LA VISTA
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LA VISTA
L A V I S TA Olio su tela, 1613-1616 (cm 114 × 89). Città del Messico, Museo Franz Mayer L A V I S TA Il dipinto di Ribera fa parte di una serie dedicata ai cinque sensi eseguita da Jusepe de Ribera a Roma su committenza di Pietro Cussida, rappresentante commerciale del Re di Spagna nella capitale. La tela riveste una grande importanza perché rappresenta la prima, straordinaria rappresentazione pittorica del cannocchiale con cui il pittore spagnolo anticipa i dipinti di Jan Bruegel e di altri pittori del ‘600. Fu realizzata all’indomani della pubblicazione a Roma dell’Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari (1613), in cui l’accademico linceo Francesco Stelluti in apertura dell’Istoria celebrava in versi un’importante scoperta di Galileo: al telescopio il Sole appariva cosparso di macchie scure [V, 92]. Nicola Spinosa così descrive l’opera: «.. un torvo figuro, capelli radi, orecchie larghe, volto bruciato dal vento e dal sole, veste sbrindellata, ma dallo sguardo attento, acuto e penetrante – forse un contadino, un rivenditore di carne e frattaglie o un mercante di granaglie? – chiamato a rappresentare la vista e che ora, spalle alla finestra aperta sulla campagna retrostante (quasi un inserto paesistico alla maniera veneziana), lasciati in abbandono, sul tavolaccio di legno slabbrato e corroso, specchio, occhiali e cappello piumato, regge pensoso, tra le mani tozze e rigonfie, un cannocchiale di finissima fattura, forse preso in prestito, se non furtivamente sottratto, dal laboratorio di qualche convinto sperimentatore dei recenti insegnamenti di Galilei» (N. Spinosa, Ribera: l’opera completa, Napoli 2003, p. 19). B I O G R A F I A D E L L’ AU T O R E Ritratto di Jusepe de Ribera, Biblioteca Nacional de España, Madrid. Jusepe de Ribera (Xàtiva, 17 febbraio 1594 – Napoli 2 settembre 1652). L’artista spagnolo si formò a Valencia sotto la guida di Francisco Ribalta. Probabilmente soggiornò in Lombardia ed in Emilia verso il 1611. Nel 1613 la sua presenza è documentata a Roma, dove lasciò opere pregevoli come la serie dei Cinque sensi di cui in mostra ammiriamo la Vista. Nel 1616 si stabilì a Napoli, forse chiamato dal vicerè Conte de Osuma. Le prime opere che eseguì a Napoli, gli Apostoli della Quadreria dei Girolamini e i SS. Pietro e Paolo, sono collegate alle opere che eseguì a Roma. Il suo modo di dipingere è caratterizzato da una completa adesione al luminismo caravaggesco; la sua è una pittura drammatica e tenebrosa, ricca di vistosi effetti chiaroscurali, come nel Sileno ebbro del Museo di Capodimonte di Napoli. Importante fu il suo incontro con Velazquez che avvenne a Napoli nel 1630 e che determinò un cambiamento nella sua pittura che divenne più pacata e quotidiana, caratterizzata dall'uso di un colorismo più chiaro. Intorno agli anni 30-40 de Ribera si avvicinò alla cultura-neoveneta che si andava diffondendo a Roma nel periodo, nacquero così tele come Venere e Adone, o Giacobbe e Isacco. Realizzò pregevoli opere anche per la Certosa di San Martino come le quattordici tele con Patriarchi e profeti per la controfacciata e le semilunette nelle cappelle della chiesa. Nei primi anni 40 il pittore si ammalò, esercitò però ancora la sua attività di pittore eseguendo dei grandi capolavori come il Matrimonio mistico di Santa Caterina che oggi si trova al Metropolitan Museum di New York. Nel 1652 anno della sua morte realizza la sua ultima opera Lo storpio, nella quale l'abilità nel ritrarre la personalità del soggetto segna un punto di rottura con le idealizzazioni del manierismo ed è la principale eredità che Ribera lascia all'arte spagnola dei secoli seguenti. FONTI IMMAGINI Tela La Vista: http://www.clponline.it/sites/default/files/741122.jpg Ritratto dello Spagnoletto: http://it.wikipedia.org/wiki/Jusepe_de_Ribera#mediaviewer/File:Jos%C3%A9_Ribera.jpg BIBLIOGRAFIA L’arte: arte e artisti di tutto il mondo. Garzanti 2002. Collocazione in biblioteca – Sede Centrale: CDD 703 SCIC.ART/2002
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