77° Congresso Internazionale SCIVAC: La diagnostica per immagini
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77° Congresso Internazionale SCIVAC: La diagnostica per immagini
Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 1 E S T R AT T I R E L A Z I O N I COMUNICAZIONI BREVI • POSTERS E S T R AT T I R E L A Z I O N I A Z I E N D A L I CONGRESS PROCEEDINGS S H O R T C O M M U N I C AT I O N S • P O S T E R S C O M PA N Y R E S E A R C H A B S T R A C T S Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 2 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 3 SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA organizzato da Soc. Cons. a r.l. Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001:2008 77° INTERNATIONAL CONGRESS LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI OGGI: COME DOBBIAMO INIZIARE, DOVE POSSIAMO ARRIVARE 22-24 MARZO 2013, MILANO E S T R AT T I R E L A Z I O N I COMUNICAZIONI BREVI • POSTERS E S T R AT T I R E L A Z I O N I A Z I E N D A L I 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2 0 1 3 , 2 2 nd - 2 4 th M A R C H - M I L A N CONGRESS PROCEEDINGS S H O R T C O M M U N I C AT I O N S • P O S T E R S C O M PA N Y R E S E A R C H A B S T R A C T S Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 4 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 5 COMITATO SCIENTIFICO CONGRESSUALE CONGRESS SCIENTIFIC COMMITTEE Massimo Baroni, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) Daniele Della Santa, Med Vet, PhD, Dipl ECVDI, Pisa Gian Marco Gerboni, Med Vet, Samarate (VA) Federica Rossi, Med Vet, SVR, Dipl ECVDI, Bologna Giliola Spattini, Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVDI, Castellarano (RE) COORDINATORE CONGRESSUALE SCIVAC CONGRESS COORDINATOR CONSIGLIO DIRETTIVO SCIVAC SCIVAC BOARD Federica Rossi President Dea Bonello President Senior Walter Bertazzolo Secretary Guido Pisani Treasurer Alberto Crotti Fellow member David Chiavegato Fellow member Bruno Peirone Fellow member SEGRETERIA ISCRIZIONI REGISTRATION SECRETARY MONICA VILLA Tel: +39 0372 403504 E mail: [email protected] SEGRETERIA MARKETING MARKETING SECRETARY FRANCESCA MANFREDI Tel: +39 0372 403538 E mail: [email protected] PAOLA GAMBAROTTI Tel: +39 0372 403508 - Fax: +39 0372 403512 E mail: [email protected] ORGANIZZAZIONE CONGRESSUALE CONGRESS ORGANIZATION Soc. Cons. a r.l. DIRETTORE SCIENTIFICO SCIENTIFIC DIRECTOR Fulvio Stanga, Med Vet, Cremona Company with a certified quality system ISO 9001:2008 EV - Eventi Veterinari Via Trecchi 20 - 26100 CREMONA (Italia) Società Federata ANMVI SCIVAC ringrazia gli Sponsor per il sostegno dato all’evento SCIVAC wishes to thank all the key Sponsors for their support Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 6 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 7 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN RELATORI / SPEAKERS EDOARDO AURIEMMA Med Vet, Dipl ECVDI, Novara Laureato in Medicina Veterinaria nel 2003 presso l’Università degli Studi di Parma. Nel 2004 visitor presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Uppsala (Svezia). Dal 2004 al 2008 svolge una Residency in Diagnostic Imaging presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Utrecht (Olanda) e si diploma nel settembre 2008 (ECVDI). Nel 2005 visitor per un externship presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Knoxville (Tennesseee). Dal settembre 2008 al novembre 2009 lavora come strutturato presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Utrecht. Al momento svolge attività di libera professione come radiologo presso l’Istituto Veterinario di Novara. Autore e co-autore di diverse pubblicazioni presentate su riviste internazionali. Relatore in numerosi corsi di aggiornamento per medici veterinari in Diagnostica per Immagini. MASSIMO BARONI Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) Laureato in Medicina Veterinaria con Lode nel 1987 presso l’Università di Pisa. Dal 1992 al 1995 ha compiuto un Non Conforming Residency Programme in Neurologia presso l’Istituto di Neurologia, facoltà di Berna. Diplomato al College Europeo di Neurologia. Attualmente svolge la propria attività specialistica presso la Clinica Veterinaria “Val di Nievole”, Monsummano Terme, Pistoia. È stato membro dell’Education Commitee del College Europeo di Neurologia (ECVN) e Presidente della Società e del College Europeo di Neurologia Veterinaria. È inoltre Past President SCIVAC e presidente della Società Italiana di Neurologia Veterinaria (SINVET). Coordinatore dell'Itinerario di Neurologia SCIVAC. Autore di pubblicazioni e di oltre 100 relazioni congressuali, in Italia ed all’estero. Aree di interesse: Neurodiagnostica per immagini, neurochirurgia spinale ed intracranica. DANIELE DELLA SANTA Med Vet, Dipl ECVDI, Dr Ric, Pisa Nato il 30-01-1975. Laureato con lode presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa nell’anno 2000. Ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca presso la medesima Università nell’anno 2005. Dal 1998 al 2003 ha trascorso alcuni periodi di studio negli Stati Uniti e in Europa (Michigan State University, Colorado State University, Università di Berna). Dal 2004 al 2008 ha svolto il programma di training per il College Europeo di Diagnostica per Immagini presso l'Università di Pisa e Berna (Svizzera). Diplomato al college Europeo di Diagnostica per Immagini Veterinaria (ECVDI) nel 2008. È autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali inerenti la diagnostica per immagini. Attualmente svolge attività libero professionale occupandosi esclusivamente di diagnostica per immagini in Toscana. CRISTIAN FALZONE Med Vet, Dipl ECVN, MRCVS Zugliano (VI) Nel 2001 si laurea in Medicina Veterinaria, Università di Perugia. Fino al 2003 lavora tra Umbria e Toscana e collabora con il dip. di chirurgia di Veterinaria (PG). Dal 2004 al 2007 svolge un Residency in Neurologia con il dr. M. Baroni, Clinica Valdinievole (PT). Nel 2006 si reca all’estero per continuing education. Nel 2007 si diploma al College Europeo di Neurologia Veterinaria (ECVN). È autore di relazioni e pubblicazioni nazionali ed internazionali. È membro della Società Europea di Neurologia Veterinaria (ESVN) e di quella Italiana (SINVet), della quale è segretario. Nel 2007-'10 svolge attività neuro-specialistica presso la Clinica Valdinievole con interesse per la Risonanza Magnetica (RMI). Nel 2010-'12 lavora come neurologo e neurochirurgo alla Davies Veterinary Specialists, UK. Attualmente lavora come referente specialista in neurologia presso la Diagnostica dei Piccoli Animali, Zugliano (VI) e la Clinica Veterinaria Malpensa, Samarate (VA). GIAN MARCO GERBONI Med Vet, Samarate (VA) Laureato presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Parma nel 1998. Dal 1998 effettua un anno di intenship sotto la supervisione di R.A. Santilli DVM Dipl. E.C.V.I.M.-ca (Cardiology). Dal 1999 lavora presso la Clinica Malpensa (VA) come responsabile della Terapia intensiva, occupandosi di medicina interna, pronto soccorso ed ecografia addominale. Dal 1999 si occupa di studi Scintigrafici e dal 2006 di Radiologia Interventistica con interesse alla diagnosi e terapia delle anomalie vascolari epatiche e alle tecniche ablative delle lesioni neoplastiche. Istruttore e relatore ai corsi di Ecografia addominale ed addominale avanzato SCIVAC dal 2001. Relatore al corso di Medicina d’urgenza avanzato SIVAC nel 2011. Autore di articoli su riviste veterinarie nazionali ed estere. Dal 2011 è vice-presidente della S.V.I.D.I. e consigliere dell’Ordine di VA. JOHANN LANG Dr Med Vet, Dipl ECVDI, Berna (CH) Present position: Professor and head of the radiology division of the Vetsuisse Faculty Bern - Vet. school: Bern. Year of graduation: 1977. Postgraduate education: 1978-80 large animal radiology, University of Berne, Switzerland; 1980 large animal surgery, University of Berne, Switzerland; 1981/82 residency in small animal radiology at the Veterinary Hospital of the University of Pennsylvania, Philadelphia; 1994 Dr. Habil. positions held; 1986 visiting Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 8 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN assist. Prof. at the University of Pennsylvania, Philadelphia; 1994 chief of the small animal Radiology division, Dr. Habil; 1996 visiting Prof. at the Veterinary Faculty, University of Sydney Australia; 2003 Head, division of Clinical Radiology Vetsuisse Faculty Bern; 2004 Professor in Clinical Radiology, Vetsuisse Faculty Bern; Special interest: Neuroradiology, MRI Memberships. Diplomate ECVDI (Europ. College of Veterinary Diagnostic Imaging), Past-president (1999-2001), member of the EAVDI (Europ. Ass. of Vet. Diagnost. Imaging) and IVRA (Director), the ESVN, GST and SVK. FEDERICA ROSSI Med Vet, SVR, Dipl ECVDI, Bologna Laureata nel 1993 a Bologna, con lode, ha ricevuto il "Premio Rotary" per il miglior Curriculum di Laurea dell'Anno. Dopo diversi periodi di formazione all’estero, ha conseguito nel 1997 il Dipl di Spec. in Radiologia e nel 2003 il Dipl del College Europeo in Diagnostica per Immagini (ECVDI). È autrice di oltre 40 pubblicazioni nazionali ed internazionali, revisore ed autore di testi italiani ed inglesi. È Past President della Soc. Italiana ed Europea di Diagn. per Immagini (SVIDI e EAVDI). Ha lavorato come Ober-assistent alle Univ. di Berna, Philadelphia e Murdoch e come docente nelle Facoltà di Med. Vet. di Torino, Pisa e Teramo. Dal 1994 lavora a Sasso Marconi (BO), occupandosi di Radiologia, Ecografia e TC. È socio fondatore del Centro Oncologico Veterinario, primo centro di Radioterapia in Italia. Dal 2010 è Presidente SCIVAC. TOBIAS SCHWARZ MA, Dr Med Vet, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, DVR, MRCVS, Edinburgh (UK) Tobias studied veterinary medicine and Scandinavian studies (literature, linguistics and culture) at the Humboldt and Free Universities of Berlin. From 19972000 he was the BSAVA Petsavers' veterinary diagnostic imaging resident at Glasgow University and then pursued an academic career as Assistant and then Associate Professor in radiology at the Universities of Pennsylvania and Wisconsin-Madison. Since 2009 he has been a Senior Lecturer in diagnostic imaging at the Royal (Dick) School of Veterinary Studies in Edinburgh. He holds the radiology diploma of the RCVS, European and American Colleges of Veterinary Diagnostic Imaging. His special interests are computed tomography and thoracic imaging. He recently co-edited the BSAVA Manual of Canine and Feline Thoracic Imaging. He is an author or co-author of more than 40 peer reviewed original and review articles in veterinary diagnostic imaging with an emphasis on computed tomography and is widely respected for his expertise in this field. GABRIELA SEILER Dr Med Vet, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, North Carolina, USA Dr. Seiler received her veterinary degree at the University of Bern, Switzerland, in 1995. After a few years of working in private practice and writing a doctoral thesis, she entered a residency program in diagnostic imaging at the University of Bern, Switzerland and received the board certification in diagnostic imaging (ECVDI) in 2001. A year of clinical instructorship followed. In 2002 Dr. Seiler became a lecturer in the Section of Radiology at the University of Pennsylvania and joined the faculty as Assistant Professor of Radiology in 2004 with board certification of the American College of Veterinary Radiology (ACVR) in 2006. In 2009 she accepted a position as Associate Professor of Radiology at North Carolina State University. Areas of interest include small animal ultrasound, computed tomography, contrast-enhanced ultrasound and cancer imaging. GILIOLA SPATTINI Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVDI, Castellarano (RE) Si laurea in Med Vet con Lode a Parma nel 1998. Nel 1999 vince una borsa di studio di specializzazione per l’estero e si reca al Royal Veterinary College di Londra dove nel 2000 intraprende il training del College Europeo di Diagnostica per Immagini. Ha integrato il piano di studi con stage trimestrali nelle Università di Utrecht, Tufts, Pennsylvania e Berna. È autrice di pubblicazioni nazionali ed internazionali. Nel 2004 e 2005 ha ricoperto la carica di Junior Docent presso i dipartimenti di Diagnostica per Immagini delle Università di Uppsala ed Utrecht. Nel 2006 ha intrapreso un dottorato di ricerca presso il dipartimento di Diagnositca per Immagini dell'Università di Parma, conseguito nel 2009. Nel 2008 ha conseguito il Diploma Europeo di Diagnostica per Immagini Veterinaria. Lavora come libera professionista presso la Clinica Veterinaria Castellarano (RE). MASSIMO VIGNOLI Med Vet, PhD, SVR, Dipl ECVDI, Bologna Laureato a Bologna con tesi sulla displasia dell’anca nel cane. Specializzato in Radiologia Veterinaria all’Università di Torino. Resident Prize ECVDI, 2002 su: biopsie TCguidate nello scheletro. Autore/coautore di 108 lavori scientifici, dui cui 41 pubblicazioni su rivista. Diplomato al College Europeo di Diagnostica per Immagini (Dipl. ECVDI). 2005-2010 Coordinatore itinerario di diagnostica per immagini della Scuola di Formazione Post Universitaria a Cremona. Coautore dei libri “Radiologia del cane e del gatto” e Veterinary Computed Tomoghraphy”. Presidente SVIDI 2001-2004. Docente presso le Università di Napoli, Pisa e Camerino. Libero professionista presso Clinica Veterinaria dell’Orologio a Sasso Marconi (BO), dove si occupa di radiologia, ecografia, tomografia computerizzata e radiologia interventistica. Dottore in Scienze Veterinarie (PhD) all’Università di Ghent, 2010. Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 9 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 10 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PROGRAMMA SCIENTIFICO SCIENTIFIC PROGRAM VENERDì 22 MARZO 2013 / FRIDAY, 22ND MARCH 2013 9.00 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze / Registration 10.00 Saluto ai partecipanti, presentazione dei relatori ed inizio lavori / Welcome and introduction of the Congress CONTINUING EDUCATION Chairperson: Gian Marco Gerboni SESSIONE AVANZATA Chairperson: Cristian Falzone 10.30 Come organizzare un reparto di diagnostica per immagini (staff, apparecchiature, organizzazione, radioprotezione) How to organize a diagnostic imaging department (staff, equipment, radioprotection principles) - Federica Rossi (I) RM: ottimizziamo la tecnica per ottenere immagini diagnostiche MRI: how to get diagnostic images Massimo Baroni (I) 11.20 Dalla radiologia analogica al digitale: cosa conviene? Perché dovremmo cambiare? - From analogic to digital Xray: what is best, why should we change? - Giliola Spattini (I) RM nelle malattie discali: impariamo ad interpretare le immagini How to interpret MRI in disc diseases Johann Lang (CH) 12.10 Approccio al caso clinico: come dobbiamo iniziare? Imaging approach to the clinical patient: what first (radiology or ultrasound)? - Gabriela Seiler (USA) RM nella sindrome della cauda equina MRI for cauda equina syndrome Johann Lang (CH) 13.00 Evoluzione del concetto di qualità nel passaggio dalla metodica analogica a quella digitale - Andrea Zola (I) 13.00 PAUSA PRANZO / LUNCH BREAK 13.15 PAUSA PRANZO / LUNCH BREAK CONTINUING EDUCATION Chairperson: Giliola Spattini SESSIONE AVANZATA Chairperson: Daniele Della Santa 14.30 Radiologia delle articolazioni: quello che assolutamente dobbiamo sapere - Radiology of the joints: what we have absolutely to know - Massimo Vignoli (I) Ruolo della RM nello studio delle patologie encefaliche Role of MRI in the diagnosis of brain diseases Cristian Falzone (I) 15.20 Radiologia del rachide: cerchiamo di diagnosticare tutto ciò che è possibile - Radiology of the spine: what can we diagnose - Johann Lang (CH) Diagnostica per Immagini delle articolazioni: cosa c’è oltre la radiologia? Alternative imaging of the joints - Gabriela Seiler (USA) 16.10 PAUSA CAFFÈ ED ESPOSIZIONE COMMERCIALE / COFFEE BREAK 16.50 TC: avviciniamoci ad una tecnica che oggi non possiamo ignorare! CT: when and how? - Federica Rossi (I) Un caso di aplasia segmentale della vena cava caudale (15’) - M. Bonazzi Studio comparativo tra radiologia, ecografia e tomografia computerizzata nelle patologie toraciche non cardiache del cane e del gatto (15’) - L. Bonifazi A vertebral scale system to measure stomach size in pet rabbits (15’) - N. Di Girolamo 17.40 È una lesione del cranio: quale tecnica utilizzare There is a lesion in the head: which technique should we use? Gabriela Seiler (USA) Ruolo della RM nelle patologie del plesso brachiale Role of MRI in patients with diseases of the brachial plexus Massimo Baroni (I) 18.30 DISCUSSIONE E TERMINE DELLA GIORNATA DISCUSSION AND END OF THE DAY Epilessia nel cane, diagnostica per immagini Massimo Baroni (I) Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 11 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN SABATO 23 MARZO 2013 SATURDAY, MARCH 23RD 2013 CONTINUING EDUCATION Chairperson: Giliola Spattini SESSIONE AVANZATA Chairperson: Federica Rossi 09.00 Approccio sistematico alla radiologia del torace Systematic approach to thoracic radiology Gabriela Seiler (USA) TC del sistema vascolare CT of the vascular system Tobias Schwarz (UK) 09.50 Sospetto un nodulo o una massa polmonare: qual è il prossimo passo? - I think there is a pulmonary nodule/mass: what is the best approach? - Gabriela Seiler (USA) TC nel paziente oncologico CT in the oncologic patient Massimo Vignoli (I) 10.40 PAUSA CAFFÈ ED ESPOSIZIONE COMMERCIALE / COFFEE BREAK 11.20 Pattern polmonari in radiologia: ancora utili? Pulmonary pattern approach: still useful? Johann Lang (CH) TC dello splancnocranio CT of the splanchnocranium Tobias Schwarz (UK) 12.10 Paziente cardiopatico: non dimentichiamoci la radiologia! Cardiopathic patient: don’t forget radiology! Daniele Della Santa (I) TC del polmone CT of the lung Gabriela Seiler (SA) 13.00 Novità tecnologiche Mindray nella diagnostica per immagini veterinaria - Marco Mariotti (I) 13.00 13.15 14.30 15.20 16.10 PAUSA PRANZO / LUNCH BREAK PAUSA PRANZO / LUNCH BREAK CONTINUING EDUCATION Chairperson: David Chiavegato SESSIONE AVANZATA Chairperson: Daniele Della Santa Radiologia delle vie aeree intratoraciche: quali le possibili diagnosi differenziali? - Differential diagnosis for intrathoracic airways diseases - Tobias Schwarz (UK) Approccio ai versamenti toracici Approach to the thoracic effusions Gian Marco Gerboni (I) Ecografia dell’apparato gastroenterico Sonography of the GI tract Gabriela Seiler (USA) Ecografia del pancreas Sonography of the pancreas Gabriela Seiler (USA) PAUSA CAFFÈ ED ESPOSIZIONE COMMERCIALE / COFFEE BREAK CONTINUING EDUCATION Chairperson: Gian Marco Gerboni SESSIONE AVANZATA Chairperson: Massimo Baroni 16.50 Lettura di un radiogramma addominale: come procedere? Systematic approach to abdominal radiology Federica Rossi (I) Ultrasound-guided puncture of the sacrococcygeal space: an experimental study in canine cadavers (15’) - T. Gregori Influenza di differenti livelli di pressione positiva sulla ventilazione polmonare mediante analisi tomografica computerizzata (15’) - A. Guarracino Un caso di linfoma prostatico maligno in un cane (15’) - S. Manfredi 17.40 Diagnostica per immagini nell’addome acuto Approach to the acute abdomen Gabriela Seiler (USA) Ecografia del sistema vascolare Sonography of the vascular system Giliola Spattini (I) 18.30 A New Tetravalent Vaccine for Control of Canine Leptospirosis David Sutton (UK) DISCUSSIONE E TERMINE DELLA GIORNATA DISCUSSION AND END OF THE DAY Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 12 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN DOMENICA 24 MARZO 2013 SUNDAY, MARCH 24th 2013 CONTINUING EDUCATION Chairperson: Massimo Baroni SESSIONE AVANZATA Chairperson: Luca Benvenuti 09.00 C’è una massa nell’addome: come affrontarla There is a mass in the abdomen: what is the best approach? Edoardo Auriemma (I) Diagnostica per immagini delle patologie dell’apparato Imaging for masticatory problems masticatore - Tobias Schwarz (UK) 09.50 Diagnostica per immagini dell’apparato gastroenterico: possiamo renderla meno difficile? - Imaging of the GI tract: how to make it less difficult - Giliola Spattini (I) MRI changes in the canine brain after ethylene glycol intoxication (15’) - M. Pivetta Hepatic radiodensity in healthy cats by computed tomography (15’) - F. Costa Characterization of bone demineralization in cats with induced thyrotoxicosis using quantitative computed tomography (15’) - F. Costa 10.40 PAUSA CAFFÈ ED ESPOSIZIONE COMMERCIALE / COFFEE BREAK 11.20 Vie urinarie: servono ancora i mezzi di contrasto? Urinary tract: are contrast agents still useful? Johann Lang (CH) Diagnostica per immagini della regione del collo Imaging of the neck Edoardo Auriemma (I) 12.10 L’apparato genitale: cosa oltre la piometra? The genital tract Giliola Spattini (I) Tecniche interventistiche in diagnostica per immagini Interventional radiology and ultrasound Gian Marco Gerboni (I) PAUSA PRANZO / LUNCH BREAK 13.00 CONTINUING EDUCATION Chairperson: Giliola Spattini SESSIONE AVANZATA Chairperson: Luca Benvenuti 14.30 Imaging del paziente con patologia del sistema endocrino Imaging of patient with endocrinal diseases Federica Rossi (I) Mezzi di contrasto in ecografia Contrast ultrasound Gian Marco Gerboni (I) 15.20 Indicazioni per la TC dell’addome Indications for CT of the abdomen Tobias Schwarz (UK) Diagnostica per immagini nel paziente con corpo estraneo migrante - Imaging of migrating foreign bodies Daniele Della Santa (I) 16.10 DISCUSSIONE E TERMINE DEL CONGRESSO / DISCUSSION AND END OF THE CONGRESS POSTER UNDIFFERENTIATED DIFFUSE GLIOMA IN THE BRAIN AND SPINAL CORD MIMICKING EXTRAAXIAL AND EXTRADURAL LESION WITH “DURAL TAIL SIGN” - M.A. Lobacz QUANTITATIVE COMPUTED TOMOGRAPHY OF THE LUNG IN FIVE SPECIES OF CAPTIVE BRAZILIAN CHELONIANS F. Costa UN RARO CASO DI ADENOCARCINOMA ESOFAGEO IN UN GATTO - S. Piccinini RAPID STIMULATORY EFFECT OF LEISGUARD® ON THE CANINE INNATE IMMUNE SYSTEM - D. Sabaté ACCURATEZZA E SICUREZZA DELLA BIOPSIA TC-GUIDATA NELLE LESIONI VERTEBRALI: STUDIO RETROSPETTIVO IN 60 PAZIENTI - L. Porcarelli PARTICULAR ASPECTS OF THE RADIOLOGIC EXAMINATION OF THE GI TRACT IN THE COMMON CARP, CYPRINUS CARPIO - V. Vulpe BIOPSIA ENDOCRANICA STEREOTATTICA RMN GUIDATA ESEGUITA TRAMITE NEURONAVIGATORE BRAINSIGHT MODIFICATO - F. Raimondi PROTOCOLLO OTTIMALE PER LA TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA (TC) PER LO STUDIO DELL’ENCEFALO NEL CANE - M. Zarelli Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 13 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 14 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ESTRATTI DELLE RELAZIONI Educazione continua CONGRESS PROCEEDINGS Continuing Education Questo volume di atti congressuali riporta fedelmente quanto fornito dagli autori che si assumono la responsabilità dei contenuti dei propri scritti. Gli estratti sono elencati in ordine alfabetico secondo il cognome del relatore e quindi in ordine cronologico di presentazione. These proceedings report faithfully all abstracts provided by the authors who are responsible of the content of their works. The abstracts are listed in alphabetical order by surname and then in chronological order of presentation. Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 15 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Edoardo Auriemma Med Vet, Dipl ECVDI, Novara C’è una massa nell’addome: come affrontarla? Domenica, 24 marzo 2013 - ore 09.00 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 16 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE La Diagnostica per Immagini riveste un ruolo fondamentale nello screening di pazienti affetti da organomegalia addominale. La valutazione clinica del paziente non può prescindere da un’attenta e scrupolosa indagine radiografica o ecografica. Alcuni organi addominali quali stomaco, utero o vescica possono aumentare fisiologicamente di volume ed è importante, in prima istanza, differenziare queste condizioni da uno stato patologico. Le risposte che il radiologo può fornire al clinico in caso di sospette neoformazioni espansive addominali sono molteplici e annoverano l’organo di provenienza, i suoi rapporti topografici con gli organi adiacenti e l’eventuale presenza di lesioni concomitanti. La valutazione radiografica ed ecografica è in grado di fornire importanti informazioni caratterizzanti la lesione ma non può prescindere da un esame cito-istologico della neoformazione in grado di identificarne la natura e di fornire al clinico importanti informazioni per proseguire la gestione del caso. ECOGRAFIA O RADIOLOGIA CONVENZIONALE? Negli ultimi anni la diffusione di macchine ecografiche nella realtà della Medicina Veterinaria è diventata capillare ed ha, in molte situazioni, sostituito l’utilizzo della radiologia convenzionale. L’esame ecografico addominale è in grado di fornire informazioni più precise rispetto alla radiologia convenzionale e può caratterizzare con maggior sicurezza l’organo di provenienza di un’eventuale massa, la sua struttura e consistenza (solida VS liquida-cavitaria) e la sua vascolarizzazione. In caso di una natura neoplastica della neoformazione, la stadiazione ecografica dei linfonodi tributari e lo screening dei rimanenti organi addominali è sicuramente uno step diagnostico fondamentale e rappresenta uno dei punti di forza di questa metodica. I limiti principali dell’ecografia sono legati al fatto che si tratta di una tecnica eseguita in tempo reale ed estremamente operatore dipendente. La valutazione ultrasonografica dello stomaco e dell’intestino, inoltre, può essere resa difficoltosa dal gas normalmente presente nel tratto gastroenterico. In condizioni di meteorismo gastrico importante, quali dilatazione, volvolo, o nei casi di recenti chirurgie addominali e pneumoperitoneo limitanti l’indagine ecografica, la Radiologia convenzionale può fornire importanti informazioni e garantire una visione generale addominale. In alcune si- 16 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 17 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN tuazioni, l’utilizzo complementare dell’esame ecografico e radiografico dello stomaco è indicato per l’ottenimento della corretta diagnosi. A differenza dell’ecografia, la radiologica convenzionale fornisce delle immagini che rappresentano una vera e propria fotografia del momento e ha il vantaggio rispetto all’esame ecografico, di poter essere rivalutata e di rimanere inalterata anche a distanza di tempo. L’utilizzo di due proiezioni ortogonali è fondamentale per una corretta diagnosi radiografica e consente di avere una visione generale dell’addome e non settoriale come invece possibile con il solo esame ecografico. Il grosso limite della radiologia convenzionale è legato a una bassa risoluzione di contrasto e alla sovrapposizione delle diverse strutture addominali che devono poi essere “compresse” una sull’altra e nei due piani della pellicola o monitor di refertazione. Queste caratteristiche limitano il potere diagnostico di questa metodica e costringono il radiologo ed il clinico ad un approccio sistematico e alla valutazione dei “segni radiografici” delle singole anomalie riscontrate per il raggiungimento e la formulazione di una corretta lista di diagnosi differenziali. CONSIGLI TECNICI La tosatura del paziente è fondamentale per ottenere immagini ecografiche di qualità. In cani di grossa taglia o a torace profondo è consigliabile tosare il paziente anche a livello intercostale dorsale nel caso in cui, durante l’esame ecografico, si renda necessario un approccio intercostale. La scansione ecografica dell’addome nei piccoli animali è ottimizzata utilizzando sonde microconvex (5 - 8 MHz) o lineari ad alta frequenza (10 - 12 MHz). La microconvex garantisce una maneggevolezza maggiore rispetto alla lineare con la possibilità di ottenere diversi piani di scansione seguendo l’arco costale. La sonda lineare ad alta frequenza permette di ottenere immagini con alta risoluzione volte alla valutazione di piccoli dettagli superficiali. Il posizionamento del paziente (decubito dorsale, laterale o in stazione) dipende da vari fattori: esperienza e manualità dell’ecografista, collaborazione del paziente e contenuto e distensione del tratto gastroenterico. In ogni caso è consigliabile cambiare il posizionamento del paziente durante l’esame per consentire la visualizzazione di patologie o lesioni che potrebbero essere celate in un singolo decubito e manifeste in altri. La radiologia convenzionale addominale garantisce tramite le due proiezioni ortogonali una visione generale dell’addome. L’utilizzo dei settaggi radiografici (kV e mA) deve essere mirato ad ottimizzare il contrasto tra gli organi addominali, normalmente 17 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 18 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN scarso a causa della simile radiopacità e capacità di attenuazione dei raggi X tipica dei tessuti molli. Particolare cura va prestata anche al posizionamento in quanto delle proiezioni oblique e non correttamente centrate possono falsare ed alterare il profilo degli organi rendendo la valutazione delle immagini radiografiche molto difficoltosa. CONFERMA ECOGRAFICA DELLA NEOFORMAZIONE La conferma della presenza di una neoformazione addominale sospettata clinicamente è certamente fondamentale ma rappresenta solo il primo step diagnostico e va ulteriormente caratterizzata sia mediante l’esame ecografico che con quello radiografico. Dopo aver identificato la massa, il primo compito dell’ecografista è di capire l’organo di provenienza della stessa. Nel caso di neoformazioni di piccole dimensioni, la presenza di gas ed ingesta nel tratto gastroenterico può “nascondere” la lesione ed è opportuno accertarsi di aver correttamente vagliato con un approccio sistematico tutti gli organi addominali: il cambio di decubito del paziente può certamente fornire un valido aiuto all’ecografista in queste situazioni. Nel caso in cui invece la massa sia molto voluminosa, la dislocazione degli organi circostanti può rendere non semplice l’identificazione dell’organo di provenienza. La conoscenza dell’anatomia, la posizione della lesione in addome e la mancata visualizzazione di un determinato organo forniscono informazioni importanti per determinare l’origine della patologia. In caso di contiguità della massa con un organo adiacente, l’utilizzo del Colour Doppler può evidenziare delle connessioni vascolari e stabilire con esattezza l’origine della neoformazione. Il passo successivo è la valutazione della “consistenza e struttura” ecografiche; nel caso di lesioni parenchimatose solide e di pazienti con profilo coagulativo non alterato la biopsia ecoguidata della massa può essere effettuata con maggior tranquillità diagnostica mentre nel caso di lesioni cavitarie va prestata particolare attenzione nella procedura bioptica. In questi casi, infatti, il campionamento della porzione liquida della lesione risulta spesso non diagnostico e c’è il rischio della rottura della neoformazione che può rappresentare un’emergenza chirurgica. Nel caso di lesioni di natura neoplastica il terzo passo diagnostico è quello della stadiazione sia dei linfonodi che degli organi addominali e di prelievi bioptici ecoguidati di eventuali lesioni collaterali a loro carico. 18 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 19 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN CONFERMA RADIOGRAFICA DELLA NEOFORMAZIONE Nel caso in cui non sia possibile effettuare un’ecografia addominale o l’esame ecografico non sia del tutto chiaro, la radiologia addominale può fornire importanti informazioni e confermare o meno il sospetto diagnostico di organomegalia. Per prima cosa è importante stabilire se il dettaglio radiografico addominale è conservato ed evidenziare la regione dell’eventuale perdita di definizione (esempio peritoneale vs retroperitoneale). La valutazione dei segni radiografici connessi alla lesione deve essere scrupolosa ed accompagnata da un’attenta descrizione della lesione per poter formulare una corretta lista di diagnosi differenziali. I segni radiografici utili alla descrizione di una lesione sono: - Numero - Opacità - Dimensione - Forma - Margini - Posizione Ovviamente, come in ecografia, la conoscenza anatomica della regione in esame è fondamentale. Dopo aver definito la regione di provenienza della patologia (peritoneale VS retroperitoneale; addome craniale, medio o caudale) si può restringere la lista di diagnosi differenziali radiografiche. Nel caso di patologie del tratto gastroenterico, l’utilizzo di mezzi di contrasto può fornire importanti informazioni e permettere di capire al clinico se il paziente possa o meno avere un’occlusione gastrointestinale in atto. In presenza di una neoformazione addominale di natura non ancora definita è opportuno effettuare uno studio radiografico del torace in virtù della possibile presenza concomitante di lesioni metastatiche. 19 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 20 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 21 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Daniele Della Santa DMV, PhD, Dipl ECVDI, Follonica (GR) Paziente cardiopatico: non dimentichiamoci la radiologia! Sabato, 23 marzo 2013 - ore 12.10 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 22 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Nel paziente cardiopatico la radiologia toracica svolge un ruolo fondamentale in numerose situazioni cliniche che differiscono nel cane e nel gatto e che variano con la sintomatologia clinica del paziente. CANE Nel cane le cardiopatie possono determinare la comparsa di una sintomatologia clinica variabile che influenza la scelta dei mezzi diagnostici da impiegare allo scopo di ottenere una corretta diagnosi e una corretta stadiazione della patologia in atto in modo da scegliere la terapia più adeguata. La radiologia toracica non consente di diagnosticare la cardiopatia presente nel paziente in esame (ruolo esercitato dall’ecocardiografia) ma ci permette, unitamente ad una attenta valutazione clinica, di restringere la lista delle possibili diagnosi differenziali. Nel paziente con sintomatologia respiratoria (tosse, dispnea), la radiologia è indubbiamente il primo step diagnostico in quanto ci consente di determinarne l’effettiva origine cardiogena e di escludere altre patologie respiratorie che potrebbero causarla. Il cane con scompenso cardiaco sinistro presenterà edema polmonare associato ad ingrandimento cardiaco sinistro di grado variabile e congestione polmonare (rilievo questo non sempre facilmente apprezzabile). Il cane con edema polmonare presenta un infiltrato di tipo interstiziale/alveolare tipicamente con distribuzione perilare (con eventuale interessamento dei lobi caudali nei casi più avanzati). La distribuzione è solitamente simmetrica, ma può essere anche asimmetrica (con maggiore interessamento del lobo caudale destro). Il metodo VHS per la determinazione delle dimensioni cardiache deve essere impiegato con cautela in virtù dell’elevata variabilità del range di normalità; quando disponibili dovrebbero essere impiegati i valori specifici di razza. L’insufficienza cardiaca congestizia destra deve essere sospettata nei pazienti con ascite, eventualmente associata a versamento pleurico e edema periferico. In presenza di versamento pleurico isolato, è decisamente improbabile che una cardiopatia ne sia responsabile. L’insufficienza cardiaca destra può conseguire a versamento pericardico, a cardiopatie destre o ipertensione polmonare. È particolarmente importante distinguere queste ultime due condizioni dal versamento pericardico. Il versamento pericardico è caratterizzato da cardiomegalia generalizzata (non localizzabile ad una singola 22 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 23 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN camera cardiaca) con margine cardiaco caudale convesso e vasi polmonari di piccole dimensioni. Viceversa le cardiopatie destre presentano ingrandimento cardiaco destro (aumento del contatto sternale e del diametro cardiaco cranio-caudale nelle radiografie laterali) associato a vasi polmonari di dimensioni piccole/normali. In presenza di ipertensione polmonare (tromboembolismo polmonare, filariosi cardiopolmonare, ipertensione polmonare idiopatica) i vasi polmonari sono tipicamente di dimensioni aumentate e possono presentare troncature in caso di tromboembolismo; l’unica eccezione è possibile nei pazienti con tromboembolismo arterioso prossimale in cui i vasi arteriosi polmonari possono risultare di dimensioni ridotte. Tipicamente nelle proiezioni ventrodorsale o dorsoventrale il cuore presenta la classica forma “a D rovesciata”. La radiologia trova inoltre impiego nel monitoraggio del paziente cardiopatico sia nella valutazione della risoluzione dell’edema polmonare sia nel paziente cronico (sia sintomatico che asintomatico). In quest’ultimo scenario clinico risulta particolare utile la valutazione delle dimensioni cardiache con il sistema VHS in quanto vengono superate le limitazioni della metodica legate alla variabilità individuale. Inoltre studi recenti hanno segnalato, in Cavalier King Charles Spaniel con insufficienza mitralica, un aumento della velocità di progressione dell’ingrandimento cardiaco nei dodici mesi precedenti lo scompenso cardiaco. GATTO Il ruolo della radiologia nel gatto cardiopatico non è tanto quello di ottenere una diagnosi precisa della cardiopatia in atto (ruolo svolto dall’ecocardiografia) ma quello di cercare di discriminare, specialmente nel paziente dispnoico, la causa della dispnea ed in particolare se questa è di origine respiratoria o cardiogena. Per questo scopo è importante valutare la silhouette cardiaca in entrambe le proiezioni ortogonali in quanto spesso risulta normale o quasi normale nelle proiezioni laterali anche in presenza di insufficienza cardiaca. È inoltre importante ricordare che nel gatto l’insufficienza cardiaca presenta un comportamento diverso dal cane. Lo scompenso sinistro (frequente) può causare sia edema polmonare che versamento pleurico; lo scompenso cardiaco destro può causare versamento pleurico e/o epatomegalia e versamento addominale. Questo non avviene nel cane dove il versamento pleurico cardiogeno consegue esclusivamente ad insufficienza cardiaca destra o insuf- 23 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 24 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ficienza cardiaca generalizzata. Poiché in presenza di versamento pleurico la silhouette cardiaca può essere di difficile valutazione, risulta particolarmente importante valutare le dimensioni dei vasi polmonari che risultano sovente di dimensioni aumentate (sia arterie che vene) in corso di insufficienza cardiaca congestizia sinistra. Qualora né la silhouette cardiaca né i vasi polmonari siano valutabili per la presenza del versamento, le radiografie possono essere ripetute dopo drenaggio del liquido toracico. Lo stesso concetto vale per l’edema polmonare anche se in questo caso la silhouette cardiaca risulta solitamente di più facile valutazione. I vasi polmonari più facilmente valutabili sono i lobari craniali nelle proiezioni laterali e i lobari caudali nelle proiezioni ventrodorsale o dorsoventrale. L’edema polmonare nel gatto può avere aspetto radiografico molto variabile caratterizzato da un pattern interstiziale di tipo reticolare/granulare variamente associato a pattern alveolare (con possibile presenza di broncografie gassose) o bronchiale. La distribuzione è più comunemente diffusa (non uniforme o uniforme in ordine di frequenza), ma può essere multifocale o, più raramente, focale. Dovrebbe essere sempre sospettato in presenza di alterazioni parenchimali bilaterali caratterizzate da un pattern interstiziale, specialmente in presenza di concomitanti versamento pleurico, ingrandimento cardiaco e/o congestione venosa. Nei soggetti presintomatici la silhouette cardiaca è spesso normale; talvolta si evidenziano ingrandimento atriale sinistro o biatriale (“cuore a valentina” nelle proiezioni ventrodorsale e dorsoventrale). Quest’ultimo rilievo spesso non corrisponde effettivamente ad un ingrandimento biatriale, ma a un marcato ingrandimento atriale sinistro che disloca verso destra l’atrio destro simulandone un ingrandimento (evenienza che si verifica spesso in corso di miocardiopatia ipertrofica). Ne consegue che la radiologia toracica ha un ruolo meno importante di quanto avviene nel cane nel monitoraggio del paziente asintomatico. Il versamento pericardico nel gatto è poco frequente e ancor meno frequentemente è clinicamente significativo. Spesso è parte di una patologia più diffusa (es. insufficienza cardiaca congestizia, FIP, linfoma). I rilievi radiografici sono quelli tipici del versamento pericardico nel cane. L’aspetto radiografico della filariosi cardiopolmonare è variabile e i rilievi sono aspecifici. Possono essere presenti una lieve distensione delle arterie polmonari lobari caudali e un pattern bronco-interstiziale multifocale associato ad un progressivo aumento del volume polmonare (difficilmente distinguibile da un’ostruzione delle basse vie aeree secondario ad una broncopatia) e, in presenza di tromboembolismo polmonare, dal rilievo di aree con pattern alveolare o radiotrasparenti per lo più localizzate a livello delle por- 24 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 25 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN zioni caudodorsali dei lobi polmonari caudali. Può inoltre essere presente un modesto allungamento della silhouette cardiaca sia nelle proiezioni laterali che DV/VD. CONCLUSIONI La radiologia toracica è un importante ausilio diagnostico da impiegare nel paziente cardiopatico in maniera complementare all’ecocardiografia (di cui non costituisce un’alternativa). BIBLIOGRAFIA Benigni L, Morgan N, Lamb CR. Radiographic appearance of cardiogenic pulmonary oedema in 23 cats. J Small Anim Pract. 2009 Jan;50(1):9-14. Carlsson C, Häggström J, Eriksson A, Järvinen A-, Kvart C, Lord P. Size and shape of right heart chambers in mitral valve regurgitation in small-breed dogs. J Vet Intern Med. 2009 Sep-Oct;23(5):1007-13. Lamb CR, Boswood A, Volkman A, Connolly DJ. Assessment of survey radiography as a method for diagnosis of congenital cardiac disease in dogs. J Small Anim Pract. 2001 Nov;42(11):541-5. Lamb CR, Tyler M, Boswood A, Skelly BJ, Cain M. Assessment of the value of the vertebral heart scale in the radiographic diagnosis of cardiac disease in dogs. Vet Rec. 2000 Jun 10;146(24):687-90. Lamb CR, Wikeley H, Boswood A, Pfeiffer DU. Use of breed-specific ranges for the vertebral heart scale as an aid to the radiographic diagnosis of cardiac disease in dogs. Vet Rec. 2001 Jun 9;148(23):707-11. Lord PF, Hansson K, Carnabuci C, Kvart C, Häggström J.Radiographic heart size and its rate of increase as tests for onset of congestive heart failure in Cavalier King Charles Spaniels with mitral valve regurgitation. J Vet Intern Med. 2011 Nov-Dec;25(6):1312-9. Lord P, Hansson K, Kvart C, Häggström J. Rate of change of heart size before congestive heart failure in dogs with mitral regurgitation. J Small Anim Pract. 2010 Apr;51(4): 210-8. 25 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 26 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 27 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gian Marco Gerboni Med Vet, Samarate (VA) Approccio ai versamenti toracici Sabato, 23 marzo 2013 - ore 15.20 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 28 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE In condizioni fisiologiche nelle cavità corporee è presente una piccola quantità di liquido che serve a lubrificare i movimenti tra organi e pareti. Il versamento rappresenta l’aumento o l’accumulo di questo liquido. SEGNI CLINICI DI VERSAMENTO PLEURICO Il sintomo clinico del versamento pleurico è la dispnea. I versamenti pleurici di media o grave entità provocano alterazioni funzionali apprezzabili alla visita clinica e all’esame radiografico: riduzione del volume di tutti i compartimenti polmonari fino a determinare atelettasia dei lobi ed espansione della parete toracica oltre il suo limite di elasticità naturale con riduzione della compliance. Queste alterazioni fisiologiche provocano le alterazioni del respiro. La velocità di formazione del versamento è proporzionale alla gravità dei sintomi. La diagnostica per immagini rappresenta il punto di partenza degli esami strumentali. Lo studio radiografico del torace è l’esame più comunemente utilizzato, sebbene l’ecografia presenti una maggior sensibilità diagnostica e faciliti il drenaggio del liquido pleurico. La tomografia invece consente di analizzare sistematicamente ogni parte della cavità toracica. FISIOLOGIA DELLO SPAZIO PLEURICO La pleura è costituita da due foglietti sottili, quello parietale che aderisce alla parete toracica, a diaframma e mediastino, quello viscerale che ricopre il polmone anche tra le scissure dei lobi. In condizioni normali lo spazio pleurico contiene solo una piccola quantità di liquido (2,35 ml in un cane di 9,3 Kg) ricco di glicoproteine. Il liquido pleurico, in associazione alla pressione intrapleurica, partecipa ad evitare che il parenchima polmonare collassi. La dinamica di produzione di un liquido tra il versante vascolare e quello extravascolare è regolata dalla legge di Starling. Essa definisce il ruolo svolto in tale processo dalla pressione idrostatica e da quella colloidosmotica nel compartimento intravascolare ed interstiziale. 28 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 29 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PATOFISIOLOGIA DEL VERSAMENTO PLEURICO I meccanismi in seguito ai quali possono verificarsi versamenti pleurici, in relazione alla legge di Starling, risultano prevalentemente di 3 tipi: Il primo meccanismo è conseguente a processi infiammatori della pleura, che portano ad aumento della permeabilità capillare delle proteine plasmatiche, determinando la formazione di essudato. Il secondo meccanismo è rappresentato dall’aumento della pressione idrostatica nei capillari e/o dalla diminuzione della pressione colloidosmotica e determina la formazione di trasudato. Infine, il terzo meccanismo causa di versamento pleurico è generalmente associato ad eziologia neoplastica o traumatica, chilotorace ed emotorace. TORACOCENTESI E ANALISI DEL VERSAMENTO Immediatamente dopo aver effettuato la diagnosi radiografica di versamento pleurico è indicato eseguire la toracocentesi per stabilizzare il paziente ed esaminare il liquido. La toracocentesi viene effettuata tra il 7° e il 9° spazio intercostale sopra la giunzione costo-condrale. La scelta della tecnica da usare è in funzione del versamento. La distribuzione o l’accumulo focale di fluido può essere identificato sia radiograficamente che ecograficamente. In genere l’inserimento dell’ago nelle raccolte saccate risulta più semplice se effettuato sotto guida ecografica. SEGNI RADIOGRAFICI DI VERSAMENTO PLEURICO Nei radiogrammi normali del torace la pleura non è visibile perché troppo sottile ad eccezione di una linea evidente nell’emitorace sinistro della proiezione DV o VD che va dall’apice del cuore al diaframma. Questa linea parte dalla pleura mediastinica che si estende tra il lobo accessorio e il lobo caudale di sinistra. Ci sono 3 criteri perché la pleura si renda evidente in un radiogramma: 1) La superficie pleurica deve essere orientata parallelamente al fascio raggi-X. 2) La pleura si presenta ispessita o sono presenti tra le superfici pleuriche fluidi o materiali di altra natura (gas, tessuti). In un cane di media taglia occorrono circa 100 ml di liquido pleurico per poter visualizzare le scissure. 29 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 30 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 3) Deve essere presente contrasto con le strutture circostanti. Infatti, in presenza di versamento pleurico, le scissure interlobari sono apprezzabili perché comprese tra lobi polmonari areati. Le alterazioni del radiogramma in corso di versamento pleurico si possono suddividere in 3 classi di gravità: lieve, moderato e grave. 1) In caso di lievi quantità di versamento, in proiezione LL può essere apprezzata la retrazione dei margini polmonari dalla sterno, la pleura viscerale con margini arrotondati e le scissure interlobari. In proiezione VD è possibile definire una stretta banda radiopaca di fluido che separa i lobi polmonari dalla parete toracica. Inoltre gli angoli costo-diaframmatici appaiono arrotondati In proiezione DV i margini cardiaci e diaframmatici vengono oscurati dalla presenza del liquido (silhouette sign). 2) In caso di moderate quantità di versamento, in proiezione LL si osserva l’arrotondamento dei margini polmonari, spesse scissure pleuriche, perdita di visualizzazione dei margini del cuore e della maggior parte del diaframma con aumento diffuso di densità dei campi polmonari. In proiezione VD si osservano spesse scissure pleuriche interlobari, una banda radiopaca tra lobi polmonari e parete toracica, con l’angolo costo-diaframmatico aperto e arrotondato. Il profilo del cuore e del diaframma possono apparire irregolari. In proiezione DV non si vedono i margini cardiaci e diaframmatici che vengono nascosti dal versamento, è possibile visualizzare le scissure lobari, i lobi polmonari separati dalla parete toracica da una banda radiopaca di fluido, ispessimento mediastinico e aumento diffuso della radiopacità polmonare. 3) In caso di grandi quantità di versamento in proiezione LL i lobi polmonari appaiono separati e compressi, è presente atelettasia e dislocazione caudale dei lobi craniali, dislocazione dorsale della trachea, oscuramento delle principali strutture toraciche con spostamento caudale del diaframma. In proiezione VD si apprezza ispessimento mediastinico, lobi polmonari estremamente separati e arrotondati, fegato e diaframma parzialmente oscurati, dislocazione dorsale del diaframma e conformazione del torace a botte. In proiezione DV è possibile identificare offuscamento dei margini cardiaci e diaframmatici, retrazione dei lobi polmonari dalla parete toracica e arrotondamento dei loro margini (aspetto a foglia) possibile atelettasia dei lobi craniali e medio, dislocazione dorsale del diaframma e torace a botte. Nel caso in cui le normali proiezioni effettuate non siano risultate diagnostiche esiste la possibilità di eseguire proiezioni radiografiche particolari 30 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 31 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN orientando i raggi-X orizzontalmente o di utilizzare altri mezzi di diagnostica per immagini come l’ultrasonografia. La tecnica radiografica con fascio orizzontale consente per spostare il liquido ed è utile per confermare la presenza di piccoli versamenti, valutare aree del torace nascoste da fluido, diagnosticare liquido incapsulato, granulomi o ascessi e idropneumotorace. ESAME ECOGRAFICO DEL VERSAMENTO PLEURICO L’ecografia rende agile e affidabile la diagnosi e lo studio dei versamenti pleurici, è importante per identificare i problemi che provocano la formazione del versamento ed è la più semplice guida per effettuare procedure interventistiche diagnostiche e terapeutiche. In pazienti clinicamente stabili è consigliabile posticipare la toracocentesi all’esame ecografico poiché il versamento rappresenta un’eccellente finestra acustica. Al contrario della radiologia, l’ecografia aumenta la sensibilità in presenza di liquido. I pazienti vengono esaminati sia in decubito sternale che laterale, utilizzando le finestre acustiche intercostali. I versamenti pleurici si riconoscono per la presenza di materiale anecogeno più o meno corpuscolato tra lobi polmonari e parete toracica, creando una finestra acustica per la visione di cuore e mediastino. L’apparizione del versamento pleurico dipende da quantità e tipo di fluido. I trasudati, i trasudati modificati e chilosi appaiono generalmente anecoici, mentre gli essudati, i versamenti ematici e neoplastici sono decisamente ecogenici. Nei versamenti cronici si rilevano formazioni di fibrina che appaiono come lacinie lineari ed irregolari che fluttuano nel liquido. L’ecografia è una buona tecnica per monitorare i versamenti cronici. L’aumento del liquido pleurico porta al collasso i lobi polmonari, che appaiono come piccole strutture ipoecogene a forma di cuneo o triangolo mobili nel liquido. L’esame ecografico viene utilizzato nel pronto soccorso e in situazioni di emergenza anche in medicina veterinaria dove sono state descritte tecniche di ecografia FAST (Focused Assessment with Sonography for Trauma) del torace. La tecnica TFAST (Toracic FAST ) fornisce con rapidità molte informazioni sulla presenza o l’assenza di lesioni toraciche, come pneumotorace, emotorace e versamento pericardico in cani traumatizzati. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria Malpensa - Viale Marconi, 27 - 21017 Samarate, Varese, Italy Tel. 0331-228155 (3) - Fax. 0331-220255 - E-mail: [email protected] 31 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 32 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 33 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Johann Lang DVM, Dipl ECVDI, Berna (CH) Radiology of the spine: what can we diagnose? Venerdì, 22 marzo 2013, ore 15.20 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 34 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Introduction and technical remarks: During the past decades, CT and MRI have become the modalities of choice in assessing the vertebral column, spinal cord, nerve roots and spinal nerves in dogs and cats. However, radiography still is an important method in assessing the vertebral column of dogs and cats for disease processes. Congenital and developmental malformations, traumatic, inflammatory (infectious), degenerative and neoplastic diseases, and pronounced metabolic diseases often lead to changes in the vertebral column, which can be depicted radiographically. Since direct visualisation of the spinal cord, nerve roots and spinal nerves is not possible using plain radiographs, imaging of these structures require myelography (spinal cord), CT or MRI (method of choice). Usually at least 2 orthogonal views of the region of interest and precise positioning of the spine to prevent projection and superimposition artefacts are necessary, and sedation or anaesthesia is required. Due to the large differences in diameter between the individual regions of the body, the head, the neck, also often the lumbar region and the legs must be supported with cushions. Parallactic effects in the periphery of the images can be minimized by making individual projections of the different sections of the spine (cervical, thoracic, thoracolumbar transition, lumbar and lumbosacral). The two standard views often have to be complemented by additional projections: e.g. rotational views for the projection of the intervertebral foramina, or projection of the dens axis with the head slightly rotated around its longitudinal axis. Cave: Frontal views through an open mouth projection or stress views with the neck in flexion to demonstrate atlantoaxial instability is obsolete, as excessive neck flexion may traumatize the spinal cord.. In contrast, caudal cervical and lumbosacral spondylopathies, often require radiographs in combination with myelography taken in ventral or dorsal flexion, which provide important diagnostic and prognostic information. In the neck, traction may help to differentiate disc protrusion from disc extrusion. Caution is always needed when performing stress radiographs: the use of force can increase compression on the underlying neural structures, thereby exacerbating the neurological clinical signs. Anatomy: An important prerequisite for a thorough interpretation of spinal images is the knowledge of the anatomy and anatomical variations including the peculiarities of the different regions or projections. Examples are the size and shape of the transverse processes in the lower cervical area, the narrow intervertebral space between T10–T11, the change of direction of the spinous process of T11 (anticlinal vertebra), the often indistinct ventral contours of 34 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 35 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN L3 and L4 due to the insertion of the crura of the diaphragm, the variable lumbosacral angle and the superimposition of this region by the ilium. In VD views of the cervical region, cranial thoracic area and of the thoracolumbar transition, it is important to correct the projection angle to reflect the real width of the intervertebral space. Interpretation: A systematic approach is essential for a successful interpretation. The protocol includes an assessment of the soft tissues; number of vertebrae; form and contours of the spine; form, size and contours of the individual vertebrae; bone density and structure; width and form of the intervertebral spaces and foramina; the spinal canal; the articular and other vertebral processes. The soft tissues may provide important indications concerning disease processes affecting the spine. Diseases such as traumatic injuries, neoplastic or infectious processes are often associated with soft tissue changes. Soft tissue tumours such as malignant lymphoma or tumours of the nerve roots may communicate with the vertebral canal via the intervertebral foramina or infiltrate the bone, leading to expansion of the foramina or osteolysis. Sublumbar lymphadenomegaly can be an indicator of metastatic disease in association with prostatic, urinary bladder or other tumours or infections. Other signs include irregular vertebral contours, dystrophic mineralisation or new bone formation associated with tumour or infection or gas inclusions (emphysema) with injury or abscessation. In trauma cases, >60% of animals also have injuries of thorax, lung and/or abdominal structures. A normal spine has a curved form, most pronounced in the cervical and lumbosacral area. Abnormal vertebral alignment and abnormal spinal curvature such as kyphosis (dorsal), lordosis (ventral) or scoliosis (lateral) are common. In congenital abnormalities, curvature is often associated with wedge-shaped or fused vertebrae. Depending on the type of wedge-shaped vertebra, either a marked kyphosis or scoliosis occurs. Fracture, luxation and subluxation are common among the most common causes of abnormal alignment. Predilection sites are the head/ neck, neck/thoracic spine, thoracolumbar and lumbosacral transitions. Marked deviations from the spinal axis are found particularly with fractures of the lumbar spine and less so with fractures of the thoracic vertebrae. If there is suspicion of a fracture, the radiographs should be taken without anaesthesia or sedation to prevent further destabilisation or the occurrence of unwanted hypotensive effects on the spinal cord. Remember: Deviations from the vertebral axis at the time of ex- 35 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 36 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN amination is often slight and may not reflect what happened at the time of injury. Fracture and luxation may be associated with traumatic disc herniation and haemorrhage. A narrow intervertebral disc space is an important sign and seen better on the non-sedated animal. Atlantoaxial subluxation can be caused by agenesis and hypoplasia, lack of fusion or fracture of the dens axis, or rupture of the occipito-atlanto-axial ligaments. Instability can be diagnosed radiologically but care has to be taken not to overly flex the neck. The dens can be assessed using an oblique view, and shortening or fragmentation of the dens can be seen. Other signs are craniodorsal motion of C2, abnormal alignment of C2 and increased space between the dorsal arch of C1 and the spinous process of C2. In some cases, C1 appears hypoplastic as well, and other complex malformations also have bee described. Cervical spondylomyelopathy leads to axis deviation (kyphosis) in the sagittal plane. In Great Dane and Doberman Pinschers, usually more than one of the caudal cervical vertebrae between C4 and C7 are affected. An inheritable form of cervical instability between C3 and C4 is described in Bassets and Bulldogs. On radiographs the following changes can be seen either alone or in combination: malformed vertebrae with rhomboid or triangular shapes, dorsal subluxation of the often slanted endplates of the vertebrae, mineralised intervertebral discs and narrowed intervertebral spaces due to disc herniation. In the lateral view, the spinal canal above the affected vertebrae is narrowed. Secondary degenerative spondylotic exostoses are frequent. Stenosis may by static or dynamic, and can be myelographically demonstrated using flexion/extension and traction views. Compression of the cauda equina in the dog can be due to a number of causes (see manuscript on this topic): Radiographic signs may include spondylosis, narrowed or collapsed intervertebral space (vacuum phenomenon under extension), dynamically increased ventral subluxation of the sacrum, and sclerosis of the sacral endplate. Vertebral osteochondrosis, seen as a free fragment in the vertebral canal with a corresponding endplate defect and lumbosacral transitional vertebrae are predisposing factors. The most common primary vertebral tumour is the osteosarcoma; metastases to the vertebrae are mainly carcinomas. Primary bone tumours of the spine are mostly monostotic – in contrast to metastases that may occur as monostotic or polyostotic. Multiple myeloma and malignant lymphoma may present as disseminated polyostotic foci in the axial and appendicular skeleton. Large breed dogs are more commonly affected by spinal tumours than small breeds or cats. The majority of primary and secondary metastatic spinal 36 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 37 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN tumours can cause a massive expansion of the affected vertebra and usually present as predominantly osteolytic lesions. Primarily proliferative or mixed forms can also occur. Periosteal reactions in the surrounding soft tissues lead to abnormalities in the shape and contours of the vertebrae. Sclerotic borders may be lacking due to the tumour’s invasive and usually rapid rate of growth. Osteomyelitis of a single vertebra is rare in dogs and cats. Acute osteomyelitis presents radiologically as a poorly demarcated, often extremely discrete area of osteolysis, in advanced stages mixed osteolytic/sclerotic changes can be seen, and periosteal new bone formation will lead to roughening of the contour of the affected bone. Discospondylitis is by far more common and always affects two adjacent vertebrae. Early on, discospondylitis is seen as narrowed and irregular intervertebral space with osteolysis of the adjacent endplates. Later these changes may spread to affect the vertebral bodies. Increasing sclerosis of the vertebral body bordering the osteolytic area occurs in more advanced stages. Irregular and initially fine periosteal new bone formation can lead to bridging of the affected intervertebral space. Bridging and resolution of the osteolyis are signs of healing. The changes are most pronounced ventrally, but they can also expand dorsally into the vertebral canal. Degenerative changes such as spondylosis and intervetrebral disc disease (IVDD) are among the most common changes of the spine. Narrowed intervertebral spaces and foramina are an important radiographic sign of any IVDD. These changes can be seen in disc degeneration and herniation. Opacification of the neural foramina and the vertebral canal are supporting the diagnosis of IVD herniation. Chronic intervertebral disc disease will lead to endplate changes such as sclerosis. Diffuse radiopacity changes of the spine are difficult to see radiographically. If they are present, they always indicate advanced stages of an underlying disease. REFERENCES Adams W H. The spine. Clin Tech Small Anim Pract 1999; (14): 148-159. Lang J, Seiler G. Neuroradiology. In Jaggy’s Atlas and Textbook of Small Animal Neurology. Manson Publishing, 2010. Address for correspondence: Division of Clinical Radiology, Department of Clinical Veterinary Medicine Vetsuisse-Faculty University of Bern - Länggass-Strasse 128 Postfach - CH-3001 Bern E-mail: [email protected] 37 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 38 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 39 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Johann Lang DVM, Dipl ECVDI, Berna (CH) Pulmonary pattern approach: still useful? Saturday, March 23rd 2013 - 11.20 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 40 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Pulmonary patterns have been the bane of radiology since the beginning of time (1896 when x-rays were discovered). Clifford R. Berry, Kansas City proceedings, 2010. The idea behind classification of diffuse pulmonary disease into alveolar, bronchial, interstitial (structured/unstructured) and vascular patterns was for us to use them as a guide in building a list of meaningful differential diagnoses. Today, they still are the framework for evaluating chest films for pulmonary disease, and statements such as: “The pulmonary patterns used in veterinary radiology describe the anatomic location of disease (i.e., within the bronchi, alveoli or interstitium). Once the pulmonary pattern is recognized, patient signalment, clinical signs, and pulmonary pattern distribution are key factors in developing a ranked list of differential diagnoses.” (Christopher Kunze, Winnie Lo. Pulmonary Pattern Recognition, IDEXX Latoratories, 2009) can be found. However, the lack of agreement among radiologists on what the different patterns should include is an old problem with the consequence that clinicians and radiologists in human but also in veterinary medicine recommend abandoning this approach. E.g. the term “interstitial pattern” creates different ideas in each individual and covers such a broad list of etiologies, that it is basically useless. Considering that blood and lymphatic vessels, bronchi and bronchioles are structures of the interstitium, and since the vast majority of lung diseases arise from these structures it becomes clear that most lung diseases start with an “interstitial pattern”. Therefore, statements that “pulmonary pattern describe the anatomic location of disease (i.e., within the bronchi, alveoli or interstitium)” is simply wrong and naïve. In addition to this, experience says that pulmonary pattern recognition is the most difficult concept to teach and the most difficult and frustrating to learn. Accepting this, what are the alternatives, and what can we do as veterinarians confronted daily with chest radiographs of dogs and cats with lung problems. The first step is to work only with technically high quality studies which usually include at least two projections. Localisation of the disease process within the thoracic cavity should follow: We have to determine if the disease is actually within the pulmonary parenchyma or not. This requires a thorough analysis of extrathoracic structures, thoracic wall, shape, position and visibility of the diaphragm. Position, shape, and mediastinal width together with the width and opacity of the pleural space help in delineating the lung borders. Evaluation of position, diameter and shape of the trachea, as well as size, shape and visibility of the cardiac silhouette is equally important to correctly interpret lung changes. 