Trichinella - Scuola di Specializzazione in Ispezione degli Alimenti
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Trichinella - Scuola di Specializzazione in Ispezione degli Alimenti
Epidemiologia, diagnostica e controllo di Trichinella Edoardo Pozio Laboratorio di Referenza per i Parassiti dell’Unione Europea Istituto Superiore di Sanità, Roma I “padri” di Trichinella • scoperti in Inghilterra da J. Paget e descritti nel 1835 da R. Owen come Trichina spiralis • Il ciclo descritto da R. Virchow nel 1859 • Nel 1860 F. Zenker dimostrò la patogenicità di questi vermi nell’uomo • Nel 1896, Railliet cambiò il nome del genere da Trichina in Trichinella Storia di Trichinella • Una cisti verosimilmente di Trichinella è stata trovata nella mummia egiziana ROM 1 (2010 a.C.) • Per gli ebrei, vale quanto è scritto nel Levitico 11, 7-8: Il porco, …. lo considererete immondo. Non mangerete la loro carne …. Storia di Trichinella La spedizione al Polo Nord di Salomon A. Andrée nel 1897 Orso polare cacciato da Andrée nel 1897 L’areostato ‘The Eagle’ dopo la discesa sui ghiacci del pack nel 1897 Foto ritrovate sul pack dalla spedizione norvegese Bratvaag nel 1930 Storia di Trichinella Storia di Trichinella Terminologia • Trichinellosi è il termine corretto per la malattia causata dai parassiti del genere Trichinella nell’uomo • Temini obsoleti sono: – trichinosi – trichiniasi • Gli animali non mostrano alcun segno della malattia • Il termine trichinellosi deve quindi essere utilizzato esclusivamente per l’uomo • Per gli animali si deve utilizzare “infezione da Trichinella” Trichinella spp. • i nematodi del genere Trichinella hanno una distribuzione cosmopolita • tuttavia non ci sono dati per 92 (46%) paesi • la maggior parte delle specie (7/12) infetta i suini e di conseguenza l’uomo • a livello mondiale – l’incidenza annua è di circa 10,000 casi clinici di trichinellosi con una mortalità dello 0,2% Trichinella spp. • Morfologia adulti – mucosa intestino tenue L 1.26-3.35 mm Ø 29-38 µm L 0.62-1.58 mm Ø 25-33 µm • Morfologia larve newborn 110 µm Ø 7 µm – sistema linfatico e sanguigno • Morfologia larve muscolari (stadio infettante) L1 muscoli striati escluso il muscolo cardiaco 0.5 x 0.3 mm L 0.65-1.1 mm Ø 25-40 µm Trichinella spp. • Morfologia larve muscolari – stadio infettante: L1 – localizzazione: cellula muscolare muscoli striati, escluso il muscolo cardiaco 0.5 x 0.3 mm Trichinella spp. • Morfologia larve muscolari dopo digestione Trichinella spp. • Morfologia larve muscolari in preparati istologici False Trichinelle Trichinella Tassonomia del genere Trichinella • Specie incapsulate – T. spiralis – T. nativa, • Trichinella T6 – T. britovi, • Trichinella T8 • Specie non incapsulate – T. pseudospiralis – T. papuae – T. zimbabwensis Infettano i mammiferi incluso – T. murrelli l’uomo e: • Trichinella T9 - gli uccelli – T. nelsoni T. pseudospiralis – T. patagoniensis - i rettili T. papuae Infettano solo i mammiferi T. zimbabwensis incluso l’uomo Filogenesi del genere Trichinella T. spiralis T. nelsoni T. patagoniensis T. nativa Trichinella T6 T. murrelli Trichinella T9 T. britovi Trichinella T8 T. papuae T. zimbabwensis T. pseudospiralis Trichuiris suis Ascaris suum 500 400 Paleozoico 300 200 Mesozoico 30 20 Paleogene incapsulate non incapsulate 10 Neogene Filogenesi basata sull’analisi di tutto il genoma di tutte le specie e genotipi del genere Trichinella (46-52 Mb) Biokinetic differences between encapsulated and non-encapsulated infecting larvae non-encapsulated encapsulated Distribuzione delle specie non-incapsulate di Trichinella T. pseudospiralis popolazione neartica T. zimbabwensis T. pseudospiralis popolazione paleartica T. papuae T. pseudospiralis popolazione australiana Distribuzione delle specie incapsulate di Trichinella - 1 T. nativa T. nativa ? T. britovi T. murrelli ? ? T. nelsoni ? Trichinella T8 T. patagoniensis ? Trichinella