorazione e la produzione furono esclusivi della Spagna. A partire dal ‘600 il cioccolato comincia a diffondersi nelle altre nazioni. L’Italia fu il secondo paese a scoprire la bontà dell’esotica bevanda, prima in Piemonte presso la corte del duca di Savoia, poi in Toscana e Veneto, mentre al Sud, già dominio spagnolo l’uso del cioccolato era già diffuso. Nell’arco del secolo il cioccolato conquista la Francia, l’Inghilterra, la Germania e l’Olanda, divenendo la bevanda di lusso per eccellenza, molto gradita nell’ambiente di corte, con un vero e proprio cerimoniale per la preparazione. La bontà del cioccolato in tazza, “nettare degli dei” va riconosciuta ai monaci spagnoli, depositari di una lunga tradizione di miscele e infusi, ci aggiunsero la vaniglia e lo zucchero per correggerne la naturale amarezza. Furono loro a sottolinearne il grande apporto nutrizionale, di gran sostegno nei periodi di lungo digiuno. Sempre nel corso del XVII secolo comparvero le prime fabbriche di cioccolato, che subentrano ai monasteri e ai conventi e venne riconosciuta la professione di cioccolatiere per concessione di Casa Savoia. Dal cioccolato da bere si passa poi alla tavoletta solida, anche in questo caso la lavorazione riflette l’antica tradizione azteca e importata nella Contea di Modica, allora protettorato spagnolo. Un procedimento particolare di trituratura dei semi di cacao e di impasto, rimasta nella sola Modica in Sicilia e diventata oramai un prodotto tipico della regione. Il primo cioccolatino da salotto risale alla fine del XVIII secolo, ad opera di Doret a Torino. Da questo momento in poi si fanno strada i grandi nomi del cioccolato con le loro “invenzioni”. Alla fine del 1800 lo Svizzero Daniel Peter, aiutato da un fabbricante di alimenti per l’infanzia di nome Henri Nestlé, aggiunge al cioccolato del latte condensato per ottenere il cioccolato al latte in tavoletta; Rudolph Lindt sviluppa un metodo nuovo ed originale per raffinare il cioccolato, il cui risultato è il cioccolato fondente ◆ Preriscaldo il forno a 220 °C, lavo le melanzane, le asciugo e pratico delle piccole incisioni in senso verticale di due centimetri circa. Le sistemo su una teglia e le inforno. Poi lascio cuocere fin quando non risulteranno morbide. Le tolgo dal forno e le ripongo in una bacinella, che copro con della pellicola trasparente, in questo modo il vapore che fuoriesce faciliterà il distacco della pelle. Una volta fredde, le spello, le passo al robot e raccolgo il purè ottenuto in una ciotola. Verso mezzo litro di latte in una pentola e lo porto a bollore, taglio a pezzi il cioccolato e lo aggiungo quando è bollente, poi unisco anche il purè di melanzane. Tengo ancora a fuoco bassissimo. Nel frattempo, batto i tuorli con lo zucchero; quando risulteranno leggermente montati, aggiungo la maizena. Tolgo dal fuoco il latte e lo verso delicatamente sulle uova stemperandole, mescolo bene con una frusta per evitare il formarsi di grumi, rimetto sul fuoco e faccio sobbollire a fuoco bassissimo per cinque minuti (meglio ancora sarebbe far cuocere dieci minuti a bagnomaria). Tolgo la crema dal fuoco e faccio raffreddare rapidamente. La passo al setaccio fine e la frusto per renderla liscia. La tengo da parte. Intanto, miscelo il rum con il latte rimanente e lo metto da parte. Poi taglio il pan di Spagna in strati sottili, privandolo della crosta e inizio l’assemblaggio, mettendo sul fondo uno strato di pan Spagna, bagnato con il latte al rum, farcisco con la crema di melanzane e cioccolato, realizzando uno strato uniforme di circa un centimetro. Ripeto, quindi, l’operazione altre due volte. La servo fredda. 98 99 M AGA ZINE M AGA ZINE Street food Che gusto quando la cucina non è un luogo ma una tendenza popolare di Antonella De Santis Cecina È un brutto periodo questo per il cibo di strada a Roma, vista la recente ordinanza “antibivacco” del sindaco che ne vieta tout court il consumo nel centro storico. Incuranti di questi ostacoli cerchiamo di fare il punto sul meglio dello street food, termine inglese che riunisce sotto lo stesso tetto l’intero stivale gastronomico, e non solo quello, se si considera che in tutto il mondo esistono tradizioni fortissime legate al cibo da consumare fuori dai luoghi istituzionali, ristoranti o cucine domestiche. Partiamo proprio da Roma, per gusto di provocazione o semplicemente... per gusto. A Roma la pizza a taglio è un imperativo, se è vero che non esiste quartiere (o forse crocevia di strade) che non abbia almeno una botteguccia, che non di rado propone anche i supplì di riso, altra miracolosa Panino di Cristina Bowerman - Romeo ph aromicreativi.com produzione romana e poi la pizza bianca con la mortazza (perdonate lo slang... è la mortadella, ovviamente). Quello che invece si fatica a trovare, ormai - se si esclude il filettaro a un passo da Campo de’ Fiori - sono i filetti di baccalà. Mentre un nuovo classico dello street food romanesco sono i “trapizzini” triangoli di pizza bianca farciti con le classiche ricette romanesche: bollito alla picchiapò, trippa, polpette al sugo, coda alla vaccinara e via discorrendo. Recente invenzione di Stefano Callegari di 00100 che promuoviamo a pieno titolo del “classico cibo da strada” per la fedeltà alla storia culinaria locale pur se in una nuova forma. Abbiamo iniziato da Roma, perché - lo ammettiamo - siamo un po’ indisciplinati, e un po’ insediati nella città, ma poi procediamo zigzagando da nord a sud. Ci piace notare come ci siano dei punti di accordo in tutta la penisola. Qualche esempio? I ceci: la farinata ligure, il pane e panelle siciliano (panino col sesamo “imbottito” con frittelle di farina di ceci), la cecina toscana, anche nel panino (chiamato, a Livorno, 5 e 5), la panizza di Savona, anche questo un panino farcito di farina di ceci fritta. Altro cibo che unisce un po’ tutte le regioni d’Italia è il cartoccio di pescetti: dai folpeti veneziani, polipi lessati e lumachine di mare con aglio e prezzemolo, alla scapece salentina, pescetti fritti marinati, non troppo distanti dal saòr veneto. Ah, il veneto... una volta assaggiati i tramezzini locali continuerete a cercarli in ogni bar. Mentre a proposito di evasioni gastronomiche: in stagione, in Puglia, i ricci di mare appena pescati sono venduto a ogni angolo di strada, con due fette di pane e un Hamburger di Andrea Fusco - Giuda Ballerino bicchiere di vino. Non proprio street food: in genere una sedia e un tavolo “di recupero” si trovano lì per l’occasione, ma si tratta di punti precari, giusto per appoggiare il vassoio colmo di ricci (veramente pensate di mangiarne solo uno o due??). Passando dal pesce alla carne in Toscana come in Sicilia si mangia trippa, interiora e i loro parenti stretti, il lampredotto fiorentino, pani ca’meusa siciliano, ossia budella d’agnellino farcite con la mollica di pane fritta, arrosticini, la variante abruzzese montata su spiedini, andando poi a finire al O per’ e o’ muss’ napoletano (zampa e muso lessati e conditi con limone, sale e pepe). In Umbria invece nel panino si mette la porchetta e le bombette salentine sono palline di succulenta carne di maiale ripiene di formaggio. 