La vipera e il suo veleno
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18 VETERINARIA La vipera e il suo veleno (Intossicazione e pronto intervento) U na grave preoccupazione dei frequentatori dei boschi, è il malaugurato incontro con la vipera. Al riguardo ci sono molte leggende e metodi empirici su come intervenire una volta che questi rettili hanno morso il cane o il conduttore. Trattandosi di un accadimento che può portare a gravi conseguenze, riteniamo che l’argomento non vada preso alla leggera e, al fine di fare chiarezza, abbiamo interpellato il Dr. Franco Farinelli, il quale ci ha scritto una articolo ben illustrato e molto esaustivo, che ci consentirà di recarci in bosco con una maggior tranquillità. Nel mondo esistono oltre 300 specie di rettili velenosi ma in Italia, fortunatamente, ne esistono solo 4 e appartengono tutte ai viperidi: la più comune è la Vipera aspis (o aspide), diffusa ovunque dalle Alpi alla Sicilia ma assente in Sardegna e in Corsica e vive fino ad una altitudine di 2500 metri. zona vipera aspis La seconda è la Vipera berus (o marasso palustre), che si trova prevalentemente in luoghi paludosi del centronord e nelle zone prealpine e alpine sino a 3000 m. zona vipera berus Per quanto riguarda l’aspide (la più diffusa), la femmina è lunga al massimo 75-80cm. e il maschio 70; la colorazione è molto variabile a seconda della stagione, dell’età, e della muta più o meno recente. Frequentemente una V rovesciata caratterizza la regione della nuca; la pupilla è verticale e l’iride grigia; la coda (misurata dall’orifizio cloacale sino all’apice) è circa 1/7 della lunghezza totale ed è più corta nelle femmine che nei maschi: la brevità della coda costituisce la migliore caratteristica per distinguere immediatamente la vipera dagli altri serpenti innocui. A differenza degli altri serpenti che sono ovipari, la vipera è vivipara, cioè non depone le uova ma partorisce i piccoli vivi; non risponde a realtà la diffusa diceria secondo cui essa salirebbe sui rami degli alberi a partorire per evitare di venire morsa dai suoi stessi figli. Solitamente le vipere si svegliano dal letargo invernale all’arrivo dei primi tepori primaverili, però possono ritardare o anticipare il risveglio a seconda dell’andamento stagionale; nei primi giorni di marzo sono in genere pigre e sonnolente e tendono a nascodersi se vengono disturbate. Con il procedere della stagione sono più attive, anche più aggressive e possono diventare persino pericolose quando sconfinano dal loro habitat normale. Negli ultimi anni si sono avute frequenti segnalazioni di vipere in ambienti come orti o prati o giardini adiacenti abitazioni: si ritiene che questo comportamento anomalo sia dovuto ad una eccessiva presenza di cinghiali nel bosco. La vipera si muove strisciando con moto lento e continuo e se minacciata da vicino, senza via di fuga, inizia a soffiare ed eventualmente, morde. Gli avvelenamenti si osservano di solito nei mesi tra aprile e ottobre e le localizzazioni più frequenti sono agli arti (uomo) e alla faccia nei cani (labbra e naso in particolare). Le principali caratteristiche che permettono di distinguere una vipera da un comune (e innocuo) serpente colubride sono: 1 la pupilla sottile e verticale anziché rotonda 2 coda corta anziché lunga 3 corpo tozzo anziché sottile 4 testa triangolare anziché ovoidale 5 colorazione poco appariscente, mai verde, giallo o rosso 6 presenza in bocca di due vistosi denti veleniferi 7 talune specie hanno una protuberanza cornea in corrispondenza del naso simile ad un corno 8 lunghezza inferiore al metro serpe comune La terza è la Vipera ammodytes (o vipera del corno), presente in AltoAdige, Triveneto e Friuli (Carnia) sia in montagna che in pianura. Potenzialmente è la più pericolosa delle quattro; sia perchè, a differenza delle altre che diventano inattive durante le digestione, essa conserva invece la sua aggressività; sia perchè, quando morde, è quella che inocula la maggiore quantità di veleno (7mg.). vipera occhio pupilla rotonda e piena pupilla verticale coda zona vipera ammodytes forma allungata breve e tozza morso La quarta è la Vipera ursinii (o vipera dell’Orsini), la più piccola ed innocua, diffusa nell’appennino abruzzese e umbro-marchigiano. testa zona vipera ursinii PRONTO SOCCORSO Le