40 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 41 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN As a next step, the lung opacity in general has to be evaluated in light of the nutritional status, age, exposition of the radiographs, and respiration status. Remember, radiographs at peak inspiration deliver the best contrast between structures such as lung vessels. Items which need to be evaluated early on include the volume of the lung (as a whole or its parts), and whether abnormally decreased or increased opacities, either generalised (diffuse), disseminated, or (multi)focal, are present. In cases with generalized decreased radiopacity, consider and exclude the most common causes such as overexposure (conventional radiography), decreased nutritional status, overinflation, and hypovolemia from any cause, followed by pulmonary thrombo-embolism. Causes of focal radiolucencies include bronchogenic cysts (well defined, regular thin wall) pulmonary bulla or bleb (sharp borders, no measurable wall), cavitated lesions (thicker, often irregular walls with granulomas or tumors), traumatic hematocoeles or pneumatocoeles and pulmonary thrombo-embolism involving a specific lung lobe. In order to differentiate hypovolemia from other causes, size and shape of the cardiac silhouette, size and contrast of pulmonary vessels, aorta and caudal vena cava have to be evaluated. In cases with generalized increased radiopacity, consider and exclude the most common causes of non-pulmonary origin such as underexposure (conventional radiography), adipositas, expiration, and hypervolemic status. Many causes may lead to increased filling of pulmonary vessels (“vascular pattern”). Examples leading to increased size of arteries and veins are congenital cardiac disease with left to right shunt (clinically easy to exclude if no heart murmur is present), hypermetabolic status, hyperthermia, and in a hospital setting also increased perfusion. In none of them the origin of the “vascular pattern” is in the vascular bed. Finally, lung changes should be described using radiographic signs that are meaningful and understood by everybody in the same way. The general radiographic signs that apply to all organ systems including description of size, shape, location, opacity, number, and margination of an anatomic structure or a lesion should be used. Radiographic signs are used in individual body regions such as the thorax: One example is the tracheal stripe sign, a sign caused by a summation of the tracheal and the oesophageal wall in the presence of air in the oesophagus. This can be further specified by describing the extent of the stripe sign: If a stripe sign is present over the entire length of the trachea, the most likely cause is megaesopagus and probably clinically significant, a focal stripe sign may indicate aerophagia, in most cases clinically not significant. A lobar sign is unique to the lung and indicates that there is a soft-tissue opaque and therefore non- aerated lung lobe adjacent to 41 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 42 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN a normal or at least less opaque lung lobe. Such a lung lobe may or may not contain air bronchograms, and where such a lung lobe touches the cardiac silhouette or the diaphragm there is border effacement. Other signs include the terms tramline or ring shadow (“donuts”). Both describe that the bronchial wall appears “thickened” on a radiograph in the awareness that this effect may be caused by mucus within the bronchus, thickening of the bronchial wall, or peribronchial opacities such as oedema or cellular infiltrates. An extrapleural sign describes a lesion that is not localised in the lung or the pleural spaces. The most common cause of an extrapleural sign dorsal to the second sternebra is an enlarged sternal lymph node. There is a general rule saying that increasing opacity of a lung correlates with the severity of the lung disease. A pulmonary area of mildly increased unstructured opacity where blood vessels are still recognizable (“interstitial pattern”) represents tissue that is less severely affected than an area with unstructured patchy opacities obscuring the vessels completely, or in an even more advanced case, where the lung has a more or less homogenous soft tissue opacity, silhouettes (a term used for border effacement) completely with the cardiac silhouette, and contains air bronchograms. All three signs used in the last example indicate that an air- filled bronchus is surrounded by fluid or cellular infiltrate, and that the alveoli are either filled or compressed by this material. In such a lung, no exchange of gas is possible and diffuse affection of the lung by this “alveolar pattern” is not compatible with function. The three situations described may be caused by different disease processes, but more often they simply reflect different stages of the same disease process. An example is the development of cardiogenic pulmonary oedema which in early stages results in a mild increase of lung opacity, loss of definition of lung vessels, and mild enlargement of the peribronchovascular spaces. In more pronounced cases, markedly increased lung opacity in the perihilar area with progressive blurring of vessels and cuffing of bronchi occurs. Finally an extension of oedema into the alveolar spaces will lead to patchy areas of increased opacity that coalesce into consolidations. This progression of mild changes into severe lung disease is not unique to cardiogenic pulmonary oedema, but is typical for most lung pathologies (e.g. pneumonia, non- cardiogenic pulmonary oedema). Therefore, if a list of clinically meaningful and prioritised list of differentials is to result from our efforts, one need to go one step further: In addition to the description, the location and distribution of these changes should be noted. The basic patterns of distribution are similar to the terms pathologists use, and include diffuse, disseminated, focal or multifocal, cranioventral or caudodorsal, central or peripheral in 42 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 43 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN location. In addition to this, all other intra- or extrathoracic structures visible on a radiograph are evaluated and these findings (e.g. left sided cardiomegaly) have to be taken into account to build a list of differentials, and of course our considerations also include the species, breed and age of the patient. For example in a dog with a severely increased opacity in the ventral part of the cranioventral lung field that obscures the pulmonary blood vessels, border effaces the cardiac silhouette and creates air bronchograms (alveolar pattern) most likely represents an aspiration bronchopneumonia. In a dog with similar changes in the caudodorsal lung field, differentials such as cardiogenic or non-cardiogenic pulmonary oedema, interstitial pneumonia, haemorrhage, neoplasia or fibrosis are possible causes. However, in a 12 year old Dachshund that also has left sided cardiomegaly and dilated pulmonary veins, cardiogenic pulmonary oedema should become the top position on our list, whereas in a 4 months old puppy with a small cardiac silhouette and small blood vessels, a neurogenic oedema (e.g. electric stroke) is by far more likely. Conclusion: Thoracic radiographs and lung pathologies can be assessed and described without getting stressed with “pulmonary patterns”. More important than pulmonary pattern assignment is a complete description of all findings using reliable descriptive term (radiographic signs) and including location, distribution, and any other finding present on thoracic radiographs. Important modifiers in building a list of clinically meaningful differentials are species, breed, body condition, and age of the patient. REFERENCES Berry CR., and Winter MD. Small animal thoracic radiology: pulmonary patterns and beyond. CVC in Kansas City proceedings 2010. http://veterinarycalendar.dvm360.com/avhc/ Medicine/Small-animal-thoracic-radiology-Beyond-pulmonary-p/ArticleStandard/Article/ detail/746720. Nykamp SG., Scrivani PV., Dykes NL. (2002). Radiographic signs of pulmonary disease: an alternative approach. Compendium on Continuing Education for the Practicing Veterinarian 24:25-36. Schwarz T. and Johnson V. BSAVA Manual of Canine and Feline Thoracic Imaging. BSAVA 2008. Thrall DE. Veterinary Diagnostic Radiology, 5th Edition. WB Saunders 2008. Address for correspondence: Division of Clinical Radiology, Department of Clinical Veterinary Medicine Vetsuisse-Faculty University of Bern - Länggass-Strasse 128 Postfach - CH-3001 Bern E-mail: [email protected] 43 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 44 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 45 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Johann Lang DVM, Dipl ECVDI, Berna (CH) Urinary tract: are contrast agents still useful? Sunday, March 24th 2013 - 11.20 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 46 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Introduction: After ultrasonography was introduced into veterinary medicine, the urogenital tract was one of the first systems to be routinely imaged with this modality. At the level of the lower urinary tract, the bladder wall’s architecture and mucosal surface can be assessed, and in most cases neoplastic lesions can be differentiated from inflammatory lesions, or blood clots. Urine, uroliths of any composition and sediment of various origins can be differentiated. At the kidney level, ultrasound proved to be sensitive for the assessment of kidney disease, including glomerulonephropathy, interstitial nephropathy, pyelonephritis, focal/multifocal kidney disease such as cyst formation, tumours, infarcts, nephrocalcinosis or nephrolithiasis including uroliths in the renal pelvis irrespective of their composition. As a consequence, excretory urography (EU) or retrograde cystography (positive, negative, or double contrast) were replaced in many institutions by ultrasonography with radiographic contrast studies mainly used to image the ureters, the ureterovesical junction in cases with suspected ectopic ureters, and the urethra in cases with suspected obstruction or rupture. However, it is important to note that ultrasonography depends to a great degree on operator skills (e.g. sonographic diagnosis of ectopic ureter may be very challenging), is sensitive but kidney findings are often ambiguous and clinically non-significant, ureters with a normal diameter often are difficult to identify, and a complete sonographic examination of the urethra for anatomic reasons not possible. Radiographic contrast studies therefore are still an important examination method in the diagnosis for urinary tract disease (Heuter). For example, EU is the method of choice in dogs and cats with suspected trauma induced ureteral rupture, and is preferred over sonography. The term excretory urography (synonyms are intravenous pyelography, intravenous urography) is used in the present summary, since both the kidneys’ excretory function and the structure of both kidneys (size, shape, position, and density) and ureters (size, shape, position, and termination) can be evaluated using this technique. Today, iodinated water soluble non-ionising contrast media are preferred since they have low chemotoxicity, and the procedure is painless, reducing the anesthetic risk. Dimeric non-ionic contrast media (e.g Iodixanol/Visipaque®, Iotrolan/ Isovist®) approach serum osmolality, are best tolerated and deliver contrast in renal pelvis and ureters best, however the monomeric Iopamidol (Isovue®), Iohexol (Omnipaque®)) or Accupaque®), Ioxilan (Oxilan®) or Iopromide (Ultravist®)) with an average osmolality of 700-800 and an Iodine content of 350-370mgI/ml, are adequate and widely used. 46 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 47 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN There are only few absolute contraindications to perform EU. These include known adverse anaphylactic reactions to iodine which are extremely rare in animals. Dehydration, oliguria and diabetes mellitus are relative contraindications that may lead to contrast medium-induced renal failure. In animals with multiple myeloma, EU should be performed cautiously, because Bence Jones proteins may precipitate in the renal tubules. However, in all of these diseases, the major factor contributing to contrast medium-induced renal failure appears to be poor urinary flow secondary to inadequate hydration. If indicated, EU can still be performed, as long as the patient is well hydrated and diuresis continues beyond the procedure. EU can also be used in azotemic patients, provided that hydration is adequate. In cases with polyuric renal failure it may be necessary to increase the dose of contrast medium to provide adequate opacification of the kidneys. The injection of contrast media can be repeated up to a maximum of 1760 mg of iodine per kilogram of body weight. Procedure. As mentioned above, renal function must be evaluated before the contrast study is performed, and the patient must be well hydrated during and after the procedure. Patient preparation also includes withdrawal of food for 12-24 hours. Before performing an EU, it should be controlled that the gastrointestinal tract, especially the colon, is empty. In cases where the colon is full, a cleansing enema should be done. After sedation or general anesthesia induction, plain radiographs of the abdomen are taken to obtain baseline films, and right lateral views are preferred, because it allows better separation of the kidneys than the left lateral view. The first post-contrast radiographs are taken immediately after contrast injection, followed by radiographs at 5, 20, and 40 minutes after injection. For better visualization of the ureters, oblique projections may be needed. For better visualisation of the renal pelvis and the ureters, external compression of the distal ureters in the inguinal region may be applied. An alternative method is a pneumocystogram with the advantage that it also allows better visualisation of the entrance of the ureters into the bladder. Interpretation. Since the arterial phase would require arteriography, the phases seen on the excretory urogram are the nephrographic or parenchymal and the pyelographic phases. The nephrogram is seen as the intravascucular contrast media-induced opacification of the functional renal parenchyma. The normal nephrogram should be most radiopaque within 7 to 30 seconds after bolus injection, and the opacity should decrease progressively with time 47 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 48 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN after injection. Initially, it may be possible to see the opacification of the renal cortex first as an opaque peripheral rim, followed by a more homogeneous distribution within the entire parenchyma. The parenchymal phase is followed by the pyelographic phase witch is the opacification of the renal pelvis, pelvic recesses, and ureters. Size, location, shape, opacity and homogeneity reflecting the distribution of the contrast medium in the kidney, time of beginning of the excretory phase, size and shape of the pelvic recesses and renal pelvis are assessed. The administration of contrast media, the osmolality of which is higher than that of serum, and of i.v. fluids increase diuresis, resulting in a slight distension of the collecting system. In the dog, renal pelvis and diverticula width should not exceed 2 to 3 mm. In a kidney with normal function, the pyelogram is more radiopaque than the nephrogram. While the normal ureters are not visible on survey radiographs, they are visible after contrast as retroperitoneal tubular structures showing segmentation due to ureteral peristalsis. As they leave the kidneys, ureters usually have a width less than 2 to 3 mm. At the ureterovesical junction in the trigone of the bladder, ureters have a hook or s-shaped course. Abnormal findings are classified according to number, location, size, shape, and radiopacity. Recognition of only 1 kidney could be due to renal agenesis, marked hypoplasia, or chronic kidney disease. Renal duplication or transplantation leading to 3 kidneys is rare. A homogeneous nephrogram phase can be seen in normal kidneys but also in hypertrophied kidneys or diseases such as acute glomerular or tubulointerstitial disease, perirenal pseudocyst, and renal hypoplasia. Diseases such as induced hypotension, acute tubular necrosis or obstruction and any acute kidney injury such as Leptospirosis may lead to an intially normal nephrogram which persists or increases over time. Arterial obstruction will lead to decreased parenchymal opacification, polyuric kidney disease and diabetes insipidus will lead initially to a normal nephrogram phase and to decreased opacification in the excretory phase. Focal or multifocal, non uniform opacification may be associated with infarcts, neoplasia, cystic/polycystic kidney disease, acute pyelonephritis, and chronic generalized kidney disease, usually also leading to small and irregular kidneys. Chronic pyelonephritis also leads to abnormally shaped collection systems with blunted and shortened diverticula and irregular renal pelves with or without dilation. In the acute form pelvic and proximal ureteral dilation may be present, and absent or incomplete filling of the pelvic diverticula. With more severe dilation, hydronephrosis secondary to obstruction may be present and in marked hydronephrosis renal pelvis and diverticula will be indistinguishable from each other. Distortion and filling defects 48 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 49 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN are often caused by uroliths and blood clots (compare pre- and post contrast radiographs), but also with tumours. Basically the same interpretative criteria apply to the ureters. Since ureteral rupture may be difficult to diagnose using sonography, EU is a quick and elegant method to demonstrate presence and exact location of ureteral rupture. Enlarged meandering ureters may be secondary to obstruction but also to ectopic ureters. In advanced cases ureters also may become atonic. An irregular mucosa, filling defects, and/or structure associated with segmental or focal enlargement (diverticula) are mainly seen in cats with ureteritis, accumulation of sediment, or after surgical intervention (Zaid). Malformations of the ureterovesicular junction include ureteroceles and ectopic ureters. Methods to diagnose ectopic ureters, types and treatment of this congenital condition have been described (Anders, Cannizzo, Rozear). Combined use of EU and fluoroscopy has been shown to be especially helpful in assessing the dynamic aspects of the ureters and ureteral junction. Combination of intravenous contrast and CT (CTU) has been described for the estimation of glomerular filtration rate in animals, but first and foremost for the detailed morphological evaluation of the entire urinary tract. It has been shown that CTU is the most sensitive imaging method for the detection and type determination of ectopic ureters when compared to the gold standard cystoscopy (Samii). Percutaneous antegrade pyelography using either fluoroscopy or ultrasound guidance is used also in veterinary medicine. Retrograde pyelography has not been used in veterinary medicine; however spontaneous retrograde pyelography during cystography may occur during cystography in immature dogs and dogs with abnormal ureterovesical junction. Radiographic contrast methods such as urethrography (retrograde or antegrade) retrograde cystography, and vaginourethrography are used to assess the lower urinary tract. In male dog and cats, retrograde urethrocystography is easy to perform and is used to assess the integrity of the urethra and urinary bladder, to localise the bladder and bladder neck, in the work-up of urinary incontinence and in any cause of urethral stenosis, whether intraluminal, intramural or extramural). In female animals it may be more difficult to use this method especially in trauma cases, during oestrus, and in cases of lesions affecting the orifice of the urethra. In such cases vagino-urethrography may be helpful. In cats with recurrent FLUTD for which no cause could be identified on urinalysis, urine culture and plain abdominal radiographs double-contrast cystography and positive-contrast urethrography are the method of choice recommended since ultrasonography is less sensitive in the detec- 49 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 50 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN tion of small lesions and provides little information about the urethra. In feline idiopathic cystitis, contrast cystography may be helpful in detecting small calculi, radiolucent calculi, urachal diverticula and neoplasia as well as in determining bladder wall thickness. Occasionally, contrast material may be seen permeating through the bladder wall in severe cystitis (Hostutler). REFERNCES AND SUGGESTED READINGS Anders K. J., McLoughlin M. A., Samii V. F., Chew D. J., Cannizzo K. L., Wood I. C., Weisman D. L. (2012). Ectopic ureters in male dogs: Review of 16 clinical cases (19992007). Journal of the American Animal Hospital Association 48:390–398. Cannizzo K.L, McLoughlin MA., Mattoon JS., Samii VF., Chew DJ., DiBartola SP. (2003). Evaluation of transurethral cystoscopy and excretory urography for diagnosis of ectopic ureters in female dogs: 25 cases (1992-2000). J Am Vet Med Assoc. 223:475–481. Heuter Kerry J. (2005). Excretory urography; diagnostic techniques of the urinary tract. Clinical Techniques in Small Animal Practice 20:39–45. Hostutler Roger A., Chew Dennis J., DiBartola Stephen P. (2005). Recent concepts in feline lower urinary tract disease. Vet Clin Small Anim. 35:147–170. Rozear L., Tidwell A. S. (2003). Evaluation of the ureter and ureterovesicular junction using helical computed tomographic excretory urography in healthy dogs. Vet Radiol Ultrasound. 44: 155-164. Samii VF., McLoughlin MA., Mattoon JS., Drost WT., Chew DJ., DiBartola SP., HoshawWoodard S. (2004). 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Address for correspondence: Division of Clinical Radiology, Department of Clinical Veterinary Medicine Vetsuisse-Faculty University of Bern - Länggass-Strasse 128 Postfach - CH-3001 Bern E-mail: [email protected] 50 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 51 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 52 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Federica Rossi DMV, SRV, Dipl ECVDI, Bologna (I) Come organizzare un reparto di diagnostica per immagini (staff, apparecchiature, organizzazione, radioprotezione) Venerdì, 22 marzo 2013, ore 10.30 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 53 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN L’evoluzione delle strutture veterinarie è in continua, rapida espansione, e il settore della diagnostica per immagini oggi rappresenta non più un’attività di scarso rilievo, come fino ad alcuni anni fa, in cui era rappresentato al massimo da un apparecchio di radiologia convenzionale utilizzato saltuariamente che occupava spazi e tempi di gestione molto limitati. All’interno di una struttura veterinaria moderna, ben organizzata, la diagnostica per immagini rappresenta una componente fondamentale in quanto la maggior parte dei pazienti che presentano un problema clinico da indagare deve essere sottoposta ad una o più indagini di diagnostica per immagini. Le risposte che queste metodiche sono in grado di fornire, se ben utilizzate, fanno compiere passi sostanziali nella diagnosi e nella gestione dei pazienti e risultano indispensabili ed insostituibili. Se consideriamo il flusso di pazienti all’interno di una struttura veterinaria, radiologia ed ecografia rappresentano oggi una specie di imbuto attraverso il quale un elevato numero di pazienti veterinari deve passare, prima di poter accedere ad altri step (chirurgia, ricovero o dimissione). Ciò comporta un impegno organizzativo non indifferente, ma del resto rappresenta anche un sostanziale introito economico. Va da sé che la corretta gestione di questo settore ha ed avrà sempre una maggiore importanza nel successo professionale di una struttura veterinaria, e che risulta vantaggioso indirizzare risorse di tipo economico e di personale per il suo ottimale funzionamento. L’approccio deve essere quindi modificato pensando a questa attività come un vero reparto di diagnostica per immagini. Di seguono vengono fatte considerazioni pratiche per indirizzare verso una gestione corretta di questi spazi ed attività, tenendo conto anche della normativa presente sul territorio italiano. LOGISTICA ED ORGANIZZAZIONE Gli spazi dedicati al reparto di diagnostica per immagini devono includere: 1. Una sala dedicata per ciascuna metodica – radiologia, ecografica, TC, RM. Lo spazio deve essere sufficiente al contenimento delle apparecchiature, considerando quello necessario per eventuali interventi di manutenzione (ciò risulta particolarmente importante per le grandi macchine) ed per la movimentazione del/degli animali, del personale ed eventualmente dei proprietari (in particolare per ecografia). Nel calcolo degli spazi, va 53 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 54 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN considerata la necessità di manovrare comodamente barelle o carrelli servitori. Particolare attenzione, nella progettazione degli ambienti, deve essere riservata al ricambio di aria ed alla climatizzazione di questi locali (T20°-28°, umidità 40-60%), tenendo conto che le macchine in azione costituiscono una importante fonte di calore e che in alcune situazioni possono essere presenti più persone in un ambiente (per esempio, durante l’esecuzione di una ecografia, considerare l’operatore, il personale per la contenzione dell’animale ed il/i proprietari). Per la maggior parte del tempo, le procedure di diagnostica per immagini richiedono il buio, pertanto è necessario prevedere adeguate schermature per la luce se vi sono superfici illuminanti naturali. È utile avere la possibilità di modulare la luce (mediante accensioni parziali o potenziometro) per poter mantenere una adeguata penombra che consenta di lavorare ma che non disturbi la visualizzazione delle immagini. 2. Particolarmente importante è prevedere la necessità di effettuare esami in sedazione o anestesia generale (indispensabile per alcune procedure come TC o RM), inoltre di dover somministrare ossigeno ad animali in condizioni critiche che devono essere sottoposti ad indagini diagnostiche (ecografia e radiologia). Per questo motivo, è importante prevedere in ogni sala lo spazio per un carrello di anestesia oppure di un apparecchio di anestesia a muro, che ha il vantaggio di occupare meno spazio. 3. Una sala, oppure un settore dedicato di una delle sale indicate precedentemente, per la refertazione. La fase di analisi e valutazione delle immagini, la compilazione della scheda del paziente e/o la stesura del referto sono passi cruciali in cui è necessario avere tempo, concentrazione, calma e tranquillità per evitare errori di interpretazione o distrazione. Anche se si lavora con un sistema digitale, è utile avere a disposizione nelle immediate vicinanze un diafanoscopio ed una luce spot, in quanto capita comunque di dover valutare radiografie analogiche, anche per confrontare uno studio precedente di uno stesso paziente. La stazione di refertazione includerà uno o più monitor dedicati alla visualizzazione delle immagini ed alla compilazione del referto o della cartella clinica. 4. Uno spazio dedicato alla sistemazione di tutto il materiale necessario per eseguire le procedure diagnostiche (scaffalatura o armadio) e per stoccare le radiografie (se non si ha a disposizione un sistema digitale). Ciò comprende posizionatori ed ausili di contenimento (cuscini di gommapiuma, sacchi di sabbia, posizionatore per la radiologia della pelvi, tavolo da ecocardiografia), mezzi di contrasto (preparati a base di sol- 54 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 55 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN fato di bario, mdc iodati), mezzi di radioprotezione (camici, collari, guanti, occhiali piombati). 5. Camera oscura: ancora necessaria se si utilizza un sistema analogico, è uno spazio che va curato in modo particolare, in quanto ospita una fase critica nell’ottenimento delle immagini. Deve essere un ambiente ordinato, asciutto e ben organizzato. Necessita di luce inattinica e di fonte di acqua. Lo spazio deve essere calcolato per accogliere le vasche di sviluppo o la sviluppatrice automatica, per eseguire le operazioni manuali necessarie e per stoccare le pellicole. Le criticità della camera oscura sono rappresentate da: – condizioni ambientali: temperatura, umidità e ricambio di aria devono essere particolarmente curate, per evitare problemi di conservazione delle pellicole e soprattutto per la salvaguardia della salute del personale che la utilizza. Va considerato che i liquidi di sviluppo e fissaggio sono fonti di sostanze chimiche (acido acetico, glutaraldeide, idrochinone, ammoniaca, anidride solforosa e Composti Organici Volatili) potenzialmente tossici per inalazione. Non esistono dati riguardo al potenziale rischio chimico per le strutture veterinarie. Tuttavia, monitoraggi effettuati dalle commissioni INAIL sul rischio chimico nei laboratori di sviluppo delle lastre radiografiche, hanno messo in evidenza l’assenza di particolari rischi legati all’esposizione ad agenti chimici, se vengono rispettate le condizioni microclimatiche adeguate (T di 22-23°, umidità 60%), considerando una sempre maggiore automatizzazione delle operazioni che comportano la manipolazione dei prodotti di sviluppo e fissaggio delle lastre radiografiche. Anche la misurazione dei parametri microclimatici ha messo in luce una situazione di sostanziale benessere. – necessità di corretta gestione di tutte le fasi di sviluppo e fissaggio, per evitare artefatti o degradazione delle immagini nel tempo. ARCHIVIAZIONE È fondamentale avere un archivio organizzato che consenta di recuperare dati ed immagini in tempo rapido. Se si utilizza un sistema digitale, le immagini sono archiviate automaticamente dal software dedicato in formato DICOM. Il file DICOM (digital imaging and communication in medicine), formato standard in campo medico e giuridico, è costituito da una par- 55 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 56 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN te “immagine” ed una parte “header”, che contiene numerose informazioni, alcune delle quali automaticamente inserite dal sistema (es. data ed ora di acquisizione, caratteristiche del sistema di acquisizione), altre inserite dall’operatore (es. dati del paziente, tipo di settore radiografato); tali informazioni rimangono indelebilmente associate all’immagine e non possono essere cambiate, e questo garantisce l’originalità dell’immagine. Oltre all’archivio fornito dal software, è necessario prevedere una archiviazione definitiva su supporto esterno (disco, cd, dvd, altro). Va considerato che anche questa attività richiede tempo e personale. Il sistema di radiologia digitale può inoltre essere integrato in un sistema PACS (picture archiving and communication system), che consiste in un sistema hardware e software dedicato all’archiviazione, trasmissione, visualizzazione e stampa delle immagini diagnostiche digitali e che può raccogliere immagini provenienti da diverse fonti (radiologia, ecografia, TC e RM). Il sistema può essere integrato al software gestionale dei pazienti. RADIOPROTEZIONE E LEGISLAZIONE È un argomento di particolare importanza che riguarda il veterinario in prima persona, sia come operatore diretto che come responsabile di struttura (direttore sanitario in cui operano veterinari collaboratori o altro personale). Non esiste legislazione veterinaria dedicata, pertanto viene applicata la legislazione che si utilizza per le pratiche mediche, che fa capo alle leggi D.L.gs N. 230 del 17/03/1995 e successive modifiche (D.L.gs N. 241 del 26/05/2000 e D.L.gs N. 257 del 09/05/2001). Principi generali del DL 230/95 1. la normativa si prefigge di “garantire la protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori e la protezione dell’ambiente dalle radiazioni ionizzanti” rispettando i principi di: giustificazione, ottimizzazione (ALARA), limiti di dose. Viene poi fatto un esplicito collegamento (art. 3 e 61) con la normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (D.Lgs 626\94) 2. una sorgente di radiazione (apparecchiatura o sostanza radioattiva) comporta una serie di atti, adempimenti che iniziano con la fase progettuale e 56 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 57 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 3. 4. 5. 6. con la valutazione delle modalità d’uso fino alla eliminazione come rifiuto o rottame Il datore di lavoro deve assicurare: la sorveglianza fisica per mezzo di Esperti Qualificati e la sorveglianza medica per mezzo dei Medici Autorizzati Valutazione preventiva del rischio: prima dell’inizio di ogni attività che esponga lavoratori alle radiazioni ionizzanti i datori di lavoro devono acquisire dall’esperto qualificato una relazione scritta contenente le valutazioni e le indicazioni di radioprotezione. La relazione è la valutazione dei rischi prevista dalla 626 per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti. Viene fatta dall’esperto qualificato tenendo conto di: 1. procedure utilizzate (come si svolge il lavoro, durata, posizioni occupate) 2. modalità di esposizione 3. figure professionali interessate Fattori fondamentali per la radioprotezione. 1. Tempo: la dose totale è proporzionale al tempo di esposizione. 2. Distanza: l’intensità della dose assorbita in un punto varia, in buona approssimazione, con la legge dell’inverso del quadrato della distanza fra il punto e la sorgente. Se la distanza raddoppia l’intensità della dose si riduce di ¼, se triplica si riduce di 1/9. 3. Schermature: opportune schermature, disposte attorno alle sorgenti attenuano, per assorbimento, il campo di radiazioni emesso dalle stesse. Il tipo di materiale e lo spessore necessario sono legati al tipo e all’energia della radiazione stessa. Per le radiazioni X si utilizzano piombo, ferro, calcestruzzo. Per esempio, per una fonte di RX di 100kV, 0.12 mm di piombo dimezzano la dose. Classificazione in base alla esposizione alle radiazioni: l’esperto qualificato, in base alle norme dettate dal DL 230, classifica il personale in tre gruppi, lavoratori esposti categoria A e B e lavoratori non esposti. I lavoratori esposti sono persone sottoposte, per l’attività che svolgono, a un’esposizione che può comportare dosi superiori ai pertinenti limiti fissati per le persone del pubblico. Sono lavoratori esposti di categoria A i lavoratori che, per il lavoro che svolgono, sono suscettibili di ricevere in un anno solare una dose superiore a uno dei pertinenti valori stabiliti con il decreto di cui all’articolo 82 (tabella); gli altri lavoratori esposti sono classificati in categoria B. Lavoratori non esposti: sono considerati lavoratori non esposti i soggetti sottoposti, in ragione della attività svolta per conto del datore di lavoro, ad una esposizione non superiore ad uno qualsiasi dei limiti fissati per le persone del pubblico. 57 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 58 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 7. Classificazione delle aree. 1. zona classificata: ambiente di lavoro sottoposto a regolamentazione per motivi di protezione contro le radiazioni ionizzanti. 2. zona controllata: ambiente di lavoro, sottoposto a regolamentazione per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, in cui si verifichino le condizioni stabilite con il decreto di cui l’articolo 82, ed in cui l’accesso è segnalato o regolamentato. 3. zona sorvegliata: un ambiente di lavoro in cui può essere superato in un anno solare uno dei pertinenti limiti fissati per le persone del pubblico e che non è zona controllata. Obblighi dei datori di lavoro, dirigenti o preposti: - provvedere affinché gli ambienti di lavoro siano individuati, delimitati, segnalati e classificati in zone e l’accesso ad essi sia adeguatamente regolamentato; - provvedere affinché i lavoratori siano classificati; - predisporre norme interne di protezione e sicurezza, consultabili sui luoghi di lavoro e in particolare nelle zone controllate; - fornire ai lavoratori, ove necessari, i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione; - attuare un programma di formazione dei lavoratori, finalizzato alla radioprotezione, sui rischi specifici, sulle norme di protezione sanitaria, sulle conseguenze delle inadempienze, su modalità di lavoro e norme interne; 58 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 59 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN - provvedere che i lavoratori osservino le norme interne, usino i mezzi di protezione, osservino le modalità di esecuzione del lavoro; - provvedere che le sorgenti di radiazione siano indicate con appositi contrassegni, escluse le sorgenti non sigillate in corso di manipolazione; - fornire al lavoratore i risultati della sorveglianza dosimetrica individuale; - provvedere ai necessari adempimenti sulla base delle indicazioni fornite dall’esperto qualificato; - assicurarsi che l’esperto qualificato trasmetta al medico addetto alla sorveglianza medica i risultati delle valutazioni di dose relativi ai lavoratori esposti. Compiti dell’esperto qualificato. Indica al datore di lavoro: • individuazione e classificazione delle zone con rischio di radiazioni; • classificazione dei lavoratori, previa definizione da parte del datore di lavoro dell’attività che essi devono svolgere; • frequenza delle valutazioni di radioprotezione; • provvedimenti da adottare per garantire la sorveglianza fisica dei lavoratori esposti e della popolazione; • valutazione delle dosi ricevute ed impegnate per i lavoratori esposti e per la popolazione; Obblighi dei lavoratori: • osservare le disposizioni impartite dal datore di lavoro a seconda delle mansioni alle quali sono addetti • usare secondo le istruzioni i dispositivi di sicurezza, i mezzi di protezione e di sorveglianza dosimetrica, forniti dal datore di lavoro • segnalare immediatamente le deficienze dei dispositivi e dei mezzi di sicurezza, di segnalazione, di protezione e di sorveglianza dosimetrica, nonché le condizioni di pericolo di cui vengano a conoscenza Indipendentemente dalla legislazione, poche e semplici regole vanno sempre rispettate per attendere ai principi di radioprotezione durante l’attività lavorativa: 1. ridurre al minimo le esposizioni cercando di NON DOVER RIPETERE i radiogrammi, cioè prestando attenzione ad eseguire correttamente la prima radiografia, dedicando qualche minuto per controllare il posizionamento dell’animale. 59 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 60 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 2. ridurre al minimo la necessità di contenere gli animali durante l’esecuzione delle radiografie, in particolare: a. se possibile, sedare gli animali (se non vi sono controindicazioni di salute) b. utilizzare sempre i supporti di posizionamento (cuscini, sacchi di sabbia, bende): in questo modo è spesso possibile evitare la presenza dell’operatore in sala, oppure ridurre il numero di operatori necessari al contenimento 3. se è necessario contenere l’animale: a. assumere una posizione il più distante possibile dal fascio primario b. indossare sempre tutti i presidi per la radioprotezione c. MAI esporre parti del proprio corpo al fascio primario. Ricordare che gli ausili di radioprotezione proteggono nei confronti della radiazione diffusa. BIBLIOGRAFIA Il testo del DLgs 230 modificato può essere scaricato dal sito: http://www.slideshare. net/alexray2/ncrp-report-no-147-blindaje-en-salas-de-rx. L. Argenti*, M.I. Barra**, S. Di Stefano*, E. Incocciati** - La valutazione del rischio chimico nei laboratori inail di sviluppo di lastre radiografiche: considerazioni metodologiche. Atti 4° seminario della CONTARP, 2003. NCRP Report No. 148, Radiation Protection in Veterinary Medicine - 2012, National Council on Radiation Protection & Measurements. Barber J, McNulty JP. Investigation into scatter radiation dose levels received by a restrainer in small animal radiography. J Small Anim Pract. 2012;53:578-85. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria dell’Orologio Via Gramsci ¼ - Sasso Marconi (BO) - E-mail: [email protected] 60 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 61 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 62 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Federica Rossi DMV, SRV, Dipl ECVDI, Bologna (I) TC: avviciniamoci ad una tecnica che oggi non possiamo ignorare Venerdì, 22 marzo 2013, ore 16.50 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 63 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN L’utilizzo della metodica di Tomografia Computerizzata ha oggi una sempre maggiore diffusione ed è di grande aiuto nella gestione di casi più o meno complessi. L’attuale ampia disponibilità delle apparecchiature anche in medicina veterinaria rende molto semplice effettuare questo tipo di esame, che solo fino a poco tempo fa era riservato ad un numero di casi estremamente limitati. Oltre ad un aumento del numero di apparecchiature, si è assistito negli ultimi anni anche ad un aumento della qualità di apparecchiature disponibili nelle strutture veterinarie, della presenza e professionalità di personale dedicato che effettua queste procedure. Effettuare approfondimenti diagnostici mediante TC è diventata una situazione frequente, spesso richiesta direttamente dal proprietario dell’animale. È pertanto indispensabile che oggi questa metodica sia conosciuta da tutti ed utilizzata nel modo più corretto possibile. CONCETTI DI BASE ED ASPETTI TECNICI DI RILIEVO PRATICO La grande innovazione tecnologica della Tomografia Computerizzata è stata quella di utilizzare un fascio di raggi X per rappresentare un determinato distretto corporeo mediante la produzione di immagini sequenziali che corrispondono ad una serie di sottili strati del volume esaminato. In ciascuna di queste immagini, le diverse componenti tissutali vengono riprodotte e distinte grazie alla elevata risoluzione di contrasto (capacità della TC di distinguere piccole differenze di densità). Vengono superati in questo modo di due grandi limiti della radiologia convenzionale, quelli cioè di 1. essere una tecnica di diagnostica per immagini che rappresenta su un unico piano strutture tridimensionali e 2. di avere scarsa capacità nella differenziazione delle densità dei tessuti (possibilità di differenziare solo 5 livelli di grigio). L’evoluzione tecnologica ha comportato, anche in questo settore, miglioramenti sostanziali nella qualità dell’immagine ottenuta e nella velocità di esecuzione dell’esame. Il passaggio dai primi sistemi assiali alla metodica elica ha rappresentato un importante passo, in quanto ha ridotto drasticamente i tempi di acquisizione dell’esame e consentito di ottenere i dati di un volume, con notevoli vantaggi nella rielaborazione delle immagini e nell’accoppiamento tra scansione e flusso di mezzo di contrasto durante gli studi angiografici. 63 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 64 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN La rivoluzione tecnologica che ha consentito questa evoluzione è stata l’invenzione della connessione a “contatti striscianti”(“slip ring”), che ha permesso di evitare l’utilizzo di cavi di connessione tra parti fisse ed in rotazione. Attualmente, i sistemi più comunemente in uso anche nel mondo veterinario sono i sistemi elica monostrato o multistrato (da 2, 4 e 16 strati). Il concetto alla base della formazione dell’immagine TC tuttavia è rimasto invariato: l’immagine viene prodotta grazie alla rotazione del tubo radiogeno attorno al paziente durante l’avanzamento del lettino al- Prime immagini TC di encefalo (1972). Rappresentazione schematica di TC elica a strato singolo e multistrato. 64 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 65 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN l’interno del gantry. Il fascio di fotoni che attraversa le strutture corporee e viene attenuato e colpisce una serie di rilevatori (detettori) che ruotano in sincronia con il tubo radiogeno. I detettori registrano il valore di attenuazione, che viene trasformato in segnale elettrico, inviato al computer e digitalizzato. Grazie all’utilizzo di complessi procedimenti, i numerosissimi dati che vengono ottenuti per ciascun angolo di rotazione del tubo vengono rielaborati all’interno di una griglia (matrice) in cui i valori di attenuazione delle strutture esaminate vengono rappresentati mediante il bianco, il nero e diversi livelli di grigio (scala dei grigi). IMMAGINE TC L’immagine TC rappresenta quindi una sezione (tomos = strato) del volume esaminato, in cui i diversi tessuti ed organi si differenziano per la loro diversa capacità di attenuazione del fascio di raggi X che li attraversa, che viene principalmente determinato dalla loro densità. I valori di attenuazione di tutti i tessuti vengono espressi mediante unità di misura chiamate unità Hounsfield (HU), in onore del fisico inglese Godfriey Newbold Hounsfield che nel 1972 costruì il primo prototipo di una unità TC. Tali valori sono standardizzati mediante l’utilizzo di una scala il cui valore di riferimento è rappresentato dalla attenuazione dell’acqua, che costituisce il centro della scala ed ha valore O. I tessuti molto densi (quindi le ossa, le strutture mineralizzate o metalliche) vengono rappresentati con numeri positivi (variabili da +100 a +3000 HU) e hanno un grado maggiore di brillantezza (sono quindi iperattenuanti o iperdensi). Seguono nella scala i tessuti molli che hanno valori positivi compresi tra +30 e +100 HU, con differenze a seconda dell’organo o tessuto. Il grasso risulta sempre ipoattenuante (o ipodenso) rispetto ai tessuti molli, con valori attorno a -100 HU, pertanto estremamente utile per definire i margini della strutture, organi o lesioni circondate da tessuto adiposo viscerale o sottocutaneo. Il gas, contenuto nel polmone o nel tratto gastro-enterico, presenta i valori minimi di attenuazione (valori di 1000 HU). La visualizzazione dell’immagine TC può essere modificata mediante cambiamenti della ampiezza (WW, window width) e del centro (o livello, WL, window level) della finestra utilizzata. Ciò non cambia i rapporti di attenuazione degli organi o strutture esaminate, ma consente una rielabo- 65 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 66 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN razione dell’immagine tale da rendere più efficace l’uso della scala dei grigi per la visualizzazione dei tessuti molli (WL = 50 HU, WW = 400 HU), dell’osso (WL = 300, WW = 2000) o del polmone (WL = -600, WW= 1500). Molto utili risultano ricostruzioni multiplanari bidimensionali e tridimensionali, che possono essere effettuate lungo qualsiasi direzione dello spazio (piani dorsale, sagittale, obliquo), per meglio definire i rapporti spaziali degli organi e delle lesioni; queste rielaborazioni vedono la loro maggiore applicazione durante il planning preoperatorio, per stabilire le vie di accesso, valutare i margini di escissione e prevedere potenziali criticità (per esempio, vasi o organi nella lesione). La qualità delle ricostruzioni ed il rapporto tra velocità di scansione e qualità dell’immagine è influenzato dalla tecnologia a disposizione, che fondamentalmente determina la capacità del sistema di acquisire tanti più dati per unità di volume esaminato: mano a mano che aumenta il numero degli strati di detettori e che migliora la capacità di dissipazione del calore del tubo radiogeno, tanto più il sistema è in grado di esaminare un ampio volume del paziente (fino agli esami cosiddetti “total body”) con una ottima risoluzione spaziale non solo sul piano trasversale ma anche nei piani ricostruiti. Per migliorare la visualizzazione delle sottili strutture polmonari come l’interstizio o riconoscere piccole lesioni polmonari, è estremamente utile la tecnica ad alta risoluzione (HRCT, high resolution CT), che abbina sottile spessore di strato (pari o inferiore a 1 mm) ad elevata esposizione e algoritmo ad elevata frequenza. L’utilizzo del mezzo di contrasto è sempre indicato per lo studio di lesioni che coinvolgono i tessuti molli. La scansione diretta viene ripetuta dopo la somministrazione per via endovenosa di un mezzo di contrasto iodato preferibilmente non ionico, al dosaggio compreso tra 400 e 800 mg/Kg. La somministrazione avviene a bolo, può essere effettuata manualmente o mediante l’utilizzo di un apposito iniettore, che garantisce costante velocità di iniezione e migliora la formazione del bolo che opacizza in modo ottimale i vasi e i tessuti vascolarizzati. Inoltre, consente di effettuare studi angiografici dinamici, per esempio la cosiddetta metodica in “dual phase”, che consiste nella doppia scansione di un determinato settore durante la fase arteriosa e venosa. Tale tecnica può risultare utile nella identificazione di vasi o piccole lesioni scarsamente visibili se non per la loro componente vascolare arteriosa (per esempio, ricerca di shunt portosistemici o nella ricerca di piccoli insu- 66 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 67 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Esempi di immagini TC trasversale (a) e ricostruzione bidimensionale, sul piano dorsale, della vena porta e sue tributarie. linomi). L’utilizzo del mezzo di contrasto è fondamentale per l’identificazione delle lesioni cerebrali, in quanto mette in evidenza aree di aumentata permeabilità o di rottura della barriera ematoencefalica che non vengono apprezzate nella scansione diretta. LIMITAZIONI Tra le principali limitazioni di questo tipo di esame vanno considerati la necessità di anestesia generale, che può essere rischiosa in animali non stabili, e la possibilità di degradazione delle immagini causa la presenza di artefatti. L’anestesia generale è necessaria per ottenere l’immobilità e un corretto posizionamento del paziente, che garantiscono una buona qualità dell’esame. Vi sono eccezioni a questa regola, che riguardano l’esecuzione di TC in animali critici (per esempio, traumatizzati o neurologici gravi), in cui può essere sufficiente solo una sedazione. Il paziente deve essere fissato al tavolo portapaziente in modo che venga evitato il più possibile qualsiasi movimento, mediante culle, poggiatesta, cunei e fasce di contenimento. Risulta utile in questi casi anche zaffare i condotti uditivi esterni con cotone in modo da ridurre lo stimolo provocato dal rumore prodotto dal tubo in movimento. Gli artefatti possono originare da diversi fattori ma sono più frequenti quando sono esaminate strutture ossee di elevato spessore 67 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 68 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN (come per esempio la fossa posteriore del cranio) o in presenza di oggetti metallici, o sono prodotti dal movimento del paziente o di organi all’interno di esso, o ancora possono derivare da difetti di funzionamento della strumentazione. Alcuni di questi artefatti possono essere evitati utilizzando una corretta tecnica di scansione e devono essere riconosciuti per evitare errori di interpretazione o l’esecuzione di esami non diagnostici. INDICAZIONI Le indicazioni includono diversi distretti, di seguito ne vengono riportati i principiali suddividendoli per aree corporee. TESTA – sempre più, oggi, lo studio TC sostituisce l’esame radiografico del cranio. Infatti, la valutazione delle strutture scheletriche mediante radiologia convenzionale richiede l’esecuzione di numerose proiezioni, con necessità di anestesia generale e tempi lunghi per l’ottenimento delle immagini. La reale difficoltà di interpretazione dovuta alle numerose sopvrapposizioni della strutture scheletriche del cranio rende raramente possibile una corretta interpretazione diagnostica. Inoltre, la valutazione dei tessuti molli mediante la radiologia è estremamente limitata. L’esame TC consente una superba valutazione di tutte le strutture scheletriche, nei vari piani, quindi di riconoscere alterazioni ossee minime (aree di osteoproduzione o di osteopenia/lisi). Per quanto riguarda i tessuti molli, le principali strutture dello splancnocranio e del neurocranio possono essere differenziate senza difficoltà, in particolare nelle scansioni effettuare dopo la somministrazione del mezzo di contrasto, in cui viene esaltato il contrasto radiografico. Nello studio del neurocranio, la presenza di un elevato spessore osseo del calvarium crea una maggiore predisposizione ad artefatti, soprattutto nella fossa posteriore, con potenziale degradazione della qualità dell’immagine e maggiore difficoltà ad avere studi diagnostici rispetto alla Risonanza Magnetica. L’utilizzo di tecnica adeguata (acquisizione con spessore sottile (1 mm) e retro-ricostruzione con spessore di 3-5 mm) consente di limitare questi problemi. Le situazioni cliniche che rappresentano indicazioni più frequenti per l’esecuzione di un studio TC del cranio includono: 68 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 69 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN - malformazioni: alterazioni del profilo o della simmetria del cranio, anomalie a carico di organi visibili dall’esterno possono far sospettare la presenza di malformazioni (es. cisti congenite, atresia del condotto uditivo, anoftalmia o microoftalmia, idrocefalo, cisti aracnoidee) - traumi: la valutazione precisa dell’esatta estensione di fratture o lussazioni (es. articolazione temporo-mandibolare) può essere facilmente ottenuta mediante ricostruzioni bi- o tridimensionali. Ciò può essere particolarmente importante per valutare eventuali indicazioni chirurgiche dopo un trauma. - infezioni: sono frequenti nella cavità orale in seguito a patologie dentarie, migrazione di corpi estranei o infezioni batteriche. Possono coinvolgere inoltre le diverse porzioni dell’orecchio (esterno, medio, interno), delle cavità nasali (riniti non distruttive o micotiche) e dell’encefalo (encefaliti). Possono organizzarsi sotto forma di ascessi (es. ascessi retrobulbari, cerebrali). - calcoli: associate alle ghiandole salivari, possono essere causa di sialocele. - patologie vascolari: trombo-embolismi, emorragie spontanee o secondarie a invasione vascolare da parte di neoplasie dei tessuti molli. - neoplasie: si tratta si situazioni cliniche che spesso richiedono un approfondimento con TC; spesso i rilievi TC indirizzano già verso una lesione di natura neoplastica, ed il ruolo della metodica è spesso anche quello di consentire un adeguato campionamento per una diagnosi finale citologica o istologica. In altre situazioni, l’esame viene effettuato anche dopo la diagnosi istopatologica, per ottenere informazioni utili al trattamento (chirurgia, radioterapia). RACHIDE – anche in questo settore, l’esame con TC consente di valutare le strutture scheletriche e i tessuti molli paravertebrali e del canale vertebrale. La disponibilità di tecnologie avanzate (multistrato) consente di ottenere eccellenti ricostruzioni sui piani longitudinale e dorsale, estremamente utili in questi casi per va- Boxer m 9a, neoplasia ipofisaria. 69 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 70 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN lutare l’allineamento dei segmenti vertebrali ed eventuali deviazioni di strutture allungate come i muscoli, i vasi o il midollo spinale. L’utilizzo del mezzo di contrasto per via endovenosa aumenta la capacità di riconoscimento di lesioni in quanto migliora il contrasto radiografico e consente di visualizzare strutture come i plessi venosi vertebrali che rappresentano utili punti di repere per la identificazione delle strutture adiacenti. La combinazione di mielografia e TC (mielo-TC) può essere utile per dimostrare compressioni o deviazioni non altrimenti identificabili. Indicazioni per lo studio del rachide includono: - traumi e complicazioni correlate - malformazioni (lussazione, displasia atlanto-epistrofea, spondilomielopatia cervicale, osteocondromatosi, cisti spinali) - infezioni (osteomielite/discospondilite) - patologie degenerative (mineralizzazione della dura, ernia discali, stenosi degenerativa lombo.sacrale) - neoplasie: diagnosi e staging di neoplasie primarie o metastatiche, ossee o dei tessuti molli. SCHELETRO: lo studio TC segue sempre l’esame radiografico, con l’obiettivo di approfondire una lesione già visualizzata oppure di cercare i segni di una patologia sospettata dall’esame clinico ma senza riscontro radiografico. La mancata sovrapposizione delle diverse componenti ossee consente di identificare minime variazioni di densità ossea (rilevabili per esempio in caso di neoplasie o infezioni) o piccoli frammenti (es. FCP) o linee di frattura non visibili. Le principali indicazioni in questo settore includono: - traumi e complicazioni correlate - malformazioni (malformazioni angolari, incompleta ossificazione del condilo omerale) - malattie articolari (displasie articolari, OCD, lussazione patellare) Condrosarcoma costale in un cane, che si - osteite/osteomielite estende lateralmente e medialmente all’interno del mediastino. - neoplasie: diagnosi e staging. 70 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 71 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN TORACE - Attualmente il torace rappresenta uno dei settori più esplorati con TC. Sempre preceduto da uno studio radiografico, l’esame TC è indicato per approfondire quadri diagnostici non chiari o che necessitano di ulteriori informazioni per il trattamento del paziente. La metodica TC può essere l’unico modo per campionare lesioni circondate da aria prima di un intervento chirurgico. Indicazioni per lo studio TC del torace includono: - traumi e complicazioni correlate (pneumotorace o pneumomediastino, ernie diaframmatiche complicate, rotture delle vie respiratorie). L’esame TC può essere eseguito solo quando il paziente è stabile. Se si ha a disposizione una tecnologia veloce, in pochi minuti si possono avere informazioni essenziali per una migliore gestione di un paziente che deve essere sottoposto ad intervento chirurgico. - malformazioni (della parete toracica, collassi tracheali e bronchiali, diverticoli esofagei, megaesofago o stenosi esofagee) - infiammazioni/infezioni: della parete toracica (eventualmente per corpi estranei migranti), delle vie respiratorie, bronchiectasie, polmoniti, ascessi o granulomi polmonari) - torsione di lobo polmonare - neoplasie: primitive o metastatiche. La TC ha un ruolo fondamentale nella localizzazione e caratterizzazione di masse toraciche prima della chirurgia e nella ricerca di noduli metastatici nei pazienti oncologici. Lo studio include sempre la valutazione dei linfocentri toracici per valutare la presenta di megalie linfonodali potenzialmente metastatiche. Esempi di TC del torace con neoplasia polmonare. A sinistra: gatto con massa mediastinica infiltrante la vena cava craniale. A destra: cane con metastasi da carcinoma. 71 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 72 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Ricostruzioni TC bidimensionale e Volume Rendering di cane con PSS extraepatico. ADDOME: sempre più frequentemente la TC viene utilizzata anche per lo studio delle malattie addominali, sempre dopo aver eseguito uno o più esami ecografici. Come per il torace, le indicazioni includono quadri diagnostici non chiari (es. origine di masse voluminose, sospette rotture d’organo) oppure approfondimenti di malattie già diagnosticate a fini di stadiazione o terapeutici (chirurgia, chemio o radioterapia). Le principali indicazioni per uno studio TC dell’addome includono: - malformazioni (ureteri ectopici, malformazioni dell’apparato genitale) - patologie del sistema vascolare: studi angiografici per la ricerca di shunt portosistemici o fistole arterovenosi, tromboembolismo o patologie neoplastiche addominali con coinvolgimento vascolare - infiammazioni/infezioni: pancreatite (stabilire la presenza di aree necrotiche pancreatiche), peritonite, colangite enfisematosa), ascessi o granulomi peritoneali, prostatiti o ascessi prostatici - neoplasie: determinare l’origine di masse addominali, valutarne i margini ed i rapporti con le strutture adiacenti (organi e vasi), la vascolarizzazione. Lo studio va sempre completato con la valutazione dei linfonodi addominali. ALTRE INDICAZIONI Le caratteristiche della TC (assenza di distorsione delle immagini e utilizzo delle densità) la rendono adatta anche alla programmazione della Radioterapia, per la quale viene routinariamente utilizzata nei centri che offrono questa metodica. Il vantaggio è quello di poter combinare nella stessa se- 72 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 73 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN duta lo studio TC effettuato per la diagnosi o stadiazione del paziente con quello per il planning della Radioterapia. In questi casi, la TC viene acquisita all’interno di un sistema di posizionamento che garantisce la possibilità di ricollocare il paziente nello stesso modo durante le sedute di Radioterapia. Per i dettagli si rimanda al capitolo XXX. Infine, va ricordato il ruolo della TC nell’esecuzione di prelievi (sia aghi aspirati che biopsie TC guidate) da lesioni difficilmente raggiungibili mediante altre metodiche. Queste tecniche, oramai ben consolidate, consentono di effettuare prelievi da lesioni ossee o circondate da strutture scheletriche e da lesioni polmonari circondante da aria (Fig. 14). La scansione dell’area di interesse prima e durante la procedura e la valutazione della distribuzione del mezzo di contrasto nella lesione permette di ottenere campioni in modo estremamente preciso da specifiche aree della lesione aumentando l‘accuratezza diagnostica della procedura ed evitando di danneggiare strutture vitali. Va tenuto conto di possibili complicanze legate alla procedura (emorragie, pneumotorace), che tuttavia sono normalmente di lieve entità ed autolimitanti. In questi casi vanno sempre ben considerate le indicazioni alla procedura e valutati i benefici ed i possibili rischi alla luce anche della manualità ed esperienza dell’operatore. BIBLIOGRAFIA 1. Morandi F, Matton JS, Lakritz J, Turk JR, Wisner ER: Correlation of helical and incremental high-resolution thin-section computed tomographic imaging with histomorphometric quantitative evaluation of lungs in dogs. Am J Vet Res 2003;64:935-944. 2. Spann DR, Sellon RK, Thrall DE, Bostian AE, Boston GT: Computed Tomographic Diagnosis: use of Computed Tomography to distinguish a pulmonary mass from alveolar disease. Vet Rad & Ultr 1998;39:532-535. 3. McEntee Mc, Thrall DE: Computer Tomographic imaging of infiltrative lipoma in 22 dogs. Vet Rad & Ultr 2001;42:221-225. 4. Henniger W; Use of computed tomography in the diseased feline thorax: J Small An Pract 2003;44:56-64. 5. Ahlberg NE, Hoppe F, Kelter U, Svensson L: A Computed Tomographic study of volume and x-ray attenuation of the lungs of Beagle in various body positions: Vet rad & Ultr 1985;26:43-47. 6. Burk RL: Computer tomography of thoracic diseases in dogs: JAVMA 1991;199:617621. 7. Yoon J, Fenney DA, Cronk DE, Anderson KL, Ziegler LE: CT evaluation of canine and feline mediastinal masses in 14 patients. Vet Rad & Ultr 2004;45:542-546. 73 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 74 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 8. Saunders JH, Van Bree H, Gielen I, De Rooster H: Diagnostic value of Computed tomography in dogs with chronic nasal disease. Vet Rad & Ultr 2003:44:409-413. 9. Schoenborn WC, Wisner ER, Kass PP, Margaret D: Retrospecive assessment of Computer tomographic imaging of feline sinonasal disease in 62 cats. Vet Rad & Ultr 2003:44:185-195. 10. 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Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria dell’Orologio Via Gramsci ¼ - Sasso Marconi (BO) E-mail: [email protected] 74 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 75 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Federica Rossi DMV, SRV, Dipl ECVDI, Bologna (I) Lettura di un radiogramma addominale: come procedere? Sabato, 23 marzo 2013, ore 16.50 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 76 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Quando si legge una radiografia addominale, è fondamentale avere un approccio sistematico, in modo da valutare tutte le strutture in esso contenute. Per aiutarsi in questa operazione, è importante procedere ordinatamente e può essere utile avere una lista per non dimenticare strutture o organi importanti. Questo schema può essere anche il punto di partenza per compilare un 1. ID paziente Specie, razza, sesso, età 2. Qualità radiografica Commento Esposizione Posizionamento Identificazione lato Centro fascio RX Collimazione Sviluppo Artefatti Qualità diagnostica Diagnostica /Non diagnostica Diagnostica /Non diagnostica Diagnostica /Non diagnostica Diagnostica /Non diagnostica Diagnostica /Non diagnostica Diagnostica /Non diagnostica Diagnostica /Non diagnostica Diagnostica No > ripetere il radiogramma 3. Interpretazione a. strutture extraddominali Parete addominale/scheletro Tessuti molli extra-addominali Torace Diaframma Normale Normale Normale Normale b. addome nell’insieme Forma e dimensioni Spazio retroperitoneale Spazio peritoneale Normale /Anormale Normale /Anormale Normale /Anormale c. app gastroenterico e milza Fegato/cistifellea Milza Stomaco Piccolo intestino Grosso intestino Pancreas Normale /Anormale Normale /Anormale Normale /Anormale Normale /Anormale Normale /Anormale Normale/Anormale d. app urogenitale, surrenali e linfonodi retroperitoneali Rene destro Rene sinistro Vescica Prostata Utero/ovaie Linfonodi Surrenali Normale/Anormale Normale/Anormale Normale/Anormale Normale/Anormale Normale/Anormale Normale/Anormale Normale/Anormale /Anormale /Anormale /Anormale /Anormale Modificato da: Thrall: Textbook of Veterinary Diagnostic Radiology, 5th Edition. 76 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 77 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN referto della radiografia, che dovrebbe essere prodotto ogni volta che si esegue uno studio radiografico. Il primo passo è quindi di cercare di capire se il radiogramma è adeguato dal punto di vista tecnico, prima di concentrarsi a cercare eventuali lesioni. È infatti molto importante capire se la qualità è adeguata per evitare di interpretare come patologiche alterazioni dovute solo a problemi tecnici, come per esempio un posizionamento sbagliato, una esposizione oppure un post-processing della radiografia sbagliati. Se la qualità radiografica è adeguata quindi il radiogramma è diagnostico possiamo procedere con l’interpretazione. Per quanto riguarda la lettura ed interpretazione, vi sono vari metodi possibili e nessuno è più valido di un altro. Ciascuno di noi deve identificare e scegliere un proprio metodo, la cosa importante è che sia sempre lo stesso, in modo da creare un meccanismo di automazione che ci aiuti a riconoscere rapidamente le lesioni e a non tralasciare elementi importanti dal punto di vista diagnostico. È possibile procedere analizzando la radiografia a settori, procedendo da destra a sinistra, dall’alto al basso oppure dal centro alla periferia. In questa sede viene proposta una lettura sistematica suddividendo la lettura del radiogramma in quattro fasi come indicato dalla tabella. Alcuni radiologi suggeriscono una lettura “orientata al problema”, cercando cioè di trovare nel radiogramma prima di tutto alterazioni che possano essere correlate alla sintomatologia clinica, e poi esaminando il resto della radiografia. Per esempio, se l’animale vomita si valuta prima di tutto l’apparato gastro-enterico, cercando alterazioni che possano giustificare il sintomo vomito, e poi a seguire gli altri organi ed apparati. Questo modo di procedere potrebbe portare più facilmente ad “iper-interpretare” aspetti normali oppure a non visualizzare lesioni al di fuori dell’area di primario interesse, che però potrebbero essere fondamentali per la diagnosi finale. Per questo motivo, il suggerimento è di utilizzare un approccio più sistematico, cioè analizzando la radiografia in modo il più possibile avulso dalla conoscenze dello stato clinico del soggetto, cercando prima di tutto di identificare i rilievi radiografici anormali. Una volta elencati i rilievi patologici, si suggerisce di stilare una lista di diagnosi differenziali possibili e solo a questo punto di correlare ed ordinare le diagnosi differenziali in ordine dalla maggiormente alla meno probabile, tenendo conto di tutto quello che si conosce dall’anamnesi, dalla visita clinica e dagli esami di laboratorio. 77 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 78 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN L’ultima fase del ragionamento diagnostico dovrebbe includere un piano diagnostico da suggerire per gestire ulteriormente il caso (per esempio, l’effettuazione di ulteriori esami di laboratorio o di un’ecografia addominale). Vediamo ora le quattro fasi di lettura incluse nella tabella: a. STRUTTURE EXTRA-ADDOMINALI (frecce bianche). Prima di analizzare l’addome si valutano le strutture extraddominali che devono essere sempre incluse nella radiografia, cioè la parete addominale, lo scheletro, i tessuti molli extra-addominali, il torace ed il diaframma. • La parete addominale va seguita per tutto il suo decorso, si visualizza meglio negli animali con abbondante grasso addominale, nelle porzioni ventrali (proiezione laterale) e laterali (proiezione sagittale) come una banda radiopaca liscia e regolare. • Le strutture scheletriche includono i corpi vertebrali, le coste più caudali e la porzione visibile della pelvi e degli arti posteriori. Le lesioni scheletriche possono essere rilievi incidentali ininfluenti per il problema addominale (es. spondilosi ventrale), tuttavia talvolta il riconoscimento di una lesione scheletrica può essere fondamentale per interpretare il quadro (per esempio, il riconoscimento di una lesione metastatica vertebrale suggerisce la presenza di una neoplasia primaria). Esempio di radiogramma in proiezione laterale di un gatto, in cui si visualizza un importante meteorismo di tutto l’apparato gastro-enterico. L’attenta analisi della radiografia mette in evidenza un’are radiopaca nella porzione caudo-ventrale del torace, causata da una polmonite. In questo gatto, le alterazioni addominali erano legate alla patologia respiratoria che aveva determinato aerofagia e non ad un disordine primario dell’apparato gastro-enterico. Di seguito le radiografie del torace dello stesso soggetto. 78 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 79 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN • • Non va dimenticato di valutare la porzione caudale del torace, per valutare le porzione caudali della pleura, del polmone e del mediastino. Se si ha il sospetto di una concomitante patologia toracica (per esempio, la presenza di un versamento pleurico) il passo successivo è quello di eseguire anche le radiografie del torace, per valutare tutte le lesioni visibili radiologicamente in quel soggetto. Il diaframma va analizzato per posizione, forma e continuità. b. ADDOME NELL’INSIEME: prima di esaminare i singoli organi o apparati, cerchiamo di studiare l’addome nel suo insieme. • Forma e dimensioni sono in parte dipendenti dalla specie, dalla razza e dall’età del soggetto, ma possono essere modificate dallo stato di nutrizione, dalla presenza di versamento, da masse occupanti spazio intraaddominali, oppure da “mancanza” di organi addominali (per esempio come conseguenza di ernie). • Peritoneo e spazio retroperitoneale: Va valutato il contrasto e dettaglio delle sierose all’interno di queste cavità, che dipendono fondamentalmente dalla quantità e dalla distribuzione del grasso addominale e retroperitoneale, che è l’elemento che fornisce il contrasto radiografico. Ciò è quindi legato all’età e soprattutto allo stato di nutrizione dell’animale: animali giovani o cachettici hanno una minore quantità di grasso addominale quindi un minor contrasto radiografico naturale sia nel peritoneo che nello spazio retroperitoneale. Gli animali giovano hanno inoltre una piccola quantità di liquido peritoneale, lin- 79 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 80 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN fonodi mesenterici più grandi e grasso di tipo immaturo che riducono ulteriormente il dettaglio addominale. Al contrario, animali obesi, soprattutto i gatti, hanno contrasto addominale ottimale. In un animale adulto in buono stato di nutrizione con normale contrasto addominale normalmente è possibile riconoscere il margine del rene sinistro, il Esempio di ridotto contrasto peritoneale in un gatto cachettico. In questo soggetto non era presente versamento addominale. Tutto l’apparato gastro-enterico è gravemente disteso con contenuto gassoso. Aumento del contrasto addominale in un cane con pneumoperitoneo: si visualizzano il margine caudale del diaframma, i vari lobi epatici e le superfici sierose degli organi. 80 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 81 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN polo caudale del rene destro, le sierose degli organi addominali e il margine della muscolatura della parete addominale. Se è presente versamento peritoneale o retroperitoneale, è impossibile visualizzare i margini delle sierose, se la quantità di versamento è abbondante la cavità aumenta di volume. In caso di versamento solo retro peritoneale, il retro peritoneo si ingrandisce e sposta ventralmente l’apparato gastro-enterico. In caso di pneumoperitoneo o penumoretroperitoneo, il contrasto aumenta e si rendono visibili anche organi che normalmente non si visualizzano (es. vasi, margini dei lobi epatici, faccia viscerale del diaframma). c. APPARATO GASTRO-ENTERICO E MILZA (regione in rosso): si analizzano il tubo gastro-enterico (stomaco, piccolo e grosso intestino), le ghiandole annesse (fegato, pancreas) e la milza. • Si valuta la posizione, il contenuto e le dimensioni dell’apparato gastro-enterico. È importante guardare come il piccolo intestino si dispone nell’addome; essendo libero, la sua posizione è variabile e uno spostamento può aiutarci ad identificare una massa. Va considerata la presenza e la distribuzione del gas all’interno del tubo gastroenterico, tenendo conto anche delle differenze di specie. Nel gatto, anche la presenza di una modesta quantità di gas è un reperto anormale. Se si evidenzia una dilatazione intestinale, si deve cercare di capire se è focale o diffusa. Talvolta può essere difficile distinguere il piccolo intestino dal grosso intestino, e ciò diventa fondamentale quando si sospetta un’ostruzione. In questi casi, la somministrazione di un mdc per via rettale (pneumocolon o clisma opaco) può risolvere il quesito. • Fegato e milza: valutiamo posizione, forma, dimensioni e margini. La radiopacità è normalmente quella dei tessuti molli, anche se possiamo rilevare delle variazioni in aumento (mineralizzazione) o diminuzione (presenza di gas) • Pancreas: il pancreas normale non è visibile radiologicamente perché troppo piccolo. Solo in gatti obesi talvolta si visualizza nella proiezione vd una sottile striscia di tessuto molle compreso tra stomaco, milza e rene sinistro che corrisponde al pancreas. Le patologie pancreatiche (pancreatite, masse) sono associate a peritonite focale, che può determinare la presenza di un’area di aumentata radiopacità con perdita di dettaglio nell’addome craniale, caudalmente allo stomaco e lungo il duodeno discendente. 81 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 82 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Grave epatomegalia in un cane; il fegato deborda l’arco costale e presenta margini arrotondati. Lo stomaco è dislocato caudodorsamente e l’intestino caudalmente. d. APPARATO URO-GENITALE, SURRENALI, LINFONODI RETROPERITONEALI (regione in blu) • Reni: Il rene sinistro è più facilmente identificabile del destro nel cane, mentre nel gatto si visualizzano normalmente entrambi gli organi. La mancata visualizzazione di uno o anche di entrambi i reni, nel cane, non deve essere considerato un rilievo sempre patologico, soprattutto in un animale di grossa taglia con abbondante contenuto dell’apparato gastro-enterico. Per ciascun rene visibile vanno valutate posizione, forma, dimensioni e radiopacità. La presenza di aria nella pelvi renale può essere normale in soggetti in cui si è effettuata una pneumocistografia. • Vescica: la possibilità di visualizzare la vescica dipende dal suo stato di replezione e dal rapporto con gli altri organi addominali. Va ricordato che la visualizzazione di una vescica normale in caso di trauma non consente di escludere con certezza la rottura della vescica. • Prostata: nel cane, la posizione e la visualizzazione della prostata dipendono dallo stato ormonale del soggetto (intero/castrato), dalla replezione della vescica e dal contenuto del colon-retto. Valutiamo dimensioni, margine craniale e radiopacità. • Utero ed ovaie e ghiandole surrenali: non sono visibili normalmente, nel gatto anziano possono mineralizzare. • Linfonodi sottolombari: i linfonodi iliaci mediali sono localizzati a livello dell’aorta terminale, in corrispondenza dell’origine delle arterie iliache esterne. Va ricordato che in animali con abbondante grasso retro peritoneale si può visualizzare una struttura radiopaca rotondeggiante in questa regione, si tratta dell’arteria circonflessa e non di strutture linfonodali. 82 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 83 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Nell’addome caudale, tra la vescica ed il retto, si visualizza una lesione ovalare allungata che comprime ventralmente il collo della vescica (freccia). Diagnosi: granuloma del moncone. 83 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 84 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Federica Rossi DMV, SRV, Dipl ECVDI, Bologna (I) Imaging del paziente con patologia del paziente endocrino Domenica, 24 marzo 2013, ore 14.30 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 85 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Tradizionalmente, l’approccio diagnostico alle malattie del sistema endocrino comprende radiologia ed ecografia. Soprattutto l’ecografia, grazie alle strumentazioni di alto livello a disposizione anche in medicina veterinaria ed alla sempre maggiore esperienza di specialisti del settore, è in grado, nella maggior parte dei casi, di risolvere brillantemente casi complessi e fornire informazioni sufficienti per la diagnosi e la terapia della malattie del sistema endocrino. Eccezione a quanto sopra rappresentano le patologie dell’asse ipotalamo-ipofisi, che per essere dimostrate mediante imaging necessitano di metodiche tomografiche (TC o RM). Attualmente, la maggiore disponibilità di apparecchiature TC/RM e la propensione dei veterinari e proprietari ad utilizzare sempre di più queste tecniche, hanno aperto altri scenari che fanno porre la domanda di quanto effettivamente queste metodiche possano essere utili o indispensabili nella gestione di situazioni diagnostiche difficili; l’esperienza in medicina veterinaria in questo settore è ovviamente limitata, tuttavia anche la letteratura veterinaria fornisce sempre più dati utili per i piccoli animali. In primo luogo va tenuto ben presente che ecografia e TC/RM sono metodiche complementari, e non alternative, che danno i loro migliori risultati se utilizzare insieme. I punti di forza dell’ecografia comprendono: - elevata risoluzione spaziale, che consente di risolvere con estrema precisione i dettagli anatomici di strutture di piccole dimensioni o spessore (per esempio, le ghiandole surrenali, la tiroide o le paratiroidi). Possono essere studiate le dimensioni, la forma, l’ecogenicità e l’ecostruttura di questi organi per ricercare megalie o riduzione di dimensioni, presenza di masse. - ampia disponibilità e bassi costi, che rendono possibile anche monitorare le diverse strutture in corso di terapia. Parallelamente, le situazioni in cui le metodiche avanzate (TC/RM) diventano veramente utili comprendono: Per RM: studio dell’ipofisi; è la metodica che fornisce migliore rappresentazione anatomica delle strutture endocraniche. Possibile valutare con facilità anche la regione tiroidea. - Per TC: indicata per la valutazione delle neoplasie ipofisarie. lo studio della tiroide, delle surrenali e del pancreas è particolarmente indicato con animali poco adatti all’esame ecografico: ciò include soprattutto cani di grossa taglia con cute spessa e abbondante grasso addominale. In questi soggetti, difficili da valutare con ecografia, la presenza di grasso addomi- 85 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 86 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN nale esalta in contrasto radiografico e li rende ideali per lo studio TC. - per TC e RM: possibilità di utilizzare il mezzo di contrasto, che aumenta il contrasto radiografico tra i normali organi addominali. Ciò migliora la visualizzazione di strutture normali e mette in evidenza lesioni talvolta non visibili con ecografia, in quanto isoecogene con i tessuti circostanti. Ciò si verifica frequentemente con lesioni focali epatiche o pancreatiche, in cui lo studio con contrasto può mettere in risalto noduli che hanno come unico carattere differenziale una diversa perfusione rispetto al parenchima adiacente. Per questo motivo, è molto utile effettuare un esame con metodica TC dual phase (in fase arteriosa e venosa), che esalta al massimo le differenze di perfusione. Per quanto riguarda la neoplasia primitiva, TC ed RM consentono di studiare i rapporti della lesione con le strutture circostanti (organi o vasi). Per esempio, in caso di neoplasie surrenaliche lo studio della componente vascolare adiacente risulta indispensabile per definire il trattamento e la prognosi del paziente. - per TC: possibilità di stadiare completamente un paziente con malattia endocrina oncologica. La stadiazione include informazioni che riguardano la neoplasia primaria (T) i linfonodi (N) e le metastasi (M). L’utilizzo della TC total body consente di valutare la cavità toracica, lo scheletro, il cranio dello stesso paziente mettendo in risalto potenziali lesioni metastatiche o altre lesioni primarie inaspettate. Ciò risulta fondamentale per pianificare correttamente un trattamento terapeutico. Nella relazione vengono illustrate, attraverso la presentazione di casi clinici, le applicazioni più frequenti delle metodiche di imaging per le malattie del sistema endocrino, tra cui la sindrome di Cushing, il diabete, le neoplasie del pancreas endocrino, le malattie della tiroide (ipo ed ipertiroidismo) e delle paratiroidi. BIBLIOGRAFIA Auriemma E, Barthez PY, van der Vlugt-Meijer RH, Voorhout G, Meij BP. Computed tomography and low-field magnetic resonance imaging of the pituitary gland in dogs with pituitary-dependent hyperadrenocorticism: 11 cases (2001-2003). J Am Vet Med Assoc. 2009;235:409-14. Blois SL, Dickie E, Kruth SA, Allen DG. Multiple endocrine diseases in dogs: 35 cases (19962009). J Am Vet Med Assoc. 2011;238:1616-21. Taeymans O, Penninck DG, Peters RM. Comparison between clinical, ultrasound, ct, MRI, and pathology findings in dogs presented for suspected thyroid carcinoma. Vet Radiol Ultrasound 2013;54:61-70. 86 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 87 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Taeymans O, Daminet S, Duchateau L, Saunders JH. Pre- and post-treatment ultrasonography in hypothyroid dogs. Vet Radiol Ultrasound 2007;48:262-9. Crispino G., Rossi F., Mazzotti S., Finotello R., Abramo F., Magni G., Marconato L. Un caso di gastrinoma in un cane. Veterinaria 2009; 6:41-44. Robben JH, Pollak YW, Kirpensteijn J, Boroffka SA, van den Ingh TS, Teske E, Voorhout G. Comparison of ultrasonography, computed tomography, and single-photon emission computed tomography for the detection and localization of canine insulinoma. J Vet Intern Med. 2005;19:15-22. Wisner ER, Penninck D, Biller DS, Feldman EC, Drake C, Nyland TG. High-resolution parathyroid sonography. Vet Radiol Ultrasound. 1997;38:462-6. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria dell’Orologio Via Gramsci ¼ - Sasso Marconi (BO) E-mail: [email protected] 87 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 88 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Tobias Schwarz DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Edinburgh (UK) Differential diagnosis in intrathoracic airway disease which imaging modality for which indication? Saturday, March 23rd 2013 - 2.30 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 89 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUCTION Imaging is an essential step in the diagnostic work up of dogs and cats with cough and other signs of respiratory disease. Conventional radiography has been the mainstay of airway and lung imaging for many years. It is a quick, non-invasive diagnostic tool to screen the entire airways and lungs at a low cost. These criteria ensure that radiography will probably remain our first line diagnostic imaging tool for patients with respiratory disease for many years to come. LIMITATIONS OF CONVENTIONAL RADIOGRAPHY However there are a number of limitations of conventional radiography for patients with intrathoracic respiratory conditions. Organ Superimposition Airway patency is a major criterion in the search for causes of respiratory signs. Particularly the upper airways are difficult to assess because of the many superimposing structures that can potentially opacify them. In the canine trachea, luminal reduction is often misinterpreted as “overlap” of neighbouring structures. Small airway collapse is almost impossible to reliably assess radiographically. Pulmonary Opacity Fluctuations Pulmonary opacity mainly depends on the amount of air in the lungs, which in terms is highly dependent on the respiratory phase. The amplitude of physiologic changes often dwarfs expected differences between normal and diseased lung and so does their radiographic correlate. As a result, the term “interstitial lung pattern” is rendered meaningless in many cases and some radiologists have abandoned its use all together (the author is not one of them - yet). It can therefore be very difficult to interpret apparent mild lung opacity changes. 89 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 90 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Functional-Morphologic Disease Correlation Many respiratory diseases do not have marked macroscopic morphologic changes. Consequently these have few common and specific radiographic changes. The radiographic accuracy for chronic bronchitis is for instance very poor due to insufficient bronchial thickening and overlap of age- and disease-related bronchial mineralization. Another example is pulmonary thromboembolism where most animals even with severe clinical signs are radiographically normal. POTENTIAL OF ADVANCED IMAGING MODALITIES To overcome these difficulties a number of other imaging modalities have been applied. Each imaging modality offers different solutions and has its own shortcomings. Ultrasound Thoracic ultrasound is the established imaging modality for the heart (echocardiography). Echocardiography and thoracic radiography are complementary exams for dogs and cats with respiratory signs attributable to cardiac diseases. Echocardiography is very specific and sensitive, but for heart assessment only, whereas radiography offers reasonable pulmonary assessment (oedema etc.) that is critical for treatment planning. Non-cardiac thoracic ultrasound is limited to the examination of the mediastinum, peripherally non-aerated lung and pleural space but is particularly useful if fluid drainage or biopsies are required. The advantages of ultrasound for the respiratory system are related to its cross-sectional nature (eliminating superimposition), excellent soft tissue contrast and ability to perform a real-time exam without the need for general anaesthesia in many patients. Computed Tomography Helical CT allows imaging of a large body section in a relatively short time period, particularly with multi-slice units. High-resolution CT allows visualization of unprecedented detail of the lower airways and lung. The combination of these features has made CT very attractive for small animal respi- 90 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 91 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ratory imaging. Currently CT does require general anaesthesia with few exceptions. Tracheobronchial CT allows evaluation of the entire airways and is useful in the assessment of obstructive airway disease. Dynamic CT allows observation of the respiratory cycle at a given location. To reduce blurring artifacts overlapping reconstructions are extremely helpful. Orthogonal and “paddle wheel” reconstructions allow assessment of bronchovascular structures along their anatomic direction. This is particularly helpful for masses associated with the bronchial tree. CT imaging of lung tissue is particularly useful for interstitial disease, metastatic lung diseases and pre-operative assessment of lung masses. The selection of proper slice width, helical pitch, display field of view, spatial algorithm and viewing window are crucial to obtain maximal detail of subtle changes. CT has also been proven very helpful in the characterization of idiopathic pulmonary fibrosis, characterization of mediastinal lymph nodes and pulmonary thromboembolism. CT-assisted fine needle aspirates can be acquired for various mass lesions and are particularly attractive if lesions are deeply seated and thereby not approachable with ultrasound guidance. Nuclear Medicine Scintigraphy is a truly functional imaging modality with poor anatomic resolution and therefore best used in combination with other imaging modalities that complement in this regard. Selected indications for dogs and cats with respiratory signs include pulmonary perfusion scintigraphy for the diagnosis of pulmonary thromboembolism and ciliary scintigraphy for the diagnosis of ciliary dyskinesia with 99m Tc-MAA. Magnetic Resonance Imaging MRI is rarely used for the work-up of respiratory signs in dogs and cats due to poor detail of well aerated tissue, long acquisition times and associated artifacts compared to CT. It can be used in the diagnosis of thoracic masses. Specifically designed cardiac MRI protocols and airway MRI using polarized noble gases show potential for future applications in animal patients. 91 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 92 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN IMAGING APPROACH TO DIFFERENT CLINICAL SIGNS Respiratory Distress Dyspnoea, tachypnoea, panting or orthopnoea are relatively common clinical signs in dogs and cats. After initial stabilization of the patient diagnostic imaging is an essential part of the work up. Thoracic radiography has traditionally been the modality of choice, often with limited views in unstable patients. Such patients should be placed in ventral recumbency and provided oxygen during the procedure. Radiography often reveals the presence of pleural gas or fluid, airway collapse of obstruction or pulmonary opacification. With modern multi-slice helical CT units it is however often possible to scan dogs and cats conscious or minimally sedated. This is faster, less stressful, and ultimately more efficient than radiography in many clinical situations, particularly in cats. Coughing Coughing is a physiological reflex to expel secretions from the airways. Airway inflammation, compression and excessive secretions can cause cough. The compressive effect of cardiomegaly can also cause cough. Thoracic and tracheal radiography are a screening tool to investigate to potential cause of cough. Echocardiography is the modality of choice further work up suspected cardiac disease. CT is very useful to assess the airways and pulmonary parenchyma and to guide a follow-up bronchoscopic examination. With extubated tracheal tube it is also very sensitive for tracheal collapse. Syncope Syncope is a sudden loss of consciousness associated with a loss of postural tone. It needs to be differentiated from seizures, metabolic disorders and hypoxaemia. Structural cardiac diseases, arrhythmias, neutrally mediated conditions and certain drugs can cause syncope. Echocardiography is the imaging modality of choice to assess cardiac structure and function. Exercise intolerance Exercise intolerance can be caused by cardiac, upper and lower respiratory diseases. Thoracic radiography is a good screening tool to assess potential 92 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:13 Pagina 93 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN respiratory or cardiac causes. CT and or echocardiography can be used to follow up. CONCLUSIONS Thoracic radiography remains an essential screening tool in the diagnostic work up of dogs and cats with cardiorespiratory signs. Echocardiography and CT are most useful follow up procedures, and in some conditions should be used as a first line diagnostic tool. Regardless of the chosen imaging modality, a systematic work up is essential to achieve a diagnosis enabling effective treatment. REFERENCES Schwarz, T; Johnson, V. BSAVA manual of canine and feline thoracic imaging. Quedgeley: BSAVA, 2008. Address for correspondence: Dr. Tobias Schwarz, Diagnostic Imaging Service, Royal (Dick) School of Veterinary Studies, The University of Edinburgh, Easter Bush, Roslin, EH25 9RG, UK 93 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 94 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Tobias Schwarz DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Edinburgh (UK) Indications for computed tomography of the abdomen Sunday, March 24th 2013 - 3.20 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 95 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUCTION Abdominal computed tomography is gaining popularity in veterinary practice with the newer generation of multi-slice computed tomography scanners. With these scanners it is possible to obtain thin slice images of the entire abdomen within 30 seconds or less. Use of contrast medium is essential for these to demonstrate vascular detail, parenchymal abnormalities, urinary and biliary excretion patterns. PATIENT PREPARATION For most computed tomography examinations only minimal patient preparation is necessary. Ideally the patient is under general anaesthesia and is hyperventilated immediately prior to scanning. This minimizes respiratory motion artefacts that affect the cranial abdomen. In more and more institutions, dogs and cats receive an abdominal computed tomography only with sedation, provided they can be restrained safely. In cats and small dogs, this can easily achieved using special Plexiglas cages such as the VetMouseTrapTM. The motion artefacts are minor using this minimal restraint technology. However it might not be sufficient for vascular studies. A complete enema to empty the colon is not necessary however removal of faeces from the pelvic colon and rectum is advantageous for ureteral, urethral and vaginal assessment. CONTRAST MEDIUM APPLICATION A pre-contrast computed tomography computed tomography series is essential to visualize mineralisation of the biliary system, urinary tract and gastrointestinal system. Intravenous application of non-ionic iodinated contrast medium is essential for most imaging indications, as it allows characterization of parenchymal organs including identification of abscesses, cysts, oedematous and inflammatory changes. In neoplastic conditions abnormal contrast enhancement can be seen including areas of non-enhancing necrosis. In hollow organs the mucosa usually contrast enhances which allows assessment of wall layers. Oral applications of water can be useful for the stomach or whole milk can be useful for the gastrointestinal tract. 95 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 96 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN COMPUTED TOMOGRAPHY VERSUS ULTRASOUND Abdominal ultrasound is most commonly the first line of diagnostic imaging for the canine and feline abdomen. It has a very high sensitivity and specificity for most abdominal diseases when used by an experienced ultrasonographer. Limitation of ultrasound include its operator dependency, the need for personnel and time for restraining and shaving, interference of gastrointestinal gas, limited access to thorax and pelvis and difficulties in assessing the entire abdomen in large dogs. Multi-detector helical computed tomography allows fast imaging of sedated or anaesthetized dogs. Recent studies show an advantage of computed tomography over ultrasound for dogs weighing more than 25 kg to assess the entire abdomen quickly and completely. Other studies showed a comparatively higher sensitivity and specificity of computed tomography over ultrasound for assessment of surgical versus non-surgical emergencies in the canine abdomen. ABDOMINAL COMPUTED TOMOGRAPHY PROTOCOLS Abdominal Vascular Computed Tomography Requirements: • General anaesthesia • Power injector (= injection pump), catheter in cephalic vein • Respiration control Technique: • Timed contrast medium injection & scan start (test bolus, guess, bolus tracking) • Inject low concentration i.v. contrast medium (240 mg Iodine / ml) @ 800 mg Iodine / kg • Arterial, portal and/or caval venous phase image series Duration: • 30 min Applications: • Portosystemic shunts (intra- / extrahepatic, single / multiple) • Caval abnormalities (adrenal mass compression / invasion, segmental aplasia) • Vascular thrombosis (aortic, portal, caval) 96 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 97 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN • Vascular anatomy (renal donor screening) • Tumour vascularity & vascular trauma Parenchymal Enhancement Computed Tomography Requirements: • Sedation or general anaesthesia • Cephalic vein catheter access • Power injector for some studies Technique: • Pre- and post-contrast imaging of parenchymal (liver, spleen, kidneys, pancreas, adrenals, lymph nodes) and gastrointestinal organs • Inject i.v. contrast medium @ 800 mg Iodine / kg • Vascular phase imaging for liver, pancreas, adrenals requires power injector • General information can be obtained by non-timed, hand-injected studies Duration: • 10 – 15 min Applications: • Met check, abdominal screening, mass assessment • Differentiation benign hyperplasia – malignant neoplasia • Insulinoma diagnosis • Bowel necrosis • Growing number of other applications Biliary Excretion Computed Tomography Requirements: • Cephalic vein catheter • Sedation • Preferentially ionic contrast medium Technique: • Inject i.v. contrast medium @ 800 mg Iodine / kg • Scan 30 min to 1 h post injection Duration: • 10 min Applications: • Biliary parenchymal liver enhancement outlines pancreas & diaphragm • Biliary accumulation in gallbladder and common bile duct allows assessment of these structures 97 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 98 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Urinary Excretory Computed Tomography Requirements: • Cephalic vein catheter • Sedation or general anaesthesia • Wedge shaped patient bed • Ventral recumbence Technique: • Pre contrast CT of entire urinary system essential if calculus detection required • Inject i.v. contrast medium @ 400 mg Iodine / kg (hand injection sufficient) • Scan renal parenchyma 30 sec post start injection • Scan urinary bladder & urethra @ 5 min post start injection for both ureters Duration: • 20 – 30 min Applications: • Urolithiasis • Ectopic ureters • Intrapelvic bladder • Pyelonephritis • Renal diseases CONCLUSIONS Computed tomography offers a fast and efficient new way to diagnose common abdominal disorders in dogs and cats. Contrast medium application is beneficial for most indications. REFERENCES Bertolini G, Rolla EC, Zotti A, Caldin M. Three-dimensional multislice helical computed tomography techniques for canine extra-hepatic portosystemic shunt assessment. Vet Radiol Ultrasound. 2006;47(5):439-443. Bertolini G, Furlanello T, De Lorenzi D, Caldin M. Computed tomographic quantification of canine adrenal gland volume and attenuation. Vet Radiol Ultrasound. 2006;47(5):444448. 98 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 99 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Cáceres AV, Zwingenberger AL, Hardam E, et al. Helical computed tomographic angiography of the normal canine pancreas. Vet Radiol Ultrasound. 2006;47(3):270-278. Fields EL, Robertson ID, Brown JC. Optimization of contrast-enhanced multidetector abdominal computed tomography in sedated canine patients. Vet Radiol Ultrasound. 2012;53(5):507-512. 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Address for correspondence: Dr. Tobias Schwarz, Diagnostic Imaging Service, Royal (Dick) School of Veterinary Studies, The University of Edinburgh, Easter Bush, Roslin, EH25 9RG, UK 99 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 100 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA Imaging approach to the clinical patient – what first: radiography or ultrasound? Friday, March 22nd 2013 - 12.10 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 101 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Today, ultrasonography is widely available in veterinary practice, and the question often arises if radiographs are still necessary, or if it can be replaced by ultrasound. Radiography and ultrasound are complimentary in many aspects, and in the ideal world both studies would always be obtained. However financial constraints of the owner often necessitates a decision for one or the other imaging modality to be made and it is important to know which method provides the best first assessment for the patient’s problem. On the other hand there are indications where radiography or ultrasound alone is sufficient. The dilemma of radiography versus ultrasound is most common in abdominal disease. Ultrasound provides insight into internal structure of abdominal parenchymal organs, motility and contents of the gastrointestinal tract, presence of non-radiopaque urinary calculi and allows evaluation of small structures such as the adrenal glands, pancreas, lymph nodes and vasculature. Radiographs on the other hand provide an excellent overview; it is easier to determine size and location of gas-filled structures and the images can be reviewed by different observers or even sent off for evaluation by a radiologist, whereas the ultrasonographic examination is very operator dependent. Additionally, radiography allows assessment of extra-abdominal structures such as the lumbar spine, pelvis and caudal portion of the thorax. For diagnostic workup of patients with suspected liver disease based on blood work and clinical presentation, ultrasound has many advantages over radiography. Liver size may be more reliable to assess using radiographs, as the position of the liver under the ribcage and the axis of the stomach are visible, but this information is often not vital to the diagnostic process and ultrasonographic estimation if the liver is too big or too small is sufficient. There are many advantages to ultrasound for the diagnosis of liver disease. Parenchymal alterations can be evaluated and fine needle aspirates of lesions directly obtained, biliary tract disorders and presence of vascular abnormalities or portal hypertension can be determined. In dogs and cats with gastrointestinal disease abdominal radiography is always recommended as a first step, since it provides the best overview over gas pattern, presence of radiopaque foreign material, location of gas distended bowel loops and contents of the colon. If there are financial constraints that allow only use of one imaging modality, ultrasound has an advantage in dogs and cats with chronic signs of vomiting, weight loss or diarrhea. In these patients inflammatory or neoplastic disease is often present, and evaluation of the wall layering, thickness, and associated lymph nodes is most helpful in determining the potential source of the disease and decide on the next diagnostic step. In acutely vomiting animals, radiographs are usually the first 101 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 102 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN imaging modality of choice. It can be performed quickly and often provides the information if bowel obstruction is present or not. Especially gastric foreign material is often easier to diagnose on radiographs than on ultrasound, since food particles may have a similar sonographic appearance and gas may obscure presence of foreign material. Pancreatic disease, particularly pancreatitis is always a consideration in vomiting patients. Radiographs are very nonspecific for pancreatic disease, and even if there are signs such as widening of the gastroduodenal angle, a mass effect in the region of the pancreas, and cranial abdominal effusion ultrasound will be needed to confirm that the changes are due to pancreatic disease rather than for example bile peritonitis. For urinary tract disorders ultrasound is usually the imaging method of choice, since it allows assessing the renal parenchyma, size of the renal pelvis, detecting ureteral abnormalities and bladder wall thickness and contents. Urinary calculi are not always visible radiographically but are easily identified with ultrasound based on their distal shadow and twinkle artifact when using Doppler ultrasound. Ureteral obstruction can be diagnosed based on dilation of the renal pelvis and ureter and presence of an intraluminal calculus at the distal end of the ureteral distension. However in presence of urinary calculi there are advantages to radiography as well. Ureteral dilation, even in presence of an obstructive calculus, is not always present all the way to the level of the calculus. In that case, sonographically the calculus represents a small shadowing structure in the retroperitoneal space, where there are many fascial planes and other structures that make identification of a calculus difficult and it is helpful to have radiographs to determine the whereabouts of a potential calculus. In male dogs with urinary bladder calculi and stranguria radiographs should always be obtained to rule out presence of a urethral calculus. Urinary tract trauma is a good indication for radiography combined with contrast procedures. It is much easier to determine presence and location of a urinary tract rupture using positive contrast radiography than on ultrasound. Care should be taken to ensure patients are well hydrated prior to these procedures. Staging of oncology patients is a common indication for abdominal imaging, and in most cases ultrasound will be the method of choice since it allows assessment of lymph nodes and detection of possible metastatic nodules in the abdominal organs. Radiographs should be considered to assess patients with prostatic carcinoma, where metastatic disease to the lumbar spine may be present. Sublumbar lymphomegaly, if pronounced, may be detectable on radiographs as well. If an abdominal mass is palpated, often ultrasound is used to determine origin of the mass and presence of metastatic disease. However, if the mass is very large, abdominal radiography should be considered 102 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 103 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN instead. The limited field of view in ultrasound can make it difficult to determine where the mass is originating from, particularly since a large mass compresses adjacent tissues and thus is in close contact with them. Following the vascular supply of the mass sometimes provides the answer to the question of origin. Radiographically on the other hand displacement of other organs often provides information about the origin of the mass, for example caudal displacement of the stomach would be expected with a liver mass, but not with a splenic or pancreatic mass. If peritoneal effusion is clinically already identified based on abdominal distension and a palpated fluid wave, radiographs are not indicated since loss of peritoneal detail will hinder assessment of the abdomen. However excessive fluid also creates problems for the ultrasonographer, most organs are dorsally displaced and compressed, and tension of the abdominal wall makes the examination difficult and uncomfortable for the patient. Drainage of a portion of the fluid improves image quality and comfort of the patient. Abdominal trauma is a good indication of radiographs as a first imaging study. It provides an overview over abdominal and extra-abdominal structures, including possible spinal and pelvic injuries, integrity of the diaphragm and abdominal wall, and presence of peritoneal or retroperitoneal fluid. Small amounts of free gas can be difficult to identify in both imaging modalities. Horizontal view radiographs with the patient in left lateral recumbency (maintain left lateral recumbency for about 10 minutes prior to obtaining the radiographs) may help pooling free gas under the lateral body wall without superimposition of the gastric fundus. For thoracic disease, radiographs are the imaging modality of choice in most cases. The question if ultrasound should be performed instead sometimes arises in patients with pleural effusion. Ultrasound provides good evaluation of the cranial mediastinum and ventral thorax in presence of pleural effusion; however the dorsal lungs are still aerated and prevent complete assessment of the thorax. Ultrasound therefore is a good choice to rule out presence of mediastinal masses, pericardial effusion and ventral thoracic disease in general, but radiographs are still recommended after thoracocentesis with removal of as much fluid as possible. Even though presence of fluid is helpful for the ultrasonographic evaluation of the thorax, safety of the patient always comes first and fluid should be removed if the patient is dyspneic. Palpated neck masses often warrant imaging evaluation. Unless there is a suspicion of bone involvement, radiographs are usually low yield and ultrasonographic assessment of the mass is preferred. Ultrasound allows identification of lymph nodes, salivary and thyroid glands and allows tissue sampling. 103 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 104 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA There is a lesion in the head: which technique should we use? Friday, March 22nd 2013 - 5.40 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 105 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN There are many diverse indications for imaging of the head, ranging from neurologic disorders such as seizures, abnormal mentation and cranial nerve deficits to nasal disease, problems with mastication, suspicion of otitis, dental disease, and masses in any area of the head to name a few. Often the choice of imaging modality is limited by availability, but more and more commonly cross-sectional imaging modalities such as Computed Tomography (CT) and Magnetic Resonance Imaging (MRI) are accessible for the veterinary practitioner in addition to radiography, and a choice has to be made which method is best for each individual patient. In the following common indications of head and neck imaging are reviewed, and the pros and cons of different imaging modalities as well as the main imaging findings are described. Nasal disease: Sneezing, nasal discharge and nasal swelling or masses are indications for imaging the nasal cavities. Radiographs are insensitive for changes in the nasal cavities, since there are so many superimposed structures complicating the image. Lysis of the turbinates or nasal septum has to be pronounced to be recognizable radiographically, for example at least 50% of the cribriform plate has to be lytic for it to be visible. If cross-sectional imaging is available it is therefore reasonable to skip the radiographic examination and directly use CT or MRI. If radiography is the only available imaging modality, images of best possible quality should be obtained, and this is only possible if the patient is heavily sedated or under general anesthesia. Standard projections include lateral, ventrodorsal or dorsoventral, oblique and open mouth ventrodorsal or intraoral dorsoventral views of the maxilla. Skyline views of the frontal sinuses may be obtained as well. Radiographic interpretation includes assessment of increased or decreased opacity, uni-or bilateral distribution, and presence of lysis of the nasal turbinates and boundaries of the nasal cavities. Bilaterally increased radiopacity with no or minimal loss of turbinates is usually due to rhinitis of allergic or infectious origin. Nasal tumors typically lead to unilateral increased opacity with evidence of turbinate loss. Extension of a soft tissue mass beyond the nasal cavity is a good indication for an aggressive disease process. Fungal rhinitis such as aspergillosis typically leads to loss of bone structure without an associated soft tissue mass, or a “cavitated” appearance, often in the rostral nasal cavity. The same findings can be observed when using CT or MR imaging, but in much more detail and with much greater sensitivity, which makes a big difference in assessing the case and planning further diagnostic steps. CT imaging provides better bone resolution, and small areas of bone lysis are easier to identify. The jury is still out which imaging modality is better for nasal disease, and it is a question of preference of the clinician or radiologist. The author of 105 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 106 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN this text prefers to use CT imaging for nasal disease. Due to the increased sensitivity of CT to bone lysis, full assessment of the nasal cavity is possible. Multifocal bone lysis including the orbit, hard palate and maxilla rather than just the turbinates is usually a sign of a neoplastic process rather than inflammation. In presence of fungal disease it is very important to determine presence of cribriform plate destruction if intranasal antifungal treatment is considered. Post contrast images are helpful to locate perfused portions of a mass in order to guide biopsy procedures and obtain diagnostic samples. Intracranial disease: MRI is the best method available to evaluate patients with suspected intracranial disease. Soft tissue contrast resolution is by far superior to CT imaging. The only exception is acute head trauma where CT is a good method for identification of skull fractures and cerebral hemorrhage. Acute hemorrhage appears as hyperattenuating region compared to the normal brain tissue. CT is a viable alternative if MRI is not available, keeping in mind that small, poorly contrast enhancing or diffuse lesions may not be apparent. Cerebrospinal fluid analysis is always recommended if a CT brain scan is negative. When evaluating the brain, symmetry of the brain tissue, signal intensity/attenuation, presence of a mass effect, hemorrhage, and abnormal contrast enhancement is assessed. Mass lesions are characterized as intra- or extraaxial. Extraaxial masses, meningioma being the most common type particularly in cats, typically have a broad base toward the skull, displace the brain tissue rather than infiltrating it, and enhance strongly after contrast medium administration. Associated meningeal enhancement is quite common as well. Intraaxial masses such as glial cell tumors on the other hand may not or only mildly enhance, infiltrate the brain tissue and are surrounded by a rim of brain tissue. The differentiation is not always clear. Some tumor types such as histiocytic sarcoma can be both intra-and extraaxial. Inflammatory diseases typically present as multifocal faintly or strongly contrast enhancing lesions with associated meningeal enhancement. Cerebrovascular accidents cause minimal or no mass effect and are not initially enhancing; faint peripheral enhancement can be seen after a few days. Otitis: Fluid or a soft tissue mass within the middle ear can be recognized radiographically as increased radiopacity. Additionally, the bulla wall can be assessed for presence of lysis or hyperostosis. In younger cats the nasopharynx always has to be assessed on lateral and oblique views for presence of a nasopharyngeal mass that can be associated with otic polyps. Small amounts of fluid or mild bone lysis or thickening however is difficult to recognize radiographically and cross-sectional imaging may be required. Both CT and MR imaging are good choices. CT provides excellent assessment of the bone 106 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 107 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN structure of the tympanic bulla, and small areas of lysis or hyperostosis can be detected. Contrast enhancement will determine presence of aural or periaural inflammation or tumor extension. MRI on the other hand allows detailed evaluation of the soft tissue structures of the middle ear. In presence of otitis media a strongly contrast enhancing inflammatory membrane can be seen outlining the tympanic bulla. If inner ear disease is suspected clinically MRI is the preferred method since it allows more detailed analysis of the signal intensity of the endo- and perilymph, contrast enhancement of the inner ear and adjacent meningeal enhancement or brain lesions. Problems with mastication: There are multiple possible causes for pain or inability to open the mouth. Radiographs are very limited since the temporomandibular joints (TMJ) are small structures that are superimposed over many complex bones of the skull. Straight dorsoventral and oblique projections with the mouth open and closed are considered most helpful and lesions such as fractures and luxation can be assessed. TMJ luxation can lead to lateral displacement of the coronoid process of the mandible relative to the zygomatic arch with subsequent open jaw locking; the lateral displacement can be recognized radiographically. However in trauma cases, if available, CT imaging is highly recommended since it allows assessment of small fractures also in the adjacent structures. It is quite easy to re-scan the patient in an open mouth position to evaluate displacement and subluxation whereas presence of the head coil on MR imaging complicates assessment in different positions. Soft tissue lesions associated with the masticatory apparatus are better evaluated on MRI. Particularly if there is asymmetric atrophy and a trigeminal nerve lesion is suspected, MRI is the preferred method. Masticatory myositis can be recognized with both imaging modalities, and typically presents as asymmetric muscle atrophy and patchy contrast enhancement with interspersed areas of necrosis affecting the temporal, masseter and pterygoid, but not the digastric muscles. Head and neck masses: Choice of imaging modality depends on the primary goal of the diagnostic test. Radiographs are very limited in the assessment of head and neck masses, and should only be pursued if no cross-sectional imaging modalities are available. Identification and tissue sampling of a neck mass can be done with ultrasound, but this method is limited to the soft tissues of the neck with no bone interference. If the goal is not just to identify a mass, but also to plan a surgical approach or radiation therapy, CT or MRI are the methods of choice. In our institution CT is typically the go-to method, as it is the preferred method for radiation therapy planning. However, if intracranial extension is suspected, MRI remains the method of choice. 107 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 108 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA Systematic approach to thoracic radiology Saturday, March 23rd 2013 - 09.00 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 109 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Thoracic radiographs are frequently taken in small animal veterinary practice, and remain challenging to interpret for both the veterinary practitioner and specialists. To tackle the difficult task of interpreting thoracic radiographs it is very helpful to use a systematic approach. In the following, an overview of thoracic interpretation with helpful tips on how to recognize common diseases is given. There are many different ways how to systematically interpret a thoracic radiograph, and no way is better than the other. Some people like to scrutinize a radiograph in a concentric way from the outside in or the inside out, some prefer to evaluate it from left to right (like a book), and some evaluate one compartment or organ system after the other. In the following the compartment or organ system approach will be described. Something to consider is the fact that we are often distracted by an obvious lesion, and will cut the systematic search short. This is called “satisfaction of search” and other lesions that may be equally important may be missed. Therefore it often makes sense to right away scrutinize an obvious lesion and then return to perform the entire systematic evaluation. Extrathoracic structures: Skeletal structures, cranial abdomen and soft tissues of the thoracic wall and distal neck are usually included on thoracic radiographs. Commonly observed degenerative changes in the skeletal structures include spondylosis deformans, degenerative changes of the sternebrae, and shoulder joint osteoarthritis. They are so common that it is tempting to overlook changes associated with the sternum and thoracic spine. However, sternal osteomyelitis or osteosarcoma can break into the subpleural or pleural space and lead to pleural effusion or extrapleural masses. Similarly, aggressive lesions of the thoracic vertebrae can have soft tissue components that extend into the dorsal thorax and mimic pulmonary or pleural masses. Recognizing changes in the skeleton in these cases is the key to recognizing the cause of the thoracic disease. The proximal humeri are one of the more common sites for osteosarcoma, and the trabecular pattern and cortical integrity should always be evaluated, particularly in older, large breed dogs. Pleural space: The function of the pleural space is to keep the lungs attached to the thoracic wall and diaphragm, to allow expansion of the lungs during inspiration as the thoracic wall expands. Once there is pleural disease the negative pressure decreases. The main radiographic finding in presence of pleural space disease therefore is retraction of the lung lobes away from the thoracic wall. In presence of pleural effusion, there is an increased opacity of the thorax and widening of the pleural fissure lines. Pneumothorax causes increased radiolucency of the thorax with lack of visible pulmonary vas- 109 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 110 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN culature. Pleural masses are broad-based along the thoracic wall and displace the lung parenchyma as they protrude into the thorax with a convex shape. Often associated rib lysis or thoracic wall masses can be seen. Mediastinum: Visible mediastinal structures include the large vessels, trachea, and parts of the esophagus if fluid- or gas filled. Mediastinal masses are a common concern when evaluating thoracic radiographs. Signs that a cranial thoracic mass is mediastinal rather than pulmonary or extrapleural include midline location and widening of the mediastinum on VD or DV views, dorsal displacement of the trachea, and silhouetting with the heart. Dorsal displacement of the trachea in absence of a widened mediastinum on DV/VD views is a normal finding due to head positioning. Common differential diagnoses for mediastinal masses based on location are listed below: Cranioventral Craniodorsal Perihilar Caudodorsal Caudoventral Sternal lymphadenopathy Focal esophageal dilation (vascular ring anomaly) Tracheobronchial lymphadenopathy Esophageal mass Diaphragmatic hernia Mediastinal lymphadenopathy Neurogenic tumor Ectopic thyroid Hiatal hernia Abscess Thymoma Vertebral tumor Heart base mass Spirocerca lupi Mediastinal cyst Vertebral tumor Abscess Esophageal diverticulum Ectopic thyroid tissue Esophageal dilation can be segmental or generalized. Radiographic signs include ventral displacement of the trachea, and converging “funnel” shaped linear opacities in the caudal thorax on the VD view. Opacity of the dilated esophagus depends on contents (gas, fluid or food/foreign material). Segmental dilation can be caused by strictures, vascular ring anomalies or esophageal foreign bodies. Airway instability may affect the trachea and/or principal bronchi. Tracheal and bronchial collapse is a dynamic process; in- 110 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 111 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN trathoracic collapse is seen during expiration whereas extrathoracic collapse happens during inspiration. Radiographs in both phases of respiration or fluoroscopy are thus often necessary to diagnose this condition and determine the full extent. Redundancy of the dorsal tracheal membrane seen as soft tissue opacity superimposed on the dorsal aspect of the trachea without collapse of the wall is rarely associated with clinical signs. Heart and pulmonary vessels: These two entities always need to be assessed together, since the pulmonary vessels provide important information on hemodynamic status of any cardiac disease, one of the main reasons for obtaining radiographs in these patients. When evaluating the heart, the overall size and any changes in shape have to be assessed. There are many rules of thumb for assessment of heart size; however it remains to some degree subjective due to a large variation between breeds in dogs. The vertebral heart scale for example, the most objective measurement available, has such a wide standard deviation of normal values, that its use is limited to determine questionable cardiomegaly. It is however very useful for repeatedly assessing the same patient for response to therapy or progression of disease. Heart shape differs between dogs and cats, namely the position of the left atrium is different, being in a more lateral location in the cat. Left heart enlargement typically leads to elongation of the cardiac silhouette with a straight caudal border, whereas right heart enlargement causes rounding of the cardiac silhouette with and inverse D appearance on the DV projection. Changes in the pulmonary vasculature can provide essential information for cardiac assessment. Pulmonary venous distension is a sign of left heart decompensation (not consistently present in cats!). Left-to-right shunt should be suspected if there is dilation of both pulmonary veins and arteries whereas small pulmonary vessels can be a sign of right-to-left shunting, hypovolemia, or pericardial effusion. The primary differential diagnosis for enlarged pulmonary arteries is heartworm disease, or less likely pulmonary thromboembolism or hypertension. Pulmonary parenchyma: Arguably the most difficult part of the thoracic evaluation is the assessment of the pulmonary parenchyma. It is normal to see vessels, bronchi and some interstitial markings within the lungs, and we have a tendency to overdiagnose “bronchointerstitial” pulmonary disease. Determination of normal is critical and requires experience in thoracic radiographic interpretation. To complicate matters, there are many artifacts and extrapulmonary diseases that can mimic increased or decreased pulmonary opacity, and these have to be ruled out before an attempt is made to characterize any pulmonary disease. Common causes of increased thoracic opacity 111 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 112 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN in absence of lung disease include underexposure (when using film screen radiography), expiratory phase radiographs, poor inspiratory effort as with upper airway obstruction and abdominal distension, obese body condition, pleural effusion, and superimposition of thoracic limbs on the cranial thorax. Pneumothorax, cachexia, positive pressure ventilation and overexposure can lead to an increased radiolucency of the thorax. Once an increased opacity is determined to be indeed pulmonary in origin it is very helpful to notice the distribution of the disease and to try to determine what pulmonary pattern is predominant. However, the use of pulmonary patterns is somewhat limited since many diseases are not affecting a single anatomic compartment, and mixed patterns are very common. Pulmonary patterns are divided into alveolar, interstitial and bronchial (with a vascular pattern associated with cardiac disease, see above). If a predominant pattern cannot be determined, it is most useful to try to decide if there is airway involvement (bronchial and alveolar pattern) since in that case airway sampling can be used as the next diagnostic step. If there is predominantly interstitial disease, airway sampling may not be useful and other diagnostics such as biopsy have to be considered for a definitive diagnosis. 112 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 113 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA I think there is a pulmonary nodule or mass: what is the best approach? Saturday, March 23rd 2013 - 09.50 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 114 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Thoracic radiographs are commonly used to screen dogs and cats for presence of metastatic disease. Certain technical parameters need to be optimized to increase detection rate of pulmonary nodules. Correct exposure is very important, as is good positioning. One of the most important factors to consider is poor lung inflation due to expiratory radiographs, and due to positional atelectasis. Three view thoracic radiographs should be standard of care. Two lateral radiographs are the absolute minimum for detection of metastatic nodules that are typically easier seen on lateral than on ventrodorsal or dorsoventral views. When a thoracic nodule or mass is identified, superimposition of extrathoracic structures has to be ruled out first. Common superimposed structures that mimic pulmonary nodules are nipples, skin tags or nodules, and bone and cartilage proliferations associated with the costochondral junctions. Careful scrutiny of the extrathoracic structures on orthogonal projections is needed to identify structures that may be superimposed on the lungs, as well as palpation of the patient’s thoracic wall. To make sure a thoracic wall nodule indeed has caused the detected soft tissue opacity in the lungs, a small amount of barium paste or a metallic marker can be applied to the structure followed by repeat radiographs. Oblique projections may be used as well to better determine location of a nodule. Finally, if available, a thoracic nodule can be observed with fluoroscopy to decide if it moves simultaneously with the lungs during the respiratory cycle, whereas extrathoracic structures move only slightly with chest wall expansion. Once a nodule or mass has been identified as being intrathoracic, mediastinal, pleural/extrapleural or pulmonary origin has to be determined. Mediastinal masses most often are located cranioventrally. A common radiographic finding is dorsal displacement of the trachea. This finding alone though has to be interpreted with caution, as different head positions may cause dorsal displacement of the trachea as well. Widening of the cranial mediastinum on the VD or DV projection confirms presence of a cranial mediastinal mass. Mediastinal masses may also cause a silhouette sign with the cardiac silhouette, however since the right cranial lung lobe wraps around the cranial aspect of the heart, right cranial lung lobe masses may silhouette with the heart as well. Pleural/extrapleural masses typically are broad based on the thoracic wall with a convex shape protruding into the thorax. The pulmonary parenchyma and the bronchovascular structures are displaced. Widening of the rib space, lysis and/or periosteal reactions of the ribs and soft tissue thickening of the thoracic wall are other findings that indicate an extrapleural origin of a thoracic mass. Pulmonary nodules and masses on the other hand tend to be rounded towards the thoracic wall. Sometimes bronchovascular structures can be seen entering a 114 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 115 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN mass, confirming its pulmonary origin. A good sign that a mass or nodule is pulmonary in origin is its change in position and delineation on different radiographic projections. Many nodules are only seen on one lateral view if located in the non-dependent, better aerated lung. If visible on both views, the nodule or mass usually rises into a more dorsal position when the animal is lying on the side of the affected lung with associated positional atelectasis. Solitary pulmonary masses most commonly represent primary lung tumors. Carcinomas account for about 97% of primary lung tumors in dogs with adenocarcinoma more prevalent than squamous cell carcinoma. The carcinomas are subclassified according to their location as bronchial, bronchoalveolar and alveolar. Malignant histiocytosis or generalized histiocytic sarcomas often present with solitary or multiple pulmonary masses. In cats, carcinomas are most common, with bronchial carcinomas more common than bronchoalveolar or alveolar carcinomas. Bronchial adenocarcinoma is the most common lung tumor in cats (66-71%); bronchoalveolar adenocarcinoma, anaplastic carcinoma and squamous cell carcinoma account for 10-15% of lung tumors. Location of a lung mass can provide some information about its origin: pulmonary carcinomas tend to be located in the caudodorsally, whereas ventrally or located masses often represent histiocytic sarcoma. Metastasis is common in primary lung tumors. In dogs, a 50% metastatic rate has been reported with adenocarcinoma, 90% with anaplastic carcinoma, and 100% with squamous cell carcinoma at necropsy. Metastasis can occur via lymphatic, airway, hematogenous, and trans-pleural routes, with lungs and lymph nodes being the most common sites of metastasis in dogs. Pleural, pericardial, cardiac, skeletal and abdominal metastasis is less common. In cats, the regional lymph nodes and pleural cavity are most commonly affected. Metastasis to the digits, typically the third phalanx of the weight-bearing digits can occur in cats, and lameness is sometimes the presenting complaint. These facts should be taken into consideration when evaluating a patient with a pulmonary mass. Tracheobronchial lymphomegaly is usually not severe enough to be diagnosed radiographically, and CT imaging may be necessary. Presence of tracheobronchial lymphomegaly on CT imaging in dogs with pulmonary carcinoma was very specific for metastatic lymph node infiltration and associated with poorer prognosis. CT is routinely performed prior to potential surgical resection of a pulmonary mass, to determine presence of metastatic disease and assess thoracic lymphomegaly. Fine needle aspirates or biopsy of a pulmonary mass is needed for a final diagnosis. Ultrasound is often the method of choice for this procedure, but requires peripheral location of the mass. A small amount of aerated lung tissue 115 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 116 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN peripheral to the mass is not a reason to abandon the plan of ultrasound-guided tissue sampling. Positioning the patient on the affected side for several minutes often results in sufficient atelectasis to allow visualization and sampling of the mass. If a mass is not visible sonographically, CT-guided sampling can be performed. Ultrasound is the preferred method at our institution since needle insertion and tissue sampling can be done quickly, whereas on CT imaging repeated scanning to assess needle positioning is often necessary resulting in a higher chance of injury of the surrounding lung parenchyma. The risk of any sampling procedure is creation of pneumo- or hemothorax, and the clinician should always prepare for a potential thoracocentesis prior to the sampling procedure. Metastatic disease is the primary suspicion in older dogs and cats with multiple pulmonary nodules; however it is critical to realize that inflammation can also lead to formation of lung nodules. Detection of lung nodules should always be interpreted in the context of signalment and history, and a definitive diagnosis should never be made based on radiographs alone. The most sensitive method to detect metastatic pulmonary nodules is CT imaging. CT is able to detect nodules of size that would not be radiographically visible yet. The threshold for radiographic visibility is at 7-9mm. CT is often used in our practice to initially stage cancer patients where presence of metastatic pulmonary disease would change treatment choices, or in patients that undergo CT imaging for assessment of the primary tumor. Follow-up staging however is often done radiographically, since it is more cost-efficient and does not require sedation. Differential diagnoses include fungal disease, mycoplasma infection, lymphomatoid granulomatosis and parasitic granulomas. Canine pulmonary lymphomatoid granulomatosis is a rare pulmonary lymphoproliferative disease that has a predilection for the caudal lung lobes and frequently metastasizes to hilar lymph nodes. It is characterized by multiple pulmonary nodules that consist of sheets of atypical lymphoreticular and plasmacytoid cells admixed with fewer mature eosinophils and lymphocytes. Pulmonary infiltrates with eosinophils may lead to a nodular appearance of the pulmonary parenchyma, particularly in the perihilar region, but a pronounced bronchial pulmonary pattern is typically present as well. Granulomas secondary to heartworm disease can be differentiated from neoplastic disease by the presence of enlarged and tortuous pulmonary arteries. If pulmonary nodules are identified in a patient with no known primary tumor the next diagnostic step is usually to perform abdominal ultrasound. Skeletal survey radiographs may also be obtained to search for a primary lesion. Even if the pulmonary nodules are small it may be worthwhile to use ultrasound to examine the surface of the lungs, often peripheral nodules can be identified and may be accessible for fine needle aspiration. 116 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 117 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA Approach to the acute abdomen Saturday, March 23rd 2013 - 5.40 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 118 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Acute abdomen is defined as sudden, severe abdominal pain of unclear etiology, of less than 24 hours duration. Dogs and cats presenting to the emergency room with acute abdomen typically require imaging as part of their initial workup. Abdominal radiography is normally the first imaging modality used in these patients, since it is fast and non-invasive, and provides an immediate overview of potential problems in the abdomen, and emphasis will be placed on the radiographic assessment of acute abdomen patients. Three views including left lateral, right lateral and ventrodorsal radiographs are highly recommended. Obtaining both lateral radiographs can be tremendously helpful to assess abnormal gas patterns. The exception is suspicion of Gastric Dilatation Volvulus, where a single right lateral view usually is diagnostic. Depending on the findings on the initial radiographs, additional views such as horizontal views, compression views, and contrast studies can be obtained. Abdominal radiographs have to be evaluated systematically in every patient. Care should be taken to not just focus on the abdomen but also to scrutinize the included portion of the thorax and the musculoskeletal structures that can provide important clues to the source of the acute abdominal pain. When evaluating the abdomen overall peritoneal detail is assessed to determine if there is evidence of effusion or free gas. One of the more common causes for acute abdomen is small intestinal obstruction. The main radiographic finding is gas and/or fluid distension of small intestinal loops. Small intestinal loops are considered too large if they are wider than 1.5x the height of the vertebral body L5, or in cats, wider than 12mm. Once a dilated bowel loop is identified, it first has to be differentiated from the colon. In many instances the colon can be identified based on its location at the pelvic inlet and contents. Differentiation is more difficult if there is no fecal material and no continuous colonic gas column. If in doubt, a quick and simple way to locate the colon is a pneumocologram. If dilated small intestines are identified, the next step is then to differentiate mechanical ileus from functional (atonic) ileus. Functional ileus typically affects all intestinal loops equally. On the other hand, if there is a mechanical obstruction, ingesta and gas are accumulated proximal to the obstruction, whereas the bowel loops distal to the obstruction are empty and small. Keep in mind that proximal duodenal obstructions often lead to reflux into the stomach with subsequent vomiting rather than duodenal dilation, and radiographs can be normal. Linear foreign bodies are more difficult to recognize since the affected bowel loops are often not gas distended. Abnormal shape with hairpin turns, plication and abnormal gas contents (triangular or 118 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 119 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN teardrop shaped luminal gas) and bunching of the small bowel in one portion of the abdomen are signs of a linear foreign body. Foreign material in the pyloric antrum often represents an anchor for duodenal linear foreign material. If radiographic findings are equivocal for intestinal obstruction there are several options for further workup of the patient. Repeat radiographs after a few hours of fluid therapy sometimes clarify if there is presence of a mechanical obstruction. If available, abdominal ultrasound in the hands of an experienced sonographer is an excellent method to identify intestinal obstruction. Barium upper GI studies are less commonly used nowadays, as they are associated with a risk of aspiration in a vomiting patient, and take quite some time and effort to obtain but are a valid alternative if ultrasound is not available. Causes of abdominal effusion include hemorrhage, organ rupture, infection, right heart failure, hypoproteinemia or neoplasia and lead to loss of peritoneal detail. Several normal conditions can lead to decreased serosal detail: young and emaciated animals don’t have enough fat to outline the organs. In larger dogs, serosal detail is normally reduced in the cranial abdomen particularly on VD projections, due to superimposition. Once these conditions are ruled out, distribution of the loss of peritoneal detail helps determining the possible etiology. Retroperitoneal effusion leads to a striated appearance of the retroperitoneal space, lack of delineation of the renal silhouettes and ventral displacement of the colon and intestinal convolute. Retroperitoneal effusions are most commonly caused by urinary tract rupture or hemorrhage due to trauma or bleeding tumors such as adrenal neoplasia or hemangiosarcoma. Effusion localized in the cranial abdomen may be associated with pancreatitis or gallbladder rupture. Ultrasound is the method of choice to further work up a patient with suspected peritoneal effusion, unless uroabdomen has been diagnosed on abdominocentesis. Using the established focused assessment with sonography for trauma (FAST) protocol, veterinary clinicians with minimal previous ultrasonographic experience can reliably detect intra-abdominal free fluid. With this protocol, dogs or cats are placed in lateral recumbency and two ultrasonographic views (longitudinal and transverse) are obtained at each of four sites (just caudal to the xiphoid process, on midline over the urinary bladder, and at the left and right flank). Free gas in the peritoneal space can originate from a ruptured hollow viscus, or perforating trauma to the abdominal wall. Free peritoneal gas can be present up to a month after abdominal surgery. Free gas can be recog- 119 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 120 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN nized as linear or triangular gas lucencies between the liver lobes, or in between the bowel loops. Small volumes of free gas are difficult to recognize and differentiate from normal intraluminal gas. If free gas is suspected, a horizontal view with the patient in left lateral recumbency can be helpful to outline the gas along the upper body wall. The patient has to be kept in lateral recumbency for about 10 minutes prior to taking the radiograph to allow the gas to rise to the non-dependent portion of the abdomen. Abdominal masses are a cause of acute abdomen particularly in older animals. Survey radiographs can help determining presence and origin of an abdominal mass. Displacement of other organs, especially the intestines is the key to determining the origin of an abdominal mass since most masses once large enough are eventually positioned in the middle of the abdomen. Caudal displacement of the stomach is caused by liver masses, or rarely very large hepatic lymph nodes. Caudal displacement of the small intestines but not the stomach may be due to masses of pancreatic or splenic origin, or a mesenteric mass. Masses at the pelvic inlet in a male dog may be associated with the prostate (prostatitis, prostatic neoplasia, paraprostatic cysts) or the uterus. Retroperitoneal masses such as renal or adrenal masses lead to ventral displacement of the colon and small intestines. True abdominal masses have to be differentiated from organomegaly, and from malpositioned organs. Organs that can be malpositioned include the spleen, stomach, mesentery with small intestinal convolute, a liver lobe or the uterus. Splenic torsion can be recognized by the “curled up” enlarged spleen in the mid abdomen and lack of visibility of the triangular dorsal extremity in the left cranial abdomen on the VD projection. Typically, there is some peritoneal effusion associated with splenic torsion. Gastric dilatation voluvulus (GDV) is best recognized on a right lateral radiograph, where dorsal displacement of the pyloric antrum and compartmentalization of the stomach leads to a prominent soft tissue fold in the cranial aspect of the stomach. The pyloric antrum and duodenum are displaced to the left on VD or DV views. Common associated radiographic findings include megaesophagus, thoracic hypovolemia seen as small caudal vena cava and cardiac silhouette, and small intestinal ileus. Gastric wall emphysema is occasionally observed and indicates presence of gastric wall necrosis. Mesenteric volvulus is a rare condition, and characterized by severe generalized dilation of the small intestines. This finding represents a surgical emergency, as generalized bowel necrosis sets in rapidly. 120 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 121 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Animals that have sustained abdominal trauma may present with acute abdomen. Evidence of trauma may include presence of axial or appendicular skeletal fractures, subcutaneous emphysema or soft tissue swelling, abdominal wall or diaphragmatic hernias. In presence of subcutaneous emphysema, the peritoneal and retroperitoneal space has to be closely inspected for signs of perforation and presence of free peritoneal or retroperitoneal gas (see above). Incarceration of intestinal loops inside a hernia represents a surgical emergency and is recognized by presence of focal gas dilation of a bowel loop inside a hernia. 121 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 122 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Giliola Spattini Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVDI, Castellarano (RE) Dalla radiologia analogica a quella digitale, cosa conviene, perché dovremmo cambiare? Venerdì, 22 marzo 2013, ore 11.20 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 123 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE La radiologia è la tecnica di diagnostica per immagini più utilizzata in medicina veterinaria. Tuttavia presenta oggettive difficoltà tecniche che devono essere considerate per ottenere studi di buona qualità, quindi diagnostici. Inoltre stiamo passando in modo graduale dalla radiologia analogica alla radiologia digitale: il mercato offre un’ampia gamma di apparecchi radiografici e apparecchi digitali e non è sempre facile orientarsi verso l’apparecchio più idoneo per la propria struttura. Segue un’analisi pratica delle caratteristiche tecniche delle apparecchiature radiografiche. APPARECCHI RADIOLOGICI Sono prese in esame le caratteristiche fondamentali che un apparecchio deve avere per essere idoneo alla nostra pratica. Ce ne sono diversi, ma quali sono i più indicati per la pratica veterinaria? 1) Bassa o alta frequenza? Decisamente alta frequenza. Un apparecchio radiologico a bassa frequenza è un apparecchio radiologico che produce radiazioni basandosi sui cicli della corrente alternata. Ad esempio ogni picco dell’onda oscillatoria dell’elettricità. Questo determina una produzione pulsatile delle radiazioni. Con questi apparecchi quando i tempi di esposizione sono ridotti, le esposizioni sono molto variabili (Fig. 1). Non è possibile ottenere risposte costanti con tempi bassi per cui sono apparecchi in cui la selezione minima del tempo di esposizione non scende sotto ai tre centesimi di secondo. Per il torace il tempo massimo di esposizione consigliato è un centesimo di secondo, meglio scendere ai millesimi.Sono sconsigliati per la normale pratica radiologica veterinaria e non sono indicati per la radiologia digitale poiché molte apparecchiature digitali richiedono esposizioni maggiori rispetto alla radiologia analogica. Gli apparecchi a bassa frequenza anno il vantaggio di essere molto economici, ma la difficoltà di utilizzo e il rischio di dover ripetere troppi radiogrammi non li rende molto appetibili. 123 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 124 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gli apparecchi ad alta frequenza sono macchie nei quali un trasformatore è in grado di sommare diversi picchi di energia creando un’emissione costante di radiazioni. In questi apparecchi è possibile selezionare tempi di esposizione molto bassi. Figura 1 - A: apparecchio radiologico a bassa frequenza. L’ondata di elettroni e quindi la produzione delle radiazioni (schematizzato con delle frecce nere) accade solo quando la corrente elettrica arriva al picco positivo. Questi sistemi sono molto inefficienti e per impostazioni di s molto bassi possiamo addirittura non fornire la produzione di radiazioni. B: apparecchio radiologico ad alta frequenza. I picchi positivi si susseguono, rendendo la produzione di radiazioni costante. Anche per impostazioni di s molto bassi possiamo avere risultati costanti e ripetibili. 124 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 125 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 2) Quanti KW (chilowatt)? Il chilowatt è l’unità di misura con cui si può valutare la potenza di un apparecchio radiologico. Si ottiene moltiplicando il massimo valore dei kVp per il massimo dei mA effettivamente utilizzabili insieme. Ad esempio un apparecchio che può arrivare a 100 kVp e a 300 mA, è un apparecchio da 30 KW. In commercio esistono apparecchi da 3,5, 5, 10, 30, 40, 50 KW, ecc. Quale scegliere? Gli apparecchi radiologici a basso chilovoltaggio (ad esempio minore di 10), non possono sostenere contemporaneamente alti mA e alti kVp, altrimenti fonderebbero. Sono apparecchi che hanno in genere solo due settaggi, i kVp e i mAs. Quando aumento i kVp e richiedo alti mAs, l’apparecchio di default aumenta gli s e abbassa il più possibile i mA. In questo modo si forma uno scarso flusso di elettroni ad alta energia che colpiscono l’anodo. Questo processo è protratto per un lungo tempo. Avremmo ottenuto lo stesso numero di rx se avessimo avuto molti elettroni ad alta energia che colpivano per un periodo brevissimo l’anodo. La differenza è che con questo tipo di apparecchiature, se il paziente si muove anche di poco, le radiografie sono mosse. È un grosso problema per il torace, molto meno per l’addome e gli arti, salvo che il paziente sia polipnoico. I pazienti devono essere tenuti in apnea durante l’esposizione. Se si hanno queste accortezze i risultati possono essere buoni anche con apparecchi di pochi KW di potenza. I risultati sul campo di queste attrezzature spesso sono superiori a quello che teoricamente ci si potrebbe aspettare, tranne che nei toraci. Sono ragionevolmente economici. Non sono adeguati per un radiologico digitale. Apparecchi da 30 KW, permettono di ottenere ottimi risultati con qualsiasi paziente. I limiti di questi apparecchi possono essere i toraci dei cani giganti dove 100 kVp e 300 mA possono essere insufficienti e si è costretti ad aumentare gli s. Altro limiti degli apparecchi da 30 KW, è la lunga attesa tra un radiogramma e il successivo (anche 20 secondi). Sono un ottimo compromesso qualità prezzo. Sono utilizzabili per un apparecchio digitale, anche se non ne sfruttano completamente le potenzialità. Attenzione che spesso in commercio si trovano apparecchi da 100 kVp e 400 o 500 mA. Se i comandi mAs non sono divisibili, molto probabilmente sono apparecchi da 30 KW e non da 40 o 50 KW. In questi apparecchi quan- 125 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 126 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN do seleziono 100 kVp, automaticamente la macchina abbassa i mA e alza i secondi. Comunque se l’apparecchio è un 30 KW significa che almeno 300 mA sono erogati, ma non hanno un effettivo vantaggio rispetto a un 100 kVp – 300 mA. Il vero salto di qualità sarebbe un apparecchio da 70-80 KW, ma i prezzi salgono considerevolmente. A oggi un apparecchio da 30KW è il miglior compromesso qualità prezzo. 3) kVp, mA, s: settaggi singoli o separati? I migliori apparecchi radiologici hanno un distinto settaggio di kVp, mA e s. Quando mAs sono uniti (settaggio mAs) è perché l’anodo non è in grado di ricevere contemporaneamente molti mA, per cui preferisce avere bassi mA e allungare i secondi. In passato erano presenti apparecchi che oltre ad avere mAs uniti avevano anche i kVp raggruppati in gruppi da 5 o in gruppi da 10. Oggi quasi tutti gli apparecchi in commercio hanno i kVp regolabili sulla base delle unità. Valutando nel dettaglio a cosa corrisponde l’impostazione di kVp, mA, s nel tubo radiogeno, si rimanda alla figura 2. Figura 2 - Rappresentazione schematica di un tubo radiogeno. Le componenti fondamentali sono: 1. La corrente elettrica a basso voltaggio applicata al catodo (tratteggio circolare attorno al catodo) che libera gli elettroni dal metallo pesante. Questa corrente elettrica si regola attraverso i mA. 2. La corrente elettrica che accelera gli elettroni liberati dal catodo e li spinge a colpire l’anodo per generare rx (freccia tratteggiata). Questa corrente elettrica è regolara dal tasto dei kVp. 3. Il tempo durante il quale questo porcesso avviene è regolato da s. 126 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 127 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN REGOLAZIONE DELL’APPARECCHIO RADIOLOGICO Un normale apparecchio radiologico possiede tre comandi principali: 1) kVp (chilovolt) 2) mA (milliamper) 3) s (secondi) I kVp è la corrente elettrica che è applicata tra catodo e anodo. Essa accelera gli elettroni prodotti dal catodo verso l’anodo. Maggiore sarà la corrente applicata, maggiore sarà l’energia cinetica degli elettroni e maggiore energia avranno i raggi x generati dall’impatto tra elettroni e anodo. In pratica è l’energia dei raggi x. Maggiore sarà l’energia dei raggi x, maggiore sarà la penetrazione dei raggi x nei tessuti e maggiori saranno gli spessori penetrabili. È (sempre semplificando i concetti) il parametro maggiormente responsabile del contrasto radiologico. Il contrasto radiologico si basa sulle interazioni tra radiazioni e tessuti organici. Le due interazioni con i tessuti organici più importanti in radiologia sono l’effetto Fotoelettrico e l’effetto Compton. L’effetto Fotoelettrico si verifica quando una radiazione di energia appena superiore all’energia che tiene avvinto un elettrone di un orbitale interno di un atomo, colpisce il suddetto elettrone (Fig. 3). Figura 3 - A: Quando un raggio x (onda), colpisce un elettrone in un orbitale interno, rilascia tutta l’energia per liberare l’elettrone che è espulso dall’atomo (B). B: La radiazione scompare, totalmente assorbita dal paziente. 127 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 128 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN L’intera energia della radiazione è impiegata per liberare l’elettrone che è espulso dall’atomo. Come conseguenza: 1) si ha l’attenuazione completa del raggio x 2) non ci sono radiazioni secondarie e questo determina 3) il miglior contrasto possibile nell’immagine radiografica 4) la minore esposizione per l’operatore, ma 5) la massima dose di radiazioni al paziente Sia l’atomo privato di un elettrone che l’elettrone che è liberato possono causare danni ai tessuti circostanti. Tuttavia le immagini sono nitide, molto contrastate. L’effetto Fotoelettrico (EF) dipende: 1) Dal livello energetico dei raggi X: è inversamente proporzionale alla energia dei raggi X (kVp) elevata al cubo 1 EF & E3 2) È proporzionale al cubo del numero atomico (densità protonica) EF & Z3 Da queste formule si evince che maggiore sarà l’energia delle radiazioni (quindi maggiori saranno i kVp), minore sarà l’effetto fotoelettrico. Infatti, aumentando di molto i kVp, le radiografie saranno sovraesposte e otterremo solo pellicole completamente nere. Inoltre maggiore sarà la densità di un tessuto, maggiore contrasto il tessuto avrà nella radiografia (vedi tessuto osseo). L’effetto Compton si verifica quando una radiazione colpisce un elettrone di un orbitale esterno.Questi elettroni hanno un’energia di legame bassissima, per cui la radiazione perde solo una piccolissima parte della propria energia per liberare l’elettrone, tuttavia l’interazione con l’elettrone determina una deviazione della traiettoria della stessa (Fig. 4). Questo determina: 1) la deviazione della traiettoria dei raggi X e quindi l’origine di molte radiazioni secondarie d’elevata energia 2) diminuisce la dose al paziente (e aumenta la dose per l’operatore) 3) diminuisce il contrasto nella radiografia 128 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 129 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 4 - A: Quando un raggio X colpisce un elettrone di un orbitale esterno, libera l’elettrone perdendo pochissima energia, B: tuttavia il raggio X è deviato, creando una radiazione secondaria che ha quasi la stessa energia del fascio primario. L’effetto Compton (EC) dipende: 1) Dal livello energetico dei raggi X: è inversamente proporzionale all’energia dei raggi X (kVp) 1 EC & E 2) È proporzionale alla densità EC & densità Questo significa che se aumento l’energia delle radiazioni (kVp), avrò un calo dell’effetto Compton, ma molto meno rispetto a un effetto Fotoelettrico che si riduce in modo esponenziale. Quando dobbiamo massimizzare il contrasto (ovvero ridurre la scala di grigi)? 1) negli arti, nella colonna vertebrale e nel cranio 2) nelle radiografie addominali, per differenziare il più possibile il tessuto adiposo dai tessuti molli Quando dobbiamo ridurre il contrasto (ovvero avere un numero elevato di grigi)? 