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INVESTMENT SOLUTIONS & PRODUCTS Trends Institutional Monthly International Wealth Management, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Economia e mercati globali Crescita limitata, inflazione ancora bassa e proventi moderati Pagina 3 Approfondimento Svizzera Svizzera: limitate prospettive di crescita Pagina 7 Approfondimento Europa Eurozona: nuovo slancio della ripresa Pagina 8 Approfondimento APAC Asia 2016: rischi e opportunità Pagina 9 Informazioni importanti Il presente rapporto esprime le opinioni della sezione Investment Strategy del CS e non è stato redatto in conformità agli obblighi di legge intesi a promuovere l'indipendenza della ricerca sugli investimenti. Non è un prodotto della sezione Research del Credit Suisse anche se contiene raccomandazioni relative a ricerche pubblicate. Il CS ha adottato politiche miranti a gestire i conflitti di interessi, tra le quali quelle relative alla negoziazione prima della distribuzione delle ricerche sugli investimenti. Queste politiche non si applicano alle opinioni dei responsabili delle strategie d'investimento illustrate nel presente rapporto. Il presente materiale non costituisce una ricerca d'investimento o una raccomandazione di ricerca ai fini della legge. Ulteriori importanti informazioni sono riportate in calce al presente documento. Il presente materiale si rivolge ai professionisti di mercato e ai clienti istituzionali del Credit Suisse. Eventuali destinatari che non siano professionisti di mercato o clienti istituzionali del Credit Suisse dovranno, prima di effettuare qualsiasi transazione, verificare l'adeguatezza della transazione alla propria situazione e ai propri obiettivi. Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Editoriale 2 In questo numero Economia e mercati globali Crescita limitata, inflazione ancora bassa e proventi moderati Pagina 3 Approfondimento Svizzera Svizzera: limitate prospettive di crescita Pagina 7 Approfondimento Europa Nannette Hechler-Fayd'herbe Head of Investment Strategy nannette.hechler-fayd'[email protected], +41 44 333 17 06 Eurozona: nuovo slancio della ripresa Pagina 8 Approfondimento APAC Asia 2016: rischi e opportunità Pagina 9 Rischi 2016 Incognite note e ignote e il loro probabile impatto sul mercato Pagina 10 Robert J Parker Research Strategic Advisory [email protected], +44 20 7883 9864 Il 2015 sarà ricordato come un anno in cui i titoli di stato core (ancora una volta) saranno stati decisamente più resilienti di quanto inizialmente previsto, gli investimenti alternativi (fatta eccezione per il settore immobiliare) avranno ampiamente deluso e i giudizi relativi tattici su regioni e settori saranno stati il modo migliore per conseguire dei risultati dalle azioni in portafogli attivamente gestiti rispetto a un dato benchmark, invece che sovrappesare la classe d’investimento direttamente. La necessità di una strategia d’investimento tattica attiva contro i periodi di volatilità e un’enfasi complessiva sulla diversificazione saranno ancora molto importanti per degli investimenti di successo nel 2016. Una Fed che procede a una normalizzazione, seppur in modo misurato e non meccanico, potrebbe comportare rialzi graduali dei rendimenti obbligazionari core in generale. Pertanto manteniamo la nostra posizione sottopesata nel reddito fisso nel 2016 e raccomandiamo un’ampia diversificazione, con titoli di credito investment grade, obbligazioni high-yield, dei mercati emergenti e indicizzate all’inflazione, e titoli convertibili come parte integrante dei portafogli obbligazionari. In ambito azionario, prevediamo che i mercati sensibili alla crescita e a beta elevato che traggono vantaggio ulteriormente da un quadro di politica monetaria espansiva, come nell’Eurozona o in Cina, sono quelli meglio posizionati per beneficiare di un sentiment più favorevole alla crescita, mentre le azioni statunitensi potrebbero assistere a un periodo di sottoperformance. A fronte di una divergenza delle politiche leggermente inferiore e della tendenza del dollaro USA a evidenziare una correzione dopo un rialzo della Fed, prevediamo un periodo di movimenti all’interno di un range per il dollaro, prima di una nuova forza più avanti nel 2016 e una maggiore solidità dello yen giapponese. Una fase di stabilità del dollaro e di incremento della domanda, con l’inflazione che comincerà a normalizzarsi, dovrebbe fornire la base per una stabilizzazione delle commodity, che sono a livelli di ipervenduto e valutate in modo attraente, oltre che di valute come la corona norvegese. In questo numero presentiamo le nostre prospettive per il 2016. Ringraziamo i nostri lettori per il continuo interesse manifestato per i nostri giudizi e temi, e auguriamo a ognuno il meglio per il 2016. Termine editoriale: 07 gennaio 2016 Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Economia e mercati globali 3 Economia e mercati globali Crescita limitata, inflazione ancora bassa e proventi moderati Con ogni probabilità nel 2016 la gran parte delle economie sviluppate evidenzierà una crescita in linea con il trend. Verosimilmente l’adeguamento degli squilibri continuerà a deprimere la crescita in molti paesi emergenti. A fronte dei graduali rialzi dei tassi da parte della Fed, verosimilmente le obbligazioni core genereranno proventi poco allettanti. Prevediamo proventi migliori, seppur moderati, per il credito e le azioni. Oliver Adler Head of Economic Research [email protected], +41 44 333 09 61 All’inizio del 2015 la nostra previsione per la crescita del prodotto interno lordo (PIL) globale era vicina al 3,5% YoY, ma gradualmente abbiamo dovuto ridurre questa cifra a indicativamente il 3% YoY (impiegando ponderazioni a parità di potere d’acquisto (PPA)). Tra i fattori che incidono sulla crescita rientrano forze a lungo termine, come la demografia, oltre che l’impatto di brevemedio termine dell’inasprimento delle politiche e la riduzione della leva finanziaria sui mercati emergenti in risposta ai precedenti eccessi creditizi. Il rallentamento della crescita ha continuato a esercitare una pressione al ribasso sui prezzi delle commodity, con ulteriori effetti di disturbo per alcuni paesi che fanno affidamento sulle esportazioni delle materie prime. Il trend demografico più importante è consistito in un rallentamento del tasso di crescita e, in alcuni casi, in una flessione effettiva della popolazione in età da lavoro sui mercati sviluppati. Ciò è più visibile in assoluto in Giappone, oltre che in alcuni paesi europei, in particolare la Germania. Tuttavia qui la ripresa ciclica è stata più solida delle previsioni e, nei prossimi uno o due anni, l’influsso significativo dei rifugiati potrebbe sospingere la crescita – innanzitutto tramite la spesa necessaria e poi migliorando l’offerta di manodopera. Di contro, negli ultimi anni la crescita è stata più solida del previsto in Svizzera per via della solida immigrazione, ma è probabile che diminuisca nei prossimi anni. Anche i mercati emergenti si trovano a dover affrontare sfide demografiche, in particolare la Cina, la cui popolazione probabilmente toccherà i massimi alla fine di questo decennio, e dove la popolazione in età da lavoro sta già diminuendo. Nelle nostre previsioni per il 2016 (v. tabella 1) abbiamo cercato di tenere conto del trend del rallentamento della crescita a lungo termine, valutando al contempo in che misura la ricaduta delle forze nel più breve termine persisterà o evidenzierà un’inversione di tendenza. Tabella 1: previsioni per crescita e inflazione PIL Inflazione Paese/regione 2014 2015E 2016E 2014 2015E 2016E Globale 3.3 3.0 3.4 3.2 3.2 3.8 G-3 1.5 1.9 1.9 1.3 0.2 1.4 BRIC 5.9 4.9 5.6 4.2 4.6 4.0 ME-8 5.8 5.3 5.5 4.1 3.6 3.9 USA 2.4 2.5 2.3 1.6 0.1 1.9 Canada 2.4 1.2 1.6 1.9 1.2 2.2 Eurozona 0.9 1.5 1.7 0.4 0.1 1.0 Germania 1.6 1.6 1.6 0.8 0.2 1.1 Italia -0.4 0.7 1.5 0.2 0.2 0.7 Francia 0.2 1.1 1.3 0.6 0.2 1.1 Spagna 1.4 3.1 2.7 -0.2 -0.6 0.8 Regno Unito 3.0 2.5 2.5 1.5 0.1 1.2 Norvegia 2.2 1.2 1.5 2.0 2.0 2.0 Svezia 2.3 3.2 2.7 -0.2 0.2 1.6 Svizzera 2.0 0.8 1.2 0.0 -1.0 0.0 Giappone-Pacifico 0.5 0.9 1.4 2.6 1.0 1.3 Giappone -0.1 0.5 1.1 2.7 0.9 1.0 Australia 2.7 2.2 2.4 2.5 1.5 2.3 Nuova Zelanda 3.3 2.3 2.4 1.2 0.5 1.9 Asia ex Giappone 6.3 6.0 6.1 3.4 2.6 3.1 Cina 7.4 7.1 7.0 2.0 1.5 2.1 Hong Kong 2.3 2.6 3.0 4.3 3.5 3.2 India (esercizio fiscale) 7.4 7.1 7.3 7.0 5.4 6.0 Indonesia 5.0 4.7 5.1 6.3 6.7 5.2 Corea del Sud 2.9 1.8 2.1 1.0 -0.5 0.6 Singapore 3.3 2.6 3.1 1.3 0.8 2.0 Tailandia 1.0 2.5 3.0 1.9 -0.5 1.8 Europa centroorientale & Russia 1.3 -0.6 1.7 6.5 10.6 6.1 Polonia 3.5 3.5 3.5 0.0 -0.8 1.1 Russia 0.6 -3.5 0.5 7.8 15.4 7.5 Turchia 2.9 3.2 2.8 8.9 7.7 7.2 America Latina 1.0 -0.8 0.0 11.7 16.1 18.3 Argentina 0.5 0.5 -0.7 32.5 16.8 25.6 Brasile 0.1 -3.5 -2.2 6.3 8.9 7.1 Messico 2.1 2.6 2.8 4.0 2.7 3.5 Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Medio Oriente & Africa 3.5 3.0 3.1 5.2 5.9 5.8 Paesi del Golfo 3.4 3.3 2.8 2.8 3.1 3.4 Sudafrica 1.5 1.5 1.6 6.1 4.8 6.0 Economia e mercati globali G-3: UME, Giappone, USA. ME-8: Brasile, Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Messico, Turchia e Sudafrica. Paesi del Golfo: Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, EAU. Le cifre regionali sono ponderate in base alla PPA. Fonte: Credit Suisse. Previsioni al: 30/11/2015 Ulteriore accelerazione in Europa continentale e in Giappone, stop dell’accelerazione negli USA, Australia e Canada sotto la pari Tra i mercati sviluppati, riteniamo che il momentum più solido si registrerà ancora in Europa continentale per via del potenziale incremento della spesa dei consumatori. Inoltre un sostegno è fornito dalla politica monetaria e dalla debolezza valutaria. La gran parte dell’Europa dell’Est resta competitiva a causa dei bassi costi salariali e dovrebbe trarre vantaggio dal miglioramento in Europa occidentale. In Grecia, la ricapitalizzazione delle banche, l’allentamento dei controlli sul capitale e i fondi dal piano Juncker lasciano prospettare una solida svolta potenziale. Anche il Regno Unito dovrebbe continuare a registrare un’espansione piuttosto robusta a fronte del rialzo dei salari reali, ma l’inasprimento delle politiche determinerà delle limitazioni. Non prevediamo altresì che l’economia statunitense acceleri ulteriormente nel 2016, poiché il graduale inasprimento monetario, un biglietto verde più solido e un ridotto ristagno sul mercato del lavoro sono dei fattori limitanti. A fronte di un certo allentamento fiscale e della prudenza della Fed, il rischio di un rallentamento più consistente, o persino di una recessione, appare molto ridotto. Nel contempo, la crescita in Giappone dovrebbe aumentare da livelli bassi poiché l’impatto negativo del rallentamento della crescita cinese si attenua, lo yen si stabilizza a livelli competitivi, i salari salgono e gli investimenti societari migliorano leggermente. In Australia e Canada, la crescita continuerà a risentire dei bassi prezzi delle commodity, mentre l’espansione del settore dei servizi, il deprezzamento valutario e l’immigrazione dovrebbero costituire un cuscinetto. Quota della popolazione in età da lavoro (età: 15–64, 1970=100) 140 130 120 110 100 90 80 United States Germany China India Japan Switzerland EM Asia ex China Brazil 1970 1980 1990 2000 2010 2020 Fonte: Nazioni Unite, Credit Suisse. Ultimo punto di rilevamento: 2015 (E) 4 stinata ad aumentare lentamente anche nei servizi (compresi quelli bancari). Nel contempo, l’incertezza relativa ai trattati bilaterali con l’UE e il futuro regime di imposizione fiscale sulle aziende verosimilmente limiteranno ancora gli investimenti