T9 Distribuzione di Trichinella spiralis Distribuzione di Trichinella spiralis e di T. britovi in Europa Epidemiologia di Trichinella spp. Ciclo silvestre Ciclo domestico Il ciclo selvatico - 1 • L’importanza degli animali selvatici come serbatoio di Trichinella si evince dalla biomassa dei parassiti più elevata tra gli animali selvatici che tra i domestici • La scorretta gestione della fauna selvatica e degli animali domestici può favorire la trasmissione di Trichinella sp. dall’ambiente silvestre a quello domestico (o viceversa) Jabali.avi jabali 1.AVI Adattamento del parassita all’ambiente • Le larve di alcune specie di Trichinella possono sopravvivere nei muscoli congelati – Il tempo di sopravvivenza è maggiore tra 0°C e -18°C • Le larve incapsulate di Trichinella sopravvivono a lungo anche nelle carni in putrefazione il tempo di sopravvivenza è favorito da: – elevata umidità – bassa temperatura • le larve sopravvivono nella capsula di collagene anche quando il tessuto muscolare è completamente liquefatto Adattamento del parassita all’ambiente • il metabolismo della larva è anaerobico: – questo favorisce la sopravvivenza della larva nelle carni in putrefazione – sebbene ci sia un processo di angiogenesi intorno alla cellula muscolare • la sopravvivenza è maggiore per le larve delle specie incapsulate Sopravvivenza di larve di Trichinella al congelamento Specie di Trichinella T. nativa T. britovi T. spiralis T. nelsoni Specie ospite orso polare volpe polare orso bruno procione topo di laboratorio lupo volpe rossa cinghiale topo di laboratorio volpe rossa suino topo di laboratorio topo di laboratorio Temperatura di congelamento -18°C -18°C -8 a –20°C -18°C -10°C -20°C -15°C -20°C -10°C -18°C -18°C -10°C -10°C Tempo di sopravvivenza 5 anni 4 anni 34 mesi 9 mesi 22 giorni 6 mesi 11 mesi 3 settimane 7 giorni 3 gg 4 hs 2 hs nessuna sopravvivenza Il ciclo domestico - 1 • Questo ciclo si perpetua dove non vengono rispettate le corrette pratiche di allevamento e i suini sono alimentati con: • avanzi della macellazione contenente carne suina • rifiuti di origine alimentare contenente carne suina • carcasse di suini morti • suini allevati nelle discariche di rifiuti alimentari • suini alimentati con carcasse di animali oggetto di attività venatoria • cavalli alimentati con avanzi della macellazione di suini Il ciclo domestico Le specie di Trichinella presenti in Italia • Dal 1968 al 2015 sono stati tipizzati 320 ceppi di Trichinella isolati da mammiferi autoctoni in Italia – 312 T. britovi – 8 T. pseudospiralis • Nel periodo 1968-2009 – 172 T. britovi (100%) • Nel periodo 2010-2015 – 140 T. britovi (94.6%) – 8 T. pseudospiralis (5.4%) 2006 Epidemie per consumo di carne di suini italiani o di importazione 1993 2007 2011 1953 1948 2002 2005 2005 1968 1991 1996 1980 1961 Epidemie per consumo di carne di cinghiali o di volpe oggetto di attività venatoria o di allevamento 2008 1990 2015 2012 1993 1953 1988 1995 1948 1996 1968 1985 2005 1986 1991 1978 1996 2014 1980 1985 Cinghiali riscontrati positivi per Trichinella in Italia Anno/i Regione Positivi Agente eziologico 1988 Abruzzo 1 T. britovi 1989 Umbria 1 T. britovi 1990 Liguria, Emilia R. 2 T. britovi 1991 Abruzzo , Emilia R. 2 T. britovi 1994 Abruzzo 1 T. britovi 2000 Liguria, Valle d’Aosta 2 T. britovi 2003 Valle d’Aosta 1 T. britovi 2008 Abruzzo, Marche, Piemonte 5 T. britovi 2009 Abruzzo 1 T. britovi 2010 Emilia R., Friuli 3 T. pseudospiralis 2012 Friuli 1 T. pseudospiralis 2012 Toscana 1 T. britovi 2013 Friuli, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana 7 T. pseudospiralis, T. britovi 2014 Abruzzo, Basilicata, Lazio, Sardegna 5 T. britovi 2015 Abruzzo 1 T. britovi Totale 35 L’epidemia in Garfagnana 2012-13 • • • • 1 cinghiale infetto da T. britovi consumate salsicce crude periodo di incubazione 3-4 settimane 34 soggetti infetti – 32 sintomatici – 2 asintomatici Focolaio di