1) nel torace 129 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 130 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Il torace è una regione a elevato contrasto, per vedere il polmone sotto le costole, dobbiamo rendere le costole il più radiotrasparenti possibili. Questo è possibile aumentando i kVp. I mA sono la corrente elettrica applicata al catodo che permette di liberare gli elettroni che saranno poi accelerati dalla corrente dei kVp verso l’anodo. Se ho impostato bassi mA avremo pochissimi elettroni liberi di accelerare verso l’anodo. Con elevati mA avremo molti elettroni che saranno accelerati verso il catodo. Possiamo quindi paragonare i mA al numero di radiazioni prodotte. Devono essere sufficienti per garantire una buona esposizione. I s è il tempo durante il quale sia la corrente a livello del catodo che la corrente tra catodo e anodo vengono applicate. APPARECCHI RADIOLOGICI CON ACQUISIZIONE COMPUTERIZZATA INDIRETTA Va precisato che nulla cambia nella produzione degli rx: gli apparecchi radiologici sono sempre gli stessi. Cambia il modo di acquisire le immagini. Non si usano più le pellicole ma si usano altre tecnologie. Nel gergo odierno si parla di apparecchi radiologici digitali diretti e indiretti. In realtà i più comuni apparecchi di radiologia computerizzata (erroneamente chiamata digitalizzata), sono gli apparecchi definiti digitali indiretti (in realtà sono apparecchi a computerizzazione indiretta). In pratica ciò che non è cambiato in quest’attrezzatura sono l’apparecchio e il tavolo radiologico. Ciò che è cambiato è la cassetta e il modo di svilupparla. La cassetta non contiene più una pellicola ma una piastra al fosforo. Questa può essere estratta dalla cassetta manualmente ed essere inserita in un lettore laser. In altre apparecchiature l’estrazione della cassetta non è eseguita manualmente ma la macchina riceve, estrae la piastra e la inserisce nella cassetta una volta che l’ha letta e resettata. Il lettore laser manda poi l’immagine a un computer dopo averla trasformata da analogica in digitale. Il sistema prevede diversi passaggi prima di ottenere l’immagine finale, questo incide solo marginalmente sulla qualità dell’immagine finale, ma incide molto sulla esposizione necessaria per ottenere l’immagine: più passaggi significa una minore efficienza della trasformazione di radiazini in immagine finale. La conseguenza di questo è che un apparecchio di radiologia computerizzata indiretto richiede una maggiore esposizione rispet- 130 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 131 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN to a un sistema di acquisizione analogico. In media le esposizioni raddoppiano: ad esempio se per un sistema analogico un addome si acquisiva in 65, 300, 02, con un digitale indiretto probabilmente lo stesso addome richiederà: 65, 300, 04. I sistemi di radiologia computerizzata indiretta sono sistemi “aperti” ovvero il lettore laser, la parte più delicata del sistema è praticamente in contatto con l‘ambiente esterno tramite la bocchetta di inserzione della cassetta radiologica. La cura della cassetta, della piastra, e del lettore laser è fondamentale. Ci sono diversi problemi che possono arrivare a bloccare il sistema aperto: 1) La quantità di pelo presente nella stanza. Sembra essere la maggiore causa di disfunzione e rotture di queste apparecchiature. L’accumulo di pelo all’interno del lettore laser può bloccare il meccanismo oppure creare fastidiosi artefatti sull’immagine finale. Per evitare queste problematiche la miglior soluzione sarebbe installare il lettore in una stanza adiacente ma in parte separata, in modo da ridurre l’esposizione diretta. A seconda del modello, può essere presente un’apertura che permette una parziale pulizia della macchina e anche l’estrazione di eventuali peli raccolti, anche se solo tecnici qualificati e autorizzati dalla ditta produttrice possono eseguire la pulizia del laser. Sarebbe importante che il veterinario tenesse un registro della manutenzione del lettore laser che idealmente dovrebbe essere trimestrale. È bene che un veterinario della struttura sia il responsabile della manutenzione dell’apparecchiatura radiologica. 2) Sporcizia sulla cassetta. La cassetta può venire a contatto con feci, urina, fango e altre sostanze provenienti dal paziente. Se è introdotta sporca all’interno della macchina, la vita del lettore laser rischia di accorciarsi notevolmente. Il tecnico dovrebbe assicurarsi che la cassetta sia sempre pulita e asciutta quando è introdotta nel lettore, o comunque lasciare chiare indicazioni scritte e ben visibili per i medici veterinari in modo da indurli a fare attenzione. Nelle apparecchiature “indirette” è fondamentale stipulare contratti fullrisk onde evitare di dover chiamare l’assistenza in urgenza: se non ci sono ditte che facciano da intermediari, si rischia di dover chiamare l’assistenza ospedaliera che ha prezzi per il veterinario stratosferici. Il costo dell’assistenza deve essere sommato al costo dell’apparecchio. 131 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 132 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN APPARECCHI RADIOLOGICI CON ACQUISIZIONE COMPUTERIZZATA DIRETTA E DIGITALI DIRETTI (FLAT PANNEL) Questi apparecchi differiscono dagli indiretti poiché è eliminata la cassetta e il lettore laser. Il tavolo radiologico è in pratica la nostra cassetta. Ciò che non cambia è l’apparecchio radiologico. Il tavolo radiologico deve sempre essere pulito (non utilizzare sostanze corrosive o che potrebbero macchiare la superficie) e si deve evitare il più possibile di graffiarne il piano, per cui non sarebbe un tavolo da utilizzare per le comuni manovre sui pazienti (come inserire ago cannule e così via). Non è neppure un tavolo sul quale sedersi. Il veterinario responsabile deve scrivere e mettere in mostra queste disposizioni di base che proteggono l’apparecchiatura. Il grosso vantaggio dei sistemi diretti è che sono chiusi, sigillati, e il pelo non arriva a creare problemi con il sistema di lettura. Tuttavia in questi sistemi il computer sul quale sono lette le immagini è preferibilmente nella stessa stanza del tavolo radiologico. Per allungare la vita del computer sarebbe indicato: 1) Ogni mattina accertarsi che le ventole del computer non siano ostruite da pelo, poiché la mancata areazione dei elementi elettronici può portare a gravi danni. 2) Mantenere il monitor e la tastiera pulita: per la tastiera si possono anche utilizzare dei copri tastiera in silicone. 3) Mantenere il computer in ordine, limitare l’accesso a internet, eseguire periodicamente un beck up delle immagini. La principale differenza tra radiologia computerizzata diretta (CCD) e radiologia digitale diretta è che nel primo caso, si tratta del sistema utilizzato per la radiologia indiretta inserito all’interno del tavolo radiologico. In realtà si toglie un passaggio e si ha un moderato miglioramento sia della qualità dell’immagine sia sui tempi di esposizione rispetto al modello indiretto. La vera radiologia digitale diretta, prevede una tecnologia diversa che elimina quasi tutti i passaggi e questo determina sia una superiore risoluzione dell’immagine sia una drastica riduzione delle esposizioni che possono risultare inferiori alla esposizioni analogiche. Ovviamente queste ultime attrezzature hanno un costo superiore. Anche se diverse ditte comprendono l’assistenza nel costo della macchina. 132 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 133 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN CONCLUSIONI In conclusione, quale attrezzatura è la migliore ma quale mi conviene e quando mi conviene cambiare? Dipende dal numero di radiografie eseguite. (Segue un esempio, i costi sono stimati secondo parametri del 2010 e possono non essere aggiornati e reali, si invita il veterinario a sostituire i prezzi con quelli reali della propria struttura) Se eseguo meno di 25 rx al mese: ammettendo che una pellicola abbia un costo medio di 2 euro, di avere circa tre euro del costo dei liquidi di sviluppo e della corrente elettrica per il termostato e la sviluppatrice e circa 1 euro per lo smaltimento dei liquidi della radiologia, io spenderò all’incirca: 6 x 25 = 150 euro mensili per la radiologia. L’ammortamento dell’apparecchio radiologico digitale indiretto circa 20 000 euro + 1800 euro di assistenza annuale sarebbe amortizzato in 145 mesi, cioè in 14 anni. (Nell’ipotesi che non si debba chiamare mai l’assistenza dopo il primo anno). L’ammortamento dell’apparecchio digitale diretto flat pannel del costo ipotetico attorno ai 40 000 avverrebbe in circa 22 anni. In questo caso non sarebbe un investimento conveniente. Se invece una struttura esegue in media 100 radiogrammi al mese, la spesa sarebbe 600 euro mensili di materiale e l’ammortamento dell’indiretto avverrebbe in: tre anni, il diretto in cinque. Dopo questo periodo la struttura effettivamente ci guadagna poiché non ci sono più costi di materiale a meno che non si rompa il laser o una cassetta sia da sostituire nell’indiretto. Sopra le 100 radiografie mensili la tecnologia digitale è conveniente. BIBLIOGRAFIA 1. 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Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria Castellarano (RE) Consulente Laboratorio La Vallonea - E-mail: [email protected] 133 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 134 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Giliola Spattini Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVDI, Castellarano (RE) Diagnostica per immagini dell’apparato gastroenterico: possiamo renderla meno difficile? Sabato, 23 marzo 2013, ore 09.50 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 135 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE La valutazione dell’anatomia, della funzionalità e della pervietà del tratto gastro-enterico presenta oggettive difficoltà, a prescindere dalla modalità di Diagnostica per Immagini utilizzata. Purtroppo sia la radiologia sia l’ecografia sono fortemente operatore dipendenti e la curva di apprendimento è lunga. La radiologia e l’ecografia sono due metodiche complementari ma non sovrapponibili. Quindi, anche se con l’aumentare dell’esperienza può essere più semplice diagnosticare un’occlusione intestinale tramite esame ecografico, si invita, nei casi dubbi o particolarmente difficili (paziente di grosse dimensioni o con meteorismo generalizzato), a ricorrere al supporto della radiologia. L’ecografista dove imparare a riconoscere l’anatomia normale dei diversi tratti gastro-intestinali, e i più comuni artefatti che spesso accompagnano il contenuto intestinale, per non incorrere in errori interpretativi. Consigli tecnici Una sonda lineare ad alta frequenza (10-12 Mhz), permette di ottenere ottime immagini del tratto enterico. Anche una microconvex può essere appropriata, ma risulta meno sensibile nell’apprezzare i subdoli segni ecografici a carico della mucosa, sottomucosa e muscolare. Se non si ha a disposizione una sonda lineare, si può utilizzare una microconvex ad alta frequenza (almeno 8 MHz), chiudendo l’angolo di scansione fino a trenta gradi, per migliorare la risoluzione laterale. Si può migliorare il dettaglio ed il contrasto ecografico impostando sull’ecografo i seguenti parametri: 1) alti livelli di persistenza, 2) medio-alti valori di dinamic range, 3) una scala di grigi a medio-alto contrasto. Le ditte di apparecchi ecografici usano terminologie differenti, tuttavia in tutti gli ecografi è possibile variare questi parametri. Le immagini con la migliore risoluzione spaziale e di contrasto si ottengono quando la sonda risulta perpendicolare all’ansa intestinale da studiare, e quando l’ecografista esegue movimenti lenti e fluidi. L’area al di sotto della milza fornisce un’ottima finestra acustica per valutare molte anse del piccolo intestino. 135 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 136 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 1 - Normale stratigrafia di tutto il tratto gastro-enterico. CENNI DI ANATOMIA ECOGRAFICA Lungo tutto il tratto gastro-enterico, dall’esofago al colon, l’intestino possiede una parete pluristratificata, che presenta una stretta correlazione tra l’aspetto ecografico e quello istologico. Si individuano 5 linee o bande nettamente contrastate tra di loro (Fig. 1). Partendo dal lume alla periferia si riconoscono: 1) una linea iperecogena (interfaccia lume-mucosa) 2) una banda ipoecogena (mucosa) 3) una sottile linea iperecogena (sottomucosa) 4) uno strato ipoecogeno (muscolare) 5) una sottile linea iperecogena (sierosa) Nonostante la stratificazione sia la stessa, tuttavia esistono differenze anatomiche che permetto di individuare alcuni tratti del piccolo e del grosso intestino. Un esame ecografico addominale dovrebbe valutare in modo sistematico i seguenti tratti: duodeno prossimale: origina dal piloro ed è ancorato alla parete addominale destra da un forte legamento, non ecograficamente individuabile ma che garantisce una posizione anatomica fissa. Tecnica ecografica: con il paziente in decubito laterale destro, partendo dalla linea alba, appena caudalmente allo sterno, si trasla la sonda ventralmente, seguendo l’arco intercostale fino a che la sonda appare estremamente ventrale sul fianco destro, perfettamente parallela al tavolo ecografico. L’ansa intestinale più superficiale, rettilinea, con la mucosa più spessa rispetto alle altre anse intestinali e che devia dorsalmente a livello del fegato per congiungersi con il piloro è il duodeno. 136 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 137 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Con il paziente in decubito laterale sinistro, gli arti lontani dall’operatore e la schiena vicina all’ecografo, si appoggia la sonda a livello del terz’ultimo spazio intercostale, terzo ventrale, fino a che si individua il margine ventrale del lobo destro laterale del fegato. La prima ansa intestinale che si incontra, la più superficiale, che si continua reattilinea e che curva verso il piloro è il duodeno. A livello del duodeno nel cane sboccano due papille duodenali, la principale e l’accessoria. Nella papilla duodenale principale, in genere situata pochi cm dopo il piloro, si immette il dotto cistico comune. Esso appare come una struttura delicata che altera lievemente il profilo della parete duodenale. Pochi cm caudalmente sbocca la papilla duodenale accessoria, dove il dotto pancreatico si immette nel duodeno. È una struttura poco consistente, non visibile in tutti i pazienti. Nel duodeno del cane si possono riscontrare le Placche del Pleyer, visibili come speudoulcere, ovvero come difetti di spessore della parete, simmetrici, seriali. Nell’80% dei gatti riscontriamo solo la papilla duodenale accessoria con lo sbocco comune di dotto cistico e dotto pancreatico. Non presentano la Placche del Peyer come nel cane. Duodeno distale, digiuno, ileo prossimale: non esistono marker anatomici per riconoscere e differenziare questi tratti intestinali, si cerca di individuare più anse possibili senza poterle localizzare Ileo distale: si riconosce perchè sfocia nella valvola ileo-cieco-colica. Nel gatto l’ileo è corto e presenta una sottomucosa prominente, irregolare, altamente ecogena. Valvola ileo cieco colica: è una struttura anatomica complessa, anche se l’anatomia caratteristica la rende facilmente identificabile (Fig. 7). In genere si trova nel quadrante destro medio, a livello del quarto segmento lombare. Per individuarla si può partire dalla sezione longitudinale del rene destro e portarsi medialmente fino ad incontrare il colon. Seguendo un corto tratto dello stesso cranialmente o caudalmente si arriva alla valvola ileo-cieco-colica. Colon: sebbene abbia la stessa stratigrafia degli altri tratti intestinali, tuttavia lo spessore della parete è molto ridotto, rendendo la stratigrafia a volte difficile da individuare (Fig. 3). Come tutti i tratti gastro-enterici, cambia aspetto in base al tipo di materiale contenuto. Riconosciamo infatti: - un pattern mucoso: quando l’intestino non contiene materiale e a livello del lume è evidente una linea iperecogena rappresentata dal muco, 137 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 138 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN - un pattern fluido: quando il contenuto è liquido e quindi anecogeno. Ottimo per una fine visualizzazione della mucosa, - un pattern gassoso: evidente come una forte interfaccia intraluminale, altamente riflettente ed iperecogeno. Il gas crea una barriera acustica ed impedisce spesso di vedere le strutture sottostanti, - un pattern alimentare: il cui aspetto dipende dal tipo di alimento ingerito, spesso è irregolarmente ecogeno. VALUTAZIONE SISTEMATICA DELL’INTESTINO L’intestino deve essere valutato in modo sistematico sia per la morfologia parietale che per la peristalsi. Gli atti peristaltici, (dai 3 ai 5 atti/minuto nel piccolo intestino ed 1 o 2 al giorno nel grosso intestino) si riconoscono mantenendo ferma la sonda ed osservando il movimento propulsivo dell’ingesta nel tratto in esame. Le alterazioni parietali potranno essere diffuse o localizzate. In ogni caso dovranno essere tipizzate in base: a) alla sede della lesione b) alle alterazioni della stratigrafia parietale c) alla simmetria della lesione d) all’effetto funzionale, (riduzione dell’elasticità parietale, allo stato di ileo paralitico o meccanico, alla eventuale occlusione o sub occlusione) e) all’interessamento peritoneale f) all’interessamento dei linfonodi regionali. Lo studio dell’apparato gastro-enterico non può prescindere dalla valutazione morfologica dei linfonodi mesenterici craniali e dai colici destri, che spesso rappresentano l’unico marker di patologia. OSTRUZIONE INTESTINALE Il più importante segno ecografico indice di un’ostruzione intestinale ad opera di un corpo estraneo discreto è la presenza di una moderata distensione di un’ansa intestinale ad opera di una superficie altamente reflettente generante un’ombra posteriore pulita. Infatti, i tessuti che si comportano come forti riflettori (gas, aria) o forti attenuatori (ossa, corpi estranei), causano la mancata captazione da parte della sonda, d’ultrasuoni provenienti da strutture situate più in profondità rispetto alla loro interfaccia e questo 138 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 139 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN determina un’ombra acustica posteriore. Nel caso dei gas, l’ombra acustica posteriore è conseguenza della riflessione quasi totale degli ultrasuoni che non sono in grado di penetrare nei tessuti sottostanti e quindi non forniscono informazioni dell’area. Nel caso del gas l’ombra acustica posteriore si somma all’artefatto di riverberazione dato dalla riflessione degli ultrasuoni e questo crea l’ombra acustica posteriore sporca (Fig. 3). Nel caso di corpi estranei ad alta densità, la maggior parte degli ultrasuoni viene assorbita, quindi non ritorna alla sonda. Questo genera un’ombra acustica posteriore pulita, ovvero completamente anecogena (Fig. 4). È fondamentale distinguere questi due aspetti per differenziare ingesta da corpi estranei gastro-enterici. Un particolare tipo di corpo estraneo è quello lineare. La diagnosi è spesso più difficile di un corpo estraneo discreto in quanto i segni ecografici secondari sono minimi ed il corpo estraneo è molto piccolo. I fattori salienti sono: la corrugazione non simmetrica dell’intestino e la visualizzazione di una linea iperecogona continua, che attraversa le anse intestinali ammassate in modo assimmetrico. La linea iperecogena diventa un punto iperecogeno in sezione trasversale, in grado tuttavia di generare un debole cono d’ombra pulito (Fig. 4). Con una moderata esperienza diventa relativamente semplice differenziare la corrugazione intestinale da corpo estraneo lineare dalla corrugazione intestinale da peritonite. Figura 4 - Ombra acustica posteriore pulita: corpo estraneo in un’ansa digiunale. Figura 3 - Ombra acustica posteriore sporca: contenuto fecale in un colon. 139 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 140 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 5 - Corpo estraneo lineare che causa corrugazione asimmetrica di un’ansa del piccolo intestino. INTUSSUSCEZIONE L’intussuscezione ha un aspetto ecografico molto caratteristico (Fig. 6). Alcuni errori possono tuttavia insorgere se l’ecografista non conosce bene la regione della valvola ileo cieco colica (Fig. 7). Per questo motivo si invita a visualizzare costantemente questa regione in ogni paziente. Per differenziare le due strutture, basta constatare che nel caso dell’intussuscezione, tra l’ansa interna e quella esterna c’è del meso iperecogeno, mentre nel caso della val- Figura 6 - Aspetto tipico dell’intussusce- Figura 7 - Normale anatomia della valvola. Ileozione. cieco-colica. 140 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 141 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN vola ileo-cieco-colica, tra l’ansa interna e quella esterna è presente del materiale fecale misto a gas, che crea artefatti di scattering e riverberazione, con ombre acustiche sporche. DIFFERENZIARE UNA NEOPLASIA DA UN’ENTERITE Differenziare una enteropatia cronica o acuta da una neoplasia può essere difficile. Dominique Penninck (et alt 2003) ed il suo staff hanno pubblicato diversi lavori a riguardo, ed i dati salienti risultano essere i seguenti: 1) Spessore medio della parete: neoplasie 1.5 cm, enteropatie 0.6 cm 2) Stratificazione parietale: 99% dei pazienti con neoplasia hanno distruzione delle lamine parietali, mentre 88% dei pazienti con enteropatia non hanno alterazioni della stratificazione parietale 3) Numero di lesioni: il 2% dei tumori intetinali presenta più di un tratto intestinale interessato, mentre il 72% delle enteropatie croniche presenta almeno due tratti intestinali interessati 4) Spessore medio dei linfonodi tributari: neoplasie: 1.9 cm, enteropatie:1.0 cm. ENTEROPATIE CRONICHE La tecnica di DpI che sta prendendo sempre più piede e che ad oggi risulta avere i migliori risultati riguardo alle patologie GE croniche è senza dubbio l’ecografia. Essa infatti può valutare ciascuna porzione della parete intestinale e fornisce anche informazioni funzionali sulla motilità e sulla vascolarizzazione enterica. Contemporaneamente permette di ottenere un’attenta valutazione di strutture in stretta connessione con l’intestino quali il fegato, il pancreas ed i linfonodi tributari. L’ultrasonografia dell’apparato GE come viene intesa oggi è recente. Infatti alla fine degli anni novanta, diversi autori hanno condotto studi ultrasonografici retrospettivi con l’intendo di descrivere i quadri ecografici caratteristici di comuni patologie croniche dell’intestino sia del cane che del gatto. Spesso gli autori partivano dal modello umano e ricercavano le somiglianze con il cane o il gatto. Purtroppo i risultati furono aspecifici e deludenti. Lavori diversi hanno ottenuto risultati discrepanti riguardo alla stessa patologia. Sembrava che l’ecografia dell’intestino fosse arrivata ad un fondo cieco. Le cose sono cambiate quando alcuni autori (Lorrie Gashen e Patrick Kircher, 2008) hanno condotto uno studio prospettivo in 141 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 142 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN pazienti canini nei quali sono state effettuate ecografie, endoscopie e biopsie seriali, durante il trattamento con determinati protocolli terapeutici. Questi colleghi lavoravano per il dipartimento di DpI dell’Università di Berna, centro di referenza internazionale per pazienti con GE irresponsivi alle tradizionali terapie. Il primo tentativo di correlare gli aspetti ecografici con il risultato istologico diede risultati deludenti: troppi aspetti ecografici sono comuni alle diverse patologie. Tuttavia trovarono che esiste una forte correlazione tra aspetto ecografico del tratto GE e la risposta alla terapia. Essi hanno classificato i loro pazienti in tre gruppi: food responsive (FR) (dove hanno incluso i pazienti affetti da intolleranza al cibo e allergia alimentare), steroid responsive (SR) (pazienti affetti da IBD e patologie infiammatorie autoimmunitarie), e protein loosing enteropaties (PLE), pazienti affetti da linfangectasia. Hanno considerato diversi parametri ed hanno riscontrato che esiste dal punto di vista ecografico, una netta distinzione tra FR e PLE, mentre è più difficile differenziare una SR da una PLE. Tuttavia diventa possibile distinguere queste classi considerando non solo l’intestino ma anche i segni secondari quali ad esempio l’ipoalbuminemia e l’ascite. Come possiamo mettere in pratica i risultati di questo importante studio che ha aperto nuovi orizzonti per la GE veterinaria del cane? Innanzitutto si deve considerare che i pazienti che hanno trattato erano pazienti riferiti da colleghi, dopo che le più elementari terapie erano risultate inefficaci. Quindi per poter utilizzare questo protocollo i pazienti dovrebbero essere “preparati”. La preparazione consiste nell’eliminare a priori qualsiasi causa di infiammazione intestinale derivata da parassiti esterni quali elminti (almeno nematodi, tenie, tricuridi), coccidi e giardia. Nelle condizioni ideali (applicabili solo a quei pazienti dove le condizioni del tratto GE non sono severe), il paziente arriva al tavolo ecografico dopo tripla sverminazione (elminti, coccidi, giardia) e dopo un mese di dieta ipoallergenica (sarebbe consigliata anche nei pazienti dove non si sospetta un’intolleranza o allergia alimentare). Ovviamente l’iter cambia nel caso in cui dall’esame clinico, dagli esami di laboratorio o dalla gravità dei sintomi, diventi più urgente un esame ecografico, come per esempio nel caso in cui si voglia escludere una neoplasia o un corpo estraneo sub-occludente o altre patologie chirurgiche del tratto GE. Gli autori classificarono i loro pazienti in questo modo: Classe 1: pazienti con sintomi GE ricorrenti, e cronici (da più di tre settimane), con intestino completamente normale, per ecogenicità e spessore delle stratificazioni (mucosa, sottomucosa, muscolare, sierosa) (Vedi Fig. 1). 142 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 143 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN I linfonodi tributari risultano nei limiti di norma, con motilità da normale a lievemente spastica, o moderatamente ridotta. Le anse intestinali devono risultare elastiche. L’elasticità del tratto GE si valuta in questo modo: 1) in sezione trasversale le anse devono avere l’aspetto di uno “smile” classico e non essere corrugate o ovalizzate, 2) Durante la peristalsi, i movimenti della parete devono essere simmetrici e sincronizzati. In genere questi pazienti rispondo ad una dieta ipoallergenica rigorosa, ed il sospetto diagnostico dovrebbe indirizzarsi verso una diagnosi di intolleranza o allergia alimentare. Ovviamente va ricordato che l’esame ecografico è inserito in un contesto più ampio dove gli esami di laboratorio hanno escluso patologie concomitanti che possono essere responsabili dei sintomi del tratto GE (ipotiroidismo, Addison, etc.). Classe 2: Sulla mucosa di alcuni tratti del piccolo intestino sono presenti foci iperecogeni in un paziente completamente a digiuno. In un paziente che abbia mangiato da poco è normale che in un ansa del piccolo intestino con transito di cibo ci siano pochi foci iperecogeni, che sono considerati micelle di grasso in assorbimento. Se il paziente è a digiuno e l’ansa intestinale è vuota, non ci dovrebbero essere questi foci. Se ci sono, le teorie ad oggi accertate sono le seguenti: 1) microbolle di aria intrappolate tra i villi in caso di ipoplasia della mucosa per infiammazione cronica, 2) dilatazione persistente dei linfatici, nel caso di una forte infiammazione cronica. Non sempre è possibile discriminare quali delle due anomalie sia presente, anche se nel caso dell’atrofia dei villi in genere è possibile oservare una modesta (intorno al millimetro) riduzione dello spessore della mucosa, mentre nel caso della dilatazione dei linfatici, spesso si associa ad una irregolare ma diffusa iperecogenicità della parete. Altro punto critico è che ad oggi non esistono dimensioni univocamente accettate delle stratificazioni di ogni tratto del piccolo intestino (duodeno, digiuno, ileo). A volte si riscontra nello spessore della mucosa, parallela alla sottolucosa, una sottilissima linea iperecogena. Il significato di questa linea è ancora incerto e due sono le teorie più accreditate: 1) si tratta di una fibrosi della mucosa che si sviluppa nelle patologie GE croniche severe ed è un segno ecografico irreversibile, 2) si tratta di una reazione fibrotica a causa di un accumulo di plasmacellule ed elementi immunitari, che potrebbe ridursi in caso di diminuzione della risposta immunitaria. In questo senso sarebbe un ottimo elemento per il controllo ecografico del risultato della terapia. Nella mia esperienza questa linea tende ad attenuarsi con il miglioramento delle condizioni cliniche del paziente e la riduzione del processo infiammatorio parietale. 143 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 144 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 8 - Ispessimento della sottomucosa nel digiuno. Figura 9 - Ispessimento della muscolare. Può essere presente un lieve, moderato o severo ispessimento della sottomucosa che a volte risulta sdoppiata (Fig. 8). Anche questo segno ecografico non trova ancora una spiegazione univocamente accettata, ma è considerato da diversi autori, un accumulo di cellule deputate alla risposta immunitaria. Può essere presente un ispessimento della muscolare, che è considerato secondario a spasticità del tratto GE (Fig. 9). Alcuni tratti del piccolo intestino tendono a perdere la propria elasticità, e spesso sono presenti delle piccole raccolte di materiale alimentare, troppo fluido, che ristagna nelle anse. I linfonodi, soprattutto i mesenterici craniali ed i colici destri, tendono ad essere iperplastici, o ipoecogeni, o troppo contrastati con il meso circostante a causa della iperecogenicità dello stesso. Rimangono ovali e la vascolarizzazione rimane ilare. Classe 3: questi pazienti presentavano segni clinici molto più severi delle altre classi e spesso presentavano perdita severa di peso e ascite. L’ecogenicità della mucosa risulta spesso molto alterata, soprattutto nel digiuno, dove sono presenti striature perpendicolari alla sottomucosa (Fig. 10). La mucosa è spesso iperecogena e può essere aumentata di spessore (dato non riscontrato nelle classi FR e SR). Le alterazioni della sottomucosa e della muscolare citate per la classe 2 sono presenti e spesso più marcate, come pure le alterazioni correlate alla motilità. Molte anse del piccolo intestino contengono materiale ingerito a consistenza liquida che ristagna e tende a dare fenomeni di meteorismo. I movimenti possono essere spastici o quasi assenti. Questa divisione in classi dovrebbe aiutare il clinico ad impostare un piano diagnostico terapeutico per i pazienti canini con patologie gastro-enteriche croniche. I limiti sono evidenti, primo tra tutti la scarsità della letteratura a proposito. Questo deficit è ancora di più sentito nel gatto. 144 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 145 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 10 - Striature ecogene perpendicolari alla sottomucosa. DIFFERENZE E SIMILITUDINI TRA CANE E GATTO I segni ecografici riportati per il cane, vengono comunemente riscontrati anche nel gatto, e la classificazione adottata da Gashen e Kircher tende ad essere traslata a questa specie. Tuttavia non è ancora chiaro se questa traslazione sia appropriata ed efficace. Alcuni recenti lavori stanno calcando le orme del lavoro sopracitato, anche se sono agli esordi. Nel gatto, sembrano avere un ruolo molto importante i linfonodi colici destri. Nelle patologie croniche, molto spesso risultano reattivi, prominenti, con meso circostante iperecogeno. A volte le stesse caratteristiche ecografiche si riscontrano in gatti apparentemente senza segni clinici. All’ultimo congresso europeo della EAVDI, questo argomento è stato oggetto di intenso dibattito. Le conclusioni sono state che sebbene non sia ancora chiaro il significato di questa reattività linfonodale, tuttavia, quando presente, è da considerarsi un segno importante che tende ad associarsi ad una prognosi più severa, per quanto concerne l’andamento della patologia gastro-enterica e la possibilità che si instauri una triadite. I pazienti che presentano linfomegalia dei colici destri, apparentemente senza segni clinici, sono da considerarsi a tutti gli effetti pazienti con una patologia gastro-enterica cronica sub-clinica. Un’altra patologia in emergenza nel gatto è la tiflite, ovvero un’intensa reazione peritoneale con ispessimento della parete del cieco. Questa patolgia ha una corrispondenza anatomica con l’appendicite umana, anche se quest’ultima ha spesso una terapia chirurgica, mentre la tiflite felina ha spesso una terapia medica, in virtù anche delle minori dimensioni del cieco 145 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 146 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN felino. Altro elemento che differenzia queste due specie è la tendenza del gatto a sviluppare una triadite, cioè una compromissione di fegato e pancreas a seguito di una patologia GE cronica. Purtroppo questa non è la sede per un’approfondita discussione dell’argomento, ma il corso dovrebbe fornire gli elementi per addentrarsi in questa affascinante patologia tipica della specie. LAPARATOMIA QUANDO? Un notevole aiuto viene fornito dall’ecografia, dove, riscontrare un’ansa intestinale enormemente dilatata da gas e materiale più fluido della norma, spesso con parete che sembra assottigliata o che addirittura sembra sfaldarsi nel lume intestinale, fornisce chiari elementi d’urgenza. L’ecografia permette anche di valutare un paziente in modo seriale. Ovvero una volta esclusa un’ostruzione, si può sottoporre il paziente a terapia endovenosa con procinetici, e valutare in tempo reale la risposta: un intestino che non risponde velocemente alla terapia e che risulta immobile, dilatato ed atonico, fornisce sufficienti elementi per consigliare una laparotomia esplorativa. Ovvio che stiamo parlando di un paziente ospedalizzato ed un arco di tempo che varia dai 30 minuti alle due ore. NEOPLASIE INTESTINALI Le neoplasie intestinali più comuni sono il linfoma, l’adenocarcinoma ed il leiomioma/leiomiosarcoma. Il gruppo della Penninck ha studiato similitudini e caratteristiche di queste patologie: 1) Simmetria (ovvero se interessano in modo simmetrico la parete o se in sezione trasversale parte della parete è interessata e parte è normale oppure con uno spessore molto inferiore: a. adenocarcinoma crea una massa simmetrica b. linfoma crea una massa simmetrica c. leiomiosarcoma crea una massa eccentrica 2) lunghezza del tratto intestinale interessato a. l’adenocarcinoma in genere crea una massa che non distrugge le lamine intestinali per più di 3.5 cm b. il linfoma in genere crea una massa che distrugge le lamine intestinali per più di 3.5 cm 146 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 147 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN c. il leiomiosarcoma è spesso una massa molto grande, (eccentrica) e quasi sempre maggiori di 3 cm di diametro 3) Crea ostruzione intestinale: a. l’adenocarcinoma è spesso associato ad ileo da ostruzione b. il linfoma può essere associato ad ileo da ostruzione c. il leiomiosarcoma non causa quasi mai ostruzione intestinale 4) Linfonodi regionali a. nell’adenocarcinoma i linfonodi regionali sono molto spesso coinvolti b. nel linfoma i linfonodi regionali sono spesso coinvolti c. nel leiomiosarcoma i linfonodi regionali non sono quasi mai coinvolti 5) Ulcere: a. l’adenocarcinoma può essere associato ad ulcere b. il linfoma può essere associato ad ulcere c. il leiomiosarcoma non è mai stato riportato associato ad ulcere Ovviamente la citologia/istologia è l'elemento discriminante. BIBLIOGRAFIA Martha Moon Larson, David S. Biller: Ultrasound of the Gastrointestinal Tract. Vet Clin Small Anim 39: 747–759, 2009. Penninck DG, Smyers B, Webster C, Rand W, Moore AS: Diagnostic value of Ultrasonography in differentiating enteritis from intestinal neoplasia. Vet Rad & Ultr. 44 (5): 560-575, 2003. Penninck DG: Characterization of gastrointestinal tumors. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 28: 777-797, 1998. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria Castellarano (RE) Consulente Laboratorio La Vallonea - E-mail: [email protected] 147 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 148 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Giliola Spattini Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVDI, Castellarano (RE) L’apparato genitale: cosa oltre la piometra? Sabato, 23 marzo 2013, ore 12.20 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 149 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE L’ecografia è la tecnica di diagnostica per immagini oggi più comunemente utilizzata nella pratica clinica degli animali da compagnia, sia nella diagnosi di patologie di quest’apparato, sia nella diagnosi di gravidanza. Il ruolo della radiologia è relegato per lo più alla diagnosi di voluminose masse uterine e nella conta fetale in cagne di pregio o nella valutazione delle dimensioni dei feti a fine gravidanza. CONSIGLI TECNICI E CENNI DI ANATOMIA ECOGRAFICA DELL’UTERO La paziente è posta in decubito laterale, ventro-dorsale o quadrupedale. Per localizzare ecograficamente l’utero, la sonda è posizionata in scansione trasversale rispetto all’asse longitudinale del paziente, sulla linea alba, appena cranialmente all’osso pubico. La sonda è traslata cranialmente, fino a che la vescica e il colon sono visualizzati sullo stesso piano trasversale. A questo punto, l’utero, può essere individuato alla destra, ventralmente o alla sinistra del colon. L’area in cui cercare è delimitata ventralmente dalla vescica e lateralmente dalle arterie iliache, facilmente individuabili grazie alla marcata pulsatilità (Figg. 1 e 2). La parete uterina è composta di tre lamine, la mucosa, la muscolare e la sierosa. Figure 1 e 2 - Immagine ecografica e rappresentazione schematica della posizione dell’utero nell’addome caudale. La struttura anecogena rotonda dell’immagine di sinistra è l’arteria iliaca, la struttura ovalare con parete e modico contenuto ipoecogeno è l’utero. 149 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 150 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN L’utero diestrale o anaestrale, si presenta come una struttura tubulare, ipoecogena rispetto ai tessuti circostanti, di dimensioni ridotte, ma mai superiore al centimetro di diametro. La parete non è stratificata e il lume non contiene materiale ma risulta collabito. Nella fase proestrale ed estrale, l’utero presenta una parete irregolare e in parte stratificata con la possibilità di distinguere una mucosa, una muscolare e una sierosa, anche se gli strati non sono mai ben definiti. In calore il diametro trasverso del corpo uterino può superare il centimetro e spesso una sottile linea iperecogena sottolinea il lume ed indica un modico accumulo di secrezione mucosa. In nessuna fase del ciclo estrale l’utero dovrebbe contenere materiale endoluminale anecogeno. CONSIGLI TECNICI E CENNI DI ANATOMIA ECOGRAFICA DELLE OVAIE Le ovaie hanno markers anatomici meno definiti e possono essere difficili da identificare nelle fasi anestrali. Ovaio sinistro Con l’animale in decubito laterale destro con la testa e gli arti rivolti verso l’operatore, si rasa accuratamente il pelo sul fianco sinistro appena caudalmente all’ultima costola, distalmente ai muscoli sottolombari, cranialmente all’attaccatura della coscia, dorsalmente alla linea alba. Ecograficamente l’ovaio sinistro è localizzato in un’area delimitata anteriormente dal rene sinistro, ventralmente dai grossi vasi addominali (aorta e vena cava caudale), dorsalmente da tessuto muscolare e caudalmente da anse libere del piccolo intestino. A volte il colon, se disteso, può sovrapporsi all’ovaio interferendo con la sua visualizzazione. Per diminuire l’interferenza di questa struttura è preferibile il digiuno di almeno 12 ore. Ovaio destro Con l’animale in decubito laterale sinistro con gli arti lontani dall’operatore, si rasa il pelo sul fianco destro a livello del penultimo spazio intercostale, distalmente ai muscoli sottolombari, cranialmente all’attaccatura della coscia, dorsalmente alla linea alba. Spesso è necessario l’utilizzo di una fine- 150 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 151 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figure 3 - Ovaio, secondo giorno del proestro. Compaiono i follicoli. Figure 4 - Ovaio in pieno estro. stra acustica intercostale in quanto l’ovaio destro è craniale rispetto all’ovaio sinistro. Ecograficamente l’ovaio destro è localizzato in un’area delimitata anteriormente dal rene destro, ventralmente dai grossi vasi addominali (vena cava caudale ed aorta), dorsalmente da tessuto muscolare e caudalmente da anse libere del piccolo intestino. Rispetto all’ovaio sinistro il destro si trova più lontano dal rene e più mediale. Utilizzando il decubito laterale è più facile visualizzare l’ovaio sinistro rispetto al destro, mentre con l’animale in stazione quadrupedale, è più semplice identificare l’ovaio destro rispetto a quello sinistro. Come l’utero, anche l’ovaio subisce cambiamenti morfologici a seconda della fase estrale. In anaestro è piccolo ed isoecogeno rispetto ai tessuti circostanti e può risultare difficile da identificare. Dal secondo o terzo giorno del proestro l’ovaio diventa ipoecogeno rispetto ai tessuti circostanti e compaiono i follicoli, strutture anecogene mal definite di circa 1-2 mm (Fig. 3). Queste strutture si accrescono gradualmente fino a raggiungere, nell’arco di 4-5 giorni, le dimensioni di 4-6mm. Con l’aumento delle dimensioni i follicoli sono facilmente identificabili ed appaiono come aree anecogene rotondeggianti, prive di parete propria (Fig. 4). USO DELL’ECOGRAFIA NELLA RIPRODUZIONE DELLA CAGNA Determinare la data presunta del parto nella riproduzione canina non è sempre facile, in quanto mancano spesso notizie anamnestiche fondamentali 151 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 152 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN e, rispetto alla ginecologia umana, abbiamo pochi dati a diposizione. Molto spesso se l’accoppiamento è ricercato, la femmina è lasciata con il maschio per diversi giorni, oppure si eseguono più monte in giorni diversi. Quando l’accoppiamento non è voluto, il proprietario tende a dimenticare il periodo durante il quale sia avvenuto. Le formule numeriche designate per la previsione della data del parto hanno una elevata deviazione standard, sia perchè i lavori in letteratura riguardano un numero esiguo di feti, sia a causa della variabilità delle razze canine. Oltre a queste carenze, è necessario interfacciarsi con il mondo degli allevatori, ricco di credenze, usi, costumi ed esperienze, che vengono spesso tenute più in considerazione delle indicazioni del veterinario. In questo contesto diventa doveroso essere il più precisi e scientifici possibili, potendo contare su poche pubblicazioni scientifiche e dovendo rispondere agli incalzanti quesiti del proprietario. Quanto dura la gravidanza del cane? Ebbene, se si trae spunto dalla letteratura, la risposta non è univoca, infatti: “la durata media della gestazione nel cane è di 63 +/- 1 giorni ma può variare dai 57 ai 72 giorni” (Luvoni & Grioni JSAP 2000), oppure: “di 65 +/- 2 giorni”, Lenard et al. Aust Vet J 2007, o ancora: 65 + 1 per cani < 9 Kg e 65 - 2 per cani > 40 Kg (Kutzler Theriogenology 2003). È opportuno, considerare una media di 62 giorni dall’accoppiamento o 65 giorni dall’innalzamento dell’LH (progesterone sierico > 2 ng/ml). A cosa si deve questa variazione della durata della gravidanza? Alla lunga sopravvivenza degli spermatozoi nell’utero della cagna (fino a 11 giorni) (Doak et al J Reprod Fert 1967), alla grossa variazione tra inizio dell’estro e ovulazione (da 11giorni prima a 2 giorni dopo) (Holst et al Am J Vet Res 1974), ed al fatto che l’ovulazione non coincide con il concepimento: gli oociti sono estrusi come oociti primari, necessitano di una maturazione negli ovidotti di circa 2-3 giorni prima di poter essere fecondabili (Holst et al Biol Reprod 1971). Quando il proprietario acconsente, sarebbe opportuno seguire la femmina dai primi giorni di proestro. Si eseguono citologie vaginali fino a che il qua- 152 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 153 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN dro citologico è estrale. Poi si esegue il dosaggio progestinico. I livelli di questo ormone cambiano a seconda della fase estrale della paziente: il livello progestinico sierico medio è di 0.5 ng/ml in anaestro, 0.8 ng/ml in proestro, 2.0 ng/ml tre giorni prima dell’ovulazione, 2.9 ng/ml 2 giorni prima dell’ovulazione. All’ovulazione il livello progestinico va dai 3.4-6.6 ng/ml (Kutzler et al Theriogenology 2003). Molti autori considerano molto importante annotarsi il primo giorno nel quale la femmina rifiuta il maschio: aggiungendo 57 giorni si avrebbe la data presunta del parto. Da che giorno possiamo diagnosticare una gravidaza? Le prime modificazioni uterine identificabili ecograficamene avvengono al decimo giorno, dove può apparire una vescicola di piccole dimensioni, perfettamente rotonda, con contenuto anecogeno (Fig. 5). Tuttavia non può essere diagnosticata una gravidanza fino a che non diventano visibili gli invogli embrionali. Attorno al quattordicesimo giorno di gravidanza accertata, si ha uno sdoppiamento della parete uterina che risulta essere composta da uno strato superficiale iperecogeno, seguito da uno strato più profondo ipoecogeno, mentre lo strato sieroso risulta ipereogeno (Fig. 6). I primi abbozzi ecograficamente visibili sono al sedicesimo giorno, mentre al ventitreesimo si comincia a identificare l’attività cardiaca. Rispetto alla Figure 5 - Decimo giorno di gravidanza. Figure 6 - Quattordicesimo giorno di gravidanza. 153 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 154 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN data dell’accoppiamento, la gravidanza potrebbe ipoteticamente cominciare anche 7-10 giorni dopo, per cui in genere si consiglia di effettuare una diagnosi ecografica di gravidanza attorno al 30 giorno, per poter essere definitivi. Nel caso in cui sia importante accelerare i tempi, si potrebbe controllare il paziente 20 giorni dopo l’accoppiamento: se si comincia a vedere vescicole ma soprattutto invogli fetali allora il paziente è considerato gravido, anche se non ha ancora superato la fase critica del riassorbimento. Se invece il paziente è negativo, non è detto che veramente lo sia, potrebbe essere solo molto all’inizio della gravidanza. Per questo motivo si deve ripetere una seconda ecografia intorno al trentesimo giorno. Quanti sono? Questa domanda sarà posta ogni volta che vedrete una paziente, sia dal proprietario sia da un eventuale collega. In realtà da uno studio condotto dal dipartimento di ostetricia e ginecologia della facoltà di Medicina Veterinaria di Utrecht, la determinazione del numero fetale calcolato tramite esame ecogafico era accurata nel 75% dei casi se l’esame ecografico era effettuato entro il 30 giorno di gravidanza. Questa percentuale scendeva drasticamente se si superava questa data. Inoltre richiedeva un esame della lunghezza media di 35 minuti. L’accuratezza era molto superiore se i cuccioli erano uno o due. Dal mio punto di vista, tenere un paziente gravido per 35 minuti in una situazione di stress, per poter essere solo al 75% accurati nella determinazione del numero fetale non ha molto senso. In genere rispondo che non è possibile effettuare una conta accurata a causa, della finestra acustica limitata e dell’artefatto specchio. Chi volesse cimentarsi nella conta: il paziente deve essere posizionato in decubito ventro-dorsale. Si parte dal corpo uterino e si indaga prima un corno e poi l’altro, facendo attenzione a rimanere il più laterale possibile per non inglobare un cucciolo dell’altro corno nella conta del primo corno. In alternativa si può eseguire una radiografia dopo al 45 giorno e contare i teschi o le colonne vertebrali. L’unica difficoltà della radiologia è costituita dal colon, che, se pieno di feci, nasconde una parte dell’addome e potrebbe nascondere qualche feto e indurre in errore. Per questo motivo si eseguono sempre due proiezioni ortogonali. Due proiezioni radiografiche in questa fase della gravidanza non hanno nessun effetto deleterio sulla salute dei nascituri. 154 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 155 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Calcoli per determinare la data del parto in base alle dimensioni del feto. Sono diverse le formule pubblicate in letteratura per determinare con maggiore accuratezza possibile la presunta data del parto, e sono tutte ugualmente poco accurate, anche se alcune per la semplicità di esecuzione e per la ripetibilità meritano di essere menzionate. La prima è la misura della ICC: inner chorionic cavità, ovvero misura le dimensioni della vescicola embrionale. Questa formula determina i giorni dopo il picco di LH, ovvero i giorni di gravidanza effettiva (che secondo all’autore della formula dovrebbero essere 65). La misura ICC è semplice e ripetibile dal primo giorno in cui si evidenzia la cavità corionica fino a circa il 45 giorno di gravidanza. Durante questo periodo la CC rimane rotondeggiante. Oltre assume una conformazione ovale e questo parametro non risulta più accurato. Almeno tre CC devono essere misurate e messe a media. Una volta ottenuto questo valore, si può applicare la formula di Yeager: Giorni dopo il picco di LH = 19.66 + 6.27 x ICC in cm (Yeager et al Am J Vet Res 1992) Il grosso vantaggio di questa formula è che l’accuratezza (anche se abbastanza bassa), non viene influenzata dal numero dei feti presenti e dal sesso dei nascituri. Questa formula è in grado di stabilire il giorno del parto nel 77% dei casi nei cani di piccola e media taglia. Difetti: Si applica solo fino al 45 giorno di gestazione, non è accurata nei cani di grossa taglia (> ai 25 Kg) ed anche nei cani di media e piccolo taglia, un’accuratezza del 77% è da ritenersi scarsa. Una seconda formula proposta da Luvoni (Luvoni et al JSAP 2000) utilizza sempre la misura dell’ICC, ma per calcolare i giorni che mancano al parto. Giorni prima del parto = (ICC mm - 82.13) / 1.8 (Per cani fino ai 9 Kg) Giorni prima del parto = (ICC mm- 68.68) / 1.53 (Per cani dai 10 ai 25 Kg) Giorni prima del parto = 63.2 - (18.58 + 0.71 x ICC mm ) (Per i Maltesi) Giorni prima del parto = 63.4 - (18.92 + 0.65 x ICC mm) (Per gli York Shire) Questa formula ha il vantaggio di tenere in conto la taglia del paziente ed anche di alcune razze. Anche se il numero dei pazienti compresi nello studio 155 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 156 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN era limitato, questa formula sembra essere accurata al 90% nella determinazione della data del parto per cani di piccola e media taglia. Sviluppo fetale Al 23° giorno l’embrione appare come una struttura allungata di pochi millimetri, eccentricamente localizzata all’interno del sacco gestazionale in rapida espansione. Il sacco gestazionale diviene leggermente ovale al 28° giorno di gestazione. Il cuore fetale si vede battere al 25° giorno. Il feto assume un’orientazione (testa-corpo) al 28° giorno. Comincia ad avere movimenti propri e si formano gli abozzi degli arti al 33-35° giorno (Fig. 7). Lo scheletro fetale, individuato come una struttura iperecogena con ombre acustiche posteriori, comincia a vedersi al 36° giorno. La testa è la prima porzione a calcificare, seguita dalla colonna toracica e dalle costole, poi vengono gli arti. Inizialmente, il fegato e i polmoni hanno la stessa ecogenicità. Il polmone diventa iperecogeno rispetto al fegato al 40° giorno. I reni sono visibili al 43° giorno (Fig. 8). L’ultima struttura evidenziabile è l’intestino, che compare dal 57° al 63° giorno. La peristalsi intestinale compare 72-24 ore prima dalla nascita. Una delle ultime modificazioni prima della nascita è l’atresia dell’arteria ialinoidea che nutre il cristallino. L’esame doppler di questa arteria permette di determinare se il parto è imminente: se è ancora presente flusso mancano almeno 12-24 ore, se non è più presente flusso in teoria il parto è molto vicino. Particolare attenzione deve essere fatta nell’escludere che il mancato flusso sia da attribuirsi ad un artefatto. Figure 7 - Gravidanza al 33° giorno. Figure 8 - Gravidanza al 48° giorno. 156 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 157 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Quando la paziente è a rischio di cesareo? L’esame ecografico è un importante ausilio in caso di difficoltà al parto, per valutare lo stato di salute dei cuccioli e per decidere quando intervenire con un cesareo. È importante a tal fine controllare che il battito cardiaco del feto sia almeno due volte la frequenza cardiaca della madre. Più precisamente, un battito cardiaco fetale dovrebbe essere intorno ai 180-240 battiti minuto (Fig. 9). Aumentati battiti cardiaci indicano stress fetale; diminuiti battiti cardiaci indicano feti poco vitali. Sotto ai 150 battiti minuto i feti sono ad alto rischio. Sotto ai 120 battiti minuto il feto è considerato moribondo. Il quantitativo di liquido uterino è un elemento importante: se scarso il parto sarà difficile. Se il tappo uterino si apre prematuramente, si corre il rischio di perdere la maggior parte dei liquidi uterini prima del parto. Se si ha l’impressione che i feti siano troppo grandi, il metodo più accurato per confermare questo sospetto è quello di eseguire una radiografia laterale dell’addome. Si misura il diametro del cranio e lo si compara con il diametro del bacino. Si devono considerare almeno 6 mm di differenza dovuti al fatto che nel canale pelvico ci sono le pareti del colon, dell’utero, l’uretra e altre strutture che apportano una leggera riduzione del diametro del canale. Figure 9 - Battito cardiaco fetale. Figure 10 - Tappo uterino integro. 157 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 158 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PATOLOGIE UTERINE L’iperplasia endometriale cistica, secondaria ad un’anormale stimolazione progestinica, può portare ad un accumulo di liquido sterile nel lume uterino, causando un’idrometra od una mucometra a seconda del grado di mucina presente. Nel caso dell’idrometra il contenuto uterino sarà anecogeno, mentre nel caso della mucometra, il contenuto uterino sarà iperecogeno. Se il materiale accumulato in utero, che tra l’altro causa un abbassamento delle difese locali, si infetta, si instaura una piometra. Il contenuto endoluminale della piometra è sempre ipoecogeno, anche se può essere ricco di foci iperecogeni fluttuanti. La piometra può essere generalizzata o focale (più rara). Può non essere sempre possibile differenziare ecograficamente un’idrometra da una piometra, ma la clinica dell’animale viene in aiuto e in caso di dubbio è più prudente trattare un’idrometra come piometra e non viceversa. I tumori uterini sono spesso benigni e asintotici per lungo tempo, per questo tendono ad essere diagnosticati quando arrivano a notevoli dimensioni. Spesso l’ecografia ha difficoltà nello stabilire l’organo di appartenenza, soprattutto quando le dimensioni sono notevoli. La radiologia spesso permette di individuare i rapporti con gli organi adiacenti e può individuare una struttura tubolare posta ventralmente al colon e dorsalmente alla vescica che altro non può essere il corpo dell’utero. BIBLIOGRAFIA 1. Luvoni GC, Beccaglia M: The Prediction of Parturition Date in Canine Pregnancy. Reprod Dom Anim 41, 27–32. 2006. 2. Zambelli D, Prati F: Ultrasonography for pregnancy diagnosis and evaluation in queens, Theriogenology 66, 135–144. 2006. 3. Beccaglia M, Luvoni GC: Comparison of the accuracy of two ultrasonographic measurements in predicting the parturition date in the bitch. Journal of Small Animal Practice, 47, 670–673. 2006. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria Castellarano (RE) Consulente Laboratorio La Vallonea - E-mail: [email protected] 158 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 159 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Massimo Vignoli Med Vet, SRV, PhD, Dipl ECVDI, Sasso Marconi (BO) La radiologia delle articolazioni: cosa dobbiamo assolutamente sapere Venerdì, 22 marzo 2013 - ore 14.30 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 160 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN La radiologia nello studio dello scheletro ed in particolare lo studio dello scheletro appendicolare è ancora oggi la modalità diagnostica principalmente utilizzata. Malgrado negli ultimi anni la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica siano decisamente più disponibili sul mercato, la radiologia la fa ancora da padrone, forte dell’ampia disponibilità, bassi costi ed elevata accuratezza diagnostica. Tuttavia in alcuni casi vi sono limitazioni tali dove la tomografia computerizzata (es. studio del gomito o del ginocchio) o la risonanza magnetica (es. studio del ginocchio) divengono necessarie. Le indicazioni per lo studio di un’articolazione sono: zoppia, dolore articolare, ridotto “range of motion”, instabilità articolare, tumefazione o deformità dell’articolazione, atrofia muscolare nelle condizioni croniche, trauma articolare, condizioni che possono avere effetti secondari sulle articolazioni come ad esempio patologie delle ossa in crescita o traumi delle ossa lunghe (esempio crescita asincrona di radio e ulna con osteoartrite secondaria al gomito), valutazione delle malattie ereditarie (displasia dell’anca e del gomito) (Allan e Nicoll, 2006). Ci sono quattro fattori fondamentali per ottenere una diagnosi dal nostro studio radiografico: 1) buona tecnica radiografica 2) corretto posizionamento 3) almeno due proiezioni ortogonali 4) utilizzo di proiezioni radiografiche che non si eseguono di routine (stressate o oblique). Innanzitutto, una buona tecnica radiografica è essenziale per arrivare ad una diagnosi corretta. Ci sono molti fattori che influenzano la qualità delle radiografie incluso l’unità da raggi X, l’impostazione dei dati per una corretta esposizione radiografica, la camera oscura (sia l’ambiente che la fase di processazione delle radiografie), e la scelta di equipaggiamenti radiografici ausiliari come le proprietà delle cassette, film/schermi di rinforzo, utilizzo e proprietà della griglia. È quindi necessario standardizzare tutte queste variabili in modo da avere la possibilità di selezionare un’appropriata esposizione per lo studio radiografico che vogliamo effettuare. In particolare nello scheletro noi dobbiamo utilizzare una tecnica ad alto contrasto per enfatizzare le caratteristiche già presenti nello scheletro. Per questo è necessario una tecnica con basso kilovoltaggio (kVp), mentre il milliamperaggio (mA) deve essere adeguato per raggiungere un buon annerimento (densità radiografica) della pellicola o dell’immagine digitale. Con i nuovi apparecchi digitali, piccoli errori di esposi- 160 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 161 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN zione si possono correggere nel “post processing”. Un basso kilovoltaggio consente di ottenere una scala di grigi molto corta, ma con grosse differenze tra loro e ciò incrementa il contrasto delle varie strutture che compongono l’immagine. Personalmente per cercare di ottenere il meglio da un radiogramma seguo la legge di Sante del 1954 (Kirberger, 1999). Questa regola si può applicare a tutti gli apparati con il calcolo molto semplice dei kVp. Per lo scheletro, sia esso assiale o appendicolare si calcola lo spessore in centimetri, si raddoppia e si aggiunge 40. Ad esempio eseguo uno studio radiografico del carpo di un cane con uno spessore di 4 centimetri. Il calcolo sarà: (4 x 2) + 40 = totale 48 kVp I milliampères si utilizzano, invece, con il solo scopo di annerire adeguatamente l’immagine, influiscono cioè sull’esposizione radiografica che è data dal rapporto tra mA e tempo di esposizione calcolato in secondi (mAs). La valutazione della correttezza o meno dell’esposizione radiografica si esegue valutando se l’annerimento è buono o no. Se è scarso (radiografia sottoesposta) dobbiamo raddoppiare i mAs, se invece è eccessivo (radiografia sovraesposta) dobbiamo dimezzare i mAs, e così via fino ad ottenere una buona immagine. Una volta che i parametri (cassette, film/schermi, sviluppo/fissaggio, griglia) sono stati standardizzati è possibile registrare le esposizioni ideali e così ci si può creare una tabella tecnica. Un corretto posizionamento del paziente è fondamentale per riprendere delle buone immagini dello scheletro appendicolare. Per questo è solitamente necessario sedare o anestetizzare il paziente. In particolare quando sia necessario ottenere proiezioni stressate o in caso il soggetto sia particolarmente agitato o addolorato, non è pensabile di ottenere immagini diagnostiche senza anestesia. Del resto, per lo studio di alcune articolazioni nella routine quotidiana (es. articolazioni coxo-femorali) non si può ottenere comunque una buona immagine radiografica senza rilassamento muscolare, in particolare in soggetti di taglia medio-grande. L’anestesia del paziente, oltre a consentire l’ottenimento di immagini di buona qualità, consente anche di evitare l’esposizione del personale medico o paramedico ai raggi X utilizzando culle di gomma piuma, corde e sacchi di sabbia che consentono di posizionare il paziente correttamente e mantenere la posizione fino a che il radiogramma sia ottenuto. Un altro fattore importante per arrivare ad una diagnosi corretta e in particolare evitare errori grossolani, ma che a volte possono diventare molto gravi, è quello di eseguire sempre almeno due proiezioni ortogonali della struttura che vogliamo studiare. Infatti, in alcuni casi, è possibile non evidenziare lesioni anche grossolane sulla base di una sola proiezione radiografica (Fig. 1). 161 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 162 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 1 - Nell’immagine VD della pelvi si evidenzia la lussazione dell’anca sinistra, ma la sovrapposizione con il pene e le feci non consente di evidenziare la frattura scomposta di L7, ben evidente nell’immagine in proiezione laterale. In caso di traumi alle articolazioni o alle cartilagini di accrescimento (fisi) o in corso di particolari patologie è indicato eseguire delle proiezioni stressate. In particolare per le articolazioni si va a valutare lo stato dei tessuti molli che contengono l’articolazione come ad esempio i legamenti collaterali o il legamento crociato craniale. Proiezioni aggiuntive sono: stress articolare del carpo o del tarso con adduzione o abduzione della mano o del piede per verificare lo stato dei legamenti collaterali e le proiezioni stressate in iperflessione e iperestensione per valutare i comparti dorsali e palmare/plantare. Proiezione stressata per la verifica dello stato del legamento crociato craniale con iperflessione del piede che induce la tibia a scivolare cranialmente rispetto al femore (“tibial compression test”) (Fig. 2). Per evidenziare bene i tessuti molli è indicato riprendere un’ulteriore immagine con esposizione ridotta. Proiezioni oblique possono essere utili nella valutazione del processo coronoideo mediale ulnare o la mancata fusione del condilo omerale, mentre nel garretto è considerata talvolta utile la sky-line in corso di osteocondrosi. Utili possono poi essere gli studi contrasto grafici, con contrasto positivo (iodato) o negativo (azoto, CO2 e aria). Il mezzo di contrasto viene iniettato in maniera sterile nell’articolazione dopo aver drenato il fluido articolare. 162 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 163 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 2 - L’immagine 1a rappresenta una radiografia in proiezione medio-laterale del ginocchio. L’articolazione è in posizione neutra in 2a. L’immagine 2b, invece, rappresenta l’immagine dello stesso ginocchio dopo avere eseguito l’iperflessione del piede che consente alla tibia di scivolare cranialmente rispetto al femore in presenza di rottura del legamento crociato craniale. Per questa manovra il soggetto deve essere sedato profondamente o meglio anestetizzato. La spalla è l’articolazione più studiata con queste tecniche (Allan e Nicoll, 2006). Quando si interpreta un radiogramma di un’articolazione è necessario considerare: la cartilagine articolare (visibile solo con astrografia opaca), l’osso sub condrale, i tessuti molli articolari e peri-articolari, oltre a tendini intra-articolari come il bicipite brahciale, l’estensore lungo delle dita e il popliteo. Rilievi radiografici patologici sono: a) tumefazione dei tessuti molli b) aumentato (versamento) o diminuito (distruzione cartilagine articolare) spazio articolare c) alterata opacità dell’osso sub-condrale d) formazione di osteofiti o entesiofiti e) calcificazioni f) gas g) rimodellamento della forma dell’articolazione h) modificazioni dell’allineamento delle ossa, segno di lesione ai tessuti molli i) distribuzione delle lesioni articolari (mono o poliarticolare) 163 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 164 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Utile può essere paragonare le immagini a quelle dell’arto contro laterale. Sulla base dei rilievi radiografici si possono poi emettere delle diagnosi differenziali che comprendono patologie articolari di origine traumatica (lussazioni, fratture intra-articolari), infiammatoria/infettiva (settica o autoimmune), neoplastica, di sviluppo (ereditaria, tipo displasie o osteocondrosi), metaboliche e congenite (Vignoli, 2005). Tuttavia, poiché vi sono sovrapposizioni di segni clinici e radiografici in patologie di diversa origine (segni radiografici aspecifici) (Allan, 2013), la conoscenza delle razze predisposte ad alcune patologie e talvolta il prelievo articolare per esame del fluido sinoviale o della sinovia, facilitano il raggiungimento della diagnosi definitiva. BIBLIOGRAFIA 1. Allan G & Nicoll R. Joints-general. In: BSAVA Manual of Canine and Feline Musculoskeletal Imaging. Edited by Frances J. Barr and Robert M. Kirberger. BSAVA, Gloucester, 2011, pag. 71-85. 2. Kirberger RM, (1999), Radiograph quality evaluation for exposure variables--a review. Vet Radiol Ultrasound, 40(3):220-6. 3. Allan G. Radiographic Sign of Joint Disease in Dogs and Cats. In: Thrall DE. Textbook of Veterinary Diagnostic Radiology, (2007), Sixth Edition, Elsevier, St. Louis, Missouri, 2013, pag. 319-348. 4. Vignoli M. Apparato osteoarticolare – Scheletro Appendicolare. In: Radiologia del cane e del gatto. Diego Boscia, Luca Baracchini, Federica Rossi, Massimo Vignoli. Poletto Editore, Milano, 2005, pag. 114-158. Indirizzo per la corrispondenza: [email protected] 164 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 165 77° INTERNATIONAL CONGRESS LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI OGGI: COME DOBBIAMO INIZIARE, DOVE POSSIAMO ARRIVARE 22-24 MARZO 2013, MILANO ESTRATTI DELLE RELAZIONI Sessione avanzata CONGRESS PROCEEDINGS Advanced Session Questo volume di atti congressuali riporta fedelmente quanto fornito dagli autori che si assumono la responsabilità dei contenuti dei propri scritti. Gli estratti sono elencati in ordine alfabetico secondo il cognome del relatore e quindi in ordine cronologico di presentazione. These proceedings report faithfully all abstracts provided by the authors who are responsible of the content of their works. The abstracts are listed in alphabetical order by surname and then in chronological order of presentation. Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 166 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Edoardo Auriemma Dipl. ECVDI Istituto Veterinario di Novara [email protected] Diagnostica per immagini della regione del collo Domenica, 24 marzo 2013 - ore 11.20 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 167 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE Nelle patologie della regione del collo l’utilizzo delle diverse modalità di Diagnostica per Immagini risulta essere di fondamentale importanza. Le anomalie cervicali possono essere suddivise in due grosse categorie principali: quelle a carico dei tessuti molli (vascolare, tiroide, paratiroide, linfonodi) e quelle a carico della colonna vertebrale e midollo spinale. La presentazione comprenderà l’esposizione di diversi casi clinici atti a mettere in luce i pro- e i contro delle singole modalità di Imaging cervicale. RADIOLOGIA CONVENZIONALE La radiologia convenzionale riveste un ruolo limitato ad eccezione delle patologie su base traumatica, siano esse a carico della colonna vertebrale che dei tessuti molli cervicali. Ferite da morso o traumi da investimento rappresentano sicuramente una casistica comune nella pratica quotidiana veterinaria ed è importante, a seguito di uno scrupoloso esame clinico, valutare radiograficamente la regione cervicale. L’approccio radiografico deve essere sistematico e prendere in considerazione tutte le strutture visibili e valutabili nell’esame. Particolare attenzione va posta allo studio della colonna vertebrale (corretto allineamento, spazi intervertebrali, trabecolatura ossea), cercando, in caso di sospette fratture, di manipolare con estrema cura il paziente. La valutazione dei tessuti molli, soprattutto nel caso di lesioni lacero-contuse, mira in primo luogo ad escludere, ove possibile, il sospetto di perforazione esofagea – tracheale e/o la presenza di corpi estranei radiopachi. In caso di neoformazioni cervicali di sospetta natura neoplastica, il ruolo della radiologia convenzionale è limitato e può solamente confermare, mediante un incremento di radiopacità del settore interessato ed una dislocazione delle strutture adiacenti, il sospetto clinico evidenziato dalla palpazione cervicale del paziente. Per poter caratterizzare la neoformazione e conoscerne la natura è opportuno utilizzare diverse modalità di Imaging (ecografia, tomografia computerizzata e risonanza magnetica) combinate con procedure bioptiche guidate. Tra le masse cervicali e le loro localizzazioni più frequenti vengono prese in considerazione le ghiandole tiroide/paratiroide ed in seconda istanza le neoformazioni di origine linfonodale. 167 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 168 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ULTRASONOGRAFIA L’esame ecografico della regione del collo è spesso utile in caso di neoformazioni espansive, per stabilirne le origini, la struttura, la consistenza (solida vs liquida-cavitaria) e i rapporti che instaurano con le strutture adiacenti. L’ultrasonografia, in grado di fornire informazioni dettagliate riguardo la vascolarizzazione delle masse e i rapporti con le strutture adiacenti, può rappresentare il primo step dello studio imaging delle neoformazioni cervicali ed inoltre un eccellente ausilio nelle procedure bioptiche. Sebbene sia estremamente operatore dipendente possiede il vantaggio di essere minimamente invasiva, poco costosa, rapida, ma soprattutto di poter essere eseguita in tempo reale con paziente sveglio. L’esame ecografico di tiroide e paratiroidi risulta essere particolarmente agevole, essendo gli organi in esame superficiali e facilmente differenziabili dalla muscolatura ed organi circostanti. L’utilizzo di sonde ad elevata frequenza permette di ottenere risoluzione e qualità di immagine ottimali; la tiroide presenta ecostruttura omogenea, margini definiti, capsula e parenchima lievemente iperecogeno rispetto alle strutture adiacenti. Pertanto, alterazioni di volume, morfologia ed ecostruttura sono facilmente rilevabili e vanno contestualizzate con l’esame clinico del paziente. Negli ultimi anni, l’ecografia ha mostrato notevole validità diagnostica nello screening di patologie quali ipotiroidismo, ipertiroidismo ed iperparatiroidismo. L’esame ecografico della regione cervicale può essere inoltre eseguito in pazienti affetti da patologie infiammatorio-granulomatose, secondarie ad esempio a corpi estranei migranti, o che presentino anomalie delle strutture vascolari. Qualora non si riesca ad ottenere informazioni dettagliate attraverso le metodiche precedentemente descritte si deve ricorrere alle tecniche di imaging avanzato, tra le quali si annoverano la TC e la RM. TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA E RISONANZA MAGNETICA Negli ultimi anni l’utilizzo della tomografia computerizzata è diventato sempre più comune nella realtà della Medicina Veterinaria. L’elevata risoluzione di contrasto, l’assenza di sovrapposizione, la possibilità di acquisire 168 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 169 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN grossi volumi in tempi ridotti e di ricostruire le immagini nelle tre dimensioni sono solo alcuni dei vantaggi di questa metodica diagnostica. Con l’avvento delle TC multistrato e l’elevata velocità di scansione, il paziente critico, dispnoico o traumatizzato, può essere sottoposto all’esame da sveglio o con leggera sedazione poiché gli artefatti da movimento sono notevolmente ridotti. Nei casi in cui, in corso di patologie neoplastiche identificate ecograficamente, sia necessario stadiare il paziente, la TC rappresenta sicuramente il gold standard diagnostico e permette non solo di valutare con precisione le caratteristiche della neoformazione in esame (volume, morfologia, vascolarizzazione) ma anche di studiare i linfonodi tributari e identificare l’eventuale presenza di lesioni metastatiche. Le informazioni acquisite sono spesso fondamentali per un corretto planning prechirugico. L’utilizzo di TC multistrato garantisce inoltre elevata accuratezza diagnostica nei pazienti condrodistrofici affetti da discopatia e nei pazienti traumatizzati nei quali si sospettino deviazioni dell’asse della colonna vertebrale cervicale e/o alterazioni della trabecolatura ossea sospettate radiograficamente. Un esame TC della colonna cervicale, se eseguito correttamente, consente nella maggior parte dei casi di evidenziare eventuali estrusioni discali e stimare il grado di compressione del midollo spinale. L’assenza di patologie compressive midollari di rilievo in pazienti con marcati deficit neurologici richiede un esame di imaging approfondito ed accurato del midollo spinale. In queste situazioni, la risonanza magnetica è in grado di mostrare patologie endomidollari non chiaramente evidenti all’esame TC, siano esse di natura degenerativa, neoplastica, infiammatoria o vascolare. Nelle patologie spinali la risonanza magnetica rappresenta attualmente il gold standard diagnostico e permette, grazia ad un’elevata risoluzione di contrasto (superiore alla TC) e all’assenza di sovrapposizione di strutture, di identificare patologie spinali sia di natura compressiva che espansiva. Negli ultimi anni, l’avvento di macchine di risonanza magnetica ad alto campo anche in medicina veterinaria, ha inoltre permesso di studiare con precisione patologie a carico dei tessuti molli cervicali ed in particolare patologie tiroidee e paratiroidee prima diagnosticabili solo con ausilio di ecografia e TC. Indirizzo per la corrispondenza: Istituto Veterinario di Novara [email protected] 169 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 170 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Massimo Baroni Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano terme (PT) RM: Ottimizziamo la tecnica per ottenere immagini diagnostiche Venerdì, 22 marzo 2013, ore 10.30 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 171 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN La risonanza magnetica sta acquistando sempre maggior spazio anche in Medicina Veterinaria con particolare enfasi per lo studio delle patologie neurologiche. È senz’altro considerata la tecnica di scelta per l’imaging dell’encefalo e del midollo spinale Al di là del tipo di macchina utilizzata, più di altre metodiche, la RM necessita di una ottimizzazione della tecnica al fine di ottenere immagini di qualità e quindi di grande validità diagnostica. È necessaria una standardizzazione di ogni dettaglio della procedura, dal posizionamento del paziente fino alla scelta delle idonee sequenze di imaging, dei relativi parametri di acquisizione e dei protocolli di studio specifici per la regione anatomica esaminata. POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE È un momento preliminare all’esame estremamente importante ai fini della qualità dello stesso. Per quanto riguarda il cranio, il paziente viene solitamente posizionato in decubito sternale. Il cranio non deve avere rotazioni sul suo asse longitudinale, nè su quello trasversale in maniera tale che le strutture sia del neuro che dello splancnocranio risultino assolutamente simmetriche. Il campo di vista sul piano sagittale deve includere anche le prime vertebre cervicali, quindi va curato l’allineamento tra queste ultime ed il cranio stesso. Ciò è da ricercare sempre, ma risulta di fondamentale importanza per lo studio di patologie specifiche come la idrosiringomielia del Cavalier King Charles Spaniel. Per quanto riguarda il rachide, il paziente può essere posizionato sia in decubito dorsale che laterale. Il perfetto allineamento lungo l’asse longitudinale è pregiudiziale per l’ottenimento di buone immagini sul piano sagittale e dorsale e va ricercato con cura. Lo studio non deve essere iniziato se tale obiettivo non è stato raggiunto. SEDAZIONE DEL PAZIENTE Salvo rarissime eccezioni (animale in stato stuporoso o comatoso), tutti gli studi RM vengono eseguiti con paziente in anestesia generale o sedazione profonda. Il paziente dovrebbe sempre essere intubato e supportato con ossigeno. Il monitoraggio cardiorespiratorio del paziente dovrebbe essere garantito attraverso strumentazione RM compatibile. In mancanza di essa, uno 171 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 172 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN stetoscopio esofageo ed il continuo monitoraggio da parte di un anestesista dovrebbe essere assicurato. Negli studi del rachide ampi movimenti respiratori o polipnea possono causare artefatti da movimento. In tale circostanze il paziente va ventilato in modo da assicurare un respiro regolare e la perfetta immobilità del rachide. SCELTA DELLA BOBINA RICEVENTE La scelta della bobina ricevente influenza moltissimo la qualità dell’immagine ed in particolare il rapporto segnale rumore (SNR). È consigliabile utilizzare bobine in quadratura e per la spina bobine phased array. Le bobine di superficie sono invece sconsigliabili in quanto garantiscono un rapporto segnale rumore estremamente basso. Molto importanti sono le dimensioni della bobina rispetto alla parte anatomica da esaminare. Il paziente dovrebbe essere il più aderente alla bobina possibile. Per soggetti estremamente piccoli (gatti, cani di razza toy), spesso si utilizzano bobine da caviglia o da polso umane, in grado di risultare molto aderenti al cranio o al rachide dell’animale, garantendo un alto SNR. Figura 1 - Posizionamento in decubito sternale per esame del cranio. Bobina Dual Phased Array. 