100 Foto di M. Battistelli di prankster.biz - Art: Angelo De Mattia M AGA ZINE Napoli ci riempie di sapori e profumi: la pizza innanzitutto (a portafoglio, ovvero piegata in 4, oppure no), tutta la grandissima famiglia dei fritti: pizzelle, pasta cresciuta, panzarotti (ovvero crocché-crocchette di patate), le frittelle di pasta, le pall’e riso. Difficile da trovare ormai o bror’e purpo (brodo di polpo, servito in un bicchiere con qualche tentacolo, “ranfa”), chissà perché. Curiosando su e giù per lo stivale un po’ ovunque si trovano pani, pizze & affini: focaccia di Recco ligure (pizza ripiena di crescenza), piadine e cassoni romagnoli, sfinciuni e scaccia siciliani, il rustico salentino (panzerotto di sfoglia con mozzarella, pomodoro e besciamella), salentini sono le pittule e il panino con pezzetti di cavallo al sugo, mentre Modena è la patria dello gnocco fritto, piccolo rombo di sfoglia fritto nello strutto e a Milano c’è la tradizione della schisetta con la mortadella. Col freddo, poi, niente di meglio di un cartoccio di caldarroste! In questo viaggio nella tradizione del “mordi e fuggi” abbiamo sicuramente dimenticato qualcuno, contiamo di farne ammenda quanto prima. Probabile che sia stato storpiato, nella trascrizione, qualche nome. Ci perdonerete, ma queste sono specialità nascono dalla più verace matrice popolare, immerse nella tradizione orale, vogliono quindi essere gustate più che scritte ◆ Millefoglie di Daniele Tamburini da gustare in sala o in terrazza Via dell’Ente, 27 • 00060 Formello (Roma) Tel. 06.9089420 • www.linvito.it • [email protected] 102 103 M AGA ZINE M AGA ZINE Mela cotogna L’ibrido della natura Adatta ai palati più forti se mangiata appena colta dall’albero, ottima se cotta, la mela cotogna è uno dei frutti più antichi che da sempre trova il giusto utilizzo in cucina gourmet di Violante De Palma U n po’ pera e un po’ mela, acidula se mangiata cruda, dolce e mielosa se cotta, vellutata esternamente nella sua buccia color oro, compatta e granulosa nella polpa interna. È la mela cotogna che nasce da una delle piante da frutto più antiche di sempre, il cotogno appunto, e si raccoglie tra settembre e ottobre. È un frutto originario dell’Asia occidentale, esattamente delle regioni che circondavano il Mar Caspio e la Persia. Le più antiche coltivazioni risalgono a circa 4.000 anni fa, furono i Babilonesi i primi a scoprire la bontà della mela cotogna, li seguirono poi i greci e i Romani e furono questi ultimi a dedicare il frutto a Venere, la dea dell’amore, dandogli il nome di pomo dorato. I romani infatti riconobbero nella mela cotogna delle proprietà benefiche coadiuvanti della fecondità e della fertilità, non a caso il sidro - bevanda ottenuta dalla fermentazione del succo di mela cotogna, dal sapore dolce con un retrogusto leggermente acidulo - era presente in tutti i banchetti di nozze proprio come simbolo di buon auspicio. L’origine delle prime coltivazioni del cotogno e il relativo utilizzo dei suoi frutti si perde nella notte dei tempi ma è certo che da subito rappresentò uno dei frutti più consumati nell’antichità soprattutto previa cottura, basti pensare alla cotognata la confettura realizzata con le mele cotogne. Le mele, sbucciate e private dei semi, venivano fatte cuocere per ore fino a completo sfaldamento della polpa, il composto veniva poi trasferito in stampi di terracotta dove si conservava per lunghissimi periodi. La cucina medievale è ricca di preparazioni a base di mela cotogna, e proprio a questo periodo risalgono i ritrovamenti di stampi degli stampi di terracotta dove veniva conservata la composta. La mela cotogna, nella sua forma strana e originale si presenta veramente per ciò che realmente è: un ibrido. Esternamente appare come una mela dorata dalla forma irregolare, la superficie è cosparsa di una lieve peluria che scomparirà solo a maturazione terminata. All’interno, sia per la consistenza che per il colore della polpa e per la granulosità ricorda molto una pera. Sarà poi la prova finale dell’assaggio, a sovvertire ogni pronostico, perché la mela cotogna nonostante tutto non assomiglia proprio a nessuno altro frutto, se non a sé stessa. Anche se raccolta e mangiata matura è accettabile, dà il meglio di sé solo se cucinata e può essere veramente deludente addentarla appena colta dall’albero, perché dalla polpa dura - addirittura legnosa se mangiata non perfettamente matura - non riusciranno ad emergere le note dolci e mielose che solo la cottura può assicurare. Ma vediamo come. Se è vero che le cose più buone spesso sono anche le più semplici, parlando di mela cotogna non si può non partire dai fruttini, golosi cubi di cotognata, la tipica composta a base di mele cotogne appunto, che viene tagliata a cubi e poi ricoperta da un leggero strato di zucchero. Per chi è nato qualche anno fa questi dolcetti rappresentano un dolcissimo ricordo d’infanzia, quando le caramelle erano pressoché sconosciute e tutte le mamme erano solite prepararne in grandi quantità. La mela cotogna ha infatti una caratteristica che la rende utile in molte preparazioni infatti questo frutto contiene pectina in grandi quantità, necessaria per addensare marmellate, composte e tutto ciò a base di frutta che deve compattarsi nella fase successiva la cottura. Ma dalla mela cotogna non si ottiene solo la cotognata - che certamente rimane una delle sue preparazioni principali nonché una delle migliori salse di accompagnamento per formaggi e carni, soprattutto la selvaggina - , nel Nord Italia per esempio viene aggiunta nella mostarda che diventa appunto mostarda cotognata. Questi frutti sono ottimi anche per aromatizzare bevande alcoliche, infatti grazie al processo di fermentazione sono spesso utilizzati per realizzare liquori e distillati come la grappa. La bontà e la versatilità di questa mela sono note e apprezzate anche nel resto del mondo, come per esempio nel nordafrica dove il classico Tajine - lo stufato di carne e verdure cotto nella pentola da cui prende il nome - viene impreziosito da una nota agrodolce grazie all’aggiunta di pezzi di mela cotogna, e ancora la cucina orientale in cui questo frutto viene aggiunto a preparazioni agrodolci a base di agnello oppure ridotto in purea con spezie e peperoncino ◆ 104 M AGA ZINE Dal bicchiere al piatto Chef stellati e sommelier di tutto il mondo realizzano un menu a partire dal vino: il celebre Gewürztraminer di Cantina Tramin di Donatella Codonesu Ristorante Nahm di Bangkok D all’Alto Adige a Tokyo, passando per New York, Bangkok e la Danimarca, il Gewürztraminer prodotto da Tramin da vino per intenditori è diventato una delle etichette cult. Tanto che una decina di celeberrimi chef, affiancati da altrettanti sommelier, ne hanno fatto la base d’ispirazione per un piatto da proporre in abbinamento. Con questa geografia di partenza le ricette sono le più disparate: al Ristorante del Relais & Châteaux Rosa Alpina di San Cassiano, lo chef Norbert Niederkofler e il sommelier Chris Rainer giocano in casa, proponendo dei succulenti fegatini di