RL ottobre 06.qxp
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in questo numero RomaLive Pubblicazione mensile ANNO 2 n°7 ottobre 2006 registrazione tribunale di Roma 110/2005 del 24/03/2005 Editore: Sergio Di Mambro Direttore Responsabile: Sergio Di Mambro Consulenti di redazione: Domenico Dell’Omo Redazione: Via Antonio Roiti n.67 Tel. 06/55368456 Grafica: Fabiana Falconi Stampa: Ripoli snc editoriale - di Sergio Di Mambro 4 Per un’informazione al servizio dei cittadini musica e cinema 6 Music time discography: K Kula Shaker 8 The road to Guantanamo, di Michael Winterbottom 12 Coming soon: anticipazioni cinematografiche 6 8 cultura e politica www.romalive.org www.romalive.tv www.romalive.fm 14 Un anno di lavoro con l’Assessorato all’Agricoltura 20 Inchiesta sul cancro: tra medicina ufficiale e alternativa 26 Officina Emiliana: Correggio, Guercino, Lanfranco ed altri ai Musei Capitolini 27 I Municipi alla lente di ingrandimento 20 Hanno collaborato: Daniele Lucarini, Valeria De Rentiis, Stefano Ursi, Fabrizio Piciarelli, Rossana Bartolozzi. Per la pubblicità su “RomaLive” ed i suoi supplementi, telefonare al numero: 380/3965716 oppure al numero 06/55368456 26 La direzione si riserva di valutare i testi pervenuti. Il materiale non verrà restituito. Libreria Giornali e riviste Ramozzi Clara Via Bravetta, 250 Edicola Giornali di Catenacci Marco Via Silvestri alt.336 Edicola Bartolucci Adriana Via Casetta Mattei, 219 Alva di Casucci G. P.zza R. Pilo Farmacia Benassai Viale dei Quattro Venti 73C distribuzione Finito di stampare nel mese di ottobre 2006 Edicola Quotidiani e riviste Alviti Armando V.le dei Quattro Venti Edicola Migliaccio Laura Via Donna Olimpia, 218 Edicola Quattro Venti di Tortorici Giulia & C. sas Via dei Quattro Venti, 115 Edicola Pierantoni Paolo Via Portuense, 792 Edicola Grilli Maurizio P.Donna Olimpia :3 romalive editoriale Cancro, che fare? [ a cura di • Sergio Di Mambro ] La nostra attività editoriale si è spesso occupata dei quartieri e di problematiche collegate alle realtà municipali. Sempre più spesso però m'accorgo che la stessa vita è regolata da grosse piaghe che infettano la società e rendono i cittadini indifesi, inermi, soli e spesso rinchiusi in sé stessi. Di cosa sto parlando? Di quelle malattie che spesso annichiliscono l'individuo rendendolo fragile, ripeto, solo e purtroppo facilmente manipolabile. Sentiamo parlare di liste d'attesa e di una sanità giusta. Perché mai nessuno parla di ricerca di Stato? Una delle grandi piaghe è il cancro. Abbiamo intervistato personaggi della medicina ufficiale: il Professor Cognetti, il professor Mandelli, il dottor Citro . Le Associazioni: l'AIL e l'AIRC. Abbiamo intervistato i malati e conosciuto le loro storie. Un viaggio nella medicina ufficiale. Ma non ci siamo fermati e abbiamo cercato risposte anche "nell'altra medicina", quella cosiddetta alternativa. E' stato un viaggio difficile perché dolore, sofferenza e speranza si respiravano in ogni luogo. La medicina ufficiale attraverso la chirurgia strappa dalle carni il mostro e la chemioterapia rincorre le cellule impazzite nei meandri del nostro corpo causando atroci sofferenze. Altre risposte? Forse, ma sempre avanti nel tempo. Non ci sono tempi certi per sconfiggere il mostro, anzi forse dovremo conviverci per tutta la vita. 4:romalive Poi c'è la medicina alternativa, con laboratori rudimentali e mezzi nulli, come la cura Di Bella, e molti pazienti ancora in cura con risultati che andrebbero analizzati in modo trasparente. Ho visitato il laboratorio del defunto Professor Luigi Di Bella e ne ho tratto l'impressione che fosse un uomo di scienza e votato ad una missione: curare il prossimo. I suoi figli parlano di come vanno avanti la ricerca e i metodi di cura. Poi un'altra tappa particolare e suggestiva: scopro che esiste un altro approccio al cancro, con il presupposto della fisica quantistica, della diseguaglianza di Bell e di teorie affascinanti che potrebbero dare un nuovo volto alla medicina se fossero applicate con i risultati sperati. In realtà alcuni esperimenti sono stati fatti su cellule tumorali e su dei ratti, con esiti positivi. L'inchiesta è divisa in due parti, l'altra andrà sul prossimo numero. Vorrei chiudere con un appello: perché non c'è una ricerca di Stato? Il cancro come tante altre malattie porta sofferenza e morte; come mai lo Stato non finanzia ricercatori, scienziati? In questo caso non ci sarebbero più la medicina ufficiale e quella alternativa, ma una scienza che da risposte concrete all'umanità. I fondi per finanziarla? Basta pensare con la testa, ma anche con il cuore. Un esempio? Meno armi e missioni "pacifiche" potrebbero essere i primi fondi per la ricerca di stato. KULA S [ di • Daniele Lucarini ] Nel 1996 ci troviamo nel pieno dello sviluppo di una fresca corrente musicale che coinvolge trasversalmente tutto il globo. Mentre gli Stati Uniti si godono l'imperversare della protesta giovanile lanciata dai Nirvana con la riproposizione di moduli grunge grazie a gruppi come Pearl Jam o Stone Temple Pilots, l'Europa si trova nel bel mezzo della riscrittura dei canoni che invece avevano caratterizzato le decadi precedenti, con l'adeguamento del filone neomelodico ora attualizzate ed interpretate secondo schemi più commerciali. Il britpop, già ne abbiamo parlato, era il capofila di questa nuova sensibilità che coniuga la facilità di composizione alla gradevolezza dell'ascolto, sancita da successi commerciali senza precedenti, quasi a riscrivere le storiche gerarchie di genere da anni rimaste immutate. In questo quadro trovano spazio una serie di gruppi abili a personalizzare le proprie influenze tardo seventies magari più di nicchia, ma che secondo noi hanno lasciato un'impronta da non trascurare nell'offerta musicale degli ultimi quindici anni. E tra essi spiccano senza dubbio i Kula Shaker. Un gruppo sicuramente originale nel riproporre stilemi caratteristici come quelli orientaleggianti e vagamente psichedelici che richiamano alla mente gruppi come Pink Floyd o Beatles, tanto per rimanere nell'ambito di esempi che questa rubrica ha già avuto 6:romalive modo di affrontare. Eravamo partiti dal 1996: è proprio quello l'anno di esordio del gruppo capitanato da Crispian Mills , una formazione dalla storia tormentata che ha lasciato la scena musicale solo dopo tre anni dalla propria apparizione, a seguito di conflitti interni e diversità di vedute che rapidamente hanno portato a mettere la parola fine al progetto. "K", l'album che li ha rivelati al mondo, ha consentito ai Kula Shaker di affermarsi in maniera piuttosto lampante, con un record di vendite per una band all'esordio secondo solo al best sellers degli Oasis "Definitely maybe", datato 1994. Un disco di tredici brani gradevoli e bel strutturati che lasciano intravedere potenzialità che purtroppo il tempo non ha potuto confermare. Il successivo "Peasants, pigs and astronauts" risulta infatti anch'esso un ottimo disco, capace di spingere i Kula Shaker in territori di sperimentazione davvero molto ispirati che contribuiscono solo ad aumentare il dispiacere per la loro prematura dipartita. Tornando a "K", ecco i motivi per cui possiamo considerarlo un disco che non deve mancare nella discoteca di ogni appassionato di musica che si rispetti. Primo: l'ottimo adeguamento agli stilemi pop in una miscela ben dosata di "walls of sound" chitarristici, caratterizzati da idee finalmente non chiuse in antiquati crismi prestabiliti. Secondo: la freschezza. Brani come "Tattva", "303", "Start all over", "Hey Dude" rimangono inevitabilmente impressi nella memoria, hit particolarmente affascinanti nel rendere palesi le ispirazioni quanto positivi i giudizi sull'interpretazione di esse. Terzo: la portata simbolica. "K", come il nome stesso Kula Shaker, è un chiaro riferimento alla religione induista, personificata dalla divinità Krishna raffigurata anche nella splendida copertina del disco mentre suona il tradizionale flauto "Murali" circondata dai volti di personalità particolarmente influenti del XIX Secolo (altro rimando ai Beatles e al loro Srg. Pepper's) . "Govinda" e "Sleeping Jiva" sono i brani ad essa dedicati, il primo cantato quasi interamente in indiano, con un trionfo di sitar e atmosfere mistiche che proiettano la mente in territori più introspettivi e psichedelici. Quarto: tanto per restare in tema, parliamo di ispirazioni. Non necessariamente un fatto negativo, in questo caso particolare. Si è detto della copertina, dei rimandi chitarristici alla nuova tradizione britpop e alla composizione melodica beatlesiana. Ora è però importante sottolineare il ruolo dei Grateful Dead. La band di Jerry Garcia è omaggiata con uno dei brani più d'impatto del disco, "Grateful when you're dead/Jerry was there" che è costruita come una vera e propria suite piena di ammirazione per l'o- TRACK LIST 1. Hey dude 2. Knight of the town 3. Temple of everlasting light 4. Govinda 5. Smart dogs 6. Magic theatre 7. Into the deep 8. Sleeping Jiva 9. Tattva 10. Grateful when you're death/ Jerry was there 11. 303 12. Start all over 13. Hollow man HAKER Darlington, dopo una tournee nel 2000 con gli Oasis, ha fatto perdere le sue tracce. E tra i componenti dei Kula Shaker, più nessun contatto, volontariamente. Ecco, forse è proprio in questo che possiamo rintracciare il principale "tallone d'Achille" del gruppo. E Krishna, tra l'altro, come l'eroe omerico, aveva proprio nel tallone il suo punto debole. pera del gruppo anni '70. Un brano davvero importante, che si configura come uno dei migliori omaggi ad un'altra band che si ricordi a distanza di anni, grazie soprattutto alla perfetta prossimità di stile che riesce a ricreare, senza difettare in qualità. Un ultima menzione va alla lunga "Hollow man", finale ideale per un disco di esordio davvero colmo di temi e significati. Poi, d'un tratto, come un fulmine a ciel sereno, giunge la notizia dello scioglimento del gruppo, uno dei più promettenti degli ultimi anni. I fan, ormai davvero numerosi dopo due dischi di qualità prodotti, non possono far altro che accettare la brusca dipartita. I singoli componenti scompaiono di conseguenza, come risucchiati da una leggenda che stava per essere scritta, e la loro strada mai più ripresa nemmeno a distanza di anni. Cristian Mills oggi vivacchia con una band di rock anni '70 (i Jeevas) che ha pubblicato due dischi di scarso interesse, e il tastierista Jay :7 romalive Film sugli orrori del carcere più discusso del mondo [ di • Valeria De Rentiis ] A cinque anni dall' attentato al World Trade Center di New York, ancora oggi la verità fatica ad emergere. Gli Stati Uniti rivendicano giustizia nei confronti delle oltre tremila vittime dell'attentato terroristico. Molte sono state le indagini, le inchieste, ma cosa sia accaduto davvero, chi ci sia dietro,probabilmente nessuno lo sa. Mistero c'è sull'attività svolta dagli Usa e dalla Gran Bretagna per scoprire chi fu il mandante; se Osama Bin Laden e Mohammed Atta siano il capro espiatorio per condurre una guerra in cui l'unico scopo sia l'interesse economico. E' difficile non parlare dei metodi poco ortodossi che CIA, FBI, MI5, le forze di sicurezza britanniche, utilizzino nella baia di Guantanamo a Cuba, nelle gabbie a cielo aperto di Camp X-Ray e Camp Delta nei confronti delle centinaia di detenuti. The Road to Guantanamo è un film verità dei registi Michael Winterbottom e Mat Whitecross: 8:romalive la storia di un viaggio di quattro ragazzi inglesi di origine pakistana che si trovano per una tragica fatalità a vivere