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Cars & People Camaro 2SS 2010 vs Mustang GT Premium 2011 L]klg\a;jaklaYfg;YjfY_`a;danagL]kgjafa%>glg\aEYll]g:g]e Camaro vs Mustang, u na sfida ep ica iniziata quarant’ann più di i fa che tut tora contin Italia, grazie ua, anche in alla gentile zza e alla d isponibilità la Fioravan delti Motors ch e, per un in tero giorno ci ha messo , a personale disposizion e queste du bellezze a s e telle e stris ce… Perché in quel di Castelmass a NON SI VE NDONO FOT O… ma mezzi d a urlo! TEST DRIVER Cristiano Carnaghi, il purista Nasce a Magenta (MI) nel 1968 e dopo gli studi universitari inizia subito a lavorare nel settore automobilistico, non prima di aver fatto “gavetta” da un carrozziere. Nel 1988 grazie alla rivista Auto Capital, partecipa a un corso di guida in pista e decide che le auto saranno la sua vita. Guida la sua prima auto storica a 21 anni e passa gli anni della gioventù tra meccanici di auto d’epoca e gare di regolarità. Appassionato di auto europee e americane, è spesso chiamato in causa quando si tratta di giudicare le auto con il metro del “purista” senza mezzi termini o falsi buonismi. Una voce fuori dal coro. Usciti dalla superstrada ci ritroviamo nel “nullawhere” tra le province di Verona e Rovigo in una ambientazione del tutto simile alle sconfinate prairies del Nordamerica. Tra un raro cascinale e l’altro solo l’orizzonte fa da sfondo a campi coltivati e una fitta rete di argini e canali. Ci si aspetta solo di trovare un diner dove mangiare un piatto di pomodori verdi fritti, giusto rinforzo di ali di pollo dorate e speziate alla Cajun neanche fossimo nel Mississippi. Ma sono solo le nove del mattino e, dimenticati i profumi del Dixieland, giungiamo a destinazione dove ci accoglie il titolare della Fioravanti Motors che ci ha gentilmente messo a disposizione le auto. L’azienda, che si occupa prevalentemente .0[jmakafda^]&al 68 cruisinlife.it di importazione di automobili americane, vanta una considerevole e provata esperienza: infatti è attiva sin dagli anni Ottanta e dispone (vero e non su internet) di un vasto e completo parco di vetture pronta consegna. Restiamo stupiti e favorevolmente impressionati dal vedere file di pick-up di ultima generazione o un assortimento di sportive (Camaro, Mustang, Shelby, ecc) che hanno pochi se non nessun eguale nel panorama nazionale: vedere emergere decine di cofani minacciosi da un normale salone di vendita in un dimesso paesino di campagna scuote gli animi e le fantasie di noi appassionati di cavalli… meccanici. Passato lo stupore iniziale, facciamo conoscenza col titolare che ci accompagna per un primo contatto con le “nostre” auto. Ci troviamo subito in un’area industriale dismessa ora in parziale ristrutturazione che rievoca scorci della “motor city”, Detroit, con i suoi grandi capannoni di mattoni a vista. Lì in mezzo ci attendono una nera Mustang GT e una bianca Camaro SS che avviciniamo con un certo rispetto. Non sono certo le prime sportive a stelle e strisce che ci capita di guidare (e giudicare) ma vuoi per l’ambientazione, vuoi per il clima un po’ nebbioso, vuoi per la calma e surreale atmosfera mattutina che ci circonda, concordiamo tutti su un fatto: ci attenderà una giornata indimenticabile. La prima con cui vengo a contatto è la Mustang GT TEST DRIVER Clivio Tesorini, l’arrogante Nato non troppo tempo fa in quel di Genova, Clivio si appassiona al settore automotive dall’età di 18 anni quando, dopo aver piegato un paio di macchine, decide di mettere la testa a posto (più o meno!) e di instaurare alcune collaborazioni con diverse riviste italiane del settore. Dopo qualche anno scopre le vetture americane e, da lì, non si muove più. Dinamico ed emozionale, in questo test drive cercherà di trasmettervi le sensazioni provate mentre tenta di strappare il volante a due icone sportive “made in USA”. Quando la sveglia decide di maltrattarmi le orecchie, butto un occhio sul comodino: sono le 5 spaccate. Fuori è buio pesto e ho esattamente un’ora di tempo per capire dove sono e cosa devo fare… Ah, sì, è venerdì, alle 6 passa Cristiano… dobbiamo andare a Castelmassa per un test drive: Mustang 5.0 GT Premium e Camaro 6.2 2SS L99. Dopo aver controllato velocemente i livelli della Caddy giro la chiave ed ecco che, a tenerci compagnia, arriva un altro caro amico, il 4.5L V8. Lasciandoci velocemente