la liturgia delle ore
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LA LITURGIA DELLE ORE Maurizio Barba Varie sono le denominazioni con le quali nel corso dei secoli la Chiesa ha designato la preghiera che scandisce l’intera giornata. r Liturgia delle ore è il nome dell’Ufficio divino apparso per la prima volta nel 1959 e successivamente accolto e scelto come espressivo; «liturgia» perché parte del culto pubblico della Chiesa, «delle ore» perché si tratta di una preghiera destinata a santificare le ore della giornata, dal suo inizio alla sua conclusione. r Ufficio divino è la terminologia usata anticamente per designare all’inizio ogni atto cultuale della Chiesa, mentre in seguito fu limitato alla preghiera liturgica della Chiesa, con la sottolineatura dell’obbligatorietà canonica a essa legata (officium - dovere). r Breviario è un termine antico che significa «sommario, compendio, abbreviazione, sintesi», utilizzato per indicare l’unico volume che raccoglieva in sé i vari libri manoscritti necessari per la recita corale. 1. SINTESI STORICA La storia della Liturgia delle ore è complessa, in quanto nel corso dei secoli ogni Chiesa locale e centri monastici la organizzavano in maniera propria e poi perché la documentazione per la ricostruzione storica risulta non propriamente completa. Nonostante questa difficoltà, c’è da rilevare che comune a tutti era l’idea della preghiera oraria, che affonda le proprie radici nella comunità apostolica la quale osservava l’uso nazionale degli ebrei della triplice preghiera: al mattino, a mezzogiorno e a sera, anche se non era ignota la preghiera notturna. Nel corso dei secoli si aggiunsero altri momenti di preghiera durante la giornata, fino ad arrivare a un sistema di otto tempi, corrispondenti ai seguenti uffici: notturni, lodi, prima, terza, sesta, nona, vespri, compieta. Questo sistema ottonario fu veicolato in Occidente prevalentemente dalla Regola di san Benedetto che ricevette larga diffusione dal secolo VIII e rimase nell’Ufficio romano fino al Vaticano II, che soppresse l’ora di «prima». Nel corso dei secoli, da una parte si ebbe un sovraccarico dell’orario e del contenuto dell’ufficio, e dall’altra si abolı̀ il suo riferimento al rimo naturale 95/5(2008) Rivista Liturgica 884-889 delle ore. Ciò comportò la trasformazione dell’Ufficio divino in un pesante fardello per il clero dedicato alla cura pastorale. Sotto il profilo storico-evolutivo l’Ufficio divino ha conosciuto diverse redazioni che vanno dal Breviario della Curia romana (sec. XI) al Breviario del cardinale Quiñonez (1535), al Breviario di Pio V (1568), alla riforma di Pio X (1911), fino ad approdare al Vaticano II e alla Liturgia delle ore di Paolo VI. Il concilio Vaticano II nel mettere mano alla riforma di questo libro liturgico ha voluto porre alcuni principi fondamentali, a sostegno del nuovo aspetto e significato della Liturgia delle ore rinnovata (SC 87-94). Anzitutto la Liturgia delle ore è considerata non più come preghiera propria del clero e dei monaci, ma di tutto il popolo di Dio; la nuova distribuzione dei salmi in un ciclo di quattro settimane, eccetto per la compieta che ha un quadro solo settimanale, per permettere un’organizzazione più articolata e più varia; maggiore utilizzo delle letture bibliche, non solo sotto il profilo della quantità ma soprattutto della scelta oculata dei testi aderenti ai tempi e ai giorni liturgici, in maniera da favorire una linea logica di sviluppo della storia della salvezza nel corso dell’anno; adattabilità della Liturgia delle ore ai diversi tipi di assemblea che la celebrano; favorire l’interiorizzazione dei salmi mediante l’allestimento di elementi didascalici; varietà e ricchezza per evitare il ritorno ravvicinato di testi uguali con conseguente monotonia, stanchezza e caduta di attenzione. Sulla base di questi principi, nel Consilium ad exsequendam Constitutionem de sacra liturgia, creata da Paolo VI il 25 gennaio 1964 per la riforma liturgica, fu istituita una sezione per l’Ufficio divino il cui lavoro, affidato al Coetus IX, presieduto da mons. A.G. Martimort e coadiuvato da V. Raffa, durò circa otto anni, dal 1964 al 1971 1. 