la dura esperienza del carcere. Pretesto per il viaggio è il matrimonio di uno di loro, Asif. Insieme a Shafiq, Ruhel e Monir parte da Tipton, piccolo centro nel cuore dell'Inghilterra alla volta del Pakistan per incontrare la futura sposa, scelta dalla madre tornata dopo un viaggio nel piccolo villaggio del Punjab. Dopo aver trascorso alcuni giorni a Karachi tra spiagge e sale giochi, i quattro amici si trovano nella moschea insieme a Zahid, cugino pakistano di Shafiq e assistono al reclutamento da parte di un imam di uomini da mandare in Afganistan per aiutare la popolazione. La spesa irrisoria per il viaggio a Kandahar convince i quattro a partire. Dopo un estenuante cammino durato tutta la notte, raggiungono Kabul dove uno di loro si ammala e deve ricorrere alle cure di un medico. Tra immagini di repertorio dei bombardamenti americani sull'Afganistan nel settembre 2001 e le scene riprese direttamente sul posto dalla troupe del film, lo spettatore si trova catapultato in una realtà che uno dei protagonisti definisce "da film". Le città e centri abitati sono illuminati a giorno dalle luci delle bombe, l'oscurità non permette di scappare. Solo la luce del giorno ci rivela i tanti cadaveri rimasti a terra e il difficile compito dei sopravvissuti di dare loro una sepoltura. Anche Zahid rimane ferito, in un bagno di sangue il cui odore, dice Asif, il cugino, è insopportabile. Vengono catturati dalle truppe dell'Alleanza del nord, legati e radunati nei container. Alcuni, come quello su cui salgono Ruhel, Shafiq e Zahid hanno i lati di tela che permettono di respirare. Altri sono di metallo, come quello su cui si trova Asif e diventano delle “ o appiam s e h c ne Quello e perso t s e u q é che sono ” George W. Bush camere a gas da cui non si sfugge. Colpisce l'incredibile interpretazione degli attori, giovanissimi (il più grande ha 23 anni) e tutti alla prima esperienza , somiglianti all'inverosimile ai veri protagonisti di questa tragica storia. The Road to Guantanamo alterna il racconto in prima persona di Asif, Shafiq e Ruhel alle scene del film, flash back della sconvolgente avventura. Dal carcere di Sheberghan, in cui restano 10 giorni, al centro di detenzione della base aerea di Kandahar, in cui vengono picchiati, torturati sia fisicamente che psicologicamente dai soldati americani e dalle SAS, le forze speciali britanniche, arrivano alla baia di Guantanamo a Cuba, e il racconto si fa più drammatico. Assistiamo a scene crude, in cui i prigionieri vivono in gabbie all'aperto, spesso legati, con accanto un secchio per espletare i propri bisogni fisiologici e uno per bere, sotto il continuo scherno e massacro dei soldati. Non gli è concesso nemmeno guardare negli occhi i marines, pena la flagellazione. Dal 13 gennaio 2002, momento in cui è iniziata l'agonia, fino al 5 marzo del 2004, trascorrono due anni d'inferno. Alla fine solo in tre vengono scarcerati, dopo aver subito qualsiasi tipo di violenza e scagionati per insussistenza di prove dall'accusa di essere combattenti di Al Quaeda e di aver partecipato agli attentati dell'11 settembre 2001. The Road to Guantanamo, film realizzato con pochi mezzi e interpretato da attori di talento, è stato girato tra il Pakistan, l'Afganistan e l'Iran. Il regista Michael Winterbottom , 45 anni , una filmografia come regista non lunghissima, ci parla della scelta di raccontare un'esperienza drammatica come quella che vede ogni anno protagonisti centinaia di detenuti, spesso innocenti, accusati di essere criminali e per questo trucidati e seviziati nel carcere di Guantanamo. Mr. Winterbottom, i Suoi film sono dedicati ad una straordinaria varietà d'argomenti. Quali sono i motivi che le hanno fatto scegliere questo in particolare? Avevamo sentito parlare dei Tipton Three, i tre ragazzi di Tipton, nei notiziari e avevamo letto la loro storia sui giornali. Cosi abbiamo deciso di contattare Gareth Pierce, il loro avvocato, per organizzare un appuntamento. Abbiamo incontrato Gareth e i ragazzi nella stessa occasione, e fortunatamente erano interessati all'idea di raccontarci la loro storia. E' stato traumatico parlare con i tre ragazzi della loro esperienza? Ho trovato assai interessante il modo in cui hanno descritto la loro esperienza. Due di loro erano adolescenti quando partirono e l'altro aveva 21 anni, e nessuno era particolarmente religioso o impegnato politicamente prima di partire o quando si trovò a parlare con noi, dopo l'evento. L'aspetto interessante della storia era che si trattava di tre persone normali, comuni, che si sono ritrovate coinvolte in una storia straordinaria. E quando la descrivevano lo facevano in modo realistico, come qualcuno che ti racconta la propria vacanza, una vacanza all'inferno. Perché ha deciso di mescolare le loro interviste con la ricostruzione delle loro avven- ture nel film? Abbiamo appreso ciò che gli era accaduto soprattutto grazie ai loro racconti nelle interviste dirette. E, come già detto, una delle cose che più ci ha colpiti, un aspetto che volevamo mostrare agli spettatori, era il fatto che si trattava di normali adolescenti britannici che si sono trovati coinvolti in questi eventi più grandi di loro. Ci hanno fatto credere che le persone detenute a Guantanamo erano i più pericolosi terroristi del mondo e che per questo l'America aveva dovuto creare questo bizzarro carcere al di fuori della legalità. Poi quando incontrammo questi ragazzi scoprimmo che erano cosi normali. Volevamo quindi mostrare quale differen- za ci fosse tra le persone che ci saremmo aspettati di trovare a Guantanamo e la realtà del nostro incontro. E il modo più semplice ed efficace perché raccontassero la loro storia era di lasciare che lo facessero all'interno del film. Ci sono state occasioni in cui ha avuto dubbi sulla loro versione dei fatti? Gli eventi che vengono descritti dai ragazzi a partire da quando sono in Afganistan sono difficilmente contestabili. Comunque noi raccontiamo la storia usando le loro parole e tentando di narrare ciò che gli è accaduto realmente, proprio come farebbe un avvocato. Per quale motivo ha scelto attori alla prima esperienza ? Abbiamo tentato di scegliere persone che provenissero da un ambiente il più possibile simile a quello dei tre ragazzi e ovviamente due di loro erano adolescenti per cui alla fine siamo stati costretti ad utilizzare persone con poca esperienza di recitazione Come hanno vissuto la storia i tre attori? Penso che bisognerebbe chiederlo a loro. Posso immaginare che andare in Afganistan e in Pakistan e Iran sia stato interessante e piacevole per i ragazzi. Se poi ciò abbia avuto un effetto più profondo su di loro non lo so, bisognerebbe sentire loro. :9 romalive C oming soon • anticipazioni cinematografiche [ di • Fabrizio Piciarelli ] • Il ritorno di Scorsese Uscirà il 27 ottobre il film che segna l'attesissimo ritorno di Martin Scorsese dietro la macchina da presa, dopo 2 anni d'assenza. Il suo "The Departed" è un gangster-movie , ambientato nella Boston degli anni '40. Racconta di un giovane poliziotto Billy Costigan, interpretato da Leonardo Di Caprio, scelto come protagonista Costello, s'infiltra nella polizia. Quando i due scoprono le rispettive identità, inizia la battaglia per riuscire a mantenere la propria copertura e allo stesso tempo smascherare l'altro. "The Departed", di cui Martin Scorsese è anche produttore assieme a Brad Pitt e l'ex-moglie Jennifer Aniston (con la società di produzione, ancora una volta dopo "The Aviator" diretto dallo stesso Scorsese, infiltrato nella banda di criminali che governa la città, il cui capo è Frank Costello (Jack Nicholson). Nello stesso tempo Colin Sullivan (Matt Damon), uno della gang di la Plan B, che hanno deciso di mantenere ancora in piedi nonostante la fine del matrimonio), è un remake in puro stile hollywoodiano del film "Infernal Affaire" (Hong Kong, 2002) un thriller di spionaggio/poliziesco diretto dal regista 12:romalive Andrew Lau, che si è rivelato un grande successo in Cina. Colpi di scena, azione e momenti di suspence faranno da contorno a questo crime movie, uscito nelle sale americane quest'estate. Siamo sicuri che Scorsese sarà capace di sorprenderci tutti e di sfornare una pellicola ai massimi livelli. Con un cast del genere - a cui prendono parte anche Alec Baldwin, Martin Sheen, Mark Wahlberg e Vera Farmiga- non potrà essere altrimenti. "The Departed"- La Dipartita- termine della mala bostoniana , saprà sorprendere anche quelli che lo andranno a vedere pensando alla solita americanata. • Un autunno sotto il segno dell'azione Dal 6 ottobre si comincia con il grande ritorno di Michael Mann (regista di "Heat-La Sfida" e "Collateral") e quello di "Miami Vice". La celebre serie-tv infatti sta per tornare, ma sul grande schermo con due protagonisti tra i più affascinanti di Hollywood: Colin Farrell e Jamie Foxx (lo ricorderete nei panni di un giovane Ray Charles nella cinebiografia del musicista "Ray" e in "Collateral" insieme a Tom Cruise). Un film che celebra la Miami contemporanea, quella che sta per arrivare e che è lontana anni luce dagli anni '80 e, che proprio il telefilm aiutò a diventare famosa. I due sbirri Crockett e Tubbs, che mantengono i nomi originali, saranno affiancati dall'attrice cinese Gong Li, definita "la Meryl Streep cinese". Il 63enne Michael Mann non ha certo bisogno di presentazioni, ma forse in pochi sanno che è lo stesso che ha diretto e prodotto la serie televisiva Miami Vice (in onda dal 1984 al 1990) uno dei rari autori che è sempre riuscito a far coincidere l'azione con i contenuti. Niente più colori, giacche sgargianti e gel tra i capelli, ma tanta suspence, corse in Ferrari, motoscafi supersonici e sequenze d'azione tiratissime in questa pericolosa operazione 'top secret' complicata dall'attrazione fatale tra Sonny (Farrell) e la contabile della banda Isabella (Gong Li). "Ho girato il film come se non fosse mai esistita prima una famosa serie televisiva e rigorosamente in alta definizione. Volevo portare gli spettatori dentro ogni sequenza, i vicoli, le autostrade e sotto l'Oceano" - ha tenuto a precisare il regista. Noi non vediamo l'ora di vedere i due divi in azione! • Russel Crowe romantico sognatore Il 10 novembre uscirà in contemporanea, sia nelle sale italiane che in quelle americane, il nuovo di film Ridley Scott, "A good year". Dopo "Il Gladiatore" Scott torna a lavorare con Russell Crowe, in questo dramma nei panni di un finanziere londinese alle prese con un licenziamento e una grossa eredità. Max Skinner (Russell Crowe) perde il posto presso la prestigiosa compagnia dei fratelli Lawton ma per fortuna quello stesso giorno riceve una lettera da un notaio francese: lo zio Henry (Albert Finney) gli ha lasciato in eredità la sua casa in Provenza, dove Max trascorreva le vacanze estive quand'era ragazzino. Attratto dall'idea di passare qualche tempo in relax in quella vecchia villa circondata dalle vigne, Max parte. Ma ad aspettarlo tra le dolci colline del Luberon ci sono antipatie, avidità e sotterfugi, per non parlare di persone che vogliono mettere le mani su qualcosa che non gli appartiene. Un giallo tra i vigneti, tratto dall'omonimo romanzo di Peter Mayle, "Un'ottima annata", ed. Garzanti. • Ciak! Si ride! Due settimane dopo, il 24 novembre, sarà la volta di Aldo, Giovanni e Giacomo con la versione cinematografica dello spettacolo teatrale che li ha visti in cima alle classifiche al botteghino. "Anplagghed" (errore di scrittura ed esatta pronuncia della parola inglese 'unplugged') invaderà le sale con ben 500 copie. Lo