N°30 del 10/08/2007
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N°30 del 10/08/2007
Ann o IX n°30 - www.unicosettimanale.it - 10 agosto 2007 € 1,00 Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 50 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) — Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 20,00€ PAESTUM Schizofrenica come Rimini? Santi e briganti Oscar Nicodemo Quando nel nuovo non si scorge e non si agita nulla di antico, vuol dire che la linea di continuità della storia si è spezzata. La contemporaneità, talvolta, è totalmente estranea ai periodi che l’hanno preceduta e prende fattezze che mal si coniugano con la morfologia del territorio. Il Cilento, in tal senso, è una dei luoghi che più di ogni altro soffre una mancanza di rispetto per il proprio passato. Eppure non mancano, ad onor del vero, volenterosi che si spingono a descriverne con discreto impegno pezzi di storiografia e fatti che ne indicano la singolarità delle tradizioni. Si tratta, grosso modo, di sforzi letterari che sono vere e proprie dimostrazioni d’affetto di scrittori autoctoni per la propria terra natia, forse nulla di più anche nelle intenzioni degli stessi autori. Ma questo, naturalmente, non basta per dare ad una parte così importante del Meridione un’identità intellettuale autentica che ne rappresenti, in ogni istante, le esigenze sociali. La cultura è un affare abbastanza serio che sfocia anche in leggiadria quando, con gli anni e l’adattamento, si raggiunge un decente grado di idoneità alla critica e riguarda soprattutto la capacità di rapportarsi al presente, per contrastarne le alterazioni che si generano a dispetto dell’etica. A costo di fare un dispetto (involontario) a tutti coloro che pensano di rappresentare l’ambientale classe colta, affermo, con la più assoluta convinzione, che il Cilento, oggi, è sciaguratamente disintellettualizzato. Non vi è un solo nucleo di opposizione ad un andamento politico e burocratico che sta letteralmente trasformando i nuclei abitativi del territorio in collettività improduttive e passive; non vi sono uomini in grado di organizzare (forse nemmeno ci ha mai pensato qualcuno) un movimento unitario cilentano che si confronti nelle competizioni elettorali con il potere consolidato; non vi si riscontra, infine, una particolare volontà generale a reagire alle condizioni vigenti. Pare ovvio abbastanza che questo Cilento, spesso decantato da chi ne ha una scarsa frequentazione e defraudato da chi ne amministra un angolo o un pezzo, abbia necessariamente bisogno di menti coraggiose e capaci di sviluppare analisi concrete per mettere fuori uso costumi e consuetudini che non appartengono alla sua storia e ancor meno alla naturale foggia di chi vi abita. continua a pagina 17 EBOLI pagina 12 Il revisore della storia SPORT pagina 3 A G ROP O LI La Bcc di Aquara Corona, il “re” sponsor della Salernitana fa discutere pagina 70 BANDA ALLARGATA D a P ad ula a Felitto per mant enere il pa tto POSTE RINNOVATE NEI PICCOLI COMUNI A P AG. 2 Nicolais e I uliano contro i l d igital d ivide Areoporto, ad ottobre si vola I componenti del consiglio della Camera di commercio promuovono il lavoro di Strianese Entrare in pista a bordo di un pullman in compagnia di una folta delegazione composta dai componenti del consiglio direttivo della Camera di Commercio di Salerno, è stato come effettuare un passo decisivo verso l’emancipazione della nostra terra verso l’unica dimensione accettabile: la velocità con cui si possono immettere persone e cose nel circuito mondiale degli scambi. Il bus che “rullava” sulla pista e azionava le strumentazioni utili per l’atterraggio posizionate ai due estremi della pista ha convinto tutti che, sostanzialmente, l’aeroporto di Pontecagnano è già funzionante con la sua pista lunga 1499 metri che, con l’aggiunta dei 150 metri di rispetto a monte e a valle, raggiunge una lunghezza che va ben al di là di quella necessaria per ottenere il via dell’Enav che è l’ente nazionale preposto al collaudo e alla sicurezza degli aeroporti. A fare da guida nell’escursione il presidente Augusto Strianese e Franco Giorgetti, presidente e direttore del consorzio aeroporto. La prima tappa è presso la nuova palazzina destinata ad ospitare i mezzi dei vigili del fuoco. Sulla pista sono all’opera i mezzi che spalmano gli ultimi strati del tappeto bituminoso che garantirà la “distanza e la portanza”. SCANDIZZO pagina 5 Parco, l’esistenza inutile di un ente utile Tonino Marino Ritengo che sia stucchevole il dibattito a corrente alternata che appare su questo giornale a proposito del Parco Nazionale del Cilento. Io non sono un estimatore di Giuseppe Tarallo. Ritengo che non abbia né capacità gestionali né capacità dialettiche adeguate all’incarico che riveste ma non posso accettare questa pletora di amministratori locali che grida allo scandalo perché l’Ente è commissariato. La cosa importante è denunciare le inefficienze e le manchevolezze del Parco non il Commissario. Occorre denunciare lo spreco di denaro pubblico che lì si perpetua, occorre denunciare l’esistenza inutile di un Ente molto utile. Si, perché il Parco è utile. È utile per accompagnare la crescita del turismo nel Cilento. Il Parco deve preparare il territorio al turismo, non fare turismo. Il Parco deve creare le condizioni affinché l’iniziativa privata, nel campo turistico, cresca e si sviluppi nel Cilento. Le potenzialità ci sono tutte. Il Parco ha i soldi. Il Cilento ormai è più che una promessa. Hanno bisogno l’uno dell’altro. Nessuno può negare che il turismo prende piede sempre più nel Cilento. È diventato un fenomeno economicamente rilevante. Nessuno può negare che proprio in momenti simili c’è bisogno di un Ente che governi e regoli la crescita. continua a pagina 15 IL LIBRO In edicola a 2 euro + il costo del settimanale “Unico” “Paestum dal passato al futuro” di Giuseppe Liuccio Edizioni Plectica cont i nua a pag. 19 ABBONAMENTO AD UNICO 20 EURO c/c postale n° 53071494 int. Calore srl c/c bancario BccAquara n° 40585 ABI 08342 cab 76140 TEC CNO OLOGIA 2 n°30 10 agosto 2007 Banda larga per uscire a testa alta dallo “splendido” isolamento Nicolais: “A settembre il bando. Nel Cilento al via anche le poste interattive” Banda larga nelle Gole del Calore è quello che spera Maurizio Caronna sindaco di Felitto nell’accogliere un ministro e un sottosegretario il consigliere per l’Ue di Romano Prodi: Luigi Nicolais, Nando Dalla Chiesa e Sandro Gozi accompagnati dal vice presidente della provincia di Salerno, Gianni Iuliano. A loro si è aggiunto in un secondo tempo, Guglielmo Vaccaro. Nel breve saluto rivolto all’indirizzo dei circa cinquanta convenuti nell’aula consiliare del comune di Felitto da parte del ministro Nicolais c’è la speranza e la strada obbligata di un territorio che sconta ritardi incolmabili in termini di viabilità e affonda le sue speranze proprio nello splendido isolamento in cui questo ritardo lo ha condannato finora. “Tradizione e innovazione sono i due convogli a cui attaccare le speranze di sviluppo delle aree interne – dice il ministro dell’innovazione tecnologica . E poi garantisce – la banda larga sarà una realtà già da quest’anno. Con la sua realizzazione i giovani e le imprese di questo territorio potranno sperimentare direttamente quanto sia possibile lavorare a distanza e trovarsi al centro del mondo globalizzato vivendo anche a Felitto.” Un fremito scuote perfino l’aria, poco condizionata, della sala che ospita il pubblico composto soprattutto da un gruppo di giovani che si apprestano a seguire le lezioni della II Summer School che si terrà nel week end presso il convento di S. Antonio di Laurino. Abbattere in pochi mesi il gap tecnologico che impedisce alle aree interne di essere al passo con le fortunate realtà della costa dove l’Adsl terrestre garantisce l’accesso alle autostrade informatiche è un’occasione troppo ghiotta per chi vive in un territorio condannato, oggi come ieri, a vivere ai margini del progresso. Ma Nicolais coglie l’occasione per anticipare un’altra grande opportunità di riequilibrio per i piccoli comuni: “Firmeremo nei prossimi giorni un accordo con Poste Italiane per garantire anche ai comuni (1300 per cominciare) più piccoli dell’Italia del terzo millennio una postazione della pubblica amministrazione. Invece di chiudere gli uffici postali perché non renumerativi sotto l’aspetto della redditività economica. Cambieranno la loro natura e assumeranno una muova missione: diverranno il punto più vicino dello stato e saranno caratterizzati per la loro interoperabilità. Mi piacerebbe che Felitto e i comuni della Valle del Calore facessero parte del gruppo di testa di questo grande accordo.” Insomma, dall’incontro con i sindaci tenutosi a Padula pochi mesi fa, alla conferma di Felitto il ministro Nicolais è venuto a confermare l’impegno assunto ed a portare ulteriori elementi di conforto al capezzale di realtà che sanno bene di NIcolais e Dalla Chiesa in alto; A lato, Sandro Gozi L’INTERVISTA Il progetto della banda larga in provincia è chiuso Gianni Iuliano, ex senatore quando il Pci si chiamò Pds, oggi vice presidente della provincia di Salerno chiamato a co-gestire con Angelo Villani, le sorti di una delle province più grandi d’Italia. È un politico che svolge il suo ruolo con tranquilla e serena consapevolezza di rappresentare una fetta importante dell’elettorato che ha confermato al governo di Palazzo S. Agostino una coalizione di centro – sinistra dopo l’era di Alfonso Andria. A lui è stato affidato il compito di traghettare la provincia di Salerno dalla sponda stretta dei tentativi di tenersi al passo con i cambiamenti epocali della globalizzazione come i collegamenti analogici, il Wi-Fi, il Wirless ecc, su quella della banda larga che garantisce velocità e capienza senza limiti. È lui “l’interfaccia” istituzionale con cui il ministro Luigi Nicolais ha avviato l’impresa di agganciare al primo passaggio la locomotiva dell’innovazione che l’Unione Europea e la legge finanziaria 2006 ha fatto partire. È anche onesto nel riconoscere che la provincia ha fatto sua un’idea-progetto del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano partorita dall’allora direttore Mimì Nicoletti e dall’allora presidente (oggi commissario), Giuseppe Tarallo che presiedeva un Consiglio direttivo nel pieno delle sue funzioni. “A settembre sarà pronto il bando di gara in base al quale cui i soggetti interessati potranno formulare le loro proposte. La gara sarà aggiudicata entro lo stesso mese di settembre e poi sarà dato il via alla realizzazione della dorsale che partirà da Sapri e risalirà tutta la provincia fino all’Agro-Nocerino-Sarnese. L’ag- gancio con la rete nazionale sarà fatta a Nola.” In termini semplici, in cosa consiste la realizzazione della dorsale? “Saranno istallate un reticolo di antenne che, collegate tra loro, realizzeranno la copertura totale del territorio. Una volta completato chiunque potrà usu- Gianni Iuliano fruirne.” La morfologia e l’orografia del Cilento interno è molto complessa. Sicuro che tutti i paesi saranno raggiunti? “Lo studio di fattibilità prevede la copertura satellitare per quelle poche zone impossibili da raggiungere con le antenne.” A quanto ammonta l’investimento che i privati dovranno sostenere per la realizzazione della dorsale? “La base d’asta si aggirerà intorno ai cinque milioni di Euro. Risorse importanti ma infinitamente ridotte se si confrontano con quelle necessarie per portare i cavi in una zona difficile come il Cilento e il Vallo di Diano.” Una volta realizzata la dorsale. Sarà necessario che i fruitori si colleghino. Cosa è previsto per invogliare le aziende e, soprattutto, i privati a connettersi? “Le aziende dovranno provvedere direttamente e sono certo che non si faranno scappare l’occasione per dare una svolta importantissima al loro modo di operare. Per le scuole, gli enti pubblici e i singoli cittadini è intenzione dell’amministrazione provinciale di dare impulso alla volontà di collegarsi co-finanziando le spese di istallazione e allacciamento. Sostanzialmente abbiamo già previsto la spesa di un milione e mezzo di euro per ripetere anche in “ essere predestinate alla desertificazione senza la possibilità di allacciarsi alle autostrade informatiche avendo preso atto che le altre, quelle di cemento, oltre ad essere estranee all’aspetto morfologico del territorio, oggi sono anche impossibili da realizzare. “Torno volentieri nella Valle del Calore – conclude Nicolais – perché l’incontro con voi giovani consente il reciproco e salutare scambio di sentimenti e sensazioni che solo una realtà a dimensione umana come questa può consentire.” Maurizio Caronna, che all’inizio della cerimonia aveva invocato “fatti e non parole”, può essere orgoglioso che una parte del governo della repubblica abbia scelto Felitto per annunciare che una promessa, quella della realizzazione della dorsale per la banda larga in provincia di Salerno, diventa realtà operativa entro l’anno 2007. “Oggi siamo qui per dirvi che il progetto è chiuso: la provincia di Salerno è la prima d’Italia a dotarsi della banda larga che coprirà l’intero territorio con un sistema misto di antenne e copertura satellitare.” Conferma Gianni Iuliano. Dopo il dovere il piacere: la carovana si è trasferita all’oasi di Remolino per l’immancabile pranzo a base di fusilli, rigorosamente fatti a mano bagnati con il vino delle cantine Rizzo che in poco tempo si è già affermato e fatto apprezzare, oltre che dai consumatori, anche da numerosi addetti ai lavori. A noi non resta che prenderne atto e confidare che non intervengano imprevisti a svegliarci dal sogno prima che diventi realtà. Bartolo Scandizzo Iuliano: “Entro settembre bando di gara e appalto. A gennaio la dorsale provinciale sarà realtà.” questo campo l’esperienza positiva dei “Mille tetti fotovoltaici che ha avuto un grande riscontro di adesioni”. C’è qualche controindicazione di carattere ambientale o danni alla salute? “È importante precisare che non c’è nessun impatto ambientale ed è escluso ogni ipotetico danno alle persone. Dopo tutto, le antenne hanno un’altezza di un metro. Pertanto voglio invitare i sindaci a collaborare al massimo per dare alle proprie comunità l’opportunità di mettersi in rete con le autostrade informatiche del terzo millennio che, questa volta, passeranno in via prioritarie sul tetto delle case della nostra provincia.” biesse ” n°30 10 agosto 2007 C’è chi portò Selen, a Eboli, distribuendo preservativi gratis. C’è chi opta per Gigi Sabani, a Vissi d’arte, creando un atmosfera da grande eventi (con poche sedie). Da 10 anni, la sinistra gestisce la cultura a Eboli. Tra mille polemiche. Ogni estate, veleni e giudizi roventi...gli assessori si alternano, ma la musica non cambia. O meglio, la sostanza cambia tanto, senza scrollarsi di dosso giudizi sferzanti. Con Donato Santimone arrivarono Renato Curcio, brigatista, Gigi D’Alessio, alle prime armi, e O’ Cafone, personaggio comico di Telecapri. Ora, a San Francesco è tutto uno scenario ovattato, miss Italia con numeri da velina, un via vai di tacchi a spillo, vestiti eleganti, serate di gala. A sollevare l’ultima feroce polemica è stato Peppe Barra, presidente del Centro Culturale Studi Storici. Dai microfoni di Discoradio, Barra ha dichiarato: “le iniziative culturali fanno schifo, i politici ancora peggio. Non parteciperò al prossimo Eburum Eboli, perchè l’assessore Capaccio ha tradito la vera anima di quest’iniziativa”. Un fulmine a ciel sereno, per il Capaccio assessore. Punzecchiato dai presidenti delle squadre di calcio, pressato dalle associazioni culturali, Capaccio ha risposto che “i soldi sono pochi, come am- Settimana dalle mille novità. Di cronaca e di politica. Storie incredibili e drammatiche, storie folli (di politica), interventi scomposti e giudizi frettolosi.Iniziamo dal Consorzio di Bonifica in Destra Sele. Marta Santoro, irrefrenabile dirigente della forestale, scopre quattro dipendenti del Consorzio in Destra Sele, mentre scavavano buche nel terreno, in località Coda di Volpe, accanto al depuratore mai inagurato. Denunciati i quattri dipendenti di Vito Busillo, la Santoro ha mandato le carte in Procura. Nelle buche, infatti, la forestale ha trovato dei rifiuti speciali. La risposta del Consorzio? Polifonica. Un giorno han detto a bivio Cioffi:“domani spieghiamo tutto”. Un’ora dopo, han precisato: “arriva il presidente Busillo e precisa tutto”. Busillo è arrivato e ha detto che non sapeva niente. Giustamente, lui era a Malta, in barca, mentre i suoi dipendenti infossavano i rifiuti. Dopo tre giorni di polemiche tenute vive dai dipendenti del Consorzio, è arrivata la risposta più clamorosa: “in quelle buche? Scaricavamo erba”. Ora, di che erba si tratti, non ci interessa. Ma delle due, l’una. O Marta Santoro è impazzita all’improvviso, in concorso con i suoi forestali. O la bufala dell’erba nelle buche è roba da trattamento sanitario obbligatorio. Per i dipedenti del Consorzio. All’abbronzato maltese Busillo chiediamo, oltre alla verità, una versione univoca al Consorzio, esiste? Univoca e, possibilmente, non ridicola.Passano poche ore, è un bimbo di 9 mesi ingerisce un seme d’anguria. Sfortunato bimbo, il seme gli finisce nei polmoni.Trasferito all’ospedale Santo- 3 EBOLI Santimone: “Cultura per tutti” Il nuovo uomo Fiat interviene sulle scelte di Capaccio & C. ministrazione comunale abbiamo deciso di portare avanti alcuni contenitori culturali. Vissi d’arte su tutti”. Appunto. Vissi d’arte con Gigi Sabani. Giriamo la domanda a Donato Santimone. Lei l’avrebbe mai chiamato Gigi Sabani? “Mi viene in mente, proprio in queste ore, il regista Antonioni. Abbiamo perso un grande regista, la sua morte è una grosso lutto per il cinema italiano- risponde Santimone-. Era un genio del cinema, Antonioni, ma ai botteghini vendeva poco. Non era un regista commerciale, non era un Vanzina di Vacanze di Natale, sul Nilo o a New York. Ecco, noi questa linea di demarcazione non dobbiamo mai perderla di vista”. Un pò presuntuosello, lei lo è sempre stato. Per la serie, tutto quello che fa Santi- mone, è un capolavoro. Il resto, una schifezza. “Io vado avanti per riflessioni ed esempi. E faccio i miei complimenti a Damiano Capaccio per le splendide iniziative che ha promosso a Sant’Antonio. Una grande intuizione, vada avanti così”. Manca il resto, lascia intendere Santimone, meno vulca- Le mille novità bono di Napoli, il piccolo ebolitano viene salvato dai chirurghi flegrei. Stanca di fare la figura della Cenerentola, la politica si scatena. E lo fa con il redivivo Paolo Polito. L’esponente dello Sdi lancia strali contro i giovani comunisti. Siete vecchi e retrogradi, basta Giuliani, cancellate la Baraldini dalla cittadinanza ebolitana. Un merito a Polito va riconsciuto. Aver riunificato Rifondazione Comunista, dopo due anni e mezzo di polemiche interne. La risposta di Carmine Caprarella (Rc): “Polito sei un fascista” viene replicata da Massimo Cariello:“Polito è un fascista”. I giovani comunisti si aggiungono al tono, tacciandolo Polito di essere “fascista retrogrado”. In pratica, in poche ore, Polito riunifica Rifondazione e raccoglie il massimo dei risultati. Ritornare a far parlare di se, mettere il pepe tra giornalisti e politici, per quasi una settimana di schizofrenico dibattito. Polito fascista, i giovani comunisti ci stanno studiando un motivetto musicale. A Disco Radio, Mario Conte, toglie la patente socialista a Polito: “Mai, Polito non può appartenere mai ai socialisti”. Polito se la ride, non c’è politico che non si esprima sulle boutade del socialista che tutti chiamano fascista. Il sindaco Melchionda si defila dalla polemica, rifugiandosi in Calabria, in vacanza, sette giorni...senza Polito.A metà settimana, la cronaca torna prepotente al centro del dibattito. “Donna cade dalla scale e muore”. E’ la festa di Sant’Anna, e mentre in ospedale sparano i fuochi d’artificio, una donna di 82 anni, a Eboli, inciampa per le scale e muore sotto gli occhi dei familiari.A destare altrettanto scalpore è l’incidente sulla statale 18, a metà settimana, con sette feriti ricoverati in ospedale. Sono tutti ragazzi di Eboli e Capaccio. A quanto pare, quest’ultimi erano in fase di sorpasso. Ma si tratta di un’ipotesi ancora al vaglio degli investigatori. Macchine distrutte e ossa rotte, salvi per miracolo i sette ragazzi. Un pellegrinaggio a Santiago de Compostela chissà se servirebbe a cambiare certe teste. Dure e pericolose.L’anno scolastico è lontano ancora dall’inaugurazione. Ma a Eboli già se ne parla. Il liceo artistico verrà sfrattato. La notizia scuote gli animi al Carlo Levi. “Dove andremo? Chi ci ospiterà? Pagateci la cablatura dell’istituto” rispondono gli insegnanti stizziti. Cosa il comune intenda fare a Sant’Antonio, non è chiaro. Secondo una prima versione, ci andrà la biblioteca comunale. Che occuperà solo l’ingresso dell’istituto, per quanto poco è vasta. Secondo un’altra versione, dovrebbe nascerci un ospedale. Pubblico o privato, non s’è capito. Ma l’ospedale è l’unico surrogato, costituzionalmente legittimo, per sfrattare la scuola. Al ritorno dalle vacanze, insegnanti e alunni aspettano una risposta dall’assessore Cosimo Cicia. E attendono le aule, dal collega provinciale, Pasquale Stanzione.Dome- nico del solito, da quando è diventato responsabile della rivendita Fiat a Eboli. Lui chiede di essere capito, noi proviamo a farlo. Il Santimone comunista a valanga, il Santimone di un tempo non esiste più. Ora ce n’è uno più imborghesito, ma sempre tagliente nei giudizi. “Io rimprovero a Capaccio di dimenticare la promozione sociale. Una parte delle iniziative che fa, deve dedicarle agli ebolitani che non amano la lirica, agli ebolitani che vogliono O’ Cafone, che vogliono un prodotto diverso”. Vissi d’Arte con Gigi Sabani, ma soprattutto con Nello Salza, la tromba di Ennio Morricone. Il programma estivo ebolitano, a parte il teatro a Sant’Antonio, sembra la replica della replica degli anni precedenti. Santimone scuote la testa, lui le sue nica sera, però, avviene l’episodio più paradossale. Un’insegnante muore mentre chiede aiuto per la madre intrappolata nell’ascensore. Storia incredibile, vittima una 56enne di Eboli che per salvare la madre cardiopatica, è stata uccisa da un infarto. Molte le polemiche sui soccorsi. In ritardo. Notevole, giustificabile, inaccettabile? Si vedrà. Dopo il tentato sequestro di una bimba, a Palermo, scompare un ragzzino di quattro anni, in spiaggia, a Eboli. Il bimbo, a piedi, si era allontanato dal lido Arenella. E’ stato ritrovato al bar Bello. Per fortuna non è entrato in acqua. In assenza dei bagnini...La settimana ebolitana si è conclusa con un misterioso documento politico. Nessuno lo ha visto, tutti lo hanno commentato. Pronti a tornare in maggioranza. “Lo giuro”, urlarono i Socialisti di Conte.