T. pseudospiralis in un allevamento di cinghiali del Friuli 2 in 2010 1 in 2012 3 in 2013 L’epidemia di Latronico (PZ) 2014 • 1 cinghiale infetto da T. britovi • consumate salsicce crude • 4 soggetti infetti – 1 ospedalizzato L’epidemia di Genova 2015 • 52 persone (34 adulti, 18 bambini) esposte alla cena di capodanno 2014 presso un agriturismo • consumato carpaccio di ‘carne bovina’ • periodo di incubazione circa 20 gg • 4 soggetti ospedalizzati • 36 persone (34 adulti, 2 bambini) sono risultati sierologicamente positivi • correlazione altamente significativa (p< 0.01) tra consumo del carpaccio e positività sierologica • si sospetta che la fonte di infezione sia stata carne di un cinghiale infetto da T. pseudospiralis mischiata fraudolentemente con carne bovina Il ruolo dei ratti • Il ruolo dei ratti nell’epidemiologia di Trichinella continua ad essere oggetto di discussione scientifica: – è un serbatoio – è solo un vettore di Trichinella nel ciclo domestico • Nel 19° secolo, il Dr. Leuckart propose la ‘Rat Theory’, considerando i ratti quali principali serbatoi di T. spiralis per l’infezione dei suini domestici • Zenker (1871), suggerì invece che: – l’infezione nei ratti è un marcatore dell’infezione nel suino, – La reale fonte di infezione sia per i suini che per i ratti sono gli avanzi della macellazione dei suini e le carcasse dei suini morti • Nell’ambiente domestico, il ratto bruno può essere trovato infetto da: – T. spiralis (nella maggior parte dei casi) – T. britovi o T. pseudospiralis (più raramente) Trichinella negli equini - 1 • 1975-2004 - 14 focolai umani in Francia (2.296 casi) e in Italia (1.038 casi) per il consumo di carne equina; gli unici due paesi europei dove la carne equina è consumata cruda • 1988-2008 - sono stati identificati alla macellazione 19 cavalli infetti con Trichinella (6 in Francia, 8 in Italia, 1 in Serbia e 4 in Messico) • In Europa, si stima 1 cavallo infetto ogni 250.000 macellati! Epidemie per consumo di carne equina importata da paesi dell’est Europa 1983 2005 1998 1985 1975 1990 2000 Trichinellosi nell’uomo - 1 • L’infezione da Trichinella nell’uomo è correlata alle abitudini culturali che includono cibi a base di carne cruda o poco cotta di diversi animali • La presenza del parassita negli animali domestici e/o selvatici non è un rischio sufficiente per il manifestarsi di infestazioni nell’uomo. Per esempio: – in Finlandia dove c’è un’elevata prevalenza di infezione sia negli animali domestici che selvatici, nessuna infestazione è stata documentata nell’uomo perché non vi è l’abitudine a consumare carni crude – in Romania la maggior parte delle infestazioni umane si manifestano tra la popolazione di origine tedesca e non tra la popolazione che vive nelle aree a maggior prevalenza negli animali – i focolai di trichinellosi umana per consumo di carne equina in Italia si sono verificati nelle regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Puglia) dove vi è un’alta percentuale di individui che consuma carne equina cruda secondo le abitudini culinarie francesi Trichinellosi nell’uomo - 2 • A livello mondiale, la principale fonte di infezione per l’uomo è la carne suina e i prodotti derivati • Tuttavia le carni poco cotte o crude di carnivori e onnivori (mammiferi, rettili e uccelli) rappresentano un ulteriore importante rischio per la trasmissione di questi patogeni all’uomo • Nei paesi dell’Unione Europea, Stati Uniti e Canada, le infezioni umane causate dalla carne suina sono quasi del tutto scomparse per: – miglioramento della produzione suinicola – miglioramento delle tecnologie impiegate presso i macelli • In questi paesi le infezioni occasionali causate da T. spiralis sono dovute al consumo di carni suine da: – suini di piccoli allevamenti familiari – suini allevati allo stato brado Epidemie umane dal 1948 al 1990 Anno Regione No. di casi Fonte dell’infezione 1948 1953 1961 1968 