Sportivi dentro: al Beccaria nel nome di Cannavò
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Sportivi dentro: al Beccaria nel nome di Cannavò
SABATO 24 GENNAIO 2015 L’AMARCORD Giorgio Prando «D evo a te quello che sono, e alle luci di un tramonto sopra piazza del Duomo». Alle sei e trenta della sera, le note di «Mi lano, Milano» scandiranno l’in gresso nell’arena dei gladiatori rossoblù. Parole e musica by Ar ticolo 31, manifesto d’amore per la propria città. E inno non ufficiale della Milano dell’hoc key. Non a caso, è una della can zoni preferite di Nicola Fonta nive. Che milanese lo è d’ado zione. Per scelta. Stregato da un ambiente a lungo inseguito. Un suo gol ha eliminato l’Asiago ai quarti. Adesso viene il bello: dentro o fuori contro il Valpelli ce, per centrare la finale, sogna re la Coppa Italia e sancire il ri torno di Milano tra le grandi del ghiaccio, al terzo anno di serie A. «Partiamo alla pari — spiega il ‘Duca’ — non credo che i loro nuovi acquisti (il difensore Montgomery e l’attaccante Bri ne, ndr) stravolgano i valori. Hanno molto talento in prima linea e forse maggiore espe rienza. Ma noi abbiamo l’Agorà». TEGOLA GRON Con oltre 2000 biglietti bruciati in prevendita, si va verso il tutto esaurito. Lo spicchio di tifosi piemontesi (circa 150), si perderà in un mare di rossoblù: «L’esatto con trario di due anni fa — ricorda Fontanive — quando con il mio Alleghe persi la finale a Torino. La Valpe fu trascinata dal suo pubblico. Ne parlavo con Wad dell, già allora mio compagno. Insieme cerchiamo la rivinci ta». Il nuovo terzino canadese giocherà. A fugare possibili dubbi relativi al turnover, ci ha pensato la dea bendata. Gron ha una mano gonfia come una zampogna, «regalino» della trasferta a Renon di giovedì se ra. Vorrebbe scendere in pista ugualmente, ma le possibilità sono ridotte al lumicino. Cur cio perde il realizzatore più prolifico (13 gol nel Master Round) e tor na al lineup tradi zionale. Caletti Fontanive Vallo rani, il trio delle meraviglie ha l’occasione per confermarsi tale: «Siamo carichi, l’attesa per questo weekend stava di ventando snervante. Ci siamo guadagnati sul ghiaccio un’op Calcaterra, a sinistra in basso, nel Milano del 1924 «Calcaterra, un pioniere sul ghiaccio» 1Nel primo dopoguerra fu protagonista La coreografia della curva del Milano, prima della gara contro Egna: il pubblico dell’Agorà crede nella conquista della Coppa Italia La sfida di Fontanive «Abbiamo l’Agorà, Milano puoi farcela» 1Il «Duca» all’attacco della Coppa Italia: «Partiamo alla pari, ma con la spinta del pubblico...». Già venduti 2000 biglietti portunità unica. Avvertiamo la giusta tensione, il clima in spo gliatoio è sereno. Sappiamo co me affrontarli». RIVALITA’ Nell’altra semifina le, in programma alle ore 15, si sfidano le due favorite per la vittoria finale. Val Puste ria e Renon saranno seguite da un centinaio di fan, che hanno già vinto la pla tonica coppa del fair play, mescolandosi su due pullman in arrivo dall’Alto Adige. Il Re non, campione d’Italia in cari ca, detiene an che la coccarda tricolore. Che il Mila no si aggiudicò per la terza e finora ultima volta nel 2006, battendo in finale il Cortina. Era l’epoca Vipers, quella dei successi a ripetizione. A quei tempi, la Valpe fu anche il farmteam della corazzata ros soblù. Da qualche anno, i rap porti di forza tra le ultime rap presentanti dell’hockey occi dentale rimaste nella massima serie, si sono invertiti. Nella passata stagione, ai quarti non ci fu storia: il Valpellice liquidò il Milano in due partite. Quella odierna, non sarà l’ultima pun tata della fiera rivalità che divi de le due squadre. Giovedì si ri troveranno in campionato. E poi, basta guardare la classifi ca: anche ai playoff, sarà quasi certamente derby del nord ovest. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GUIDA Oggi i Rossoblù in pista alle 18.30 Domani finale in tv Scatta oggi la Final Four di Coppa Italia a Milano. Per la due giorni di gare l’appuntamento al palazzo del ghiaccio dell’Agorà in via dei Ciclamini 23. BIGLIETTI Per le due semifinali di oggi: 25 euro. Stesso prezzo per la finale di domani; ridotto dai 6 ai 16 anni: 12 euro. Abbonamento per le tre partite: 30 euro; dai 6 ai 16 anni: 15 euro. IL PROGRAMMA Oggi le semifinali: ore 15 Val Pusteria-Renon; ore 18.30 Milano-Valpellice. Domani la finale: ore 18.30, diretta RaiSport 2. della prima partita di hockey a Milano Il figlio Emanuele: «Era tutta la sua vita» Annabella D’Argento P ortiere dallo sguardo felino, sempre atten to al disco guizzante fra i bastoni pronto alla