“Lo giuro”, gli fanno eco mezza Rifondazione e qualche costola di Aita. Da definire la posizione di Verdi e Comunisti Italiani. Dopo mesi e mesi di bulimia comiziale, Alfonso Del Vecchio è sprofondato in un improvviso silenzio. Dall’abitudine a intervenire su tutto, anche sul colore dei capelli tinti di alcuni consiglieri comunali, Del Vecchio si è fatto improvvisamente muto. In attesa di Del Vecchio e del documento fantasma, chiediamo a Polito di capire quanto sangue socialista e fascista scorra nelle sue vene. E un dubbio ci assilla: non è che imitando Di Pietro e Pannella, ci ritroveremo Polito segretario cittadino del Partito Democratico? FraFa vacanze culturali se l’è godute ad Albanella: “Ho apprezzato davvero tanto il cartellone musicale che hanno promosso. Ad Albanella hanno dimostrato che, pur senza un grosso capitale, si possono fare tante cose di qualità”. Cose di qualità, ma i soldi son sempre pochi. Almeno questo dice Damiano Capaccio. L’assessore alle finanze, Adolfo Lavorgna, gli lascia solo le briciole del bilancio. Qualche aiutino, non proprio piccolo, arriva dagli amici bassoliniani della Regione Campania. Capaccio sospira sollevato. Senza i fondi diesse, sarebbe veramente un’estate triste a Eboli. “I soldi c’entrano relativamentespiega Santimone-. Sono le scelte che fanno la differenza. Ai tempi miei, per esempio, investimmo molto sulla biblioteca. Cinquecento lire all’anno, per ogni ebolitano residente. Era un impegno dell’amministrazione Rosania, non credo sia stato più mantenuto. Avemmo poi l’intuizione della mediateca, aprimmo il museo. Sono state grandi sfide, le abbiamo vinte”. Così come quella dei preservativi gratis in piazza, per predicare l’amore libero. Quell’estate, il clero ebolitano vi voleva bruciare vivi in piazza. “Fu invece un bel dibattito. Molto acceso, molto vivo”. A proposito di preti, Santimone dice di aver rilanciato le feste religiose: “tra chiese e feste religiose, nemmeno immaginate la giunta Rosania quanto abbia investito. Il principio è sempre lo stesso. Bisogno accontentare il popolo ebolitano in tutti i suoi gusti sociali”. Ai borghesi, la lirica. Al popolo, la canzone melodica napoletana. Santimone Cincinnato, di tornare in politica è sempre tentato. Ma di fronte allo scenario macedone ebolitano, di fronte a una sinistra mai così litigiosa, sembra più preso dalla nuova Cinquecento della Fiat. La promozione dell’auto va avanti, la stagione culturale ebolitana pure. Santimone promuove Capaccio con riserva. E un pò si ritrova sulla scia di un suo acerrimo avversario politico, Massimo Cariello. L’assessore provinciale, nel dibattito radiofonico e giornalistico degli ultimi giorni, ha ribadito che “Eboli è una città che si fa onore, per le molteplici iniziative che promuove. Il numero di manifestazioni estive in questa città non ha eguali in tutta la provincia di Salerno”. Questo il commento di Cariello. Santimone, un angioletto marchionnico è diventato, non lo commenta. Piuttosto, le ultime dichiarazioni se le riserva per la riapertura della radio a Eboli: “Un’iniziativa culturale e musicale importantissima. Anni fa, quando iniziammo noi a fare radio a Eboli, organizzammo il primo radiogiornale in Italia. Con gli amici Tonino Adinolfi e Nino Petraglia, senza la cronaca locale, riuscivamo a fare un radiogiornale di oltre 20 minuti. Auguri e buon lavoro a tutti”. Parole da manager Fiat, più che da Santimone da fine secolo scorso. Francesco Faenza SELE 4 Non so perché nel tardo pomeriggio del 26 luglio mi trovavo sotto una galleria ad assistere all’inaugurazione di un tratto di km 3,700 dell’autostrada tra Campagna e Contursi Terme. Un tratto costato 150 milioni di Euro e, per fortuna, senza incidenti sul lavoro. Qualche settimana fa a Buonabitacolo, nell’inaugurare la Bussentina, il ministro Di Pietro, pur senza alcuna colpa, ebbe la sensibilità di chiedere scusa per i circa 20 anni di ritardo e disagi. Sotto la galleria e a una gigantografia che annunciava l’apertura del tratto dal Km 44,400 al Km 48,100 è andata in scena la realtà della questione meridionale lungo la Salerno Reggio Calabria, e non solo. E’ una storia infinita, l’ammodernamento, iniziata nel 1997 tra lotti, minilotti, accorpamenti, maxilotti, ritardi, costi economici diretti (quelli delle opere) e indiretti (quelli a carico dell’utenza anche in termini di salute, tempi di percorrenza, sorprese di chiusure e aperture dei cosiddetti e lunghi percorsi alternativi, vedi SicignanoPolla-Atena). Sotto la galleria niente scuse. I ritardi sono dovuti, ricordava un manager, a ritrovamenti archeologici: bene; al fenomeno delle infiltrazioni mafiose e al tentativo di respingerle: benissimo; al lavorare a un’opera su arteria trafficata: ma questa variabile si conosceva al momento degli appalti, non è intervenuta strada facendo. Come a dire: rassegniamoci alle disfunzioni, ai ritardi, alla dilatazione dei tempi e dei costi ovvero alla possibilità di usare risorse per risolvere altri problemi di viabilità o di altro tipo. Sotto la galleria abitava il surreale mentre sull’autostrada aumentava la “Finanzieremo il recupero di tutta la struttura alberghiera e termale” La Regione ha già assegnato 1,2 milioni di euro. Nascerà il “Borgo termale”. Arriva per una visita informale il Presidente della Regione, Antonio Bassolino. Arriva per visitare il Parco delle Querce dopo sei mesi dalla consegna al Comune del bene sequestrato.Arriva per vedere il progetto di recupero.Ad accoglierlo c’è il sindaco, Giacomo Rosa, il consiglio comunale, Nando Morra della Lega delle Autonomie Locali, ci sono i lavoratori idraulico forestali della Comunità Montana Alto e Medio Sele, grazie ai quali il Parco è stato liberato dalle erbacce ed oggi si può ammirare e, con un pizzico di immaginazione, pensare a com’era nei suoi tempi d’oro. “Presidente – dice il sindaco Rosa – questo bene vogliamo che diventi il simbolo di una rinascita della nostra città delle terme, un luogo dove si produce lavoro, e sviluppo. Pensiamo per esso a mantenere la struttura con le finalità tipiche, cioè albergo, ristorante, centro benessere, cure termali, imbottigliamento dell’acqua Cantani”. Il Presidente guarda la piscina, fa un giro in quello che una volta era il parco, guarda e riconosce persino le sedie recuperate da ciò che resta del Parco, beve quell’acqua che fa digerire, anche se dice di aver mangiato solo frutta a pranzo. Ma so- n°30 10 agosto 2007 Le vie crucis sull’autostrada Quei 3 Km in più a Contursi coda chilometrica reale in attesa della fine dei discorsi e della richiesta di fondi sicuri per portare a termine tutti i lavori. La gente, educata, ascoltava e non aveva altro modo di esprimere il disagio che applaudire appena, non applaudire o andarsene. Per fortuna il cardinale Martino ha ricordato che sono, di fatto, 46 anni che si lavora sulla Salerno Reggio Calabria e che esiste il diritto della gente a opere certe nei tempi di realizzazione oltre al diritto di muoversi e di comunicare senza sofferenze inenarrabili. La gente presente ha applaudito con forza e lungamente come a dire: devono arrivare risorse al sud insieme a efficienza, a rispetto degli impegni/tempi, a serietà amministrativa e organizzativa. Sotto la galleria c’era il territorio con tante autorità che nei convegni parlano di concertazione, negoziazione, di fare sistema. Ti aspettavi che qualcuno, a nome del territorio, avesse fatto presente la via crucis che gli automobilisti della superstrada Lioni- Contursi sono costretti a compiere rispetto a prima (circa km 2,7 in più) per imboccare la direzione nord: Eboli/Salerno. Fermo restando l’attuale svincolo Contursi/Postiglione, spostato verso Sicignano, si poteva e si può disciplinare con più naturalezza la confluenza del traffico della superstrada sulla carreggiata nord e utilizzare lo svincolo, in uscita di ritorno da Salerno e in entrata/uscita per/da Reggio Ca- Italo Cernera Antonio Bassolino, visita a sorpresa al Parco delle Querce prattutto guarda il progetto preliminare già approvato. Un progetto diviso in tre lotti, ognuno indipendente. La Regione ha già stanziato un primo finanziamento. Il primo lotto funzionale può contare su 1,2 milioni di euro, ottenuti grazie alle risorse Fas. Nascerà nell’area di Ponte Mefita un vero e proprio “Borgo termale”. Ma per realizzare tutto occorrono ben 10,6 milioni di euro complessivamente. “Sono legato a questa realtà da tanti anni labria. Invece niente. Sembra che essere classe dirigente nel sud significhi contribuire al clima di rassegnazione verso i tempi e i modi di fare le cose. Bisogna ricordare che l’unico sindaco a porre con forza tale questione fu SALVATORE MASTROLIA fino a dimostrarlo con uno studio/progetto di un professore della Federico II. Sotto la galleria c’era l’attuale sindaco di Contursi fasciato a tutto petto: ti aspettavi qualcosa, un prosieguo di impegno, una sottoscrizione volante, una cortese sottolineatura, un bla bla a nome dei colleghi e del territorio. NIENTE: né prima, durante e dopo. Era come sospeso tra presenza e assenza, tra essere e apparire, tra porte aperte e chiuse, tra cultura moderna e cartelloni pubblicitari. Amministrare è arte difficile a tutti i livelli. Viviamo nel mondo della complessità. E i problemi bussano insieme con un intrecciarsi tra vicino e lontano, locale e globale. Qui e altrove danzano sempre in contemporanea. Ma le difficoltà sono un conto, giocare a fare le belle statuine è altra cosa: e non solo sotto la galleria. Non basta pronunciare la parola territorio per promuoverlo. Non basta impegnarsi a portare a termine opere pubbliche già iniziate e programmate. Sono gli strumenti urbanistici che tracciano la cornice e le linee essenziali dello sviluppo fino a essere volano per la qualità del futuro. Non può un territorio comunale essere attraversato da quasi 10 Km tra superstrada e autostrada con 2-3 uscite strategiche e continuare a far finta di niente in termini di scelte urbanistiche. Sono gli strumenti urbanistici che – dice Bassolino – Qui stiamo portando avanti un’esperienza esemplare per tanti aspetti, dimostrando che lo Stato c’è e sa fare. Il Parco è un simbolo, è una delle strutture più significative e tornerò più volte a Contursi per seguire i lavori di persona”. E poi la promessa: “Siamo pronti a finanziare ciò che serve per riconvertire tutto il complesso, albergo, un ristorante di qualità, la struttura termale. Lavoriamo per accorpare i lotti e finanziare tutto in due tranche”. continua a pagina 7 Il Presidente Bassolino, inoltre, punta ad avere qui un campo di lavoro dell’associazione Libera e della Caritas, conta di organizzare in autunno la manifestazione Polis, ma anche attività convegnistiche, iniziative di vario genere. Cosa prevede il progetto La struttura è formata da un grande parco con piscina, dall’albergo e dallo stabilimento termale. L’obiettivo del progetto è quello di ristrutturare e riqualificare le aree, albergo e terme incluse, nel rispetto di quanto indicato negli atti deliberativi che si sono prodotti finora. Gli interventi, secondo l’indicazione, dovranno essere realizzati attraverso fasi specifiche, con lotti autonomi ma anche accorpabili, così come ha chiesto il Presidente Bassolino. Struttura divisa in quattro aree In particolare, le aree, secondo il progetto preliminare, si dividono in Parco Urbano, con la riqualificazione degli spazi esterni, degli spazi aperti, inclusa la piscina. E questo costituisce il primo lotto, quello finanziato dalla Regione. Poi vi è la realizzazione di una Casa albergo con attrezzature per attività convegnistica di formazione; un Centro per cure termali, riabilitative e fisioterapiche; un Centro per lo sport e il benessere. FraSca n°30 10 agosto 2007 AGROPOLI Un coro di No per Corona nuovo re Un cattivo esempio sotto gli occhi di tanti giovani disorientati Sarà certamente contento Davide Pecora, gestore della discoteca New Carrubo, a pagare il biglietto per vedere Fabrizio Corona sono stati quasi in 3000. Una scelta che è stata da subito accompagnata dalle polemiche quella della venuta del “re di Vallettopoli” ad Agropoli e che ha visto la parte più sana e dinamica della città ribellarsi di fronte all’ennesimo trionfo della logica mediatica del dio denaro. Fanno certamente parte di questa i ragazzi del Forum giovanile, l’organo promosso dall’Amministrazione comunale che racchiude i rappresentanti giovanili di quelle realtà associative quotidianamente impegnate nel volontariato a sostegno dei più deboli e della promozione di una crescita civile, sociale e culturale della comunità. Hanno detto il loro no a chiare lettere, prima con una missiva privata indirizzata ai proprietari della discoteca, poi, vista l’assoluta assenza di riscontri da parte degli stessi, attraverso la raccolta di firme in città per denunciare quella che a poche settimane dai noti fatti di cronaca è apparsa come uno schiaffo in pieno volto alla sensibilità dell’intera comunità. The show must go on, o semplicemente la forza dei dio denaro: quello che spinge imprenditori dello spettacolo, ai diversi livelli, a ragionare soltanto in ottica di business per racimolare folle deliranti ai piedi dell’ultima creatura di un mondo mediatico senza contenuti né valori. Agropoli si è spaccata in due: c’è stato chi ha immediatamente sostenuto questa campagna e chi l’ha tacciata di moralismo o di bigottismo; c’è chi ha accusato i giovani di cercare pubblicità e chi invece ha fatto notare che la pubblicità facile è rappresentata dalle scelte commerciali compiute senza badare alla sensibilità della comunità su cui ci si rapporta; c’è chi ha portato 15 – 20 – 30 euro ai proprietari del New Carrubo e chi dal mattino presto della domenica, sotto il sole cocente, era impegnato a mettere su i gazebo per partecipare ad IniziAttiva, una manifestazione di promozione delle associazioni sociali e culturali presenti in città nel cui ambito si è svolta anche la Serata della Legalità che ha visto la partecipazione di Don Luigi Merola nel ricordo – forza delle coincidenze – di un altro Davide Pecora, il benzinaio ucciso proprio ad Agropoli da tre giovani delinquenti. Giovani sbandati alla ricerca dei soldi facili e figli proprio dei Corona e del Grande Fratello, delle veline sgambettanti e dei reality, della tivvù spazzatura e dei modelli patinati senza sostan- Alfieri ricomincia dai patti Fuori da “Agropoli Navigando” e dentro il patto “Magna Graecia” Fabrizio Corona, vita pericolosa di un fotoreporter randagio… ospite al New Carrubo L’home page del fan club di Fabrizio Corona ritrae quest’ultimo come un fotografo spericolato che conduce una vita altrettanto spericolata. Che la storia di Corona sia intrisa di avventure, magari poco edificanti, questo è sicuro, e che, nonostante il carcere e gli arresti domiciliari, il “Re di Vallettopoli” abbia riscosso ancora più denaro di prima, c’era da aspettarselo: ma che venisse ospite ad Agropoli, in una delle più rinomate discoteche del Sud-Italia, questo proprio non se lo aspettava nessuno. Manifesti giganti, con la faccia non proprio perbene del famoso fotoreporter, affissi sui muri della città: “Fabrizio Corona, Sabato 28 luglio, al New Carrubo”. Apriti cielo! Una settimana di polemiche, per la strada, tra la gente, su forum e giornali locali, ma anche nazionali. Gianluigi Giuliano di Fi interviene dichiarando esagerate le proteste per quest’ospite estivo, d’altronde fa spettacolo ed è un fenomeno momentaneo; in effetti è ospite di una discoteca, non si pretendeva certo di fargli fare una lezione di buona educazione come doveva farla Moggi, qualche tempo fa, in una scuola del posto. La frangia opposta poi, arrivata notizia della presenza del galeotto fotografo, promette firme di protesta, dal Forum dei giovani di Agropoli forte indignazione per questa scelta dei titolari del Carrubo, la famiglia Pecora. Tra l’altro in tempi non sospetti anche la moglie di Corona, Nina Moric, è stata ospite del Carrubo. Intanto i biglietti e gli inviti per la serata sono andati esauriti subito e ci sono state quasi tremila persone, lo conferma Francesco Pecora, p. r. del New Carrubo: “La serata con Corona è andata benissimo, si è dimostrata una persona molto disponibile, e la gente si è divertita; quando è salito sul palco c’è stata un’ovazione. Sono piovute le critiche- continua il p.r. Pecora- e sono stati paragonati l’evento di Corona con quello di Moggi, ma l’entrata al Carrubo era libera, chi aveva voglia di vederlo è venuto a ballare, chi non apprezza il personaggio ha avuto la libertà di astenersi. Inoltre Fabrizio Corona prima di confermare la sua presenza al New Carrubo, aveva ricevuto altre richieste, che ha rifiutato, scegliendo come prima volta per le sue “esibizioni” in pubblico, proprio Agropoli.” Daniela De Martino za e senza storia creati dai media e dalla morbosità di questa pseudo-cultura sempre più dilagante. Agropoli è l’una e l’altra cosa, è la città che segue il richiamo del pifferaio mediatico e quella che si indigna di fronte alle scelte che ne umiliano la dignità. Meglio tacere per non fare pubblicità o gridare a voce alta il proprio sdegno? Seguendo la prima strada forse il portafogli di qualcuno sabato notte non sarebbe stato così pieno, ma è soltanto perseguendo la seconda che – a dispetto di ciò – si è permesso all’intera città di rialzare la testa e di non lasciare scorrere con passività e noncuranza un’ulteriore offesa ai propri danni. Vito Rizzo (un altro articolo a pag. 14) Revoca della delibera di partecipazione del Comune di Agropoli alla società “Agropoli Navigando”, per la gestione del porto, rientro nel patto territoriale “Magna Graecia Sviluppo”, e istituzione delle Commissioni Consiliari permanenti, tra le quali la Commissione Sanità. Sono alcune delle decisioni adottate nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale che si è tenuto lo scorso 30 luglio 2007. Nello specifico, su proposta dell’Assessore delegato al porto, Dott. Franco Scognamiglio, è stata chiesta la revoca della deliberazione del Consiglio Comunale n. 43 del 18/07/2006 avente ad oggetto la “Partecipazione del Comune di Agropoli alla società Agropoli Navigando s.r.l. – <<C’è una nuova amministrazione, una nuova Giunta, un nuovo Consiglio comunale che hanno portato avanti un programma elettorale che tra i principali punti prevede la revoca della partecipazione ad “Agropoli Navigando” – ha spiegato il Sindaco di Agropoli, Franco Alfieri, nel corso del Consiglio comunale - E’ un convincimento profondo che nasce dalla consapevolezza che il porto debba diventare una delle strutture più importanti e strategiche per lo sviluppo della città. Non è quindi la fine, ma l’inizio di un percorso. Oggi dobbiamo ridiscutere del progetto porto. Se era scellerata la scelta di aderire ad Agropoli Navigando, diciamo pure di non essere soddisfatti delle condizioni attuali del porto, che è soltanto un parcheggio di barche, dove non c’è cantieristica e mancano tutti i servizi.