Il Venduto e le Rimanenze

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Il Venduto e le Rimanenze
Il Venduto e le Rimanenze
Il Venduto e le Rimanenze
E’ possibile mantenere la contabilità delle rimanenze e del costo del venduto diversamente in relazione ai tre tipi puri
di impresa. Il problema quindi è come suddividere l’ammontare dei beni disponibili per la vendita, tra rimanenze finali
e costo del venduto. Un’impresa può essere:
Commerciale : vende ai propri clienti la merce così come l’ha acquistata dai fornitori. Il costo del venduto di
un determinato periodo è quindi il costo di acquisto dei beni venduti in quel periodo
Di produzione : trasforma le materie prime in prodotti finiti. Il costo del venduto è dunque comprensivo sia
del costo di acquisto delle materie prime sia dei costi di trasformazione
Di servizio : erogano servizi che sono intangibili (alberghi,università,ospedali,ecc.)
Impresa commerciale
Costo di acquisto  la merce acquistata incrementa il valore delle rimanenze di un ammontare pari al suo costo di
acquisto. Il costo della merce è inoltre ridotto di eventuali abbuoni o sconti ottenuti dal fornitore per pagamenti rapidi
o per la quantità di merce acquistata. Le registrazioni avvengono quando la merce diventa di proprietà dell’acquirente.
In relazione ad un’azienda commerciale si definiscono beni disponibili per la vendita la somma delle rimanenze iniziali
e degli acquisti del periodo.
Per determinare la divisione dei beni disponibili si possono utilizzare due approcci che si basano entrambi sulla
seguente equazione :
I due approcci sono :
Metodo dell’inventario periodico : si determina l’ammontare delle merci presenti in magazzino alla fine del
periodo e si deduce il costo del venduto.
Viene quindi aperto un conto transitorio acquisti e l’importo presente nelle fatture di acquisto viene di volta
in volta addebitato in questo conto.
Metodo dell’inventario perpetuo : si misura il valore delle merci ogni qualvolta queste sono consegnate ai
clienti mantenendo l’informazione archiviata. E’ noto quindi il costo del venduto, si può dedurre il livello
finale di rimanenze considerando la somma totale dei valori finali di tutti gli archivi.
Con questo metodo gli acquisti sono addebitati direttamente al conto rimanenze.
Confrontando i due metodi si conclude che :
-
Entrambi soddisfano il principio di competenza
Il metodo dell’inventario perpetuo prevede la gestione di un archivio per ciascun codice di magazzino. Ciò da
una parte è molto oneroso, ma consente di mantenere informazioni utili per decidere il riordino merci.
Anche le aziende che applicano il metodo dell’inventario perpetuo devono effettuare con cadenza annuale
un inventario fisico per determinare quelle che sono le perdite di inventario, ossia la possibilità che la merce
sia obsoleta o sia stata rubata.
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Il Venduto e le Rimanenze
Impresa di produzione
In questo tipo di impresa il calcolo del costo del venduto risulta più complicato in quanto si devono considerare i costi
di trasformazione ai prodotti che hanno usufruito di lavorazioni.
Si devono quindi gestire tre conti rimanenza :
1) Rimanenze di materie prime : valorizzate al costo di acquisto presente nelle fatture dei fornitori
2) Rimanenze dei semilavorati : valorizzati come
3) Rimanenze di prodotti finiti : corrisponde al valore delle rimanenze di merci
Per determinare il costo dei beni venduti, si deve fare un processo di composizione, partendo dal costo delle materie
prime aggregando i costi di lavorazione ed ottenendo il costo dei beni prodotti. Il costo dei prodotti venduti si calcola
come
Impresa di servizio
Per valorizzare il flusso dei costi di servizio possono essere usati quattro metodi :
Metodo dell’identificazione specifica : se esiste la possibilità di tenere traccia del costo di acquisto di ciascun
articolo allora è possibile accertare il costo effettivo della singola unità venduta.
Metodo del costo medio : in questo modo sia le unità vendute che quelle presenti in rimanenza sono
valorizzate al costo medio dei beni disponibili per la vendita.
Metodo FIFO : si ipotizza che i beni più vecchi, quelli acquistati prima, siano i primi ad essere venduti, e che i
beni di acquisto più recenti siano quelli che andranno a costituire le rimanenze finali.
Metodo LIFO : si ipotizza che i beni di acquisto più recente siano venduti per primi, perciò si valorizzano le
rimanenze finali al costo delle unità acquistate meno recentemente.
La strategia FIFO determina un costo del venduto che approssima il costo dei beni fisicamente consegnati, rispettando
al meglio la correlazione tra costi e ricavi del periodo.
Sebbene l’utilizzo della strategia LIFO si traduca normalmente in un più basso carico di imposte sul reddito (in quanto
risulta un utile inferiore), alcune imprese non la utilizzano perché così facendo un utile basso verrebbe comunicato al
mercato ed agli azionisti.
Analisi delle rimanenze
Gli indicatori per analizzare l’investimento in scorte sono tre :
Rotazione delle rimanenze : definita come
. Il valore di questo indice varia in base al
business ed alla stagionalità
Livello delle rimanenze espresso in giorni del costo del venduto : definito come
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