show vede i tre comici, atterrati con la Enterprise su un pianeta a loro sconosciuto e abitato da curiosi alieni, per tentare di descrivergli loro il pianeta Terra e i suoi abitanti. L'esilarante com- media è stato un tale successo che alla fine risultava impossibile replicare all'infinito. "Ci è venuta l'idea di trasporre lo spettacolo teatrale al cinema dopo l'esagerata richiesta del pubblico" - hanno dichiarato i tre - "abbiamo ricevuto una quantità enorme di e-mail, molte piene d'insulti da parte di gente che si lamentava perché non era riuscita a vedere lo spettacolo". L'unica cosa che sappiamo sulla pellicola è che includerà anche alcune gags inedite rispetto alla versione teatrale. • Boldi vs De Sica Per quel che riguarda il Natale cinematografico quest'anno vedremo per la prima volta "La Coppia" scoppiata. Massimo Boldi uscirà nelle sale con il nuovo film di Carlo Vanzina "Olé", insieme al suo nuovo partner comico Vincenzo Salemme ed un cast composto tra gli altri da Enzo Salvi, Natalia Estrada e niente meno che Daryl Hannah. Da Miami ci si trasferisce a Madrid, città in cui due professori di liceo in gita (Boldi e Salemme) non approfittano neanche della vacanza per dimenticare i loro dissapori. I due infatti sono innamorati della stessa collega, un'avvenente insegnante americana (interpretata dall'ex-sirenetta a Manhattan, Daryl). A complicare le cose ci si mette anche l'amante del nipote del Re di Spagna (Natalia Estrada) che crede che Boldi sia un paparazzo. La promessa della produzione è quella di non rendere il film volgare e pieno zeppo di parolacce (leggasi frecciatina per De Sica), ma di offrire al pubblico una simpatica commedia per famiglie. Sembra inve- • Cine News ce non voler cambiare registro Christian De Sica che, lo stesso giorno d'uscita di "Olé" (il 15 dicembre), esordirà in coppia con Massimo Ghini in "Vacanze di Natale a New York" con la regia di Neri Parenti, con Aurelio De Laurentiis a produrre Christian De Sica. L'attore porterà così a termine il progetto nato cinque anni fa e saltato all'ultimo minuto a causa della tragedia delle Twin Towers. Nel cast anche Sabrina Ferilli ed Elisabetta Canalis. Il figlio dell'indimenticato Vittorio sarà un pianista di piano bar sposato con una miliardaria americana con un contratto secondo il quale, se la tradisce, perde tutti i soldi di lei e ogni privilegio. La Ferilli è sposata invece con Massimo Ghini, miliardario pure lui e legato a lei con lo stesso tipo di contratto. Ovviamente i due si innamorano di altre donne e si ritrovano tutti nello stesso albergo. Saranno come sempre due gli episodi ad intrecciarsi nel film, questo e quello che vede protagonisti Claudio Bisio, Fabio De Luigi e Paolo Ruffini. Cecchi Gori: nuova produzione con un cast d'eccezione Il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori sta lavorando ad un nuovo progetto di respiro internazionale. La produzione che si appresta a partire in Casa Cecchi Gori è, infatti, tratta dal libro "Il Ballo della Vittoria" (El baile de la victoria) di Antonio Skarmeta - stesso autore de "Il Postino di Neruda" cui è stato realizzato il film (Oscar miglior film straniero) con la toccante ed ultima interpretazione di Troisi. Il regista sarà Fernando Tueba (Belle Epoque). Il film verrà girato in buona parte nel paese in cui è ambientato, ovvero il Cile ed, eccezionalemente in lingua spagnola. Nel cast, ancora da definire, si parla di nomi quali Ricardo Darin, Garcia Bernal, Benicio Del Toro, Penelope Lopez. :13 romalive Dossier Regione Un anno di lavoro con l’Assessorato all’Agricoltura Lazio Qualità Spese Bene L'Assessore Regionale all'Agricoltura Daniela Valentini illustra un'altra iniziativa a favore dei consumatori [ a cura di • Valeria De Rentiis e Fabrizio Piciarelli ] L'On. Valentini: "Questa seconda edizione, che segue quella del mese di dicembre sarà bella, perché ci saranno prodotti nostri che verranno valorizzati grazie ad una strutturazione che guarderà alla riqualificazione del mercato romano" L'Assessorato all'Agricoltura della Regione Lazio non è nuovo ad iniziative che tendono ad andare incontro ai consumatori, soprattutto in periodi come questo, che vede le famiglie sempre impegnate nel ricercare di far quadrare i bilanci in vista di una più tranquilla gestione delle proprie risorse. Proprio in relazione a questo input che l'Assessorato manda sempre alle attività e ai grandi centri di distribuzione, nasce Lazio Qualità Spese Bene, iniziativa intelligente che si inserisce in una cornice di interventi tesi alla realizzazione di una situazione commerciale e di consumo più conveniente per le famiglie e per le aziende. razione che guarderà alla riqualificazione del mercato romano. Tutto ciò si fa perché si vuole far crescere l'agricoltura romana e la sua economia, la rete commerciale è da valorizzare bene in quanto il mercato è recettivo e merita una grande attenzione. I prodotti che ci saranno sono i nostri vini, oli, legumi, miele, pane e tutto ciò che è la nostra ortofrutta: sono i prodotti che si possono trovare freschi a un'ora da Roma e questa credo sia anche la caratteristica che ci distingue senza alcun Sentiamo di cosa si tratta dalle vive parole dell'Assessore. Assessore Valentini, ci può spiegare gli scopi e le modalità di quest'iniziativa? "Quest'idea vuole continuare a proporre sul mercato romano i nostri migliori prodotti di eccellenza, perché io sono convinta che Roma abbia un gran bisogno di qualità, di sicurezza alimentare e di tracciabilità in modo da poter spendere bene e meno allo stesso tempo. Questa seconda edizione, che segue quella del mese di dicembre sarà bella, perché ci saranno prodotti nostri che verranno valorizzati grazie ad una struttu- 14:romalive dubbio". Nel programma dell'iniziativa figurano molti centri commerciali che hanno aderito: Che rispondenza avete avuto? Pensate che alla prossima edizione si potrà allargare il gruppo? "Abbiamo avuto un riscontro fortissimo, tutta la grande distribuzione, sia italiana che estera ha aderito con entusiasmo; noi vogliamo arrivare a tutti i supermercati e la estenderemo, non solo a tutti questi, ma anche ad altre realtà più piccole. È già stato un grande risultato, ma fare di più è un obbligo in questo caso: la cosa importante che mi viene in mente è che noi abbiamo bisogno di loro ma anche loro hanno bisogno di noi per riqualificare la loro rete commerciale. Per concludere, questa iniziativa potrà essere ripetuta anche nella stagione autunnale ed invernale per aiutare il rapporto qualità - prezzo in un periodo dell'anno nel quale il clima cambia spesso? "Certamente, questa iniziativa andrà avanti anche in rapporto alle stagioni, in quanto la stagionalità è un valore aggiunto, sulla freschezza e il costo più basso. Il nostro obiettivo è rendere questa iniziativa stabile ma per fare questo ci vuole una ristrutturazione e riorganizzazione dell'offerta dell'agricoltura del Lazio, contemporaneamente ad un riorganizzazione della domanda. Questa è la nostra sfida". 16:romalive L'Inganno a Tavola di Jeffrey M. Smith Intervista all'Assessore Valentini su alimentazione, prodotti e OGM [ a cura della • Stefano Ursi e Fabrizio Piciarelli ] Organismi Geneticamente Modificati e vita umana, un rapporto sempre controverso, da studiare bene. Nelle varie correnti del mondo scientifico gli animi si sono divisi più volte e la cronaca ci ha parlato di aspre diatribe su cosa sono gli OGM e sul perchè dovrebbero o non dovrebbero essere utilizzati. Chiaramente anche nel mondo della politica e in particolare delle istituzioni più vicine al problema dell’agricoltura e dell’alimentazione la tematica ha fatto ben presto il suo ingresso e si dibatte in più sedi sulla mancata individuazione delle verirfiche del caso. Occorre quindi saperne di più. Quali sono i rischi dei cibi OGM? Di questo si parla nel libro di Jeffrey M. Smith. E proprio della tematica degli OGM abbiamo diffusamente parlato con l'Assessore all'Agricoltura della Regione Lazio, On. Daniela Valentini. Assessore Valentini, qual è la sua opinione sugli OGM? "Per quanto riguarda gli OGM, secondo me le incertezze sono tante e preoccupanti e tendono a ripercuotersi sulla vita e la salute della gente, ma anche sulla gestione delle aziende del nostro paese. Questo non è un aspetto trascurabile. Noi abbiamo una mancanza di protocolli ufficiali che ci debbono dire qual è l'impatto di queste biotecnologie sui nostri ecosistemi naturali e agrari. La mancanza di verifiche oggettive è totale e nessuno ci garantisce sull'innocuità degli OGM; inoltre l'incremento serio di allergie e intolleranze alimentari, cosa che vediamo tutti i giorni anche a casa nostra, ci obbliga a volerne sapere di più. Alcune valutazioni mi hanno portato a proporre una legge contro gli OGM e questo già da solo fa capire molte cose del mio pensiero. Noi abbiamo una Regione ricchissima di prodotti alimentari e un patrimonio fertilissimo, infatti stiamo lavorando su politiche di filiera per la commercializzazione di questi prodotti che sono la nostra garanzia e la nostra sicurezza. Occorre garantire la tracciabilità dei prodotti che porta si la sicurezza dei cittadini ma anche la salvaguardia del nostro patrimonio agrario. La nostra strategia alla Regione Lazio è questa, in quanto chi governa ha il dovere della prudenza di fronte alla ricerca. Il progresso va avanti ma il principio di precauzione è inderogabile. Diciamo no fino a quando non avremo più certezze. Ci è stato detto che stiamo chiudendo al futuro e alla sperimentazione: no, noi siamo per il futuro e questa legge guarda al futuro perché ha paura di un certo tipo di futuro. Siamo coraggiosi e abbiamo voglia di futuro e di una ricerca seria e che ci dia dei risultati precisi". Nella Regione Lazio qual è la situazione concreta al momento? "Nella nostra Regione è vietato produrre OGM e questo divieto è importante perché mette in moto anche delle convenienze; infatti i tanti prodotti buoni e sani che abbiamo portano a fare concorrenza direttamente all'interno. Laddove c'è il pubblico che eroga i servizi alimentari, è vietato somministrare OGM, mentre nei ristoranti e nei luoghi dove non si può controllare con divieti, esiste un diritto all'informazione dei cittadini sugli OGM, che debbono essere segnalati: sul menu ci deve essere scritto. Per quanto riguarda l'alimentazione degli allevamenti si parla solo di tradizione nei mangimi. È difficile fare tutto questo, ma occorre farlo perché le garanzie ai cittadini sono più importanti". State agendo in sinergia con altre Regioni? "Per fortuna ci sono altre Regioni che hanno leggi già varate e ora siamo in cinque ed inoltre esiste un coordinamento europeo per le zone OGM - FREE. Noi abbiamo un sogno che è un mercato Europeo progettato sui nostri prodotti d'eccellenza, sui nostri valori aggiunti. La nostra agricoltura non è solo materia prima, ma sono anche le nostre radici, la nostra cultura e le nostre tradizioni con i nostri prodotti. Stiamo cercando di conquistarci la libertà di decidere del nostro futuro e sulla nostra salute". :17 romalive Regione Lazio: "Agriforum" Scambio e concertazione tra Regione, Provincia e associazioni Incontro con l'Assessore Regionale all'Agricoltura, On. Valentini [ a cura di • Stefano Ursi e Fabrizio Piciarelli ] Ass. Valentini, quest' Agriforum è un'occasione di crescita per la Provincia e per il mercato di Roma e soprattutto una vetrina a livello internazionale. Si, quest'Agriforum è importante perché rappresenta un momento d' ascolto del territorio, di dialogo, e anche di proposte