pollo. A Le Calandre (Sarmeola di Rubano/Padova) Massimiliano Alajmo e Angelo Sabbadin avvicinano al vino un delicato risotto allo zafferano e liquirizia per esaltarne gli aromi, mentre in Germania, al Landhaus Stricker di Sylt, Holger Bodendorf e Nils Hoyer ne fanno l’accompagnamento per la spalla di maiale con i finferli. Se fin qui il gioco vinocibo sfrutta i sapori del territorio d’origine o comunque della stessa area geografica, è quando ci si avventura su altre latitudini che questa etichetta stupisce davvero, svelando l’infinita gamma della sue insospettabili potenzialità. Dal creativo ‘Sashimi Tramin’ proposto a New York dal sommelier Kevin O`Rourke e dallo chef Masaharu Morimoto nell’omonimo ristorante, agli Scampi con insalata di arance e finocchio dell’Acqua Pazza Restaurant di Tokyo (chef Yashimi Hidaka, sommelier Kazumasa Takihara), passando per le Capesante saltate con cipollotti freschi presentate dall’australiano David Thompson, ormai devoto alla cucina thai nel suo Ristorante Nahm di Bangkok: piatti fantasiosi che preludono ad un’esperienza gustativa a tutto tondo, complessa e sofisticata, amplificata dalle note aromatiche del vino. Parola di chef. Questa fantastica galleria di ricette viene oggi generosamente messa a disposizione sul sito della Cantina Tramin, dove i creativi raccontano il perché della loro scelta ai fornelli. “È molto raro imbattersi in un vino con tale personalità, il Gewürztraminer Nussbaumer è un vero e proprio caleidoscopio di profumi: note di rosa, mango, lytchi, miele e arancia” spiega Massimiliano Alajmo, 3 stelle per Le Calandre, che abbina al vino un risotto allo zafferano con un tocco di liquirizia. Yashimi Hidaka, nella lontanissima Tokyo, ne apprezza “gli aromi di lychee, arancio e chiodi di garofano” che bilanciano perfettamente quelli esalati dal piatto di crostacei in abbinamento. A New York, Masaharu Morimoto condivide il parere, tanto da creare un “Sashimi Tramin, con una speciale gamma di frutti di mare, che incorpora sapori che più acutamente completano quelle del vino”. E l’entusiasta Aaron von Roccia, sommelier del ristorante Lincoln, sempre a New York, apprezza questo vino perché “quando la scelta è difficile, spesso il Gewürztraminer è la soluzione. Piatti davvero particolari come terrine, crostacei, pesce affumicato e formaggi hanno aromi che entrano in perfetta armonia con il Nussbaumer Tramin”. Se le molte doti di questo vitigno altoatesino lo rendono assolutamente versatile, le etichette di Cantina Tramin aggiungono a questo assioma una personalità riconosciuta, sinonimo innanzitutto di qualità. Eleganza, freschezza, note intense e profonde, in cui i minerali bilanciano i profumi: cannella, frutta tropicale e chiodi di garofano. L’idilliaca cittadina di Termeno - circa 3.000 abitanti sulla sponda meridionale del lago di Caldano - è sinonimo di Gewürztraminer, che da essa prende il nome (in tedesco “Tramin”). Il vitigno è il Traminer, uno dei più antichi al mondo, geneticamente antenato di alcune importanti varietà: Cabernet Sauvignon, Sauvignon blanc e Pinot discendono da lui. Predilige un terreno caldo, calcareo e argilloso, e le sue qualità derivano dal clima alpino mediterraneo: caldo e soleggiato durante il giorno, fresco durante la notte, così che possano svilupparsi una freschezza fruttata e i suoi aromi inconfondibili. La Cantina Tramin ne offre due declinazioni, il Classico e la pluripremiata selezione Nussbaumer. Oltre alla vendemmia tardiva, il favoloso Terminum, caratterizzato da corposità e perfetto equilibrio tra residuo zuccherino, acidità e grado alcolico. Per completare il percorso di conoscenza visitate la cantina, un interessante esempio di sofisticata architettura contemporanea del settore, inserito tra i vigneti con lo sguardo rivolto alla vallata. E al futuro ◆ 106 M AGA ZINE “Raramente abbiamo assaggiato un vino con una così grande personalità” Chef Massimiliano Alajmo Sommelier Angelo Sabbadin Ristorante Le Calandre Sarmeola di Rubano/Padova Le Calandre RISOTTO ALLO ZAFFERANO E POLVERE DI LIQUIRIZIA Ricetta per 4 persone 200 ml di brodo di pollo 4 bustine di polvere di zafferano Fate sciogliere lo zafferano nel brodo e lasciate bollire fino a ridurre di due terzi 2 litri di brodo di pollo 320 g di riso carnaroli 80 g di parmigiano grattugiato 70 g di vino bianco secco 60 g di burro 50 g di riduzione allo zafferano 15 g di cipolla tritata 12 ml di olio extra vergine di oliva 5 ml di succo di limone 4 g di polvere di liquirizia Un paio di pistilli di zafferano Una presa di sale Una presa di zucchero Risotto allo zafferano e polvere di liquirizia Saltate il riso in una padella capiente con l’olio e la cipolla; unite il vino bianco e lasciate che il riso lo assorbisca, mescolando spesso. Aggiungete il sale ai pistilli di zafferano, unite 30 ml di riduzione allo zafferano e successivamente il brodo, un mestolo alla volta. Una volta cotto il riso, levatelo dal fuoco e unitevi burro, parmigiano e succo di limone mescolando bene. Finite di mantecare con una piccola quantità di brodo e servite un piatto largo, lasciando che il risotto si distribuisca sulla superficie. Spolverizzate con la polvere di liquirizia e decorate con qualche goccia e spennellata di riduzione allo zafferano. ...DA 90 ANNI LA TRADIZIONE DELLA CUCINA ROMANA NEL CUORE DEI PARIOLI... Celestina ai Parioli, il più antico ristorante nel cuore dei Parioli, propone ogni settimana grandi serate di degustazione per i propri ospiti. Sono momenti particolari a tema, per proporre ai clienti percorsi eno-gastronomici che valorizzano le eccellenze regionali, accompagnati da una selezione di vini delle migliori cantine e birre artigianali. Queste serate offrono anche momenti di incontro tra i nuovi proprietari e gli ospiti, che hanno così l’opportunità di conoscerli meglio. Viale Parioli, 184 • tel. 068078242 - 068079505 www.ristorantecelestina.it 108 wine 109 M AGA ZINE M AGA ZINE IL PRIMO AMARONE NON SI SCORDA MAI Breve viaggio in Valpolicella alla scoperta di uno dei Re dei vini italiani di Monia Innocenti L’ Amarone è sicuramente uno dei grandi vini rossi del nostro Paese. Prodotto esclusivamente nella zona della Valpolicella, provincia di Verona, è una DOCG. Apprezzatissimo anche all’estero, le bottiglie di Amarone possono raggiungere costi da record soprattutto se di annate eccezionali come 2008, 2006, 1998, 1997, 1995, 1990, 1988 e 1983. Il nome Amarone deriva da “amaro” per distinguerlo dal dolce del Recioto della Valpolicella da cui ebbe origine: nel 1936, il capo Cantina Sociale Valpolicella Adelino Lucchese, grazie al ritrovamento di una botte di recioto dimenticata in cantina, spillandolo dal fusto di fermentazione, esclamò entusiasta: ‘Questo non è un Amaro, è un Amarone!’