diretti esteri. Da ultimo, sembra sempre più probabile che il boom edilizio degli ultimi anni abbia raggiunto il suo culmine. Crescita globale troppo debole per far aumentare il trend dell’inflazione, ma il tasso headline potrebbe salire leggermente Mettendo insieme tutti questi elementi si evince che l’economia globale evidenzierà ancora con ogni probabilità una crescita moderata nel 2016, in assenza di shock geopolitici imprevisti e consistenti o di significativi errori a livello di politica. Tuttavia, a nostro giudizio, la crescita resterà troppo debole per innescare sostanziali incrementi dell’inflazione e prevediamo che i prezzi dei prodotti negoziati continueranno a calare. Negli USA e nel Regno Unito, dove da qualche tempo è in corso una certa ripresa, anche l’inflazione core interna dovrebbe crescere gradualmente verso il target del 2% YoY della banca centrale. Infatti scende la disoccupazione e i fornitori di servizi riacquisiscono un certo potere di determinazione dei prezzi. Ma l’inflazione è destinata a rimanere al di sotto del target in Giappone, Eurozona e Svizzera. Con ogni probabilità l’inflazione resterà bassa anche in Cina e sui mercati emergenti nella regione Asia-Pacifico ed Europa orientale. Inasprimento della Fed, ma le altre banche riluttanti a seguirne l’esempio Le prospettive per la crescita e l’inflazione determineranno essenzialmente le prospettive della politica monetaria sui mercati sviluppati. La Fed sta facendo da battistrada con un cauto inasprimento, ma altre banche centrali potrebbero essere riluttanti a seguirne l’esempio. Prevediamo che la Bank of Japan continuerà la sua attuale espansione di bilancio, non da ultimo per evitare un nuovo apprezzamento valutario. Tuttavia, qualora l’inflazione non dovesse salire verso il target, non si può escludere un ulteriore quantitative easing (QE) o un passaggio a tassi d’interesse negativi. Considerato che l’inflazione è ben al di sotto del target e visto il ridimensionamento del bilancio, a nostro giudizio la Banca centrale europea (BCE) continuerà il suo programma di quantitative easing nel corso del 2016. Il proseguimento dell’espansione della BCE suggerisce che la Banca nazionale svizzera (BNS) e le banche centrali scandinave e dell’Europa dell’Est si allineeranno, e con ogni probabilità i tassi d’interesse negativi resteranno la norma. Una divergenza a livello di politica monetaria è probabile anche tra i mercati emergenti. Alcuni, come il Messico, potrebbero dover aumentare ulteriormente i tassi come risposta alla Fed al fine di preservare la stabilità valutaria. Altri con tassi d’interesse molto elevati, come il Brasile, potrebbero procedere a un graduale allentamento a fronte della diminuzione dell’inflazione. La Banca Popolare Cinese e alcune altre banche centrali asiatiche con ogni probabilità allenteranno ulteriormente le rispettive politiche per via della persistente disinflazione, ma non prevediamo che la Cina consentirà un significativo deprezzamento della valuta. 2030 I postumi dello shock del franco continuano a deprimere la crescita in Svizzera A nostro giudizio le prospettive per l’economia elvetica sono più limitate rispetto ad altri mercati sviluppati. Il principale problema per l’economia resta il franco sopravvalutato, che ha avuto un effetto decisamente negativo sulle esportazioni. A fronte della debolezza degli investimenti interni e della delocalizzazione delle attività da parte di molte aziende, con ogni probabilità la disoccupazione è de- Mercati finanziari: strategie tattiche, tematiche, regionali e settoriali per superare un moderato trend di crescita Tra le principali classi d’investimento, individuiamo il maggior potenziale nelle azioni globali. Sulla base di un rapporto prezzo-utili elevato, ma non estremo, pari a 15, oltre che di un rendimento da dividendi di quasi il 3%, e di un rapporto price-to-book di 1,9 a fine 2015, le azioni escono favorevolmente dal raffronto con le obbligazioni in tutti gli scenari di crescita per il prossimo anno, tranne nel caso di un’estrema debolezza. Tuttavia, pur attraenti rispetto alle obbligazioni sulla base degli standard storici, i proventi potrebbe- Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Economia e mercati globali ro essere limitati per via del fatto che le valutazioni non sono più economiche, la crescita economica è moderata e i tassi d’interesse potrebbero registrare una crescita. Al fine di massimizzare il potenziale, gli investitori possono adottare un approccio tattico attivo, cercando di impiegare il capitale nel caso di flessioni e di un incremento della volatilità, a prescindere dal fatto che ciò sia causato da notizie economiche, incremento dei tassi, illiquidità o fattori geopolitici. Le prime fasi dell’inasprimento della Fed (e di qualsivoglia incremento risultante dei rendimenti obbligazionari) potrebbero generare un’opportunità di questo tipo a inizio 2016. Anche le selezioni tematiche, regionali e settoriali saranno con ogni probabilità critiche per l’outperformance azionaria. Gli elevati saldi di cassa societari e i rapporti di distribuzione degli utili ancora relativamente bassi dovrebbero fornire un continuo sostegno per temi specifici correlati all’attività di fusione e acquisizione (M&A), ai riacquisti azionari e agli incrementi dei dividendi sospinti dai flussi di cassa. Tra gli investimenti alternativi, lo stesso tema dovrebbe favorire gli hedge-fund orientati all’arbitraggio su M&A. A livello regionale, sembra che le azioni maggiormente interessate dall’allentamento non convenzionale della politica registreranno verosimilmente un’outperformance, in particolare nell’Eurozona e in Svizzera, con un focus sulle azioni più direttamente esposte ai consumi europei interni (che traggono vantaggio da una ripresa del sentiment dei consumatori e da una crescita creditizia). A nostro giudizio le azioni dell’Eurozona sono tra quelle con il maggior potenziale di crescita degli utili, e il programma di QE della BCE in corso incrementa il rialzo potenziale. Le azioni elvetiche restano interessanti, in particolare per via del loro rendimento, specialmente per gli investitori interni svizzeri che hanno come alternativa (poco interessante) i rendimenti obbligazionari negativi. In termini di settori azionari, negli ultimi anni si è registrata una sostanziale divergenza, sospinta da problematiche strutturali e cicliche. La modesta crescita globale, l’invecchiamento delle popolazioni e una debole crescita della produttività suggeriscono una propensione verso i settori dei servizi dove la domanda sta aumentando, soprattutto in quello sanitario – che ha dovuto fare i conti con un consistente ridimensionamento del sentiment (ma non della crescita dei ricavi) nel 2015, oltre che verso le large cap del comparto tecnologico, che determinano e in parte traggono vantaggio da una deflazione più estesa nei tradizionali mercati dei beni. Sia il settore sanitario che quello tecnologico sembrano destinati a evidenziare un’outperformance, in particolare rispetto ai settori industriali più tradizionali e a quelli più sensibili ai tassi d’interesse, come le utility. Azioni globali, utili per azione (EPS) e revisioni degli utili 450 32 400 28 350 24 300 20 250 16 200 12 150 8 100 4 MSCI AC World Equity Index (USD) EPS 12 months (USD, trailing, rhs) IBES forecasts (rhs) 50 0 -50 -100 Jan 88 Jan 92 Jan 96 Jan 00 Jan 04 Net earnings revisions (%) Fonte: Datastream, IBES, Credit Suisse / IDC Jan 08 Jan 12 Jan 16 5 L’inasprimento della Fed destinato a invertire la flessione dei rendimenti globali Sembra sussistere uno scarso potenziale al rialzo per i rendimenti dei titoli di stato core nel 2016, ma è invece presente un certo potenziale al ribasso. Infatti i contributi delle cedole sono insufficienti per assorbire l’impatto di incrementi dei rendimenti anche graduali. A livello regionale, i rendimenti delle obbligazioni potrebbero ancora essere sospinti in direzioni opposte dalle mosse divergenti a livello politico delle banche centrali. Sussiste il rischio che delle sorprese inattese in termini di crescita negativa possano spingere alcune banche centrali a intraprendere misure sempre più radicali, tra cui la possibilità di spingere ulteriormente i tassi in territorio negativo. Ma gli attuali livelli dei rendimenti obbligazionari, a quanto sembra, scontano già parte di questo rischio. Nel caso estremo della Svizzera, che deve fare i conti con l’allentamento della BCE in corso, i rendimenti dei titoli di stato a 2 e 10 anni stanno essenzialmente scontando tassi d’interesse sotto lo zero per un periodo prolungato. Rendimenti obbligazionari reali e nominali USA (in %) 6.0 5.0 US 5-year Treasury yield (%) 4.0 Expected inflation 3.0 2.0 1.0 Real yield 0 -1.0 -2.0 -3.0 Mar 02 Mar 04 Mar 06 Mar 08 Mar 10 Mar 12 Mar 14 Fonte: Bloomberg, Credit Suisse / IDC Rendimento dei premi di rischio nel credito, ma la selettività è fondamentale Considerato che i rendimenti delle obbligazioni core sono destinati a crescere gradualmente, con ogni probabilità gli investitori faranno fatica a individuare delle opportunità di rendimenti e di plusvalenze nel reddito fisso migliori rispetto al mercato azionario globale. A differenza dei titoli di stato, i rendimenti societari presentano attualmente prospettive migliori per controbilanciare perlomeno un lento rialzo tendenziale dei tassi d’interesse, al netto del rischio di default. Tra i titoli di credito investment grade, quelli a tasso variabile costituiscono un’attraente alternativa al rischio di duration rappresentato dalle obbligazioni a reddito fisso a scadenza più lunga, e offrono una copertura contro un maggiore inasprimento della politica della Fed. Per il rendimento, i titoli di credito di categoria inferiore offrono l’unica alternativa credibile agli asset azionari. Ma, anche in questo caso, si dovrebbe fare attenzione alla tempistica e alla scelta delle obbligazioni. A fine 2015, gli spread creditizi societari complessivi sono di poco al di sopra delle medie di 25 anni, e riflettono un peggioramento dei fondamentali creditizi (particolarmente pronunciato nel settore energetico statunitense) e, più in generale, la prospettiva di un inasprimento della Fed. Riteniamo che il fattore fondamentale per ricavare valore dal settore high yield sia una selezione attentamente diversificata dei rischi creditizi, in particolare a fronte dell’inversione del ciclo di default. I prestiti privilegiati, che sono titoli di credito dotati di una garanzia, offrono un rendimento atteso simile, composto da una cedola più bassa, ma da un tasso di recupero di norma più elevato in caso di default. A livello regionale fa- Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 voriamo i titoli high yield europei, nell’ambito dei quali il continuo impegno della BCE di acquistare asset resta saldamente presente. Coperture contro l’inflazione Per via dei rendimenti correnti poco elevati, uno dei rischi principali nel reddito fisso sarebbe una sorprendente accelerazione dell’inflazione, che richiederebbe un inasprimento più aggressivo della Fed e un allentamento minore o assente altrove. Una copertura interessante per questo scenario è rappresentata dalle obbligazioni indicizzate all’inflazione. Sebbene anche questo settore di mercato risenta di rendimenti poco elevati e sarebbe vulnerabile a un forte incremento dei rendimenti reali, offre una copertura diretta ed efficace contro la crescita dell’inflazione, che probabilmente precederebbe qualsiasi reazione aggressiva delle banche centrali. Le commodity sono un’eccezione rilevante rispetto a trend e coperture fondamentali attesi per il 2016. Sebbene