antonella mosetti
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antonella mosetti
news sanitarie dal mondo Marilab Trimestrale di informazione medico-scientifica_anno V_n. 3_ luglio/settembre 2009_ distribuzione gratuita PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE ENDOCRINOLOGIA Tra gli insonni più cardiopatici e diabetici PSICOLOGIA Estate, stagione dei “bollenti spiriti” PREVENZIONE Un nuovo Pap Test per diagnosi più precise e precoci A TU PER TU CON ANTONELLA MOSETTI “La salute è anche un atteggiamento ottimistico” 3 Sommario luglio/settembre09 Dica 33 - Il personaggio 6 ANTONELLA MOSETTI “La salute è anche un atteggiamento ottimistico” di Chiara Albi Mali di stagione 10 Se l’ammollo t’ammala 12 Estate: stagione dei bollenti spiriti 16 Trombosi in agguato se volare è low cost 18 Temperature elevate, minzione rovente 26 Dai, fatti un goccio, così scappiamo dalla realtà 31 La prevenzione... dopo tutto 33 PSA, campanello d’allarme che può suonare a vuoto Novità salutari 28 29 Più diabetici e cardiopatici se insonni Dalla pietra l’energia originaria della terra Anno V - numero 3 - luglio/settembre 2009 Direzione - Redazione Intornoalsegno srl - Voc. Le 5 Torri, 2/21 Fraz. Rosceto - 06059 Todi (PG) Tel. 075 8870055 [email protected] Direttore responsabile Luca Marino Comitato scientifico Luca Marino, Andrea Fabbri, Mario Pascone, Federica Razzi, Domenico Alberti Progetto grafico Intornoalsegno srl - Todi (PG) Stampa Miligraf srl - Formello (RM) La salute vien mangiando VIVENDI è una rivista trimestrale a carattere medico-scientifico edita da: Marilab srl 23 Viaggio nel Mediterraneo con i sapori del RistoMa?! 32 La magia della sazietà per dimagrire Marketing e pubblicità c/o Marilab srl - rif. Francesca Boldrini Tel. 06 56195237 - Fax 06 56195254 [email protected] Cristina Lucarelli - 335 8715700 19 Il Pap Test si fa più sottile 20 Un viaggio... indimenticabile 21 Vela, prima regola la prudenza A quattro zampe 22 Il calcetto dei disastri muscolari 34 Se le vene soffrono, lasciate stare la racchetta e il cavallo Rubriche VIVENDI viene distribuita gratuitamente. 25 Info Marilab PER CONTATTARE LA REDAZIONE DI VIVENDI, POTETE INVIARE UNA MAIL ALL’INDIRIZZO: 27 Filo diretto 24 Bene a sapersi 14 Celiachia, quando la stagione è meno ghiotta 15 L’estate “torrida” inizia a tavola Fido annusa, guarda, esplora e cammina per te La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e immagini del giornale sono formalmente vietate senza la debita autorizzazione dell’editore. L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 423 del 19.10.2005 Finito di stampare nel mese di LUGLIO 2009 [email protected] [email protected] 21 10 15 22 Editoriale a cura di Luca Marino Viaggiare, mangiare, dormire, balneare, gioire, amare. No, non è una nuova versione del famosissimo brano di Claudio Cecchetto. È, più semplicemente, l’inno all’estate, la stagione che ispira il benessere ed il piacere. Sarà per le belle giornate, sarà per le immancabili ferie o le vacanze scolastiche, sarà per i viaggi ma l’estate è l’emblema della felicità di stare in salute. Ovviamente non è così per tutti. E non è detto che, al contrario, la bella stagione con le attività ad essa collegate non possano comportare pericoli per il nostro organismo. La buccia di banana è dietro l’angolo, sia in campo dermatologico che in quello psicologico, che in quello dietetico o sportivo. E i nostri esperti ce lo ricordano con consigli ed avvertenze preziosissimi per passare le vacanze in tutta serenità. La salute, però, non è solo una condizione fisica ma anche uno stato dello spirito. Se ne dichiara certa Antonella Mosetti che in questo numero prende per mano i nostri lettori e racconta il suo privato. Rivelandosi una persona vera, schietta e sincera come poche nel rutilante mondo dello showbiz. Se l’estate costituisce per la stragrande maggioranza di noi un momento di riposo, questo non accade per Marilab. Nel centro sanitario, infatti, si lavora non solo per assicurare continuità assistenziale ma anche per lanciare le ultime novità scientifiche. È il caso del Pap Test di ultimissima generazione attraverso il quale la ricerca del papilloma virus HPV è più precisa e precoce: uno strumento importantissimo nella lotta al carcinoma dell’utero. In un’epoca nella quale, ne parliamo polemicamente a pag. 31, la prevenzione sembra l’ultima preoccupazione nel governo della sanità pubblica. di Chiara Albi VIVENDI 6 I di Chiara Albi “Chirurgia estetica? Sì, grazie: non mi sono mai pentita” A tu per tu con la 34enne romana che ha fatto parte della squadra di bellissime del Bagaglino o ipocondriaca?... Di più! Un grande sorriso si stampa sul volto della nostra testimonial estiva quando tentiamo di sondare il terreno sul suo rapporto con la salute. Antonella Mosetti conferma l’impressione che di lei abbiamo avuto osservandola al lavoro sul piccolo schermo: è solare e sfacciatamente sincera, tanto da non nascondere le sue paure immotivate. “Lo confesso… – racconta - Sono una di quelle che si faceva prendere da mille pensieri e turbe mentali alla prima occasione. Con la maternità, poi, quella sensazione si è anche amplificata. Ora… sto cercando di smettere! Anche perché inizio a sentirmi ridicola; ho sempre fatto sport e goduto di ottima salute, quindi non ha senso che mi preoccupi dell’inverosimile. Fortuna che con mia figlia sono tutto l’opposto!”. Già, perché Antonella ha una figlia di tredici anni con la quale ha una grande complicità e tenta di mantenere il massimo equilibrio su ogni discorso. “Proibire in maniera categorica alcune cose ai figli è controproducente – spiega - come essere totalmente comprensivi: ci vuole una giusta via di mezzo, solo così possiamo sperare di essere dei buoni genitori e di prevenire comportamenti spiacevoli”. Insomma, mai più angoscia da malattia? Assolutamente no. Va bene la prevenzione, va bene l’attenzione ai sintomi ma… soltanto se comprovati dalla diagnosi del dottore. I malati immaginari, che magari si attaccano alla prima medicina che capita per sentirsi meglio, sono quanto di meno salutare si possa pensare. Quindi la Mosetti dice no alle medicine? Dico sì solo se prescritte da un medico, e per un buon motivo. Non sono solita curare i piccoli fastidi con i farmaci pubblicizzati dalla televisione. Ricorro alle cure solo quando ne ho strettamente bisogno. Dato che ho sempre praticato sport, mi è capitato di effettuare alcuni accertamenti per dolori muscolari. Controlli fatti in clinica dopo i quali mi hanno prescritto delle punture di Muscoril, ma niente di più. perché, come dicevo prima, ho la fortuna di non dover ricorrere spesso alle medicine. In ogni caso, non ho mai subito il fascino dei rimedi alternativi. Favorevole o contraria alla medicina estetica? Assolutamente favorevole. Non ne ho mai fatto mistero, ho rifatto il seno. Non ho mai avuto un decoltè florido e dopo l’allattamento la situazione è peggiorata. Così mi sono fatta coraggio, perché avevo paura DICA 33 - IL PERSONAGGIO Antonella Mosetti: “Nella vita ci vuole equilibrio, vera fonte di benessere” 7 VIVENDI DICA 33 - IL PERSONAGGIO “Ho detto stop all’ipocondria: la salute è anche ottimismo” La sanità privata è la sua prima scelta? Più o meno, ma soltanto per motivi di privacy, per me e per il mio fidanzato (Aldo Montano ndr.). Anzi, devo ammettere che apprezzo molto le strutture pubbliche. Per un motivo o per un altro i miei nonni entrano ed escono dagli ospedali e sono sempre stati assistiti da personale altamente qualificato. Crede nell’omeopatia? Non ne ho mai sentito il bisogno anche dell’anestesia, ma al risveglio sono stata contentissima. Non mi sono mai pentita, al contrario. Può dare un consiglio alle tante ragazze che pensano al ritocco del chirurgo in giovane età? Aspettare, sicuramente. Non bisogna bruciare le tappe ma attendere i cambiamenti del proprio corpo per poi decidere, in tutta serenità e con i consigli di un esperto, quale può essere una soluzione alternativa. Siamo nel pieno della stagione estiva, come si protegge dai raggi solari? Di solito arrivo all’appuntamento con il sole piuttosto preparata. Non ho la carnagione molto chiara e cerco di fare poche lampade durante l’anno per mantenere la pelle abbronzata. Con un ottimo scrub (massaggio esfoliante ndr.) mantengo l’idratazione ed evito la formazione di macchie solari. Il discorso è diverso per mia figlia, che è la classica bionda dagli occhi chiari. Per lei ho sempre utilizzato la protezione totale da quando era piccola. Adesso siamo passate ad un fattore 20. Per concludere, sappiamo che è una grande frequentatrice del litorale romano, dove tra l’altro si mangia benissimo… Come no! In famiglia siamo cresciuti tutti a Fregene ma anche il Lido non scherza in fatto di buona tavola… Da piccola andavo sempre da Peppino a Mare. Ora che Peppino non c’è più mi sono un pò allontanata, anche se un pranzo in riva al mare… è senza ombra di dubbio una piacevole fonte di benessere. Dopo un’esperienza da modella e una parte nel film “Le donne non vogliono più”, Antonella Mosetti viene scelta nel 1993 da Gianni Boncompagni per il programma “Non è la Rai”, di cui fa parte fino al 1995 e del quale diventa una delle ragazze più inquadrate, facendo coppia fissa con Ilaria Galassi. Nel 1997 recita nella fiction “Mamma per caso”, accanto a Raffaella Carrà, tornando in tv due anni dopo con il programma televisivo “Ciao Darwin” nel ruolo di prima ballerina. Nel frattempo ottiene una piccola parte nel film di Carlo Verdone “C’era un cinese in coma”e nel 2000 è co-protagonista in un altro set, “Castellinaria”. Nell’estate 2001 affianca Mike Bongiorno nella conduzione di “Paperissima Sprint” su Canale 5. A settembre lascia Mediaset per approdare in Rai, dove prende parte al programma calcistico domenicale “Quelli che... il calcio”. Nella stagione successiva presenta “Casa Raiuno” insieme a Massimo Giletti e posa per il suo primo calendario senza veli, autoprodotto ed ambientato a Sharm-el-Sheik con foto di Angelo Gigli. Nel 2004 conduce anche “La domenica del villaggio” e l’anno dopo comincia la sua esperienza come conduttrice del “Sipario” del Tg4, chiamata da Emilio Fede. Nell’autunno del 2005 posa insieme ad altre 12 showgirl per il calendario “Woman for Planet 2006”, realizzato dal fotografo Enrico Ricciardi e venduto in allegato alla rivista “Lifestyle GOO”. Nell’edizione 2006/2007 viene scelta come capitana delle schedine, le ballerine di “Quelli che... il calcio”. Nella stessa stagione presenta il “Festival di Castrocaro” su Raiuno. È la protagonista del “Calendario For Men 2007” con scatti di Settimio Benedusi. Tra gli altri impegni, è modella per Valentino, Gattinoni e Fendissime. Nel 2009 entra a far parte della compagnia del “Bagaglino”, in sostituzione di Aida