a questa Provincia sul nostro programma di sviluppo rurale della Regione Lazio. Una grande opportunità per i prossimi sette anni e per il futuro del settore agricolo e agro-alimentare, rurale. Ovviamente in questo Agriforum noi discuteremo molto della Provincia di Roma che è una provincia ricca, piena di potenzialità, che ha bisogno, nel suo territorio di fare operazione di marketing territoriale, e quindi, di filiere e politiche di sviluppo. Noi proponiamo a questa filiera, Roma, con il suo grande mercato come risorsa. Con l'istituzione del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) , di un marchio di qualità , questa provincia ha di per sè una sua vocazione naturale che è quella della sicurezza alimentare, da offrire tutta sul mercato romano con la sua qualità e i suoi prodotti di eccellenza. In questo c'è la par- tita grande degli agriturismo. Stiamo discutendo proprio in questi giorni (giugno 2006, n.d.r.) di una legge esistente sugli agriturismo e sul turismo rurale. E' necessario fare sistema e politiche di filiera attraverso un sistema integrato con il territorio insieme ad interventi culturali turistici di iniziative che possano far crescere complessivamente l'economia agricola in questa provincia e nella Regione. Assessore, parliamo della dimensione del lavoro. In queste nuove norme ci sarà anche una previsione di legge per quanto riguarda i contributi europei alle aziende che operano nel mercato del lavoro in maniera corretta? Sì, senz'altro. Questa è la nostra concezione, per tutte le leggi che facciamo e che abbiamo fatto e che faremo. La legge sui distretti rurali prevede un articolo in cui si prescrive che nessuna azienda può avere finanziamenti della Regione se non ha contratti regolari nazionali. Tutto questo varrà per il programma di sviluppo rurale. Avremo una serie di misure che andranno in questa direzione nei confronti dei lavora- tori e delle lavoratrici del settore agricolo e alimentare. Come prevedete la sinergia tra la Regione , la Provincia e le associazioni di categoria? La sinergia già c'è nel senso che noi stiamo costruendo e lavorando in un percorso che stiamo facendo insieme. Abbiamo i tavoli verdi, i tavoli agro-alimentari, gli Agriforum, i tavoli di partnerariato. In queste sedi progettiamo e decidiamo le priorità e il percorso, facendo di volta in volta anche uno stop per capire se siamo tutti e se abbiamo lasciato qualcuno indietro perché è importante che in questa sfida, se la vogliamo vincere ci sia una consapevolezza vera. Tant'è che chiediamo anche alle organizzazioni professionali di riorganizzare le loro realtà, le loro aziende agricole. Perché se vogliamo veramente fare una politica di commercializzazione e di filiera abbiamo bisogno di organizzare anche l'offerta, e in questo, un maggior salto di qualità della organizzazione delle professionali agricole è importante. Gusti d'Europa Una vetrina sui prodotti tipici della nostra Regione L’Ass. Valentini: “I nostri prodotti vanno valorizzati al massimo” [ a cura di • Valeria De Rentiis e Fabrizio Piciarelli ] L'esposizione dei prodotti tipici e d'eccellenza di una Regione è sicuramente il modo migliore per rendere un territorio protagonista del mercato europeo e mondiale. E qui la manifestazione "Gusti d'Europa" è ottimale, con i suoi stands, le sue possibilità di conoscere il territorio e i suoi sapori. Ma ancor di più serve, per portare un mercato di grande qualità come quello del Lazio ad essere assolutamente competitivo, un'opera di valorizzazione e di protezione dalle imitazioni, a volte pericolose, dei propri prodotti. Quest'esigenza è stata ben recepita e metabolizzata dalla Regione Lazio, che sta varando una legge sugli OGM e l'Assessore Regionale all'Agricoltura On. Daniela Valentini ce ne parla in alcune battute che i nostri inviati hanno raccolto alla presentazione della Fiera. Assessore Valentini, questa fiera può essere l'inizio di un nuovo modo di fare enogastronomia e agricoltura anche in relazione alle esigenze europee? "Credo di si. Noi abbiamo sostenuto questo appuntamento romano, ma a ben vedere europeo, che è l'incontro dei gusti e dei 18:romalive sapori dei paesi d'Europa e dei loro prodotti d'eccellenza. È un primo appuntamento e abbiamo intenzione di sostenerlo con forza e fare in modo che diventi un momento fisso presso la Nuova Fiera di Roma. Noi crediamo molto nella valorizzazione dei prodotti della nostra terra, perché abbiamo la necessità di affiancare alle nostre politiche, alcune strategie di filiera e di commercializzazione. C'è l'intenzione da parte nostra di diventare la regione che potrà promuovere un'iniziativa di questo tipo; io penso che sia importante promuovere Roma, che è una grande risorsa e il mercato europeo più grande, oltre ad essere il più grande centro agricolo d'Europa. È un po' la locomotiva d'Italia e penso che possa diventare una vetrina nel mondo e soprattutto un emporio che può sostenere i nostri prodotti d'eccellenza. D'altra parte la Regione Lazio sta discutendo la sua legge contro gli OGM e ciò fa capire quanto noi siamo sensibili a questo tipo di tema". Perché questa iniziativa di legge? "L'iniziativa di legge era doverosa. Intanto c'è un principio di precauzione per i cittadini che va rispettato fin quando la scienza non ci dia delle certezze. Noi abbiamo il dovere di proibire, fin allora, l'uso e il consumo di questi prodotti e le sanzioni saranno severe; ad esempio la cosa più importante che mi viene in mente è l'uso assolutamente proibito nelle mense scolastiche, negli ospedali e in tutte le strutture pubbliche". Avete già avuto riscontri e consensi da altre Regioni? "È una legge difficile in quanto l'Europa è un po' ambigua e a volte sembra andare in un'altra direzione. Altre regioni d'Italia stanno facendo la loro legge e ci sono altre regioni d'Europa che ne stanno discutendo, comunque per noi resta fondamentale". Per concludere, possiamo parlare, grazie a lei, di una cultura del biologico che si espande in Europa? "Si, dobbiamo necessariamente parlarne. C'è una grande esigenza dei consumatori di sicurezza alimentare e di tracciabilità, nonché di un miglioramento della qualità della vista. Dobbiamo corrispondere a queste esigenze e un aumento del biologico va proprio in questa direzione". LIBRERIA ARMANDO ARMANDO Da oltre 50 anni al servizio degli INSEGNANTI Il punto vendita specializzato a Roma in P S I C O L O G I A P E D A G O G I A E D I D AT T I C A I nostri consigli per questo mese pp. 399 Euro 20,00 pp. 61 Via Brunacci, 53 Tel.: 06/5587850 Euro 7,50 Cancro a che punto siamo? cosa dice la medicina ufficiale Incontro con il Presidente dell'Ail, Associazione Italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, Prof. Franco Mandelli [ di • Valeria De Rentiis ] Il cancro è la malattia del Ventesimo Secolo: ne esistono diverse tipologie e spesso, per fortuna, curabili. La ricerca scientifica non è ancora in grado di dare risposte concrete. La chemioterapia continua ad essere l'unica soluzione, che il più delle volte, peggiora la situazione invece di migliorarla. Tra le diverse forme tumorali, la leucemia, il linfoma e il mieloma, colpiscono il sangue. L'AIL, l'associazione che da trent'anni si occupa della ricerca per questo tipo di cancro e, soprattutto del sostegno ai malati e ai familiari, ci ha aperto le porte della sede principale romana. Qui abbiamo incontrato il Prof. Mandelli, ematologo dell'Università "La Sapienza" di Roma nonché presidente dell'Associazione, esperto di fama internazionale. A lui abbiamo chiesto quale sarà il futuro della ricerca. Prof. Mandelli, come sono cambiate le prospettive per le persone colpite da un tumore del sangue? Credo sia per me che per tanti ematologi di tutto il mondo ancora un sogno perché venti, trent'anni fa si moriva di queste malattie e quasi sempre rapidamente. Ci sono stati dei progressi straordinari che sono stati realizzati in tappe successive perché la ricerca non esplode tutta insieme. Ci sono dei periodi di stasi e dei periodi di grande intensità e grande miglioramento. Sono iniziate le prime cure con la radioterapia poi con la chemioterapia poi associando le due procedure con un'infinità di nuovi farmaci poi con il trapianto di cellule staminali. Oggi si parla tanto di cellule staminali ma non tutti sanno che sono state scoperte dagli ematologi tanti anni fa. Il trapianto delle cellule staminali consente di ottenere dei risultati veramente straordinari ma direi che sono le combinazioni delle diverse procedure. Per cui spesso sono necessari anni per dimostrare che una procedura è migliore di un'altra e questa è la ricerca clinica che porta a risultati veramente straordinari. In che modo la tecnologia e le nuove forme di sperimentazione possono portare al raggiungimento di cure sempre più efficaci e specifiche? Abbiamo parlato delle terapie più collaudate, più codificate, ma le nuove tecnologie hanno permesso d'identificare nuovi farmaci. Ecco perchè parlare di questi nuovi farmaci è importante perché questi farmaci colpiscono nel cuore le cellule 20:romalive malate, in altre parole sono mirati, sono farmaci intelligenti; conoscendo la biologia molecolare delle cellule leucemiche, linfomatose e del mieloma si riesce ad agire in maniera più specifica contro le cellule malate risparmiando le cellule sane. Questo ha degli enormi vantaggi che sono intuibili. Intanto i farmaci intelligenti sono dei proiettili mirati: è come se sparando al bersaglio si colpisse il centro e il centro è la cellula malata. Le cellule sane non ancora vengono risparmiate del tutto, ma gli effetti collaterali comunque sono minori. Un malato è fatto di cellule sane e di cellule tumorali: la maggior parte sono cellule normali anche quando il tumore è di enorme dimensioni, quando la leucemia invade l'organismo. I farmaci di una volta colpivano tutt' e due le popolazioni di cellule indifferentemente, le normali e le malate. Questi farmaci, cosiddetti mirati, intelligenti hanno questa capacità, ci sono degli esempi eclatanti che danno dei risultati veramente straordinari. Che consiglio darebbe ad una persona che scopre d'essere affetta da un tumore del sangue? Io dico sempre: arrabbiatevi come delle bestie contro la malattia non contro il mondo perché questa reazione potrebbe esserci. La rabbia dovete esplicarla in modo che lottiate alla grande, non da soli, insieme ai parenti più stretti, insieme ai rarissimi veri amici. Un altro consiglio che do è di parlare pochissimo della malattia se non con le persone che ci sono veramente vicine e questo consiglio fa si che ci sia una partecipazione vera da parte del malato della famiglia dei veri amici. Questo insieme, malato, amici e famiglia deve lottare contro la malattia perché ormai è dimostrato anche scientificamente che contano le cure, contano i medici ma conta moltissimo anche il malato cioè il ruolo che il malato svolge è fondamentale perché la volontà del malato, la forza che il malato mette nella lotta contro la malattia conta moltissimo. Io credo che quasi il 50% del successo è dovuto al malato. Ci sono malati che capiscono fin dall'inizio che il loro ruolo è fondamentale. Purtroppo ci sono malati che sbagliano atteggiamento, ci sono malati depressi che sicuramente non sono vincenti. Lo sono quelli che affrontano la malattia che, anche quando la malattia va male, continuano a lottare. Professore ci spiega che cos'è GIMEMA? Il GIMEMA è un gruppo italiano per le malattie ematologiche dell'adulto. È un gruppo che è stato creato tanti anni fa da me e da alcuni ematologi italiani. Lo scopo