alle spalle il traffico mattutino milanese, ci dirigiamo verso la meta: Castelmassa. Questa piccola cittadina im- mersa nella nebbia veneta ospita 4.416 abitanti (di cui personalmente ne avremmo visti sì e no un paio), 25 Dodge Ram, 2 Hummer H1 e un imprecisato numero a due cifre tra Mustang e Camaro. Il tutto perfettamente visibile, testabile e toccabile con mano presso la Fioravanti Motors, dove Stefano e il suo staff non si fanno certo problemi a legarci un paio di targhe prova sul paraurti posteriore. Mentre il fotografo danza leggiadro attorno alle due vetture scelte per il confronto, personalmente inizio a dare un’occhiata al design: la Mustang, nerissima, nel frontale e di ¾ anteriore appare tanto elegante quanto sportiva, permettendo immediatamente alla mente di tornare indietro nel tempo, ai fantastici Anni 60, quando venne presentata per la prima volta. Il posteriore invece non mi convince molto, il MY 2011 appare troppo tozzo e condensato, perdendo parte del proprio americanissimo appeal. Comunque nulla di tragico. Il bianco della Camaro invece, quasi mi abbaglia, un colore particolare, divenuto ultimamente sinonimo di sportività. Matematicamente più larga e lunga rispetto alla concorrente FoMoCo, anche visivamente la Chevy appare decisamente più massiccia e muscolosa, soprattutto nella visione di ¾ anteriore, [jmakafda^]&al.1 cruisinlife.it 69 5.0, un ’auto ch en persona lità”. La on esito a defi nire “da ve stang”. lla dopp Una con di e dici “… ia ca ma è la ferma. L con una nera di a s s olita M ic vera pie urezza d vago u - una tra milia i le. La li a v ere a ch re dell’a coda a d stile giappones nea del e fa u e re irla tutta to Model Y m conosciu ri non m un po’ a chiude verso il ear 201 obilismo mond ta, ispir i c basso n o o ia n 1 nima v a in è in fon ta alle F cono de con que Toyota S te elega astback do quell l suo pa l tutto: ri . I fanali posteri upra de nte è inv d a d e o- d ig c g g o ha cara lione da li anni S li rd M ece la c A a o n n d o n esign ra el Year la vecch tteri ll’an ess onsole c precede i 90. Molto più ffinato, ia entrale, pony ca zzato sin dal la damento cur vil anta, sieri sp n quasi d b ti c e o , ll m fi i ordinata in n r di Ca a a n q o n e c ri u a “tede io d o a s e c i ll l c o i n 2 h s no osser el 2005 ulle raz dei e rio 009. M sa Ford e di s metteva ca”. Ci ze del a i cattiv vandola re sia l’a persona . Se infa la “risort no assie sono alc v lm i o d n tt p a la i te e i e ” tr me più n n ri n le e te te o uni q re tore a u , s d u e d e u a ri c e te n olp rti: ep lla a soluz control che altro sto su qu nc ione ch di diffic alsiasi a prestazio recedenti G linea. Molto eq iscono per l’estr sia il postecerti vers orpo vettura d e il e u u T to e a n lo ilibrati a mo equil package i-sound-m zio , tra cui sguardo ecisame i discuti nche i c il cruise ibrio , da 19 o- to nte ano troviamo namento. Se p bile, la una ma e ” rc , i s ro h n c e c c i previsti imo e p o osiddett mplice m in gene lassici A cchina c rale una seguiamo con a er pe merican n un disegno ch dal agari an he non “heritag r verific che con plancia e ricord lascia sp “fifth generatio Racing. che per e” da tu a tr a n piuttosto M re a il ” è in ibuisce molzio a du i viene v colore d tti i pori se a tan la si gua a te b c a o e rn re e b gli intern n g to i. c li d a o he un p a di sali a (quasi) re rdi, è un Sprizza stile este all’altez u n a i, n mbiente o re p a Musta za. L’inte rno corr ogni an della M tesi dell rassicura eri, rofilati p ’ anonimo. Mi ng a tutt golazio isponda rno con Y 2011 a v e u n a n tt i r fe e u te ma c u gli effett si prese se con u ra a du c rma in p n te po per g mani un nta molt i. Il fron n poggia omodo sui sed e facce . Quello ieno la li appas v o la ta o : il n m te le i, m m c te ia s h s i o ben ta un po ionati d e non ri molto pe trovo in incute ti sta co non ven el march derno, forse tro c esco a fatti per more re gano fo capire è hino invadenp- pre n l’aspetto dime rsonale, ben fa io, ma v verenzia le a che allo rn it tt is s e o le s p s lt i ta , ch od erché d le regola ezza e e non na di peso ggia sott dal vivo iamine spostam scon o il dalla no i alcuni comand e contra- m il posteri enti long zioni elettriche entre la rmale p i second ore, dov cofano. Meno ri de la cattiveria dell’Ovale Blu integrali it u ro d a re . in ri e un’inv d g u , Il a u