Bangladesh

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APPARTENENZA RELIGIOSA
Musulmani 88,8%
Induisti 9,5%
Altri 1,2%
Cristiani 0,5%
Cattolici 0,2% - Protestanti 0,1% - Altri 0,2%
AREA
143.998 km2
POPOLAZIONE
164.425.491
RIFUGIATI
29.669
SFOLLATI
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Con le modifiche fatte nel 1988 alla Costituzione del 1972 – modifiche dichiarate
illegali nel 2010 dalla Corte Suprema – l’Islam è la religione di Stato. La Costituzione afferma anche il diritto di ogni cittadino di professare, praticare e diffondere
la propria religione; anche il suo insegnamento è libero nelle scuole private gestite dalle diverse comunità religiose.
Il 29 dicembre 2008 era salito al governo l’Awami League, ottenendo 263 dei
350 seggi disponibili in Parlamento; l’Awami League è il partito laico fondato nel
1949 che ha portato il Bangladesh all’indipendenza dal Pakistan, sotto la guida di
Sheikh Mujibur Rahman. Rispondendo a chi, sulla base del pronunciamento della
Corte, chiedeva il ripristino della Costituzione laica originaria, il Premier Sheikh
Hasina (figlia di Sheikh Mujibur Rahman), ha dichiarato di volerle conservare.
Se dovesse prevalere la decisione della Corte, i partiti su base religiosa – che
sono tutti islamici – diventerebbero illegali; nella precedente Costituzione, infatti,
per un qualsiasi partito era proibito fondarsi su principi religiosi. Da segnalare che
il Premier Sheikh Hasina non appoggia l’introduzione della Shari’a – auspicata
invece dal Fronte islamico unito – ma vuole conservare comunque gli elementi islamici introdotti nella Costituzione1. Il 21 giugno, il Governo ha confermato
l’emendamento che definisce l’Islam religione di Stato2.
Il National Women Development Policy – introdotta dal Governo nel marzo 2011
per promuovere la parità femminile nel diritto alla proprietà, all’eredità e nel mondo del lavoro3 – ha scatenato uno sciopero generale, indetto dal Comitato di applicazione della legge islamica che lo ha duramente contestato (oltre 120 persone
sono state arrestate il 4 aprile 2011 a seguito della protesta durante lo sciopero),
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AsiaNews, 08 giugno 2011
Agenzia Fides, 22 giugno 2011
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Agenzia Fides, 8 marzo 2011
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in quanto – parificando i diritti ereditari delle figlie femmine a quelli dei figli maschi – viola i diritti islamici. Gli arrestati sono stati 103 nella capitale Dacca, 15 a
Faridpur e tre a Naravangani; a Dacca, Mirpur, Kakrail, Malibagh e in altre città,
ci sono stati, infatti, scontri violenti con la polizia4.
Terre contese
Si sono riacutizzati gli scontri che oppongono gli abitanti dei villaggi tribali – situati
nel Chittagong Hill Tracts, area al confine sud-orientale con India e Myanmar – e i
coloni bengalesi che, normalmente con l’appoggio di esercito e polizia, spingono
per la loro colonizzazione del territorio. Il fatto che i coloni siano musulmani e le
comunità tribali siano, invece, per lo più buddiste (la maggioranza), animiste e
cristiane, può dare una connotazione religiosa al conflitto, sebbene gli osservatori
affermino si tratti di un problema politico-sociale, in quanto la frase «i musulmani
hanno fatto questo», richiama un’espressione di uso locale, dove dire bengalese
corrisponde a dire musulmano.
Il 17 febbraio 2011 due abitanti dei villaggi tribali sono rimasti ferite e almeno 23
case sono state rase al suolo, in un attacco da parte di coloni musulmani bengalesi5; due mesi dopo, in aprile, un gruppo di bengalesi si è spinto oltre le terre
jummas – il nome deriva da una tecnica di coltivazione della terra – per appropriarsene, tentativo di esproprio naufragato, perché un gruppo di tribali ha attaccato i coloni, provocando la morte di quattro persone. In questa scia di violenze,
sempre in aprile, almeno una 50ina di villaggi tribali jummas, sono stati attaccati
nel distretto di Khagrachari (Chittagong Hill Tracts) con un bilancio di oltre 200
case date alle fiamme, due templi buddisti rasi al suolo, quattro coloni morti e, oltre 20 tribali, tra cui donne e bambini, feriti. Inoltre, voci non ufficiali, ma affidabili,
parlano di 40 studenti universitari scomparsi nel nulla6.
Intanto, i bengalesi hanno organizzato un Movimento per la difesa dei diritti dei coloni – Fight for People Rights in Chittagong Hill Tract (FPRCHT) – che agisce anche
con aspetti para-militari, avendo il sostegno tattico della polizia locale. Il timore è
che tra gli stessi tribali, alcuni gruppi minoritari stiano cercando di soffiare sul fuoco,
per alimentare una situazione di possibile guerriglia, interrotta dopo oltre vent’anni
nel 1997, grazie a un accordo di pace7 che, dichiarato anti-costituzionale, ma rimesso in vigore dall’attuale esecutivo, è pressoché inefficace. Anche i provvedimenti
assunti dalla Commissione garante che ha il compito di esaminare i casi sulle terre
contese, non accontentano nessuno. Tra le decisioni prese, l’eliminazione delle
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AsiaNews, 4 aprile 2011
AsiaNews, 22 febbraio 2011
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AsiaNews, 27 aprile 2011
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http://www.chtcommission.org/2008/11/the-cht-peace-accord/
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Scuole cattoliche
Pur essendo una piccola minoranza, i cattolici si distinguono per la qualità delle
loro scuole. Gli studenti diplomati in quelle degli ordini missionari e nelle università cattoliche, sono i migliori del Bangladesh, come hanno rilevato delle analisi
sul tema che pongono in cima alla classifica nazionale, il Notre Dame College, la
Holy Cross School and College, la St. Joseph e la St. Placid. Su tutto il territorio
del Paese, la Chiesa cattolica gestisce 52 licei, 4 università, un college di formazione per insegnanti e numerose scuole elementari8.
Incontri inter-religiosi
In 175 (80 cristiani e il resto ahmadi della formazione religiosa ahamdiyya di origine indiana appartenenti alle rispettive comunità della capitale Dacca) hanno partecipato il 16 aprile 2011 a una Conferenza finalizzata alla reciproca conoscenza. Il bilancio finale è stato molto positivo: «Sia la comunità cristiana che quella
ahmadiyya – ha affermato padre Francesco Rapacioli del PIME che attraverso il
movimento ecumenico “Shalom”, di cui è animatore, ha organizzato l’incontro –
sono due minoranze in Bangladesh e tra i due gruppi c’è sempre stata una certa
diffidenza. Noi, oltretutto, rappresentiamo una minoranza anche dal punto etnico,
visto che più del 50% dei cristiani sono tribali, indigeni. Loro, invece, perché si
tratta di una comunità dai tratti particolari, poco nota. Eppure, non solo hanno
voluto ospitarci nella loro Sede, ma più tardi ci hanno offerto un rinfresco e messo
a disposizione le loro pubblicazioni. Questo, secondo me, per dimostrarci di aver
trovato una comunità con cui aprirsi, dialogare, incontrarsi. Ora, sanno di potersi
misurare e confrontare in maniera pacifica con qualcuno. È come se avessero
trovato degli alleati»9.
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AsiaNews, 20 gennaio 2012
AsiaNews, 19 aprile 2011
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truppe militari dal territorio, un’indicazione pressoché “simbolica”, considerato che
ben 400 campi militari attendono ancora di essere sgomberati.

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