DA GIOVEDÌ A VERONA

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DA GIOVEDÌ A VERONA
IL SECOLO XIX
xte / costume
DA GIOVEDÌ A VERONA
IL VINO
È FEMMINA
Come si inizia
a bere bene?
1 Il vino non si beve,
si degusta. Si apprezza
il colore, si accosta
il bicchiere al naso per
cogliere
i profumi, si
assaggia a
piccoli sorsi,
assaporando la
sequenza dei sapori e
la persistenza nel finale
2 È consigliabile bere
poco ma bene,
e nel bicchiere giusto:
in generale va bene
il calice a forma di
tulipano per i
bianchi e il ballon
per i rossi
3 L’approccio
più facile per
il neofita è
con un vino
dolce (un
[+]
Nei vigneti, in cantina e nei corsi
da sommelier, le donne rubano
il posto agli uomini. E Vinitaly
dedica a loro la 45a edizione
EGLE PAGANO
IN OGNI BOTTIGLIA c’è sempre stato il lavo­
rofemminile.Nellasocietàruraleledonneave­
vano un ruolo nel vigneto, anche se limitato ai
compitimenoimpegnativi,qualisfogliarelavi­
te o partecipare alla vendemmia. In cantina,
però, era l’uomo a regnare: depositario di sape­
ri antichi, custode di alchimie segrete, arbitro
nellesceltepiùdelicate.Malarinascitadelvino
italiano, che in questi anni ha proiettato il ma­
de in Italy enologico ai vertici del mercato
mondiale, ha avuto anche l’effetto di aprire
nuovi e insperati spazi alla presenza femmini­
le. Ecco perché Vinitaly, che si svolgerà dal gio­
vedì a lunedì alla Fiera di Verona, quest’anno
avrà “lei” come protagonista, in ruoli sempre
più impegnativi.
Produttrici di vino, responsabili della comu­
nicazione o del commerciale di aziende anche
importanti, sommelier preparatissime in gra­
dodibatteregliuominiaiconcorsi,ledonnedel
vino ­ esiste anche un associazione con questo
nome ­ percorrono a balzi la scala del successo.
E fanno irruzione persino nel ristretto, e fino a
ieri inespugnabile, club degli enologi, i super­
tecnici che conoscono tutti i marchingegni per
estrarre il meglio da un vino, per correggerlo se
è il caso, per dargli uno stile.
A Vinitaly 2011 Graziana Grassini, toscana di
Scarlino, in Maremma, diplomata in enologia e
IL SORPASSO
L’enologa Graziana
Grassini: «Prima era
un mondo maschile,
ma ora siamo
molto richieste»
IL CONCORSO INTERNAZIONALE 2011
LE BOTTIGLIE
MIGLIORI?
DALLE COLLINE
DEL GOLAN
Un’azienda vinicola israeliana, nata nel 1983
sulle alture strappate dallo Stato ebraico
alla Siria nella guerra dei Sei giorni, vince
con uno Chardonnay e un Gewurztraminer
MANIFESTAZIONI
ALTERNATIVE
Importatori, distributori e
buyer, ovvero la catena di
trasmissione fra le cantine
e il mercato. Le aziende se
li contendono. Soprattutto
se hanno passaporto este­
ro. Basta pensare che nel
2010 i visitatori stranieri di
Vinitaly ­ da giovedì a lu­
nedì ­ sono stati 47 mila,
da 114 Paesi, su un totale le
di 153 mila. Ad attrarli sono
anche le due manifestazio­
ni “alternative” dei vini
biodinamici fuori Verona:
VinoVinoVino, da giovedì
a sabato, e Villa Favorita,
domenica e lunedì. Buyer
e giornalisti stranieri sono
molto contesi anche a
pranzi e cene di gala. E se
per colazione il posto vip
è, in Fiera, il motorhome
dove Marco Caprai ­ Sa­
grantino di Montefalco ­
invita ogni giorno uno chef
stellato a cucinare, la sera
di giovedì la scelta sarà fra
la villa del banchiere­pro­
duttore Gianni Zonin a
Montebello e “Puglia in ro­
sa” a Palazzo Giardini Giu­
sti, dove Nichi Vendola fa­
rà gli onori di casa. Per la
cena di venerdì, invece, si
potrà optare fra i Grandi
Cru, con Vittorio Fresco­
baldi e Paolo Panerai, o il
ricevimento di Pompeo
Farchioni a Palazzo Verità.