di questo gruppo è proprio quello di realizzare quella ricerca clinica di cui parlavo prima, quando ci sono delle nuove procedure terapeutiche, dei nuovi farmaci. Per poterli utilizzare per protocolli di cura efficaci bisogna dimostrare che queste cure sono migliori di altre. Se non si Prof. Franco Mandelli, Presidente dell’ Ail dimostra questo si rischia di impiegare farmaci nuovi più costosi perché ovviamente le industrie farmaceutiche investono e devono avere dei vantaggi da questi investimenti, sicuramente non ci perdono. Il Gimema coordina praticamente tutti i centri italiani di ematologia che partecipano a questi protocolli che sono approvati da un gruppo del Gimema stesso, composto da ematologi esperti che discutono con tutti gli ematologi del gruppo. Se approvati, devono avere un collaudo da parte dei comitati etici cioè di équipes di diversi comitati e università italiane che devono dare la propria approvazione al protocollo dichiarando se sia accettabile oppure no, perché ci aspettiamo migliori risultati in minor tempo. E pensi che il Gimema è attivo dall'estremo nord, Bolzano, all'estremo sud, Palermo, e vi sono centinaia di ematologi che collaborano in più di cento centri che hanno aderito al Gimema. E' quindi uno straordinario gruppo, un network che funziona alla grande e viene citato anche da altri gruppi, non solo in Italia ma anche all'estero. Il Gimema collabora anche con altri gruppi italiani ma soprattutto europei, inglesi e americani per portare avanti queste ricerche cliniche : è il malato che viene studiato e devo di- re che si hanno risultati straordinari. Per cui penso che il Gimema ha solo un grandissimo problema: richiede sono i finanziamenti perché ci sono undici, docici persone che lavorano a tempo pieno; ci sono medici, statistici, informatici , persone che raccolgono dati, che devono essere elaborati, valutati per essere pubblicati perché i risultati di queste ricerche poi andranno sulle riviste internazionali di maggior interesse. Direi che è l'Italia ematologica che coordina gruppi, non solo per le leucemie croniche ma anche per il mieloma, per il linfoma e per le leucemie croniche. In qualità di presidente dell'AIL ci può dire come viene finanziata l'Associazione e come questo contributo collabora a sostenere la Ricerca Scientifica e l'assistenza ai malati ematologici in Italia? L'AIL esiste per i volontari: se non ci fossero non sarebbe mai nata. Ci sono migliaia di volontari in Italia. Sono stato ultimamente a Rovigo e anche li c'è una sezione dell'AIL. Sono ben 79 le province italiane in cui c'è una sede AIL perché le province hanno delle sezioni indipendenti che raccolgono fondi e li utilizzano localmente e questo stimola la gente a donare all'AIL finanziamenti. L'AIL vive di finanziamenti privati, di pubblico quasi zero e questi finanziamenti sono raccolti con le due manifestazioni più importanti: la vendita delle stelle di Natale e quella delle uova di Pasqua in migliaia di piazze italiane. Ora stiamo cercando d'inventarci qualche nuova iniziativa. Abbiamo avuto due importanti manifestazioni l'anno scorso, sia sulle reti Mediaset, con Maurizio Costanzo, sia alla Rai con Pippo Baudo. Abbiamo raccolto fondi e quello è stato un grosso aiuto. Per esempio si è deciso che una parte di questi fondi servirà per finanziare il GIMEMA: se non ci fosse l'AIL non ci sarebbe nemmeno il GIMEMA. Vorrei dire che considero i volontari che vendono le stelle di Natale, le uova di Pasqua volontari di prima categoria, che lavorano negli ospedali facendo tantissimi tipi di lavoro, occupandosi anche della parte amministrativa perchè qualche volta si sostituiscono al personale dipendente che non basta mai. Io credo che AIL uguale VOLONTARI uguale GIMEMA. Forse questa triade sarà vincente e la vittoria sarà quando non si morirà più né di leucemia né di mieloma né di linfoma. Nel futuro, io non so se lo vedrò, sono sicuro che arriveremo a questo risultato. Parliamo anche di bambini: purtroppo questa malattia colpisce anche loro. Da che età? Il mieloma non colpisce i bambini ma la leucemia e il linfoma si. La leucemia è il tumore più frequente nei bambini di età inferiore ai 12 anni. Ci sono centri pediatrici e alcuni aderiscono all'AIL. Altri ad un'altra associazione , l'Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica, e anch'essa ha dei grandissimi meriti perché coordina i gruppi di ricerca e i protocolli. I progressi sui bambini sono stati superiori a quelli ottenuti negli adulti: la percentuale di bambini che guarisce è superiore rispetto agli adulti. Va detto anche che gli adolescenti hanno risultati migliori rispetto agli adulti. Va tenuto presente che queste malattie colpiscono tutte le fasce d'età, anche gli adulti e gli anziani: forse perché non sono più giovane anche gli anziani mi coinvolgono molto. E' giusto curare tutti, anche le persone di una certa età. I risultati sono più difficili da ottenere: basti pensare che un anziano ha tante altre malattie oltre al mieloma, al linfoma e alla leucemia. Anche li stiamo ottenendo dei risultati di un certo interesse. Quindi, tutte le età della vita sono colpite . Professore Lei parlava di finanziamenti privati. Come mai non è lo Stato che si occupa di finanziare la ricerca visto che si tratta di un problema a livello nazionale? Io credo che questo sia un problema che riguarda la ricerca in tutti i campi. In Italia è finanziata poco e in maniera insufficiente. Il problema dei ricercatori che vanno a lavorare fuori dall'Italia è noto e si ripete spesso perchè in effetti la retribuzione è nettamente inferiore a quella che lo stesso ricercatore riceve all'estero. Io credo che associazioni come l'AIL e l'AIRC abbiano un ruolo molto importante, perché i nostri volontari fanno massa e creano opinione. Qualcosa è già stato fatto e qualcosa si farà. Per esempio quest'anno il 5x1000, la detrazione che ogni italiano può fare nella propria regolare denuncia dei redditi senza perdere niente, può essere indirizzata anche alla ricerca e l'AIL non finanzia solo la ricerca ma anche la cura dei malati. Ci sono altri stati europei in cui la ricerca riceve questo tipo di finanziamento. Speriamo che anche l'Italia sia adegui presto anche meglio rispetto all'Europa. La parole agli esperti: Prof. Cognetti Francesco Cognetti: “In alcuni casi la chemioterapia può essere considerata la sola e unica soluzione per le neoplasie“ [ di • Valeria De Rentiis ] Fra i tanti esperti e studiosi del cancro, sicuramente non si può non menzionare il Prof. Francesco Cognetti, ormai da anni in prima linea in quella che può essere definita, assieme all'AIDS, la battaglia del secolo. Prof. Cognetti, com'è strutturato l'IFO? L'IFO è un ente che racchiude due istituzioni diverse, la prima è l'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e la seconda è l'Istituto Ematologico San Gallicano, entrambe pubbliche, a carattere scientifico, e quindi, di rilevanza regionale ma anche nazionale che perseguono la ricerca e l'assistenza rispettivamente nel settore dei tumori e nel settore delle malattie della cute. Nell'ambito della ricerca le risulta che stiano aumentando i casi di tumore? Alcuni tumori sono in aumento in termini di incidenza, come in tutti i paesi europei, mentre la mortalità complessiva, per fortuna, sta lievemente diminuendo, soprattutto nei casi di alcune neoplasie che si possono diagnosticare più in fretta e di alcune altre in cui le cure sono molto efficaci. A che punto è la ricerca quindi? La ricerca consegue oggettivamente dei risultati importanti, perché negli ultimi decenni si è realizzato un miglioramento del tasso di consapevolezza e una riduzione del tasso di mortalità per cancro; la sopravvivenza è arrivata fino al 60%. Quali i risultati con la chemioterapia? La chemioterapia può essere utilizzata nei pazienti con malattia avanzata oppure in alcuni tumori come quello del colon, della mammella, a breve dopo l'intervento chirurgico per il rischio di recidive. È un trattamento molto importante perché in questi anni ha visto una vera e propria esplosione di nuovi agenti e farmaci antineoplastici; recentemente sono emerse alcune sostanze che agiscono in maniera del tutto peculiare e cioè con un meccanismo biologico che va a colpire dei bersagli specifici responsabili dell'evoluzione della malattia. Sono dei farmaci cosiddetti “intelligenti”. La chemioterapia può e deve essere considerata l'unica soluzione per le varie neoplasie? In alcuni tumori si, mentre in altri si agisce in abbinamento con la chirurgia. :21 romalive le alternative alla medicina ufficiale La Radionica nella cura al cancro: un punto di partenza e nuova speranza? [ di • Sergio Di Mambro e Fabrizio Piciarelli ] PREMESSA: La radionica non è una curiosità scientifica del XX secolo. Il tema che propone, studia e sviluppa interessa la fisica moderna; le sue realizzazioni pratiche messe a punto sino ad oggi - nel dimostrare le validità di una nuova idea - collaborano a risolvere scabrosi problemi come, appunto, quello Radiobiologico. La teoretica sarebbe una vana ginnastica del cervello se non conducesse alla scoperta di informazioni utili alla conoscenza ed alla organizzazione razionale. A maggior ragione non si può disconoscere, alla maniera di qualche ultra-conformista immemore delle lezioni del passato, come la scienza e la fisica abbiano dei limiti indefinibili! Una proporzione teorica della K-teoria (1945), è valida se viene confermata dall'esperimento e se si rivela utilizzabile sul piano pratico. Orbene, la radionica ha le carte in regola! La capacità di recepire una valida idea nuova, almeno per quanto concerne il "principio radionico", è nient'altro che un problema di "crescenza" del pensiero collettivo. Vedremo a suo luogo che tale "principio" si inquadra tra le teorie più avanzate della Fisica: oltre ad apparire il giusto seguito alle idee di Maxwell e di Planck, essa costituisce un avanzamento su nuova direzione delle magnifiche realizzazioni di Hertz e Marconi ed apre alla Scienza un capitolo inatteso: la K-fenome- nologia e i suoi effetti strumentalizzati dal metodo K - indagine. Ha scritto Marconi (1903): "La telegrafia senza fili non è che una semplice conseguenza dell'applicazione dei mezzi impiegati dalla natura per ottenere gli effetti di luce, di magnetismo e di calore attraverso lo spazio". Per concludere, la Radionica è: scienza che si occupa dello studio teorico ed applicato delle fenomenologie afferenti e conseguenti al regime della sub-eccitazione elettronica e naturale a livello della materia tutta. A tale premessa di Giambattista Callegari (Radionica e Radiobiologia, Edizioni Spazio Uno, 1980) possiamo aggiungere altri trattati di grandi filosofi e scienziati come: La filosofia di Vitruvio, per passare a Cartesio e continuando con Leonardo, il principio di scambio di Pannaria che lega la costante di Plance, il numero di Avogadro e la velocità della luce che rappresenta l'equazione della materia sempre ricercata da Heisenberg. Ma tale fisica quantistica è soprattutto da attribuire all'attività svolta dagli scienziati italiani: Fermi, Marconi, Severi e Pannaria. Prima di parlare della disuguaglianza di Bell, vorremmo riportare una citazione di uno tra i più grandi scienziati italiani, Francesco Severi. "La comprensione dei fenomeni è ciò a cui aspira ardentemente lo spi- rito umano: però questa comprensione non ha un valore che permane, ma è transitoria in funzione delle nostre conoscenze del momento. Bisogna che la scienza non sia più soltanto scienza, ma si elevi fino alla sapienza e