la classe d’investimento appaia ora generalmente economica, si prevede che gli eccessi di offerta e capacità limiteranno il potenziale al rialzo, almeno a inizio anno. Un’inattesa accelerazione verso una solida crescita globale determinerebbe una traiettoria decisamente più elevata dei rendimenti per le commodity, e ciò suggerisce che questo settore può fornire una copertura contro le sorprese di crescita al rialzo. Ma, analogamente, il settore sarebbe più vulnerabile in assoluto in presenza di uno scenario caratterizzato da un rischio di recessione. Allo stesso modo, l’oro potrebbe oscillare fortemente con la traiettoria reale della Fed e le conseguenze associate per il biglietto verde. Economia e mercati globali 6 Considerazioni valutarie Mentre il rialzo degli interessi negli USA dovrebbe sostenere il dollaro USA nel 2016, il percorso potrebbe essere irregolare e non essere uguale tra le principali valute. L’evidente riluttanza della Bank of Japan a passare a tassi d’interesse negativi o a perseguire un ulteriore QE a fine 2015 significa che lo yen giapponese è meno vulnerabile dell’euro o del franco svizzero, per i quali i tassi delle banche centrali hanno oltrepassato la soglia dello zero. La sterlina britannica potrebbe restare indietro rispetto al trend del dollaro USA poiché la Bank of England arranca dietro alla Fed, e anche lo spettro di un referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’UE già nel 2016 limita il potenziale. Con ogni probabilità il franco svizzero resterà all’interno di un range rispetto all’euro, sulla base dell’ipotesi che all’allentamento della BCE in corso si accompagnino un intervento costante e possibili ulteriori azioni sul piano della politica da parte della BNS, al fine di evitare un ritorno del cambio EUR/CHF a 1.00. Conclusioni per l’asset allocation Da una prospettiva di asset allocation, individuiamo il potenziale maggiore nel favorire le azioni globali rispetto alle obbligazioni di tutto il mondo nel 2016. In ambito azionario, favoriamo le esposizioni con la fonte di liquidità verosimilmente più consistente, in particolare l’Eurozona, e dove sembra che i trend al rialzo settoriali abbiano il sostegno più strutturale, vale a dire settore sanitario e tecnologia. Riteniamo che gli investitori debbano mantenere un elevato livello di diversificazione, focalizzandosi sempre più sulla selettività delle fonti di rendimento, e favorendo una propensione tattica per l’utilizzo del capitale. L’inasprimento Fed, shock economici, l’illiquidità o la geopolitica potrebbero determinare sacche di volatilità, ma si prevede che la pazienza degli investitori verrà ricompensata dal quadro sottostante di una continua crescita. (23.12.2015) Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Approfondimento Svizzera 7 Approfondimento Svizzera Svizzera: limitate prospettive di crescita L’economia elvetica ha evitato una recessione dopo lo shock correlato al franco svizzero. Si prevede che la crescita economica migliorerà leggermente nel 2016, pur restando ridotta. I tassi negativi rimangono una sfida per gli investitori in Svizzera che necessitano di fonti di ricavi alternative, come le azioni elvetiche. Florence Lombardo Investment Strategy Europe & CH [email protected], +41 44 332 07 23 Il 2015 è stato un anno ricco di avvenimenti per l’economia e gli investitori svizzeri, e la Banca nazionale svizzera (BNS) ha scosso il mercato con la sua decisione di abbandonare il livello minimo per il cambio EUR/CHF il 15 gennaio, tagliando al contempo i tassi d’interesse in territorio ampiamente negativo. Mentre l’economia elvetica è stata in grado di evitare una recessione, il solido apprezzamento del franco svizzero ha pesato sul settore delle esportazioni. I dati economici svizzeri verso fine anno sono rimasti piatti, ma hanno ampiamente sostenuto le nostre ipotesi di una crescita del PIL reale pari allo 0,8% per il 2015 e di un miglioramento molto moderato verso una crescita dell’1,0% nel 2016. La migliore dinamica di crescita dei principali partner commerciali elvetici sta aiutando a stimolare la domanda per le esportazioni, ma le aziende svizzere devono comunque ancora fare i conti con una solida pressione sui margini. Si prevede così che la ripresa delle esportazioni sarà lenta nel 2016. Nel contempo, l’economia interna sta perdendo gli impulsi di crescita, a fronte di una concorrenza dai fornitori e di un lento incremento della disoccupazione, sebbene l’immigrazione, il potere d’acquisto più elevato e i bassi tassi di prestito forniscano un sostegno. Per quanto riguarda l’inflazione, si prevede che resterà molto bassa, pur riprendendosi da dato del –1,0% atteso nel 2015 allo 0,0% nel 2016. Visti i dati molto bassi sull’inflazione, la debole dinamica di crescita e la pressione sulla valuta, sembra probabile che la BNS manterrà la sua attuale posizione politica, che si fonda su tassi di deposito negativi e su regolari interventi valutari. I tassi negativi restano una sfida per gli investitori Per gli investitori in Svizzera, il quadro caratterizzato da tassi d’interesse negativi continuerà quindi a rappresentare una sfida. Le valutazioni delle obbligazioni elvetiche restano molto costose, con i rendimenti in territorio negativo per le scadenze fino a 12 anni al momento della redazione. La normalizzazione della politica monetaria negli USA e il risultante incremento dei rendimenti statunitensi determineranno con ogni probabilità un leggero incremento dei rendimenti elvetici, ma la politica accomodante della BNS e i livelli di inflazione molto bassi dovrebbero evitare consistenti movimenti al rialzo. In questo quadro, le obbligazioni della Confederazione dovrebbero restare poco interessanti e gli investitori avrebbero ancora bisogno di fonti di ricavi alternative (ad esempio titoli di credito societari di tipo investment-grade). A livello globale, e ancor di più per la Svizzera, continuiamo a favorire le azioni rispetto alle obbligazioni. A un livello superiore al 3%, il rendimento da dividendi per le azioni elvetiche è interessante e i parametri di valutazione non sono estesi. Mentre si prevede che il franco svizzero resterà sopravvalutato, le aziende elvetiche stanno traendo vantaggio da un miglioramento della dinamica di crescita nell’Eurozona e dall’allentamento della politica monetaria in corso in un contesto globale. Inoltre, ci attendiamo sviluppi favorevoli nel settore sanitario, che ha un notevole peso nell’indice svizzero. Entrando nel 2016, presentiamo un giudizio più bilanciato sulle small e mid cap elvetiche rispetto alle large cap, che hanno evidenziato una consistente outperformance negli ultimi sei mesi in linea con le nostre attese. Il gap di valutazione più ristretto risultante dovrebbe limitare il potenziale di outperformance nel breve termine delle small e mid cap elvetiche rispetto alle large cap, sebbene siano intatti i driver per il valore fondamentale. (18.12.2015) Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Approfondimento Europa 8 Approfondimento Europa Eurozona: nuovo slancio della ripresa La ripresa economica europea procede in linea con le previsioni, e sembra destinata ad accelerare leggermente nel 2016. L’inflazione è ancora bassa, e ciò costringe la BCE a mantenere una propensione all’allentamento. Entrando nel 2016, individuiamo buone prospettive di performance per le azioni dell’Eurozona e tedesche in particolare. Florence Lombardo Investment Strategy Europe & CH [email protected], +41 44 332 07 23 Dopo la crisi del debito, la migrazione costituisce un’importante sfida con cui l’Europa deve attualmente fare i conti. Posto che la gran parte dei rifugiati possa essere integrata con successo nel mercato del lavoro, il prodotto interno lordo (PIL) potenziale dell’Europa potrebbe in realtà crescere nel medio termine. Visto il necessario supporto fiscale anticipato (ad es. servizi sanitari e alloggi), l’impatto positivo sul PIL potrebbe manifestarsi anche prima. Nel 2016, si prevede che l’Eurozona proseguirà nel suo percorso di ripresa su base estesa, con il PIL reale che accelererà verso uno stimato 1,7% dall’1,5% di quest’anno. Forniscono un particolare sostegno il miglioramento delle condizioni creditizie, un euro relativamente più debole e una politica fiscale un po’ più allentata. A livello dei singoli paesi, l’economia tedesca ha dimostrato di essere decisamente solida, sostenuta dalla domanda interna. Quest’ultima potrebbe fornire un contributo ancora più importante alla crescita del PIL tedesco (2016E: +1,6%) poiché la consistente occupazione, la buona crescita dei salari e la migrazione fanno aumentare la domanda. L’economia francese, che di solito è meno dinamica nelle fasi di rialzo, con ogni probabilità registrerà un’accelerazione della crescita solamente moderata poiché gli investimenti restano un peso (2016E: 1,3%). In Italia, il miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro, i bassi prezzi del petrolio, una Banca centrale europea (BCE) accomodante, alcuni progressi a livello delle riforme e meno problematiche sul piano fiscale dovrebbero consentire alla crescita economica di migliorare in modo più significativo (2016E: +1,5%). La Spagna è uno dei principali beneficiari del miglioramento delle condizioni finanziarie determinato da diverse misure della BCE, per via del ricorso all’indebitamento an- cora elevato nell’economia. Ciononostante, per il futuro, prevediamo che la ripresa continuerà a un passo leggermente inferiore (2016E: +2,7%) poiché è improbabile che ulteriori flessioni consistenti dei tassi d’interesse e dei prezzi dell’energia saranno ricorrenti anche nel 2016. Per quanto riguarda l’inflazione, le misure di base sono aumentate un po’ da un minimo di appena il +0,6% YoY a inizio 2015, ma la gran parte dei fattori (ad es. capacità in eccesso) suggeriscono che, con ogni probabilità, l’inflazione resterà bassa nel 2016. Ciò implica che la BCE presenterà una propensione, semmai, all’aggiunta di misure di allentamento a quelle recenti. Si suppone che l’attuale programma di acquisto di asset proseguirà almeno fino al marzo 2017, e i parametri del programma saranno rivisti nella primavera del 2016. La prossima riunione chiave del Consiglio della BCE da monitorare è quella nel marzo 2016, quando la BCE estenderà le proprie proiezioni macroeconomiche al 2018. La propensione accomodante della BCE sostiene in particolare le azioni dell’Eurozona, poiché l’espansione dell’offerta monetaria e un indebolimento dell’euro dovrebbero tradursi in un miglioramento degli utili per le società. Nel 2016, nell’Eurozona, prediligiamo il mercato tedesco poiché è quello che beneficia maggiormente della diminuzione dei timori relativi alla crescita globale, e in particolare dell’indebolimento dell’euro. D’altro canto, sembra che le azioni italiane siano le più vulnerabili per via delle valutazioni ancora elevate e di un giudizio ciclico che ha perso di slancio, analogamente a una certa dinamica delle riforme italiane. Prima di aggiungere dell’esposizione alla Spagna, attenderemmo una maggiore chiarezza sul fronte politico e una stabilizzazione in America Latina. Da un punto di vista settoriale, oltre ai settori sanitario, IT e delle telecomunicazioni, riteniamo che il settore dei beni di consumo ciclici sia interessante nell’Eurozona. (18.12.2015) Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Approfondimento APAC 9 Approfondimento APAC Asia 2016: rischi e opportunità Una complessa interazione tra catalizzatori con una propensione al rischio e un’assenza di rischio con ogni probabilità determinerà il fatto che, nel 2016, gli investimenti negli asset locali