Moscato d’Asti,
un Ramandolo),
un bianco fresco e
beverino (un Ortrugo
o un Trebbiano), un rosso
profumato e versatile
(Valpolicella, Chianti,
Grignolino)
4 Ogni vino è legato
a un territorio. Se si ama
il Barolo, lo si amerà
ancora di più andandolo
a cercare nelle Langhe,
conoscendo la terra,
la cultura, i produttori
5 Non è necessario
acquistare vini molto
costosi per bere bene.
Esistono in quasi tutte
denominazioni ottimi
produttori che
propongono
eccellenti bottiglie a
prezzi che non superano
i 10­12 euro. Anche le
principali guide segnalano
ormai i vini dal buon
rapporto qualità/prezzo
MARTEDÌ
5 APRILE 2011
43
laureata in Scienze Biologiche, esordirà, in un
convegno sulle tendenze del vino, nella nuova
veste di consulente della Tenuta San Guido,
l’azienda che produce uno dei vini italiani più
prestigiosi, il “Sassicaia”, creato alla fine degli
anni ’60 dal grande enologo Giacomo Tachis.
«Mihannodettotantevolte:“Chivienedalma­
re non può capire nulla di vino”. E aggiungeva­
no:“Epoileièpuredonna”»raccontalaGrassi­
ni,cheèsposataehaunfiglio«maoggiinenolo­
giailmareèstatodefinitivamenteriscattatoeil
mondo femminile è portato in palmo di mano
per le sue peculiarità straordinarie».
ÈlaureatainEnologiaancheunadellepiùin­
teressanti esponenti della nouvelle vague del
vino, Arianna Occhipinti, siciliana, cresciuta
fra i vigneti, suo zio è Cos Occhipinti. Ma il suo
percorso ha imboccato un’altra direzione. Do­
po aver imparato tutti i segreti della chimica in
cantina, Arianna ha scelto la vigna, ha creato
una piccola azienda condotta con i criteri della
biodinamica, filosofia rilanciata dal francese
Nicolas Joly che affida l’intero ciclo del vino a
criteri ed elementi naturali. «Ricordo la lette­
ra, piena di poesia ma anche di determinazio­
ne, che nel 2003 Arianna, allora studentessa
pocopiùcheventenne,inviòalcriticoGinoVe­
ronelli: “Non bisogna» scriveva «togliere vita a
ciòcheèfontedivita”.Oggièunavignaiolavera
e i suoi vini rivelano tutto il fascino della sua
terra» dice Gianluca Gargano, presidente della
Velier di Genova, sostenitore, con le Triple A,
dei vini biodinamici e distributore della Occhi­
pinti, che sarà alla manifestazione dei Vini Ve­
ri, VinoVinoVino, a Cerea, vicino a Verona.
Le donne hanno fatto molto per far crescere
il vino italiano. Donatella Cinelli Colombini,
storica famiglia del Brunello, per esempio, ha
fondato e lanciato il Movimento del Turismo
delVino,determinantenelconvincerelecanti­
ne ad aprire le porte agli appassionati. Al suo
Casato Prime Donne, a Montalcino, tutto l’or­
ganigramma è al femminile, compresa ora an­
che l’enologa, la francese Valerie Lavigne. Ci
sono produttrici, come la friulana Ornella Ve­
nica, minuta ma instancabile nell’attività di
promozione dell’azienda di famiglia, o come la
veronese Sabrina Tedeschi, che propongono
una figura di donna che partecipa attivamente
alla vita dell’azienda senza rinunciare agli im­
pegni familiari. E personalità con uno spiccato
talento per il vino ­ come la toscana Elisabetta
Fagiuoli,aMontenidoli,grandeinterpretedel­
laVernacciadiSanGimignano,ocomelasaler­
nitana Silvia Imparato, che del suo Monteve­
trano è riuscita a fare un cult.