dimentichi perciò - almeno come sosta - di essere stata creata sul principio di causalità e che tenga d'occhio le finalità e abbia la visione dell'armonia presente e la ragione del cuore". Partendo dal presupposto che "lo spazio non è vuoto", potremmo "immaginare di sorvolare l'oceano con un jet. Da quel punto di osservazione ottimale, la superficie sembra perfettamente uniforme e vuota. Sappiamo che se fossimo su una barca, vedremmo enormi onde tutt'intorno. Così si comporta il vuoto. Su grandi distanze - ovvero quelle che sperimentiamo come esseri umani lo spazio ci appare completamente vuoto. Ma se potessimo analizzarlo da molto vicino vedremmo tutte le particelle quantistiche entrare e uscire dal nulla" I fisici chiamano tali particelle "fluttuazioni del vuoto". Arriviamo alla disuguaglianza di Bell: è una formulazione moderna di un famoso paradosso escogitato dai fisici Einstein-Podolsky-Rosen, per dimostrare che la meccanica quantistica non poteva essere considerata una teoria esatta o quantomeno completa. Sia il paradosso di Einstein e altri, che la disuguaglianza di Bell non poterono essere verificati sperimentalmente prima del 1982. Da quell'anno l'Università di Parigi approntò una serie di esperimenti con Alain Aspect, i quali permisero di seguire l'evoluzione spazio-temporale di coppie di particelle emesse da un'unica sorgente e dirette verso rivelatori lontani. Senza entrare in dettagli tecnici, Aspect con i suoi esperimenti dette ragione a Bell. Bell dice questo: "Si ha localismo quando due soggetti separati da grande distanza, esistono indipendentemente l'uno dall'altro, nel senso che l'azione compiuta su uno di essi non modifica in modo sensibile le proprietà oggettive dell'altro". Per esplicitare al meglio, ecco cosa scrisse Niel Bohr: " Tra due particelle (correlate) che si allontanano l'una dall'altra nello spazio, esiste una forma di azione-comunicazione permanente, … Anche se due fotoni si trovassero su due diverse Galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente…". (Quindi la meccanica quantistica prevede ampie "deroghe" alla possibilità di influenze a distanza). Come curarsi da una malattia come il cancro? Come curarsi da una malattia come il cancro? Oltre alla medicina convenzionale, esiste quella branca della medicina definita alternativa, di cui si parla ancora poco. Eppure su molte di queste discipline esiste una forma di omertà, dovuta al fatto che la ricerca è orientata verso prodotti di sintesi che hanno il vantaggio di essere brevettati e commercializzati. Mentre l'autentica ricerca 22:romalive nel rispetto della vita e dei tre regni (animale, vegetale, minerale) va indirizzata nell'individuazione e nella utilizzazione dei cosiddetti "principi attivi" ricavabili dalla stessa natura, rappresentata dal regno vegetale. Il regno animale, nel rispetto della vita, può interagire solo con il regno vegetale. L'unica terapia riconosciuta sembra essere la chemioterapia, con i conseguenti e ben conosciuti effetti collaterali. Ci siamo chiesti se esistesse un modo per debellare il male senza distruggere o mettere comunque a repentaglio la propria vita debilitando l'organismo con la chemio. Abbiamo intervistato il Prof. Giuseppe Genovesi, ricercatore e docente presso il Policlinico "Umberto I" di Romae docente di Endocrinologia all’Un La Sapienza di Roma, il quale ci ha parla- :23 romalive to di un nuovo modo di approcciare alla malattia e di una possibile terapia chiamata "Radionica" Prof. Genovesi, esistono delle terapie alternative alla chemioterapia? "Sicuramente la chemioterapia è la terapia ufficiale, "ortodossa", ma effettivamente non è l'unica. Si basa su presupposti che non sono molto condivisi dagli approcci naturali, diciamo dalla medicina olistica, che ha come obiettivo mettere l'organismo nelle condizioni di riacquisire una capacità di autosufficienza. La chemioterapia è estremamente aggressiva, lo è nei confronti delle cellule tumorali, ma lo è anche nei confronti del sistema immunitario dell'organismo. Quindi, spesso ci troviamo a fare i conti con un sistema di terapia debilitante per il paziente che la subisce; ha un effetto devastante sul sistema immunitario dell'organismo che vi si sottopone. Questo è il conflitto che la caratterizza, perché se è vero da una parte che può esserci un effetto sul tumore di per sé, è anche vero che il sistema immunitario, che poi è quello che dovrebbe essere in grado di assicurare la mancanza della Prof. Giuseppe Genovesi recidiva e la guarigione completa, molto spesso risulta talmente compromesso da causare tra i fenomeni collaterali addirittura altri fenomeni neoplastici. Sembra strano, ma proprio la chemioterapia che dovrebbe assicurare una guarigione anticancro può diventare una terapia che tra i vari effetti collaterali ha proprio il cancro, magari di altre nature o di altre tipologie. Gli approcci non convenzionali, se possiamo definirli così, naturali, olistici, (si abusa di vari termini a proposito delle considerazioni sulle metodologie alternative a quelle classiche) sicuramente hanno un presupposto comune che è quello di cercare di arrivare a soluzioni del problema tramite un approccio più causalista, cercando in primo luogo d'identificare la causa della malattia, cancro compreso, in modo da poterla rimuovere, una volta identificata, attraverso proposte terapeutiche che hanno come obiettivo quello di ridare all'organismo la capacità di essere autosufficiente, cioè di recuperare quelle funzioni che in determinate circostanze erano andate perdute. E' ovvio che ci sono delle situazioni che possiamo definire molto complesse per permettere agli organismi di recuperare le proprie funzioni, ma gli approcci, proprio per questo motivo, possono essere multidisciplinari. Uno degli errori che viene commesso nel mondo della medicina in generale riguarda la contrapposizione di due scuole di pensiero: i medici che hanno un approccio ortodosso, tradizionale e allopatico sono in conflitto con coloro i quali praticano una medicina olistica, fitoterapica e omeopatica. Si viene a creare un integralismo e questo è uno sbaglio. In casi in cui viene utilizzata la chemioterapia potrebbe essere utile unire le due terapie 24:romalive (quella allopatica e quella non convenzionale). In questo senso si può intravedere un'interdisciplinarietà a livello terapico che prima ancora dovrebbe essere di tipo diagnostico. Anche la diagnostica a volte subisce le limitazioni del protocollo. Se la medicina si avvicinasse di più alla fisica probabilmente anche dal punto di vista diagnostico avremmo degli elementi significativi". A Lei risulta che ci siano applicazioni di tali terapie e con quali risultati? "Sicuramente bisogna dire, pur essendo assolutamente favorevole alla medicina olistica, e quindi, suo utilizzatore, che purtroppo in Italia viene usata molto spesso senza un'adeguata cognizione di causa. Ne deriva che possano verificarsi dei fallimenti che non dipendono dagli approcci ma dall'incompetenza di chi li utilizza. Fatto salvo tutto ciò, esistono degli approcci estremamente efficaci, in particolare nel contesto della naturopatia tedesca che tiene conto di elementi fondamentali, riguardanti l'eziopatogenesi della malattia e la modalità per poter arrivare a gestire la causa della malattia attraverso l'uso di prodotti naturali (intendendo con ciò principi attivi con contenuto attivo molto significativo tanto da produrre dei risultati clinici importanti). Il test EAV (elettro-agopuntura secondo Voll) prende il nome da un medico tedesco (il Dott.Voll), che aveva costruito una macchina per poter misurare le differenze di potenziale elettrico espresse in potenziali molto piccoli: parliamo di micro ampère misurati sui punti dell'agopuntura classica che corrispondono a vari organi e funzioni d'organo. Identificando attraverso questo test le defaillances bioelettriche correlabili a defaillances funzionali di vari organi e testando le varie sostanze da utilizzare proprio attraverso questa tecnica, l'individuo che viene messo in contatto fisico con la sostanza ipotetica da utilizzare dal punto di vista terapeutico può avere una variazione del potenziale elettrico di superficie cutanea al solo contatto con la sostanza. Questo, dal punto di vista della medicina classica non è accettato, ma ha sicuramente dei presupposti scientifici, perché chiaramente la fisica delle particelle non più teorica, ma "evidence based", dimostra quale sia l'interferenza tra le singole particelle anche per il semplice contatto fisico, e quindi, quanto una struttura energetica possa produrre un effetto energetico su un organismo anche molto complesso. Del resto, anche su questi presupposti si basa tutta la fisica quantistica, che deriva a sua volta da studi che hanno dato sviluppo a strategie terapeutiche assai più estreme di quelle che possono essere considerate non convenzionali ma comuni, perché si tratta di utilizzare sostanze di estrazione vegetale o in diluizione ponderale omeopatica. Si tratta comunque di assumere sostanze per via orale o sistemica. La modalità di assunzione è la stessa che si utilizza per le terapie allopatiche. Ma le strategie non convenzionali non si fermano a questo. Dobbiamo dire che abbiamo a che fare con strategie che ormai hanno preso piede da alcuni decenni e che continuano a svilupparsi con estremo interesse perché sono state oggetto di sperimentazione che non prevede l'assunzione di qualcosa in particolare, se non come supporto della terapia di base. Mi riferisco alla Radionica nel campo oncologico, una delle modalità più interessanti oggi a disposizione e altrettanto sconosciuta e criticata dai più che la conoscono solo superficialmente. Per Radionica noi intendiamo un argomento che riguarda lo studio della fisica e che ha alla base ad esempio lo studio del pendolo. Negli anni '50 l'ingegnere italiano Callegari, stabilì che l'uso del pendolo era sicuramente e fortemente influenzato dal suo utilizzatore e i dati non potevano essere obiettivi, pur essendoci comunque alla base della radioestesia, cioè dell'uso del pendolo, delle leggi fisiche che comunque ne giustificavano l'assunzione. Costruì una macchina che aveva lo scopo di shuntare l'utilizzatore del pendolo rendendo oggettiva la misurazione. Questa macchina era stata costruita a scopo diagnostico, perché il pendolo aveva la prerogativa di esaminare e verificare, attraverso l'oggetto personale del paziente, quali fossero gli organi colpiti. La macchina di Callegari passò alla storia per essere estremamente efficace nel definire dettagliatamente alcune specifiche diagnostiche (tra gli utilizzatori della macchina di Callegari si annovera un Padre Gesuita, Monsignor Fernando Bortone). È chiaro che suscitò molta polemica nell'ambito dell'accademia universitaria ma, dato di fatto, la macchina funzionava dando degli inquadramenti diagnostici molto chiari attraverso degli elementi personali, come potevano essere le fotografie". Continua l'intervista con il professor Genovesi, che con linguaggio semplice spiega fenomeni complessi permettendone a tutti la facile comprensione. "La fisica che è alla base di questo funzionamento si fonda sul principio di Bell, un fisico americano di origine inglese, che aveva studiato la comunicazione tra le particelle affini. Cosa s'intende quindi per particelle? Esse sono strutture che costituiscono l'atomo, composto da un nucleo centrale che comprende neutroni e protoni rispetto a particelle più piccole che sono gli elettroni. Le particelle affini sono quelle che fanno parte dello stesso atomo per