. San Ciriaco Cantina Oseleta Vecchie annate Amarone Appassimento Il prezioso nettare ha una preparazione lunga, con una vendemmia tardiva a metà ottobre in cui vengono selezionati con grande scrupolo i migliori grappoli fatti poi appassire per almeno tre mesi. L’azienda di Romano Dal Forno, storico produttore di Amarone con un 2006 eccezionale, utilizza ad esempio solo vitigni con più di dieci anni di vita. L’Amarone è un vino di lungo affinamento (due/tre anni circa): l’azienda Bertani (da provare l’annata 2009) utilizza grandi botti di rovere per portare il vino al raggiungimento di un equilibrio in grado di conservare le doti organolettiche per decenni. L’Amarone si mantiene infatti in modo magistrale: Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, confida che le migliori annate da loro conservate sono per “testimoniare la sorprendente capacità di evolvere ed invecchiare dell’Amarone”. Siamo certi che la riserva 2008 ne fa parte. Qualche consiglio per la giusta conservazione: no agli sbalzi di temperatura ed esposizioni dirette alla luce. Eventualmente coprite le bottiglie con un panno spesso o mettetele in scatole di legno. L’inclinazione deve permettere che il vino sia a contatto con il sughero del tappo, per non farlo mai seccare e quindi evitare aria all’interno della bottiglia. Per una degustazione come questo grande vino merita invece, aprite la bottiglia due o tre ore prima e usate bicchieri ampi ed alti per favorire il processo di ossigenazione. Per l’abbinamento? La famiglia Allegrini (anche in questo caso evidenziamo l’annata 2009) suggerisce piatti a base di selvaggina, carne alla brace, brasati e formaggi di lunga stagionatura ◆ 110 111 M AGA ZINE M AGA ZINE Monica Marioni PAROLE, NUMERI E MISTERI Non piangere! Ci stanno guardando! (details) 2012, tecnica mista su alluminio, 150x100cm di Stefano De Angelis MONICA MARONI BETWEEN REBUS AND ELOISE P rendendo il tempo come suo unico battitore Monica Marioni ha una storia artistica relativamente breve, ma al contempo emotivamente intensissima. E questo perché la sua storia personale è stata altrettanto energica e penetrante. Sul palcoscenico dell’arte contemporanea è salita solo da qualche anno, questo è vero, ma da subito ha vissuto in totale simbiosi con la sua arte: “Io sono la mia arte. Io sono la mia vita. Le due cose viaggiano assieme inevitabilmente. Questo avviene a maggior ragione per un’artista come la sottoscritta, che raramente rappresenta temi sociali o di attualità bensì descrive e narra dell’intimità dell’animo umano. In più non mi dedico ad altre attività oltre l’arte, quindi la compenetrazione è totale”. Nata a Treviso nel 1972, Monica ha incominciato ad esporre nel 2005 in Italia per poi non fermarsi più, estero compreso. Trasforma tutto quello che la circonda in un appunto da annotare per la sua ricerca artistica, certa che prima o poi le servirà. I suoi occhi sono come artigli, dolci tanto da spiazzarti, ma pur sempre artigli che si piantano con rabbia e voracità su ogni passaggio di vita che accompagna la sua esistenza. Da tutto questo scaturiscono opere cariche di suggestioni, percorsi che segnano - eccome - anche chi si ferma a guardarle. Oggi Monica Marioni è in uno di quei momenti critici e decisivi del percorso pubblico e privato che ciclicamente travolge gli artisti. Da una parte Rebus, il progetto espositivo Bitch! (detail ‘her’), 2012, tecnica mista su periodico ‘Corrente’, 50x35.5 cm itinerante a cura di Ivan Quaroni promosso da Link Art International, che dal 5 al 31 marzo fa tappa (l’ultima?) a Milano presso il Museo Fondazione Luciana Matalon con una quindicina di opere uniche a raffigurare principalmente nudi, immagini a figura intera, volti. Dall’altra il work in progress “Eloise”, progetto che esprime gli scuri e gli squarci che nascono solo da determinati vissuti, una delle espressioni nere sottese e laceranti del nostro tempo. Rebus è un viaggio nel labirinto geniale e ammaliante di un’artista capace di esprimersi con ogni mezzo espressivo, ma che è già oltre lo stesso progetto nello stesso momento in cui ci lavora. Ma Rebus che cosa significa? È il punto d’arrivo di una evoluzione del tratto pittorico sul materico in stile “affresco” al quale lavoro da diversi anni, allo scopo di dare la giusta forma alla storia che narra, quella di una donna che subisce l’abbandono, e di come attraverso situazioni e incontri diversi possa ritrovare la consapevolezza che non sarà mai sola, poiché avrà sempre se stessa. Alcuni tuoi quadri contengono parole. In che misura le parole ti aiutano nel tuo dipingere e nel comunicare Parole e soprattutto numeri sono fondamentali seppur molto spesso nascosti o “criptati”. Sono frammenti che conducono al percorso di interpretazione e comprensione dell’opera; in questo progetto in particolare la loro presenza è assimilabile Rebus - tecnica mista su tela - 43x62 cm - 2012 alla funzione che possono avere nei classici rebus enigmistici, ma più che comporre parole in unione con le immagini, testimoniano il legame al mondo reale delle opere, che spesso appaiono invece un po’ oniriche e surreali nei contenuti grafici. Eloise è il titolo del tuo prossimo progetto. Fortemente autobiografico. Perché senti il bisogno di comunicare qualcosa di profondamente privato all’esterno? Eloise è un avatar, una sorta di eroina-alter ego che si fa protagonista della narrazione di quello che in termini scientifici è definito il DOC, Disturbo Ossessivo Compulsivo, di cui lei stessa soffre. Eloise è una personalità complessa che viene descritta attraverso un diario di immagini che scorrono narrando la vita, la giornata, le ore di Eloise, i suoi stati d’animo, le sue interazioni... Questo diario esiste realmente ed è visitabile da chiunque abbia un accesso Facebook all’indirizzo www.facebook.com/EloiseBlackdog. Lo scopo di Eloise è duplice: da un lato si pone come operastrumento, utile a far prendere coscienza al pubblico di cosa sia il DOC; dall’altro indaga le dinamiche relazionali proprie del mondo social, considerando che l’intero progetto è anche esito della continua interazione con il pubblico che segue i miei profili Facebook. In questo senso EloiseBlackdog rappresenterà, nella sua forma compiuta di installazione, le nevrosi dell’individuo contemporaneo nei contenuti, nonché la caducità e ibridazione dell’immagine al tempo dei social, nell’estetica ◆ The Fondazione Luciana Matalon Museum is pleased to host the fourth stop of REBUS, Monica Marioni’s travelling exhibition curated by Ivan Quaroni and promoted by Art Link International which is taking place from 5th to 31st March. Following Rome, Como and Lugano, in Milan the artist will present around fifteen unique works of art which mostly depict nudes, full figures and faces. REBUS presents a trip through the ingenious, crazy labyrinth of an artist capable of expressing herself using every artistic medium, but she is already thinking beyond the project on which she is working. Monica explains: “Rebus is the culmination of an evolution of the pictorial stroke on material in a ‘fresco’ style which I have worked with for several years, with the aim of giving the right shape to the story it’s telling, that of a woman suffering abandonment, and how through different situations and different meetings she can rediscover the knowledge that she will never be alone as she will always have herself”. Part of the new heavily biographical project ‘Eloise’ is born