1975 1978 1980 1984 1985 1985 1986 1986 1988 1990 Lazio Umbria Trentino Alto Adige Puglia Emilia Romagna Basilicata Calabria Lombardia Puglia Calabria Basilicata Emilia Romagna Umbria Piemonte 109 9 9 9 90 6 3 13 80 2 20 300 48 11 maiale maiale volpe maiale cavallo d’importazione cinghiale maiale cavallo d’importazione cinghiale d’allevamento volpe cinghiale d’allevamento cavallo d’importazione cinghiale cinghiale d’allevamento Epidemie e singoli casi umani dal 1990 al 2010 Anno 1990 1991 1993 1995 1996 1996 1998 2000 2002 2002 2005 2005 2006 2007 2008 Regione No. di casi Fonte dell’infezione Puglia Basilicata Toscana Abruzzo Basilicata Abruzzo Emilia Puglia Lazio Abruzzo Sardegna Lombardia Lombardia Sardegna Piemonte 500 6 4 23 3 10 92 36 8 2 19 7 3 1 6 cavallo d’importazione maiale maiale cinghiale maiale cinghiale cavallo d’importazione cavallo d’importazione maiale d’importazione cinghiale maiale cavallo d’importazione maiale d’importazione maiale cinghiale Epidemie e singoli casi umani dal 2011 ad oggi Anno Regione No. di casi Fonte dell’infezione 2011 2012 2014 2015 Sardegna Toscana Basilicata Liguria 6 34 4 36 maiale cinghiale cinghiale cinghiale (sospetto) Fonti di contagio 1948-2015 Fonte di infezione No. di focolai 11 No. di casi (%) Regione 169 (11,2) Suino d’importazione 2 11 (0,7) Basilicata, Calabria, Lazio, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria Lazio, Lombardia Cinghiale d’allevamento 3 111 (7,3) Basilicata, Piemonte, Puglia Cinghiale oggetto di attività venatoria 7 169 (11,2) Abruzzo, Basilicata, Umbria, Piemonte, Toscana, Liguria Volpe 2 11 (0,7) Trentino, Calabria Cavallo d’importazione 7 1.038 (68,8) Emilia Romagna, Lombardia, Puglia 32 1.509 Suino Totale Prevenzione e controllo dell’infezione da Trichinella nell’uomo - 1 • Educazione sanitaria dei consumatori – non consumare carne e derivati crudi o poco cotti di origine suina, equina, di animali oggetto di attività venatoria (cinghiale, orso, ecc.) • Controlli veterinari negli allevamenti e nei macelli – suini, cavalli e animali oggetto di attività venatoria • per mezzo della digestione artificiale nei grossi macelli • per mezzo dell’esame trichinelloscopico nei piccoli macelli, necessita di personale esperto • Educazione dei cacciatori – i cacciatori devono essere informati che c’è una diretta correlazione tra l’abitudine di macellare le carcasse degli animali sul campo e una elevata prevalenza dell’infezione nella fauna selvatica Prevenzione e controllo dell’infezione da Trichinella nell’uomo - 2 • Congelamento della carne • – devitalizza le larve presenti nei muscoli – tuttavia le larve presenti nei muscoli dei carnivori (per es. orso) possono sopravvivere fino a 5 anni se T. nativa e fino ad 1 anno se T. britovi – le larve diT. britovi possono sopravvivere nei muscoli di suini congelati a -20° fino a 3 settimane Cottura delle carni – – le larve presenti nei muscoli vengono devitalizzate alla temperatura di 70°C per 3 minuti la cottura della carne nel forno a microonde non è in grado di devitalizzare il 100% delle larve presenti in grossi tagli di carne • Le larve sopravvivono per un lungo periodo di tempo in: – carni o loro derivati conservate sotto vuoto – carni o loro derivati conservati sott’olio o altro grasso (lardo) – prodotti carnei lavorati (salsicce, salami, ecc.) Temperature di devitalizzazione nella carne suina di larve di Trichinella spiralis Temperatura (°C)* Tempo +50 9,5 ore +54 1 ora +56 15 min +70 3 min -15 20 gg -23 10 gg -29 6 gg *temperatura interna REGOLAMENTO (UE) N. 216/2014 DELLA COMMISSIONE del 7 marzo 2014 recante modifica del regolamento (CE) n. 2075/2005 che definisce norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali relativi alla presenza di Trichine nelle carni • Fino ad oggi, i suini da ingrasso provenienti da: – aziende riconosciute come libere da Trichinella – regioni o paesi dove il rischio per