resteranno problematici come nel 2015. I mercati asiatici rimarranno vulnerabili alle oscillazioni delle condizioni di finanziamento esterne, nel momento in cui le banche centrali globali espandono o riducono i rispettivi bilanci. La caccia al valore (e la successiva vendita) farà sì che la volatilità dei prezzi resti elevata. John Woods Regional CIO - APAC [email protected] Jack Siu Investment Strategy APAC [email protected], +852 3407 8243 La valutazione e la liquidità sospingeranno le azioni asiatiche nel 2016 Posizionandosi per una moderata accelerazione della crescita globale e in Asia nel 2016, il nostro team addetto alla strategia azionaria asiatica prevede che il comportamento favorevole al rischio proseguirà almeno per il primo trimestre dell’anno per via delle previsioni di un (temporaneo) indebolimento del biglietto verde, del sostegno delle valutazioni e delle previsioni di un supporto della liquidità da parte delle banche centrali globali. La cosa importante è che gli afflussi di capitali (il fattore che determina i prezzi marginali degli asset rischiosi nella regione) sono ripresi nel 4T 2015, ma idealmente continuerebbero nel corso del 2016 se la propensione al rischio dovesse essere sostenuta. Si tratterà di un importante indicatore dei flussi da monitorare. A nostro giudizio, i mercati azionari locali sono ancora economici, continuano a offrire del valore e potrebbero attrarre certamente l’attenzione di chi è alla ricerca di quest’ultimo nel 2016, preoccupato per via della ricchezza relativa dei mercati sviluppati (v. fig. 1). D’altro canto, dei peggioramenti percepiti delle prospettive di crescita – in particolare per la Cina – potrebbero essere puniti severamente. A livello di regioni, riteniamo che le azioni asiatiche ex Giappone evidenzieranno un’outperformance rispetto ai mercati emergenti, in particolare Taiwan, Corea del Sud e Singapore, poiché prevediamo che la crescita globale e la ripresa nel settore informatico andranno a beneficio dei paesi orientati alle esportazioni. Ipotizziamo altresì un’outperformance della Cina e che il settore dei servizi continuerà a sospingere la crescita. Siamo neutrali su India, Hong Kong, Filippine e Indonesia, e riteniamo che il resto del Sud-Est asiatico continuerà a evidenziare un’underperformance sulla scia della debolezza delle commodity e del rischio d’evento a livello politico. Nel 2016 le valute asiatiche continueranno con ogni probabilità a essere difensive Prevediamo che le divise asiatiche resteranno sulla difensiva, almeno per il primo semestre del 2016. Le divise dei ME e asiatiche sono ancora indietro rispetto alla svendita delle commodity nel loro complesso, e ciò si va ad aggiungere al rischio di carry e al peggioramento della crescita relativa rispetto ai mercati sviluppati. Questa prevista debolezza è anche in linea con la ripresa dell’economia statunitense, la crescita dei tassi d’interesse negli USA e l’ulteriore indebolimento del CNY a seguito dell’annuncio dell’inclusione dei diritti speciali di prelievo (Special Drawing Rights, SDR). Pertanto restiamo negativi sulla gran parte delle divise asiatiche. L’eccezione rilevante sarebbe il MYR, per cui individuiamo una significativa sottovalutazione che controbilancia i rischi ciclici prevalenti. Ciò determina un giudizio complessivamente neutrale. Prediligiamo le obbligazioni corporate asiatiche in USD Nel reddito fisso, restiamo neutrali sulle obbligazioni asiatiche in valuta forte, favorendo una selezione di titoli di credito corporate asiatici di tipo investment-grade, nell’ambito dei quali il restringimento degli spread creditizi controbilancia con ogni probabilità il potenziale impatto negativo della crescita dei rendimenti dei Treasury USA. (18.12.2015) Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Rischi 2016 10 Rischi 2016 Incognite note e ignote e il loro probabile impatto sul mercato Le principali classi di attivi dovrebbero riuscire a resistere alla maggior parte dei possibili rischi nel 2016, quali un rallentamento della crescita, un’accelerazione della stretta monetaria o una maggiore illiquidità. Gli investitori dovrebbero mettere a punto i propri portafogli, tenendo conto dell’effetto che alcuni eventi potrebbero avere sulle classi di attivi utilizzate a scopo di diversificazione, come l’oro e molti attivi emergenti. Jonathan Horlacher Fundamental Micro Themes Research [email protected], +41 44 332 80 17 In questo articolo illustriamo alcune delle potenziali aree di rischio per il nostro scenario di base, a cui riteniamo che gli investitori dovrebbero prestare attenzione nel 2016, individuate in base alle nostre analisi e alle opinioni espresse dagli investitori nel corso del nostro sondaggio di fine 2015. Ci concentriamo in particolare su quattro ampi ambiti: (1) debolezza economica più grave del previsto; (2) il rischio opposto, quello di una crescita superiore alle aspettative che determini un inasprimento delle politiche monetarie; (3) rischi geopolitici e simili; (4) problemi generati nell’ambito degli stessi mercati finanziari. In ciascun caso, indichiamo quelle che sono a nostro avviso le probabilità di ciascuno scenario e il previsto impatto sul mercato. Consideriamo quindi come tenere conto di questi rischi nel riorganizzare i portafogli per il 2016. Naturalmente possiamo esaminare solo le aree di rischio da noi identificate – le «incognite ignote» esulano dalla nostra analisi. Figura 1: Quali sono i maggiori rischi sino alla fine del 2016? A 32.97% B 34.43% C 9.16% D 12.82% E 3.30% F 4.40% G 2.93% 0 20 40 60 80 100 Votes (%) A. Global economic slowdown C. Fed tightens a lot E. Outright military skirmishes in Pacific G. New Euro crisis B. China debt implosion and/or EM crisis D. Flash crash/market liquidity crisis F. US Politics Fonte: sondaggi tra i clienti in occasione dei seminari Credit Suisse Market Outlook di settembre 2015 1. Debolezza economica più grave del previsto Dividiamo quest’area in due sotto-scenari: 1a. Primo scenario, probabilità media: ulteriore indebolimento dei mercati emergenti con moderato contagio ai paesi avanzati, che tuttavia non innesca una vera e propria recessione globale. Un tale scenario sarebbe a nostro avviso positivo per la maggior parte dei titoli di Stato e delle obbligazioni societarie dei paesi avanzati e per l’oro, e per lo più neutrale per le azioni globali, giacché l’allentamento monetario ridurrebbe fortemente l’impatto del calo degli utili societari. Riteniamo tuttavia che sarebbe negativo per i depositi bancari e per le azioni del settore finanziario, in quanto i paesi più avanzati adotterebbero tassi d’interesse negativi, nonché per le commodity, per le valute e le obbligazioni in valuta forte dei paesi emergenti più deboli. 1b. Secondo scenario, probabilità bassa: recessione economica globale talmente grave da non poter essere scongiurata dalle banche centrali. Potrebbe essere causata da una battuta d’arresto della crescita cinese (che le autorità sembrano determinate a prevenire), ma è difficile che possa essere innescata dall’indebolimento di altri mercati emergenti, dato il loro impatto commerciale relativamente modesto sulle economie avanzate. Tra le altre potenziali cause di recessione figurano eventuali squilibri finanziari, che inciderebbero tuttavia in misura ridotta data la situazione complessivamente accettabile dei bilanci societari e pubblici. In linea generale, non si sono osservati sovrainvestimenti negli ultimi anni (se non in alcune aree della Cina) e, di contro, sono poche le regioni economiche mondiali dove le capacità stanno esaurendosi. Inoltre, la deflazione sembra concentrarsi in aree ristrette (ad es. energia). Una recessione potrebbe anche essere innescata da una stretta monetaria eccessiva dovuta a un errore di valutazione della Fed, o da interruzioni del commercio o dell’approvvigionamento di petrolio causate da fattori geopolitici o ambientali, a cui attribuiamo tuttavia scarse probabilità. Se si dovesse davvero verificare un’inaspettata recessione, riteniamo che favorirebbe i titoli di Stato di qualità a lunga scadenza e l’oro, ma penalizzerebbe la maggior parte degli altri attivi, incluse le obbligazioni societarie e le azioni, giacché si avrebbe un aumento delle insolvenze e un brusco crollo dei profitti. Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 2. Crescita superiore alle aspettative nelle economie avanzate In tale evenienza si assisterebbe a una stretta monetaria più rapida da parte della Fed e ad una ripresa più rapida del previsto in alcuni paesi emergenti. Assegniamo a questo scenario probabilità medio-basse. Si potrebbe realizzare nel caso in cui le società iniziassero a spendere una quota maggiore della liquidità accumulata (sulla spinta forse di una nuova legislazione fiscale negli USA), se i consumi segnassero un lento aumento, favorito dai bassi prezzi petroliferi, se la Germania aumentasse temporaneamente la spesa pubblica per offrire alloggi e supporto al flusso di migranti (che dovrebbe anche alimentare a più lungo termine l’offerta di manodopera), o se l’aumento delle vendite di nuove tecnologie si opponesse lentamente alla relativa tendenza al ribasso dei prezzi. L’impatto sul mercato sarebbe probabilmente molto positivo per le azioni e moderatamente positivo per le obbligazioni high yield e investment grade, dato che l’aumento dei profitti compenserebbe il rialzo dei tassi. Dovrebbe inoltre essere positivo per le commodity e gli attivi dei mercati emergenti in progressiva ripresa, ma negativo per le obbligazioni di qualità con scadenze più lunghe, per l’oro e per le obbligazioni societarie di alcuni emittenti fortemente indebitati, soprattutto in paesi che non beneficiano dell’accelerazione della crescita. Rischi 2016 11 Figura 2: Impatto di grandi eventi geopolitici sulle borse, DJIA indicizzato a 100 DJIA indexed to 100 140 130 120 110 100 90 80 70 60 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 33 36 39 42 45 months after event Invasion of France Assassination of Franz Ferdinand 1973 Arab-Israeli War Iraq invades Kuwait Fonte: Bloomberg, Credit Suisse / IDC. DJIA= Dow Jones Industrial Average Figura 3: Impatto sulle borse di eventi geopolitici meno cruciali, S&P 500 indicizzato a 100 S&P500 indexed to 100 115 3. Fattori geopolitici, di politica nazionale e ambientali I rischi abbondano in molte parti del mondo. Riteniamo che, preso singolarmente, ognuno di essi abbia scarse possibilità di realizzarsi, ma nel complesso le probabilità che si realizzi uno di questi (o un’altra «incognita ignota») sono elevate. La crisi dell’immigrazione in Europa potrebbe sfuggire di mano e favorire un aumento dei consensi per i partiti nazionalisti, innescando potenzialmente una nuova crisi dell’euro. Il Regno Unito potrebbe votare a favore di un’uscita dall’UE («Brexit») nel prossimo referendum, con ripercussioni non chiare su molti fronti. In Svizzera, il dibattito sui rapporti con l’UE potrebbe iniziare a favorire un legame meno stretto. I conflitti in Siria e Yemen e la situazione di stallo in Libia potrebbero intensificarsi e diffondersi, con possibili ripercussioni sull’offerta petrolifera. Il manifestarsi di nuove tensioni o l’aggravarsi di quelle attuali nei mari vicini alla Cina (magari nel periodo delle elezioni a Taiwan a gennaio), in Ucraina o nelle repubbliche dell’Asia centrale (oppure le conseguenze delle tensioni in Medio Oriente) potrebbero danneggiare le relazioni commerciali. Le elezioni presidenziali e del Congresso statunitensi nel 2016 potrebbero causare allarmi in alcuni settori, come quello che ha di recente interessato la sanità, oppure potrebbero favorire il progresso della spesa per infrastrutture e della normativa fiscale, dando slancio alle azioni, come spesso si è visto in precedenti anni elettorali. Inoltre, una grave catastrofe naturale potrebbe avere impatti disastrosi su un’importante economia o una rotta commerciale. Storicamente, gli eventi (geo)politici possono causare ondate generalizzate di vendite sui mercati, che tendono però a esaurirsi rapidamente lasciando spazio ad una maggiore attenzione ai singoli attivi più penalizzati. La nostra analisi suggerisce che solo gli shock geopolitici più profondi (le due guerre mondiali e l’embargo del petrolio nel 1973) hanno avuto ripercussioni molto ampie e durature sugli attivi finanziari globali. 