diego velazquez
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DIEGO VELAZQUEZ Diego Velàzquez nasce a Siviglia nel 1599. Indirizzato fin da bambino verso la pi?ura, a 10 anni entra nella bo?ega di Herrera il giovane. Rivela subito il suo precoce talento, tanto che l’anno successivo passa presso Francisco Pacheco, un personaggio molto influente nell’ambiente culturale di Siviglia, pi?ore, teorico dell’arte e le?erato. Nel 1618 il diciannovenne Velàzquez è già un pi?ore indipendente e sposa Juana Pacheco, figlia del suo mentore. Acquaiolo di Siviglia 1620 olio su tela i 106 x 82 cm. Londra, Wellington Museum. I primi dipinV dell’arVsta sono prevalentemente bodegones, ossia soggeW di vita quoVdiana con inserV di natura morta. Un esempio è L’acquaiolo di Siviglia (1618‐19), in cui è forVssima l’ispirazione caravaggesca nel potente contrasto tra luci e ombre. Velàzquez mostra una spiccata a?enzione verso gli oggeW d’uso, e ne invesVga con effeW impressionanV le forme, i colori e i materiali. Il riferimento a Caravaggio segna un preciso orientamento del pi?ore spagnolo verso l’arte italiana. Nel 1623 il conte‐duca di Olivares, potente ministro del re Filippo IV, chiama l’arVsta a Madrid per diventare pi?ore ufficiale di corte. Velàzquez opera principalmente come ritraWsta, e inevitabilmente entra in rapporto con la tradizione dei ritraW cinquecenteschi di Tiziano. Il naturalismo d’impronta caravaggesca si arricchisce così di un nuovo respiro monumentale. Tra il 1629 e il 1631 Velàzquez compie un primo viaggio in Italia; lo studio delle grandi opere rinascimentali rende ancora più varia e duWle la sua tecnica pi?orica. Tornato a Madrid, avvia un’abbondante produzione di dipinV per le residenze reali e svariaV ritraW di personaggi della corte spagnola, immortalando non solo i re e i principi ma anche i nani e i buffoni. QuesV ulVmi, assieme ai contadini, erano un tema caro alla pi?ura fiammingo‐olandese; ma da parte di Velàzquez non c’è mai quel tono di distacco e quasi di derisione che più volte affiora in altri pi?ori dell’epoca. Al contrario, Velàzquez lascia trasparire tu?a la sua simpaVa per la gente, e ritraendo i buffoni di corte ne evidenzia con rispe?o la grande dignità. Capolavoro riassunVvo dell’arte spagnola è Las Meninas (1656). Raffigura l’omaggio delle damigelle d’onore alla piccola Infanta Margherita, che campeggia al centro del dipinto comemotore di tu?a la scena. La composizione è apparentemente semplice, ma si complica con l’affiorare dei volV del re e della regina riflessi nello specchio sulla parete di fondo. La loro immagine riflessa presuppone la loro presenza “al di qua” del dipinto. E un ulteriore complicazione è data dall’autoritra?o del pi?ore, sulla sinistra, che si raffigura mentre sta dipingendo il quadro stesso. Il secondo viaggio in Italia di Velàzquez cade tra il 1649 e il 1651. L’esito più noto è il Ritra?o di Papa Innocenzo X (1650), ammirevole per la singolare concentrazione psicologica. L’opera è rimasta nella sua collocazione originaria, la Galleria Doria Pamphili di Roma. Durante quesV anni, sull’esempio di Tiziano, Velàzquez dipinge con larghi colpi di pennello staccaV, carichi di materia e d’intensità espressiva. Con il suo sVle di assoluta libertà, viene giustamente indicato tra gli arVsV d’importanza fondamentale nella storia dell’arte. Riscoperto dai pi?ori francesi dell’800, e in parVcolare da Manet, è stato un punto di riferimento anche per Picasso e per i movimenV dell’arte moderna. TIZIANO PAPA PAOLO III 1546 FRANCIS BACON PAPA INNOCENZO X 1953
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