vipere si nutrono di piccoli animali (rane, rospi, uccellini, topi) che immobilizzano e uccidono con il loro veleno (infatti non sono capaci di soffocare le prede come fanno i colubridi), iniettato tramite due denti acuminati e scanalati, lunghi circa 5-8 mm.; quando la vipera morde si ha la fuoriuscita del veleno (per compressione della ghiandola velenifera) che attraversando la scanalatura dei denti penetra nella vittima. Il veleno della vipera è pericoloso anche per l’uomo ma molto raramente è mortale; tutto dipende dalla quantità iniettata, dalla zona del morso (molto pericolosi i morsi al collo), dalle condizioni fisiche del colpito e dalla tempestività del soccorso. Come tutti i rettili, anche le vipere amano il calore dei raggi solari e le superfici che lo trattengono, quindi i loro posti prediletti sono: le pietraie, i muri diroccati, le fascine di legna e i tronchi d’albero accatastati, vecchi ruderi abbandonati, i pagliai, le rive di stagni e fossati. Stanno quasi sempre a terra, molto raramente su cespugli o alberi, poiché si arrampicano con difficoltà. Sono animali pigri, si spostano solo per cercare cibo, preferibilmente di giorno più di rado durante la notte; normalmente stanno ferme in luoghi tranquilli e caldi, rifuggono dall’uomo e mordono solo se si sentono minacciate senza via di fuga. Per evitare il morso della vipera è sufficente osservare alcune semplici norme: 1 indossare scarponi con calzettoni e pantaloni robusti non aderenti che possono ostacolare la penetrazione dei denti (il veleno infatti può essere inettato solo ad una profondità massima di 3-4 mm.) 2 farsi sentire, battendo il suolo con un bastone (le vipere sono sorde ma percepiscono bene le vibrazioni del suolo) 3 attenzione a dove ci si siede o ci si sdraia (un morso al collo può provocare la morte per soffocamento a causa del solo gonfiore, indipendentemente dal veleno inoculato) 4 non infilare mai le mani sotto a cespugli, rocce, cataste di legna, tronchi o nelle fessure dei muri 5 non lasciare mai spalancate le portiere delle automobili 6 se si posano indumenti a terra (sempre meglio appenderli) scuoterli energicamente prima di indossarli 7 attenzione a dove si posa il cibo, specie le confezioni aperte di latte (le vipere ne sono ghiotte) 8 se ci si imbatte in una di loro restare immobili o indietreggiare in modo da offrirle una via di fuga (non è vero che insegue l’uomo ma anzi è un animale molto lento) 9 mai cercare di calpestarla: si rivolterebbe. Esiste comunque la possibilità di essere morsi anche da serpenti che non sono vipere e perciò è importante saper riconoscere il morso di quest’ultima onde non allarmarsi inutilmente: quello della vipera è caratterizzato da due fori evidenti e distanti tra loro circa 1cm. (assenti nel caso di una serpe innocua) mentre quello di un comune serpente è contraddistinto da una serie di piccolissimi forellini; inoltre il morso di vipera è molto doloroso e si osserva fuoriuscita di sangue e siero dai due fori. Il suo veleno ha un’aspetto denso, come glicerina, e un colore giallo oro (a volte verdastro), ed è formato da un mix di tossine ed enzimi che provocano gravi danni al sistema cardio-circolatorio, nervoso, renale ed epatico. Un enzima (ialuronidasi) ha la funzione di favorire la diffusione del veleno nei tessuti; un altro (fosfolipasi) distrugge le cellule nervose e gli eritrociti; un altro (proteasi) è responsabile della azione emocoagulante e vasculonecrotizzante, e causano un improvviso edema con stravasi ematici nel sito di inoculazione, poi emorraggie sistemiche e shock; un altro (esterasi) sarebbe responsabile della liberazione di sostanze vasoattive (chinine, istamina e serotonina) che causerebbero la brusca ipotensione caratteristica di questo avvelenamento. PRONTO SOCCORSO Perdita di coscienza Sintomi: l’infortunato non parla, non si muove, non avverte sensazioni anche dolorose, non reagisce. Si possono avere arresto cardiaco e o respiratorio. Pronto soccorso: rimuovere l’eventuale causa, controllare il battito cardiaco ed il respiro, praticando se necessario il massaggio cardiaco (vedi e/o la respirazione artificiale; procedere come per lo shock (vedi), e ricovero all’ospedale. Frattura Sintomi: dolore vivissimo e crescente, gonfiore, rossore, deformità (perdita dell’aspetto anatomico