from the remains of REBUS, in which Monica Marioni exposes part of her soul, starting from the Internet, “Eloise is an avatar, a sort of heroine alter ego who becomes the protagonist of the narration of what is known as OCD in scientific terms or Obsessive Compulsive Disorder, which she herself suffers from. Eloise is a complex personality who is described through a diary of flowing images which narrate Eloise’s life, her day, her hours, her state of mind and her interactions… a real diary which can be visited by anyone with Facebook access at the following address: https:// www.facebook.com/EloiseBlackdog. Eloise is in fact also the outcome of the continuous interaction with the public who follow my Facebook profiles”. art 112 113 M AGA ZINE M AGA ZINE art Donna seduta 150x150 tecnica mista 2013 Standing man 140x200 2013 L Ginger 60x60 2012 Tu non sarai più che sabbia, erba, polvere, o goccia d’acqua... di Maria Laura Perilli e opere di Gabriela Bodin rappresentano soggetti caratterizzati da una pennellata ad effetto mimetico. La non identificabilità delle figure è una peculiarità delle sue opere. Questa tendenza al ‘non finito’, a non voler definire i contorni trova contemporanea accentuazione ed argine nei fondi scuri che sembrano assolvere alla funzione di assorbimento del processo di smaterializzazione. L’indecisione del soggetto a trovare una posizione stabile, di equilibrio tra finitezza e non, vuole quasi denunciare l’instabilità, l’indeterminatezza dell’odierno vivere liquido. Così facendo la Bodin pone l’accento sulle inquietudini, sulle insicurezze e le angosce dei suoi soggetti. L’introspezione psicologica mira a privilegiare nella rappresentazione, più che le figure, la celata insicurezza delle loro anime. L’elaborazione tecnica della Bodin é fortemente emotiva; la materia del suo rappresentato é densa, palpabile, prepotentemente fisica e duttile all’uso deciso della spatolatura, che accentua sottili contrasti volumetrici. È una tecnica colta che partendo dalla conoscenza di maestri come Lucien Freud ed in particolare, per i richiami al disfacimento fisico, al maestro assoluto, Francis Bacon, arriva ad affiancare nell’attuale panorama del realismo contemporaneo, artisti quali la Jane Saville. Una tecnica, quella della Bodin, che se nelle figure umane riesce, con il linguaggio del disfacimento, a sottolineare malinconia e sofferti dolori di un passato non cancellabile, esalta, nel contempo, con efficacia semplice soggetti come animali e nature morte sovente incanalate da una congerie di artisti, in banali visioni di genere. La tendenza della Bodin alla diluizione, alla scomparsa graduale della figura a favore dell’immaterialità dell’inconscio, all’essere in bilico tra strutturazione e destrutturazione, é preludio a quanto scritto da Deleuze e riportato da Lorenza Trucchi per Francis Bacon: ‘tu non sarai più che sabbia, erba, polvere o goccia d’acqua...’. Tutto ciò a dimostrare come la distruzione possa divenire parte essenziale di un processo creativo ◆ 114 115 M AGA ZINE M AGA ZINE MOSTRA DELL’ ’ABITARE 22-30 MARZO 2014 Botteghiamo 2014: prestigiosi appuntamenti e insoliti percorsi di primavera L’iniziativa torna in scena a Marzo con un doppio appuntamento: esposizione di prestigio a Palazzo Farnese e gemellaggio con la Maratona di Roma U na primavera ricca di colori e novità per tutti gli ambienti della casa. Dal 22 al 30 marzo 2014 torna alla Nuova Fiera di Roma l’appuntamento con Casaidea, la Mostra dell’Abitare per pubblico e professionisti del settore, organizzata da MOA Società Cooperativa. Dal bagno alla cucina, dal salotto alla zona notte: nei 4 padiglioni dedicati all’arredo e design i visitatori di Casaidea, giunta quest’anno alla sua 40a edizione, potranno intraprendere un percorso ideale tra i vari ambienti della casa. “Soluzioni d’arredo per tutti i gusti, dal classico al moderno, - sottolinea Massimo Prete, presidente di MOA Società Cooperativa - sempre all’insegna di alta qualità. Casaidea è una mostra di rilevanza nazionale che accoglie espositori e mobilieri delle diverse regioni d’Italia. Tutte le aziende, altamente qualificate e specializzate, offrono una serie di servizi a valore aggiunto che vanno dalla progettazione all’assistenza tecnica, dal montaggio alla garanzia. Servizi sempre più richiesti e apprezzati dall’utente finale”. Forte dei suoi oltre 100mila visitatori all’anno, Casaidea rimane all’avanguardia nell’intercettare le ultime tendenze di mercato ◆ di Valentina Ughi A rtigianato, tradizione ed eccellenza del Made in Italy caratterizzano l’avvio del nuovo anno di Botteghiamo, progetto ideato da abcproject e promosso da Cna di Roma Città Storica e Associazione Botteghe Storiche per evidenziare la sapienza dei maestri artigiani e la riscoperta degli antichi mestieri, avvicinando soprattutto i giovani che con le loro modalità innovative sapranno mantenere vivi mestieri che stanno scomparendo. Tutto questo partendo dal centro storico della capitale ospitando preziosi artigiani. Eleganti ed originali appuntamenti, infatti, coinvolgeranno cittadini e turisti affascinati dai nostri Artigiani e dall’eccellenza del Made in Italy. Il 7 marzo, in occasione della Giornata Mondiale della Donna presso la sede dell’Ambasciata di Francia in Italia, un’esposizione d’eccellenza organizzata insieme a Rome Accueille e inaugurata dall’Ambasciatore e dalla sua consorte in un luogo storico e di grande prestigio come il salone d’Ercole di Palazzo Farnese; “Mestieri d’arte, Mestieri di Gusto”, protagoniste le Donne Artigiane, che mostreranno e racconteranno il loro “prezioso” lavoro e la passione che le distingue. Un vero peccato perderla! Dal 20 al 23 marzo l’originale gemellaggio con la Maratona di Roma, la più importante manifestazione sportiva della capitale dove i protagonisti dell’iniziativa Botteghiamo saranno presenti in uno spazio riservato all’interno del Marathon Village - Palaexpo e successivamente al Circo Massimo, ad attendere l’arrivo degli atleti. Sarà un Momento di dialogo e conoscenza con i partecipanti italiani e stranieri che vivranno l’evento. Ad arricchire la maratona i Tour di Botteghiamo: insoliti percorsi alla scoperta dell’eccellenza artigianale che contraddistingue i Rioni Ponte, Parione e Regola. Tra vicoli, strade e piazze del centro storico i partecipanti potranno ascoltare gli aneddoti narrati dall’esperta guida e ricevere il Kit di Botteghiamo (Mappa e Guida illustrata Botteghiamo). Work in progress gli appuntamenti di giugno settembre e dicembre che vedranno iniziative sempre piu coinvolgenti. Botteghiamo allora e... passaparola! ◆ Info: www.botteghiamo.it - facebook.com/botteghiamo [email protected] - [email protected] Massimo Prete, presidente di MOA Società Cooperativa www.casaidea.com media partner what’s on what’s on what’s on wh firenze L’ARCOBALENO DI PROFILO Bulthaup flagshipstore, fino al 24 febbraio Chi ha mai visto l’arcobaleno di profilo? L’occasione per scoprirlo è questa mostra di Danilo Premoli, architetto e designer ospitata nell’elegante showroom di Bulthaup, una delle più note aziende tedesche