o s z c li la c : it io lo ste omando sono se zione d o se adente g r voassis ello sch degli sp ne della Casa nuale. La stess rembiala condo me C sso della prece ti ie a e ti n c , c a c u dente Fo heap e le è a s hietti ele rio tura in p prima se nemmen ca lastirie. Un m sissima peculia o intuitiv cus in vendita in ttrici è sedil la posiz rità della tti, maistero. P o da usa i ione di d E e e u B rf ro n MW e u p tt n a a c riferimen iano già . ti, mente ri re in qu an finiti in p Z3 m to centra u elle, i le. Strao to manca s a l’impressione n minimo di us ura dei ante po rdinaria generale fianchetrtiera e menè o tt ima. Ch l’oc di desig iud n tremen chio mi cade s ulle cass o la pedamente e acusti pacchia ch no, più adatto a e una /([jmakafda^]&al dove il coke-bo ttle styli mente ng risu marcato lta fors . Vista stione c ee da die ambia tro inve ccessiva- p comple ricerca ra un m ce, la tamente to e rétr quee , co o, perfe zare l’ inserti in zzo del gene ttamente n un posterio occhio re, n r a dica sv r e ai legg in grad Anni 70 vuole p iluppati on pensa cer o di str endari (70-73 iu to agli ttosto dal “m izmo ). Insom come u “paddle ma, son delli dei prim minci imme un’auto che, g aestro d’ascia na cam shifters d i o ir ”, p ia ic a b attillata ta ta ia “bott e C ll m la e ” dietro a e m e n oco co c n te ad aro inv hiave, trambe , bisog on dow al vola n s c e e ; na solo oni a u o c m e n o nell’ab ” z non ci La spor nte, s io e una d n na “Po vedere a a n r itacolo e n s . a ti i tv ta s s N n a h ie m y c e ir de, ci di Cas hi le po ente co t gu car” du icuramente le d stanza si “inca lla go de a GM ida più rta. An m ra e o differen ue “pony car d i e pre lc o s che ” risulta ti; men cisi dur pura, ma assapo rente (g bassa e racc ffre una posiz tra”. le” (d ambio autom tre ci c no abb ante l’im riamo o a r ione di ove la tr azie an lta risp ti aliam aun’e piee mentaz che a s asmissio co in modali te la “d ione fro stetica dei se o nella Stang e maggiorme edili da tto alla conco tà “ma n e o c o p m p n ll n rn d ie u a p te conte ta ili e de stile vin a ie auto tta forma m no più n maticam ll tage sa le elegante, c oderna alle spalle la ” in scalata, on un p a stru- riali ricercati, inno itiva). Gli inte pientem enNdR.). bile l’a p a g r r iu te v n iz e d ativ Las bitabilit ng i appaio nte rivis i qualità zico di statica, à, ita - sta e finalmente dopo q ciandoci leggerm i e sviluppati ai com l’attesis con ma re i ca andi, la la visibilità an to. Apprezza su per la str u e alche o n te m s valli” e teimo mo - alla teriore, aggiore umenta comod ra sedili, a poggia , chiav mento zione l’acces . Pollic ità e il base d l contra r i di “frus e e s u a o e il p c in ll l rio la p ontenim p s a e tu le (cambio d m n ’6 m e n a r e 9), alla re meg el centr e prima no, de ntare p osizion manua c lio com visibilit ale (in osta sulla C e alta d ento dei a le l’archit à sia a amaro, ido di e gira stile M lla pos ella friz grado ettura d ) a cui bisogn n q Y iz te per cap io u d io r e ’6 n io i s n e a to r 8 e e e e g r fa , o d posterio li specc g isia pos gare q scalpita hietti es re l’abitudine, va al comand i guida. Men teriore re e la ualcosa eneroso 6.2L nti. Già tre il p , in e d terni, la o di ac qualità drebbe c o n m a a to e o a c ll p v i e 400 ca tropp ro legg ice ver d riori so isibilità nsio tecnic so ermente elle parti pla valli che il bilità ch o interno dietr ne delle luci, small b i GM su que stiche a lavoro rivisti. M p o e o , s lo a s p iz l ta svolto n c e volante iok - 1.8 r un driv a si sa, v C e h r e s ione L9 vrolet r vole: fa , e all’a 7, può er con chi com is 9 dello satura bitarisultare alt - me variabil ulta davvero Manag tà tra il abbasta ezza maggio conside e ement), VVT e re di “pro” e nza im reAF in grad pegnati il “contr mento d va o di in M (Active Fue o” app i quattr l ibire il aiono in . A richie o degli dono le fu o vece i prestaz tto cilindri qua nzionala carta ioni ma ndo no la Che n si ssime. vy pres Insomm enta un a, sulbotto d i soluzio ni [jmakafda^]&al/) cruisinlife.it 71 MUSTANG: COMMENTI AL BAR: RIESCI A PARCHEGGIARE ?: WOW FACTOR: BAULE DA SHOPPING: MILLIGRAMMI DI ADRENALINA: NEED FOR “MANICO”: sportivetta europea un po’ tuning e per nulla adeguato allo stile della vettura. Accendo il motore e mi sento un perfetto imbecille. Avete presente tutte le cose