cui due elettroni che gravitano sullo stesso orbitale sono particelle affini e così via. Bell ha studiato come le particelle affini possano entrare in comunicazione e mantenerla a prescindere dalla distanza che viene interposta tra di loro. L'esperimento che confermò la disuguaglianza di Bell, ripetibile, è consistito nel prendere due elettroni dello stesso atomo e sullo stesso orbitale, uno studiato a New York e l'altro a Parigi, ad 8000 km di distanza. Forse non tutti sanno che gli elettroni, oltre a ruotare intorno al nucleo, ruotano intorno al proprio asse e tale rotazione è detta spin. Elettroni sulla stessa orbita hanno spin opposto (rotazioni intorno al proprio asse opposte). Quindi i due elettroni dell'esperimento avevano spin opposto. Quello studiato a New York è stato spinto nella direzione opposta ed istantaneamente quello posto a Parigi ha cambiato spin simultaneamente senza aver ricevuto nessuna spinta, la direzione di rotazione si è invertita senza aver calcolato nessun vettore, cioè una latenza di tempo che intercorresse tra l'inversione della rotazione. È un'evidenza ripetibile, ed è eccezionale come possano le particelle comunicare tra di loro. E' un vettore con una frequenza non misurabile e qui rientriamo nell'ambito della "materia oscura" che è calcolata intorno al 90% di ciò che esiste ed è costituita da particelle non misurabili e non identificabili attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione ma che esistono matematicamente, altrimenti non si spiegherebbe nemmeno il rapporto gravitazionale tra i pianeti. Ci dobbiamo rassegnare all'idea che il 90% di ciò che esiste non è visibile e questo già dovreb- be dirci molto sulle obiezioni metafisiche. Sulla base di questa esperienza si fonda la radionica. Se facciamo una fotografia sulla lastra si evidenziano i fotoni emessi dalla persona in presenza di luce e che danno l'immagine. I fotoni che sono sulla lastra fotografica sono particelle affini ai fotoni che sono rimasti addosso a noi, quindi è chiaro che un intervento su questi fotoni può favorire una modificazione anche dei fotoni che sono presenti nel nostro organismo e per simpatia anche di altri elementi. A seguito dell'utilizzo della macchina di Callegari, prerogativa di pochissimi al mondo, sono state attivate ricerche e sperimentazioni sull'uso di una struttura a forma di antenna che emettesse delle frequenze non misurabili. (L'energia cosmica permette la vita ed è collegata alle configurazioni dei pianeti. L'antenna è un particolare strumento di captazione di energia cosmica che riconosce tramite un'apparecchiatura funzionante secondo i principi della macchina di Callegari con campi di risonanza energetica). A tali principi che antiche civiltà quali Egizi e Maya conoscevano e utilizzavano, si ispira l'attività dell'Associazione culturale Fulvio Di Pascale, che ha effettuato una impegnativa e innovativa sperimentazione, con esito positivo presso l'Università di Trieste. Tale esperimento è consistito nell'iniettare nei topi delle cellule cancerose; precisamente si tratta di Topi CBA/CA iniettati intraperitonealmente con 2 x 105 cellule tumorali, linfoma TLX5, tali da produrre come effetto terapeutico sul paziente precedentemente diagnosticato dalla macchina. In pratica la fotografia consente la diagnosi e la stessa fotografia viene sottoposta all'effetto di queste frequenze che possiamo definire magnetiche e che hanno la capacità d'intervenire sui fotoni e attraverso i quali è possibile intervenire sull'organismo. Questo tipo di metodologia diagnostico-terapeutica è stata utilizzata soprat- tutto per il cancro, con effetti significativi proprio perché ci sono state numerose guarigioni. È chiaro che dal punto di vista della medicina tradizionale questo non ha significato, perché si tira sempre in ballo il discorso dell'effetto placebo, dell'effetto che la mente può avere e degli errori della diagnostica. In realtà questa sperimentazione è stata oggetto di attento esame da parte di ricercatori, tra cui il prof. Silvestroni, (tale esperimento è avvenuto grazie all'accordo di collaborazione tra l'Associazione culturale Fulvio Di Pascale e il laboratorio di Biofluorimetria dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" di cui è direttore il prof. Silvestroni). La sperimentazione è avvenuta su cellule tumorali che hanno una certa capacità di crescita e la metà sono state fotografate secondo i canoni richiesti. La fotografia è stata sottoposta alle interferenze dell'antenna mentre l'altra metà è stata lasciata libera di proliferare. Abbiamo constatato che le cellule fotografate hanno smesso di proliferare mentre le altre hanno proseguito, e questo è estremamente positivo. Quanto è importante l'approccio psicologico e mentale per sconfiggere la malattia? "I casi di guarigione sono moltissimi ma nella mia esperienza ci sono casi di non guarigione soprattutto in persone che non nutrivano la speranza e l'ottimismo di non morire. Non avevano la speranza e il desiderio di guarire per la paura di morire. È chiaro che un gruppo di topi e un gruppo di cellule sono diversi da un individuo che ha a che fare con la propria mente. L'individuo Uomo è più complesso perché deve fare i conti con il suo universo mentale. L'effetto si ha sul piano sperimentale. Arrivare ad un addestramento di un certo tipo consente anche di evitare qualunque tipo di approccio terapeutico. Voglio citare un paziente di cui non farò il nome, un ingegnere a cui era stato diagnosticato un tumore allo sto- maco e a cui vennero prospettati solo tre mesi di vita; gli venne proposto di curarsi con la chemio per vivere qualche mese in più, ma lui decise di partire per mare. Amava pescare e aveva a disposizione una barca. Fece quindi scorta di viveri e partì rifornendosi nei porti che incontrava. Dopo 6 mesi tornò a casa e visto che non era morto, come predetto, si fece controllare. Dalle analisi risultò che il cancro era regredito e i medici gli dissero che c'era stato un errore di diagnosi perché era impossibile che la malattia fosse scomparsa: secondo loro era stato diagnosticato un male che in realtà non esisteva. La cosa che mi rammarica è che una fetta di medici abbia una visione così miope delle cose del mondo. Sono convinto che ognuno di noi abbia una diversa visione del mondo, per usare una terminologia cara a Niestzche e a Wagner, ma aprire lo spazio di visione credo sia fondamentale, altrimenti si rischia di cadere in atteggiamenti totalmente integralisti. Pur di non ammmettere l'efficacia di un metodo non convenzionale i medici preferiscono dire che sono errori diagnostici. I metodi non convenzionali dovrebbero essere intergrati, in quanto solo l'integrazione delle procedure può dare degli effetti positivi. Gli approcci non convenzionali possono aiutare per gli effetti collaterali della chemioterapia e proteggere l'organismo dalle terapie allopatiche". L'argomento trattato è estremamente affascinante ed essenziale per la vita umana e merita ulteriori approfondimenti. Concludiamo citando Alexis Cartel che ha detto: "La scienza non deve rigettare alcun fatto, soltanto perché ancora non lo comprende e perché ancora non riesce a spiegarlo". Bibliografia • De Divina Proporzione, la Summa de Aritmetica, Geometria, proporzioni et proporzionalite di Frà Luca Pacioli. • Testi e dipinti, di Leonardo Da Vinci • Il cancro è un parassita, di Fulvio Di Pascale • Il Principio di Scambio, di Severi e Pannaria • Prime pagine di storia della fisica nuova di Francesco Pannaria, estratto da "Il Chimico" Organo della Federazione Nazionale dei Chimici, Anno IX, Novembre-Dicembre 1960 n.11-12 • Il significato della realtà del Professor Tiziano Cantalupi, "Gruppo Conoscenza" Università di Pisa e Firenze. • The book of squares, di L.P. Fibonacci • La Radioestesia applicata alla Medicina, di Mons. Dott. Fernando Bortone • Radionica e Radiobiologia,di Giambattista Callegari Officina Emiliana Correggio, Guercino, Lanfranco ed altri ai Musei Capitolini [ a cura di • Rossana Bartolozzi ] N elle sale dei Musei Capitolini è stata inaugurata una mostra che raccoglie un cospicuo numero di opere della collezione della Banca Popolare dell'Emilia. Oggi si può affermare che il collezionismo bancario abbia assunto le vesti di protagonista e depositario della cultura. In particolare la banca dell'Emilia ha da tempo selezionato ed acquisito importanti opere particolarmente significative dell'ambito nel quale la banca opera,cioè emiliano - romagnolo del XV° e XVIII° secolo. Le 37 opere esposte, tutte di grande valore artistico, sono rappresentative di uno stile, quello emiliano - romagnolo, che ha dato nomi illustri come Correggio, Carracci, Lanfranco, Reni, Guercino e tantissimi altri,di minor fama ma non di minor valore. Quando Bologna entrò a far parte dello Stato della Chiesa, i migliori di essi vennero a Roma a confermare in opere di grande valore storico ed artistico le loro eccezionali capacità. Essi furono quindi portatori di un nuovo stile che improntò di sé tutta la cultura artistica barocca e tardo - barocca. Quindi, con questi precedenti, Roma di diritto ospita questa importante collezione dell'officina emiliana: un chiaro esempio di mecenatismo privato. Musei Capitolini 14.09.2006 / 28.01.2007 orario: martedì - domenica 09.00 - 20.00 lunedì chiuso 26:romalive I Municipi alla lente d'ingrandimento [ a cura di • Fabrizio Piciarelli ] La politica è cosa intricata, si sa, ma volerne capire un po' di più i meccanismi e soprattutto i tempi e le modalità non è certo impresa troppo ardua da non poter neanche essere tentata, soprattutto se ciò si fa per rendere più fruibile per tutti il contenuto dell'amministrazione pubblica. Dal prossimo numero Romalive parteciperà ai vari consigli municipali dove siedono i consiglieri, che sono i rappresentanti di prossimità dei cittadini, per capire quali siano le priorità e le scelte che lì vengono studiate e le modalità con le quali esse vengono prese; sarà un'attività che, attraverso la rivista, il sito e le trasmissioni televisive, si occuperà di capire la vita municipale in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue possibili evoluzioni, dato che spesso e volentieri non esiste un vero e proprio collegamento fra l'Istituzione e i Cittadini, a parte i comunicati dei consiglieri. Ciò che ne risulta è un resoconto dettagliato del Consiglio con Ordini del Giorno, Interrogazioni e annotazioni delle presenze sui banchi. Lo sguardo sarà quindi ampio e supportato di volta in volta dagli strumenti multimediali a disposizione, come riprese televisive sui luoghi dove effettivamente si riscontrano i problemi o interviste che verranno riportate sulla rivista e andranno in onda sul potente strumento di Internet tramite il sito www.ilperiodico.it. Questo sarà un appuntamento costante, preciso e puntuale, che cercherà di percorrere la strada della partecipazione attiva anche, se possibile, grazie al contributo dei cittadini che ci vorranno segnalare ciò che ritengono opportuno modificare, migliorare o esaminare. Per ogni segnalazione o suggerimento l'indirizzo è [email protected] :27 romalive La Regione informa [ a cura della • redazione] De Angelis: i piccoli negozi possono competere con i grandi gruppi La Regione promuove i centri commerciali spontanei Approvato dalla Giunta il regolamento attuativo. Al più presto il bando L'unione fa la forza, anche nel commercio. E così i piccoli negozianti e gli artigiani di strada da oggi hanno un'arma in più per competere con la grande distribuzione. A scendere in loro aiuto è stata