Bangladesh
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BANGLADESH Presenze religiose nel Paese Il clima sociale nel Paese non è privo di tensioni. Dipal Barua, attivista per i diritti umani, ha dichiarato che in Bangladesh “gli attacchi contro le minoranze aumentano in maniera vertiginosa”. Nonostante le formali garanzie alla libertà di culto, si sono verificati diversi casi di persecuzione e discriminazione in base all’appartenenza religiosa e/o a minoranze etniche. Nella maggior parte dei casi la polizia non è intervenuta per difendere le minoranze dagli abusi dei musulmani fondamentalisti. Cattolici Nel 2009 si sono verificati attentati e azioni dimostrative a danno dei cattolici da parte di fondamentalisti musulmani. Non è un caso che durante le celebrazioni della Pasqua, a cui hanno partecipato 300mila persone nella sola capitale Dhaka, le funzioni si siano svolte sotto attento controllo della polizia. Abu Sayed, un’ufficiale, ha dichiarato che “in tutto il Paese si ripete lo stesso scenario: la popolazione si raccoglie nelle chiese, sotto la protezione della polizia” e nei periodi delle feste religiose vengono intensificati i controlli per evitare attentati, “ma non siamo in grado di garantire la sicurezza della gente nella vita di tutti i giorni”. In agosto la famiglia islamica di Rashidul Amin Khandaker, convertitosi al cristianesimo nel 2008, è stata completamente emarginata dagli altri islamici e la loro casa è stata devastata. A Ruhul, padre di Rashidul, è stato impedito di entrare in moschea per pregare e il primo agosto è stato minacciato SUPERFICIE 143.998 kmq POPOLAZIONE 164.425.000 RIFUGIATI 228.586 SFOLLATI 60.000-500.000 APPARTENENZA RELIGIOSA Musulmani 88,8% Induisti 9,5% Cristiani 0,5% Altri 1,2% Cattolici 322.000 BANGLADESH Aspetti giuridici e costituzionali In Bangladesh l’Islam è religione di Stato. La Costituzione afferma il diritto di ogni cittadino a professare, praticare e diffondere la propria religione. Di recente, non ci sono state modifiche alla Costituzione e ai diritti dei fedeli. Il 29 dicembre 2008 è salito al governo l’Awami league, ottenendo 263 dei 300 seggi disponibili in Parlamento. L’Awami league è il partito secolare, fondato nel 1949, che ha portato il Bangladesh all’indipendenza dal Pakistan, sotto la guida di Sheikh Mujibur Rahman. BANGLADESH BANGLADESH dal gruppo estremista islamico Allahr Dal, che gli ha addirittura intimato di uccidere il figlio. Il 25 settembre, l’attivista per i diritti umani William Gomes, cattolico convertitosi dall’Islam, è fuggito da casa per salvarsi da un gruppo di militanti islamici che volevano uccidere lui e la sua famiglia (moglie e figlio), dopo avere bruciato la loro casa. Ha cercato la protezione della polizia ma gli agenti del commissariato di Jatrabri si sono limitati al semplice accoglimento della denuncia. Gomes racconta che l’ufficiale di turno gli ha garantito l’intervento della polizia solo a fatto avvenuto e ha commentato le minacce dicendogli che non poteva stupirsi della rabbia dei musulmani per la sua conversione. Già il 23 settembre c’erano state delle avvisaglie. Mohammed Mijan Bandari, leader locale del Bangladesh Nationalist party (Bnp), aveva assalito il cugino di Gomes, Mohammed Faruk, che insieme alla moglie stava andando a trovare il parente e la sua famiglia. L’attivista per i diritti umani era intervenuto in difesa del cugino con l’aiuto della madre e del padre, ricevendo minacce di morte da Bandari e dal gruppo di islamisti composto da un centinaio di persone. Solo l’arrivo della polizia aveva disperso la folla e placato le acque. Il 27 settembre, alcuni aderenti al movimento islamico Hizbut Tawhid hanno aggredito uno studente cristiano a Dhaka, accusandolo di aver criticato Maometto. Anup Rodrigues, 25 anni, ha raccontato che quattro sconosciuti, vestiti con abiti musulmani tradizionali, lo hanno aggredito prendendolo alle spalle. Uno degli assalitori ha iniziato ad accusarlo di aver oltraggiato il Profeta, definendo i cristiani “la maledizione della nazione” che “vogliono convertire i musulmani”. “Senza nemmeno darmi il tempo di parlare – afferma lo studente – hanno cominciato a picchiare con bastoni di ferro e di bambù. Mentre mi pestavano ho pregato la Madonna che mi salvasse. Quando ho avuto un attimo per