che ho scritto nelle righe precedenti? Ecco, dimenticatele. Un rumore minaccioso accompagna il risveglio dell’otto cilindri in alluminio, dotato di doppia fasatura variabile e ovviamente ad asse a camme in testa, anzi due. DOHC – dual over head cam, un’architettura inconsueta per i V8 americani ma adottata nei motori montati sulla Fifth Generation sin dall’inizio. Fondamentalmente consente una maggior precisione nella fasatura delle valvole e permette di raggiungere regimi di rotazione più elevati. Una configurazione (fasatura variabile a parte) tipica dei motori europei, come i V8 Maserati degli anni Settanta. La zona rossa del contagiri inizia a 7.000 e mi fa persino digerire le incomprensibili lucette blu che “arricchiscono” il tunnel posteriore, quasi a voler offrire un minimo di considerazione anche agli improbabili occupanti dei sedili posteriori, invero piuttosto piccoli. Un tocco sull’acceleratore mi fa capire che oggi non si scherza, almeno /*[jmakafda^]&al 72 cruisinlife.it in Casa Ford, e la nostra “concorrente”, la Camaro, mi guarda con occhi sospettosi. Non riesce a capire come faccia il “piccolo” 5.0L (notare che in tempi recenti anche gli Americani hanno iniziato a denominare le cilindrate con sistema metrico) a erogare più HP del suo poderoso 6.2. È presto spiegato: la fasatura variabile conferisce al propulsore Ford una personalità del tutto particolare, abbastanza strana. Prendo subito confidenza con l’assetto di guida, anche se il volante non è regolabile in senso assiale, e con gli strani specchietti bifocali che presentano un secondo specchio convesso all’estremità. All’inizio ti va insieme la vista, poi capisci che sono utilissimi per le manovre e ti chiedi a cosa caspita servano i sensori di parcheggio. Ma torniamo alla guida: esco sulla statale e mi ritrovo un mix di curve veloci e rettilinei pressoché deserti. Se non fosse per le zanzare d’estate mi trasferirei subito: un paradiso della guida. Il V8 Coyote (smettete immediatamente di pensare ai Looney Tunes) dimostra subito di che pasta è fatto: fino a 2.500 giri è un motore americano, nel senso che ha un gorgoglio rassicurante, una tonalità possente, una elasticità invidiabile (tiene la sesta senza problemi anche a giri bassissimi); dai 2.500 ai 4.000 è un V8 sportivo, senza compromessi o esitazioni. Ma i 412 cavalli? Ne hai già scaricati molti, solo che non te ne accorgi perché la Mustang è sincera. Ti mette in guardia, questo sì, sia perché l’allestimento GT non dispone di un assetto particolarmente esagerato, sia perché il retrotreno è a ponte rigido e gradisce molto di più il liscio tipico del misto veloce rispetto allo sconnesso o alle buche congenite della pavimentazione italiana. Pur in presenza del servosterzo elettrico, fila via precisa e sincera. Ma ci sono ancora 3.000 giri da gestire, e quello è un territorio per pochi. La grinta della fasatura variabile TiV- CT è impressionante: con un’erogazione simile ai V-Tec Honda di prima generazione, scaraventa letteralmente la pony car verso un comportamento “racing”, con le marce che puoi sparare una dopo l’altra: terza-quarta-quinta (su questo modello è montato un manuale). La sesta è un vero overdrive, perché il motore perde molti giri e consente di fare “gran turismo” anche sulle movimentate autostrade del Sud Europa senza grossi patemi d’animo per il consumo o la mancanza di tiro sui falsopiani. L’unico vero difetto di questo motore è un sensibile ritardo con cui scende di giri allorché si rilascia l’acceleratore. Una caratteristica di diversi motori a iniezione di qualche decennio fa che rende un po’ fastidiosa la guida con l’acceleratore. Si tratta di quella tecnica che prevede di impostare le curve e sfruttare i trasferimenti di carico tiro-rilascio per calibrare le traiettorie. Una finezza, ma ti viene voglia di usarla grazie alla brillante erogazione del Coyote. Esemplare anche la pedaliera che facilita il punta-tacco che ormai moltissimi si sono dimenticati ma che è necessario guidando sportivamente una potente trazione posteriore con cambio meccanico. Dopo aver constatato che se fossimo stati in America la Highway Patrol mi avrebbe disintegrato la patente, ritorno alla base dove mi aspetta l’altra sfidante e get- to un ultimo sguardo sotto il cofano per ammirare cotanta meraviglia. Non prima di aver imprecato in dialetto assiro-babilonese nel tentativo di infilare