Yespica, con altre 3 primedonne. È ora legata sentimentalmente ad Aldo Montano. DICA 33 - IL PERSONAGGIO Torniamo a sua figlia. Ha detto di essere una mamma equilibrata: né permissiva, né repressiva. Ha mai affrontato con sua figlia il discorso del sesso? Sì, lo scorso anno, quand’era in prima media, e anche in questo caso ho cercato di parlarle come potrebbe fare una sorella, con molta sincerità. Certo, mi aiuta il fatto che non sia ancora diventata signorina, ma sa che quando arriverà il momento saprà con chi confidarsi. Sulle punte… della televisione 9 Colpo della Strega o Lombosciatalgia: con questo termine si intende un dolore acuto localizzato lungo il decorso e le zone di distribuzione del nervo sciatico, poste precisamente sulla fascia posteriore della coscia con rami collaterali ai muscoli flessori della coscia stessa. I dolori sono quasi sempre conseguenza di movimenti inopportuni, sforzi dovuti al sollevamento di oggetti troppo pesanti oppure disfunzioni congenite o procurate della colonna vertebrale. In molti casi essi sono causati dall’ernia al disco. I dolori, provocati da una pressione sul nervo, sono lancinanti e pungenti e partono dalla regione lombare per irradiarsi alla coscia, al polpaccio e fino al piede. Mastoplastica additiva: la mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia plastica volgarmente chiamata anche ingrandimento del seno, uno degli interventi estetici più richiesti dalle adolescenti insieme alla liposuzione. Consiste nell’inserzione di protesi mammarie, costituite da un involucro di silicone. Il contenuto della protesi può variare: attualmente vengono utilizzate protesi contenenti un gel coesivo di silicone, le più utilizzate, per via della difficoltosa fuoriuscita di materiale nel tessuto, o in alternativa una soluzione fisiologica di acqua salina. Queste ultime contengono una soluzione fisiologica molto simile alla composizione dei liquidi del corpo umano. glossario VIVENDI VIVENDI 8 Come fa a mantenersi così in forma? Siamo una famiglia di sportivi! Io e Aldo non perdiamo mai l’allenamento. Da piccola ho praticato per molto tempo il pattinaggio artistico alternandolo alla danza classica e moderna. Ora vado in palestra e mantengo un’alimentazione equilibrata, che significa non privarmi mai di nessun tipo di cibo, privilegiando prodotti genuini: pomodoro, olio extravergine di oliva, etc.. Sono una grande consumatrice di frutta e verdura ed ho educato in questa direzione anche la mia bimba. glossario DICA 33 - IL PERSONAGGIO Direi che sarebbe ottimale attendere i 22/23 anni. Allo stesso modo, credo che non bisognerebbe fare ritocchi importanti in età matura. Si corre il rischio di esagerare. VIVENDI 10 D etergere significa lavare via dalla pelle lo sporco, di origine esterna o interna. Il primo è dovuto alla contaminazione ambientale, il secondo è rappresentato dal velo di cellule morte che si forma in superficie a causa del processo di rinnovo cellulare e dalle secrezioni sebacee. Se la detersione è troppo aggressiva, il rischio è di asportare, con lo sporco, il film idrolipidico che costituisce la naturale barriera di protezione della pelle. La cute risulta allora irritabile, permeabile ed esposta alle infezioni di germi e degli agenti chimici esterni. Un effetto troppo “sgrassante” provocherebbe infatti un tipico effetto rebound (rimbalzo) scatenando prima una secchezza eccessiva e poi una iperproduzione di sebo nelle ore successive. Inoltre l’acqua che esce dai nostri rubinetti è spesso cari- ca di depositi calcarei non necessariamente nocivi per la salute, ma comunque non idonei alla pelle. Insomma, lavarsi sì, ma senza esagerare, e soprattutto prestando attenzione a tre fattori chiave: frequenza e durata delle abluzioni, scelta del detergente. Fondamentale per la salute della pelle è anche il tempo di permanenza in acqua. Docce troppo lunghe, o peggio bagni con ammollo prolungato, magari con l’aggravante di un’elevata temperatura dell’acqua e di abbondante bagnoschiuma, mettono a dura prova le naturali difese dell’epidermide. Il meccanismo? Il tessuto cutaneo si imbeve d’acqua e la pelle appare “spugnosa” segnata dalle tipiche grinze. Al momento di asciugarsi poi quest’acqua evapora velocemente, causando microlesioni alle cellule cutanee e secchezza della pelle. La soluzione? Invece di lunghi bagni, regalatevi brevi e veloci docce. La corretta detersione è alla base della bellezza e della salute in particolare della pelle del viso. Non ci si lava solo per eliminare lo sporco e gli odori, ma anche e soprattutto per conservare la pelle nelle migliori condizioni di equilibrio. Anche il trucco contribuisce a soffocare la cute, se non eliminato accuratamente tutte le sere. Spesso ci si lava il viso troppo o troppo poco ed Dr. Josè Maria Lops Dermatologo un lavaggio effettuato con sola acqua può essere insufficiente a rimuovere detriti di sebo, sudore e cellule morte. Quanto ai detergenti, saponi, syndet (i cosidetti “saponi-non-saponi”) e bagnoschiuma, sono tutti prodotti che come principio lavante adottano tensioattivi di sintesi, sostanze capaci di frantumare in goccioline minutissime il velo di grasso ed impurità che si è depositato sulla pelle. L’acqua, poi, provvede a rimuoverle. Il classico sapone di marsiglia ottenuto trattando l’olio di oliva con la soda, è ot- timo per una cute normale, mentre può essere troppo aggressivo in presenza di patologie (es: acne, eczema, etc.) rimuovendo oltre allo “sporco”, anche i lipidi naturali epidermici, che rappresentano una difesa della pelle. Infine, dopo ogni bagno ricordate sempre di applicare una crema idratante per riequilibrare lo strato lipidico dell’epidermide. Un ultimo aspetto da prendere in considerazione nella scelta del detergente è quello di evitare tra gli ingredienti la presenza dei derivati del petrolio (presenti oramai in gran parte dei detergenti convenzionali), utili per far assumere al liquido elevata capacità schiumogena, buona consistenza, delicata profumazione, ma irritanti per gli occhi e la pelle. Ma l’aspetto sicuramente più allarmante è l’utilizzo di sostanze come: il Polyquaternium-7, il Tetrasodium Edta, i Parfum e altri vari composti chimici che grazie alla proprietà di aumentare la capacità d’assorbimento dell’epidermide, facilitano la penetrazione di eventuali sostanze nocive. Anche se negli spot pubblicitari di questi prodotti viene vantata la proprietà di rendere la pelle più morbida, in realtà questi detergenti non contengono nessun ingrediente idratante. Quello che accade è che grazie alla presenza di polimeri sintetici, sulla pelle si forma una sorta di pellicola che dà un’impressione di morbidezza, ma si tratta appunto solo di una sensazione. MALI DI STAGIONE In estate aumenta l’esigenza di lavarsi ma attenzione alla scelta del detergente e alla durata delle abluzioni. La pelle ne potrebbe soffrire 11 VIVENDI MALI DI STAGIONE Se l’ammollo t’ammala VIVENDI 12 sensi, se non siamo solo animali biologici, bisogna cominciare a responsabilizzarsi e imparare ad avvicinarsi al sesso con una forma di altissima prudenza e rispetto. Il sesso e l’amore hanno bisogno di un ordine psicologico, di una conoscenza pratica e matura della propria sessualità. Oltre alla dimensione biologica c’è anche la dimensione psicologica e spirituale della sessualità. È la dimensione dell’erotismo e della grazia che quasi sembra scomparsa dalla nostra cultura ma pos- L ’ estate, tempo di amori, di flirt, di scappatelle. Ma davvero l’estate è la stagione dell’amore? O è solo un luogo comune? Da un punto di vista biologico gli studi hanno dimostrato che in estate aumenta la sessualità perché le ore di luce vanno a stimolare la corteccia cerebrale e i centri ipotalamici deputati alla riproduzione. Inoltre, nella bella stagione fioriscono piante il cui odore inebria l’aria e stimola gli amori (zagare, gelsomini, giacinti e fiori di ippocastano). Anche il corpo con l’innalzamento della temperatura emana sostanze chiamate ferormoni che sono i segnali chimici di comunicazione sociale tra individui della stessa specie; nell’uomo superano la sfera cosciente e sensoriale raggiungendo il subconscio e la memoria genetica. Visivamente poi siamo stimolati dai corpi che si scoprono e mostrano le loro forme sollecitando il sistema nervoso parasimpatico per cui vengono attivati i recettori presenti nelle cosiddette zone “erogene” nell’uomo e nella donna. Così, con l’aprirsi della natura anche la sessualità - vissuta spesso di sfuggita e incastrata da impegni di lavoro e routine - si risveglia e le vacanze sono attese come il momento per lasciarsi andare a comportamenti più liberi e trasgressivi. Le ricerche sugli amori estivi realizzate da Demoskopea Organon Italia confermano che per il 63% degli italiani aumenta sensibilmente l’attività sessuale, cresce la voglia di fare nuovi incontri, di vivere la sessualità come un gioco. Molti partono per i cosiddetti paradisi del sesso. Comportamenti e aspettative sempre più frequenti che vedono il sesso ridotto alla sola dimensione biologica, non sempre vissuto e gestito in modo sano. C’è ancora la convinzione che usare il sesso spesso, con leggerezza e superficialità sia sinonimo di prestigio e anticonformismo. Soprattutto i giovani credono che fare sesso significhi essere adulti esattamente come si sentono adulti quando MALI DI STAGIONE Estate: stagione dei bollenti spiriti siamo averne un’idea rileggendo alcuni passi de Il Cantico dei Cantici: a viverla è il corpo ma c’è una realtà più grande che lo abbraccia come se tutta la Vita amasse in quel momento tutta la persona. Non è una questione di corpo, di genitali o di età ma di intelligenza e di coscienza. La sessualità va gestita attraverso la costruzione della personalità, guadagnandosi la propria maturità. Il vero sesso è un piacere che si merita e non è gratuito. Dr.ssa Maria Giulia Minichetti 13 Psicologa, psicoterapeuta C.T.U Tribunale Civile di Roma Sociologa della comunicazione, formatore e libera docente in psicologia e comunicazione fumano una sigaretta o bevono alcool. Invece c’è molta immaturità non solo nei giovani ma anche negli adulti tanto che la maggioranza fa sesso seguendo solo un copione. La voglia di sesso scatta spesso come una necessità nella testa ma non ha alcuna corrispondenza nell’organismo e nell’emozione tanto che la persona si limita a fare una ginnastica fisica mettendo in frustrazione la sua sensibilità. Molti casi di impotenza maschile dipendono infatti proprio dal fatto che si ha un esigenza di sesso mentale ma manca la verità del corpo; verità che non sappiamo più ascoltare. La sessualità e l’erotismo male investiti alla fine sono una falsità contro se stessi e contro l’altro che possono portare fino alla malattia, alla depressione. Nel sesso ci si impegna a presa