>> All’unanimità dei presenti (assenti per la maggioranza Andreiuolo e De Rosa, per la minoranza Domini e D’Ascoli), quindi, è stata votata favorevolmente la proposta dell’Assessore Scognamiglio volta a configurare per il futuro atti a gestione maggioritaria assoluta del Comune di Agropoli. Intanto già quest’anno con la navetta che collega il porto ai templi di Paestum, il porto di Agropoli è anche il porto di Paestum. Il Consiglio Comunale, inoltre, ha accolto all’unanimità anche la proposta del primo cittadino di Agropoli di revocare la Delibera consiliare n. 47 del 21/07/2006 con la quale si prevedeva la cessione delle azioni societarie del patto “Magna Graecia Sviluppo S.C.P.A.”. Con questa decisione il Comune di Agropoli è pronto, quindi, a rientrare nel patto territoriale e proporsi come ruolo guida. FraSca 5 Don Luigi Merola accende il cuore al forum delle associazioni Domenica, 29 luglio, si è svolto il primo forum delle associazioni operanti sul territorio, in via Patella, che attraverso gli antichi scaloni porta al castello bizantino-aragonese, che domina il promontorio su cui sorse il primo insediamento abitativo di Agropoli con il suo groviglio di viuzze. Il neosindaco Franco Alfieri e l’assessore alla solidarietà sociale,Angelo Coccaro, si propongono di “imparare ad ascoltare la gente”, confrontandosi e valorizzando “le risorse aggregative e ricreative”. Si sono avvicendati sul palcoscenico i cantori dell’Hauser, la compagnia teatrale dell’oratorio P. Giacomo Selvi, mentre le altre associazioni illustravano i loro programmi negli appositi gazebo. Una festa grande, allietata dalla banda musicale Città di Agropoli. Il momento più atteso è stato il dibattito sulla legalità in memoria di Davide Pecora, il benzinaio ucciso a seguito di una tentata rapina. La discussione è stata preceduta da un documentario sull’attività antiusura e anticamorra dell’ex parroco di Forcella, che volle concelebrare l’eucaristia ai funerali del povero Davide. Don Merola è stato chiamato, nell’ottobre del 2006, dal ministro della P. I. Fioroni a far parte del Comitato Nazionale su scuola e legalità. L’anno precedente gli era stato attribuito il premio “Paladino dell’infanzia” dal presidente della camera Casini. Ha eletto Agropoli come sede privilegiata della fondazione per i bambini, che sarà messa in piedi con i diritti del libro “Forcella tra inclusione ed esclusione sociale”. Il quartiere di Forcella è stato per il giovane parroco il laboratorio di analisi per indagare la condizione di disagio dei giovani e dei diseredati, attratti dalle sirene della camorra. Anziché aspettarli in chiesa, don Luigi va lui incontro ai ragazzi in giro per i vichi anche in orario scolastico. Li avvicina, li chiama per nome, s’intrattiene con loro. Maieuticamente. Come Socrate, per il quale conoscenza e virtù s’identificano. Ma quando si reca a scuola per risolvere insieme il problema dell’evasione scolastica, la preside lo tratta in malo modo, dicendo di occuparsi della parrocchia, ché alla scuola ci pensa il capo d’istituto. Quando il magistrato chiede al ragazzo, che aveva accoltellato un poveraccio come Davide per rapinarlo, perché avesse abbandonato la scuola, il ragazzo gli risponde: “’A scola nu’ mme piacìa, pecché ‘u professore me cacciava fore quanno facia ammuina”. continua a pag. 7 ALTAVILLA 6 n°30 10 agosto 2007 Il Power... flop ed il sorriso di Claudia Cardinale Villani: “Mi hanno convinto in trenta minuti”. Non più di duecento paganti Powerstock? No, è stato un Powerflop! Questa volta non è la solita storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Il “flop” era visibile a tutti, soprattutto agli organizzatori: 50 biglietti venduti la prima sera e 150 nella seconda, in questi numeri è tutto il potenziale attrattivo della manifestazione che gli organizzatori avevano definito più volte epocale. Trovare 200 “pazzi” che hanno speso almeno 35 euro a testa, di questi tempi, è già di per sé, una notizia. Il resto delle presenze? 500 nella prima serata e 1500 nella successiva? I numeri sono dati per eccesso e non per difetto. Effetto innegabile delle liste “omaggio” a disposizione di sindaco, consigliere provinciale Iosca ed altri esponenti politici di Albanella. Esito finale: almeno centomila euro bruciati e qualche beneficio “keynesiano” (ricordate: scavare le buche e poi chiuderle) solo verso i promotori diretti. “Ci hanno messo meno di trenta minuti per convincermi ad aderire a quest’iniziativa”, ha confessato Angelo Villani nell’affollata anteprima della manifestazione. Un presidente decisionista, non c’è che dire. Il genere musicale scelto (techno, discoteca, house) era talmente tanto di nicchia da non aver determinato nessun tipo di appeal significativo, inesistente è stata anche la promozione pubblicitaria dell’evento. Lo straordinario spazio delle colline di San Chirico, illuminato a giorno e messo a disposizione dell’ultima delle Pro Loco , con due suonatori d’organetto e distribuzione di “melenzane con la cioccolata”, avrebbe sicuramente determinato il pienone di partecipanti. Invece nella “due giorni” il grosso della partecipazione era dovuto ai carabinieri in divi- sa, ai poliziotti in borghese (tutti colpevolmente distratti da più importanti compiti d’istituto), accompagnata da una “sicurezza” con decine di ragazzotti con i muscoli bene in vista e dalle lugubri magliette nere sulle quali le scritte “Ordine!” e “Pitbull”, apparivano più ridicole che surreali visto che… l’unico ordine che c’era da fare era fra le forze dell’ordine e volontari della protezione civile, del soccorso e i forestali della comunità montana. In mezzo a questa folla in divisa vagavano poche centinaia di giovani e qual- che curioso più attempato d’età. Ed intanto i decibel erano sparati al massimo ed erano perfettamente udibili nelle località vicine. Un tum tum continuo , che insieme alla calura, ci hanno tenuto svegli fin alle 6 di mattina. Il senso di tutto ciò sfugge alla comprensione di persone di media intelligenza. Fra i “turlupinati” sicuramente ci sono stati gli amministratori comunali di Albanella che hanno concesso grande supporto organizzativo a Powerstock. Davanti al fascino di una Claudia Cardinale che “presenta” il fervore di un team di organizzatori poco più che ventenni dove primeggia la sua bella figliola sono caduti tutti. L’annunciato afflusso di folle oceaniche era accompagnato da grandi proclami ecologisti. Sembrava che qui si potesse davvero oscurare uno dei tanti concerti promossi da Al Gore. Si doveva parlare di sviluppo sostenibile, equità sociale e risparmio energetico. Sulla collina matinellese, durante la due giorni, si doveva fare – annuncio solenne di Angelo Paladino - anche la raccolta differenziata dei rifiuti. Ed invece? Tum… tum… tum…ed il ritor- L’8 AGOSTO IL LIBRO PRESENTATO AD ALTAVILLA Con gli interventi di Liuccio e Manzo L’8 agosto 2007 Piazza Castello – spazio antistante BAR RUFO – ore 20,30 l’Associazione ARGONAUTA – Arte, Cultura e Territorio, con il patrocinio morale del comune di Altavilla Silentina organizza la presentazione del libro: “I paesi delle ombre” di Oreste Mottola. Presenziano: Antonio Di Feo, sindaco di Altavilla Silentina. Antonio Bassi (Bcc di Altavilla e Calabritto) ed Enzo Baione (presidente del consiglio comunale). L’analisi critica dell’opera sarà condotta dai docenti Fernando Iuliano e Gaetano Ricco. Sono programmati gli interventi di Marianna Bassi, avvocato e scrittore; Diomira Cennamo, gior- nalista; Virgilio Mari, operatore culturale. Seguono gli interventi di Gerardo Iorio, studioso di storia locale e colonnello dei Carabinieri; Giuseppe Liuccio Scrittore, poeta, già giornalista Rai e Antonio Manzo, inviato speciale de “Il Mattino”. Il dibattito sarà moderato da Bartolo Scandizzo, direttore responsabile di “Unico” . E’ prevista la partecipazione di numerosi esponenti del mondo della scuola, della politica e dell’informazione. Si ringrazia: Bar Genesio Rufo per la location, la Pro Loco Altavilla Silentina per la fornitura dell’impianto audio. nello dei “soldi che non ci sono” e così il nostro patrimonio culturale ed artistico se ne viene giù a pezzi. Anche sulla mancata partecipazione del musicista francese Jean Michel Jarre si sono addensate le polemiche. Era l’unico artista, fra quelli annunciati, conosciuto ai più. Tre giorni prima del concerto l’organizzazione annuncia che a Matinella lui non ci sarà. Il dubbio, come la domanda di Lubrano, vien su spontanea: non è che è stato usato come specchietto per le allodole? Conclusione: l’unico merito di Powerstock è di aver scoperto la straordinaria valenza paesaggistica delle colline di Matinella… e la dabbenaggine di molti nostri pubblici amministratori pronti ad aprire la borsa di soldi non loro davanti alle belle parole di una bella donna. Oreste Mottola Due giorni per ricordare Giovanni Saponara Quella partita all’Arechi, lo spareggio che valeva la vittoria nel campionato di promozione, ad Altavilla sono almeno in seicento ad averla nella memoria. Si perse di misura con la Pollese, ma aver portato il nome di Altavilla nel più grande stadio della provincia, fa ancora venire i brividi. L’artefice dell’impresa fu lui, Giovanni Saponara, una laurea in lettere ed una carriera di professore d’italiano nella scuola presto accantonata per dare forma e sostanza alla sua passione imprenditoriale e poi a quella creditizia e sportiva. Alla fine della scorsa settimana si è tenuto un memorial per ricordare Giovanni Saponara, l’indimenticato presidente della Bcc che l’anno scorso ci lasciò. Ad onorarlo chi diede gambe e forma ad una delle sue grandi passioni, quasi tutti i calciatori delle sue squadre. E poi i dirigenti ed allenatori che diedero vita a quella stagione, da D’Eboli a Mimmo Zoccola. Ad Enzo Adinolfi il compito di ricordare quegli anni dal punto di vista sportivo. A lui si sono aggiunti prima il sindaco Antonio Di Feo, poi Antonio Bassi che gli è successo al vertice della Bcc ed ancora suo figlio Antonio. Chi cerca... trova! 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Con l’accordo sottoscritto nella serata di ieri tra il presidente Antonio Lombardi e il presidente Luigi Scorziello, la BCC di Aquara è diventata sponsor supporter dei granata per il campionato 2007/2008. Un scelta lungimirante, quella del presidente Scorziello unitamente al direttore dell’istituto di credito Antonio Marino che, con le sue otto punti operativi ubicati sul territorio (Aquara, Castel San Lorenzo, Roccadaspide, Capaccio, Eboli-S. Cecilia, Oliveto Citra, Felitto e Castelcivita) s’inserisce anche nell’importante discorso della vendita degli abbonamenti. In tutte le filiali, infatti, sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento per la stagione 2007/2008, facendo entrare sempre più sul territorio le offerte della Salernitana. “Mettersi al servizio degli utenti è sempre stato il nostro primo obiettivo – ha dichiarato il presidente della BCC di Aquara Luigi Scorziello – e con tutte le richieste che arrivano dalla provincia di sottoscrive- Da sinistra Lombardi e Scorziello Negli otto punti re abbonamenti per la magica Salernitana, non potevamo rimanere indifferenti alla richiesta e abbiamo deciso di prestare la nostra opera per agevolare la società granata anche in questo campo. Naturalmente, il connubio BCC di Aquara– Salernitana Calcio 1919, operativi si potrà sottoscrivere l’abbonamento nasce principalmente per far sentire alla squadra e ai suoi sostenitori che la provincia operativa, quella che crea economia e lavoro, quella che cresce, è vicina a loro in una stagione che ha tutti i presupposti per essere vincente.” Il direttore Antonio Marino precisa: “Abbiamo scelto di sponsorizzare la Salernitana perché abbiamo interpretato il desiderio di ogni salernitano che vuole fare qualcosa per la squadra delle propria terra. L’augurio è che la squadra sappia salire in alto in classifica come speriamo che sappia fare anche il territorio che insegue il proprio riscatto economico e sociale. Per la banca è anche l’occasione per “provincializzarsi”, ancora un po’, e farsi conoscere. Non è un atto di presunzione il nostro, ma la naturale evoluzione del cammino di questa piccola azienda che opera, ormai, in gran parte del territorio della provincia a sud di Salerno.” FraSca si fuori dai problemi diventa sottilissimo. Non sempre la politica può allontanarsi dal dovere di guardare in faccia i problemi e di affrontarli con la dovuta manutenzione. La cerimonia sotto la galleria è la metafora della rassegnazione, della distanza, della politica che vive con l’illusione che bastano discorsi, convegni, qualche finanziamento per il sud e il proprio paese, qualche stretta di mano e cullarsi per le più svariate ragioni “nell’illusione di vivere in un mondo tutto sommato accettabile”. Siamo “alla sostanziale minimizzazione dei disagi che costellano la vita quotidiana al di sotto del Garigliano” come ricordava Fabio Ciaramelli sul Corriere del Mezzogiorno a proposito del coraggio civile e dell’invito del cardinale Martino (meno male che ci sono i preti a ricordarci che la testa non serve solo a dividere le orecchie) a INDIGNARSI, OVVERO A RIFLETTERE, A PENSARE, A COSTRUIRE DEMOCRAZIA, un mondo più giusto, più vero e più abitabile. Italo Cernera Germano Bonora Quelle vie crucis sull’autostrada gestire: è un muoversi con una sola lampadina di posizione nel buio della notte. E’ un guardarsi la polvere sulle scarpe. La via crucis per andare a Salerno è un disservizio. Come l’erogazione dell’acqua. Come la gestione rifiuti. (Fermo restando la questione Serre finita come si temeva: non 200/300 mila tonnellate a Valle della Masseria, ma più tonnellate con distruzione di ettari di macchia mediterranea-oasi naturale puntualmente ai confini con altro comune). Far pagare i cittadini è normale. Decidere aumenti è normale. Non è normale aumentare tariffe e offrire in cambio cattiva gestione e disorganizzazione fino a non entrare nelle pieghe del problema, a non lavorare per un piano di risposte immediate e di programmazione che agisca sulle cause e non sugli effetti. L’INDIFFERENZA VERSO I PROBLEMI o l’affrontarli con semplici proclami (vedi raccolta differenziata con i cani che giocano ad acchiappare i sacchetti appesi alla recinzione delle case) è UN DISSERVIZIO. Farsi cascare addosso i problemi già noti l’anno prima è scegliere di essere fuori dalle situazioni: dal futuro. La mancanza di un PUC moderno e compatibile è un disservizio. E’ chiamarsi fuori dallo sviluppo edilizio, economico, turistico, commerciale, abitativo. E’ non creare leve di sviluppo nei tempi e nei luoghi opportuni laddove il territorio interno si intreccia con le vie di comunicazione e con le possibilità del territorio esterno. L’orologio dello sviluppo non sempre aspetta chi pensa di fermarlo non caricando la batteria. C’è un tempo per le cose grandi. C’è un tempo per le cose piccole e necessarie. C’è un tempo per rotolarsi nei problemi e investire intelligenze e decisioni. La coltivazione di tutti questi tempi fanno il buon governo e creano una comunità in cammino. Trascurarne uno in attesa dei grandi/medi finanziamenti è collocarsi e collocare la comunità fuori dal tempo. E’ rinchiudersi in una sorta di autostima esagerata che è assoluta autoreferenzialità staccata dalla società. Ma a questo punto il confine tra obbligo di stare dentro e scelta di chiamar- Don Luigi Merola accende il cuore al forum delle associazioni Don Luigi parte dai fatti concreti per sollecitare le famiglie al dialogo, a tavola, anziché guardare in silenzio le scemenze propinate dalla televisione. La scuola deve imparare ad ascoltarli anziché cacciare i ragazzi troppo vivaci, che sono i più intelligenti. Ha richiamato tutti al senso del dovere quotidiano, bollando i cattivi maestri, che imperversano alla TV. Ha ricordato con indignazione il pienone registrato in un noto night per la performance del famigerato fotografo accusato di estorsione e altri gravi reati, che preannunzia la nascita del suo partito, ovviamente contro la magistratura che lo perseguita… Alla carità celebrata da S. Paolo con il celebre inno, don Merola preferisce la speranza, che considera oggigiorno la prima virtù da accendere nei cuori delusi non solo dalla politica ma anche dalla chiesa, alla quale non risparmia critiche. Le parole semplici e colorite di don Luigi conquistano la moltitudine dei presenti, che lo ascoltano applaudendo ripetutamente. Lo applaudono anche quelli che - come me - erano prevenuti contro “l’attivismo e il presenzialismo” del prete scomodo, che ribatte giustamente ai suoi critici:“Gesù dava anche da mangiare alle moltitudini che accorrevano per ascoltare la sua parola”. Dio lo benedica! Nel 1958, alla stessa età di don Luigi - 34 anni -, al poeta-educatore Danilo Dolci gli fu conferito il Premio Lenin per la pace, pur non essendo mai stato né comunista né marxista, ma rivoluzionario nonviolento per il riscatto dei poveri cristi, vittime dello sfruttamento e del dominio politico, mafioso e anche religioso. Il card. Ruffini, arcivescovo di Palermo sentenziò: “Tre sono i mali della Sicilia: la mafia, Danilo Dolci e Il Gattopardo”. La frase demenziale si commenta da sola. Il fratello era ministro della DC. Don Luigi Merola stia attento. Prima o poi, per metterlo a tacere, i superiori tenteranno di farlo vescovo con il pomposo titolo di “monsignore” ed “eccellenza”. Per rimuoverlo. La trappola scatterà tra pochi anni. Troppo giovane ora per fare il vescovo. Se poi esagera, lo manderanno a…Barbiana. Come don Milani. Meglio fare il soldato semplice. Come Gesù. Che respinse finanche l’attributo di “buono”, ribattendo ai provocatori: “Perché mi dici buono? Buono è soltanto il Padre mio”. continua da pagina 4 leggono, per tempo, i bisogni per una restituzione in termini progettuali circa la crescita economica, commerciale e demografica. Sono requisiti indispensabili che richiedono cura, attenzione, lavoro quotidiano. Perdere tempo, agire in ritardo, nascondersi dietro opere del passato prossimo significa stare fermi e giocarsi un paese possibile: il futuro. Significa optare per la stagnazione. E’ l’articolazione di un Piano Urbanistico Comunale con la rete dei servizi, delle opzioni, delle occasioni, degli insediamenti, delle possibilità che crea aspettative, investimenti, crescita, occupazione. E’ qui che bisogna agire per intrecciare potenzialità e posizione geografica/viaria, sviluppo