nel suo alloggiamento l’astina reggicofano; inspiegabile, dato che già nel 1964 la Mustang era dotata di molle per sostenerlo. L’estetica vorrebbe la sua parte ma i motori moderni, si sa, sono quasi sempre ricoperti da abbondanti carenature in plastica che in questo caso però trovo azzeccate. Un po’ complesso misurare il livello dell’olio [jmakafda^]&al/+ cruisinlife.it 73 Finite le marce, la C amaro sembra abbi a ancora la forza di an dare avanti… quasi proprio come un ae re a tentare il decollo, o da combattimento … PAGELLA CAMARO COMMENTI AL BAR: RIESCI A PARCHEGGIARE?: WOW FACTOR: BAULE DA SHOPPING: MILLIGRAMMI DI ADRENALINA: NEED FOR “MANICO”: innovative e svariati nomignoli tecnologici, ma come si comporterà su una maltrattata striscia d’asfalto extraurbano? Dopo aver aperto la chiave “a scatto” (a scatto? Mah, certe cose dovrebbero vietarle sulle pony car, quella è roba da fighetti in Audi) do voce al possente V8 che va in moto senza battere ciglio. Il minimo cupo e scostante che sono abituato a sentire con i veicoli d’epoca, qui lascia il posto a un precisissimo e nervoso borbottio che comincia già a farmi sudare le mani. Non appena il propulsore entra in temperatura saluto gli amici, metto in drive e comincio a percorrere un lungo rettilineo… Appena la strada si apre, sotterro l’acceleratore, il kickdown ritarda un po’ il suo lavoro, ma quando scala un paio di marce vengo proiettato in avanti come lanciato da un elastico, e la Chevy continua a spingere in una progressione non eccessivamente brutale, ma talmente costante che sembra infinita, su… su fino a 6.200 giri, poi dentro un’altra marcia e il gioco continua, fino a quando mi rendo conto che la scritta “SCANIA” /,[jmakafda^]&al 74 cruisinlife.it sulla calandra del Tir nell’altra corsia, non sarebbe un gran tatuaggio da aver stampato in fronte… allora mi appello a San Brembo che, in un battito di ciglia, offre una decelerazione davvero sorprendente, perfettamente gestita sia dal telaio sia dall’assetto, riportando la Camaro nella grazia del Signore e permettendomi di tornare ad avere una salivazione vicina alla normalità. In lontananza scorgo una rotonda (ormai sono ovunque!), sposto il cambio in “M” (Manuale) e via tre marce, scalo in seconda con tanto di doppietta automatica, inforco il cerchio con decisione e punto la terza uscita… Spettacolo, la Camaro rimane inchiodata all’asfalto, nessun rollio, sento il posteriore nervoso, ma la Chevy è su due binari e l’architettura del retrotreno a ruote indipendenti compie egregiamente il proprio lavoro. A volante dritto sparo dentro terza e quarta come fucilate, con la trasmissione in modalità “M” la musica cambia e la precisione diventa davvero chirurgica. Quasi senza accorgermene mi trovo a fronteggiare un cur- vone in appoggio verso sinistra, decido di tenere giù, ma in avvicinamento al punto di corda la vettura accenna qualche saltellamento, comportamento pericoloso ma prevedibile quando un assetto rigido incontra del manto stradale sconnesso. Nessun problema, basta alleggerire lievemente il gas (ovviamente non troppo, siamo pur sempre alla guida di una trazione posteriore!), oppure aumentare l’andatura e prepararsi a compiere la curva in uno scenografico sovrasterzo; ma dato che non mi chiamo Samuel Hübinette e, soprattutto, ho dimenticato i 48.900 euro della Camaro a casa, decido di abbracciare la prima opzione, rientrando nello showroom tutto intero e positivamente impressionato da questa Chevy, un macchinario davvero interessante! Mentre esco dall’abitacolo, mi domando quali saranno le maggiori differenze rispetto alla Mustang 5.0 e a incuriosirmi ulteriormente ci pensa Cristiano che, durante lo scambio delle chiavi, con un ghigno quasi beffardo mi dice: “Eh… questa qui va di bestia…”. Dopo aver apprezzato la buona e vecchia “chiave fissa” by Ford, procedo con la regolazione del sedile, dannazione, Cristiano è alto come me, ma ha una posizione di guida bassissima, dovrebbe comprarsi una Lotus Exige! Quando tutto è pronto giro il contatto, aspetto il check delle spie e delle lancette, poi risveglio il 5.0 da 412 cavalli che, grazie a un regime di rotazione massimo vicino ai 7.000 giri, ai collettori di scarico tubolari, all’elettronica avanza- tissima e all’innovativo metodo di fasatura variabile su entrambi i lati della testata TiVCT (sia in aspirazione, sia in scarico), statisticamente