diretta personalità con personalità e non bisogna scherzarci. Allora, se è vero che in estate c’è il risveglio dei VIVENDI MALI DI STAGIONE Più sole e più voglia. Per molti, però, soddisfare il desiderio è poco più che una ginnastica. Attenzione che non sia una falsità verso se stessi CASTELLI CARNI CARNI NOSTRANE CARNI DI PRIMA QUALITÀ Cibi già preparati pronti da cuocere (arrosto, spiedini, cotolette etc.) Via Orazio dello Sbirro, 10 00121 LIDO DI OSTIA (RM) - Tel. 06 5673028 VIVENDI 14 S ono poche, oggigiorno, le persone che non conoscono la malattia celiaca o che non hanno qualche amico, parente o conoscente affetto da questa non rarissima intolleranza alimentare. La malattia celiaca, o intolleranza al glutine, è una malattia di vecchia conoscenza ma con una metodologia diagnostica giovane, nel senso che prima si pensava colpisse soprattutto i giovani mentre oggi sappiamo che si manifesta spesso nei soggetti adulti e viene anche riscontrata nei settantenni. È una malattia a forte componente genetica, nel senso che si trasmette ereditariamente, ed è legata all’effetto tossico di alcune componenti del glutine (gliadina, glutamina e prolina) sulla mucosa dell’intestino. Il glutine è la sostanza che rende l’impasto appiccicoso e permette la panificazione; esso si trova nel grano, nella segale e nell’orzo e in concentrazioni minori nell’avena, mentre le sopracitate frazioni tossiche non si ritrovano nel granturco, miglio o riso. Queste proteine tossiche si legano a recettori presenti sulle cellule intestinali e provo- li intestinali ed al conseguente malassorbimento di molte sostanze nutritizie. Da un punto di vista sintomatologico la celiachia generalmente si presenta con lievi dolori addomimali post-prandiali, diarrea e perdita di peso. Spesso è presente un’anemia sideropenica (cioè da carenza di assorbimento di ferro), astenia, e talvolta, nelle giovani donne, anche assenza delle mestruazioni; sono frequenti anche afte ed ulcerazioni della lingua e della mucosa della cavità orale. Alla diagnosi si arriva facilmente, basta infatti eseguire la ricerca nel sangue degli anticorpi specifici (Anti-Gliadina, Anti-Endomisio e Anti-Transglutaminasi). Peraltro esistono in commercio e quindi si trovano in farmacia degli autotest per la celiachia (cioè test eseguibili da soli, a casa) per la ricerca di anticorpi anti-transglutaminasi (che sono i più specifici). In caso di positività, bisogna eseguire una Dr. Marco Emilio Bazuro UOC Gastroenterologia Ospedale S. Eugenio gastroscopia con prelievi bioptici nel duodeno per documentare il grado di atrofia dei villi intestinali. Se la diagnosi della celiachia è relativamente semplice lo stesso non si può dire della terapia che rappresenta il vero punto dolente della malattia. Infatti la terapia della celiachia, al momento, è solo dietetica ed in teoria relativamente facile: il paziente deve semplicemente evitare tutti i prodotti con il glutine e cioè grano, segale, orzo, ed in parte l’avena (pur essendo meno tossica). La realtà invece è che la dieta senza glutine è difficile perché i moderni processi di preparazione industriale prevedono l’aggiunta di glutine come additivo in molti alimenti in commercio. di Federica Razzi Dietoterapista L a fama dei cibi afrodisiaci si è tramandata fino ai giorni nostri ma la lista degli alimenti si è parzialmente modificata e diciamo anche allungata rispetto alle credenze medievali. Gli alimenti e le ricette afrodisiache costituiscono un esempio di come si possa abbinare il piacere della gola a quello del sesso, ma a volte i cibi e le ricette non bastano. Non è un caso che i precetti più efficaci consiglino anche una sana attività fisica e la riduzione delle abitudini negative quali alcool e fumo. Inoltre al momento di consumare i cibi, l’atmosfera dovrebbe essere adeguata, magari con luce soffusa e candele che emanano profumi esotici, la tavola possibilmente imbandita con dei fiori ed in sottofondo non dovrebbe mancare la musica adatta. Ma vediamo quali sono gli alimenti attualmente ritenuti afrodisiaci: nell’ordine di importanza vanno citate le ostriche, i lampascioni, la rucola, i crostacei, le banane, le rane, il parmigiano, le uova, le fave, la polenta e il peperoncino. La movida “torrida” inizia a tavola Al contrario sembrano avere effetto controproducente e quindi “anafrodisiaco” la lattuga, il cetriolo, le bevande alcoliche ed il caffè. La CNN ha condotto un’indagine su quelle che sono le sostanze afrodisiache più vendute al mondo ed ecco quale è stato il risultato della ricerca. Intramontabile è la radice di Ginseng, usata da millenni dagli anziani cinesi con risultati incredibili. Nutrirsi di questa “miracolosa” radice, infatti, determina un maggior afflusso di sangue nel pene (l’estratto di radice stimola direttamente il rilascio della sostanza chimica da parte dell’organismo). Meno conosciuta ma altrettanto efficace è la corteccia di Yohimbine, utilizzata dagli africani per stimolare l’erezione. I principi attivi di questa pianta incrementano la pressione sanguigna e agiscono sul cervello stimolando il senso di benessere. In Europa è possibile acquistarla solo con ricetta medica. Infine ci sono le erbe per problemi lievi perché meno efficaci, come il Ginko Biloba e la L-Arginina. Il primo stimola la memoria e l’attività sessuale anche nelle donne che soffrono di calo del desiderio o che hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Il secondo è un aminoacido presente in molti cibi (si trova in latte, carne, uova, germe di grano, farina di grano, cioccolato, formaggio, noci, mandorle, noccioline, semi di zucca, pesci) che stimola la produzione dell’ossido nitrico proprio come il Viagra. BENE A SAPERSI Miti e leggende da sfatare sull’efficacia dei cibi afrodisiaci che solo in qualche caso hanno il loro effetto. L’importanza di una vita sana Celiachia, quando la stagione è meno ghiotta La dieta rigorosa costringe molti pazienti a disertare occasioni di festa e di amicizia. Come aiutarli? Basta mangiare “celiaco” con loro, cano una reazione autoimmune da parte non è controindicato dell’organismo che porta all’atrofia dei vil- zione (molti si vergognano e preferiscono non andare a cena fuori con gli amici) ed anche perché bastano pochi “sgarri” alimentari per vanificare mesi di attenzione dietetica, provocare nuovamente l’infiammazione dell’intestino e ritornare al punto di partenza. Mangiare “celiaco” non è controindicato nei soggetti sani e potrebbe essere un’occasione per gli amici quella di provare quel tipo di cucina per riavvicinarsi a chi ne soffre. 15 VIVENDI BENE A SAPERSI Per fortuna attualmente l’industria alimentare è stata sensibilizzata al problema della celiachia e produce numerose linee alimentari prive di glutine; inoltre esistono numerose associazioni ed organizzazioni che forniscono informazioni nonché elenchi di alimenti, ricette, liste di supermercati, ristoranti e pizzerie che cucinano anche per celiaci. Questo è un problema molto sentito dai giovani che pagano la loro condizione di celiaci con una scarsa socializza- trazione di ossigeno) e la ridotta pressione dell’aria innescano meccanismi biochimici complessi che accentuano la stasi e determinano uno stato di ipercoagulabilità del sangue. A ciò si aggiunge la disidratazione, conseguenza del ridotto apporto di liquidi e della contemporanea perdita di fluidi attraverso la perspiratio nell’ambiente secco della cabina. La disidratazione, accentuata dalla eventuale assunzione di alcoolici, comporta emoconcentrazione ed incremento della viscosità ematica, che a loro volta aumentano il rischio trombotico. L’insorgenza di trombosi venosa però non è legata solamente a questi fattori che interessano tutti i viaggiatori. La trombosi venosa dipende anche da fattori personali come condizioni di ipercoagulabilità del sangue o lesioni delle vene. Questi fattori variano molto da soggetto a soggetto e ciò spiega perché, fortunatamente, la trombosi venosa non colpisce tutti i viaggiatori ma solo circa lo 0,16% di loro. L’età avanzata, l’obesità, le malattie cardiache, le terapie ormonali, precedenti trombosi venose, recenti interventi chirurgici, le malattie neoplastiche ed il fumo sono DETTI E CONTRADDETTI I l rischio di trombosi venosa è maggiore dopo lunghi viaggi aerei. Quindi viene chiamata “Long-Flight Thrombosis” o Sindrome della Classe Economica. L’aumento del rischio trombotico è dovuto alla concomitanza di particolari condizioni sfavorevoli a carico della circolazione venosa degli arti inferiori che si vengono a creare durante il volo aereo . Il sangue ritorna dalla periferia (in questo caso, dalle gambe) al cuore grazie agli atti respiratori (che lo “aspirano”) ed alla contrazione dei muscoli delle gambe (che lo “spingono”, “pompa muscolare”). L’assenza di contrazioni muscolari ritmiche dei muscoli del polpaccio ed i ridotti movimenti respiratori causati dalla lunga permanenza in poltrone di piccole dimensioni, determinano in tutti i viaggiatori un sensibile rallentamento del flusso. E il rallentamento del ritorno ematico rappresenta un momento fondamentale per l’insorgenza della trombosi venosa. Altro elemento specifico che aumenta il rischio di trombosi venosa in tutti i passeggeri durante i lunghi viaggi aerei sono le condizioni climatiche all’interno della cabina: la ipossia relativa (ridotta concen- 17 Dr. Alberto Caggiati Specialista in Chirurgia vascolare Professore associato Università La Sapienza condizioni che aumentano in modo significativo il rischio individuale di sviluppare trombosi venosa. Importantissimo il rischio aggiuntivo se il viaggiatore è affetto da trombofilia, ossia da una condizione genetica che predispone alla insorgenza di trombosi venosa. Per ridurre il rischio della “Economy Class Syndrome” dovrebbero essere prese alcune semplici misure di precauzione: frequenti esercizi di mobilizzazione e di stretching degli arti, piccole camminate, frequenti cambi di posizione e, se possibile, l’allungamento degli arti inferiori. Evitare di accavallare le gambe. Per combattere la emoconcentrazione è consigliabile l’assunzione regolare di bevande non alcoliche (almeno un litro per ogni 5 ore di volo). I pazienti con fattori di rischio trombotico dovrebbero usare calze elastocompressive per incrementare la velocità del flusso ematico di ritorno al cuore, ridurre l’edema e quindi il rischio trombotico. Per i soggetti a maggior rischio (insufficienza venosa cronica, malattie croniche o neoplastiche, o accertate condizioni di aumentato rischio trombotico) è stata suggerita la profilassi farmacologica con eparina a basso peso molecolare (una iniezione sottocutanea). Non sono tuttavia disponibili studi che avvalorino l’efficacia di tale presidio. 