produttivo/abitativo e bioarchitettura, opere pubbliche e servizi all’altezza delle esigenze, cultura ed eventi di spessore. E’ l’innovazione, la flessibilità, la buona organizzazione, la velocità/qualità delle decisioni a fare la differenza. E’ il lavoro quotidiano orientato al domani. E’ governo/visione del futuro prossimo nelle sue variabili fondamentali. Altrimenti è un semplice continua da pag. 5 DIANO 8 n°30 10 agosto 2007 “Voci dal Sud”, incontri e vite in transito Nel mese di agosto, a Sant’Arsenio, storie e memorie musicali Il Sud del mondo conosce varianti e rappresentazioni infinite: Macondo, la città in cui Gabriel Garcia Marquez ha ambientato “Cent’anni di solitudine”, romanzo popolare dell’America latina; le strade, polverose e alcoliche, di Jack Kerouac, che, nel Sud-Ovest degli States, ha concentrato la sua vita di scrittore in transito; il Sud-Est asiatico di un maremoto, di un’onda del porto che non ha lasciato alcuna memoria in noi. E poi c’è il brulicante Sud Italia, madido di sudore e cosciente traccia di arrivi e partenze che toccano tanti ragazzi ambiziosi. Sant’Arsenio proverà ad animare queste storie, nel corso della terza edizione di “Voci dal sud”, consolidato sguardo sugli scenari musicali e culturali della nostra terra e del nostro tempo. Nelle giornate del 23, 24 e 25 agosto, Sant’Arsenio ospiterà queste storie, che saranno esplicate e narrate da voci, suoni, immagini, fotografie e suggestioni teatrali. La serata del 23 sarà dedicata al conferimento del premio teatrale “Peppino Amabile”, uno degli interpreti più profondi e celebrati della cultura teatrale del nostro Meridione. La selezione dell’opera vincitrice, che sarà sceneggiata e presentata in occasione della stessa serata, è stata affidata ad una giuria presieduta da Elio Pecora, stimata voce della poesia italiana contemporanea. Le altre due serate of- friranno spazi sonori agli appassionati della musica più ricercata, ma al tempo stesso diretta, che sa parlare e profondere energie ed alchimie sporche e laboriose. Nell’appuntamento del 24, dopo una serie di opening acts dedicati a gruppi emergenti selezionati nel mese di luglio, “Voci dal sud” ospiterà i Nidi d’Arac, gruppo dal cuore salentino ma che si è formato in ambiente capitolino. La formazione pugliese, epigona della ricerca salentina basata su pizzica e taranta, corroborata però dal genere trance, molto in voga nei club, è guidata dal tamburellista e cantante Alessandro Coppola, accompagnato da Vera Di Lecce (voce e performance), Caterina Quaranta (flauto), Rodrigo D’Erasmo (violino), Maurizio Catania (batteria), Edoardo Targa (basso) e Stefano Miele (tastiere e campionamenti). Tra le produzioni di maggior spessore, si ricordano Figli d’Annibale (1998), Tarantulae (2001), Jentu (2003) e St. Rocco’s Rave (2005). L’appuntamento conclusivo, in programma per il 25 agosto, porterà a Sant’Arsenio Daniele Silvestri, il principale esponente di quell’ambiente musicale romano degli anni Novanta che seppe coniugare ricercatezza e intuito artistico e musicale. I suoi esordi risalgono al 1994, con l’ effervescente album eponimo, cui seguirono Prima di essere un uomo (1995), Il dado (1996), Sig. Datapas (1999), Occhi da orientale (raccolta del 2000), Uno’-due’ (2002), Livre transito (live del 2003) e Il latitante (2007), da cui sono stati estratti i singoli Mi persi, La paranza e Gino e l’Alfetta. Silvestri rappresenta l’equilibrio più perspicace tra l’intimità denudata in maniera non banale e l’impegno politico e sociale che raccoglie esiti e soluzioni di vigoroso impatto su ascoltatori ed appassionati. “I fiumi sono strade che corrono”, diceva Pascal. A Sant’Arsenio le voci del Sud sono memorie che chiedono di non essere tralasciate. Carmine Marino TUTTO D’UN FIATO Maurano con Tarallo e l’Uncem contro Prodi Un estimatore Giuseppe Tarallo lo ha trovato, si tratta di Costabile Maurano, sindaco di Castellabate che non le ha mai mandate a dire quando si è trattato di criticare l’ente parco sia in sede di Comunità del Parco sia in pubblici consessi; ma il 25 luglio, seduto di fronte al presidente/commissario/presidente in occasione della presentazione del libro sulle vecchie ricette cilentane nello splendido scenario della villa Materazzo a Santa Maria, Maurano ha tessuto le lodi di un “Giuseppe Tarallo decisionista, finalmente libero dai condizionamenti di un consiglio che ne frenava l’azione e, grazie ai poteri commissariali, ha potuto assumere decisioni importanti che sono andate incontro alle aspettative del sindaco che ha chiamato l’applauso del pubblico sulla sua richiesta, imperativa, di confermare, per il secondo mandato, il presidente/commissario!” Non è dato sapere (rimaniamo in religiosa attesa di conoscere le decisioni assunte) su quali basi Maurano abbia basato la sua conversione, certamente ha avuto i suoi buoni motivi e ne prendiamo atto; ma visto che il connubio funziona, perché non dare una mano allo stesso Maurano per entrare nel consiglio del parco quale uno dei cinque rappresentante dei sindaci; continuiamo ad occuparci di Maurano a causa di altre due iniziative: la prima riguarda la bella idea di porre un ticket d’accesso alla villa Matarazzo (ogni cittadino, turista, curioso ... viene fermato all’ingresso, con molta gentilezza, e invitato a versare l’obolo nelle casse comunali (la manutenzione della villa, invece, è a carico dell’ente parco che ne è proprietario); altro caso che ha fatto infuriare il sindaco/avvocato di Tarallo è stato ascoltato nel corso dell’inaugurazione della manifestazione “Libri & Libri”: alla presenza di un folto pubblico e di Franco Alfieri e Gennaro Mucciolo, non ha voluto far mancare la sua forte critica nei confronti di “certa stampa” che osa “scrivere cose false e che danneggiano l’immagine della città dove gli stessi giornalisti vivono!” il tutto perché una collega ha avuto l’ardire di scrivere quello che è sotto gli occhi di tutti e confermato da tutte le statistiche: il calo delle presenze turistiche e sulla difficoltà di ritirare e smaltire i rifiuti si sa, l’immagine è tutto nella nostra società e non è importante la realtà ma quella che appare... Altro argomento scottante per la nostra zona è il Ddl sui “costi della politica” che, se approvato, dovreb- be falcidiare la consistenza numerica dei comuni che fanno parte della Comunità Montane, con un veloce passaggio su internet (www.uncem.it) ci si può rendere conto di quanta solidarietà è arrivata agli enti montani da parte di altrettanti enti locali che si stanno prodigando per far recedere la ministra Linda Lanzillotta dal procedere come da decreto e di trovare “soluzioni concordate” che evitino che la “ghigliottina” si abbatta sulle consolidate ed inderogabili necessità di rappresentanza del territorio in seno agli enti montani che si troverebbero, altrimenti, orfani dei “marinai di montagna” che manovrano con le loro corpose (ogni comune non è rappresentato per territorio montano ma per numero di abitanti) rappresentanze, senza tema del ridicolo, per approdare a postazioni di comando per gestire le risorse di un territorio che, in molti casi, conoscono solo per qualche occasionale pranzo a cui sono invitati; in questo, dobbiamo dirlo, aveva visto giusto l’ex sindaco di Piaggine, Angelo Pipolo, che aveva chiesto, in tempi non sospetti, la fuoriuscita dei comuni balneari (Albanella, Altavilla e Capaccio), dall’ente montano del Calore Salernitano ed è proprio su questi tre comuni, con l’aggiunta di Castel S. Lorenzo, che calerebbe (il condizionale è d’obbligo) la scure delle decisioni del Parlamento se la proposta del Governo andasse in porto. velina Acido folico: un integratore dalle mille virtù! L’acido folico è una vitamina del gruppo B importantissima durante la gravidanza per la prevenzione dei difetti del tubo neurale e in misura minore di altre malformazioni congenite quali le cardiopatie congenite, le labiopalatoschisi, i difetti del tratto urinario, le malformazioni agli arti ecc… Oltre a questo, è ormai certa anche la relazione tra acido folico e prevezione del rischio cardiovascolare per mezzo della riduzione dell’omocisteinemia. Infatti, l’omocisteina prodotto di degradazione della metionina, introdotta con la dieta, viene oggi considerata come uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare. Un alto tasso di omocisteina aumenta difatti di tre volte il rischio di ictus o infarto cardiaco. Un suo aumento è determinato dalla carenza di vitamine del gruppo B (soprattutto acido folico). Per questo motivo la somministrazione di acido folico diventa indispensabile nelle persone ad alto rischio vascolare. Recentemente altri studi hanno associato la concentrazione totale di omocisteina al calo cognitivo negli individui di età avanzata. In particolare, i ricercatori dell’ospedale di Wageningen hanno selezionato 818 soggetti di età compresa fra i 50 e i 70 anni con valori medioalti di omocisteina; a 405 di questi sono stati somministrati per tre anni 800 mg di acido folico al giorno, mentre i restanti soggetti non hanno assunto niente. Al termine dello studio, la terapia con folati ha determinato una riduzione significativa dell’omocisteina (26%) e un miglioramento della performance cognitiva in termini di memoria, di rapidità sensitivo-motoria e di velocità di elaborazione delle informazioni alle prove eseguite. I vari studi indicano che alti livelli di omocisteina e/o basse concentrazioni di acido folico, possono portare ad un peggioramento delle capacità cognitive in tarda età negli uomini e nelle donne. E’ un’area ancora da approfondire, tuttavia esiste un possibile meccanismo biologico alla base di tale correlazione che potrebbe essere rappresentato da un disturbo cerebrovascolare subclinico o dall’effetto dell’omocisteina sulla neuroregolazione e la trasmissione chimica nel cervello. Sebbene sia necessario attendere i risultati di ulteriori studi per chiarire definitivamente la relazione tra omocisteina e acido folico, è opportuno seguire una dieta equilibrata che preveda un adeguato apporto di alimenti ricchi in folati come i vegetali a foglia larga, il fegato, gli agrumi, i legumi e il pane integrale. Alberto Di Muria [email protected] n°30 10 agosto 2007 9 VALLO DELLA LUCANIA Festival artisti di strada a Moio della Civitella Un’occasione per conoscere le risorse turistiche e valorizzare i prodotti della tradizione cilentana Giocolieri, giullari, mimi, musici, funamboli, acrobati, fachiri, danzatrici del ventre, cabarettisti, trampolieri, statue viventi, maghi. E poi, ottima musica, grandi esibizioni circensi, strepitose evoluzioni acrobatiche, esilaranti spettacoli raffinate performance, colori e passioni mescolati dal grande respiro dell’arte di strada. Siamo al “Mojoca”, il Festival degli artisti di strada, che si tiene il 3 e 4 agosto nelle strade, i vicoli e le piazze di Moio della Civitella. Il teatro di strada per la sua immediatezza, spontaneità, le sue espressioni corporee ha da sempre affascinato grandi e piccoli. I buskers, “gli artisti camminanti” che rappresentano la loro maestria, nelle strade del mondo, ritrovano, nella cornice del borgo antico del paese cilentano, calda accoglienza e pittoresco palcoscenico. La carovana gitana che sprizza energia, la trasmette, accende la festa vera, attesa, partecipata, dal carattere schietto, dall’umore sincero. Si tratta di una grande opportunità che unisce ed avvicina gente diversa con un grande spirito: il buonumore, le risa, i sorrisi, attimi di divertimento spensierato che Moio e i suoi numerosi ospiti potranno vivere nelle calde sere del 3 e 4 agosto. Il tutto è ideato dall‘Asso- ciazione culturale “Mojoca“ nata nel gennaio 2007 con l’intento primario di promuovere il territorio cilentano attraverso ideazione e organizzazione di manifestazioni a carattere culturale ed enogastronomico. E’ formata dall’impegno di un gruppo di giovani laureati, laureandi ed artigiani di età compresa tra i 26 e i 33 anni, tutti residenti nel comune di Moio della Civitella. “E’ un’occasione per conoscere le risorse turistiche e soprattutto valorizzare i prodotti della tradizione enogastronomica cilentana – spiega Giovanni Bertone, presidente della Mojoca -. Gli artisti si esibiranno nella cornice del centro storico di Moio, tra le viuzze e le raccolte piazze, seguendo uno schema di rotazione che porta ciascun artista nei diversi angoli del paese. Artigiani, musici e geniacci fattivi, mostreranno le loro creazioni frutto di passione, di gusto e tanta voglia di esserci”. Associazioni culturali, ambientaliste, di volontariato e di impegno sociale saranno presenti per proporre, spiegare le ragioni e sen- sibilizzare sulle motivazioni del loro impegno. Particolare è anche l’attenzione riservata ai bambini, i quali potranno assistere agli spettacoli dei burattinai e degli scultori di palloncini o sottoporsi all’abilità dei truccabimbi in appositi spazi a loro dedicati. È una festa popolare, semplice e raffinata, che ammalia, coinvolge, crea forte complicità. Un evento, che mette al centro lo scambio di relazione ed emozioni tra culture che si rispettano, si confrontano e si divertono divertendo. L’Associazione è intenzionata anche a promuovere la comicoterapia attraverso spettacoli organizzati nei giorni della festa presso il reparto di pediatria del nosocomio e il centro per anziani di Vallo della Lucania. Nella serata del 4 agosto alle 23 si procederà all’estrazione dei biglietti vincenti della “Lotteria Mojoca” abbinata al Festival, primo premio una Tv al plasma 50” Philips. www.mojocafestival.com Nicola Nicoletti Gli ex seminaristi di “Don Rocco De Leo” a confronto Liuccio ospite d’onore dell’incontro estivo, in programma la pubblicazione di un libro memoriale 28 luglio, teatro diocesano La Provvidenza di Vallo della Lucania, momento di incontro tra i componenti dell’associazione per la prima volta aperto anche ai familiari. Dopo il benvenuto dato ai soci intervenuti da parte del presidente Nicola Ragni che ha ringraziato per la presenza il vescovo, Giuseppe Rocco Favale, ha dato la parola a Peppino Liuccio, ospite d’onore del pomeriggio culturale, racconta qualcosa della sua esperienza nel seminario di Vallo della Lucania. “Quattro anni della sua vita trascorsi nel seminario di Vallo hanno segnato la sua giovinezza e determinato la sua formazione. Condivide lo spirito dell’associazione perchè i momenti d’incontro portano a momenti di riflessione, di crescita, raccontano ciò che ciascuno di loro è sul territorio, ciò che al territorio ha dato e ciò che potrebbe essere per la sua terra. Ci si interroga su come restituire alla terra d’origine talento e interesse. Ciascuno di noi ha fatto ciò che ha potuto: ha dato tutto o niente, spesso siamo rimasti chiusi ognuno nel proprio ambiente allora è arrivato il momento di esprimerci, di confrontarci, di proporre per permettere al territorio di crescere. È bello incontrarsi, confrontarsi su argomenti di interesse pubblico, proporre attività culturali, ma per il momento cominciamo a confessarci. Raccontiamo le nostre esperienze legate agli anni trascorsi in seminario, i nostri ricordi più particolari, quelli che ci hanno fatto crescere. Mettiamo a confronto ciò che oggi noi siamo, offriamo le nostre capacità intellettive alla nostra terra di origine.” Tutto questo lo ritroveremo nel libro “Memoriale” che hanno intenzione di scrivere, sarà motivo di riflessione, di confronto, sarà un’esperienza raccontata a più mani sotto l’aspetto cattolico e politico, critico e sociale. Sarà l’occasione per rappresentare uno spaccato della società cilentana che ce l’ha fatta. Sarà la dimostrazione che quando si semina bene i frutti non mancano. Insomma, gli anni in seminario non sono passati invano. Luigi Rossi condivide il pensiero di Liuccio e sottolinea con più vigore il desiderio di dare al Cilento le opportunità che merita. “Ci manca la capacità di fare rete, di amalgamazione eppure dal 1931 circa 1300 persone sono passate per il Seminario di Vallo e di professionisti capaci la nostra zona ne ha prodotti.” Ricorda, poi, l’esperienza di Don Rocco che nel suo libro autobiografico (La Spada Schiavone) sottolinea il suo fallimento di non aver saputo dare al proprio territorio tutto ciò di cui aveva bisogno. Ma quello che il seminario ha prodotto, per gran parte è stato merito della sua grande cultura e della sua capacità di trasmet- terla ai suoi allievi. “È arrivato il momento di recuperare “la spada gettata nel mare di Amalfi e riportarla nel Cilento conclude Rossi - Partiamo dalla scuola, dai problemi enormi che in essa si evincono, lì dove vengono formate le nuove generazioni, e ricominciamo a riprodurre cultura. Basta con l’ignoranza, recuperiamo i veri valori, l’etica. Noi ex seminaristi, siamo stati il sale della classe dirigente del Cilento, proponiamo nuove soluzioni attraverso dibattiti apriamo dei forum di discussione.Affrontiamo, ad esempio, il problema della sanità, dove vince chi ha più santi in Paradiso o sulla questione Parco che se fossimo stati, semplicemente, al nord un commissariamento così lungo non sarebbe stato consentito.” Il vescovo, dopo aver preso atto che il suo invito rivolto circa un anno fa agli ex seminaristi che si erano ritrovati per una semplice rimpatriata a Vallo era stato accolto e tradotto in una struttura organizzata, è entrato nel merito della discussione e ha rilanciato tutte le tematiche affrontate da Liuccio e da Rossi: “bisogna ricostruire lo spirito libero di una popolazione che per troppo tempo ha piegato la testa di fronte al potente di turno! Voi potete farlo perché ne avete le capacità e la possibilità. I successi professionali che avete conseguito vi rendono liberi. Pertanto iniziate un’opera missionaria e predicate libertà di giudizio e risvegliate al capacità di indignazione che per troppo tempo è rimasta chiusa nel recinto del bisogno. Io come vescovo marcerò al vostro fianco. Il libro che avete in- tenzione di scrivere è solo un primo passo di un viaggio che vi dovrà potare al centro dei problemi sociali ed economici del territorio.” La serata si è conclusa con l’esibizione del gruppo del Piccolo teatro di Vallo della Lucania che ha presentato la “Quadriglia della brigantessa”. I presenti hanno accompagnato le evoluzioni del ballo con il battito delle mani che, alla fine di ogni brano, si sono trasformati in applausi di consenso nei confronti di un gruppo che lavora per mantenere vive le tradizioni cilentane. A concludere la serata è stato chiamato Peppino Liuccio che ha declamato la poesia che è diventata la colonna sonora del Cilento: Chesta è la terra mia! Gina Chiacchiaro CALORE 10 n°29 03 agosto 2007 Roccadaspide, la frana eterna delle Cesine La Valle del calore è a rischio isolamento. Di chi le colpe? “Cristo si è fermato ad Eboli... le tasse no”, è lo striscione che provocatoriamente è stato depositato da un cittadino benpensante, per denunciare i ritardi sulla sistemazione della frana sul tratto Cesine-Roccadaspide della S.S. 166. “Cristo si è fermato ad Eboli …..le tasse no”, è la scritta apparsa su uno striscione a ridosso della S.S. 166, a segnalare allegoricamente la frana non ancora sistemata in località “Cesine” tra Castel S. Lorenzo e Roccadaspide. Amministratori, politici e rappresentanti istituzionali sovra comunali, si sono interessati della frana in passato, ma senza produrre soluzioni. Si dice che vi è stato un passaggio di consegne delle competenze della SS. 166, dall’Amministrazione provinciale di Salerno all’ANAS. C’è un dato, tuttavia che supera la burocrazia stessa. Per tutto l’inverno, del 2006/07 ogni qualvolta pioveva, l’acqua creava delle grosse pozzanghere e gli operatori addetti alla manutenzione della strada spargevano del misto per coprirle, appena ritornava la pioggia si ricreavano. Dopo l’inverno u. s. si sono decisi di cospargere sul tratto, uno strato di asfalto. Dopo di questo intervento, la manutenzione è stata diradata perché non vi è stato bisogno di interventi di manutenzione in emergenza. Si viaggia sempre su una sola carreggiata. Le macchine, i pullman