promette vere e proprie scintille… staremo a vedere! Dopo aver fatto amicizia con il terzo pedale della Stang (eh sì, qui il cambio è manuale a 6 rapporti), decido di conoscere meglio il mezzo e, compiendo la danza dei piedi veloci, mi trovo subito in quinta. Pazzesco, devo aver saltato qualche marcia… Riproviamo! Seconda-terza-quarta... Tiro metà della quarta e poi, proprio mentre la scimmia sulla spalla mi urla SPALANCAAA! (ssst! Non ditelo a Mr. Fioravanti!), un mazzo di fiori rosa legati al guardrail mi ricorda che “tengo famiglia”, invitandomi silenziosamente ad alzare il piede destro, dato che nessun palo della luce vale i 45.000 euro di questo cavallo imbizzarrito. Comunque lo devo ripetere… pazzesco! Il cambio manuale denota rapporti dannatamente corti, dalla prima alla quarta le marce si buttano dentro una dietro l’altra e, se non fosse per l’innesto della seconda un po’ ostico (ma penso sia solamente cruisinlife 75 [jmakafda^]&al/- dato che l’astina è seminascosta tra collettori e cavi candele, ma l’adrenalina accumulata mi fa vedere ogni difetto come una simpatica peculiarità. La Camaro 2010 è indubbiamente una vettura “cattiva” e non fa nulla per nasconderlo. A differenza della Mustang, che in un modo o nell’altro è sempre stata prodotta dal 1964 ad oggi, la pony car Chevrolet va a colmare un vuoto di produzione che parte dal 2002, anno in cui cessa la produzione della generazione precedente. Con un corpo vettura che mi ricordava vagamente le auto futuristiche della serie televisiva inglese U.F.O. negli anni Settanta, la trovavo goffa e inadeguata a sostenere un nome così prestigioso. La 2010 invece è tutto il contrario: muscolosa, aggressiva, senza compromessi. La versione che proviamo è una 2SS, una delle combinazioni di sigle (RS-SS-LT-LS) che ricalca in pieno le innumerevoli varianti disponibili all’inizio della sua carriera, nel 1966, e che io in realtà non sono mai riuscito a capire. Per non parlare dei COPO (Central Office Production Order), ordini speciali che hanno originato modelli particolari e molto rari. Piuttosto oscuri ai non appassionati del marchio sono anche le sigle dei motori, a me oggi tocca l’L99, un V8 di architettura piuttosto convenzionale, dotato però di un sistema di gestione attiva dell’accensione che permette di ottimizzare le prestazioni e assicurare un funzionamento a 4 cilindri in base alla richiesta di potenza e allo stile di guida. Prima di accendere il 6.2L mi accingo a esaminare l’auto: il frontale non mi convince pienamente, lo trovo veramente troppo aggressivo. La sensazione probabilmente è dovuta ai parafanghi anteriori molto pronunciati ed eccessivamente geometrici. Diversa l’impressione che ricavo guardando l’auto da dietro, con i gruppi ottici molto personali e d’effetto, i terminali di scarico possenti, il lunotto piccolo e sportivo. Vista di tre quarti posteriore la macchina è splendida, con un equilibrio formale tra la massiccia fiancata rinforzata dall’andamento a scalino del “coke-bottle style” e il piccolo padiglione. Molto belli i cerchi da 20” satinati neri che lasciano intravedere un impianto frenante Brembo a 4 pistoni di dimensioni (e prestazioni) maggiori rispetto alla concorrente. Anche il tre quarti anteriore è convincente: la macchina appare larga, bassa e ben piantata. Tanto che anche una semplice (si fa per dire) LS vista nello specchietto incute un immediato timore. Personalmente trovo veramente fuori luogo le finte prese d’aria sui passaruota posteriori, appena accennate nella lamiera. Ma la Camaro è una macchina emozionale che non lascia spazio a esitazioni nel giudizio: non a caso nel 2010 ha vinto il World Car Design of the Year Award. Mi accomodo al posto di guida e scopro che per prima cosa lo spazio sopra la testa è incredibilmente scarso. Non sono certo un gigante, dall’alto dei miei 1,72 m mi chiedo come possa accomodarsi agevolmente un corpulento americano del Midwest o semplicemente un ragazzone dei nostri, visto che ormai anche gli adolescenti superano il metro e ottanta. Una volta presa confidenza con le regolazioni, qui completamente elettriche, trovo una plancia moderna e accattivante. Una fascia in plastica lucida simil-laccata arancione coordinata coi sedili Inferno Orange (gli statunitensi direbbero “color-keyed”), sebbene realizzata con un materiale dall’aspetto piuttosto economico, regala un colpo d’occhio