7 Aprile 2009 - Gruppo Espresso
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7 Aprile 2009 - Gruppo Espresso
Sottoscrizione pro-terremotati Sottoscrizione pro-terremotati Con il Centro, con il Gruppo L’Espresso-Repubblica e con le Casse di Risparmio dell’Aquila di Pescara e di Teramo Partecipate alla sottoscrizione popolare per aiutare le famiglie aquilane sconvolte dal tremendo sisma del 6 aprile CATASTROFE IN ABRUZZO L’Aquila distrutta dal terremoto Centinaia di vittime, 70mila sfollati 40 PAGINE SPECIALI L’EDITORIALE FARE PRESTO di Luigi Vicinanza enti secondi cambiano una storia millenaria. L’Aquila è irriconoscibile, l’Abruzzo sconvolto. Vite spezzate. Tante, troppe. Il bilancio è solo provvisorio, fa già rabbrividire. Chiese barocche e un ospedale del terzo millennio, non fa differenza: crollati rovinosamente. Come l’imponente palazzo della Prefettura: sulla carta designato come luogo di coordinamento dei soccorsi in caso di disastro; nella tragica realtà un ammasso di macerie polverose. Ancora una volta, di fronte alla furia della natura, simboli delle istituzioni si sfarinano nel momento cruciale in cui avrebbero dovuto trasmettere sicurezza ed efficienza. Non è l’ora delle polemiche, questa. C’è da provare a salvare chi è ancora vivo sotto le case crollate, come è urgente aiutare chi è sopravvissuto. (continua a pag. 22) NAPOLITANO SONO VICINO AL VOSTRO DOLORE V Giorgio Napolitano Alle persone terribilmente colpite nei loro cari, nelle loro case e nei loro luoghi di vita quotidiana dalla furia devastante del terremoto che si è abbattuto sulla città e sui dintorni de L’Aquila desidero dire semplicemente: tutti gli italiani, ed io con loro, vi sono vicini nel vostro dolore, condividono la vostra angoscia. Anche da paesi amici sono giunti a me e al governo messaggi significativi di partecipazione al nostro cordoglio e di schietta solidarietà. Sono sicuro che le forze dello Stato, che le Istituzioni pubbliche centrali e locali sprigioneranno il massimo sforzo per fronteggiare l’emergenza e dare a voi tutti sicurezza per il futuro. Sottoscrizione pro-terremotati Il Centro e il gruppo editoriale L’Espresso-Repubblica con 100.000 euro aprono una sottoscrizione popolare insieme con le Casse di Risparmio dell’Aquila di Pescara e di Teramo per aiutare le famiglie aquilane sconvolte dal sisma 2 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO La terra ha tremato alle 3.32. Tutta la regione sconvolta, 150 morti e centomila senzatetto Apocalisse nella notte In macerie il centro dell’Aquila, paesi distrutti di Sandro Marinacci PESCARA. E’ arrivato a tradimento, in piena notte, alle 3.32, spietato e terrificante. Ha ridotto in macerie case, palazzi e chiese, ha lesionato ospedali, caserme, università e si è scatenato con violenza contro migliaia di persone inermi, che dormivano. Ha distrutto vite, ha annientato speranze. Sono più di 150 i morti causati dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo, 2000 i feriti, centomila i senzatetto. E’ l’ultimo aggiornamento del bilancio diffuso dalla Protezione civile, che in un crescendo durato tutta la giornata ha dovuto via via ritoccare. «La più grave sciagura del millennio», l’ha definita Guido Bertolaso. Una sciagura che ha ridotto in macerie ventisei paesi intorno all’Aquila, ma che in qualche caso non è riuscita a rubare le vite che sembravano designate. Sono le buone notizie che giungono a sera, quando si viene a sapere che sono 100 le persone estratte vive dalle macerie, dall’inizio della tragedia, e una studentessa é stata individuata a notte fonda ed estratta dai soccorritori dalle macerie di una casa crollata nel centro dell’Aquila, in via Sant’Andrea. Si chiama Francesca. E poi un ragazzo di 22 anni, Matteo, salvato anche lui in via Sant’Andrea mentre si stava lavorando per liberare un’altra giovane, di nome Marta. Ma l’Aquilano è in ginocchio. La città è stata seriamente danneggiata, edifici sventrati, palazzi pubblici danneggiati. La chiesa delle Anime Sante in piazza Duomo non ha più la cupola. In molti paesi come Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio, Villa Sant’Angelo, Fossa, Ocre, San Demetrio ne’ Vestini e i centri dell’Altopiano delle Rocche, sono distrutte moltissime abitazioni del centro storico, mentre presentano danni costruzioni più recenti e anche in cemento armato. La situazione più drammatica è nel capoluogo e in alcune delle sue frazioni, come Onna, quasi rasa completamente al suolo, e Paganica, dove sono già state registrate numerose vittime. Nel centro storico dell’Aquila vi sono numerosi crolli, moltissimi edifici lesionati e alcuni palazzi non antichi crollati completamente. Crolli che hanno coinvolto anche la casa dello studente e alcuni edifici dell’università Particolarmente complicata la situazione all’ospedale dell’Aquila La scossa principale si è registrata attorno alle 3,32 e ha fatto registrare 5,8 gradi della scala Richter. L’epicentro è stato individuato a una decina di chilometri dall’Aquila. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro-sud d’Italia, ma le avvisaglie c’erano state poche ore prima. Erano le 22.20 Un momento dei soccorsi a Onna Sotto la chiesa crollata a Paganica Soccorritori al lavoro con i cani specializzati nella ricerca di persone sotto le macerie ieri pomeriggio a Onna quando due scosse sono state avvertite nelle regioni del centro Italia. L’epicentro era stato di magnitudo 4,6 e sarebbe stato localizzato nell’Appennino Forlivese. Alle 22.48 è stata registrata una seconda scossa di magnitudo 2.3, stesso epicentro. Un’altra scossa, di entità leggermente inferiore, è stata avvertita dalla popolazione dell’Aquila a mezzanotte e quaranta, dopo quella delle 22.45. D’altra parte, negli ultimi mesi, l’Aquilano era già stato toccato da un centinaio di scosse. Il botto mortale è arrivato alle 3.32. L’intero centro Italia ha traballato, il violento sisma che ha devastato l’Abruzzo si è avvertito anche a Roma, nelle Marche e lungo la costa abruzzese, da Pescara a Vasto. Il sisma ha provocato seri danni anche all’ospedale San Salvatore, parte di malati e pazienti sono stati trasferiti a Pescara, Chieti, Avezzano, ad Atri. In città, nei parchi e nei campi sportivi sono state approntate le tendopoli e ci si preparava a trascorrere la notte sotto la pioggia. IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 3 GLI ITALOAMERICANI Gli abruzzesi di New York e la corsa agli aiuti umanitari Nancy Pelosi si mobilita con i deputati del Congresso WASHINGTON. Gli esponenti italoamericani nel Congresso degli Stati Uniti si mobilitano per il terremoto in Abruzzo. Una risoluzione ufficiale del Congresso, per esprimere la vicinanza degli Usa all’Italia, é stata redatta dai deputati italoamericani Bill Pascrell, un democratico del New Jersey, e La Niaf, una delle maggiori organizzazioni degli italoamericani, ha avviato uno speciale fondo «per aiutare le vittime e le loro famiglie», e il presidente della Niaf, Joseph Del Raso — anche lui con radici abruzzesi — ha espresso il cordoglio dell’organizzazione e la vicinanza alle famiglie colpite dal sisma. La raccolta di fondi avviene online sul sito della Niaf, all’indirizzo www.niaf.org/relief. Mobilitazione e condoglianze anche da parte della Co- lumbus Citizens Foundation, altra importante realtà degli italiani d’America. Le tv americane hanno immediatamente spedito sul posto le loro troupe. Per tutta la giornata le notizie sul terremoto, con aggiornamenti continui, foto, filmati e sviluppi della situazione, hanno aperto le pagine dei siti web dei principali quotidiani americani, dal New York Times al Washington Post, dal Wall Street Journal al Los Angeles Times. Il New York Times racconta che il telefono di Maria Fosco, italo-americana del Queens che lavora alla City Pat Tiberi, un repubblicano dell’Ohio i cui antenati arrivarono in America dall’Abruzzo. Anche la “speaker” della Camera, Nancy Pelosi, é in contatto con le autorità italiane per seguire gli sviluppi del terremoto (il nonno paterno, Tommaso Fedele D’Alessandro, era di Montenerodomo). Nancy Pelosi presidente della Camera Usa La homepage del Washington Post University, non ha smesso di squillare un attimo. La Fosco é una degli esponenti di spicco della piccola comunità abruzzese di New York, composta di 5 mila persone circa, di cui quasi la metà vivono ad Astoria, non lontano dall’aeroporto LaGuardia. La donna, che ha una nonna di 98 anni a Chieti, non é riuscita a parlare con i suoi parenti che risiedono in Abruzzo, visto che i telefoni non funzionano. In quanto vice-presidente del piccolo museo locale dedicato agli ita- lo-americani, la Fosco ha già iniziato a raccogliere fondi per le vittime. Un altro esponente della comunità italo-americana, Tony Di Rico, 68 anni, dipendente in pensione della compagnia elettrica di New York, rimasto particolarmente colpito dal terremoto, parla, sempre al Nex York Times, di «tragedia devastante». Nato in Italia durante la seconda guerra mondiale, emigrato negli Usa nel 1962, Di Rico presiede l’associazione locale degli emigrati, o dei discendenti di emigrati, provenienti da Orsogna, in provincia di Chieti. 4 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Parisse, una famiglia distrutta Il giornalista del Centro ha perso i figli e il padre tra le macerie di Lorenzo Colantonio ONNA. Giustino e Dina abbracciati davanti alle macerie di una casa che non c’è più. Giustino e Dina che non hanno più nulla. Neppure una lacrima per piangere Domenico e Maria Paola, due ragazzi stupendi. Lui di 18 anni, lei di 16. Giustino Parisse, 50 anni, è il responsabile della redazione dell’Aquila, vicecaporedattore del quotidiano degli abruzzesi. Ha perso i figli e il padre Domenico, di 75 anni. Gli restano la madre, gravemente ferita e ricoverata nell’ospedale di campo allestito all’Aquila, e la moglie Dina Sette, che gli sta vicino e l’abbraccia. LA TRAGEDIA PIU’ GRANDE. Sono le 9,45, Onna è devastata. I corpi sepolti sotto le macerie sono ovunque. Ma per la piccola frazione alle porte dell’Aquila la tragedia di Giustino Parisse è la più grande. «Seguimi, ti porto da lui», dice un vicino di casa che rischia la vita pur di arrampicarsi tra cumuli enormi di mattoni e calcinacci, pur di arrivare da Giustino. Che è lì, abbracciato a Dina, seduto nel giardino di casa, circondato solo da macerie. ADDIO MARIA PAOLA. Scoppia in un pianto dirotto, abbraccia il collega del Centro che lo ha raggiunto, e racconta da cronista la notte che gli ha cancellato una vita di passione e sacrifici. «Ora sono dall’altra parte, tu fa il tuo lavoro», dice asciugandosi le lacrime dopo un interminabile abbraccio. Non ha più nulla, neppure i vestiti. Indossa solo una camicia strappata, un paio di pantaloni del pigiama e due scarpe diverse. La casa, una villetta al centro di Onna, è un enorme cumulo di mattoni, pietre e travi di legno. Una lastra di cemento armato ha schiacciato una della due auto parcheggiate nel cortile. Dietro l’angolo si staglia la casa sventrata di Sandro Parisse, il fratello di Giustino. Solo una porzione della villetta ha retto. «Maria Paola era proprio lì», inizia a raccontare Giustino, «ha fatto solo in tempo a dirmi: papà, tanto moriamo tutti, e la trave del tetto l’ha schiacciata». E’ morta davanti agli occhi del suo papà che non riesce a darsi pace e continua a ripetere: «Non sono riuscito a salvare i miei figli». Maria Paola è stata portata via prestissimo all’obitorio dell’Aquila. Il fratello Domenico, invece, è rimasto sepolto sotto una montagna di detriti alta più di dieci metri. In cima alla quale ora c’è Sandro, anche lui salvo per miracolo, che cerca invano di togliere pietre e pezzi di legno. Ma è un’impresa impossibile, e i soccorsi non arrivano. ADDIO DOMENICO. Per un attimo, Giustino, riesce a di- «Papà, tanto moriamo tutti», ha fatto in tempo a dire Maria Paola prima che la trave più grande della casa più bella di Onna spegnesse per sempre i sogni di una ragazza orgogliosa del suo papà, un giornalista del Centro. Ha visto morire Maria Paola di 16 anni, ha atteso invano i soccorsi per Domenico di 18 La casa di Giustino Parisse distrutta dal terremoto e il recupero del padre A sinistra il vice caporedattore del Centro strarsi dalla tragedia che lo ha colpito quando racconta che un terremoto del nono grado della scala Mercalli non dà scampo. E’ un esperto di terremoti. Per mesi ha scritto delle scosse che hanno colpito L’Aquila, studiandole e ristudiandole sui siti dell’Igm (Istituto geofisico militare). Ma lo sguardo del giornalista del Centro tor- na sulle macerie. «Hanno lo stesso nome mio padre e mio figlio, sono ancora lì sotto», dice mentre si avvicina a una tettoia inclinata oltre la quale c’è la sua casa: una montagna di detriti. L’ATTESA INUTILE. Domenico era ancora vivo dopo le 3,32 di ieri, quando la scossa ha raso al suolo Onna. Era vivo anche un’ora dopo, quando Giustino Parisse ha sentito la sua voce che chiedeva aiuto venire su dalle macerie. Ed ha cercato di salvare con tutte le sue forze il figlio. Giustino ha continuato a sentire Domenico per altre tre ore ed ha lottato come un leone contro enormi pezzi di pietra e cemento, ciascuno pesante più di cento chili. Fino a cadere di schiena ferendosi la testa. «Domenico ci chiedeva aiuto ma era impossibile tirarlo fuori. Ho detto a Giustino: non ce la facciamo. Giustino fermati, è inutile», racconta il vicino di casa. E lui si è fermato e si è seduto, in attesa che arrivassero i soccorsi per salvare Domenico e il nonno. Ma ad Onna sono ormai le 12 passate. E quei soccorsi per il figlio e il padre di Giustino Parisse non arrivano. Le speranze sono finite mentre le scosse di terremoto fanno tremare ancora sette volte le macerie. Ma Giustino non ha più paura, ripete tra le lacrime: «Non sono riuscito a salvare i miei figli. Trent’anni di sacrifici cancellati in un attimo. Non ho più nulla. Adesso non ha più senso continuare a vivere». La moglie Dina lo abbraccia, si siedono l’uno accanto all’altra sotto un mandorlo fiorito. Dal cancello di casa arriva il presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, che va da Dina e Giustino per abbracciarli. Una parente risponde a un telefonino e dice: «Domenico e Maria Paola non ci sono più». Ormai è finita. IL CONFORTO. Un vicino di casa si avvicina a Parisse per dirgli: «Forza Giustino, io ce l’ho fatta, ce la farai anche tu». È il vicino che ha perso la figlia in un incidente stradale. Consola Giustino, con delicatezza e dignità, e in qualche modo riesce ad aiutarlo. Alle 16,30 i corpi del padre e del figlio di Parisse vengono finalmente tirati fuori dalle macerie. Sono passate tredici ore dalla scossa che ha raso al suolo Onna. Sono passate troppe ore per salvarli. Ma Giustino è andato via. «Voglio ricordarli come l’ultima volta che li ho visti vivi», dice dopo un ultimo lunghissimo abbraccio. IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 5 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Onna è rasa al suolo, 40 morti La tragedia di Benedetta e del suo fidanzato insieme tra le macerie di Lorenzo Colantonio ONNA. Come fai a raccontare di Andrea e dell’urlo di dolore della madre che rompe il silenzio irreale di Onna? Come fai a raccontare di Benedetta, l’hanno trovata accanto al suo fidanzato, abbracciati per sempre. E come fai a dimenticare un bimbo di 8 mesi, stretto tra i corpi della madre e del padre? L’hanno avvolto in un lenzuolo bianco e adagiato su un prato. E accanto a questo bimbo ci sono altri 39 morti. Avvolti da coperte e dal silenzio assoluto. Onna, una frazione di quattrocento abitanti, tutti parenti, tutti amici, non c’è più. E’ davastata. E’ un cumulo immenso di macerie di case ristrutturate da poco, abbellite con vasi di fiori e ringhiere in ferro battuto. E’ una frazione bombardata, rasa al suolo dove ciascun abitante soffre un lutto, e sa chi manca all’appello. Ma alle 9,45 i soccorritori sono ancora pochi ad Onna. Il grosso è a Paganica, che conta cinque morti, e dove la gente affolla la piazza quando una scossa fa tremare paurosamente la terra. LA PAURA A PAGANICA. La facciata del duomo ondeggia, i poliziotti urlano a squarciagola: «Via di lì, sta crollando». La gente fugge a piedi tra le grida, una mamma corre spingendo un carrozzino, un uomo si dirige verso la chiesa e supera il cordone di poliziotti mentre la facciata della chiesa si stacca e resta in bilico. E’ una paura che paralizza i muscoli e innesca gesti irrazionali. Come quell’uomo che sembra si diriga verso la morte, oppure le decine di auto che restano bloccate davanti alla facciata che ondeggia. E’ una donna poliziotto la più fredda di tutti, da sola sblocca l’ingorgo e il viaggio verso Onna, la frazione più colpita, riprende. I CORPI TRA LE MACERIE. Appena entri nel piccolo centro abitato a sei chilometri dall’Aquila, davanti al bivio per Paganica, la polvere entra nei polmoni e c’è un odore soffocante di gas. Per raggiungere il cuore della frazione, il centro del cratere dove la gente attende aiuti con gli occhi sbarrati, bisogna per forza arrampicarsi sulle macerie, assi di legno che si spaccano sotto i piedi, cumuli di mattoni che non reggono il peso del corpo. Sulla sinistra, i detriti arrivano fino al cartello di via dei Calzolai. Proprio lì sotto ci sono due corpi. Da un tubo spezzato esce gas, più avanti un altro tubo spruzza acqua. C’è un odore acre che blocca il respiro mentre un’altra scossa fa tremare l’unico balcone rimasto appeso a un muro che sembra la quinta di un teatro. E’ una scossa ondulatoria che alza le macerie e le fa rica- In basso il corpo di un anziano portato via Bimbi tra vittime Il medico della frazione riconosce suo figlio Il recupero del corpo della giovane Susanna, in basso il medico della frazione e la moglie distrutti dere insieme sollevando una nuvola di polvere bianca. «Venga, mi segua. L’aiuto io», dice un uomo con il volto imbiancato dalla polvere, una camicia strappata e un profondo taglio sulla fronte. Ma non c’è tempo nemmeno per dirgli grazie e chiedergli il nome perché, alla fine di questo lungo corso ricoperto di macerie, stanno estraendo due cadaveri da una casa di tre piani completamente sventrata. Uno è il corpo di Gabriella, aveva 50 anni. Accanto a lei hanno trovato la mamma Antonina. Vengono adagiate su due materassi in un garage, una delle pochissime strutture ancora in piedi nella piccola Onna, che paga il prezzo più alto. E che adesso torna nel silenzio irreale. I varchi sulle stradine invase dalle macerie si spopolano, perché arrivano altre scosse. Almeno sette nel giro di poco più di un’ora. LE SCOSSE CONTINUANO. La più forte scuote la terra alle 10,40 e da un rudere si stacca una porzione di muro, fatto di pietre e cemento, che si frantuma in cento pezzi. Trovarsi a vivere in diretta l’ennesima scossa blocca il respiro. Ritarda e ferma i soccorsi, fa rassegnare ancora di più questa povera gente che si guarda in faccia come a voler fare l’appello. «Ne mancano cinquanta», dice un sopravvissuto. Manca anche Susanna, la trovano più avanti. La fiutano i cani della protezione civile. La ragazza è sotto le macerie, forse è ancora viva. ADDIO SUSANNA. Una decina di carabinieri cominciano a scavare tra le pietre e le travi. Si muovono con cautela mentre intorno si accalca altra gente. E arrivano due ruspe che rompono il silenzio tornato assoluto. «Chiamate un medico, chiamate un medico», urla poi un uomo con il volto insanguinato. Il medico arriva, ma indossa un pigiama ed è stravolto perché non trova più suo figlio. Sale sul cumulo di macerie, si avvicina al corpo di Susanna e scende giù scuotendo il capo. E dal basso si alza un altro grido di disperazione. IL PREZZO PIU’ ALTO. Lo paga Onna: 40 morti, fino alle 22 di ieri. Ma sono di più, dice la gente del piccolo borgo. I nomi, uno dopo l’altro, vengono appuntati su un foglietto bianco dal commissario Egidio Labbro Francia giunto da Sulmona. Dalle macerie, accanto alla casa di Susanna, subito dopo vengono estratti altri due corpi: un anziano e un bimbo. La gente urla ancora «andate via sciacalli» a quelli con le telecamere che assediano l’aia davanti alle macerie. Ma non c’è tempo da perdere, ci sono altri corpi da recuperare. Tocca a Benedetta e al suo fidanzato finire su quel foglietto bianco. E’ come una via Crucis, e ogni volta il medico che cerca ancora suo figlio viene chiamato per dire se c’è ancora un filo speranza. Ma dalle 3,32 di ieri, cioè dal momento della scossa più potente che ha devastato Onna, sono passate troppe ore. Neppure per Andrea c’è speranza. Sono le 16,21 quando il suo corpo viene recuperato dai vigili del fuoco. La madre di Andrea è una donna bionda che, fino a un minuto prima sperava ancora e ora grida: «Figlio mio, piccolo mio. Dimmi che non è vero». Il padre è il medico in pigiama. I due si abbracciano stretti stretti e si allontanano piangendo. 6 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Anna e le altre della casa riposo Nel centro storico del capoluogo: la rabbia e la voglia di restare L’AQUILA. Quello che ti schiaccia il cuore non sono le espressioni dei volti dei giovani universitari o delle famiglie che incroci nel percorso inverso, mentre ti dirigi con il fiato sospeso in quel centro storico che rendeva L’Aquila una delle più belle città d’Abruzzo. Sono i volti delle persone che restano. E che nonostante la paura, il terrore, l’orrore della morte sfiorata — sentimento Lei e le sue amiche sono sedute in circolo. Le suore le hanno ammantate con coperte di lana. C’è il sole, ma ora queste donne spaventate dal terremoto non sanno quante altre ore dovranno restare all’aperto, e se mai torneranno nelle loro camere. In piazza Duomo incroci lo sguardo di Domenico Giancarli, che parla insieme ad alcune signore tenendo al guinzaglio il suo cane. Domenico aveva un appartamento in corso Federico. Quando ha sentito la scossa ha fatto in tempo a prendere solo una giacca. E il cane. «Non è stato lui ad accorgersi del terremoto», dice rivolgendosi beffardo all’amico a quattro zampe. «A un certo punto ho sentito il mio letto che andava a destra e a sinistra, si spostava di almeno 80 centimetri da un lato all’altro. Siamo usciti di corsa e la palazzina accanto alla nostra è venuta giù. Siamo salvi per miracolo». Neanche Domenico potrà più rientrare a casa, ma non vuole allontanarsi. Non vuole andare in un «campo profughi». Non vuole che le sue cose restino «alla mercè dei ladri». Per ora resta in piazza. Con il suo cane e il suo sguardo di dolore. Nel centro storico incroci anche lo sguardo colmo di lacrime di Maria Teresa Di Pasquale. Lei aveva una casa in via Guelfaglione. Anche lei è rimasta con un pigiama e una giacca. Sente tremare nuovamente la terra sotto i piedi e inizia a piangere. «Ho comunque identico a quello letto prima sui volti incrociati lungo viale Collemaggio — non vogliono lasciare la loro casa. E neanche allontanarsene. Sono sguardi di dolore e di paura che incroci durante questa Via Crucis che cosparge di lacrime il centro dell’Aquila. Superata la Villa comunale c’è l’incrocio tra viale XX Settembre e corso Federico II, le strade della città che cingono il centro storico. Ed è proprio da via XX Settembre, dove sono crollati un palazzo residenziale e la casa dello studente, che inizia la Via Crucis. In piazzale Pasquale Paoli i cadaveri sono ancora sotto le macerie. E’ qui che incroci lo sguardo di Angelo Di Nicola, giornalista e caposervizio del Messaggero, che si aggira lungo il piazzale con le giacche dei figli stretti tra le braccia, il ca- po fasciato e il naso e il viso ancora coperto di tagli. «Non riuscivo ad aprire la porta, per questo sono stato travolto dalle macerie. Però sono vivo, moglie e figli sono vivi...». Sempre in piazzale Paoli incroci lo sguardo di Anna, un’anziana ospite della casa di riposo San Giuseppe. Il suo sguardo è assente mentre osserva i vigili del fuoco scavare tra le macerie. La storia di Anna e delle sue amiche in strada con le coperte fornite dalle suore della casa di riposo paura, ho tanta paura». Ma non si lascerà convincere facilmente a lasciare la strada per trasferirsi in albergo. Annamaria viveva a Palazzo Dragonetti, edificio storico di corso Federico. Il suo sguardo sembra il meno triste: «La casa ora è tutta lesionata», racconta «il tetto è caduto giù, tutta la mia vita è lì dentro ma non posso andare a prendere niente. Visto quello che è successo, devo pure essere contenta». In piazza Duomo incroci lo sguardo stanco dell’architetto Vincenzo De Masi, mentre sistema la sua Fiat Multipla che mostra ovunque le ferite del terremoto: lunotto spaccato, carrozzeria ammaccata dai cornicioni e dalle tegole cadute dai tetti, polvere su cofano e tettuccio. «Siamo tutti salvi, la mia casa è quella là, all’incrocio tra via Sassa e piazza San Biagio», racconta De Masi. «Il centro storico è tutto inagibile, credo che per tanto tempo non rientreremo a casa. A guardare le tegole della mia casa, per come si sono spostate sia da un lato del tetto che dall’altro, ritengo che il terremoto debba avere avuto un doppio movimento. Ecco perchè anche i palazzi costruiti con il cemento armato hanno subìto danni: l’onda sismica ha creato una specie di torsione su muri e pilastri». Quindi un rammarico. «Da Domenico col suo cane si aggira fra i detriti della sua casa crollata Sopra i vigili del fuoco al lavoro tra le macerie della casa dello studente tentano di salvare i ragazzi intrappolati A destra una donna cerca di aprire la porta di casa (foto di Guida e Simeone) stamattina nessuno mi chiama, né alla Protezione civile, né al Comune, né alla Prefettura... Eppure lo sanno che ho partecipato alle verifiche fatte per il terremoto dell’Irpinia, per il Parco nazionale d’Abruzzo e per quello dell’Umbria...». In via Accursio incroci gli sguardi preoccupati dei vigili del fuoco e della Protezione civile che tentano di entrare dalla finestra di un’abitazione. Dentro quella casetta a due piani sarebbe rimasta intrappolata una studentessa. «Pensiamo che non sia riuscita ad aprire la porta e il tetto gli sia crollato addosso. Fuori la palazzina sembra intatta, ma dentro è una scatola vuota», spiega Giampiero, volontario della Protezione civile giunto dal frusinate due ore dopo il terremoto che ha sconquassato la città dell’Aquila. Sotto i portici di corso Principe Umberto trovi lo sguardo afflitto di una donna che piange lacrime di dolore per la morte di una studentessa ospite del Convitto nazionale Cotugno. Anche qui il terre- moto non ha avuto alcuna pietà dei giovani ospiti. La vittima aveva 16 anni. «Non ha fatto in tempo... non ha fatto in tempo...» sussurra a ogni abbraccio di colleghe, soccorritori, amici. In piazza Margherita, davanti al municipio dell’Aquila, i giardinetti sono colorati dagli sguardi di cittadini rumeni e slavi. Sembra un ritrovo multiculturale, e anche i ragazzi stranieri davanti all’invito a lasciare il centro storico per andare nei centri di raccolta preferiscono allun- garsi sui sampietrini, al sole, e aspettare che lo sciame sismico passi. Rudvi è romeno ed è qui in piazza insieme ad altri due amici. Quasi canta, il suo sguardo sembra allegro: «Mi dispiace per i morti. Io non ho casa, io non ho problema di terremoto». Si torna in corso Federico, dove si incrocia un padre che riporta le due figlie studentesse a casa. Il suo è uno sguardo liberatorio: «Sono stato fortunato, vengo dal Reatino e sinceramente non mi sarei aspettato un disastro del genere. Le mie due figlie avevano affittato una camera in un appartamento del centro storico, che adesso è inagibile. Sono state fortunate anche loro. Adesso se vogliono ancora studiare fuori si troveranno un’altra università». Il rumore delle sirene degli allarmi rimasti accesi riempie i vicoli vuoti di Santa Giusta. Un anziano sposta i massi e i pezzi di cornicione che impediscono alla sua Panda di svoltare. Anche la sua casa è distrutta, ma lui ha bisogno di qualcosa. E nonostante gli appelli della Protezione civile a non tornare tra i vicoli pericolosissimi del centro storico, lui ha bisogno dei suoi occhiali. Altrimenti il suo sguardo servirà a poco. (l.d.f.) IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 7 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Crolla il palazzo del Governo Il prefetto non era in appartamento, salvo anche l’agente di guardia di Luigi Di Fonzo L’AQUILA. Il palazzo del Governo, in piazza della Prefettura, è stato uno dei primi a crollare. Le sue colonne imponenti hanno assorbito la furia del terremoto, ma non altrettanto è stato capace di fare l’architrave, letteralmente spezzato a metà. Anche il tetto e la parte superiore della facciata si soAPPARTAMENTO VUOTO. Da quattro giorni il prefetto dell’Aquila Aurelio Cozzani, andato in pensione dagli inizi del mese di aprile, non dimora più nell’abitazione privata che ha sede proprio al secondo piano del palazzo della prefettura. E il nuovo prefetto nominato dal ministero deve ancorainsediarsi nell’abitazione di piazza della Prefettura. Non solo. Dopo la brutta scossa di terremoto registrata poche ore prima del disastro, ovvero la notte di domenica 5 aprile, il vice prefetto vicario dell’Aquila Graziella Patrizi — che ha preso le funzioni del prefetto in attesa dell’arrivo del nuovo — ha disposto il trasferimento del servizio di centralino della prefettura (che funziona anche di notte per le emergenze di Protezione civile e per il coordinamento di enti e forze di polizia) alla questura. Soltanto il corpo di guardia è rimasto a presidiare l’antico palazzo ma, sempre su disposizione della prefettura, la scorsa notte è stato chiesto all’agente della Polizia di Stato Wilford S. di fare la sorveglianza all’esterno del palazzo. SALVATE DUE VITE. Il sisma delle ore 22.48 era stato molto forte, e in attesa di conoscerne gli effetti sulla struttura del palazzo, i vertici della prefettura avevano ritenuto opportuno trasferire nel giro di pochi minuti centralino e corpo di guardia. Una decisione, questa, che ha consentito di salvare almeno due vite: quella del centralinista e quella dell’agente di guardia (il cosiddetto “piantone”). Gli uffici sarebbero stati riaperti la mattina dopo alle 7.30, ma così non è stato. Il crollo della facciata e del tetto ha invaso di mattoni, lastre di marmo e cornicioni tutta piazza della Prefettura, che dopo due ore più tardi è stata ripulita dei detriti. IL SIMBOLO CHE CROLLA. Ma come è possibile che un Palazzo del Governo non sia il più solido e il più sicuro di tutta la città, visto che il capoluogo è in una zona ad alto rischio sismico? «I danni di un sisma come quello di oggi sono inimmaginabili, anche per strutture solide come il palazzo della Prefettura», risponde il capo di gabinetto Roberto Nardecchia, che aveva la figlia in gita scolastica fuori Abruzzo e la moglie a Roma dai genitori. «In accordo con il questore, il prefetto ha deciso di trasferire il centralino telefonico in no sgretolati. Il palazzo sede della Protezione civile, simbolo dell’autorità che dovrebbe proteggere e governare un territorio, da ieri è diventato un monumento alla devastazione. E solo una serie di fortunate congiunture ha fatto sì che il palazzo fosse vuoto al momento del terremoto. Ridotto in macerie il simbolo della sicurezza Dopo il sisma di domenica trasferito il centralinista SOLIDARIETA’ Da Pescara sessanta ingegneri gratis per la valutazione danni PESCARA. Sessanta ingegneri della provincia di Pescara a disposizione della Protezione civile per le verifiche e la valutazione dei danni degli immobili danneggiati dal sisma del 6 aprile. E’ la proposta del presidente degli ingegneri pescaresi Antonio Bellinzotti. questura, e questo ci ha consentito di “salvare” letteralmente un servizio decisivo soprattutto in questi casi». Encomiabile è stato poi definito il comportamento dell’agente di polizia in servizio al corpo di guardia, che ha letteralmente visto la morte in faccia, ma per fortuna era all’esterno del palazzo, ha potuto salvarsi e ha lavorato oltre il suo orario di servizio. «Dopo essere rimasto in guardia del palazzo di governo fino all’arrivo di altro personale», ha proseguito Nardecchia «è rimasto a lavorare fino alle 20 al centralino. Un comportamento davvero encomiabile, che dimostra come la prefettura sia viva e funziona, anche se la sede è crollata». GLI ALTRI EDIFICI. Accanto al palazzo del Governo, ha resistito soltanto esteriormente la palazzina che ospita il bar enoteca “La Fenice” di pro- prietà di Maurizio De Luca. «In realtà internamente i solai dell’edificio sono crollati», spiega l’imprenditore. «Anche a casa mia, che si trova accanto al bar, è crollato il solaio e abbiamo impiegato due ore di tempo per liberarci e raggiungere il balcone, dal quale ci siamo calati in strada. I danni sono enormi. Una vera apocalisse». Tanta la meraviglia suscitata dal fatto che il palazzo della Prefettura sia andato distrutto nonostante l’imponenza del movimento tellurico. E tante anche le persone che ieri si sono viste aggirarsi in piazza della Prefettura con macchine fotografiche e videofonini per riprendere le macerie dell’ex palazzo governativo. La prefettura dell’Aquila è stata quindi divisa nei suoi vari uffici in varie sedi: il Centro operativo centrale nella caserma della scuola della Bellinzotti ha inviato al responsabile della Protezione civile Paolo Marsan un elenco di sessanta nominativi di ingegneri disponibili a collaborare gratuitamente in questi giorni all’Aquila. «Il consiglio dell’Ordine della Provincia di Pescara», ha scritto il presidente degli ingegneri pescaresi «ritenendosi investito del dovere di collaborazione, elenca di seguito i primi nominativi dei tecnici iscritti all’Albo che hanno offerto la propria volontaria disponibilità, per quanto di loro competenza, nella valutazione dei danni e delle eventuale agibilità degli immobili danneggiati dal sisma. I sotto elencati tecnici potranno operare in completa autonomia richiedendo a codesta Protezione civile il solo coordinamento e le indicazioni di massima sulle procedure da mettere in atto. Gli stessi potranno essere direttamente contattati tramite recapito telefonico». Guardia di Finanza a Coppito, la Protezione civile nella sede della Reiss Romoli, il riconoscimento delle salme nei capannoni della ditta Taffo a Coppito, il centralino alla questura di via Strinella e altri servizi dislocati nelle frazio- ni. SEGNALETICA ASSENTE. Una così vasta dislocazione degli uffici prefettizi avrebbe richiesto anche una segnaletica precisa, proprio a partire da piazza della Prefettura. Invece fino a ieri sera non era- no stati apposti neanche i segnali per indicare la presenza dei campi di accoglienza. I disagi si sono avvertiti soprattutto quando arrivavano le colonne mobili, guidate lungo il percorso stradale dai posti di blocco di polizia, carabinieri e vigili urbani. Problemi anche per le famiglie che sono state convinte a lasciare gli spazi aperti vicini alle abitazioni per andare a dormire, sempre in macchina, nei campi adibiti all’accoglienza dei profughi: su ben cinque campi di accoglienza presenti in città, non è comparso neanche un cartello stradale, un’indicazione, un segnale, anche di cartone. Nulla. Un altro disservizio ha riguardato la comunicazione dei nominativi delle vittime del terremoto che, forse, verrà divulgato (anche parzialmente) oggi. «Purtroppo l’identificazione ufficiale delle vittime prosegue a rilento dopo che l’obitorio dell’ospedale è stato dichiarato inagibile», spiegano in prefettura. 