i camion, ecc., sono costretti a transitare uno per volta. La strada è rischiosissima sulla parte sud. C’è il rischio reale che, specialmente di notte, possa essere causa d’incidenti o di fuoriuscita di carreggiata. Se s’interrompe questo tratto di strada, tutto il traffico proveniente dai paesi a sud, resta bloccato, in quanto non vi è un’altra via di collegamento, a meno che non si arrivi sulla strada per Controne/Castelcivita, verso Salerno. Ci si domanda, Si è discusso di innovazione e di ascensori sociali, di meritocrazia e di lotta alla partitocrazia, di partito democratico e di primarie per la scelta del leader. Questo e altro ancora è stata la Summer School 2007, organizzata dal Centro Studi Ideura, in collaborazione con Laboratorio Democratico Europeo e Associazione 360, e svoltasi dal 28 al 29 luglio per il secondo anno consecutivo a Laurino (SA). L’ex Convento di Sant’Antonio è stato il laboratorio del confronto e della riflessione che ha portato in questo angolo del Cilento un Ministro, Gino Nicolais, un sottosegretario, Nando Dalla Chiesa, un parlamentare, Sandro Gozi, un consigliere regionale, Guglielmo Vaccaro, il vicepresidente della Provincia Gianni Iuliano, oltre agli amministratori locali, tra cui molti giovani, a rappresentare l’intera filiera istituzionale. Molto attenta l’organizzazione curata da Angelo De Vita, da segnalare tra l’altro la genuinità dei prodotti offerti nella colazione di lavoro, come il carattere dei temi oggetto di confronto e ogni cittadino si pone il problema, perché non viene sistemata questa frana? Non sono interventi di somma urgenza? Ci sono problemi di finanziamenti? …Di competenze? …Di conferenze di servizi? Di chi è la colpa di tutto ciò, se su questa frana, sono stati fatti più interventi in passato e nessuno è stato risolutivo? Allora, è presto detto, si può ipotizzare una sola risposta, seppur fatalistica: siamo al Sud e di quello più bistrattato, tanto che qualche benpensante ha sistemato sulla frana, lo striscione provocatorio (ma non tanto): “Cristo si è fermato ad Eboli ….. le tasse no”, dall’omonimo e famoso libro di Carlo Levi: “Cristo si è fermato ad Eboli”. I cittadini del posto, fuorché i sindaci e i rappresentanti politici e istituzionali non se ne rendono conto e si palleggiano le responsabilità e non sollecitano la soluzione a chi di competenza. Questo territorio, così, non decollerà mai, perché tutti sono convinti (quelli che contano), “tanto i cittadini della Valle del Calore stanno tranquilli” e quando “il manovratore” decide di premere l’acceleratore, per sistemare la frana, nel nostro caso, che di qui a qualche anno, pure sarà sistemata, allora il problema sarà risolto. A meno che non si verifichi, nel frattempo, una triste emergenza sul tratto, e si crea l’imprevisto (cosa che non mi auguro vivamente), si aggiusta prima e solo allora, si cercheranno d’individuare i colpevoli dei ritardi. Purtroppo, non si può fare a meno di teorizzare il solito fatalismo: “così va il mondo” da queste parti, ecco perché tanta gente poi, abbandona questi luoghi e ci ritorna in vacanza e magari si lamenta pure, nel momento in cui ritorna (nel posto natio) e non trova acqua potabile nelle case o è razionata: mattina e sera, e, molte volte, è razionata pure d’inverno e non vi sono servizi adeguati ad una società moderna. In quel momento, ci si dimentica del bel luogo e si preferisce partire al più presto, lontano da questa terra benedetta/maledetta dal Signore, a secondo dei punti di vista, ma più di tutto, abbandonata dai governanti, non importa se di centro destra o centro sinistra. La sostanza è la stessa. Cosmo Guazzo Summer School: laboratorio politico nel cuore del Cilento Dal Governo ai rappresentanti delle Istituzioni locali: confronto aperto nella due giorni organizzata da Ideura scelti dal presidente di Ideura Carmine Pacente, dal Responsabile Analisi e Ricerca Nunzio Mastrolia e da Maria Rosaria Capozzoli,Assessore all’Unione dei Comuni Alto Calore. Se la presenza del Ministro Nicolais è ormai una costante sia nel Cilento, terra alla quale il professore è molto legato, che verso l’attività di Ideura, molto incisivi e apprezzati sono stati anche gli interventi dell’onorevole Sandro Gozi, già consigliere del presidente della Commissione Europea, Prodi prima e Barroso poi, e del sottosegretario all’Università e alla Ricerca Nando Dalla Chiesa che ha puntato la sua attenzione sulla meritocrazia e sugli ostacoli che vengono spesso frapposti sul cammino di chi non ha una rendita di posizione sulla quale poter puntare. Naturalmente ha tenuto fortemente banco l’imminente campagna per le primarie che sceglieranno il segretario del nascente partito democratico, con un confronto molto franco che non ha taciuto posizioni molto critiche sulle modalità della competizione e sulle regole che restringono di fatto la partecipazione spontanea a vantaggio degli equilibri e delle combinazioni correntizie tra gli apparati dei DS e della Margherita. Molto netta la posizione dell’On.Vaccaro e di Carmine Pacente a sostegno della candidatura di Enrico Letta, ma non sono mancate prese di posizione diverse a sostegno di Walter Veltroni, su tutti il Ministro Nicolais, e di Rosy Bindi. Bilancio comunque ampiamente positivo per la qualità del confronto e dei relatori sebbene, come ha evidenziato a conclusione dei lavori Carmine Pacente, <<dobbiamo ancora una volta constatare la totale assenza e copertura mediatica da parte delle emittenti televisive locali e – salvo rare eccezioni - della carta stampata che continuano ad ignorare un evento che se si svolgesse a Napoli vedrebbe la partecipazione senza alcun dubbio della stessa Rai e delle testate nazionali.>> Resta comunque la bontà ed il tenore dell’iniziativa che sull’asse Milano Roma – Cilento sta lavorando alla crescita di una nuova classe dirigente. n°30 10 agosto 2007 11 CAPACCIO Consiglio straordinario per bloccare la chiusura della stazione ferroviaria di Capaccio - Roccadaspide Chiuso il cancello e la sala d’aspetto l’accesso avverrà attraverso tre “cunicoli” Convocazione di urgenza del Consiglio comunale di Capaccio per il 31 luglio 2007 con un unico punto all’ordine del giorno: l’ eventuale chiusura della stazione ferroviaria di Capaccio - Roccadaspide e relativi accessi. Promosso dal consigliere Luigi Di Lascio, antico trenista, il consiglio è straordinario anche per la coesione che unisce maggioranza e opposizione di fronte al pericolo di ulteriore impoverimento del territorio.Tutti in piedi per ascoltare l’inno nazionale. Prende la parola un altro cliente affezionato delle Ferrovie dello Stato il presidente del Consiglio Paolo Paolino. Assente il segretario ne assume le funzioni il più giovane dei consiglieri Carmine Caramante. Paolino presenta la questione dando atto al consigliere Di Lascio di aver fatto pervenire al Comune le problematiche connesse alla chiusura della stazione. Riferisce che il sindaco Pasquale Marino ha verificato personalmente la precarietà dei sottopassi e la pericolosità per chi resta sulle banchine. Il responsabile del settore l’ingegnere Carmine Greco ha fornito una relazione tecnico descrittiva da cui si evince che l’utilizzo delle strutture come realizzate “metterebbe a rischio l’incolumità dell’utenza in generale”. Il sindaco Pasquale Marino conferma di aver fatto un sopralluogo tecnico per “verificare questo scempio che le ferrovie hanno prodotto alla stazione di Capaccio per cui si aprirà un contenzioso con le ferrovie, anche per la stazione di Paestum. Visto che ho potuto verificare le inadempienze che l’amico Di Lascio e l’amico Paolino conoscono più dei ferrovieri”. Intende avvalersi della collaborazione del ministro Alessandro Bianchi come promesso in campagna elettorale nell’incontro all’hotel Excelsior di Capaccio Nino Pagano vuol ricordare che nel 2004 si stava operando per migliorare la situazione della stazione per cui occorre riprendere i progetti interrotti. Roberto Voza comunica che il deputato Gaetano Fasolino oggi stesso ha fatto, su loro richiesta, un’interrogazione parlamentare. Il consigliere Di Lascio chiede un tempo superiore ai cinque minuti a cui era stato richiamato nell’ultimo consiglio, e, al centro della scena, (il presidente gentilmente lo invita a tornare al suo posto) con un’oratoria infuocata distribuisce foto dei vari tratti del sottopasso e della stazione quindi scagliandosi contro le RFI che “ci trattano come un paese da terzo mondo”, chiarisce che con la chiusura dell’attuale accesso alla stazione le nuove strutture siano improponibili per una stazione frequentata da 700 passeggeri ogni giorno per “motivi di sicurezza idrogeologica: il progetto sfonda una paratia per regimentare le acque che si vedono scorrere copiose all’ingresso delle tre rampe di accesso… motivi di sicurezza per i viaggiatori, motivi di I L FAT TO Si è svolto martedì 31 luglio il Consiglio comunale. Affrontato il nodo della stazione ferroviaria. “Il sindaco Pasquale Marino – è scritto nel verbale – porta a conoscenza della cittadinanza che il Consiglio comunale nella seduta del 31 luglio 2007 con il contributo di tutti i gruppi consiliari ed all’unanimità dei voti ha contestato e condannato la gravissima ed irresponsabile decisione della società R.F.I. di chiudere la stazione ferroviaria di Capaccio Scalo e gli attuali in- gressi per l’accesso ai binari obbligando così gli utenti ad usufruire, per recarsi ai treni, esclusivamente delle anguste, inadeguate e pericolose scale ricavate in zona attigua al sottovia. Il Consiglio, infine, dopo ampio approfondimento della situazione ha condiviso l’iniziativa sindacale di emanare ordinanza volta a prevenire i pericoli quali sarebbero esposti i cittadini utenti a causa della chiusura degli attuali accessi alla rete ferroviaria”. impossibilità di accesso alle persone con disabilità, motivi di confort: i 700 viaggiatori trovano solo una “capanna” stretta corta con pochi posti a sedere, motivi di accesso generale: per arrivare agli ingressi si percorre un tratto nel sottopasso molto stretto che non permette a due persone con valige di passare, motivi di condizioni generali: illuminazione, qualità della pavimentazione, segnaletica di sicurezza, motivi di sicurezza sanitaria: il sottopasso ferroviario su cui si aprono gli accessi è molto trafficato, quindi ricco di emissioni nocivi e potenzialmente cancerogene, motivi di sicurezza sociale: i viaggiatori su una stazione praticamente solitaria possano essere oggetto di atti di rapina, motivi di intelligenza ingegneristica: perché sono stati realizzati tre accessi pericolosi irrazionali e che pongono nel tempo costi di manutenzione e non è stato realizzato il sottopasso nella sua posizione naturale vicino alla picciola? Attualmente le macchinette obliteratrici restano nella sala di attesa costringendo i viaggiatori a veri e propri “viaggi” per obliterare e raggiungere il marciapiedi di arrivo del treno per non attraversare i binari. Incredibile. Inoltre alla stazione arrivano centinaia di turisti nel periodo estivo dagli alberghi, con pullman o pulmini Essi devono con le loro valige essere scaricati nella migliore dell’ipotesi più o meno all’altezza della rotonda e quindi avviarsi verso l’infelice ingresso”. Il consigliere ricorda inoltre che in passato ci sono state due interrogazioni parlamentari una di Iannuzzi, Annunziata e Molinari del giovedì 25 luglio 2002 e quella di Iannuzzi del 18 febbraio 2003. Nella risposta delle Ferrovie dello Stato si legge “sono in corso, e proseguiranno per tutto il 2003, interventi atti a mi- gliorare il decoro e la fruibilità dell’impianto da parte degli utenti quali il rifacimento delle pavimentazioni dei marciapiedi, il ripristino delle pavimentazioni dell’atrio e della sala d’attesa, il rifacimento degli intonaci danneggiati, la verniciatura degli ambienti aperti al pubblico, il rinnovo dell’arredo di stazione e l’installazione della nuova segnaletica. Inoltre, è programmata la realizzazione di un nuovo sottopasso, il cui completamento è previsto entro il 2004”. Nessun impegno è stato mantenuto. Questo è “un paese di occupazione dei corrotti”. Conclude ringraziando il sindaco, il presidente e il consiglio che daranno una “risposta di forza e dignità istituzionale”. I vari capigruppo prendono la parola per confermare la loro piena adesione alle azioni da intraprendere. Franco Longo dichiara l’Ulivo vicino al sindaco e invita a coinvolgere anche i sindaci dei paesi vicini. Lorenzo Tarallo conferma l’intervento del sindaco e dell’assessore ai lavori pubblici per dare ai turisti un aspetto diverso di civiltà. Giuseppe Troncone vede l’urgenza di manifestazioni decise e corali e di provvedimenti che portino al potenziamento della stazione, con fermate di Intercity, la realizzazione di un sottopasso a norma e, inoltre, perché non autorizzare un punto di ristoro proposto da un cittadino che vede da quattro anni bloccato un simile progetto? L’unanimità è rotta da un alterco tra Carmine Caramante che legge una lettera riportata in un “articolo sul mio giornale” come afferma, indirizzata al senatore Gaetano Fasolino e il consigliere Voza, interrotto dal presidente. Vito Scairati fa proprie le dichiarazioni del consigliere Di Lascio rende atto al sindaco di aver subito preso le opportune decisioni, anzi propone l’occupazione della stazione qualora le ferrovie persistano nelle loro decisioni, coinvolgendo gli organi di stampa. Luigi Ricci auspica che il consiglio possa continuare su questa linea di unità per la soluzione dei problemi. Infine viene letta e approvata all’unanimità l’ordinanza del sindaco con cui, premesso che la stazione ferroviaria ha un bacino di utenza di 60 mila abitanti, 100 mila durante la stagione estiva e le condizioni impossibili per i disabili, precarie e pericolose per tutti “ordina e fa divieto a chiunque di procedere alla chiusura degli impianti pubblici serventi la rete ferroviaria della stazione di Capaccio Scalo – Roccadaspide, nonché di chiudere gli attuali accessi ai binari della stazione”. Enza Marandino LA STORIA La storia, quella più recente, inizia con gli ani ’90 quando finalmente venne dato il via alla costruzione del sovrappasso pedonale per l’attraversamento dei binari. Al termine dei lavori l’opera venne immediatamente messa in ristrutturazione per poi essere demolita a causa dell’instabilità che si manifestava con preoccupanti oscillazioni al passaggio di ogni treno! A memoria di questa bella impresa è rimasto da oltre un decennio un pilastro lesionato in più punti al centro della banchina, una vera e propria stele della vergogna. Finalmente con l’avvento del nuovo millennio Trenitalia decise di porre riparo alla vergognosa situazione della stazione che oltre a una serie infinita di disservizi vedeva l’obbligo di utilizzare una passerella in legno per prendere il treno, con la costruzione di un sottopassaggio realizzato con il contemporaneo allungamento della banchina che rendeva più funzionale anche il parcheggio situato di fronte. Purtroppo un ingegnere “distratto” ha voluto iniziare l’opera di scavo su una falda freatica, la qual cosa ha dato vita ai disagi che tutti abbiamo vissuto legati al continuo allagamento anche nelle giornate di sole della strada che collega Capaccio Scalo al Rettifilo, la situazione è stata tamponata solo grazie all’intervento del comune che ha dovuto piazzare alcune pompe che come idrovore aspirano l’enorme flusso d’acqua. Le sorprese non finiscono qui, a lavori ultimati, è passato più di un anno, qualche sventato turista o saltuario viaggiatore si incammina verso le scalinate per vedersi poi intrappolato dalle sbarre che non sono mai state aperte. Volete sapere perché? Anche noi saremmo curiosi ma dalla ferrovia tutto tace. Di sicuro c’è che mancano gli scivoli per consentire l’accesso ai diversamente abili, davvero una bella mossa degna ciliegina su questa fantastica torta. Recente poi è la dismissione dell’opera a causa di infiltrazioni che hanno determinato la totale rimozione dei marmi, degli scalini, e di tutto quanto era stato realizzato. Nuovi lavori e nuova apertura del famigerato sottopasso, questa volta pare che ci siamo, unico particolare mancano le obliteratrici e i tabelloni con gli orari che sono rimasti nel vecchio accesso, morale della favola: entri dal sottopasso attraversi i binari sulla sempre più vecchia passerella in legno timbri il biglietto e ritorni indietro vicino al sottopasso! Oppure opti per la maratona che consiste nello scendere i gradini che dal 2 e 3 binario conducono al primo, raggiungere le obliteratrici poste all’interno della sala d’aspetto, tornare indietro, ridiscendere i gradini e risalirli per ritornare al punto di partenza! Antonio Fraiese CAPACCIO 12 n°30 10 agosto 2007 Estate 2007. Paestum: schizofrenica come Rimini? Formata l’associazione “Amici del Calpazio” per reagire La giornata di lavoro è appena finita e corro su, verso la piazzetta del santuario del Granato, per rispettare un incontro spontaneo con altri amici finalizzato a costituire un’associazione per la tutela e la valorizzazione dell’area archeologica medievale del monte Calpazio di cui si conservano importanti e consistenti ruderi come i resti della civitas, le mura con i torrioni di difesa e il castello, realtà cancellate da Federico II di Svevia nel 1246. Il massimo tesoro di queste ‘antichità’ è la Basilica della Madonna del Granato, finalmente riaperta al culto, dopo un lungo restauro, nel marzo 1991. Il fine di promuovere e rivalutare il sito, definito giustamente ‘Culla di Capaccio’ è lodevole. Quando arrivo trovo già qualcuno in attesa: Enzo Monzo, il neo consigliere comunale di Capaccio capoluogo. Ci salutiamo e cominciamo a parlare del più e del meno rimarcando con chiarezza che l’incontro non aspira nel modo più assoluto ad avere la benché minima sfumatura politica ma è mosso soltanto da una forma di volontariato socio-territoriale accessibile a tutti. Attirato dal vivace mormorio ci raggiunge anche padre Domenico, l’instancabile rettore del santuario del Granato. Si ferma sorridente per qualche minuto in nostra compagnia fino a quando, di lì a poco, uno squillo del telefono non lo richiama all’interno dell’edificio. Il buon padre Domenico è venuto da lontano a ridare vita e mantenere in esercizio, con solitario sacrificio, l’antico luogo di culto, icona tangibile e ancora attiva di un passato che appartiene alla nostra storia e che deve essere conservato. Volgo svagatamene lo sguardo verso l’orizzonte: sotto di noi si apre la vista magnifica del mare al tramonto e della pianura lussureggiante, irrigata dai getti di decine di zampilli, che comincia ad essere illuminata da un’infinità di lucine. In fondo, sulla linea dell’orizzonte, gli ultimi riflessi del sole fanno risaltare le sagome scure di Capri e di Punta Campanella. Penso che è uno spettacolo meraviglioso e mi sento appagato di poter vivere in questo seducente angolo del Creato. Ma l’emozione cosmica dura poco e presto mi costringo a rientrare nella dolente realtà. Con un repentino guizzo degli occhi torno sulla terraferma per seguire il barbaglio metallico della strada ferrata che taglia a metà la piana e mi sovviene alla mente un difficile accostamento. Sembra incredibile eppure esiste una lampante similitudine tra Rimini e Capaccio. Entrambe le città sono costituite da due ‘città’ contrapposte. Quella al di sotto della ferrovia, votata all’industria balneare e al turismo, e quella al di sopra con altre caratteristiche economiche. Capaccio, come Rimini, è una città «schizofrenica» che non riesce ad amalgamare gli aspetti molteplici della sua realtà sociale. Ma mentre una è diventata la capitale europea delle vacanze l’altra è rimasta ripiegata su se stessa in un eter- L A LETTERA L’Ambassador nuova sede dell’alberghiero Carissimo Direttore, tu sai che le mie idee politiche non coincidono con quelle dell’Assessore alla Scuola della Provincia di Salerno; ma sai altrettanto bene che l’amicizia, la stima, la collaborazione istituzionale ed il plauso per la sua fattiva azione amministrativa non