2. ISTRUZIONE GENERALE DELLA LITURGIA DELLE ORE Secondo lo stile tipico dei libri liturgici del concilio Vaticano II, anche la Liturgia delle ore possiede le sue «premesse» che costituiscono un documento di primaria importanza e si qualificano come un vero e proprio trattato teologico, pastorale, ascetico, liturgico sulla preghiera, sul significato della Liturgia delle ore e delle parti di cui si compone. Il documento, composto di ben 284 numeri, è strutturato in cinque capitoli, dei quali si offrono di seguito i titoli e i sottotitoli, per avere un ampio panorama del contenuto. 1 Cf. A. BUGNINI, La riforma liturgica (1948-1975). Nuova edizione riveduta e arricchita di note e di supplementi per una lettura analitica (= Bibliotheca «Ephemerides Liturgicae». «Subsidia» 30), CLV-Ed. Liturgiche, Roma 1997, pp. 483-564. V. RAFFA, La nuova Liturgia delle Ore. Presentazione storica, teologica e pastorale (= Nuova Collana Liturgica 3), Edizioni Opera della Regalità, Milano, 1971, pp. 12-18. La Liturgia delle ore [85] 885 r Il primo capitolo espone gli aspetti teologici dell’Ufficio divino, insieme ad altri elementi di carattere pastorale: Importanza della Liturgia delle ore nella vita della Chiesa. i. ii. iii. iv. Preghiera di Cristo Preghiera della Chiesa La Liturgia delle ore Coloro che celebrano la Liturgia delle ore r Il secondo capitolo descrive minuziosamente la struttura dei singoli momenti e ne illustra il contenuto e il significato spirituale; in questa parte sono fissate anche alcune regole per l’unione organica di alcuni uffici fra loro e con la messa: La santificazione del giorno: le diverse ore dell’Ufficio divino. i. ii. iii. iv. v. vi. vii. Introduzione di tutto l’Ufficio Lodi mattutine e vespri Ufficio delle letture Celebrazioni vigiliari Terza, sesta e nona o ora media Compieta Modo di unire le ore dell’Ufficio con la messa o tra di loro quando si ritiene opportuno r Nel terzo capitolo si passano in rassegna i diversi elementi costitutivi dell’Ufficio divino, ovvero i salmi, le letture, gli inni, le preci, ecc.: I diversi elementi della Liturgia delle ore. i. I salmi e il loro rapporto con la preghiera cristiana ii. Le antifone e gli altri elementi che aiutano a pregare con i salmi iii. Il modo di salmodiare iv. Criteri di distribuzione dei salmi nell’Ufficio v. I cantici dell’Antico e del Nuovo Testamento vi. La lettura della Sacra Scrittura vii. La lettura dei Padri e degli scrittori ecclesiastici viii. La lettura agiografica ix. I responsori x. Gli inni e gli altri canti non biblici xi. Le preci, la preghiera del Signore, l’orazione conclusiva xii. Il sacro silenzio r Il quarto capitolo si interessa dell’Ufficio divino nell’ambito del ciclo annuale, secondo i diversi tempi, le celebrazioni festive, il calendario; si parla anche delle diverse facoltà concesse secondo le circostanze in merito all’uso dei diversi elementi per la celebrazione dell’Ufficio: Diverse celebrazioni dell’anno liturgico. i. La celebrazione dei misteri del Signore ii. La celebrazione dei santi iii. Calendario da usare e facoltà di scegliere qualche Ufficio o qualche sua parte 886 [86] Maurizio Barba r L’ultimo capitolo riguarda i riti da osservare nella celebrazione comune con le norme del canto, degli atteggiamenti, dei ministri, dei paramenti, ecc.: Riti da osservare nella celebrazione pubblica o comune. i. Vari uffici da compiere ii. Il canto nell’Ufficio Dalla lettura attenta di queste premesse emerge il senso e il significato profondo che la Chiesa attribuisce a questa forma di preghiera. Non si può non passare da queste premesse prima di mettersi a celebrare la Liturgia delle ore, in quanto non si coglierebbe l’anima, quello spirito cioè che informa il tutto e le singole parti. 