di sistemi di cucina nel punto vendita di via Locatelli/angolo via Fabio Filzi. La mostra presenta una selezione di pezzi dalle esposizioni di due decenni di lavoro di Premoli e alcune nuove opere come questa dal titolo emblematico ‘Anno vissuto pericolosamente Gennaio - Febbraio - Marzo’. L’elenco completo delle mostre e la raccolta degli scritti critici è consultabile sul sito dell’autore. www.dpremoli.appspot.com CASA CASTIGLIONI Fondazione Achille Castiglioni, fino al 22 febbraio L’esposizione racconta, attraverso un allestimento semplice, dinamico, interattivo, alcuni dei progetti dei fratelli Castiglioni che hanno fatto la storia del design italiano insieme a oggetti anonimi di ieri e di oggi. Lo spazio, allestito come un vero e proprio alloggio abitativo, viene vissuto perché ogni oggetto ha un posto preciso, progettato per una specifica funzione. La mostra-esposizione, curata da Giovanna Castiglioni e Marco Manzini, li ha visti singolari attori della performance che ha animato ‘Casa Castiglioni’ durante l’open day dello scorso 20 novembre. Insieme alle opere dei Castiglioni la mostra/ esposizione ospita gli oggetti di alcune delle massime aziende italiane del made in Italy: Alessi, Brionvega, De Padova, Flos e Relco Group. In piazza Castello 27, sede della Fondazione, sono inoltre in vendita alcuni oggetti progettati dai fratelli Castiglioni e in alcuni casi rieditati dalla Fondazione nel corso del 2013. www.fondazioneachillecastiglioni.it Warhol. Dalla collezione Peter Brant Palazzo Reale, fino al 9 marzo Dopo l’interessante mostra al Museo del ‘900 torna una nuova monografica sulla provocante arte di Warhol, con le opere della collezione Brant. La Pop Art di Warhol fu una delle icone principali che accompagnarono il boom economico, e le sue più famose opere da Marilyn Monroe a Mao Tse-Tung passando per Che Guevara, ne divennero il simbolo. Una nuova occasione, proposta da Milano4you, dinamica agenzia milanese specializzata in visite guidate cui fa capo Mariagrazia Polo, che invita gli amanti dell’arte il 6 febbraio alle ore 18.30 (durata 1h15minuti) per accostarsi a Warhol e alle sue grandi e variopinte opere. Costo 18 € a persona. Prenotare a: [email protected] Buy Wine Fortezza da Basso, dal 15 al 17 febbraio Grandi Brand e Dop emergenti in anteprima a Firenze. Tutti i vini di Toscana riuniti in un unico evento: un appuntamento internazionale che ha come protagonista assoluto il vino della regione. Si tratta di un vero e proprio workshop, giunto alla quarta edizione, volto a favorire l’incontro di 280 produttori toscani e 250 buyer da tutto il mondo. Circa 70 i buyer che arrivano dai mercati storici come l’America del Nord e il Regno Unito, ma anche operatori dai paesi scandinavi, dal Benelux, dal Giappone e dai BRIC. E dai mercati nuovi come il Sudafrica, l’Australia, l’Albania o la Georgia. «L’obiettivo spiega Silvia Burzagli, vice-direttore di Toscana Promozione - è quello di consolidare e far crescere le nostre quote di mercato là dove siamo più forti e penetrare le nuove aree che, in questi anni, si stanno affacciando al mondo del vino sia come competitor, ma anche come potenziali clienti». Le anteprime in programma alla Fortezza da Basso sono organizzate dai seguenti consorzi: Carmignano, Bolgheri, Terratico di Bibbona, Elba, Val di Cornia, Montecucco, Morellino di Scansano, Cortona, Chianti Colli senesi, Chianti Colli Fiorentini, Chianti Rufina e Chianti. Sarà quindi la volta dei consorzi toscani più blasonati: Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Chianti Classico e Brunello di Montalcino. www.toscanapromozione.it VASSILY KANDINSKY La collezione del Centre Pompidou Palazzo Reale, fino a 27 aprile La mostra, inaugurata lo scorso 17 dicembre, racconta il viaggio artistico e spirituale di uno dei pionieri della arte astratta. Promossa e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Palazzo Reale, il Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, l’esposizione è curata da Angela Lampe, storica dell’arte nonché curatrice e conservatrice del Centre Pompidou di Parigi. Grande retrospettiva monografica che presenta oltre 80 opere fondamentali dell’arte di Kandinsky in ordine cronologico, è organizzata secondo un criterio cronologico in quattro sezioni, che si sviluppano lungo otto sale seguendo i periodi principali della vita di Kandinsky, dagli esordi in Germania agli anni in Russia e in Francia poi. www.kandinskymilano.it milano ARTESELLA The Contemporary Mountain trento Borgo Valsugana (TN) Non è una mostra, non è un museo, ma dal 1986, i boschi e i prati della Val di Sella, nel comune di Borgo Valsugana, sono teatro di una delle più affascinanti manifestazioni di arte contemporanea dei nostri tempi: uno spazio in cui le opere d’arte vengono apprezzate non solo per il loro essere, ma anche per il loro trasformarsi, testimoniando il rapporto che gli artisti hanno con la natura, fonte e sorgente d’ispirazione e stimoli. Sassi, foglie, rami, tronchi formano opere tridimensionali che gli artisti seguono nel loro divenire nel ciclo naturale della vita. www.artesella.it what’s on what’s on what’s on wh ANNI 70. ARTE A ROMA Palazzo delle Esposizioni, fino al 2 marzo Circa 200 opere raccontano gli intrecci, le sperimentazioni, le diverse culture visive che caratterizzarono Roma negli anni Settanta. Generalmente identificato per i conflitti che lo caratterizzarono, per le arti visive quel periodo fu estremamente fertile e costruttivo. Associazioni culturali, gallerie, personalità artistiche e intellettuali svolsero un ruolo fondamentale nel promuovere e accogliere l’arte contemporanea italiana e internazionale trasformando Roma in punto di riferimento. Gli artisti la scelsero come residenza, come teatro di ricerche, creando opere che oggi costituiscono il filo conduttore di una mostra densa, che documenta dall’Arte Povera, all’Arte Concettuale, dall’Anarchitecture all’arte come partecipazione collettiva, dalla Narrative Art alla Transavanguardia. www.palazzoesposizioni.it ARTE FRANCESE A ROMA Gemme dell’Impressionismo Museo dell’Ara Pacis, fino al 23 febbraio Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter Museo Palazzo Cipolla, fino al 6 aprile Collezioni, collezionisti, mercanti d’arte e appassionati con il fiuto per gli affari e l’amore per il bello sono al centro delle mostre della stagione invernale. Al Museo dell’Ara Pacis, impressionisti e post-impressionisti raccolti con amore e passione da Ailsa Mellon Bruce e dal fratello Paul Mellon e donati alla National Gallery di Washington, mentre a Museo Palazzo Cipolla, gli artisti maledetti dell’école de Paris raccolti e selezionati dall’occhio acuto del rappresentante di commercio Jonas Netter. E così, a breve distanza, si passa dalla pittura en-plein-air delle opere Bodin, Monet, Renoir, delle ricerche sulla luce di Sisley, del sintetismo di Vuillard, e Bonnard, alle opere di Modigliani, Soutine, Utrillo, di Suzanne Valadon testimonianze preziose di un periodo caratterizzato da incontri, contraddizioni, solitudini e passioni che ci immergono e ci trascinano nella