sono mai mancati. Ed oggi sono ancor più rafforzati dalla solidarietà che sento, come dovere e come scelta, di esprimere all’assessore Pasquale Stanzione, nel momento in cui non è sfuggito all’arma vile delle telefonate minatorie, avendo portato a termine un’operazione amministrativa innovativa ed unica in Italia; solidarietà che estendo con convinzione al dirigente dell’Ufficio tecnico arch. Angelo Cavaliere, il cui lungimirante apporto tecnico è stato prezioso, anche lui fatto oggetto di “avvertimenti” poco amichevoli. Credo che tutta la Comunità civile ed istituzionale dell’intera Area dovrebbe far sentire la sua voce perché il progetto vada avanti. Di che si tratta? L’acquisizione da parte della Provincia dell’hotel Ambassador, ubicato in località Santa Venere di Capaccio-Paestum, per farne la sede dell’Istituto Alberghiero “Rosanna Paolillo”, attualmente associato a quello di Salerno ma a presto autonomo, non è la semplice operazione per dare un edificio ad una scuola che n’è priva, ma di sperimentare un mo- dello di formazione professionale unico in Italia. Quando poco più di un anno fa, in un colloquio presso l’Ufficio tecnico della Provincia, nacque quest’idea, entusiasticamente sponsorizzata ed elaborata dall’Assessore Pasquale Stanzione, mi rivolsi all’allora sindaco Vincenzo Sica, a sua volta convinto tifoso della proposta, perché individuasse nel territorio di Paestum una struttura che potesse consentire un simile progetto. Da questo immediato e sinergico consenso di enti ed istituzioni cominciò l’operazione Ambassador, nella prospettiva di un rinnovato Istituto Alberghiero. L’idea era ed è quella di unificare concretamente mondo del lavoro e mondo della formazione, di trovare in se stessi forme di autofinanziamento e di investimento produttivo, aprendo ed utilizzando la scuola per tutti i 365 giorni dell’anno e trasformandola da costo e spesa in fonte di reddito; nello stesso tempo di dare vita ad un modello di Istituto professionale che, richiamando alcuni principi del modello ENALC, costruisca percorsi formativi che abbinino teoria e pratica, contatti diretti con i clienti, con gli ospiti e con la complessità del lavoro in presenza, in modo che l’apprendimento teorico sia inserito nell’orario di servizio tipico della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera. Questi in breve l’idea ed il progetto ai quali silenziosamente e con determinazione si è lavorato da più di un anno; difenderli con forza e ad alta voce spetta ora a tutti, a cominciare dalle Amministrazioni comunali di Capaccio-Paestum e di Agropoli e dai politici dell’Area affinché il profitto di pochi non sia di danno all’interesse generale di un territorio e dei suoi giovani. Con la stima di sempre. Aurelio Di Matteo Dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero “R. Paolillo” di Capaccio Paestum. no pianto greco. Mi fermo un attimo a considerare se si possa guardare al modello turistico della città regina della costa romagnola come a un faro utile ad orientare lo sviluppo di Capaccio. Ma a parte la similitudine territoriale, è velleitario credere che il nostro processo di sviluppo possa ricalcare le stesse fasi evolutive di Rimini. Soprattutto perché lì non tutto è stato positivo e noi, sulla scorta dell’esperienza, potremmo evitare gli stessi errori di percorso degli amici romagnoli. Di certo non dovremo replicare l’assurdità della loro politica del cemento. Venti anni fa il Dizionario della lingua italiana registrò la nuova voce «riminizzazione» per indicare il deturpamento del paesaggio con troppo cemento. In effetti sarebbe meglio «pestanizzare» Capaccio, cioè mettere in maggiore evidenza le sue vestigia classiche e valorizzarle con un’idoneo piano urbanistico che non le soffochi e che non faccia del cemento il suo unico business ma, al contrario, renda la città ‘vivibile’ sia per i residenti che per i visitatori. Invero c’è anche un’altra parola celebre coniata per Rimini che è «divertimentificio»: il paese dei balocchi aperto 24 ore su 24. Atteso che Paestum non dovrà essere «riminizzata» resta il fatto che occorre comunque creare anche da noi occasioni di svago per il tempo libero delle persone ospitate. Il nostro turismo, infatti, deve sì affermare maggiormente il suo peso culturale, la sua vantaggiosa «diversità» (Paestum è la più bella città magnogreca), ma nella piana dei templi anche lo svago dovrà avere diritto di cittadinanza. Il turismo moderno lo reclama. Tuttavia non dimentichiamo che ci sono dei risvolti drammatici che sarebbe utile non ripetere a Capaccio: la piaga della droga e le «stragi del sabato sera». Serve molta lungimiranza, ma anche competenza, coraggio, cultura e cooperazione per sperare in un verosimile rilancio del nostro turismo. Intanto però l’estate sembra scivolare via rendendo ancora più nera la crisi: anche il consumo dei gelati è in calo! Il dato la dice tutta, l’acqua (metaforicamente) ci è già arrivata alla gola. D’un tratto mi accorgo che il tempo è passato e sono arrivati anche Vittorio Merola e Franco Sica. Gli altri stanno sopraggiungendo. La riunione può finalmente cominciare. Alla fine della serata la Onlus ‘Associazione Amici del Calpazio’ da semplice idea condivisa si è trasformata in un consorzio umano, un sodalizio aperto a quanti sono disposti ad impegnarsi gratuitamente per la propria terra. Giorgio Cafasso [email protected] n°30 10 agosto 2007 13 CAPACCIO Bonifica, Matteo Franco si stacca da Quaglia “Il presidente trascura gli agricoltori e fa di testa sua” Stanco di sentirsi dire “Io sono il Presidente e faccio quello che voglio” Matteo Franco, componente del consiglio dei delegati e membro della deputazione amministrativa, ha preso cappello ed ha deciso di abbandonare la maggioranza che a Paestum sostiene il presidente Pasquale Quaglia al vertice del Consorzio di Bonifica di Paestum. Quaglia, il vivaista di Ponte Barizzo, come è noto ai più, basa la sua maggioranza su un solo voto in più, quello di Luigi Ciliberti, più volte all’onore delle cronache locali, ultimo episodio quello dello “schiaffo” a Giancarlo Carrano, consigliere d’opposizione nello stesso ente. “Sì, l’episodio occorso a Carrano ha acuito il mio disagio”, confessa Franco, agricoltore di Gromola. “Sono stato eletto per garantire ai consorziati servizi sempre migliori. Io non ho mire politiche o di altro”, dice. Non passa all’opposizione, semplicemente dichiara di non fornire più sostegno “organico” ed “incondizionato” all’esponente dell’Udeur. Franco tira fuori un ricco carteggio di lettere mandate a Quaglia. L’ultima, datata 27 luglio 2007, è quella più sorprendente. Racconta del sequestro della “terna” del Consorzio, un prezioso e costoso mezzo multiuso che pulisce anche i canali, ad opera della Forestale. Il fatto si verifica in contrada Laura. Matteo Franco mette nero su bianco le sue domande a Quaglia: “Chi ha dato incari- co di effettuare lavori senza la dovuta autorizzazione della deputazione amministrativa? Quali provvedimenti disciplinari intende applicare alla persona che ha autorizzato tutto ciò?”. Segue la tirata d’orecchi: “Ricordi, signor presidente, che gli automezzi del consorzio devono essere a disposizione degli utenti che pagano i ruoli contributivi i quali permettono al consorzio di esistere”. Ed ancora: “Rammenti ancora che siamo in emergenza idrica sia con l’irrigazione che con l’acquedotto, e con un mezzo meccanico in meno io non so come potrà sopperire a tutto ciò. Quale giustificazione troverà con gli “Tele al vento”, vince il grafico Carmine D’Amoato E’ un progetto del grafico battipagliese Carmine D’Amato a vincere “Tele al vento”, il primo Concorso nazionale di grafica per la caratterizzazione della vela di randa di “Stabiavela”, manifestazione in programma a Castellammare di Stabia dal 29 giugno al 1° luglio. Stabiavela ha come obiettivo principale quello di far conoscere, anche ai non addetti ai lavori, una sorta di “fronte acquatico” perfetto per tutte le attività relative al mare ed alla vela: quello di Castellammare di Stabia e dell’ideale “stadio della vela” che si estende da Napoli a Capri. Unendo sport, spettacolo e solidarietà, in vista della tre giorni, l’Associazione “Stabiavela” ha affidato a professionisti della creatività provenienti da tutta Italia il disegno del logo della vela di randa dell’imbarcazione “Meteor Stabiavela”. L’imbarcazione prenderà parte alla grande festa del mare patrocinata dalla Provincia di Napoli, dalla Città di Castellammare di Stabia, dalla Regione Campania e dalla Federazione Italiana Vela in programma domenica 1 luglio, dove è prevista la partecipazione di almeno settanta equipaggi e un totale di circa cinquecento velisti in mare. Carmine D’Amato è diplomato all’Istituto Europeo di Design. Ha collaborato con diversi studi di grafica del salernitano ed ha partecipato alla realizzazione del manifesto di benvenuto ai rappresentanti istituzionali convenuti al G7 di Napoli del 1994. Ha stilato diversi progetti per organizzazioni, enti e fondazioni. Attualmente lavora autonomamente tra Battipaglia e Capaccio. Diomira Cennamo utenti che sono ormai all’esasperazione?”. Due settimane prima è ancora Matteo Franco a scrivere e a ricordare come: “per l’ennesima volta, la quarta per l’esattezza, mi accingo a scriverle nell’intento di comunicarle i problemi presenti nel nostro comprensorio”. Segue un elenco, è in tre punti, ed alla fine c’è la conclusione: “Qualora non ci siano riscontri positivi sarò costretto ad informare i giornali”. I risultati non sono arrivati, ed eccoci noi a “riscontrare” le doglianze di Matteo Franco. “La pulizia dei canali Acque Basse e Compagnone è stata iniziata ma dopo due mesi non conclusa. Venga a vedere di persona”. Altre sollecitazioni per “Vasca di Colmata”, “Acque Medie”, “Cifrone”, località che preoccupano Franco perchè “ho il timore che al verificarsi di un possibile temporale estivo si possano avere delle serie conseguenze”. Franco si fa anche interprete del disagio degli agricoltori :”costretti a turni esasperanti, talvolta di due, tre giorni, seguiti addirittura dalla chiusura dei reparti, senza che venisse avvisato qualcuno di loro”. E qui non rinun- cia a censurare l’atteggiamento di “arroganza, strafottenza e menefreghismo” assunto da un piccolo gruppo di dipendenti. Perché se le riparazioni incidono sono a carico degli utenti, le perdite incidono sui costi di pompaggio per sollevare l’acqua dai pozzi. E c’è “A Laura Antonio Chiumiento non può entrare nei suoi terreni”. “Davanti alla Floricoltura Paestum ci sono delle pozzanghere perenni”. “Palma, Di Spirito ed altri chiedono il rifacimento di una condotta idrica fatiscente a Spinazzo, ma il geometra Guarino risponde che è tutto pronto ma manca il personale”. Però il 12 marzo sono stati assunti 25 operai avventizi. E poi ancora altre assunzioni. “Fatto ‘o ‘rre, viva ‘o ‘rrè!”. Il presidente sembra muoversi su questa linea. Troppo semplice!. Le guerre legali per farlo andarsi a sedere laddove è oggi a me, come ad altri amici, mi sono costate 5mila euro. Vorrei non pentirmi. La smetta con il clientelismo politico ed affronti i problemi!”. Cambia Quaglia, sembra dire Franco, hai ancora un’altra chance! Oreste Mottola La personale di Silvana Mazzaro “Le Voci di Rocca, Paese d’amore” ROCCADASPIDE. Aspido (documentato nel XII secolo), aspide, Cleopatra se ne innamorò morendone, Da cui Rocca d’aspide, Roccadaspide : di questo paese, alto e superbamente dolce, pietra e colori, è difficile sentir parlare Silvana Mazzaro senza immaginarla giovinetta volare per le sue strade scoscese, trasformarsi nelle ombre chiare del giorno in un’inquieta metamorfosi. Di questo grande amore nulla è per lei mutato in questi anni e ora, dalla sua prospettiva di artista, ci chiede di ascoltare il racconto che la sua memoria continua a suggerirle, quelle pietre tenere come carni materne, i balconi da cui s’apre a precipizio uno spazio familiare e sempre nuovo, e soprattutto i suoni. Perché Mazzaro ha voluto dipingere le voci di quelle pietre, i dialoghi mai scordati, il notturno ritirarsi del canto? I suoi dipinti parlano di questo suo paese e lo ritraggono apparentemente vuoto, il castello, i palazzi borghesi, le case povere, un paese corale, rappresentato da una pittura da ascoltare, e non solo da vedere. Le pietre e le tonalità dei colori esprimono infatti suoni trattenuti, grida, l’urlo nascosto, la voce, la gioia complice e il rassegnato dolore. L’assenza dei personaggi indica che il protagonista è il paese amato e contro cui la pittrice mostra di adombrarsi, di conservare asprezze che l’antica adolescenza le presta. Un paese che Silvana Mazzaro traduce e rinnova, ne fa un grande strumento musicale, e gloriosamente esalta nel suono alto del ricordo ancora pungente. La prospettiva nei suoi dipinti continuamente si ribalta ma è sempre uno scendere o un salire, un correre verso qualcosa che ci insegue. Interessante, intensa, questa mostra che Silvana Mazzaro dedica a Roccadaspide e a se stessa, e in cui esprime la maturità della distanza. Quelle pietre non sempre sono belle ma sempre sono vere: questo vuol comunicare l’artista allo spettatore nel donargli un frammento della propria vita, una traccia oltre la quale potrebbero apparire i volti che non si vedono e che la sua pittura mostra nascosti nella loro voce. Rino Mele La mostra è allocata nella Chiesa “del Carmine” in Piazza XX Settembre ed è visitabile fino al 10 agosto p.v., dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 18,00 alle 21,00. Appuntamenti Paestum Sabato 4 Sipario Aperto: Miseria e Nobiltà. Associazione Amici del Teatro LauraPaestum. Piazza della Basilica, ore 21.15. Ingresso gratuito. Info Azienda Turismo Paestum 0828.811016. Domenica 5 Accademia Magna Graecia in “Oh Sire!”. Paestum Villa Salati, ore 21.30. Bigliettoeuro 15. Abbonamento per tutti e tre gli spettacoli della rassegna euro 35. Domenica 5 Concerto bandistico. Capaccio capoluogo, piazza Tampone ore 20. Ingresso gratuito. Lunedì 6 Insieme per Caso in concerto. Paestum piazza Basilica ore 21. Ingresso gratuito Martedì 7 Paestum Festival X edizione. Pooh in concerto. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 30 gradinate, euro 40 posto numerato. Mercoledì 8 Paestum Festival X edizione. SpellBound Dance Company presenta Carmina Burana, coreografia di Mauro Astolfi. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 18 gradinate, euro 22 posto numerato. Giovedì 9 Paestum Festival X edizione. Paola Quattrini in Tesmoforiazuse – la festa delle donne di Aristofane, regia di Beppe Arena. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 18 gradinate, euro 22 posto numerato. Giovedì 9 Notte di San Lorenzo, Spettacolo musicale anni 60/70 con Claudio Tortora e la sua band. Capaccio capoluogo Piazza Tampone, ore 21. Venerdì 10 Paestum Festival X edizione. Alessandro Siani in Per tutti. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 20 gradinate, euro 30 posto numerato. Sabato 11 Paestum Festival X edizione. Balletto di Roma presenta Giulietta e Romeo con Kleidi Kadiu, coreografie di Fabrizio Monteverde. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 18 gradinate, euro 22 posto numerato. Domenica 12 Paestum Festival X edizione. La notte del tango conla partecipazione di Luis Bacalov Premio Oscar e Annamaria Castelli e con i Todo Tango diretti da Mauro Barras. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 18 gradinate, euro 22 posto numerato. Domenica 12 Accademia Magna Graecia in “Yerma, donna sul filo!”. Paestum Villa Salati, ore 21.30. Biglietto euro 15. Abbonamento per tutti e tre gli spettacoli della rassegna euro 35. Questo servizio è a cura di: Quality Tourism s.n.c. E-mail: [email protected] Paestum.it E-mail: [email protected] 14 ECONOMIA n°30 10 agosto 2007 Perdifumo, cittadinanza onoraria a Lar r y Nazario Parag ano Il 27 luglio 2007 nell’aula consiliare del Comune di Perdifumo è stata conferita la cittadinanza onoraria a Larry Nazario Paragano, fondatore nel 1998 dell’associazione “Amici per Camella e Perdifumo”, nata per promuovere la cultura dei luoghi della sua adolescenza, in particolare attraverso la creazione di un fondo dedicato alla manutenzione degli edifici ecclesiastici. A causa di un grave lutto familiare Larry Paragano non è potuto essere presente alla cerimonia ed è stato rappresentato dal giovane nipote, Nazario Paragano. E’ stata inoltre conferita la cittadinanza onoraria al prof. Frank Gargione, consulente della Nasa ed amico fraterno di Larry. La serata è proseguita a Camella con la prima edizione del “Premio Sant’Arcangelo” istituito per promuovere la cultura sotto ogni aspetto rivalutando, nel contempo, i valori fondamentali della cilentanità. Dopo i saluti dell’avv. Francesco Pecora, sindaco del Comune di Perdifumo, e del presidente dell’associazione “Amici per Camella e Perdifumo”, Paolo Avella, sono stati premiati il prof. Bartolomeo Farzati, docente di patologia clinica II Università di Napoli, Frank Gargione, consulente di sistemi satelittari e rappresentante della Nasa alla Lockeed Martin, il tenentecolonnello Maurizio Di Gregorio, comandante del Gruppo Carabinieri Antisofisticazioni –dirige i Nas presenti nell’Italia Meridionale-, ed il prof. Francesco Volpe, docente di storia moderna e storia sociale all’Università di Salerno. Erano presenti alla cerimonia in qualità di relatori la dr.ssa Gilda Rorro Baldassari, vice console onorario d’Italia a Trenton (USA), mons. Salvatore Della Pepa, mons. Guglielmo Manna e l’on. Giuseppe Fronzuti. La giuria è stata presieduta dal prof. Vincenzo Pepe, docente di di- ritto costituzionale comparato alla II Università di Napoli nonché presidente della Fondazione G.B. Vico Vatolla. Hanno condotto la serata Anna Rita D’Andretta, di TeleSalerno Uno, ed il giornalista di Telecolore Guido Carione. L’OPINIONE Corona, una presenza indecente Non so se sono io che percepisco male la situazione attuale o è proprio così? Io, da un po’ di tempo, ho la sensazione che qui quasi nessuno più fa il suo dovere. Vi sono una serie di cose piccole e grandi che non funzionano, soprattutto nel settore pubblico. Ognuno, se si ferma un attimo a riflettere, si rende conto che il senso del dovere si è ridotto notevolmente. Occorre una nuova stagione dei diritti e dei doveri. L’altra sera parlavo con un funzionario della Regione Campania e mi diceva che anche lì non si decide più niente per merito ma solo per “amicizia”. È un po’ così dappertutto negli enti pubblici, c’è mercimonio dappertutto. Chi non fa il proprio dovere è un ladro perchè percepisce uno stipendio che non merita. L’indolenza (e l’incompetenza) verso il proprio dovere è così diffusa che il cittadino ne esce fortemente penalizzato. Ma anche il cittadino non fa il suo dovere. Non ci s’indigna di fronte a questo stato di cose e si diventa complice. Il cittadino che non ha “voglia di pulizia” è complice. E questo mi preoccupa ancora di più. Questo vuol dire che c’è uno stato di assuefazione. Più cresce questo stato di assuefazione e più stiamo male. Non ci vuole molto a capire ciò. Mi hanno fatto riflettere, di recente, due eventi verificatisi ad Agropoli. Una esibizione di un tale Corona, noto per essere stato in galera per affari di foto ai VIP rubate e poi vendute o cose simili, a cui hanno assistito, mi dicono, circa 4.000 persone. Un fatto indecente, in una società normale questo signore non avrebbe dovuto trovare nessuno ad ascoltarlo! Poi ho ascoltato, sempre ad Agropoli, don Luigi Merola, il giovane prete anti camorra di Napoli, che ha detto delle cose sacrosante proprio a proposito del fatto che qui nessuno fa più il suo dovere e lui era molto preoccupato perché un simile atteggiamento incoraggia anche il malaffare e la delinquenza. C’era meno gente! Vi rendete conto di come ci ha ridotto certa televisione? Siamo dentro una “tragedia” di enormi dimensioni e non ce ne rendiamo conto... Come mai non ce ne rendiamo conto? Come mai devono venire delle persone da lontano per elevare qui il grido d’allarme e noi non lo facciamo? Alziamo la testa, drizziamo la