Trichinella era riconosciuto trascurabile (<1/milione) sono esentati dall’esame sistematico tramite digestione • Con la nuova legislazione, i suini da ingrasso provenienti da: – aziende riconosciute come libere da Trichinella sono esentati dall’esame sistematico tramite digestione nella misura del 90% per ogni azienda di produzione – non sarà più possibile esentare dall’esame sistematico tramite digestione i suini allevati in regioni o paesi dove il rischio per Trichinella è riconosciuto trascurabile (<1/milione) – aziende riconosciute come libere da Trichinella sono esentati al 100% dall’esame sistematico tramite digestione se le aziende sono poste in una regione o paese dove il rischio per Trichinella è riconosciuto trascurabile (<1/milione) REGOLAMENTO (UE) N. 216/2014 DELLA COMMISSIONE del 7 marzo 2014 • Uno stato membro o una sua regione possono essere riconosciuti con rischio trascurabile per Trichinella nei suini se: – lo stato membro ha riconosciuto ufficialmente aziende suinicole dove si applicano condizioni controllate di stabulazione secondo la normativa – non sono state riportate infezioni da Trichinella in suini allevati in queste aziende negli ultimi 5 anni e tutti gli animali sono stati saggiati – o, se è possibile dimostrare con un livello di confidenza del 95% che la prevalenza di Trichinella nei suini non eccede 1 per milione – sono assicurati periodicamente audit e ispezioni da cui si possa dimostrare che l’azienda o le aziende soddisfano tutti i paramentri della norma riguardante le condizioni di stabulazione controllate dei suini REGOLAMENTO (UE) N. 216/2014 DELLA COMMISSIONE del 7 marzo 2014 • Lo stato membro riconosciuto con un rischio trascurabile per Trichinella nei suini deve inviare un rapporto annuale alla Commissione ed agli altri Stati Membri che hanno tre mesi di tempo per fare rilievi, con le seguenti informazioni: – Il numero di casi di infezione umana autoctona o da importazione e i risultati dell’indagine epidemiologica – I risultati delle analisi sui suini da ingrasso e sui riproduttori non allevati in condizioni controllate con l’indicazione: • sesso ed età degli animali infetti, • tipologia di allevamento, • metodo diagnostico utilizzato, • carico larvale • le specie di Trichinella identificate • ogni altra informazione di rilevanza epidemiologica REGOLAMENTO (UE) N. 216/2014 DELLA COMMISSIONE del 7 marzo 2014 – I risultati delle analisi sui cinghiali, cavalli, animali suscettibili oggetto di attività venatoria ed altri animali indicatori; – I risultati dell’analisi sierologica una volta che il test sia stato validato dal laboratorio di Referenza Europeo – Il numero di aziende suinicole riconosciute libere da Trichinella e i risultati degli audit e delle ispezioni • Per quanto riguarda le regioni con rischio trascurabile per Trichinella devono fornire le informazioni sui risultati del programma di monitoraggio. REGOLAMENTO (UE) N. 216/2014 DELLA COMMISSIONE del 7 marzo 2014 Stato membro riconosciuto a rischio trascurabile per Trichinella (≤1 per milione) Regione riconosciuta a rischio trascurabile per Trichinella Stato membro non riconosciuto a rischio trascurabile per Trichinella (> 1 per milione) Programma di sorveglianza Nessun controllo Controllo di tutti gli animali suscettibili Controllo del 10% Controllo di tutti gli animali suscettibili Il rischio Trichinella nel commercio internazionale (1954-2014) Specie animale Ufficialmente importati/ totale infetti Illegalmente importati/ totale infetti Paese esportatore Paese importatore Cavallo 26/26 0 Canada, Messico, Polonia, Romania, Serbia, Stati Uniti Francia Italia 0 8/8 Croazia, Romania, Serbia, Spagna Germania Italia Gran Bretagna 1/3 2/3 Polonia, Spagna Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Svezia 0 3/3 Canada, Russia, Stati Uniti Germania, Francia, Suino Cinghiale Orso Diagnosi dell’infezione da Trichinella nel suino • Diagnosi – Trichinoscopio (fino a dicembre 2009) – Digestione artificiale • Monitoraggio – Digestione artificiale – Sierologia (da quando i kit commerciali saranno validati) ESAME TRICHINISCOPICO Esame trichinelloscopico di larve di Trichinella Larva non-incapsulata Larva incapsulata Digestione artificiale - 1 Digestione artificiale - 2 Digestione artificiale - 3 Diagnosi dell’infezione da Trichinella nel suino - 2 Esame trichinoscopico - digestione artificiale Sensibilità 3-5 larve/g solo per specie incapsulate Identificazione molecolare delle larve Sensibilità 1 < larva/g per tutte le specie Non tutte le larve reperite tramite digestione artificiale appartengono al genere Trichinella N. di isolati Isolamento di T. pseudospiralis negli anni Patogenesi - 1 • Fase intestinale – La localizzazione nella mucosa intestinale delle larve e degli adulti induce: • • • • • • flogosi della mucosa appiattimento dei villi ispessimento della muscolaura liscia della parete intestinale accumulo di fluidi nel lume alterazione della motilità intestinale disturbi endocrini – Queste alterazioni sono alla base di disturbi enterici nel 15-40% dei soggetti infestati Patogenesi - 2 • Fase parenterale – Ha inizio con l’invasione dei muscoli da parte delle larve tra la II e la IV settimana dall’infestazione. – Le larve possono raggiungere anche il muscolo cardiaco e, sebbene non siano in grado di svilupparsi ulteriormente, possono causare miocarditi gravi e talvolta fatali – La vasculite, che si manifesta con la migrazione e l’invasione dei muscoli da parte delle larve, è di natura allergica ed induce: • edema periorbitale, del viso e degli arti • emorragie congiuntivali e sub-ungueali – Nei muscoli scheletrici la larva induce una modificazione della cellula muscolare che si trasforma in cellula nutrice con formazione, mediante un processo di angiogenesi, di nuovi capillari che circondano la larva. Clinica della trichinellosi - 1 • La clinica della trichinellosi riguarda esclusivamente l’uomo • Gli animali (ad esclusione dei primati) non mostrano per lo più alcun segno clinico; segni clinici quali diarrea e febbre si possono osservare solo nelle infestazioni dovute a migliaia di larve • La gravità del decorso clinico dell’infezione e la sequela dei segni e sintomi dipendono da: – numero di larve infettanti ingerite – reazione immunologica dell’individuo – specie di Trichinella Clinica della trichinellosi - 2 • Sintomatologia addominale – Dolori addominali – Diarrea di tipo essudativo od osmotico – La sintomatologia è influenzata dalla dose infettante e dalla specie di Trichinella • Febbre – – – – – E’ uno dei segni più frequenti Il picco massimo si raggiunge in pochissimi giorni Nelle infezioni lievi < 38°C Nelle infezioni gravi > 40°C Il trattamento steroideo riduce la febbre in pochi giorni Clinica della trichinellosi - 3 • Mialgia – – – – E’ concomitante con la febbre E’ molto facile da evidenziare La terapia a base di derivati steroidei non riduce i dolori muscolari Il trattamento sintomatico con acido salicilico riduce i dolori muscolari • Vasculite – E’ di natura allergica – è frequente sia nelle infezioni lievi che in quelle più gravi – si manifesta tra la 1° e la 3° settimana dall’infezione – è causa di edemi ed emorragie CPK larve nei muscoli presenza Ab/ELISA eosinofilia edema periorbitale febbre dolori muscolari diarrea, nausea vomito convalescenza: grave moderata lieve fase parenterale migrazione larvale fase intestinale incubazione Settimane dopo l’ingestione della carne infetta Edemi periorbitali in soggetto con trichinellosi in fase acuta Edemi agli arti superiori in soggetto con trichinellosi in fase acuta Emorragia oculare in soggetto con trichinellosi in fase acuta Emorragia sottounghiali in soggetto con trichinellosi in fase acuta Edemi agli arti inferiori in soggetto con trichinellosi in fase acuta Diagnosi della trichinellosi nell’uomo • Diagnosi