8 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Devastati Poggio e Castelnuovo Nei due borghi 10 vittime, madre e bimbo travolti dal muro di casa di Roberto Raschiatore SAN PIO DELLE CAMERE. Pietre su pietre. Morti allineati alla base del monumento che commemora i caduti della Grande guerra. Un cane vaga fra le macerie. E’ ciò che resta del seicentesco borgo di Castelnuovo, frazione di San Pio con poco A Castelnuovo e Poggio Picenze, borghi fra i più martoriati, si incontrano le storie di chi è rimasto e di chi non ce l’ha fatta. Come quella di Emanuele Sidoni, 61 anni, artigiano residente a Roma. Era tornato a Castelnuovo a trovare i genitori Emidio (77) e Maria Fina Nardone (76) e insieme a loro ha incontrato la morte. «L’avevo pregato di raggiungerli a Pasqua, ma non ha voluto sentire ragioni», racconta la moglie, arrivata in fretta da Roma. «Anche noi abbiamo sentito la scossa, sapevamo che nell’Aquilano ce n’erano state diverse nei giorni scorsi e così ci siamo preoccupati», prosegue la donna, «mia cognata ha telefonato verso le 4, dopo aver saputo che l’epicentro era stato individuato in zona. Nessuno rispondeva. Il terrore ha preso il sopravvento e quando sono arrivata mio marito era appena stato estratto dalle macerie. Non c’era più. Continuava a ripetere che quella casa era sicura. Invece l’ha ucciso». Nei tre vicoli del borgo cancellato, tra le macerie della chiesa di San Giovanni — dove solo la statua della Madonna è rimasta miracolosamente in piedi — si aggirano i volontari della Misericordia di Scafa, i carabinieri arrivati anche dall’Alto Sangro, i vigili del fuoco di Pescara, gli agenti della polizia stradale di Chieti. Insieme alle tre salme della famigliaSidoni, di fronte al monumento ai caduti, viene allineata quella di Refik Hasani, muratore macedone di 42 anni, come tanti suoi connazionali arrivato in Italia in cerca di fortuna. Il fratello Demal, 40 anni, viene dato per disperso. Le speranze di ritrovarlo in vita vengono spente poco dopo le 11, quando i soccorritori individuano il corpo. Salgono così a cinque le vittime a Castelnuovo. Amici e parenti piangono su una vicina panchina. Nelle altre tre case devastate dalla scossa non ci sono famiglie. Una, di proprietà di turisti romani, era ripartita la sera prima. Così come erano più di 250 anime. Qualche chilometro più in là, a Poggio Picenze, la distruzione si ripete, c’è l’identico dolore, si sommano i lutti. Una mamma morta, col suo bimbo accanto. Altre due ragazzine e una donna vittime di quei 20 secondi di terrore. Il pianto di un imprenditore «Ho perso mia figlia ma ho salvato gli altri ragazzi» Salme ricomposte vicino al monumento ai caduti e un cane tra le macerie di Castelnuovo SANTO STEFANO DI SESSANIO Si sbriciola anche la torre medicea Scampò al sisma del 1915. L’imprenditore Kihlgren: la ricostruiremo SANTO STEFANO DI SESSANIO. Il terremoto della Marsica nel 1915 l’aveva appena scheggiata. Stavolta non ha retto all’onda d’urto ed è venuta giù. Con un gran polverone se n’è andata la torre medicea, uno dei simboli storici di Santo Stefano di Sessanio e dell’Abruzzo. Quella torre immortalata in foto e cartoline di uno dei borghi più belli d’Italia, finita anche sulle pagine del New York I ruderi della torre medicea di Santo Stefano di Sessanio caduti su tre case disabitate partiti gli immigrati che abitano le altre due. Nel caso di Aziz la sorte è stata benevola. L’uomo è “scappato” in Germania insieme alla moglie per conoscere la nipotina nata tre giorni fa. «C’è crollato tutto addosso», racconta Jatan Uzeiri, moldavo da sei anni in Italia, che indossa ancora il pigiama. «In casa mi trovavo con mio padre», aggiunge, «siamo fortunati». Miracolati. Come Nicola Marchetti e la sua compagna, scampati alla devastazione Times, si è sbriciolata in pochi istanti, precipitando su un paio di abitazioni disabitate. «Era il nostro simbolo e il nostro orgoglio», afferma il sindaco Elisabetta Leone. Ma già si pensa alla ricostruzione. Promessa dal miliardario svedese Daniele Elow Kihlgren, colui che ha fatto conoscere il borgo rimettendo in sesto case diroccate e realizzando un “albergo diffuso” per turisti. La torre, alta diciotto metri, risaliva al 1200. Battezzata “medicea” perché il borgo ha legato gran parte della sua storia alla famiglia Dè Medici, alla quale appartenevano le terre. Santo Stefano raggiunse il suo massimo splendore alla fine del 1743 come base operativa della Signoria di Firenze per il commercio della lana “carfagna”, prodotta in Abruzzo e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa. Dopo l’unità d’Italia subì una lenta decadenza e un inesorabile spopolamento. La rinascita, qualche anno fa, è legata proprio al giovane imprenditore svedese Kihlgren, che ha acquistato una piccola parte del borgo per realizzare l’albergo diffuso. Grazie all’incontro con Lelio Oriano Di Zio, architetto pescarese, Kihlgren ha attuato un restau- ro conservativo. Facendo riscoprire Santo Stefano e le sue bellezze. Fra queste la torre. «Mi impegno a ricostruirla come era prima», afferma Kilgren. Il sindaco Leone ricorda che il monumento era stato restaurato di recente, con una spesa di 300mila euro. «Non abbiamo avuto vittime e non ci sono stati grossi danni», dichiara, «ma ho pianto perché la torre era il nostro simbolo. Anche noi, però, ci impegnamo a ricostruirla». Giovanni Pacifico, direttore dell’albergo diffuso, racconta che cosa è accaduto dopo la scossa. «Tutto il paese si è radunato e si è contato», afferma Pacifico, «in un momento così drammatico è stato bello vedere tante famiglie unite, che hanno messo da parte anche qualche vecchio rancore». (r.rs.) perché la loro è l’unica antica abitazione rimasta in piedi. Nicola è riuscito a salvare uno dei suoi cani, Clint, mentre ha perso le tracce di Pasqua. «Abbiamo cercato di scappare e quando siamo usciti fuori ci siamo accorti che non c’erano più le case e la chiesa», commenta il giovane. «Abbiamo allertato subito i soccorsi perché avevamo capito che era successo un disastro», dichiara Plinio Aloisio, vigile urbano di San Pio delle Camere, «Castelnuovo è quasi completamente distrutto, contiamo circa 250 sfollati. Stiamo predisponendo una tendopoli per ospitarli in un’area pic-nic in periferia». A Poggio Picenze chi è rimasto si trova riunito nel piazzale del bocciodromo. Mancano all’appello cinque residenti: Rosalba Franco, 39 anni casalinga, suo figlio Loris (10), Alena Ajrulai (11), Valbona Osmani (13) e Abdia Nuria (41). I loro corpi senza vita erano nelle quattro abitazioni sbriciolate dal Il sindaco Elisabetta Leone discute con l’imprenditore svedese Daniele Elow Kihlgren terremoto nella centralissima piazza Castello. «Madre e figlio erano uno accanto all’altro», ricorda Lucio Perinetti, consigliere comunale, improvvisato soccorritore come tanti altri suoi concittadini, «sono stati travolti dal muro della loro abitazione e probabilmente neanche si sono resi conto di quanto accaduto. La mamma era seduta su una poltrona, il piccolo su una sdraio e con le manine teneva stretti i braccioli. Una scena che non dimenticherò mai. Abbiamo scavato a mani nude prima di richiedere l’arrivo di due piccole ruspe. Ma non c’è stato niente da fare. Le persone sono scese in strada e si sono radunate in piazza Rosa. Poi in molti hanno cercato di prestare i primi aiuti». A Poggio Picenze le case distrutte sono una trentina, circa duecento quelle lesionate in profondità. E’ seriamente danneggiato anche il campanile della chiesa di San Felice Martire. «Ci dispiace per quelli che non ci sono più, meno fortunati di noi», sottolinea un’anziana, «le case si muovevano come impazzite. Ho pensato: è la fine. In tutta la mia vita non avevo mai sentito una scossa di terremoto tanto forte. Un incubo». Nell’improvvisato centro di accoglienza si incontra anche Medi Osmani, imprenditore da 18 anni in Italia. Le sue braccia sono fasciate. La maglietta è sporca di sangue. Scoppia a piangere. «Ero il papà di Valbona», racconta, «una ragazzina bellissima, che frequentava la scuola media di Barisciano. Io, mia moglie e gli altri miei due figli siamo salvi per miracolo. Quando è venuta giù la casa sono riuscito a uscire da una finestra, rompendo i vetri con le mani. Poi ho scavato, scavato fino a spezzarmi le unghie e fino a quando non sono riusciuto a tirare fuori i miei cari. Valbona l’ho estratta che era già morta. La mia piccola stella». IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 9 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA L’ospedale nel parcheggio San Salvatore inagibile, scampati e parenti delle vittime all’aperto di Walter Nerone L’AQUILA. Per tutto il giorno è stato il crocevia di migliaia di pellegrinaggi, il luogo dove la speranza tante volte ha trovato asilo, altre ha dato il cambio alla disperazione. Ma per tanti è stato solo stazione di momentaneo sollievo, prima del viaggio verso altri ospedali. Perché tra muri sventrati, pilastri piegati, impianti sqarciati, il San Salvatore si è presto arreso al terremoto. A guardarlo, quasi sdraiato sul colle, nella sua rassicurante maestosità, pare meta naturale del pellegrinaggio degli scampati alla furia assassina della terra. Emergenza bis. Invece, gigante dai piedi d’argilla, l’ospedale è stato ridotto quasi a testimone della tragedia, poco potendo offrire, oltre la generosità infaticabile dei suoi operatori, per lenire i traumi dei feriti. «Quasi il 90% è inagibile, tramezzature scoppiate, impianti divelti, le condotte che portano ossigeno e gas medicali danneggiate», elenca il direttore generale Roberto Marzetti al telefono con un dirigente della protezione civile, «abbiamo 8 sale operatorie su 9 fuori uso, dobbiamo dirottare altrove i casi seri». Ma com’è possibile che una struttura così recente non abbia retto? «Ma che cazzo ne so di come l’hanno fatto!», sbotta il manager, sfogando la rabbia dell’impotenza, «sono venuto qui per gestire l’emergenza territoriale, mi ritrovo a disporre l’evecuazione». Il profugo Eppure la rabbia triste del direttore generale sbiadisce di fronte alle mille piccole grandi tragedie umane che si consumano tra parcheggi-corsie, chiesa piena di lettini e barelle, l’accettazione a raccogliere salme, non più ospitabili nell’obitorio semicrollato. Accovacciato su un cordolo accanto alla chiesa c’è Karim, 19enne afgano, giunto senza documenti in Italia due anni fa per scappare dalla guerra che gli ha rubato la famiglia e svegliatosi tra i calcinacci dopo essersi addormentato insieme a un amico di cui non sa più nulla. «Non so, la casa sembrava esplodere, urla, polvere, calcinacci, non visto più nulla», racconta, «solo il dottore che mi medicava...». Le bambine. A pochi passi, un foglietto sul petto con reparto e numero di cartella clinica, Natalina, 73 anni, chiede notizie del fratello e della sua casa vicino a San Berardino. Non vorrebbe allontanarsi dall’Aquila «mio fratello potrebbe avere bisogno», dice, «e chissà cosa è successo alla casa». Arriva l’ambulanza, la prendono. Ad Avezzano dovranno sistemare quella spalla che lei pare neanche sapere di essersi rotta. Sotto la pensilina una dottoressa parla animatamente al telefono. «Ci serve un posto a Teramo per una bambina che ha bisogno di esami urgenti, ha fatto un’eco ma va monitorata. Fra mezz’ora? Sì, ma non più tardi», chiude tirando un sospiro di sollievo. Ma appena si gira c’è un’altra barella, un’al- Muri esplosi, impianti e condotte divelti San Salvatore evacuato Soccorsi all’aperto davanti all’ospedale dell’Aquila In basso una gru davanti alla Casa dello studente Bimbi in lacrime Anziani in ansia per case e parenti Guardie forestali all’Aquila per i soccorsi alle vittime tra urgenza. Più in là, Cristina, 3 anni, moldava, piange, ha un polso rotto e un ematoma in testa, chiede della mamma e della sorellina gemella. Due amici di famiglia cercano di tranquillizzarla. Ma le lacrime tradiscono una verità che la piccola intuisce pur forse senza capirla. Il punto. Alle 13,30, Rosario Fiorenzo, delegato del capo della Protezione civile prova a fare il punto. La selezione dei feriti nei posti medici avanzati, in città e nelle con- trade, pare funzioni. «Il territorio ha risposto bene, anche le altre strutture ospedaliere», commenta, «certo l’inagibilità del San Salvatore aggiunge emergenza a emergenza ma il sistema tiene. Da Ancona è in arrivo un ospedale da campo che farà da vicario a questo, un altro sarà montano in città». Pochi minuti ed ecco sul piazzale la colonna delle ambulanze della Regione Campania, che subito iniziano la spola con Avezzano e Pescara. Scorte e turni . Tra auto in sosta e aiuole, decine di barelle e materassi buttati a terra a mo’ di lettini improvvisati, è tutto un frenetico via vai di infermieri e medici. Verso pranzo è emergenza acqua: finite le scorte dei reparti e le prime forniture di emergenza. Il direttore amministrativo e il manager chiamano la protezione civile. Dopo un po’ arriva un camion dei vigili e un carico di bottiglie requisite in zona. Intanto Paola, dottoressa di rianimazione, rice- ve una telefonata. «Sì sono qui, tutto a posto», dice. E poi si gira verso un collega e guarda l’orologio, sono le 14 passate: «Era casa, m’hanno vista uscire stanotte in pigiama e non li avevo avvisati che stavo qui». Poco oltre, Domenico, infermiere, in servizio dalla sera di domenica, avverte la famiglia, una della migliaia rimaste senza tetto: «Non so quando avrò il cambio, se ci sarà un cambio. Andate». E poi rivolto alla dottoressa: «Vanno alla casa a ma- re di alcuni amici. Almeno loro riposeranno». Gli amici. Il tempo passa, vferso le 16 i viali interni dell’ospedale paiono più sgomberi. Quasi tutti i casi più gravi sono stati trasferiti. Dal pronto soccorso esce una sedia a rotelle. Pancrazio universitario a ingegneria, stringe in mano le radiografie appena fatte. Ha il volto e corpo semisfigurati da graffi e traumi eppure abbozza quasi un sorriso. «Ero al quarto piano della casa dello studente, mi sono messo a letto tardi, insieme al mio compagno. Poi è stato l’inferno, mi sono sentito precipitare». Non sa neanche dopo quando è stato estratto. Ricorda voci, rumori, urla. «Avevamo già la testa alle vacanze pasquali», dice, «Però stiamo qui, siamo fortunati». Usa il plurale. Come se parlasse anche per il compagno. Abbozza un altro sorriso. Dal corridoio sbucano una ragazza e un uomo che al vederlo esplodono in lacrime. «Non ce l’ha fatta, non ce l’ha fatta», singhiozza Marianna, abbracciandolo. E l’uomo l’interroga incredulo, sconvolto: «Com’è possibile, eravate uno accanto all’altro. Com’è possibile?». Gli occhi di Pancrazio si riempiono di lacrime. Arriva un’infermiera. «Deve riposare», dice, «lasciatelo tranquillo». La sedia si allontana sotto la pensilina, portandosi quello sguardo triste, incredulo. Come di uno che vuole scusarsi col padre dell’amico pescarese Alessio per essersi salvato. 10 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA «Ah, se avesse dormito da me» Il dolore dei nonni nell’ospedale da campo. L’urlo: «Ho perso tutto» Una anziana donna sotto una tenda dell’ospedale da campo in Piazza d’armi all’Aquila di Maria Rosa Tomasello L’AQUILA. Sei corpi avvolti in sudari bianchi appaiono sotto la tenda militare. Questo è il punto che i soccorritori chiamano «codice nero», il punto il cui il confine ultimo è stato superato. Nell’area dell’ospedale da campo tirato su in Piazza d’armi, doA presidiare il varco c’è Giusy Di Giulio, una giovane psicologa della Croce rossa di Vasto, a cui è affidato il compito di assistere i familiari: «Devo aiutare i parenti ad accettare l’evento, c’è molta rabbia nelle persone che hanno perduto i loro cari, e anche un forte senso di colpa, i nonni piangono i nipoti e dicono: “se solo l’avessi fatto dormire a casa mia”. È arrivato un uomo che qui ha la moglie e il figlio, morti insieme: non si rendeva conto di cosa fosse successo, per lui il mondo è finito. L’unico modo di aiutarli è ascoltare il loro dolore». Sotto la volta dell’ospedale da campo, dove fa da guida Mario Pellone, medico del 118 di Teramo, i ricoverati sono decine: sono soprattutto anziani, persone già sofferenti annichilite dal dramma. «Qui arriva gente con ferite da sutura, ma soprattutto persone anziane in trattamento che non sanno cosa fare: c’era per esempio un paziente che aveva bisogno di ossigeno, l’abbiamo sistemato sull’ambulanza. Di bombole ne abbiamo, ma a volte c’è tanto materiale che per ragioni diverse non si può usare». Sul piazzale sono allineate decine di ambulanze. I soccorritori sono arrivati da ogni parte d’Italia: per primi, i volontari e le forze dell’ordine dalla Campania, dalle Marche e dal Lazio, le regioni limitrofe. Sul prato, al centro della vecchia pista di atletica, la gente si è raccolta in capannelli: famiglie, gruppi di amici, i bambini con gli sguardiattoniti, silenziosi, senza nessuno che giochi, nessuno che urli. Michelina Andreucci sta all’ombra di un albero assieme al marito Pietro Ruscitti, ai loro figli, agli anziani genitori. Ha l’espressione stravolta di chi non ha più speranze: «Ho perso tutto» dice scoppiando in lacrime. «Per anni siamo stati in quattro in un buco» racconta il marito, «poi abbiamo deciso di comprare la casa in centro, a San Domenico. Abbiamo fatto il mutuo, per loro, per dare un futuro ai figli, e ora non abbiamo più niente». Il racconto della loro fuga dal terremoto è ve a metà giornata la protezione civile sta allestendo una gigantesca tendopoli destinata a migliaia di persone, i vivi sono mescolati ai morti: quattro adulti e due bambini strappati alla vita nella notte in cui si è scatenata l’apocalisse. Lo sfogo di Tempesta: «Nessuna informazione sui punti di ritrovo» L’AQUILA. Biagio Tempesta è uno sfollato tra gli sfollati. Alle 13, l’ex sindaco dell’Aquila, assieme alla sua famiglia, si è sistemato in un piazzale di via della Croce rossa, a poca distanza dalla casa della figlia Francesca. Ed è pieno di rabbia. L’ospedale da campo in Piazza d’armi «È vero, i terremoti non possono essere previsti, ma avrebbero dovuto dare informazioni maggiori sui luoghi in cui gli sfollati avrebbero potuto concentrarsi». Ma Tempesta non vuole fare polemiche nel giorno in cui oltre 150 persone sono morte e migliaia di persone sono rimaste senza casa. «È un giorno di dolore immenso, non riesco ad accettare questo numero enorme di morti: ma confido nell’orgoglio degli aquilani perché la città possa risollevarsi, così com’è nella tradizione della nostra gente» dice l’ex sindaco, che passerà la notte in macchina. Anche la sua casa, a San Sisto, è stata distrutta e, poco dopo la scossa delle 3.32, è corso a casa della figlia Francesca, che fuggendo ha battuto il volto, si è spaccata il labbro e forse si è rotta il naso: «Ma in ospedale non ci vado» dice lei, «di fronte a tutti quei morti non importa». quello di chi ha rischiato di restare in trappola: «Ci sono crollati i muri in testa, non riuscivamo ad aprire le porte. Poi, una volta fuori, la strada era bloccata su entrambi i lati: siamo saliti in macchina, ma c’erano i dissuasori sollevati, per scappare abbiamo dovuto rompere uno dei paletti laterali. È stata una cosa indescrivibile». L’anziana mamma scuote il capo, con ancora addosso il pigiama. C’è chi è riuscito a mettersi addosso qualcosa, una tuta, una giacca, le scarpe, c’è chi è scappato così com’era nel cuore della notte, con le ciabatte e la camicia da notte. Massimo Coccia Colaiuda osserva con tenerezza la moglie allattare la bambina: «Meno male che prende ancora il latte della mamma» dice. Vivevano in via Testrina 5, in una casa in affitto: «Ma ora è sventrata: la bimba dormiva in mezzo a noi, l’abbiamo presa in braccio e siamo fuggiti». «Ci siamo svegliati che la parete dietro al letto era distrutta, ma per fortuna era caduto dalla parte opposta» raccontano Isel- la e Pasquale Arcamone, che vivevano al primo piano di via Beato Cesidio 9. Il loro bambino, Jacopo, di 5 anni e mezzo, dorme stanco su un plaid. «Siamo andati a prenderlo, ma la scarpiera era caduta e la porta era bloccata. Lui stava sul letto, non piangeva, l’abbiamo tirato fuori facendolo passare per la fessura della porta e siamo scappati». Nel grande emiciclo della piazza, la gente fa la spola con i camper della protezione civile: riceve bottigliette d’acqua e pane. «Ma non vogliamo al- tro» commenta un uomo. Molti chiedono di poter ricaricare i telefoni per chiamare i familiari, molti latte per i bambini, e le medicine essenziali, aspirine, antidolorifici. Sull’erba ci sono file di scarpe allineate, giovani e anziani aprono ombrelli per difendersi dal sole. Distesa su un telo, Donatella Tempesta, sorella dell’ex sindaco Biagio Tempesta, sta con gli occhi chiusi. Accanto a lei, il nipote Maurizio Mastrangeli le tiene la mano per confortarla. «Abitavo in via Milonia 31. La casa è distrutta, non so più dove andare» racconta, «era una casa nuova, bassa, ma si sono contorti i pilastri di cemento armato. Dopo le prime due scosse, io e mia figlia avevamo avuto paura ed eravamo andate in macchina a dormire. Per a uscire di casa, mio figlio stava quasi per lanciarsi dal primo piano, poi è riuscito a venire giù per le scale». «A casa mia, in via Roma, sono crollati tetto, solaio, sono rimasti sono i muri perimetrali» racconta Mastrangeli, tecnico dell’edilizia intervenuto in Molise, in Irpinia, «ma scrivetelo, noi la rifaremo questa città». Ma il dolore e l’orgoglio si mescolano alla rabbia. Quella composta di Francesco Sarcina, arrivato al campo da Coppito con la moglie e i due figli adolescenti: «È vero che i terremoti non si possono prevedere, ma se c’era un allarme, perché non hanno organizzato meglio? Perché nessuno ha detto niente e si sono preoccupati solo di denunciare il fisico che aveva lanciato l’allarme? «È da ottobre che avvertiamo le scosse, ci svegliamo tutte le notti, ma qua non è mai venuto nessuno perché L’Aquila non la conosce nessuno: siamo stati dimenticati» dice Giovanna Ianni, casalinga, residente in via Monte Velino: «La mia casa, al primo piano, è tutta lesionata. Abbiamo preso solo le cose necessarie». Una signora bionda urla contro le forze della protezione civile: «Potevano fare prima la tendopoli, c’erano già state 170 scosse. Io ho 4 bambini, è stata una cosa bestiale». È rimasto senza casa Roberto Chiacchia, imbianchino, padre di una bimba: «Abito nel quartiere Santa Barbara. Ho aperto la porta e sono uscito con mia figlia; in quel momento è venuta giù la casa a fianco che ha la scala in comune con la mia abitazione; poi sono tornato dentro a prendere le scarpe». È ormai inagibile anche la casa di Catia Bottino: «Ci siamo riparati sotto i muri portanti e abbiamo aspettato»racconta. Una folla di volti e di storie: quella di Carlo Salustri, funzionario delle Entrate, che sa che la ripresa sarà lunga: «Speriamo in qualche tenda. Sennò c’è la macchina». Quella di Simone Crescenzo, che aspetta silenzioso seduto su una panchina fuori dall’ospedale da campo dove è ricoverata l’anziana suocera. Storie che si intrecciano, in una giornata infernale, mentre a pochi metri dal campo, l’allarme di una banca suona impazzito da ore. IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 11 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Sciacalli nelle case sventrate Rubano già pochi minuti dopo il sisma, scattano i primi arresti di Gian Paolo Coppola L’AQUILA. L’altra faccia della solidarietà è la mano vigliacca che si allunga nelle case sventrate dal sisma per rubare. Accade subito dopo la scossa, all’Aquila e nei paesi disastrati, quando la gente si precipita in strada mezza nuda e scalza, oppure in pigiama e ciabatte. Mentre tutt’intorno è Anche i carabinieri inviati nelle aree colpite, come fa sapere il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, fin dalle prime ore della mattina sono in strada a contrastare episodi di sciacallaggio. E che di questi controlli ci sia bisogno, lo dice a chiare lettere la presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane. «Ci sono», dice, «degli sciacalli in giro: questa notte, pochi minuti dopo la scossa, erano già in circolazione». Gli episodi, denuncia la Pezzopane, si sono verificati sia nel centro dell’Aquila, sia nei paesini della provincia. «Abbiamo immediatamente avvertito le forze dell’ordine». I RINFORZI. La risposta agli sciacalli arriva sia dai poliziotti dell’Aquila, che escono da una questura pericolante, sia dai colleghi del resto della regione, che già hanno trascorso questa prima notte dando il cambio ai colleghi e presidiando, anche in borghese, le zone più colpite del capoluogo ma soprattutto dei paesi. Quindici uomini in tutto, provenienti dalle squadre mobili di Pescara, Chieti e Teramo, hanno rafforzato l’ingente dispiegamento di forze in arrivo dai reparti prevenzione crimine di tutta Italia per tutelare chi, dopo avere perso familiari e probabilmente anche la casa, rischia di vedersi portare via anche quei pochi beni rimasti. SALOTTI IN STRADA. A Pettino, i salotti si vedono dalla strada. All’Aquila, il centro storico è un’enorme abitazione scoperta. Largo Salvo D’Acquisto, a due passi dallla tendopoli, sembra ferito in pieno petto, con l’intero primo piano dello stabile più grande scollatosi e precipitato sull’asfalto, lasciando in piedi solo i muri portanti. Eppure, all’interno è rimasto tutto come poco prima del crollo: si vedono armadi, sedie, scrivanie con carte e documenti. Manca la vita. Sotto, è tutto chiuso: il bar, la pasticceria, la farmacia. Palazzi interi abbandonati diventano prede ghiotte per chi cammina sul dolore altrui, approfittando della confusione e delle forze dell’ordine impegnate ad assistere gli sfollati. LA PAURA DEI FURTI. Eppure, è proprio tra loro che serpeggia la paura di vedersi sottrarre quanto è rimasto. «Se le dico il nome», si giustifica una signora minuta con i ca- già morte e le macerie hanno inghiottito le persone, qualcuno scrive la pagina più odiosa di una tragedia senza fine. E’ un libro già letto in caso di calamità, eppure stavolta provoca una risposta immediata delle forze dell’ordine, che acciuffa i primi sciacalli e li arresta. Task force in borghese della squadra mobile per evitare i furti E gli sfollati tornano nelle abitazioni per prendere la roba Manganelli: controlli rafforzati tendopoli adibita a questura L’AQUILA.Dopo la tragedia, gli sciacalli, ombre furtive che si aggirano all’interno delle case pericolanti, abbandonate nella notte in tutta fretta. Ma, come ha annunciato il capo della polizia, Antonio Manganelli, ecco i primi arresti. «Ho visto arrivare nella tendopoli adibita a questura», ha spiegato, «degli arrestati sorpresi mentre rubavano nelle case abbandonate. E’ una triste consuetudine». Vigili del fuoco e uomini della polizia, ha aggiunto, «sono impegnati nei controlli stradali, ma anche delle case ormai disabitate», proprio per evitare ogni tipo di problema legato all’abbandono dei beni. Soddisfazione per i primi arresti è stata espressa dal senatore Luigi Lusi (Pd). E’ una notizia, ha affermato, che «deve rincuorare quegli abruzzesi che sono restii a lasciare le proprie case, anche se pericolanti, per proteggerle da rapine e furti. E’ opportuno organizzare presidi di sicurezza con le forze dell’ordine per salvaguardare i beni delle persone costrette trasferirsi». Il problema è che sono migliaia e migliaia le case evacuate e controllarle tutte in maniera continuativa non è impresa da poco. E l’allarme diventa più alto di notte, quando i malintenzionati possono agire con maggiori possibilità di farla franca. Di qui anche la preoccupazione di chi ha lasciato la propria abitazione senza potervi fare ritorno perché gravemente lesionata. Macerie e case sventrate all’Aquila e Castelnuovo peli bianchi, nel campo di piazza D’Armi allestito con tende e punti di ristoro, «chi legge verrà a sapere che non sono in caasa e mi porterà via tutto». Non immagina, forse, che le case sono state tutte abbandonate e che anche in quelle rimaste in piedi nessuno se la sente di passare la notte senza la garanzia che non avvengano nuovi sismi e nuovi crolli. Eppure, non è la sola a sottrarsi dal dare il proprio nome per paura di subìre furti, come a ergere un’ulti- ma difesa contro il terremoto che in pochi secondi tutto ha cancellato. LA DIFESA FAI DA TE. La polizia c’è, ma intanto i terremotati adottano la difesa fai da te, che consiste nell’afferrare il più possibile dalle loro case pericolanti, rischiando di vedersi crollare addosso intere pareti, e nel portarle in strada. Maglie, scarpe, materassi, brande, ombrelli, quanta roba esce sotto il braccio di chi sa che le notti all’aperto che lo attendono non saranno po- che. PREZZI FOLLI. Ma non c’è solo lo sciacallaggio tipico delle calamità. C’è anche quello che non calpesta il codice ma offende i cuori, che non vìola le leggi ma ha lo stesso un odore infame. «C’è qualcuno che approfitta della situazione per fare sciacallaggio. Guardate quelle persone: sono andate nel negozio qui accanto a comprare due bottiglie d’acqua e qualcosa da mangiare e hanno speso 70 euro, per quattro cose in una busta di plastica. Una cosa assurda: come si fa ad approfittare così della gente in un momento come questo?». Parla con rabbia Giampaolo Iorio, che è fuggito da Coppito con la famiglia, la moglie e due figli di 4 e 15 anni, facendosi largo tra le macerie. Loro, gli sciacalli dell’ultima ora, li hanno evitati: una corsa disperata verso L’Aquila, verso la casa paterna, un edificio basso di via della Croce Rossa che si apre su un largo piazzale. E’ qui che attorno alle 13 si è raccolto un gruppo di famiglie, di amici venuti da tutte le zone della città per i quali sono stati preparati un paio di tavoli, pasta per i bambini, panini e bevande: «Abbiamo aperto la casa e abbiamo messo a disposizione quello che avevamo. Ma in casa non possiamo rientrare: meno male che ho l’edicola qui, magari dormiremo lì». LA NOTTE IN ARRIVO. A tardo pomeriggio, il capoluogo è deserto. Chi ha potuto se n’è andato via lasciando le case pericolanti, i calcinacci, i vetri rotti, i cornicioni pericolanti, le tegole spaccate lungo la strada, i cumuli di macerie, le serrande divelte, i muri sventrati, i tetti crollati. Il silenzio regna ovunque. Ogni tanto, dove si è sbriciolato un edificio, c’è gente al lavoro per cercare di salvare chi è rimasto sotto le macerie ed è ancora vivo e per recuperare chi nella tragedia la vita l’ha persa. I vigili del fuoco sono centinaia come anche i volontari. A tarda sera, sulle piazze ormai solo gli uomini delle forze dell’ordine si vedono in circolazione: cominciano a prepararsi per la notte e sanno di dover affrontare il più odioso dei nemici: gli sciacalli, quelli che vogliono rubare l’ultimo brandello di intimità a chi ha visto la morte annunciarsi e passare oltre. 12 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Gli studenti in fuga dalla città Tredicimila ragazzi fuori sede alla ricerca di un mezzo per andare via di Maria Rosa Tomasello L’AQUILA. La fuga degli studenti comincia pochi minuti dopo il terremoto, con le telefonate allarmate dalle case di tutta Italia e dall’estero ai ragazzi che hanno scelto l’Aquila per studiare. Di 27 mila iscritti, la metà sono fuori sede: Le prime avvisaglie della grande ritirata dalla città in cui la Casa dello studente è crollata travolgendo i ragazzi, sono chiare lungo la strada che da Popoli corre verso Navelli, fino a raggiungere L’Aquila. All’autogrill di Capestrano, due ragazze si abbracciano strette. «Abitavo al quarto piano dell’albergo Grande Hotel, in un appartamento, assieme ad altri ragazzi» racconta Ilenia Larpitelli, di Monte Urano, in provincia di Ascoli Piceno, iscritta a Scienze dell’Investigazione. «Alle 3.32 la scossa mi ha svegliata: venivano giù specchi, l’armadio quasi mi cadeva addosso. Fuori c’era un sacco di fumo, cumuli di calcinacci e macerie: siamo andati alla villa comunale, in uno spazio aperto. È stato bruttissimo». Ilenia ora torna a casa. Alle 4 del mattino, suo padre Andrea si è messo in macchina: «Alle 5.30 sono arrivato: lungo i viadotti si erano formati scalini» racconta l’uomo, «è stata una corsa contro il tempo». «Ma alle 7 a L’Aquila c’era gente che girava a torso nudo, e nessuno neppure a dargli una coperta. È stato l’albergo ad aiutarci» dice Ilenia con rabbia, «e alla Casa dello studente, alle 7, erano solo in due a scavare». Anna Lombardi e Claudio Alagna vengono da Marsala, in Sicilia. Abitavano in via XX Settembre, una delle zone più colpite: vanno ad Ascoli, con l’amica che li ospiterà: «Abbiamo sentito un boato fortissimo e siamo scesi in strada: abbiamo visto molti ragazzi buttarsi dal primo piano perché erano rimasti bloccati all’interno. Adesso andiamo nelle Marche, poi appena potremo prenderemo un volo per tornare a casa». «Abito in una casa al quarto piano, a Pettino. Stavamo dormendo, io e il mio fidanzato, quando abbiamo cominciato a sentire un gran rumore e il fracasso dei bicchieri caduti a terra» racconta Silvia Bascelli, 19 anni, studentessa universitaria, l’aria scossa. «Ci siamo riparati sotto la porta, poi abbiamo preso giubbino e cellulare e ci siamo precipitati di corsa per le scale anche se c’era il rischio che crollassero. Poi sono arrivate nuove scosse. Mia madre mi ha chiamato da Chieti, dove vivo, per assicurarsi che fosse tutto a posto». Racconta il fidanzato Alessio Colagreco, 22 anni: tredicimila ragazzi che alle prime ore di ieri cercano di lasciare la città distrutta con tutti i mezzi, muovendosi a piedi, con borse a valige, alla ricerca di un pullman, di un treno, di un’auto diretti verso Roma o verso la costa. Il rettore «L’Università in ginocchio» L’AQUILA. «Le facoltà umanistiche che si trovano nel centro storico della città sono completamente inagibili; sia il Rettorato, situato in uno splendido palazzo del ’500 sia la direzione amministrativa sono completamente inesistenti. A fare un primo bilancio dei danni subiti dall’università dell’Aquila è il rettore Ferdinando Di Orio, che nel sisma della scorsa notte ha perso anche la propria abitazione. «Crollata, distrutta, con tutti gli oggetti e le cose care che ognuno di noi conserva in casa» racconta. «Le altre facoltà, Ingegneria, Medicina, Scienze, quelle situate fuori dal centro storico, sono lesionate, molto danneggiate, ma stanno in piedi. Domani ho già preso appuntamento con i tecnici per le opportune verifiche. Diciamo che gli edifici non centrali sono messi male, ma non malissimo». Gli studenti che frequentano l’università dell’Aquila sono circa 27 mila e di questi metà sono fuori sede. «Bisogna vedere ora come aiutare tutti questi ragazzi a completare l’anno accademico. I miei studenti devono laurearsi, sostenere gli esami». A Di Orio è arrivata ieri la solidarietà dei colleghi». Il presidente della Crui, Enrico Decleva mi ha telefonato più volte e tantissimi rettori di ogni parte d’Italia mi hanno chiamato, per esprimere solidarietà, ma anche per proporre aiuti concreti». Sono già in corso trattative tra rettori per accogliere gli studenti dell’ateneo aquilano. «Ho sentito che hanno estratto vivi sei studenti dalla Casa dello Studente» conclude, «e questo è un fatto che mi dà speranza». Alcune immagini di salvataggio dopo il sisma dell’altra notte all’Aquila In basso il pianto di alcuni universitari davanti alla casa dello studente Da Pescara a L’Aquila il lungo viaggio dentro la distruzione «Quando siamo usciti, qualcuno ci ha gridato: “Siete pazzi? Dove andate?”. Volevo recuperare degli oggetti personali, ma non ci sono riuscito». I segni del sisma sono visibili già a Capestrano, dove il terremoto ha reso inagibile la chiesa nella piazza del Mercato, provocando lo sfollamento di tre famiglie. Gravi danni anche alla casa del sindaco Antonio D’Alfonso, dove sono venuti giù i calcinacci, così come al bar, alla macelleria e al negozio di alimentari: «Ho sentito un rumore sordo e visto il letto che ballava», racconta il titolare Giuseppe Di Bernardo, in mezzo ai cocci delle bottiglie. Il viaggio tra i paesi è un racconto di paura e distruzione. Il paesaggio è spettrale quando si incrocia Castelnuovo, dove le macerie inva- dono la Statale 17, e soprattutto Onna, cancellata dalla geografia. Il centro di San Pio delle Camere, il paese dell’ex presidente del Senato Franco Marini, ha resistito. Tutt’altra storia a Barisciano, 1800 abitanti, rimasti senza luce per ore. «Siamo in strada dalle 3 e mezzo», raccontano Sonia Furbesco e Donatella Pacifico, «in una parte del paese sono caduti i fili elettrici e qualche casa è venuta giù». «Siamo usciti di casa solo alla fine della scossa, ci siamo organizzati per coprire la bam- bina» dice Antonio Di Paolo:. Il sindaco Domenico Panone non trattiene le lacrime: «Al quartiere Tricaglio si sono verificati dei crolli. Solo una persona è rimasta ferita scappando, ma qualche vecchia casa è distrutta. Ma anche in quelle integre nessuno vuole tornare». Avvicinandosi all’epicentro, quello che resta del centro storico di Paganica si può vedere solo guardando da lontano: carabinieri, agenti della Finanza, poliziotti e personale della Protezione civile ha bloccato ogni acces- so alla zona dei crolli. Neppure i residenti che chiedono di tornare a casa almeno per prendere i propri ricordi e qualche vestito, vengono lasciati passare. In paese, la gente non sa se i morti siano quattro o cinque. «Uno era il padre del mio socio all’officina: un signore anziano che è stato sorpreso nel sonno ed è rimasto sotto le macerie» fa Giuseppe Zugaro. Ma il simbolo del terremoto è la chiesa di via Fioretta, che sorge di fronte alla villa comunale, con l’antica facciata squarciata che minaccia di staccarsi dal corpo dell’edificio. I militari la cingono con le sedie del bar e impediscono di avvicinarsi: «C’è il rischio che venga giù». Alle 16.30, un mezzo della Protezione civile arriva scortando i tecnici della Telecom che poco prima era- no stati rimandati indietro: «Devono entrare in centro, perché è necessario far funzionare i telefonini», spiega il funzionario al capitano della Guardia di finanza. Nelle tre frazioni di Paganica, Tempera e Bassano, sono circa 2500 le persone rimaste senza casa. Arrivati a L’Aquila, l’esodo degli studenti diventa visibile: si muovono verso il campo sportivo, dove è stato inizialmente indicato un centro di raccolta, poi convergono verso il campo di Piazza d’armi. Ragazzi e ragazze con i trolley, giovani con sacchi in spalla che camminano rapidi sotto il sole: «Io vivevo in via San Martino» racconta Isacco Cannas, studente in Psicologica di Oristano. «Ho visto ragazzi imbiancati e insanguinati vicino al convitto nazionale, la gente urlava: “la casa è crollata”. La casetta vicino al Tropical bar ora è una maceria, sotto c’era qualcuno che si faceva sentire, poi ho visto estrarre un paio di cadaveri. Appena capisco come muovermi, vado a Teramo o a Roma». IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 13 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA «Nessuno sarà lasciato solo» Berlusconi ringrazia Bertolaso e annuncia: «Stanziati 30 milioni» ROMA. «Nessuno sarà lasciato da solo». E’ la promessa che il premier Silvio Berlusconi rivolge alla popolazione abruzzese a meno di 12 ore dal terremoto che ha colpito la regione e che lo stesso presidente del Consiglio definisce «una tragedia senza precedenti». Tutti i poteri per gli interventi sono stati conferiti al Commissario delegato Guido Bertolaso e sono stati stanziati per ora dal Consiglio dei ministri 30 milioni di euro per i provvedimenti più urgenti (Berlusconi ha promesso anche una «new town» all’Aquila). Il governo ha proclamato lo stato di emergenza nazionale e deciso che il giorno dei funerali delle vittime del terremoto sarà proclamato il lutto nazionale. Nuovi stanziamenti saranno decisi quando saranno state quantificate meglio le necessità con un provvedimento ad hoc. Per il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, «ad una prima stima soltanto per l’edilizia e per le abitazioni private i soldi da stanziare si aggirano intorno a un miliardo e 300 milioni di euro, escludendo quello che servirà all’industria». Intervenendo ieri sera alla diretta Tg1-Porta a porta su Raiuno, il ministro Matteoli ha precisato che nel consiglio dei ministri di giovedì si affronterà operativamente il problema dello stanziamento per ricostruire nel più breve tempo possibile le case danneggiate. «Il disastro è grave, ma poteva esserlo di più», ha detto ieri sera Berlusconi in una telefonata a “Matrix”. Nello stesso collegamento ha anche reso noto che «sono 35 i paesi che ci hanno offerto solidarietà e sostegno, ma nell’immediato — ha aggiunto — non c’è bisogno. Per ora siamo bastevoli con le nostre forze». In ogni caso, ha sottolineato, «Tutto quello che è possibile fare lo stiamo facendo». In collegamento con “Porta a porta” Berlusconi ha voluto invece escludere che sia possibile prevedere i terremoti. Ma soprattutto ha voluto sottolineare di aver «messo in campo» quattromila uomini e ha chiesto in diretta Tv al ministro dell’Interno Roberto Maroni 1.200 vigili del fuoco e mille soldati per questa mattina. Dopo qualche esitazione iniziale, Silvio Berlusconi ha deciso ieri mattina di annullare il suo previsto viaggio a Mosca, dove avrebbe dovuto incontrare il presidente Dimitri Medvedev e Vladimir Putin, e di andare in Abruzzo. Prima di partire da Roma, il presidente del Consiglio ha firmato lo stato di emergenza per mettere, come ha spiegato a Sky Tg24, «fondi a disposizione di Bertolaso». Arrivato in Abruzzo, ha compiuto un giro in elicottero per rendersi conto dei danni causati dal terremoto, poi ha tenuto prima una riunione con Maroni e il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e il presidente dell’Abruzzo Gianni Chiodi. Poi una conferenza stampa nella scuola della Guardia di finanza dell’Aquila. «Lo Stato è in campo», ha assicurato, sottolineando che i soccorsi sono immediatamente entrati in opera e garantendo che non ci sarà problemi per i soldi. Anche perché, ha spiegato, è stato attivato il “fondo catastrofi” dell’Unione europea. Qualche timore c’è stato però anche durante la conferenza stampa per una scossa avvertita nella caserma già visibilmente lesionata dal terremoto. Sia ieri mattina che nelle telefonate Tv, Berlusconi ha assicurato la realizzazione di una tendopoli «con duemila tende, ognuna delle quali può contenere 8-10 persone». Anche se «la priorità — aveva sottolineato nella conferenza stampa — ora è tirare fuori le persone che sono ancora sotto le macerie». Ha spiegato che si sta operando fra le macerie «con mezzi non meccanici» e utilizzando telecamere a raggi infrarossi per accertare la presenza di superstiti. «Ne abbiamo salvati già molti», ha detto Berlusconi, «ma c’è ancora molto da lavorare». Da sinistra il sindaco Massimo Cialente, Silvio Berlusconi, il presidente della Regione Gianni Chiodi e Guido Bertolaso IL PRESIDENTE Marini: tutto appare distrutto ma gli abruzzesi sanno reagire ROMA. «Il mio paese, San Pio delle Camere, è stato duramente colpito: nella frazione di Castelnuovo si contano cinque morti: una famiglia che conoscevo bene, due genitori anziani e il figlio che era andato a fargli visita da Roma; e due lavoratori della piccola comunità macedone che vive da qualche anno in paese, una comunità stimata e integrata». Franco Marini, ex presidente del Senato, è impressionato dalla tragedia. «Ero passato proprio la notte scorsa di fronte al mio paese, andando da Sulmona a Roma. Nei giorni scorsi c’era stato uno sciame sismico che era stato avvertito dagli abitanti, ma chi poteva immaginare che cosa sarebbe successo. L’Aquila sembra bombardata, i paesi dei dintorni sono distrutti. Ma gli abruzzesi, passato questo momento di emergenza, sono capaci di grandi reazioni. Ora siamo scioccati da quello che è accaduto, ma siamo gente di montagna, abbiamo un carattere forte e sono sicuro che ce la faremo a tirarci fuori da questa tragedia». «Sono anche certo - sottolinea Marini - che l’impegno dello Stato e delle istituzioni non mancherà. E ho anche apprezzato la tempestività della presenza del presidente del Consiglio Berlusconi che mi pare stia esprimendo il