la Regione, che ha promosso i cosiddetti centri commerciali spontanei, una legge tesa a favorire i progetti consortili delle piccole e medie imprese. "È un provvedimento importante per rendere i piccoli negozi, i mercati rionali, le attività artigianali e di servizio competitivi rispetto ai grandi gruppi distributivi, attirando i consumatori nelle vie commerciali e nei centri storici". Ad affermarlo è l'Assessore alla piccola e media impresa, commercio e artigianato, on. Francesco De Angelis, che ha promosso l'approvazione, da parte della Giunta del regolamento di attuazione della legge regionale sui centri commerciali naturali. "La Regione punta molto sui centri commerciali spontanei, spiega De Angelis, perché il commercio, l'artigianato e le attività su stra- da rappresentano il collante per dare vitalità, immagine e pregio alle nostre piazze, ai quartieri, ai centri storici ed ai piccoli centri della regione". Il provvedimento, passato all'esame del Consiglio, stabilisce i criteri e le modalità di presentazione delle domande, le spese ammissibili, la formazione della graduatoria, i tempi e il sistema di erogazione dei contributi. Con l'approvazione del regolamento, la legge regionale diventa operativa e, con un apposito bando, consentirà ai comuni di promuovere progetti specifici per la nascita dei centri commerciali spontanei. Nel 2006 lo stanziamento previsto ammonta a un milione di euro, risorse con cui verranno finanziati, tra l'altro, eventi e manifestazioni di intrattenimento ed aggregazione; progetti per migliorare l'arredo urbano, l'illuminazione pubblica, il trasporto e la viabilità; iniziative e vendite promozionali, servizi, progetti di marketing urbano e territoriale. Sono ammesse inoltre spese per ristrutturare le facciate degli immobili in cui operano attività commerciali, turistiche, artigianali e di servizio, per sistemare le vetrine, per il rifacimento della pavimentazione dei mercati e per la sistemazione di banchi, tende e chioschi. I finanziamenti regionali consistono in contributi in conto capitale nella misura massima del 50% del costo totale delle spese sostenute, per un importo massimo fino a 200 mila euro per ciascuna domanda. L'obiettivo della Regione è tutelare i negozi e le botteghe artigianali di strada, valorizzando al contempo l'attrattività dei centri storici e dei paesi. "È un intervento a salvaguardia delle piccole attività - indispensabili per creare ricchezza, occupazione e socialità, che al contempo -conclude De Angelis- intende creare le condizioni per una sana ed equilibrata convivenza tra grandi, medie e piccole imprese". Soddisfazione del presidente Marrazzo e dell'Assessore De Angelis La tecnologia del Lazio conquista la Cina 108 aziende a Canton e a Pechino. Successo dei prodotti "made in Lazio" Si sono preparati per tempo. Hanno seguito seminari, hanno svolto analisi. Hanno studiato. Gli imprenditori partiti alla volta della Cina, al seguito della missione promossa dalla Regione Lazio, non hanno lasciato nulla al caso. Sviluppo Lazio, la società che svolge l'attività di attuazione dei programmi regionali, li aveva messi in guardia: non è facile operare sul mercato cinese senza conoscerlo bene, perché, pur offrendo grandi opportunità, è colmo di insidie 28:romalive e rischi. E così, gli imprenditori sono tornati sui banchi di scuola, per studiare e capire come poter fare affari nel Paese asiatico. L'impegno è stato premiato. Nella settimana del Lazio in Cina, in concomitanza con la manifestazione "Italia in Cina", le nostre imprese hanno avuto numerosi incontri business to business con aziende cinesi, pianificando ed avviando affari e scambi commerciali. A Canton, dove si è tenuta una importante fiera cui hanno preso parte 12 regioni italiane, con 108 aziende laziali, 5 atenei del Lazio ed oltre 4.000 imprese cinesi, lo stand della Regione Lazio, su una superficie di 864 metri quadrati, non è passato inosservato: è stato il più "gettonato" dagli imprenditori cinesi, ha accolto tanti incontri di affari, presentandosi come una vera e propria vetrina del "made in Lazio" in alcuni settori trainanti: il turismo, i beni culturali, la moda, il sistema casa, i settori della nautica e dell'elettronica. "Sono rimasta colpita dallo spirito innovativo dello stand laziale", ha commentato il ministro per le Politiche comunitarie e il commercio con l'estero, Emma Bonino, presente alla kermesse italiana in Cina, guidata dal premier Romano Prodi e dal leader di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, i quali a loro volta hanno rivolto i complimenti alla nostra Regione per come si è imposta all'attenzione dei partner cinesi. Soddisfatto l'Assessore regionale Francesco De Angelis che per primo, più di un anno fa, aveva espresso l'intenzione di operare in Cina. "È una missione strategica -ha commentato De Angelis- che rientra nel programma nazionale per lo sviluppo del made in Italy in Cina. I mercati asiatici, e quello cinese in particolare, costituiscono una opportunità per le nostre piccole e medie imprese. Per questo la Regione, insieme a Sviluppo Lazio, Ice, Confindustria e Abi, ha preparato con cura questa Missione". L'obiettivo della missione non è la delocalizzazione delle imprese laziali, ma l'esportazione delle eccellenze laziali verso mercati in grande espansione che chiedono soprattutto partner in settori a maggiore vocazione innovativa, settori in cui il tessuto imprenditoriale laziale esprime grandi potenzialità. Per meglio seguire gli imprenditori operanti in Cina, Sviluppo Lazio ha poi presentato il "Focal Point", punto di riferimento per le aziende laziali che vorranno cercare spunti imprenditoriali in Cina. Secondo il presidente dell'Agenzia regionale, Giancarlo Elia Valori, il Focal point servirà a reperire informazioni utili per le opportunità di internazionalizzazione delle imprese laziali. Uno strumento per facilitare lo 'sbarco' di imprese in Cina. La struttura è stata affidata al miglior graduate della scuola di studi internazionali di Pechino: si chiama Wan Jong e ha ricevuto dal presidente della Regione on. Piero Marrazzo il conferimento del delicato incarico. Tra le altre cose, supporterà le missioni in Cina, monitorerà le attività imprenditoriali italiane di maggiore interesse e promuoverà l'organizzazione di convegni in Cina. Marrazzo, accompagnato dall'Assessore alla formazione, Silvia Costa, ha firmato importanti protocolli di collaborazione, tra i quali spicca quello con le Università di Pechino, con cui viene creato un centro informativo per gli scambi fra le università laziali e quelle della capitale cinese. 'Antenna Lazio', questo il nome del centro, servirà anche a sostenere lo sviluppo di corsi di lingua italiana aperti ai cinesi, oltre che a fungere da punto di raccolta e diffusione di informazioni da e verso la Cina. "Chiudersi nei confronti della Cina - ha commentato il presidente della Regione - sarebbe un errore enorme. Per questo la nostra è una missione seria, come non se ne vedevano da anni". Al seguito della missione era presente anche il sistema bancario regionale, proprio allo scopo di creare quel sistema di forze necessario a sostenere gli sforzi delle PMI. "Le risposte da parte cinese alle nostre iniziative sono arrivate. Abbiamo registrato moltissime richieste da parte di imprenditori cinesi di contatti con gli imprenditori delle piccole e medie imprese della nostra regione. Gli imprenditori hanno bisogno di interlocutori politici che possano favorire il dialogo tra i due paesi. E non può che essere il mondo politico ad avviare il dialogo e la comprensione tra due paesi". De Angelis: la pubblica amministrazione deve agevolare il privato Arriva il manuale per abbattere la burocrazia Il volume realizzato da Regione e Formez, snellirà le procedure degli sportelli unici Un manuale per semplificare le procedure e gli iter delle pratiche in capo alle imprese. Lo ha presentato l'assessore alla Piccola e media impresa, commercio e artigianato Francesco De Angelis. Si tratta del "Manuale per il responsabile dello sportello unico", uno strumento che spiega in dettaglio le procedure che gli sportelli unici per le attività produttive, attivati dai comuni del Lazio, devono svolgere per semplificare i rapporti tra pubblico e privato. "La pubblica amministrazione -ha affermato De Angelis- deve agevolare e non ostacolare il privato. Quanto più le procedure pubbliche saranno semplici, tanto più gli imprenditori saranno motivati ad investire, creando nuova ricchezza ed occupazione nel nostro territorio. Con questa convinzione, la Regione sta sostenendo la nascita degli sportelli unici per le attività produttive (SUAP), il cui primo obiettivo deve essere quello di creare un'unica struttura ed un unico interlocutore, eliminando i disagi derivanti dalla necessità di recarsi in diversi uffici pubblici per ottenere autorizzazioni e pareri di rispettiva competenza". Nel Lazio, tuttavia, secondo i dati riferiti alla fine del 2004 del Formez - struttura del Dipartimento della Funzione pubblica che ha collaborato alla stesura del manuale - su 378 comuni, 181 hanno istituito lo sportello, ma solo 65 di questi sono operativi. "Per questo la Regione - ha ripreso l'Assessore - sta promuovendo una serie di iniziative per rendere operativi gli sportelli. In un anno di legislatura abbiamo favorito l'apertura di venti nuovi sportelli unici, attivati dai comuni in forma singola o associata, e quest'anno apriremo un nuovo bando di 810 mila euro per finanziare le amministrazioni comunali che intendono aprire nuovi sportelli". "Abbiamo inoltre avviato un percorso di delegificazione in ogni settore produttivo. In pratica intendiamo eliminare leggi, leggine e regolamenti che, nel corso degli anni, hanno ingessato alcuni settori, spesso contraddicendosi tra loro e generando dubbi interpretativi e conflitti, con aggravio di tempi e costi sulle imprese. Per l'economia occorrono invece poche leggi, chiare e dirette. A tale scopo, ha concluso De Angelis, stiamo creando in ogni settore testi unici, a cominciare dall'artigianato e dalle attività estrattive. Abbiamo infine attivato un gruppo di lavoro per giungere ad una legge regionale di semplificazione in campo economico". Federlazio conferma: le esportazioni del Lazio sono in crescita L'economia del Lazio è in salute, ma i piccoli e medi imprenditori sono cauti verso il futuro. È quanto emerge dall'indagine congiunturale sulle Pmi del Lazio relativa al primo semestre 2006 realizzata da Federlazio su un campione di 350 aziende. In salute appare soprattutto l'export, che nel 2005 era calato del 2,7 per cento: nel primo semestre 2006 la variazione tendenziale annua ha fatto registrare un incoraggiante +15,8 30:romalive per cento. L'aumento delle esportazioni del Lazio è maggiore del totale nazionale. Aumentano anche gli ordinativi totali ricevuti dalle imprese: rispetto al secondo semestre 2005, il saldo di opinione, inteso come differenza tra risposte con valenza positiva e negativa, è aumentato da +18 a +22. Bene anche il fatturato totale (il saldo rimane invariato a +20) e cresce la produzione (il saldo passa da +19 a +20). Crescono le imprese che investono, il 64,1 per cento degli imprenditori (+2,2 rispetto al secondo semestre 2005 dichiara di averne fatti). Per il secondo semestre 2006 le intenzioni di investimento riguardano il 41,4 per cento delle imprese. Per l'occupazione, buone previsioni per informatica, grafico-editoriale e servizi, in difficoltà alimentare e chimico.
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