Anche Diofanto di Alessandria conosceva il
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Anche Diofanto di Alessandria conosceva il
ANCHE DIOFANTO DI ALESSANDRIA CONOSCEVA IL DIAGRAMMA DI ARGILLA QUADRATICO COME MACCHINA ALGEBRICA RISOLUTIVA? Aldo Bonet A beneficio dei sostenitori del diagramma di argilla. Diofanto di Alessandria ( Egitto, III sec d.C. circa) nella sua Aritmetica espone anche, alcuni sistemi di 2° grado affini a quelli visti e risolti dalle civiltà mesopotamiche. Propongo per esemplificare, quello del tipo standard: somma – prodotto ( x + y = s; x·y = b). L’enunciato di Diofanto recita così: “ trovare due numeri quando la loro somma e il loro prodotto siano uguali a numeri assegnati “ Il sistema è risolto abilmente da Diofanto e traspare nel suo procedimento di risoluzione l’applicazione inequivocabile dell’arcaico principio mesopotamico: quello della semisomma [ u= (x + y)/2 ] e della semidifferenza [ v= (x - y)/2 ]. Diofanto, risolve il sistema di 2° grado scomponendo i due numeri (o le due incognite) in questo modo: x= u + v ; y= u – v . Ovvero, in due sub-radici, dove, se era nota, l’una (u) bisognava trovare l’altra (v) o viceversa. A questo generico enunciato, Diofanto, pone un limite o condizione volto a ottenere soluzioni razionali positive, il quale, recita: ”E’ necessario tuttavia che il quadrato della semisomma dei numeri, superi il loro prodotto di un numero quadrato, cosa che è d’altronde figurativa “ Tradotto algebricamente, l’enunciato si presenta come segue: u2 = [(x + y)/2] 2 = x y + v2 Che cosa volesse dire Diofanto con l’ultima frase della condizione posta: “cosa che è d’altronde figurativa” - ἒστι δὲ καὶ τοῦτο πλασµατικόν (1) - ha scatenato una ridda di ipotesi e interpretazioni: chi sostiene che Diofanto abbia voluto fare riferimento ad una costruzione di tipo babilonese e chi invece sostiene che fosse di tipo euclideo, come la proposizione II,6. Noi invece, dopo aver letto l’articolo, sappiamo che Diofanto faceva riferimento alla quarta parte del diagramma di argilla: Diofanto aveva sviluppato un‘algebra “sincopata – simbolica” mascherando così nel calcolo il diagramma di argilla cui faceva comunque riferimento. Oggi, per noi la cosa è chiara! E sappiamo anche cosa intendesse dire Diofanto con quell’ultima parte della condizione posta. E, detta alla Diofanto: “ ἔστι δὲ καὶ τοῦτο πλασµατικόν “ . Secondo il Professor Giovanni Ceschi, insegnate di greco presso l’Istituto Liceo Prati di Trento, che ho interpellato e che ringrazio moltissimo per la sua preziosa disponibilità nonostante i suoi numerosi impegni scolastici, la frase diofantea, meglio se scritta: “ ἔστι δὲ καὶ τοῦτο πλασµατικόν “ la si può tradurre e inquadrare più correttamente come: “ Cosa che peraltro è anch’essa figurativa ”.(2) Questa interpretazione del Prof. Giovanni Ceschi, che mi è stata subito fornita grazie alla competenza nel proprio ambito, pur con la riserva (a dimostrazione della sua serietà professionale) di essere direttamente verificata nell’Opera originale ( all’interno quindi, di un contesto più ampio in cui è stata scritta da Diofanto nella sua Aritmetica), già di per se non è assolutamente da trascurare sul piano di un’analisi linguistica oggettiva. Questa migliore traduzione, che reputo affidabile e adeguata, mi porta a pensare che Diofanto, con la sua ultima frase, stesse semplicemente facendo riferimento a qualcosa di analogo che aveva visualizzato e che era da ricollegare a qualcosa di precedente. In altre parole, a mio parere, Diofanto, stava affermando che la condizione da Lui posta era correttamente visualizzabile sullo stesso diagramma di argilla esattamente come il principio della semisomma e della semidifferenza, preventivamente visualizzato (o raffigurato) proprio come nella figura sopraindicata. ………………………………………………………………………………………………………… 1 . Maracchia S. (2005/2008). Storia dell’Algebra. Napoli: Liguori, pag 123. 2 . Secondo Jöran Friberg. (2007). Amazing Traces of a Babylonian Origin in Greek Mathematics. Londra: World Scientific, pag. 328- 329-330, la frase in questione si può inquadrarla come: “ And this can be shown in a diagram “ ovvero: “E anch’essa può essere visualizzata in un diagramma” . Jöran Friberg propone quindi, tre tipi di diagrammi in Fig.13.1.1 a pag 330 del suo libro e, ognuno, rispettivamente assegnato ad ogni problema contenuto nell’Aritmetica di Diofanto: I.27- I.28- I.30. Ebbene, tutti i tre diagrammi proposti, se osservati attentamente, sono tutti riconducibili e pertanto contenuti nell’unico diagramma di argilla, dal quale discendono e che io propongo. Jöran Friberg. (2007). Amazing Traces of a Babylonian Origin in Greek Mathematics. pag. 330: Notare che, l’abbreviazione “sq. “ deriva dalla parola inglese “square” che significa: “quadrato” Pertanto, quando vediamo per esempio l’espressione: sq.(a – b) /2, dobbiamo leggerla come: “ il quadrato della semidifferenza”, che tradotto algebricamente : [(a – b) /2] 2 Per comodità di comprensione terrò le espressioni con le dovute abbreviazioni usate da Jöran Friberg, il quale, peraltro, usa per le incognite (o numeri incogniti) le lettere “ a, b “ e per i termini noti: “ m, n, k “ Jöran Friberg, propone tre diagrammi in Fig.13.1.1 a pag 330 del suo libro: Il primo a sinistra, interpreta geometricamente la condizione posta ( diorismo ) da Diofanto nel problema I ,27 della sua Aritmetica. Il diagramma in mezzo (o al centro), per il problema Ar. I,28 e l’ultimo a destra, per il problema Ar. I.30. Fig. 1. Jöran Friberg. (2007). Amazing Traces of a Babylonian Origin in Greek Mathematics, pag. 330 (Figura inserita su gentile concessione dell’autore) Desidero far vedere, qui di seguito, come gli stessi diagrammi proposti da Jöran Friberg appartengano tutti e tre all’arcaico e unico Diagramma di argilla mesopotamico a cui Diofanto faceva verosimilmente riferimento. DIAGRAMMI DI JÖRAN FRIBERG RICOSTRUITI CON IL DIAGRAMMA DI ARGILLA QUADRATICO. ( Jöran Friberg’s Diagrams reconstructed with the clay square diagram.) Riprendiamo quello a sinistra della Fig 13.1.1- Ar. I,27 e lo interpretiamo col Diagramma di argilla: Fig. 2. Diagramma di argilla che visualizza la relazione: sq. (a+b) /2 = sq. (a-b) /2 + a.b Riprendiamo quello in mezzo della Fig 13.1.1- Ar. I,28 e lo interpretiamo col Diagramma di argilla: Fig. 3. Diagramma di argilla che visualizza la relazione: 2(sq.a+ sq.b) = sq. (a+b) + sq. (a-b) Riprendiamo quello a destra della Fig 13.1.1- Ar. I,30 e lo interpretiamo col Diagramma di argilla: Fig. 4. Diagramma di argilla che visualizza la relazione: 4.a.b + sq. (a-b) = sq. (a+b)
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