3. STRUTTURA DELLA LITURGIA DELLE ORE SECONDO IL RITO ROMANO La Liturgia delle ore è strutturata in momenti, in ore liturgiche: O Le lodi mattutine sono destinate a santificare l’inizio della giornata nella luce O O O O della risurrezione del Signore Gesù e a consacrare a Dio le primizie del nostro spirito. Infatti, molti testi delle lodi si riferiscono al mattino, all’aurora, alla luce, al sole che sorge, all’inizio della giornata. I vespri si celebrano quando si fa sera, per rendere grazie di ciò che nel giorno è stato donato e abbiamo compiuto, orientando nello stesso tempo la nostra speranza alla luce che non conosce tramonto. Alla fine della giornata, la Chiesa chiede a Dio anche perdono per le ombre di peccato che hanno offuscato l’intera giornata. Le lodi e i vespri costituiscono il duplice cardine della Liturgia delle ore. L’ufficio delle letture ha lo scopo di proporre una meditazione ampia della Sacra Scrittura e delle migliori pagine degli autori spirituali. Il respiro molto ampio, dato alle letture bibliche e ad autori ecclesiastici caratterizza questo momento della Liturgia delle ore, come tempo di ascolto di Dio che parla, tempo di meditazione sulle realtà da lui rivelate, di contemplazione della storia salvifica e del mistero di Cristo. L’ora media, cosı̀ chiamata perché è situata tra le lodi mattutine e i vespri, mira a conservare la tradizione di pregare nel corso della giornata nel mezzo del lavoro. Quando si prega in coro, però, in genere si mantengono le ore canoniche di terza, sesta e nona; l’ora terza ricorda principalmente la discesa dello Spirito Santo e la crocifissione di Cristo, l’ora sesta richiama la preghiera di Pietro, l’agonia di Cristo e la sua ascensione al cielo, l’ora nona rievoca la preghiera di Pietro e Giovanni al tempio, la guarigione dello storpio, la morte di Cristo. La compieta è l’ultima preghiera del giorno, prima del riposo notturno, ed esprime l’abbandono fiducioso in Dio da parte di chi crede in lui. Come Simeone alla fine della sua giornata terrena espresse la gioia e la gratitudine a Dio per aver incontrato Cristo, luce di salvezza, cosı̀ la Chiesa rende grazie al Signore per i benefici ricevuti durante la giornata. La Liturgia delle ore è costituita in gran parte dai salmi, la cui recita è distribuita nel corso di quattro settimane. Ad essi si aggiungono, per le lodi e i vespri, anche alcuni cantici dell’Antico e del Nuovo Testamento. La Liturgia delle ore [87] 887 Per ogni salmo il libro delle ore offre una piccola frase sintetica, tratta dal Nuovo Testamento o dai Padri della Chiesa, per aiutare a pregarli nella prospettiva della rivelazione cristiana. La Liturgia delle ore è costituita da quattro volumi: O Il primo volume, che riporta il Decreto della Congregazione per il culto divino, la Costituzione apostolica Laudis Canticum, L’Institutio generalis de Liturgia horarum (IGLH), possiede i testi relativi ai tempi liturgici dell’Avvento e del tempo di Natale. O Nel secondo volume si trovano i testi per il tempo di Quaresima, per il sacro Triduo pasquale e per il tempo pasquale. O Il terzo volume comprende i testi per le settimane I-XVII del tempo ordinario. O Il quarto volume comprende i testi per le settimane XVIII-XXXIV del tempo ordinario. 