È la passione che porta un numero crescente
di donne a frequentare i corsi da sommelier.
«Oggi le nostre diplomate sono più di 9 mila,
circa il 30% del totale. Sono addirittura rad­
doppiate negli ultimi dieci anni» conferma An­
tonello Maietta, spezzino, neo presidente na­
zionale dell’Ais, l’Associazione italiana som­
meliers «sono bravissime ai concorsi e più im­
pegnate degli uomini, anche se magari non
eserciteranno la professione». Il motivo?
«Forse perché quello del vino è sempre stato
un mondo tradizionalmente maschile: l’uomo
ordinava il vino, era lui che se ne intendeva…
C’era un gap psicologico da colmare. Ma ora le
donne, in Italia, stanno vincendo la sfida».
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I numeri del vino italiano
I numeri di Vinitaly
le aziende
i miliardi
di cui
di euro
del giro
di affari
complessivo in Liguria
gli espositori
13,5
GIUSEPPE GIANNOTTI
DICIOTTO anni per arrivare sul tet­
to del mondo. Un’azienda vinicola
israeliana, la Golan Heights Winery,
havintol’edizione2011delConcorso
enologico internazionale “Gran Vi­
nitaly”, manifestazione legata al Sa­
lone del vino. Con uno Chardonnay
biologico e un Gewurztraminer,
l’azienda israeliana è stata giudicata
“miglior produttore di vino del mon­
do”battendo3.720vinipresentatida
più di 1.000 aziende di 30 Paesi.
A determinare il successo, diversi
fattori, fra i quali il suolo vulcanico
che garantisce un buon drenaggio, il
microclima mite che consente un
lungo periodo di crescita e matura­
zione delle uve, l’irrigazione a goccia
sviluppata su tutte le colture, che ga­ La sala vendita della Golan Heights
rantisce acqua anche in estate, e l’al­ Winery a Katzrin, in Israele
770mila 4mila
1.700
ta professionalità dello staff. Il diret­
tore di produzione, Victor Schoen­
feld, si è laureato alla California Uni­
versity dove ha appreso le tecniche
vinicole. I membri del suo staff han­
no studiato pure in California e an­
cheinFrancia,fraBorgognaeBorde­
aux. L’azienda utilizza metodologie
tradizionali, ma realizzate con i più
moderni impianti per pigiatura,
spremitura e pompaggio, e piccole
botti in legno di quercia per la matu­
razione del vino.
Ed è così che questa azienda nata
dal nulla nella cittadina di Katzrin
per iniziativa di quattro kibbutz e
quattro moshav ­ due diverse realtà
della cooperazione agricola ­, ha rag­
giunto i vertici mondiali.
LeAlturedelGolansonostatecon­
quistate da Israele nella Guerra dei
Sei Giorni nel 1967 e annesse allo
150mila
i visitatori
Stato ebraico nel 1981. I primi “pio­
nieri” dei kibbutz hanno iniziato a
piantare vitigni nel 1976. L’uva pro­
dottavenivavendutanellegrandico­
operative della costa. Nel 1982 quan­
do i primi esperimenti vinicoli han­
no dato buoni risultati, si è avviata la
produzione. Nel 1983 è nata la Golan
Heights Winery, che oggi ha una lar­
ga varietà di vini sotto i marchi “Yar­
den”, “Gamla” e “Golan”.
La locazione dell’azienda ha pro­
vocato tensioni internazionali. Nel
dicembre 2009 la Siria ha protestato
perché Israele aveva regalato botti­
glie di vino del Golan allo staff del­
l’Onu. Nel 2006 Israele si era lamen­
tatoperchélaSveziaavevaetichetta­
to le bottiglie del Golan con la scritta
“Proveniente da territori siriani oc­
cupati”. Ma le polemiche non hanno
fermato la crescita dell’azienda.