zampata che scatenava il boato nell’al lora «Palass del Giass». Così si scriveva di Enrico Calcaterra, il pioniere dell’hockey a Milano. Era il primo Dopoguerra e in via Piranesi nasceva il Palazzo del Ghiaccio, la struttura che doveva di ventare «il caveau» per le pellicce delle signore dell’aristocrazia milanese che diventò invece un tempio dello sport. Qui due squadre di sei atleti presi in prestito dal pattinaggio daranno vita al primo vero match. Cinque di questi atleti forme ranno l’ossatura dell’Hockey Club Milano, squa dra che per trent’anni dominerà il campionato. Tra questi, Enrico Calcaterra, classe 1905. Nessu no avrebbe immaginato che il suo nome sarebbe rimasto per sempre nell’albo d’oro di questa di sciplina, personificando fino al 1934 l’attività hockeistica del Paese. NELLA HALL OF FAME Ed è anche l’unico gioca tore di scuola italiana inserito nella Hall of Fame della federazione internazionale (un premio po stumo alla sua morte del ’94). «L’hockey era il suo mondo, prima come giocatore, poi come presi dente della Federazione, ma io non l’ho visto gio care, sono nato quando ha smesso», così Ema nuele Calcaterra, il suo unico figlio, oggi 80enne che lo ricorda con orgoglio sfogliando il suo pre zioso archivio di ricordi. Medaglie, foto di ogni partita e ritagli di giornali che raccontano un’in tera carriera. «Allo sport ho preferito gli studi», racconta (è dottore commercialista e revisore), «lui era così bravo che non si poteva emulare». «Non ho conosciuto il giocatore», prosegue Ema nuele, «ma l’amico di tutti, un uomo generoso sempre pronto ad aiutare gli altri». Lettere di amici e colleghi testimoniano il merito dell’atle ta/uomo Calcaterra, che fu anche un grande or ganizzatore del «più veloce dei giochi» come lui stesso definiva l’hockey. © RIPRODUZIONE RISERVATA Solidarietà R La storia Sportivi dentro: al Beccaria nel nome di Cannavò 1La Fondazione dell’ex direttore ha rimodernato la palestra del carcere minorile di Milano bene. Ci regala felicità». «E’ proprio vero – com menta Olimpia Monda, la direttrice facente fun zione del Beccaria . I ragazzi hanno bisogno di muoversi per convogliare energie verso la posi tività. Qui cerchiamo di mantenere i ritmi di vita che avrebbero avuto fuori: scuola o laboratori di formazione professionale al mattino, pomerig gio per musica, teatro o sport». progetti sportivi della Fondazione Cannavò, spiega: «Dopo San Vittore e Opera, siamo inter venuti nel terzo carcere cittadino. Candido era molto legato al Beccaria, ci sono voluti trequat tro mesi di lavoro dell’impresa Fadini e la spon sorizzazione di Paddy Power, ma ora il pavimen to della palestra grande è nuovo e la piccola è riqualificata». Un’opportunità in più per i giova ni reclusi. Daniele Redaelli J uri ha 22 anni, grazie a una legge entrata in vigore in agosto può scontare la pena in un istituto penale per minorenni, che è la dizione ufficiale di un carcere minorile, nel no stro caso, il Beccaria. Juri suda sugli attrezzi del la palestrina appena rinnovata grazie all’inter vento della Fondazione Candido Cannavò, ascolta ed esegue i suggerimenti di Massimo Pi rola che qui dentro fa l’istruttore di crossfit. «Lo sport è molto importante – dice Juri – ci fa stare IL CROSSFIT Pirola ha portato il crossfit in car cere: «La difficoltà, ora che la struttura è ade guata, è gestire le differenze di età. Al Beccaria ci sono ragazzi molto giovani e ora anche quelli più adulti. Bisogna farli convivere. Qui la moti vazione è molto forte, ma la forma mentis inizia le è quella di migliorare l’aspetto fisico. Un’atti vità estetica. Il compito è di far diventare l’attivi tà fisica una sfida con se stessi». «Per fare questo – interviene Martino Granaldi, il principale col laboratore di Olimpia Monda – era fondamenta Juri al lavoro nella palestrina del Beccaria le riqualificare le palestre. Prima la palestra grande era inagibile, la piccola un luogo buio. Oggi sono un posto dove i ragazzi si sentono be ne. E ci hanno anche aiutato nei lavori, con en tusiasmo». Sabrina Commis, responsabile dei UN RAPPORTO «Noi sappiamo con certezza quanti finiscano di nuovo in carcere – conclude la direttrice perché, se succede, sono ormai maggiorenni e quindi vanno negli istituti di pe na tradizionali. Ma la gioia è ricevere una carto lina, una telefonata, una mail da qualcuno che è stato qui, a volte passano addirittura a salutarci, da liberi. Questa è la soddisfazione: essere riu sciti a costruire un rapporto». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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