4. POSSIBILITÀ DI UN QUINTO VOLUME Nel periodo in cui fu promulgata la Liturgia delle ore sorsero alcuni dubbi e difficoltà in merito alla questione del ciclo delle letture bibliche, inizialmente pensato per due anni. Di fronte alla scelta pratica di fornire dei testi comodi e poco voluminosi, si decise di inserire nei libri della Liturgia delle ore il ciclo di un solo anno e di rimandare la pubblicazione di quello di due anni in un Supplemento. Tale volume, che raccoglie vari elementi facoltativi, fu subito approntato ma venne lasciato da parte nel 1971 e ripreso nel 1986. Recentemente sono stati ripresi i lavori in merito a questa possibilità di avere un nuovo volume che offra una serie di testi alternativi in vista di un arricchimento dei testi patristici e di una variegata possibilità di scelta. Per quanto riguarda i testi biblici, le pericopi sono state riordinate fornendo passi di lettura diversi di quelli attualmente in uso e che comunque coprono nel biennio gran parte della Sacra Scrittura. Per ciò che attiene, invece, alle seconde letture, si è utilizzato come criterio orientativo quello d’inserire testi di autori ecclesiastici antichi, Padri della Chiesa, autori ecclesiastici medievali e moderni di comprovata tradizione, santi di ogni epoca, documenti magisteriali di natura universale, cioè gli atti di concili ecumenici e le encicliche. Sono stati esclusi ovviamente testi di autori viventi o di quelli sui quali non esiste un’esplicita approvazione della Santa Sede. Inoltre, nuovi responsori sono stati redatti in relazione sia alle letture bibliche sia alle varie lectiones alterae. Rimane incerta la questione relativa alle orazioni salmiche, che figurano in alcuni testi già approvati in lingua moderna, ma che per l’edizione tipica latina potrebbero forse in futuro divenire oggetto di un’appendice al Supplementum. 888 [88] Maurizio Barba 5. RICCHEZZA DELLA PREGHIERA DELLA CHIESA Il concilio Vaticano II afferma esplicitamente che la liturgia è la prima e indispensabile fonte dello spirito cristiano e che essa possiede la massima efficacia per la santificazione degli uomini e la glorificazione di Dio (SC 7, 10, 14). Sulla base di questo dato teologico l’IGLH dichiara: «Nella Liturgia delle ore si compie la santificazione dell’uomo e si esercita il culto divino in modo da realizzare in essa quasi quello scambio o dialogo fra Dio e gli uomini nel quale ‘‘Dio parla al suo popolo... il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghiera’’. Senza dubbio i partecipanti possono ottenere dalla Liturgia delle ore una santificazione larghissima per mezzo della parola salvifica di Dio che ha grande importanza in essa» (IGLH 14). È un dato importante questo che mette in rilievo come il cristiano trovi anche nella Liturgia delle ore il luogo della sua santificazione, del rinnovamento dell’alleanza salvifica e della glorificazione di Dio. La Liturgia delle ore è chiamata a essere uno speciale incontro dell’uomo con Dio e con Cristo, e a fare del tempo un segno e uno strumento di salvezza. Per questo, attraverso di essa, i fedeli si offrono in servizio di amore a Dio e agli uomini. La Liturgia delle ore, inoltre, è anche nutrimento ed espressione dell’attività apostolica e coloro che la celebrano contribuiscono in modo misterioso e profondo alla crescita del popolo di Dio ed esercitano la loro vera funzione di condurre anime a Cristo. In altre parole, coloro che esercitano il ministero sacerdotale, mediante la preghiera ecclesiale rendono presente il buon Pastore che prega per i suoi perché abbiano la vita e perché, in questo modo, siano perfetti nell’unità. In conclusione, riportiamo un brano con il quale inizia la Costituzione apostolica Laudis canticum, laddove si evidenzia come la Chiesa, nel corso dei secoli, ha sviluppato la sua capacità di preghiera liturgica mediante la Liturgia delle ore, come liturgia di lode, prosecuzione della preghiera di Cristo e attualizzazione del mistero salvifico: «Il cantico di lode che risuona eternamente nelle dimore celesti e che Gesù Cristo, sommo Sacerdote, introdusse in questo esilio è stato continuato fedelmente e costantemente dalla Chiesa, con una meravigliosa varietà di forme». M. B. Via di Porta Angelica 47/7 I – 00193 Roma [email protected] La Liturgia delle ore [89] 889
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