17 VIVENDI MALI DI STAGIONE VIVENDI 16 Problemi e rischi per le condizioni di immobilizzazione di lunga durata seduti in aereo. È l’effetto della sindrome da classe economica Trombosi in agguato se volare è low cost VIVENDI 18 Il calcetto dei disastri muscolari Temperature elevate, minzione rovente L e forme infettive dell’apparato urinario sono causate dalla colonizzazione batterica delle vie urinarie (cavità renali, ureteri, vescica) e possono avere origini molto diverse, presentare complessi corredi sintomatologici e condurre in qualche caso a conseguenze serie. Le forme più frequenti sono rappresentate dall’infezione della parete vescicale, dando luogo alla cosiddetta cistite la cui sintomatologia è in genere costituita dal bruciore minzionale, dal dolore addominale nella zona sovrapubica, dall’aumento della frequenza, dall’impellenza dello stimolo con difficoltà a trattenere le urine. In alcuni casi, nelle cistiti emorragiche, è presente una certa quantità di sangue nelle urine. Tale quadro può essere occasionalmente accompagnato da stato febbrile, con temperature che possono raggiungere valori elevati. Le urine sono normalmente sterili, ma grazie alla presenza di alcuni componenti possono diventare un ottimo terreno di coltura per germi patogeni; esistono inoltre delle condizioni predisponenti in grado di favorire la colonizzazione batterica, come le malformazioni dell’apparato urinario, o come quelle patologie che comportano il ristagno di urine nella vescica spesso secondarie a ipertrofia prostatica nell’uomo o a prolasso vescicale nella donna. Il raggiungimento delle vie urinarie da parte dei batteri avviene in genere per via ematogena, ossia trasportati dal flusso sanguigno, Dr. Roberto Curcuruto Dr. Raniero Parascani o per via retrograda, passando attraverso l’uretra. Quest’ultima situazione è molto comune nelle donne a causa delle caratteristiche anatomiche dell’uretra, il canale che porta le urine dalla vescica all’esterno, che nel sesso femminile è molto più corta rispetto agli uomini e presenta meno resistenze alle aggressioni retrograde. Esistono poi altri fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di contrarre infezioni urinarie, quali il diabete, che comporta spesso la presenza di glucosio nelle urine rendendole “appetibili” alla flora batterica, la presenza di calcoli, nel cui contesto è spesso possibile rinvenire microorganismi, la presenza di batteri a livello genitale che con i rapporti sessuali possono penetrare attraverso l’uretra, gli stati di disidratazione dovuti ad insufficiente apporto di liquidi o ad eccessiva perdita, come avviene nei mesi più caldi o durante l’attività fisica intensa. In quest’ultimo caso, che dal punto di vista epidemiologico è una delle cause più frequenti, le urine risultano molto più concentrate del normale, rendendo maggiore la disponibilità di substrati nutritivi per le colonie batteriche così da favorirne l’azione patogena. Come in tante altre patologie, la prevenzione riveste un ruolo fondamentale per limitare l’insorgenza di infezioni a carico delle vie urinarie. Con l’avvento dell’estate, e quindi delle alte temperature, la perdita di liquidi causata dalla sudorazione può avere un impatto molto importante Urologo sulla composizione chimico-fisica delle urine, rendendole, come già accennato, più adatte ad eventuali colonizzazioni batteriche. È dunque un’ottima abitudine quella di assumere adeguate quantità di liquidi (almeno 3 litri al giorno), soprattutto sotto forma di normale acqua, in modo da diminuire la concentrazione urinaria di substrati energetici. La terapia, somministrata sotto controllo medico, è mirata all’eliminazione della carica batterica mediante l’impiego di antibiotici, normalmente fluorochinolonici, per i quali è spesso necessaria una sola somministrazione per avere la risoluzione del quadro clinico. In casi più rari, soprattutto se sostenuti da complicanze o in presenza di altri fattori quali quelli accennati in precedenza, è necessario seguire uno schema terapeutico più lungo. I Specialista in Medicina dello Sport Dir. Tecnico Reparto Fisioterapia Marilab Center l giocatore corre sulla fascia, controlla la palla, una finta per saltare un avversario, fa uno scatto e pochi metri dopo si ferma, alza un braccio come a chiedere una pausa, una smorfia sul viso ed una mano sulla coscia proprio sotto il gluteo. Il gesto è eloquente, il medico lascia la panchina e raggiunge il ragazzo, uno sguardo tra i due e la diagnosi è fatta. Lesione muscolare. Nella pratica clinica di situazioni simili a questa ne vediamo molte. Sempre più frequentemente i traumi a carico dei muscoli o dei tendini affollano gli ambulatori di medicina fisica e di riabilitazione. Le cause che nel tempo hanno generato questo incremento sono da ricercare nell’aumento del numero di praticanti discipline sportive e nella ricerca esasperata della prestazione. Dobbiamo comunque distinguere l’atleta agonista che spesso estremizza il gesto creando sovraccarico e stress sull’apparato muscolare, dal soggetto che improvvisa una performance, magari dopo anni di inattività, commettendo errori tecnici o che semplicemente in modo inadeguato sfrutta le sue risorse fisiche ormai impigrite. Mentre in genere l’agonista è seguito da un’equipe medica che limita al massimo le conseguenze del trauma, nella mag- gioranza dei casi gli amatori, soprattutto quando la lesione risulta di piccola entità tendono a evitare il controllo medico, magari rassicurati dall’amico che prima di lui è passato per lo stesso incidente. Proprio questo atteggiamento attendista e superficiale può causare, soprattutto nei meno giovani, lesioni che tendono a cronicizzare o destinate a diventare più gravi nel giro di poco. Spesso osserviamo giocatori professionisti che al minimo accenno di dolore chiedono il cambio, uscendo dal campo sollevando da terra l’arto leso. In realtà nella maggioranza dei casi si tratta di un piccolo stiramento, o di una lieve contrattura che se gestita tempestivamente permette loro di riprendere l’attività in pochi giorni. Questo consono comportamento dovrebbe illuminare quello più attendista dei non agonisti, i quali, invece “giocandoci sopra” esasperano il danno. Da questa analisi emergono tre semplici considerazioni, riferite soprattutto alla massa di “atleti” occasionali, i quali debbono sempre ricordare che: 1) tutte le volte che si affronta un impegno motorio importante rispetto al nostro quotidiano, si deve avere una adeguata preparazione fisica. 2) La prestazione va sempre gestita riscaldando preventivamente ed adeguatamente i muscoli per poi ricorrere ad esercizi di allungamento e defaticamento dopo aver terminato lo sforzo. 3) In caso si avvertano dei sintomi significativi per lesione muscolare occorre fermarsi e farsi visitare da uno specialista. Non prendersi cura in modo adeguato del proprio corpo, facilita la possibilità di incorrere in eventi avversi; ritardare diagnosi ed eventuali cure mette a rischio la qualità della guarigione oltre che allungare i tempi di recupero. MALI DI STAGIONE Attenzione alla voglia di sfida scapoli-ammogliati: in chi non è allenato l’infrazione ai quadricipiti ed ai glutei è un rischio sempre più diffuso. I consigli dello specialista 19 VIVENDI MALI DI STAGIONE Con la stagione estiva la perdita di liquidi causata dalla sudorazione può avere un impatto molto importante sulla composizione chimico-fisica delle urine, rendendole più adatte a colonizzazioni batteriche. È la cistite Recrudescenza della scabbia che può essere lo sgradevole “souvenir” di una vacanza all’estero. Come si scopre e come si cura Per andare per mare come preparazione fisica è sufficiente una buona resistenza generale. E saper evitare i guai di Josè Maria Lops VIVENDI 20 L a scabbia è una malattia infettiva contagiosa che colpisce la pelle ed è provocata da un parassita (Sarcoptes Scabiei), un acaro invisibile ad occhio nudo, che scava cunicoli sotto la cute umana, dove depone le sue uova, da cui in alcuni giorni si sviluppano i parassiti adulti. La scabbia è endemica in tutto il mondo e colpisce tutte le razze e le persone di tutti i livelli socio-economici, senza distinzione di età o sesso. Rara fino a trenta-quaranta anni fa, è divenuta ovunque nuovamente frequente. I motivi delle periodiche ricorrenze non sono noti, mentre sono noti alcuni fattori che ne favoriscono la diffusione, spesso in modo indipendente fra loro. Questi fattori sono costituiti dallo scarso livello igienico, dalla promiscuità, dai viaggi internazionali. Il sintomo principale della scabbia è il prurito, che inizia dopo un periodo variabile da 2 a 6 settimane dal contatto con l’acaro. Il prurito aumenta di intensità durante la notte, in quanto il calore del letto incrementa l’attività degli acari. Sulla cute compaiono lesioni di vario tipo, come papule (piccole chiazze rosse in rilievo), vescicole e lesioni lineari, corrispondenti ai cunicoli scavati dall’acaro. Le zone più frequentemente colpite sono: gli spazi fra le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ascelle, le regioni sottomammarie, l’addome, i genitali maschili e le natiche. Si trasmette per contatto con la cute della persona affetta e/o con la biancheria del letto e gli indumenti contaminati. La cura consiste nell’applicazione sulla cute di farmaci antiparassitari: sono in commercio prodotti sotto forma di lozione o crema, da usare secondo prescrizione medica. È fondamentale, qualunque sia il prodotto prescelto, praticare il bagno o la doccia prima di ogni applicazione e so- stituire la biancheria personale e del letto dopo ogni applicazione. La persistenza del prurito dopo la fine del trattamento è per lo più dovuta a fenomeni irritativi, pertanto se si è venuti a contatto con una persona affetta da scabbia è necessario: · effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico, dopo il bagno o la doccia; · sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani dopo ogni applicazione; · lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60° C. Dr. Mario Pascone Medico Sportivo C ome ogni estate anche quest’anno una schiera di ragazzini, giovani ed adulti si riverseranno nei numerosi circoli velici sparsi su tutte le coste italiane per partecipare alla famigerata ed attesissima scuola di vela estiva. Che la seguano per una stagione intera, per un mese o anche per una sola settimana, il loro imperativo è unico: imparare ad andare a vela divertendosi e facendo molte nuove amicizie. La vela è uno sport praticabile per molti anni in forma non agonistica e con una scelta opportuna del tipo di imbarcazione. Il diportista, che esce in acqua nei fine settimana o durante le vacanze con il tempo buono e venti di media entità, ha bisogno soltanto di una buona resistenza generale alla fatica e di un discreto tono muscolare più o meno come altri sport della domenica. La regata e la crociera impegnative richiedono invece una preparazione ben maggiore dato che l’individuo deve essere allenato a condizioni di tempo duro e ad una permanenza in mare prolungata. La vela agonistica è sì uno sport di destrezza, come viene generalmente definito, ma anche soprattutto un’attività in cui le capacità condizionali (forza, resistenza, velocità) contribuiscono in maniera notevole al raggiungimento della prestazione. Vela, prima regola la prudenza Lo sport velico può essere praticato dagli 8-10 anni di età (a bordo dell’Optimist, imbarcazione scuola per antonomasia, che possiede un’attrezzatura notevolmente ridotta, i ragazzi apprendono con facilità i fondamentali della vela in tutta tranquillità e sicurezza) fino ad età avanzata. Purchè lo si affronti con una adeguata preparazione psico-fisica di base, una corretta tecnica, ma soprattutto con una giusta dose di prudenza, ovvero nella costante capacità di valutare oggettivamente il proprio stato fisico in rapporto alle condizioni atmosferiche e alle proprie capacità tecniche. Tutto questo in modo da non trovarsi mai in situazioni impreviste o incontrollabili e quindi causa di eventi patologici. Solo così questo sport, per le sue peculiari caratteristiche, potrà dare ai suoi praticanti, nel confronto tra le loro capacità e le realtà che li circonda, sensazioni fisiche e psichiche indicibili legate all’armonia e alla totale integrazione del corpo con le forme della natura. 