172 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 173 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN SCELTA DEI PARAMETRI DI PROGRAMMAZIONE DELLE SEQUENZE Ogni macchina viene fornita con un set di sequenze idonee a coprire le principali necessità diagnostiche. Tale set solitamente comprende sequenze pesate in T1 e T2 ottenute con tecnica Spin Echo (SE) e Gradient echo(GE), sequenze a sopressione di grasso (STIR, FatSAT), sequenze a soppressione di liquor (FLAIR). Sequenze più sofisticate presentano in esse sia pesatura T1 che T2 ( Steady State) e assumono nomi vari a seconda della ditta che le ha messe a punto (C-bass, 3D Hyce etc). Queste ultime vengono solitamente presentate in versione 3D. Le sequenze sono fornite con parametri di default che possono garantire un’immagine di buona o media qualità. Tuttavia, se si desidera ottenere una alta qualità , ripetitiva in alta percentuale in tutti i soggetti esaminati, occorre che il tecnico radiologo o il medico radiologo, conoscano i principi alla base della scelta dei parametri e sappiano modificarli al fine di migliorare la qualità dell’immagine. Gli scopi da raggiungere da un punto di vista tecnico per ottenere buone immagini sono fondamentalmente tre: 1) Ottenere una buona pesatura T1 o T2 con “segnale” sufficiente: ciò è fondamentale soprattutto per le immagini pesate in T2. In gergo si dice che un’immagine ha una ottima pesatura in T2 quando i liquidi contenuti in essa (es. liquor) appaiono nettamente bianchi, con un buon contrasto rispetto agli altri tessuti 2) Ottenere un buon rapporto segnale/rumore (SNR). Il rumore digitale presente in una immagine causa una perdita di nitidezza e, quando elevato, rende l’immagine non diagnostica 3) Ottenere una buona “risoluzione spaziale”, cioè la capacità di distinguere chiaramente due strutture poste una accanto all’altra. Più sarà alta la risoluzione spaziale, più sarà facile cogliere i dettagli delle strutture anatomiche Figura 2 - Sequenza FSE T2 pesata. Buon rapporto segnale/rumore e buona risoluzione spaziale. considerate. 173 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 174 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Nelle sequenze più semplici, ossia le spin echo (SE), la pesatura T1 e T2 si ottiene agendo sul tempo di rilassamento (TR) e sul tempo di echo (TE). La pesatura T1 sarà caratterizzata da TR e TE corti ( TR da 400 a 800 msec e TE 18-26 msec), mentre la pesatura T2 sarà ottenuta con TR lunghi (>2000 msec) e TE lunghi (> 90 msec). Una maggiore pesatura T2 si ottiene sia aumentando il TR che il TE; tuttavia per non aumentare troppo la durata della sequenza spesso si preferisce aumentare il TE (120 msec o più). Idealmente si dovrebbero ottenere immagini con alto rapporto segnale/rumore ed alta risoluzione spaziale. I parametri su cui si può agire sono il campo di vista (Field of View, FOV), la matrice, lo spessore di strato, i numeri di acquisizione (NEX). Per ottenere alta risoluzione spaziale occorre diminuire il campo di vista, alzare la matrice e diminuire lo spessore di strato. Tutto ciò tuttavia concorre a ridurre il rapporto segnale/rumore che può essere a sua volta alzato aumentando il numero di acquisizioni, quindi in definitiva aumentando il tempo necessario per ultimare la sequenza. A fronte di queste variabili apparentemente contrapposte, occorre trovare, caso per caso, un compromesso valido in base a ciò che vogliamo ottenere. Alcune regole generali possono essere riassunte come segue: 1) Le immagini T1 pesate devono garantire dettagli morfologici e quindi devono avere ottimo SNR e ottima risoluzione. 2) Le immagini pesate in T2 e ancor più le immagini STIR e FLAIR, da cui ci si aspetta alta sensibilità nell’evidenziare eventuali lesioni, devono avere ottimo segnale, buon rapporto segnale rumore a fronte di una risoluzione spaziale non elevata. 3) L’uso di matrici ad alta risoluzione (512) è sempre consigliabile, ma è assolutamente indispensabile nello studio del rachide e del midollo spinale dove la risoluzione spaziale è spesso determinante per la diagnosi, in particolare nei pazienti di piccola taglia. 4) Le immagini sul piano sagittale e dorsale del rachide devono essere “panoramiche”, quindi avere FOV ampio a fronte di una risoluzione spaziale inferiore. Viceversa le immagini sul piano trasverso devono avere FOV piccolo e alta matrice, cioè alta risoluzione spaziale. 5) È consigliabile usare sempre bobine di volume ad alto rapporto segnale/rumore, evitando le bobine di superficie a cui si associano performance inferiori. 174 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 175 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 6) Lo spessore di strato deve essere sufficientemente sottile , soprattutto in animali di piccola taglia. Spessori di strato di 3-4 mm sono un accettabile compromesso per avere immagini di buona qualità, evitando artefatti da “volume parziale”. Ricordare che l’aumento dello spessore di strato di 0,5 mm, spesso aiuta ad ottenere un migliore SNR, essendo ininfluente sulla capacità diagnostica della sequenza. Strutture anatomicamente complesse e piccole (orecchio interno) possono essere studiate con sequenze 3D, con le quali si possono usare strati sottili (1 mm) con alto SNR. 7) Il tempo di acquisizione della sequenza non deve essere privilegiato a fronte di una diminuzione della qualità dell’immagine. Deve tuttavia rimanere ragionevole (5-7 min) al fine di evitare studi estremamente lunghi e quindi rischi anestesiologici importanti per l’animale. Nella programmazione delle sequenze, attenzione va fatta alla direzione di codifica dei gradienti. Artefatti di pulsatilità provenienti da arterie possono causare cattiva qualità dell’immagine. Per esempio nello studio del midollo spinale se la codifica è in direzione ventro dorsale, gli artefatti provenienti dall’aorta causeranno un cattivo imaging del midollo spinale stesso. Sia per il cranio che per il midollo spinale la codifica deve quindi essere sempre lungo il piano orizzontale. PROTOCOLLI DI STUDIO Ogni centro di diagnostica in cui si faccia imaging con Risonanza, deve avere protocolli di studio standardizzati per ogni regione anatomica. Ogni protocollo di studio deve prevedere un pacchetto di sequenze di base da eseguire sempre e sequenze accessorie da programmare solo in caso di necessità di tipizzare alcune patologie particolari. Di seguito si propongono protocolli di studio per cranio e rachide. Cranio: Lo studio è iniziato con sequenze sul piano trasverso, pesate sia in T1 che in T2. Il piano trasverso consente di valutare bene la simmetria e quindi evidenziare patologie focali confrontando l’analoga regione anatomica controlaterale. La sequenza pesata in T2 va ripetuta sul piano dorsale o sagittale, in osservanza della regola aurea secondo la quale una qualsiasi lesione deve essere confermata almeno su due piani dello spazio. Se si sospetta un aumento di pressione intracranica, la prima sequenza dello studio sarà rappresentata da una sagittale T2, la più sensibile nell’evidenziare eventuale eventuali ernie tentoriali o sub-occipitali. 175 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 176 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Va quindi ottenuta una sequenza FLAIR sul piano trasverso, utile per evidenziare lesioni paraventricolari. Lo studio va completato con immagini T1 pesate dopo somministrazione di mezzo di contrasto paramagnetico, sui tre piani dello spazio. Precisazioni su alcuni distretti particolari (fossa media, orecchio interno) possono essere acquisiti con sequenze 3D bilanciate ( C-Bass, 3D-Hyce) che garantiscono spessori di strato inferiori al mm. Se si sospetta una emorragia intracranica, dovrà entrare nel protocollo una sequenza GE T2* (star), particolarmente sensibile alla suscettibilità magnetica. Eventuali aree impregnate con prodotti di degradazione dell’emoglobina appariranno vuote di segnale (ipointensi). Se i tessuti molli dello splancnocranio sono tema di indagine, una sequenza STIR ( o GE STIR) sarà inclusa nello studio per la sua sensibilità dell’evidenziare lesioni occultate dall’iperintensità fisiologica del tessuto adiposo. Figura 3 - Sequenza SE 3D T1 – Spessore di strato 0.6 mm. Si noti la radice L7 di destra nel suo conflitto con frammento osteo cartilagineo. 176 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 177 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Rachide: Lo studio è iniziato con sequenze FSE pesate in T1 e T2 sul paino sagittale (sequenze di screening), a cui seguono sequenze FSE pesate in T1 e T2 sul piano trasverso. Alcune scuole preferiscono iniziare con una sequenza “localizer” sul piano dorsale, a cui fanno seguire le sequenze già menzionate. Tale protocollo può essere sufficiente per lo studio di alcune patologie (estrusioni discali). Studi più complessi prevedono l’uso di sequenze STIR (o GE STIR), estremamente utili per delineare processi patologici a carico delle vertebre e dei tessuti molli paravertebrali. Lo studio è quindi concluso con sequenze T1 pesate dopo somministrazione di mezzo di contrasto paramagnetico. Sequenze accessorie sono rappresentate da 3D, sia Spin echo pesate in T1, sia bilanciate (C-bass, 3D-Hyce). Queste ultime sono molto utili per lo studio delle radici nervose e per lesioni caratterizzate da raccolte di liquor (es. Cisti subaracnoidee). La qualità dello studio del rachide può essere talvolta inficiata da artefatti da movimento causati dal respiro. In tali casi è utile utilizzare “bande di presaturazione” posizionate sull’addome o sul torace in modo da minimizzare tali artefatti. BIBLIOGRAFIA 1. Robertson I. Optimal Magnetic Resonance Imaging of the Brain. Vet Rad Ultras 2011; 52:s15-22. 2. Dennis R. Optimal Magnetic Resonance Imaging of the Spine. Vet Rad Ultras 2011; 52:s72-80. 3. Gavin PR, Bagley RS Practical Small animal MRI. 1st Ed. Wyley-Blackwell 2009. 4. Dal Pozzo G. Compendio di Risonanza Magnetica. UTET 2001. 177 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 178 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Massimo Baroni Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano terme (PT) Ruolo della RM nelle patologie del plesso brachiale Venerdì, 22 marzo 2013, ore 17.40 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 179 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Le patologie del plesso brachiale possono essere di natura infiammatoria, traumatica o neoplastica. Mentre i traumi del plesso brachiale sono di facile diagnosi da un punto di vista clinico, le affezioni di natura neoplastica e , più raramente infiammatoria, costituiscono delle vere e proprie sfide diagnostiche. I Tumori delle Guaine dei Nervi Periferici (TGNP) aggrediscono frequentemente il plesso brachiale. Sono tumori ad origine mesenchimale, spesso indifferenziati, che insorgono primariamente a livello di radici nervose o di plesso brachiale e diffondono lentamente sia prossimalmente che distalmente. Cruciale ai fini prognostici è la diffusione intrarachidea e intramidollare. Per lungo tempo possono presentarsi morfologicamente come lieve ispessimento del nervo o della radice coinvolti, senza formare una vera e propria massa. I TGNP raramente danno metastasi a distanza, spesso però recidivano localmente se i margini di escissione non sono ampi. La presentazione classica di un paziente sospetto di TGNP ( solitamente di età media o avanzata) candidato all’imaging del plesso brachiale è costituita da zoppia cronica, spesso comparsa molti mesi prima e rimasta di primo grado per molto tempo. Quasi sempre è presente in anamnesi una valutazione ortopedica più o meno completa dell’arto anteriore coinvolto con assenza di reperti patologici o il riscontro e la terapia di patologie ortopediche senza esito in guarigione. È abbastanza tipica la scarsa risposta sintomatica alla somministrazione di farmaci antinfiammatori. Solo dopo molto tempo compare progressione della sintomatologia clinica con comparsa di atrofia muscolare spesso selettiva e lieve paresi dell’arto. La visita clinica permette di confermare la zoppia e negli stadi avanzati si può apprezzare deficit propriocettivo, dolore ascellare e reperto di massa palpabile ascellare. Considerata l’esigenza di una diagnosi precoce ai fini di una terapia efficace, si può dire che ogni zoppia anteriore ad andamento cronico non correlata a chiare patologie ortopediche dovrebbe essere esplorata per sospetto di TGNP. Metodiche di screening prima dell’esecuzione dello studio RM, possono essere costituite da un esame elettromiografico e da uno studio ecografico ascellare. Entrambe le metodiche possono dare falsi risultati negativi. Lo studio ecografico può anche dare falsi positivi per confusione con strutture linfonodali o vascolari. La RM è sicuramente la metodica di scelta nello studio del plesso brachiale, anche se non sono presenti, allo stato attuale, dati di evidenza scientifica circa la sua sensibilità e specificità basati su un’ampia casistica. 179 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 180 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Lo studio RM deve essere accurato e di buona qualità per essere diagnostico. La bobina ricevente deve avere un buon rapporto segnale/rumore e deve essere disponibile un ampio campo di vista (FOV), sufficiente a comprendere il rachide cervico- toracico ed entrambe le regioni ascellari. Il protocollo di studio deve essere appropriato per questo specifico tipo di imaging. Ad una sequenza di screning sagittale pesata in T2, è consigliabile far seguire sequenze a soppressione di grasso ( STIR, GE STIR) sia sul piano trasverso che dorsali. Tali sequenze sono di fondamentale importanza e hanno sensibilità decisamente superiore alle normali immagini T2 pesate nell’evidenziare anormalità a carico delle radici nervose o del plesso brachiale. Ciò è facilmente spiegabile considerando la presenza di notevole quantità di tessuto adiposo a livello ascellare, la cui soppressione contribuisce ad elevare il contrasto con eventuali lesioni. Figura 1 - Sequenza GE STIR sul piano trasverso. Si evidenzia radice dx aumentata di volume e iperintensa. 180 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 181 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Al di là dei cambiamenti morfologici, uno dei primi segni di anormalità a carico delle strutture nervose periferiche esaminate è un cambiamento di segnale delle stesse da isointensità a marcata iperintensità. Uno spessore di strato sui 4-4,5 mm può essere considerato sufficiente per queste sequenze di screening. È necessario usare un FOV ampio e ottenere immagini con un buon rapporto segnale-rumore. Non è invece indispensabile una alta risoluzione spaziale. Una volta identificata la potenziale lesione, il quadro va completato con sequenze FSE T2 e T1 pesate. Le sequenze T1 pesate vanno ripetute dopo somministrazione di mezzo di contrasto paramagnetico. È consigliabile acquisire le sequenze T1 pesate post-contrasto con tecnica a saturazione di grasso se si usa una macchina ad alto campo e con tecniche Dixon in macchine a basso campo. La presa di contrasto dei TGNP è variabile e sicuramente associando una tecnica a sottrazione di grasso si aumenta il contrasto e la visibilità dell’eventuale incremento. Figura 2 - Sequenza Se T1 dopo contrasto: Si evidenzia massa ascellare dx con diffusione prossimale alla radice nervosa. 181 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 182 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Lo studio dei singoli foramina e delle radici associate può essere precisato con sequenze 3D steady state ( c-bass, 3D Hyce , true–fisp) che permettono di ottenere spessori di strato molto sottili (1 mm) e consentono di visualizzare le radici nervose lungo tutto il loro decorso intraforaminale. L’evidenza di una massa ascellare a livello del plesso brachiale con diffusione prossimale alle radici depone per lesione neoplastica, in prima istanza TGNP. Non escludibile comunque fino a prova bioptica una eventuale infiltrazione linfomatosa. Il reperto di radici nervose con segnale alterato ma con lieve aumento di volume deve far porre in diagnosi differenziale una forma infiammatoria, sebbene costituisca reperto più raro. Neuropatia infiammatoria ipertrofica intraforaminale può essere associata a discopatie croniche e ad instabilità vertebrale. Il reperto di concomitanti segni degenerativi a livello vertebrale rafforza l’ipotesi di questa possibilità diagnostica. In caso di coinvolgimento intrarachideo, è utile ottenere immagini trasverse e dorsali del midollo spinale, pesate in T1 dopo somministrazione di contrasto e ad alta risoluzione spaziale, al fine di evidenziare eventuali coinvolgimenti durali o intradurali. Il reperto di diffusione intradurale visibile in RM fa porre riserva di prognosi. È da sottolineare che la diffusione tumorale lungo le radici è generalmente sottostimata dalle immagini RM rispetto ai riscontri istopatologici. Un segno indiretto di denervazione a carico dei gruppi muscolari atrofici associati a TGNP è costituito da iperintesità T2 e STIR . È comunque un reperto associato ad atrofia neurogena, non patognomonico e riscontrabile anche in pazienti affetti da denervazione di origine traumatica. BIBLIOGRAFIA 1. Kraft S et al Magnetic Resonance Imaging characteristics of pherpheral nerve sheath tumors of canine brachial plexus in 18 dogs. Vet rad Ultras, 2007;48:1-7. 2. Mellanby RJ et al. Magnetic Resonance Imaging in the diagnosis of lymphoma involving the brachial plexus in a cat. Vet Rad Ultras, 2003;44:522-525. 3. Guilherme S, Benigni L. Ultrasonographic anatomy of the brachial plexus and major nerves of the canine thoracic limb. Vet rad Ultras, 2008;49:577-583. 4. Rose S et al. Ultrasonographic evaluation of brachial plexus tumors in five dogs. Vet rad Ultras, 2005;46:514-517. 182 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 183 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Daniele Della Santa DMV, PhD, Dipl ECVDI, Follonica (GR) Diagnostica per immagini nel paziente con corpo estraneo migrante Domenica, 24 marzo 2013 - ore 15.20 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 184 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Nel paziente con patologia da corpo estraneo migrante la conoscenza dei mezzi diagnostici impiegabili per localizzarlo è fondamentale allo scopo di allestire il protocollo diagnostico più corretto e garantirne le maggiori possibilità di visualizzazione diretta (condizione fondamentale perché questo venga poi rimosso con successo per via chirurgica o interventistica). I corpi estranei migranti localizzati in sede superficiale sono solitamente facilmente studiabili per via ecografica. Questi sono solitamente contenuti all’interno di lesioni cavitarie di natura ascessuale/granulomatosa e presentano la classica forma fusiforme composta da 2-3 interfacce iperecogene convergenti a livello della punta e con reste di dimensioni variabili. Per quanto la diagnosi sia solitamente semplice, le difficoltà possono nascere in presenza di corpi estranei di piccole dimensioni e/o consistenza ridotta, multipli o con morfologia atipica circondati da materiale fortemente eterogeneo (tessuto fibroso, tessuto di granulazione) che può renderne difficoltosa l’esatta localizzazione; in questi casi può essere utile ripetere l’esame dopo terapia antibiotica. Questa condizione può essere ulteriormente esacerbata da pregressi interventi chirurgici nella stessa sede in quanto il materiale da sutura può essere confuso con materiale estraneo. Qualora l’ecografia non riesca a localizzare il corpo estraneo, la Tc o la RMN possono essere impiegate non tanto allo scopo di visualizzare il corpo estraneo, ma di verificare la presenza di tragitti fistolosi che mettano in comunicazione la lesione superficiale con eventuali altre lesioni localizzate in profondità e non evidenti ad un primo esame ecografico. Va infatti ricordato che la localizzazione dei corpi estranei vegetali migranti mediante Tc o RMN non è sempre semplice e la loro sensibilità nella visualizzazione diretta dei corpi estranei vegetali migranti è relativamente bassa; viceversa il loro impiego al fine di evidenziare eventuali tragitti fistolosi, ha molto più successo. In caso di rilievo di ulteriori lesioni potenzialmente sede del corpo estraneo, queste regioni devono essere, se accessibili, indagate ecograficamente. Particolare attenzione va riservata agli ascessi localizzati a livello del fianco in quanto in questi casi spesso il corpo estraneo non è localizzato a livello della lesione ascessuale, ma questa è solo la “punta dell’iceberg”: il corpo estraneo infatti è spesso localizzato in sede sottolombare (a livello muscolare o nel tessuto adiposo). I corpi estranei intratoracici possono avere localizzazione variabile. Solitamente penetrano nel torace attraverso le vie respiratorie, migrano attraverso il polmone (più frequentemente attraverso i lobi polmonari caudali) e quindi possono fuoriuscire e localizzarsi a livello pleurico, a livello della parete toracica (dove determinano la formazione di un ascesso/granuloma intercostale/paracostale) o migrare al di fuori del torace nello spazio sottolombare. I cor- 184 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 185 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN pi estranei ancora localizzati a livello polmonare sono spesso accessibili per via endoscopica e questo costituisce il mezzo diagnostico/terapeutico di prima scelta in caso di elevato sospetto clinico. In casi con minore sospetto clinico o dopo un’endoscopia respiratoria che non sia risultata conclusiva, l’esame di scelta è la Tc che può consentire sia la visualizzazione del corpo estraneo all’interno del bronco, sia le alterazioni parenchimali a carico del tessuto polmonare adiacente (pattern interstiziale o alveolare focale, consolidamento polmonare). Qualora il corpo estraneo non sia più presente nel polmone, la localizzazione delle lesioni polmonari può consentirci di indirizzare la nostra attenzione verso la regione dove questo è migrato (es. spazio sottolombare). Raramente i corpi estranei vegetali polmonari risultano visibili ecograficamente, questo avviene qualora siano localizzati in sede superficiale e il polmone adiacente sia consolidato completamente. Più raramente si possono formare dei veri e propri ascessi polmonari che risultano evidenti sia in Tc che all’ecografia. Essendo la localizzazione più frequente a carico dei lobi caudali, spesso risulta utile l’impiego della finestra acustica transepatica, che consente la visualizzazione dell’ascesso ma, data la distanza tra la sonda e la lesione, raramente ne consente uno studio accurato del contenuto tale da consentire di confermare/escludere la presenza di un corpo estraneo. L’esame ecografico è tecnicamente e qualitativamente migliore se l’ascesso è studiabile per via transtoracica. In questi casi la Tc consente la visualizzazione e l’esatta localizzazione della lesione cavitaria. In presenza di pneumotorace o versamento pleurico è probabile che il corpo estraneo non sia più presente a livello polmonare, ma sia già migrato altrove o sia effettivamente in fase di migrazione (e dunque, per quanto ancora polmonare, non sia accessibile per via endoscopica). In questi casi gli esami di prima scelta sono la Tc toracica o, come seconda scelta, l’ecografia. L’esame ecografico risulta particolarmente difficoltoso; può essere eseguito, ma ampie aree del torace possono risultare non studiabili (eventualmente l’esame può avere più successo dopo evacuazione dell’aria presente a livello pleurico). In presenza di versamento pleurico, l’esame di prima scelta è l’ecografia: spesso il corpo estraneo è localizzato a livello pleurico nella porzione ventrale del torace; a questo livello la pleura si presenta fortemente ispessita ed eterogenea; nella compagine pleurica può essere possibile evidenziarlo, spesso circondato da una modesta raccolta liquida. In caso di mancato rilievo ecografico del corpo estraneo, la Tc può consentire una migliore visualizzazione di regioni anatomiche non facilmente accessibili per via ecografica. Quando viene eseguito un esame Tc del torace allo scopo di localizzare un sospetto corpo estraneo vegetale migrante, dovrebbe sempre essere inclusa nella scan- 185 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 186 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN sione anche la regione sottolombare perché è possibile che il corpo estraneo non sia più presente a livello toracico, ma sia migrato caudalmente. Lo stesso concetto vale per l’ecografia e, anche se il paziente viene presentato con una sintomatologia clinica riferibile ad una localizzazione intratoracica, se il corpo estraneo non viene rinvenuto a livello toracico, è indicato estendere l’esame allo spazio sottolombare. Segni generici di patologia dello spazio retroperitoneale possono essere individuati anche con la radiologia tradizionale dell’addome che può mostrare ingrandimento e riduzione del contrasto a livello dello stesso, e neoproduzione ossea periostale a livello della porzione ventrale delle vertebre lombari; in questi casi, anche se la radiografia è stata eseguita per un motivo diverso, è indicato esaminare accuratamente questa regione con metodiche diagnostiche più avanzate (ecografia, Tc, RMN). L’ecografia dello regione sottolombare consente uno studio accurato dello spazio retroperitoneale: i muscoli sottolombari presentano solitamente ecostruttura eterogenea con presenza di cavità ascessuali di dimensioni variabili e, in alcuni casi, tragitti fistolosi. Le fistole devono essere seguite in tutte le le loro ramificazioni per verificare l’eventuale presenza del corpo estraneo in una di queste. Con la Tc si possono evidenziare alterazioni delle vertebre lombari caratterizzate da reazione ossea periostale spesso multifocale eventualmente associata ad aree di lisi ossea. I muscoli sottolombari colpiti sono spesso megalici e caratterizzati da presa di contrasto eterogenea; possono inoltre essere visualizzati ascessi, tragitti fistolosi, versamento retroperitoneale e linfoadenopatia sottolombare. Raramente è possibile che i muscoli ileopsoas vengano coinvolti bilateralmente, così come può verificarsi l’interessamento della muscolatura epiassiale nel processo infiammatorio. La RMN consente di evidenziare gli stessi rilievi anormali rilevabili con la Tc, con il vantaggio di permettere una migliore valutazione delle strutture nervose in caso di coinvolgimento del canale midollare. Con entrambe le metodiche le chances di visualizzare direttamente il corpo estraneo sono abbastanza ridotte. La localizzazione a livello addominale è rara, ma è possibile una localizzazione, atipica, del corpo estraneo, a livello peritoneale, vescicale, uterino/vaginale e prostatico. In questi casi la diagnosi è sostanzialmente ecografica. I corpi estranei localizzati a livello di ascessi superficiali o a livello sottolombare possono essere estratti con successo per via ecoguidata con un intervento miniinvasivo. In alternativa l’ecografia intraoperatoria può essere impiegata durante interventi di chirurgia toracica e addominale; ne conseguono una facilitazione del lavoro del chirurgo con aumento del tasso di successo e una riduzione dei tempi operatori. 186 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 187 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN BIBLIOGRAFIA Della Santa D, Rossi F, Carlucci F, Vignoli M, Kircher P. Ultrasound-guided retrieval of plant awns. Vet Radiol Ultrasound. 2008 Sep-Oct;49(5):484-6. Della Santa D. Minimally invasive ultrasound-guided retrieval of migrating sublumbar plant awns in eight dogs. E.V.D.I. Meeting 2011, Londra: 32. Gnudi G, Volta A, Bonazzi M, Gazzola M, Bertoni G. Ultrasonographic features of grass awn migration in the dog. Vet Radiol Ultrasound. 2005 Sep-Oct;46(5):423-6. Holloway A, Dennis R, McConnell F, Herrtage M. Magnetic resonance imaging features of paraspinal infection in the dog and cat. Vet Radiol Ultrasound. 2009 May-Jun;50(3): 285-91. Reetz JA, Buza EL, Krick EL. CT features of pleural masses and nodules. Vet Radiol Ultrasound. 2012 Mar-Apr;53(2):121-7. Schultz RM, Zwingenberger A. Radiographic, computed tomographic, and ultrasonographic findings with migrating intrathoracic grass awns in dogs and cats. Vet Radiol Ultrasound. 2008 May-Jun;49(3):249-55. 187 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 188 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Cristian Falzone DVM, Dipl ECVN, MRCVS, Zugliano (VI) Ruolo della RM nello studio delle patologie encefaliche Venerdì, 22 marzo 2013, ore 14.30 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 189 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Tra le metodiche di diagnostica per immagini avanzata, la risonanza magnetica (RM) viene oggi comunemente considerata il “gold standard” nello studio delle patologie intracraniche del cane e del gatto. Questi ultimi infatti sempre più spesso vengono sottoposti ad esame RM cranico per lo studio delle diverse malattie che possono coinvolgere l’encefalo. Tra queste, le malattie neoplastiche, le infiammatorie e le vascolari sono senza dubbio quelle più di sovente riscontro nei piccoli animali e la risonanza magnetica ha il compito, attraverso l’attenta e metodica analisi di tutte le alterazioni morfostrutturali e di segnale, di identificarle, differenziarle e suggerire quindi con il minor margine possibile d’errore, qual è la diagnosi corretta; per l’ottenimento della diagnosi definitiva è comunque necessario ricorrere, quando possibile, all’esame istologico. Quanto alla risonanza in corso di neoplasie intracraniche si deve da principio definirne il numero, l’origine, la sede, la forma e le dimensioni, i margini, il segnale nelle diverse sequenze e la presa di contrasto, quindi i rapporti con le strutture encefaliche circostanti ed ancora i cambiamenti secondari quali ad esempio l’edema perilesionale, la ventricolomegalia, e l’ernia cerebrale. Per definire al meglio tutte le su dette caratteristiche è necessario, oltre che avere un’ottima conoscenza della normale anatomia encefalica in risonanza, eseguire un protocollo standard di studio RM, che comprenda scansioni diverse (T1 e T2 pesate, FLAIR, etc.) e possibilmente sui tre piani dello spazio, prima e dopo somministrazione intravenosa di mezzo di contrasto paramagnetico. La prima, importante differenziazione da fare è tra neoplasie intra-assiali ed extraassiali. Le prime originano dal e si sviluppano nel parenchima encefalico (intraparenchimali), spesso infiltrandolo e/o causando “rigonfiamento” cerebrale; le seconde originano invece da strutture esterne al parenchima encefalico (extraparenchimali), quali ad esempio le meningi, e comprimono/deformano il tessuto cerebrale stesso. Seppure tale differenziazione sembra e spesso è immediata, in alcuni casi è tutt’altro che semplice ed a volte impossibile. Una volta che la neoplasia è stata descritta nelle sue principali caratteristiche morfologiche, ne va analizzato il segnale (iso-, ipo- o iper-intenso) in tutte le sequenze effettuate così come la presa di contrasto (omogenea, disomogea, ad anello, etc.). Non di rado le masse intracraniche si accompagnano a concomitanti alterazioni secondarie quali l’edema perilesionale. Questo contribuisce spesso ad incrementare l’effetto massa ed, in alcuni casi, a determinare ulteriore aumento della pressione intracranica e quindi in ultima 189 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 190 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN analisi ernia del parenchima cerebrale. Come già in parte anticipato, da una descrizione accurata delle caratteristiche semeiotiche RM della massa dovrebbe in ultima istanza derivare una lista quanto più ristretta possibile delle più probabili neoplasie. In uno studio di recente pubblicazione la RMI ha portato alla diagnosi di tumore intracranico in circa il 90% dei pazienti ed il tipo di tumore è stato correttamente ipotizzato in circa il 70% dei casi. Tra le neoplasie intracraniche di più frequente riscontro i meningiomi ed i gliomi la fanno senza dubbio da padrone. I meningiomi sono tumori extra-assiali che derivano dall’aracnoide e rappresentano i tumori intracranici più comuni nel cane e nel gatto. Possono svilupparsi a qualsiasi livello e nella maggior parte dei casi si tratta di masse solitarie, seppure sono stati riportati tumori meningei multipli. Hanno tipicamente larga base di contatto con la vicina teca cranica, che in alcune circostanze risulta alterata (es., iperostotica), soprattutto nel gatto. Possono essere di forma diversa, sebbene spesso sono tondeggianti, ovali o di tipo “a placca”, con margini solitamente regolari e ben definiti. Sono per lo più lesioni di tipo espansivo e determinano quindi gradi variabili di compressione/distorsione del parenchima cerebrale. Quest’ultimo presenta non di rado edema, dovuto a disturbi di circolo secondari alla compressione cerebrale. Il segnale RM dei meningiomi è di solito isointenso, talvolta ipointenso a quello della corteccia cerebrale nelle immagini T1 pesate, iso- o iper-intenso in quelle T2 e FLAIR e, dopo somministrazione endovenosa di mezzo di contrasto paramagnetico, si rileva decisa ed omogenea presa di contrasto (Fig. 1). Non di rado si riscontra anche ispessimento ed enhancement dell’adiacente dura madre, “dural tail”. Figura 1 - Tipico aspetto di meningioma in sezione trasversa T1, dopo somministrazione endovenosa di mezzo di contrasto paramagnetico. 190 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 191 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Altri tumori, quali ad esempio il linfoma o il sarcoma istiocitico (in forma focale o disseminata), possono interessare le meningi e quindi avere caratteristiche RM simili al meningioma. Seppure non è possibile generalizzare, in corso di tali neoplasie si rileva comunque non di rado ispessimento diffuso delle meningi, con tendenza del tumore a seguire il decorso dei vasi sanguigni ed infiltrare il parenchima cerebrale. I gliomi (astrocitomi ed oligodendrogliomi) rappresentano i tumori cerebrali intrassiali primitivi più comuni del cane e sono altresì relativamente rari nel gatto. Si tratta di solito di tumori singoli che possono interessare indifferentemente ogni area encefalica. Con la RM non è possibile differenziare fra astrocitomi ed oligondendrogliomi, così come ancor più problematico risulta ogni tentativo di differenziare i diversi sottotipi istologici. Ciononostante, gli astrocitomi tendono ad avere forma irregolare e margini non ben definiti, più frequentemente degli oligodendrogliomi, che hanno d’altro canto di solito forma ovalare e margini regolari, seppur sfumati. Inoltre, gli oligodendrogliomi raggiungono la superficie/corteccia cerebrale e quindi le meningi, molto più frequentemente degli astrocitomi che tendono invece a svilupparsi più profondamente nel parenchima cerebrale. Il segnale di entrambi i tumori è nel complesso ipointenso nelle immagini T1 pesate, iperintenso in quelle T2 e FLAIR e la presa di contrasto variabile da assente a decisa, omogenea o disomogenea, o ad anello, soprattutto nel caso degli oligodendrogliomi (Fig. 2). In caso della forma più maligna di glioma, conosciuta come glioblastoma multiforme, si possono riscontrare aree intratumorali emorragiche e necrotiche che conferiscono aspetto e segnale irregolare, misto, alla neoplasia stessa che di solito mostra deciso contrast enhancement, ad anello. Le neoplasie gliomatose si associano frequentemente a marcati edema ed infiltrazione/distorsione del parenchima cerebrale. Talvolta, si assiste ad un infiltrazione cerebrale diffusa da parte delle cellule gliali neoplastiche, senza la formazione di una vera e propria massa. Figura 2 - Tipico aspetto di glioma in seTale neoplasia, decisamente rara, vie- zione trasversa T1, dopo somministrazione identificata col nome di gliomato- ne endovenosa di mezzo di contrasto pasis cerebri ed è caratterizzata appunto ramagnetico (enhancement ad anello). 191 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 192 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN da una diffusa, mal definita iperintensità T2 e FLAIR, con scarso/nullo contrast enhancement. I gliomi devono essere differenziati in RM da lesioni infiammatorie e vascolari. Altri tumori intracranici relativamente comuni sono i tumori dei plessi corioidei (circa il 10% di tutti i tumori intracranici) che possono suddividersi in base alla loro malignità in papillomi e carcinomi. Data la loro origine, sono per lo più intraventricolari, seppure possono riscontrarsi a sede periventricolare. Possono portare ad idrocefalo per ostruzione diretta al flusso del liquido cefalorachidiano o per aumento della produzione di quest’ultimo. Seppure non è possibile con l’RM stabilire con esattezza se si tratti di papillomi piuttosto che di carcinomi dei plessi corioidei, una delle caratteristiche fondamentali che permette di differenziare tra i due è il riscontro nel sistema ventricolare o nello spazio subaracnoideo di metastasi (presenti in circa il 35% dei carcinomi) I tumori dell’ipofisi sono abbastanza comuni nel cane e rari nel gatto. Vengono classicamente distinti in micro o macroadenomi, a seconda che si tratti rispettivamente di neoplasie inferiori o superiori ai 10 mm in altezza. La diagnosi RM di tumori ipofisari di piccole dimensioni rappresenta una sfida per il neuro-radiologo; studi contrastografici dinamici, che permettono di differenziare il contrast enhancement in tempo reale tra neuroipofisi e neoplasia adenoipofisaria stessa, possono essere d’ausilio. I macroadenomi si spingono dorsalmente per lo più lungo la linea mediana, a livello del diencefalo che può essere compresso o, nel peggiore dei casi, infiltrato, soprattutto in caso di adenocarcinomi. Tra le neoplasie dei nervi cranici, quella del quinto nervo cranico o trigemino è senza dubbio la più frequente nel cane. Tale neoplasia si manifesta per lo più come una massa extra-assiale in fossa cranica media o caudale, con margini regolari e ben definiti. Si riscontra spesso effetto massa variabile a carico del mesencefalo, diencefalo o ponte; quest’ultimo può anche essere infiltrato dalla neoplasia stessa data l’origine a tale livello del quinto nervo cranico. Il tumore diffonde non di rado nelle sue branche principali, oltre i foramina cranici di emergenza. Tipicamente si riscontra atrofia dei muscoli masticatori ipsilateralalmente (soprattutto muscoli temporali e masseteri, ma anche pterigoidei, Fig. 3). Il linfoma intracranico, sia primario che metastatico, è relativamente comune nel cane e ancor più nel gatto. Esso può manifestarsi sotto forma di una vera e propria massa singola, o può essere diffuso o multicentrico. Da una recente pubblicazione sembrerebbe che la forma primaria interessi so- 192 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 193 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 3 - Tumore del nervo trigemino sinistro con atrofia dei muscoli masticatori ipsilaterali. prattutto la regione talamica/ipotalamica/sellare, mentre la forma metastatica tende ad essere disseminata e ad interessare le meningi, i plessi corioidei, i nervi cranici e l’ipofisi. Altri tumori possono interessare l’encefalo per diffusione diretta dalle strutture adiacenti, come ad esempio i tumori del condotto uditivo, quelli delle cavità nasali (soprattutto carcinomi ed adenocarcinomi) che invadono la lamina cribrosa dell’etmoide e quindi la regione prosencefalica rostrale, o i tumori della scatola cranica quali l’osteocondrosarcoma multilobulare. Oltre al linfoma, anche altri tumori possono raggiungere per via ematogena l’encefalo: si tratta per lo più di emangiosarcoma e carcinoma. Le metastasi possono essere singole o più spesso multiple, hanno tendenza a localizzarsi al passaggio tra sostanza bianca e grigia, forma tondeggiante/ovoidale con margini netti, effetto massa ed edema perilesionale variabili e contrast enhancement di solito marcato ed omogeneo, talvolta ad anello. Nel caso di metastasi di emangiosarcoma il segnale può essere misto sia nelle immagini T1 che in quelle T2 ed ipointenso (“fenomeni di vuoto di segnale”) nelle immagini GE T2*, a causa dell’effetto di suscettibilità magnetica dovuto alla presenza di emorragia intratumorale. Le patologie infiammatorie dell’encefalo (encefaliti, meningiti, meningoencefaliti- ME), rappresentano una realtà piuttosto comune nella neurologia veterinaria. In base all’eziologia possono essere suddivise in patologie infettive e non infettive. Tra le patologie infettive, agenti virali come il virus del cimurro (CDV) nel cane, della Peritonite Infettiva Felina (FIP) e la Toxoplasmosi nel gatto, sono piuttosto comuni. Tuttavia, le patologie non in- 193 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 194 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN fettive dell’encefalo rappresentano la maggioranza (70%), soprattutto nel cane. La risonanza magnetica è considerata la tecnica d’elezione per quanto concerne ladiagnosi delle malattie infiammatorie intracraniche, grazie alla maggiore capacità di evidenziare alterazioni del parenchima e delle meningi rispetto ad altre modalità di imaging. Il sospetto diagnostico di meningoencefalite ottenuto mediante Risonanza Magnetica (RM) deve comunque essere confermato attraverso l’analisi del liquido cefalorachidiano (LCR) e, quando possible, l’esame istologico. Un corretto protocollo di RM dovrebbe comprendere immagini T1 e T2-pesate acquisite sui differenti piani dello spazio; le immagini FLAIR sono di particolare utilità in corso ME, soprattutto quando si vogliono evidenziare lesioni in prossimità del sistema ventricolare o del liquido cefalorachidiano. Le sequenze T1 e, in alcuni casi, le sequenze FLAIR devono essere ripetute dopo la somministrazione endovenosa di gadolinio. A dispetto delle diversità che esistono tra gli agenti eziologici e gli aspetti istopatologici delle meningoencefaliti che colpiscono il cane e il gatto, spesso le immagini di RM risultano nel complesso sovrapponibili. La RM infatti, nonostante abbia un’elevata sensibilità nell’evidenziare le alterazioni in corso di ME, è dotata di scarsa specificità. Per questa ragione il segnalamento, l’anamnesi, la distribuzione topografica delle lesioni e l’analisi del LCR, rappresentano fattori importanti per il raggiungimento di una diagnosi ante-mortem. Le lesioni infiammatorie dell’encefalo sono spesso caratterizzate da bilaterali e asimmetriche iperintensità di segnale in T2 e in FLAIR, le quali spesso interessano sia la sostanza bianca che la sostanza grigia, con conseguente perdita di definizione tra di esse (Fig. 4). Nelle sequenze T1 queste aree presentano un segnale variabile di iso- o ipointensità e, in seguito alla somministrazione di gadolinio, esse mostrano una variabile presa di contrasto, che dipende per la maggior parte dal grado di danneggiamento della barriera ematoencefalica (BEE). Le lesioni tendono ad essere infiltrative e sono spesso associate a edema, che contribuisce a renderne irregolari e sfumati i margini. La maggior parte delle volte le ME sono responsabili di un diverso grado di rigonfiamento del parenchima cerebrale, ma la presenza di un grave e focale effetto massa è piuttosto raro, fatta eccezione per i casi di ascesso o di altri granulomi infiammatori. Tuttavia nei casi più severi, può verificarsi un aumento della pressione intracranica e talvolta questo può condurre ad una fatale erniazione cerebrale. Tra le ME NON INFETTIVE le più note sono la Meningoencefalite Granulomatosa (GME), la Meningoencefalite Necrotizzante (NME) e la Leuco- 194 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 195 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 4 - Immagini T1-pesate acquisite su differenti livelli, le quali mostrano multiple lesioni intra-assiali iperintense, indicative di una patologia infiammatoria. encefalite Necrotizzante (NLE). Frequentemente, a causa della sovrapponibilità dei segni clinici e/o delle alterazioni riscontrate in RM, risulta difficile emettere una corretta diagnosi ante-mortem senza l’ausilio dell’istologia e si preferisce pertanto utilizzare il termine più generico di meningoencefaliti ad eziologia sconosciuta. Tuttavia, la distribuzione topografica delle lesioni può essere di aiuto nell’emettere una diagnosi di sospetto: nella NME le lesioni interessano solitamente ed indistintamente la sostaza bianca e la sostanza grigia e in minor grado le meningi del cervello anteriore, risparmiando il tronco encefalico. Nella NLE le lesioni sono quasi esclusivamente localizzate in corrispondenza della sostanza bianca del prosencefalo e del tronco encefalico; la sostanza grigia sembra essere risparmiata e le meningi solo moderatamente coinvolte. Lo stadio cronico della NME e della NLE è caratterizzato dalla presenza di necrosi con formazione di vere e proprie cavità necrotico-cistiche. La NME è frequentemente riscontrata nel Carlino, nel Maltese, nel Chihuahua e nel Pechinese; la NLE si rileva principalmente nello Yorkshire Terrier. Nella GME, si distinguono tre differenti forme, sulla base della distribuzione delle lesioni: disseminata, focale ed oculare. La forma disseminata è caratterizzata da lesioni multiple, iperintense in T2 e/o in FLAIR, caratteriz- 195 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 196 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN zate da un variabile grado di impregnazione di contrasto, distribuite in corrispondenza della sostanza bianca dell’encefalo, con potenziale, minimo interessamento della sostanza grigia. Nella GME focale le alterazioni infiammatorie confluiscono a formare una singola massa occupante spazio. Nella forma oculare sia il nervo ottico che il chiasma possono essere affetti e un moderato rigonfiamento e una patologica captazione di contrasto possono essere riscontrati. Le ME INFETTIVE rappresentano condizioni rare nel cane e relativamente più frequenti nel gatto. Tra le cause virali, il CDV può dare lesioni disseminate iperintense in T2/FLAIR, con perdita di definizione tra sostanza bianca e sostanza grigia, prevalentemente localizzate nel cervelletto o nel tronco cerebrale; i lobi parietali, temporali e frontali possono essere interessati. È stata descritta una encefalite da CD post-vaccinale; in questo caso, nonostante la natura multifocale delle alterazioni, le lesioni si localizzano prevalentemente nella sostanza grigia del ponte. Nella FIP le lesioni sono principalmente localizzate nel tronco cerebrale e maggiormente evidenti in corrispondenza delle meningi, delle pareti ventricolari e dei plessi corioidei (meningiti, ependimiti e corioiditi rispettivamente). Queste alterazioni sono comunemente più eclatanti nelle immagini T1-pesate post contrasto e nelle FLAIR prima o dopo somministrazione di gadolinio. Nei gatti affetti da Toxoplasmosi cerebrale, sono riportati diversi quadri di RM, correlati ai diversi stadi della malattia. Inizialmente vengono evidenziate aree disseminate e poco definite che appaiono debolmente ipointense in T1 e iperintense in T2, con scarsa presa di contrasto, compatibili con la presenza di cerebrite. Con il passare del tempo queste lesioni assumono l’aspetto di un ascesso, caratterizzato dalla presenza di un core necrotico e da un segnale di ipointensità in T1, di iperintensità in T2 e da captazione periferica del contrasto. Normalmente, vengono evidenziate lesioni multiple ben definite, ma sono state descritti anche rari casi di lesioni singole occupanti spazio, captanti contrasto in maniera omogenea e regolare, con caratteristiche simili ad una neoplasia cerebrale. I Batteri possono raggiungere l’encefalo più facilmente attraverso la diffusione ematogena e possono causare encefaliti generalizzate; ascessi singoli o multipli derivano invece più frequentemente per diffusione da aree infette contigue o ferite penetranti. La valutazione degli ascessi in RM comprende 4 stadi: la cerebrite precoce (da 1 a 3 giorni) in cui ci sono aree iperintense in T2 ben definite; la cerebrite tardiva (da 4 a 9 giorni) in cui comincia ad apparire la capsula con il core necrotico, ipointenso in T1 e iperintenso in T2, con 196 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 197 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN un moderato enhancement ad anello; ascesso precoce (da 10 a 13 giorni) in cui l’enhancement ad anello diventa più evidente e un margine iperintenso periferico può essere evidenziato nelle immagini T1 pesate precontrasto, dovuto alla presenza di radicali liberi; ascesso tardivo (14 giorni o più) in cui si apprezza intenso edema periferico in T2 e impregnazione di contrasto alla periferia e in parte del core. I batteri possono raggiungere l’encefalo anche attraverso la migrazione di corpi etsranei, per inoculazione diretta (trauma, ferita da morso) e attraverso una diffusione diretta da strutture adiacenti quali le cavità nasali o l’orecchio interno. Otiti medie croniche possono potenzialmente condurre ad infezione dell’orecchio interno e successivamente raggiungere lo spazio epidurale attraverso il nervo vestibolococleare: il risultato è un empiema epidurale o un ascesso, con conseguente compressione dell’angolo cerebello-pontino. Infezioni Fungine dell’encefalo causate da Criptococco possono essere evidenziate mediante RM come lesioni singole o multifocali, iperintense in T2, in alcuni casi associate ad effetto massa e a captazione di contrasto. Sono state inoltre riportate meningoencefaliti causate dalla migrazione aberrante di parassiti come Dirofilaria, Cuterebra and Angiostrongilus. Gli accidenti cerebrovascolari (CVA) sono per la maggior parte dei casi di natura ischemica. Possono interessare piccoli o grandi vasi: rispettivamente infarti lacunari o territoriali (Fig. 5). Tutte le aree encefaliche, sopra e sottotentoriali, possono essere coinvolte e analizzando la distribuzione delle lesioni è possible definire quale vaso sia interessato. La sostanza grigia è prevalentemente coinvolta; sono spesso di forma vagamente triangolare, con l’apice del triangolo rivolto verso le aree cerebrali più profonde e la base verso l’esterno; talvolta possono essere di forma tondeggiante. In alcuni casi, soprattutto in quelli particolarmente severi o in quelli indagati qualche giorno dopo l’acuzia, è possible apprezzare lieve effetto massa, dovuto alla presenza secondaria di edema perilesionale. Il segnale degli infarti è iperintenso nelle immagini T2 pesate e FLAIR, iso o debolmete ipointenso in quelle T1; il contrast enhancement è assente nelle prime 24-48 ore, dopo di che (soprattutto intorno ai 5-7 gg) è possibile rilevare lieve e/o irregolare captazione, con tendenza a rendersi più evidente ai margini della lesione. Sequenze a diffusione (DWI) sono utili per meglio definire e caratterizzare le lesioni ischemiche aiutando nella differenziazione tra infarti acuti e cronici. Inoltre, dalla sovrapposizione-sottrazione delle DWI con le immagini di perfusione (PWI), è possibile delineare l’area centrale dell’infarto rappresen- 197 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 198 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 5 - Immagini trasverse T2-pesate le quali mostrano CVA lacunare e territoriale (da sinistra a destra) a livello del cervelletto. tata da tessuto nervoso irreversibilmente danneggiato (core), dalla porzione periferica (penumbra) ancora potenzialmente salvabile con idonea e pronta terapia farmacologica. L’emorragia cerebrale è molto raramente primaria e per lo più secondaria alla presenza di tumori, malformazioni vascolari o migrazione di larve di parassiti (es. Angiostrongylus vasorum). I traumi cranici possono provocare emorragia cerebrale intraparenchimale e/o, più raramente, subdurale o subaracnoidea, senza necessariamente determinare fratture della volta cranica. In casi severi di emorragia si rileva effetto massa con possibile conseguente ernia cerebrale. Il segnale in corso di emorragia varia nelle immagini T1 e T2 pesate a seconda dei prodotti di degradazione dell’emoglobina. Uno degli aspetti tipici dell’emorragia subacuta (terza-settima giornata) è di avere segnale iperintenso nelle immagini T1 pesate per la presenza di metaemoglobina. Le sequenze GE T2*, grazie alla suscettibilità magnetica di cui “godono”, mostrano tali lesioni come aree a segnale ipointenso. Altre malattie possono talvolta interessare l’encefalo di cani e gatti. Tra queste spiccano le patologie malformative e quelle metaboliche. Tra le prime, l’idrocefalo e la malformazione di Chiari tipo-1 simile sono senza dubbio le malattie di più frequente riscontro. Per idrocefalo si intende un aumento del contenuto cerebrale di liquido cefalorachidiano (LCR). Nella quasi totalità dei casi tale incremento si verifica all’interno del sistema ventricolare (idrocefalo interno). L’idrocefalo è per lo più di natura congenita e in alcuni casi secondario all’ostruzione del normale flusso del LCR dovuta alla presenza di lesioni occupanti spazio o di patologie infiammatorie che 198 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 199 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN possono determinare stenosi del sistema ventricolare, in particolare a livello dell’acquedotto mesencefalico. Nella malformazione di Chiari tipo-1 simile si assiste ad una incongruenza tra dimensioni della fossa cranica caudale e del cervelletto che finisce per erniare nel forame magno, determinando alterazione del normale deflusso del LCR. Quest’ultimo tende ad accumularsi a monte e a valle di tale ostruzione con conseguenti idrocefalo e siringomielia (cavità del midollo spinale cervicale e, in casi più gravi, anche toracolombare contenente LCR). Le malattie metaboliche sono spesso caratterizzate dalla presenza di lesioni intraparenchimali, bilaterali e simmetriche, in assenza di significativo effetto massa, talvolta con precisa distribuzione. Ad esempio, in corso di carenza di Tiamina è possible rilevare lesioni iperintense nelle immagini T2 e FLAIR a livello dei collicoli caudali del mesencefalo, dei nuclei del III nervo cranico e di quelli vestibolari. BIBLIOGRAFIA 1. Koestner A, Higgins RJ. Tumors of the nervous system. In: Meuten DJ, ed. Tumors of Domestic Animals, 4th ed. Ames, IA: Iowa State Press; 2002:709–712. 2. Westworth DR, Dickinson PJ, Vernau W, et al. Choroid plexus tumors in 56 dogs (1985–2007). J Vet Intern Med 2008;22(5):1157–65. 3. Wisner ER, Dickinson PJ, Higgins RJ, magnetic resonance imaging features of canine intracranial neoplasia, Veterinary Radiology & Ultrasound, Vol. 52, No. 1, Supp. 1, 2011, pp S52–S61. 4. Veterinary Clinical Magnetic Resonance Imaging: Diagnosis of Intracranial Disease. Bagley RS, Gavin PR, Holmes SP. In: Practical Small Animal MRI. 23-95. 5. Neoplasia of the Nervous System. In: Clinical Neurology in Small Animals - Localization, Diagnosis and Treatment, K.G. Braund (Ed.) Publisher: International Veterinary Information Service (www.ivis.org), Ithaca, New York, USA. 6. MRI of Brain Disease in Veterinary Patients Part 2: Acquired Brain Disorders. Hecht S, Adams WH. In The Veterinary clinics of North America Small animal practice (2010) Volume: 40, Issue: 1, Publisher: Elsevier, Pages: 39-63. 7. Magnetic resonance imaging findings in 40 dogs with histologically confirmed intracranial tumours, Ródenas S, Pumarola M, Gaitero L, et al. The Veterinary Journal 187 (2011) 85–91. 8. Veterinary Clinical Magnetic Resonance Imaging: Diagnosis of Intracranial Disease. Bagley RS, Gavin PR, Holmes SP. In: Practical Small Animal MRI. 23-95. 9. Magnetic resonance imaging findings in 25 dogs with inflammatory cerebrospinal fluid. Lamb CR,, Croson PJ, Cappello R, et al. Veterinary Radiology & Ultrasound, Vol. 46, No. 1, 2005, pp 17–22. 10. Granulomatous Meningoencephalomyelitis in Dogs. Adamo PF, Adams WM, Steinberg H, Compendium Nov 2007, Pages: 678-690. 199 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 200 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 11. Noninfectious Inflammatory Central Nervous System Diseases in Dogs. Higginbotham MJ, Kent M, Glass EN, Compendium Aug 2007, Pages: 488-500. 12. MRI of Brain Disease in Veterinary Patients Part 2: Acquired Brain Disorders. Hecht S, Adams WH. 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Indirizzo per la corrispondenza: Diagnostica Piccoli Animali, Zugliano (VI) Clinica Veterinaria Malpensa, Samarate (MI) E-mail: [email protected] 200 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 201 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gian Marco Gerboni Med Vet, Samarate (VA) Tecniche interventistiche in diagnostica per immagini Domenica, 24 marzo 2013 - ore 12.10 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 202 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE La Radiologia Interventistica (RI) è una moderna branca della diagnostica per immagini che si occupa della gestione mini-invasiva di problematiche cliniche. Rappresenta il connubio tra la diagnostica strumentale e l’attività clinico-chirurgica e prende origine dalla Radiologia Diagnostica. Il Radiologo Interventista è un medico esperto in metodiche diagnostiche strumentali che utilizza per guidare procedure diagnostiche e terapeutiche. La RI trova applicazioni in quasi tutti gli organi ed apparati e vengono distinte procedure di Radiologia Interventistica Vascolare ed Extravascolare. In medicina umana la RI ha avuto una rapida espansione in ambito oncologico sia nella diagnostica con le ago-biopsie guidate da imaging che nelle terapie ablative. L’elemento che maggiormente caratterizza questa disciplina è la precisione con cui manovre diagnostiche e terapeutiche sono svolte con approccio percutaneo (attraversando la cute senza tagli chirurgici), grazie all’utilizzo di metodiche strumentali di guida quali l’ecografia, la TC, RM e soprattutto la fluoroscopia. VANTAGGI E SVANTAGGI Anche in medicina veterinaria la RI offre diversi vantaggi rispetto ai trattamenti tradizionali. Sono procedure mini-invasive che portano a ridurre la morbidità e la mortalità perioperatoria e hanno tempi brevi di anestesia e di degenza. Le tecniche che utilizzano equipaggiamenti meno sofisticati hanno costi generalmente contenuti. Inoltre alcune tecniche come le chemioembolizzazioni, le ablazioni dei tumori e gli stenting delle ostruzione maligne costituiscono una valida alternativa nei casi in cui le comuni terapie medicochirurgiche non sono proponibili. Il principale svantaggio della RI è rappresentato dalla necessita di avere personale specializzato ed esperto, associato all’investimento economico necessario per la disponibilità dei materiali usati durante le procedure. STRUMENTARIO E TECNICHE Le procedure di RI endovascolare sono eseguite in una sala agiografica sterile, mentre le procedure extravascolari che sfruttano orifici naturali o piccoli accessi cutanei si possono eseguire anche in ambienti non sterili. Nella maggior parte delle procedure di RI si può utilizzare un fluoroscopio tradizionale, 202 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 203 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN tuttavia l’uso di fluoroscopi ad arco consente di ottenere diversi piani di proiezione senza la necessita di spostare o muovere il paziente. I moderni fluoroscopi digitali offrono il vantaggio di poter rivedere e rielaborare le immagini ottenute durante le procedure. È importante acquisire buona famigliarità con gli strumenti utilizzati in RI per ridurre i tempi delle procedure, diminuendo i tempi di anestesia del paziente e l’esposizione alle radiazioni della equipe. TECNICHE INTERVENTISTICHE IN MEDICINA VETERINARIA Agobiopsia Esami istologici delle patologie infiltrative e neoplastiche di diversi organi (fegato, rene, polmone). Valida alternativa alla biopsia chirurgica. Angioplastica Dilata e restituisce pervietà a vasi sanguigni stenosati od occlusi inserendo piccoli palloncini espandibili. Impiegati nel trattamento di diverse patologie vascolari e delle valvole cardiache. Catetere venoso centrale Introduzione di un catetere percutaneo in un vaso venoso centrale (v. cava, v. giugulare) per la somministrazione di fluidi, farmaci o nutrizione parenterale. Chemioembolizzazione Somministrazione selettiva di agenti chemioterapici nel distretto vascolare tumorale. Trova impiego nel trattamento dei tumori epatici. Embolizzazione Diretta introduzione di agenti aggreganti (spirali, particelle o colle) nel lume di un vaso ematico (trattamento di fistole artero-venose, shunt porto-sistemici). Termoablazione con Radiofrequenza (RF) e Microonde (MW) Utilizzo di onde elettromagnetiche di Radiofrequenza (RF) o Microonde (MW) per ottenere “necrosi coagulativa” di alcune lesioni neoplastiche. Stent Piccolo tubo flessibile, costruito in plastica o metallo a maglie intrecciate utilizzato per il trattamento di diverse patologie (riapertura di vasi sanguigni, o per mantenere pervie vie che sono state ostruite da neoplasie o altro). Utilizzati anche in ambito extravascolare per le patologie ostruttive delle vie urinarie e nei collassi della trachea. Embolizzazione trans-giugulare di shunt intraepatici portosistemici Una procedura che consente l’attenuazione e la chiusura di shunt porto-sistemici tramite l’inserimento di stent in vena cava caudale e coil nel lume delle comunicazioni anomale. 203 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 204 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN EMBOLIZZAZIONE TRANS-ARTERIOSA DI MALFORMAZIONI VASCOLARI L’embolizzazione arteriosa viene effettuata attraverso l’inserimento di un catetere angiografico nel tratto vascolare patologico, utilizzando la guida fluoroscopica è possibile liberare in modo selettivo materiali trombigeni o devices nel lume vascolare al fine di ottenere l’ostruzione completa del flusso. Le malformazioni artero-venose epatiche congenite o acquisite con traumi determinano una condizione di grave ipertensione portale con formazione di shunt secondari ed ascite. Il trattamento chirurgico di queste anomalie vascolari è spesso complesso e la mortalità segnalata in letteratura è del 30%. Utilizzando tecniche di RI intravascolare si può effettuare un’embolizzazione percutanea iniettando colle o liberando devices trombigeni che occludono completamente il flusso arterioso afferente alla lesione. EMBOLIZZAZIONE TRANS-CUTANEA DELLE COMUNICAZIONI PORTO-SISTMICHE INTRAEPATICHE Il trattamento chirurgico delle comunicazioni porto-sistemiche intraepatiche presenta diversi problemi legati alla localizzazione del vaso anomalo, alle grandi dimensioni e alla possibilità di indurre ipertensione portale post-attenuazione. La mortalità e le complicanze delle tecniche chirurgiche descritte va dal 60% al 77%. I trattamenti percutanei eseguiti con accesso trans-venoso e coil embolizzazione hanno riportato minor mortalità perioperativa e identica percentuale di successo a lungo termine. La tecnica si basa sul posizionamento di uno stent in nitinolo nel lume della vena cava e di uno o più coil trombigeni nel lume della comunicazione anomala. POSIZIONAMENTO PERCUTANEO DI DRENAGGI L’utilizzo di cateteri da drenaggio di tipo “locking-loop” vengono utilizzati per effettuare drenaggi temporanei di cavità come pleura e peritoneo, organi cavi come vescica e colecisti o raccolte ascessuali. Questi cateteri vengono facilmente posizionati per via percutanea con guida fluoroscopica o ecografica e si rivelano particolarmente utili nelle situazioni di emergenza. 204 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 205 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PIELOGRAFIA E NEFROSTOMIA PERCUTANEA La nefrostomia percutanea rappresenta un valido trattamento per la stabilizzazione temporanea in pazienti idronefrosici ed iperazotemici affetti da ostruzione pelvica/ureterale secondaria a calcoli o neoplasie. Sotto visione fluoroscopica con un’accesso percuneo alla pelvi dilatata si esegue un pielogramma per caratterizzare l’ostruzione, successivamente attraverso la stessa via si posiziona un catetere da drenaggio di tipo “locking-loop” che raccordato ad un sistema di raccolta sterile delle urine consente la risoluzione dell’idronefrosi e la riduzione dell’iperazotemia. STENT URETERALE E URETRALE Gli stent ureterali sono utilizzati in pazienti afflitti da ostruzione endoluminale, intramurale o extraluminale. Le ostruzioni più comuni sono quelle secondarie ad uroliti e quelle di origine neoplastica. Gli stent si possono posizionare per via retrograda con tecnica mista endoscopica e fluoroscopica, oppure per via anterograda percutanea con accesso nefrostomico. Gli stent ureterali sono costituiti da un doppio “locking-loop” e vengono posizionati tra pelvi renale e vescica attraverso il lume dell’uretere. ABLAZIONE PERCUTANEA CON RADIOFREQUENZA E MICROONDE L’ablazione termica si esegue attraverso emissione di onde in Radiofrequenza (RF) o Microonde (MW). Le termo-ablazioni sono procedure relativamente moderne ed utilizzate per il trattamento di neoplasie in diversi organi: polmone, fegato, rene, milza, surrenali e osso. La tecnica si basa sulla possibilità di generare calore all’interno di una lesione neoplastica al fine di indurre morte cellulare attraverso necrosi coagulativa. L’ago-antenna emette le onde elettromagnetiche nella sua porzione apicale, viene posizionato in modo percutaneo e “Imaging” assistito direttamente all’interno della lesione da trattare. Solo la porzione apicale dell’antenna non isolata è in grado di emettere le radiazioni e produrre calore. I vantaggi che le Microonde offrono rispetto ad altre tecniche ablative come la Radiofrequenza sono di poter indurre temperature più alte nelle lesioni, garantire volumi di necrosi tumorale maggiori, 205 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 206 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN avere la possibilità di utilizzare più antenne radianti contemporaneamente, essere efficaci anche in presenza di lesioni a componente cistica. Inoltre inducono minor dolorabilità in virtù del fatto che nessun circuito elettrico attraversa il paziente durante la procedura. L’Ecografia e la Tomografia computerizzata sono le metodiche di diagnostica per immagine utilizzate per assistere queste procedure. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria Malpensa - Viale Marconi, 27 - 21017 Samarate, Varese, Italy Tel. 0331-228155 (3) - Fax. 0331-220255 - E-mail: [email protected] 206 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 207 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gian Marco Gerboni Med Vet, Samarate (VA) Mezzi di contrasto in ecografia Domenica, 24 marzo 2013 - ore 14.30 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 208 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE I mezzi di contrasto ecografici hanno incrementato la specificità, la sensibilità e l’accuratezzadiagnostica dell’ecografia. Quelli di seconda generazione costituiti da microbolle di gas a base di zolfo mantengono un segnale ecografico persistente e continuo per diversi minuti rendendo l’esame di semplice esecuzione. I mezzi di contrasto iniettati per via endovenosa diventano marcatori della micro e macro vascolarizzazione tissutale. Gli ecografi usano software che analizzano solo il segnale acustico delle microbolle sopprimendo quello fondamentale proveniente dalle strutture circostanti. L’uso di sistemi per quantificare l’effetto contrastografico consente di ottenere curve di wash-in e wash-out e dati quantitativi oggettivi che caratterizzano le singole lesioni. FARMACOCINETICA DEI MEZZI DI CONTRASTO A BASE DI MICROBOLLE I mezzi di contrasto sono iniettati per via endovenosa periferica. Aghi troppo piccoli possono generare effetto Venturi e provocare rottura delle microbolle. Si possono iniettare le micro bolle in bolo o con iniezione lenta utilizzando iniettori automatici (0,5-1 ml/sec), da preferire negli studi di tipo quantitativo. Il perfluorocarburo (Sonazoid®, Amersham Health) e l’esafluoruro di zolfo (Sonovue®, Bracco) sono gas inerti contenuti nelle microbolle, vengono metabolizzati dall’organismo ed eliminati in pochi minuti a livello polmonare. Il guscio di fosfolipidi (Sonovue®) che compone la capsula esterna delle bolle entra nel metabolismo fosfolipidico. Le reazioni avverse sono rare e l’incidenza in campo umano in esami con Sonovue® è stata considerata pari a circa lo 0,009%, inferiore a quelle dei mezzi di contrasto iodati ionici (0,09-0,22%), non ionici (0,02-0,1%) e a base di gadolino (0,1-0,2%). APPLICAZIONI DEI MEZZI DI CONTRASTO IN MEDICINA VETERINARIA In medicina veterinaria la letteratura è lacunosa e spesso non sono possibili confronti tra le metodiche a causa di studi condotti con tecniche e metodologie differenti su campioni ridotti. Gli agenti contrastografici sono stati utilizzati inizialmente per lo studio di fegato, della milza e dei reni. L’impie- 208 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 209 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN go è oggi descritto anche per pancreas, intestino, linfonodi, prostata, cuore e shunt porto-sistemici. I mezzi di contrasto sono utilizzati anche in radiologia interventistica come guida per i trattamenti ablativi percutanei di alcune neoplasie, in particolare nelle termoablazioni consente la verifica immediata del risultato terapeutico ed il follow-up. Fegato. In letteratura viene riportata una maggior efficacia dell’ecocontrastografia (CEUS) rispetto all’ecografia nell’individuare le lesioni focali epatiche. L’ecografia di base in scala di grigi definisce le lesioni per l’aspetto e le caratteristiche vascolari mediante lo studio doppler. Le lesioni nodulari solitamente presentano carattere aspecifico. L’iperplasia nodulare è presente nel 70% dei cani con età > ai 6 anni, mentre altre lesioni nodulari possono essere costituite da ascessi, ematomi, necrosi focale, neoplasie e metastasi. La tecnica CEUS è in grado di caratterizzare le lesioni epatiche. Dopo la somministrazione del mezzo di contrasto si identificano tre diverse fasi di enhancement: fase arteriosa, fase portale e fase venosa tardiva o portale prolungata. I tempi descritti sono diversi a seconda del mezzo utilizzato. L’utilizzo del Sonovue® prevede una fase arteriosa della durata di 10-35 sec., una fase portale di 35 – 120 secondi e una fase tardiva che inizia 120 sec. dopo la somministrazione e perdura fino a scomparsa delle bolle dal circolo epatico. Altri contrasti, come il Levovist® (Schering AG), il Sonazoid® (Amersham Healt) e il Sonavist® (Shering AG), hanno una fase tardiva post-vascolare con micro bolle che stazionano nei sinusoidi epatici e nel sistema reticoloendoteliale splenico. Le variazioni di enhancement nelle varie fasi vascolari caratterizzano le differenti lesioni epatiche. La fase arteriosa fornisce informazioni sulla vascolarizzazione delle lesioni, la fase venosa portale e venosa tardiva è essenziale per confrontare il wash-out delle lesioni con il parenchima normale. La maggior parte delle lesioni epatiche benigne ha un enhancement sostenuto nel tempo, maggiore rispetto al parenchima in fase arteriosa e uguale o aumentato durante la fase portale. Per questo motivo le lesioni benigne del fegato sono differenziabili dalle maligne. Queste ultime infatti, mostrano unenhancement precoce in fase arteriosa e un enhancement inferiore al parenchima normale, in fase venosa portale e venosa tardiva (precoce wash-in e precoce washout). In uno studio di 32 cani, effettuato con Sonovue®, i noduli maligni epatici sono risultati ipoecogeni in fase portale e venosa tardiva. Questo comportamento è risultato statisticamente rilevante con sensibilità, specificità, valore predittivo positivo, valore predittivo negativo e accuratezza rispettivamente del 100%, 94%, 94%, 100%, 97%. In un altro studio più recente su 27 cani, effettuato con Sonazoid®, le lesioni benigne so- 209 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 210 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN no risultate isoecoiche in fase parenchimale, mentre le maligne sono risultate ipoecogene. Questo comportamento è risultato statisticamente rilevante con sensibilità, specificità, valore predittivo positivo, valore predittivo negativo e accuratezza rispettivamente del 93,8%, 100%, 100%, 85,7, 95,5%. Nello stesso studio anche attraverso l’analisi della fase arteriosa si è potuto differenziare le lesioni benigne dalle maligne, mentre gli emagiosarcomi sono risultati ipoecogeni durante tutte le 3 fasi. Milza. In virtù dell’anatomia e localizzazione, la milza è l’organo ideale per gli studi CEUS. Nel cane, la milza è sede di lesioni nodulari ad eziologia sia benigna che maligna. La milza normale mostra una captazione di contrasto omogenea, persistente ed intensa. Le lesioni si ricercano nel parenchima come difetti di riempimento e appaiono come aree diversamente vascolarizzate. La metodica CEUS presenta due fasi di enhancement: la prima, arteriosa, è rapida e inizia a 12 – 14 sec. dalla somministrazione e genera enhancement non omogeneo; la seconda, fase venosa o tardiva, ha enhancement omogeneo per circa 5 – 7 minuti. La metodica è utile per studiare lesioni focali che presentano specifici pattern perfusivi (emangiosarcomi, linfosarcomi) per differenziarli da infarti, microascessi, lesioni nodulari benigne o traumatiche. In letteratura vengono riportati dati contrstanti circa la differenziazione delle lesioni benigne e maligne. Alcuni lavori hanno dimostrato che le lesioni focali maligne risultano generalmente ipoecoiche in fase tardiva mentre quelle isoecoiche col parenchima sono più probabilmente benigne. Altri studi riportano che l’ipoecogenicità in tutte le fasi di perfusione è sempre associata a malignità, con alcune eccezioni in cui le lesioni maligne si mostrano ipercaptanti. Altri studi ancora hanno utilizzato come criterio di malignità la presenza e la persistenza dei vasi arteriosi tortuosi nelle lesioni e confrontandolo con la diagnosi cito/istologica hanno ottenuto un’accuratezza del 100% in assenza di falsi positivi. Rene. Nello studio della vascolarizzazione renale corticale, i contrasti ecografici forniscono maggior accuratezza morfologica e quantitativa rispetto alla metodica Doppler. I reni normali sono caratterizzati da un precoce enhancement delle arterie renali durante la fase arteriosa o cortico-midollare precoce, seguito da unenhancement omogeneo del parenchima corticale e midollare che diventano isoecogeni rispetto alla corteccia renale, durante la fase cortico-midollare tardiva. Il massimo enhancement della corteccia renale è evidente dopo 15-20 sec. dalla somministrazione mentre dopo 30-40 sec. si rende evidente l’enhancement della midollare renale. Lo studio CEUS re- 210 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 211 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN nale è utilizzato per discriminare tra lesioni renali maligne primarie e secondarie dal momento che aumenta le capacità di rilevare alterazioni del parenchima rispetto all’ecografia tradizionale ed è utile nella valutazione delle lesioni cistiche/cavitate. Un lavoro su 15 cani, effettuato con Sonovue®, ha studiato le lesioni renali solide occupanti spazio. Le lesioni maligne in fase arteriosa hanno mostrato la presenza di arterie dilatate e tortuose con possibile captazione precoce rispetto ai vasi del parenchima normale, mentre in fase tardiva cortico-midollare hanno evidenziato una progressiva riduzione dell’enhancement. I noduli di emangiosarcoma fanno eccezione, perché caratterizzati da assenza di enhancement sia in fase arteriosa precoce che in fase cortico-midollare tardiva. Lo stesso comportamento è stato però riscontrato anche in lesioni benigne come ematomi ed ascessi. I dati in letteratura suggeriscono che la metodica CEUS è un buon mezzo diagnostico per organi come pancreas, intestino, linfonodi e prostata perché può rappresentare una valida alternativa a procedure diagnostiche invasive come l’aspirazione con ago sottile o biopsia. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria Malpensa - Viale Marconi, 27 - 21017 Samarate, Varese, Italy Tel. 0331-228155 (3) - Fax. 0331-220255 - E-mail: [email protected] 211 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 212 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Johann Lang DVM, Dipl ECVDI, Berna (CH) How to interpret MRI in disc diseases Friday, March 22nd 2013 - 11.20 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 213 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUCTION Table 1 - General classification of IVD pathology as proposed by Milette Since MRI’s introduction into veterinary neuroimaging, our understanding of intervertebral disc disease (IVDD) has considerably improved. Recognized conditions include disc degeneration, reactive end plate changes secondary to disc degeneration, discospondylitis, and of course the different types of disc herniation with their effect on the spinal cord, meninges, and the epidural space. Based on a general classification introduced by Milette (MTable1), a descriptive nomenclature and classification has been established (Fardon and Milette, table 2) for lumbar disc pathology in human beings. They write: “Terms that can be interpreted accurately, consistently, and with reasonable precision are particularly important for communicating impressions gained from imaging for clinical diagnostic and therapeutic decision making”. This system has proven to be useful for the description of IVDD in veterinary medicine as well (Seiler). • Normal (excluding aging changes) • Congenital/developmental variant • Degenerative/traumatic lesion Annular tear Herniation Protrusion/extrusion Intravertebral Degeneration Spondylosis deformans Intervertebral osteochondrosis • Inflammation/infection • Neoplasia • Morphologic variant of unknown significance Table 2 - Nomenclature and classification for lumbar disc pathology • Morphology Protrusion Extrusion Intravertebral • Containment • Continuity • Relation with lig. long.dorsale • Volume • Composition Disc degeneration: The MRI grading system originally designed for use in humans by Pfirrmann (Table 3) and modifications thereof are also applicable and useful in dogs to evaluate IVD degeneration using high and low field magnets (Bergknut, Seiler). The key finding of degenerated IVD is decreased signal intensity in T2-weighted sequences. The findings of the different MRI grades correlate well with the macroscopic grading of disc degeneration according to the Thomson scheme. Quantitative MRI using T2 mapping, diffusion, magnetization transfer, or T1rho (T1 in the rotating frame) techniques can be used as a diagnostic tool of intervertebral disc matrix composition and integrity. 213 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 214 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Table 3 - The modified Pfirrmann grading system of disk degeneration (based on T2w sequences) Grade Structure I homogeneous, bright white II inhomogeneous with/ without horizontal bands III inhomogeneous, gray IV inhomogeneous, gray to black V inhomogeneous, black Distinction of nucleus pulosus and annulus fibrosus Signal intensity Height of IVD clear hyperintense normal clear hyperintense normal unclear intermediate normal to slight decrease lost intermediate to hypointense normal to moderate decrease lost hypointense collapsed In dogs, it has been shown that the IVD degeneration correlates with chondrodystrophic phenotype and with age and that in non-chondrodystrophic breeds (German shepherd dog) the lumbosacral disc is at higher risk to degenerate than others. Disc degeneration is also associated with congenital conditions such as vertebral osteochondrosis of endplates and lumbosacral transitional vertebra. Recently it has been shown that IVD degeneration also may be associated with reactive endplate changes as described by Modic in humans. Reactive endplate changes were characterized by T2w and STIR hyperintensity and T1w endplate hypointensity, with or without endplate enhancement (Gendron). This condition has to be differentiated from discospondylitis (Carrera), usually presenting with paravertebral STIR-hyperintensity and contrast enhancement, T2w and STIR hyperintense and T1w hypointense signal from endplates, contrast enhancement of endplates, possible contrast enhancement of the intervertebral space, endplate erosion and collapse of the intervertebral space. Spondylosis may or may not be associated with IVDD and must be evaluated according to their surface and localisation. Spondylosis together with a rough surface and sometimes increased SI in fat suppressed sequences may indicate an active state and, if in contact with the nerve roots may lead to their compression and/or inflammation. Disc herniation: The Hansen classification describes herniated discs with (Hansen type I) or without (Hansen type II) ruptured annulus fibrosus. The 214 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 215 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Fardon and Milette nomenclature defines disc protrusion in a purely descriptive manner as prolapsed material with a base broader than the tip in the transverse section, and the prolapsed material not extending over the respective endplates in sagittal sections. Extrusions have a base which is smaller than the prolapsed material (transverse section), and overlap the respective endplates in sagittal sections. Herniated disc material can be of various signal intensity. Often it is continuous with the herniated disc and shows the same signal, usually hypointense like degenerated disc). Herniated disc material can also be hyperintense due to hydrated herniated nucleus pulposus or haemorrhage. Disc material can also migrate or be sequestered and be found several centimetres away from the causative disc. In these cases differentiation from haemorrhage can be challenging without a gradient echo (T2*) sequence. A special type of IVDD is the discal cyst (“white disc”). Ventral intraspinal cysts are associated with disc degeneration and present as extradural, oval or cap-like mass lesions in close proximity to the IVD, with low T1 and high T2 signal intensity on MRI, compatible with a liquid-containing cyst. Discs of the cervical spine of Whippets and small breed dogs such as the Yorkshire are predisposed. In cases with disc protrusion and extrusion, the spinal cord must be evaluated for deviation and deformation as signs of compression. Medullary signal intensity can be increased due to oedema, contusion with diffuse haemorrhage, myelomalacia, or gliosis in chronic cases. This is an important feature since the T2W length ratio and presence of T2W intramedullary hyperintensity appear to be predictive of long-term ambulatory status (Levine). The administration of contrast may help differentiate between haemorrhage and disc material and can be useful in delineating compressed spinal cord from disc material and evaluating meningeal involvement. Before MRI was introduced into veterinary medicine, low volume high velocity disc extrusions (acute non- compressive nucleus pulposus extrusion, Hansen type III IVDD) was a rare imaging diagnosis (De Risio). As they have an acute onset similar to fibrocartilagineous infarcts and do not cause spinal cord compression, myelography and CT usually fail to demonstrate the lesion, and often fibrocartilagineous infarct is suspected. Low volume high velocity disc disease usually occurs in hydrated nuclei pulposi. It has been shown that trauma-induced IVDD in dogs with degenerated discs produce Hansen type II extrusions, whereas dogs with hydrated discs usually produced low volume high velocity disc extrusions without spinal cord compression (Henke). The affected IVD space is usually smaller than normal, 215 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 216 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN and a portion of nucleus pulposus may still be found in situ. The dorsal border of the annulus fibrosus may be irregular and show a defect, the spinal cord will show focal hyperintensity and sometimes a linear hyperintensity transecting the spinal cord in a ventrodorsal direction can be identified. The herniated disc material is usually too small to be detected. REFERENCES Bergknut N, Auriemma E, Wijsman S, Voorhout G, Hagman R, Lagerstedt A-S et al. (2011) Evaluation of intervertebral disk degeneration in chondrodystrophic and nonchondrodystrophic dogs by use of Pfirrmann grading of images obtained with low-field magnetic resonance imaging. American Journal of Veterinary Research 72: 893–898. Carrera Inés, Sullivan M, Mcconnell F, Gonçalves R. (2011) Magnetic resonance imaging features of discospondylitis in dogs. Vet Radiol Ultrasound 52: 125–131. De Risio L, Adams V, Dennis R, McConnell F J. 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Address for correspondence: Division of Clinical Radiology, Department of Clinical Veterinary Medicine Vetsuisse-Faculty University of Bern Länggass-Strasse 128 Postfach - CH-3001 Bern E-mail: [email protected] 216 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 217 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Johann Lang DVM, Dipl ECVDI, Berna (CH) MRI for cauda equine syndrome Friday, March 22nd 2013 - 12.10 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 218 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Cauda equina syndrome in the dog may be congenital, developmental, inflammatory, traumatic, neoplastic or degenerative in origin. The focus of this presentation will be on degenerative diseases, since they are the most often encountered pathologic conditions of the lumbosacral segment. For most diseases of the lumbosacral junction the same imaging and interpretation principles can be applied as for other parts of the vertebral column. However, some morphological differences to other parts of the spine exist: Radiographically there is considerable superimposition with other bone structures (iliosacral joint, ilium), the lumbosacral vertebral canal contains the cauda equina consisting of nerve roots and usually no spinal cord, the dural sac tapers and often ends cranial to the lumbosacral junction, and pathologies of the nerve roots may be located in the neural canal, at the foraminal or even the extraforaminal level. For these reasons radiographic procedures including myelography or epidurography have been shown to be of limited sensitivity to demonstrate pathologies of the cauda equina. Soon after their introduction into veterinary medicine, CT and MTI replaced conventional imaging modalities, with MRI currently being the most sensitive diagnostic imaging modality, and radiographic examinations being used to rule out malformations of the spine (e.g. spina bifida), fracture/luxation, neoplastic and infectious processes. The lumbosacral disc is usually the broadest in the body and the range of motion in the sagittal plane is higher (36° +/-2°) than anywhere else in the thoracolumbar spine. These characteristics, together with other factors such as abnormal mechanical load, may contribute to early degeneration of the lumbosacral disc. Non-chondrodystrophic large breed dogs are overrepresented with this condition. In German shepherd dogs, which have been found to be at highest risk to develop lumbosacral stenosis, it has been shown that morphological features such as facet joint geometry and genetic factors may be involved for early disc degeneration and lumbosacral instability. Instability presents as increased translational motion of the sacrum in ventrodorsal direction during flexion/ extension of up to several mm. It is important to note that this lumbosacral instability or dynamic misalignment can be observed both in clinically normal and affected dogs. Degenerative lumbosacral stenosis: Pathological and MRI findings in lumbosacral IVDD are similar as described in other body regions, with chronic protrusions being far more common than (acute) extrusions. IVDD is seen as loss of fluid signal, decreased width of the IVD, in pronounced cases an indistinct border of the annulus and endplate, endplate sclerosis, and/or Modic type reactive endplate changes. Spondylotic changes are common but non- 218 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 219 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN specific findings. Lumbosacral IVDD is associated with hypertrophic degenerative changes of the vertebral canal at the IVD level. They may affect the discovertebral apparatus and/or the facet joints. Since either condition can lead to hypertrophic changes of the dorsal longitudinal and flaval ligaments, to deposition of bone within the vertebral canal and/or the neuroforamina, and finally to compression or encroachment of the cauda equina, the term degenerative lumbosacral stenosis (DLSS) is used. Degenerative changes with vertebral canal stenosis may occur at any level between L5 and the sacrum with similar neurological signs. Depending on the segment affected, and the exact contribution of the L6, L7 and S1 spinal nerves branches to the peripheral nerves, clinical signs may differ and exact localization within the vertebral canal may be difficult. MRI is very sensitive since it benefits from the high inherent contrast between neural tissue and fat. However, since the correlation between the abnormalities found with MRI and the clinical signs are poor, it is important to remember that neither MRI nor CT replaces a thorough clinical examination. Only the clinical signs or neurological deficits including pain will decide whether alterations seen in CT or MRI are of clinical importance or not. The anatomic conformation of the vertebral canal and congenital or developmental abnormalities can be predisposing factors in the development of clinical signs and DLSS. Congenital stenosis of the sacral canal has been described in toy breeds and German shepherd dogs but exists also in other breeds. One manifestation is a flattening of the dorsal vertebral arch of the sacrum, seen as ventral displacement of the sacral roof. Another risk factor for developing DLSS is a transitional lumbosacral vertebra, probably leading to abnormal mechanical load, degeneration of the disc, disc herniation, and ultimately DLSS. Vertebral osteochondrosis of the dorsal edge of the sacral endplate, rarely also of the L7 endplate is associated with disruption of the intervertebral disc and will lead invariably to disc degeneration and finally to DLSS. Again, German shepherd dogs are at a higher risk to develop sacral osteochondrosis. In a recent publication it was found that sacral osteochondrosis, step formations, and probably congenital stenosis as indicated by a lumbosacral ratio of > 1.5 in the German shepherd dog have moderate to high heritabilities. Orientation of the joint facets varies among breeds and may play an important role in the pathogenesis of DLSS. The L7 nerve exits the neuroforamen in a cranioventral direction; large, hypertrophied and ventrally located articular processes can lead to foraminal stenosis and nerve root compression even without disk herniation. Fat signal within the neuroforamen can help 219 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 220 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN assess the foraminal size and compressional status. Decreased signal in T1weighted sequences is a sign for compression of the fat pad; in such cases the nerve has to be evaluated carefully for signs of compression or inflammation. Nerve root compression and irritation may lead to thickening with or without increased contrast uptake, and it may be difficult to differentiate this condition from neoplasia. Juxtaarticular cysts are extrusions of the synovial spaces of the facet joints. They may occur anywhere in the spine but have also been reported to contribute to compressions of the cauda equina. They are well defined round lesions, are isointense to synovia in all sequences and are associated with the joints. They usually show moderate capsular contrast uptake. REFERENCES Amort KH., Ondreka N., Rudorf H., Stock KF., Distl O., Tellhelm B., Kramer M., Wigger A. (2012). MR-imaging of lumbosacral intervertebral disc degeneration in clinically sound German shepherd dogs compared to other breeds. Vet Radiol Ultrasound 53:289-95. Benninger MI., Seiler GS., Robinson LE., Ferguson SJ., Bonel HM., Busato AR. & Lang J. (2006). Effects of anatomic conformation on three-dimensional motion of the caudal lumbar and lumbosacral portions of the vertebral column of dogs. Am J Vet Res 67, 43-50. Chambers JN., Selcer BA., Sullivan SA. & Coates JR. (1997). Diagnosis of lateralized lumbosacral disk herniation with magnetic resonance imaging. J Am Anim Hosp Assoc 33, 296-299. 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Address for correspondence: Division of Clinical Radiology, Department of Clinical Veterinary Medicine Vetsuisse-Faculty University of Bern Länggass-Strasse 128 Postfach - CH-3001 Bern E-mail: [email protected] 221 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 222 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Tobias Schwarz DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Edinburgh (UK) CT of the vascular system Saturday, March 23rd 2013 - 09.00 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 223 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUCTION CT allows identification of a wide range of attenuation values permitting visualization of vascular contrast enhancement even after passage through and haemodilution in the pulmonary and systemic capillary bed during the first vascular cycle. Helical CT allows scanning of long body parts in a short time span. Therefore helical CT angiography enables visualisation of contrast enhanced abdominal vessels using only a peripheral venous injection of iodinated contrast medium. Thus more invasive, costly, labour and time intensive selective angiographic procedures can be replaced by CT. Multi-slice-CT improves the image quality further and allows better timing of vascular phases. VASCULAR ANATOMY AND NORMAL VARIATIONS Abdominal aorta and branches The abdominal aorta runs in the left dorsal retroperitoneal spaces and gives off in caudal succession the celiac, right and left phrenicoabdominal, cranial mesenteric, right and left renal, right and left testicular/ ovarian, caudal mesenteric, right and left deep circumflex iliac, left and right external iliac arteries before dividing into right and left internal iliac arteries. These branches are all visible on arterial-phased low pitched CT angiography studies. Caudal vena cava and tributaries The caudal vena cava (CVC) runs in the right dorsal abdomen from the right dorsal aspect of the liver towards the right ventral margin of the aorta in the caudal abdomen. Further caudally the CVC moves right and then dorsal to the aortic bifurcation. The CVC is formed by the confluence of the common iliac veins. In cranial succession the deep circumflex iliac, right testicular / ovarian, left and right renal, left and right phrenicoabdominal and hepatic veins join the CVC. There are usually two right hepatic veins entering the CVC separately, and the majority of left hepatic veins form a large vessel, the hepatic ampulla than joins the CVC from the left. These tributaries are all visible on low pitched CT angiography studies, best during the arterial phase where they are negatively contrasted against the enhancing hepatic parenchyma. 223 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 224 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Portal vein, tributaries and branches The jejunal and ileal veins form the cranial mesenteric vein, which makes an S-shaped dorsal and then cranial turn to receive the much smaller caudal mesenteric vein (usually from dorsal) at which point they form the portal vein. The portal vein then receives the large splenic vein from the left and just caudal to the porta hepatis the small gastroduodenal vein from right ventral. With each tributary the portal vein enlarges in diameter. Directly cranial to the gastroduodenal vein entrance the portal vein enters the liver and immediately gives off the short smaller right branch, that supplies the right lateral and caudate lobe, and continues as the larger left branch supplying the remaining lobes of the liver. The hepatic arteries run parallel to the portal veins in the caudal aspect of the liver. The hepatic veins run separately in the cranial aspect of the liver. There is great variation in the feeding pattern of the caudal mesenteric vein. In cats the portal vein can have a bulbous distension prior to the liver entrance. The portal veins can already be seen during the arterial phase, where they run adjacent to the contrast enhancing arteries, as non-enhanced vessels. ABDOMINAL VASCULAR DISEASES Arterioportal hepatic fistula This is a are rare congenital abnormality in dogs in which the hepatic arteries feed into the portal vein with a single vessel or multiple (synonym arteriovenous malformation) tortuous shunt vessels, resulting in portal hypertension, hepatic encephalopathy and ascites. They are often combined with portosystemic shunts, complicating diagnosis. CT features • Almost always peritoneal effusion • Test bolus shows portal vein time-attenuation graph similar to aorta with minimal delay. • Single or multiple enlarged tortuous hepatic vessels that contrast enhance immediately after abdominal arteries • May have abruptly decreasing aortic diameter caudal to celiac artery • Distended portal vein branches • Microhepatia 224 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 225 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Portosystemic shunts Portosystemic shunts (PSS) are abnormal communications between the portal circulation and other venous vascular systems causing hepatic encephalopathy, raised bile acids and other abnormalities. Portosystemic shunts can be classified according to different criteria: The classification of PSS is an evolving process, as more and more shunt types and combinations according to the different criteria are being identified with advanced imaging modalities. PSS are relatively common in dogs, and the most common shunt types are single extrahepatic in small breed dogs and single intrahepatic in large breeds. The left-divisional intrahepatic shunt is synonymous with a patent ductus venosus Arantii. PSS are rare in cats, the most common type here is an extrahepatic portoazygos shunt. Intrahepatic PSS are usually of assumed congenital origin, whereas extrahepatic shunts can be congenital or secondary to some form of portal hypertension. The assumption that multiple extrahepatic shunts are always acquired is not correct. Microvascular portal vein dysplasia is a condition where shunting only occurs at microscopic level, requiring a liver biopsy for confirmation. CT is used to rule out a macroscopic shunt. Dynamic CT has potential to aid in further diagnostic by calculation of the hepatic perfusion index. CT features General features • • • • • • • • Microhepatia Renomegaly (inconsistent) Urolithiasis Cachexia Enlarged tortuous hepatic arteries Periportal oedema (unknown significance) Gastric foreign bodies (allotriophagia) Reduced portal vein diameter cranial to shunting portal tributary vein (extrahepatic shunt) • Cessation or reduction of portal enhancement distal to intrahepatic shunt origin. Single right-divisional intrahepatic portosystemic shunt • Wide tortuous intrahepatic shunt vessels in right lateral lobe • Originates from right portal branch directly at liver entrance • Connects to CVC from right with one ore multiple connections 225 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 226 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Single central-divisional intrahepatic portosystemic shunt • Short bulbous intrahepatic shunt vessel in central part of liver • Connects left branch with CVC • Usually narrowed lumen at either shunt end Single left-divisional intrahepatic portosystemic shunt • Wide tortuous intrahepatic shunt vessel in left liver half • Originates from left portal branch, curves lateral, then dorsal, to connect to the hepatic ampulla Common single extrahepatic shunt types • Originating from the left gastric vein, curving along the minor curvature of the stomach, continuing over the dorsal liver margin to connect to the CVC between liver and diaphragm. • Originating from the gastroduodenal and left gastric veins, merging to feed in the CVC from the left, cranial to the kidneys. • Originating from the splenic vein and connecting to the azygos vein. Common multiple extrahepatic shunt types • Multiple small chaotic vessels between great vessels and left kidney and around left kidney, less commonly right kidney • Oesophageal vascular enlargement with varix formation Segmental caudal vena cava aplasia This is an increasingly frequently reported congenital anomaly in dogs in which the pre-renal CVC segment between the kidneys and the liver has not been formed. Post-renal caval blood is shunted to a right or anomalous left azygos vein. The condition can be incidental as the cavo-azygos shunt is a functional conduit, but it is associated with significant morbidity in about 25% of cases, due to either thrombosis in the aneurismal cavo-azygos shunt vessel or associated portosystemic shunts. In some cases the portal vein completely connects to the azygos vein making it inoperable. CT-angiography is therefore an excellent modality to assess the need for and possibility of surgical intervention. 226 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 227 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN REFERENCES Frank P, Mahaffey M, Egger C, Cornell KK. Helical computed tomography in 10 normal dogs and 10 dogs with a portosystemic shunt. Vet Radiol Ultrasound 2003;44:392-400. Schwarz T, Rossi F, Wray JD, Åblad B, Beal MW, Kinns J, et al. Computed tomographic and magnetic resonance imaging features of canine segmental caudal vena cava aplasia. J Small Anim Pract 2009;50:341-349. Zwingenberger AL, McLear RC, Weisse C. Diagnosis of arterioportal fistulae in four dogs using computed tomographic angiography. Vet Radiol Ultrasound 2005;46:472-477. Zwingenberger AL, Schwarz T. Dual-phase CT angiography of the normal canine portal and hepatic vasculature. Veterinary Radiol Ultrasound 2004;45:117-124. Zwingenberger AL, Schwarz T, Saunders HM. Helical CT angiography of canine portosystemic shunts. Vet Radiol Ultrasound 2005;46:27-37. Address of the author: Dr. Tobias Schwarz, Diagnostic Imaging Service, Royal (Dick) School of Veterinary Studies, The University of Edinburgh, Easter Bush, Roslin, EH25 9RG, UK 227 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 228 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Tobias Schwarz DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Edinburgh (UK) Computed topmography of the canine & feline splanchnocranium Saturday, March 23rd 2013 - 11.20 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 229 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUCTION Computed tomography (CT) has become the imaging modality of choice for the diagnostic work up of non-neurological conditions of the head in dogs and cats. CT images are free of superimposition of structures, are quickly acquired and allow detailed assessment of all structures of the head. For assessment of soft tissue structures, a comparative series before and after administration of intravenous iodinated contrast medium is essential. It is advantageous to scan the mouth in a slightly open position, to differentiate lingual and pharyngeal structures better. THE NOSE CT offers exquisite detail and high sensitivity for the work up of nasal diseases. Interpretation principles include: • Assessment of turbinate integrity • Assessment of nasal and paranasal sinus content (mass, mucosal swelling, fluid) • Assessment of density changes (mineralisation, fluid, soft tissue) • Assessment of contrast enhancement • Assessment of nasal border structures • Assessment of regional lymph nodes and thorax (distant metastases) • Localisation of nasal and sinus changes Nasal neoplasia presents typically as an osteolytic space-occupying lesion. Most commonly nasal tumours start unilaterally in the caudal nasal cavity extending and occluding the nasopharynx, rostral nasal cavity and paranasal sinuses. Often secondary obstructive frontal sinus and nasal effusion are present. Expansion into the contralateral nasal cavity occurs relatively late. Nasal tumours often show strong contrast enhancement, often with centrally non-enhancing areas of necrosis. Feline nasal lymphoma typically presents with mucosal swelling and nasopharyngeal masses. Nasal aspergillosis (common in dogs in endemic areas, rare in cats) typically shows an asymmetrical turbinate loss, often rostrally most marked, secretory effusion and hyperostosis of the frontal sinus wall. Feline cryptococcosis often shows a characteristic extranasal soft tissue welling of the dorsal nasal wall and local osteolysis. 229 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 230 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Viral and bacterial rhinitis shows bilaterally symmetric mucosal swelling and nasal secretory effusion with intact turbinates. With local processes such as a nasal foreign body or dental disease communicating with the nasal cavity changes are unilateral and focal and may involve turbinate lysis. THE EARS CT is an excellent imaging modality to assess the external ear canals and tympanic bullae in dogs and cats. Otitis externa manifests with thickened and mineralised ear canal wall and luminal occlusion. The integrity of the tympanic membrane can be assessed. Otitis media shows opacification of the tympanic cavity with variable degree of contrast enhancement. CT is insensitive of soft tissue changes in the inner ear. The tympanic bulla wall ois often thickened and irregular Cholesteatomas and cholesterol granulomas are benign expansile soft tissue lesions in the tympanic bulla that cause bulla enlargement, varying degrees of wall proliferation and bone atrophy with potential extension into the brain cavity. Nasopharyngeal and middle ear polyps are commonly seen in younger cats and are strongly contrast enhancing well marginated soft tissue masses that often cause nasal airway obstruction. THE PHARYNX AND LARYNX CT is particularly useful for the assessment of airway-obstructive soft tissue masses, lacerations and foreign bodies in the retropharynegal space and pharyngeal wall. The medial retropharyngeal lymph nodes can also be assessed for abnormal size and contrast enhancement. Ectopic thyroid neoplasia commonly affects basihyoid bone and cause an osteolytic soft tissue mass ventral to the pharynx and larynx. THE SALIVARY GLANDS Salivary gland abnormalities are relatively rare in dogs and very rare in cats. Salivary glands always contrast enhance strongly due to their rich vascular supply which makes them very well visible in CT. In cases of zygo- 230 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 231 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN matic sialadenitis a loss of normal glandular margination and exophthalmos are visible, abscessation with a contrast enhanced rim is possible. These lesions can be associated with advanced tooth root abscesses which should be searched for. Mandibular or parotid salivary gland laceration, infection and abscessation can be seen with fighting injuries in dogs and cats as parenchymal irregularities, swelling and irregular contrast enhancement. Salivary gland neoplasia may indistinguishable from such lesions but should not contain abscess cavities. In dogs with Ranula (ventral neck swelling) CT-sialography can be used to confirm or rule out the presence of a sialocele, a cystic expansion of either the monostomatic sublingual, parotid or mandibular gland. The cannulisation of the parotid and mandibular duct is usually possible with the help of a surgical magnification glasses and a 26g catheter, however only rarely can the sublingual duct be cannulised. Injection of 5 to 10 ml of contrast medium at a concentration of 60 mg iodine / ml will visualise the duct and parenchymal or cystic accumulation of contrast medium. THE THYROID GLANDS The thyroid glands are visible on pre contrast CT studies as very dense structures due to their high iodine content. They strongly contrast enhance due to their rich vascular supply. In cats with hyperthyroidism, high density thyroid nodules or ectopic thyroid tissue can be seen pre contrast. CT is useful as a screening tool for ectopic thyroid tissue (in case of planned surgical approach), rule out aggressive local behaviour (vascular invasion in carcinomas) and metastases in lung, abdomen and skeleton. There is potential for CT to replace other imaging modalities, such as radiography, scintigraphy and abdominal ultrasound currently used for screening of cats prior to undergoing radioactive iodine treatment for several days in isolation. In dogs most thyroid tumours are not functional and are not hyperdense. CT is used for surgical planning and searching for distant metastases. Ectopic thyroid neoplasia can often manifest as an aggressive osteolytic mass at the basihyoid bone. CONCLUSIONS CT offers excellent detail of the splanchnocranium and cranial neck. Careful planning with pre- and post intravenous contrast medium application CT 231 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 232 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN are essential for almost all indications. Other contrast procedures such as CTsialography are indicated for specific indications. All structures of the head should be assessed for normal size, shape, density, parenchymal architecture and contrast enhancement. REFERENCES Allen HS, Broussard J, Noone K. Nasopharyngeal diseases in cats: a retrospective study of 53 cases (1991-1998). J Am Anim Hosp Assoc 1999;35:457-461. Barthez PY, Koblik PD, Hornof WJ, Wisner ER, Seibert JA. Apparent wall thickening in fluid filled versus air filled tympanic bulla in computed tomography. Vet Radiol Ultrasound 1996;37:95-98. Garosi LS, Dennis R, Schwarz T. Review of diagnostic imaging of ear diseases in the dog and cat. 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Ames, Wiley-Blackwell 2011 Seitz SE, Losonsky, JM, Marretta SM. Computed tomographic appearance of inflammatory polyps in cats. Vet Radiol Ultrasound 1996;37:99-104. Rossi F, Caleri E, Bacci B, Drees R, Groth A, Hammond G, Vignoli M, Schwarz. CT features of basihyoid ectopic thyroid carcinoma in dogs. Vet Radiol Ultrasound, in press. Travetti O, Giudice C, Greci V, Lombardo R, Mortellaro CM, Di Giancamillo M. Computed Tomography Features Of Middle Ear Cholesteatoma In Dogs. Veterinary Radiology & Ultrasound, 2010; 51:374–379. Taeymans O, Schwarz T, Duchateau L, Barberet V, Gielen I, Haskins M et al. Computed Tomographic Features of the Normal Canine Thyroid Gland. Vet Radiol Ultrasound 2008;49:13-19. Address of the author: Dr. Tobias Schwarz, Diagnostic Imaging Service, Royal (Dick) School of Veterinary Studies, The University of Edinburgh, Easter Bush, Roslin, EH25 9RG, UK 232 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 233 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Tobias Schwarz DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Edinburgh (UK) Imaging for masticatory problems in the dog and cat Sunday, March 24th 2013 - 09.00 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 234 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUCTION Dogs and cats can suffer from problems associated with closing or opening their mouth, pain on mastication and other problems such as halitosis. Diagnostic imaging is an important part of the diagnostic work up of masticatory conditions. Radiography and with increasing frequency computed tomography are the imaging modalities of choice. Both require general anaesthesia of the patient. GENERAL RADIOGRAPHY Radiography of the head has traditionally been used to assess the dental apparatus, mandible, maxilla, mandibular symphysis and temporomandibular joint. Standard dorsoventral and lateral projections of the head supply some information, but suffer from superimposition of bilateral skull structures. Oblique projections for each mandible and each maxilla with the mouth maximally opened are necessary to assess all four dental arcades. For the temporomandibular joint numerous specific oblique projections have been published, which are different for the cat and the dog. These views are often difficult to accomplish and are not ideal for complete assessment. The masticatory muscles and nerves are also not assessed with radiography. The use of digital radiography has facilitated better radiographic exposure, but has not remedied the positional difficulties. INTRAORAL RADIOGRAPHY Intraoral radiography is essential for dedicated veterinary dentists. Modern computed or direct digital systems provide devices that are small enough to be placed intraorally in dogs and cats. Dental radiography systems provide the highest resolution of any radiographic technique, which is necessary for detailed assessment of all dental and periodontal structures. Multiple views are needed to cover the entire dental arcade. Intraoral radiography can be used to image the temporomandibular joints. 234 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 235 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN COMPUTED TOMOGRAPHY Computed tomography is an ideally suited imaging modality for dogs and cats with masticatory problems. Modern computed tomography technology allows submillimeter slice thickness images, providing excellent anatomical detail of teeth, bones and joints. It also allows assessment of masticatory muscles and nervous system. The entire dental apparatus can be scanned within less than one minute. Images can be reviewed in transverse or orthogonal planes. Curvilinear reconstructions allow a panoramic view of all teeth. Given the fact that general anaesthesia is required for all imaging modalities and that computed tomography is the fastest imaging modality assessing the entire head, it makes sense to use computed tomography as the first line diagnostic imaging tool for all masticatory conditions, except for specific localised dental diseases. IMAGING FEATURES OF MASTICATORY DISEASE PROCESSES Head Trauma Radiography allows a relatively quick assessment of the skull, but not the soft tissue structure of the head. Proper positioning and interpretation can be time consuming. Computed tomography is the modality of choice for assessment of head trauma. It is quick and very detailed for all osseous, dental and soft tissue structures. Due to the hyperdense nature of hematomas, it is very well suited for the assessment of haemorrhage, particularly for the brain. Temporomandibular joint luxation can be monitored pre- and post-reduction. Intravenous contrast medium application is usually not necessary. Paraoral Foreign Bodies and Abscessation Computed tomography is the modality of choice for suspected foreign bodies, abscessation and wounds of the oral cavity wall, masticatory muscles and retropharyngeal space. Intravenous contrast medium application is essential to outline abscess walls and foreign body reaction. Small foreign bodies from plant material may not be visible directly, however the reactive tissue surrounding it usually is. 235 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 236 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Craniomandibular osteopathy This is an inflammatory condition in young West Highland White terriers and less commonly other dogs leading to pain and reduced ability to open their mouth, associated with mandibular and temporal periosteal reaction. The condition is self-limiting and the role of imaging is to rule out other diseases and monitor its progression. Radiography is usually sufficient. Masticatory Myositis This is an autoimmune disease in young to middle aged large breed dogs against the 2M fibres of the masticatory muscles leading to pain on mastication and later inability to open their mouth and muscle atrophy. Computed tomography is the imaging modality of choice, allowing to rule out other dental and masticatory problems, identify abnormal masticatory muscles based on size, shape, density and contrast enhancement, and to select appropriate sites for a muscle biopsy, which is required for ultimate confirmation of this condition. Oral and Masticatory Neoplasia Oral neoplasia is relatively common in dogs and cats. Radiography allows only a crude assessment of bony involvement. Computed tomography is best suited to assess the tumour margination, bony involvement, local (lymph nodes) and distal (lung) metastases. It is also required for all radiotherapy cases. Temporomandibular Joint Diseases Computed tomography is best suited for assessment of the temporomandibular joints. A closed and a maximally opened jaw view should be obtained. Subluxation and luxation are easily visible. In cats a chronic irregular ankylosis can sometimes be seen. Irregular joint surfaces are often visible in dogs. These can be caused by osteoarthritis and osteochondrosis. Neoplastic conditions show often marked osteolysis and swelling. 236 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 237 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Open Jaw Lock Dogs and cats with a locked open jaw have a displacement of one coronoid process lateral to the zygomatic arch. This can be demonstrated radiographically quickly and easily. However, to establish the exact cause of open jaw lock, computed tomography is highly efficient. This can demonstrate mandibular symphyseal laxity, temporomandibular joint laxity or abnormal shape of the mandible or zygomatic arch and muscular changes. Jaw drop Dogs that cannot actively close their mouth, but the jaw can be closed by the examiner usually suffer from idiopathic trigeminal neuritis. Other differentials to consider are neoplasia or infection of the central nervous system. Magnetic resonance imaging is best suited to rule out central nervous system conditions. Dental Diseases Intraoral radiography has traditionally been the modality of choice for diagnostic imaging of dental diseases in dogs and cats. It allows detailed assessment of individual teeth and allowing specific treatment decisions. Computed tomography has be become a useful adjunct to intraoral radiography, as it provides an almost as detailed depiction of the entire dental apparatus. Ideally both modalities both modalities are used in conjunction allowing precise and complete assessment of all teeth. CONCLUSIONS Intraoral radiography and computed tomography are the primary diagnostic imaging modalities for masticatory and dental disorders. Intraoral radiography offers the maximum image resolution that is often required for specific dental assessments. Computed tomography also provides very good image detail and in addition enables assessment of the entire masticatory apparatus. 237 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 238 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN REFERENCES Dickie AM, Schwarz T, Sullivan M. Temporomandibular joint morphology in the Cavalier King Charles spaniel. Veterinary Radiology & Ultrasound 2002; 43, 260-266. Esmans MC, Soukup JW, Schwarz T. Optimised canine dental computed tomographic protocol. Veterinary Radiology & Ultrasound 2011; 52, 675 (abstract) Gendler A, Lewis JR, Reetz JA, Schwarz T. Computed tomographic features of oral squamous cell carcinoma in cats: 18 cases (2002-2008). Journal of the American Veterinary Medical Association 2010;236, 319-325. Reiter AM, Schwarz T. Computed tomographic appearance of masticatory myositis in dogs: 7 cases (1999-2006). 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Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA Alternative Imaging of the Joints Friday, March 22nd 2013 - 3.20 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 240 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Radiography is the first image method used in almost all dogs and cats with suspicion of joint disease, and in many cases a diagnosis and treatment plan can be reached. However, there are instances where the complexity of the joint does not allow full assessment of all joint surfaces, and additional imaging methods are needed. Furthermore, soft tissue injury is an important part of many joint lesions and is not or only marginally evaluated with radiography. Alternative imaging methods such as Ultrasonography, Computed Tomography (CT), and Magnetic Resonance Imaging (MRI) are used in those more complex problems. With the development of high frequency ultrasound probes, evaluation of small superficial soft tissue structures such as tendons and ligaments has become feasible. The main strength of ultrasound is the possibility to assess size, position and fiber alignment of the soft tissue structures surrounding or within a joint. It is also very sensitive to detection of defects in the bone surface, and the examination can be performed in the awake or lightly sedated patient. Disadvantages include the inability to reach the inner joint surfaces, as the sound beam is attenuated by the surrounding bone. Superb visualization of the osseous structures associated with a joint is the main advantage of CT imaging. Osteochondral defects, fractures and fissures can be outlined with CT imaging. Multislice CT scanners allow acquisition of very thin slices with excellent resolution. High quality reformatted images in any plane and 3D reconstructions available with multislice scanner technology help with surgical planning and allow for example full assessment of angular and rotational limb deformities. Finally MRI with its superior soft tissue contrast is the method of choice to assess soft tissue structures within and surrounding the joint. Image sequences used vary between institutions, but typically T1-weighted sequences are used to delineate anatomy. The use of fat suppressed sequences is particularly helpful to outline pathology and evaluate the subchondral bone and medullary cavity. Suppression of the high signal of the marrow fat allows detection of edema and bone bruise which is often seen with avulsion lesions and cartilage defects. Image acquisition in different planes allows assessment of most articular structures. The most common joints/indications for advanced imaging are outlined below. Shoulder joint: The source of shoulder lameness is difficult to identify using conventional methods such as radiography and orthopedic examination. Arthroscopy is limited to intra-articular disorders whereas many musculoskeletal diseases affecting the shoulder joint are extra-articular. Ultrasound and MRI are the primary alternative imaging modalities to examine the shoulder joint. 240 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 241 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Structures that are most commonly evaluated using ultrasound include the biceps tendon and tendon sheath. The normal biceps tendon has parallel, taunt fibers that give the tendon overall a hyperechoic appearance, whereas partial or complete tendon rupture leads to hypoechoic areas within the tendon, wavy appearance of the fibers and increased fluid within the tendon sheath. Location and degree (partial or complete) of biceps tendon rupture as well as severity of tenosynovitis can be determined sonographically. Hyperechoic foci with distal shadowing within the tendon are consistent with dystrophic mineralization in chronic disease. Ultrasound can also be used to identify the supra- and infraspinatus tendons, the teres minor tendon and the caudal aspect of the humeral head; however visualization of the glenohumeral ligaments is difficult and inconsistent. MRI allows the overall best assessment of the shoulder joint. Prior to the availability of MRI in veterinary diagnostic imaging biceps tenosynovitis was the most common diagnosis for shoulder joint disease that was not associated with radiographic abnormalities. With the use of MRI other equally or more common conditions were recognized. One of these is supraspinatus tendonitis. The supraspinatus tendon inserts on the medial aspect of the greater tubercle. When diseased, the distal portion of the tendon becomes thickened and hyperechoic and can cause impingement on the biceps tendon. The abnormal portion of the tendon becomes hyperintense on T2-weighted, STIR and proton density images. Infraspinatus tendonopathy is less commonly identified, but similar in appearance, and occasionally medial glenohumeral lesions with shoulder joint instability are diagnosed. Osteochondrosis of the joint surface is usually readily identified as a change in the outline of the joint surface. Subchondral sclerosis presents as decreased signal intensity on all image sequences. Acute inflammation as with bone edema on the other hand results in increased signal intensity on fat suppressed image sequences. Not an uncommon finding when imaging dogs with shoulder or cervical spine disease is neoplasia of the proximal humerus, distal scapula or the axillary region with brachial plexus tumors. Neoplastic bone infiltrates are characterized by increased T2- and STIR signal intensity, thinning of the cortex and contrast enhancement of the soft tissues immediately adjacent to the mass. Elbow joint: The elbow joint is a complex joint, formed by three bones with joint surfaces that are slightly oblique, all of which makes radiographic evaluation challenging. Since the soft tissue component of the elbow joint is small, ultrasound is not usually used to investigate the elbow joint. Irregularities in the joint margins and joint effusion can be diagnosed sonographically. CT is the modality of choice to investigate the elbow joint in our institution since it allows assessment of all compartments of the elbow joint and 241 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 242 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN can identify small fissures or bone fragments. Fragmented medial coronoid process is the most common elbow pathology in the group of elbow dysplasia. Fragmentation of the coronoid process is easily identified on CT imaging. Small non-displaced fragments or mere fissure lines are harder to see, and correct windowing and thin slices are required. Other findings include osteoarthritis with osteophytes on the proximal radius and distal humerus, and hyperostosis of the coronoid process. The fragmented coronoid process and associated bone proliferation may lead to erosion of the articular cartilage and subchondral bone of the medial humeral condyle. Kissing lesions appear as stripe-like lesions in the medial humeral condyle. They have to be differentiated from osteochondral lesions that occur in the same location but appear as a round defect with adjacent sclerosis on transverse images. Ununited anconeal process is usually easily identified as a hypoattenuating line through the anconeal process. Elbow joint incongruity is defined as poor alignment of the joint surfaces of the elbow joint. Two main features are seen on CT imaging: a step between the radius and ulna and an abnormal shape of the ulnar trochlear notch. CT is an excellent method to identify incomplete ossification of the humeral condyle. Findings include a hypoattenuating intercondylar defect with adjacent sclerosis; secondary degenerative changes may be seen. MRI of the elbow joint is not commonly used although modern high field magnets provide enough signal to provide excellent images despite the small size of the joint. The advantages compared to CT are not clear enough to justify the increased cost and scan time in most patients. Stifle joint: Sonography of the stifle joint can be used to identify osteochondral lesions in the lateral femoral condyle. Meniscal damage may be identified as hypoechoic lesions but are difficult to see in smaller dogs. Cruciate ligament rupture could only be identified in 20% of cases in one study; sonography is therefore not very often used as imaging tool to assess the stifle joint. MRI provides the overall best assessment of the joint and all of its soft tissue structures. Structures such as the cruciate ligaments, menisci, collateral ligaments, tendon of the long digital extensor, patellar ligament, infrapatellar fat pad and joint surfaces and synovial fluid are all clearly seen; in larger patients the cartilage can be identified. Complete ruptures of the cruciate ligaments are typically diagnosed clinically and do not require advanced imaging. Partial cruciate ligament tear results in loss of the linear, parallel fibers of the ligament. Most importantly, due to inflammation at the origin and insertion of the ligaments a focal increase in signal intensity in the distal femur and proximal tibia can be identified, particularly on STIR images. A meniscal tear is usually identified by a small amount of joint fluid dissecting into the tear. 242 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 243 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA Computed tomography of the lung Saturday, March 23rd 2013 - 12.10 am Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 244 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN With the increasing availability of computed tomography (CT) in veterinary medicine, the diagnostic imaging workup of patients with respiratory disease is shifting from radiography towards CT, similar to what has happened in human medicine in the past. Multislice CT scanners are being introduced in many veterinary clinics, and the increased speed and resolution of these scanners enable short duration anesthesia and sedation protocols to be used, making this method even more attractive for imaging of patients with respiratory disease. CT has been shown to have increased sensitivity and specificity for diagnosing respiratory disease. Thoracic CT imaging is complicated by the fact that respiratory motion creates artifacts that may prevent correct diagnosis. Positioning the patient in sternal recumbency is recommended, it allows for good aeration of the dorsal portion of the lungs. In some instances, for example if ventral lung disease or atelectasis is suspected on an initial scan, the patient has to be repositioned and rescanned in dorsal recumbency. In any case, lateral recumbency should be avoided prior to placing the patient in the gantry as it leads to a larger degree of atelectasis than ventral or dorsal recumbency. General anesthesia and intubation are advantageous to hyperventilate the patient immediately prior to imaging to induce a pause in respiratory drive for the duration of the scan. However, fast multislice scanners also allow imaging of sedated or even awake patients. Imaging the thorax in a caudocranial direction is helpful, should the patient start to breathe towards the end of the scan as thoracic wall excursions are smaller and no diaphragmatic motion is present in the cranial thorax. Slice thickness is chosen to allow scanning during a single breath hold (up to 50-60 seconds). Tube rotation speed should be kept at a minimum to reduce the amount of motion artifact. Images are viewed in several windows to assess the lungs (approximate window width 2000 Hounsfield units (HU), window level -800 to -400 HU) and mediastinum (window width 180-300 HU, window level 50-100 HU). BRONCHIAL DISEASE CT is not commonly used to diagnose bronchial disease, but allows a much better assessment of bronchial walls and peribronchial interstitial tissue than radiographs due to the lack of superimposition. In a recent study, the sensitivity of thoracic radiographs to detect canine bronchitis ranged from 52% to 65%. CT is especially advantageous in cats 244 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 245 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN with mucus deposits in the airways which can resemble pulmonary nodules radiographically, whereas they are identified as intraluminal bronchial soft tissue on CT images. In addition to thickened bronchial walls, multifocal interstitial infiltrates giving the pulmonary parenchyma a ground-glass appearance as well as peripheral linear parenchymal soft tissue bands representing areas of atelectasis and fibrosis may be identified on CT. Chronic bronchial disease may result in bronchial dilation or bronchiectasis. Distension of peripheral bronchi with a saccular appearance and a bronchoarterial ratio exceeding 2 is characteristic for bronchiectasis. Bronchial collapse is seen in small breed dogs, often in conjunction with tracheal collapse. Flattened or small bronchi are best seen in transverse images and during expiration. Nonradiopaque bronchial foreign bodies are difficult to diagnose radiographically, and are usually only suspected once secondary focal pneumonia and bronchitis has developed. With CT imaging, anatomical association of interstitial to alveolar disease along an airway is identified. Additionally, focal intraluminal accumulation of bronchial secretions, focal bronchiectasis and secondary changes such as mild lymphadenopathy, pleural effusion or pneumothorax can be determined. In some cases the actual bronchial foreign body can be identified within the bronchial lumen. PULMONARY MASSES AND NODULES Assessment of pulmonary masses and nodules is a frequent indication for CT imaging, especially for surgical planning. The pulmonary origin of a radiographically visible mass can be determined as well as the exact location, involvement of other structures and presence of metastatic pulmonary nodules or bone lesions. Enlarged tracheobronchial lymph nodes (>5mm), with ring enhancement is consistent with lymph node metastasis, which is strongly associated with survival time and therefore an important prognostic finding. CT may also be able to identify pulmonary masses that are not radiographically evident or obscured by other disease processes such as alveolar disease. While the threshold for radiographic detection of pulmonary nodules is 7-9mm, CT is able to detect nodules as small as 1mm. In dogs with metastatic pulmonary disease, CT was able to detect pulmonary nodules in all dogs whereas radiographs confirmed metastatic disease only in 50% of patients. 245 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 246 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PULMONARY BULLAE AND BLEBS Spontaneous pneumothorax is a consequence of ruptured pulmonary bullae or blebs, and CT may be helpful in identifying and localizing cavitary pulmonary lesions and to determine the extent of lung lobe involvement and aid in surgical planning. Pulmonary bullae are defined as air-filled cavities within the lung parenchyma whereas blebs are accumulations of air between the visceral pleura and pulmonary parenchyma. Ruptured pulmonary bullae are not easily identified with CT, and may be mistaken for areas of atelectasis especially if the lungs are collapsed. The pneumothorax should therefore be evacuated as completely as possible prior to scanning. Pulmonary interstitial emphysema is characterized by gas tracking along the large vessels and bronchi into the periphery of the interstitial space and may be the cause or the consequence of pneumomediastinum. Rapid expansion and compression of the thorax (for example during forceful coughing) may lead to shearing forces in the lung parenchyma along the larger bronchovascular structures with subsequent alveolar rupture. LOBAR PULMONARY DISEASE Similar to the radiographic appearance, pneumonia is seen on CT as a lobar consolidation in a cranioventral location with peripheral interstitial and peri-bronchial infiltrates. If pneumonia is suspected in the ventral portions of the lung, the patient should be ventilated in dorsal recumbency for a few minutes before imaging to rule out positional atelectasis and confirm pulmonary pathology. In patients with suspected pneumonia, CT imaging is mainly used to rule out abscess formation and other disease processes such as bronchial foreign bodies in cases that are resistant to treatment. CT is an excellent imaging method to assess suspected lung lobe torsion. In addition to avoiding superimposition with pleural effusion with the cross-sectional imaging, the bronchi can also be followed along their entire length. An abruptly ending blunted, slowly tapering or twisted bronchus entering a consolidated lung lobe is a sign of lung lobe torsion. Other findings include enlargement of the affected lung lobe with a mediastinal shift to the contralateral side, areas of emphysema and consolidation within the torsed lung lobe, displacement and compression of adjacent lung lobes and pleural effusion (focal or generalized) as well as occasional pneumothorax. Pulmonary thromboembolism (PTE) may lead to focal or multifocal pulmonary consolidations, occasional- 246 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 247 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ly a typical wedge-shape is observed. CT angiography should be performed if PTE is suspected to look for vascular filling defects. DIFFUSE PULMONARY DISEASE Canine idiopathic pulmonary fibrosis (IPF) is most commonly seen in middle-aged to older West highland white terriers and is a chronic progressive disease that eventually leads to fatal respiratory compromise. The predominant histopathologic change is alveolar septal fibrosis. CT imaging findings of dogs with IPF have been reported. In early stages, an interstitial infiltrate results in multifocal ground-glass opacity. As the disease progresses, subpleural and parenchymal bands as well as interstitial thickening develops, and finally in severe cases traction bronchiectasis and honeycombing are observed. Honeycombing is a descriptive term for alveolar breakdown and loss of supportive pulmonary structures, resulting in small cystic, air-filled cavities mostly along the periphery of the lung lobes. Pulmonary edema (both cardiogenic and non-cardiogenic) results in a dense interstitial ground-glass appearance. Diffuse neoplastic infiltrates may be radiographically occult. Alveolar septal metastasis with carcinoma is characterized by ground-glass opacity, subpleural interstitial thickening, subpleural emphysema, lobar consolidation and interspersed pulmonary nodules. Pulmonary lymphoma is characterized by interstitial ground-glass opacity, usually combined with thoracic lymphomegaly. 247 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 248 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA Sonography of the gastrointestinal tract Saturday, March 23rd 2013 - 2.30 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 249 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Common indications for ultrasonographic examination of the gastrointestinal (GI) tract include inappetence, anorexia, weight loss, melena, vomiting and chronic diarrhea. In any patient with GI signs, survey radiographs are recommended to rule out presence of radiopaque foreign bodies, and to determine if there is an abnormal gas pattern anywhere along the GI-tract. Ultrasonographic examination of the GI tract includes evaluation of position, contents, distension, wall thickness and layering and motility of all segments. The stomach is the most difficult portion to evaluate due to gas and food contents often obscuring portions of it. Imaging the patient in different positions helps redistributing the gas. The cranial location of the pylorus requires using a right intercostal scan window in larger breed and deep chested dogs. Several layers are identified in the normal GI tract. In the stomach and small intestines five layers are identified, whereas the colon wall is much thinner and typically only three layers are distinguished. In smaller patients the entire small intestinal tract can be traced from the pylorus, whereas in larger patients all quadrants of the abdomen have to be investigated systematically to be sure to have evaluated all bowel loops. Sonography is often used to decide if there is intestinal obstruction if radiographs are equivocal. The main sonographic findings include presence of gas and fluid dilated small bowel loops, whereas some small intestinal loops are empty. Peristalsis tends to be increased orad to the foreign material in acute obstructions, whereas it is reduced in more chronic cases. Increased peristalsis and segmental bowel dilation can be seen with acute gastroenteritis as well and any dilated loop has to be followed carefully until it either tapers to normal size, or obstructive luminal foreign material is identified. Most foreign material can be recognized by its complete distal shadowing and sometimes angular or circular shape. Fecal material tends to be shadowing as well and the location of the colon should be determined by tracing it from the pelvic inlet if there is any doubt about the location of a shadowing structure. Linear foreign bodies may not be associated with bowel distension. Instead, plication of a segment of bowel is visible. The linear foreign body presents as hyperechoic linear structure that extends straight through the lumen despite the curvature of the bowel wall. Thin linear foreign bodies are eccentrically located in the bowel lumen in a transverse view. If intestinal obstruction is identified, the surrounding mesentery should be evaluated for presence of complications such as perforation. Hyperechoic mesentery and free fluid are the most common indicators, sometimes free gas is identified as well. 249 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 250 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Inflammatory bowel disease is a common cause of chronic vomiting and/or diarrhea. Inflammatory bowel disease does not always lead to changes detectable on ultrasound, and abnormal ultrasound findings are not specific for a certain type of disease, therefore intestinal biopsy, with full-thickness biopsy being the gold standard, is required to determine the exact type of inflammatory disease. Ultrasonographic changes are usually diffuse although focal or segmental changes are possible. Mild to moderate transmural thickening but also normal overall wall thickness is commonly observed. In most instances the wall layers are preserved but the relative thickness of the individual layers may be abnormal. Wall layers may become indistinct with severe cellular infiltration, edema, ulcers or hemorrhage. Hypertrophy of the muscularis layer is common in chronic small intestinal disorders, particularly in cats with lymphoplasmacytic or eosinophilic infiltrates. In cats the finding of a thickened muscularis layer has also been associated with lymphoma and mast cell tumor. Thickening and hyperechogenicity of the mucosa is mostly associated with lymphoplasmacytic enteritis and lymphangiectasia. The lacteal dilations seen with lymphangiectasia result in striations that are perpendicular to the long axis of the bowel loop, the intestinal walls are thickened and may be corrugated, and there usually is abdominal effusion present. Hyperechoic lines in the mucosa that are parallel to the long axis of the bowel loop have been shown to represent fibrosis histopathologically; however the clinical significance of this finding is doubtful. Neoplasia is more commonly focal than inflammatory disease which is usually diffuse, but there is some overlap. Loss of wall layers is the best predictor of presence of neoplastic disease. When loss of layering is noticed, it is 50 times more likely to be a neoplastic lesion. Additionally, wall thickness of a neoplastic lesion was shown to be statistically greater than in inflammatory disease. Inflammatory disease is typically associated with no or only mild lymphadenopathy whereas neoplasia is more commonly focal, and if associated lymph nodes are enlarged they tend to be larger than with inflammatory disease only. In table 1, ultrasonographic findings of inflammatory and neoplastic small intestinal disease in dogs are summarized (Penninck et al., Vet Radiol Ultrasound 2003). Intestinal lymphoma is seen in both cats and dogs. It is most commonly evident as a focal circumferential transmural hypoechoic mass with loss of wall layering. In cats lymphoma tends to be diffuse affecting all or large segments of the intestine. Thickening of the muscularis layer has been reported in both intestinal lymphoma and inflammatory bowel disease in cats. A recent publication determined a significant association between muscularis lay- 250 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:14 Pagina 251 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Inflammatory disease Neoplastic disease Distribution 72% diffuse 28% focal 2% diffuse 98% focal Wall layering 88% normal or reduced 11% absent 1% normal or reduced 99% absent Wall thickness 0.2-2.9 cm 0.5-7.9 cm Lymph node size 0.6-2.6 cm 0.3-9.0 cm er thickening and T-cell lymphoma in cats, but did not show a significant difference in occurrence of lymph node enlargement when comparing cats with lymphoma and cats with IBD. All the above mentioned imaging characteristics of diffuse intestinal lymphoma in cats make it almost impossible to differentiate lymphoma from IBD based on ultrasound imaging alone. To further complicate matters, cats with disease limited to the mucosa and lamina propria determined histopathologically had no ultrasonographic abnormalities. Intestinal adenocarcinomas also occur in both dogs and cats. They typically present as a transmural solitary mass with sonographically complete loss of wall layering, diffuse disease is very rare. Intestinal obstruction is more common with carcinoma than with lymphoma, and carcinoma is often asymmetric whereas lymphoma tends to be concentric. Otherwise the sonographic appearance of focal lymphoma or adenocarcinoma is very similar. Advanced disease can lead to metastatic spread throughout the mesentery, seen as multifocal small hypoechoic nodules in the mesentery and often free fluid. Intestinal mast cell tumors are less common than lymphoma but can have a similar appearance particularly in cats. In a recent publication, mast cell tumors were most commonly found to have focal, hypoechoic wall thickening that was non-circumferential and eccentric, or circumferential, asymmetric and eccentric. Loss of wall layering was not present in 40% of cats who had thickened muscularis layer instead. Intestinal smooth muscle tumors such as leiomyomas or leiomyosarcomas are more common in dogs than in cats. Leiomyosarcomas are often very 251 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 252 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN large, irregular masses that can grow beyond the intestinal serosa. Perforation is common in gastric leiomyosarcomas. Leiomyomas on the other hand tend to be smaller focal intramural hypoechoic nodules or masses with loss of wall layering. Ultrasound-guided fine needle aspiration of the small intestinal wall is usually only rewarding if a focal intestinal mass is present. If the mass is large enough, tru-cut biopsies may be performed however they are often not necessary as a diagnosis can be made on cytology. Care has to be taken not to penetrate the intestinal lumen with the needle, sedation is usually required. If the regional lymph nodes (jejunal, colonic, pancreaticoduodenal or gastric) are large enough, typically a thickness of 5mm or more, fine needle aspirates can be performed under ultrasound guidance which may help reaching a conclusion about the small intestinal disease. Since lymph nodes are small, mobile and always closely associated with the vasculature sedation is required for these procedures. Gastric or intestinal ulceration is difficult to recognize ultrasonographically unless the lesion is quite large. Reduced motility and thickened wall with reduced layer definition of the affected segment, as well as focal accumulation of intramural gas may be identified. 