110 105 100 95 90 85 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60 days after event Start Korean War Beirut Bombing 1983 Lockerbie Bombing 9/11 Downing of MH17 Fonte: Bloomberg, Credit Suisse/IDC 4. Problemi generati nell’ambito degli stessi mercati finanziari Innanzitutto, vediamo una probabilità medio-alta di aumento dell’illiquidità del mercato, causato in parte da regole più stringenti sul capitale bancario, che riducono le capacità delle banche di detenere le scorte necessarie per poter continuamente acquistare e vendere titoli. Ciò potrebbe causare brevi turbolenze come i «flash crash» e difficoltà potenzialmente più durature nell’esecuzione delle operazioni degli investitori, soprattutto nel segmento delle obbligazioni societarie e forse anche in quello delle azioni small cap, mentre le large cap dovrebbero essere meno colpite. Riteniamo inoltre altamente probabile che paesi emergenti ed esportatori di petrolio continuino a vendere gli attivi accumulati nelle loro riserve valutarie e nei fondi di ricchezza sovrani per compensare il deflusso di capitali. Questa «stretta quantitativa» riduce la domanda di attivi come le azioni globali e le obbligazioni USA, ma il capitale che fuoriesce da questi paesi deve essere ridiretto altrove, molto probabilmente negli stessi attivi venduti o in sostituti analoghi, per cui l’effetto netto potrebbe essere minimo. In terzo luogo, ravvisiamo un rischio basso ma crescente di insolvenze su scala sistemica nei mercati del debito, dopo la loro rapidissima crescita negli anni dei tassi d’interesse bassi. Finora hanno esibito una buona tenuta, con il successo della ristrutturazione di molte obbligazioni energetiche nel 2015, ma i problemi futuri sono visibili nel mercato statunitense dei prestiti studenteschi, che le agenzie di rating stanno riesaminando in seguito all’inatteso calo della percentuale dei rimborsi. In un’ottica più ampia, il probabile inizio del ciclo restrittivo della Fed Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 potrebbe rivelare le debolezze nascoste del sistema finanziario. Nel complesso desideriamo sottolineare che gli shock finanziari giungono spesso da fonti inaspettate – incognite ignote. Implicazioni per la costruzione dei portafogli nel 2016 Se mettiamo per un attimo da parte i rischi da noi ritenuti poco probabili, le minacce principali su cui concentrarsi sono un rallentamento dell’economia globale (ma non una recessione globale), accompagnato da un ulteriore pronunciato allentamento monetario, il rischio opposto di un’accelerazione dell’economia globale, con conseguente stretta monetaria più accentuata del previsto, e un aumento dell’illiquidità dei mercati finanziari. Come illustrato sopra, l’impatto di ognuno di questi sviluppi sul nostro scenario di base sarebbe neutrale o positivo per le azioni e le obbligazioni societarie globali, e a nostro avviso ciò aumenta la fiducia con cui gli operatori possono investire in queste grandi classi di attivi. Questi scenari possono tuttavia avere effetti diversi su oro, titoli di Stato a più lunga scadenza e sulla maggior parte degli attivi emergenti, cosicché questi attivi possono svolgere una funzione di diversificazione, ma le possibilità che una parte di questi attivi registri una sottoperformance sono notevoli. Inoltre l’aumento dell’illiquidità indica che nello scegliere una data obbligazione è opportuno adottare parametri creditizi più stringenti che in passato, giacché vendere obbligazioni in periodi di tensioni può essere difficile. Rischi 2016 12 La nostra analisi degli eventi storici suggerisce che gli shock geopolitici menzionati sopra (fatta eccezione per una crisi petrolifera innescata da un’estesa conflagrazione in Medio Oriente) potrebbero penalizzare temporaneamente un portafoglio ampio di attivi globali, ma tali effetti negativi svanirebbero rapidamente, probabilmente nel giro di settimane e non di mesi. Un pool più concentrato di attivi potrebbe tuttavia subire maggiori conseguenze negative: ad esempio, alcuni attivi britannici potrebbero subire ripercussioni negative maggiori e più durature se il paese votasse a favore di un’uscita dall’UE e gli investitori dovrebbero tener conto di questi rischi. Ci sono un paio di rischi che eserciterebbero probabilmente un impatto molto diverso sulla performance degli attivi rispetto a quelli menzionati sopra, causando il crollo di azioni e obbligazioni societarie e favorendo oro e titoli di Stato a lunga scadenza. Ci riferiamo al diffondersi dei conflitti in Medio Oriente, con una conseguente interruzione dell’approvvigionamento petrolifero tale da innescare una recessione globale. Per avere un effetto così drastico, le ostilità dovrebbero essere davvero su larga scala, dato il ristagno dei mercati petroliferi mondiali e la flessibilità della produzione di petrolio da scisto statunitense, e questo indica che le probabilità di un tale scenario sono ridotte. Molti investitori potrebbero pertanto non tenerne conto nel riorganizzare i propri portafogli, ma quelli che lo faranno potrebbero prendere in considerazione attivi come opzioni call sul petrolio o sui Treasury USA decisamente out of the money. (14.12.2015) Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 13 Glossario Avvertimenti sui rischi Rischio di mercato I mercati finanziari registrano ribassi e flessioni in base alle condizioni economiche, alle pressioni inflazionistiche, alle notizie in tutto il mondo e ai rapporti specifici ai diversi settori. Mentre i trend possono essere individuati nel corso del tempo, può essere difficile prevedere la direzione del mercato e dei singoli titoli. Questa variabilità genera, per gli gli investimenti azionari, il rischio di una perdita di valore. Rischi obbligazionari Gli investitori sono esposti alle fluttuazioni di tassi d'interesse, valute, liquidità, mercati creditizi ed emittenti, e ciò potrebbe incidere sul prezzo delle obbligazioni. Mercati emergenti I mercati emergenti si trovano in paesi che presentano una o più delle seguenti caratteristiche: un certo grado di instabilità politica, mercati finanziari e modelli di crescita economica relativamente imprevedibili, un mercato finanziario che è ancora in fase di sviluppo o un'economia debole. Gli investimenti nei mercati emergenti comportano di norma, per gli azionisti e i creditori, maggiori rischi di tipo politico, economico, creditizio, valutario, associati alla liquidità sui mercati, legali, di regolamento e di mercato. Hedge funds Indipendentemente dalla struttura, gli hedge fund non si limitano a una particolare disciplina d'investimento o strategia di negoziazione, e cercano di guadagnare in tutti i tipi di mercato ricorrendo a leverage, strumenti derivati e strategie d'investimento speculative, che potrebbero accrescere il rischio di perdita correlata agli investimenti. Investimenti in commodity Le operazioni in commodity presentano un elevato grado di rischio e potrebbero non essere adatte a molti investitori privati. L'ammontare della perdita per via dei movimenti di mercato può essere sostanziale o risultare persino in una perdita totale. Settore immobiliare Gli investitori nel settore immobiliare sono esposti a rischi correlati a liquidità e valute, e ad altri tipi di rischi, tra cui il rischio ciclico, quello associato ai mercati delle locazioni e locali, oltre che il rischio ambientale, e a variazioni della situazione giuridica. Rischi valutari Gli investimenti in valute estere comportano l'ulteriore rischio che la valuta straniera possa perdere di valore rispetto alla valuta di riferimento dell'investitore. Spiegazione degli indici usati con frequenza nei rapporti Indice Commento MSCI World L'MSCI World è un indice dei mercati azionari globali sviluppato e calcolato da Morgan Stanley Capital International. I calcoli si basano sui prezzi di chiusura a dividendi reinvestiti. MSCI EMU Nell'indice MSCI EMU (European Economic and Monetary Union) rientrano aziende a grande e media capitalizzazione in 10 paesi di mercati sviluppati dell'UME. Grazie a 237 componenti, l'indice copre approssimativamente l'85% della capitalizzazione di mercato adeguata al flottante dell'UME. US S&P 500 Lo Standard and Poor's 500 è un indice azionario ponderato in base alle capitalizzazioni che rappresenta tutti i principali settori negli USA e rileva la performance dell'economia domestica attraverso le variazioni del valore di mercato aggregato. Eurostoxx 50 Lo Eurostoxx 50 è un indice azionario ponderato in base alle capitalizzazioni di mercato che comprende le 50 principali società bluechip in Eurolandia. FTSE 100 UK L'FTSE 100 è un indice azionario ponderato in base alle capitalizzazioni di mercato che rappresenta 100 tra le società a maggiore capitalizzazione quotate alla London Stock Exchange. Le azioni presentano una ponderazione di investibilità nel calcolo dell'indice. Topix Giappone Il TOPIX, noto anche come Tokyo Stock Price Index, replica tutte le grandi imprese giapponesi quotate alla «prima sezione» della borsa. Il calcolo dell'indice non tiene conto di emissioni provvisorie e azioni privilegiate. S&P/ASX 200 Australia Lo S&P/ASX 200 è un indice azionario australiano, ponderato in base alle capitalizzazioni di mercato e corretto per il flottante, calcolato da Standard and Poor's. S&P/TSX comp Canada L'indice composito S&P/TSX è l'equivalente canadese dell'indice S&P 500 per gli USA. L'indice comprende i maggiori titoli quotati alla Toronto Stock Exchange. SMI Svizzera Lo Swiss Market Index è composto da 20 delle principali società quotate dell'universo dello Swiss Performance Index. Rappresenta l'85% della capitalizzazione del flottante del mercato azionario svizzero. Essendo un indice dei prezzi, lo SMI non è corretto per i dividendi. MSCI mercati emergenti L'MSCI mercati emergenti è un indice ponderato per il flottante finalizzato a misurare la performance dei mercati azionari sui mercati emergenti globali. L'indice è sviluppato e calcolato da Morgan Stanley Capital International. BC IG Corporate EUR L'indice Euro Corporate replica il mercato delle obbligazioni corporate espresse in euro, investment grade e a tasso fisso. L'indice comprende emissioni che rispondono a requisiti specifici in tema di scadenza, liquidità e qualità. L'indice è calcolato da Barclays. BC IG Corporate USD L'indice US Corporate replica il mercato delle obbligazioni corporate espresse in USD, investment grade e a tasso fisso. L'indice comprende emissioni USA e non USA che rispondono a requisiti specifici in tema di scadenza, liquidità e qualità. L'indice è calcolato da Barclays. BC IG Financials USD L'indice IG Financials replica il mercato delle obbligazioni finanziarie espresse in USD, investment grade e a tasso fisso. L'indice comprende emissioni USA e non USA che rispondono a requisiti specifici in tema di scadenza, liquidità e qualità. L'indice è calcolato da Barclays. CS LSI ex govt CHF Il Liquid Swiss Index ex govt CHF è un indice obbligazionario ponderato in base alle capitalizzazioni di mercato rappresentativo della componente più liquida e negoziabile del mercato obbligazionario svizzero, con l'esclusione delle obbligazioni della Confederazione. L'indice è calcolato dal Credit Suisse. BC High Yield Corp USD L'US Corporate High Yield Index misura le obbligazioni corporate non investment grade, a tasso fisso e tassabili espresse in USD. L'indice è calcolato da Barclays. BC High Yield Pan EUR Il Pan European High Yield Index misura il mercato delle obbligazioni corporate non investment grade, a tasso fisso e denominate in euro, sterline, corone norvegesi, corone svedesi e franchi svizzeri. L'indice è calcolato da Barclays. JPM EM hard curr. USD L'Emerging Market Bond Index Plus replica il rendimento complessivo delle obbligazioni sovrane emesse in valute forti dai paesi emergenti più liquidi. L'indice comprende i Brady bond espressi in USD (obbligazioni in dollari emesse da paesi dell'America Latina), prestiti ed Eurobond. Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 14 JPM EM local curr. hedg. USD Il JPMorgan Government Bond Index replica le obbligazioni emesse in valute locali dai governi di paesi emergenti nei mercati più accessibili per gli investitori internazionali. CS Hedge Fund Index Il Credit Suisse Hedge Fund Index è calcolato da Credit Suisse Hedge Index LLC. Si tratta di un indice degli hedge fund ponderato per gli attivi e comprende solamente fondi, e non conti distinti. L'indice riflette la performance al netto di tutte le spese e commissioni di performance per la componente degli hedge fund. DXY Una misura del valore del dollaro USA rispetto alla maggioranza dei suoi principali partner commerciali. L'indice US Dollar è simile ad altri indici ponderati su base commerciale, che analogamente utilizzano i tassi di cambio delle stesse valute principali. MSCI AC World Il World Index comprende large e mid cap di 23 mercati sviluppati e 23 mercati dei paesi emergenti. Grazie a circa 2480 componenti, l'indice copre all'incirca l'85% delle opportunità azionari investibili a livello globale. MSCI AC Asia/Pacific L'MSCI All Country Asia Pacific Index rappresenta large e mid cap di 5 paesi dei mercati sviluppati e 8 paesi dei mercati emergenti nella regione Asia Pacifico. Con 1'000 componenti, l'indice fornisce una copertura approssimativamente all'85% della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante in ogni paese. MSCI Europe L'MSCI Europe Index rappresenta large e mid cap in 15 paesi dei mercati sviluppati in Europa. Con 422 componenti, l'indice fornisce una copertura approssimativamente all'85% della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante nell'ambito dell'universo azionario dei mercati sviluppati europei. DAX Il German Stock Index rappresenta 30 delle società tedesche più grandi e liquide negoziate preso la borsa di Francoforte. FTSE EPRA/NAREIT Global Real Estate Index Series La FTSE EPRA/NAREIT Global Real Estate Index Series è ideata per rappresentare trend generali nelle azioni qualificate del settore immobiliare in tutto il mondo. Hedge Fund Barometer L'Hedge Fund Barometer è uno strumento di proprietà di Credit Suisse per l'attribuzione di un punteggio. Esso misura le condizioni di mercato per le strategie in hedge fund. Comprende quattro componenti: liquidità, volatilità, rischi sistemici e ciclo economico. Abbreviazioni utilizzate con frequenza nei rapporti Abb. Descrizione Abb. Descrizione 3/6/12 MMA Media mobile a 3/6/12 mesi IMF Fondo Monetario Internazionale AI Investimenti alternativi LatAm America Latina APAC Asia Pacifico Libor London interbank offered rate bbl barile m b/d Milioni di barili al giorno BI Bank Indonesia M1 Un parametro della massa monetaria, comprendente tutto il denaro fisico, come monete e valuta, oltre che i depositi a vista, i conti correnti e i conti per gli ordini negoziabili di prelievo. BoC Bank of Canada M2 Un parametro della massa monetaria, comprendente liquidità e depositi in conto corrente (M1), oltre che depositi di risparmio, fondi comuni sul mercato monetario e altri depositi a termine. BoE Bank of England M3 Un parametro della massa monetaria, comprendente la massa M2 oltre che i depositi a termine, i fondi istituzionali del mercato monetario, i contratti di riacquisto nel breve termine e altri asset liquidi più grandi. BoJ Bank of Japan M&A Fusioni e acquisizioni pb Punti base MAS Autorità monetaria di Singapore BRIC Brasile, Russia, Cina, India MLP Società in accomandita per azioni CAGR Tasso di crescita annuale composto MoM Mese su mese CBOE Chicago Board Options Exchange MPC Monetary Policy Committee CFO Cassa dalle operazioni OAS Spread adeguato alle opzioni CFROI Cash flow return on investment OECD Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico DCF Discounted cash flow OIS Swap indicizzato overnight DM Mercato sviluppato OPEC Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio DMs Mercati sviluppati P/B Price-to-book value EBITDA Margine operativo lordo P/E Rapporto prezzo-utili ECB Banca centrale europea PBoC Banca Popolare Cinese EEMEA Europa dell'Est, Medio Oriente e Africa PEG Rapporto P/E diviso per la crescita dell'EPS EM Mercato emergente PMI Purchasing Managers' Index EMEA Europa, Medio Oriente e Africa PPP Parità del potere d'acquisto EMs Mercati emergenti QE Quantitative easing EMU Unione monetaria europea QoQ Trimestre su trimestre EPS Utili per azione lato dx. lato destro (per i grafici) ETF Exchange traded funds RBA Reserve Bank of Australia EV Enterprise value RBI Reserve Bank of India FCF Flusso di cassa disponibile RBNZ Reserve Bank of New Zealand Fed Fed USA REIT Real estate investment trust FFO Cassa generata nell'esercizio ROE Rendimento del capitale netto FOMC Federal Open Market Committee ROIC Rendimento del capitale investito FX Borsa RRR Coefficiente di riserva obbligatoria G10 Gruppo dei Dieci SAA Asset allocation strategica G3 Gruppo dei Tre SDR Dritti Speciali di Prelievo (DSP, Special Drawing Rights) GDP Prodotto interno lordo SNB Banca nazionale svizzera GPIF Government Pension Investment Fund TAA Asset allocation tattica HC Valuta forte TWI Indice ponderato su base commerciale HY High yield VIX Indice della volatilità IBD Debito fruttifero d'interesse WTI West Texas Intermediate Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 15 IC Credit Suisse Investment Committee a/s anno su anno IG Investment grade YTD Da inizio anno ILB Obbligazione indicizzata all'inflazione Spese al consumo personali (deflatore PCE) Un indicatore dell'incremento medio dei prezzi per tutti i consumi personali interni. Codici per le valute usati di frequente nei rapporti Codice Valuta Codice Valuta ARS Peso argentino KRW Won sudcoreano AUD Dollaro australiano MXN Peso messicano BRL Real brasiliano MYR Ringgit malese CAD Dollaro canadese NOK Corona norvegese CHF Franco svizzero NZD Dollaro neozelandese CLP Peso cileno PEN Nuevo sol peruviano CNY Yuan cinese PHP Peso delle Filippine COP Peso colombiano PLN Zloty polacco CZK Corona ceca RUB Rublo russo EUR Euro SEK Corona/kronor svedese GBP Sterlina SGD Dollaro di Singapore HKD Dollaro di Hong Kong THB Baht tailandese HUF Fiorino ungherese TRY Lira turca IDR Rupia indonesiana TWD Nuovo dollaro di Taiwan ILS Nuovo shekel israeliano USD Dollaro statunitense INR Rupia indiana ZAR Rand sudafricano JPY Yen giapponese Informazioni importanti sui derivati Prezzi I premi delle opzioni e i prezzi menzionati hanno solo carattere indicativo. I premi delle opzioni e i prezzi possono essere soggetti a variazioni molto rapide: i prezzi e i premi citati si riferiscono al momento indicato nel testo e potrebbero, nel frattempo, essere notevolmente cambiati. Rischi I derivati sono degli strumenti complessi e sono destinati alla vendita solo per gli investitori in grado di capire e assumersi tutti i rischi correlati. Gli investitori devono essere consapevoli del fatto che aggiungere delle posizioni in opzioni a un portafoglio esistente può determinare una modifica sostanziale delle caratteristiche e del comportamento del portafoglio in questione. La sensibilità di un portafoglio a determinati movimenti di mercato può risentire parecchio dell'effetto leverage delle opzioni. Acquisto di opzioni call: gli investitori che acquistano opzioni call rischiano di perdere il premio complessivo pagato se il titolo sottostante viene negoziato al di sotto del prezzo di esercizio alla scadenza. Acquisto di opzioni put: gli investitori che acquistano opzioni put rischiano di perdere il premio complessivo pagato se il titolo sottostante si attesta al di sopra del prezzo di esercizio alla scadenza. Vendita di opzioni call: gli investitori che vendono le opzioni call si impegnano a vendere il sottostante al prezzo di esercizio, anche se il prezzo di mercato del sottostante è nettamente più elevato. Gli investitori che vendono delle opzioni call coperte (detenendo il titolo sottostante e vendendo un'opzione call) rischiano di limitare il rispettivo potenziale al rialzo al prezzo di esercizio più il premio anticipato ricevuto e il titolo potrebbe essere oggetto di una vendita forzata se il prezzo del titolo supera il prezzo di esercizio dell'opzione call short. Inoltre, l'investitore partecipa completamente ai ribassi, e ciò viene controbilanciato solo parzialmente dal premio ricevuto anticipatamente. Se gli investitori sono costretti a vendere il sottostante, potrebbero essere soggetti a un'imposizione fiscale. Gli investitori che shortano le naked call (vale a dire che vendono call senza detenere il titolo sottostante) rischiano delle perdite illimitate corrispondenti al prezzo del titolo meno il prezzo di esercizio. Vendita di opzioni put: chi vende opzioni put s'impegna ad acquistare il titolo sottostante al prezzo di esercizio nel caso in cui il titolo scendesse al di sotto di tale prezzo. La perdita massima corrisponde al prezzo di esercizio complessivo, meno il premio ricevuto per la vendita dell'opzione put. Acquisto di call spread: gli investitori che acquistano call spread (comprando un'opzione call e vendendo un'opzione call con un prezzo di esercizio più elevato) rischiano la perdita del premio complessivo versato se il sottostante si attesta al di sotto del prezzo di esercizio più basso alla scadenza. Il guadagno massimo derivante dall'acquisto di call spread corrisponde alla differenza tra i prezzi di esercizio, meno il premio anticipato pagato. Vendita di naked call spread Vendita di call spread allo scoperto (vendita di un'opzione call e acquisto di un'ulteriore opzione out-of-the-money in assenza di posizioni nel titolo sottostante): gli investitori rischiano una perdita massima corrispondente alla differenza tra il prezzo d'esercizio dell'opzione call nel lungo termine e quello dell'opzione call nel breve termine, meno il premio anticipato se il titolo sottostante chiude al di sopra del prezzo di esercizio dell'opzione call long alla scadenza. Il guadagno massimo corrisponde al premio anticipato, se il titolo chiude al di sotto del prezzo di esercizio dell'opzione call short alla scadenza. Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 16 Acquisto di put spread: anche gli investitori che comprano put spread (acquisto di un'opzione put e vendita di un'opzione put con un prezzo di esercizio più basso) devono fare i conti con una perdita massima correlata al premio anticipato pagato. Il guadagno massimo derivante dall'acquisto di put spread corrisponde alla differenza tra i prezzi di esercizio, meno il premio anticipato versato. Acquisto di strangle Acquisto di strangle (ossia di un'opzione put e di un'opzione call): la perdita massima corrisponde al premio complessivo versato per entrambe le opzioni, laddove il sottostante si attestasse tra il prezzo di esercizio dell'opzione put e quello dell'opzione call alla scadenza. Vendita di strangle o straddle: gli investitori long in un titolo e short in una strangle o straddle rischiano di limitare il proprio potenziale al rialzo nel titolo al prezzo di esercizio dell'opzione call venduta, più il premio anticipato ricevuto. Inoltre, laddove il titolo venisse scambiato al di sotto del prezzo di esercizio dell'opzione put short, gli investitori rischiano di perdere la differenza tra il prezzo di esercizio e il prezzo del titolo (meno il valore del premio ricevuto) sull'opzione put short e subiranno anche delle perdite nella posizione nel titolo laddove detenessero delle azioni. La perdita potenziale massima corrisponde al valore intero del prezzo di esercizio (meno il valore del premio ricevuto) più le perdite sulla posizione long nel titolo. Gli investitori short in strangle o straddle allo scoperto corrono il rischio di una perdita potenziale illimitata poiché, se il titolo viene negoziato al di sopra del prezzo di esercizio della call, gli investitori rischiano di perdere la differenza tra il prezzo di esercizio e il prezzo del titolo (meno il valore del premio ricevuto) sull'opzione call short. Inoltre, sono tenuti ad acquistare il titolo al prezzo di esercizio dell'opzione put (meno il premio anticipato ricevuto) se il titolo chiudesse al di sotto del prezzo di esercizio dell'opzione put alla scadenza. Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 17 Rischio di tasso d'interesse e di credito Avvertenze sui rischi Ogni investimento comporta rischi, soprattutto in termini di fluttuazioni di valore e rendimento. Se un investimento è denominato in una moneta diversa dalla valuta di base, le variazioni del tasso di cambio possono sortire un effetto negativo sul valore, sul prezzo o sul reddito. Per una discussione dei rischi correlati agli investimenti nei titoli citati nel presente rapporto, fai riferimento al seguente link Internet: https://research.credit-suisse.com/riskdisclosure Il presente rapporto può comprendere informazioni su investimenti che comportano rischi particolari. Prima di prendere qualunque decisione d'investimento sulla base del presente rapporto o per eventuali spiegazioni necessarie in merito al suo contenuto, ti raccomandiamo di rivolgerti a un consulente finanziario indipendente. Maggiori informazioni sono inoltre reperibili nell'opuscolo informativo “Rischi particolari nel commercio di valori mobiliari” che può essere richiesto alla Associazione Svizzera dei Banchieri. La performance passata non costituisce un'indicazione della performance futura. La performance può risentire di commissioni, spese o altri oneri nonché delle fluttuazioni dei tassi di cambio. Rischi dei mercati finanziari I rendimenti storici e gli scenari relativi ai mercati finanziari non costituiscono una garanzia della performance futura. Il prezzo e il valore degli investimenti menzionati e l'eventuale reddito maturato possono aumentare, diminuire oppure essere soggetti a fluttuazioni. La performance passata non costituisce un riferimento per la performance futura. Se un investimento è denominato in una moneta diversa dalla valuta di base, le variazioni del tasso di cambio possono sortire un effetto negativo sul valore, sul prezzo o sul reddito. È opportuno che ti rivolga a consulenti in materia qualora riscontri la necessità di un supporto per queste valutazioni. Gli investimenti potrebbero non avere un mercato pubblico oppure avere solo un mercato secondario ristretto. Ove esista un mercato secondario, non è possibile prevedere il prezzo al quale verranno negoziati gli investimenti sul mercato o se tale mercato sarà liquido o meno. Il mantenimento del valore di un’obbligazione dipende dalla solvibilità dell’Emittente e/o del Garante (ove applicabile), che può variare nel corso del periodo di validità dell’obbligazione. In caso di insolvenza dell’Emittente e/o Garante dell’obbligazione, l’obbligazione o il reddito che ne deriva non sono garantiti ed è possibile che tu non recuperi l'importo originariamente investito o addirittura riceva un importo inferiore. Sezione Investment Strategy I responsabili delle strategie d'investimento si occupano dell'elaborazione delle strategie delle classi multi-asset e della loro successiva attuazione nelle attività di consulenza e discrezionali di Credit Suisse. Se indicato, sono forniti portafogli modello a titolo puramente illustrativo. L'asset allocation, le ponderazioni di portafoglio e la performance possono nel tuo caso differire in misura significativa in funzione della tua situazione specifica e della tua propensione al rischio. Le opinioni e i giudizi dei responsabili delle strategie d'investimento possono divergere da quelli espressi da altre sezioni di Credit Suisse. I giudizi dei responsabili delle strategie d'investimento possono variare in qualsiasi momento senza preavviso e in assenza di un obbligo di aggiornamento. Credit Suisse non è in alcun modo tenuto a garantire che tali aggiornamenti ti vengano comunicati. I responsabili delle strategie d'investimento possono di volta in volta fare riferimento ad articoli della sezione Research pubblicati in precedenza. Tali articoli sono reperibili al seguente link Internet: https://investment.credit-suisse.com Per informazioni sulle comunicazioni relative alle società oggetto di rating di Credit Suisse Investment Banking citate nel presente rapporto, vogliate fare rifermento al sito di divulgazione della divisione Investment Banking all'indirizzo: https://rave.credit-suisse.com/disclosures Mercati emergenti Laddove il presente rapporto abbia a oggetto i mercati emergenti, devi ricordare che gli investimenti e le operazioni in vari tipi di investimenti di, ovvero correlati o legati a, emittenti e debitori costituiti, aventi sede o principalmente operanti nei paesi dei mercati emergenti, comportano incertezze e rischi. Gli investimenti correlati ai paesi dei mercati emergenti possono essere considerati speculativi e i loro prezzi sono molto più volatili rispetto a quelli degli investimenti nei paesi più sviluppati. Gli investimenti nei mercati emergenti dovrebbero essere operati unicamente da investitori sofisticati o professionisti esperti che possiedono una conoscenza specialistica in materia, sono in grado di considerare e ponderare i vari rischi comportati dagli investimenti in questione e dispongono delle risorse finanziarie necessarie per sostenere i consistenti rischi di perdita dei capitali impegnati in tali investimenti. È tua responsabilità gestire i rischi derivanti dagli investimenti nei mercati emergenti e dall'allocazione degli asset in portafoglio. Per quanto attiene ai vari rischi e fattori da valutare nel caso di investimenti nei mercati emergenti, devi rivolgerti ai tuoi consulenti. Investimenti alternativi Gli hedge fund non sono soggetti alle numerose normative di tutela degli investitori che si applicano agli investimenti collettivi autorizzati regolamentati e i gestori di hedge fund sono sostanzialmente non sottoposti ad alcuna regolamentazione. Gli hedge fund non sono vincolati da una particolare disciplina d'investimento o strategia di negoziazione e mirano a trarre profitto da ogni genere di mercato facendo ricorso a leva finanziaria, strumenti derivati e complesse strategie d'investimento speculative che possono aumentare il rischio di perdita degli investimenti. Le operazioni in materie prime comportano un grado elevato di rischio e potrebbero non essere adatte a molti investitori privati. L'entità della perdita dovuta alle oscillazioni dei mercati può essere notevole ed è anche possibile registrare una perdita totale. Gli investitori in immobili sono esposti a rischi di liquidità, di cambio e altro genere, come per esempio rischio ciclico, di locazione nonché ai rischi dei mercati locali, quali il rischio ambientale e variazioni a livello di contesto legale. Per ulteriori informazioni, comprese le divulgazioni relative agli emittenti, fai riferimento al sito per le divulgazioni della sezione Research del Credit Suisse all'indirizzo: https://www.credit-suisse.com/disclosure Disclaimer globale / Informazioni importanti Il presente rapporto non è destinato né finalizzato alla distribuzione o all'utilizzo da parte di alcuna persona fisica o giuridica avente cittadinanza, residente o ubicata in una località, stato, paese ovvero in un'altra giurisdizione in cui la distribuzione, la pubblicazione, la disponibilità o l'impiego siffatti fossero contrari alla legislazione o alle normative vigenti, o a seguito dei quali Credit Suisse dovesse ottemperare a qualsivoglia obbligo di registrazione o licenza in tale giurisdizione. I riferimenti a Credit Suisse che compaiono nel presente rapporto includono Credit Suisse AG, la banca svizzera e relative affiliate e collegate. Per maggiori informazioni sulla nostra struttura, si prega di usare il seguente link: http://www.credit-suisse.com ESCLUSIONE DI DISTRIBUZIONE, SOLLECITAZIONE O CONSULENZA: Il presente rapporto è fornito a puro titolo informativo e illustrativo ed è destinato a un impiego strettamente personale. Non costituisce una sollecitazione, un'offerta o una raccomandazione di acquisto o vendita di alcun titolo o altro strumento finanziario. Qualsiasi informazione che includa fatti, opinioni o citazioni può essere sintetizzata o riassunta ed è espressa alla data di redazione. Le informazioni contenute nel presente rapporto sono state fornite solamente a titolo di commento di mercato generale e non costituiscono una forma di consulenza finanziaria regolamentata, né un servizio legale, fiscale o un altro servizio regolamentato. Non tengono conto degli obiettivi, della si- Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 tuazione o delle necessità finanziarie di alcun soggetto, che devono essere necessariamente considerati prima di effettuare una decisione d'investimento. Prima di prendere qualunque decisione d'investimento sulla base del presente rapporto o per eventuali spiegazioni necessarie in merito al suo contenuto, ti raccomandiamo di rivolgerti a un consulente finanziario indipendente. Il presente rapporto intende puramente fornire informazioni e giudizi di Credit Suisse alla data di redazione, indipendentemente dalla data alla quale tu riceva o acceda alle informazioni. Le osservazioni e giudizi contenuti nel presente rapporto potrebbero differire da quelli espressi da altre sezioni di Credit Suisse e variare in qualsiasi momento senza preavviso e in assenza di un obbligo di aggiornamento. Credit Suisse non è in alcun modo tenuto a garantire che tali aggiornamenti ti vengano comunicati. PREVISIONI E STIME: La performance passata non costituisce un'indicazione o una garanzia della performance futura e non si rilascia alcuna dichiarazione o garanzia, esplicita o implicita, in merito alla performance futura. Nella misura in cui il presente rapporto contenesse dichiarazioni sulla performance futura, tali dichiarazioni sono di natura previsionale e soggette a diversi rischi e incertezze. Salvo altrimenti indicato, tutte le cifre non sono state sottoposte a verifica. Il complesso delle valutazioni menzionate nel presente rapporto è soggetto alle politiche e alle procedure di valutazione di Credit Suisse. CONFLITTI: Credit Suisse si riserva il diritto di porre rimedio a qualsiasi errore eventualmente contenuto nel presente rapporto. Credit Suisse, le sue affiliate e/o i rispettivi dipendenti possono detenere una posizione o partecipazione o altro