21 VIVENDI MALI DI STAGIONE Un viaggio… indimenticabile MALI DI STAGIONE Dermatologo S VIVENDI 22 Una nuova tecnologia per la ricerca dell’HPV consente diagnosi più precise e precoci nel rischio di insorgenza del tumore del collo dell’utero L a diffusione del PAP TEST ha ridotto significativamente la mortalità per cancro cervicale; oggi esistono nuove tecnologie per renderlo più efficace e sicuro come il Thin Prep (Pap Test su strato sottile). II Thin Prep - Pap Test è l’unico metodo di citologia approvato dall’FDA statunitense come “significativamente più efficace rispetto al tradizionale pap striscio cervicale”. II test così concepito aumenta la sensibilità della diagnosi precoce; inoltre, dallo stesso campione, possono essere eseguiti ulteriori approfondimenti diagnostici, quali quelli per l’HPV, responsabile del 97% dei tumori del collo dell’utero. L’HPV è un infezione virale molto comune con la quale la maggior parte delle donne viene a contatto in un certo momento della vita. Se le anomalie cellulari vengono rilevate precocemente il trattamento ha successo nel 100% dei casi. II test dell’HPV, proprio perchè è in grado di evidenziare il virus prima che si sia sviluppato un tumore, consente di identificare con grande anticipo i casi a rischio e garantisce una prevenzione otti- male. II test è raccomandato in particolare alle donne tra i 25 e i 64 anni di età. A tutte le età invece, come ricordano le maggiori società scientifiche del settore, compresa la Società Italiana di Colposcopia (SICPCV), il test HPV è indicato per chiarire in particolare l’esito di un Pap Test dubbio. Alcuni sottotipi di HPV hanno maggiori probabilità di causare il cancro cervicale; questi sottotipi possono essere determinati dal Thin Prep campione. La combinazione di Thin Prep e Dna Pap garantisce il 99,9% di correre un rischio quasi nullo di avere o di sviluppare un tumore del collo dell’utero. A differenza del Pap Test tradizionale, dove solo una parte delle cellule prelevate viene strisciata su vetrino, con il Thin Prep Pap Test tutti i tipi di cellule della cervice sono presenti in quantità adeguate, aumentando la qualità del vetrino. Nel Thin Prep, una volta effettuato il prelievo, il medico competente sospende le cellule in un flacone contenente un liquido conservante anzichè strisciarle su vetrino. II flacone viene poi inviato in laboratorio, dove un apposito strumento allestisce il campione eliminando i materiali interferenti (cellule infiammatorie, batteri, sangue). Le cellule sono trasferite su un vetrino in monostrato (strato sottile). Idealmente il momento migliore per eseguire un Thin Prep è due settimane dopo la fine del flusso mestruale. Dr.ssa Maria Loredana Frassanito Fabiano Ceccarelli Biologo, Direttore Tecnico Marilab Center, Responsabile Lab. H.A.C.C.P. Chef Donne in post-menopausa possono eseguire il loro esame in qualsiasi momento nel corso del mese. Ricerche cliniche su migliaia di donne hanno dimostrato che il Thin Prep aumenta l’identificazione delle cellule precancerose. I POSSIBILI RISULTATI DEL TEST SONO: • nessuna lesione intraepiteliale neoplastica; • lesione benigna o reattivo ripartiva delle cellule; • cellule squamose atipiche di significato incerto (ASCUS). Cellule anomale che non sono chiaramente pre-cancerose. Campioni di Thin Prep - Pap Test con ASCUS sono poi analizzati per individuare la presenza di sottotipi di HPV; • alto rischio sottotipi HPV. Le donne con ASCUS e alto rischio HPV richiedono una più stretta valutazione; • basso rischio sottotipi di HPV. Non si ha in questo caso una progressione verso i tumori del collo dell’utero; • cellule ghiandolari atipiche di incerto significato (AGCUS); • basso grado lesione intraepiteliale squamosa (LGSIL); • HGSIL: lesioni intraepiteliali squamosa di alto grado (lesioni precancerose); • carcinoma. 23 Tentazioni per il palato dallo chef Fabiano Ceccarelli che rilancia e valorizza il pescato in un trionfo di freschezza e di sensazioni positive SPAGHETTI MARE PURO TAGLIOLINI FASOLARI E RIBES Ingredienti: SPAGHETTI GAMBERI ROSSI SCAMPI SPIGOLA FASOLARI SALMONE GOCCE DI LIMONE OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA q.b. SALE E PEPE BIANCO Ingredienti: TAGLIOLINI RIBES FASOLARI AGLIO PREZZEMOLO FRESCO VINO BIANCO OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA q.b. Cuocere la pasta al dente, scolare e condire con tutti gli ingredienti a crudo. Servire sul piatto e decorare a piacere. Far aprire i fasolari in padella con aglio olio e vino bianco. Cuocere la pasta al dente, scolare e farla saltare insieme ai fasolari aggiungendo il ribes. MEDAGLIONI DI ASTICE CON FUNGHI PORCINI AL PROFUMO DI TIMO E CROSTONI DI PANE Ingredienti: ASTICE FUNGHI PORCINI TIMO CROSTONE DI PANE OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA q.b. AGLIO Ricavare dei medaglioni dall’astice precedentemente cotto e intercalarlo su un piatto da portata con i funghi porcini saltati con aglio e timo e crostoni di pane. Decorare con un rametto di timo fresco e olio a crudo. VIVENDI NOVITÀ SALUTARI Il Pap Test si fa più sottile Viaggio nel Mediterraneo con i sapori del RistoMa?! LA SALUTE VIEN MANGIANDO apore d’estate fa rima con sapore di mare. Non tanto una rima baciata quanto, invece, il gusto di sposare la voglia di vacanza e di piaceri all’aria aperta con il fresco gusto del pesce e dei crostacei. Fabiano Ceccarelli, chef del RistoMa?! di Ostia, ci tenta con alcune sue ricette, stimolando il palato e la curiosità. Un percorso nella cucina creativa ancorata alla solida tradizione mediterranea che vale la pena di esplorare. Se le vene soffrono, lasciate stare la racchetta e il cavallo Marilab ULTIME NOVITÀ IN CASA MARILAB VIVENDI 24 Per chi ha problemi di circolazione, invece, sono indicati gli sport che “massaggiano” dolcemente le vene: nuoto, golf e cicloturismo A lcuni sport aiutano la circolazione venosa, mentre altri, pur attivandola, favoriscono picchi di ipertensione e sbalzi di pressione non salutari, specie in presenza di iniziale insufficienza venosa. Gli sport consigliati sono quelli che permettono un armonico e progressivo allenamento muscolare ed eventualmente sfruttano gli elementi naturali (come l’acqua, un suolo morbido, l’aria pura, etc). raggiungendo progressivamente il massimo rendimento. Il nuoto in particolare trasforma l’attività sportiva in un massaggio naturale. Altra caratteristica dello sport, per favorire la circolazione venosa degli arti inferiori, deve essere caratterizzata da movimenti ritmici della caviglia con appoggio plantare completo, contrazioni muscolari dinamiche del polpaccio, accompagnati da respirazione regolare e profonda. Durante l’attività sportiva aumenta la portata cardiaca ed il flusso di tutta la circolazione del corpo. Le vene reagiscono attivandosi: vasodilatazione ed aumento del tono venoso. Migliora l’ossigenazione dei tessuti perchè tutti i più piccoli capillari vengono messi in moto. L’esercizio prolungato provoca la turgescenza delle vene superficiali, tipiche degli atleti di alto livello. Queste vene sono “normali”, ma nei pazienti predisposti possono essere indotte ad una dilatazione eccessiva (specie nelle gambe). Gli sport utili alle vene comprendono la marcia e tutte le discipline ad essa associate (come il golf o lo jogging) preferibilmente su terreni morbidi e con l’uso di suole elastiche. Si possono consigliare anche lo sci di fondo, il nuoto (molto indicato poichè si associa l’esercizio armonico del corpo alla assenza di peso in acqua ed al contemporaneo massaggio esercitato dallo spostamento dell’acqua stessa), la bicicletta su percorsi non troppo impegnativi e, in alternativa, la cyclette. Gli sport sconsigliati: le strutture venose soffrono molto di più delle brusche contrazioni muscolari che della mitica forza di gravità. Perciò gli sport controindicati sono quelli che provocano forti compressioni addominali (sollevamento di pesi, canottaggio) e brusche contrazioni muscolari (il tennis, la pallavolo, il calcio). Questi sport non devono essere considerati “nocivi” in assoluto, sono solo possibilmente dannosi se eseguiti in maniera esagerata e senza allenamento. Lo sci alpino è sconsigliabile perchè il ritorno venoso è sfavorito dall’azione costrittiva sul piede e sulla gamba esercitata dagli scarponi e dalla posizione semi-eretta degli arti inferiori. Il tennis, soprattutto su superfici dure, perchè gli arresti bruschi e gli sforzi muscolari brevi ed intensi possono accentuare il danno valvolare delle pareti venose. L’equitazione, perchè danneggia soprattutto le vene safene interne, quando il cavaliere comprime gli arti inferiori sui fianchi del cavallo. Una particolare attenzione va posta alle esigenze del piede, che rappresenta un fondamentale meccanismo di stabilità, movimento e propulsione circolatoria mediante calzature anatomiche e, in qualche caso, personalizzate, anche nei soggetti normali. In presenza di alterazioni della struttura plantare la correzione è indispensabile nella vita quotidiana e soprattutto durante le pratiche sportive. Il piede è un insieme complesso di ossa, tendini, muscoli aponevrosi, vasi e nervi dai quali ha inizio il passo e la spinta circolatoria venosa e linfatica. FARESANITÀ PER UNA SALUTE A TUTTO CAMPO In questo periodico che tratta di sanità e benessere