di sicuro effetto così come la strumentazione supplementare sulla console, direttamente ispirata agli anni Sessanta. Con una valanga di strumenti veri e utili su una sportiva, come il termometro dell’olio e la temperatura del cambio. Il volante di fattura sportiva e regolabile anche assial- questione d’abitudine), anche la velocità di cambiata risulterebbe davvero interessante. Sarà anche grazie al classico cambio meccanico a sei rapporti, ma l’erogazione del 5.0 (a distribuzione con doppio albero a camme in testa) risulta completamente diversa rispetto a quella della Camaro; sicuramente meno progressiva e fluida, la Mustang appare però decisamente più brutale e piena fin dai bassi regimi. L’innovativa fasatura variabile (TiVCT) offre accelerazioni più arroganti e selvagge, imbrigliate da un telaio all’altezza della situazione, ma smorzate da un assetto troppo morbido che, guadagnando in comfort, perde però nell’handling (l’assale posteriore rigido di certo non aiuta), innescando un fastidioso beccheggio inerziale in fase di frenata che, rimanendo sempre e comunque precisa, affidabile e all’altezza della situazione, mi fa però rimpiangere quella tavola chiamata Camaro. Ma dato che, ovviamente, sto cercando di frenare il meno possibile (!), il rimpianto passa immediatamente, soprattutto quando durante una scalata quarta-terza (qui eseguita con “doppietta umana”), l’inimitabile ruggito del V8 “Coyote” obbliga le mamme sul marciapiede a prendere in braccio i figlioletti spauriti, e le anziane massaie a chiudere le persiane, giusto per non vedere, per non sapere come andrà a finire… Terminato l’esorcismo su questo diavolo d’una Mustang, fortunatamente posso dire che sia andato tutto bene, sicuramente mi aspettavo un assetto più rigido (forse anche per via della barra duomi adocchiata in precedenza nel vano motore), ma è anche vero che mai avrei pensato che il nuovo propulsore 5.0 avesse così tanta brillantezza e arroganza già dai bassi regimi. In definitiva, guardando i numeri, le differenze non sono poi così abissali: 0-100 km/h in 4.6 secondi per la Mustang e 4.7 per la Ca- vi, chia e l l e: io de b m i dic a c m s o d lo ” effar ante b r i u tia… s s d a e , u b o q i ian va d igno i h Crist g u q a un uest con q … “Eh re… o i r e t l pos di più! i è maro i vedono a C uova gli altr n a l che del o a l l l l e e più b anche qu e t r a ed è La p /.[jmakafda^]&al 76 cruisinlife.it [jmakafda^]&al// cruisinlife.it 77 SCHEDE TECNICHE mente, coniuga gli immancabili comandi sulle razze (qui più accessibili) con una coppia di paddles dietro al volante per azionare manualmente l’automatico a sei marce. L’impressione generale è quella di una maggiore ricercatezza nel design, più studiato e moderno. Veramente brutti invece i comandi della radio e della climatizzazione, che ricordano vagamente una faccia sorridente da manga giapponese. Molto belli e ben realizzati i pannelli porta, perfettamente raccordati con il resto della plancia. Contatto: il 6.2 aste e bilancieri si anima con un sussulto allo scarico che lascia immaginare una profilatura delle cammes tutt’altro che tranquilla. Posiziono la leva in D e la macchina come da copione si sposta molto silenziosamente. Per ora. Ritorno sulla statale da sogno e incomincio a prendere confidenza con l’animale a quattro ruote prima di frustarlo a dovere, nel caso decida di prendere il controllo e catapultarmi in qualche canale irriguo. Sorprendentemente facile da condurre, la Camaro inizia a mostrare i muscoli già dopo pochi metri. Fondamentale l’architettura del retrotreno: ruote indipendenti con una taratura molto sportiva e un assetto assai azzeccato la rendono quasi incollata alla strada, mentre il cambio snocciola le marce influenzato attivamente dalla posizione dell’acceleratore. È infatti possibile ritardare le cambiate e gestirle al meglio con la posizione del /0[jmakafda^]&al pedale del gas: in affondo cambia più in alto permettendo di sfruttare regimi più alti. Per i più esigenti c’è il comando manuale tramite i paddles. Io avrei preferito la possibilità di usare la leva centrale, quelle levette dietro al volante mi hanno sempre ricordato le console dei mocciosi malati di videogiochi, oltre alla scomodità di non poter cambiare facilmente nel misto stretto senza incrociare le braccia. Di contro, impostando un’eclatante seconda-prima, il motore esegue automaticamente