conforto del governo e del Paese». L’immagine drammatica della serie di bare a Onna Vespa l’aquilano torna in città per Porta a Porta Una donna e la figlia ferite nel terremoto L’AQUILA. Bruno Vespa, il giornalista della Rai, conduttore di “Porta a Porta”, ha voluto seguire in prima persona il dramma del terremoto che ha colpito la sua città. Originario dell’Aquila, 65 anni, Vespa ha preparato i servizi che sono andati puntualmente in onda nel programma di Rai Uno ieri sera. Nel pomeriggio il giornalista è arrivato in auto in via XX Settembre e si è soffermato davanti alla Casa dello studente. Successivamente è stato accompagnato all’ospedale dove, microfono in pugno, ha effettuato servizi e interviste. Vespa è quindi passato per la sede della Finanza prima di tornare a Roma. 14 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Sisma annunciato? E’ polemica Giuliani: «Era prevedibile», ma la comunità scientifica è divisa L’AQUILA. «Erano da poco passate le 23.30, quando ho visto il mio sismografo schizzare al massimo, vedevo microscosse intorno a Coppito, il radon aumentava e a quel punto mi sono reso conto che era troppo tardi per avvertire chiunque». A parlare è Giampaolo Giuliani, il tecnico di ricerca che sostiene la possibilità di prevedere i tereemoti in base alla presenza del Una polemica che è risuonata nel sottofondo dell’intera giornata di ieri, a tal punto da costringere il capo della protezione civile Guido Bertolaso, accanto al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, all’Aquila, a ribadire che «tutte le informazioni e i dati in mano ai massimi esperti hanno stabilito che non era prevedibile una situazione di terremoto più grave di quella che si era verificata nei giorni scorsi». E c’è anche tra gli esperti chi ricorda che, sulla base delle previsioni di Giuliani, bisognava evacuare Sulmona otto giorni fa e se lo si fosse fatto molto probabilmente gli sfollati sarebbero stati portati all’Aquila e oggi sarebbero sotto le macerie. Ma Giuliani conferma la bontà delle sue tesi. «Sì, ribadisco, sì, è possibile prevedere un terremoto», dichiara difendendo a spada tratta il suo metodo di rilevazione, in barba allo scetticismo della comunità scientifica». Uno sciame sismico già a partire dal 16 gennaio scorso aveva interessato l’area dell’Aquilano. Ma un mese fa alcuni “banditori” erano andati in giro per la città con il megafono, invitando la popolazione a uscire di casa, in vista di un imminente terremoto distruttivo. Si indaga per procurato allarme. L’episodio, si ipotizza, poteva essere legato proprio all’interpretazione di una ricerca scientifica condotta dal tecnico di ricerca aquilano Gioacchino Giampaolo Giuliani. «Conosco bene Giuliani perché ho lavorato quattro anni con lui», lo difende Michelangelo Ambrosio, fisico dell’Infn. «Negli ultimi tempi ci siamo scambiati dati sulla possibile correlazione terremoti-emissioni di gas radon. Sono convinto della validità di questi studi». Lo scorso giugno era stata annunciata anche la nascita, nel tunnel sotterraneo di una scuola dell’Aquila, della prima sala sismica al mondo per la previsione di terremoti in un’area grande quanto l’Abruzzo, sulla base del sistema brevettato da Giuliani. Non è d’accordo invece Federica Quattrocchi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: «Prevedere i terremoti basandosi sull’analisi del radon è una possibilità allo studio, ma questo strumento di previsione non è ancora pronto». Fabio Iuliano radon, un gas radioattivo che fuoriesce dal terreno. Una tecnica che però divide la comunità scientifica. Da una parte chi ritiene impossibile allo stao attuale prevedere le scosse di terremoto. Dall’altra tutti quelli che ora si domandano se, con il senno di poi, un allarme di terremoto è stato, colpevolmente o dolosamente, inascoltato in Abruzzo. Una veduta dall’alto del centro dell’Aquila Sotto i primi sfollati ricoverati in una tenda La distribuzione dei viveri (Foto servizio Federico Deidda e Valerio Simeone) Giampaolo Giuliani Una donna mentre viene estratta da sotto un cumulo di macerie I vigili del fuoco nella palazzina di fronte alla casa dello studente. Sopra San Bernardino IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 15 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Tra i dispersi c’è Sebastiani Si teme per la vita del rugbysta, il neroverde Pallotta salva due persone L’AQUILA. Tra i numerosi dispersi all’Aquila c’é anche Lorenzo Sebastiani, 20 anni, pilone cresciuto nell’Aquila Rugby e in forza all’Accademia Federale di stanza a Pisa. Sebastiani é cresciuto nelle giovanili della società neroverde e ha partecipato due anni fa ai mondiali under 19. La casa dove abita é crollata. «Su Lorenzo Sebastiani non ho notizie certe. Non si trova da nessuna parte e dieci minuti fa non c’era fra gli sfollati che sono arrivati qui». Dall’ospedale dell’Aquila, dov’era per partecipare alle operazioni di soccorso dei terremotati, il tecnico neroverde Massimo Mascioletti ha confermato che il suo giocatore, un pilone che ha fatto tutta la trafila nella nazionali giovanili italiane, risulta disperso. «La sua casa é crollata», ha aggiunto Mascioletti, «ma potrebbe essersi salvato. Qui é un caos, e altri di noi sono dislocati in zone diverse». Sì, perché si sono mobilitati tutti i giocatori dell’Aquila Rugby (5 scudetti e 2 Coppe Italia in bacheca), grande decaduta della palla ovale italiana che milita in A2. Sono in prima linea, fin dalla scorsa notte, per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. «Ci siamo attivati tutti, e ci hanno utilizzato per evacuare l’ospedale», ha raccontato il direttore tecnico Massimo Mascioletti, gloria del rugby abruzzese e ct dell’Italia ai Mondiali del 1999. «E’ un vero caos», ha aggiunto con tono commosso, «ma facciamo tutto ciò che é possibile. Durante l’evacuazione il nostro estremo Dario Pallotta (colosso di 1.86 per 96 chili ed azzurro nel rugby a sette, ndc) si é caricato sulle spalle una donna anziana con tutta la bombola dell’ossigeno che le serviva per respirare. E’ una tragedia...». La meta più bella, quindi, il 23enne estremo neroverde l’ha messa a segno con un’anziana (e relativa bombola d’ossigeno) sulla spalle. Nel dramma del terremoto ha cercato di “placcare” la malasorte salvando prima una donna e poi il marito dopo aver sfondato a spallate la porta di casa loro. La sua, di abitazione, Pallotta l’aveva persa poco prima («é totalmente inagibile»). «Ero in mezzo alla strada», ha raccontato, «e ho sentito delle grida di aiuto di una donna. Sono subito corso verso il punto da dove venivano, la tromba delle scale era crollata e intorno era tutto un disastro». Il rugbista che quest’anno é stato anche azzurro nel Seven, nel torneo uruguayano di Punta del Este, ha agito d’istinto: «Sul momento, per la confusione, la puzza di gas clamorosa che usciva dalle tubature rotte e i calcinacci, non mi sono neppure reso conto se fossero uomini o donne, ho pensato solo a portarli fuori. Poi ho saputo che erano marito e moglie. L’uomo era finito sotto ad una pietra e ai tubi dell’acqua, e ho dovuto sollevare tutto. Mentre li portavo fuori c’é stata un’altra scossa e sinceramente mi sono preoccupato». «I ragazzi del rugby hanno questo spirito da combattimento», ha commentato Sergio Parisse, capitano azzurro in forza allo Stade de Francais nonché uno dei primi cinque rugbisti al mondo, la cui famiglia è originaria proprio dell’Aquila. «E di non mollare mai, per questo sono stati fra i primi a prodigarsi nei soccorsi e a portare aiuto: se io fossi là, farei la stessa cosa che fanno loro, é stato un gesto di amore molto bello. Sono fiero dei miei colleghi. Il mio cuore e le mie preghiere sono per la mia famiglia e per tutta la gente che sta soffrendo in questo momento». Rossi ferito. Nella serata di ieri, tra le macerie, è stato trovato anche Giampaolo Rossi, l’ex ct della selezione dilettantistica abruzzese di calcio juniores. Nel pomeriggio risultava tra i dispersi. Si temeva il peggio. E, invece, il popolare ex calciatore è stato tratto in salvo e trasportato in ospedale, seppur in gravi condizioni. Si teme, però, per alcuni familiari. A caccia del pc per la tesi. Ha rischiato di finire di nuovo sotto alle macerie per recuperare il computer, perché «a luglio mi dovrei laureare e dentro il pc c’era la mia laurea. Non potevo rischiare un’altra “scossa” del genere...». Daniele, studente carrarese di lettere all’Aquila, ieri mattina ha scalato le macerie pericolanti della sua “ex casa” — dopo esserne fuggito nel cuore della notte per le scale col cuore in gola — per recuperare il computer e qualche maglietta. «Non ho più altro, ho perso tutto», ha raccontato, «ma un mio coinquilino se l’é vista peggio di me. Si é svegliato tra i mattoni e polvere ed é riuscito ad uscire da solo dopo due ore dalla casa con le sue uniche forze. Non abbiamo visto soccorsi per ore. Poi alle 11 ho ripreso coraggio e sono risalito tra le pietre e mattoni; la mia stanza non c’era più, e tutto scricchiolava, ma non potevo lasciare il mio pc, la tesi è troppo importante». Mamma e figli abbracciati nella morte La caserma di fronte alla Questura In alto gli sfollati nel prato antistante la basilica di Collemaggio L’AQUILA. Li hanno trovati abbracciati alla mamma, nel letto di casa, dove si erano addormentati sognando una vita colorata come i loro disegni di bambini. Pensieri leggeri, svaniti insieme al tentativo materno di proteggerli. Una morte improvvisa, come quella degli altri piccoli coetanei, e delle loro madri, inghiottiti dalle macerie. Sono tante, nell’Abruzzo sconvolto dal sisma, le storie che raccontano di mamme disperate. Donne che piangono i loro bambini che non ci sono più, o che sono morte insieme a loro. Come in via Campo Fossa, appunto, tra le case del centro dell’Aquila, dove i soccorritori non hanno trattenuto le lacrime di fronte all’ultimo abbraccio di una mamma ai suoi due figli. Poco più in là, sotto le macerie, se ne sono andati anche Giovanna — la moglie dell’agente della forestale Luigi Giugno, pure lui deceduto — e il figlio Francesco, due anni appena. Il fratellino di quest’ultimo non era neppure nato, angelo senza nome che avrebbe dovuto vedere la luce tra qualche giorno. 16 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Crolla la biblioteca della scuola Goriano, le aule gravemente danneggiate dal sisma restano in piedi di Yvonne Frisaldi GORIANO SICOLI. Molto spavento e danni rilevanti a strutture pubbliche e private. La scossa di terremoto che ha colpito anche Valle Peligna e Subequana ha gravemente compromesso il patrimonio artistico-culturale di diversi centri storici. Niente feriti, ma se parte della scuola elementare di GoVIABILITÀ. Chiuso il ponte sulla Tiburtina Valeria, tra Corfinio e la Statale 17. La carreggiata, in entrambi i sensi, si è deformata e alzata di 15 centimetri a causa di alcuni giunti che hanno ceduto. Chiusa anche la Statale 5 Tiburtina, tra Raiano e Molina Aterno, a causa della caduta di numerosi massi sulla carreggiata, in un tratto interessato nei mesi scorsi da numerosi smottamenti. Per quanto riguarda invece i paesi dell’Alta Valle Peligna, i danni maggiori si registrano a Goriano Sicoli con il crollo di una parte della scuola elementare «Gabriele D’Annunzio» che ospitava la sala lettura e la biblioteca dell’edificio costruito tra gli anni ’50 e ’60. Il terremoto ha inferto profonde ferite alle pareti delle aule rimaste tutte lesionate, ma in piedi. Distrutto il centro per anziani sottostante. La scuola è stata dichiarata inagibile. Nei prossimi giorni il Comune deciderà dove trasferire gli alunni. Danneggiata in maniera irreparabile la chiesa di Santa Gemma. I vigili del fuoco, vista la situazione, dopo un sopralluogo, ne hanno consigliato la demolizione. E sempre a Goriano è rimasta lesionata anche la caserma dei carabinieri, anche se non è stata dichiarata l’inagibilità. A Corfinio dalle prime verifiche effettuate dall’amministrazione comunale sono stati riano fosse crollata di giorno, durante le lezioni, le conseguenze sarebbero state sicuramente gravi. A sbriciolarsi come un biscotto, al secondo piano, è stata la biblioteca. Il peso dei calcinacci ha sfondato anche il piano sottostante adibito a centro per anziani. Le aule, inagibili, sono rimaste intatte. La chiesa di Santa Gemma sventrata dal terremoto Colpita duramente anche la chiesa di Santa Gemma Alto Sangro indenne L’ospedale di Castello apre ai feriti aquilani L’ala della scuola elementare crollata a Goriano Sicoli riscontrati gravi danni strutturali con crolli di case del borgo medioevale, fortunatamente non abitate. Colpite duramente anche le chiese, in modo particolare la Madonna del Soccorso dove si è verificato il crollo della volta, mentre la cattedrale, all’esterno ha riportato il distacco di una parte della facciata. All’interno sono caduti calcinacci e frammenti lapidei. La forte scossa ha danneggiato anche l’antico e prezioso ambone posizionato sul colonnato destro della navata centrale. A Raiano, sono state dichiate inagibili un’ abitazione di corso Garibaldi e la vecchia Caserma, nel centro storico di Sant’Antonio. Danni alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, con la croce che sormonta la facciata che si è inclinata per l’oscillazione. Danni, anche se lievi, allo storico Palazzo Rossi. A Bugnara una porzione del castello si è letteralmente frantumata, crollata anche una vecchia casa disabitata da anni. Danni alla chiesa Madonna della Neve, la scossa tellurica ha sfondato il solaio. Meno colpiti, con lesioni lievi agli edifici ed alle antiche chiese, Vittorito e Prezza. A Cansano la situazione è rimasta quella che era dopo la scossa di terremoto di due settimane fa che aveva lesionato alcune abitazioni e uffici pubblici. In Valle Subequana, transennati i centri storici di Castel di Ieri, Gagliano Aterno e Castelvecchio Subequo. In quest’ultimo comune, le di Castel di Sangro è allertato per l’emergenza e pronto, se necessario, ad attivare spazi per i ricoveri. Strutture private «Attualmente», dichiara la direzione sanitaria Asl, «stiamo verificando la possibilità di attivare circa 130 posti letto anche nelle strutture private». Ha collaborato Pasquale D’Alberto Lesionata un’ala del municipio, crepe profonde nell’ufficio del primo cittadino AIUTI Sulmona, evacuate 10 persone 500 carabinieri in arrivo in città SULMONA. Dieci persone evacuate da una palazzina pericolante in viale Roosevelt, due chiese dichiarate inagibili: Santa Caterina e San Filippo Neri, 143 richieste di intervento da parte dei proprietari di immobili privati. È questo il bilancio dei danni della giornata del terremoto in città. Si conta anche una vittima, si tratta di Osvalda Mazzer 70enne che viveva sola in una casa del centro storica morta probabilmente per infarto. A trovarla, in via Aragona, vigili del fuoco e 118. La donna probabilmente non ha retto alla paura. Emozione che ha spinto tanti sulmonesi a passare la notte in auto dopo la scossa. A destare maggior preoccupazione il Municipio (in particolare l’ufficio del sindaco e i locali attinenti) e la sede della Cgil. Ma finora non sono stati dichiarati inagibili. Chiuse al pubblico, invece, le chiese di Santa Caterina e San Filippo Neri che hanno riportato gravi lesioni. Non è escluso che potrebbe subire delle modifiche la manifestazione della “Madonna che scappa”. La Vergine, infatti, esce proprio dalla chiesa di San Filippo Neri, ma secondo il parere dei vigili del fuoco, molti palazzi del centro storico di San Giovanni, per fortuna disabitati, sono stati dichiarati inagibili. Il terremoto sembra aver risparmiato l’area dell’Alto Sangro. Lo sciame sismico è stato avvertito chiaramente dalla popolazione di Roccaraso, Rivisondoli Pescasseroli e Castel di Sangro, ma al momento sono pochi e di lieve entità i danni registrati. Solo qualche lesione di vecchie case da tempo disabitate. Intanto l’ospeda- Una donna anziana muore di infarto in pieno centro PRATOLA PELIGNA L’evento tellurico devasta il santuario della Madonna PRATOLA. Il forte sisma che ha sorpreso nel sonno la notte scorsa gli abruzzesi non ha risparmiato nemmeno Pratola Peligna. Risulta, infatti, seriamente danneggiato il santuario della Madonna della Libera, il cui culto trae origine addirittura dal 1550. A dare la notizia il sindaco di Pratola Antonio De Crescentiiis, che spiega di aver già chiuso la chiesa per evitare incidenti. La fuga in auto per mettersi al riparo dai crolli Chiuse le parrocchie di San Filippo Neri e Santa Caterina Oltre un centinaio le richieste di aiuto ai vigili del fuoco Il santuario di Pratola finora non c’è nessuna certezza. Qualche lesione è stata rilevata anche nella chiesa di Santa Maria della Tomba. In ogni caso gli uffici pubblici resteranno chiusi anche oggi, compresi l’ufficio turistico e i musei, mentre le scuole (gli edifici comunque, ad un primo sopralluogo sono stati considerati agibili) chiuse ad oltranza in attesa di comunicazioni anche da parte della Regione. Nel tardo pomeriggio di ieri è stata sgomberata anche una palazzina di viale Roosevelt, dieci persone sono state sistemate nel vicino hotel “Ovidius”. È stato predisposto lo sgombero del piazzale dell’ospedale per permettere l’atteraggio degli elicotteri militari con i feriti provenienti dall’Aquila. Sono stati messi a disposizione anche 35 posti letto per ospitare i pazienti provenienti dal San Salvatore che è stato sgomberato. Il comando carabinieri cittadino è stato scelto per ospitare il nucleo operativo carabinieri che consiste in un gruppo di circa 500 uomini provenienti da tutta Italia. I militari saranno impegnati al controllo delle zone interessate dal sisma. Chiara Buccini «Ci sono profonde lesioni sulle volte e le navate» spiega il primo cittadino «e la crepa più profonda si è aperta sulla cupola centrale. Purtroppo i danni sono ingenti, nei prossimi giorni saremo in grado di fare un bilancio. Intanto abbiamo già emesso un’ordinanza di chiusura, così come consigliatoci dai tecnici comunali, che dopo un sopralluogo, mi hanno spiegato i possibili rischi di cedimenti o crolli. Potrebbero essere a rischio le celebrazioni della Madonna della Libera che si tengono nella prima settimana di maggio». Sarebbe anda- ta meglio, invece, alle strutture pubbliche comunali e alle scuole che, come detto dallo stesso De Crescentiis, non risultano danneggiate. Per le abitazioni, invece, sono arrivate 70 segnalazioni allo sportello di pronto intervento comunale, istituito ieri in Comune. «Abbiamo immediatamente istituito uno sportello per raccogliere le richieste di controllo tecnico alle case dei cittadini» spiega De Crescentiis «e abbiamo raccolto circa 70 schede con i dati dei vari proprietari di case che hanno denunciato lesioni. Federica Pantano IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 17 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Mamme in fuga con i neonati Ospedale, dopo la scossa via dal reparto, 100 feriti al pronto soccorso di Domenico Ranieri AVEZZANO. La via crucis dei feriti e il calvario dei familiari. Nessuno poteva immaginare un inizio così drammatico della Settimana della Passione. All’ospedale di Avezzano la processione delle ambulanze è interminabile e angosciante. In piena notte, subito dopo la scossa, le mamme di ostetricia sono fuggite dal reparto con ancora in braccio i propri neonati. Arrivano alla spicciolata i feriti dall’Aquila, arrivano con le ambulanze, arrivano con le auto private, arrivano con gli elicotteri. Nella struttura sanitaria marsicana il terrore inizia alle 3.32 in punto. IL FUGGI FUGGI. I degenti vengono svegliati di soprassalto. «È stato come se il vento avesse spostato i letti», il racconto concitato di alcune partorienti, «lo stesso soffitto è parso scuotersi». Il quinto piano, quello riservato alle mamme con i neonati, viene evacuato per sicurezza. Una moltitudine di degenti si raduna nell’atrio. Alcuni escono e si rifugiano nelle auto; altri, la maggioranza, restano dentro e dopo un po’ vengono fatti accomodare nella sala riunioni dell’ospedale, rifocillati dal personale sanitario. UN SOLO ASCENSORE. I malati appena operati, quelli difficili da trasportare, e i ricoverati in ortopedia, impossibilitati a muoversi autonomamente sono costretti a restare in reparto. «Con un solo ascensore», fanno sapere alcuni dipendenti, «è impossibile evacuare i reparti». Le denunce delle scorse settimane sono rimaste lettera morta. Occasioni come questa dovrebbero far riflettere. Intorno alle 8 tornano tutti in reparto. IL PRONTO SOCCORSO. La direzione sanitaria dà l’ordine di rintracciare immediatamente i medici e il resto del personale reperibile. Nessuno si fa pregare, alcuni si presentano spontaneamente. Il pronto soccorso pullula di gente mentre dall’Aquila arrivano i primi feriti del sisma. Lo staff del primario, il dottor Franco Cardilli, è composto dai medici Maria Teresa Perrotta, Francesco Leone, Maura Coletta, Lorella Franchi, Cristina Serafini e Rita Iulianella. Alcuni di loro si sobbarcano un impegno immane di 16 ore, dalle 4 del mattino alle 20. I volontari della Croce Rossa, della Misericordia, dei gruppi di soccorso sono sul posto da subito e iniziano un lungo andirivieni con i luoghi più colpiti dal terremoto. La mattina arrivano per lo più politraumatizzati, nel pomeriggio, con l’ausilio degli elicotteri dell’esercito, è la volta dei degenti dell’ospedale dell’Aquila costretti al trasferimento a causa delle condizioni di inagibilità del San Salvatore. La Direzione sanitaria di Avezzano impone la sospensione delle attività di Day surgery, e aggiunge ai letti del reparto altri in arrivo dagli ospedali di Pescina e Tagliacozzo. POSTI LETTO DISPONIBILI. In una nota la Asl ha precisato che sono stati 90 i posti letto messi a disposizione, di cui 65 immediatamente utilizzabili. All’ospedale di Avezzano disponibili, da subito, 39 posti letto con altri 25 attivati poco dopo. Inoltre, negli ospedali di Avezzano e Tagliacozzo, il reparto Dialisi garantisce un turno aggiuntivo, rispetto all’attività standard, per dare un con- A destra un ferito mentre viene trasportato al pronto soccorso. Sopra i volontari aiutano un degente proveniente dall’ospedale San Salvatore dell’Aquila Soccorsi tempestivi grazie ai volontari Le associazioni marsicane in prima linea: gli aiuti in tempo reale AVEZZANO. I volontari delle associazioni marsicane si sono prodigati in ogni maniera per alleviare le sofferenze dei terremotati. Alcuni gruppi si sono precipitati all’Aquila nemmeno due ore dopo la scossa. È un segno della fondamentale importanza delle varie Misericordie, Croci rosse e verdi e varie altre associazioni di natura simile. Mauro Lancia e Antonio Venditti, della Misericordia di Balsorano e San Vincenzo, solo due rappresentanti della folta pattuglia di marsicani sensibili ai valori della solidarietà. Parlano loro un po’ per tutti, per quelli di Avezzano, Celano, Tagliacozzo, Pescina e di numerosi altri centri del territorio. «Siamo nelle zone terremotate dalla notte scorsa», dichiara Venditti, «e abbiamo assistito a scene pazzesche. Il volto di quei paesini, di quelle frazioni è stato cancellato». Un furgoncino della Volkswagen quasi d’epoca si materializza davanti al pronto soccorso. Un giovane con i lineamenti sfigurati da rabbia e dolore si materializza davanti al pronto soccorso: «Ho perso mia sorella e ora tributo all’emergenza aquilana. «Attualmente», fa sapere la Direzione sanitaria Asl, «stiamo verificando la possibilità di attivare circa 130 posti letto anche nelle strutture private». I RICOVERI. Alla fine i ricoveri sono all’incirca un centinaio. «È un incubo», racconta un medico, «un’incredibile, infinita rincorsa tra barelle, feriti, lamenti e disperazione». Siamo qui e basta guardare lo slancio, la disponibilità delle decine di operatori della sa- aiutatemi a scaricare il resto della mia famiglia, ha bisogno di cure». Portantini e infermieri accompagnano una donna in vestaglia con chiazze di sangue sul volto, un uomo sdraiato e incapace di muoversi e un ragazzo meno malridotto, ma ugualmente provato». «Sono partito alle 3.30 da Roma e mi sono precipitato all’Aquila», dichiara con rabbia, preferendo mantenere l’anonimato, «la mia casa non c’era più e ho potuto utilizzare solo il furgoncino d’altri tempi parcheggiato in mezzo a piazza Rocca di Corno. È stato un viaggio infernale passando per Ovindoli e le montagne». «Ora sono qui», conclude, «e ho la mia famiglia a pezzi. La mia sorellina non c’è più e io sono distrutto». (d.r.) nità, quella loro voglia di mettersi a disposizione nello scaricare con solerzia i malati dagli elicotteri o dalle ambulanze, per rendersi conto che è quasi come se tutti volessero esorcizzare la paura e l’impotenza di fronte a un nemico silezioso e implacabile come il terremoto. IL CENTRALINISTA. Antonio Vitale è il centralinista dell’ospedale. È lui di turno al momento del sisma. «Stavo riposando su una sedia», ricorda con sgomento, «quando ho av- Volontari e addetti della Asl ieri al pronto soccorso vertito la scossa. Dopo un iniziale confusione ci siamo messi a disposizione. Il dottor Cardilli mi ha chiesto di rintracciare tutti i medici reperibili. Quelli che non sono riuscito a contattare telefonicamente sono stati avvisati dai carabinieri. Quando sono scesi i degenti si è creata una situazione di panico: mamme con i piccoli in culla, altri ricoverati che guadagnavano l’uscita. In poco tempo la situazione è tornata sotto controllo». LO STUDENTE FERITO. Lo hanno estratto sotto le macerie i volontari della Croce Verde di Civitella Roveto. Insieme ai vigili del fuoco hanno afferrato quel corpo apparentemente immobile dal quale proveniva un voce flebile. Francesco Guerrini, 22 anni, di Giulianova, studente di Scienze motorie, è vivo per miracolo. È stato trovato sotto quattro piani di macerie dell’unico palazzo di via Gabriele D’Annunzio all’Aquila crollato completamente. «Stavo dormendo», racconta dalla letti- L’onorevole Ricciuti s’è fratturato il braccio scappando da casa Studente di Giulianova estratto dai detriti «Ho pregato tanto» ga, con un profondo taglio alla testa e un dolore fortissimo al ginocchio, «eravamo in cinque nell’appartamento. Quando ho avvertito la scossa stavo per lanciarmi dalla finestra, poi ci è caduto tutto addosso. Pur sotto le macerie ho visto che anche il mio compagno di stanza era vigile. Degli altri tre coinquilini non ho notizie. Ho pregato tanto e sono vivo». LA FRATTURA DI RICCIUTI. L’onorevole Romeo Ricciuti, ex esponente di spicco della Democrazia cristiana abruzzese, arriva alle 13.45 accompagnato dalla figlia. Ha un braccio immobilizzato. Anche lui è un sopravvissuto alla furia del terremoto. «Ero a casa mia in via Sant’Andrea e stavo dormendo», dichiara ripercorrendo con la mente la sua notte movimentata, «e quando c’è stata la scossa ho cominciato a scendere le scale. C’erano dei detriti che mi hanno fatto scivolare e ho sbattuto con violenza il braccio a terra. Quando sono andato all’ospedale dell’Aquila sono stato curato con sollecitudine e professionalità. Poi mi è stato consigliato di venire qui ad Avezzano per un esame radiologico. Ora sto meglio anche se ho l’omero fratturato». Poco lontano una donna di Arsoli, una degente trasferita dal San Salvatore, è fuori in pigiama e attende l’arrivo del marito: voglio tornare a casa e dimenticare questa notte infernale». 18 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO ALL’AQUILA Notte in auto nella Marsica Ad Avezzano panico nei palazzi, a Celano crolla un vecchio edificio AVEZZANO. Panico e qualche danno anche nella Marsica. Ad Avezzano migliaia di cittadini sono scesi in strada, temendo crolli. Molti hanno trascorso la notte in auto parcheggiate nelle piazze o lungo le strade. I problemi maggiori nella zona nord della città, dove si trovano anche gli edifici più alti. Con l’arrivo dell’alba è cominciata la stima dei danni, anche se si tratta di una conta ancora provvisoria (la maggior parte dei sopralluoghi per ora vengono compiuti all’Aquila e nei paesi del circondario). Diversi gli edifici seria- mente danneggiati. Le chiese e le abitazioni dei centri storici sono quelle che hanno riportato le lesioni maggiori. Ad Avezzano, il Comune si è prontamente attivato per predisporre un piano di intervento in caso di emergenza. Lo stesso sindaco Antonio Floris si è mobilitato con l’aiuto della Protezione civile. Le scuole, come nel resto della regione, sono rimaste chiuse e l’ordinanza resterà in vigore a oltranza. Chiuse anche tutte le chiese, almeno fino a oggi, in attesa di verifiche più accurate per scongiurare la presenza di danni. Nella Marsica la parola “terremoto” evoca terribili ricordi. Così quando l’altra notte la terra ha tremato non sono mancate scene di panico. Nelle abitazioni hanno tremato letti, lampadari, finestre. Migliaia di cittadini sono scappati in strada, tra urla, pianti. Dopo dieci minuti dalla prima scossa, le strade di Avezzano sono state invase dalle auto. Nella zona nord della città, dove ci sono i palazzi più alti, gli abitanti si sono riversati nei parcheggi; molti in pigiama e ciabatte si sono attrezzati con le coperte per dormire in macchina. Poco prima delle 4 nella piazza antistante il palazzo municipale si è radunato una folla. È arrivato il sindaco Floris, sono arrivati gli assessori e i consiglieri comunali e Una delle auto distrutte dai detriti a Celano sono arrivati tanti cittadini, spaventati a chiedere notizie sul sisma e sui danni. Il sindaco si mette subito al telefono e cerca di saperne di più. Firma in un battibaleno l’ordinanza per la chiusura delle scuole, alla quale seguirà più tardi quella per gli edifici pubblici della città. Il panico generato dopo la prima scossa cresce sempre più quando arriva la seconda. Tutti si mettono al telefono per assicurarsi che i parenti negli altri paesi Il sindaco Antonello Floris dopo la scossa davanti al municipio stiano bene. I più preoccupati sono i genitori degli universitari fuori sede che si trovano all’Aquila. Stessa situazione, scenario diverso. In tutti i paesi della Marsica gli abitanti, dopo aver percepito il terremoto, sono subito fuggiti dalle abitazioni per ripararsi nei luoghi aperti. Alla luce del giorno è iniziata la prima stima dei danni. Tecnici comunali e polizia municipale di ogni paese hanno fatto dei sopralluoghi per cercare di capire quanto le scosse avessero colpito le varie strutture. Ad Avezzano è stato chiuso il Palazzo del Tribunale per un crollo all’interno di un’aula. Negli altri edifici non ci sono stati invece gravi lesioni, se non piccole crepe, come nella chiesa San Giuseppe Lavoratore di Caruscino adiacente la scuola per Il vecchio palazzo crollato a Celano in via Muranuove Accoglienza a 350 sfollati Pronti i centri della diocesi AVEZZANO. Centri di accoglienza per complessivi 350 posti sono stati messi a disposizione dalla curia dei Marsi, che ha approntato un apposito piano di intervento. «La Diocesi di Avezzano, memore della tragedia del 1915 che rase al suolo la città e l’intera Marsica», afferma il vescovo, monsignor Pietro Santoro, «si stringe solidale alla Chiesa dell’Aquila mettendo a disposizione le proprie strutture religiose per l’accoglienza degli sfollati. La Caritas e i giovani sono mobilitati per una accoglienza concreta ed efficiente, individuando finora disponibilità per 350 persone. Nel numero delle vittime il cuore entra anche nella sofferenza delle famiglie marsicane che piangono i propri morti nel sisma dell’Aquila, partecipando, nel mistero insondabile della croce, alla sofferenza dei familiari. Continueremo ad alimentare la speranza, nata il mattino di Pasqua, nella certezza che Cristo risorto conserva le ferite del Calvario, dentro le quali dobbiamo entrare per proseguire il cammino nella logica della condivisione». Anche molti edifici di culto della Marsica sono risultati danneggiate e lesionate. Tutte le chiese di Avezzano, dietro ordinanza del sindaco, resteranno chiuse fino a oggi per consentire le verifiche statiche. «Ai credenti», aggiunge il vescovo Santoro, «è chiesta la liturgia interiore della preghiera e dell’intercessione. Un pensiero affettuoso va al parroco di Luco dei Marsi, don Michele Morgani, ricoverato in ospedale». Il sacerdote ha avuto un malore, ma non è legato all’evento sismico dell’altra notte. Le forze dell’ordine si consultano per decidere come attivare la procedura di emergenza l’infanzia. Danneggiato anche il seminario di Avezzano. Nella Marsica occidentale a Pereto, Oricola, Rocca di Botte e Tagliacozzo non sono stati riscontrati danni, mentre a Carsoli è crollato un edificio degradato e nella chiesa di Santa Vittoria sono comparse delle crepe, a Sante Marie si sono registrate delle lesioni in alcune strutture del centro storico e una casa disabitata è venuta completamente giù. A Scurcola Marsicana danneggiate la chiesa di Sant’Antonio, con crepe ai muri, e alùuni stabili antichi e delle strutture del centro. A Magliano dei Marsi il “Serpentone“ è quello che ha subìto più danni con crolli di intonaco e crepe strutturali ai muri. In comune è stato istituito uno sportello informativo, grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato locali. Nella Valle Roveto il sisma è stato avvertito in tutti i paesi. Danneggiate le chiese Oggi sopralluogo per verificare i danni Canistro è stato il paese in cui si sono registrati più danni. Negli edifici della scuola e del comune ci sono state delle piccole lesioni, mentre nella chiesa di Santa Maria della Fonticella e in alcuni edifici del centro i muri sono pieni di crepe. A preoccupare però il sindaco Angelo Mariani è soprattutto l’aumento dello smottamento delle due frane, una alle pendici del paese vecchio, l’altra a Canistro inferiore al lato della clinica Ini. Sono stati messi a disposizione uomini e mezzi per aiutare a scavare tra le macerie dell’Aquila. La Santa Croce ha inviato nel capoluogo abruzzese l’acqua per tutti gli sfollati. Il materiale melmoso si sta scollando lentamente dai pendii del paese scendendo verso la valle. A Civita d’Antino, invece, sono state interessate da crepe e lesioni varie la chiesa di Santo Stefano e di San Lidano, alcune scuole ed edifici del centro storico. Nessun danno invece a Civitella Roveto, San Vincenzo Valle Roveto, Morino e Capistrello. Anche nella zona della Marsica orientale ci sono stati danni. A Celano è crollato l’altare maggiore della chiesa si Sant’Angelo, mentre la facciata della chiesa di San Francesco si è gonfiata verso l’esterno. Palazzo Marinucci, già pericolante è crollato su via Muranuove distruggendo due auto in sosta, e parte di via Aquila è stata lesionata costringendo le persone ad abbandonare le abitazioni. Ad Aielli la chiesa di San Giuseppe e la chiesa della Santissima Trinità hanno riportato seri danni e dalla prima si è anche staccata una campana. L’abitazione delle suore è stata dichiarata inagibile e le religiose hanno dovuto abbandonare l’edificio, mentre a Pescina l’unica lesione c’è stata alla chiesa di San Giuseppe. Eleonora Berardinetti IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 19 IN ABRUZZO IL TERREMOTO IN REGIONE «Non lasceremo la città sola» Il presidente Chiodi: tutto il nostro aiuto. De Matteis: morti i miei amici di Maurizio Piccinino L’AQUILA. «E’ terribile. Sono sconvolto. Da sotto le macerie ho estratto il corpo di una mia amica, la moglie di un collega medico, lei era morta e stringeva sotto di sé la figlioletta. Io ho perso la casa, è andata distrutta». Giorgio De Matteis, aquilano, vice presidente del Consiglio regionale è anche medico ed è sceso in strada per prestare i primi soccorsi. «Sono sotto choc. So che anche voi del Centro avete subito un lutto, voglio darvi il mio cordoglio». «Non ho parole, scusatemi. Quello che è accaduto è davvero troppo grave», dice salutando De Matteis. Alle 17.30 il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano con l’assessore Federica Carpineta tiene una ricognizione nelle strutture regionali. Il sopralluogo mostra subito la gravità della situzione. Tutte le strutture istituzionali del Consiglio sono inagibili. «Palazzo dell’Emiciclo è pericolante, la nuova sede dell’Assemblea regionale il palazzo ex Gil inaugurato da poco è lesionato, io non ho più uffici. Con me ci sono dirigenti regionali dell’Aquila e loro non hanno nemmeno più una casa, come Carla Mannetti dirigente del settore trasporti, e Giovanna Colangelo. La città è in uno stato pietoso e molti miei colaboratori sono stati direttamente colpiti, con lutti e la distruzione delle loro case. Come istituzione regionale siamo presenti accanto ai cittadini dell’Aquila e di tutti i paesi colpiti. Lavoreremo notte e giorno per garantire assistenza, aiuti, solidarietà». Il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi alle 19 fa il punto della situazione di una giornata che definisce «tristissima per l’Aquila e l’intero Abruzzo». «Dalle 4 del mattino sono all’Aquila. Ho seguito le terribili vicende che sono state generate dal terremoto», racconta Chiodi, «mi ha confortato la grande risposta di efficenza della protezione civile, la gara di solidarietà, l’impegno di tutti i cittadini. Un dato per tutti: abbiamo dovuto sospendere quasi subito la richiesta di donazione di sangue per i tanti cittadini che si sono affrettati a correre al primo centro di donazione. Per le vittime, purtroppo, non possiamo azzardare previsioni attendibili, il numero dei dispersi è destinato a crescere, così come quello dei feriti. Bisogna attendere di avere un quadro certo. L’Abruzzo i nostri concittadini hanno subito una violenta offesa. Dobbiamo essere forti e preparati per reagire a questa micidiale sfortuna». Chiodi ieri pomeriggio ha tenuto una conferenza stampa all’Aquila con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il capo della protezione civile Guido Bertolaso, il ministro per le infrastrutture Altero Matteoli e la responsabile abruzzese della protezione civile l’assessore, Daniela Stati, ha voluto sottolineare l’efficenza della macchina dei soccorsi. «Come mai accaduto prima in Italia un grande spiegamento di mezzi della protezione civile si sono concentrati all’Aquila e provincia», osserva Chiodi, «tutti i focolai, os- I presidenti Gianni Chiodi e Nazario Pagano «L’ospedale crolla, trasferiti 1500 feriti» Venturoni: tutti messi in salvo, grazie ai medici e protezione civile L’AQUILA. «Le salme saranno tutte trasferite a Pettino in una struttura messa a disposizione della Guardia di finanza. Purtroppo non abbiamo ancora un quadro certo di quante vittime il terremoto ha fatto. L’ospedale San Salvatore è stato evacuato perLe prime notizie che ha raccolto erano pesantissime non solo per la gravità dell’onda sismica ma anche per la tenuta dell’ospedale con il pericolo di crolli su pazienti inermi e impossibilitati a mettersi in salvo. «La prima cosa che abbiamo dovuto fare è stata evacuare l’ospedale», racconta Venturoni, «oggi allestiremo un ospedale da campo nell’area messa a disposizione della scuola della guardia di finanza a Pettino, vicino L’Aquila. In un’area adiacente, inoltre, sono state trasferite le sal- ché lesionato, le sale operatorie non erano più agibili, così come gran parte dei reparti. I feriti per ora sono circa 1500, si tratta di persone che hanno subito contusioni, fratture e sono stati trasferiti con autoambulanze ed elicotteri, per essere operati d’ur- me. Sarà un luogo tristissimo dove dovranno recarsi i parenti delle vittime». «I feriti più gravi», spiega l’assessore alla sanità, «sono stati portati a Pescara, Teramo e Chieti. La maggior parte han- genza in diversi ospedali abruzzesi». Lanfranco Venturoni assessore alla sanità racconta la catastrofe che si è abbattuta sull’Aquila. Ieri è corso per coordinare i primi interventi e constatare che l’ospedale era tra le strutture più colpite. no subito interventi neurochirurgici per lesioni alla testa e alla spina dorsale». Per Venturoni c’è stata una grande mobilitazione di medici. «Sono stati tutti straordinari, li ringrazio per quello che hanno fatto e stanno facendo». «C’è una robusta attività di coordinamento», ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi nel corso di un incontro al ministero dove è stata allestita un’unità di crisi per l’emergenza, «le strutture sanitarie abruzzesi hanno garantito l’accoglienza a tutte le persone che ne hanno avuto bisogno». Al momento, ha precisato Sacconi, «sono solo alcuni i ricoveri effettuati a Roma presso il policlinico Gemelli e l’ospedale Bambino Gesù». (m.p.) Numerosi interventi neurochirurgici per lesioni alla testa Un ospedale da campo nell’area della scuola della finanza Venturoni in un ospedale della provincia dell’Aquila In alto, De Matteis abbraccia un parente di una vittima sia i luoghi dove il terremoto ha creato danni e panico sono sotto controllo. Voglio lanciare ancora un appello ai cittadini aquilani ossia rimanere nei centri di accoglienza e di raccolta, per evitare che in troppi sostino per le strade. La gara di solidarietà è davvero una corsa alla generosità. I presidenti delle altre Regioni italiane mi hanno chiamato annunciandomi l’invio di aiuti, sia con uomini e mezzi sia con generi di prima necessità. Poi ci sono le associazio- ni, dagli scout fino ai sindacati, all’Ance, Confindustria, il Banco alimentare e tanti semplici cittadini che si sono adoperati in ogni modo. Lungo la costa abbiamo reperito 14 mila posti letto». All’Aquila era presente an- che Carlo Costantini capogruppo dell’Italia dei Valori in consiglio regionale che ieri ssi è recato all’Aquila. «Ho comunicato al presidente Gianni Chiodi», dice Costantini, «tutta la mia disponibilità per qualsiasi iniziativa ritenesse di dover intraprendere per fronteggiare l’emergenza a L’Aquila, nessuna esclusa ed ho messo la mia casa a disposizione per ospitare già da oggi una famiglia aquilana. Sono certo che tutti gli abruzzesi ed i pescaresi, in particolare, sapranno mettere in campo in questa drammatica occasione una straordinaria prova di solidarietà verso i nostri fratelli aquilani, sia quelli colpiti da lutti, sia quelli che già da questa sera non sapranno dove trascorrere la notte». Il Partito democratico con i suoi esponenti regionali e i parlamentari hanno tenuto diversi incontri. Il neo segretario Silvio Paolucci con il capogruppo regionale Camillo D’Alessandro sono andati all’Aquila poi nel pomeriggio hanno messo a punto diverse iniziative. «Abbiamo toccato con mano disperazione e distruzione», racconta Paolucci, «abbiamo ascoltato racconti terribili e temiamo che la tragica conta delle vittime sia destinata a continuare. Con il Pd nazionale abbiamo coordinato una serie di aiuti per la popolazione, ci saranno i nostri volontari, poi stiamo tenendo una ricognizione delle richieste materiali da esaudire, e attiveremo un conto corrente nazionale da affidare alla Provincia dell’Aquila. Per gli alloggi mettiamo a disposizione il patrimonio abitativo del Pd, mentre singolarmente molti militanti si sono già dichiarati disponibili. Personalmente ho già messo a disposizione una mia abitazione. I parlamentari abruzzesi del Pd stanno verificando tutte le possibilità di legge, nazionali ed europee a sostegno dell’economie dei luoghi colpiti, sia dei comuni che delle strutture produttive». 