non potevamo non salutare la nascita di Faresanità, associazione che annovera tra i suoi fondatori il Dott. Luca Marino e che si prefigge di poter costituire un vero e proprio canale di comunicazione tra politica e mondo sanitario in tutte le sue espressioni. L’associazione è aperta a tutti gli operatori del settore e come finalità principale si prefigge quella di creare un tavolo tecnico atto ad elaborare proposte volte al miglioramento del complesso sistema che regola il SSN. Tra le ipotesi in fase di studio ad esempio quella di trovare le modalità per garantire la cosiddetta continuità assistenziale tramite la realizzazione di unità territoriali complesse che con la sinergia tra medici di medicina generale e centri diagnostici possano fungere da unità di cura primaria e fornire assistenza alla cittadinanza 24 ore su 24. PREVENZIONE AL FEMMINILE - THIN PREP Tra le neoplasie che colpiscono gli individui di sesso femminile, il carcinoma della cervice rappresenta una delle forme più comuni, ma è anche vero che la sua diagnosi precoce consente di ridurre drasticamente l’indice di mortalità. A partire dalla sua introduzione, intorno agli anni 40, il Pap Test è stato infatti in grado di ridurre del 70% la mortalità per tumore maligno, come testimoniano numerosissimi studi. Il Thin Prep rappresenta l’evoluzione del pap test, migliorandone in modo significativo l’efficacia e fornendo una risposta diagnostica molto più accurata (almeno 10 volte superiore). L’esecuzione del Thin Prep non richiede una preparazione particolare, si raccomanda unicamente alla paziente di adottare gli stessi accorgimenti previsti in caso di preparazione al Pap Test (astensione dai rapporti sessuali nelle 24h precedenti l’esame, evitare i primi giorni del ciclo, evitare di usare lavande, creme o candelette vaginali nelle 24/48 precedenti il test). Per appuntamenti o ulteriori richieste di informazione sulla metodica Thin Prep contatta la nostra infoline 06 561951 REIKI, SI RIPRENDE A SETTEMBRE Si informa la gentile clientela che durante i mesi di luglio e agosto saranno momentaneamente sospesi i trattamenti Reiki presso il Marilab Center. Per ottenere informazioni sul Reiki o in particolare sul programma dei trattamenti (a partire da settembre), si prega di contattare la Sig.ra Ilaria Ziccarelli al 06 56195258, dal lunedì al venerdì e nel seguente orario: 12.00 -13.00. INFO MARILAB MALI DI STAGIONE Specialista in Chirurgia vascolare 25 25 VIVENDI di Alberto Caggiati È finalmente arrivato presso il Marilab Center di Via Zambrini ad Ostia il nuovo tomografo assiale computerizzato volumetrico tridimensionale. La sua tecnologia altamente innovativa consente il miglioramento della qualità delle immagini e conseguentemente l’analisi diagnostica. Infatti, la maggiore velocità migliora la risoluzione temporale in quanto l’acquisizione risente molto meno dei movimenti involontari del paziente permettendo contestualmente l’analisi di organi in movimento. Sta inoltre riscuotendo successo l’iniziativa delle ecografie in gravidanza on line pubblicizzata nello scorso numero di Vivendi. Presso il Marilab Center di Via Zambrini infatti è stata realizzata un’apposita sala d’attesa privata dove i familiari della gestante potranno osservare “in diretta” su un monitor al plasma l’esame ecografico che si svolge in uno studio adiacente. Per info o prenotazioni si prega di contattare la nostra infoline 06 561951. VIVENDI 26 F umano, bevono e consumano droghe quasi regolarmente; gli adolescenti di oggi adottano sempre più precocemente comportamenti a rischio. Ciò che preoccupa maggiormente sono i dati rilevati circa il consumo e l’abuso di alcool, in particolare birra. A undici anni il 12% dei ragazzi beve alcolici almeno una volta alla settimana; a quindici anni la percentuale sale al 37%: la più alta d’Europa. L’incremento maggiore si osserva tra le ragazze. La guida in stato d’ebbrezza è la prima causa di morte della popolazione giovanile europea (ISTAT 2001). Nei giovani in età puberale e adolescen- Preoccupante escalation tra i giovani nell’abuso di alcool. Le conseguenze: brucia le cellule nervose che non possono rigenerarsi, consuma il fegato e può condurre all’impotenza ziale l’abuso di alcool ha conseguenze molto più gravi e durature rispetto agli adulti perché interferisce con i processi di maturazione dei sistemi cerebrali ostacolandone la capacità di apprendimento. L’alcool brucia le cellule nervose che non possono rigenerarsi, consuma il fegato e può condurre all’impotenza; questo accade anche se l’assunzione è casuale o se si concentra “solo” nella sbronza di fine settimana. Oggi l’abitudine di bere alcool riguarda giovani che sono ben integrati; vanno a scuola regolarmente anche con buoni risultati oppure lavorano ma soffrono l’ansia di un’adolescenza che sembra non avere mai fine. Bevono in compagnia con gli amici in una sorta di rito collettivo talvolta associando cocaina o altre droghe. Ma cosa spinge un giovane a bere? Lo scopo è il cambiamento della percezione di sé e dell’ambiente, si vuole fuggire da una realtà che non piace o che non è sostenibile. Bere modifica l’umore e attenua la sofferenza di un malessere esistenziale e relazionale da cui non si sa uscire e di cui spesso non si è consapevoli. Preoccupazioni, paure d’abbandono, perdite affettive, isolamento e solitudine, accompagnate alla frustrazione, alla rabbia, alla delusione, obbligano l’adolescente a difendere il proprio Io, a non far crollare la personalità, a non cadere nell’angoscia. Prende la prima via di fuga che capita: beve un goccio e si sente meglio, più leggero, un pò più sicuro. Conosce il piacere dell’oblio, una forma di autoipnosi indotta, un rifugio mentale il cui scopo è quello di vivere una realtà parallela psicosensoriale diversa da quella sperimentata tutti i giorni. Poi, passato l’effetto, sta peggio di prima e senza accorgersene si ritrova dipendente. Gentili lettori questa rubrica vi riguarda. Si tratta di uno spazio espressamente dedicato a voi ed alla vostra voce. Questo filo diretto vi darà la possibilità di segnalare eventuali osservazioni, richieste, suggerimenti sui servizi da noi erogati, sull’accoglienza delle nostre strutture, sulla professionalità del nostro personale. Allo stesso tempo consentirà alla Marilab di ottenere un riscontro immediato e realistico sul raggiungimento degli obiettivi di qualità prefissati ma soprattutto sul livello globale di soddisfazione della clientela, che rappresenta per l’azienda un obiettivo primario e costante. A tal fine vi prego di contattare il n° 06 56195237 o di inviare un fax al n° 06 56195254. In alternativa potrete inviare una e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]. Sarà mia cura rispondere personalmente alle segnalazioni. Le osservazioni più significative verranno pubblicate in questa rubrica nei numeri successivi di Vivendi. Daniele Marino FILO DIRETTO Dai, fatti un goccio, così scappiamo dalla realtà 27 VIVENDI BENE A SAPERSI Psicologa e psicoterapeuta “ Cari lettori e care lettrici di Vivendi, in questo numero voglio rispondere in particolare agli affezionati clienti del laboratorio di Acilia e dintorni ed alle loro proposte per il miglioramento del servizio. Le segnalazioni pervenutemi parlano soprattutto dei disagi incontrati nella ricerca del parcheggio, nella richiesta di ampliamento delle prestazioni erogate; per taluni ad esempio è stato un problema il fatto che il centro si trovi al primo piano (senza ascensore). Voglio quindi rassicurare i nostri clienti che a breve riusciremo a dare risposta a tante piccole e grandi esigenze con la imminente apertura del nuovo centro di Acilia, sito in via di Valle Porcina; una struttura modernissima che si sviluppa su una superficie di circa 600 mq, dotata di accoglienti sale di attesa per i pazienti con schermo al plasma, filodiffusione, aria climatizzata e comode poltrone per rendere più confortevole l’attesa. Tutte le sale sono rispettose della privacy ed idonee sia ai sensi della vigente normativa 81/08, sia ai sensi della normativa sulla tutela dei portatori di handicap per i quali sono previsti servizi adeguati alle loro esigenze e accesso nella sede a norma di legge. Il centro, certificato ISO 9001:2000, sarà in grado di coprire a 360° le richieste dei cittadini di Acilia e zone limitrofe; infatti oltre al laboratorio di analisi cliniche saranno disponibili anche prestazioni di diagnostica per immagini, TAC ed un ampia selezione di branche specialistiche. Verrà data ampia diffusione del messaggio relativo all’inaugurazione del nuovo centro, pertanto vi invito a visitarlo e magari ad aggiornarmi sulle vostre considerazioni in merito, sempre tramite questa rubrica. “ di Maria Giulia Minichetti Chi beve ha una base di vulnerabilità caratteriale e un’immaturità che ha le sue radici in un viziamento psicoaffettivo vissuto nel nucleo familiare; non sa come sostenere le inevitabili frustrazioni e come superare le ferite narcisistiche nel processo di crescita. Si è osservato che i giovani dipendenti da alcool provengono più facilmente da famiglie in cui vi sono genitori spesso alcolisti o ex, hanno una scarsa attenzione verso l’educazione e il mondo interiore del giovane, le regole di disciplina sono spesso contraddittorie e qualche volta sono presenti storie di abusi. Il gruppo dei pari successivamente influisce sia sull’occasione che sul rinforzo a consumare alcool perché tale comportamento assume un valore di appartenenza che soddisfa il bisogno di identità e di sicurezza. La dipendenza da alcool è espressione di un disagio psichico profondo e di un malessere culturale che va ascoltato e decodificato come una domanda di aiuto anche se si esprime in modalità patologiche. È indispensabile intervenire tempestivamente su tale fenomeno sviluppando adeguati programmi educativi e di prevenzione, progettando percorsi culturali e di formazione alternativi con particolare coinvolgimento del sistema familiare e scolastico. Bisognerebbe imparare a osservare e ascoltare con nuovi strumenti i nostri giovani se non si vuole essere complici inconsapevoli di questo lento e silenzioso suicidio collettivo. Ad Acilia presto un nuovo Centro Marilab VIVENDI 28 I l sonno è un bisogno fisiologico dell’uomo, costituisce il distacco dalle fatiche quotidiane e serve al recupero di energia in funzione di una nuova giornata. Diversi studi avrebbero ormai dimostrato come dormire meno di sette ore a notte faccia male al nostro cuore. Il 20% degli italiani dorme poco, fatica ad addormentarsi, non riesce a sfruttare la notte al meglio per il dovuto riposo dell’organismo, per ripristinare i livelli normali di diversi neurotrasmettitori e ormoni, con conseguenti ripercussioni sul sistema immunitario e neurovegetativo. Non solo, il dormire