scappare, sono corso via”. La polizia non fa abbastanza per fermare le violenze, tanto che la madre di Anup non ha sporto denuncia perché non sa se può fidarsi degli agenti. A volte le violenze sono dettate anche da ragioni economiche. Il 22 ottobre, un gruppo di musulmani ha sparato colpi di fucile contro la casa della famiglia di Sunil Gomes, cattolico della parrocchia di San Lorenzo a Dhaka. Già l’8 ottobre, 150 musulmani avevano invaso la casa e requisito una parte del giardino. Inoltre, il gruppo musulmano ha tolto la targa col nome della famiglia Gomes e una piccola croce, sostituendola con una targa con la scritta “Allah Akbar”. La signora Gomes ha dichiarato ad AsiaNews che i vicini musulmani “da tanto tempo ci spingono a vendere la casa”. Ma della famiglia fanno parte anche i genitori molto anziani e malati, che non potrebbero sopportare un trasferimento forzato. “Siccome siamo cristiani – dice la signora Gomes – nessuno viene ad aiutarci. I musulmani hanno ricchezze BANGLADESH Protestanti Nel 2009 si sono verificati anche casi di violenze contro i membri della chiesa protestante. Quando Kazi Quamrunnessa Luna, trasferitasi negli Stati Uniti dopo aver conseguito la laurea in Bangladesh, ha deciso di convertirsi al cristianesimo ricevendo il battesimo nella United Bengali Lutheran Church of America, la sua famiglia in patria ha cominciato ad essere emarginata e minacciata dalla comunità islamica. “Mio fratello – racconta Kazi – non può nemmeno andare in moschea. Siamo circondati da un clima di ostracismo e se Luna rientra in Bangladesh, è probabile che nei suoi confronti emettano una fatwa e la sua vita sarà in pericolo”. La madre di Luna aggiunge di non riuscire a “reggere oltre le pressioni della gente” per una decisione che è “solo di mia figlia” e denuncia un clima generale di “insicurezza”. A giugno Aminul Islam, dopo avere scoperto che il figlio Jahirul si era convertito al cristianesimo, ha cominciato a picchiare la madre, che gli aveva permesso di studiare all’estero, e a usarle ripetutamente violenza. Jahirul ha suggerito alla madre di rivolgersi al rev. Alex Khan e a settembre la donna ha annunciato al marito di essersi convertita al cristianesimo. Aminul Islam, alla notizia, dopo avere bruciato la Bibbia della moglie, ha legato lei e la figlia e le ha picchiate brutalmente. Le due donne hanno dichiarato “di avere paura ma di essere confortate dalla preghiera”. La situazione degli Indù Anche gli indù sono oggetto di discriminazione e persecuzione. Gli attacchi avvenuti nel 2009 sono stati dettati, oltre che da un odio di tipo etnico-religioso, anche da motivazioni economiche. La notte del 25 luglio a Charsindhu, a 50 km da Dhaka, un gruppo armato composto da persone della locale comunità islamica, ha preso d’assalto quattro case indù e saccheggiato il tempio della comunità. Nella prima settimana d’agosto, venti famiglie appartenenti alla minoranza indù dei villaggi di Kalibari, Kajir Hat e Keramotia, nel sud del Bangladesh, sono state vittime di estorsioni e ricatti da parte della maggioranza musulmana. I musulmani hanno prelevato inizialmente dalla famiglia di Nitia Das, 45mila taka (circa 470 euro) e quando alcune famiglie si sono opposte, i musulmani hanno cominciato a perseguitarle. Due ragazze sono state sequestrate e rilasciate solamente dopo il pagamento di un BANGLADESH e sono potenti dal punto di vista politico. Essi hanno forti legami con il partito al potere, l’Awami league”. A cavallo tra agosto e settembre la comunità cattolica di Solepur è stata oggetto di numerose violenze da parte di musulmani, che con furti e minacce hanno cercato di costringerli ad andarsene per occupare i loro terreni. BANGLADESH BANGLADESH riscatto. Uno dei malviventi ha preteso di sposare una ragazza senza il suo consenso o quello della famiglia. Boloram Das, esponente della minoranza indù, ha affermato che “né gli abitanti dei villaggi, né la polizia hanno fatto niente per aiutarci”. Almeno venti famiglie indù della zona non possono fare rientro a casa, a causa delle minacce avanzate da gruppi di musulmani. Fonti: Open Door www.asianews.it www.persecution.org U.S. Department of State - 2009 Annual Report on International Religious Freedom- http://www.state.gov/g/drl/irf/
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