20 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO IN REGIONE Il più grave del Duemila in Italia I precedenti, dalla tragedia della Marsica al crollo di San Giuliano di Andrea Mori PESCARA. Il terremoto di ieri mattina in Abruzzo è il più grave avvenuto negli anni Duemila in Italia, ma non nella storia della regione. Al primo posto c’è il sisma che la mattina del 13 gennaio 1915 spazzò via Avezzano e travolse l’inNella mappa del rischio sismico, l’Abruzzo è in terza posizione con 91 Comuni nella prima fascia e 158 nella seconda. Il terremoto del 1915 — magnitudo 11 della scala Mercalli — ebbe epicentro nella conca del Fucino. La Marsica riportò gravissimi danni, ma anche il Basso Lazio. Avezzano fu praticamente distrutta, con circa 10mila morti (tra cui il sindaco) su 13mila abitanti. Moltissime vittime anche a Gioia dei Marsi, Collarmele, Magliano, Celano. Circa 500 morti anche a Sora, nel Lazio. I soccorsi furono rallentati dal clima invernale e dalle condizioni delle strade. Da allora, l’Abruzzo ha visto molti terremoti, ma di intensità minore. Il 26 settembre 1933 il sisma colpì la Maiella (11 morti), nel 1943 la zona tra Marche e Abruzzo, nel 1958 L’Aquila. Il 7 maggio 1984 una scossa di magnitudo 5,2, con epicentro in Val Comino, colpì le province dell’Aquila, Chieti, Isernia e Frosinone. I danni maggiori furono a Pescasseroli, con circa il 40 per cento delle abitazioni lesionate. I senzatetto più di 1.500. Ma i morti furono in tutto solo tre, tutti in modo indiretto. Una dei morti fu, all’Aquila, una donna di 88 anni, malata, che morì per un infarto all’inizio del terremoto. Andando a ritroso nella storia, dal 5 febbraio del 62 dopo Cristo fino alle 3,32 di ieri mattina, la cronologia dei terremoti in Italia negli ultimi due millenni è una lunga serie di disastri a volte di drammatica entità. A quello di Pompei, avvenuto nel 62 dC (5 febbraio), che distrusse diversi monumenti di Neapolis fra cui il teatro romano, seguì nel 68 quello di Chieti (Teate), ufficialmente il primo movimento tellurico registrato nella storia abruzzese. Il 25 agosto del 79 avvenne il terremoto causato dall’eruzione catastrofica del Vesuvio che seppellirà le città di Pompei, Ercolano e Stabiae. Nel 101 la terra tremò a San Valentino in Abruzzo Citeriore. Nel 1349 viene distrutto il Monastero di San Vincenzo al Volturno in Provincia di Isernia. A Napoli crolla la facciata della cattedrale di Napoli. Nel dicembre del 1456 il sisma provoca 30mila morti in Irpinia, Matese, Sannio, Napoli e Abruzzo: a Teramo morirono più di 200 persone. Nel 1627 il sisma, che si stima dell’undicesimo grado del- tera Marsica provocando circa 33mila vittime. La stessa L’Aquila è stata colpita, nei secoli più recenti, già quattro volte: nel 1315, il 2 febbraio del 1703 (6mila morti), nel 1786 (numero delle vittime imprecisato) e nel 1958. Un elenco che inizia dal 68 dC Nella mappa del rischio sismico 91 Comuni sono di prima fascia Una bomba da 1 milione di tonnellate di tritolo PESCARA. Il terremoto che colpito l’Aquilano è stato valutato di magnitudo 5,8 Richter, che corrisponde all’ottavo-nono grado della scala Mercalli. Una scossa che fa crollare gli edifici non costruiti con norme anti-sismiche, monumenti, crea fessurazioni nel suolo. La potenza dei terremoti è valutata secondo due gradazioni. La Richter (da Charles Francis Richter) indica la quantità di energia liberata (la magnitudo), mentre la scala Mercalli (redatta da Giuseppe Mercalli) descrive gli effetti del sisma sull’ambiente. Per avere un’idea dell’energia sprigionata da un sisma di magnitudo 6, basti pensare che è la stessa che si libera dall’esplosione di un milione di tonnellate di tritolo. Quando supera la magnitudo 6, il sisma provoca danni ingenti a popolazioni e ambiente. Le grandi catastrofi si registrano però con una magnitudo superiore a 8.1 Richter, al dodicesimo grado cioé della Mercalli che è il massimo. Da sinistra le macerie del sisma del 1915 nella Marsica e a lato i resti della scuola di S.Giuliano In alto a sinistra la foto storica di Don Orione fra i resti delle abitazioni crollate ad Avezzano la scala Mercalli, rase al suolo San Severo e Torremaggiore in Puglia e diversi centri limitrofi e provocò un maremoto sulle coste del Gargano, soprattutto presso il Lago di Lesina. Persero la vita diverse migliaia di persone. Le scosse tornarono in Abruzzo nel 1690: ad Atri crollò la chiesa di San Francesco. Nel 1693 fu registrato in Sicilia e Calabria il sisma più potente mai registrato in Italia: fu di intensità pari a 7,4 gradi della scala Richter e provocò 60mila vittime. Nella 1706 si verificò la distruzione di moltissime costruzioni a Sulmona, tra le quali numerose chiese. Negli ultimi 100 anni è impossibile dimenticare il terremoto di Messina e Reggio Calabria (28 dicembre 1908): una scossa di magnitudo 7 rade rase al suolo la città siciliana e quella calabrese, provocando la morte di circa 86mila persone. L’elenco continua con la tragedia del Belice (15 gennaio 1968, 236 vittime) a cui segue il terremoto in Tuscania (6 febbraio 1971, 31 morti). Il 6 maggio 1976 una vio- lenta scossa scuote il Friuli: Muoiono 976 persone e altre 3mila rimangono ferite. I Comuni colpiti sono 137 e le case distrutte o danneggiate circa 100mila La sera del 23 novembre 1980 una scossa di magnitudo 6,8 devasta un’area dell’Appennino meridionale, tra l’Irpinia, in Campania, e la Basilicata. Perdono la vita 2.570 persone mentre quasi altre 9mila rimangono ferite. Le persone che rimangono senza casa sono circa 300mila. Il 26 settembre 1997 il terremoto colpisce l’Umbria e le Marche. Crolla una parte della volta della basilica di San Francesco ad Assisi: 11 vittime, 126 feriti. I senzatetto sono 32mila e ancora oggi in tanti vivono nei container. Il 31 ottobre 2002 il sisma, magnitudo 5,6, travolge il Basso Molise: è la tragedia della scuola elementare di San Giuliano di Puglia (Campobasso) dalle cui macerie vengono estratti i corpi di una maestra e 27 bambini. IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 21 IN ABRUZZO IL TERREMOTO - IL RICORDO Come nel 1915, una tragedia Il racconto di due superstiti del sisma nella Marsica: «Un incubo» di Nino Motta AVEZZANO. Il terribile sisma, che il 13 gennaio di 1915 sconvolse la Marsica, li ha segnati per sempre. Giuseppa Lavarone, 99 anni, di Balsorano, ed Enrico Giovarruscio, 100 anni, di Morino, sopravvissuti alla tragedia, avevano all’epoca, rispettivamente, 5 e 6 anni, ma il ricordo di quegli E’ una donna dinamica e piena di vita, che ha scelto di vivere da sola. «Quando stanotte ho sentito la scossa», esordisce la donna, «ho avuto il presentimento che fosse accaduto qualcosa di terribile. E ho rivissuto le scene di morte e di distruzione di 94 anni fa». Allora Giuseppa Lavarone viveva con la madre Annunziata e il padre Pasquale in una casa sotto il Castello, danneggiato anch’esso dal terremoto. «Mio padre, quella mattina», ricorda la donna, «era uscito presto per andare a lavorare. In casa eravamo rimaste io e mia madre. A un certo punto la casa è cominciata a tremare. Io ero a letto. Mia madre mi ha preso in braccio per portarmi in salvo. Ma la porta non si apriva. Siamo così rimaste intrappolate. Mentre il tetto crollava. Ci siamo salvate perché mia madre ha avuto l’accortezza di trovare riparo sotto l’architrave. E per proteggermi mi ha coperta col suo corpo. Poi qualcuno dei vicini ha buttato giù la porta e ci ha tirate fuori. Nel frattempo, è arrivato mio padre che aveva appreso del terremoto. E ha abbracciato me e mia madre, piangendo. Quello che visto intorno a me non lo dimenticherò mai. Gente che urlava disperata, che scavava tra le macerie nel tentativo di salvare chi vi era rimasto sepolto. Tanti pregavano Sant’Antonio e Sant’Emidio. Anch’io stanotte, quando ho sentito il terremoto, ho pregato San Rocco. Poi ho visto alla televisione quello che è accaduto all’Aquila. Povera gente. Nessuno meglio di me può capire quello che ciascuno sta provando. Oggi, però, i soccorsi sono arrivati subito. Allora in alcuni paesini della Marsica sono arrivati dopo diversi giorni». Dopo il terremoto la famiglia della signora Lavarone, per qualche tempo, venne ospitata in una tendopoli. Poi le venne assegnata una baracca, nella quale la signora Giuseppa, insieme al fratello Luigi, nato dopo il sisma, e ai genitori ha trascorso gran parte della sua vita. La baracca fu abbattuta nel 2001. «I miei genitori, purtroppo», dice la donna con tristezza, «in quella baracca sono morti». Enrico Giovarruscio, 100 anni a novembre, nel 1915 aveva sei anni. Per mandare avanti la famiglia, ha fatto il boscaiolo, l’agricoltore, il commerciante. E’ un uomo lucido e pieno di verve. E’ a casa della figlia Lina, a Grancia, frazione di Morino. Dal 2001 è vedovo. La mo- spaventosi momenti è rimasto indelebile. Giuseppa Lavarone, risiede a Balsorano Vecchio. Se ne sta seduta davanti alla propria abitazione, nella piazzuola da cui si accede al Castello. Con lei, oltre a una delle figlie, c’è il sindaco di Balsorano, Francesca Siciliani, che è andata a farle visita. Sopravvissuti al terremoto nella Marsica. Sopra, Enrico Giovarruscio, 100 anni, di Morino, A sinistra, Giuseppa Lavarone, 99 anni, di Balsorano A destra un’immagine del terremoto dell’Aquila e sotto una foto d’epoca del 1915 Alle 7,48 una scossa violenta Furono 30.000 le vittime glie, Domenica, è morta all’età di 92 anni. E’ seduto a tavola in attesa del pranzo. Con gli occhi incollati al televisore, su cui scorrono le immagini della catastrofe dell’Aquila. «Quanto mi dispiace!», commenta, «certe cose bisogna viverle sulla propria pelle per capire cosa realmente si prova». «Ricordo il terremoto del 1915 come se fosse ieri», prosegue, «in casa quella mattina eravamo io e i miei sei fratelli. Mio padre era uscito per accudire gli animali, mentre mia madre era andata al negozio per acquistare del mangime. Ad un tratto, ci fu una fortissima scossa. Io e mia sorella più piccola eravamo a letto. I miei fratelli, dopo aver preso in braccio mia sorella si sono precipitati fuori, invitando- AVEZZANO. Il 13 gennaio 1915, pochi anni dopo il terremoto di Messina, un’immane catastrofe si abbattè sulla Marsica. Alle 7,48, ci fu la prima violentissima scossa, seguita da altre di assestamento. La maggior parte dei feriti venne trasferita negli ospedali romani. La Casa-famiglia Regina Elena, che accoglieva gli orfani del terremoto, nei giorni seguenti, venne subissata di domande da parte di genitori che non riuscivano a rintracciare i figli. I “bollettini delle ricerche” — dove venivano stampate le fotografie dei minorenni superstiti, che dovevano essere identificati — venivano esposti nei municipi, nelle stazioni mi, dopo avermi svegliato, a fare lo stesso. Io, invece, poiché ero svestito e faceva freddo, da incosciente, mi sono messo davanti al camino acceso. Se uno dei miei fratelli non se ne fosse accorto e non fosse tornato a prendermi, ferroviarie, nelle caserme e nei ricoveri dei senzatetto. Avezzano venne rasa al suolo. Su un totale di 13.000 abitanti, i morti furono 10.000 e duemila i feriti. Il numero ufficiale delle vittime in tutta la Marsica fu di 30.000. «Quel che più mi sorprese fu di osservare con quanta naturalezza i paesani accettassero la catastrofe. In una contrada come la nostra, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni». Così lo scrittore Ignazio Silone nel libro “Uscita di sicurezza” (1949) in cui ricorda il dramma del sisma di cui fu testimone non ancora quindicenne. avrei rischiato di rimanere sotto le macerie. Mia madre», aggiunge, «è stata fortunata. Mentre era nel negozio, a causa del terremoto, il solaio è crollato e lei è precipitata nella cantina sottostante, finendo tra due botti. Sopra le bot- ti, a fare da tetto, è finita la porta scardinata dal sisma. Così mia madre si è potuta salvare. Non è stato così purtroppo per tanti parenti e amici. Nella sola Morino i morti sono stati 113». Tutti quei morti, Enrico Giovarruscio ne è con- vinto, si sarebbero pututi evitare. E racconta: «La sera del 12 gennaio, una donna di nome Giovanna, che abitava nella frazione Biancone, nota per le sue premonizioni, ha raccontato di avere incontrato per strada un frate che le aveva preannunicato il terremoto del giorno dopo. E’ andata a dirlo in paese, ma l’hanno presa per pazza. Se invece le avessero dato ascolto, ci sarebbe stato il tempo per sgomberare le case e di salvare tante vite umane. Ce l’ha sempre raccontata questa storia», testimoniano la figlia e il genero Gaetano. «Stanotte quando c’è stata la scossa», rivela la figlia, che dorme nell’altra stanza, «mio padre, quasi a rimprovermi, mi fa: Lina, che mi stai a muovere il letto? Papà, gli risposi, è il terremoto. E lui di rimando: sarà come minimo del sesto grado. E ci saranno tanti morti, vedrai». IL TERREMOTO / LE IMMAGINI I soccorsi dopo le scosse Volti, storie e atti di eroismo di una provincia colpita dalla sciagura Una ragazza disperata abbraccia un peluche Sopra alcune donne anziane avvolte nelle coperte A lato un ferito Sopra i soccorsi e un uomo a Onna TERCAS Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo spa Sede Legale in Corso San Giorgio, 36 - 64100 Teramo Capitale Sociale Euro 26.000.000,00 iscritta all’Albo delle Banche al n. 5174 Iscritta nel Registro delle Imprese di Teramo 00075100677 AVVISO di PUBBLICAZIONE dei PROSPETTI di BASE relativi ai programmi di offerta al pubblico dei prestiti obbligazionari denominati: “Banca Tercas Obbligazioni a Tasso Fisso/Step-up/Step-down”; “Banca Tercas Obbligazioni a Tasso Variabile”; “Banca Tercas Obbligazioni Zero Coupon”; “Banca Tercas Obbligazioni Basket Linked” In data 06/04/2009 sono stati pubblicati, mediante deposito presso la CONSOB, i summenzionati Prospetti di Base relativi ai programmi di offerta dei prestiti obbligazionari di Tercas Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo Spa, a seguito del rilascio dell’approvazione comunicata dalla CONSOB con nota del 01/04/2009 provvedimento n. 9029652. Ciascun Prospetto di Base è disponibile in forma elettronica sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo www.tercas.it ed in forma stampata e gratuitamente presso la sede legale della Tercas Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo Spa, sita in Teramo Corso San Giorgio n.36 64100 e presso tutte le filiali dell’Emittente. In occasione di ciascun Prestito, l’Emittente predisporrà delle Condizioni Definitive che descriveranno le caratteristiche effettive delle obbligazioni e che saranno pubblicate entro il giorno antecedente l’inizio dell’offerta sul sito internet dell’Emittente all’indirizzo www.tercas.it. Teramo, 07/04/2009 DALLA PRIMA FARE PRESTO H anno bisogno di tutto, dall’impellente assistenza materiale al più difficile sostegno psicologico. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, uomo di grande esperienza, ha definito l’evento il più grande disastro naturale d’inizio secolo. Di fronte al quale è scattata una solidarietà da ogni angolo del paese che smentisce la rappresentazione di una nazione disgregata e sbandata, sempre più chiusa nei suoi egoismi. Così come sembra delinearsi un clima di collaborazione tra governo e opposizione. In un giorno di tragedia sono, forse, le uniche note non negative. Bisogna fare presto. E bene. E’ lunga la scia di lutti del Belpaese. Come pure quella di interventi successivi che hanno peggiorato le devastazioni dei nostri territori. La ricostruzione po- st-sisma può rivelarsi un’opportunità per sanare antiche diseguaglianze e fragilità edilizie oppure può imboccare la strada dello spreco e delle opere inutili. Compito dell’informazione è raccontare quel che si sta facendo in queste ore, ciò che si intende realizzare nel prossimo futuro. E’ un impegno di testimonianza che noi del Centro sentiamo con maggior impegno. Il dramma familiare che ha colpito Giustino Parisse, il capo della redazione dell’Aquila, è diventato l’emblema di una tragedia pubblica. Nel crollo della casa a Onna ha perso entrambi i figli, 18 e 16 anni, e il papà. Nel dolore lacerante i giornalisti del quotidiano d’Abruzzo stanno lavorando per onorare tutte le vittime del terremoto. Luigi Vicinanza IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 23 IN ABRUZZO IL TERREMOTO IN REGIONE Sisma, la mappa del rischio L’Istituto nazionale di geofisica: L’Aquila tra i Comuni più esposti di Antonio De Frenza L’AQUILA. La zona dell’Aquila è una delle più pericolose in Italia dal punto di vista sismico «con un rischio ampiamente riconosciuto». Lo dice la nuova mappa di pericolosità sismica che dal 2006 ha aggiornato le precedenti rilevazioni dell’Istituo nazionale di geofisica e vulcanologia. L’aIn più aggiunge 12 nuove fasce di pericolosità sismica differenziate secondo gradi di accelerazione sismica, utilizzate per misurare la massima accelerazione del terreno in virtù di quelle che sono le ripetizioni in certe aree. Secondo gli ultimi dati Istat le aree a maggiore pericolosità sono la zona intorno a Siracusa, l’Appennino centro-meridionale e l’arco calabrese circondate da una zona più estesa a media pericolosità che include anche la Garfagnana e il Friuli Venezia Giulia. La mappa disegna sullo stivale i livelli di pericolosità utilizzando i colori: blu per la fascia 1 a più alta pericolosità (un punto in Sicilia nella zona di Siracusa e una piccola zona all’interno della Calabria), viola per la fascia due. La fascia viola corre tutto lungo la dorsale appeninica partendo da Reggio Calabria fino al confine tra Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo. Le zone di pericolosità sismica dei comuni della provincia di L’Aquila sono all’interno della fascia più alta (tra 1 e 2). Complessivamente oltre un terzo del territorio italiano è caratterizzato da un’attività sismica classificabile come medio-alta. Secondo gli ultimi dati aggiornati al 31 dicembre 2007 l’8,9% dei comuni ha un livello di sismicità alta e il 43,1% un livello di sismicità minima. Considerando l’Italia nel suo complesso, 725 i comuni in zona ad alta sismicità, 2.334 comuni in zona di media sismicità, 1.544 in zona a bassa sismicità e 3.448 comuni in zona a minima sismicità. In totale 24 i milioni di italiani esposti ad alta (tre milioni) e media sismicità (21 mln). In Abruzzo 701.505 persone vivono in zone ad alta e media sismicità. Per la regione non esiste la fascia a minima sismicità. Difatti i colori della tabella pubblicata di lato vanno dalla zona di massimo rischio (il blu o viola) a quello di bassa sismicità il giallo, che corrisponde alla costa. Nessuna delle zone abruzzesi ha il colore celeste che indica la minima sismicità. Questa dettagliata analisti dello stato delle cose non aiuta però a prevedere terremoti, ma consiglia, anzi obbliga a seguire regole costruttive rigortose, come insegnano per esempio i giapponesi, che con i terremoti convivono da sempre, sviluppando anche sofisticate tecniche di rilevazione. Ma anche in Giappone i terremoti è impossibile prevederli. bitato dell’Aquila insiste infatti nella seconda fascia a più alta pericolosità (perché sulla linea della dorsale appenninica), superata in prima fascia di pericolosità solo da una piccola zona interna della Calabria. La mappa redatta dall’Istituto stabilisce quattro zone sismiche. La costa è l’area della regione memo pericolosa Oggi l’unica forma di prevenzione è costruire bene Sull’A24 resta chiuso solo il tratto L’Aquila-Assergi Autostrade riaperte in serata Ripristinata anche la ferrovia IL TERREMOTO ha messo in crisi anche le infrastrutture stradali abruzzesi, in particolare le autostrade A24 e A25 che ieri sono state interrotte in due punti: sull’A24 è stato chiuso al traffico il tratto fra Assergi e Tornimparte, mentre sull’A25 è stata vietata la circolazione a tutti veicoli sul tratto fra Sulmona-Pratola Peligna e Popoli. In alto il grafico con la mappa del rischio sismico Si va dal blu-viola che rappresenta il massimo rischio al colore azzurro che indica il rischio minimo. Sotto una donna soccorsa all’Aquila al centro Centi Colella In alto una veduta di Onna devastata (Foto Valerio Simeone) Una volta effettuate le verifiche tecniche, in particolare ai viadotti, dopo le 19 sull’A24 è stata ripristinata la circolazione, per i soli veicoli leggeri, fino all’Aquila Ovest — cosa che ha consentito l’arrivo dei mezzi di soccorso da Roma — mentre è rimasto chiuso a tutti i veicoli il tratto fra L’Aquila Ovest e Assergi. Aperto il traforo del Gran Sasso. Sempre dopo le 19 è stato riaperto anche il tratto chiuso sull’A25, ma anche in questo caso solo per i veicoli leggeri e con uno scambio di carreggiata fra Sulmona e Popoli. Danni anche sulla statale 80 che collega Teramo e L’Aquila attraverso il passo delle Capannelle: la strada non è stata chiusa, ma ci sono stati notevoli rallentamenti. Treni. Problemi anche sulle linee ferroviarie: la Roma-L’Aquila è stata interrotta per le verifiche tecniche ed è stata ripristinata solo dopo le 20. Scuole. Le scuole sono state chiuse in tutta la regione. Spetterà ai sindaci, nei prossimi giorni, stabilire quando riaprirle una volta accertato che gli edifici sono perfettamente agibili. E’ l’opinione di Naoshi Hirata, professore e componente dell’ufficio di direzione dell’Earthquake Research Institute dell’Università di Tokyo, secondo cui «l’intensità delle scosse preliminari, quando sono troppo basse, rende pressoché impossibile dire quando un evento sismico si può verificare». Margini di ragionevole previsione, ha spiegato Hirata all’agenzia Ansa, sono possibili quando il terremoto «è almeno di 7-7,5 gradi della scala Richter» perché le onde preparatorie sono più facilmente interpretabili, non come quello abruzzese di «appena» 5,8. Ad esempio, il terremoto di Niigata (città a 400 chilometri a nordovest di Tokyo), avvenuto a luglio 2007, è stato un «evento che ha colpo di sorpresa» malgrado la scossa fosse di magnitudo 6,8. «Sappiamo» continua il professore, «tornando alla situazione del Giappone, che situato alla congiunzione di quattro placche tettoniche registra il 20% delle scosse telluriche più violente al mondo all’anno - che nell’area del Kanto (la grande piana di Tokyo, ndr), sulla base della lunga serie statistica accumulata, c’è la probabilità maggiore al 70% che si avveri un fortissi- mo terremoto nei prossimi 30 anni». Sempre nel Kanto, però, «ci sono scosse ogni 10 minuti, ma di piccola intensità che non permettono un’identificazione chiara». Tra le diverse regioni del Paese, c’è quella di Tokai (prefettura di Ibaraki, nord di Tokyo) «dove con sofisticati strumenti si possono misurare gli spostamenti» di oggetti e riferimenti al millimetro e fare delle previsioni. Il Giappone, dove gli edifici sono ammodernati o costruiti con ferree norme antisismiche, ha messo in opera da ottobre 2007 un nuovo sistema di prevenzione con il posiziona- mento di otto sismometri nella zona di Tokai, che ha un ruolo chiave nello studio dell’attività sismica nipponica, nove altri rilevatori per i terremoti e quattro per gli tsunami, per la ricezione delle onde anomale che seguono le scosse telluriche. Il sistema si basa sulla differenza di tempo tra l’arrivo delle onde primarie (P) e secondarie (S) per prevedere il grado e l’intensità di un terremoto. Nei piani dell’Agenzia meteorologica nazionale, il sistema dovrebbe essere in grado di diramare l’allerta ai cittadini entro 10-20 secondi dai primi tremori che precedono la scossa principale. IL TERREMOTO / LE IMMAGINI Le foto del grande disastro Cronaca di una tragedia, disperazione e dolore fra le macerie La casa dello studente all’Aquila. I soccorritori portano nell’ambulanza uno dei ragazzi morti nel crollo della palazzina Le macerie di una strada piena di macerie a Onna, uno dei paesi più colpiti dal sisma (Fotoservizio Federico Deidda) Una drammatica immagine della chiesa delle Anime Sante completamente lesionata dal terremoto Alcune signore cercano conforto nei viveri di sussistenza distribuiti al campo allestito nell’impianto sportivo Centi Colella I soccorritori in via XX settembre IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 25 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A PESCARA «Ho pregato Dio e sono salvo» Via vai di feriti al pronto soccorso, il racconto di uno studente di Saverio Occhiuto PESCARA. «Sentivo la gente che urlava, cercavo di dare coraggio a una ragazza che era nel letto accanto al mio, con il bambino tra le braccia, piccolissimo. Pensate, è nato solo quattro giorni fa. La mia prima preoccupazione in quel momento era lei. Ho visto una crepa sulla porta del reparto, mi sono fatta coraggio e ho afferrato il flacone della flebo». «Abbiamo fatto le scale dell’ospedale insieme avviandoci verso l’uscita. Da sole, lei con il bambino stretto al petto, io con l’ago nel braccio e il flacone in una mano. Nessuno poteva aiutarci perché le infermiere erano impegnate a soccorrere i pazienti immobilizzati a letto. Siamo arrivate in strada, abbiamo chiamato i mariti dai telefonini mentre la terra continuava a tremare. E’ stato terribile». LE PARTORIENTI. Manola De Santis parla dal reparto maternità dell’ospedale di Pescara, al quarto piano del monoblocco. Accanto a lei c’è il marito Alberto Manetta e l’amica di Pescara appena giunta in ospedale per dare man forte alla giovane coppia aquilana. Manola è al settimo mese di gravidanza, fra qualche settimana sarà mamma di una bambina. Quando la terra ha tremato il marito era nella casa di Acquasanta, con i suoi genitori. L’abitazione è ancora in piedi, ma all’interno è andato quasi tutto distrutto. All’arrivo in ospedale la moglie era già in strada, assieme ad altre partorienti che avevano avvisato i mariti dai cellulari. «Io ero in quel reparto da pochi giorni per un controllo», continua Manola. Prima del terremoto abbiamo sentito i bambini piangere. Guarda, ho pensato, hanno lo stesso istinto degli animali. Le mamme che avevano già partorito hanno messo i loro piccoli dentro le macchine con i motori accesi per riscaldarli. Ho chiesto, cosa faccio? Una infermiera mi ha consigliato di recarmi subito in un altro ospedale. Con mio marito non ci abbiamo pensato due volte: ci siamo messi in macchina e abbiamo raggiunto Pescara. Siamo arrivati intorno alle 7 di questa mattina». LETTINI NELL’ATRIO. Nel reparto chirurgia, un’altra partoriente proveniente dall’Aquila è nelle mani dei sanitari, mentre il grande atrio del settore Accettazione dello Spirito Santo, al piano terra dell’ospedale, è stato trasformato in uno sterminato reparto con circa 150 lettini distribuiti in tutte le superfici occupabili, separati da paratie mobili. PAPA’ CERCA IL FIGLIO. Un signore sulla sessantina è seduto in una poltroncina azzurra con lo sguardo perso nel vuoto: «Sto cercando mio figlio. Ero a Terni questa notte quando c’è stata la scossa, mio figlio era all’Aquila, da solo in casa, nella sua abitazione di via Roma. Mi sono preciptato da lui in macchina. Quando sono arrivato la casa non c’era più. Era crollata. Ho visto mio figlio adagiato su un’auto in attesa che arrivasse un’ambulanza. Aveva una gamba spezzata e sanguinava dalla testa. Una ma- La coppia aquilana al reparto Maternità Sotto i soccorsi a Pescara (Straccini) Tutto l’ospedale mobilitato per accogliere degenti e traumatizzati dal capoluogo schera di sangue. Era cosciente ma sotto choc. Siamo saliti insieme sull’ambulanza. Qundo siamo arrivati all’ospedale dell’Aquila ho fatto solo in tempo a mettergli addosso un bigliettino con su scritto il nome, il cognome e un numero di telefono. Più tardi ho chiesto di lui, mi hanno detto che era stato trasportato a Pescara. Sono qui da ore, nessuno sa dirmi dov’è, come sta. Da questa notte non so più niente di mio figlio». Alle sue spalle, due ragazze compongono incessantemente i numeri telefonici di Asl e ospedali dai propri cellulari: Sulmona, Penne, Popoli, Avezzano. Nessuno sa dare indicazioni sul familiare. Un fantasma. LE AMICHE SCOMPARSE. Due giovani universitari, un ragazzo e una ragazza, si avvicinano ad una infermiera e fanno i nomi di due loro amiche: «No, ci dispiace, non sono qui». Iniziano a raccontare: «Siamo di Pescara, ma studiamo all’Aquila. Questa notte siamo usciti di casa dopo il terremoto e quando siamo andati a vedere come stavano le nostre due amiche, in una traversa di via Roma, la loro casa era un ammasso di macerie. Siamo andati in ospedali a cercarli. Ci hanno detto che potevano essere a Pescara, ma qui non ci sono. Ora ci spostiamo negli altri ospedali. Andiamo a Sulmona, Penne, Popoli. Le cercheremo ovunque». Una donna di Silvi scende dall’ambulanza che trasporta il marito, assieme alla figlia e al genero: «Era ricoverato all’ospedale dell’Aquila da sei mesi, dove vive mia figlia. Nelle ultime settimane stava anche meglio, si era ripreso. Quando c’è stato il terremoto io ero in casa di mia figlia con i due bambini piccoli. Siamo scappati fuori, ci siamo messi in macchina e siamo andati a Silvi. Poi siamo tornati a prendere mio marito. La cantina della casa è distrutta, abbiamo trovato tutte le creden- ze a terra. Ora siamo qui». LA ASL SI MOBILITA. Nel grande reparto allestito nell’atrio dell’ospedale è un via-vai continuo di primari, medici, infermieri, allievi dell’università, volontari del 118. Una macchina organizzativa messa in piedi con tempismo dalla direzione sanitaria della Asl e dell’ospedale sotto il coordinamento della Protezione civile. Dal cielo arrivano i primi elicotteri del 118 con i traumatizzati scampati alle macerie e i degenti dell’ospedale aquilano da evacuare. Poi le ambulanze e i grandi elicotteri dell’esercito. Alle 9 di ieri mattina, soltanto una sala operativa su otto era agibile all’Aquila, come ha fatto sapere al telefono il manager della Asl Roberto Marzetti, «e con i medici che stanno operando incessantemente dalle 4 di questa mattina». Il collega di Pescara, Claudio D’Amario, ha coordinato tutte le operazioni per rispondere nel più breve tempo possibile alle richieste ve- nute dalle prefetture e dalla Protezione civile. IL PIANO DI EMERGENZA. Già nelle prime ore della mattinata, la Direzione strategica della Asl, coordinata dal direttore generale Claudio D’Amario, dal direttore amministrativo, Tea Di Pietro e dal direttore sanitario, Fernando Guarino, con il coinvolgimento del direttore del presidio ospedaliero Valter Fortunato e del responsabile del 118, Claudio Lalli, ha messo a punto il piano di emergenza. Sono stati potenziati il pronto soccorso guidato dal primario Alberto Albani e quelli dei presidi ospedalieri di Penne e Popoli. E’ stata anche aperta, in via del tutto eccezionale, la nuova struttura per l’Osservazione breve dei pazienti. L’inaugurazione era stata prevista per il prossimo autunno. Potenziata la disponibilità di posti letto in tutta l’area chirurgica, anche dimettendo i pazienti non urgenti. Il Centro Trasfusionale è stato investi- to del coordinamento regionale per sangue ed emoderivati, mentre dal deposito della farmacia dell’ospedale si è provveduto a potenziare il rifornimento di farmaci e soluzioni per i tre presidi ospedalieri, ed è stata allertata l’Unità di terapia intensiva coronarica (Utic). Infine, sono stati allestiti 8 posti di dialisi notturna e un servizio di accoglimento psichiatrico. Tutto il personale medico e paramendico è stato posto in stato di allerta: i congedi, i permessi e le ferie sono stati temporaneamente sospesi, il personale assente è stato invitato a rientrare urgentemente. L’APPELLO ALLA CITTA’. I primari della Divisione di Medicina, Giancarlo Traisci e Chirurgia, Giacomo Gidaro, sono stati impegnati per l’intera giornata a coordinare il proprio personale medico e infermieristico. In mattinata arriva pallido in volto anche il dirigente della Divisione Medicina Armando Mancini, ex assessore comunale: «Ero in malattia, sono rientrato». Il primario del pronto soccorso, Albani, approfitta della presenza dei media per lanciare un appello alla cittadinanza: «E’ importante rivolgersi al pronto soccorso nelle prossime 48 ore solo per i casi urgenti». Per le altre patologie rivolgersi agli ambulatori dei medici di base. Insomma, non è il caso di presentarsi in ospedale in queste ore per una semplice puntura di zanzara. «Qui l’onda arriverà nel pomeriggio», dice un medico con tono un po’ preoccupato, mentre gli elicotteri militari e del 118 volteggiano sulla piattaforma dell’ospedale e le ambulanze si susseguono nel piazzale del pronto soccorso. Ma con il passare delle ore la struttura ospedaliera riesce a reggere bene l’urto. Due studentesse giunte dall’Aquila vengono curate e dimesse in mattinata. «Fortunatamente non avevano nessuna ferita», assicura un medico, «solo un brutto choc». 