poco predisporrebbe a problemi cardiovascolari, ma anche metabolici! Dormire meno di sei ore per notte può aumentare il rischio di alterazioni della glicemia a digiuno, fattore che precede lo sviluppo del diabete di tipo 2. A sostenerlo è un team di ricercatori dell’Università di Buffalo, New York, che ha seguito e studiato un gruppo di 1455 volontari per ben sei anni, rilevando come il numero di ore di sonno fosse strettamente collegato con il rischio di alterazioni glicemiche: i soggetti che dormivano in media meno di sei ore per notte avevano infatti un rischio di ben 4,5 volte più alto di subire alterazioni glicemiche. I risultati della ricerca, presentati alla 49° Conferenza dell’American Heart Association, indicano la forte connessione tra sistema nervoso e sistema endocrino, escludendo origini genetiche alla base di queste alterazioni. Lo studio conferma che la crescente mancanza di sonno è associata a effetti negativi sulla salute, in particolare all’aumentato rischio di diabete di tipo 2, correlato all’obesità e allo stile di vita sedentario. Ricerche precedenti hanno già dimostrato le conseguenze negative per la salute connesse al dormire troppo poco. Nei bambini aumenterebbe il rischio di obesità, depressione e ipertensione. Negli adulti quello di infezioni, malattie cardiache, ictus e cancro. Negli anziani aumenta il rischio di cadute. L’influenza del sonno sul sistema endocrino e sul metabolismo glicidico è determinante: la bassa qualità del sonno può promuovere lo sviluppo di obesità e diabete mellito, o esacerbare condizioni preesistenti. Dalla pietra l’energia originaria della Terra Prof. Andrea Fabbri Professore Associato di Endocrinologia, Direttore UOC di Endocrinologia e Diabetologia Ospedale S. Eugenio & CTO A. Alesini, Università di Roma Tor Vergata Presidente Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) Lazio Sembrerebbe essere coinvolta un’alterazione della secrezione e della sensibilità insulinica, nota come insulino-resistenza, condizione già di per sé predisponente al diabete. A ciò si aggiungerebbero alterazioni nella produzione di sostanze che stimolano la fame, come la grelina, e sostanze che inibiscono la fame, come le leptina, che condurrebbero all’aumentato appetito, all’aumento ponderale, all’obesità e quindi all’insorgenza di insulino-resistenza e diabete. Sarebbe quindi buona norma per i medici quella di indagare, durante i controlli di routine, sulle abitudini relative al sonno dei propri pazienti, oltre a quelle alimentari, per poter individuare con largo anticipo i casi più a rischio di alterazioni del metabolismo degli zuccheri. Dr. Emanuele Cesarini SPA Manager L ’ Estetica Naturopatica è la nuova visione dell’estetica. Oggi, infatti, sta diventando olistico anche il settore beauty, che prende spunto dalla natura e dai suoi frutti per consentire trattamenti più vicini all’uomo e al suo mondo. Un trattamento, in particolare, ha origini ancestrali: l’utilizzo di pietre calde. Il loro uso si perde nella notte dei tempi, come arte divinatoria, come monili magici, ma soprattutto per le loro proprietà terapeutiche: attraverso il loro calore possiamo infatti trattare vari disturbi e portare beneficio a tutto il nostro sistema vitale. Grazie alla loro composizione basaltica le pietre laviche si prestano ad essere utilizzate in vari trattamenti, il calore che rilasciano infatti viene gradualmente assorbito dal corpo che così rilassa tensioni profonde accumulate nel tempo. Utilizzandole per massaggiare veicolano in profondità i principi attivi degli oli o prodotti che utilizziamo, così da rendere più efficaci i trattamenti, possiamo trattare blocchi energetici a livello dei percorsi dei meridiani dello shiatsu, oppure riequilibrare i chakra ed i dosha della medicina Ayurvedica; in ogni caso con questa tecnica miglioriamo il flusso di energia all’interno del corpo e se opportunamente utilizzate possono risolvere problemi estetici, circo- In vista dell’imminente apertura della Victoria Regeneration SPA, viaggio in una delle tecniche olistiche che vi troveranno applicazione: l’Hot Stone Massage latori, muscolari e del sistema nervoso. La pietra, nella stimolazione manuale, può divenire un dispositivo di aiuto sia per il terapeuta che cerca il benessere psico-fisico del cliente, sia per l’estetista che va alla ricerca della bellezza e del relax. Ricevere un Hot Stone Massage significa viaggiare in un’altra dimensione, questo massaggio è infatti un dono di calore, riposo e purificazione. Lo studio delle rocce e dei minerali che compongono la crosta terrestre rappresenta un filone tutto da scoprire: l’accostamento tra polvere e vita, il collegamento tra organico e inorganico, presuppongono una più attenta interpretazione dell’essere “uomo”, frutto di equilibri elettrofisici e bioenergetici sapientemente dosati dalla natura nel mantenimento di tutti i processi vitali. Collegando a tutto questo anche il lavoro sapiente delle mani, si rende concreta la Naturopatia Minerale Olistica. L’integrità 29 VIVENDI NOVITÀ SALUTARI Più diabetici e cardiopatici se insonni NOVITÀ SALUTARI Una ricerca dell’Università di Buffalo, New York, dimostra che dormire poco aumenta di quasi cinque volte il rischio di alterazioni glicemiche delle rocce vulcaniche rileva l’importanza di fare ricorso alla natura come interpretazione olistica e non frazionata dell’insieme originario. Essa è in grado di fornirci le sue infinite potenzialità: elettromagnetiche, bioenergetiche e vibrazionali. È nel rispetto di Madre Natura che il lavoro con le Sospensioni Minerali riporta in equilibrio quelle alterazioni momentanee, che per varie motivazioni, sono state modificate, riportando progressivamente la salute e rispettando tutti i percorsi naturali che il corpo fisiologicamente muove per tornare alla stabilità. Direttore Sanitario Marilab Center U n prestigioso esperto di sanità inglese ha recentemente pubblicato uno studio dove si dimostra che più del 70% delle decisioni diagnostiche necessitano di esami di laboratorio. Eppure, nonostante questa indiscussa realtà scientifica, la risposta del nostro Ministero della Salute è stata quella di tagliare le tariffe degli esami diagnostici del 30% mettendo a repentaglio la sopravvivenza di migliaia di ambulatori diagnostici privati accreditati che fino ad oggi hanno garantito l’erogazione di più del 60% del fabbisogno nazionale di esami diagnostici. C’è di più. Le raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) precisano che più del 30% degli interventi chirurgici va effettuato in regime di day surgery. In Italia siamo ancora molto lontani da questa cifra. Con il risultato che le liste di attesa delle strutture ospedaliere pubbliche sono sempre più lunghe. E che, indifferenti alla situazione, le Regioni continuano a ridurre sempre di più i budget delle strutture ambulatoriali private accreditate. L’eccessivo ricorso ai pronto soccorso generato dalla cattiva informazione del cittadino e dal tentativo di superare l’ostacolo delle liste d’attesa richiede un maggiore ricorso alle strutture ambulatoriali del territorio ed a un potenziamento delle stesse. Da questo si comprende come la riduzione dei budget ai privati vada esattamente nella direzione contraria e la sempre più grave carenza di stanziamenti per il FSN (Fondo Sanitario Nazionale) non consenta di creare nuove strutture pubbliche territoriali di diagnosi e cura. Tra l’altro, quantunque fosse possibile, sarebbe uno spreco di denaro pubblico in considerazione del fatto che in Italia esiste una fitta rete di strutture ambulatoriali private accreditate dal SSN che da decenni operano con qualità e sicurezza su tutto il territorio nazionale, assolvendo in piena efficienza a ciò che oggi è ritenuto indispensabile e prioritario. La telemedicina, l’assistenza domiciliare ed altre iniziative del genere sono dettate dall’esigenza di creare un sistema di prevenzione e di cure sempre più vicino all’assistito, anche e specialmente in considerazione dell’invecchiamento progressivo della popolazione. Le recenti misure in termini di tariffe, i budget sempre più esigui e i fantomatici piani di organizzazione della rete di laboratori pubblici e privati portano inesorabilmente alla scomparsa della gran parte degli ambulatori più piccoli disseminati nel territorio che fino ad oggi hanno rappresentato una preziosa ed agevole risorsa per i bisogni della cittadinanza. La prevenzione da sempre è stata considerata il cardine e il fondamento di una buona medicina e di un corretto stile di vita, inoltre rappresenta senza ombra di dubbio uno strumento fondamentale di controllo della spesa sanitaria. Tutte le misure adottate dai governi degli ultimi anni, con i tagli ed i contingentamenti, hanno però portato ad una riduzione drastica delle possibilità di effettuare prevenzione da parte dei cittadini e degli organi preposti. Allora, se non c’è risparmio ed al contempo ne risente la qualità del servizio, non si capisce bene la logica che governa le decisioni penalizzanti prese dai governi nazionali e regionali negli ultimi anni nei confronti di tutto il comparto privato accreditato. Semmai viene da pensare che non c’è la volontà di mettere le mani con serietà ad un nuovo piano Sanitario Nazionale che tenga conto veramente delle esigenze di salute della popolazione, bensì si adottano soluzioni tampone, prive di valenza sostanziale, solo per soddisfare logiche momentanee, lasciando il problema irrisolto al prossimo successore. I cittadini tutti e gli operatori del settore, che ormai da troppo tempo pagano a proprie spese le conseguenze di questo comportamento, vuoi in termini di carenza del servizio, vuoi in termini economici, sono stanchi di tutto ciò ed invocano ai nostri governanti un atto di responsabilità che determini la creazione di un SSN con regole certe, con parità pubblico privato, con diritto alla libera scelta da parte del cittadino, che tenga conto di tutte le esigenze di prevenzione e cura della popolazione. 