normale) impotenza funzionale anche assoluta (es. una gamba fratturata non regge il peso del corpo) movimenti o posizioni anomali, crepito o rumore di scroscio (dal fregamento dei due monconi fratturati) Complicazioni: emorragie (vedi compressione di nervi, shock). Pronto soccorso: intervenire sullo shock e sull’emorragia eventuali, immobilizzazione provvisoria: supporti rigidi (stecche, rami) possibilmente imbottiti, legati con bende, fazzoletti, ecc. Immobilizzare l’articolazione a monte e a valle della frattura. Ricovero. Le tossine sono del tipo neurotossico, cardiotossico e citotossico, agiscono a livello di cervello, cuore, sangue, fegato e reni, provocando gravi danni. Occorre comunque precisare che per causare la morte di un uomo di costituzione normale ed in buona salute occorrono circa 14-16 mg.di veleno e che, in media, la vipera quando morde ne inietta 4-7 mg.: quindi è molto improbabile che il suo morso risulti mortale, a meno che la persona non sia anziana o malata. Può invece essere una dose letale per il nostro amico a quattro zampe, il quale, può facilmente venire morso in una zona corporea molto vascolarizzata come il collo o le labbra, con conseguente rapido e totale assorbimento del veleno. Il veleno può causare 1. nel punto di inoculo: rapida comparsa (in 20 min.circa) di edema (cioè gonfiore) intorno al morso fortemente doloroso, freddo, duro, di colore rosso-bluastro con ecchimosi, tendente ad estendersi con formazione di chiazze cianotiche ed ischemiche, mentre dai fori di inoculazione fuoriesce una sierosità ematica. 2. a livello generale: abbattimento, vomito e diarrea accompagnati da coliche e dolori addominali, ematuria (cioè urine con presenza visibile di sangue), forte ipotensione e tachicardia, poi stato di shock che culmina nel collasso. L’INTOSSICAZIONE DA VELENO DI VIPERA RAPPRESENTA SEMPRE UN EMERGENZA MEDICA: trattamenti inadeguati o ritardati possono avere conseguenze tragiche. Prima di iniziare un qualunque trattamento bisogna stabilire (con le modalità che abbiamo indicato precedentemente) se il serpente che ha morso il nostro cane era o meno una vipera. Accertato questo, bisogna cercare di tranquillizzare il nostro amico poiché l’agitazione e il movimento favoriscono l’assorbimento del veleno. E’ utile lavare e disinfettare (se possibile) la ferita, infatti il veleno è idrosolubile: MAI USARE ALCOOL! (il veleno a contatto con alcool produce delle sostanze tossiche). E’ preferibile usare acqua ossigenata al 3% o una soluzione di permanganato di potassio. Nel caso che il morso sia ad una zampa, applicare un laccio a monte (può servire anche un nastro o un fazzoletto o un foulard), tenendo ben presente che è necessario solo rallentare la circolazione linfatica (che è la via principale di assorbimento del veleno) e non bloccare quella arteriosa (la qual cosa potrebbe provocare una grave necrosi dell’arto): quindi è bene non stringere troppo il laccio, ma lasciare uno spazio sufficente al passaggio di un dito. Utile (ma solo se fatta immediatamente) è pure l’aspirazione del veleno fatta con le apposite coppette reperibili in farmacia: MAI FARLO CON LA BOCCA! Il veleno infatti può essere assorbito tramite piccole escoriazioni delle gengive o della lingua o delle labbra. NON PRATICARE IL TAGLIO A CROCE SUL MORSO: non serve a nulla se non ad aumentare i rischi di necrosi locale e a provocare un’infezione. Avendone la possibilità, può essere utile raffreddare la zona con acqua fredda o ghiaccio tritato o spray refrigeranti: NON MANTENERE IL GHIACCIO TROPPO A LUNGO SUL MORSO! Potrebbe aggravare la necrosi locale. Sono disponibili in commercio apparecchi elettronici che avrebbero (tramite una piccola scarica elettrica applicata sui fori del morso) la capacità di inattivare il veleno di vipera, semprechè vengano utilizzati immediatamente dopo il morso. E’ COMUNQUE INDISPENSABILE NON PERDERE TEMPO E RAGGIUNGERE PRIMA POSSIBILE UN PRONTO SOCCORSO VETERINARIO. Non è, infatti, consigliabile somministrare immediatamente il siero antivipera; questo non è una misura di pronto intervento e, solo se necessario, potrà venire somministrato sotto il controllo di un veterinario preparato a fronteggiare eventuali complicanze: principalmente, lo shock anafilattico. 19
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