la doppietta (punta tacco) per evitare il bloccaggio del posteriore in rilascio. Intelligente. Già, il motore… è bene dirlo subito: non ha la stessa personalità del Ford, ma va interpretato in maniera differente. Possiede un’erogazione corposa e lineare, tipica dei motori aste e bilancieri, con una spinta inesauribile e un possente ruggito che non finisce mai se non a ridosso dei 6.000 giri. Un comportamento che ricorda i V8 volumetrici delle Jaguar fine Anni 80. Solo che la Camaro va tremendamente forte. È una sportivona, lo fa capire dalla superficie vetrata ridotta e dalla visibilità posteriore praticamente inesistente. Tanto per essere chiari, è un’auto che mantiene le promesse. Aperto il cofano che per fortuna “sta su” da solo grazie a due semplici molle a gas, c’è un vero motore, finalmente con poche carenature in plastica. Se devo tirare le somme (e sono ahimé costretto) confesso che mi trovo in seria difficoltà: sono entrambe auto eccezionali, adrenaliniche, ricche di fascino. Mi sono fermato per un caffé con la Mustang e già le voci nel bar e fuori parlavano di lei; faccio benzina con la Camaro e arriva il capannello di esperti “motoristi”. Se state cercando una granturismo con la quale partire da Milano alla volta della Corniche d’Or in Costa Azzurra, e far vedere i sorci verdi alle varie BMW incontrate sul percorso, prendete la Mustang. Sceglietela Grabber Blue, con gli interni chiari, magari convertible. Potete tranquillamente rinunciare al sistema Voice Activated SYNC: la scritta Microsoft sul cruscotto è l’ultima cosa che vorrei vedere su una vera automobile. Se invece il vostro obbiettivo è il vecchio Nürburgring e state per organizzare un weekend a caccia di Porsche, la vostra arma è una Camaro SS. Ordinatela semplicemente Black con interno Inferno Orange in pelle. Quante Carrera si mangerà a colazione? In entrambi i casi, borsoni morbidi per il necessaire e tanta voglia di guidare. Se per caso la vostra petulante compagna avesse da ridire sullo stile di guida, non pensate di rinchiuderla nel bagagliaio, ne uscirebbe subito grazie alla onnipresente maniglia di sicurezza. God Bless America. maro, 0-160 km/h in 10.1 la Ford e 10.5 la Chevy, il quarto di miglio in 12.7 per l’Ovale Blu e 12.9 per il bow tie, con un peso rispettivamente di 1.648 e 1.770 kg… Insomma, sulla carta è questione di decimi, ma nel cuore… beh, lì rimane stampata la brutale accelerazione della Mustang, quel seconda-terza che ti lascia solo il tempo di un Amen, così come l’assetto fantasticamente neutro della Camaro, un inarrestabile treno che corre su due binari e che, una volta finite le marce, sembra abbia ancora la forza di andare avanti… over the top, per alzarsi in volo, proprio come un aereo da combattimento. Due vetture simili, ma completamente diverse: più precisa, più fredda e calcolatrice la Camaro, brutale, impulsiva e più impetuosa la Mustang… Bisogna solo capire se preferite il cappellino dei New York Yankees e gli Oakley Flak Jacket o lo Stetson Buffalo e i Ray-Ban Aviator, sta tutto lì! CAMARO 2010 6.2 2SS L99 Gruppo costruttore: General Motors Co. Marca e modello: Camaro 6.2 2SS Model Year: 2010 Passo: 112.3 inches (2.852 mm) Motore: V8 OHV L99 VVT AFM Cilindrata: 376 c.i. (6.2L) Potenza: 400 CV @ 5900 giri/min Coppia: 556 Nm @ 4300 giri/min Alimentazione: benzina Trazione: posteriore Trasmissione: automatica a 6 marce 6L80 Freni: a disco su entrambi gli assi, con ABS Pneumatici: ant. 245/45 ZR20, post. P275/40 ZR20 Prezzo specifico: 48.900 Euro Peso: 1.770 kg Top speed: 248 km/h 0-100 km/h: 4.7 secondi Colore: Summit White Interni: Inferno Orange Leather Appointed seats Proprietario: Fioravanti Motors Internet: www.fioravantimotors.com MUSTANG 2011 GT PREMIUM Gruppo costruttore: FoMoCo Marca e modello: Mustang GT Premium Model Year: 2011 Passo: 107.1 inches (2.720 mm) Motore: V8 4V Ti-VCT DOHC Cilindrata: 302 c.i. (5.0L) Potenza: 412 CV @ 6500 giri/min Coppia: 529 Nm @ 4250 giri/min Alimentazione: benzina Trazione: posteriore Trasmissione: manuale a 6 marce Freni: a disco su entrambi gli assi, con ABS Pneumatici: Pirelli Pzero Nero 19” Prezzo specifico: 45.000 Euro Peso: 1.648 kg Top speed: 248 km/h 0-100 km/h: 4.6 secondi Colore: Black Interni: Charcoal Black Proprietario: Fioravanti Motors Internet: www.fioravantimotors.com [jmakafda^]&al/1
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