31 VIVENDI Dr. Luca Marino Mentre tutto il mondo scientifico riconosce l’importanza della diagnosi precoce e delle indagini cliniche per anticipare il decorso delle malattie, in Italia si tagliano i fondi sanitari e si rinuncia all’integrazione tra strutture pubbliche e private BENE A SAPERSI La prevenzione… dopo tutto ! VIVENDI 32 I l perfetto funzionamento psico-fisico dell’organismo permette di gestire e regolare il peso corporeo. Il corpo deve, infatti, bilanciare attentamente il giusto apporto di calorie e dei diversi tipi di sostanze nutritive al fine di mantenere un equilibrio pressoché perfetto. In questo senso, la fame e la sazietà rappresentano due fortissimi impulsi regolatori nel comportamento alimentare. Ora, siccome per quanto riguarda la sensazione di fame sembrano non esserci problemi nella maggior parte della popolazione, mi sembra opportuno approfondire il concetto di sazietà. Si tratta dei meccanismi che risultano coinvolti nella cessazione dell’atto di mangiare (meglio definiti come “cascata della sazietà”). Primo fra tutti va citato il potere saziante del cibo, ossia la capacità che il cibo stesso ha di eliminare il desiderio di continuare a mangiare. Esistono in generale alimenti “statisticamente più sazianti” di altri (soprattutto gli alimenti ricchi di grassi), ma direi che gli individui soggettivamente imparano che certi cibi sono più o meno sazianti e questo diventa spesso un fattore di influenza sulle scelte alimentari. Un altro processo che conduce alla sazietà è l’effetto sensoriale del cibo: favorisce l’interruzione del mangiare il fatto di avere a disposizione cibi con caratteristiche sen- soriali simili a quelli appena assunti. Ecco il successo di tante “mono-diete” (es. dieta della banana, dieta della patata, dieta del minestrone…) per cui si arriva a portare una persona a preferire di non mangiare piuttosto che continuare con una dieta mono-alimentare! Questo effetto è, secondo me, una delle tante meraviglie nell’autoregolazione alimentare: cosa poteva esserci di meglio, in natura, per indurre l’uomo a promuovere una dieta nutrizionalmente variata? Un’altra categoria di fattori che incidono sul senso di sazietà sono tutti quelli che vengono definiti processi post-ingestione. Aumentano la sazietà la maggiore dilatazione gastrica, il maggior tempo di svuotamento dello stomaco (i cibi grassi sono gli ultimi che abbandonano quest’organo), la maggiore o minore stimolazione di recettori lungo il tratto intestinale, etc.. Un’ultima componente che va citata riguarda poi l’effetto post-assorbimento degli alimenti. Si tratta degli effetti del cibo una volta che questo è assorbito dai villi intestinali ed immesso (sotto forma di sostanze semplici) nel circolo sanguigno. Dr.ssa Federica Razzi Dietoterapista, specialista in nutrizione, malattie metaboliche, obesità. Specializzata in nutrizione clinica e disturbi del comportamento alimentare. Floroterapista con fiori italiani, di Bach e californiani. La quantità di sostanze come glucosio ed amminoacidi nel sangue determina fortemente la sensazione di ricerca/abbandono del cibo. Avere una glicemia (quantità di zuccheri nel sangue) bassa significa essere in emergenza energetica e quindi, fisiologicamente, la sazietà lascia il posto al senso di appetito prima e di fame vera poi. Recentemente un’attenzione particolare si sta rivolgendo ad una sostanza che sembra agire fortemente su fame-sazietà-peso corporeo: la leptina. Si tratta di una sorta di informatrice continua che in ogni istante informa il cervello sulla quantità di grasso presente nell’organismo. Il grasso diminuisce? La leptina blocca il senso di sazietà e spinge a nutrirsi. Quasi avessimo una spia interna che non lascia scampo in caso di guerra al sovrappeso! Fortunatamente, però, gli studi compiuti sia a livello di meccanismi biochimici sia a livello di comportamento alimentare, lasciano ampio margine di lavoro in chi fortemente desidera modificare il proprio stile alimentare in particolare e di vita in senso più ampio. PSA, campanello d’allarme che può suonare a vuoto I l tumore della prostata è molto temuto ma è meno comune di quanto si pensi. L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) stima che i nuovi casi in Italia siano circa 9.000 all’anno e che la sopravvivenza sia molto elevata, superando mediamente il 70% dei casi a 5 anni dalla diagnosi, e ciò grazie alla maggiore diffusione nel sesso maschile dello screening clinico e biochimico. Tra gli attuali test diagnostici è compreso il dosaggio del PSA (Antigene Prostatico Specifico), glicoproteina prodotta dalla prostata in condizioni normali e patologiche, benigne e maligne. Bisogna quindi sottolineare che il PSA è un marker organo-specifico di volume prostatico, ma non tumore-specifico! C’è molta discussione tra gli esperti sull’opportunità di sottoporre tutti gli uomini sopra i 50 anni alla misurazione del PSA, indipendentemente dalla presenza di sintomatologia. Molti oncologi sono favorevoli, ma la letteratura scientifica in materia è contraddittoria. Secondo un recente studio europeo l’esecuzione di screening del PSA nella popolazione maschile over 50 ridurrebbe la mortalità per carcinoma prostatico fino al 20%; un contemporaneo ed altrettanto importante studio americano avrebbe dimostrato invece che, data la particolare natura del tumore della prostata, che si espande molto lentamente, spesso il PSA identificherebbe forme che non avrebbero dato segno di sé durante la vita del paziente, quindi lo screening sarebbe associato a un grande numero di trattamenti invasivi inutili e a rischio delle complicanze ad essi associate. Inoltre secondo alcuni esperti italiani, il test del PSA non sarebbe paragonabile a mammografia, Pap Test o ricerca del sangue occulto nelle feci per la diagnosi precoce dei tumori mammari, uterini e del colon-retto. Questi test hanno una correlazione chiara con la diminuzione della mortalità. Ma negli USA, dove il PSA è prescritto in modo diffuso, sebbene ci sia un aumento globale delle diagnosi di tumore prostatico, non è stata dimostrata una diminuzione della mortalità, conseguenza invece attesa. È importante però ricordare che altre società scientifiche internazionali sono favorevoli allo screening di popolazione, così come alcuni centri oncologici altamente specializzati che ritengono di poter effettuare, grazie alla diagnosi precoce, interventi più precisi e quindi con un minor rischio di effetti collaterali. Il PSA è comunque un esame semplice ed economico, ma va eseguito solo se necessario: in particolare, dopo i 50 anni, se c’è familiarità diretta e quando si soffre di disturbi urinari. In pratica se un nonno, uno di Andrea Fabbri Endocrinologo zio o un padre hanno avuto il tumore, il controllo del PSA andrebbe eseguito ogni anno tra i 50 e i 70 anni, altrimenti una volta ogni 4 anni. Inoltre il controllo dei valori di PSA insieme alla valutazione clinica è necessario durante eventuali trattamenti sostitutivi androgenici con preparati a base di testosterone. Poiché i valori di PSA possono aumentare anche per infezioni o infiammazioni, non c’è uno standard oltre il quale si può affermare con certezza la presenza di un carcinoma e, infine, alcuni uomini con tumore prostatico non presentano valori anomali di PSA; quando si riscontrano valori elevati sono necessari ulteriori accertamenti, anche invasivi (i.e. biopsia prostatica), per giungere ad una diagnosi definitiva. Il sistema migliore per accertare la presenza di un tumore alla prostata rimane quindi e comunque in prima istanza la visita dall’urologo, che potrà valutare il singolo individuo sulla base dei dati anagrafici, della storia clinica e familiare e di eventuali sintomi, magari sottovalutati dal paziente ma in realtà indicativi e preziosi! BENE A SAPERSI Come raggirare l’organismo facendogli credere di non avere più fame. Conoscere la chimica interna per raggiungere la forma perfetta Non sempre il dosaggio dell’antigene prostatico è sintomo della presenza di un tumore. Pregiudiziale la visita dell’urologo 33 VIVENDI LA SALUTE VIEN MANGIANDO La magia della sazietà per dimagrire Le mille applicazioni del cane. Un addestramento mirato ne può fare un perfetto collaboratore individuale e per la collettività A QUATTRO ZAMPE Fido annusa, guarda, esplora e cammina per te VIVENDI 34 I l rapporto uomo-cane è un legame emotivo ed affettivo molto forte ed antico che dimostra quanto questo animale sia capace di amare l’essere umano ed in alcuni casi di amarlo anche “troppo”. Tutto ciò è testimoniato nella storia, gli esempi della sua dedizione sono innumerevoli al punto tale che il cane nelle nostre società evolute diventa “utile” socialmente ed è impiegato al servizio della collettività: nella polizia, nella croce rossa, nella protezione civile con preparazione di cani da salvataggio in acqua, ricerca nelle macerie, antivalanga, etc.. Nella polizia, per esempio, i Fido vengono addestrati per la ricerca degli esplosivi (cani antiesplosivo). Ma attenzione: nessuna costrizione o tortura per il loro addestramento che si attua mediante una tecnica consolidata, quella del gioco. Infatti nella ricerca di sostanze stupefacenti si ricorre al “gioco della ruota”, ossia vengono posizionate sui raggi di una ruota, che funziona come una piccola giostra, piccole quantità di sostanze detonanti che non sono ine- renti alla nostra ricerca: cibo, dentifricio, shampoo. Tra queste sostanze viene messo l’esplosivo che il cane riuscirà a distinguere riconoscendone l’odore. Il Labrador sembra essere il cane con maggior fiuto. I cani antidroga invece, in presenza di stupefacenti (hashish, marijuana, eroina, cocaina), scavano incessantemente fino a trovarli nei posti più impensabili, senza mai ovviamente ingerirli. I cani per la ricerca e il soccorso pubblico sono resistentissimi, addestrati per camminare ore e ore nei posti più disagiati, nei boschi, in mezzo alle macerie, in mezzo alla neve. Devono essere molto motivati, e molto agili e la razza più impiegata è il pastore tedesco. Oltre a questi cani al servizio della collettività ci sono poi quelli addestrati per migliorare la qualità della vita ed alleviare il disagio del singolo individuo affetto da varie patologie. A tal proposito sono da menzionare i cani per i non vedenti, che sono delle vere e proprie guide motorie per evitare di urtare ostacoli o per aiutare Dr.ssa Daniela Fischetti Medico Veterinario all’attraversamento stradale; cani utilizzati negli ospedali ed in particolare nei reparti pediatrici e di geriatria, là dove la presenza dell’animale favorisce la socializzazione, trasmettendo calore e compagnia a persone anziane, sole o depresse (la cosiddetta Pet Therapy). Si dispone, poi, di Fido utilizzati da persone con attacchi epilettici, che possono segnalare l’approssimarsi dell’attacco al proprio conduttore mettendolo in allarme e nelle condizioni di rivolgersi a un medico. Per finire ci sono alcuni cani utilizzati da persone con problemi uditivi che comunicano eventi sonori tipo campanello, sirena, allarme etc.. Il cane, migliore amico ma anche più fedele strumento di vita per l’uomo. Agenzia di OSTIA Via Luigi Borsari, 29 - 00122 ROMA Tel. 06 5621327 - 06 5601653 Fax 06 5600345 APERTURA SETTEMBRE 2009
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caterina balivo
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Elisa Isoardi
terapia, in rapporto ai germi causa dell’infezione, si basa su gocce antibiotiche talora integrate da cortisonici per assicurare
anche un effetto antiedemigeno e antipruriginoso.
Tuttavia, il ricor...