schiena, prima che sia troppo tardi! Antonio Marino [email protected] RIVERBERI aforismi di Germano Bonora -Nessuno è detentore della verità, ma ognuno può aiutare l’altro, maieuticamente, a cercarla. -La domenica per molti è il giorno della partita di pallone o del weekend. Bene ha fatto il papa ad ammonire che la domenica è il giorno del Signore: dies Domini nel Vecchio Testamento, dies Christi nel Nuovo. -Nessuno è più democratico di Dio, che rispetta a tal punto la volontà degli uomini da non intervenire neppure quando crocifissero il Figlio. -Padre Giacomo Selvi amava dire evangelicamente: “Vivi nel mondo, ma non come il mondo”. -Chi confida in Dio, non teme i pericoli di questo mondo. -La fede in Dio, quando è autentica, non limita, ma esalta la libertà dell’uomo. -In tutte le religioni - è stato detto da san Giustino martire nel secondo secolo e ribadito da Giovanni Paolo II - si trovano semi della rivelazione di Dio. -La religione e la morale non si insegnano né si impongono con la forza, ma si comunicano con l’esempio e la coerenza quotidiana. -La ragione ti fa riconoscere i pericoli, suscitando in te la paura per evitarli. Ma soltanto la fede in Dio ti dà il coraggio e la forza di vincere sia i pericoli sia le paure. -Gesù volle dare agli apostoli un esempio concreto di umiltà, lavando i piedi a ciascuno di loro. L’umiltà, dunque, è servizio reciproco. Carità. -Non si può vincere il male con il male. Come non è possibile scacciare i demoni - vizi e peccati capitali in nome di Beelzebùl, principe dei demoni. -L’uomo teme più la sofferenza che non la morte. Ma senza il dolore non si rinasce a nuova vita. -Il perdono è la virtù dei forti, e nasce dalla forza dell’amore. -Gesù non condanna la ricchezza in sé, semmai l’uso disonesto che se ne fa. -La ricchezza potrà essere giudicata onesta o disonesta soltanto dal modo in cui si è andata accumulando. -Ministro deriva dal latino minor e dovrebbe significare minore, servo. Minori sono i seguaci di Francesco. Molti dei quali sono autentici servi di Dio. -Quando la ricchezza è frutto d’inganno, se non te la senti di fare come Zaccheo, restituisci almeno il maltolto. n°30 10 agosto 2007 15 CILENTO Una gustosa sorpresa attende i turisti di Ascea: la bio-spiaggia a base di prodotti tipici e calici di Fiano doc ASCEA MARINA, CILENTOCi sarà una gustosissima sorpresa per i bagnanti affezionati alle chilometriche spiagge di Ascea Marina: arriva la biospiaggia. Già alla ribalta grazie all’assegnazione della bandiera blu ad opera del Free, l’organismo internazionale deputato al riconoscimento delle acque più azzurre e pulite, Ascea torna sotto i riflettori grazie alla bio-spiaggia e al bio-distretto “Colline di Elea-Velia”, di cui il Comune è soggetto promotore. Ma cos’è la bio-spiaggia? Come ampiamente spiegato dal sindaco Mario Rizzo in una precedente intervista ad “Unico”<<Il turismo nel Cilento ha bisogno di essere destagionalizzato e tipicizzato, a dire che non c’è soltanto il mare e le spiagge, c’è anche la possibilità effettiva di ampliare il punto di vista di una realtà specificamente balneare, per condurlo verso una fruizione del territorio a 360 gradi>>. Il Cilento non è soltanto un luogo da vacanza estiva, è altrettanto meritevole d’attenzione durante l’intero corso dell’anno. Tutto ciò è possibile grazie al Parco Na- continua da pagina 1 Parco, l’esistenza inutile di un ente utile C’è bisogno di un Ente che detti regole certe che armonizzi la crescita, che armonizzi le regole affinché ci sia un eguale rispetto per l’ambiente, ci sia una eguale attenzione a ciò che resta nei nostri paesi delle antiche tradizioni, ci sia una eguale atteggiamento degli operatori turistici, ci sia una crescita della cultura dell’accoglienza che è l’anticamera del turismo. Tutto ciò è compito del Parco. Fare da collante di questa grande esperienza che è il turismo nel Cilento. Questo il Parco non l’ha, quasi mai fatto, di certo non lo sta facendo adesso. Eppure per bocca del ministro Alfonso Pecoraro Scanio, su queste colonne, abbiamo appreso che l’ultima finanziaria ha riservato anche maggiori fondi ai Parchi. Occorre spenderli e spenderli bene: con le giuste finalità e senza clientelismi. Anche se, a mio avviso, per gestire un Parco non ci vogliono solo i soldi. Ci vuole gente di un grande spessore culturale perché il turismo è soprattutto cultura. Invece, vedo che si candidano a succedere a Tarallo una serie di politici che non ragionano di ciò, ma si accaniscono solo contro Tarallo. Con loro la situazione di certo non migliorerebbe. Li vedo solo attenti ad un unico cambiamento, quello del Presidente. Togliti tu, che mi ci metto io. Sento parlare di candidati nel Consiglio Direttivo che non sanno niente di turismo, anzi come amministratori locali hanno fatto solo danni nel proprio paese. Con una spudoratezza esemplare si candidano a gestire il Parco come fosse la gestione di un condominio. Al peggio non c’è fine: vi sono dei politici per mestiere che ormai fanno solo quello, che vivono alle spalle di chi lavora, che percepiscono stipendi che non meritano e che altri devono sudare, che si vanno candidando ogni giorno ad ogni carica vacante e non vacante. La cosa peggiore è che più sono in- competenti e più fanno fortuna. Sarebbe ora che qualcuno cominciasse ad indignarsi per queste cose… prima che sia troppo tardi! Il ministro Pecoraro Scanio prima ancora che intestardirsi per Tarallo farebbe bene a dettare un vademecum delle giuste qualità che deve avere un buon amministratore di Parco in modo da mettere dei paletti che non lascino passare gli avventurieri altrimenti sprechiamo il denaro pubblico ed il progresso si allontana ancora di più. Antonio Marino zionale, che preserva l’ambiente; grazie alla presenza di aree interne quasi “incontaminate” che conservano le loro antiche tradizioni nelle produzioni agroalimentari. Complice è anche il clima non particolarmente afoso d’estate e mite d’inverno. Inoltre, la presenza giacimenti culturali come Paestum e Velia e la cresciuta ricettività turistica fatta soprattutto di hotel e strutture agrituristiche completano l’opera. Elementi favorevoli che hanno incoraggiato il Comune di Ascea ad attivare tutta una serie di iniziative finalizzate alla promozione e allo sviluppo bio-sostenibile integrato del territorio. Così, Ascea è il primo bio-distertto in Europa. Da tutto ciò è nata la bio-spiaggia. Ed allora lunedì 13 agosto i bio-bagnini di Ascea distribuiranno vassoi di cacioricotta cilentana, di “mozzarella nella mortella”, di maiale nero e fichi bianchi del Cilento, il tutto bagnato con calici di ottimo Fiano Doc. Ma non finisce qui…a seguire il concerto dei Tinturia, famosa band siciliana, presso l’anfiteatro della cittadina. Mariana Lerro & Abbonamento gratuito per un anno ad Per i Cilentani a Salerno* Segnalateci lindirizzo completo di Cap di un amico, un parente, un conoscente. Ricevera` a casa il giornale per 48 numeri Tele.: 0828 720114 Fax: 0828 720859 E-mail: [email protected] * riservato ai residenti Salerno città CILENTO 16 IMPRONTE n°30 10 agosto 2007 Storie di Cilentani a Salerno Antonio Scuderi, un avvocato per caso mancato archeologo Virginia Woolf diceva: “Trova una collocazione a qualsiasi frammento si presenti sulla tua strada”. Questa affermazione potrebbe calzare a pennello al personaggio di questa settimana perché è uno dei tanti che si sono lasciati trasportare dalle onde dell’imprevisto, pur mantenendosi ancorati a principi e valori sempre saldi nella mente e nel cuore. Affabile, dai modi di vero gentleman, dallo sguardo vivace, parliamo dell’ avvocato Antonio Scuderi, nativo di Agropoli, della cui cittadina parla come di una donna, innamorato…Con lui l’intervista acquista i toni informali di una bella chiacchierata perché è una persona che mette a proprio agio chiunque. Snello e longilineo nell’aspetto, porta un bel paio di baffi da esploratore d’altri tempi, sopra un sorriso sincero ed accattivante. Dapprima comincia a parlare con posata nostalgia, cadenzando le parole, ma sempre con grande voglia di raccontarsi, poi la comunicazione si caratterizza sempre più da uno scroscio di sillabe che rimbalzano nell’ aria fino a trasformarsi in un musicale crepitio. “Mio padre era di Catania, mia madre agropolese…Si è cercato, con me, di “combinare” l’esplosione sicula e la gaiezza campana…”, comincia a dire con entusiasmo. Poi riprende: “Per me lo sguardo è un fondamentale mezzo di comunicazione. Non mi sottraggo mai allo scontro o incontro dialettico, ma adoro guardare negli occhi la gente. Attraverso lo sguardo, ci si accorge di molte cose… per esempio se chi sta di fronte è imbarazzato o sereno, se è una persona sincera o meno, insomma, lo sguardo è espressione dell’anima…”. Sta evidenziando non a caso un lato del suo carattere…Qual è, invece, il lato che vorrebbe presentare per primo? “Oltre ad essere appassionato al rapporto diretto con gli altri, credo che il lato preponderante del mio carattere sia la curiosità…”. Qual è la sua giornata tipo? “La mia giornata tipo è caratterizzata da segmenti di vera routine… Si può dire che vivo più a Salerno, dove mi occupo degli affari del mio studio legale, che ad Agropoli…Prendo il treno ogni mattina, con tutti i pro ma soprattutto i contro dell’essere pendolare… Se è vero che bisogna trarre il lato positivo da quello negativo, devo dire che, nonostante tutto, il viaggio in treno mi aiuta a riprendere in mano un buon libro da leggere o mi invoglia a meditare e ad organizzare mentalmente il mio tempo… Ma prima di chiudere la porta di casa, c’è un particolare a cui tengo molto ogni mattina, appena sveglio. Si tratta della prima colazione in compagnia di mia moglie. Per me è un rituale al quale non mi sottraggo facilmente, è un modo per dedicare del tempo a me e di conseguenza anche a lei ma soprattutto per iniziare bene la giornata, in maniera che possa essere un ritaglio di tempo di vita privata nel quale rilassarsi almeno un po’…”. Può raccontarci del ragazzo di ieri e dell’ uomo di oggi? “Volentieri…Desidero precisare subito che i miei percorsi di vita sono stati frastagliati come le nostre coste cilentane…Voglio dire che mi trovo ad esercitare la professione di avvocato, veramente per caso e vi racconto perché…cominciando da lontano. Già a diciassette anni ho conseguito la maturità classica ad Agropoli, poi la laurea in giurisprudenza, ma non volevo fare l’avvocato. La dico tutta? Mi sono laureato per accontentare in special modo mio padre… Ho cominciato, invece, a lavorare come operaio in una fabbrica a Battipaglia, la Stirosir che produceva films propilenici…Nell’’80, intanto, diventai consigliere comunale ad Agropoli. Mi iscrissi, poi, alla pratica forense, e mentre lavoravo, feci l’esame da procuratore per avere due giorni di ferie retribuite. Intanto, mio malgrado superai l’ esame e adesso mi trovo a fare l’avvocato…”. Se non voleva fare l’ avvocato, che cosa le sarebbe piaciuto essere? “Il politico e… l’archeologo. La politica, con l’alternanza delle vicissitudini, costituisce per me una droga da cui cerchi di disintossicarti ma non ci riesci… I veri appassionati del mondo politico mi potranno capire: puoi starne anche lontano ma rimane sempre una grande nostalgia e una gran voglia di estrinsecarsi e di agire… Intanto mi sarebbe piaciuto fare l’archeologo perché sono appassionato di testi geroglifici e di grammatica egizia”. Mi perdoni, ma ha proprio l’aspetto dell’esploratore…Anche in politica ha sempre cercato di esplorare qualcosa o qualcuno? “Sì, naturalmente, anche e soprattutto in politica: ho tentato di fare il sindaco, ad Agropoli, ma non ci sono riuscito per una manciata di voti… Sono un esponente dello Sdi che si appropinqua alla “Costituente socialista”. Credo fortemente che in Italia ci sia l’ esigenza di un partito socialista. In molti di noi c’ era un senso di rivalsa contro il partito comunista e questo ha impedito a tanti di ragionare di socialismo. Questo momento è finito e aumenta la voglia di essere nelle schiere del partito socialista europeo che si contrappone al polo moderato che è rappresentato dal partito popolare europeo”. Che tipo di padre è? “Né troppo permissivo, né troppo repressivo… La mia attuale moglie era già separata con figli. La forte soddisfazione è che i ragazzi mi hanno accettato… Dal nostro matrimonio, invece, è nata Benedetta che adesso ha sedici anni. Con loro cerco di colloquiare molto, cerco di capire i loro umori e le loro esigenze, di vivere i momenti sia belli che brutti della loro vita. Il rapporto padre e figlio è una di quelle materie da apprendere strada facendo e di cui non puoi farti maestro…”. Che cosa si augura per loro? “Mi auguro che facciano sempre ciò che desiderano…” Che cosa le piace di Agropoli? “Io invito tutti ad andare giù al porto all’ imbrunire, quando la luce del giorno comincia a calare, acquistando nuovi colori… Mi soffermo a guardare anche la luce dei lampioni sull’Agropoli vecchia… E’ una vista che mi rapisce l’anima. Mi piace poi scorgere la chiesa di Costantinopoli e le casette bianche abbarbicate come in un presepe sulle rocce che si ergono dal mare…”. E’ anche un poeta… parla di Agropoli come un uomo innamorato della sua donna… “Sì è vero… amo Agropoli, è il mio paese, non solo perché ci sono nato ma perché puntualmente mi ci ritrovo. Mi metto, poi, sempre negli occhi di una persona che la vede per la prima volta…”. Avrà anche difetti? “Certamente, d’altronde come tutti i paesi…Agropoli si è sviluppata senza sapere dove volesse andare… Io poi dico: vogliamo fare turismo? E allora facciamolo! L’euro è oramai dappertutto: gli imprenditori non hanno più problemi di nazionalità. Ci sono mercati che aspettano gli investitori. Nelle nostre aree, il costo è alto e i servizi scadenti: occorre una strategia che si chiama “sistemaCilento”, il quale non può essere legato a un solo paese… Dobbiamo essere territorio: il sistema, l’unione crea fascino. La classe politica, intanto, deve uscire dal guscio e deve maturare, una buona volta! Viviamo una realtà che è quella dell’unione europea. Abbiamo avuto fondi europei che sono stati distribuiti “a pioggia” ma così non va bene perché non tutti i nostri paesi hanno i depuratori e sussistono ancora problemi di viabilità, senza la volontà, invece, di creare vere e proprie infrastrutture…”. Che cosa vuol dire, per lei, la parola giustizia? “Pensare a far del bene. Dare lavoro alla gente. Essere solidali. Pensare agli altri. Rimuovere le grandi sacche di povertà. Il colonialismo è finito, non c’è più la via delle spezie. I paesi vanno aiutati. La terra va aiutata, ma la stessa deve far leva su veri uomini che si prodigano per il suo equilibrio ecologico. Il senso della giustizia, per me, è dunque salvare, salvarci, salvare la terra: se non riusciamo a farlo, saremo uomini che possono dichiarare apertamente il loro totale fallimento!”. A lei, una persona curiosa quale si definisce, quale paese piacerebbe esplorare? “Sono tanti i luoghi che vorrei visitare…Instanbul, la Terra Santa, la Cina, il Perù… Nella vita è davvero importante essere curiosi, allena lo spirito…”. Un modo per definirsi? “La gente o mi ama o mi odia. Non ci sono vie di mezzo. Certo è che non penso proprio di suscitare totale indifferenza, anzi…”. Rossella Oricchio [email protected] n°30 10 agosto 2007 CULTURA 17 “ C a p o l a vo r i m i n i m i / m a s s i m i ” “ I l v e r de e i l b l u ” d i M a r c o Dorfles “benedice” Carol Rama Vecchio dal 30 luglio al 6 agosto a Le Trabe A ridosso delle poderose mura dell’antica Poseidonia, immerso nelle sconfinate coltivazioni di granturco, si trova il Museo dei Materiali Minimi. Gli steli delle pannocchie, alti e fitti, impediscono la vista delle architettura doriche, ma la loro presenza si avverte nell’aria, come se in ogni attimo la luce del sole spandesse in tutti gli angoli della città un frammento della eterna ombra delle sacre vestigia care agli dei dell’Olimpo. È in questa cornice mitica, fantasmagorica, che riprende l’attività del MMMAC, che vive di nuova linfa grazie al sapiente intervento di ristrutturazione del maestro Pietro Lista. La galleria viene prima di tutto ampliata, dopo l’abbattimento di una parete che originariamente divideva il capannone in due parti, articolando l’ambiente in aree spezzate qua e là da diversi separè. La perfetta illuminazione a lampade alogene fa il resto. Per finire, il cavallo di Paladino viene rivestito del suo mantello di sabbia dorata dei lidi di Paestum, mentre all’ingresso troneggia il colosso luminoso opera di Marco Lodola. Ovviamente in questo fervente clima di rifondazione artistica non poteva mancare la figura cardine dell’attività culturale di Paestum: il cittadino onorario Gillo Dorfles. Dorfles si è premurato di organizzare, coadiuvato da Nuvola Lista, una mo- stra per celebrare la riapertura del museo, e la scelta è caduta sull’artista torinese Carol Rama. Carol Rama entra a far parte del MAC (Movimento Arte Concreta) alla fine degli anni’50. Oltre a Gillo Dorfles, che è uno dei fondatori del movimento, Carol Rama coltiva tante altre amicizie illustri: Edoardo Sanguineti (che ha accompagnato con poesie capricciose e piccanti la sua produzione fin dagli anni ’60), Italo Calvino, Andy Warhol, Orson Welles e Man Ray. Ma l’opera di Carol Rama viene riconosciuta e rivalutata dopo l’incontro, avvenuto nel 1980, con Lea Vergine, che organizza un’esposizione in cui vengono apprezzati anche i lavori giovanili dell’artista torinese. In Carol Rama, per dirla con Gillo Dorfles, “il naïf si mescola al perverso; il lirico al tenebroso; il candido al sarcastico”: dalle agonizzanti figure monche all’inquietante serie della “mucca pazza”, dalla lingue infuocate delle “Lusinghe” fino alle personali rivisitazioni della Tomba del tuffatore e del puntinismo con “Edmo I” e “Nuova Caritide”, Carol Rama esprime tematiche irriverenti in modo non maleducato, vuole essere cruda e violenta, ma senza essere mai pornografica e sanguinaria. Dorfles parla di “capolavori minimi – massimi”, ed è proprio questa relatività dell’opera d’arte che rende legittimo l’inserimento di Carol Rama in quella classifica che la vede tra le cento più importanti artisti del secolo scorso. Tuttavia, le sue “Appassionate” e i bricolages come i “Pissoir” vorrebbero incontrare con più frequenza gli occhi dei visitatori, che però, attualmente, sembrano più attirati dalla tranquilla vita balneare e, anche se si spingono un po’ più avanti, non riescono a guardare oltre le colonne doriche e gli alti steli di granturco… Elio Di Pace “Il verde e il blu”. Questo il titolo della mostra (aperta al pubblico dal 30 luglio al 06 agosto 2007, dalle ore 11,00/14,00 e 19,00/23,00 – ingresso libero) che attraversa le produzioni artistica di Marco Vecchio. Pittura, ceramica, scultura: sono alcuni dei procedimenti adottati da Vecchio per esprimere la propria linea artistica. Una linea che pur guardando i dettati estetici transavanguardistici rivolge il proprio interesse entro dinamiche “deboliste” (Vattimo) per instaurare un rapporto di piacevole disinteresse rispetto alle cose e fare del lavoro e della ricerca un passionale impulso che volge alla vivificazione ludica della dimensione creativa. Con questa mostra Marco Vecchio dà origine ad un gioco silenzioso (impalpabile, sottinteso): il proprio progetto confida sui copioni mentali – le immagini stereotipate – di chi guarda l’opera, lasciando, a chi osserva, l’arduo compito di ricreare, nella propria mente, i tasselli mancanti alle rappresentazioni messe in mostra. (E il fruitore, costretto a riparare la mancanza, vive un rapporto di assembramento, ma anche di compartecipazione e di compenetrazione con l’opera). Così, la superficie – legno, tela, lastra –, si fa luogo della sperimentazione gestaltica; e la pennellata – segno, graffio polisemico, scricchiolio agitato, colatura erotica –, tracciato da seguire per ritrovare un originario disegno, un primitivo gusto di fare arte. «Dopo un lungo e affascinante percorso ritrattistica» avvisa Antonello Tolve nella Presentazione in