Parigi del secondo e terzo decennio del Novecento. Due belle mostre che vale la pena di visitare. www.arapacis.it www.mostramodigliani.it roma GUSTO ROMANTICO. Opere del XIX secolo dalla Collezione di Alessandro Marabottini Museo Praz, fino al 21 aprile E’ un piccolo gioiello per amanti della raffinatezza la mostra allestita nelle sale del Museo Praz, dietro piazza Navona. Opere rare, scelte con sapienza e passione da Alessandro Marabottini, storico dell’arte e collezionista che con Mario Praz condivideva l’amore per l’arte del primo Ottocento e con lui, in giovinezza, girava per antiquari alla ricerca di rarità. Compro pittura e non pittori amava dire, e infatti non sono i grandi nomi ad affascinare il visitatore, ma opere che ritraggono paesaggi, personaggi spesso anonimi dipinti con minuzia e cura dei particolari. Pezzi scelti, goduti e vissuti nella quotidianità di una collezione. www.museopraz.beniculturali.it “In piena luce. Fotografie di Herb Ritts” AuditoriumExpo (Parco della Musica), fino al 30 marzo Le immagini più famose, incisive e particolari dello star system hollywoodiano, firmate da Herb Ritts, grande interprete della fotografia internazionale. In mostra i più noti ritratti di celebrities come Madonna, Michael Jackson, David Bowie o Richard Gere, accanto alle fotografie patinate e oniriche della moda, dove il soggetto sono gli abiti dei grandi stilisti che avvolgono i corpi perfetti delle modelle. Ma anche le immagini della California e un eccezionale reportage sull’Africa, da cui emerge il ritratto del fotografo come un uomo colto e sensibile. Appassionato di arte e di storia della fotografia, Ritts studiava le composizioni classiche, la plasticità del dialogo tra i corpi nell’arte rinascimentale, così come nelle fotografie di inizio secolo. La retrospettiva, concepita appositamente per l’AuditoriumExpo, propone immagini tra le più celebri accanto ad altre inedite, provenienti dall’Herb Ritts Foundation di Los Angeles. Oltre 100 preziose fotografie di diverso formato, dalle imponenti stampe al platino, alla serie di stampe ai sali d’argento di medio formato fino alle spettacolari gigantografie. www.auditorium.com roma BIG BLU Fiera di Roma, dal 12 al 16 febbraio Il mondo della nautica da diporto, degli sport acquatici e del mare torna in Fiera per i 5 giorni dell’ottava edizione della manifestazione per la piccola e media nautica in Italia, quest’anno promossa da Unioncamere Lazio. Il Salone Internazionale della Nautica e del Mare - ben 93.200 i visitatori, con 512 aziende in esposizione e 530 imbarcazioni dislocate su 112.000 mq. di superficie nel 2013 - apre con una giornata ad ingresso gratuito, presentando personaggi ed eventi interessanti. Come l’incontro con l’equipaggio che dalla Sicilia ha navigato fino a Capo Nord in gommone e ora punta a raggiungere Rio de Janeiro: l’impresa Atlantic Rib Crossing. Comandato da Sergio Davì, gommonauta esperto in navigazione oceanica d’avventura, un gommone di 9 metri si appresta ad affrontare le circa 5800 miglia che separano la Sicilia dal Brasile (previsti 40 giorni di navigazione e 30 giorni di soste programmate, per un totale di 300 ore di navigazione alla velocità media di crociera di 20 Kts). Con lo scopo di stabilire un record mondiale sportivo, ma anche raccogliere materiale di ricerca scientifica e promuovere l’interculturalità Europa-Africa-Brasile. Per coinvolgere direttamente i visitatori anche quest’anno varie opzioni di Outdoors Experience: dal climbing ai percorsi di avventura, dal trekking al ponte tibetano, incluso lo skateboarding, saranno allestite aree dove tutti potranno mettersi alla prova con l’aiuto di professionisti del settore. E una ghiotta novità: uno speciale circuito sviluppato su oltre 2 ettari per sperimentare la guida 4x4 e l’automobilismo fuoristrada. www.big-blu.it 120 121 M AGA ZINE M AGA ZINE HOST i nuovi format dell’ospitalità di Vittoria di Venosa I design primi segni di ripresa del settore si sono visti al salone internazionale dell’ospitalità professionale, svoltosi lo scorso 18/22 ottobre nei padiglioni di Fiera Milano di Rho Pero. Il business dell’ospitalità a Host 2013 è stato confermato dagli oltre 1.700 espositori di 48 Paesi e dei 133mila visitatori di 126 Paesi con picchi di oltre il +28% provenienti dagli USA, del +64% dalla Russia, +24% dal Giappone e oltre il +141% dagli Emirati Arabi Uniti, quest’ultimi in forte crescita nel settore dell’edilizia per la realizzazione di hotel cinque stelle tra i più alti del mondo. I settori merceologici presenti a Host vanno dal Food Service Equipment alle attrezzature per hotel, ristoranti, dagli arredi ai servizi e alla cultura per la tavola di tutta la filiera: produttori, fornitori e catene di distribuzione. A Host 2013 la summa dell’hospitality è stata espressa nella grande struttura in plexiglas nata dal progetto Exihs dell’architetto Dante O. Benini, un’aerea polifunzionale dedicata agli spazi business-oriented (ormai usciti dalla spazio ufficio vero e proprio) come i luoghi di transito e ospitalità dall’aeroporti alla stazione, dalle lobby degli hotel al ristorante, dove, in pratica il lavoro ci segue ovunque grazie alla diffusa connettività wi-fi. Un contenitore ricco di aziende top level quali Alessi, I Guzzini, Oikos Fragrances, Poltrona Frau, Slide, solo per citare le aziende più note nel mondo del design. Anche a D Place, che sta per Design Drink & Dream, un salone nel salone ospitato su un’area di 800 mq. nel padiglione 10, veniva rappresentata la sintesi innovativa del concetto di ospitalità e accoglienza: in pratica un luogo di atmosfere raffinate, ricercate e confortevoli che si intrecciava in un contesto di socialità, incontro e gusto. 122 123 M AGA ZINE M AGA ZINE Driade by Borek Sipek Alma Design collezione Jo Housse Anche qui aziende note a livello internazionale quali Driade (storica azienda italiana fondata nel 1968 dalla famiglia Astori, recentemente acquisita da Italian Creation Group), Listone Giordano (pavimenti), Il Giardino di Legno (arredi per esterno) e Ortis Green (prati vegetali verticali). I nuovi format dell’ospitalità si sono visti nella sofisticata artigianalità delle creazioni in vetro che Borek Sipek firma per Driade, o con Affinity una linea di raffinata porcellana che fa parte della divisione storica di French Garden Hotel di Villeroy & Boch, sinonimo di creatività e gusto. Anche Jo-Housse, la poltroncina avvolgente di Alma Design firmata da Mario Mazzer, accompagna le cene raffinate dei lussuosi ristoranti con la sua forma arrotondata e il facile cambio di tessuto che si può sfilare o togliere rapidamente. design 124 125 M AGA ZINE M AGA ZINE Calligaris - lounge&restaurant Dom Perignon modello Acacia Bloom Destinato ai club più esclusivi ecco, per la divisione Calligaris Contract, il tavolo in vetro temprato Acacia, dal design ricercato e dalle linee sottili che richiamano le forme naturali degli alberi donando un effetto estetico di grande leggerezza. Più dedicata agli spazi esterni invece la collezione Lui & Lei disegnata da Federica Ferrara per l’azienda Il Giardino di Legno