252 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 253 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gabriela S. Seiler DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Cert Clin Res, USA Sonography of the pancreas Saturday, March 23rd 2013 - 3.20 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 254 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Ultrasonographic examination of the pancreas is challenging due to small size and indistinct margins of the organ. Additionally, deep-chested or overweight body conformation and a full gastrointestinal tract may hinder ultrasonographic visibility of the pancreas. However, experience, excellent understanding of the anatomy, and use of different scan widows allow a thorough examination of the pancreas. The highest possible transducer frequency should be used to assess the pancreas (usually 7.5-15 MHz) since it is a thin, very superficially located structure. The normal pancreas is iso- or slightly hypochoic compared with the mesenteric fat. In the dog, the right lobe of the pancreas is more easily seen than the body or the left lobe of the pancreas. It extends along the duodenum and ventral and lateral to the portal vein. Since this right lobe of the pancreas it is very superficial minimal transducer pressure is important. In a transverse image, the right lobe of the pancreas is triangular in shape and located between the duodenum and the ascending colon. In contrast, the right lobe of the feline pancreas is very thin and not consistently seen. The pancreatic body is found by following the right lobe of the pancreas cranially or by imaging it at the hilus of the liver just ventral to the portal vein and caudal to the pylorus. The left lobe of the pancreas is a small, triangular structure caudal to the greater curvature of the stomach in the dog. The left lobe of the feline pancreas is larger, often extending to the cranial pole of the left kidney. Pancreatic thickness rarely exceeds 1cm in dogs. In cats, mean thickness measurements for the right pancreatic lobe, body, and left pancreatic lobe were reported as 4.5 mm (range 2.8-5.9), 6.6 mm (range 4.7-9.5), and 5.4 mm (range 3.4-9.0), respectively. Pancreatic size and echogenicity are reported to be unaffected by age in cats. The pancreatic duct is not usually seen in dogs, but is visible in the center of the pancreatic parenchyma in cats. Its size increases with age, with a mean width of 0.13 cm (+/- 0.04 cm) in a group of older cats. The pancreatic duct primarily enters the duodenum through the major (cats) or minor (dogs) duodenal papilla. In dogs the visible pancreaticoduodenal vessels may be used to confirm (i.e., blood flow can be confirmed by using color Doppler) identification of pancreatic tissue. CANINE PANCREATITIS In the initial stage of severe acute pancreatic necrosis, the pancreas becomes thickened, hypoechoic and contains well-defined linear anechoic fissures and subcapsular stripes (“tiger-stripe” appearance), produced by pan- 254 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 255 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN creatic edema, which usually precedes necrosis. Irregular, hypoechoic tissue, representing necrotic, hemorrhagic pancreatic and peripancreatic tissue is subsequently seen in the pancreatic region. The pancreas may not be seen distinctly or may appear mass-like. Also, the pancreas is usually surrounded by hyperechoic peripancreatic mesentery, caused by inflammation, edema and peripancreatic fat necrosis. Other extrapancreatic changes include peritoneal effusion, a fluid- or gas-filled thick-walled atonic descending duodenum, pancreaticoduodenal lymphadenomegaly, and extrahepatic biliary obstruction. Mild acute pancreatic necrosis will have less severe ultrasonographic changes, the pancreas is more distinct, contrasting with the slightly hyperechoic peripancreatic mesentery. Hyperechoic areas, which are consistent with fibrosis or saponification of fat, may be present in the pancreas. Effusion, duodenal and biliary tract abnormalities are commonly absent. An unremarkable ultrasonographic examination does not rule out pancreatitis, sensitivity of ultrasound in the diagnosis of acute canine pancreatitis has been reported to be approximately 68%. Pancreatic edema alone can also be encountered in canine patients with portal hypertension, hypoalbuminemia, or free peritoneal fluid in general. FELINE PANCREATITIS Pancreatitis in cats is difficult to diagnose and the sensitivity of ultrasound for detection of feline pancreatitis is relatively low (most studies 1135%; however, one study 80%). The appearance of acute pancreatic necrosis and chronic non-suppurative pancreatitis are not significantly different. This is likely related to the fact that histologically, hemorrhage and edema, which are responsible for parenchymal hypoechogenicity are less frequently seen in cats. If present, an enlarged hypoechoic pancreas, hyperechoic peripancreatic tissue, free fluid, thickening of the gastric and duodenal wall, and extrahepatic bile duct obstruction all may lead to a diagnosis of pancreatitis. Concurrent diseases such as hepatic lipidosis, cholangitis, enteritis, diabetes mellitus, and interstitial nephritis are frequently present. Also, ultrasonographic evidence of hepatic lipidosis together with the presence of free fluid has been associated with acute pancreatitis. Chronic pancreatitis is characterized by interstitial fibrosis with acinar atrophy and often lymphocytic-plasmacytic infiltrates. Ultrasonographic signs have not been well described and include a heterogeneous echogenicity, mineralizations, an irregular surface, and widening of the pancreatic duct. This 255 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 256 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN form of pancreatitis is very difficult to differentiate from other pancreatic diseases, such as nodular hyperplasia. CYSTIC PANCREATIC LESIONS Pancreatic abscesses or pancreatic pseudocysts are uncommon sequelae of pancreatitis. Both appear ultrasonographically as fluid-filled cavities with distal acoustic enhancement, but abscesses may also have a mass-like appearance. Pancreatic pseudocysts are fluid accumulations within or adjacent to the pancreas with a capsule of granulation/fibrous tissue, which is thought to be the result of pancreatic duct rupture. Differentiation between a pancreatic abscess and a pseudocyst requires cytology or even histopathology. Small cystic lesions without other pancreatic abnormalities are either congenital cysts or retention cysts caused by obstruction and focal dilation of the pancreatic duct. A rare anatomical variation with unknown clinical significance is called pancreatic “pseudobladder”, an abnormal distension of the pancreatic duct. PANCREATOLITHS Calculi, recognized as hyperechoic structures with distal acoustic shadowing, are occasionally seen in the pancreatic duct and are suggestive of chronic or intermittent pancreatitis. PANCREATIC NEOPLASIA Pancreatic adenocarcinomas arising from exocrine tissue or excretory ducts are rare in dogs and cats, but are highly malignant. The ultrasonographic findings are similar to pancreatitis: the pancreas is hypoechoic and enlarged, only occasionally a mass can clearly be delineated. Metastatic disease to the liver, lymph nodes, and lungs is common and frequently already present at the time of diagnosis. Pancreatic adenocarcinoma is the most common primary pancreatic tumor, but metastatic tumors appear to outweigh primary pancreatic tumors in both dogs and cats, and differentiation from nodular hyperplasia is difficult. Single masses over 2 cm have been reported to be more consistent with neoplasia. Peripancreatic lymphadenopathy is commonly present but can be seen with various other abdominal diseases. 256 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 257 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN If visible, pancreatic insulinomas appear ultrasonographically as well-defined hypoechoic round or lobulated nodules. Nodules in the left lobe are harder to identify due to adjacent gastric and colonic gas. Metastatic disease is often present in the liver, seen as hypoechoic nodules or target lesions, and in the regional lymph nodes. Small pancreatic insulinomas however are poorly delineated from the pancreatic tissue and are not always visible ultrasonographically. NODULAR HYPERPLASIA Nodular hyperplasia affects up to 80% of older animals. Multifocal hypoechoic nodules may lead to an enlarged, hypoechoic, and irregularly outlined pancreas. The nodules rarely exceed a diameter of 1cm but can be poorly delineated. Fine needle aspirates or even pancreatic histopathology may be necessary to differentiate them from pancreatic neoplasia. PANCREATIC INSUFFICIENCY The ultrasonographic appearance of exocrine pancreatic insufficiency has not been described in dogs, but in cats it may lead to inhomogeneous pancreatic parenchyma or pancreatic nodules. However, in both species a diagnosis of EPI cannot be based on abdominal ultrasound alone and the functional reserve of the pancreas must be assessed. FINE NEEDLE ASPIRATE AND BIOPSY OF THE PANCREAS The main indication for fine needle aspirates of the pancreas includes the presence of a mass or cystic lesion. An ultrasound-guided tissue core biopsy is only recommended for larger masses. Pancreatitis as a complication has not been reported in cats or dogs, but has been described in humans. 257 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 258 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Giliola Spattini Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVDI, Castellarano (RE) Ecografia del sistema vascolare Sabato, 23 marzo 2013, ore 17.40 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 259 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INTRODUZIONE 1) Il riconoscere e il ritrovare anatomicamente i principali vasi addominali durante un esame ecografico è fondamnetale per diversi motivi: 2) Sono marker anatomici d’importanti organi addominali (pacreas, surrenali, ovaie…) 3) I disordini vascolari possono essere all’origine della sintomatologia (trombosi, invasione neoplastica…) Il riscontro di un vaso anomalo può essere la diagnosi clinica definitiva (Shunt portosistemici). L’aorta, la vena cava caudale e la vena porta sono i tre principali vasi addominali. Tutti corrono paralleli alla colonna vertebrale, l’aorta nello spazio retroperitoneale, la cava caudale sia nello spazio retroperitoneale sia nello spazio peritoneale, la porta nello spazio peritoneale. ANATOMIA VASCOLARE: AORTA L’aorta è il vaso più dorsale, porta il sangue ossigenato alla periferia. Procedendo caudalmente si diramano dall’aorta tutte le arterie addominali, riportiamo le principali: 1) La celiaca: origina ventralmente e centralmente. Poco dopo l’origine si divide in arteria epatica, arteria gastrica e arteria splenica. L’arteria epatica è un piccolo vaso, normalmente non rilevabile, né in immagini 2B né in immagini doppler. Normalmente l’arteria epatica fornisce circa il 25% del fabbisogno di ossigeno del fegato e il 75% è fornito dal sistema portale. Se la porta non soddisfa i fabbisogni epatici allora l’arteria subentra e può diventare visibile.In caso di shunt portosistemici o gravi alterazioni parenchimatose epatiche, è possibile studiare sia in immagini dirette sia tramite il colore l’arterializzazione epatica. L’arteria gastrica non viene quasi mai rilevata e lo studio di quest’arteria non apporta informazioni utili. L’arteria splenica è piccola, quasi mai rilevabile. Nei pazienti con iperadrenocorticismo può essere identificabile e facilmente seguibile con il doppler colore. Riveste un ruolo importante nelle torsioni o nelle trombosi croniche spleniche. In queste anomalie vascolari, i primi vasi a interrompere il proprio flusso sono le vene spleniche. In questa categoria di patologie può capitare che la milza presenti un flusso arterioso (normalmente non rilevabile perché il flusso venoso lo sovrasta), in assenza di flusso venoso. 259 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 260 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 2) La mesenterica craniale: origina poco più caudalmente e parallela alla celiaca. L’origine della celiaca e della mesenterica è un landmark anatomico importantissimo nella localizzazione delle ghiandole surrenali. A causa della loro posizione retroperitoneale e relativamente centrale, possono essere identificate entrambe sul lato destro del paziente. È fondamentale avere precisi riferimenti anatomci per evitare di valutare due volte la stessa surrenale. La surrenale destra si trova in prossimità della vena cava, cranialmente all’origine della celiaca e della mesenterica, la surrenale sinistra si trova invece caudalmente all’origine della celiaca e della mesenterica craniale. 3) La frenico-addominale destra: piccola arteria, s’identifica all’interno della surrenale destra. 4) La frenico-addominale sinistra: piccola arteria, s’identifica all’interno della surrenale sinistra. 5) La renale destra: origina a uncino. Sia la destra sia la sinistra possono essere multiple. 6) La renale sinistra: origina a uncino, costituisce il riferimento anatomico caudale per identificare la surrenale sinistra. 7) La gonadica destra: nella femmina sono le arterie ovariche, nel maschio le arterie testicolari. 8) La gonadica sinistra: negli animali castrati non è rilevabile. Meglio identificabile nelle pazienti in estro. Potrebbe essere utilizzata per visualizzare le ovaie. 9) La mesenterica caudale: vaso piccolo e di scarso interesse clinico. 10) La circonflessa profonda: vaso piccolo e di scarso interesse clinico. 11) L’iliaca esterna destra: si dirige caudalmente. 12) L’iliaca esterna sinistra: si dirige caudalmente. 13) L’aorta addominale termina con una triforcazione, le due iliache interne (destra e sinistra che sono parallele alle rispettive iliache esterne) e la sacrale mediana. LA VENA CAVA CAUDALE Origina dalla confluenza delle vene iliache comuni appena ventralmente alla settima vertebra lombare. Da questa posizione dorsale e retroperitoneale, dolcemente si inclina ventralmente progredendo cranialmente, fino a raggiungere il margine dorsale del fegato dove attraverso un apposito iato raggiunge il torace e l’atrio destro. Dall’origine raggiungono la vena cava caudale in progressione caudale-craniale, le seguenti vene di particolare interesse ecografico: 260 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 261 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 1) Le vene gonadiche, ovariche nella femmina, prostatiche nel maschio 2) Le vene renali 3) Le vene frenico addominali che accompagnano le rispettive arterie (sono piccolissisme e raggiungono le surrenali) 4) Le vene epatiche che convergono dal parenchima epatico nella vena cava prima che questa prosegua in torace. LA VENA PORTA Origina dalla convergenza delle vene mesenterica craniale e caudale. Raggiungono la vena porta le seguenti vene: 1) La vena splenica, tributaria principale del sistema portale 2) La vena gastro-duodenale che raggiunge la porta circa 15 mm prima dell’ilo epatico in un cane di grossa taglia All’interno dell’ilo epatico si divide in ramo sinistro, un piccolissimo ramo centrale (spesso origina dopo la suddivisione del ramo destro) e il prominente ramo destro. Principi fisici dell’effetto Doppler Lo studio vascolare non può prescindere dall’indagine doppler del vaso stesso. Per meglio comprendere le informazioni contenute in questa metodica, è necessario conoscere alcuni cenni di fisica dell’effetto Doppler. 1) La frequenza del suono riflesso cambia se il riflettente si muove rispetto alla sorgente del suono. Se il riflettente si avvicina la frequenza sarà maggiore, se il riflettente si allontana la frequenza sarà minore. La differenza della frequenza tra l’emittente e il ricevente si chiama Doppler Shift. È un parametro misurabile e può essere visualizzato in modi diversi. L’angolo d’incidenza del fascio ultrasonoro è un elemento fondamentale nel rilevare l’effetto doppler. Se il fascio ultrasonoro è perpendicolare al vaso in esame, non avremo dallo stesso nessun segnale. Se il fascio ultrasonoro è parallelo al vaso avremo la misura più reale dell’effettiva velocità del flusso. Non sempre è possibile sondare un vaso parallelo, per cui in addome si possono utilizzare delle correzioni elettroniche dell’angolo (streaming) che permettono di rilevare un segnale da un vaso inclinato rispetto alla sonda ecografica. Si raccomanda di non superare i 65 gradi se si vuole ottenere una stima relativamente accurata della velocità vascolare. 261 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 262 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN COLOR DOPPLER Gli echi che ritornano dai tessuti stazionari sono convertiti dalla sonda in immagini bidimensionali. La profondità alla quale l’eco riflesso è collocato nell’immagine, dipende dal tempo intercorso tra l’emissione e la ricezione dell’eco, mentre l’ecogenicità dell’eco è determinata dalla sua intensità. Se l’eco di ritorno ha una frequenza diversa rispetto all’ultrasuono d’emissione, significa che è avvenuto un effetto doppler. Se l’ultrasuono è stato riflesso da un oggetto in movimento verso la sonda, il segnale doppler è considerato positivo, se l’oggetto riflettente si stava allontanando rispetto alla sonda il segnale doppler è considerato negativo. Se convertiamo gli echi che hanno subito un cambio di frequenza in pixel colorati, possiamo dare un colore per gli oggetti in avvicinamento (rosso per convenzione) ed un colore diverso per gli oggetti in allontanamento (blu per convenzione). Questa è la base teorica del Color Doppler. Il limite di questa tecnica è la stretta dipendenza dall’angolo d’incidenza del fascio ultrasonoro in quanto, per ottenere un buon segnale, dobbiamo avere il flusso in esame il più possibile parallelo alla direzione del fascio ultrasonoro principale. Questa tecnica non fornisce informazioni sul tipo di flusso presente nel vaso (es. flusso laminare o flusso parabolico). A) Color doppler di Vasi epatici (rami portali rossi, vene epatiche blu) B) Color doppler di vasi splenici (vena splenica blu, arteria splenica rossa) 262 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 263 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN CONTINUOUS WAVE DOPPLER (CW) Le sonde che supportano questa tecnologia sono dotate sia di un oscillatore che genera una corrente alternata che viene applicata continuamente al cristallo piezoelettrico per produrre onde ultrasonore, sia di un detector in grado di ricevere ed analizzare le onde sonore di lunghezza d’onda diversa da quella emessa dalla sonda. La differenza tra la frequenza emessa e quella ricevuta (l’effetto doppler) è analizzata e rappresentata sia sottoforma di un segnale udibile (suono), sia sottoforma di uno spettro. La linea orizzontale che è presente nelle immagini spettrali (sono così chiamate le immagini ottenute da CW e PW), rappresenta la base di partenza, in pratica lo zero o la frequenza che è emessa dalla sonda. Se la frequenza ricevuta dalla sonda è aumentata, allora l’oggetto è in avvicinamento e il segnale spettrale è positivo ed è posizionato sopra alla linea di base. Se la frequenza ricevuta è diminuita allora il flusso campionato è in allontanamento e il segnale è negativo e l’immagine spettrale è visualizzata al di sotto della linea di base. Nel Doppler continuo, il campione è rappresentato da tutti gli echi che il detector capta da una fetta dell’immagine, segnalata da una linea verticale che serve da guida. Avendo un’area di campionatura così ampia, il flusso studiato è la somma dei flussi presenti sulla traiettoria del fascio ultrasonoro principale. Per ovviare a questo inconveniente si può utilizzare il pulsed wave doppler (PW). Immagine CW di un flusso aortico (esame ecocardiografico) 263 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 264 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PULSED WAVE DOPPLER (PW) Le sonde che supportano questa tecnologia sono dotate di un oscillatore che genera degli impulsi ultrasonori lunghi circa 30 cicli. Gli ultrasuoni emessi per ottenere un’immagine ecografica in 2D, contengono in genere tre cicli. Nel PW, per aumentare l’accuratezza nel determinare il cambio della frequenza dell’eco di ritorno dopo l’effetto doppler, è necessaria una maggiore lunghezza degli ultrasuoni generati. Gli echi che tornano alla sonda sono trasformati in corrente che viene processata in un detector. In questo modo è possibile selezionare una piccola area del fascio ultrasonoro principale dalla quale si desidera avere l’analisi spettrale del flusso vascolare. Il maggiore svantaggio di questa tecnica consiste nell’avere un basso PRF (pulse repetition period), ovvero solo pochi impulsi ultrasonori possono essere emessi Immagine di un PW. La rappresentazione è spettrale come quella del CW ma qui il campione è selezionato da un piccolo volume (gate) e le velocità misurabili sono molto più basse. Immagine PW. Nell’immagine superiore è evidente il piccolo GATE (doppia linea bianca orizzontale), fonte dell’origine del segnale. 264 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 265 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN dalla sonda in un secondo. Per non incorrere nell’artefatto di aliasing causato da una bassa campionatura dell’area, non possiamo superare il limite di Nyquist (lo shift del segnale doppler non può superare una volta e mezzo il limite del PRF) e questo significa che solo basse velocità possono essere processate con questa tecnica, motivo per cui non trova largo impiego nella cardiologia. COMUNI APPLICAZIONI DEL DOPPLER SULLA VASCOLARIZZAZIONE ADDOMINALE 1) La prima applicazione è la valutazione della vascolarizzazione epatica. Questo studio dovrebbe essere eseguito in tutti i pazienti che vengono sottoposti ad un esame ecografico addominale e le principali applicazioni sono: a. Diagnosticare uno shunt portosistemico b. Valutare il parenchima epatico La valutazione dello shunt porto-sistemico si basa sul riscontro di alterazioni anatomiche della vena porta o della vena cava o azigos. Si rimanda ad altra fonte per una dettagliata spiegazione della tecnica e dell’indagine ecografica (Szatmári V, Rothuizen J, Voorhout G: Standard planes for ultrasonographic examination of the portal system in dogs. J Am Vet Med Assoc. 2004 Mar 1;224(5):713-6).Nella valutazione del parenchima epatico è bene valutare se il paziente ha segni ecografici compatibili con ipertensione portale, alterazioni del flusso cavale, o presenza di arterializzazione epatica. “L’arterializzazione epatica”, o il riscontro del flusso arterioso all’interno del parenchima epatico in genere avviene quando a causa di un danno del sistema portale, l’arteria epatica deve subentrare nel fornire flusso al parenchima epatico.L’arteria epatica si identifica con un color doppler ben settato, e si riconosce per un flusso turbolento in quanto troppo veloce per un doppler addominale, con andamento tortuoso. Il modo migliore per rinvenire una arterializzazione epatica è quello di studiare i rami portali del lobo epatico sinistro.Una volta individuato il vaso anomalo è necessario rilevare una traccia PW per confermare la natura arteriosa dello stesso. Arterializzazione di un lobo epatico alterato. Nelle vicinanze del ramo portale sinistro (grosso vaso rosso), si identifica un vaso di piccole dimensioni, tortuoso, con colore a mosaico (più superficiale rispetto al ramo portale e posto perpendicolare rispetto a questo). Al doppler spettrale il flusso di questo vaso è risultato essere arterioso. 265 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 266 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 2) La valutazione della vascolarizzazione splenica è importante in quanto: - Spesso le vene spleniche sono sede di processi trombotici - La maggior parte delle patologie spleniche alterano la vascolarizzazione. Per esempio in una torsione splenica avremo una milza con assente flusso vascolare oppure con flusso vascolare solo arterioso e non venoso. Un nodulo splenico “aggressivo” tenderà ad alterare la vascolarizzazione splenica, etc etc. 3) La valutazione della vascolarizzazione renale. Lo studio vascolare renale è molto utilizzato in medicina umana e sembra avere un’importante correlazione con la patologia renale del paziente. L’indice di pulsatilità (IP) è stato studiato e presto abbandonato dalla medicina veterinaria. I risultati degli studi effettuati in medicina veterinaria riguardo l’indice di resistività (IR) sono stati deludenti poiché l’indice di resistività si è rilevato un parametro molto specifico ma molto poco sensibile. Questo significa che il riscontro di un alterato IR è sicuramente associato a una patologia renale, ma troppi pazienti hanno patologie renali anche gravi ma IR nei limiti di norma. In realtà IR si è rilevato un parametro essenziale nella valutazione del rigetto nei pazienti soggetti a un trapianto renale. Tuttavia la vascolarizzazione renale è un parametro fondamentale nella valutazione della funzionalità renale3. Affinché un parametro possa essere un valido aiuto nella pratica clinica deve essere semplice, facile da interpretare, veloce e utilizzabile su quasi tutti i pazienti. Un’analisi di routine della vascolarizzazione renale potrebbe comprendere i seguenti punti: 1) Attivazione del Color Doppler per valutare la vascolarizzazione renale generale: 1) Questo serve per settare il doppler sul paziente (utilizzando soprattutto il PRF, il gain e i filtri di parete) 2) Una volta settato, si valuta soggettivamente la vascolarizzazione periferica rispetto alla vascolarizzazione centrale 266 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 267 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN a. I vasi renali si devono diramare alla periferia e vascolarizzare ampiamente tutte le porzioni della corticale b. Se la vascolarizzazione centrale è aumentata, deve essere aumentata anche la vascolarizzazione periferica c. Per una più fine e dettagliata valutazione della vascolarizzazione si possono utilizzare metodiche doppler più sensibili quali il Power Doppler o il B-flow d. Non deve essere presente la dilatazione dei vasi sottocapsulari Color doppler della porzione corticale di un rene. La vascolarizzazione periferica deve occupare tutta la corticale ed estendersi fino alla periferia dell’organo. Non devono essere presenti vasi sottocapsulari dilatati (sono vasi che scorrono nel contorno della capsula renale e che non sono normalmente visibili, si riconoscono per l’andamento perpendicolare rispetto ai vasi corticali). 3) Doppler pulsato sulle arterie interlobari renali. Si valutano i rapporti tra picco sistolico, picco diastolico e fine diastole. La vascolarizzazione renale prevede un flusso costante di sangue all’organo, elevato anche in diastole. Se la vascolarizzazione renale presenta un abbassamento del picco diastolico e del flusso a fine diastole, il rene non sta ricevendo un’adeguata vascolarizzazione o la pressione all’interno della vascolarizzazione renale è aumentata. Le cause più comuni sono o un’infiammazione a carico dei glomeruli o dell’interstizio renale, o fi- 267 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 268 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN brosi estesa del parenchima renale. Un rene anche morfologicamente normale ma che presenta una riduzione della vascolarizzazione, soprattutto periferica, è un organo in difficoltà. Si può utilizzare la vascolarizzazione renale anche nei follow up. In modo particolare nei pazienti affetti da IRA. Esempio: nella leptospirosi oltre a segni renali e perirenali, spesso è presente una grave riduzione della vascolarizzazione periferica; già 24 ore dopo la terapia iniziale, il quadro tende a variare molto, riportandosi quasi alla normalità nei pazienti che stanno recuperando il danno renale, mentre rimane sostanzialmente invariata nei pazienti che non stanno recuperando. La vascolarizzazione renale è a oggi sottostudiata e sottosviluppata, tuttavia presenta alcune oggettive difficoltà: 1) È molto operatore dipendente e la curva di apprendimento è lunga anche perché la letteratura veterinaria è scarsa 2) È molto soggetta ad artefatti, è necessaria una buona conoscenza delle basi fisiche dell’ecografia per essere certi che i risultati siano attendibili e ripetibili 3) Non tutte le apparecchiature hanno un doppler abbastanza potente da permettere una buona visualizzazione della vascolarizzazione renale. Ci sono molte altre applicazioni del doppler addominale, si tratta di un campo in continua e veloce espansione. Si rimanda al seguente link per approfondire lo studio dei flussi vascolari: http://igitur-archive.library.uu.nl/ dissertations/2004-0423-090416/inhoud.htm LETTURE CONSIGLIATE Szatmári V, Rothuizen J, Voorhout G: Standard planes for ultrasonographic examination of the portal system in dogs. J Am Vet Med Assoc. 2004 Mar 1;224(5):713-6) Szatmári V, Rothuizen J, van den Ingh TS, van Sluijs F, Voorhout G: Ultrasonographic findings in dogs with hyperammoniemia: 90 cases (2000-2002). J Am Vet Med Assoc. 2004 Mar 1;224(5):717-27 Novellas R, Espada Y, Ruiz de Gopegui R (2007): Doppler ultrasonographic estimation of renal and ocular resistive and pulsatility indices in normal dogs and cats. Vet Radiol Ultrasound, Vol. 48, No. 1, pp 69-73. Indirizzo per la corrispondenza: Clinica Veterinaria Castellarano (RE) Consulente Laboratorio La Vallonea - [email protected] 268 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 269 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Massimo Vignoli Med Vet, SRV, PhD, Dipl ECVDI, Sasso Marconi (BO) La TC nel paziente oncologico Sabato, 23 marzo 2013, ore 09.50 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 270 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Le modalità di immagine utilizzate in oncologia sono numerose, e ognuna porta un contributo alla diagnosi finale. In medicina veterinaria le più utilizzate sono la radiologia e l’ecografia, grazie alla ampia disponibilità ed al costo contenuto. La radiologia garantisce notevole informazioni nello studio dello scheletro, in particolare lo scheletro appendicolare, oltre al torace, con alcuni limiti per lesioni piccole o adiacenti ad altre strutture. La limitazione della radiologia è legata al fatto che nell’immagine vengono rappresentati su un piano organi tridimensionali, per cui ci sono delle sovrapposizioni di organi. La fluoroscopia è una tecnica poco utilizzata, sia per i costi che per l’esposizione degli operatori ai raggi X. Può essere utile per ottenere delle biopsie guidate. Vi sono poi tecniche stratigrafiche che evitano le sovrapposizioni suddette e risultando più accurate. L’ecografia consente di ottenere importanti informazioni nei tessuti molli, in particolare per quanto riguarda gli organi addominali o le lesioni intra-toraciche superficiali. Inoltre rappresenta una guida per l’esecuzione di prelievi bioptici mirati. È limitata dalle strutture ossee e dal gas. La tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM) hanno costi più elevati, sono meno disponibili, ma danno informazioni notevolmente più accurate. La TC in particolare consente anche di ottenere lo studio di tutto il corpo (“total body”), per cui di dare informazioni sia sul tumore primario, sia sulla presenza eventuale di metastasi effettuando così una stadiazione completa. Inoltre consente di ottenere biopsie guidate. La scintigrafia, poco utilizzata in medicina veterinaria, ha una buona sensibilità nella ricerca delle metastasi. Altre tecniche come la PET o la SPECT sono ancora oggi relegate ad alcuni centri di ricerca, mentre l’applicazione clinica non è possibile a causa degli elevati costi. Di tutte queste modalità di immagine, la TC è considerata il metodo di scelta in oncologia, sia umana che veterinaria, ed è considerata come la modalità più utilizzata dai chirurghi per verificare l’operabilità del tumore (Long et al., 2005). La rapida evoluzione tecnologica consente oggi di ottenere studi di tutto il corpo in pochi secondi con le macchine multistrato, con un’unica somministrazione di mezzo di contrasto e una elevata risoluzione, utilizzando spessori di fetta che vanno da 0.6 a 2.5 mm. I soggetti sottoposti a un esame TC vengono anestetizzati cercando di utilizzare protocolli con anestetici a rapida eliminazione. Per evitare artefatti da movimento (es. respiratori) si determina l’apnea attraverso l’iperventilazione o l’utilizzo di un bolo di anestetico (Schwarz, 2011). Per minimizzare il collasso dei polmoni in anestesia e quindi la possibilità di non vedere piccole lesioni periferiche, si esegue lo studio in decubito sternale. Infine, è necessario eseguire sempre uno studio diretto e uno studio dopo somministrazione di 270 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 271 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 1 - TC del torace di un cane con finestra da ossa e da polmone. È evidente una grossa massa nel lobo polmonare caudale sinistro. Con finestra da ossa si evidenzia il coinvolgimento della vertebra e della costa corrispondenti. Queste lesioni ossee non erano visualizzabili con la radiologia tradizionale. mezzo di contrasto iodato non ionico alla dose di 600-800 mg/kg di iodio. Per quanto riguarda il tumore primario si ottengono informazioni sulle dimensioni del tumore, sulla esatta localizzazione e sull’estensione (invasività locale) (Fig. 1). In uno studio che considera le patologie intratoraciche non cardiache nel cane e nel gatto, è riportato che la TC rispetto alla radiologia da maggiori informazioni sulla localizzazione e sull’estensione, sul coinvolgimento del mediastino e in generale da informazioni addizionali nel 100% dei gatti e nel 75% dei cani studiati, determinando un cambiamento di diagnosi nel 60% dei gatti e nel 46% dei cani (Prather et al., 2005). Un’altra funzione determinante della TC in oncologia è la ricerca delle metastasi. In uno studio è riportato che dei noduli visualizzati in TC, solamente il 9% sono stati visualizzati radiologicamente. Inoltre, il limite inferiori dei noduli visti in TC è di 1 mm contro i 7-9 mm della radiologia. Lo studio conclude che la TC dovrebbe sempre essere considerata nei pazienti oncologici con tumori ad alta frequenza di metastatizzazione (Nemanic et al., 2006). In un altro studio che confronta la radiologia con tre proiezioni e la TC, è riportato che la TC è più sensibile della radiologia, in particolare in cani di taglia grande o gigante (che presentavano metastasi da osteosarcoma) (Armbrust et al., 2012). Le metastasi linfonodali sono un altro argomento di grosso interesse in oncolo- 271 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 272 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 2 - Nell’immagine TC si evidenziano due noduli iperattenuanti (freccia) dopo somministrazione di mezzo di contrasto iodato corrispondenti a metastasi muscolari da emangiosarcoma splenico confermate citologicamente. Nella stessa immagine si rileva versamento pleurico. gia, e in particolare dei linfonodi intratoracici a causa della difficoltà nella rilevazione radiografica. Uno studio sulla ricerca di metastasi ai linfonodi tracheobronchiali in cani con carcinoma polmonare, riporta che in TC si sono evidenziati 5 casi metastatici su 6 (sensibilità 83%), mentre nessuno in radiologia (sensibilità 0%) (Paoloni et al, 2006). Un diametro di 12 mm o un rapporto massimo di 1.05 tra diametro linfonodale e corpo vertebrale corrispondente è considerata la soglia sopra la quale si considera il linfonodo metastatico (Ballegeer et al., 2010). L’estrema utilità della TC nella ricerca delle metastasi è stata dimostrata di recente dove in uno studio su 1201 pazienti oncologici, 27 (21 cani e 6 gatti) hanno presentato metastasi muscolari, 2.2% dei casi totali (2.08% cani e 3.1% gatti). Di questi 2 casi avevano metastasi al muscolo cardiaco (Vignoli et al., 2013) (Fig. 2). Altra funzione della TC è quella di escludere patologie concomitanti. Il verificarsi di diverse condizioni patologiche contemporaneamente può mutare notevolmente l’approccio terapeutico del paziente (Fig. 3). Per aumentare l’accuratezza della TC di recente sono stati proposti degli studi dinamici, anche se ancora in fase iniziale. Uno studio speciale è stato pubblicato di recente a proposito dei tumori gastrici; in questo studio si utilizza la somministrazione gastrica di 30 ml/kg di acqua attraverso un tubo oro-gastrico per dilatare lo stomaco e visualizzare meglio la parete (Terragni et al., 2012) (Fig. 4). 272 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 273 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 3 - TC di un cane eseguita per stadiazione di un linfoma mediastinico. La freccia indica una lesione nodulare sottocutanea, in corrispondenza di una costa, che all’esame istologico è risultata essere un mastocitoma. Figura 4 - Helical Hydro-CT (HHCT) di una cane con carcinoma gastrico. La dilatazione con acqua consente di evidenziare l’ispessimento focale della parete gastrica, non visualizzata nello studio diretto. Questa tecnica è particolarmente importante nella valutazione dell’estensione della lesione e la sua operabilità. Un ruolo importante la TC lo riveste nella radiologia interventistica. Infatti, consente di eseguire prelievi guidati per esame cito/istopatologico con elevata accuratezza diagnostica (Vignoli et al., 2004; Vignoli et al., 2007) (Fig. 5). 273 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 274 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 5 - Fase di una biopsie TC-guidata di una massa polmonare. Figura 6 - Trattamento con radiofrequenze TC-guidato di un con carcinoma della ghiandola salivare zigomatica che ha coinvolto le componenti ossee attorno in un cane. Figura 7 - Soggetto all’interno del box di radioterapia pronto per eseguire l’esame TC. 274 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 275 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Inoltre è un’importante guida nelle terapie palliative come ad esempio l’utilizzo delle radiofrequenze (Vignoli e Saunders, 2011) in lesioni focali (Fig. 6). La TC riveste poi un ruolo fondamentale nei trattamenti dei tumori con radioterapia. In primo luogo viene eseguita una TC di posizionamento. Poi l’esame TC viene importato nel sistema per i piani di trattamento (“treatment planning system” – TPS) e attraverso l’utilizzo di un sofisticato software vengono disegnati i piani stessi (Fig. 7, 8, 9, 10). Infine, anche in veterinaria la TC inizia ad essere utilizzata per seguire il risultato delle terapie. Le informazioni che vengono date da questi studi consentono di capire se la terapia sta funzionando completamente o parzialmente o se non c’è risposta al trattamento e si consiglia di modificarlo. Inoltre è molto importante per verificare la presenza o meno di complicazioni post trattamento. Figura 8 - Piano di trattamento conformazionale tridimensionale di un soggetto con neoplasia nasale. È evidente l’utilizzo di un collimatore multi lamellare. 275 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 276 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Figura 9 - Cane con neoplasia nasale sul lettino in radioterapia durante le operazioni di centraggio. Figura 10 - Stesso cane della figura precedente pronto per il trattamento. 276 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 277 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN BIBLIOGRAFIA 1. Long EE, Van Dam J, Weinstein S, Jeffrey B, Desser T, Norton JA. Computed tomography, endoscopic, laparoscopic, and intra-operative sonography for assessing resectability of pancreatic cancer. Surgical Oncology, Volume 14, Issue 2, August 2005, pag. 105–113. 2. Schwarz T. Artifacts in CT. In: Veterinary Computed Tomography, Edited by Tobias Schwarz & Jimmy Saunders. Wiley-Blackwell, 2011, pag. 35-55. 3. Prather AB, Berry CR, Thrall DE. Use of radiography in combination with computed tomography for the assessment of noncardiac thoracic disease in the dog and cat. Vet Radiol Ultrasound. 2005 Mar-Apr;46(2):114-21. 4. Nemanic S, London CA, Wisner ER. Comparison of thoracic radiographs and single breath-hold helical CT for detection of pulmonary nodules in dogs with metastatic neoplasia. J Vet Intern Med. 2006 May-Jun;20(3):508-15. 5. Armbrust LJ, Biller DS, Bamford A, Chun R, Garrett LD, Sanderson MW. Comparison of three-view thoracic radiography and computed tomography for detection of pulmonary nodules in dogs with neoplasia. J Am Vet Med Assoc. 2012 May 1;240(9):1088-94. 6. Paoloni MC, Adams WM, Dubielzig RR, Kurzman I, Vail DM, Hardie RJ. Comparison of results of computed tomography and radiography with histopathologic findings in tracheobronchial lymph nodes in dogs with primary lung tumors: 14 cases (1999-2002). J Am Vet Med Assoc. 2006 Jun 1;228(11):1718-22. 7. Ballegeer EA, Adams WM, Dubielzig RR, Paoloni MC, Klauer JM, Keuler NS. Computed tomography characteristics of canine tracheobronchial lymph node metastasis. Vet Radiol Ultrasound. 2010 Jul-Aug;51(4):397-403. 8. Vignoli M, Terragni R, Rossi F, Frühauf L, Bacci B, Ressel L, Capitani O, Marconato L. Whole body computed tomographic characteristics of skeletal and cardiac muscular metastatic neoplasia in dogs and cats. Vet Radiol Ultrasound. In stampa. 9. Terragni R, Vignoli M, Rossi F, Laganga P, Leone VF, Graham JP, Russo M, Saunders JH. Stomach wall evaluation using helical hydro-computed tomography. Vet Radiol Ultrasound. 2012 Jul-Aug;53(4):402-5. 10. Vignoli M, Ohlerth S, Rossi F, Pozzi L, Terragni R, Corlazzoli D, Kaser-Hotz B. Computed tomography-guided fine-needle aspiration and tissue-core biopsy of bone lesions in small animals. Vet Radiol Ultrasound. 2004 Mar-Apr;45(2):125-30. 11. Vignoli M, Gnudi G, Laganga P, Gazzola M, Rossi F, Terragni R, Di Giancamillo M, Secchiero B, Citi S, Cantoni AM, Corradi A. CT-guided fine-needle aspiration and tissue-core biopsy of the lung lesions in dog and cat. EJCAP - Vol. 17 - Issue 1 April 2007, pag. 23-28. 12. Vignoli M and Saunders JH. Image-guided interventional procedures in the dog and cat. Vet J. 2011 Mar;187(3):297-303. 277 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 278 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN COMUNICAZIONI BREVI SHORT COMMUNICATIONS Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 279 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN UN CASO DI APLASIA SEGMENTALE DELLA VENA CAVA CAUDALE M. Bonazzi, DVM, PhD, master DICG 1, I. Parroccini, DVM 1, D. Rossi, DVM 1, F. Rossi, DVM, DECVDI, Spec Rad Vet 2 1 Casa di Cura Veterinaria San Geminiano, Modena, Italia 2 Clinica Veterinaria dll’Orologio, Sasso Marconi (BO), Italia Tipologia: Caso Clinico Area di interesse: Diagnostica per immagini Introduzione. Un cane bassotto a pelo corto di 4 anni, maschio non castrato, viene riferito per un episodio sincopale avvenuto in un momento di agitazione. Le grandi funzioni fisiologiche risultano nei limiti di norma ed emerge un altro episodio analogo avvenuto l’anno precedente; nessun trauma riferito. La visita cinica presenta un paziente in normali condizioni generali. All’auscultazione si rileva un lieve soffio cardiaco sul focolaio mitralico. Le Transaminasi epatiche risultano oltre i limiti massimi (GPT 335 U/L; intervalli riferimento 12 – 122 U/L, GOT 86 U/L; intervalli riferimento 21 – 64 U/L) ed altrettanto gli acidi biliari urinari (Ac. Biliari normalizzati creatinina 21,4; intervallo riferimento 0,7 – 4,4). Si procede con ulteriori accertamenti eseguendo un esame ecocardiografico ed ecografico dell’addome. Descrizione del caso. All’esame ecocardiografico si rileva un lieve prolasso del lembo mitralico settale con lieve rigurgito, classe B1 (ACVIM Consensus Statments). All’ecografia dell’addome si rileva un fegato omogeneo, lievemente iperecogeno, margini arrotondati e cistifellea con fango biliare; la vascolarizzazione epatica al color flow risulta nella norma. Dorso-lateralmente al rene destro si evidenzia un grosso vaso venoso con flusso laminare al color flow che origina dalla vena renale di destra e si dirige cranio-dorsalmente, perdendosi sotto l’arcata diaframmatica; non si visualizza il tronco di vena cava caudale tra le vene renali e l’immissione nell’ilo epatico. Si evidenzia lateralmente a destra dell’arteria aorta un secondo vaso delle stesse dimensioni in proiezione intercostale asse corto per valutazione degli shunt. Diagnosticata un’anomalia vascolare (sospetta aplasia segmentale della vena cava caudale) si decide di eseguire un esame angioTC per: - confermare il sospetto diagnostico. - classificare tipo ed entità dell’anomalia. - valutare la presenza di altre anomalie vascolari concomitanti (shunt portosistemici). 279 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 280 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN - escludere la presenza di trombi. Si decide inoltre di eseguire un prelievo citologico epatico. All’angioTC viene confermato il sospetto diagnostico di aplasia segmentale della vena cava caudale: si evidenzia un tronco cavo-azygos che raccoglie il sangue proveniente da entrambe le vene renali e convoglia nella vena azygos a destra dell’aorta. Manca completamente il tronco di vena cava caudale tra le vene renali ed il fegato, mentre il tronco che dal fegato conduce al cuore origina direttamente dalle vene epatiche. L’anomalia è classificata come tipo 1 (Schwarz et al 2009). Sono escluse anomalie vascolari concomitanti (shunt porto-sistemici) e la presenza di trombi. L’esame citologico evidenzia un quadro epatico degenerativo aspecifico. Conclusioni. Il paziente viene trattato con fluidoterapia EV, gastroprotettori, epatoprotettori e alimenti per pazienti epatopatici; ai controlli successivi i parametri ematici ed urinari si mostrano rientrati. Il paziente attualmente si presenta stabile. L’aplasia segmentale della vena cava caudale è una malformazione relativamente rara e viene normalmente diagnosticata come reperto occasionale durante interventi chirurgici, studi di diagnostica per immagini non correlati ad essa o a dissezioni post-mortem; la patologia è ritenuta comunque sottostimata e sotto diagnosticata (Schwarz et al 2009, Barthez et al. 1996, Schwarz et al 2012). La razza e la sintomatologia dei i pazienti risultano estremamente variabili; in alcuni casi i ritrovamenti risultavano incidentali (Schwarz et al. 2009). È segnalata una morbilità nel 25% dei casi qualora correlati a trombosi dello shunt cavo-azygos oppure associati a shunt porto-sistemici (Schwarz et al. 2012). L’angioTC è divenuta la metodica d’elezione per mostrare l’anatomia complessa di queste alterazioni vascolari, talvolta non completamente esplorabili ecograficamente; risulta altrettanto fondamentale per evidenziare le patologie correlate (trombosi e shunt porto-sistemici) e per pianificarne i vari trattamenti o interventi terapeutici (Schwartz et al 2009, Schwarz et al 2012, Zwingenberger et al. 2005, d’Anjou et al. 2008, d’Anjou et al. 2004, Penninck et al. 2008). Bibliografia 1. Schwarz T., Rossi F., Wray J.D., Ablad B., Beal M.W., Kinns J., Seiler G.S., Tennis R., McConnell J.F., Costello M.: “Computer tomographic and magnetic resonance imaging features of canine segmental caudal vena cava aplasia”. Journal of Small animal Practice, 2009, 50, 341-349. 280 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 281 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 2. Barthez P.Y., Siemens L.M., Koblik P.D.: “Azygos continuation of the caudal vena cava in a dog: radiographic and ultrasonographic diagnosis. Veterinary Radiology & ultrasound, 1996, 37, 354-356. 3. Schwarz T., Saunders J.: Systemic and portal abdominal vasculature” in a book chapter “Veterinary Computed Tomography”, 2012, Wiley-Blackwel. 4. Zwingenberger A.L., Schwarz T., Saunders H.M: “Helical CT angigraphy of canine porto-systemic shunts”, 2005, 46, 27-37. 5. d’Anjou M.A, Huneault L.: “Imaging diagnosis – complex intrahepatic portosystemic shunt in a dog” Veterinary Radiology & Ultrasound, 2008, 49, 51-55. 6. d’Anjou M.A., Penninck D., Corneo L., Pibarot P.: “Ultrasonographic diagnosis of portosystemic shunting in dogs and cats”. Veterinary Radiology & Ultrasound, 2004, 45 (5), 424-437. 7. Penninck D., d’anjou M.A. “Disorders of the hepatic and portal vasculature” in a book chapter Atlas of Small animal Ultrasonography, 2008, Blackwell Publishing. Indirizzo per corrispondenza: Dott. Mattia Bonazzi, Via Alfredo Gualdi N.14, 41016 Novi (MO), Italia Cell. 3286892400 - E-mail: [email protected] 281 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 282 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN STUDIO COMPARATIVO TRA RADIOLOGIA, ECOGRAFIA E TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA NELLE PATOLOGIE TORACICHE NON CARDIACHE DEL CANE E DEL GATTO L. Bonifazi, DVM, PhD 1, G. Angeli, DVM, PhD 1, R. Barontini, DVM, PhD 1, R. Arcelli, DVM, Prof 1, E. Bellezza, DVM, Prof 1 1 Dip. di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, Sez. di Chirurgia e Radiodiagnostica, Università degli Studi di Perugia, Perugia, Italia Tipologia: Ricerca Originale Area di interesse: Diagnostica per immagini Scopo del lavoro. L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’utilità diagnostica 1) dell’ecografia (US) rispetto all’esame radiografico (RX); 2) della tomografia computerizzata (TC) rispetto all’esame US e RX e 3) di comparare RX, US e TC nell’individuare lesioni polmonari, pleuriche e mediastiniche in cani e gatti con patologia toracica non cardiaca. Materiali e metodi. Sono stati inseriti in questo studio prospettivo 28 cani e 4 gatti affetti da patologia toracica non cardiaca e sottoposti ad esame RX, US e TC del torace. La diagnosi definitiva è stata, in tutti i casi, basata sull’esame istologico o citologico. Lo studio è stato condotto confrontando inizialmente i reperti sonografici con quelli radiografici, definendo “utili” gli US nei casi in cui questa metodica abbia confermato la diagnosi radiografica (1), la abbia modificata (2) o abbia apportato informazioni aggiuntive rispetto alla RX (3); successivamente lo stesso metodo di valutazione è stato utilizzato per la TC confrontata ai dati ottenuti dall’esame RX e US. La valutazione degli esami US e TC è stata eseguita da 2 diversi radiologi in modalità cieca rispetto agli altri reperti diagnostici. È stato inoltre valutato se l’US potesse avere un “ruolo” nella gestione del paziente, ossia nei casi in cui sono state intraprese nuove decisioni sul management del paziente dopo esame ecografico (1) o dopo ago-aspirato (FNA) (2) o in caso di toracentesi ecoguidata (3). Nel confronto tra US, TC e RX, relativo ai diversi distretti toracici, le alterazioni pleuriche indagate sono state la presenza di versamento, di ispessimenti o nodularità, di masse e di pneumotorace; le alterazioni del parenchima polmonare indagate sono state la presenza di masse, noduli, aree di consolidamento, atelettasia, addensamenti alveolari, impegno interstiziale e bronchiale; infine è stato valutato il mediastino per la presenza di masse, 282 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 283 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN coinvolgimento dei linfonodi e di versamento. Per ogni alterazione evidenziata è stato assegnato un punteggio pari a 1 e ottenuto un punteggio totale per ogni distretto indagato. Le dimensioni, la localizzazione e la tipizzazione delle lesioni non sono state considerate. I punteggi ottenuti per ogni distretto di RX, US e TC sono stati comparati tra loro tramite Test di Friedman e, inoltre, confrontati a coppie tramite il test di Student-Newman-Keuls modificato per dati non parametrici. La significatività statistica è stata posta a P<0.05. Risultati. L’US ha avuto valore diagnostico nel 84% dei casi mentre, nella gestione dei pazienti, è stata di supporto nel 78% dei casi ed ha fornito ausilio nella toracentesi e nel FNA delle lesioni nel 50%. La TC, in aggiunta, ha avuto un valore diagnostico nel 62,5% dei pazienti. Per quanto riguarda il distretto pleurico, l’US ha ottenuto il punteggio maggiore, seguito dalla TC e infine dalla RX (P<0.01). Nel confronto a coppie tra US e TC e tra TC e RX i punteggi sono risultati statisticamente significativi per P<0.05, mentre tra US e RX per P<0.01. Nello studio del parenchima polmonare la TC ha ottenuto il punteggio maggiore seguita dall’US e dall’RX. I risultati sono stati significativi per P<0.005. Nel confronto a gruppi, tutte le tecniche hanno differito per P<0.05. I punteggi ottenuti nel distretto mediastinico sono risultati statisticamente significativi tra US e RX e tra TC e RX per P<0.05, ma non tra TC e US. Il punteggio maggiore è stato ottenuto dall’US seguito dalla TC e poi dalla RX. Conclusioni. Il torace è una regione difficile da indagare, data la complessità delle patologie che lo interessano e che spesso coinvolgono più di un distretto contemporaneamente; nello studio di queste patologie il ricorso a più tecniche di diagnostica per immagini risulta vantaggioso al fine di giungere ad una diagnosi corretta. Tuttavia, nella pratica clinica, non sempre è possibile sfruttare tale complementarietà, a causa degli alti costi e della necessità dell’anestesia generale per l’esecuzione della TC. L’utilizzo dell’US toracica risulta vantaggiosa ai fini della diagnosi e della gestione dei pazienti, soprattutto nei pazienti “critici”, essendo una metodica non invasiva e poco stressante per l’animale. La TC rimane comunque la metodica diagnostica di elezione per lo studio del parenchima polmonare, e per un corretto “planning” chirurgico, ma i risultati hanno mostrato come l’US sia in grado di fornire un’ottima visualizzazione del mediastino, in particolare in presenza di masse mediastiniche e/o versamento, e abbia permesso uno studio dettagliato della pleura, pur presentando dei limiti nella valutazione dell’apice polmonare e delle aree adiacenti ai corpi vertebrali. 283 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 284 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Bibliografia Alexander K et al. (2012) A comparison of Computed Tomography, Computed Radiography and film-screen Radiography for the Detection of canine pulmonary nodules. Vet Rad Ultrasound 53: 258-265. Chong-Jen Yu et al. (1992) Diagnostic and therapeutic use of chest sonography: value in critical ill patients. Am J Radiol 159:695-701. Prather AB et al. (2005) Use of Radiography in combination with Computed Radiography for the assessment of noncardiac thoracic disease in the dog and cat. Vet Rad Ultrasound 46:114-121. Reichle JK et al. (2000) Non cardiac thoracic ultrasound in 75 feline and canine patients. Vet Rad Ultrasound 41:154-162. Indirizzo per corrispondenza: Dr. Luigia Bonifazi - Dip. di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, Sez. Chirurgia e Radiodiagnostica, Via S. Costanzo, 4, 06126 Perugia, Italia Cell. 339/7094984 - E-mail: [email protected] 284 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 285 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ULTRASOUND-GUIDED PUNCTURE OF THE SACROCOCCYGEAL SPACE: AN EXPERIMENTAL STUDY IN CANINE CADAVERS T. Gregori, DVM, MRCVS 1, J. Viscasillas, DVM, MRCVS 1, L. Benigni, DVM, MRCVS, CertVDI, PGCertAP, DipECVDI 1 1 Department of Veterinary Clinical Sciences, The Royal Veterinary College, North Mymms, United Kingdom Work type: Original Research Topic: Imaging Purpose of the work. Ultrasound-guided sacrococcygeal puncture is a technique used in humane medicine to perform locoregional sacrococcygeal anaesthesia (1). Locoregional epidural anaesthesia is commonly employed in veterinary medicine; its use at the sacrococcygeal space has been described in cats (2). The aim of this study was to describe the ultrasonographic appearance of this space in dogs and to suggest a technique to perform ultrasound-guided injections at this level. Materials and used methods. Four thawed Beagle dog cadavers were used in this study. Patients were humanely euthanized for reasons not related to the study. All dogs were considered healthy and with normal sacrococcygeal region. The skin from the proximal extremity of the tail up to the last lumbar vertebra was clipped and prepared for ultrasound. Ultrasound images were obtained using a high-frequency probe (15-16 MHz). At first the probe was positioned in transverse over the sacrum. The sacrococcygeal space was reached by sliding the probe caudally while maintaining the median sacral crest in the centre of the display, and it was imaged by angling the probe as needed. A 22G needle was inserted at this level using an “out-of-plane” technique (3). Two orthogonal radiographs were used to check correct positioning of the needle; then a 0.15 ml volume of iodinated contrast medium (Iohexol) was injected. Radiographs were repeated to observe the distribution of the contrast within the vertebral canal. Two operators performed independently the procedure described, each on two cadavers. Outcomes. Both operators visualized the vertebral canal at the sacrococcygeal space in all cadavers examined. At the caudal aspect of the sacrum, the sacral caudal articular processes were visualized as two linear and hyperechoic structures perpendicular to the median sacral crest. The sacrococcygeal space was identified as a circular hypoechoic region delimited ven- 285 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 286 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN trally and laterally by hyperechoic regions, representing the body and arch of the first caudal vertebra respectively. With the “out-of-plane” technique only the distal portion of the needle was visualized when it entered in the image plane. All radiographs taken to verify the position of the needle demonstrated that this had been placed successfully on first attempt. Radiographs obtained post injection demonstrated extension of contrast within the vertebral canal from the sacrococcygeal space up to the sixth lumbar vertebra. Conclusions. The sacrococcygeal space was easily identified in all cadavers examined. Anatomical landmarks used in order to find this space were the median sacral crest and the caudal processes of the sacrum. With the out of plane technique the needle is not visualised since the beginning of the injection, only part of it is seen when it enters the image plane; this could result in a higher number of inaccurate injections. In this study the technique did not seem to affect the results as both operators correctly positioned the tip of the spinal needle within the vertebral canal on their first attempt in all cadavers. Operators with a limited experience in performing ultrasound-guided punctures learnt this technique rapidly and obtained good results. The preliminary results of this study suggest that the procedure described is relatively easy to perform and may be used in a clinical setting. According to these preliminary results an injection of 0.15 ml of local anaesthetic would be expected to reach the sacral area and could be used for locoregional anaesthesia of the sacral plexus. An in-vivo study is required to validate the use and the efficacy of this technique. Bibliography 1. Chen C, Tang S, Hsu T et al. Ultrasound guidance in caudal epidural needle placement. Anesthesiology. 2004; 101:181-184. 2. O´Hearn A, Wright B. Coccygeal epidural with local anaesthetic for catheterization and pain management in the treatment of feline urethral obstruction. Journal of Veterinary Emergency and Critical Care. 2011;21:50-52. 3. Tsui B, Suresh S. Ultrasound imaging for regional anaesthesia in infants, children and adolescents. Anesthesiology. 2011;112: 719-728. Corresponding Address: Mr. Tommaso Gregori - Royal Veterinary College, University of London, Hawkshead Lane, North Mymms, Hertfordshire, United Kingdom, AL9 7TA, United Kingdom E-mail: [email protected] 286 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 287 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN A VERTEBRAL SCALE SYSTEM TO MEASURE STOMACH SIZE IN PET RABBITS P. Selleri, DMV, PhD, DiplECZM(Herp) 1, N. Di Girolamo, DMV 1,2 1 Clinica per Animali Esotici, Rome, Italy 2 University of Bologna, Ozzano Emilia (BO), Italy Work type: Original Research Topic: Imaging Purpose of the work. Gastric dilation is a common condition in pet rabbits (Harcourt-Brown, 2007). Gastric dilation may be secondary to gastrointestinal stasis (Oglesbee and Jenkins, 2012) or intestinal obstruction (HarcourtBrown, 2007). Left untreated, gastrointestinal stasis in pet rabbits can rapidly become life-threatening (Oglesbee and Jenkins, 2012). Radiographic differences between gut stasis and intestinal obstruction are not standardized in pet rabbits’ medicine, thus practitioners evaluate on a case-by-case, subjective basis plain radiographs. Due to the great variation among body size of pet rabbits, a more objective parameter than mere stomach size is needed to evaluate plain radiographs of rabbits presented for gut disorders. The aim of the present study was to develop a system which could be used to routinely assess the size of the stomach in pet rabbits, using the relationship to their vertebral size (Vertebral Stomach Scale, VSS). Materials and used methods. Right lateral radiographs from 20 pet rabbits were retrospectively reviewed to determine the ratio between lumbar vertebras and gastric size. Gastric silhouette size was measured through its long axis. The measure was taken considering the line of maximum longitude of the stomach. The size of the gastric silhouette was reported over the lumbar vertebral bodies, starting from the cranial margin of L1. The VSS was then reported in “vertebral units”. Two operators independently assessed the effective visibility of gastric silhouette on a categorical basis (visible/not-visible). Agreement between the two operators was analyzed by means of the k test. Outcomes. The mean (median; range) ± SD VSS for 20 pet rabbits was of 3.6 (3.5; 2.9-4.8) ± 0.54. Calculation of the VSS was rapid and operators mostly agreed on gastric visibility (k = 0.7). 287 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 288 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Conclusions. Although clinical chemistry, ie blood glucose value, can assist the practitioner in differentiating among gut stasis and obstruction (Harcourt-Brown and Harcourt-Brown, 2012), plain radiography should remain the elective method to quickly ascertain gastric conditions in rabbits. In the present work we suggest a more objective parameter than simple size to assess gastric size in pet rabbits. To the authors’ best knowledge this is the first work in which a non-subjective evaluation of the stomach in pet rabbits is described. Further research should be focused on the difference among healthy and diseased individuals. Bibliography Harcourt-Brown FM.Gastric dilation and intestinal obstruction in 76 rabbits. Vet Rec. 2007;161(12):409-14. Harcourt-Brown FM, Harcourt-Brown SF. Clinical value of blood glucose measurement in pet rabbits. Vet Rec. 2012;170(26):674. Oglesbee BL, Jenkins JR. Gastrointestinal Diseases. In: Ferrets, Rabbits and Rodents Clinical Medicine and Surgery. Eds Quesenberry KE, Carpenter JW. Elsevier, Missouri. 2012. pp 193-204. Corresponding Address: Dott. Nicola Di Girolamo - Clinica per Animali Esotici, Via Sandro Giovannini 53, 00137 Roma (RM), Italy Mobile 329/2003570 - E-mail: [email protected] 288 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 289 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN INFLUENZA DI DIFFERENTI LIVELLI DI PRESSIONE POSITIVA SULLA VENTILAZIONE POLMONARE MEDIANTE ANALISI TOMOGRAFICA COMPUTERIZZATA A. Guarracino, DMV 1, V. De Monte, DMV, PhD 1, F. Ferrulli, DMV 1, M. Barile, Tec. Radiologia 1, A. Crovace, DMV 1, F. Staffieri, DMV, PhD 1 1 Dipartimento dell’Emergenza e dei Trapianto d’Organo, Sezione di Cliniche Veterinarie e Produzioni Animali, Valenzano, Bari, Italia Tipologia: Ricerca Originale Area di interesse: Diagnostica per immagini Scopo del lavoro. L’esecuzione dell’esame tomografico del torace con il paziente in anestesia generale, in apnea, mantenuto ad una pressione inspiratoria positiva (PIP) costante, costituisce una pratica abbastanza diffusa in medicina veterinaria per, eliminare l’interferenza legata all’atelettasia d’anestesia1; 2. Ad oggi non ci sono indicazioni sul livello più adeguato di PIP da impiegare durante la procedura. Lo scopo di questo studio è stato quello di mettere a confronto la ventilazione alveolare a differenti livelli di PIP in cani in anestesia generale. Materiali e metodi. Nello studio sono stati inclusi cani da sottoporre a esame tomografico del torace per valutare la presenza di metastasi polmonari legate a patologie neoplastiche a diversa localizzazione primaria. Sono stati in seguito esclusi dallo studio i pazienti affetti da metastasi e/o da altre patologie polmonari. Tutti i pazienti sono stati anestetizzati con un protocollo standard. Tutti i pazienti sono stati intubati, connessi ad un ventilatore polmonare (Siemens 900 D) e ventilati in modalità a volume controllato. Per l’esecuzione dell’esame tomografico del torace è stata impiegata una TC spirale di terza generazione (GE ProSpeed sx®). In tutti i soggetti è stata effettuata una TC spirale di entrambi i polmoni durante una pausa tele-espiratoria. Le scansioni sono state ottenute, mediante l’utilizzo di un algoritmo polmonare, con 120 kVp e 160 mA, e sono state acquisite con matrice 512 x 512, fov di 35, pitch 1,5 ed uno spessore di 10mm. Per l’esecuzione dell’esame tomografico in tutti i pazienti è stata indotta una breve fase di apnea mediante la somministrazione IV di fentanyl (2 μg/kg); il ventilatore è stato temporaneamente impostato in modalità CPAP (continuous positive airway pressure); ed il livello di pressione è stato impostato in base al gruppo di appartenenza. Il livello di PIP da impiegare durante l’esecuzione dell’esame tomografico è stato assegnato in maniera randomizzata al momento della premedicazione. So- 289 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 290 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN no stati valutati 6 livelli di PIP: 0 cmH2O (gruppo PIP0), 5 cmH2O (gruppo PIP5), 8 cmH2O (gruppo (PIP8), 10 cmH2O (gruppo PIP10), 12 cmH2O (gruppo PIP12) e 15 cmH2O (gruppo PIP15). Al termine dell’esame tomografico in tutti i pazienti è stata ripristinata la normale ventilazione meccanica. In tutti i cani l’esame tomografico è stato eseguito in decubito dorsale, e sono state eseguite due scansioni, la prima con e la seconda senza mezzo di contrasto. Per questo studio sono state considerate solo le scansioni eseguite senza mezzo di contrasto. Tutte le scansioni tomografiche (10 per ogni gruppo) sono state sottoposte ad analisi delle densità mediante il software DicomWorks v 1.3.5. È stata così calcolata la superficie totale (mm2) di entrambi i polmoni, includendo pixel con valori di densità da -1000 a +100 HU. Conformemente a quanto riportato in letteratura2, le aree polmonari sono state classificate, sulla base delle Unità Hunsfield (HU) in: aree iperaerate con pixel da -1000 a -901 HU; aree normoaerate: pixel da -900 a -501 HU; aree ipoaerate con pixel da -500 a -101 HU; aree nonaerate (atelettasiche) con pixel da -100 a +100. Sulla base dell’analisi delle immagini TC, per ogni animale è stata determinata la superficie (mm2) di ogni singolo compartimento (iperaerato, normoaerato, ipoaerato, e nonaerato) e la loro percentuale nell’ambito dell’intero polmone. Tutti i dati sono espressi come media ± la deviazione standard (DS) e sono stati analizzati mediante il test di Kolmogorov-Smirnow per valutarne la normale distribuzione. I dati relativi all’aerazione polmonare (% di aree iperaerate, normoaerate, ipoaerate, atelettasiche) sono stati confrontati rispetto ai valori ottenuti nel gruppo PIP0, mediante il test dell’analisi della varianza (ANOVA) ad una via per misure ripetute, seguito dal test di Student-Newman-Kleus. Risultati. la percentuale di aree atelettasiche è stata significativamente più bassa nei gruppi PIP10 (3,7 ± 1,1%), PIP12 (3,4 ± 1,3%) e PIP15 (2,8 ± 0,9%) rispetto a PIP0 (5,0 ± 2,3%). Le aree ipoaerate sono state meno estese in PIP8 (15,1 ± 2,6%), PIP10 (13,0 ± 2,0%), PIP12 (13,0 ± 2,2%) e PIP15 (11,1 ± 1,9%) rispetto a PIP0 (19,8 ± 5,0). Le aree normo aerate sono state maggiori a PIP10 (79,7 ± 4,1%), PIP12 (79,8 ± 5,1%) e PIP15 (80,2 ± 4,9%) rispetto a PIP0 (73,4 ± 6,6%). Le aree iperaerate sono state più estese a PIP15 (5,7 ± 4,7%) rispetto a PIP0 (1,6 ± 2,0%). Conclusioni. I risultati di questo studio dimostrano che una pressione inspiratoria positiva tra i 10 e i 12 cmH2O riduce al minimo gli effetti dell’anestesia sulla ventilazione polmonare, migliorando quindi la qualità diagnostica delle immagini tomografiche. L’impiego di pressioni superiori (15 cmH2O) determina la formazione di iperinflazione polmonare, condizione che può inficiare una corretta interpretazioni delle immagini tomografiche. 290 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 291 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Bibliografia 1. Scrivani PV. Nontraditional interpretation of lung patterns. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 2009; 39(4): 719-732. 2. Staffieri F, Franchini D, Carella GL, et al. Computed tomographic analysis of the effects of two inspired oxygen concentrations on pulmonary aeration in anesthetized and mechanically ventilated dogs. Am J Vet Res. 2007; 68(9): 925-931. Indirizzo per corrispondenza: Dott. Alessandro Guarracino Guarracino - Università degli Studi di Bari, Dipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti d’Organo, SP per Casamassima km 3, 70010 Valenzano (BA), Italia - Tel. 380/3650500 - E-mail: [email protected] 291 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 292 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN UN CASO DI LINFOMA PROSTATICO MALIGNO IN UN CANE S. Manfredi, Dr Ric 1, A. Gelati, Med Vet 2, A. Volta, Dr Ric 1, G. Gnudi, Med Vet 1 1 Dipartimento di Scienze Medico -Veterinarie, Parma, Italia 2 Libero professionista, Parma, Italia Tipologia: Caso Clinico Area di interesse: Diagnostica per immagini Introduzione. Le neoplasie prostatiche sono rare nel cane; generalmente sono maligne e di origine epiteliale. Il tumore più frequente è l’adenocarcinoma. Le neoplasie prostatiche si possono riscontrare sia in cani interi che sterilizzati, generalmente in soggetti di età media-avanzata1. Neoplasie prostatiche di origine non epiteliale sono molto rare2,3. Descrizione del caso. Un cane Siberian Husky, maschio intero, di 15 anni viene portato a visita per disuria, stranguria, letargia e anoressia da due giorni. Alla visita si evidenziano mucose pallide, tachicardia, diminuzione del TRC, dolore alla palpazione della prostata. Gli esami ematici evidenziano rialzo di BUN e creatinina; gli esami delle urine sono normali. I radiogrammi addominali evidenziano distensione vescicale, prostatomegalia e perdita del dettaglio retroperitoneale. La radiologia toracica è nella norma. Ecograficamente si rilevano fluido retroperitoneale, lieve distensione dei bacinetti e dei diverticoli. La prostata è megalica, disomogenea, asimmetrica, ipoecogena con alcuni foci iperecogeni. I linfonodi iliaci sono megalici, con parenchima marcatamente ipoecogeno e tessuto circostante iperecogeno. La milza presenta nodulo ipoecogeno di 1 cm di diametro. Si formula un sospetto diagnostico di patologia prostatica di probabile origine neoplastica con parziale ostruzione urinaria secondaria, coinvolgimento dei linfonodi iliaci. La pielectasia può essere compatibile con pielite o modesta idronefrosi. Vengono eseguiti agoaspirati ecoguidati di prostata e linfonodi. L’esame citologico evidenzia esfoliazione di elementi linfoidi di grandi dimensioni a scarsa rima di citoplasma basofilo e nucleo rotondeggiante dimetrico organizzati singolarmente. Il quadro è compatibile con linfoma a grandi cellule e alto grado di malignità. L’urocoltura è negativa. Si programma esame bioptico della prostata dopo stabilizzazione medica, ma il paziente decede dopo qualche giorno. Conclusioni. Il linfoma è una delle neoplasie più comuni nel cane e può avere diverse presentazioni3. Il coinvolgimento prostatico è raro nel cane4. Si riportano tre casi in letteratura3,4, di cui una recidiva da linfoma intestinale5. La caratterizzazione ecografica delle patologie prostatiche è difficile, poiché l’iper- 292 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 293 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN plasia benigna, la metaplasia squamosa, la prostatite e le neoplasie possono presentare caratteristiche comuni, quali l’aumento di volume dell’organo, disomogeneità del parenchima, presenza di cisti3,6. Generalmente l’iperplasia prostatica si manifesta con ingrandimento simmetrico dell’organo e spesso senza coinvolgimento dei linfonodi regionali1,6. Nella prostatite la megalia può essere simmetrica o asimmetrica, il parenchima può presentare aree focali ipoecogene, cisti, mineralizzazioni, può esserci fluido peritoneale e linfoadenopatia modesta1. Il carcinoma è caratterizzato da aumento asimmetrico dell’organo, distruzione della capsula, mineralizzazioni e coinvolgimento dei linfonodi regionali1. La diagnosi definitiva si ottiene con agoaspirati o biopsie1,6. Nel caso clinico qui riportato è da rilevare la marcata ipoecogenicità diffusa dell’organo. Il coinvolgimento delle pelvi renali e degli ureteri potrebbe indicare ostruzione uretrale, infiammazione retrograda o un processo infiltrativo deli ureteri. Nei casi precedenti si segnalano megalia, due aree ipoecogene di grosse dimensioni3, o un solo nodulo ipoecogeno5, non sono segnalate mineralizzazioni3,5. Inoltre era presente ostruzione urinaria associata a idronefrosi e idrouretere3. A differenza dei casi descritti, il paziente ha presentato linfoadenopatia dei linfonodi regionali con caratteristiche ecografiche di malignità. Questo rilievo è in accordo con l’esame citologico. Nell’uomo tale neoplasia è rara e gli aspetti ecografici non sono specifici, anche se il parenchima tende a essere diffusamente ipoecogeno come nell’adenocarcinoma7. In conclusione, il linfoma prostatico dovrebbe essere incluso nelle diagnosi differenziali in caso di patologia prostatica. Bibliografia 1. Costello M: The male reproductive system. In:O’Brien R., Barr F: Canine and feline abdominal imaging, BSAVA, Replika press, India, 2009, 237-243 2. Della Santa D, Dandrieux J, e coll: Primary prostatic haemangiosarcoma causing severe haematuria in a dog. J Small Anim Pract. 2008,49:249-51. 3. Winter MD, Locke JE, Penninck DG: Imaging diagnosis urinary obstruction secondary to prostatic lymphoma in a young dog. Vet Radiol Ultrasound 2006,47: 597-601. 4. Mainwaring CJ: Primary lymphoma of the prostate in a dog. J Small Anim Pract 1990; 31:617-619. 5. Assin R., Baldi, e coll: Prostate as sole unusual recurrence site of lymphoma in a dog. In Vivo. 2008, 22:755-7. 6. Mattoon JS, Nyland TG: Prostate and testes. In: Nyland TG, Mattoon JS: Small animal diagnostic ultrasound, 2nded. Philadelphia: W.B. Saunders Company, 2002, 250-266. 7. Terris MK, Freiha FS: Transrectal ultrasound appearance of hemolymphoid malignancies involving the prostate. Urology 1998,51: 339-341. Indirizzo per corrispondenza: Dott.ssa Sabrina Manfredi, Via La Spezia 89, 43126 Parma (PR), Italia Tel. 3493563035 - Cell. 3493563035 - E-mail: [email protected] 293 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 294 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN MRI CHANGES IN THE CANINE BRAIN AFTER ETHYLENE GLYCOL INTOXICATION M. Pivetta, DVM, PhD, MRCVS 1, E. Beltran, DVM, DipECVN, MRCVS1, J. Stewart, BS, DVM, DipACVP, MRCVS2, R. Elders, MVB, CertSAM, DACVIM, DECVIM-CA (Onc), MSc (Clin Onc), PhD1, R. Dennis, MA, VetMB, DVR, DipECVDI, MRCVS1 1 Centre for Small Animal Studies, Animal Health Trust, Newmarket, UK 2 Centre of Preventive Medicine, Animal Health Trust, Newmarket, UK Work type: Clinical Case Topic: Imaging Introduction. Ethylene Glycol (EG) intoxication is considered the second most common fatal intoxication of pets in veterinary medicine.1 EG is a sweet-tasting liquid that is widely used as a solvent in several commercial products such as antifreeze, paints and polishes. The oral ingestion of this substance can lead to severe metabolic acidosis and neurological sequelae. Magnetic resonance (MR) findings of the brain characteristic of EG intoxication have been described in human medicine.2 To our knowledge this is the first report describing MRI findings of the canine brain with EG intoxication. Description of the case. A six-year-old, female spayed German shepherd dog presented with an acute onset of disorientation, lethargy, polydipsia, vomiting and one episode of seizure activity. On clinical presentation the dog was mildly dehydrated, with depressed mental status, absent menace response bilaterally, decreased vestibulo-ocular reflex and non-ambulatory tetraparesis. The neurolocalisation was intracranial multifocal (forebrain and brainstem). The main differential diagnoses were inflammatory, infectious, metabolic and intoxication. Haematology and comprehensive biochemistry revealed raised creatinine 333umol/l (40-120umol/l) and phosphate 2.48mmol/l (1.0-2.0 mmol/l). The dog was stabilised with fluid therapy and received one dose of mannitol (0.2g/Kg intravenously over 15 minutes) due to suspected increased intracranial pressure. MR imaging of the brain was performed using a 1.5-T superconducting magnet. Images were obtained in three planes. Sequences included preand post-contrast T1-weighted (T1W) and T2-weighted (T2W) fast spin echo (FSE) and T2*-gradient echo (GE) sequences. Diffuse, symmetrical contrast enhancement of the meninges and the grey matter in the cerebral 294 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 295 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN hemispheres and cerebellum were seen on post-contrast T1W images. Ultrasonographic examination of the abdomen revealed bilateral, markedlyhyperechoic renal cortices and a concurrent “halo sign”.3 Within hours of the imaging procedures the dog deteriorated, with severe metabolic acidosis and development of anuric acute renal failure. Urinalysis revealed isosthenuria and calcium oxalate crystalluria. At that stage EG toxicity was highly suspected. Considering the severity of the clinical presentation, the rapid progression and the poor prognosis, the dog was euthanized at the request of the owners. At post-mortem examination, numerous birefringent oxalate crystals were identified within the renal tubules. Oxalate crystals were also identified in the meningeal vessels and in the capillaries and perivascular space of the grey matter within the brain, with oedema and inflammation adjacent to small blood vessels. These findings were consistent with EG toxicity.4, 5 Conclusions. The localization and symmetry of the MRI changes on the postcontrast T1W images suggested damage of the blood-brain barrier and polioencephalopathy, probably secondary to a metabolic or toxic insult to the grey matter. Based on the acute onset of signs and rapid progression, toxicity was considered the most likely cause. The post-mortem findings explained the MR changes on the post-contrast T1W images. There are few reports the in medical MRI literature of ethylene glycol intoxication in man.2, 4 The most characteristic imaging findings are bilateral, symmetrical hyperintensity within the basal ganglia, thalami, brainstem on T2W and FLAIR sequences. In the case described here the MRI abnormalities were only visible on the post-contrast T1W sequence, while the other sequences appeared subjectively normal. It is possible that the pathological changes of the brain documented on the post-mortem examination were not severe enough to cause visible changes on the T2W, pre-contrast T1W or GE sequences, or that there are species differences in the MRI appearance. With acute onset of clinical signs EG toxicity is an important differential consideration for pathology involving the meninges and the grey matter in the cerebral hemispheres and cerebellum in dogs. Bibliography 1. Thrall MA, Grauer FG, Mero KN. Clinicopathologic findings in dogs and cats with ethylene glycol intoxication. J Am Vet Med Assoc. 