26 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A PESCARA Fuga di notte sulla spiaggia Mezza città con i rubinetti a secco. Scuole chiuse oggi e domani di Andrea Bene PESCARA. I letti che si muovono. Le porte che sbattono. I lampadari che ondeggiano. E’ stata una notte di terrore anche per i pescaresi. Il forte terremoto, che ha avuto come epicentro la zona dell’Aquilano, ha colpito anche la provincia di Pescara, causando danni a diverse abitazioni. Alle Per le tante chiamate, il comando dei vigili del fuoco è stato costretto a richiamare al lavoro anche i pompieri a riposo. Poi, come se non bastasse, in mattinata è cominciato l’incubo dell’acqua che manca. Mezza Pescara è rimasta con i rubinetti a secco fino a sera per la rottura di una condotta in viale D’Annunzio, a causa del terremoto. Per motivi precauzionali, il vice sindaco, Camillo D’Angelo, ha firmato un’ordinanza per tenere chiuse tutte le scuole di Pescara di ogni ordine e grado oggi e domani. Ma ecco la cronaca di un giorno drammatico. ORE 3,32: E’ IL PANICO. Il terremoto è stato talmente forte da svegliare tutta Pescara e provincia. La scossa più forte, quella delle 3,32, sembrava non finire più. Le abitazioni, soprattutto quelle ai piani più alti, hanno ondeggiato e molti residenti si sono precipitati in strada impauriti. Si sono creati raduni spontanei sulla spiaggia e nella zona dello stadio. Poi, prima dell’alba, la gente è tornata piano piano nelle proprie case. CONTA DEI DANNI. Sono state migliaia le richieste di aiuto arrivate al centralino dei vigili del fuoco. In mattinata il prefetto, Paolo Orrei, in una conferenza stampa, aveva detto che «il terremoto non ha provocato danni diretti alla provincia di Pescara». Ma, successivamente, durante alcuni sopralluoghi dei vigili sono state riscontrate lesioni a diversi edifici, soprattutto a quelli più vecchi. Crepe nei muri sono state segnalate in alcune abitazioni di via Aldo Moro e di qualche strada del centro. Nella zona di viale Muzii, invece, sono crollati dei cornicioni e un lastrone ornamentale di un edificio. Ad una scuola di Colle Pineta è stata riscontrata una lesione all’edificio. MEZZA CITTA’ A SECCO. Sono centinaia le famiglie di Pescara che ieri sono rimaste senz’acqua. Il forte terremoto della notte scorsa ha danneggiato diverse condotte, causando l’interruzione dell’erogazione idrica. Il caso più grave è stato registrato in città, dove interi quartieri sono rimasti con i rubinetti a secco per l’intera giornata. «Si è rotto un giunto della condotta di 70 centimetri di diametro che si trova tra viale D’Annunzio e via Italica, a causa del terremoto» ha spiegato nel pomeriggio il direttore generale dell’Aca, Bartolomeo Di Giovanni «si stanno perdendo circa 150 litri al secondo di acqua, rispetto a una portata complessiva di 300-400 litri». Disagi sono stati registrati, in particolare, nei quartieri di Portanuova e ai Colli. «Per consentire l’esecuzione dei lavori di riparazione» ha avvertito una nota dell’azienda acquedottistica «è stato necessario ridurre l’erogazione idrica del serbatoio 3,32, quando è stata avvertita la scossa più forte, in città migliaia di persone si sono riversate in strada in preda al panico. In molti hanno raggiunto la spiaggia; altri invece hanno preferito la zona stadio temendo uno tsunami. Presi d’assalto i centralini dei vigili del fuoco e forze dell’ordine. I mezzi dei vigili del fuoco nell’Aquilano (foto Valerio Simeone) Evacuati Bussi e 12 case a Pianella Danni a Popoli, crolli a Loreto e Brittoli PESCARA. Bussi è il centro più danneggiato della Val Pescara. Il sisma ha lesionato gran parte delle abitazioni del centro storico, che è stato transennato: la popolazione residente è stata evacuata. Il sindaco ha fatto allestire centidei Gesuiti che fornisce di acqua potabile in tutto il Comune di Pescara. A causa di tale provvedimento, durante la giornata e, in particolar modo durante le ore di maggiore consumo, potrebbero verificarsi cali di pressione e carenze idriche in alcune zone della città». Gli operai dell’Aca hanno lavorato per tutta la giornata per riparare il guasto. In serata, l’azienda ha comunicato di aver terminato l’intervento e di aver ripristinato l’erogazione dell’acqua. Invece, si sono conclusi intorno a mezzogiorno i lavori di riparazione di un tratto dell’adduttrice del Tavo, situata nel Comune di Farindola, danneggiata anch’essa dalla forte scossa di terremoto registrata durante la notte scorsa. Al termine dell’intervento, è ripresa piano piano l’erogazione idrica in tutti i Comuni della zona nord del comprensorio gestito dall’azienda acquedottistica (Castilenti, Castiglione, Bisenti, fino ad Atri). Problemi per la carenza d’acqua, inoltre, sono stati segnalati a Città Sant’Angelo e ad Atri. Ma non sono mancate le proteste a Pescara. «Al rione di San Giuseppe siamo senz’acqua da questa mattina» ha detto un residente «abbiamo telefonato all’Aca, ma non ci ha risposto». SCUOLE CHIUSE. Ieri, molte scuole della città sono rimaste chiuse. I presidi hanno deciso autonomamente di sospendere le lezioni, anticipando così le mosse dell’amministrazione comunale che ha fatto chiudere gli istituti oggi e domani. La decisione del vice sindaco è maturata al termine di una Dopo la grande paura alla popolazione colpita dal terremoto è rimasta solo la possibilità di sperare Una casa del centro storico di Popoli danneggiata dal sisma Il balcone semidistrutto di un’abitazione di Popoli naia di posti letto nella nuova palestra e nel nuovo edificio scolastico. A Popoli le verifiche sulle strutture pubbliche hanno dimostrato la inagibilità del palazzo municipale, di un ponte sull’Aterno. Gravi danni alla fabbrica Gran Guizza. Messi a disposizione posti letto nell’ospedale. Anche la Rsa di Tocco ospita anziani provienti dall’Aquilano. L’associazione albergatori di Caramanico ha messo a disposizione 900 posti letto. A Torre de’ Passeri transennata la chiesa parrocchiale per crollo della cupola e lesioni alle strutture portanti. Danni nel centro storico. Inagibile l’Abbazia di San Clemente a Casauria. A Tocco da Casauria e Bolognano evacuati alcuni fabbricati con gravi dissesti. A Pianella 12 case del centro storico sono state evacuate, inagibili le tre chiese. Chiusa la parrocchia del Carmelo a Cepagatti, dove gli alberghi stanno ospitando alcune famiglie sfollate. Sia a Pianella che a Cepagatti scuole chiuse oggi e domani. Diversi gli edifici danneggiati a Penne. Scuole chiuse: l’Istituto Mario de Fiori ha riportato danni alla struttura e ai servizi. Seriemente danneggiata anche la chiesa di Colleromano e l’attiguo convento. Danni a diverse abitazioni del centro storico. Rinviate le udienze in tribunale, per permettere la verifica della situazione di alcune aule. Paura per un anziano che abita in un casolare di campagna crollato: solo succesriunione in prefettura con il prefetto, Paolo Orrei, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e gruppi di volontari. L’ordinanza è stata firmata per motivi precauzionali. In questo modo, molti alunni e studenti torneranno in classe dopo Pasqua, perché da giovedì partono le vacanze. Nel frattempo, l’amministrazione provinciale ha avviato una serie di con- sivamente si è scoperto che si era rifugiato da amici. A Loreto Aprutino è crollato il campanile della chiesa di San Francesco. Due abitazioni lesionate e dichiarate inagibili dai vigili del fuoco a San Giovanni Teatino. Il sindaco ha diramato un’ordinanza per riaprire oggi le scuole cittadine, come avverrà a Spoltore. Solo paura a Francavilla, mentre sono crollati il palazzo baronale e la chiesa parrocchiale a Brittoli dove in generale tutto il centro antico ha subito danni. Lesioni nella parrocchia e nelle case del centro storico di Carpineto della Nora. A Catignano si è spaccata la cupola della chiesa madre. Un uomo, Tito Di Persio, di 78 anni, è morto di infarto poco dopo il sisma, mentre veniva trasportato all’ospedale. Due anziane sono state sommerse dal soffitto della loro abitazione: «Non hanno riportato ferite», dice il sindaco Francesco Lattanzio, «è un miracolo di santa Irene». Chiuse le scuole. Gravi danni alla chiesa madre di Civitella Casanova, raggiunta ieri dal vescovo Tommaso Valentinetti. Lesionate molte abitazioni del centro, compresi il municipio, chiuso, e la caserma dei carabinieri. trolli nelle scuole per verificare eventuali danni causati dal terremoto. Infine, il comando della polizia municipale ha fatto sapere di aver ripristinato ieri i servizi notturni dei vigili urbani per aiutare la popolazione. IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 27 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A PESCARA Solidarietà, le mille mani tese La lunga fila dei donatori di sangue all’ospedale. Tanti i ragazzi di Marco Camplone PESCARA. Una lunga fila. Donatori abituali, donatori saltuari e anche tante persone che non avevamo mai pensato di dare il loro sangue e hanno provato il desiderio di farlo in queste ore terribili per l’Abruzzo intero. Molti giovani. Alla «La generosità e l’altruismo hanno preso il sopravvento su tutto», prosegue la Ferri. Ovviamente, la donazione del sangue comporta il rispetto di un rigido protocollo e, quindi, i volontari dell’ultim’ora non hanno potuto essere realmente utili in questo specifico frangente, ma lo saranno in futuro: per molti di loro, è cominciato un nuovo modo di relazionarsi con il prossimo. «La necessità di sangue continuerà a farsi sentire a lungo, soprattutto per i gruppi 0 positivo e negativo, anche perché l’attività di raccolta dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila è interrotta», conclude la presidentessa. «Benediciamo tutti i donatori e invitiamo quelli cosiddetti occasionali a contattarci per un controllo e, di conseguenza, per diventare donatori strutturati. Siamo disponibili sia al telefono (085-28221) che sulla mail ([email protected]). GILBERTO FERRI. Il decano degli imprenditori pescaresi è disposto a bissare l’apprezzata iniziativa che l’ha visto protagonista qualche anno fa, quando c’è stato il terremoto in Molise. «A quel tempo, abbiamo fornito di una stufetta ogni tenda degli sfollati. Dato il clima rigido dell’Aquila, credo che sarebbe indicato agire in questo senso. Aspetto solo indicazioni. Le aspetto in tempi brevissimi perché il materiale deve essere ordinato. Il numero dell’azienda è questo: 085-4306201. Sono disponibile anche per iniziative tipo raccolta fondi». CENTRO VOLONTARIATO. Il Centro Servizi per il Volontariato di Pescara comunica a tutti i volontari e a tutti i cittadini che, se interessati a mettersi a disposizione per l’emergenza, possono contattare il Centro operativo della Protezione Civile presso la prefettura di Pescara (085-2057631). Chiunque fosse interessato a donare sangue, può farlo recandosi al Centro trasfusionale dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, via Fonte Romana n. 8 (ingresso pronto soccorso, tel 085-4252687). Oppure può rivolgersi alla Fidas (085-28221) e all’Avis (085-4221129). Chiunque voglia donare del cibo per le popolazioni colpite, può portare i generi di prima necessità al Banco Alimentare dell’Abruzzo, in via Celestino V (zona nuovo tribunale, tel. 335-7750780). CASARTIGIANI. Dino Lucente, il presidente di Casartigiani, ha inviato un telegrafico sms agli associati: «Necessitano, per terremoto, Fidas di Pescara, centro di raccolta sangue di livello nazionale, non si erano mai visti prima quei ragazzetti con il casco e il cellulare. «Ci sono stati dei momenti commoventi», ha detto Simonetta Ferri, la presidentessa della Fidas. Ferri offre stufette per scaldare le tende degli sfollati I donatori di sangue e le volontarie della Protezione civile A migliaia offrono posti letto Alberghi, agriturismi e popolo di internet in prima linea PESCARA. Sono 6.500 i posti letto messi a disposizione dalle strutture ricettive della costa abruzzese per le persone rimaste senza un tetto. Montesilvano riponde all’appello della Protezione civile con 1500 posti letto in tutta la città: mille sono quelli racimolati dal Consorzio Grandi Alber- ghi nella zona appunto dei Grandi Alberghi sulla riviera, gli altri 500 sono nel resto della città. Nel tardo pomeriggio di ieri il sindaco di Francavilla ha tenuto una riunione con tutto il gruppo operativo della Protezione civile del Comune e di volontariato: sette gli alberghi dove già ieri sera hanno poi trovato posto un centinaio di terremotati, da oggi altri cento posti saranno disponibili sempre in città, in più sono stati presi contatti per sistemare altre famiglie nella zona di Lanciano. Famiglie francavillesi offrono ospitalità nelle loro case (info: 085.4920241.) per accogliere chi è rimasto senza casa. E si sta muovendo il grande cuore del popolo di Internet. La redazione di Unblogindue.it ([email protected]) sta raccogliendo annunci da tutto Abruzzo e ben oltre con offerte di case vuote (14 appartamenti ad Alba Adriatica, 3389287695) camper ([email protected]), furgone di viveri e coperte pronto a partire da Roma ([email protected]), ospitalità nelle proprie abitazioni (da Roma, dalla Calabria, Salerno, Rimini, Firenze, Arrone in provincia di Terni, Mola di Bari, Fonte Nuova, Foggia) e ancora singoli e società che si offrono di partire subito per portare aiuto. Assoturismo Confesercenti ha comunicato alla prefettura di Pescara la disponibilità di circa tremila posti dalla costa all’entroterra, attivando già da ieri mattina un call center al numero 085 4308309 per ricevere le offerte degli albergatori. Le aziende agrituristiche abruzzesi associate ad Agriturist di Confagricoltura ha rivolto un appello agli agruturismi e in breve tempo è partita una gara di solidarietà che ha permesso di raccogliere 200 posti letto, rinunciando anche a prenotazioni per le festività pasquali. A Pescara sono 960 i posti offerti alla Protezione civile. Il sindaco reggente si è detto disponibile ad aprire anche le scuole Società Salvamento Cisl, Cgil e Ugl in mobilitazione Un volontario della Misericordia entra all’ospedale di Pescara con una donna aquilana ferita (Foto Andrea Straccini) capannoni, stabili vuoti, opifici, magazzini, camper, roulottes e prefabbricati da cantiere. Contattare prefettura, Protezione civile e ospedale civile di Pescara, grazie. Tel. 085/20571, 085/4251 e 085/4429074». All’appello hanno già risposto Rocco Valloreo e Gabriele Ciarcelluti. Il primo ha messo a disposizione un capannone industriale, il secondo alcuni appartamenti. STEFANO CASCIANO. Per esprimere la vicinanza del Comune di Pescara ai cittadini dell’Aquilano che stanno vivendo momenti drammatici a causa del terremoto, il consigliere comunale Stefano Casciano presenterà un ordine del giorno affinché le indennità dei consiglieri «relative al mese di aprile, pari a circa 50.000 euro, vengano interamente destinate alle popolazioni colpite dal disastro per far fronte all’attuale emergenza». Il Comune mette a disposizione le strutture pubbliche. I SINDACATI. Mobilitazione tra i sindacati. La Cgil sta raccogliendo nella sede di via Benedetto Croce materiale utile per le prime necessità attraverso imprese e supermercati. Un primo container con cibi in scatola (seguendo le indicazioni della prefettura per quanto riguarda gli alimenti), torce elettriche, acqua, succhi di frutta partirà questa mattina alla volta dell’Aquila. L’Ugl raccoglie fondi: chi volesse partecipare può dare il proprio contributo su conto corrente intestato a Ugl Pro Terremoto Abruzzo, cc Banco Posta nº 95817862, coordinate bancarie: codice Iban it07to7601032058095817862. La Cisl, tramite la Clacs, la federazione che si occupa del commercio per il sindacato, sta contattando aziende del tessile abbigliamento per raccogliere indumenti di tutte le ta- glie (soprattutto per bambini) e coperte. SOCIETÀ SALVAMENTO. La prefettura di Pescara ha autorizzato la locale Società nazionale di salvamento a recarsi nelle zone terremotate con una colonna costituita da tre Jeep, un Om Fiat 684, 20 uomini di equipaggio e un’unità cinofila. È certa la partenza per l’Aquilano di Cristian Di Santo, Riccardo Padovano Lacché, Emilio Totaro, Piero Morelli, Luca Sartorelli, Massimo Saetta, Francesco Ciaccio, Bernard Billard, William Cupido, Marco Santarelli (istrutture cani di salvataggio) e Claudio Ballarini (meccanico). CROCE ROSSA PENNE. La Croce Rossa di Penne sta raccogliendo vestiti e coperte nella sede in via Battaglione Alpini, vicino all’Ospedale San Massimo, che sarà aperta a qualsiasi ora. Inoltre, si stanno raccogliendo confezioni di bottiglie d’acqua liscia da 6, nella giornata di oggi, per consegnarle agli sfollati. La raccolta verrà fatta nella zona del parcheggio multipiano di via Verrotti, alle 21. Per info: 380-3404900. MONTESILVANO. Il consiglio comunale di Montesilvano si è riunito in via straordinaria per dare pieni poteri al sindaco e mandato alla Croce Rossa per acquistare generi di prima necessità da inviare ai terremotati. Nella palestra della scuola elementare di piazza Diaz, il Comune raccoglie generi alimentari e di prima necessità da inviare all’Aquila. LO SNAMI. Il Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) esprime il suo cordoglio alle popolazioni colpite ed è vicino al collega Romeo Pulsioni, presidente di Snami L’Aquila, per il lutto che ha colpito la sua terra. Lo Snami si è già messo a disposizione delle autorità locali e della Protezione civile per supportare le iniziative di soccorso, anche attraverso la rete dei medici disponibili a partecipare direttamente all’assistenza delle popolazioni colpite. LA FOFI. La Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), d’intesa con i Presidenti di Fnomceo, Fnovi, Fnco, Ipasvi e Fnctsrm, ha fissato per oggi un incontro per individuare iniziative condivise dagli iscritti. In collaborazione con il presidente dell’Ordine dei farmacisti dell’Aquila, Angela Pellacchi, si è provveduto ad attivare due camper itineranti, adibiti alle necessità della popolazione aquilana. I mezzi sono stati messi a disposizione dalla Protezione Civile della Regione Lombardia e dall’Ordine dei Farmacisti di Cuneo, dall’Associazione Titolari e dall’Unifarma distribuzione. 28 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A CHIETI Lesionate le chiese e i palazzi La grande scossa scuote la città. Duecento interventi di soccorso di Fabio Casmirro CHIETI. Gente in strada, ore di angoscia nel cuore della notte. Le luci delle abitazioni si accendono poco dopo il grande sisma che smuove le viscere dell’Abruzzo. Donne, bambini e anziani riuniti nelle piazze e lungo le strade. Tanti preferiscono rimanere lontano dalle case e dormono in auto. L’onda tellurica delle 3.32 scuote nel profondo la città e il comprensorio fino ai centri della costa. Fa traballare i piani alti delle palazzine, sul colle e allo scalo, cadono intonaci e suppellettili. Crepe lungo le pareti e i pavimenti di alcune abitazioni del centro storico. Chiuse le scuole di ogni ordine e grado fino a mercoledì 15 aprile compreso, interrotta l’attività didattica dell’università D’Annunzio e sgomberato l’ultimo piano di palazzo d’Achille, sede del municipio. Nelle ore successive alla scossa più forte, i vigili del fuoco rispondono a oltre 200 interventi di soccorso, in nessun caso di registrano situazioni gravi. In mattinata, viene istituito un nucleo di pronto intervento e attivato un numero, 0871-341505, per ricevere le segnalazioni dei cittadini. Da ieri sono in corso sopralluoghi statici su edifici pubblici e privati. Questa mattina, toccherà alle scuole. Alla d’Annunzio, il personale di segreteria della facoltà di geologia è stato sgomberato, così un’ala del palazzo di giustizia in piazza San Giustino su in- I DANNI CHIETI. Rete idrica danneggiata, chiusi al alcuni uffici del palazzo di giustizia, al via le verifiche per le lesioni osservate nelle chiese cittadine. Sono i principali fronti dell’emergenza terremoto che, a Chieti, hanno tenuto impegnati amministratori, tecnici e la sala di coordinamento della protezione civile della prefettura. Le perdite di acqua, subito riparate, hanno riguardato Brecciarola, rioni dello scalo e via Arenazze. Preoccupano le lesioni ai due serbatoi di accumulo della Civitella. «I segni sembrano piuttosto superficiali» spiega l’assessore Febo «tali da non compromettere la resistenza degli impianti, ma dovremo avere una relazione più accurata». I due serbatoi riforniscono l’anello principale dell’acquedotto del centro storico e diversi impianti di accumulo riona- Il sindaco ordina la chiusura delle scuole fino al 15 aprile Unità di crisi. Il prefetto Vincenzo Greco nella sala operativa dicazione dell’ufficio tecnico della Provincia. Il sindaco Francesco Ricci ha firmato un’ordinanza che vieta alle associazioni culturali e sportive l’utilizzo di edifici storici dati in affitto come l’ex caserma Pierantoni e il Santa Maddalena. UNITA’ DI CRISI. Il nucleo di protezione civile, che fa capo al vicesindaco Mirta Sciocchetti, si è mobilitato quasi subito. Intorno alle 5 del mattino, i primi controlli con agenti municipali, forze del- l’ordine e volontari del Nucleo operativo Teate (Not). I tecnici comunali si sono mossi in sinergia con l’unità anticrisi allestita dalla prefettura. Attivato un numero telefonico per le emergenze. Gli utenti possono chiamare lo 0871-341505 per segnalare problemi. La postazione di pronto intervento è al comando di polizia municipale. SCUOLE CHIUSE. Alle 9, prima riunione d’urgenza nella stanza del sindaco. Ratificata e comunicata ai vari istituti Evacuata un’intera ala del tribunale Serbatoi idrici da controllare. Sgomberati i piani alti del municipio Tre perdite d’acqua riparate subito dai tecnici comunali a Brecciarola in un rione scalino e in via Arenazze Edifici lesionati. Gli uffici ai piani alti del palazzo di giustizia li. Non sono previste, al momento, interruzioni idriche ma il rischio è che la pressione dell’acqua potrebbe abbassarsi e causare disagi. Chiusi al pubblico, alcuni uffici di cancelleria all’ultimo piano del tribunale per alcune crepe comparse sulle volte e sui muri portanti. Da monitorare la situazione nei luoghi di culto. Il sindaco Ricci ha ottenuto dall’arcivescovo Bruno Forte l’autorizzazione ai controlli. Già chiusa San Francesco alle scale, da verificare le la chiusura prolungata delle scuole di ogni ordine e grado, compreso il personale di segreteria, fino a mercoledì 15 aprile. Intonaci e calcinacci sono caduti nelle aule della elementare di via Masci e della materna di via Valera (II circolo didattico). Lesioni sospette sono rinvenute all’interno del liceo scientifico Masci, fogli di intonaco si sono staccati nel vecchio stabile di corso Marrucino che ospita il liceo classico GB Vico. MUNICIPIO. Liberati gli uffici della pubblica istruzione dopo il ritrovamento di calcinacci sul pavimento. Raschiate, per motivi di sicurezza, le volte del corridoio che conducono alla sala del consiglio comunale. Nel pomeriggio, primi sopralluoghi al teatro Marrucino, nell’attiguo palazzo Massangeli e a palazzo De Pasquale, sede della Teate servizi. Le verifiche di stabilità sono coordinate dall’assessore ai lavori pubblici Luigi Febo e dall’ingegnere Nicola Di Muzio. Sono venti le persone impiegate, divise in squadre, per accertare la stabilità degli edifici. UNIVERSITA’. Sospese tutte le attività didattiche, al pari delle sedute di laurea, fino al 18 aprile. Resteranno invece aperti gli uffici dell’ateneo. (ha collaborato Jari Orsini) altre. «Molte chiese sono antiche e presentano criticità strutturali. Vogliamo garantire la massima sicurezza ai fedeli nell’imminenza delle festività pasquali». Da verificare il tracciato della processione del Venerdì Santo per testare la solidità di balconi e cornicioni. In moto la solidarietà. Verranno individuate, in accordo con la prefettura, spazi per ospitare gli sfollati. Questa mattina, la segreteria cittadina del Pd allestirà due gazebo in piazza Vico e a piazzale Marconi per raccogliere cibo e materiale di prima necessità. Cordoglio e solidarietà alle vittime del terremoto e ai cittadini dell’Aquila arrivano, a firma congiunta dal sindaco Ricci e dal vice presidente del consiglio comunale Umberto Di Primio (Pdl), a nome di tutta la cittadinanza. Jari Orsini Nei centri della costa si mobilitano tutte le associazioni di protezione civile ORTONA. Un boato nel cuore della notte, vetri che si scuotono, letti che ballano. Venti interminabili secondi spingono fuori casa tante famiglie ortonesi sorprese nel sonno dal tremore della terra. Pochi minuti per capire che da qualche parte, in Abruzzo o in qualche luogo vicino, è accaduto qualcosa di molto grave. Ma il pensiero delle persone scese in strada, nelle piazze del centro e nelle contrade ortonesi, va immediatamente all’Aquila, al capoluogo martoriato dallo sciame sismico. Le luci accese nelle case confortano. Qui il terremoto non sembra aver provocato danni gravi a cose e a persone, ma per tanti sarà una lunga notte di attesa davanti agli schermi dei televisori per seguire le prime notizie della tragedia in Abruzzo. Decine di telefonate arrivano al cen- Gente in strada e tanta paura Prime verifiche positive sui versanti franosi di Ortona tralino dei vigili del fuoco. Tanta gente chiede notizie o vuole semplicemente testimoniare la propria angoscia, segnalare problemi. Il personale del distaccamento, dopo le prime verifiche, rileva che in città non vi sono conseguenze importanti e la situazione torna lentamente alla normalità. Più tardi, dalla locale caserma dei vigili del fuoco, due unità si agganciano alla colonna mobile organizzata dal comando provinciale di Chieti per raggiungere il capoluogo regionale. L’assessore alla protezione civile, Carlo Boromeo, ha seguito in mattinata i sopralluo- ghi sui costoni interessati dai movimenti franosi per valutare se la scossa delle 3.32 abbia provocato variazioni importanti nella stabilità dei terreni soggetti a dissesto. Il pronto soccorso del Bernabeo, con gli altri due ospedali della Asl di Chieti, è stato subito aperto a ogni necessità di assistenza delle popolazioni più colpite dal sisma. Nel corso di una convulsa giornata, a Ortona, sono arrivati una decina di feriti, per lo più malati lievi, codice verde nel gergo dei soccorritori, trasferiti dal San Salvatore dell’Aquila. Hanno raggiunto i luoghi colpiti dal terremoto unità della Croce rossa, della protezione civile e dell’associazione Fir-Cb Milano di Ortona. Quest’ultima ha ricevuto chiamate da ortonesi che hanno dato la propria disponibilità a ospitare sfollati. Grande attività anche sul fronte delle scuole. «I tecnici dell’ufficio comunale hanno fatto un primo accertamento» spiega il sindaco Nicola Fratino, «riscontrato solo alcune lesioni alla media Pugliesi di via Mazzini, nessun danno grave». Alle 11, il vertice in municipio tra amministratori, dirigenti scolastici e e rappresentanti della protezione civile. «Attendiamo direttive I soccorsi. Ambulanza pronta a partire verso i luoghi più colpiti dal sisma dal coordinamento centrale e siamo in costante collegamento con la prefettura e la Provincia» riassume Fratino, «la città è a disposizione delle popolazioni maggiormente colpite dal sisma. Ospiteremo le famiglie aquilane in tutte le no- stre strutture pubbliche disponibili e negli alberghi». Attivate tutte le sezioni locali delle associazioni di soccorso. Annullate tutte le manifestazioni culturali e sportive. Sara Fabrizio Lorenzo Seccia IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 29 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A CHIETI Il sangue raccolto con gli sms Dall’Aquila 55 pazienti al policlinico. I feriti estratti dalle macerie CHIETI. Sono 45 i pazienti evacuati dal San Salvatore e altri dieci i feriti, dei quali almeno la metà in gravi condizioni, sopravvissuti al terremoto. Tutti sono ora ricoverati all’ospedale Santissima Annunziata, dove la macchina dell’emergenza è scattata immediatamente con il manager Mario Maresca a Il centro trasfusionale lavora senza sosta. Sospesa l’attività chirurgica programmata e la diagnostica non indifferibile. Il personale sanitario, in ferie o a riposo, torna al lavoro. Ma tanti dipendenti danno prima di essere chiamati la propria disponibilità a riprendere servizio, in qualsiasi momento. PRIMI ARRIVI. Tra la notte e l’alba arrivano un ragazzo di 20 anni, vittima di un incidente stradale, ricoverato già prima del terremoto nell’ospedale aquilano. A stretto giro, approda a Chieti una giovane mamma con la sua bimba appena nata, poi due donne di 47 e 52 anni con fratture multiple. Queste ultime tre sono arrivate con mezzi propri. A mezzogiorno il pronto soccorso registra 160 accessi. Soltanto dieci sono dalle zone devastate dal sisma. Purtroppo, la corsa in ospedale, persino per futili motivi, risolvibili con il proprio medico di famiglia, continua nonostante la gravissima giornata di emergenza. Il primario del reparto di soccorso, Amedo Budassi, e il personale delle urgenze lavorano senza sosta. Lungo il corridoio sfilano alcuni pazienti in barella. I corpi imbiancati dalla calce caduta dai soffitti. Sono i primi feriti del grande terremoto ad arrivare. «Dovremo accogliere in giornata altri 45 pazienti», annuncia Budassi nel primo pomeriggio, «siamo preparati ad accoglierli. Per la gran parte si tratta di degenti sgomberati dal San Salvatore». Nel reparto, nonostante l’affollamento, c’è un silenzio irreale, sintomo chiaro di un lavoro infaticabile e come sempre molto discreto. CENTRO TRASFUSIONALE. «Abbiamo bisogno di almeno nove persone in più, tra personale medico, tecnico e infermieristico», fa sapere Patrizia Di Gregorio, primario del reparto, «il personale non può continuare così, ne va della professionalità garantita. Ribadiamo, ovviamente, dare l’allerta e il direttore sanitario, Carlo Savino, a riunire subito un comitato di crisi per organizzare al meglio l’assistenza ospedaliera. Riaperti subito i reparti chiusi l’estate scorsa per i tagli alla spesa sanitaria. Il policlinico mette a disposizione fino a sessanta posti letto per i feriti del terremoto. l’appello alla donazione di sangue. Ora più che mai. Il centro è aperto 24 ore su 24». «Abbiamo richiamato personale in pensione per il trasfusionale», afferma Maresca mentre nello stesso reparto arrivano frotte di giovani universitari pronti a donare. «Abbiamo fatto un tam tam tramite Facebook, telefonini e mail», racconta Giuseppe Consiglio, 22 anni, studente in medicina. Nella stanza dell’accettazione Avis è una pro- cessione continua. «Sono venuto senza pensarci un attimo», dice Antonio Di Donato, 27 anni, alla sua prima donazione di sangue. Chi vuole donare può chiamare ai numeri 0871.357592 o 358358 dalle 8 alle 17. E’ bene, se si è alla prima donazione, telefonare prima. La disponibilità verrà annotate su liste parallele, perché sono necessari gli accertamenti preliminari, inoltre la ressa con i donatori abituali ri- La situazione nei centri pedemontani Il sisma a Guardiagrele schia di ingolfare il servizio. L’Avis regionale, questa mattina, oltre a raccogliere sangue nei reparti trasfusionali dei capoluoghi di provincia, sarà con un’autoemoteca in piazza Salotto, a Pescara. Funzionano senza ritmo anche la dialisi teatina e la risonanza magnetica dell’Itab, centro di ricerca universitario. Fino a tarda notte, sopraggiungono con l’elisoccottero i pazienti dall’Aquila. Sipo Beverelli Elisoccorso. Operazioni di trasporto di degenti e feriti all’ospedale di Chieti sin dalle prime ore del mattino Il direttore sanitario Carlo Savino coordina le operazioni di emergenza Un comitato di crisi al lavoro Direttore sanitario. Carlo Savino CHIETI. Il direttore sanitario Carlo Savino, con Michele Scesi, direttore dell’anestesia e rianimazione, Amedeo Budassi, del pronto soccorso, Dante Ranalletta, 118, e Elena Pecce, coordinatrice del personale infermieristico, compongono dalle prime ore il comitato di crisi del Santissima Annunziata. L’organismo predispone, su corsia preferenziale, tutte le operazioni per accogliere a Chieti e negli altri due ospedali Asl i sopravvissuti del terremoto. Savino e i suoi assicurano assistenza medica, infermieristica e psi- cologica. «Abbiamo bloccato ricoveri e interventi chirurgici programmati, la diagnostica non urgente», spiega Savino, «siamo in continuo contatto con la prefettura». Nella stessa mattinata, il servizio tecnico Asl ha monitorato tutti gli edifici dell’azienda, a partire dall’ospedale. «E’ tutto a posto», tranquillizza Maresca. In ospedale non si parla d’altro. Lo spavento per il sisma non ha risparmiato in nottata i ricoverati teatini, ma il pensiero solidale va a chi soffre nei luoghi dell’epicentro. GUARDIAGRELE. I primi a riversarsi nelle strade pensavano che l’epicentro del terremoto fosse proprio qui, tanto è stata violenta la scossa che ha svegliato tutti alle 3,32 di ieri mattina. Col passare dei minuti il panico ha ceduto il passo all’analisi lucida dei possibili danni. Pochi, per fortuna, come ha rilevato la squadra di emergenza messa insieme dal comandante della polizia municipale Giuseppe Desiderioscioli, che già alle 4 aveva consultato il sindaco Mario Palmerio per dare inizio a un giro di perlustrazione tra centro storico e frazioni. Lesioni si registrano alla chiesa del Millecento dedicata a San Nicola Greco, in piazza San Francesco accanto al municipio tanto da indurre il parroco don Nicola Del Bianco a chiudere in via cautelativa il luogo di culto. In mattinata sono intervenuti da Chieti i vigili del fuoco in piazza Santa Maria Maggiore, dove il sisma ha provocato il cedimento di schianto del lato est del tetto del settecentesco Palazzo Mucci, sede fra l’altro dell’Opeg (l’associazione degli imprenditori guardiesi). I pompieri hanno fatto sistemare una transenna sul selciato. Sopralluoghi sono stati condotti anche dai carabinieri, coordinati dal comandante della stazione, il maresciallo Camillo Lauria. Soltanto nella vicina Pennapiedimonte si registra il cedimento di una piccola tettoia, mentre l’antico borgo in pietra della Maiella sembra aver tenuto testa ai sommovimenti del suolo accompagnati, dicono testimoni, da una strana corrente proveniente dalle gole della montagna. A San Martino sulla Marrucina si segnalano crepe sui muri portanti di abitazioni ai piedi del centro storico. Per tutti i Comuni della pedemontana vale la chiusura, richiesta dalla Provincia per i dovuti sopralluoghi, delle scuole di ogni ordine e grado per oggi e domani. A Roccamontepiano l’amministrazione comunale si distingue per un’iniziativa di solidarietà annunciata dal sindaco, Adamo Carulli, che ha messo a disposizione dei terremotati l’ostello della gioventù: 40 posti letto in camerate, mentre i titolari dei bed&breakfast sono pronti a ospitare chi all’Aquila e dintorni ha perso la casa. Anche l’ospedale guardiese fa parte della rete di soccorso mobilitata nell’intera regione. Una quindicina di feriti sono giunti ieri al Santissima Immacolata dalle zone terremotate. Si tratta di casi, da codice verde, che non richiedono interventi chirurgici. Ulteriori ricoveri sono attesi oggi. Francesco Blasi La storia. Poco prima della grande scossa, la madre decide di lasciare L’Aquila dopo un parto cesareo CHIETI. Dorme tranquilla tra le braccia di mamma Annalisa. Giorgia è nata domenica, ore 19.17, ospedale San Salvatore dell’Aquila. Ma la sua prima notte l’ha passata da profuga del terremoto, al policlinico Santissima Annunziata di Chieti. Qui è arrivata in auto con papà, la mamma e i nonni. Il viso roseo, incorniciato da folti capelli neri, la smorfia del sorriso accattivante della neonata regalano un’alba di nuova speranza all’Abruzzo che trema di angoscia. Tutto viene deciso intorno a mezzanotte di domenica. La terra si muove e non risparmia le corsie dell’ospedale aquilano. Prima della grande scossa della notte, nel reparto di maternità è già il caos. «Cadevano calcinacci dal soffitto, tutte le pazienti sono scappate fuori dall’ospedale» racconta Annalisa, 28 anni, «io avevo partorito qualche ora prima «Così ho salvato la piccola Giorgia» Fuga nella notte con il marito Luca e i genitori verso l’ospedale teatino con un cesareo. Ho fatto chiedere da mia madre una carrozzella. Poi mi sono alzata dal letto e, senza scarpe, sono fuggita con mamma e la bambina tra le braccia. Avevo ancora una flebo addosso, me la sono tolta in macchina. Un’altra donna, in pieno travaglio, ha partorito in ambulanza». Fuori dall’ospedale, c’è papà Luca Angelini ad attendere in automobile. Prende le sue donne e le porta lontano dall’Aquila. «Ci siamo diretti verso Pescara», sussurra Luca, «fuggivamo dalla paura. Al primo cartello per Chieti abbiamo imboccato lo svincolo del policlinico». L’ospedale di Chieti. Nella notte l’arrivo di una madre con la figlia appena nata al San Salvatore dell’Aquila Mamma e nenonata sono ora sotto il controllo dell’équipe di Marco Liberati. Come sta la piccola Giorgia? «Ha dormito tutto il tempo», sorride Annalisa che sa di aver messo a repentaglio la propria vita per salvare la figlioletta appena nata. Il viso dolce della madre s’illumina quando parla della piccola che riposa tranquilla tra le sue braccia. Sottratta da un incubo. Una gioia che si adombra, alle notizie del devastante dolore che attraversa l’Abruzzo «Il mio pensiero va ai miei amici dei quali non ho notizie», dice Annalisa, «a tanti compaesani che hanno perso tutto». Piange, si gira, guarda la televisione e scruta gli angoli della sua città, i volti imbiancati dalla paura. Cerca di riconoscere un viso amico tra i sopravvissuti del sisma. «Io vivo a Paganica», racconta nonna Adele, la mia casa è il frutto di anni di sacrificio. Non era vecchia. Ora è lesionata. Ma non m’importa niente, adesso. Andiamo avanti, l’importante è aver portato in salvo mia figlia e la nipotina. Vorrei solo sapere come stanno tutte le persone che conosco. E’ un dolore enorme non avere ancora notizie». Papà Luca commercia materiale edile. Con Annalisa e Giorgia vive a Scoppito. Ha aperto il suo negozio anche il giorno dopo il terremoto, per fornire tutto il materiale che può servire in questo momento così difficile. Guarda le sue donne e non stacca gli occhi dalla tv che rimanda i momenti di una sciagura immensa. (s.b.) 30 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A VASTO Trema il costone, non è la frana La scossa scambiata per dissesto. Scuole chiuse anche a San Salvo VASTO. Solo pochi istanti per rendersi conto di quello che stava succedendo e poi la precipitosa fuga fuori dalle case. Per venti lunghissimi secondi la terra ha tremato anche a Vasto. Ed è stato il panico. Tanta la paura fra i vicoli del centro storico, ma non solo. Hanno vissuto momenti drammatici gli anziani ricoverati nella casa di riposo Sant’Onofrio, i degenti dell’oI vastesi si sono svegliati di soprassalto con la sgradevole sensazione di vuoto e vertigine che accompagna i movimenti tellurici. Vasto marina. Centinaia di famiglie si sono accampate in spiaggia fino all’alba. «Ho visto una parete di casa che si piegava verso di me e le tapparelle che battevano forte contro i vetri delle finestre. Dalla terra proveniva un rombo sordo: non dimenticherò mai quel boato. Ho svegliato i miei figli e insieme a mia moglie siamo usciti per strada», è la testimonianza di Oreste Menna, commerciante e presidente della Cna. «Ho visto il terrore negli occhi della gente», racconta il negoziante che abita in via Ciccarone. Ad avvertire in modo più evidente l’ondeggiare del pavimento e dei lampadari sono stati gli inquilini dei piani più alti degli edifici cittadini, soprattutto i due grattacieli di via Tobruk e corso Mazzini. Centro storico. Un pensionato residente nel quartiere di Porta Nuova è caduto mentre cercava di mettersi in salvo. Una donna di 45 anni è saltata giù dalla finestra del piano rialzato per lo spavento e si è lussata un’anca. Molte famiglie sono state svegliate dagli animali domestici. «Il primo a capire che stava succedendo qualcosa di brutto è stato il cane: è saltato sul letto ed ha cominciato a tremare. Poco dopo porte e finestre hanno cominciato a battere», dice Maria Antonietta Salvatore. Anche il consigliere regionale Giuseppe Tagliente è stato svegliato dal suo cane, Chopin. «Sembrava impazzito, non ha smesso di abbaiare fino a quando non siamo usciti da casa», racconta Gianna Molino, la moglie del consigliere regionale. Colli. La terra ha ondeggiato a lungo soprattutto nei quartieri collinari. «Sono stata svegliata dagli scossoni, nel dormiveglia sembrava che due mani mi avessero af- spedale, i residenti del costone orientale, un’area resa più fragile dai continui movimenti franosi. La città piange i familiari della dottoressa Fabiola Tamburro, urologa del San Pio, rimasti sotto le macerie del terremoto aquilano. Ore di apprensione per tre studenti universitari (di Vasto, San Salvo e Monteodorisio) fino a ieri sera irrintracciabili. VASTO. La città va in aiuto dei terremotati dell’Aquilano. Quattrocento le stanze messe a disposizione dei senza tetto dagli albergatori delle associazioni “Golfo d’oro” e “Vasto alta”. Una decisione presa dopo una riunione d’emergenza in municipio con il sindaco Lapenna (Pd), il vi- Vigili del fuoco. Tante le chiamate al centralino del 115 ferrato per le spalle scuotendomi. Poi ho capito. Mi sono alzata, ho guardato dalla finestra e ho visto tante famiglie che correvano per strada», racconta Leda Molino, 82 anni, pensionata residente in via Perth sulla circonvallazione. Scuole chiuse. Il sindaco Luciano Lapenna ha riunito in municipio tecnici e operatori per programmare il monitoraggio delle strutture: scuole, chiese e ponti. «Le scuole riapriranno dopo le festività pasquali», fa sapere Lapenna. Anche a San Salvo il sindaco Gabriele Marchese (Pd) ha preso la stessa decisione. Il consiglio comunale partecipa al dolore della dottoressa Tamburro, moglie del consigliere Maurizio Vicoli. Il padre e una sorella del medico sono morti sotto le macerie del capoluogo di regione. E per le famiglie di tre giovani che studiavano all’Aquila sono ore di ansia. Prevenzione acqua. Ieri sera la Sasi ha invitato la popolazione del comprensorio a bollire l’acqua. «Il movimento tellurico ha provocato infiltrazioni alla sorgente del Verde che hanno intorpidito l’acqua», spiegano alla società sei servizi idrici. Paola Calvano Il comandante dei carabinieri, Giuseppe Loschiavo, ha inviato nell’Aquilano la stazione mobile e sei uomini. Lo stesso hanno fatto le altre forze dell’ordine. Diversi gli apparati logistici partiti per L’Aquila da tutto il comprensorio. Inviati insieme a tanti volontari cani poliziotto, tende, cucine, materassi. «Subito dopo la prima scossa sono partiti trenta uomini per aiutare la popolazione colpita dal sisma», afferma Saverio Di Fiore, coordinatore dell’associazione di volontari della protezione civile Valtrigno. «E’ stato terribile dover estrarre dalle macerie i corpi senza vita di creature di nemmeno dieci anni», è la prima testimonianza di Di Fiore. Centralini all’erta anche nei comandi dei vigili del fuoco. Due squadre sono partite da Vasto all’alba. «Abbiamo inviato sul posto tre uomini e un’autogru, altre squadre si sono aggiunte nel pomeriggio. Diversi uomini sono pronti a dare oggi il cambio ai colleghi che torneranno dall’Aquilano. Sarà così almeno fino a quando non sarà cessata l’emergenza», spiegano i vigili del fuoco. Subito dopo la scossa delle 3,32 sono state tante le chiamate arrivate al centralino di via Madonna Dell’Asilo. «Nessun edificio è a rischio», sottolineano i vigili, «tutte le scuole sono agibili, lo stesso gli edifici pubblici, strade e ponti». Anche la Croce rossa ha inviato all’Aquila mezzi e uo- ce sindaco Nicola Del Prete (Pd) e il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte (Pd). «Ho inviato un telegramma al prefetto Vincenzo Greco mettendolo al corrente della disponibilità di questa amministrazione nei confronti dei terremotati», fa sapere lo stesso sindaco. Volontari. La protezione civile Valtrigno è partita per l’Aquilano mini. L’amministrazione sansalvese ha spedito alle familgie dei terremotati camion di viveri e generi di prima necessità. «L’amministrazione ha stanziato diecimila euro per le popolazioni colpite dal sisma», fa sapere il sindaco Gabriele Marchese (Pd). Il sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, ha messo a disposizione dei senza tetto gli edifici comunali. Squadre di volontari sono partite da Dogliola, Celenza, San Giovanni Lipioni, Schiavi D’Abruzzo, Torrebruna. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno avviato una colletta fra gli iscritti. Decine di cittadini hanno donato sangue al centro trasfusionale del San Pio. «Continuate a donare perché i feriti sono tanti e di sangue c’è davvero bisogno», è l’appello della Asl. Per informazioni è possibile chiamare i numeri telefonici 0873/308415, oppure 308418, o ancora 366818. Al San Pio è stata istituita una unità di crisi per accogliere i pazienti dirottati dai presidi ospedalieri dell’Aquilano. La task-force è coordinata dal direttore sanitario, Giuseppe Mariotti. La Regione: «Pronti ad ospitarvi» LE REAZIONI IN MOLISE TERMOLI. «In Molise c’è disponibilità di posti letto». Lo ha detto il presidente della Regione, Michele Iorio, annunciando che alcune case-famiglia sono pronte ad ospitare quanti hanno perso la loro abitazione nel terremoto dell’Aquila. Il governatore ha lanciato anche un appello alle famiglie molisane che dispongono di una unità abitativa vuota. «Se vogliono», ha detto Iorio, «possono mettersi in contatto con la Protezione civile regionale telefonando al numero verde 800.120.021, oppure al centralino della sede regionale». A San Giuliano di Puglia il paese dove il 31 ottobre del 2002 morirono 27 bambini e Edifici e ponti, nessun rischio Il Vastese si mobilita per gli aiuti La mamma-coraggio di San Giuliano: angoscia e dolore forte Terremoto Le macerie a San Giuliano di Puglia il 31 ottobre di sette anni fa una maestra nel crollo della scuola elementare Jovine, la popolazione non si è spaventata del terremoto e nessuno si è reso conto di nulla. Nunziatina Porrazzo, la madre-coraggio che nel disastro di San Giuliano di Puglia per- se il figlio Luigi e che richiamò l’ attenzione, il giorno dei funerali delle piccole vittime, delle istituzioni nazionali sulla sicurezza delle scuole, ha sottolineato di non aver avvertito la scossa e che nessuno ha avuto paura. «E’ un’an- goscia ed è un dolore fortissimo», ha continuato la Porrazzo, «un fatto che mi sconvolge profondamente. Qui non si è sentito nulla. Da questa mattina sono incollata al telefono e sto cercando di mettermi in contatto con i vigili del fuoco e Crocerossine che erano venuti a San Giuliano a soccorrere i nostri figli. Mi sento vicino a loro, a tutti i terremotati dell’Abruzzo. A loro la mia piena solidarietà». «Siamo pronti ad associarci e a sostenere ogni genere di iniziativa a favore popolazioni che tanto si sono prodigate per noi e che stanno vivendo ore di angoscia e disperazione», così il sindaco di San Giuliano di Puglia, Luigi Barbie- ri. «Le immagini che arrivano dalla Provincia dell’Aquila», afferma il sindaco, «ci riportano alla mente i terribili momenti del sisma che segnò tragicamente il nostro territorio. Siamo consapevoli del dramma che stanno vivendo quelle comunità e per questo ci sentiamo vicini due volte. Il nostro Comune dispone di strutture libere nell’insediamento abitativo temporaneo, che possono essere utilizzate in qualsiasi momento se l’emergenza lo richiederà nonostante la distanza con i luoghi del sisma». Intanto una giovane termolese, V.L., è fuggita nella notte in pigiama dall’Aquila e ha raggiunto in auto Termoli in compagnia di un altro studente. La giovane è arrivata all’alba di ieri in città in stato di shock. Poco dopo le 3,30 ha attraversato via XX Settembre ed ha visto intorno a sé solo distruzione: case crollate e macerie dappertutto. La ragazza nella notte era in casa in via Madonna di Pettino, insieme ad altre inquiline. «Eravamo andate a dormire da poco», racconta, «quando all’improvviso è andata via la corrente, è iniziato tutto a tremare e non sapevo cosa fare. Sono rimasta fuori casa un’ora, ho atteso altre scosse di assestamento. Poi sono riuscita ad incontrare un amico e siamo ripartiti prima della chiusura di strade e autostrada». IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 31 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A LANCIANO Salvi 3 studenti dati per dispersi Erano da amici all’Aquila. Operaio si butta dalla finestra per paura LANCIANO. In città il terremoto si è sentito soprattutto ai piani alti. Diversi gli studenti universitari di Lanciano dati per dispersi all’Aquila, ma la paura è scemata durante la giornata. Alcuni giovani rimasti feriti sono ricoverati nel Renzetti. A Palena un operaio Sevel preso dal panico durante la scossa si è lanciato dal terzo piano della sua casa: è ricoverato in prognosi riservata a Pescara. La paura. Una serie di scosse molto forti, vento freddo e improvviso, ante dei mobili che si aprono e il rumore sordo e cupo tipico della terra che trema. In città il terremoto si è sentito soprattutto nei piani alti dei condomini. In via Osento, in piazza della Pietrosa, in via per Fossacesia, nei quartieri Olmo Di Riccio, Santa Rita e nelle contrade, famiglie intere sono scese in strada in pigiama, con i bambini in braccio e il terrore dipinto negli occhi. In centro i rintocchi della torre campanaria hanno continuato a risuonare sinistramente nella notte per alcuni minuti dopo il segnale delle tre e trenta. Una famiglia in via Osento nell’uscire in fretta è rimasta chiusa fuori dall’appartamento e ha dovuto chiedere l’intervento dei vigili del fuoco. Nel centro storico che poteva essere la parte più a rischio della città, la scossa è stata avvertita in maniera minore. I dispersi. Erano quattro i lancianesi segnalati ieri dal comitato locale della Croce Rossa alla centrale operativa della protezione civile e dei quali non si avevano più notizie. E’ rimasta due ore sotto le macerie un’universitaria 26enne, rimasta ferita a una gamba. In tarda serata, dopo lunghe ore di angoscia, è stato estratto vivo da un edificio crollato un altro giovane frentano, che la notte scorsa era fatalmente rimasto a dormire a casa di amici. Ma le speranze sono sempre rimaste vive perché il ragazzo ha continuato a segnalare la sua presenza ai soccorritori. Deve essere grato alle tradizioni religiose della città, invece, Daniele Margiotta, studente e confratello della Morte e Orazione, che per partecipare ai riti della Settimana santa è rimasto a Lanciano. «Se fossi tornato all’Aquila, sarei finito sotto le macerie», racconta il giovane, «il palazzo dove abito in affitto è crollato, di due miei coinquilini non si sa niente. Nello stesso edificio abitavano altri studenti e famiglie». Fino a tarda serata si è continuato a scavare per estrarre dalle macerie un ex direttore La raccolta dei viveri davanti alla chiesa di Santa Chiata e l’auto che annuncia l’iniziativa dell’Ufficio delle entrate di Lanciano, che con la moglie era andato a trovare dei parenti a Paganica, uno dei centri più colpiti dal sisma. La donna eè riuscita a mettersi in salvo, mentre il marito è rimasto sepolto dai calcinacci. ca il respiro, apro gli occhi e trovo una parete della mia camera completamente sventrata». Marco, studente di Biologia lancianese, 27 anni, è forse uno dei primi feriti arrivati in tarda mattinata dal capoluogo nell’ospedale Renzetti. I Tir non arrivano e la Sevel si ferma Verifiche negli edifici e alle sorgenti dell’acquedotto La riunione del Centro operativo comunale a Marcianese superiori, tranne lo Scientifico che era chiuso, e sono a posto». Il primo cittadino ha riunito i responsabili delle funzioni di supporto e le associazioni di protezione civile, per coordinare gli interventi. Il Centro operativo comunale, nei locali della ex scuola elementare di Marcianese, era in attesa di essere inaugurato, ma l’emergenza ha fatto saltare i convenevoli e reso la sede, dotata di una stazione meteorologica, già operativa. «Il piano d’emergenza c’è, sono tutti pronti a fare la propria parte», continua Paolini, «le eventuali segnalazioni ricevute dalle forze dell’ordine, che girano di notte, vanno segnalate agli uffici tecnici. Il comando di polizia municipale ha prolungato l’orario di servizio fino alle 21 e ha dato reperibilità notturna». Scuole chiuse oggi anche a Mozzagrogna, mentre le amministrazioni di San Vito, Fossacesia, Casoli e della valle dell’Aventino hanno firmato le ordinanze di chiusura anche per domani. A Taranta Peligna è stata chiusa la chiesa di San Nicola di Bari per danni strutturali. Le scosse hanno creato lesioni alla volta, a un’arcata e al pavimento. A terra anche dei calcinacci. A Gessopalena è caduto qualche rudere al museo, nella parte vecchia del paese. La Sasi, la società pubblica che gestisce il servizio idrico, ha effettuato un sopralluogo alle sorgenti del Verde, a Fara San Martino, per verificare la purezza dell’acqua. Verifiche hanno interessato anche la diga Acea del lago di Casoli. La grossa struttura è in cemento. I primi accertamenti non segnalavano lesioni o danni. Problemi alla Sevel: l’azienda che produce il Ducato della Fiat è rimasta ferma nel turno pomeridiano, dalle 14 alle 22, proprio a causa del La Asl: 15 posti letto per malati e feriti posti in rianimazione», spiegano alla Asl, «altri 20 posti per lungodegenti sono a Casoli e a Gissi. Se necessario, i posti saranno recuperati bloccando i ricoveri programmati per il trattamento di patologie non urgenti». In mattinata i posti letto occupati al Renzetti sono stati solo due in Ortopedia: il primo da un giovane di 27 anni di Lanciano, che studia all’Aquila, sottoposto a un intervento chirurgico a un braccio e il secondo da un’aquilana con una frattura a una gamba rimasta intrappolata sotto le macerie della casa. Ma, i primi soccorsi negli ospedali sono scattati fin dalle prime ore del mattino. Sot- In allerta. Ambulanze all’ospedale Renzetti Il Renzetti accoglie i primi feriti to schock e solo lievemente feriti, sono giunti a Lanciano e al San Pio di Vasto, alcuni studenti dell’Aquila, accompagnati dai genitori. Nel pomeriggio i mezzi di soccorso messi a disposizione dalla Croce Rossa, Croce Gialla e Azzurra. La Croce Rossa ha inviato nell’Aquilano quattro ambulanze e 19 soccorritori. In città la macchina della solidarietà si è subito messa in moto. L’Arciconfraternita Morte e Orazione ha allestito, nella chiesa di Santa Chiara, Azzurra hanno portato al Renzetti alcuni pazienti ricoverati all’ospedale dell’Aquila con traumi e fratture agli arti. «Lo stato di allerta continuerà nelle prossime ore», spiega Sebastiano Flamminio, responsabile della Croce terremoto: la chiusura dell’autostrada da e per Roma e di molte strade dell’interno ha infatti impedito ai camion di raggiungere in orario lo stabilimento di Val di Sangro. In particolare non hanno potuto viaggiare i mezzi provenienti da Sulmona, dove si producono gli assali dei furgoni, ma anche quelli che trasportavano componenti meccaniche provenienti da altre regioni, soprattutto dalla Campania e dal sud Italia, che utilizzano l’autostrada Roma-L’Aquila. Nel pomeriggio la Sevel ha invece comunicato la ripresa normale dell’attività nel turno di notte (ore 22-6), dopo che le forniture erano arrivate. Centro raccolta viveri a Santa Chiara Fondi dagli Ultras Due giovani ricoverati nell’ospedale Renzetti per fratture agli arti LANCIANO. Potenziamento dell’assistenza ospedaliera; posti letto negli ospedali di Lanciano, Vasto, Casoli, Gissi e Atessa per la popolazione terremotata; personale medico e paramedico, in particolare delle Radiologie, Laboratori Analisi e Centri trasfusionali, reperibili e infermieri disposti a fare doppi turni e orari straordinari. E’ il piano di emergenza elaborato dalla Asl Lanciano-Vasto assieme ai rappresentati della Croce Rossa, Croce Gialla, Croce Azzurra e cooperativa Valtrigno, per aiutare le vittime del terremoto. «All’ospedale Renzetti i posti letto messi a disposizione per i casi acuti sono 15 e 4 i (Hanno collaborato Daria De Laurentiis, Matteo Del Nobile, Teresa Di Rocco, Alberto Savelli, Stefania Sorge) Niente scuola, via ai controlli I DANNI LANCIANO. Giornata di intensa attività e controlli in città e nel comprensorio, dove il terremoto si è avvertito con una certa intensità. Sotto esame soprattutto le scuole che, per precauzione, restano chiuse anche oggi e, in qualche centro, anche domani. Nessun danno a Lanciano è stato rilevato su chiese, monumenti e altri edifici pubblici e le scuole dovrebbero riaprire domani. «A occhio nudo i sopralluoghi dei tecnici non hanno rilevato danni», dice il sindaco Filippo Paolini, «ma domani (oggi per chi legge, ndc) continueranno i sopralluoghi per avere più certezze. La Provincia ha controllato gli istituti Lutto per il segretario cittadino del Pd, Leo Marongiu, che nel sisma ha perso due cugini. La testimonianza. «Stavo dormendo quando, all’improvviso, sento il sapore dell’intonaco in gola che mi bloc- Ha riportato diverse ferite, una che gli ha squarciato il muscolo di un avambraccio e un’altra sul polso. Il suo appartamento si trovava in via Cadorna, nelle vicinanze del palazzo della Regione, in pieno centro. Negli occhi ha ancora una notte drammatica di paura, smarrimento, dolore, freddo, polvere e sangue. «Ho visto una ragazza che urlava su un letto da una stanza che ridava sul vuoto, in bilico sul baratro», ha raccontato Marco che si è salvato gettandosi da una finestra del suo appartamento. Il ferito. A Palena, G.T., 49 anni, operaio Sevel, preso dal panico, appena ha avvertito la scossa si è lanciato dal terzo piano della sua abitazione, nel centro del paese. L’uomo è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Pescara, dopo i primi accertamenti nell’ospedale di Lanciano. L’uomo ha riportato lesioni alla colonna vertebrale. In paese è conosciuto come persona attiva, impegnata nella protezione civile tanto che ha partecipato alla missione dei soccorsi in Indonesia nel periodo del dopo-Tsunami. un centro di raccolta di generi di prima necessità, acqua, latte, pasta, medicinali e coperte, per sostenere le vittime del sisma. Oggi, dalle 16 alle 20, nella sede di via Caporali, gli Ultras curva sud Lanciano raccolgono fondi a sostegno dell’emergenza terremoto. Il Pd invita iscritti e simpatizzanti a fornire, nella sede di via Del Verde, le disponibilità di posti letto per gli sfollati. A Villa Santa Maria la protezione civile ha organizzato una unità di raccolta nella sede della Comunità montana: sono state recuperate 300 coperte e oltre mille bottiglie d’acqua, grazie anche ai Comuni di Quadri, Borrello e Pizzoferrato. 32 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A TERAMO Notte nelle strade per migliaia Chiusi uffici, scuole e università. Gravi lesioni a chiese e campanili di Diana Pompetti ASCOLI TERAMO. Gente terrorizzata che ha trascorso la notte in strada, case e chiese lesionate, uffici pubblici e scuole chiuse: a Teramo, dopo la notte di paura, si contano i danni. Oltre trecento le richieste di verifiche statiche arrivate ai vigili del fuoco, di cui ottanta solo nel centro storico del capoluogo. Chiusi fino a domani gli uffici della Provincia, quelli in via Giannina Milli e in largo San Matteo che ieri mattina sono stati sgomberati. Niente lezioni all’università, che riaprirà solo dopo Pasqua. Soccorse due famiglie nel panico «Una decisione», ha detto il rettore Mauro Mattioli, «presa per verificare con scrupolo, in via precauzionale, eventuali danni subiti dalle strutture sedi delle attività didattiche dell’Ateneo, ma anche per non creare ulteriori disagi ai tanti studenti fuori sede e, soprattutto, agli studenti del capoluogo aquilano, iscritti all’università di Teramo». Lesioni nella palazzina della Asl, in circonvallazione Ragusa, e calcinacci nell’Agenzia delle entrate, in piazza Madonna delle Grazie, che ieri mattina è rimasta chiuso per qualche ora. Chiuso anche l’ufficio del giudice dei pace, nell’ex caserma Rossi. Lesionato l’auditorium del liceo musicale “Braga”. E nella mattinata di ieri sono rimasti chiusi anche gli uffici postali di via Paladini, le succursali di viale Crucioli e di via Pannella. Uffici che, dopo i controlli dei vigili, molto probabilmente riapriranno oggi. CHIESE LESIONATE. Nel capoluogo pesanti i danni subiti dalle chiese: la violenta scossa di terremoto ha lesionato la facciata principale della chiesa di Sant’Agostino, causato lo spostamento del campanile del convento di San Domenico e fatto pericolosamente incrinare quello della chiesa del Carmine, che minaccia la sede del comando provinciale dell’Arma. Nello storico convento di San Domenico, in corso Porta Romana, è stata chiusa la cappella del Santissimo Sacramento, dove la sera del giovedì santo viene esposta l’ostia consacrata in occasione dell’ultima cena di Gesù. La cappella è stata dichiarata inagibile. A richio anche un locale attiguo assegnato alle terziarie dell’ordine domenicano. Chiuse le chiese di Piano della Lenta e di Mutignano. A Poggio Cono è crollato il soffitto della chiesa. Transennata la chiesa di Crognaleto. Pericolante il campanile della chiesa di Collicelli, a Campli. CONTROLLI SUI PONTI. Per tutta la giornata di ieri i tecnici della Provincia e del Genio Civile hanno controllato la tenuta di ponti e viadotti, soprattutto quelli della statale 80 nel tratto dopo Montorio e Isola. E’ stata chiusa la provinciale 44, a Fano Adriano, per i numerosi massi finiti sulla carreggiata. «I nostri tecnici sono impegnati su tutto il territorio», ha detto il presidente della Provincia Ernino D’Agostino. I controlli proseguiranno anche nella giornata di oggi. Verifiche statiche sono state fatte anche sui ponti del capoluogo, in particolare quello di San Ferdinando, San Francesco e San Gabriele. Controlli anche sul viadotto di Cartecchio riaperto appena sabato pomeriggio. DUOMO DI ATRI CHIUSO. Nel centro storico di Atri la duecentesca basilica cattedra- Case sgomberate a Castelli, Atri Montorio e Tossicia Teramani impauriti davanti alla caserma dei carabinieri Sopra il campanile pericolante del Carmine e la caduta di calcinacci nel santuario della Madonna delle Grazie A sinistra una casa lesionata a Faiano di Montorio Sotto la folla in piazza Martiri (Foto Adriani) ASCOLI. Tanta paura fra la gente, ma nessun danno di rilievo nelle province marchigiane di Ascoli Piceno e Macerata, le più vicine all’Abruzzo. Tantissime le chiamate giunte ai centralini dei vigili del fuoco, che insieme agli uffici tecnici dei Comuni stanno smaltendo alcune decine di verifiche statiche. Le più numerose nel centro di Ascoli Piceno, come nella chiesa di Santa Maria della Carità, dove sono segnalate distacchi di intonaco all’altezza della volta. Il Comune di Ascoli Piceno ha disposto un controllo sulla sicurezza di tutti i ponti. Al momento, il lavoro principale consiste nel tranquillizzare le persone, in gran parte rimaste in piedi tutta la notte. Nel quartiere ascolano di Monticelli ad esempio, i vigili del fuoco hanno dovuto aiutare due famiglie a rientrare in casa: in preda al panico per la scossa più forte si erano precipitate in strada senza chiavi, rimanendo chiuse fuori. Anche il gruppo comunale di San Benedetto della Protezione civile è in allerta. La sede di viale dello Sport per la raccolta di beni di prima necessità che i cittadini sambenedettesi volessero far pervenire alle popolazioni colpite. A San Benedetto è in corso l’iter per l’installazione di un un rilevatore delle onde sismiche, che dovrebbe essere posizionato nella zona di Santa Lucia. Disagi in Val Fino, Val Vomano e Val Vibrata Danni alle condotte di due acquedotti TERAMO. La scossa ha danneggiato, sia pur lievemente, le condutture idriche che servono il territorio teramano. La Ruzzo Reti Spa, il cui personale operativo si è messo al lavoro fin dalle primissime ore del mattino, non ha rilevato danni alle opere di captazione all’interno delle gallerie del Gran Sasso, alle vasche di accumulo e ai serbatoi. Sugli oltre duemila km di reti distributive si è verificata una rottura a una conduttura idrica principale in località Villa Vomano di Teramo, con disagi nella bassa Val Vomano, in Val Vibrata e in parte del territorio del capoluogo. La Ruzzo Reti si è messa subito al lavoro per ripristinare il servizio. Dalle 5 alle 12 di ieri mattina anche i tecnici dell’Aca, l’azienda acquedottistica di Pescara, sono stati impegnati nei lavori di riparazione di un tratto dell’adduttrice del Tavo situata nel comune di Farindola, danneggiata dalla scossa di terremoto. A causa del guasto si sono verificate carenze idriche in diversi comuni del Teramano serviti dall’Aca (Castilenti, Castiglione, Bisenti fino ad Atri). le di Santa Maria Assunta, monumento nazionale tra i più importanti del Centro Italia, rimarrà chiusa oggi e domani per consentire al Comune di far eseguire rilievi tecnici approfonditi su alcune piccole lesioni che il terremoto ha causato alle arcate ed alle volte della navata centrale, in corrispondenza dell’imponente torre campanaria. «Si tratta solo di lesioni di poco conto», spiega il parroco, don Marco Trivisonne, «dovute probabilmente al movimento del campanile scosso dal terremoto, ma la stabilità del Duomo non è stata assolutamente compromessa. E gli affreschi di Andrea De Litio sono rimasti intatti». Nessun danno, per fortuna, hanno subito i tanti altri monumenti, chiese ed edifici storici del nucleo antico di Atri, mentre nella frazione di Casoli, nei pressi del litorale, una palazzina popolare di via del Passatore, che già presentava crepe e lesioni, è stata fatta evacuare su ordinanzadel sinda- co, Gabriele Astolfi. «Quell’edificio popolare, che consta di sei appartamenti», fa sapere il vice sindaco di Atri, Domenico Felicione, «era, già prima del terremoto, in condizioni molto precarie. Gli inquilini, che hanno trovato ospitalità presso le abitazioni di parenti ed amici, sono stati allontanati dallo stabile in attesa che l’Ater provinciale, da noi subito messo al corrente della situazione, metta in sicurezza l’edificio». Intanto ieri ad Atri, Città Sant’Angelo, Penne e in altri centri a nord di Pescara serviti dall’Acquedotto del Tavo, l’acqua potabile è venuta a mancare per via del fatto che il terremoto ha causato la rottura di alcune condutture della linea generale nei pressi della sorgente di Farindola. Entro la mattinata di oggi, tuttavia, le condutture dovrebbero essere riparate, per cui l’acqua potabile dovrebbe tornare a sgorgare dai rubinetti. CASE SGOMBERATE. Dieci case sono state sgomberate a Castelli dopo in controlli dei tecnici. Le abitazioni, che si trovano nel centro storico sono state lesionate dalla violenta scossa e a scopo precauzionale sono state sgomberate. Anche a Tossicia tre abitazioni sono state sgomberate per le numerose crepe che si sono formate sui muri. Ad Isola del Gran Sasso il sindaco Fiore Di Giacinto ha disposto delle ricognizioni su alcuni edifici, in particolare su una scuola. Case lesionate anche a Rocca Santa Maria, dove il sindaco Franco Ciapanna, ha fatto fare dei controlli per accertare i danni. Problemi anche a Montorio, dove soprattutto nella frazione di Faiano, si sono staccati pezzi di cornicione ed è crollato il tetto di una casa: per tutta la giornata le verifiche disposte dal sindaco Alessandro Di Giambattista.Tre le case sgomberate. VERTICE IN PREFETTURA. Nel pomeriggio vertice convocato dal prefetto Francesco Camerino. Nella sala operativa di palazzo di Governo si sono ritrovati rappresentanti delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, delle istituzioni, della Asl per fare il punto sullasituazione. Il prefetto ha ribadito che le scuole resteranno chiuse fino al rientro dalle vacanze pasquali proprio per consentire a tutti i tecnici di fare attente verifiche. Saranno accelerate anche le verifiche statiche nelle case e per questo è stato creato un coordinamento tra vigili del fuoco e vari enti. (hanno collaborato Marco Mutoschi e Gennaro della Monica) IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 33 IN ABRUZZO IL TERREMOTO A TERAMO Una gara per offrire posti letto Decine di feriti negli ospedali, gli sfollati negli hotel della costa di Dino Venturoni e Diana Pompetti TERAMO. Il ronzio inquietante degli elicotteri che portavano i feriti all’ospedale Mazzini ha fatto da colonna sonora al lunedì dei teramani, almeno fin quando si è fatto buio. Semmai qualcuno in città volesse dimenticare subito la paura della scossa, quel rumore intermittente ha ricordato a Letti per i feriti negli ospedali, innanzitutto. E poi posti in alberghi e strutture ricettive in genere. Che, per fortuna, sulla costa teramana non mancano. GLI OSPEDALI. Mario Molinari, direttore generale Asl, nella riunione del pomeriggio in prefettura ha detto: «Ho fatto il giro dei quattro ospedali per rendermi conto personalmente della situazione. Nei nostri ospedali stanno arrivando decine di feriti. Abbiamo dato la nostra disponibilità ad ospitare i pazienti ricoverati all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, che è stato sgomberato. Per questo abbiamo bloccato i ricoveri programmati e accelerato le dimissioni, per garantire il più possibile posti liberi. Sono state sospese le ferie e molti operatori sono stati richiamati in servizio. Nel fare il giro degli ospedali ho visto genitori di ragazzi universitari all’Aquila che vagavano alla ricerca dei propri cari». La Asl teramana ieri ha accolto oltre 50 pazienti bisognosi di cure trasportati con elicotteri provenienti dalle zone colpite dal terremoto. Si è stabilito di accogliere i casi più gravi, in particolare i politraumatizzati, nell’ospedale di Teramo, e di trasferire gli altri negli altri ospedali dislocati sul territorio. Gabriella Palmeri, direttore sanitario del Mazzini, evidenzia: «Oltre ai ricoveri ordinari abbiamo bloccato la routine delle sale operatorie e liberato sette posti di rianimazione nella rianimazione cardiochirurgica. Abbiamo praticamente svuotato la psichiatria, abbiamo aggiunto letti in tutte le unità operative. Ferie e riposi sono tutti bloccati, e vorrei evidenziare la grande disponibilità riscontrata da parte del personale». LE DONAZIONI. Essendoci assoluta necessità di sangue, soprattutto del gruppo 0 negativo, la Asl ha invitato fin dal mattino la popolazione a donare il sangue recandosi nei centri trasfusionali degli ospedali di Teramo, Atri e Giulianova, che sono rimasti aperti ininterrottamente. I POSTI LETTO. Il questore Piero Angeloni durante l’incontro dal prefetto ha comunicato alla Protezione civile tutti che molto vicino a Teramo si stava consumando una tragedia. E a Teramo, a tutti i livelli (da quello istituzionale a quello più privato), ci si è mossi per far sentire all’Aquila di essere dei «vicini di casa» generosi e disponibili. Trovare posti letto: questa la parola d’ordine. All’Aquila anche molti vigili del fuoco e agenti della municipale teramana Partiti più di cento volontari Poliziotti, carabinieri e Forestale contro gli sciacalli TERAMO. Sono oltre cento i volontari della Protezione civile di Teramo che all’alba di lunedì sono partiti per L’Aquila. La colonna, dopo aver fatto tappa all’autoporto di Castellalto per caricare tende e materiale vario, è partita per portare soccorsi. Nel capoluogo regionale sono arrivati anche decine di poliziotti e carabinieri teramani che saranno utilizzati per i servizi anti-sciacallaggio. Sono 22 gli agenti della Forestale partiti dal capoluogo teramano per portare il loro aiuto nelle zone più danneggiate dell’Aquilano. Più di quattro le squadre dei vigili del fuoco partite da Teramo. Anche una squadra di vigili urbani del comando di Teramo, da ieri e fino a quando sarà richiesto, è all’Aquila la disponibilità di duemila posti letto messi a disposizione da albergatori e operatori turistici per ospitare gli sfollati. E questi, nel pomeriggio, sono cominciati ad arrivare alla spicciolata in tutte le loca- per cooperare con i colleghi del capoluogo colpito dal terremoto. La richiesta di collaborazione è pervenuta al comandante della polizia municipale di Teramo Adalberto Di Giustino dal collega e la disponibilità dei vigili è stata prontamente accordata, dopo la consultazione tra il comandante Di Giustino ed il commissario straordinario, Leopoldo Di Mattia. A Teramo, invece, per tutta la giornata di ieri i vigili hanno assicurato lungo via Po il deflusso rapido delle autoambulanze provenienti dalle zone maggiormente terremotate, per il trasporto dei feriti all’ospedale Mazzini. Il presidente della Provincia Ernino D’Agostino ha annunciato di aver messo ha messo a disposizione della Protezione Civile mezzi e uomini per supportare le operazioni di soccorso nella provincia dell’Aquila. Nel palazzo di via Capuani, sede del- Dall’alto in senso orario l’arrivo in elicottero di due feriti al Mazzini i dipendenti degli uffici finanziari sgomberati e due immagini dei danni nella chiesa di Poggio Cono (Adriani) Corsa alla solidarietà e raccolte di viveri Il vescovo Seccia mette a disposizione strutture Caritas Lesioni in un ufficio l’assessorato alla viabilità, è stata costituita una sede operativa e un’unità di crisi; a questa sede operativa si può far riferimento per le comunicazioni urgenti, mentre resta attivo il centralino e il sito dell’ente www.provincia.teramo.it al quale si consiglia di far riferimento per gli aggiornamenti. Volontari della Protezione civile sono partiti anche da Silvi, Pineto, Roseto, Giulianova e decine di centri della Val Vibrata. Altre partenze sono previste per oggi, quando altri numerosi volontari si metteranno in viaggio. TERAMO. Corsa alla solidarietà. Il vescovo di Teramo Michele Seccia, in una nota, annuncia «che la Diocesi attraverso la Caritas e l’associazionismo sta già raccogliendo adesioni di disponibilità e accoglienza perché siano alleviate sofferenze e disagi di tante persone. Sono state messe a disposizione alcune strutture». E sostegni concreti alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo arrivano anche dalla Liguria. A Sanremo, l’imprenditore atriano Giuseppe Di Meco, proprietario di un albergo, ma residente a Sanremo, così come altri impresari ed esercenti della sua terra, ha messo la propria attività a disposizione della Protezione civile per dare assisten- za agli sfollati. A Silvi è stato allestito uno stand per la raccolta di generi di prima necessità: lo stand è stato aperto in via Garibaldi, vicino al municipio. Vincenzo Tassoni, presidente nazionale dell’Unmil, l’Unione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, ha messo a disposizione l’ostello di Monte Fanum. E un’altra iniziativa di solidarietà arriva da Teramo. L’associazione Big Match annuncia che il ricavato della manifestazione “Aspettando il primo maggio” sarà completamente devoluto ai terremotati dell’Aquila. La manifestazione “Woodstock contemporaneamente” si svolgerà dal 18 al 30 aprile in varie strutture della città. lità turistiche del Teramano, da Silvi a Martinsicuro. Non sono stati solo gli albergatori a mettere a disposizione le proprie strutture, ma anche i privati che posseggono appartamenti da affittare ai turisti. Vista la difficoltà da parte dei privati di comunicare con chi coordina i soccorsi, internet ha svolto una funzione essenziale. Un blog, ‹[email protected]›, ha messo insieme molti annunci di disponibilità di posti letto per gli sfollati. Tra questi, citiamo 14 appartamenti in un condominio di Alba. (Ha collaborato Gennaro Della Monica) 34 IL CENTRO MARTEDÌ 7 aprile 2009 IN ABRUZZO IL TERREMOTO E LO SPORT Stop all’attività agonistica Annullato il torneo delle Regioni, oggi non si gioca nel calcio a 5 di Rocco Coletti LE REAZIONI L ’Abruzzo sportivo si è fermato dopo la tragedia del terremoto nell’Aquilano. La 48ª edizione del Torneo delle Regioni, che si è aperta venerdì scorso in varie città della regione, è stata annullata. La decisione è stata presa in mattinata, quando sono stati riuniti i capi delle delegazioni. Il presidente della Figc Abruzzo, Daniele Ortolano, ha informato il presidente della Lnd Tavecchio. Casualmente, il capo dei dilettanti era con Giancarlo Abete e il presidente del Coni, Gianni Petrucci. Dai vertici del calcio e dello sport è subito giunto il via libera per sospendere la manifestazione (e tutti gli eventi collaterali) che, nei giorni scorsi, ha portato in Abruzzo 1.700 persone tra giocatori e accompagnatori. Erano dislocati, soprattutto, negli alberghi della costa e in giornata sono tornati a casa. Tutti impauriti, tutti sotto choc per la scossa di terremoto avvertita nella notte. Paralizzata anche l’attività della federazione calcistica abruzzese. «Da quanto mi è stato riferito», ha detto il presidente Daniele Ortolano, «la struttura dove erano ubicati gli uffici del Settore giovanile scolastico, in via Sallustio, è devastata e, quindi, impraticabile. E anche la nostra sede, nelle vicinanze, in via Camponeschi, presenta lesioni evidenti all’esterno. Non oso immaginare che cosa possa esserci dentro. E’ un disastro». E ieri sera la Lega nazionale dilettanti ha deliberato un contributo di 200mila euro a favore del comitato regionale abruzzese per la ristrutturazione della sede. I danni agli edifici del capoluogo riguardano anche quelli che ospitano i comitati delle altre federazioni sportive. Dello stesso Coni, ad esempio. «E’ vero, anche la nostra sede presenta delle lesioni, specialmente al piano terra», ha detto Ermano Morelli, il presidente regionale del Coni, «da parte nostra abbiamo messo a disposizione della protezione civile tutte le nostre strutture». I dilettanti fermi. Il comitato regionale della Figc ieri sera ha deciso che tutte le partite previste per domani (anche Real Teramo-San Nicolò), per il 9 e per il 15 aprile sono state rinviate a data da destinare. L’attività dovrebbe riprendere sabato 18 e domenica 19 aprile. Calcio a 5, non si gioca. Oggi era in programma la 24ª giornata del campionato di serie A, ma è stata sospesa. A Pescara si sarebbe dovuta giocare la partita Ponzio-Luparense (la Daf era di scena a Cagliari) che è stata rinviata al pari delle gare di ritorno dei play off del campionato nazionale under 21 in programma domani: Pescara-Chieti, Raiano-Acqua&sapone Marina, Città di Montesilvano-Loreto Aprutino. Anche il basket si ferma. La LegA Basket femminile, d’intesa con il Cus Chieti, ha deciso di rinviare la final four di Coppa Italia di serie A2 Dap Cup 2009 e tutte le iniziative collaterali previste, inizialmente in programma a Chieti a partire da domani. «Dopo una attenta analisi del calendario dei play off e dei play out del campionato di serie A2», si legge in una nota della LegA presieduta da Mario Di Marco, «è stato deciso che l’evento, che avrà come Solidarietà dal mondo dello sport TRULLI Choc al ritorno dalla Malesia FRANCOFORTE. «Sono appena atterrato a Francoforte e ho ricevuto una telefonata da mia madre che mi ha annunciato della tragedia. Sono scioccato, ma egoisticamente posso dire che la mia famiglia è lontana dall’epicentro. Loro hanno avuto solo tanta paura». Sono le parole del pilota abruzzese della Toyota, Jarno Trulli, appena atterrato a Francoforte dalla Malesia, dove domenica ha conquistato un quarto posto nel Gp di Sepang «In questo momento», ha aggiunto Trulli, «mi stringo alle famiglie che purtroppo stanno lottando contro la morte. Sono molto preoccupato per gli amici di famiglia che abbiamo all’Aquila». Il campo Centi Colella dell’Aquila dove è stato allestito uno dei centri di accoglienza per gli sfollati IL COMMISSARIO STRAORDINARIO Pescante sicuro: «I Giochi si faranno» «L’organizzazione va avanti, pronti ad aiutare la Protezione civile» PESCARA. La macchina organizzativa dei Giochi del Mediterraneo va avanti. L’onorevole Mario Pescante, commissario straordinario, ieri pomeriggio era negli uffici della Camera dei Deputati dove è stato approvato un emendamento che porterà altri soldi all’organizzazione. «Non ci fermiamo», ha detto, «i Giochi saranno un’occasione di rivincita per la nostra terra». «Anzi», ha aggiunto Pescante, «in giornata ho ricevuto delle telefonate dall’Aquila. E mi è stato chiesto di non privare la città delle partite previste dal calendario. Ci sarà tempo e modo per parlarne. Potremo avere dei problemi per gli alberghi, ma li risolveremo. Se serviranno gli impianti per ospitare gli sfollati valuteremo la possibilità di emigrare in qualche altra regione per disputare alcune gare. Però, credo che i Giochi, a maggior ragione adesso, possano servire a dare voce a questa tragedia». Il parlamentare di origine sede sempre la città di Chieti, si svolgerà sabato 30 e domenica 31 maggio 2009». Raccolta fondi. La Dinamo Banco di Sardegna di Sassari (LegaDue di basket) ha comunicato che la metà dell’incasso della partita casalinga di giovedì contro la Reggiana sarà devoluta a favore delle famiglie colpite dal terremoto. La stessa cosa farà il Gela (calcio Seconda divisione), in occasione della gara casalinga di sabato prossimo contro la Val di Sangro: lo ha marsicana ha detto di aver messo a disposizione della Protezione civile impianti e strutture per accogliere gli sfollati. «Non so se è il caso di parlare adesso di Pescara 2009 per rispetto delle vittime e dei feriti», ha detto, «ma già questa (ieri, ndr) mattina, quando mi ha chiamato il presidente del comitato internazionale dei Giochi, Amar Addadi, non ho avuto dubbi e ho detto che le cose procedono, che andiamo avanti. D’altronde, gli impianti non sono danneggiati, a parte quello di calcio all’Aquila, dove i problemi però sono altri e ben più se- ri. Se ci verranno chieste potranno essere messe a disposizione le strutture, soprattutto quelle all’aperto». Intanto é saltato il briefing di tre giorni per 900 volontari della Protezione civile, subito dirottati sui luoghi della tragedia. «Erano stati convocati per annunciato il presidente Tuccio. Luciano Zauri, il terzino marsicano della Fiorentina, invece, ha proposto una colletta tra i calciatori. «Io sono pronto a fare la mia parte», ha detto. Sono state ore particolarmente difficili per il difensore viola: «Appena ho saputo mi sono attaccato al telefono per parlare con i miei zii. Per fortuna stanno bene». Lo sport in lutto. Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha detto che i campio- nati professionistici non si fermeranno, ma che la federcalcio sta pensando a «iniziative di solidarietà. Questa é una tragedia che colpisce tutto il Paese», ha aggiunto. «Il calcio é un mondo popolare che deve inchinarsi in segno di rispetto. Ci uniamo al dolore, cercheremo di individuare situazioni più opportune per rispettare questa tragedia». Ma tutto lo sport italiano si unisce al dolore delle famiglie colpite dal sisma. «Esprimiano la solidarietà di Mario Pescante un evento gioioso», ha detto Pescante, «e sono stati subito mobilitati per dare una mano dove adesso serve davvero. Il forte sisma, che nella notte lo ha buttato giù dal letto nella Capitale, aveva subito messo in allerta Pescante che all’Abruzzo («oggi così profondamente ferita») è sempre legato. «Sono di Avezzano», ha ribadito, «e alle quattro di notte avevo già chiamato per sapere dei miei familiari. Avevo sentito del crollo della casa dello studente all’Aquila, e lì ci sono molti universitari che vengono anche da fuori. Raccontano di una tragedia senza fine: L’Aquila é una città che è stata colpita al cuore, come la sua storia e la sua gente. E’ un momento di lutto nazionale. Per questo penso che sì, i Giochi si faranno, ma ci sarà tempo per parlarne». (r.c.) tutto lo sport al grave terremoto che ha colpito l’Abruzzo», ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Petrucci, «speriamo si fermi qui». Anche il ct azzurro Marcello Lippi ha parlato della tragedia aquilana. «Sono vicino a chi sta soffrendo a causa del terremoto». Il dolore del rugby. La federazione é pronta a dare un contributo economico per i terremotati d’Abruzzo e a lanciare una campagna di sensibilizzazione affinché il mon- SOLIDARIETA’ e vicinanza al dolore delle popolazioni colpite. Sono i sentimenti del mondo dello sport abruzzese e italiano di fronte all’immane tragedia che ha sconvolto l’Abruzzo. «Il Pescara», si legge in una nota della società calcistica biancazzurra, «si stringe intorno ai corregionali colpiti dal disastroso evento sismico», ai quali «i dirigenti, i tecnici, i calciatori, i dipendenti e i collaboratori vogliono esprimere il loro più sincero cordoglio in questo momento difficile nella storia della nostra regione». «Non è un giorno per dolori e tristezze sportive», si legge sul sito della Virtus Lanciano, «non è un giorno che possa lasciar posto ad altri pensieri, non è un giorno di parole, ma di silenzio, preghiere e rispetto per dolori più grandi, per angosce più profonde. La Virtus è con tutti i nostri conterranei che stanno vivendo ore disperate». Profondo dolore per le vittime viene espresso dal Teramo Basket: «assieme al dolore», si legge in un comunicato, «la Società fa propri sentimenti profondi di solidarietà verso la popolazione colpita così duramente, nella certezza che l’opera di tutti, ispirata dai valori forti e dalla dedizione del popolo abruzzese, saprà alleviare le sofferenze derivanti dalla gravissima calamità». Anche le principali società sportive italiane hanno voluto esprimere la loro vicinanza alle vittime. Tra queste l’Inter che dal suo sito fa sapere di essere «sinceramente vicina alla popolazione colpita da questo drammatico evento e, in particolare, ai suoi numerosi tifosi che vivono e risiedono nella zona», il Milan, che fa sapere che il ricavato del “Milan Golf Tour” verrà devoluto alla popolazione abruzzese, e la Fiorentina, che nel messaggio di cordoglio si rivolge «ai suoi tifosi che risiedono nella zona, in particolare al Viola Club L’Aquila, i cui soci sappiamo essere in grave difficoltà. La Fiorentina sarà a disposizione per qualsiasi azione di sostegno». do della palla ovale faccia altrettanto. Lo ha detto il presidente della Fir Giancarlo Dondi, che si definisce «particolarmente colpito». Dondi non esclude che parte dell’incasso di uno dei test-match che gli azzurri giocheranno a novembre — contro Nuova Zelanda, Sudafrica e Samoa — venga devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto. IL CENTRO A3 ATTUALITA’ MARTEDÌ 7 aprile 2009 35 Il dna incastra Gavrila anche per l’abuso su una studentessa il 18 luglio scorso nel parco del Pigneto Stupro della Caffarrella, contestata un’altra violenza ROMA. E’ del romeno Oltean Gavrila, uno dei due romeni detenuto per lo stupro avvenuto nel parco della Caffarella il giorno di san Valentino, il profilo di dna estrapolato dai reperti recuperati dopo la violenza sessuale alla quale fu sottoposta una studentessa di 20 anni in un parco del Pigneto il 18 luglio scorso. Lo ha accertato la polizia scientifica ed ora il risultato è al vaglio del pm Vincenzo Barba, lo stesso che si sta occupando della vicenda Caffarella. Per Gavrila, 27 anni, detenuto a Regina Coeli insieme com Ionut Jean Alexandru per quell’episodio (entrambi hanno confessato), si prospetta ora un’altra ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale. Fu lo stesso Gavrila a vantarsi, con il connazionale Alexandru, dello stupro di luglio. Gavrila fu arrestato a Trieste con l’accusa di aver rapinato un telefono cellulare ad una coppia di fidanzati nel parco di via Lemonia. Poi il suo coinvolgimento nel caso Caffarella ed il trasferimento nella capitale. Per il fascicolo sullo stupro di luglio era stata sollecitata l’archiviazione per l’impossibilità di risalire al responsabile. Dopo la svolta sulla vicenda Caffarella e la scoperta che Gavrila si era vantato anche dell’episodio di luglio, l’incartamento è stato richiamato dai pm di piazzale Clodio. Karol Racz, già scagionato dallo stupro della Caffarella, è stato scagionato anche dallo stupro commesso al Quartaccio il 21 gennaio scorso perché «non c’è una perfetta corrispondenza tra le fattezze fisiche generali» descritte dalla donna abusata, e «quelle concrete riscontrate» nell’indagato. E’ quanto sostiene il tribunale del riesame che il 23 marzo scorso ha accolto il ricorso della difesa e disposto la scarcerazione del romeno. Poliziotti al parco della Caffarella Eternit, una strage in cerca di giustizia Migliaia di vittime al maxi-processo a Torino, l’Inail chiede 246 milioni di Milena Vercellino TORINO. Dopo l’avvio del processo Thyssen, nelle aule del Tribunale di Torino torna di scena la tragedia delle morti sul lavoro. Si è svolta ieri la prima udienza prelimina- La folla si avvia al processo re del procedimento contro gli ex vertici della multinazionale Eternit, azienda produttrice di materiali in amianto con impianti in diverse parti d’Italia. L’Eternit è accusata di essere responsabile della morte per mesotelioma pleurico di oltre 2000 lavoratori degli stabilimenti italiani di Casale Monferrato (in provincia di Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (in provincia di Napoli). Si apre così un processo di dimensioni record: oltre 200mila pagine di atti, decine di avvocati, 2889 parti offese (che potrebbero salire a 5700) per una silenziosa ecatombe durata decenni. Al banco degli imputati, ieri vuoto, saranno chiamati a sedere gli eredi della multinazionale, il 61enne miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e l’81enne nobile belga Jean de Cartier de Marchienne, che con una nota inviata negli scorsi gior- ni alla stampa del proprio Paese ha respinto ogni reponsabilità. Davanti al Palazzo di giustizia torinese si è radunata nella mattinata di ieri una folla di parenti delle vittime, ex lavoratori e cittadini arrivati dalle aree dei quattro stabilimenti italiani. A loro si è unita una fitta delegazione di associazioni francesi di vittime dell’amianto, approdata a Torino per manifestare in occasione del primo processo condotto in Europa contro la multinazionale; e da mezzo Continente è arrivato il nutrito schieramento di giornalisti che ha trascorso la mattinata tra le scalinate e l’atrio del tribunale. “Via l’amianto”, “Eternit: fermiamo la strage”: i numerosi striscioni con i quali le associazioni chiedono giustizia campeggiano tra le bandiere dei sindacati e ricordano le dimensioni di una tragedia a scoppio ritardato che, nonostante la messa al bando delle produzioni in amianto nel 1992, continua ancora oggi a «Operazione trasparenza» di Brunetta Domani i soccorsi On line gli stipendi di 23mila manager Velisti sardi alla deriva nel Pacifico ROMA. Continua «l’operazione trasparenza» del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta: sul sito internet del ministero sono stati pubblicati i dati su consorzi e società partecipate dalle pubbliche amministrazione. Un lungo elenco, 714 pagine, riguarda gli stipendi di oltre 23 mila manager e amministratori, ed in particolare «il numero dei rappresentanti, suddivisi per ruolo, nell’organo di governo dei consorzi o società e il loro compenso annuo lordo in euro». Un altro elenco «suddiviso per Regioni comprende la denominazione dell’amministrazione che partecipa al consorzio o società, i relativi oneri finanziari, in euro, gravanti sull’anno 2008 e la percentuale di partecipazione». I dati riassumono le dichiarazioni delle pubbliche amministra- Il ministro Renato Brunetta zioni raccolte dalla banca dati «Consoc» (come previsto dalla legge Finanziaria per il 2007) fino allo scorso 12 marzo: riguardano per l’anno 2008 «6.101 amministrazioni di cui 5.589 comuni, 94 province, 11 regioni, e il resto altre amministrazioni. Il numero di consorzi partecipati è di 2.291, quello di società 4.461» (in tutto 6.752), si legge sul sito del ministero. «Il numero di rappresentanti nell’organo di governo dei consorzi e società partecipate è di 23.410». La Cassazione: il Comune non è corresponsabile L’Asl deve pagare i danni dei morsi dei cani randagi ROMA. Deve pagarlo la Asl territorialmente competente - e non il Comune dove è avvenuta l’aggressione - il risarcimento dei danni provocati alle persone dai morsi dei cani randagi che vagano senza controllo. Lo sottolinea la Cassazione (sentenza 8137) che ha confermato la chiamata in responsabilità per una azienda sanitaria locale, la Asl Napoli2, in relazione al morso che un randagio aveva dato a un ragazzino, Alessandro D.L., nell’agosto 2002. L’episodio si era verificato in una strada di Pozzuoli (Napoli). Ai genitori del minore, Vincenzo e Maria D.L. che avevano chiesto cir- ca mille euro di risarcimento del danno, la cifra dovrà ora - essere corrisposta dalla sola Asl e non anche dal Comune di Pozzuoli, come originariamente deciso dal Giudice di pace nel marzo 2005. Il Gdp aveva stabilito che Asl e Comune erano responsabili ciascuno al 50%. In proposito la Suprema Corte ha spiegato: «Per l’omessa vigilanza sui cani randagi, la legittimazione passiva spetta alla locale azienda sanitaria, succeduta alla Usl, e non al Comune, sul quale, perciò, non può ritenersi ricadente il giudizio di imputazione dei danni dipendenti dal suddetto evento». SASSARI. Due velisti sardi, Piero e Vittorio Fresi, padre e figlio, di 64 e 34 anni, impegnati nel giro del mondo a vela sulla rotta dei clipper, sono alla deriva nell’oceano Pacifico a più di tremila miglia ad est della Nuova Zelanda, dopo che la loro imbarcazione, l’Onitron I-Autoprestige, è stata disalberata dmenica da un uragano con venti oltre i 50 nodi. I familiari ieri sono riusciti a mettersi in contatto telefonico con i due velisti. Entrambi stanno bene. I due velisti hanno riferito ai parenti di aver deciso per il momento di non staccare l’albero rotto e di utilizzarlo come ancora galleggiante. Il previsto contatto i soccorritori, la nave cisterna Hellespont, avverrà presumibilmente domani. mietere vittime. Intanto, nelle aule la mattinata è trascorsa con l’interminabile appello delle parti civili; talmente lungo che per motivi logistici la giornata di ieri è stata dedicata ai cognomi dalla A alla M, mentre nella giornata di domani si dovrebbe completare l’elenco, che comprenderà anche le tre Regioni interessate - Piemonte, Emilia Romagna e Campania -, le Provincie di Torino e Alessandria, i Comuni piemontesi di Casale e Cavagnolo, il Comune emiliano di Rubiera, la Cgil, la Cisl e associazioni come il Codacons, Medicina democratica, l’Associazione famigliari vittime amianto Casale e l’Associazione italiana esposti amianto. E tra gli enti costituitisi parte civile figura anche l’Inail, che ha chiesto un risarcimento record da 246 milioni di euro per coprire la spesa sostenuta negli anni per indennizzare le famiglie delle persone decedute o gravemente ammalatesi di mesotelioma pleurico o asbestosi. SCOPERTA IN AMERICA -MOLECOLA CANCELLA I RICORDI Sradicare i brutti ricordi, le paure ataviche o una perdita traumatica con un’unica dose di un nuovo medicinale: l’ipotesi di un trattamento farmacologico che aiuti a dimenticare potrebbe essere dietro l’angolo con tutto il suo inevitabile bagaglio di dubbi e problemi etici da risolvere. Scienziati di New York hanno infatti non solo scoperto il ruolo di una specifica molecola cerebrale nell’immagazzinare le memorie, «PKMzeta», ma hanno già sperimentato con successo su ratti da laboratorio un nuovo ritrovato che ha di fatto’eliminato’ i ricordi degli animali. A loro avviso, potrebbe funzionare allo stesso modo sugli esseri umani. CINQUE ARRESTI -CAMORRA, I CASALESI A MODENA Sono accusati di corruzione aggravata dalla partecipazione ad associazione di stampo camorristico, oltre che di altri reati, i cinque detenuti raggiunti ieri all’alba dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Bologna. Pasquale Ciocia, di 47 anni; Vincenzo Noviello, 41, e suo fratello Antonio Noviello, 33; Nicola Nappa, 42, e Antonio Pagano, 41, sarebbero coinvolti nella gestione di bische e circoli privati nel Modenese. Donna assassinata nel cortile Madre di due figli col cranio fracassato e avvolta in un telo Fermato il fidanzato che nega: «Cercate nel palazzo» TORINO. «Non sono stato io». Sono le cinque di ieri mattina quando Alain Dante Stefanone, 35 anni, riceve il provvedimento di fermo polizia giudiziaria per l’omicidio di Alice Acquarone, 46 anni, separata e madre di due figli, trovata domenica sera, con il cranio fracassato e il corpo avvolto in un telo, nel cortile del palazzo in cui abitava in largo Fabrizi, a Torino. Non ha dubbi nel respingere l’accusa di omicidio che gli contesta il pm Valerio Longi nella caserma dei carabinieri di Torino. E’ vero, aveva una relazione con lei, l’aveva vista anche domenica, ma, ha detto, «non l’ho uccisa». Ma gli inquirenti non gli credono. Hanno qualche elemento concreto, tra cui un testimone che lo avrebbe visto trascinare un fagotto voluminoso, molti sospetti e qualche circostanza che lascia ipotizzare il suo coinvolgimento nell’omicidio. «Sono stato a pranzo da lei - ha detto il presunto omicida - e poi sono tornato a casa. Sono andato via nel primo po- meriggio». Alain Dante Stefanone aveva una relazione con Alice Acquarone, una donna segnata da un precedente matrimonio che lavorava un un’azienda che consegna i pasti alle mense di alcune scuole comunali, ma, pur vedendosi spesso, non conviveva con lei. Un legame all’apparenza spensierato ma caratterizzato anche in realtà da qualche discussione di troppo. Ed è proprio su un litigio finito in tragedia che puntano le indagini degli investigatori torinesi che stanno lavorando alla ricerca di elementi per suffragare questa ipotesi. Un dato, però, proietta un’ombra su un eventuale comportamento assurdo che potrebbe avere avuto l’uomo. Da tempo, infatti, Alain Dante Stefanone è in terapia farmacologica per problemi di tranquillità personale. A farlo piombare nella depressione era stata la morte di entrambi i genitori qualche anno fa. In più ha un fratello con cui sembra non abbia rapporti idilliaci. Entrambi si ignorano. Gli investigatori hanno disposto ora una serie di accertamenti per verificare la presenza del Dna dell’uomo sul corpo della donna o nel telo con cui è stata ricoperta. Non è stato però ancora ritrovato il corpo contundente con cui è stata colpita alla testa. Il particolare che lascia sbigottiti è il fatto che la donna sia stata trascinata per quattro piani di scale dalla sua abitazione al cortile. Napoli, tangenti anche sulle supplenze Seimila euro a un sindacalista per manomettere le graduatorie NAPOLI. La guardia di finanza ha perquisito la sede della direzione scolastica regionale e alcune abitazioni nell’ambito di una inchiesta sulla alterazione della graduatorie degli insegnanti per ottenere supplenze nelle scuole elementari. Sono tre i decreti di perquisizione firmati dal pubblico ministero della procura di Napoli, Giancarlo Novelli. Gli indagati, a quanto si è appreso, sono un insegnante, sindacalista della Cisl e due impiegati del provveditorato di cui uno appartenente al sindacato Gilda. Le ipotesi di reato formulate dal pm sono di corruzione e falso. Dalle indagini è emerso, tra l’altro, che una insegnante avrebbe consegnato La finanza indaga a Napoli seimila euro al collega, attualmente indagato, per scalare la graduatoria. Ma gli inquirenti ipotizzano che il «giro» sia molto più esteso: sono infatti una quarantina le altera- zioni delle graduatorie riscontrate dagli investigatori. L’inchiesta è stata avviata nell’ottobre delle scorso anno in seguito a una attività investigativa della Guardia di Finanza che portò al coinvolgimento di sessanta docenti. La maggior parte degli insegnanti indagati avrebbero versato somme di denaro per ottenere una migliore graduatoria e poter accedere quindi alle supplenze. Ciò avveniva attraverso la manomissione degli archivi informatici del provveditorato. Gli inquirenti sarebbero convinti che spesso gli autori degli illeciti sarebbero entrati nel sistema informatico utilizzando le password di ignari impiegati la cui posizione potrebbe pertanto essere presto archiviata. Gli sviluppi dell’inchiesta, con le perquisizioni nei confronti dei tre nuovi indagati, sono collegati alle rivelazioni di un funzionario del provveditorato al quale una insegnante avrebbe rivelato di aver versato 6000 euro al collega sindacalista per scalare la graduatorie e ottenere la supplenza in una scuola elementare della provincia di Napoli. Secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, le alterazioni delle graduatorie non erano macroscopiche per non destare sospetti e determinare pertanto controlli da parte dei vertici del provveditorato. 36 MARTEDÌ IL CENTRO AC ECONOMIA 7 aprile 2009 Calo dei consumi in febbraio In attesa dei dati di marzo A breve quattro nuovi modelli Il titolo Fiat perde colpi a Piazza Affari Saab annuncia: sono pronti venti compratori TORINO. Dopo una settimana negli Stati Uniti per mettere a punto i tasselli dell’alleanza con la Chrysler, Sergio Marchionne è in questi giorni a Torino e si dedica ai problemi legati all’attività della Fiat. In attesa di una schiarita sulla partita Usa, Marchionne deve chiudere i conti della trimestrale, che il cda esaminerà il 23 aprile. I primi due mesi sono stati molto difficili e solo a marzo è arrivata l’inversione di tendenza grazie agli incentivi governativi. All’assemblea del 27 marzo l’ad ha confermato oltre un miliardo di trading profit per il 2009 e la riduzione dell’indebitamento per un altro miliardo di euro. Ieri a Piazza Affari, dopo il rialzo record della settimana scorsa, il titolo Fiat è di nuovo partito di slancio, ma ha rallentato a metà giornata invertendo la tendenza con l’arrivo di prese di profitto. Alla fine della seduta ha ceduto l’1,75%. ROMA. Saab ha annunciato che ci sono oltre venti soggetti interessati all’acquisto del marchio automobilistico. Il gruppo sta cercando un compratore per uscire dall’amministrazione controllata entro giugno e ieri ha spiegato che fra i potenziali acquirenti ci sono case automobilistiche svedesi e internazionali così come alcuni istituti finanziari. I creditori hanno intanto accettato di estendere fino al 20 maggio il programma di riorganizzazione dell’azienda dando così tre mesi di tempo da quando, sei settimane fa, il gruppo ha chiesto l’amministrazione controllata per procedere alla ristrutturazione autonomamente, diventando indipendente dalla statunitense General Motors. Il numero uno di Saab, Jan-Aake Jonsson, ha detto che rimetterà il gruppo in carreggiata con la produzione di quattro nuovi modelli nell’arco dei prossimi diciotto mesi. La frenata è del 4%. Il Codacons: abbassare i prezzi di Vindice Lecis ROMA. I consumi delle famiglie sono ancora in calo e le imprese restano pessimiste sulla ripresa, anche se qualche lieve cenno di recupero inizia a spuntare. I consumatori intanto chiedono un taglio dei prezzi significativo e non inferiore al 10%. La Confcommercio ha certificato che anche a febbraio, per il dodicesimo mese consecutivo, i consumi si sono ridotti del 4% (a gennaio del 4,3%) a conferma che la fase critica non si è esaurita. Dato analogo si è registrato nei paesi di Eurolandia. Solo nel febbraio 2008 i consumi erano aumentati dell’1%, un lusso per questi tempi. Le famiglie hanno anche confermato che a marzo «il clima di fiducia è tornato a scendere dopo un bimestre caratterizzato da un moderato recupero. Ancora particolarmente pesanti gli effetti della riduzione della domanda interna ed estera sulla produzione industriale». A parte la questione fiducia, con le famiglie che non vedono la fine del tunnel della crisi, il dato di febbraio rappresenta «la sintesi di una flessione particolarmente accentuata della domanda relativa ai beni — commenta la Confcommercio — pari a -5,1%, a cui si è continuata ad associare una riduzione della domanda per i servizi (-1,4%9)». In particolare la flessione ha interessato la domanda di beni e servizi per la cura della persona e confermato le difficoltà per l’abbigliamento e l’auto. Per la Confcommercio uno degli indicatori della crisi è nel calo, che dura ormai da un anno, della domanda per i prodotti alimentari, con una contrazione degli acquisti dell’1% in valore e del 4,5% in Una vetrina di un negozio quantità. Anche la domanda per beni e servizi ricreativi è calata del 1,6%, con l’unica eccezione di quella per concorsi e pronostici. Poco meno del 2% la flessione per ristoranti e alberghi. A febbraio c’è stato anche il crollo del 16,4% di beni e servizi per la mobilità, legato alla diminuzione della vendita di vetture con un trend che però già a marzo potrebbe invertirsi. Per il Codacons il calo dei consumi conferma che serve una terapia d’urto: abbassare i prezzi di almeno il 10%. «La Confcommercio — chiede l’associazione — invii una lettera ai suoi iscritti per spiegare loro la legge della domanda e dell’offerta: quando la domanda cala i prezzi devono scendere e non salire». Inoltre il Codacons invita il governo a «rispettare quanto promesso, ossia social card per 1.300.000 destinatari. Per ora ne sono state erogate la metà». Anche le imprese vedono nero ma i giudizi sulle proprie condizioni operative «mostrano alcuni segnali di recupero». E’ il dato più significativo che emerge dall’indagine trimestrale di Bankitalia e Sole 24 Ore sulle condizioni di inflazione e crescita che fa segnare anche un miglioramento della valutazione sulle condizioni per l’invstimento e per l’accesso al credito. BORSA v TITOLO Quot. uff. in euro Quot. rif. in euro Var. Rif. Min. anno Mass. anno in % in euro in euro 0,568 1,170 8,665 4,859 54,147 1,304 0,804 3,173 15,990 0,688 0,601 0,401 0,366 4,283 1,488 11,555 1,543 0,046 1,494 3,558 11,517 4,767 4,668 4,874 0,560 1,156 8,495 4,830 53,840 1,279 0,810 3,070 15,990 0,666 0,599 0,390 0,369 4,202 1,470 11,150 1,480 0,045 1,497 3,550 11,310 4,780 4,605 4,760 2,482 6,979 1,486 4,303 1,381 2,692 42,745 2,547 2,842 0,494 2,566 4,071 3,723 5,159 0,478 7,088 4,391 4,270 0,074 5,839 9,807 0,594 5,530 0,475 0,291 3,870 21,900 1,708 29,842 3,373 0,187 3,436 0,698 7,280 5,319 9,439 2,405 6,910 1,485 4,190 1,374 2,600 42,600 2,535 2,995 0,486 2,540 3,987 3,690 5,050 0,470 6,750 4,340 4,270 0,070 5,700 9,675 0,585 5,430 0,483 0,281 3,850 21,900 1,700 29,710 3,307 0,184 3,367 0,660 7,310 5,075 9,260 -1,029 -0,576 -0,067 -1,988 -1,080 +0,775 -2,629 -1,934 +5,924 -1,018 +0,099 +1,013 -0,940 +6,992 -0,634 -3,017 -1,139 1,771 5,031 2,063 1,745 2,552 0,233 4,731 0,409 2,525 20,204 1,312 0,315 3,018 2,341 0,159 0,810 0,832 0,642 1,310 0,389 2,045 26,656 0,898 6,361 3,321 0,265 0,673 1,782 5,050 2,070 1,680 2,557 0,229 4,700 0,401 2,475 19,690 1,267 0,305 3,000 2,350 0,157 0,803 0,819 0,640 1,260 0,375 2,040 26,950 0,900 6,450 3,280 0,252 0,677 -3,100 +2,382 +2,096 -1,754 +1,690 +5,920 +0,427 -4,524 +3,125 -1,599 +1,360 +11,700 A 9028 9621 9512 9357 9094 9080 9566 9124 9060 9005 9836 9105 9434 9012 9049 9212 9163 9528 9035 9146 9338 9020 9574 9398 A.s. Roma A2a Acea Acegas-aps Acotel Group Acq Potabili Acsm-agam Actelios Adf Aedes Aeffe Aicon Alerion Alleanza Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Arena Ascopiave Astaldi Atlantia Auto To Mi Autogrill Azimut 9197 9268 9050 9143 9582 9033 9325 9506 9280 9292 9397 9474 9472 9548 9533 9542 9514 9349 9616 9537 9029 9610 9037 9569 9874 9048 9040 9092 9041 9516 9045 9518 9102 9068 9557 9556 Banca Generali Banca Ifis Banca Italease Banco Popolare Basicnet Bastogi Bb Biotech Bca Carige Bca Carige R Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca Pop.etruria E Bca Pop.milano Bca Pop.spoleto Bca Profilo Bco Bilbao Vizcaya Bco Desio-brianza Bco Desio-brianza Bco Popolare W10 Bco Santander Bco Sardegna Rnc Beghelli Benetton Beni Stabili Bialetti Industrie Biesse Boero Bolzoni Bon Ferraresi Brembo Brioschi Bulgari Buongiorno Burani F.g Buzzi Unic R Buzzi Unicem 9329 9327 9066 9058 9306 9056 9061 9617 9527 9333 9053 9312 9580 9067 9042 9087 9070 9317 9027 9073 9508 9452 9835 9454 9100 9522 9570 C Latte To Cad It Cairo Communicat Caltag Edit Caltagirone Camfin Campari Cape Live Carraro Cattolica As Cdc Cell Therap Cembre Cementir Hold Chl Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cr Artigiano Cr Bergamasco Cr Valtel W09 Cr Valtellinese Credem Crespi Csp 9355 9047 9676 9089 9090 9103 D’amico Dada Damiani Danieli Danieli Rnc Data Service 0,549 0,966 7,850 3,572 36,408 0,679 0,624 2,559 13,709 0,302 0,441 0,163 0,268 3,213 0,764 8,936 1,541 0,015 1,441 2,608 9,564 3,839 3,196 3,114 0,678 1,476 10,415 5,083 54,147 1,345 0,996 3,267 17,300 0,688 0,731 0,416 0,423 6,120 1,488 12,142 2,954 0,049 1,539 4,329 13,786 5,671 5,966 4,874 2,018 5,161 1,099 1,917 1,047 1,411 38,083 1,585 1,960 0,357 2,128 2,805 2,783 4,007 0,380 4,332 3,604 3,796 0,062 4,065 7,866 0,342 4,561 0,372 0,172 2,888 21,000 1,244 22,616 2,168 0,159 2,835 0,495 7,273 3,848 6,869 3,059 6,979 2,519 5,951 1,426 3,622 48,909 2,570 2,842 0,525 2,912 4,272 4,477 5,191 0,536 9,300 4,923 4,506 0,152 7,173 9,855 0,641 6,224 0,630 0,351 5,290 24,100 1,873 29,956 4,259 0,277 4,478 0,711 10,125 7,096 11,922 +5,145 +0,127 -0,248 -0,244 +0,629 -0,787 -1,316 -0,971 -1,535 +2,740 +0,939 +0,306 -4,545 -2,518 1,513 3,738 1,428 1,399 1,920 0,158 3,928 0,363 2,308 13,120 0,666 0,039 2,594 1,728 0,075 0,582 0,661 0,574 0,887 0,315 1,846 18,685 0,201 4,803 1,727 0,168 0,555 2,184 5,185 2,175 2,300 2,699 0,340 4,935 0,500 2,738 26,553 1,312 0,372 3,541 2,701 0,204 0,918 0,893 0,747 2,743 0,411 2,060 27,658 1,065 7,370 4,249 0,395 1,023 1,063 -0,747 4,497 -4,309 1,026 -0,388 7,030 +4,148 4,180 -0,713 1,000 -1,961 0,991 4,593 0,716 5,700 3,688 0,562 1,388 7,358 1,034 9,246 5,316 1,164 -3,282 +0,873 -5,084 +0,835 +1,547 -0,467 +1,377 -3,987 +4,063 +0,167 -2,133 +10,314 -3,833 +3,376 -7,083 -5,972 -1,290 +3,877 -1,738 +3,575 -0,968 +3,478 B -5,405 -3,390 +1,203 +1,386 -3,036 +2,006 -2,768 -1,282 -2,746 +1,054 +2,797 +2,161 -0,517 -4,827 -1,216 -1,456 -1,489 C D 1,094 4,593 1,034 6,969 4,269 1,019 Gli indici S&p/mib Mib 30 Mibtel Midex All Star Mibtes Mib30s 6 1,24 6 1,08 6 0,98 6 1,21 +1,14 +0,05 +0,04 16690,00 17489,00 13414,00 17620,00 8562,00 25888 34319 v TITOLO Quot. uff. in euro Quot. rif. in euro 9018 9072 9003 9598 9326 9351 9359 Datalogic De’longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group Dmt 4,061 1,513 1,069 16,610 1,989 3,986 5,522 4,085 1,515 1,059 16,750 2,000 4,050 5,450 +0,864 +1,067 +4,851 +1,515 9274 9275 9138 9346 9188 9613 9575 9347 9525 9128 9576 9057 9619 9154 9157 9099 9104 9084 9088 9011 9530 9627 9139 9628 9081 Edison Edison R Eems El.en Elica Emak Enel Engineering Eni Enia Erg Erg Renew Ergo Previde Ergy Capital Ergy Capital W11 Espresso Esprinet Eurofly Eurotech Eutelia Everel Group Exor Exor Priv Exor Risp Exprivia 0,938 1,352 1,139 10,885 0,842 3,316 3,630 17,606 14,798 4,020 10,453 0,854 4,475 0,393 0,084 0,857 5,213 0,107 2,653 0,309 0,087 9,738 5,867 6,340 0,953 0,927 1,334 1,141 10,770 0,802 3,350 3,617 17,500 14,610 3,912 10,540 0,868 4,485 0,380 0,085 0,840 5,135 0,104 2,680 0,300 0,095 9,220 5,755 6,150 0,946 +0,816 +1,832 +9,712 +1,317 +0,312 +0,075 +0,836 +2,820 -1,284 +0,773 +1,346 +4,578 INDICI Dow Jones (h.12) Nasdaq Comp. (h.12) Franc.xetra Dax Lnd Ft 100 Parigi Cac 40 Tokyo Nikkei VAR -1,65 -2,09 +0,18 -0,90 -0,98 +1,24 +1,250 -3,625 3,722 1,062 0,833 13,197 1,683 3,353 2,072 5,070 1,625 1,404 17,252 2,890 4,313 13,585 0,685 1,080 0,490 9,422 0,512 2,963 3,337 12,450 12,310 2,457 8,601 0,651 4,356 0,298 0,055 0,579 3,213 0,053 1,533 0,270 0,087 5,407 3,197 3,770 0,741 0,984 1,352 1,315 15,849 0,934 4,043 4,802 17,606 17,902 4,020 10,453 0,950 4,850 0,427 0,103 1,209 5,213 0,125 2,745 0,433 0,156 9,738 5,867 6,340 1,030 E -3,797 +6,250 -2,041 +2,751 +2,061 +11,900 -2,280 -5,966 -0,604 -0,566 +4,704 F v TITOLO Quot. uff. in euro Quot. rif. in euro 9187 9706 9852 9361 9017 9555 9339 9301 9578 9054 9149 9148 9152 9153 1,461 0,643 0,012 0,083 1,298 1,502 0,997 2,936 0,184 3,591 4,257 8,509 24,417 17,074 1,414 0,640 0,012 0,082 1,300 1,467 0,971 2,867 0,176 3,695 4,172 8,160 23,800 17,000 -5,733 -1,538 -12,409 +0,367 +0,541 -3,487 -0,867 -1,798 0,685 0,692 Intesa Sanpaolo Rn Inv E Sviluppo Med Invest E Svil W09 Invest E Sviluppo Ipi Irce Iride Isagro It Holding It Way Italcement R Italcementi Italmobil Italmobil R Var. Rif. Min. anno Mass. anno in % in euro in euro +1,861 +0,907 -1,805 +0,634 +1,130 0,928 0,623 0,006 0,047 1,148 1,302 0,632 2,423 0,166 3,361 3,488 6,538 19,137 12,727 2,018 0,980 0,013 0,097 2,005 1,835 0,997 3,547 0,252 5,220 5,985 9,711 33,880 23,379 -1,143 0,648 0,873 J 9116 Juventus Fc K 9358 9253 9269 9270 9334 K.r.energy Kinexia Kme Group Kme Group Risp Kme Group W09 9524 9430 9594 9207 9344 La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica 9821 9245 9513 9019 9052 Maire Tecnimont Management E C Marcolin Marr Mediacontech 0,187 2,138 0,666 0,991 0,030 0,184 -0,915 2,197 -1,897 0,668 +4,781 0,999 +3,523 0,030 -0,333 0,167 1,399 0,453 0,695 0,019 0,296 2,209 0,666 0,991 0,052 1,660 2,816 0,322 12,992 12,289 1,625 -1,396 2,797 +3,611 0,313 -2,188 13,040 +2,114 12,260 +2,337 0,914 2,196 0,274 12,071 9,571 1,660 3,497 0,348 18,009 13,469 1,442 0,551 1,197 5,069 2,164 1,398 -1,549 0,555 1,230 -0,405 5,100 +1,392 2,200 +2,564 0,996 0,334 1,017 4,562 1,736 1,637 0,551 1,404 5,555 2,416 L M v TITOLO 9558 Prima Industrie 9353 Prysmian Quot. uff. in euro Quot. rif. in euro Var. Rif. Min. anno Mass. anno in % in euro in euro 8,659 8,629 8,400 8,385 -0,709 -0,710 6,005 6,074 10,758 10,801 0,164 0,221 0,602 0,783 2,034 4,240 15,765 0,350 0,122 0,949 0,157 0,254 0,156 0,220 0,586 0,753 2,007 4,265 15,850 0,338 0,121 0,950 0,158 0,261 -3,333 +4,762 +1,471 -0,856 -2,311 +1,608 +1,084 -2,312 0,123 0,165 0,444 0,499 1,955 3,741 12,439 0,203 0,082 0,613 0,143 0,113 0,173 0,288 0,758 1,026 2,356 4,359 16,685 0,382 0,174 1,089 0,400 0,475 8,784 0,572 6,756 6,867 0,460 14,137 15,000 1,988 10,737 3,776 1,019 1,400 3,823 2,232 3,874 0,177 0,012 1,648 1,032 2,900 1,923 0,152 0,577 0,321 2,300 4,208 8,695 0,552 6,650 6,835 0,450 14,150 15,000 1,988 10,400 3,790 0,880 1,400 3,700 2,180 3,850 0,167 0,012 1,595 0,998 2,822 1,920 0,158 0,560 0,329 2,300 4,112 -1,908 7,463 0,394 3,598 4,442 0,290 10,782 15,000 1,899 7,514 2,810 0,133 0,293 3,229 1,710 3,678 0,106 0,006 0,673 0,681 2,688 1,529 0,094 0,366 0,235 2,300 3,028 16,522 0,609 6,756 7,124 0,769 14,228 16,920 2,860 10,737 4,066 1,131 1,400 4,468 2,298 4,115 0,214 0,014 1,932 1,471 3,081 2,466 0,215 0,577 0,425 2,800 5,178 9,968 1,015 0,806 0,087 0,093 8,320 2,308 0,382 35,455 5,787 0,712 6,077 9,810 1,005 0,787 0,083 0,090 8,265 2,262 0,370 34,670 5,600 0,668 6,085 -2,967 -4,011 -1,625 -4,378 +1,348 +1,473 -1,844 -4,756 -3,453 +0,901 -4,979 +4,374 7,900 0,780 0,610 0,040 0,056 6,167 2,254 0,156 25,992 4,374 0,438 5,137 15,030 1,192 0,859 0,095 0,098 8,821 2,539 0,771 35,455 7,974 1,064 7,584 9,296 0,646 1,555 2,451 0,708 0,470 9,015 -5,799 0,646 -0,232 1,536 +0,721 2,480 +2,585 0,700 -0,143 0,458 -1,505 5,965 0,420 0,714 1,068 0,572 0,392 11,532 0,790 1,962 2,566 1,217 0,893 0,149 1,490 4,027 3,932 0,148 -0,337 1,490 4,050 +1,504 3,895 -0,128 0,109 1,426 3,435 3,039 0,343 1,630 4,375 4,243 0,026 0,053 0,026 +4,000 0,053 +4,790 0,023 0,030 0,040 0,058 3,386 0,426 1,342 3,400 +0,443 0,420 -1,408 1,365 -4,278 3,212 0,400 1,342 4,201 0,660 2,000 R 9238 9342 9565 9564 9461 9221 9345 9085 9065 9549 9447 9228 R Demedici Ratti Rcs Medgr R Rcs Mediagr Rdb Recordati Reply Retelit Retelit W 08-11 Ricchetti Rich Ginori Risanamento 9590 9579 9505 9481 9091 9247 9248 9222 9837 9008 9256 9257 9123 9297 9115 9271 9272 9190 9276 9618 9032 9278 9315 9283 9550 9596 Sabaf Sadi Servizi Indus Saes Gett Rnc Saes Getters Safilo Group Saipem Saipem Ris Saras Sat Save Seat Pg Seat Pg R Sias Snai Snam Gas Snia Snia W10 Socotherm Sogefi Sol Sole 24 Ore Sopaf Sorin Stefanel Stefanel Rnc Stmicroel +2,151 +4,485 +13,696 S +0,058 -4,000 +3,021 +3,561 +3,448 +1,434 +0,658 +4,261 +1,134 -15,628 -3,520 -1,357 -0,517 -5,590 -0,833 -4,491 +3,152 -2,336 -1,387 +6,757 +1,818 +4,603 T 9031 9193 9260 9647 9648 9194 9360 9553 9331 9511 9302 9063 Tas Telecom It Telecom It R Telecom Me Telecom Me R Tenaris Terna Tiscali Tod’s Trevi Finanz Trevisan Com Txt 9287 9201 9082 9083 9352 9303 Ubi Banca Uni Land Unicredit Unicredit Risp Unipol Unipol P 9024 9308 9309 9310 V Ventaglio Vianini Indus Vianini Lavori Vittoria Ass U 9004 9112 9113 9114 9335 9211 9503 9377 9259 9038 9243 9244 9077 Fastweb Fiat Fiat Priv Fiat Rnc Fidia Fiera Milano Fil Pollone Finarte Aste Finmeccanica Fmr Art’e’ Fond-sai Fond-sai R Fullsix 15,576 7,022 3,777 4,338 4,144 4,172 0,354 0,150 9,715 4,992 9,036 7,510 1,740 15,230 6,750 3,627 4,260 4,085 4,110 0,352 0,150 9,535 4,997 8,990 7,535 1,775 -0,975 -1,747 -1,023 +2,281 -0,850 -2,143 -3,429 -9,530 -0,677 +16,221 +1,353 +0,735 14,856 3,437 1,917 2,472 2,939 3,432 0,271 0,128 8,579 3,511 8,181 5,054 1,484 22,067 7,022 3,777 4,338 6,072 4,616 0,479 0,185 12,249 4,992 14,022 8,717 1,963 G 9369 9332 9607 9129 9130 9131 9006 9330 9622 9025 9510 9126 Gabetti Gas Plus Gefran Gemina Gemina Rnc Generali Geox Gewiss Grandi Viaggi Granitifiandre Gruppo Coin Gruppo Minerali M 0,700 6,666 2,207 0,357 0,631 13,101 5,202 2,650 0,894 2,052 1,705 3,597 0,700 -2,507 6,640 -1,337 2,180 -0,457 0,338 -1,884 0,600 13,080 -1,949 5,065 -4,253 2,650 +1,923 0,895 -1,432 1,990 -0,995 1,680 -1,118 3,620 -3,402 0,673 5,943 2,108 0,211 0,300 9,947 4,041 2,075 0,763 1,935 1,493 3,597 1,027 7,647 3,231 0,485 0,631 19,635 5,202 2,888 0,967 3,936 2,222 7,600 1,358 1,368 +5,231 1,124 1,613 0,813 11,940 0,498 1,711 5,360 1,630 1,950 0,237 0,522 2,015 1,379 1,368 13,519 0,759 2,236 7,749 4,417 4,500 0,364 0,824 4,406 2,720 H 9251 Hera I 9036 9515 9001 9075 9076 9174 9336 9290 9122 9554 9186 Igd Ima Immsi Impregilo Impregilo R Indesit Com Indesit Com Rnc Intek Intek R Interpump Intesa Sanpaolo 0,924 12,413 0,591 2,226 7,749 2,763 3,620 0,364 0,824 2,860 2,122 0,933 12,400 0,579 2,177 7,965 2,710 3,700 0,361 0,829 2,780 2,115 +1,412 +0,405 -0,172 +2,230 +6,413 +7,968 +11,782 +3,582 +9,801 -1,331 -2,309 Euribor / Oro monete Borse estere 6038 6041 6047 6037 6035 6042 Var. Rif. Min. anno Mass. anno in % in euro in euro SCADENZA 1 Mese 6 Mesi 12 Mesi Tasso 360 Tasso 365 1,055 1,644 1,802 1,070 1,667 1,827 Oro monete TITOLO Oro Fino (per Gr.) Denaro 20,660 Lettera 22,000 Argento (per Kg.) Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Marengo Italiano Marengo Svizzero Marengo Francese 232,410 145,900 145,900 145,900 116,200 113,620 113,620 9543 9173 9539 9458 9429 9039 9175 9176 9494 9178 9010 9014 9046 9095 9500 9184 9185 9451 Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea A Mid Ind Cap W10 Mid Industry Cap Milano Ass Milano Ass R Mirato Mittel Molmed Mondadori Mondo Tv Monrif Monte Paschi Montefibre Montefibre R Mutuionline 3,621 6,727 2,730 2,041 0,109 14,900 1,814 2,035 4,484 2,755 1,236 2,481 3,467 0,404 1,063 0,166 0,210 3,682 3,532 6,565 2,625 1,992 0,109 14,900 1,815 1,973 4,380 2,787 1,220 2,440 3,435 0,405 1,059 0,162 0,210 3,765 +10,909 -0,914 +0,292 +2,273 +1,243 -2,049 -0,095 +4,656 3,101 4,852 2,059 1,283 0,065 13,400 1,120 1,233 3,463 2,429 0,778 2,297 2,740 0,402 0,791 0,124 0,134 2,750 4,520 7,959 3,172 2,308 0,278 15,500 2,320 2,426 4,934 3,247 1,236 3,739 4,616 0,495 1,578 0,223 0,249 3,682 0,600 0,022 2,147 0,600 0,022 2,140 +1,905 0,593 0,016 1,575 0,621 0,039 2,220 0,432 0,286 0,415 +3,750 0,270 -7,216 0,213 0,115 0,460 0,422 1,194 1,184 0,469 6,598 0,913 1,930 1,952 0,148 0,182 0,289 9,010 0,389 0,966 0,838 2,314 1,554 0,688 9,910 1,324 3,947 5,745 0,309 0,302 0,403 10,957 0,827 1,406 1,077 -3,418 -3,028 -2,688 -1,872 +0,134 -0,820 -0,202 -2,667 V W 9707 W Inv E Svil Med 1 9133 Warr Intek 11 Z 9239 Zignago Vetro 9314 Zucchi 9340 Zucchi Rnc N 9111 Negri Bossi 9316 Negri Bossi W10 9236 Nice O 9529 Olidata 9147 Omnia Network P 9013 9110 9109 9534 9180 9206 9151 9208 9209 9213 9567 9183 9350 9465 304,710 175,600 175,600 175,600 144,610 134,280 134,280 Panariagroup Parmalat Parmalat W15 Permasteelisa Piaggio Pininfarina Pirelli Real Pirelli&co Pirelli&co R Pol Editoriale Poligraf S F Poltrona Frau Premafin Premuda 1,297 1,554 0,646 8,810 1,094 3,489 4,053 0,211 0,247 0,346 10,439 0,767 1,020 0,910 1,233 1,520 0,638 8,690 1,050 3,407 4,030 0,209 0,256 0,340 10,460 0,735 1,007 0,920 -3,747 -1,363 -0,391 -1,697 -4,545 +4,125 +7,467 +4,636 +17,431 -0,875 -0,853 -3,859 +0,700 +2,222 Pronto Borsa • 166.828.828 • 166.848.848 • 166.868.868 Nuovi numeri diretti Quotazione singolo titolo (il codice è pubblicato a sinistra del titolo stesso) Gestione lista personalizzata Tassi d'interesse • 166.858.858 • 166.878.878 • 166.818.818 • 166.838.838 Cambi in diretta Blue Chips di Milano Panoramica mercati mondiali Cambi Bankitalia Help line: 051-6174500 • Realizzato da Somedia in collaborazione con DJT-Italia a 1.524 lire al minuto + Iva IL CENTRO A5 ATTUALITA’ MARTEDÌ 7 aprile 2009 37 Visita a sorpresa della cancelliera ai 700 soldati tedeschi in Afghanistan. Solo una telefonata al premier di Kabul La Merkel evita Karzai e critica la legge pro-stupri BERLINO. Angela Merkel, in Afghanistan per una visita a sorpresa ai soldati tedeschi stanziati a Kunduz, ha evitato di incontrare Hamid Karzai, il presidente che la cancelliera tedesca ha sentito solo per telelefono esprimendogli forte disappunto per la legge sul matrimonio che legalizza gli stupriconiugali nelle famiglie sciite. La controversa normativa, che ha suscitato una valanga di critiche, è stata firmata a marzo da Karzai ma ancora non è stata pubblicata ed è ora oggetto di un’attenta revisione. Sulle emittenti televisive tedesche ci si chiede se il mancato incontro con Karzai vada interpretato come un segnale di critica al go- verno afgano, e si sottolinea che ovviamente la cancelliera non si è espressa a riguardo. Merkel ha detto chiaramente al presidente afghano e gli ha detto che la legge sul matrimonio proprio non va e che non è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera all’accampamento di Kunduz, dove sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove ne morirono 3 l’anno corso - è stata tenuta segreta fino all’ultimo momento, per ragioni di sicurezza, spiega la stampa locale. Merkel si è detta ottimista sulla situazione - «c’è speranza» ha detto - sostenendo però che sul posto «le condizioni di sicurezza devono ancora migliorare». Dopo il decollo dell’aereo della cancelleria tedesca Angela Merkel sono stati lanciati due razzi. L’attacco è stato rivendicato dai talebani, ma un esponente dell’esercito tedesco ha negato che l’obiettivo del lancio fosse la cancelliera: «E’ una totale sciocchezza», ha detto il portavoce. Poco prima un rappresentante dei talebani, Sabiullah Mudschahid, aveva dichiarato alla Dpa che il bersaglio dell’attacco era proprio l’aereo della Merkel. Secondo il governo tedesco due razzi sono caduti fuori dal campo di Kunduz senza provocare nè feriti nè danni. Obama: «Non faremo mai guerra all’islam» Il presidente Usa in Turchia rompe clamorosamente con l’eredità di Bush dal corrispondente Andrea Visconti NEW YORK. Mai gli Stati Uniti faranno guerra al mondo musulmano. Lo ha dichiarato senza mezzi termini Barack Obama che parlando ieri davanti al parlamento turco ha preso ancora una volta le di«So che la fiducia che c’era fra di noi è stata messa a dura prova e so che questa tensione si avverte in molti paesi dove si pratica la fede musulmana», ha detto il presidente Usa che ha scelto la Turchia come primo paese islamico da visitare nel corso della sua prima missione ufficiale all’estero. «Permettetemi di dire questo nel modo più chiaro possibile: gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Islam ne intendono mai esserlo». Il messaggio, pronunciato nella capitale Ankara dvanti ai membri del Parlamento, è venuto il giorno dopo che Obama parlando a Praga aveva sollevato la questione dell’ingresso della Turchia nell’Unione Europea e aveva espresso parere favorevole. «Non ci sono solamen- stanze da George W. Bush cercando di lanciare un messaggio con cui iniziare una lenta operazione per ricucire le relazioni fra Occidente e Islam e gettare le basi per un nuovo rapporto di fiducia. Il presidente Barack Obama con Tayyip Erdogan Attentati simultanei in cinque diverse parti della città te ponti sul Bosforo che collegano la Turchia all’Europa», ha detto il capo della Casa Bianca sostenendo che l’ingresso della Turchia nella Ue servirebbe ancora una volta proprio ad espandere e rafforzare la base dell’Europa. Obama, accolto con entusiasmo dalla maggior parte dei membri del Parlamento di Ankara, ha insistito su quanto sia importante che l’occidente faccia di tutto per rendere quanto più solida possibile la partnership con il mondo musulmano. E a questo scopo ha fatto riferimento al terrorismo che rischia di mettere in subbuglio la parte orientale della Turchia abitata dalla minoranza kurda. Il presidente Usa ha parlato specificamente di «attività terroristiche» per mano del Pkk, il movimento separatista curdo che vorrebbe arrivare a spaccare la Turchia per creare una nazione separata che inglobi parte dell’Iraq settentrionale. La missione di Obama nel mondo islamico non si limi- Era indagato per corruzione Sei autobombe a Baghdad morte almeno 32 persone Cadono le accuse contro il leader sudafricano Zuma BAGHDAD. Come negli anni peggiori dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, un’ondata di attentati ha ieri ripetutamente scosso Baghdad: sei autobombe sono esplose in cinque diverse zone della città causando la morte di almeno 32 persone e il ferimento di altre 140. Una sequenza micidiale, iniziata di buonora, alle 07:00, con una esplosione accanto ad un gruppo di operai che attendeva nel quartiere al Allawi di andare al lavoro: i morti sono stati cinque e i feriti quindici. Poco dopo è stata la volta del grande sobborgo sciita Sadr City, per anni teatro di attentati che sono costati la vita a megliaia di persone e da mesi invece relativamente tranquillo. Ieri, l’esplosione di un’autobomba vi ha fatto 10 morti e 65 feriti. E ancora, due autobomba sono saltate in aria quasi simultaneamente nel PRETORIA. La Procura generale sudafricana ha annunciato la cessazione dei procedimenti giudiziari per corruzione contro il candidato favorito alla presidenza, Jacob Zuma, mettendo fine a otto anni di indagini a meno di tre settimane dalle elezioni generali. «Non è possibile nè desiderabile per la Procura generale continuare i procedimenti contro il signor Zuma» ha dichiarato il procuratore generale, Mokotedi Mpshe, nel corso di una conferenza stampa. Il procuratore ha motivato la sua decisione con la condotta «inappropriata» del capo dei servizi investigativi della Procura al tempo dell’incriminazione di Zuma, Leonard McCarthy. quartiere di Um al-Maalif, in un mercato popolare, causando 12 morti e 25 feriti, tra cui numerose donne e bambini. E non era finita: un ordigno celato in un minibus nel quartiere Nuova Baghdad è esploso al passaggio del convoglio di un alto magistrato, provocando la morte di due persone e il ferimento di altre quattro. Poi, nel quartiere Husseiniya, una autobomba parcheggiata ai margini di una strada è esplosa provocando quattro morti e venti feriti. Nessuno ha rivendicato l’ondata di attentati, mentre le forze della sicurezza da giorni erano in stato di allerta in tutto il paese, e a Baghdad in particolare, in vista del 9 aprile, anniversario della caduta del regime di Saddam. Le autorità ufficiali non hanno ancora fatto commenti, mentre diversi uomini politici si sono affrettati ad esprimere condanna. terà a questo incontro col Parlamento. Per oggi è previsto a Istanbul un meeting con un gruppo di leader religiosi e una visita alla moschea dedicata al Sultano Ahmed. La giornata si concluderà con uno scambio di domande e risposte con un gruppo di studenti turchi. Ma il messaggio di apertura al mondo islamico di Obama deve fare i conti anche con l’opinione pubblica negli Stati Uniti. Mentre la maggior parte degli americani sono aperti ad un rapporto normalizzato col mondo musulmano, sulla base del rispetto delle reciproche differenze, c’è una parte dell’elettorato Usa che vede ancora con sospetto Obama e i suoi legami col mondo islamico. Già in campagna elettorale circolarono email in cui veniva accusato di essere segretamente un musulmano che una volta alla Casa Bianca avrebbe cercato di radicalizzare l’America lontana dalle sue radici cristiane e trasformarla in un paese islamico. L’Italia, presidente di turno del G8, sostiene l’apertura di Obama al mondo islamico Angela Merkel in Afghanistan SFUMA LA COMMESSA FINMECCANICA -GATES FERMA IL SUPER-ELICOTTERO Il ministro della Difesa statunitense, Robert Gates, raccomanda lo stop al programma di sviluppo del nuovo elicottero del presidente Usa, nel quale è impegnata anche AgustaWestland (Finmeccanica). Secondo Gates il costo è salito a 13 miliardi di dollari contro i 6,5 miliardi previsti inizialmente. «Credo che questo non sia consigliabile nè sostenibile». IN TV A GAZA, SDEGNO IN ISRAELE -HAMAS: «GLI EBREI BEVONO SANGUE» Sdegno in Israele un per un filmato, trasmesso dalla televisione di Hamas a Gaza, in cui si afferma che gli ebrei «vogliono bere il sangue degli islamici e degli arabi» e che lo usano «per sciacquarsi le mani». Il filmato mostra due attori palestinesi vestiti come ebrei ortodossi che, ondeggiando col corpo, ne simulano le preghiere rituali, suscitando l’ilarità del pubblico. PERÙ, È ACCUSATO DI MASSACRI -SENTENZA PER FUJIMORI Oggi la Corte Suprema di Lima (Perù) emetterà la sentenza nei confronti dell’ex presidente Alberto Fujimori accusato di essere il mandante di due massacri avvenuti durante il suo mandato (1990-2000), in cui hanno trovato la morte 25 persone. PIRATERIA Somalia, sequestrata anche una nave italiana ROMA. Nuova offensiva dei pirati al largo della Somalia: cinque le imbarcazioni prese d’assalto nell’Oceano Indiano dallo scorso sabato e tra le ultime catturate ieri c’è anche una nave britannica gestita da una società italiana, la B Navi, con sede a Marina di Carrara. La nave si chiama Malaspina Castle, stazza 32.000 tonnellate ed è stata sequestrata al largo della Somalia. La nave figura nella flotta dell’armatore Enrico Bogazzi. Zapatero, rimpasto anti-crisi Il ministro Franco Frattini vola in Siria e Libano Incontrerà il premier Assad e i leader Hezbollah Una donna, Elena Salgado, al comando dell’economia ROMA. Il ministro degli esteri Franco Frattini è da oggi in medio Oriente, prima a Beirut e poi a Damasco. Dai leader libanesi e siriani che incontrerà (in agenda anche un faccia a faccia con il presidente Bashar al-Assad), Franco Frattini avrò modo di sentire i contrastanti stati d’animo che dominano le cancellerie della regione dopo le aperture di Narack Obama al mondo musulmano. L’Italia, presidente di turno del G8, sostiene con convinzione la strategia del dialogo che l’amministrazione democratica di Obama intende seguire con Siria e Iran dopo gli anni di gelo con Il ministro Franco Frattini George W. Bush alla Casa Bianca. A patto ovviamente che Damasco e Teheran mostrino una reale volontà di collaborare nello sciogliere i nodi dell’area, a cominciare da dal rebus israelo-palestinese. Già stasera il capo della diplomazia italiana raggiungerà Beirut, dove domani ha in agenda una fitta serie di colloqui con i vertici istituzionali alla vigilia delle delicate elezioni parlamentari che si terranno nel Paese dei Cedri il prossimo 7 giugno. Frattini incontrerà il capo dello Stato cristiano maronita Michel Suleiman, il presidente del Parlamento, lo sciita Nabih Berri alleato degli Hezbollah, il primo ministro sunnita Fuad Siniora e il ministro degli Esteri Faouzi Salloukh e lo sciita Nabih Berri alleato degli Hezbollah. MADRID. Via Pedro Solbes, sostituito ai comandi dell’economia spagnola da una donna, Elena Salgado, dentro i «baroni» del Psoe Josè Blanco e Manuel Chaves: questi i contorni del rimpasto di governo anti-crisi di Josè Louis Zapatero, che la stampa spagnola unanime ieri in prima pagina dà per imminente, citando fonti del partito socialista del premier. La mossa dovrebbe essere annunciata nei prossimi giorni dal capo del governo al rientro dall’attuale giro di vertici europei e atlantici. Le fughe di notizie sul rimpasto hanno irritato Zapatero, scrivono i quotidiani di Madrid, diminuendo l’impatto della tanto attesa «foto con Oba- ma»: l’istantanea scattata dopo il suo incontro a Praga con il nuovo inquilino della Casa Bianca la rivincita dopo 5 anni di gelo con gli Usa. Il predecessore di Barak Obama George W. Bush si era sempre rifiutato di incontrare il premier socialista, facendogli pagare il ritiro spagnolo dall’Iraq, prima decisione rpesa da Zapatero dopo il suo arrivo al potere nel marzo 2004. «Sono contento di chiamarla amico» ha detto Obama a Zapatero davanti ai cronisti. Una frase ieri sulle prime pagine dei giornali di Madrid. Da alcune settimane secondo la stampa il premier spagnolo aveva previsto di procedere al rientro dalla tournee dei vertici, e con la fo- to con Obama in tasca, ad un forte rimpasto di governo, per ritrovare smalto e credibilità sul piano interno. L’ultimo sondaggio, pubblicato ieri dal quotidiano di sinistra Publico, vede ora il Partido Popular di Mariano Rajoy con il 40,7% (+5% rispetto a gennaio) delle intenzioni di voto davanti al Psoe di Zapatero, al 39,2%. Una tendenza che potrebbe portare i socialisti ad un crollo alle europee. Il premier paga l’effetto crisi, e l’apparente scarsa efficacia delle misure prese per fronteggiare la recessione, che in Spagna fra l’altro ha provocato già una disoccupazione record al 15%, che salirà al 20% nel 2010. 38 MARTEDÌ AN NECROLOGIE 7 aprile 2009 † † PARTECIPAZIONE Carlo De Benedetti, Monica Mondardini e i Consiglieri di Amministrazione del Gruppo l’Espresso partecipano con grande commozione al gravissimo lutto che ha colpito Giustino Parisse, giornalista de il Centro Quotidiano dell’Abruzzo, per la scomparsa dei figli PARTECIPAZIONE Pasquale Galante e famiglia sono vicini all’amico Giustino Parisse e alla moglie in questa tremenda prova. MARIA PAOLA e DOMENICO e del padre DOMENICO Roma, 7 aprile 2009 † PARTECIPAZIONE Sergio Baraldi, Maurizio De Luca e Marco Moroni abbracciano con grande affetto Giustino Parisse per il tremendo lutto che lo ha colpito con la scomparsa del padre PARTECIPAZIONE Il direttore di area della A. Manzoni e C. Spa Emilio Zampacorta, partecipa con grande dolore al lutto che ha colpito improvvisamente la famiglia Parisse per la scomparsa dei propri cari. Pescara, 7 aprile 2009 † PARTECIPAZIONE Fabio Pietrantonio si associa al dolore che ha colpito l’amico Giustino per la prematura perdita dei propri cari. L’Aquila, 7 aprile 2009 † Roma, 7 aprile 2009 † PARTECIPAZIONE Il Direttore de "il Centro" Luigi Vicinanza affranto, partecipa alla tragedia familiare di Giustino Parisse. Pescara, 7 aprile 2009 † PARTECIPAZIONE Il Consigliere Delegato de "il Centro" Domenico Galasso partecipa con grande dolore al lutto che ha così tragicamente colpito la famiglia del giornalista Giustino Parisse. Pescara, 7 aprile 2009 † PARTECIPAZIONE Roberto e Sabrina Marino si stringono all’amico Giustino sconvolto da una grande tragedia familiare. Pescara, 7 aprile 2009 † PARTECIPAZIONE Pier Vittorio Buffa abbraccia con grandissimo affetto Giustino a cui il terremoto ha portato via i figli DOMENICO e MARIA PAOLA e il PAPA’ DOMENICO MARIA PAOLA e il PADRE Roma, 7 aprile 2009 † PARTECIPAZIONE L’amministrazione, la tipografia, l’ufficio diffusione e la rotativa del quotidiano "il Centro" si associano al dolore di Giustino Parisse per il tremendo lutto che lo ha colpito. Pescara, 7 aprile 2009 di anni 85 Ne danno il triste annuncio la moglie Giulia, i figli Camillo, Velia, Antonio e Gabriele, i nipoti e i parenti tutti. NON FIORI MA OPERE DI BENE. I funerali si svolgeranno oggi alle ore 15,00 partendo dall’abitazione dell’estinto in Via Tiburtina, 19 per la Chiesa parrocchiale di S. Pancrazio, dopo le esequie la cara salma verrà tumulata nel cimitero di Chieti. SI RINGRAZIA ANTICIPATAMENTE QUANTI PARTECIPERANNO. Manoppello Scalo, 7 aprile 2009 D’EMILIO L. Manoppello S. Tel. 085 8561065 ANNA MARIA DI NINO Pescara, 7 aprile 2009 Il rito funebre avrà luogo oggi 7 c.m. alle ore 15.30 presso la Chiesa Parrocchiale di S. Francesco Di Paola. † PARTECIPAZIONE Antonio Del Giudice abbraccia forte l’amico Giustino così duramente colpito da un destino inesorabile. Non fiori ma opere di bene. Chieti, 7 aprile 2009 LA SACRA CHIETI Tel. 0871 349308 -336 429511 Ass. AIFAM † Improvvisamente, presso l’Ospedale Clinicizzato di Chieti, ha lasciato per sempre i suoi adorati cari, la bella esistenza di ved. BARBAROSSA La ricordano con l’affetto di sempre i figli Enio, Gino, Mario e Angelo, le nuore Adriana, Anna, Antonella e Raffaella, i nipoti ed i parenti tutti. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata oggi 7 Aprile, alle ore 18.00, nella Chiesa di S. Agostino in Marina di Città Sant’Angelo. Città Sant’ Angelo, 7 aprile 2009 Verrocchio Montesilvano Tel. 085 4682032 Ass. Federcofit Abruzzo † Si è spenta serenamente la cara esistenza di ANTONIO MELATTI † Ieri mattina alle ore 2.30, presso l’Ospedale Civile di Pescara, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari TRIGESIMO 6 Marzo 2009 6 Aprile 2009 “Non piangete la mia assenza, sentitemi vicino e parlatemi ancora. Io vi amero’ dal cielo come vi ho amati sulla terra” (S. Agostino) E’ trascorso un mese dalla scomparsa dell’amato La cara salma, proveniente da Chieti, giungerà a Fossacesia per la celebrazione delle Esequie, questa mattina alle ore 10.00, nella Chiesa Parrocchiale di San Donato. LA FAMIGLIA ANTICIPATAMENTE RINGRAZIA, E DISPENSA DALLE VISITE A CASA DOPO LA CERIMONIA. Fossacesia, 7 aprile 2009 AG. FUN. MARTELLI NICOLA FOSSACESIA AZIENDA CERTIFICATA ISO 9001-2000 E SELEZIONATA ARCO-IFASS NUMERO VERDE 800.466.467 Non fiori ma offerte da devolvere all’ A.I.L. (Associazione Italiana contro le Leucemie - Linfomi e Mieloma). Il rito funebre avrà luogo oggi 7 c.m. alle ore 15, nella Chiesa Parrocchiale Madonna del Carmelo. IL PRESENTE VALE QUALE ANNUNCIO E RINGRAZIAMENTO. Scafa, 7 aprile 2009 On. Funebri SANELLI SALVATORE SCAFA (PE) 085 8541377 GIOVANNI CICORIA Lo ricordano con l’amore di sempre la Moglie Marilena, i figli Rosario, Gianmatteo, Emilia con Stefano ed Emiliano, la sorella Lidia, i cognati Pierino, Carla Pietro e Gina, i nipoti Alfonso, Luca, Lisa, Nadia, Tomas e Carmen uniti ad i parenti tutti. Ci riuniremo in preghiera questa sera Martedi’ 7 corr., alle ore 18,00 nella Chiesa Santa Maria Lauretana per la Santa Messa di Suffragio. LA FAMIGLIA RINGRAZIA QUANTI SI UNIRANNO ALLE LORO PREGHIERE. Cappelle Sul Tavo, 7 aprile 2009 † La sera del 5 Aprile,presso l’Ospedale di Città Sant’Angelo, ha raggiunto in Cielo la sua adorata Maria Agenzia Funebre “DI ROSARIO Cristian” - Via Umberto I 38/42 CAPPELLE SUL TAVO (PE) Tel. 338.9272689 † TRIGESIMO 11 Marzo 2009 11 Aprile 2009 “A voi che mi avete tanto amato non guardate la vita che lascio ma quella che comincio” E’ trascorso un mese dalla scomparsa dell’amata Pescara, 7 aprile 2009 F.lli De Florentiis S.n.c. Via Delle Caserme 50 Pescara Tel. 085 690333 † Ieri mattina alle ore 4 presso l’Ospedale Civile di Vasto è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari TERESA GASPARI di anni 83 Ne danno il triste annuncio il figlio Luigi, il fratello Nicola, le cognate, i nipoti e parenti tutti. I funerali avranno luogo oggi 7 aprile alle ore 15.30 a Gissi nella chiesa di San Bernardino, partendo anticipatamente dall’ospedale. Ieri mattina, è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari IN LUCIANI Nel ricordarla con immutato affetto ed infinito rimpianto a quanti la conobbero, il marito WALTER, la figlia ANTONELLA, il genero ENNIO, la mamma GIUSEPPINA , i suoceri, le sorelle, i cognati con gli adorati nipoti e parenti tutti, ne danno il triste annuncio. di anni 66 Ne danno il triste annuncio la moglie Rosanna, i figli Nadia e Antonio, il genero Maurizio, la nuora Daniela, il nipotino Pablo, le sorelle Maria e Iolanda, i cognati, i nipoti e parenti tutti. I funerali avranno luogo oggi 7 aprile alle ore 9.30 muovendo dall’abitazione dell’estinto in Via Crisologo 27 per la Basilica Madonna dei Sette Dolori. † MARIA BUCCIERI CAMILLO MARCANTONIO Non fiori ma opere di bene. CRICCO MARIO Gissi (Ch) Tel. 0873 937586 ANNIVERSARIO 10 Aprile 1999 10 Aprile 2009 GIANNINA CARBANI Agenzia Funebre Di Peco Francavilla- tel. 085 4910555 Gissi, 7 aprile 2009 † Nel decimo anniversario dalla scomparsa della Cara Foro Di Ortona, 7 aprile 2009 La presente vale quale annuncio e ringraziamento. Roma, 7 aprile 2009 “La sua memoria cara rivivrà eternamente nell ‘animo di quanti La conobbero e Le vollero bene” La famiglia anticipatamente ringrazia. Ne danno il triste annuncio la moglie Carmela, i figli Maria, Anna, Rosella, Rita e Gabriele, i generi, la nuora, la sorella, il cognato, i nipoti, i pronipoti e i parenti tutti. Ne danno il triste annuncio il marito Nicola, i figli Luigi, Luca e Pina, la nuora Emilia, i nipotini Francesco, Nicolò ed i parenti tutti. Roma, 7 aprile 2009 I funerali avranno luogo oggi 7 aprile alle ore 16 nella chiesa parrocchiale di Maria SS. Immacolata (Foro di Ortona), muovendo anticipatamente dall’ospedale. Presso l’Ospedale di Pescara è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari PARTECIPAZIONE I dipendenti tutti e gli agenti delle filiali Manzoni in Abruzzo partecipano al profondo dolore che ha colpito Giustino Parisse per la prematura scomparsa dei propri cari. PARTECIPAZIONE Salvatore Mannironi e Federica Paris sono vicini all’amico Giustino nell’immane tragedia che lo ha colpito e lo abbracciano forte in questo momento di indicibile dolore. Non fiori, ma opere di bene. di anni 96 di anni 67 † Affranti dal dolore ne danno i triste annuncio i figli Franco, Graziano Antonio e Gabriele, le nuore Giovanna, Gioia ed Edda, i nipoti Cristian, Roberta, Mariano, Mattia, Marinella, Manuel, Mirco e Giuseppe, le sorelle, i cognati, amici e parenti tutti. † in Di Domenico † Pescara, 7 aprile 2009 LEONARDO COLELLA † Roma, 7 aprile 2009 PARTECIPAZIONE I colleghi della redazione del quotidiano "il Centro" partecipano al dolore di Giustino Parisse per la dolorosa perdita dei propri cari. Circondata dall’affetto dei suoi cari, presso l’ospedale civile di Chieti, è venuta a mancare all’età di 84 anni † VED. LA MACCHIA PARTECIPAZIONE Luigi Carletti, Andrea Fusco e Giorgio Paravano sono vicini a Giustino Parisse nella tragedia che lo ha colpito così duramente e piangono con lui DOMENICO † GILDA BELLANTE † e dei figli e Ieri notte, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Pescara, 7 aprile 2009 DOMENICO MARIA PAOLA † “ Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio” IL CENTRO GIOVANNI OGNIBENE di anni 78 Lo annunciano addolorati i figli Francesco, Ennio, Angelo e Giampiero, le nuore Patrizia, Lucia e Donatella, i cognati, i nipoti ed i parenti tutti. I funerali avranno luogo questa mattina 7 aprile alle ore 10.00 nella Chiesa di S. Antonio. Il presente quale annuncio e ringraziamento. Montesilvano, 7 aprile 2009 Mambella Montesilvano Tel. 085 4683833 - Ass. A.I.F.A.M † E’ tornato tra gli angeli MATTEO MANFREDO MASCIULLI lo saluteremo tutti insieme oggi, alle ore 14.30, nella chiesa parrocchiale S. Maria delle Grazie in Palmoli. Palmoli, 7 aprile 2009 O. F. MANGIOCCO ERMELINDA PALMOLI ASSOCIATO I.F.ASS. ABRUZZO † Ieri notte presso l’Ospedale civile di Pescara è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari all’età di 75 anni la cara esistenza di MICHELINA TALAMO in FIORE - di anni 84 Ne piangono la scomparsa il marito PIERINO, i nipoti e i parenti tutti. I funerali avranno luogo Martedì 7 Aprile, nella Chiesa di San Giuseppe, muovendo dall’abitazione della cara estinta in via V. vico Mazzini, 8 alle ore 16.00. La Famiglia sentitamente ringrazia quanti parteciperanno. MARIA PIERI VED. FIASTRA Ne danno il triste annuncio i figli Anna con Mimmo, Ranieri con Giordana, la cognata Maddalena, i nipoti e parenti tutti. Non fiori ma opere di bene. I funerali avranno luogo oggi martedì 7 c.m. alle ore 15 presso la chiesa Sacro Cuore di Gesù in Piazza Sacro Cuore. La salma sarà tumulata presso il Cimitero dei Colli. La presente quale partecipazione e ringraziamento. Pescara, 7 aprile 2009 San Salvo, 7 aprile 2009 On. Fun. PRETA SAN SALVO Agenzia Funebre DE COLLIBUS MOSCUFO (PE) Tel. 085-979675 ADELE FANTONE Ved. DE LEONIBUS La ricordano con l’amore di sempre il figlio Francesco e la nuora Vilma, la figlia Michelina ed il genero Giuseppe, i nipoti ed i parenti tutti. Ci riuniremo in preghiera questa sera Martedi’ 7 corr., alle ore 18,00 nella Chiesa S. Andrea Apostolo per la Santa Messa di Suffragio. LA FAMIGLIA RINGRAZIA QUANTI SI UNIRANNO ALLE LORE PREGHIERE. Collecorvino, 7 aprile 2009 Agenzia Funebre”DI ROSARIO Cristian” - Via Umberto I 38/42 CAPPELLE SUL TAVO (PE) Tel. 338.9272689 † RINGRAZIAMENTO La famiglia CIPOLLONE, sentitamente ringrazia quanti hanno preso parte al loro vivo dolore, per la perdita della cara e indimenticabile GIUSEPPA DI VITTORI ved. CIPOLLONE Pescara, 7 aprile 2009 La Floreale Tel. 085/4216859 www.lafloreale.com † La famiglia Anselmo ringrazia di vero cuore parenti e amici per la manifestazione dimostrata per la scomparsa del caro ed indimenticabile MARIO Pescara, 7 aprile 2009 F.lli De Florentiis S.n.c. Via Delle Caserme 50 Pescara Tel. 085 690333 IL CENTRO Tg1 11.30/13.30/17/20.00/23.05/0.45 Tg1 flash 6.30/7/7.30/8.00/9.00/9.30 21.10 6.00 6.05 6.10 6.45 7.35 10.00 11.00 12.00 14.00 14.10 16.15 16.50 18.50 20.30 21.10 MINISERIE OGGI IN TELEVISIONE Tg2 13.00/18.30/20.30/23.45 Tg2 flash 10/18.05 21.05 TALENTSHOW 21.10 ATTUALITÀ Tg5 8.00/13.00/20.00/1.30/5.30 Tg Flash 10.00 Tg5 minuti 18.00 21.10 FICTION X Factor Ballarò Squadra antimafia La ragazza va in convento dalle Canossiane a Venezia. Marin è pronto a tutto pur di riaverla Facchinetti presenta la semifinale. Ospiti Mogol, giudice d’eccezione, e Gianna Nannini Giovanni Floris si occuperà del terremoto in Abruzzo in questa puntata dal tema: l’Italia e il suo futuro Claudia e i suoi uomini cercano di fermare lo scontro tra le famiglie dei Lo Pane e degli Abate 6.25 6.55 7.00 9.45 10.00 11.00 13.30 13.50 14.00 14.45 16.15 17.20 18.10 19.00 19.35 20.25 21.05 X Factor (replica) Quasi le sette Cartoon Flakes Un mondo a colori Files Tg2punto.it Attualità Insieme sul Due Tg2 Costume e società Medicina 33 Rubrica X Factor Talentshow Italia allo specchio Ricomincio da qui Talk Law & Order Telefilm Tg Sport Notizie X Factor Talentshow Squadra Speciale Cobra 11 Estrazioni del Lotto X Factor Talentshow. Conduce Francesco Facchinetti. In giuria Mara Maionchi, Morgan e Simona Ventura NOTTE Sottovoce Di Gigi Marzullo Scrittori per un anno SuperStar Varietà Stella del Sud Speciale: “L’isola del raggio verde” 3.40 Prove tecniche 0.00 Scorie Conducono Nicola Savino e Digei Angelo 1.15 Tg Parlamento Rubrica 1.25 Wolff Telefilm 2.10 Almanacco / Lotto 2.30 Tg2 Costume e società (r) 2.50 Medicina per voi Rubrica 3.20 Scanzonatissima 3.40 Caro amore Linda Christian e Tirone Power 3.45 Tg2 Medicina 33 (replica) 3.50 Effetto Ieri 4.10 I nostri problemi 4.15 Network per l’Università La 7 MTV 23.10 Tg3 12/14.00/15.10/19/21.05/0.00 Tg3 regionali 7.30/14.20/19.30/0.10 Bakhita Euronews Notizie Anima Good News Incantesimo 10 Fiction (r) Unomattina Conducono il programma Michele Cucuzza ed Eleonora Daniele Tg Parlamento Rubrica Verdetto finale Programma condotto da Veronica Maya Occhio alla spesa Rubrica con Alessandro Di Pietro La prova del cuoco Conduce Elisa Isoardi con la partecipazione di Beppe Bigazzi e Anna Moroni Tg1 Economia Rubrica Festa Italiana Programma con Caterina Balivo La vita in diretta Talkshow. Conduce Lamberto Sposini Tg Parlamento Rubrica L’eredità Con Carlo Conti Affari tuoi Con Max Giusti Bakhita Miniserie con Fatou Kine Boye, Fabio Sartor, Stefania Rocca (seconda e ultima parte) Porta a Porta NOTTE 1.25 1.55 2.25 3.00 6.30 8.15 8.25 9.15 9.20 10.00 12.25 12.45 13.05 14.50 15.00 15.15 16.00 16.30 17.00 17.50 20.00 20.10 20.35 21.10 23.20 Il caffè Di Corradino Mineo Art News Mirò: la terra La Storia siamo noi Verba volant Cominciamo bene - Prima Cominciamo bene Condotto da Fabrizio Frizzi, Elsa Di Gati e con Rita Forte Tg3 Punto donna Rubrica Le storie - Diario italiano Terra nostra Telenovela Tgr Leonardo Rubrica Tgr Neapolis Rubrica Trebisonda presenta: La Tv dei ragazzi Tg3 GT Ragazzi Notizie Melevisione Cartoni Cose dell’altro Geo Geo & geo Conduce il programma Sveva Sagramola Blob Videoframmenti Agrodolce Teleromanzo Un posto al sole Soap Ballarò Programma d’attualità con Giovanni Floris Martedì Champions 6.00 7.55 7.58 8.40 9.57 10.05 11.00 13.40 14.07 14.10 14.45 16.15 18.50 20.30 21.10 NOTTE 23.30 1.10 Un mondo a colori 1.40 Prima della Prima Dal Teatro Massimo di Palermo: “Adriana Lecouvreur” di Francesco Cilea 2.10 Fuori orario. Cose (mai) viste presenta Eveline 2.15 RAInews 24 Informazione Tg5 Prima pagina Traffico / Meteo 5 Borsa e monete Rubrica Mattino Cinque Talkshow condotto da Barbara D’Urso e Claudio Brachino Grande fratello 9 Pillole Mattino Cinque Talkshow. Conducono Barbara D’Urso e Claudio Brachino Forum Conduce il programma Rita Dalla Chiesa Beautiful Soap La fattoria Reality CentoVetrine Soap Uomini e donne Talkshow Pomeriggio Cinque Talkshow con Barbara D’Urso Chi vuol essere milionario Conduce Gerry Scotti Striscia la notizia - La voce della supplenza Conducono Ficarra e Picone Squadra antimafia - Palermo oggi Fiction (1ª visione Tv) di Pier Belloni con Simona Cavallari, Claudio Gioè (2ª puntata) Matrix Attualità NOTTE 2.00 Striscia la notizia - La voce della supplenza (replica) 2.45 The Guardian Telefilm 3.40 Grande fratello 9 Reality (r) 4.15 Squadra emergenza Tf CINEVIDEO LE TRAME DEI FILM IN PROGRAMMA TG/La7 6.00/12.30/20.00/1.00 Punto Tg 10.10 7.00 Omnibus Attualità 9.15 Omnibus Life Attualità 10.15 2 minuti un libro - Cultura e approfondimento Rubrica 10.25 F/X Telefilm 11.30 Matlock Telefilm 12.55 Sport 7 Notizie 13.00 L’ispettore Tibbs Telefilm 14.00 Il diabolico dottor Mabuse Film (1960) di Fritz Lang con Wolfgang Preiss, Dawn Adams, Peter Van Eyck 16.05 Relic Hunter Telefilm 17.05 Atlantide, storie di uomini e mondi Documenti 19.00 J.A.G.-Avvocati in divisa Tf 20.30 Otto e mezzo Attualità. Conducono il programma Lilli Gruber e Federico Guiglia 21.10 Crossing Jordan Telefilm 22.45 Cold Squad Telefilm 23.45 Victor Victoria Varietà. Conduce Victoria Cabello 1.25 Otto e mezzo (replica) 2.05 Alla corte di Alice Telefilm 3.05 2 minuti un libro (replica) 3.10 CNN News Collegamento in diretta con la rete Tv americana che trasmette ininterrottamente 24 ore su 24 MARTEDÌ T4 Il giornale non è responsabile dei cambiamenti apportati ai programmi senza preavviso MTV Flash 16/17/18/19/20/22.30 12.00 14.00 15.00 16.05 18.05 19.30 20.05 21.00 22.00 22.35 0.00 0.30 Chart Blast / Made MTV Confidential / Next TRL - Total Request Live Into the Music Chart Blast / Confidential Best Driver Show Greek Serie Tv Nabari / Michiko e Hatchin Death Note Cartoni animati Central Station Show South Park Cartoni animati Brand: New Videos All Music ALL NEWS 13.00/16.00/19.00 9.45 The Club Videomessaggi 10.00 Deejay chiama Italia Conducono Linus e Nicola Savino 12.00 Inbox Video e sms 13.05 Inbox / The Club 14.00 Community 15.00 All Music Loves Indie 16.05 Rotazione musicale 19.05 The Club / Inbox 21.00 I Love Rock’n’Roll 22.00 Deejay chiama Italia (r) 23.30 Extra / The Club / All Night / IL DIABOLICO DOTTOR MABUSE Regia di Fritz Lang con W. Preiss. Thriller - Ger/Fra/Ita 1960 (104 min.) Diabolica: come definire altrimenti la macchinazione messa a punto dal cieco Cornelius, o dovremmo forse chiamarlo Jordan, per mettere le mani sull’eredità della bella Marion? Ma l’imprevisto, l’incognita in grado di neutralizzare i piani meglio congegnati, si manifesta in modo davvero inaspettato. L’ultimo film di Fritz Lang. La7, ore 14.00 / ANNA AND THE KING Regia di Andy Tennant con Jodie Foster, Yun-Fat Chow, Bai Ling, T. Felton. Commedia - Usa 1999 (156 min.) Anna, giovane vedova con un bambino, colta e vivace, non sopporta più la rigidità dell’etichetta vittoriana. Mongkut, re del Siam, è pronto a favorire l’apertura alla cultura europea. Anna accetta di istruire il principe ereditario. Scopre che gli allievi sono 58, tutti figli del sovrano. Quel mondo le pare assurdo e Mongkut un despota. Rete 4, ore 21.10 / ROLLERBALL Regia di John McTiernan con Chris Kein, Jean Reno, LL Cool J, R. Romijn-Stamos. Azione-Usa 2002 (98 min.) Jonathan Cross è il più popolare campione di rollerball, violenta evoluzione dell’hockey su pattini a rotelle. Con l’amico Marcus e la bella Aurora incendia di passione le folle e guadagna soldi a palate. Jonathan si rende conto troppo tardi che Alexi Petrovic, l’inventore del gioco, trucca gli incontri affinché ci scappi sempre il morto. Rete 4, ore 24.00 / CARO MICHELE Regia di Mario Monicelli con Mariangela Melato, Delphine Seyring, L. Castel. Drammatico - Ita 1976 (115 min.) Michele vive in esilio a Londra dopo essersi messo nei guai con le rivolte studentesche del 1968. Il giovane si mantiene in contatto epistolare con la madre Adriana, rimasta vedova da poco, e le due sorelle. Un giorno arriva la notizia che Michele è morto. Dal romanzo omonimo di Natalia Ginzburg, un film insolito e intelligente. Rete 4, ore 2.20 7 aprile 2009 Studio Aperto 12.25/18.30/2.10/6.05 22.10 SHOW Tg4 5.10/11.30/13.30/18.55/1.55 15.10 Mai dire Grande fratello show 19.00 19.30 19.50 20.05 20.30 21.10 22.10 23.55 Cartoni animati Pippi Calzelunghe Tf Cartoni animati Hope & Faith Sitcom Ally McBeal Telefilm Più forte ragazzi Telefilm Secondo voi Rubrica Studio Sport Notizie MotoGp - Quiz Cartoni animati Smallville Telefilm Kyle XY Telefilm Malcolm Telefilm SpongeBob / Spiders Riders / Gormiti Cartoni Studio Sport Notizie I Simpson Animazione Camera cafè ristretto Sit Camera cafè Sitcom La ruota della fortuna Quiz Buona la prima! Sitcom con Ale & Franz Mai dire Grande fratello show Con la Gialappa’s, Mago Forest e Lola Ponce Chiambretti Night Show TELEFILM Wolff Appena uscito dal carcere Lorenz Schuster muore in un incidente d’auto. Wolff scopre che è un omicidio La battute sono affare del Mago Forest, Lola Ponce si dedica alle demenziali coreografie 6.35 7.35 7.50 9.00 9.30 11.20 12.15 13.00 13.35 13.40 15.00 15.50 16.40 17.30 39 5.30 5.35 5.40 7.10 8.10 9.00 10.10 11.00 11.40 12.25 14.05 15.10 16.00 18.40 20.30 21.10 Secondo voi Rubrica Peste e corna e gocce... Kojak Telefilm Quincy Telefilm Hunter Telefilm Nash Bridges Telefilm Febbre d’amore Soap My Life Soap Detective in corsia Telefilm Renegade Telefilm Il Tribunale di Forum Sessione pomeridiana Wolff Telefilm Squadra antimafia - Palermo oggi Fiction di Pier Belloni con Simona Cavallari, Claudio Gioè, Giulia Michelini (replica 1ª puntata) Tempesta d’amore Soap Walker Texas Ranger Telefilm con Chuck Norris Anna and the King Film (1999) di Andy Tennat con Jodie Foster, Yun-Fat Chow, Bai Ling, T. Felton NOTTE NOTTE 1.45 2.25 3.05 4.10 Studio Sport Notizie Talent 1 - Player Reality I Soprano Telefilm Sette note in nero Film (1977) di Lucio Fulci con Jennifer O’Neill, M. Porel 5.40 Studio Sport Notizie (r) 6.15 Still Standing Telefilm 0.00 Rollerball Film (2001) di John McTiernan con Chris Kein, Jean Reno, LL Cool J 2.20 Caro Michele Film (1976) di Mario Monicelli con Mariangela Melato, Delphine Seyrig, Lou Castel 4.05 Peste e corna e gocce... (r) 4.10 Febbre d’amore Soap Radiouno Radio Deejay Gr: 6/7/8/9/10/11/12/12.10/13/14/15/16/17/ 18.00/19/21/23/0.00/1/2/3/4/5/5.30 7.35 La Borsa e la vita 8.30 Ultime da Babele 9.06 Radio anch’io 10.10 Questione di Borsa 10.35 Nudo e crudo 11.40 Pronto, salute 12.35 La radio ne parla 13.25 Pianeta dimenticato 13.35 Musica Village 14.08 A tutto campo 14.15 Con parole mie 14.45 Ho perso il trend 15.40 Radio City 17.40 Tornando a casa 19.35 Ascolta, si fa sera 19.40 Zapping 21.10 Zona Cesarini 23.15 Demo 23.45 Uomini e camion 0.25 L’Uomo della notte News: 6/7/8/9/10/12/17/18/19/20. A cura di Andrea Sessa, Paolo Menegatti, Stefania Salardi, Marta Brambilla, Alex Prisco 6 Due a zero 7 Platinissima. Con Platinette 9 Il Volo del mattino. Con Fabio Volo 10 Deejay chiama Italia 12 Due a zero. Con Andrea e Michele 13.30 Ciao Belli. Con Digei Angelo e Roberto Ferrari 15 Federico 16.30 50 Songs (everyday) 18 Pinocchio 20 Laura Antonini 22 B Side. Con Alessio Bertallot 24 DeeNotte con i Vitiellos 2 Ciao Belli (replica) 3 Il Volo del mattino (r) 4 Pinocchio (r) Radiodue Radio Capital Gr: 6.30/7.30/8.30/10.30/12.30/13.30/15.30 17.30/19.30/20.30/21.30 6 Tiffany 8 Il ruggito del coniglio 10 Grazie per averci scelto 11.30 Fabio e Fiamma 12.10 Amnèsia 13 28 minuti. Con Barbara Palombelli 13.40 Gli spostati 16 Condor 17 610 (sei uno zero). Di Lillo e Greg con Alex Braga 18 Caterpillar 20 Alle 8 della sera: “La Stasi sopra Berlino”. Di Paolo Soldini 20.32 Dispenser 21.35 Decanter 23 Nel frattempo 24 La mezzanotte di Radiodue 2 Remix 5 Prima del giorno. Con B. Condorelli Dalle 9 alle 17 Capital Tribute: otto appuntamenti 9-17 Your Song: otto appuntamenti 6 Il Caffè. Con M. Cacciola e A. Lucatello 7.50 Risponde Zucconi 8.20 Lateral. Con L. Bottura 9 Nine to Five. Con B. Senatore 10.30 Daily Bag. Con G. Bagatta 12 Nine to Five. Con G. Cattaneo 12.30 Daily Bag. Con G. Bagatta 14 Nine to Five. Con Mixo 17 Il Caffè della sera. Con G. Ariemma 17.30 Daily Bag 18.50 Risponde Zucconi 20 Vibe. Con M. Oldani 21 Whatever. Con L. De Gennaro 22 Capital Gold. Il meglio di Radio Capital Radiotre m2o Gr: 6.45/8.45/10.45/13.45/16.45/18.45/22.45 7 Mondo 7.15 Prima Pagina 9 Ad alta voce: “Fiesta” 9.30 Tabloid 10.15 Faccia a faccia 10.50 Scienza 11.30 Mondo 12 Concerto Euroradio 13 Il dottor Djembè 14 Ad alta voce: “Fiesta” 14.30 Musica 15 Fahrenheit 16 Storyville 18 Saltare il muro 19 Hollywood Party 19.50 Suite 20 Velluto rosso 20.30 Teatro alla Scala Milano: Il viaggio a Reims 23.30 Fantasmi 24 La fabbrica di polli 0.10 Battiti 1.30 Ad alta voce: “Il giorno della civetta” m2-All News: 9.00/11.00 6.00 M2on line 7.00 M to Go. Il nuovo risveglio muscolare 9.03 Dual Core 2.0. 20 anni di dance mixata. All’interno: Happy Edition 12.00 Boulevard Robiony. Posh Style 14.00 Il cammino di Gigi D’Agostino 15.00 Out of Mind. Mixa and Selecta Live 17.00 M2on line 18.00 Gabry-2o 19.00 Real Trust 20.00 Tribe on line. La tribù di m2o 21 Trance Evolution 22 Stardust. Musica e Mixa 24 Sturdust in Love 1 La noche escabrosa 4 Out of Mind Sky Cinema 1 Sky Cinema Family Sky Cinema Max Sky Cinema Mania Raisat Cinema Sky Cinema Hits 7.00 Step up 2 Film (2008) 8.40 Prospettive di un delitto Film (2008) con F. Whitaker 10.15 The minis... Nani a canestro! Film (2007) 11.40 Plutonio 239 - Pericolo invisibile Film (2006) 13.20 Sky Cine News Rubrica 13.35 Caos calmo Film (2007) 15.30 Natale in crociera Film (2007) con C. De Sica 17.20 Alla ricerca dell’isola di Nim Film (2008) 19.00 Onora il padre e la madre Film (2007) 21.00 Prospettive di un delitto Film (2008) con F. Whitaker 22.35 I predatori della città perduta Film (2008) con J. Brolin 0.40 Deja Vu - Amnesia d’amore Film (2003) 2.20 Viva la Fenech Speciale 2.40 Non è un paese per vecchi Film (2007) con J. Bardem 7.00 Gara di famiglia Film (2006) 8.30 Non dire sì Film (2005) 10.10 Pallottole d’amore Film (2001) con S.J. Parker 11.50 Major League - La squadra più scassata... Film (1989) con C. Sheen, W. Snipes 13.40 Il Padrino Speciale 14.00 Blades of Glory Film (2007) 15.35 Striscia - Una zebra alla riscossa Film (2005) 17.20 Il diario di una tata Film (2007) con S. Johansson 19.10 Sky Cine News Rubrica 19.25 Gara di famiglia Film (2006) 21.00 Pallottole d’amore Film (2001) con Sarah Jessica Parker, J. Knoxville 22.45 La casa Russia Film (1990) con S. Connery, M. Pfeiffer 0.50 Doppia anima Film (1992) 2.35 Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre Film (1993) con Robin Williams 6.05 Quel treno per Yuma Film (2007) con Russell Crowe 8.15 Il Padrino Speciale 8.35 La notte dei morti viventi Film (1990) con T. Todd 10.05 Premonition Film (2007) 11.45 Sky Cine News Rubrica 12.00 Ten - Omicidi in serie. Parte 1 Film (2008) 13.40 Squadra 49 Film (2004) 15.40 The Matador Film (2005) 17.25 The Kovak Box - Controllo mentale Film (2006) 19.20 Ten - Omicidi in serie. Parte 2 Film (2008) 21.00 Croc - Caccia al predatore Film (2007) con M. Madsen, E. Healey 22.35 Giovannona coscialunga... Film (1973) con E. Fenech 0.15 Viva la Fenech Speciale 0.35 Narc - Analisi di un delitto Film (2002) con Ray Liotta 2.25 La notte dei morti viventi F 7.05 L’ora di punta Film (2006) 8.45 Apocalypse Now Redux Film (2001) con M. Brando 12.10 Le vele della libertà Film (2000) con N. Kinski 13.55 Sky Cine News Rubrica 14.10 Se mi lasci ti cancello Film (2004) con Jim Carrey 16.00 Edmond Film (2005) 17.25 Lascia perdere, Johnny! Film (2007) con T. Servillo 19.05 Il Padrino Speciale 19.25 Hot Rod Film (2007) 21.00 Apocalypse Now Redux Film (2001) con Marlon Brando, Martin Sheen 0.30 Il coraggioso Film (1997) con M. Brando, J. Depp 2.35 Edmond Film (2005) con W.H. Macy, J. Stiles 4.00 Zucker! Come diventare ebreo in 7 giorni Film 5.40 L’estate di mio fratello Film (2006) con D. Veronese 6.00 La bellissima estate Film (1974) con Senta Berger 7.45 Il bersaglio Film (1982) 9.30 Cugini Film (1989) 11.30 Zum zum zum - La canzone che mi passa per la testa Film (1969) con L. Tony 13.10 StracultSat Magazine 14.00 La stella del Nord Film (1981) con S. Signoret 16.10 Hud il selvaggio Film (1963) 18.15 Scemo di guerra Film (1985) con Coluche 20.10 StracultSat Magazine 21.00 Heartburn - Affari di cuore Film (1986) con Jack Nicholson, Meryl Streep 22.50 Chinatown Film (1974) con J. Nicholson, F. Dunaway 1.00 Non entrate in quella casa (1980) con J.L. Curtis 2.35 L’orologiaio di Saint-Paul Film (1974) con P. Noiret 4.20 Felice... Felice... Film 6.50 Missing - Dispersa Film 8.25 Viva la Fenech Speciale 8.45 Vivere un sogno - Goal! 2 Film (2007) con K. Becker 10.45 The Messengers Film (2007) con D. Pang 12.20 Viva la Fenech Speciale 12.40 Correndo con le forbici in mano Film (2006) 14.45 Svalvolati on the road Film (2007) con John Travolta 16.25 Sky Cine News Rubrica 16.40 Bugsy Film (1991) 18.55 Vivere un sogno - Goal! 2 Film (2007) con K. Becker 20.55 Il Padrino Speciale 21.15 Quattro matrimoni e un funerale Film (1994) con Hugh Grant, Andy McDowell 23.20 Harsh Times - I giorni dell’odio Film (2005) 1.20 Correndo con le forbici in mano Film (2006) 3.25 Svalvolati on the road Film La solidarietà, la speranza Il Centro e il gruppo editoriale L’Espresso-Repubblica con 100.000 euro aprono una sottoscrizione popolare in collaborazione con le Casse di risparmio dell’Aquila, di Pescara e di Teramo per aiutare le famiglie aquilane sconvolte dal tremendo sisma del 6 aprile. 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