clinica – segni e sintomi clinici, parametri di laboratorio • Diagnosi parassitologica – biopsia muscolare • Diagnosi sierologica – ricerca di anticorpi anti-Trichinella Diagnosi clinica • Principali segni e sintomi clinici – gastroenterici (diarrea, vomito, dolori addominali, flatulenza) 0-40% dei soggetti – sistemici (febbre, mialgie, artralgie, edemi, eruzioni cutanee, prurito, mal di testa, emorragie oculari e sottounghiali, sudorazione profusa, ecc.) 0-100% dei soggetti Parametri ematochimici - 1 • Eosinofilia – – – – E’ uno dei primi e più frequenti segni caratteristici della trichinellosi Non sempre è in relazione all’intensità dell’infezione In alcuni soggetti può superare il 40% (1000-19.000 cellule/mm3) Si protrae per 3-6 mesi dopo l’infezione • Leucocitosi – può raggiungere 15-30.000 per mm3 – si manifesta prima dell’eosinofilia ed aumenta rapidamente tra la 2° e la 5° settimana – diminuisce con il decrescere della sintomatologia mentre l’eosinofilia persiste • Alterazione degli enzimi muscolari – CK aumenta da 2 a 100 volte il valore normale – l’aumento dei valori di CK è concomitante con l’invasione muscolare – LDH, GOT e GPI aumentano durante l’invasione muscolare ma meno del CK Diagnosi parassitologica - 1 • Biopsia muscolare – generalmente dal muscolo deltoide (circa 0,5 g privi di tessuto adiposo!!!) • • • • osservazione microscopica con il trichinelloscopio digestione artificiale esame istologico PCR per identificazione agente eziologico • Non è possibile osservare macroscopicamente le larve incistate nei muscoli • Non è possibile reperire i vermi adulti nelle feci neanche dopo trattamento Diagnosi parassitologica della trichinellosi umana - 2 • Identificazione o isolamento di larve da biopsie muscolari (1 g) mediante: – preparato istologico (sensibilità < 3 larve/g) – digestione artificiale (sensibilità 1 larva/g) – trichinelloscopio (< 3 larve/g) – xenodiagnosi (2-3 larve/g) Diagnosi sierologica - 1 • Antigeni – – – – crudo (alta sensibilità, bassissima specificità) figurato (alta sensibilità, bassissima specificità) escretore/secretore (media sensibilità, buona specificità) tivelosio (bassa sensibilità, elevata specificità) • I primi anticorpi circolanti sono evidenziabili da 2 settimane a 2 mesi dopo l’infezione • Test sierodiagnostici: – IF: antigene, cuticola larvale; specificità 80%; sensibilità 90% – ELISA: antigene metabolico o ricombinante; specificità 90-98%; sensibilità 98-88% – Immunoblot: antigene metabolico; specificità 99%; sensibilità 95% Complicazioni • Le complicazioni si sviluppano generalmente entro le prime due settimane – Cardiovascolari • Miocarditi • Tromboflebiti • Embolie polmonari – Complicazioni neurologiche • Encefalopatie • Disturbi neuromuscolari – Oculari – Respiratori (dispnea, infiammazione muscoli respiratori) – Apparato digerente (ipoalbuminemia, necrosi intestinali, diarrea prolungata) Algoritmo per la diagnosi di trichinellosi Guppo A Guppo B Guppo C Guppo D febbre diarrea eosinofilia e/o aumento IgE totali sierologia positiva edemi palpebrali e/o del viso segni neurologici aumento enzimi muscolari biopsia muscolare positiva mialgia segni cardiologici sieroconversione congiuntiviti emorragie sottounghiali esantema cutaneo Diagnosi: - poco probabile: 1 A o 1 B o 1 C - sospetta: 1 A o 2 B e 1 C - probabile: 3 A e 1 C Diagnosi: - molto probabile: 3 A e 2 C - confermata: 3 A, 2 C, 1 D; alcuni di A o B e 1 C e 1 D Trattamento • Sintomatico – Corticosteroidi (prednisolone, 30-60 mg/d in dosi multiple per 10-14 gg) • Antielmintici – Mebendazolo (25 mg/kg/g in 3 dosi per 10-14 gg) – Albendazolo (15 mg/kg/g in 3 dosi per 10-14 gg) Note: - non effettuare trattamenti sintomatici senza il trattamento antielmintico - più tardivo è il trattamento antielmintico, maggiore deve essere il dosaggio e la durata Grazie per la vostra attenzione
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