interesse sostanziale, oppure effettuare transazioni, nei titoli menzionati o nelle relative opzioni o in altri investimenti correlati e, di volta in volta, incrementare o cedere tali investimenti. Credit Suisse può fornire, o aver fornito nel corso degli ultimi 12 mesi, una consulenza significativa o servizi d’investimento in relazione agli investimenti riportati nel presente rapporto o a un investimento correlato a qualsivoglia società o emittente menzionato. Alcuni investimenti cui si fa riferimento nel presente rapporto saranno offerti da una singola entità o da un’associata di Credit Suisse oppure il Credit Suisse potrebbe essere il solo market maker di tali investimenti. Credit Suisse è coinvolto in molte attività correlate alle società menzionate nel presente rapporto. Queste attività comprendono negoziazioni specializzate, arbitraggio dei rischi, market making e altre negoziazioni titoli per proprio conto. REGIME FISCALE: Nessun elemento del presente rapporto costituisce una consulenza in materia di investimenti, legale, contabile o fiscale. Credit Suisse non offre alcuna consulenza per quanto attiene alle conseguenze fiscali degli investimenti e ti consigliamo di rivolgerti a un fiscalista indipendente. I livelli di tassazione e la base imponibile dipendono dalle circostanze individuali e sono soggetti a variazioni. FONTI: Le informazioni e le opinioni illustrate nel presente rapporto sono state ricavate o desunte da fonti che, a giudizio di Credit Suisse, sono affidabili. Tuttavia, Credit Suisse non rilascia alcuna dichiarazione in merito alla loro accuratezza o completezza. Credit Suisse non si assume alcuna responsabilità in ordine a perdite derivanti dall'utilizzo del presente rapporto. SITI WEB: Il presente rapporto può fornire gli indirizzi di, o contenere collegamenti ipertestuali a, siti Web. Salvo ove il presente rapporto si riferisca a materiale riportato sul sito Web di Credit Suisse, Credit Suisse non ha esaminato i siti collegati e non si assume alcuna responsabilità in relazione ai contenuti dei siti in questione. Tali indirizzi o collegamenti ipertestuali (compresi gli indirizzi o i collegamenti ipertestuali al materiale sul sito Web di Credit Suisse) sono forniti esclusivamente per tua praticità e le informazioni e i contenuti dei siti collegati non costituiscono in alcun modo parte integrante del presente rapporto. L'accesso ai siti Web in questione o l'impiego di tali link tramite il presente rapporto o il sito Web di Credit Suisse saranno completamente a tuo rischio. Entità distributrici Salvo quanto diversamente qui specificato, il presente rapporto è distribuito da Credit Suisse AG, una banca svizzera autorizzata e regolamentata dall’Autorità federale svizzera di vigilanza sui mercati finanziari. Australia: Il presente rapporto è distribuito in Australia da Credit Suisse AG, Sydney Branch (CSSB) (ABN 17 061 700 712 AFSL 226896) soltanto a clienti "Wholesale" secondo quanto definito nella sezione s761G del Corporations Act 2001. CSSB non garantisce il rendimento, né rilascia alcuna garanzia in merito alla performance, dei prodotti finanziari a cui il presente rapporto fa riferimento. Bahrain: Il presente rapporto è distribuito da Credit Suisse AG, Bahrain Branch, autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Bahrain (CBB) come Investment Firm Category 2. Credit Suisse AG, filiale del Bahrain, ha sede al Level 22, East Tower, Bahrain World Trade Centre, Manama, Regno del Bahrain. Dubai: Queste informazioni sono distribuite da Credit Suisse AG (DIFC Branch), debitamente autorizzata e regolamentata dalla Dubai Financial Services Authority («DFSA»). I relativi prodotti o servizi finanziari sono disponibili soltanto per i clienti professionisti o le controparti di mercato, secondo la definizione della DFSA, e non sono destinati a qualsivoglia altra persona. Credit Suisse AG (DIFC Branch) ha sede al Level 9 East, The Gate Building, DIFC, Dubai, Emirati Arabi Uniti. Francia: Il presente rapporto viene distribuito da Credit Suisse (Luxembourg) S.A., Succursale en France, autorizzato dall'Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution (ACPR) quale società di fornitura di servizi d'investimento. Il Credit Suisse (Luxembourg) S.A., Succursale en France è soggetto alla supervisione e alla regolamentazione dell'Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution e dell'Autorité des Marchés Financiers. Guernsey: Il presente rapporto è distribuito da Credit Suisse (Channel Islands) Limited, una persona giuridica indipendente registrata a Guernsey con n. 15197 e sede legale in Helvetia 18 Court, Les Echelons, South Esplanade, St Peter Port, Guernsey. Il Credit Suisse (Channel Islands) Limited è interamente controllato da Credit Suisse AG e regolamentato dalla Guernsey Financial Services Commission. Copie dell'ultimo bilancio soggetto a revisione contabile sono disponibili su richiesta. India: Il presente rapporto viene distribuito da Credit Suisse Securities (India) Private Limited («Credit Suisse India», n. CIN U67120MH1996PTC104392), soggetto alla regolamentazione del Securities and Exchange Board of India (SEBI) con numeri di registrazione SEBI INB230970637; INF230970637; INB010970631; INF010970631, INP000002478, e indirizzo registrato presso 9th Floor, Ceejay House, Plot F, Shivsagar Estate, d.ssa Annie Besant Road, Worli, Mumbai 400 018, India, tel. +91-22 6777 3777. Italia: Il presente rapporto è distribuito in Italia da Credit Suisse (Italy) S.p.A., banca di diritto Italiano, iscritta all'albo delle banche e soggetta alla supervisione e al controllo di Banca d'Italia e CONSOB; è inoltre distribuito da Credit Suisse AG, banca svizzera autorizzata a fornire servizi bancari e finanziari in Italia. Jersey: Il presente rapporto è distribuito da Credit Suisse (Channel Islands) Limited, Jersey Branch, regolamentato dalla Jersey Financial Services Commission per l'esecuzione delle attività d'investimento. La sede di Credit Suisse (Channel Islands) Limited, Jersey Branch, a Jersey è la seguente: TradeWind House, 22 Esplanade, St Helier, Jersey JE4 5WU. Libano: Questa relazione viene distribuita da Credit Suisse (Lebanon) Finance SAL («CSLF»), un istituto finanziario costituito in Libano e regolamentato dalla Banca centrale del Libano (Central Bank of Lebanon, «CBL»), con numero di licenza per l'istituto finanziario 42. Credit Suisse (Lebanon) Finance SAL è soggetta alle leggi e alle regolamentazioni della CBL, oltre che alle leggi e alle decisioni della Capital Markets Authority of Lebanon («CMA»). CSLF è una filiale di Credit Suisse SA e parte di Credit Suisse Group (CS). La CMA non si fa carico di alcuna responsabilità per i contenuti delle informazioni incluse nel presente rapporto, tra l'altro per l'accuratezza e la completezza di tali informazioni. La responsabilità per il contenuto di questo rapporto è di chi l'ha pubblicato, dei rispettivi amministratori e di altre persone, come gli esperti, le cui opinioni vengono incluse nel rapporto con il rispettivo consenso. La CMA non ha altresì valutato l'adeguatezza dell'investimento per un particolare investitore o tipologia di investitore. Gli investimenti sui mercati finanziari potrebbero implicare un livello elevato di complessità e di rischio e potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. La valutazione dell'adeguatezza di CSLF in riferimento all'investimento sarà eseguita sulla base delle informazioni che l'investitore avrebbe fornito a CSLF e in linea con le politiche e i processi interni di Credit Suisse. Si conviene che l'inglese verrà impiegato in tutte le comunicazioni e la documentazione fornite da CS e/o da CSLF. Accettando di investire nel prodotto, l'investitore conferma di non avere alcuna obiezione in merito all'utilizzo della lingua inglese. Lussemburgo: Il presente rapporto è distribuito da Credit Suisse (Luxembourg) S.A., una banca lussemburghese autorizzata e regolamentata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). Qatar: Queste informazioni sono distribuite da Credit Suisse (Qatar) L.L.C, autorizzato e regolamentato dalla Qatar Financial Centre Regulatory Authority (QFCRA) ai sensi del QFC n° 00005. Tutti i relativi prodotti o servizi finanziari saranno disponibili soltanto per Business Customers o Market Counterparties (come definiti dalle regole e dalle regolamentazioni della Qatar Financial Centre Regulatory Authority - QFCRA), inclusi i privati che hanno scelto di essere classificati come Business Customer, con attività liquide di oltre USD 1 milione, dotati di esperienze, conoscenze e competenze in materia finanziaria sufficienti per partecipare a operazioni aventi a oggetto tali prodotti e/o servizi. Spagna: Il presente rapporto è distribuito in Spagna da Credit Suisse AG, Sucursal en España, autorizzato dal Registro del Banco de España al numero 1460. Regno Unito: Il presente rapporto è pubblicato da Credit Suisse (UK) Limited e Credit Suisse Securities (Europe) Limited. Credit Suisse Securities (Europe) Limited e Credit Suisse (UK) Limited, entrambe autorizzate dalla Prudential Regulation Authority e regolamentate dalla Financial Conduct Authority e dalla Prudential Regulation Authority, sono persone giuridiche associate al Credit Suisse ma indipendenti. Le tutele previste per i clienti retail dalla Financial Conduct Authority e/o dalla Prudential Regulation Authority non si applicano a investimenti o servizi forniti da soggetti al di fuori del Regno Unito; non sarà inoltre possibile avvalersi del Financial Services Compensation Scheme (piano di risarcimento per i servizi finanziari) qualora l'emittente degli investimenti non adempia ai suoi obblighi. Nella misura comunicata nel Regno Unito o tale da avere effetti nel Regno Unito, il presente documento costituisce una promozione finanziaria approvata da Credit Suisse (UK) Limited, autorizzata dalla Prudential Regulation Authority e regolamentata dalla Financial Conduct Authority e dalla Prudential Regulation Authority per quanto riguarda l’esercizio di attività d’investimento nel Regno Unito. La sede legale di Credit Suisse (UK) Limited è sita in Five Cabot Square, Londra, E14 4QR. Si prega di notare che le norme del Financial Services and Markets Act 2000 (legge del 2000 sui servizi e i mercati finanziari) concernenti la tutela dei clienti retail non trovano applicazione nel vostro caso e che non potete altresì disporre di qualsiasi potenziale compensazione accessibile a «eligible claimants» ossia «richiedenti idonei» in conformità al Financial Services Compensation Scheme (piano di compensazione dei servizi finanziari) del Regno Unito. Il regime fiscale dipende dalla situazione personale di ciascun cliente e può essere soggetto a modifiche in futuro. STATI UNITI: LA PRESENTE RELAZIONE E LE EVENTUALI COPIE NON POSSONO ASSOLUTAMENTE ESSERE INVIATE, PORTATE O DISTRIBUITE NEGLI STA- Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 TI UNITI O A SOGGETTI STATUNITENSI (SECONDO LA DEFINIZIONE DELLA REGULATION S AI SENSI DEL SECURITIES ACT STATUNITENSE DEL 1933 E RELATIVE MODIFICHE). 19 È proibito riprodurre il presente rapporto, in toto o in parte, senza il permesso scritto di Credit Suisse. Copyright © 2016 di Credit Suisse Group AG e/o delle sue affiliate. Tutti i diritti riservati. 16C007A_IS Trends Institutional Monthly, Investitori istituzionali, 07.01.2016 Impressum 20 Abbonamenti e ordini successivi (per i collaboratori) Questa versione tradotta del Trends Institutional Monthly viene fornita per facilitare i nostri lettori. Non se ne garantisce l’accuratezza ed essa non è sottointesa. 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