catalogo, «(ritrarre qualcosa vuol dire «mettere in luce la struttura del soggetto: la sua sub-gettità» avvisa Jean-Luc Nancy) – che in questa nuova produzione ritorna energicamente rinnovato pur mantenendo forte un discorso legato a Jachson Pollock, ad Amedeo Modigliani, a Francis Bacon, al graffitismo americano, ai murales metropolitano, all’underground, al postmoderno, alla cybercultura post-punk, all’androginia – sempre carico di effetti spaesanti, sintetici e profondamente realistici, Marco Vecchio prolunga la propria riflessione sul corpo, sulla verticalità (sull’eroticità del supporto che coincide con un ritorno alla tela), sulla temporalità della pittura – non già intesa come messa in movimento dell’opera ma piuttosto come vibrazione, narrazione creativa e messa in questione della solidità dell’opera a favore di un processo decisamente metamorfico con il quale non solo l’arte ma anche la vita deve fare i conti». Tel 0828.720114 Fax 0828.720859 e-mail: [email protected] url: www.unicosettimanale.it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola [email protected] In Redazione dalla prima SANTI E BRIGANTI Non vorrei entrare in polemica con chi mi ha dato utili insegnamenti e verso cui nutro una familiare simpatia, ma credo che lo stesso professor Liuccio, poeta autorevole ed originale, sicuramente la figura cilentana intellettualmente più competitiva degli anni settanta e ottanta e che ancor oggi rappresenta magnificamente l’essenza del suo “pizzo” d’origine, stenti a riconoscere (non ne ha mai scritto e non me ne ha mai parlato, forse per eccesso di compostezza) che tutta l’intellettualità di questa intrigante fetta della provincia salernitana riesce solo a produrre insignificanti premi di poesia, vagamente letterari, che hanno il pallido effetto di inorgoglire qualche professio- nista di provincia con l’hobby della prosa e della versificazione. Invito, pubblicamente, i professorini e gli impiegati del “poetic tour operator” cilentano a dare sfogo alla loro superficiale vanità nell’ambito di associazioni bocciofile e di smetterla di richiedere le sovvenzioni degli enti locali sprecando banalmente danaro pubblico. Manifestazioni messe su da patetici logorroici che sgrammaticano vergognosamente e grottescamente autoreferenziali non meritano nemmeno l’attenzione di un pubblico analfabeta, ci si figuri se possono essere organizzate con i soldi dei contribuenti. Al fine, istrionico ed opportunamente “zelluso” trentinarese (Liuccio), inve- ce, rivolgo un appello che di personale potrebbe avere ben poco e che forse riflette le aspettative di tutte le anime sensibili e di collaudata intelligenza del Cilento. Si prenda la briga, l’ottimo professore, se ha tempo e se si trova nelle condizioni per farlo, di valorizzare, dall’alto della sue competenze ed esperienze, i giovani talenti intellettuali ed artistici, tristemente penalizzati da un sistema che privilegia gli “ammanicati” e le mezze tacche. Intorno ad un maestro del genere le nuove generazioni cilentane potrebbero prendere coscienza dei propri mezzi e del proprio valore e trovare lo slancio per riscattare il passato reazionario di una zona abitata da sempre da uomini e donne di altissima e ancestrale dignità. Diventa brigante, professor Liuccio! In parte, lo sei già stato. Forse che il sottoscritto non ne interpreti una fattispecie moderna?Logicamente, bisogna nascondere bene rozzezza e brutalità; diversamente a che serve fare un discreto uso delle parole e osservare decentemente la consecutio temporum? Che uomini ignoranti e ben in vista vengano fatti santi è finanche regolare. Non è normale che questi predichino e razzolino indisturbati. Ci vediamo al “rifugio”, professore. E fai attenzione che la gendarmeria non ti segua, altrimenti sono …zzi! Oscar Nicodemo Vincenzo Cuoco, Enza Marandino Segreteria di Redazione Gina Chiacchiaro Tiratura: 5000 copie Grafica ed Impaginazione Grafica fBasile Designer grafico Stampa Grafiche Letizia - Capaccio (Sa) Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n.119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 20,00 Euro Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s.r.l. Inscritto all’Unione Stanpa Periodica Italiana n°30 10 agosto 2007 È uscito “Le Ricette del Cilento”, un grande libro ad un piccolo prezzo! Basta guardarsi in giro nelle edicole, librerie o bancarelle e ci rendiamo conto che siamo invasi da libri di ricette per tutti i gusti e le tasche. La maggior parte di questi libri sono scritti in modo molto approssimativo. Per esempio: capita che sono elencati degli ingredienti che non sono richiesti nella preparazione, le misure e le proporzioni sono errate oppure che vengono utilizzati ingredienti introvabili e poco noti. Mi è bastato un rapido sguardo sull’ultimo libro di Luciano Pignataro, “Le ricette del Cilento – La dieta mediterranea nel Parco Nazionale in 700 piatti della tradizione familiare e della ristorazione”, per capire che avevo tra le mani qualcosa di diverso che non vuole essere un libro qualsiasi, ma uno strumento preposto alla divulgazione della cultura enogastronomica del nostro La ricetta Fusilli agli ortaggi del Monte Carmelo Ingredienti per 4 persone: 500 g di fusilli freschi - 200 g di melanzane - 100 g di zucchine -100 g di falde di peperoni rossi e gialli 30 g di olive nere snocciolate – aglio – basilico - 1 cipolla piccola pomodorini freschi - olio extravergine d’oliva - sale – pepe - rucola - pecorino. Procedimento: Lessate i fusilli in abbondante acqua bollente salata, colateli al dente. Tritate finemente la cipolla, soffriggetela in un po’ d’olio, unite la melanzana pelata e ridotta a cubetti e inserite le zucchine e i peperoni, fate insaporire a fuoco vivo. Aggiungete il prezzemolo, le olive sminuzzate, i pomodorini freschi, il sale e il pepe. Lasciate cuocere il tutto a fuoco lento per 10 minuti, aggiungendo un po’ d’acqua se necessario, successivamente unite i fusilli lessati e scolati al dente e fateli saltare nel sugo per farli insaporire bene con rucola e pecorino, cospargendoli alla fine con un trito di basilico. Vino consigliato: Cilento Aglianico Doc, Az. Cuomo - I Vini del Cavaliere, Capaccio Paestum La ricetta è tratta dal libro “Le Ricette del Cilento” Cilento e alla dieta mediterranea. La stessa, ed è cosa nota, che il famoso scienziato americano Ancel Keys, che visse a lungo a Pollica, studiò e descrisse sin nei minimi particolari. Keys aveva notato che con il modo di mangiare dei cilentani erano praticamente assenti le malattie cardiovascolari. Lo ripetiamo per chi non lo sa, la “nostra” dieta è caratterizzata da abbondanti quantità di prodotti vegetali (frutta, verdura, pane, altri tipi di cereali, legumi, noci e altri frutti a guscio, semi), frutta fresca al posto del dolce per concludere i pasti, olio d’oliva come principale fonte di grassi, latticini (soprattutto formaggio e yogurt), piccole o medie quantità di pesce e pollame, da zero a quattro uova alla settimana, poca carne rossa e vino consumato in modeste quantità, solitamente durante i pasti. Come detto sopra, l’autore del libro è Luciano Pignataro, giornalista del “Mattino” e autore di numerose guide enogastronomiche della Campania e del Mezzogiorno, inoltre, per la guida Vini Buoni d’Italia del Touring Club (guida che si sta imponendo per la sua serietà), cura le selezioni in Campania, Basilicata e Calabria. Nel libro, fresco di stampa, ci sono testi di Carmine Battipede, Geppino D’Amico e Eugenio Luigi Iorio, oltre a ricerche di Diodato Buonora, Anna Caramante, Gianpaolo Calzolaro, Daniela Di Martino e Marianna Lerro. Le 700 ricette sono suddivise in 50 preparazioni con il pane e le pizze, 151 ricette di pasta, 153 piatti della autentica cultura vegetariana dell’orto e dei campi, 130 proposte di pesce e 110 di carne, oltre a 70 dolci e 25 tecniche di conservazione del cibo, sono state proposte da gente comune e da ristoratori e chef che lavorano nei locali più rinomati da Paestum a Palinuro, dagli Alburni al Vallo di Diano, dall’Alto Sele al Golfo di Policastro. Esse sono state scritte, redatte ed impaginate in modo da essere facilmente leggibili e con una semplicità senza eguali. Il libro è uno strumento utilissimo a chi si vuol avvicinare alla nostra storia e cultura locale dell’enogastronomia. In esso troviamo un’ampia parte dedicata al vino con gli indirizzi di tutte le aziende cilentane, delle enoteche e dei winebar e per chi vuol sapere di più, ci sono i disciplinari delle nostre doc e igt. Poi, in appendice, troviamo le aziende dell’extravergine Cilento, i ristoranti e le trattorie segnalati dalle guide, i forni, le pescherie, le macellerie e le salumerie, le carni e i formaggi di capra cilentana, la carne di bufala, la mozzarella di bufala, il caciocavallo e i formaggi, la mozzarella nella mortella, i carciofi, i ceci, i fagioli, i fichi, i marroni, le conserve di frutta e ortaggi e il miele. “Le ricette del Cilento” è un libro adatto sia a chi cucina in casa, sia a chi lo fa al ristorante e cosa molto importante, costa solo 10 euro, la stessa cifra che spendiamo, se ci va bene, per mangiare una pizza e bere una birra. Veramente un’opera che non può mancare nella vostra biblioteca o … in cucina. Luciano Pignataro, Le ricette del Cilento, Edizioni dell’Ippogrifo, 576 pagine, euro 10,00. Per chi non riuscisse a trovarlo può richiedere il volume scrivendo a [email protected] o telefonando all’editore Franco Ciociano (347.0503455 e 081.5177000). L’associazione “diVini Assaggi” propone “Fragole & Spumante” Ancora un’interessante manifestazione proposta dall’associazione enogastronomia cilentana “diVini Assaggi”. Domenica 12 agosto, allo Shiné Club, presso il Lido Clorinda (Laura di Paestum), sarà organizzata la prima festa “Fragole & Spumante”, un appuntamento destinato ai gourmet e agli amanti del divertimento. Di cosa si tratta? In questa serata scorreranno fiumi di Selim, l’unico spumante cilentano che è prodotto dalla rinomata azienda De Conciliis; ci sarà un angolo (Sigar bar) dove si potranno fumare sigari di qualità accompagnati da cioccolato e da ottimi rhum; per gli amanti dell’Egitto sarà allestito un angolo (Arabian Place) dove si potrà fumare il famoso “Narghilé”; “diVini Assaggi” e lo “Shiné” allestiranno un mega buffet con diverse variazioni di fragole e ananas; per concludere tanta musica “blues and jazz” del maestro Nicola Andreioli, le telecamere di Telesalerno 1, gli amici di Salerno by night … e tante sorprese. Per partecipare all’evento è necessario acquistare il biglietto in prevendita (euro 20 con diritto a 3 consumazioni). Posti limitati. Per informazioni: www.diviniassaggi.it 380 4149451 – www.shineclub.it 339 5202930. Un’occasione da non perdere per una serata piena di divertimento. Dibbì Aeroporto Pontecagnano Ecco i vettori Attività commerciali Avjatjon in corso: Alitalia: ulteriore incontro nel pomeriggio.Disponibilità ad operare un volo Fco/Qsr/Fco con aereo D0328 Alitalia express: il vettore si é detto interessato ad operare su Salerno con ATR72 o Erj145 o 170 siamo in attesa degli sviluppi. Air Valleè: il vettore valdostano si è dichiarato interessato ad inserire un collegamento su Salerno. Al momento però gli aerei sono impegnati su altre rotte D0328j Blu express opera come pay less con a/m b737 collega diverse città italiane ed estere da Milano e Roma Air one sono in corso trattative con Dott Toto per verificare possibilità di impiego dei loro aeromobili. ltaly il vettore opera con D0328J al momento ha la macchina impegnata ma sta vedendo come inserire su QSR Volando la società svizzera opera con 737 200 si sta verificando la possibilità tecnica di impiego su rotte QSR MIL Helvetic la società dispone di 2 Fokker 100 è molto interessata ad operare su Salerno Sono in corso verifiche tecniche e commerciali. REPORTAGE n°30 10 agosto 2007 19 Augusto Strianese, ecco la mia pag ella Il ruolo di socio di riferimento nel consorzio ci ha comportato oneri. Ora la soddisfazione è ancora più grande L’occasione è troppo ghiotta per Augusto Strianese, navigato ed esperto condottiero della Camera di Commercio Industria e Artigianato della provincia di Salerno, per lasciarsela sfuggire. Si è trattato di concedere ai suoi più diretti consiglieri e collaboratori il privilegio di toccare con mano lo stato dei lavori di completamento dell’aeroporto della cui Spa lui è presidente. Allo stesso tempo, ha voluto puntualizzare, tappa per tappa, il lungo cammino che ha portato (forse costretto) l’associazione da lui presieduta ad assumere per intero la responsabilità di far arrivare in porto la nave arenatasi in molte secche burocratiche e finanziarie. “Il primo bilancio preventivo del consorzio aveva un’esposizione di oltre 5 milioni di Euro. Ma lo scoglio più difficile da superare è stato il recupero di risorse pari a 14 milioni di euro, metà finanziamenti regionali e metà dell’Ue. Per rendicontare abbiamo dovuto chiedere una linea di credito ad un pool di banche di credito cooperativo del territorio che, grazie ai buoni uffici di Luigi Scorziello, allora vice presidente della Bcc di Aquara, accettarono di aprire. Anche l’allora Banco di Napoli finanziò metà dell’importo.” Così comincia la relazione di Strianese al Consiglio generale convocato proprio nella sala d’attesa del Gate 1 dell’aerostazione dell’aeroporto di Pontecagnano. Poi è un continuo e puntiglioso snocciolare di numeri e di date che hanno scandito l’intera esperienza, anche umana, di un’impresa che molti ritenevano impossibile. Strade, radar, pista, segnaletica, recinzione, Vor, opere edili ... il tutto condito con voci di spesa, gare d’appalto, inizio e fine dei lavori: una vera e pro- dalla prima Sopra: Arzano, Strianese e Rusticale; Sotto da sinistra: Giorgetti e i consiglieri in attesa di effettuare l’escursione sulla pista; Busillo, La Porta e Galiano pria tabella di marcia che alla fine, durante le sue conclusione, lo stesso Strianese ha definito “una pagella” con cui si è presentato alla sua assemblea per raccogliere il plauso personale ma, soprattutto, la convinta volontà e un’iniezione di fiducia necessaria per affrontare l’ultimo tratto di strada prima di “scollinare” e vedere il decollo dell’intera struttura. A sostegno e a testimone che ormai ci siamo ha chiamato di fianco a lui Franco Giorgetti, il direttore dell’aeroscalo assunto a gennaio e che da un mese AEREOPORTO, A O TTOBRE S I V OLA Le due “croci di S. Andrea” sono ancora lì, disegnate sulla pista ad attestano ancora l’impossibilità di utilizzarla, ma le facce di quelli che finora sono stati appesi al solo filo della speranza di veder realizzato un sogno, oggi sono distese. La tensione, sia pur allentata, è ancora palpabile nonostante le opere sai ormai tutte in dirittura d’arrivo e l’elenco che snocciola Strianese punta dritto alla conclusine di una maratona iniziata oltre venticinque anni prima. Il piazzale antistante l’aerostazione è stato completamente rifatto e coperto con un manto d’asfalto, necessita solo della segnaletica per il posteggio degli aeromobili che attenderanno i passeggeri in partenza dal Gate 1 e 2, uno per i voli Ue e l’altro per quelli extra Shenghen. Sono stati montati i due caroselli per i bagagli e sta per essere allocato al suo posto il sistema radiogeno per i controlli di sicurezza. Si aggirano già nei locali gli addetti alle pulizie e gli spazi, ampi ma vuoti, sono in attesa di accogliere il vociare classico di una aerostazione che accoglie e fa partire turisti e persone che si spostano per ogni dove e per i più svariati motivi. Ottobre è la data non “detta” ma che in molti hanno indicato come data limite per il volo passeggeri inaugurale. Per scaramanzia nessuno conferma ma, confidenzial- mente, c’è chi già ritiene funzionante l’aeroporto e senta già il vento a prua degli aerei che decollano. Intanto, i segnalatori di sicurezza per gli atterraggi sono sul rosso, avvisano il nostro autista che il veicolo è troppo vicino alla pista nella fase d’atterraggio. Essi non sanno che è solo un bus di osservatori interessati che, per ora, ha la precedenza su un ‘piper’ nero, dalla forma di un falco, che si appresta al decollo. A noi non resta, per ora, che rimettere i piedi per terra con la speranza che entro il 2007 possiamo, ancora una volta, essere liberi di volare. Bartolo Scandizzo segue, giorno per giorno, i lavori e cura ogni singolo particolare. Quarant’anni di attività nella Sea (la società che gestisce gli aeroporti milanesi) sono garanzia di efficienza e di conoscenza delle problematiche relative al settore. È lui che, con voce pacata, ad assegnare il colpo di grazia anche ai più scettici e disillusi tra i presenti. La parola apertura viene pronunciata solo dopo un’ora e più. Incidentalmente è comparsa più per dare conto del completamento dei lavori che per comunicare la data effettiva del volo inaugurale: “Da ottobre in avanti, completata l’informatizzazione, l’aeroporto sarà pronto.” Giorgetti è qui anche per dare volto all’attività commerciale (traffico merci e persone) allo scalo. Snocciola un elenco di possibili vettori interessati (elenco nel box) e, allo stesso tempo, spiega le dinamiche che incidono sulle scelte che le compagnie nell’individuare gli aeroporti su dove atterrare. “Sarà il mercato a dare al spinta giusta al nostro aeroporto- assicura Strianese quanti pongono interrogativi sulla effettiva capacità dello scalo di vivere di vita propria- ecco perché stiamo già pensando al potenziamento che richiederà investimenti per oltre 35 milioni di Euro. Il ministro Bianchi ha già fir- mato e il sottosegretario Annunziata ci ha assicurato il suo interessamento.” Ma Strianese è un esperto navigatore nel mare agitato della politica e trova il modo di tirare dentro nella partita anche chi, come Gaetano Fasolino, si è prodigato nel passato per sbloccare la situazione: “Tutti i partiti e i loro rappresentanti in Parlamento della nostra provincia non hanno mai fatto mancare il loro appoggio. Tutti hanno spinto il vento per gonfiare la vela della nostra nave che oggi è vicina all’approdo.” La prudenza è proporzionata allo scetticismo che circonda ormai la storia dello scalo aeroportuale, ecco perché tutti gettano acqua gelata sull’entusiasmo del possibile traguardo all’orizzonte. “Non vorrei che dovessimo dare un addio ad un sottosegretario” dice scaramanticamente uno dei presenti riferendosi alla promessa fatta da Andrea Annunziata. “C’è un ruolo anche per la vecchia aerostazione – dice Giorgetti guardando già al futuro- si dovrebbe acquistare dall’amministrazione dell’Esercito, riadattarla e metterla a disposizione delle compagnie per la manutenzione degli aerei.” Nella discussione fa capolinea anche la querelle relativa al nome da dare all’aeroporto. Le proposte sono diverse: Aeroporto di Salerno, di Salerno e Costa d’Amalfi, Elea, come ha richiesto Antonio Valiante. Strianese stronca la polemica citando cosa prevede la legge in materia: “Il nome deve imporlo il comune dove insiste il terreno adibito ad aeroscalo. Siccome la pista è nel comune di Pontecagnano e l’aerostazione è in quello di Bellizzi (per un totale di 57 ettari), saranno questi due comuni a decidere in merito. Il ministero non potrà far altro che prenderne atto.” Qualcuno dei presenti solleva il problema dei collegamenti viari. Le strade d’accesso all’aeroporto sono strette e quasi sempre intasate dal traffico. Strianese assicura che è già prevista la sistemazione di alcune strade secondarie in accordo con l’assessore regionale Cascetta. Questo vale sia per la direttiva Nord che Sud, in attesa che si realizzi la bretella, già prevista e finanziata, dallo svincolo di Pontecagnano. L’ultima battuta di Strianese è per i collegamenti: ”Se date un’occhiata alle compagnie interessate, potrete capire già dove si potrà cominciare a volare. Sarebbe già importante, ed in questo sono fiducioso, sapere che a fine autunno da Pontecagnano partiranno due voli giornalieri per Roma e Milano. Vorrebbe dire avere già fatto un grande balzo verso il mondo del volare.” biesse
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