1984; 184(1): 27-41. 2. Moore MM, Kanekar MD, Dhamija R. Ethylene Glycol Toxicity: Chemestry, Pathogenesis, and Imaging. Radiology Case Reports [Online]2008; 122(3): 1-5. 295 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 296 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 3. Adams WA, Toal RL, Breider MA. Ultrasographic findings in dogs and cats with oxalate nephrosis attributed to ethylene glycol intoxication: 15 cases (1984-1988). J Am Vet Med Assoc. 1991; 199(4): 492-496. 4. Froberg K, Dorion RP, McMartin KE. The role of calcium oxalate crystal deposition in cerebral vessels during ethylene glycol poisoning. Clin Toxicol 2006; 44(3): 315-318. 5. Stuckey JA, Ramirez CJ, Berent LM, Kuroki K. Pathology in practice: ethylene glycol toxicosis. J Am Vet Med Assoc. 2012; 241(10): 1301-1303. Corresponding Address: Dr. Mauro Pivetta - The Animal Health Trust, Lanwades Park, CB8 7UU Newmarket, Suffolk, United Kingdom Phone +441638552700 - E-mail: [email protected] 296 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 297 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN HEPATIC RADIODENSITY IN HEALTHY CATS BY COMPUTED TOMOGRAPHY L. Costa, MV, MSc 1, M. Bonelli, MV, MSc 1, D. Oliveira, MV 2, M. Teixeira, MV, MSc, PhD 3, F. Costa, MV, MSc, PhD 1 1 Department of Veterinary Medicine, Federal Rural University of Pernambuco, Recife, Brazil 2 Department of Veterinary Medicine, University of Paraná, Curitiba, Brazil 3 Department of Animal Morphology and Physiology, Federal Rural University of Pernambuco, Recife, Brazil Work type: Original Research Topic: Imaging Purpose of the work. Computed tomography (CT) shows great sensitivity to small differences in X-ray attenuation, thus offering precise information when compared with other imaging methods (TIDWELL, 2007). Diagnostic imaging is of great importance in offering an early diagnosis of hepatopathies (WEBSTER, 2005). The liver can suffer focal or diffuse injuries which can alter its anatomy and/or radiodensity during a tomographic exam. However, for this exam technique to be truly effective, detailed knowledge of the normal presentation of all organs is imperative, as well as species-specific alterations (SMALLWOOD & GEORGE, 1993). The objective of this study was to establish mean values of radiodensity of the liver and spleen of healthy adult cats using CT. Materials and used methods. Sixteen healthy intact young mixed-breed cats (six males and ten females) with mean body weight of 3.03 ± 1.29 kg, were selected for this study. Screening tests included clinical evaluation, abdominal ultrasonography, complete blood count, urinalysis and measurement of ALT, AST, ALP, GGT, urea, creatinine, total protein, albumin, cortisol, free T4 and total T4 serum levels. Images were acquired under general anesthesia using a helical CT scanner (General Electric Medical Systems, Hi-Speed FX / i CT Scanner, Waukesha, WI, USA). Transverse slices with a thickness of 2 mm were obtained from the region of the diaphragmatic dome to the iliac crests with and without the use of intravenous iodine contrast (Conray® 2 mL/kg). The attenuation value for the liver was calculated in HU from the measurement of three regions of interest (ROI) and one ROI in the spleen, repeated in three different slices. Vascular structures were excluded from the ROI. Each ROI had an area of 25 ± 0,1 mm². For the liver, ROIs were select- 297 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 298 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ed from the left lateral, right lateral and caudate lobes, following the methodology established for humans (KODAMA et al., 2007), which permitted a segmentation of the organ based on the positioning of the caudal vena cava and hepatic veins. Contrast images were used to better delineate the vascular anatomy of the liver and more precisely define the point of analysis. For the spleen, ROIs were selected in the slices where there was the greatest volume. To determine the radiodensity of the liver and the spleen, and the relationship between these organs, images acquired before the administration of the iodinated contrast were used. Mean, median, standard deviation and interquartile range were obtained. Radiodensity values for the hepatic and splenic parenchyma were obtained by calculating the liver and spleen attenuation ratio (L/S). Outcomes. The mean and median radiodensity values for the hepatic parenchyma in the experimental group were 52.81 ± 3.37HU and 53.85HU (IQR=2.70), respectively. It was hyperattenuating when compared to the spleen, which had mean and median radiodensity of 50.76 ± 4.04HU and 52.15HU (IQR=3.23), respectively. Conclusions. The methodology used in this study to measure the radiodensity of the hepatic parenchyma originates from the methodology described for humans (KODAMA et al., 2007), which has already been cited in dog studies (COSTA et al., 2010), but its application in cats is unprecedented. When evaluating the clinical application of CT for the diagnosis of hepatic lipidosis in cats, Nakamura et al. (2005) found mean values of 57.4 ± 5.6HU, however, they did not do a comparative evaluation with splenic radiodensity. The determination of the radiodensity of the liver and spleen was easy to perform in the cats in our study by adapting the methodology used for humans. The method was adapted to cats with success, reducing the margin of error. Furthermore, dividing the liver into different sections permitted the standardization of the area being analyzed. Complementary studies must be carried out to reinforce the clinical and experimental application of CT in cats, particularly for the diagnosis of diffuse hepatopathies such as lipidosis and glycogen storage disease. Bibliography Costa LAVS et al. Hepatic radiodensity in healthy dogs by helical computed tomography. Cienc Rural 2010, 40:888-93. Kodama Y et al. Comparison of CT methods for determining the fat content of the liver. Am J Roentgenol 2007, 188:1307-21. Nakamura et al. Clinical application of computed tomography for the diagnosis of feline hepatic lipidosis. J Vet Med Sci 2005; 67:1163-5. 298 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 299 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Smallwood JE, George II TF. Anatomic atlas for computed tomography in the mesaticephalic dog: thorax and cranial abdomen. Vet Radiol Ultrasound 1993; 34 (suppl 2): 65-84. Tidwell AS. Principle of computed tomography and magnetic resonance imaging. In: Thrall DE. Veterinary Diagnostic Radiology. 5th edn. Philadelphia: Saunders Elsevier, 2007(4): 50-77. Webster CRL. Hystory, clinical signs and physical findings in hepatobiliary disease. In: Ettinger SJ, Feldman EC, eds. Textbook of Veterinary Internal Medicine. 6th edn. St. Louis: Elsevier Saunders, 2005: 1422-34. Corresponding Address: Professor Fabiano Séllos Costa, Estrada Do Encanamento, 1752 / 403. Casa Forte, Recife, Pernambuco. 52070-000, Brazil Mobile 81 96480789 - E-mail: [email protected] 299 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 300 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN CHARACTERIZATION OF BONE DEMINERALIZATION IN CATS WITH INDUCED THYROTOXICOSIS USING QUANTITATIVE COMPUTED TOMOGRAPHY L. Costa, MV, Msc 1, D. Oliveira, MV 2, M. Bonelli, MV, MSc 1, M. Cardoso, MV, MSc, PhD 3, M. Teixeira, MV, MSc, PhD 4, F. Costa, MV, MSc, PhD 1 1 Department of Veterinary Medicine, Federal Rural University of Pernambuco, Recife, Brazil 2 Department of Veterinary Medicine, University of Paraná, Curitiba, Brazil 3 Department of Veterinary Medicine, State University of North of Paraná, Bandeirantes, Brazil 4 Department of Animal Morphology and Physiology, Recife, Brazil Work type: Original Research Topic: Imaging Purpose of the work. Feline hyperthyroidism is a result of excessive concentration of thyroid hormones and can affect a number of organs and cause various clinical alterations (Mooney, 2005). The exaggerated supplement of thyroid hormones in human hypothyroid patients can cause exogenous thyrotoxicosis and the development of clinical and laboratory alterations identical to endogenous thyrotoxicosis (Fallon et al., 1983). Exaggerated supplementation of thyroid hormones leading to thyrotoxicosis and cardiovascular alterations was recently described in dogs (Fine et al., 2010). Excess of thyroid hormones in humans accelerates bone loss and is a risk factor for osteoporosis (Fallon et al., 1983; Gouveia et al., 1997). The objective of this study was to evaluate the occurrence of bone demineralization in cats with exogenous thyrotoxicosis using quantitative computed tomography (QCT). Materials and used methods. Seven healthy intact young mixed-breed cats, between 12 and 36 months of age, weighing 2.5 to 4.0kg, were selected. Screening tests included clinical evaluation, abdominal ultrasonography, complete blood count, urinalysis and measurement of ALT, AST, ALP, GGT, urea, creatinine, total protein, albumin, cortisol, free T4 and total T4 serum levels. The use of animals in this study was approved by the institution’s Ethical Committee of Animal Well-being. Before the beginning of the experiment, the cats had an adaptation period of 45 days in collective stalls with access to sunlight and room for exercise. All cats received plenty of water and dry food. After the experiment, the cats were castrated and donated. 300 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 301 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Each cat received 125μg/kg of levothyroxine sodium orally every 24 hours for 60 days. Each week, the cats were weighed and the individual doses readjusted as needed. The data was obtained immediately prior to the first dose of levothyroxine sodium (M0) and on the last day of hormone administration (M1). Computed tomography (CT) images of the lumbar spine were acquired under general anesthesia using a helical CT scanner (General Electric Medical Systems, Hi-Speed FX / i CT Scanner, Waukesha, WI, USA). Images were obtained in slices of 2mm in width. The device was calibrated prior to the exams. The body of the second lumbar vertebrae was identified in each cat. Bone radiodensity was obtained from the mean from three selected regions of interest (ROI) of the trabecular bone of the vertebral body. Selection of the ROIs was standardized according to the method described by Costa et al. (2010). Total T4 and TSH serum levels were determined by radioimmunoassay. Free T4 serum levels were determined via dialysis. All exams were repeated three times. A paired T-test was used for statistical analysis of the results. Outcomes. The protocol for induction of thyrotoxicosis with oral supplementation of levothyroxine sodium was effective, elevating the serum levels of T4 to those commonly observed in diseases of endogenous origin. Prior to administration of levothyroxine sodium, free T4, total T4 and TSH levels were 2.30 ± 0.73ng/dl, 18.0 ± 3.1ng/ml, and 0.13 ± 0.01ng/ml, respectively, going to 7.02 ± 1.52ng/dl, 54.5 ± 7.8ng/ml, and 0,01 ± 0,0ng/ml at the end of the experiment. Mean trabecular bone density values seen in M0 and M1 were 478.9 ± 58.7HU and 366.2 ± 65.5HU, respectively. Data obtained in M0 and M1 showed significant difference (P<0.05). Conclusions. The experimental protocol led to significant demineralization in the trabecular bone of the lumbar spine of cats. Significant bone demineralization in the short term in the cats of the experimental group suggests that the same would occur in patients with endogenous thyrotoxicosis. Humans suffering from exogenous thyrotoxicosis have similar alterations in bone metabolism when compared to those with thyrotoxicosis of endogenous origin (Fallon et al., 1983). Both dual-energy X-ray absorptiometry (DEXA) and QCT are used to evaluate bone density, but QCT is able to evaluate trabecular bone, specifically. Since demineralization occurs with greater intensity in trabecular bone when compared with cortical bone, QCT is considered a technique with high sensitivity and precision for the diagnosis of osteoporosis in humans in relation to DEXA (Adams, 2009). Considering the recent increase in life expectancy of feline patients and the increasing number of cases of hyperthyroidism, an early diagnosis could help minimize the multisys- 301 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 302 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN temic alterations of the disease, including the alterations in bone mineral metabolism. In addition, caution during supplementation of thyroid hormones and constant monitoring of patients during therapy is important. Bibliography Adams JE. Quantitative computed tomography. Eur J Radiol. 2009; 71(3):415-424. Costa LAVS et al. Bone demineralization in the lumbar spine of dogs submitted to prednisone therapy. J Vet Pharmacol Ther. 2010; 33(6):583-586. Fallon MD et al. Exogenous hyperthyroidism with osteoporosis. Arch Intern Med. 1983; 143(3):442-444. Fine DM, Tobias AH, Bonagura JD. Cardivascular manifestations of iatrogenic hyperthyroidism in two dogs. J Vet Cardiol.2010; 12(2):141-146. Gouveia CHA, Jorgetti V, Bianco AC. Effects of thyroid hormone administration and estrogen deficiency on bone mass of female rats. J Bone Miner Res. 1997; 12(12): 2098-2107. Mooney CT. Hyperthyroidism. In: Ettinger SJ, Feldman EC, eds. Textbook of Veterinary Internal Medicine. 6th. ed., vol. 2, St. Louis: Elsevier Saunders, 2005:1544-1560. Corresponding Address: Professor Fabiano Séllos Costa, Estrada Do Encanamento, 1752 / 403. Casa Forte, Recife, Pernambuco. 52070-000, Brazil Mobile 81 96480789 - E-mail: [email protected] 302 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 303 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN POSTERS Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 304 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN UNDIFFERENTIATED DIFFUSE GLIOMA IN THE BRAIN AND SPINAL CORD MIMICKING EXTRAAXIAL AND EXTRADURAL LESION WITH “DURAL TAIL SIGN” M. A. Lobacz, LW, DMV 1, A. Haley, DVM, DACVIM (Neurology) 2, G. Hammond, MA VetMB MVM CertVDI DipECVDI FHEA 3 1 School of Veterinary Medicine Bearsden Road, Glasgow G61 1QH, Scotland 2 School of Veterinary Medicine Bearsden Road, Glasgow G61 1QH, Scotland 3 School of Veterinary Medicine Bearsden Road, Glasgow G61 1QH, Scotland Work type: Clinical Case Topic: Imaging Introduction. Glioma is the most common form of primary intraaxial brain tumor in human and canine patients and includes morphologically distinct cancers such as astrocytoma, ependymoma, oligodendroglioma and other gliomas according to the World Health Organization Classification of Tumors. A description of a diffuse undifferentiated glioma affecting the brain and spinal cord of a dog is presented. Lesions mimicked extra-axial and extradural lesion with an atypical presentation of a “dural tail” sign on magnetic resonance study using a 1.5T magnet. Description of the case. The patient, a 7.5 year old, male neutered Staffordshire Bull Terrier, presented for evaluation of tetraparesis. A multifocal neuroanatomical localization was determined based on neurological examination. On magnetic resonance study the mass lesion extended along the skull base, around the pituitary gland and to the brainstem bilaterally. It extended caudally along the spinal cord appearing as ventral thickening of the meninges. In the region between the 3rd and 7th lumbar vertebrae (L3-7), and at the level of the cauda equina it had a concentric appearance surrounding the cord and cauda equine. The lesion was homogeneously hyperintense on T2 weighted images, on FLAIR it had a mildly increased intensity restricted to the mass, consistent with minimal edema. On T1 weighted images the lesion was mildly hypointense to the gray matter. Post Gadolinium T1W images revealed marked homogeneous contrast enhancement in the region of the spine and mildly heterogeneous within the brain. Post contrast images revealed presence of the thickening of the adjacent meninges 304 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 305 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN “dural tail sign” extending lateral and caudal to the brain mass. No evidence of susceptibility artifact on gradient echo images was found. Additional findings consistent with increased intracranial pressure, large quadrigeminal cyst, hydrocephalus, and syringohydromyelia formation were present. Due to poor prognosis the client elected euthanasia. Postmortem examination confirmed the presence of infiltrative, diffuse mass lesion within the ventral brain tissue and along the spinal cord. Histopathology was consistent with a diagnosis of an undifferentriated type of glioma different than astrocytic type of tumour. Conclusions. To the authors knowledge it is the first case report of “dural tail sign” associated with diffuse glioma in the dog. Bibliography 1. Young BD, Levine JM, Porter BF, Chen-Allen AV, Rossmeisl JH, Platt SR, Kent M, Fosgate GT, Schatzberg SJ. Magnetic resonance imaging features of intracranial astrocytomas and oligodendrogliomas in dogs. Vet Radiol Ultrasound 2011;52:132-141. 2. Louis DN, Ohgaki H, Wiestler OD, Cavenne WK, Burger PC, Jouvet A, Scheithauer BW, Kleihues P. The 2007 WHO classification of tumours of the central nervous system. Acta Neuropathol 2007;114:97–109. 3. Nafe LA. The clinical presentation and diagnosis of intracranial neoplasia. Sem Vet Med Surg 1990;5:223-231. 4. LeCouteur RA. Current concepts in the diagnosis and treatment of brain tumours in dogs and cats. J Small Anim Pract1999;40:411–416. 5. Carvera V, Mai W, Vite CH, Johnson V, Darell-Hart B, Seiler GS. Comparative Magnetic Resonance Imaging findings between gliomas and presumed cerebrovascular accidents in dogs. Vet Radiol Ultrasound 2011;52:33–40. 6. Rothlisberger A, Lehmbecker A, Beineke A, Mischke R, Dziallas P, Meyer-Lindenberg A, Tipold A. Suspected primary glioblastoma multiforme in the canine spinal cord. J Small Anim Pract 2012;53:604-607. 7. Jayaraman MV, Boxerman JL. Adult brain tumors. In: Atlas SW (ed): Magnetic resonance imaging of the brain and spine, 4th ed. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins, 2009;445–590. 8. Thomas WB, Wheeler SJ, Kramer R, Kornegay JN. Magnetic resonance imaging features of primary brain tumors in dogs. Vet Radiol Ultrasound 1996;37:20–27. 9. Kraft SL, Gavin PR, DeHaan C, Michael M, Wendling LR, Leathers CW. Retrospective review of 50 canine intracranial tumors evaluated by magnetic resonance imaging. J Vet Intern Med 1997;11:218–225. 10. Stoica G, Levine J, Wolff J, Murphy K. Canine Astrocytic Tumors: A comparative Review. Vet Pathology 2011;48(1):266-275. 11. Guermazi A, La?tte F, Miaux Y, Adem C, Bonneville JF, Chiras J. The dural tail sign beyond meningioma. Clin Radiol 2005;60(2):171–188. 12. Wisner ER, Dickinson PJ, Higgins R. Magnetic resonance imaging features of canine intracranial neoplasia. Vet Radiol Ultrasound 2011;52:S52-S61. 305 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 306 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 13. Tamura S, Tamura Y, Nakamoto Y, Ozawa T, Uchida K. MR imaging of histiocytic sarcoma of the canine brain. Vet Radiol Ultrasound 2009;50:178–181. 14. Bourekas EC, Wildenhain P, Lewin JS, Tarr RW, Dastur KJ, Raji MR, Lanzieri CF. The dural tail sign revisited. AJNR Am J Neuroradiol 1995;16(7):1514–1516. 15. Tien RD, Yang PJ, Chu PK. “Dural tail” sign: a speci?c MR sign for meningioma? J Comput Assist Tomogr 1991;15:64–66. 16. Wilms G, Lammens M, Marchal G, Dermaerel P, Verplancke J, Van Calenbergh F, Goffin J, Plets C, Baert AL. Prominent dural enhancement adjacent to nonmeningiomatous malignant lesions on contrast-enhanced MR images. AJNR Am J Neuroradiol 1991; 12(4): 761–764. Corresponding Address: Dott.ssa Monika Anna Lobacz - Bern University Vetsuisse-Facultät, Länggassstrasse 128, 3012 Bern, Switzerland E-mail: [email protected] 306 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 307 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN UN RARO CASO DI ADENOCARCINOMA ESOFAGEO IN UN GATTO S. Piccinini, DVM 1, R. Assin, DVM 2, A. De Pellegrini Dai Coi, DVM 3, F. Garrone, DVM 4 1 Libero professionista, Roma, Italia 2 Libero professionista, Roma, Italia 3 Libero professionista, Roma, Italia 4 Libero professionista, Roma, Italia Tipologia: Caso Clinico Area di interesse: Diagnostica per immagini Introduzione. Le neoplasie esofagee sono piuttosto rare nel cane e nel gatto; rappresentano lo 0,5% dei tumori dell’apparato digerente e sono tipicamente maligne. Non è stata identificata alcuna predisposizione di sesso o razza. Tra i tumori esofagei più frequenti vi sono il carcinoma squamocellulare, l’adenocarcinoma e, solo nel cane, il sarcoma associato a Spirocerca Lupi. La sintomatologia dipende dalle caratteristiche del tumore stesso (localizzazione, grado di ostruzione del lume esofageo, dolore durante la deglutizione). Il paziente può dunque presentare sintomi specifici come disfagia, ptialismo, rigurgito ma anche sintomi aspecifici come letargia, anoressia, dimagramento. Le possibili diagnosi differenziali sono: megaesofago, esofagite, corpo estraneo, diverticolo, stenosi, ernia iatale o intussuscezione gastroesofagea. La radiografia in bianco o con mezzo di contrasto, l’endoscopia e la tomografia computerizzata (TC) sono le tecniche d’elezione per la diagnosi di patologie esofagee. Scopo del presente lavoro è quello di descrivere un caso di adenocarcinoma in un gatto ed illustrare l’applicazione dell’ultrasonografia come tecnica d’imaging non comunemente impiegata nella diagnosi di questa patologia. Descrizione del caso. Righine, gatto, europeo, femmina sterilizzata, di 14 aa è stata riferita per disfagia, ipersalivazione, abbattimento e progressivo dimagramento da 2 settimane. L’esame obiettivo generale evidenzia uno scarso stato di nutrizione (BCS 2/5), un elevato grado di disidratazione (5%), tachicardia sinusale (200 bpm), tachipnea (40 arm) e mucose rosa pallido. Si eseguono gli esami ematobiochimici completi, con esito negativo. Per poter procedere ad uno studio radiografico, si rende necessaria la sedazione del paziente, poiché poco collaborativo. La proiezione L-L destra del torace evi- 307 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 308 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN denzia un’area radiopaca nel quadrante caudo-dorsale, tra aorta e vena cava caudale, d’origine incerta (polmonare vs mediastinica); tale radiopacità si riscontra anche nella proiezione V-D nel quadrante caudo-mediale del torace. Essendo il paziente in sedazione non si è potuta effettuare una radiografia con pasto opaco. Per localizzare con più precisione tale formazione si procede ad un esame ecografico. Dalla proiezione addominale retroxifoidea si evidenzia una discontinuità della linea diaframmatica a livello dello iato esofageo, data da una neoformazione a forma “di manicotto”, di ca. 5 x 3 cm di diametro, contenente al suo interno una stria iperecogena generante riverbero, come da lume contenente gas; tale neoformazione sembra infiltrare la valvola del cardias e continuarsi caudalmente con il fondo dello stomaco. Sulla base delle immagini radiografiche ed ecografiche si emette il sospetto diagnostico di neoplasia esofagea. Per studiare l’intero coinvolgimento dell’organo, si procede ad un’esofagoscopia che conferma una grave stenosi anulare da massa intramurale coinvolgente il terzo medio distale dell’esofago con deformazione della regione del cardias e del fondo gastrico. Durante la procedura si esegue una dilatazione meccanica dell’esofageo per consentire una maggiore pervietà del lume (da 3 a 6 mm ca.) e diversi prelievi bioptici. L’esame istologico conferma la diagnosi di neoplasia, compatibile con adenocarcinoma scarsamente differenziato. Per il tipo di tumore, la sua localizzazione e il suo stadio, si è ritenuto opportuno non procedere all’intervento chirurgico ma solo ad un trattamento medico di supporto, che, insieme alla dilatazione intraluminale, hanno consentito a Righine di vivere in soddisfacente stato di salute per il suo ultimo mese di vita. Conclusioni. Il presente lavoro illustra un raro caso di adenocarcinoma esofageo in un gatto. Purtroppo la prognosi è da riservata ad infausta poiché al momento della diagnosi il tumore è spesso in stadio avanzato e gli interventi in questa sede anatomica sono complessi e quasi mai risolutivi. L’endoscopia e la TC rappresentano le tecniche d’elezione per lo studio dell’esofago, ma richiedono entrambe l’anestesia del paziente e costi elevati. Scopo del nostro lavoro è dimostrare come l’esame ecotomografico sia un mezzo diagnostico altrettanto efficace nella diagnosi di neoplasie esofagee, a condizione che la lesione non sia occultata dal gas presente nel tessuto polmonare. L’ultrasonografia, infatti, consente in molti casi un’agevole esplorazione della porzione cervicale e toracica distale dell’organo, ma la negatività dell’esame non permette comunque di escludere una patologia esofagea, essendo alcune porzioni di esso inesplorabili con gli ultrasuoni. 308 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 309 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN L’ecografia può rappresentare quindi un’utile alternativa a tecniche d’imaging più sofisticate e costose, aiutando ad emettere un sospetto diagnostico di neoplasia esofagea. Per la diagnosi definitiva è comunque necessario l’esame istologico del tessuto, ottenibile per via endoscopica o TC-guidata. Bibliografia Kealy J.K., Mcallister H.: Radiologia ed ecografia diagnostiche del cane e del gatto. Elesevier Masson srl; Cap. 2:52-62,2006. Marconato L., Del piero F.: Oncologia medica dei piccoli animali. Poletto ed. srl; Cap.15:270277,2005. Penninck D., D’anjou M.: Atlas of small animal ultrasonography. Blackwell Publishing; Cap. 3:114-115,2008. Shinozuka J. et al., Esophageal adenosquamous carcinoma in a cat. J. Vet. Med. Sci. 63(1): 91-93,2001. Steiner J.M.: Gastroenterologia del cane e del gatto. Elsevier masson srl; Cap.3:127-138,2008. Indirizzo per corrispondenza: Dott.Ssa Silvia Piccinini - Ambulatorio Veterinaria Trieste, Via Bolzano 5/7, 00198 Roma (RM), Italia Tel. 06/8548327 - E-mail: [email protected] 309 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 310 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ACCURATEZZA E SICUREZZA DELLA BIOPSIA TC-GUIDATA NELLE LESIONI VERTEBRALI: STUDIO RETROSPETTIVO IN 60 PAZIENTI L. Porcarelli, DVM 1, D. Corlazzoli, DVM, Dipl ECVN 1 1 Clinica Veterinaria Roma Sud, Roma, Italia Tipologia: Ricerca Originale Area di interesse: Diagnostica per immagini Scopo del lavoro. La diagnostica per immagini avanzata (TC- RMN) permette di localizzare e caratterizzare le lesioni vertebrali, ma non permette di effettuare una diagnosi eziologica; la biopsia effettuata in chirurgia risponde a tale necessità ma a discapito di una notevole invasività. L’obiettivo di questo studio retrospettivo è di valutare l’accuratezza e la sicurezza della biopsia TC-guidata nelle lesioni ossee della colonna vertebrale nel cane e nel gatto. Materiali e metodi. Sono stati inclusi nello studio 60 pazienti (5 gatti e 55 cani) sottoposti a biopsia TC-guidata presso la nostra struttura dal 2007 al 2012. Le biopsie sono state eseguite con TC: GE lightscan CT/E e PHILIPS MX-16 slices. La sintomatologia clinica includeva algia (25%), atassia (23%), paresi (29%), plegia (23%). Il paziente, per ridurre al minimo le possibili complicanze e per permettere un adeguato campionamento, viene posizionato in TC dopo aver definito il punto di entrata, l’angolazione, la profondità e il tipo di ago da biopsia più idoneo. La procedura prevede una piccola incisione cutanea, per permettere l’infissione dell’ago da biopsia e l’esecuzione ripetuta di scansioni limitate alla sede del prelievo, effettuate al fine di indirizzare e corregge il posizionamento dell’ago. La citologia è stata effettuata mediante l’apposizione dal campione prelevato per l’esame istologico. In rari casi è stato effettuato un prelievo con ago sottile utilizzando per il campionamento degli aghi spinali. Risultati. In 47 pazienti (78,3%) è stato prelevato un campione per esame citologico e istologico, in 11 pazienti (18,3%) solo per esame citologico, in 2 pazienti (3,3%) solo per esame istologico. Nell’85% dei casi (51/60) è stato possibile emettere diagnosi. Sono state individuate 43 lesioni neoplastiche, 5 lesioni benigne e 3 lesioni infiammatorie. Mediante l’esecuzione dell’esame istologico è stato possibile differenziare le lesioni di natura neoplastica in 18 sarcomi, 6 carcinomi, 1 mixoma, 1 tumore istiocitario, 5 tumori plasmacellulari e 310 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 311 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN 2 linfomi. La congruenza tra i referti citologici e istologici è stata del 66%. In 3 pazienti su 60 (5%) si è verificato un aggravamento della sintomatologia neurologica che non ha comunque pregiudicato il decorso del paziente. Conclusioni. Sebbene l’esecuzione di biopsie di lesioni vertebrali mediante l’ausilio della tomografia computerizzata sia una pratica comune in medicina umana, al momento esistono pochi studi che ne descrivano l’applicazione in ambito veterinario. I risultati di questo studio mostrano che tale procedura consente di emettere una diagnosi in un considerevole numero di casi e che l’esecuzione dell’esame istologico permette di caratterizzare il tipo di lesione e di impostare quindi una adeguata terapia. L’incidenza di complicanze secondarie alla procedura è stata minima. L’esperienza dell’operatore è sicuramente una variabile importante per minimizzare il rischio della procedura e per effettuare un campionamento adeguato di materiale. In conclusione il presente studio dimostra che, anche in medicina veterinaria, la biopsia TCguidata di lesioni vertebrali è da ritenersi una tecnica sicura ed affidabile. Bibliografia Vignoli M, Ohlerth S, Rossi F, Pozzi L, Terragni R, Corlazzoli D, Kaser-Hotz B Computed tomography-guided fine needle aspiration and tissue-core biopsy of bone lesions in small animals. Veterinary Radiology & Ultrasound, Vol.45, No. 2, 2004, pp 125-130. Vignoli M, Sarli G, Rossi F, Terragni R, Pozzi L Dysplasia epiphysealis hemimelica in a boxer puppy. Veterinary Radiolofy & Ultrasound. Vol. 43, No 6, 2002, pp 528-533. Zekas LJ, Crawford JT, O’Brien RT Computed tomography-guided fine-needle aspirate and tissue-core biopsy of intrathoracic lesions in thirty dogs and cats. Veterinary Radiology & Ultrasound, Vol.46, No 3, 2005, pp 200-204. Peh WCG CT-guided percutaneous biopsy of spinal lesions. Biomed Imaging Interv J 2006; 2(3): e25. Puri A Shingade VU, Agarwal MG, Anchan C, Juvekar S, Desai S, Jambhekar NA CT-guided percutaneous core needle biopsy in deep seated muscoloskeletal lesions: a prospective study of 128 cases. Skeletal Radiol 2006 35: 138-143. Rimondi E, Rossi G, Bartalena T, Ciminari R, Alberghini M, Ruggieri P, Errani C, Angelini A, Calbrò T, Novella Abati C, Balladelli A, Tranfaglia C, Mavrogenis AF, Vanel D, Mercuri M Percutaneous CT-guided biopsy of the muscoloskeletal system: Results of 2027 cases. European Journal of Radiology 77, 2011, 34-42. Vignoli M, Buchholz J, Morandi F, Laddaga E, Brunetti B, Rossi F, Terragni R, Sarli G Primary pulmonary spindle cell tumor (haemangiopericytoma) in a dog. Journal of Small Animal Practice 2008, 49 540-543. Indirizzo per corrispondenza: Dott.ssa Laura Porcarelli - Clinica Veterinaria Roma Sud, Via Pilade Mazza, 24, 00173 Roma (RM), ITALIA Cell. 328/7477407 - E-mail: [email protected] 311 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 312 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN BIOPSIA ENDOCRANICA STEREOTATTICA RMN GUIDATA ESEGUITA TRAMITE NEURONAVIGATORE BRAINSIGHT MODIFICATO F. Raimondi, DVM 1 1 libero professionista, Bergamo, Italia Tipologia: Caso Clinico Area di interesse: Diagnostica per immagini Introduzione. Con l’avvento di metodiche di diagnostica per immagine avanzata come TC e RMN sono aumentate le diagnosi e il trattamento di lesioni endocraniche negli animali da compagnia. La biopsia stereotattica è diventato uno strumento diagnostico valido per ottenere biopsie in lesioni collocate in aree per cui il trattamento chirurgico risulta pericoloso o in casi in cui una diagnosi definitiva è necessaria per stabilire il trattamento più opportuno. Descrizione del caso. Il paziente sottoposto a biopsia è un cane corso di 9 anni con una sintomatologia caratterizzata da crisi convulsive e depressione del sensorio. La risonanza magnetica ha evidenziato una massa tondeggiante di consistenza solida di 25 mm di diametro in corrispondenza del nucleo caudato destro. La lesione si presenta isointensa inT1, iperintensa in T2 e FLAIR con enhacement negativo.Per effettuare la biopsia endocranica sono state effettuate due scansioni in RMN dopo aver posizionato dei marker circolari iperintensi visibili nelle immagini in RMN e identificabili con il software di neuronavigazione. I marker sono fissati alla testa per mezzo di un calco dentario di materiale termoplastico. Il paziente è stato posizionato in decubito ventrale in una bobina semirigida piccola in una risonanza Hitachi AIRISII 0,3T. Sono state acquisite una scansione T1 gradient echo 3D e una scansione FLAIR coronale. Le immagini sono state quindi trasferite nel computer per la neuronavigazione. Tramite il software sono state ricostruite immagini 3D della lesione, dell’encefalo e dei ventricoli e immagini 2D dei piani sagittale trasverso e coronale. Si è scelto quindi il punto da biopsare (target) e la traiettoria da seguire. La procedura bioptica è stata effettuata in sala operatoria. Il paziente è stato posizionato con il calco dentario e i marker in decubito ventrale nel casco chirurgico usando 4 viti arrotondate per bloccare il cranio. Un supporto con sfere riflessive è stato fissato al casco chirurgico con lo scopo di agire come sistema di coordinazione tra il puntatore dell’operatore,il sensore di posizio- 312 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 313 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN namento ottico e il programma di neuronavigazione. Il sensore di posizionamento ottico è stato collocato in posizione tale da poter visualizzare sia il puntatore che il supporto con le sfere riflessive. Seguendo i passaggi guidati del software è stato registrato ogni singolo marker posizionato sul cane che corrisponde al marker omologo visualizzato in risonanza magnetica. In questo modo il software mappa lo spazio chirurgico con lo spazio delle immagini in risonanza. L’operatore può, spostando il puntatore in diverse posizioni sulla superficie del cranio, visualizzare la sua posizione corrispondente sullo schermo del computer come un oggetto 3dsovrapposto sulla ricostruzione 3d delle immagini in RMN nei piani sagittale trasverso e coronale. La posizione del puntatore è anche guidata in tempo reale in ricostruzioni 2D nei piani sagittale trasverso,dorsale e obliquo. Si è quindi posizionato il puntatore nel porta strumenti del braccio articolato che presenta tre snodi che possono essere bloccati in qualsiasi posizione sulla testa del paziente. Determinata la traiettoria corretta si sono bloccati gli snodi del braccio articolato. La distanza dalla base del porta strumenti (punto zero) al target sono stati determinati dal software. Il cranio è stato forato con un mandrino posizionato nel portastrumenti effettuando un foro di circa 5 mm di diametro. La biopsia è stata eseguita tramite un ago da biopsia di 26G e una siringa montata alla estremità dell’ago. L’ago da biopsia è fatto scorrere manualmente sino al target stabilito tramite l’ausilio di un righello digitale. La procedura è stata effettuata per tre volte consecutive a diverse profondità della massa. Il paziente non ha presentato alcuna complicanza al risveglio e il giorno successivo è stato dimesso. Gli esami citologico e istologico sono stati diagnostici di astrocitoma diffuso di basso grado. Conclusioni. In questi ultimi anni si sono sviluppate diverse tecniche di biopsie stereo tattiche Tc e Rmn guidate, utilizzate e documentate per gli animali, che permettono di ottenere reperti bioptici con un bassa percentuale di errore e una minima invasività.Il sistema tc guidato Pelorus Mark 3 modificato ha ottenuto biopsie valide nel 98% dei casi; Il modello Laitnen modificato nel 95% dei casi. Il sistema brainsight modificato permette di ottenere biopsie endocraniche utilizzando immagini rmn guidate con il vantaggio di poter biopsare lesioni che sono meno visibili in tc ottenendo una accurata diagnosi istologica delle lesioni (100% su 6 casi studiati), un basso margine di errore nel raggiungere il centro della lesione prestabilito (1,79mm) con un ritorno allo stato neurologico prechirurgico del paziente in meno di dodici ore nella maggior parte dei casi. 313 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 314 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Bibliografia Chen AV et al: Clinical evaluation of a magnetic resonance imaging-guided, frameless stereotactic brain biopsy system in the dog ACVIM FORUM 2011. Chen AV et al.:Description and validation of a magnetic resonance imaging-guided stereotactic brain biopsy device in the dog. Vet. Rad Ultrasound 2012, 53(2):150-156. P.Moissonnier et al.: Stereotactic CT-guided brain biopsy in the dog. J. of Small Animal Practice 2002, 43,115-123. Koblik PD et al. Modification and application of a Pelorus Mark III stereotactic system for CT-guided brain biopsy in 50 dogs.Vet Rad Ult. 1999; 40:424-433. Indirizzo per corrispondenza: Dott.Ssa Francesca Raimondi, Via Milano 13, 24055 Cologno Al Serio (BG), Italia Cell. 349/3134176 - E-mail: [email protected] 314 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 315 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN QUANTITATIVE COMPUTED TOMOGRAPHY OF THE LUNG IN FIVE SPECIES OF CAPTIVE BRAZILIAN CHELONIANS I. Silva, MV 1, F. Nunes, MV 1, A. Marchiori, MV 2, M. Bonelli, MV, MSc 1, L. Costa, MV, MSc 1, D. Siqueira, MV, MSc 3, L. Zanotti, MV, MSc, PhD 3, A. Zanotti, Biologist 3, F. Costa, MV, MSc, PhD 1 1 Department of Veterinary Medicine, Federal Rural University of Pernambuco, Recife, Brazil 2 Federal University of Espírito Santo, Alegre, Brazil 3 State Park Dois Irmãos, Recife, Brazil Work type: Original Research Topic: Imaging Purpose of the work. Helical computed tomography exams offer a clinical contribution to the examination of the respiratory system of various chelonian species, providing detailed information on lungs and airways. This evaluation is made easier by their low respiratory rate, which minimizes the occurrence of artifacts due to movement; and by the high contrast that exists due to the presence of air in the lungs and airways (VALENTE et al., 2007). Quantitative computed tomography (QCT) provides numerical values that represent an organ’s radiodensity, which corresponds to the mean radiographic attenuation in the pixels within a selected region of interest (ROI). It complements the subjective evaluation by providing values related to the degree of radiographic attenuation of the organs (ADAMS, 2009). Our objective was to obtain normal radiographic attenuation values for the pulmonary parenchyma of five species of captive chelonians by QCT. Materials and used methods. Computed tomography (CT) exams were performed in fifty healthy adult chelonians: 10 Kinosternon scorpioides (Scorpion mud turtle), 10 Podocnemis unifilis (yellow-spotted river turtle), 10 Trachemys dorbigni (D’orbigny’s slider), 10 Mesoclemmys tuberculata (tuberculate toadhead turtle), 10 Phrynops geoffroanus (Geoffroy’s toadhead turtle). Prior to the CT exams, clinical exams, complete blood counts, and serum levels for ALT, FAL, GGT, Ca, P, Mg, total protein and albumin were obtained. The chelonians were weighed and measured for curved carapace length (CCL) and curved carapace width (CCW). For the CT exams, the chelonians were positioned in ventral recumbency without general anesthesia. The scans were performed using a Hi-Speed FX/i CT Scanner (General Elec- 315 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 316 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN tric Medical Systems, Waukesha, USA), with a 2.0 pitch, 140kVp and auto mA, in 2mm thick transverse slices. Prior to the examinations, the CT scanner was calibrated. After digitalization of the images, another set of images was obtained through multiplanar reconstruction to allow better visualization of the pulmonary parenchyma. For the quantitative evaluation, an interval for radiographic attenuation ranging from -1023 to -205 HU was selected, and the rest of the voxels in the image were discarted so only the pulmonary parenchyma would be used for generating a mean value in HU through histogram analysis, for each chelonian. Afterwards, mean values for each species were calculated. Outcomes. Mean biometric values obtained for each species were: scorpion mud turtle: weight: 5.38±0.95kg; CCL: 18±1.51cm; CCW: 14.62±1.22cm; yellow-spotted river turtle: weight: 2.39±0.54kg; CCL: 27.65±1.99cm; CCW: 26.9±2.02cm; D’orbigny’s slider: weight: 1.55±0.47kg; CCL: 21.45±2.57cm; CCW: 20.5±3.06cm; tuberculate toadhead turtle: weight: 1.7±0.34kg; CCL: 24.79±1.94cm; CCW: 20.67±1.66cm; Geoffroy’s toadhead turtle: weight: 1.94±0.63kg; CCL: 29.14±3.27cm; CCW: 24.67±3.57cm. After quantitative analysis of the images and multiplanar reconstruction, mean radiographic attenuation values for the pulmonary parenchyma were as follows: -808.7±20 HU for the scorpion mud turtle; -816.2±14.2 HU for the yellow-spotted river turtle; -822.4±27.1 HU for the D’orbigny’s slider; -796.7±32.1 HU for the tuberculate toadhead turtle and -796.3±24.4 HU for the Geoffroy’s toadhead turtle. No statistical difference was seen when comparing radiographic attenuation values for the pulmonary parenchyma of these five species. Conclusions. Diagnostic imaging is of great importance for reptiles, as obtaining information from history and clinical exams is difficult (SILVERMAN, 2006). Changes in pulmonary parenchyma are frequent in chelonians, and QCT, as reported in humans (COXSON, 2005) and canids (MCEVOY, 2009), can complement the subjective evaluation and aid in the diagnosis of lung diseases. Results in this study are similar to those reported in snakes (PEES et al, 2009) and foxes (MCEVOY, 2009). Based on these results, we were able to obtain normal values for captive chelonians in these species, which can help in identifying pulmonary diseases. Measures towards better understanding these species and their disease process could help with the long-term preservation of these species, especially for Podocnemis unifilis and Kinosternon scorpioides, which are currently listed as vulnerable species in the International Union for Conservation of Nature Red List of Threatened Species (IUCN, 2012). 316 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 317 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Bibliography ADAMS, J.E. Quantitative computed tomography. Eur J Radiol. 2009; 71(3):415-424. COXSON, H.O. Quantitative computed tomography of chronic obstructive pulmonary disease. Academic Radiology 2005, 12:1457-1463. MCEVOY, F.J. et al. Quantitative computed tomography evaluation of pulmonary disease. Veterinary Radiology & Ultrasound 2009, 50(1):47-51. PEES, M. et al. Computed Tomography of the lung of healthy snakes of the species Python regius, Boa constrictor, Python reticulatus, Morelia viridis, Epicrates cenchria, and Morelia spilota.Veterinary Radiology and Ultrassound 2009, 50(5): 487-491. SILVERMAN, S. Diagnostic Imaging In: Mader, DR (Eds) Reptile Medicine and Surgery 2.ed, Elsevier, St. Louis, Missouri 2006, 471-489. IUCN 2012. IUCN Red List of Threatened Species. Version 2012.2. <www.iucnredlist.org>. Downloaded on 08 January 2013. VALENTE, A.L.S. et al Computed tomography of the vertebral column and coelomic structures in the normal loggerhead sea turtle (Caretta caretta). The Veterinary Journal 2007, 174: 362-370. Corresponding Address: Ms. Lorena Adão Vescovi Se’llos Costa, Estrada Do Encanamento, 1752 / 403. Casa Forte, Recife, Pernambuco. 52070-000, Brazil Mobile 81 96483860 - E-mail: [email protected] 317 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 318 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN RAPID STIMULATORY EFFECT OF LEISGUARD® ON THE CANINE INNATE IMMUNE SYSTEM D. Sabaté, DVM, MSc, PhD 1, I. Mayós, PhD 1, E. Cepeda, DVM 2, H. Josep, DVM, MSc, PhD 1 1 ESTEVE veterinaria R&D (Lab. Dr. ESTEVE, S.A.), Barcelona, Spain 2 Dep. Biologia Celular i Fisiologia (Universitat Autònoma de Barcelona), Barcelona, Spain Work type: Original Research Topic: Leishmaniasis Purpose of the work. Leisguard® is a domperidone based oral suspension whose preventive efficacy against canine Leishmaniosis (CanL) has been demonstrated in several studies (Llinás J et al. 2011, Gómez-Ochoa et al. 2012a, Sabaté et al. 2012). Its repeated administration to healthy dogs during 30 consecutive days results in a stimulatory effect on the innate immune system, first defense barrier against the infection, being this the rationale for its clinical efficacy. More precisely, its active principle, domperidone, increases the percentage of activated phagocytic cells for at least one moth after treatment conclusion (Gómez-Ochoa et al. 2004, 2012b) leading to a significant increase of their anti-Leishmania activity in case of contact with the parasite (Gómez-Ochoa et al. 2013). Given that the above mentioned stimulatory effect is evidenced early after treatment initiation (Gómez-Ochoa et al. 2004), Leisguard® has been claimed to be a practical alternative to vaccination against CanL for preventing dogs living in non-endemic geographical areas occasionally travelling to endemic areas for short periods of time. The objective of this study was to accurately determine how fast is the stimulatory effect of Leisguard® on the dog’s innate immune system and for how long it remains active in healthy animals. This information in essential to establish an adequate prophylactic approach against CanL for travelling dogs. Materials and used methods. A total of 10 mixed breed healthy dogs of different sex (5 male and 5 female), age (3-12 years old), weight (8-31kg bw) were included in the study with the consent of their owners. All dogs were seronegative for anti-Leishmania antibodies (confirmed by a quantitative ELISA test both at the beginning and at the end of the study). The study had a duration of three months. During the first month (day 0 to 30) all dogs were orally administered 1ml/10kg/day of Leisguard® (equiva- 318 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 319 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN lent to 0.5mg domperidone/kg/day). Blood samples were obtained at days 0, 1, 2, 3, 4, 5, 15, 30, 42, 58 and 92 in lithium heparin tubes and processed for the Nitroblue Tetrazolium test (NBT) following the instructions of the manufacturer (Sigma). The NBT is an assay based on the activation percentage of neutrophils in peripheral blood that has been proposed for the follow up of canine leishmaniosis owing to the narrow relationship between the molecules involved in the oxidative burst and the leishmanicidal activity of phagocytes (Gómez-Ochoa et al. 2010, Scarpona et al. 2010). Mean percentage of activated neutrophils (NBT positive) at each day was compared to that of day 0 using the Repeated Measures ANOVA and the posthoc Holm-Sidak method with an overall significance level of 0.05. Outcomes. A low baseline percentage of activated neutrophils was detected in all dogs, prior to the first administration of Leisguard®, being this observation consistent with the results of previously published studies in healthy dogs (Gómez-Ochoa 2004, 2012b). From the first day of Leisguard® administration and during the 30-day administration period a progressive increase in the mean percentage of activated neutrophils was detected, with the highest percentages of activation being recorded on days 15 and 30. After treatment conclusion, mean percentage of activated neutrophils remained high up to day 58 and then decreased towards the baseline levels, which were reached on day 92. These results were again consistent with that reported in the literature for healthy dogs. The statistical analysis of the results evidenced significant differences in mean percentages of activated neutrophils vs. day 0 on day 2 (p=0.03), day 3 (p=0.006), days 4, 5, 15 and 31 (p<0.001), day 42 (p=0.011) and day 58 (p=0.014), therefore evidencing an extremely early stimulatory effect of Leisguard® on the dog’s innate immune system that persists at least two month after treatment initiation. Conclusions. Administration of Leisguard® to healthy dogs results in a statistically significant stimulatory effect of the dog’s first defense barrier against Canine Leishmaniasis from the second day of treatment onwards. Consequently, dogs travelling to endemic areas can start treatment with Leisguard® very shortly before the trip or even upon arrival at their destination. Bibliography Gómez-Ochoa, P.; Gascón, M.; Castillo, J.A. (2004) Doctoral Thesis. Universidad de Zaragoza. Gomez-Ochoa, P.; Lara, A.; Couto, G.; Marcen, J.M.; Peris, A.; Gascon, M.; Castillo, J.A. (2010) Vet. Parasitol. 172, 135–138. Gómez-ochoa, P.; Sabaté, D.; Homedes, J.; Ferrer, L. (2012a) Proceedings of the 73º Congresso Internazionale Multisala SCIVAC, Rimini, p. 545. 319 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 320 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Gómez-Ochoa, P.; Sabaté, D.; Homedes, J.; Ferrer, L. (2012b) Veterinary Immunology and Immunopathology 146:97-99 Gómez-Ochoa et al.; Sabate, D.; Homedes, J. (2013) Proceedings of the International Congress on Canine Leishmaniasis and Vector-Borne Diseases SCIVAC, Pisa Llinás, J.; Gómez-Ochoa, P.; Sabaté D.; Homedes, J. Ferrer, L. (2011) Proceedings of the SEVC-46th AVEPA Congress, Barcelona. Sabaté, D.; Llinás, J.; Suay, P.; Homedes, J.; Ferrer, L. (2012) Proceedings of the SEVC-47th AVEPA Congress, Barcelona. Scarpona, S., Romei, F., Di Cicco, E., Rossi, G. (2010) Proceedings of the 2nd International Congress on Canine Leishmaniasis SCIVAC, Pisa, p. 167-168. Corresponding Address: Dr. David Sabaté - Esteve Veterinaria R&D - Clinical Development, Pg. Maragall, 154, 08027 Barcelona, Spain Phone +34629358176 - E-mail: [email protected] 320 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 321 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PARTICULAR ASPECTS OF THE RADIOLOGIC EXAMINATION OF THE GI TRACT IN THE COMMON CARP, CYPRINUS CARPIO C. Vulpe, PhD student 1,2, V. Vulpe, Professor dr 1,2 1 Veterinary Faculty, Cluj-Napoca, Romania 2 Dept of Clinics, Veterinary Faculty, Iasi, Romania Work type: Original Research Topic: Imaging Purpose of the work. Standard radiograph equipment used for small animal patients is suitable for fish radiography1, 2. The common carp can suffer enteritis phenomenons that can be of an infectious nature or, more frequently, of a parasitic nature. This is the reason for which we want to defined a suitable rx technique for the veterinarian who may indicate the radiologic examination of the abdomen, particularly of the GI tract4. Materials and used methods. The studied material was represented by 4 specimens of Romanian carp (Cyprinus carpio). The specimens were radiographed classically, in a latero-lateral and a ventro-dorsal position, both directly and with the administration of a contrast substance using the oral and the anal courses. The approach of the administration of the barium sulphate solution was as followed: while highlighting the upper portion of the GI tract, 90 g of the substance is mixed with a quantity of upto 200 ml water, taking into consideration the weight and the volume of the examined animal; while highlighting the inferior portion of the GI tract, the substance was also mixed with a quantity of water but it was administred using a barite enema. First, there was introduced a quantity estimated to 6 ml of the barium sulphate sulution into the anal orifice. The fish had to be positioned vertically, in order to prevent the leakages of the contrast liquid from the anus, and before the radiography was performed the examiner had to wait for 10 minutes in order for the barium sulphate to completely enter the deepness of the interior of the intestine. After this period of time, the exposure and the developing of the film were performed and the image underlines the posterior intestine in an evident manner, on a relatively long portion. The other part of the experiment consisted of the insertion of the barium sulphate solution (12 ml) through the oral orifice of the fish. Following this ac- 321 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 322 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN tion, there was performed the analysis of the radiologic film and the examination of the possibility that the contrast substance reaches the anterior intestine, due to the fact that the GI segments in the carp are not well delimited. Outcomes. The direct radiologic examination has led to clear images of air bladder and the intestines; clear images was obtained of portions of the esophagus as well as some moderate areas of aerocolia spread on the length of the small intestine. In the second part of the study (with contrast substance) we remarked that the barium sulphate was evident inside the esophagus, in a beginning stage, and that after a tight portion, the substance suddenly entered the anterior intestine. Using the barium sulphate enema we have obtained suitable images of position and dimensions of the lower intestine. Conclusions. Concerning the radiologic examination in carps, there can be concluded that, in fish of relatively large size, the direct radiologic examination highlights very well the skeleton of the fish (the spine and the ribs) while at the level of the abdominal cavity, the swimming bladder can be remarked, baring a clear radiotransparency. The intestinal mass is diffuse and cannot be observed radiologically unless the presence of aerocolia. The examinators were led to the conclusion that the administration of a contrast substance for the highlighting of the intestinal trajectory, of the shape, volume and possible afflictions of the intestine may be of use, taking into account the fact that these aspects are not visible in a classical direct radiography. The barium sulphate enema is traditionally used for the discovery of lesions inside the lower intestine, especially in pets3. This radiologic experiment demonstrates the practicability of this technique in some other living creatures, including fish. Bibliography 1. Mayer J., 2010: Fish radiology. CVC in Kansas City Proceedings. 2. Spataru Mihaela-Claudia, 2009 – Anatomia comparata a animalelor domestice. Editura All, Iasi. 3. Vulpe Cristina-Alice, 2011: Particularitati de splanhnologie la unele ciprinide de crescatorie. Facultatea de Medicina Veterinara Iasi (nepublicat). 4. Vulpe V., 2008: Diagnosticul precoce si terapia starilor patologice la pestii din amenajarile sistematice. Edit. Studis, Iasi. Corresponding Address: Professor Vasile Vulpe - Faculty Of Veterinary Medicine Iasi Veterinary Medicine, 8, Mihail Sadoveanu Alley, 700489 Iasi, Romania Phone 0040232401571 - Mobile 0040752141521 - E-mail: [email protected] 322 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 323 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN PROTOCOLLO OTTIMALE PER LA TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA (TC) PER LO STUDIO DELL’ENCEFALO NEL CANE M. Zarelli, ECVDI resident 1, T. Schwarz, ECVDI displomate 2, A. Puggioni, ECVDI displomate 1, M. Pinilla, ECVDI displomate 3, H. McAllister, ECVDI displomate 1 1 University College of Dublin, Dublin, Ireland 2 Royal (Dick) School of Veterinary Studies, Edinburgh, Scotland 3 Southern Counties Veterinary Specialists, Ringwood, UK Tipologia: Ricerca Originale Area di interesse: Diagnostica per immagini Scopo del lavoro. La TC dell’encefalo è comunemente eseguita in cani con sintomatologia neurologica per confermare o escludere patologie cerebrali, in particolare se la risonanza magnetica non è disponibile. A causa della limitata risoluzione anatomica e limitato contrasto della TC per l’encefalo e dei numerosi artefatti che alterano la qualità dell’immagine, è indispensabile utilizzare un protocollo TC ottimale. La tecnologia della TC spirale multistrato offre molte opzioni di scansione, che devono essere scelte dall’operatore. Lo scopo di questo studio era quello di stabilire un protocollo ottimale per la TC multistrato dell’encefalo nel cane. Materiali e metodi. Una TC spirale, 4 strati, è stata usata per ottenere le immagini del cranio di uno Springer Spaniel di 5 anni deceduto per cause non neurologiche. Sono stati eseguiti in totale 11 studi, variando i seguenti parametri di scansione: modalità sequenziale / elicoidale, corrente del tubo, spessore di strato, tempo di rotazione del tubo e pitch. Le immagini sono state ricostruite con diversi spessori, intervalli ed algoritmi di ricostruzione e con o senza l’utilizzo del filtro PFO (filtro di ottimizzazione della fossa posteriore), utile per ridurre il beam-hardening. Per ciascuna delle 282 serie risultanti sono state selezionate tre immagini trasversali di aree specifiche dell’encefalo e una ricostruzione sul piano sagittale mediano. Le immagini erano rese anonime e salvate in formato DICOM. A WW / WL di 170/50 HU fu utilizzato. Tre radiologi (diplomati ECVDI) hanno valutato le immagini selezionate utilizzando un sistema di punteggio numerico per ciasuno dei seguenti parametri: rumore dell’immagine, sfocatura delle strutture cerebrali, beam hardening, visibilità della materia bianca e grigia cerebrale, visibilità del si- 323 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 324 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN stema ventricolare e del margine caudoventrale cerebellare. È stato calcolato il valore numerico totale finale per ogni serie esaminata da ciascun revisore. I dati sono stati valutati anche mediante analisi statistica obiettiva e quantitativa considerando statisticamente significativi valori di P = 0,05. Risultati. Tutti i revisori, in accordo, hanno valutato, per lo studio TC dell’encefalo del cane, come migliore il protocollo eseguito con i seguenti parametri: modalità sequenziale, 300 mAs, spessore 1 mm, rotazione del tubo di 1 sec, algoritmo per tessuti molli a media frequenza ed applicazione del filtro PFO. È stata inoltre valutata la migliore serie, considerando ciascun parametro singolarmente. Conclusioni. In questo studio effettuato con una TC 4 strati la modalità sequenziale ha offerto una risoluzione ottimale di immagine rispetto alla modalità elicoidale. Un sottile spessore di strato assicura una ridotta sfocatura causata dall’artefatto di volume parziale. Se ciò viene combinato con valori elevati di corrente del tubo, il livello di rumore d’immagine rimane relativamente basso. La ricostruzione d’immagine con un algoritmo di media frequenza offre una risoluzione con contrasto ottimale per il tessuto cerebrale. Il filtro PFO riduce marcatamente l’artefatto di beam hardening. Bibliografia Drees, R., S. E. Dennison, et al. (2009). “Computed tomographic imaging protocol for the canine cervical and lumbar spine.” Veterinary Radiology & Ultrasound 50(1): 74-79. Plummer, S. B., S. J. Wheeler, et al. (1992). “Computed tomography of primary inflammatory brain disorders in dogs and cats.” Veterinary Radiology & Ultrasound 33(5): 307-312. Indirizzo per corrispondenza: Dott.ssa Micaela Zarelli - UCD, Radiology Unit, UVH, UCD, Belfield, Dublin4 Dublin, Ireland E-mail: [email protected] 324 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 325 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN ESTRATTI RELAZIONI AZIENDALI COMPANY RESEARCH ABSTRACTS Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 326 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Marco Mariotti Biologo, Milano Novità tecnologiche Mindray nella diagnostica per immagini veterinaria Sabato, 23 marzo 2013, ore 13.00 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 327 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN MINDRAY IN ITALIA E NEL MONDO Mindray, multinazionale con sede a Shenzen in Cina, è una delle più grosse realtà del mondo medicale a livello globale. Circa 9000 dipendenti in tutto il mondo garantiscono una presenza capillare e attenta. Il 35% di essi sono attivi nella Ricerca & Sviluppo di nuovi prodotti con una media di 5/7 prodotti nuovi all’anno sviluppati e lanciato sul mercato. Sono tre le linee di prodotti: Medical Imaging (Ultrasuoni, Risonanza Magnetica, Radiologia Digitale), Patient monitoring & Life Support e InVitro Diagnostics. In Italia l’azienda è presente da diversi anni con una rete commerciale e di assistenza tecnica dedicata. La sede nazionale è a Milano. BUSINESS MEDICAL IMAGING La divisione Medical Imaging si occupa di tutta la diagnostica per immagine. La linea Ultrasuoni è senza dubbio la più sviluppata potendo contare su ampio parco prodotti tra ecocolordoppler portatili e carrellati oltre ad una linea di prodotti in bianco e nero, anch’essi portatili o carrellati. Di nuovo lancio in italia sono la tecnologia di Risonanza Magnetica aperta e la Radiologia Digitale. LINEA MINDRAY - ULTRASUONI La linea Ultrasuoni di Mindray è costituita da diversi modelli con una ampia gamma di trasduttori e tecnologie dedicate. Tutte le parti sono di progettazione e produzione Mindray, trasduttori inclusi. Tra le peculiarità degne di nota, la tecnologia costruttiva delle sonde 3T garantisce un elevato rapporto segnale/rumore controllando anche l’emissione termica delle stesse, uno dei fattori in grado di ridurre la qualità del segnale percepito dalla lente acustica. I software di elaborazione di immagine iClear e iBeam di serie su tutti i prodotti consentono - de facto - di stabilire uno standard di immagine molto elevato fin dai modelli entry level, bianco e nero inclusi. Situazione pressochè unica nel mercato degli ultrasuoni. 327 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 328 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN La disponibilità di macchine come Z6, un sistema agevolmente trasportabile con due connettori sonde di serie, consente di trovare il giusto equilibrio tra la trasportabilità, le prestazioni ed il proprio budget. Poter spaziare inoltre da tecnologie quali l’elastosonografia ai mezzi di contrasto ecografici del top di gamma DC-8, fino ai sistemi compatti da 6 Kg. di peso come M5 ed M7, è un valore aggiunto enorme che rende la gamma di prodotti estremamente flessibile per il veterinario che voglia approcciare il mondo dell’imaging ecografico. E questo, sia da ecografista esperto, sia da clinico che si avvicina per la prima volta alla metodica più flessibile attualmente disponibile. 328 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 329 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN David Sutton BVet Med, MRCVS, UK A New Tetravalent Vaccine for Control of Canine Leptospirosis Saturday, March 23rd 2013 - 6.30 pm Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 330 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Leptospirosis is a geographically widespread disease which affects many animal species – including man. It is currently considered to be the most widespread zoonotic infection in the world1 and in recent years is becoming even more prevalent. Infected animals shed bacteria in their urine and transmission can occur either directly through contact with the infected urine, or indirectly, for instance following contact with contaminated water. The bacteria typically invade a host via mucous membranes in the eyes, nose, or mouth or through skin cuts or abrasions. Once leptospires are in the body they enter the blood system and multiply rapidly. The bacteria then infiltrate organs such as kidney, liver, spleen, eyes, and central nervous system where they replicate further. From the kidneys they are shed in the urine, thus perpetuating the infection cycle. Chronically infected reservoir host species (often wildlife such as rodents) maintain disease in the environment. These reservoir hosts are usually welladapted to the particular serovar they harbor and will not show clinical signs—but can shed leptospires for months, even years. Incidental hosts, such as dogs, can suffer serious clinical disease after infection. Although they normally shed leptospires for a shorter period, they are still important sources of infection. As leptospirosis is a potentially serious zoonotic condition, limiting shedding from infected dogs is a critical component of disease control. In dogs, the early signs of disease can be vague and non-specific making recognition based on clinical signs difficult. However, if not successfully treated at this stage the signs may progress to serious, possibly fatal, illness – often culminating in hepatic and/or renal failure. Confirming a presumptive diagnosis can be complex and time-consuming and as a consequence many cases will almost certainly go undiagnosed, making it likely that the true frequency of disease in the canine population is significantly underestimated. Vaccines against canine leptospirosis are readily available and, since many dogs are at risk of disease, vaccination is widespread in many countries. Traditionally, leptospirosis in dogs has been associated with serovars from serogroups Canicola and Icterohaemorrhagiae, and bivalent vaccines containing strains from these serogroups have been successfully used for the last 50 years. However over recent years a change has occurred in the epidemiology of canine leptospirosis and nowadays cases of disease caused by serovars from different serogroups are seen increasingly frequently; in the USA from 330 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 331 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN serogroups Grippotyphosa and Pomona and in Europe predominantly from serogroups Grippotyphosa and Australis. In the USA, there are already a number of tetravalent canine leptospirosis vaccines available containing, in addition to traditional Icterohaemorrhagiae and Canicola antigens, strains from serogroups Grippotyphosa and Pomona. In Europe there have been only bivalent vaccines used until very recently although independent experts are now recommending the use of tetravalent vaccines2. NOBIVAC® L4 A new European tetravalent canine leptospirosis vaccine has recently been authorised via an EU centralised procedure (Nobivac® L4 – MSD Animal Health). This product is a non-adjuvanted liquid injectable vaccine containing inactivated whole cell strains from serogroups Canicola, Icterohaemorrhagiae, Grippotyphosa and Australis. A number of studies have been undertaken in order to investigate the safety and efficacy of this new vaccine3. Safety Field safety study This was carried out as a randomised, positive controlled, double blinded study. In total 194 dogs (including puppies and pregnant bitches) from a range of breeds were included. The dogs were randomly assigned to one of two groups and vaccinated with either Nobivac L4 or Nobivac Lepto (a bivalent vaccine). Pups were vaccinated twice and pregnant bitches and other adult dogs were given a single vaccination. All leptospirosis vaccinations were given mixed with Nobivac DHPPi, with exception of the first vaccination of the pups, which was mixed with Nobivac Puppy DP. All adverse signs following vaccination were recorded and no clinically relevant differences in local and systemic reactions, rectal temperature and outcome of pregnancy were observed between the two vaccine groups. This confirms that the safety profile of Nobivac L4 for pups, pregnant bitches and other dogs is similar to that for the current bivalent vaccine. 331 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 332 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Table 1 - BSA content of canine leptospirosis vaccines Vaccine Manufacturer batch BSA content (mg/ml) Nobivac L4 MSD AH A002A 0.4 A003A 0.4 A103B 0.3 A101A 0.5 A105B 0.3 Batch 1 4 Batch 2 2.4 Batch 1 3.6 Batch 2 3.8 Batch 1 6.3 Nobivac Lepto Vaccine A Vaccine B Vaccine C MSD AH Competitor A Competitor B Competitor C Risk of allergic reactions Bovine serum, containing protein, especially bovine serum albumin (BSA), is widely used in the manufacture of many vaccines. This BSA component has been implicated as a cause of allergic reactions post-vaccination4, 5. During the production of Nobivac L4 a unique VacciPure™ filtration process is used. This ensures that excess BSA is actively removed from the final product, resulting in much lower levels of BSA in the final formulation as compared to other leptospirosis vaccines (Table 1). Efficacy In the following studies, the main efficacy criteria investigated were those related to the ability of the vaccine to successfully control leptospira infection and the shedding of infection via urine. Since clinical disease always follows a period of leptospiraemia which allows the bacteria to reach the target organs such as liver or kidneys, it follows that if the vaccine can prevent leptospiraemia it will effectively prevent not only clinical disease, but also the risk of renal infection and urinary excretion. 332 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 333 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Immunity against infection and shedding A series of four challenge studies were undertaken to assess the efficacy of Nobivac L4 in preventing infection and renal excretion. For these studies the puppies in the vaccine groups were all vaccinated twice as follows: 1. Nobivac DHPPi/Nobivac L4 and Nobivac KC at 6 weeks of age 2. Nobivac DHPPi/Nobivac L4 at 10 weeks of age The puppies in the control groups were vaccinated with Nobivac DHPPi and Nobivac KC at the same ages. All vaccinates and controls were then challenged three weeks later. The results demonstrate that Nobivac L4 was able to prevent infection and renal excretion in the majority of animals (Table 2). Table 2 - Efficacy following challenge 3 weeks post-vaccination No. dogs positive for: Challenge Group Infectioni Renal infectionii Canicola Vaccine 2/8* 0/8 Control 8/8 8/8 Vaccine 0/7 0/7 Control 7/7 7/7 Vaccine 0/8 0/8 Control 7/8 6/8 Vaccine 0/8 0/8 Control 6/8 1/8 Ictero Grippo Australis * Both dogs had mild, transient clinical signs; no positive cultures or PCR results, no thrombocytopenia, no interstitial nephritis. i Criterion for “dog positive for infection” is: a dog with at least two samples of blood or serum or urine/kidney on different days or a dog with challenge-induced nephritis or clinical or haematological evidence for leptospirosis. ii Criterion for “dog positive for renal infection” is: a dog with at least one positive sample of urine/kidney from day post-challenge 14 onward or challenge-induced nephritis (demonstrated by histopathological examination). 333 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 334 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Efficacy at 12 months In order to confirm the ability of Nobivac L4 to provide a full 12 months immunity, a further series of challenge studies were set up. For these studies the puppies in the vaccine groups were all vaccinated twice as follows: 1. Nobivac DHPPi/Nobivac L4 and Nobivac KC at 6 weeks of age 2. Nobivac DHPPi/Nobivac L4 at 10 weeks of age The puppies in the control groups were vaccinated with Nobivac DHPPi and Nobivac KC at the same ages. All the dogs were housed securely for 12 months following vaccination to avoid any possibility of being exposed to natural (field) infection. All vaccinates and controls were challenged 12 months post-vaccination. The results demonstrate that Nobivac L4 was able to prevent infection and renal excretion for at least 12 months following vaccination in the majority of animals (Table 3). Table 3 - Efficacy following challenge at 12 months post-vaccination No. dogs positive for: Challenge Canicola IcteroVaccine GrippoVaccine Australis Group Infectioni Renal infectionii Vaccine 1/9 1/9* Control 9/9 9/9 0/9 0/9 Control 6/9 1/8** 1/8** Control 7/9 0/9 Vaccine 2/8 0/8 Control 8/9 4/9 6/9 * Dog had three positive urine samples; no clinical signs, no thrombocytopenia, no positive kidney, no interstitial nephritis. ** Dog had interstitial nephritis; no positive culture/PCR results, no clinical signs, no thrombocytopenia. i Criterion for “dog positive for infection” is: a dog with at least two samples of blood or serum or urine/kidney on different days or a dog with challenge-induced nephritis or clinical or haematological evidence for leptospirosis. ii Criterion for “dog positive for renal infection” is: a dog with at least one positive sample of urine/kidney from day post-challenge 14 onward or challenge-induced nephritis (demonstrated by histopathological examination). 334 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 335 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN REFERENCES 1. Adler, B. and De La Pena Moctezuma, A. (2010) Leptospira and leptospirosis. Veterinary Microbiology, 140: 287–296. 2. Ellis, W.A. (2010) Control of canine leptospirosis in Europe: time for a change? Veterinary Record, 167: 602-605. 3. Klaasen, H.L.B.M., van der Veen, M., Molkenboer, M.J.C.H. and Sutton, D. (2012) A novel tetravalent Leptospira bacterin protects against infection and shedding following challenge in dogs. Veterinary Record published online November 23, 2012; doi:10.1136/ vr.101100. 4. Ohmori, K., Masuda. K., Maeda, S., Kaburagi, Y., Kurata, K., Ohno, K., DeBoer, D.J., Tsujimoto, H. and Sakaguchi, M. (2005) IgE reactivity to vaccine components in dogs that developed immediate-type allergic reactions after vaccination. Vet Immunol Immunopathol, 104: 249-256. 5. Ohmori, K., Masuda, K., DeBoer, D.J., Sakaguchi, M. and Tsujimoto, H. (2007) Immunoblot analysis for IgE-reactive components of fetal calf serum in dogs that developed allergic reactions after non-rabies vaccination. Vet Immunol Immunopathol, 115: 166171. 335 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 336 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Andrea Zola Marketing Manager, FUJIFILM Italia Evoluzione del concetto di qualità nel passaggio dalla metodica analogica a quella digitale Venerdì, 22 marzo 2013, ore 13.00 Atti 77_Scivac:Atti 77_Scivac_Milano 13-03-2013 14:15 Pagina 337 77° INTERNATIONAL CONGRESS DIAGNOSTIC IMAGING: HOW TO START, WHERE WE CAN GET TO 2013, 22nd -24th MARCH - MILAN Il processo di digitalizzazione in atto in radiologia porta a dover acquisire padronanza di tutte le caratteristiche operative e qualitative degli apparati a disposizione dello specialista veterinario. La maturazione delle unità digitali ha permesso di ottimizzare diversi aspetti della pratica radiologica applicata alla veterinaria: dall’incremento della produttività alla semplificazione delle procedure d’esame, dal miglioramento dell’ambiante di lavoro all’ottimizzazione dei costi di acquisto e gestione, giungendo infine a nuovi risultati in termini di qualità di immagine ed accuratezza diagnostica. Scindere le diverse tecnologie a disposizione della radiologia veterinaria ed approfondire la comprensione del loro funzionamento è essenziale per arrivare ad individuare quali siano i cardini alla base della qualità delle immagini digitali: dalla semplice comparazione della risoluzione spaziale a più complesse valutazioni in ordine all’efficienza dei rivelatori e alla loro capacità di rappresentare fedelmente le strutture esaminate. Una panoramica dei sistemi per radiologia digitale diretta ed indiretta, con una prima sommaria comparazione dei parametri fisici che le caratterizzano: dagli albori della metodica Computed Radiography alle più evolute tecnologie insite nelle matrici TFT applicate alle unità Direct Radiography. 337
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aver ottenuto questo PhD nel 1998, nel 1999 è diventato Diplomate ACVS. Nello stesso anno, è stato co-fondatore del
Comparative Orthopaedic Laboratory, un laboratorio di ricerca che coinvolge il Co...