che riporta, con disarmante semplicità e varietà di materiali, il mobile per esterno: Lui di vocazione maschile, ha una finitura elegante in nero satinato opaco, Lei, è realizzata in un elegante bianco lucido. Lessmore Clessidra Deroma Collezione Cripton Non potevano mancare a Host 2013 le proposte green e di eco design compatibile. Ecco ad esempio la linea realizzata da Lessmore, azienda italiana devota agli arredi rispettosi dell’ambiente come il cartone che ha proposto Eco Design Collection firmata da Giorgio Caporaso una serie di arredi modulari e componibili, dal particolare fascino come il tavolo Clessidra dall’anima green elegante e di carattere. Ideale per roof garden e dehor per hotel e spazi pubblici, ecco le proposte dei vasi Rosenpot della collezione Cripton di Deroma, dalla superficie sfaccettata come un cristallo di rocca con riflessi lucidi e cangianti. Il percorso a Host 2013 che si è snodato, con successo nei diversi settori dell’hôtellerie e della ristorazione, si ripresenta dal 23 al 27 ottobre 2015, e terrà conto del tema scelto da Expo 2015: ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ (dal 1° maggio al 31 ottobre 2015) che chiuderà pochi giorni dopo. Quindi acqua, cibo, energia, sostenibilità! ◆ design Il Giardino di Legno, Lui e Lei by Federica Ferrara 126 M AGA ZINE MePa Eden ambientata ph Casonato fotografia “Italy” come Made in Italy poiché le sue forniture, maestranze e creatività provengono tutte dal contesto nazionale “Luxury” in quanto di pregio sono tutti i materiali e le finiture che utilizza “Design” per la grande cura riservata alla progettazione e pianificazione di ogni fase del lavoro S i è appena conclusa la nuova grande fiera (19/22 gennaio 2014) che ruota intorno alla persona, ai suoi stili, ai suoi spazi. E i 50 anni di passione e progettualità dell’ex Macef di ieri per disegnare scenari futuri, oggi si chiama Homi: un universo che ha messo in mostra le proposte per vivere se stessa e la casa indoor e outdoor, i consigli per valorizzare il giorno e abbracciare la notte, le soluzioni per sperimentare e condividere il benessere in ogni sua sfumatura. Con la nascita di Homi, il nuovo grande Macef si è dunque trasformato in tutte le sue declinazioni per integrarsi al nuovo concept espositivo. Qui alcune delle ultime proposte di Homi: da Lineasette ecco l’interpretazione in grès porcellanato di un cappello da signora ‘Lady’s hat’ (design Giuseppe Bucco) che non si Lineasette - Lady's hat design indossa ma è perfetto come svuota tasche in ingresso o per disporre composizioni floreali per il salotto. È invece pura architettura il vaso candido Lucca prodotto da Leonardo, una perfetta sintesi tra estetica, design e funzionalità. Sempre di Leonardo anche la bella collezione Water Lily-Urbane Oase che ricorda la folta vegetazione dei canneti. Da MePa i pannelli decorativi in acciaio inox finemente inciso dalla doppia personalità: aeree ma solide, leggere ma tenaci che possono essere utilizzati come divisori d’ambiente. Infine con le forme sfaccettate e i colori luminosi della serie Crystal, le vaschette per il dessert prodotte da Koziol werksdesign preannunciano la primavera gustosa e colorata ◆ VdV Creazioni Arte per Arte Italy Luxury Design a division of HouseGest Srl - Offices via Sant’Agnese, 2 - Rieti (Italy) - Tel. 0746-201176 [email protected] - www.italyluxurydesign.com 131 M AGA ZINE LA CREATURA DEL DESIDERIO “Su come si svolsero i fatti che si conclusero drammaticamente con la morte, o per essere più esatti, con l’uccisione di Alma, non esistono altre testimonianze all’infuori di quelle dello stesso Kokoschka, […] che sono due e sono state rilasciate in periodi assai diversi, vanno perciò prese, come si usa dire, con le molle e valutate con molta attenzione”. Con questo incipit Camilleri racconta la storia della giovane Alma, vedova di Mahler, che più che trentenne (intorno al 1912) incontra il pittore Oskar Kokoschka. Inizia una storia d’amore fatta di eros e sensualità, che sfocerà ben presto in una passione tanto sfrenata quanto tumultuosa. Viaggi, fughe, lettere, gelosie e possessività scandiscono due anni durante i quali l’artista crea alcune fra le sue opere più importanti. Una storia tormentata di eros e follia che il grande scrittore racconta con la sua sublime tecnica introspettiva. Autore: Andrea Camilleri Editore: Skira - Collana Narrativa www.skira.net LUCIO FONTANA! Catalogo ragionato delle opere su carta La più completa e avanzata pubblicazione esistente su questo fondamentale aspetto dell’opera dell’artista (1899-1968), uno dei massimi protagonisti delle vicende artistiche del XX secolo. Frutto del monumentale lavoro di archiviazione e di documentazione di autenticità della Fondazione Lucio Fontana, questo catalogo curato da Luca Massimo Barbero ripercorre quattro decenni di attività creativa dell’artista in tre tomi, introdotti dalla prefazione di Enrico Crispolti (curatore di tutti i cataloghi ragionati dell’opera di Fontana). La pubblicazione presenta un saggio di Barbero e oltre 300 immagini a colori. Autore: Luca Massimo Barbero Editore: Skira edizione bilingue in cofanetto cartonato www.skira.net ooks IL MIO MAGISTRETTI Progetto nato per raccontare le tante storie degli oggetti di Vico Magistretti dal momento in cui diventano parte della casa, e della vita, di persone diverse, che prende oggi la forma di un libro. Raccoglie le testimonianze di tutti coloro che hanno scelto di raccontare i ‘loro’ Magistretti, acquistati, ritrovati, collezionati, ricevuti in dono, e la loro personalissima relazione con l’oggetto, attraverso un breve testo e una fotografia di loro stessi scattate oggi o nel passato. Il libro è piacevole da sfogliare soprattutto per come racconta frammenti di ‘vita vissuta’ con l’oggetto del desiderio. In pratica un catalogo completo di oggetti firmati da Magistretti, prodotti da aziende che hanno fatto la storia del made in Italy. Autori: a cura di Rosanna Pavoni e Silvia Mascheroni Editore: Corraini www.corraini.com GIANNOZZO, E IL REBUS DELLA TAVOLA DI URBINO Chi sono i tre personaggi che appaiono nella parte destra della Flagellazione di Piero della Francesca? Qual è il significato dei loro sguardi, della gestualità sospesa, delle posture? Come può questa silente conversazione avere guadagnato il primo piano della rappresentazione, relegando la scena sacra sullo sfondo? Nel corso dei secoli le più svariate interpretazioni hanno cercato di rispondere a queste domande. Marco Mendogni, autore di questa interessante riflessione, avanza una nuova ipotesi, basata su un accurato studio dei documenti archivistici e su un’attenta comparazione iconografica, gettando nuova luce sui significati dell’opera e sul contesto in cui operò il “Maestro burgense”. Si deduce infatti che Giannozzo Manetti, umanista e diplomatico fiorentino coevo di Piero della Francesca e a lui legato per motivi professionali e familiari, sarebbe il committente della Flagellazione. Autore: Marco Mendogni Editore: Muschietto www.muschiettoeditore.com 132 M AGA ZINE
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